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Comune di Sesto Fiorentino Piano strutturale Relazione alla Giunta 1. Il percorso compiuto 2. Il quadro conoscitivo 3. L’impostazione del Piano strutturale 4. Le questioni di merito 5. Il percorso da compiere

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Comune di Sesto FiorentinoPiano strutturale

Relazione alla Giunta

1. Il percorso compiuto

2. Il quadro conoscitivo

3. L’impostazione del Piano strutturale

4. Le questioni di merito

5. Il percorso da compiere

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1. Il percorso compiuto

• Le novità della legge 5/1995

• La sequenza logica delle operazioni• Un lavoro moltiplicato per tre

• Lo stato di avanzamento

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1. Il percorso compiutoLe novità della legge 5/1995

Introduce numerose novità nel contenuto e nelle procedure di formazione dei piani:

l’articolazione del piano comunale in più componenti

un ruolo più significativo per il quadro delle conoscenze,

conferenze e accordi di pianificazione,

valutazione della sostenibilità ambientale delle scelte

l’ampliamento delle forme di partecipazione dei cittadini.

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1. Il percorso compiutoLa sequenza logica delle operazioni

La fase di avvio, propedeutica alla vera e propria redazione del PS, riguarda:

la costituzione di un gruppo di lavoro: (un pool di consulenti specialistici coordinati da una struttura di consulenza generale);

la costituzione dell’ufficio di piano.

La fase di costruzione del quadro conoscitivo è così articolata:

svolgimento delle analisi di settore da parte dei consulenti incaricati;

costruzione di un archivio informatizzato dei dati;

consultazione degli enti locali, delle forze sociali ed economiche.

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1. Il percorso compiuto

Un lavoro moltiplicato per tre

La consulenza per il piano strutturale ha avuto per oggetto tre distinte operazioni:

la conduzione del lavoro tradizionale di redazione del progetto di piano;

la costituzione e la formazione dell’ufficio;

la messa a punto del Sit.

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1. Il percorso compiuto

Lo stato di avanzamento

Il lavoro è entrato nella fase conclusiva:

il progetto di piano strutturale vero e proprio è giunto nella fase di definizione delle scelte (vedi appresso);

l’ufficio è operante, anche se oggi sottodimensionato rispetto alle necessità;

è stato predisposto un primo stadio del Sit, molto ricco di informazioni.

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2. Il quadro conoscitivo

• Dalla conoscenza alle decisioni• Le consulenze avviate• I documenti presentati

• La banca dati

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2. Il quadro conoscitivo

Dalla conoscenza alle decisioni

Il piano strutturale

• parte da una descrizione,

• la assume come fondativa delle scelte di lungo periodo,

• la traduce in regole di lunga durata..

Perché ciò avvenga le scelte devono essere determinate con il massimo di consenso sociale e politico:

• a partire dagli obiettivi (che devono essere stabiliti in funzione del “progetto di città e di società” che la comunità riconosce come suo),

• e dalla descrizione (che deve essere condivisa come gli obiettivi).

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2. Il quadro conoscitivo

Le consulenze avviate

Per costruire la base conoscitiva e poter definire il quadro descrittivo, il Comune ha affidato un ventaglio di incarichi specialistici a esperti nei diversi settori.

A ciascuno di tali esperti è stato chiesto di produrre materiale d’analisi organizzato in modo tale da poter essere inserito in un SIT (sistema informativo territoriale), aggiornabile sistematicamente, e di esplicitare le ricadute normative (le “regole”) che venivano suggerite dalle analisi effettuate.

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2. Il quadro conoscitivo

I documenti presentati

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2. Il quadro conoscitivo

La banca dati e il SIT

Strumento e metodo essenziali per gestire un processo di pianificazione coerentemente basato sulla conoscenza è costituito da un sistema informativo territoriale georeferenziato, capace di raccogliere le diverse banche dati via via formate, di mettere in relazione tra loro i diversi strati informativi, di elaborarli finalizzandoli agli obiettivi via via formulati, di costituire la base per una valutazione sistematica delle azioni e dei progetti proposti.

I primi risultati raggiunti nell’ambito del lavoro per il piano strutturale sono contenuti nella presentazione del quadro conoscitivo

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3. L’impostazione del piano strutturale

• Forma e contenuto del PS• I tre compiti del PS

• Le parole chiave della legge 5• La dimensione strategica

• La visione del futuro• Regole e linee di intervento• Due famiglie di disposizioni

• Le tavole del piano• Gli elaborati normativi

• I principi

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Forma e contenuto del PS

L’illustrazione del piano strutturale verterà su due questioni:

la “forma” del piano: contenuti e significato delle parole nuove introdotte dalla legge 5/1995;

il “merito delle scelte”, con attenzione a quelle più rilevanti emerse fino a questo punto del lavoro.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

I tre compiti del PS

Il piano strutturale assolve a tre principali compiti:

L’individuazione degli elementi del territorio che ne condizionano l’integrità e ne connotano l’identità

La definizione delle regole che ne assicurino la corretta utilizzazione anche per i posteri (sostenibilità)

La scelta delle direttrici strategiche, nel senso di “lungo periodo”, dell’azione di trasformazione.Relazione alla Relazione alla

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Le parole chiave: UTOE, Sistemi…

Alcune parole chiave:

- Utoe (Unità territoriali organiche elementari), ambiti di riferimento per la definizione dell’entità delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili.

- Sistemi e sub-sistemi, le parti, o gli insiemi di elementi, del territorio, riconosciute nella loro individualità, cioè in ragione dei caratteri distintivi determinati dalle relazioni che, nel tempo, si sono stabilite fra gli elementi territoriali e le comunità ivi insediate.

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3. L’impostazione del Piano strutturale… Invarianti strutturali,

Statuto dei luoghi

Invarianti strutturali, gli elementi e le caratteristiche dei sistemi e sub-sistemi che devono essere conservate (per la loro qualità o per la loro ireversibilità), ripristinate o promosse al fine di garantire lo sviluppo sostenibile.

Alle invarianti strutturali corrispondono le regole stabilite nello:

Statuto dei luoghi, che raccoglie gli elementi di disciplina (precettiva, direttiva e di salvaguardia) relativi al piano strutturale: costituisce quindi la matrice organizzativa delle norme del piano strutturale.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

La dimensione strategica

Il piano fornisce inoltre indicazioni sulle azioni di trasformazione. Deve perciò possedere una dimensione strategica:

indicando esplicitamente obbiettivi, azioni, risorse e soggetti,

associando un modello spaziale e un programma di interventi.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Visione del futuro e obiettivi

L’ipotesi di assetto territoriale (il “modello spaziale”) viene esplicitata utilizzando due essenziali strumenti della legge 5/1995:

- la suddivisione del territorio in UTOE;

- l’articolazione del territorio in componenti (sistemi e sub-sistemi).

Per ciascuna delle UTOE, nonché ciascuno dei sistemi e degli gli elementi, è possibile descrivere sinteticamente le caratteristiche, le risorse e gli elementi di vulnerabilità, i problemi e le prospettive, e stabilire gli obbiettivi del piano strutturale.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Regole e linee di intervento

Le opzioni del piano richiedono due strumenti distinti, ma fortemente legati fra loro:

un efficace sistema di regole, capace di garantire la tutela delle risorse territoriali, la prevenzione dei rischi, la preservazione delle loro qualità;

un insieme di azioni di trasformazione, affidato alla iniziativa dei diversi soggetti che agiscono sul territorio, reso coerente dall’attività di promozione e controllo svolta dall’Amministrazione.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Due famiglie di disposizioni

Le disposizioni del piano (indirizzi, criteri e regole) appartengono a due grandi famiglie:

indicazioni relative alle Utoe e ai sistemi e ai subsistemi, la cui individuazione è funzionale al sistema di obbiettivi e scelte stabilito dal piano, e ha, pertanto, un carattere “progettuale” sotto il profilo tecnico e “discrezionale” sotto quello amministrativo;

indicazioni relative alle caratteristiche di qualità e/o di vulnerabilità di specifici oggetti o parti del territorio, la cui individuazione deriva da una operazione di sistematica ricognizione, e non da una autonoma scelta progettuale.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Le tavole di piano

Le tavole di piano, con efficacia normativa, in scala 1:10.000, sono le seguenti:

1. Organizzazione del territorio: UTOE

2. Assetto del territorio: SISTEMI E SUB-SISTEMI

3. Elementi di qualità

4. Elementi di vulnerabilità e/o pericolosità

Una ulteriore serie di tavole evidenzia gli elementi di interesse sovracomunale.

5. Inquadramento territoriale: il sistema ambientale

6. Inquadramento territoriale: il sistema insediativo

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3. L’impostazione del Piano strutturale

Gli elaborati normativi

Lo STATUTO DEI LUOGHI raccoglie le disposizioni normative del piano strutturale e contiene:

I princìpi per un equilibrato rapporto tra comunità e territorio;

Criteri e disciplina delle invarianti strutturali;

Prescrizioni quantitative e prestazionali relative alle Utoe;

Norme di salvaguardia;

Le LINEE DI INTERVENTO enunciano le iniziative che l’Amministrazione comunale vuole intraprendere (da sola o congiuntamente con altri soggetti) per raggiungere gli obbiettivi fissati dal piano.

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3. L’impostazione del Piano strutturale

I princìpi

Particolare attenzione è stata posta alla definizione dei principi sottesi alle proposte e le disposizioni del piano.

Si propone di assegnare allo statuto un carattere di “carta costituzionale”, volta a formalizzare una sorta di patto fra i cittadini e il proprio territorio. Lo statuto può essere finalizzato a garantire o a ripristinare un equilibrio duraturo fra la comunità e l’ambiente, a sancire la mediazione fra le esigenze dei singoli e quelle della polis (ossia della casa della società), a stabilire gli obbiettivi di lungo termine che la comunità si pone in relazione all’assetto del territorio.

Per questo ci auguriamo che i principi contenuti nella prima parte dello Statuto siano condivisi, e siano perciò divulgati con la maggiore ampiezza possibile.

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4. Le questioni di merito

• I temi più rilevanti• L’area metropolitana: due ipotesi e tre settori

• Le scelte per la “Città della Piana”• I sistemi e le invarianti strutturali

• Le UTOE• L’assetto urbano

• Il sistema delle qualità• L’agenda del piano

• La questione della Mezzana• Temi per l’Agenda

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4. Le questioni di merito

I temi più rilevanti

Le scelte più rilevanti del piano strutturale riguardano cinque temi:

1. L’area metropolitana

2. Forma, dimensioni, funzioni della città

3. Sistemi e Utoe

4. L’assetto urbano

5. L’agenda del piano

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4. Le questioni di meritoL’area metropolitana: una ipotesi di lavoro

Area metropolitana e città della piana: due termini attualmente a confronto.

L’evoluzione tendenziale: da una struttura centripeta (prima su Firenze e poi su Firenze-Prato) ad una struttura multipolare (Gigli, aeroporto, università, Osmannoro, Sesto centro, ecc.).

Alla prima corrisponde una accentuazione delle relazioni da/verso il capoluogo; alla seconda una accentuazione delle relazioni di rete.

La prima è stata indagata e tentativamente pianificata; la seconda sorge spontaneamente nelle maglie larghe del governo del territorio (insediamenti commerciali, logistica, progressiva espulsione dei poli funzionali, congestione del centro).

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4. Le questioni di merito

L’area metropolitana: tre settori d’intervento

Obbiettivo del piano strutturale è contribuire a migliorare l’organizzazione del quadrante nord-ovest dell’area metropolitana.

Tre settori di intervento:

mobilità

ambiente

attività produttive

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4. Le questioni di merito

Le scelte per la “Città della Piana”

Mobilità: accentuare le prestazioni “locali” della rete stradale: Mezzana/A11;

proporre una rete tranviaria che integri e potenzi il TPL gomma-ferro.

Ambiente: sancire il ruolo di “cuore verde” del parco della piana;

prevedere una strategia condivisa di “messa in sicurezza” idraulica;

fare della connessione Morello-Piana-Arno l’elemento cardine di “riqualificazione” dell’area e di contrasto alla banalizzazione;

Attività produttive riurbanizzazione dell’Osmannoro da periferia lontana a porta di Firenze;

forte specializzazione tecnologica-ambientale: università, impianti per l’ambiente

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOil sistema ambientale a scala territoriale

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOelementi del sistema insediativo metropolitano

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOrete ferrotramviaria metropolitana

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4. Le questioni di merito

Alcune tendenze nella città

Le tendenze localizzative di imprese e abitanti, così come emergono dagli studi recenti (Irpet) danno alcuni segnali:

nel sistema produttivo convivono crescita e trasformazione (attività logistiche, commerciali, ecc.);

la popolazione non cresce e cresce molto lievemente il numero delle famiglie;

la componente migratoria garantisce un buon ricambio della popolazione (il sistema appare maturo ma non in declino);

il sistema produttivo e quello delle abitazioni possono evolvere in direzione “qualitativa” sfruttando uguale o migliore accessibilità, minore congestione, maggiore qualità dei servizi offerti.Relazione alla Relazione alla

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4. Le questioni di merito

Una nuova politica urbanistica

La decisione culturale e politica di tutelare e incrementare la qualità del territorio e di non stimolare né prevedere incrementi di popolazione conduce a configurare politiche urbanistiche non più basate sull’offerta di nuove aree, ma volte ad azioni più complesse e articolate.Occorre orientare e sostenere le scelte di una molteplicità di operatori indirizzandole verso la valorizzazione delle qualità ambientali, sociali, funzionali della città.

In questo quadro si pongono i temi:

della specializzazione funzionale dei poli territoriali (Osmannoro, Università, ecc);

dell’ interventi sul contesto (viabilità, reti tecnologiche, ambiente urbano);

della promozione di politiche attive (per la casa, per il commercio, per la formazione).Relazione alla Relazione alla

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4. Le questioni di merito

Le scelte sul territorio

Le scelte più rilevanti che si propongono sono:

la definizione di un confine ben definito per la città, verso la collina e verso la piana, verso il territorio aperto: una scelta di carattere strutturale;

il dimensionamento basato sul “carico urbanistico” ammesso: sulla base della disponibilità di aree per spazi pubblici e d’uso pubblico, degli impatti generati sulle reti e sull’ambiente, sulle capacità di costituire ambienti urbani vivibili nelle aree a maggior gradiente di trasformabilità;

la definizione di precise prestazioni (di funzionalità, di vivibilità, di sostenibilità, di operabilità) da richiedere ai sistemi e alle Utoe.

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4. Le questioni di merito

i sistemi e le invarianti

2. Sistema territorio urbano

- aree urbane storiche

- aree urbane recenti

- aree produttive

- poli funzionali

- aree libere intercluse

- aree urbane non consolidate

3. Sistema infrastrutture

-  rete viaria e ferroviaria

-  reti e impianti tecnologici

I Sistemi e Subsistemi individuati, in relazione alle invarianti strutturali da definire:

1. Sistema territorio aperto

- aree ed elementi a prevalente naturalità

- aree agricole collinari

- aree agricole della piana

- corsi d’acqua naturali e artificiali

- nuclei edificati

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOarticolazione in sistemi e sub-sistemi

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOarticolazione in sistemi e sub-sistemi

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4. Le questioni di merito

Le UTOE: quali e come

La storia, l’identità culturale, la distribuzione delle funzioni e dei modi di vivere la città sono stati gli elementi che hanno concorso alla determinazione delle Utoe.

Il sistema delle qualità è l’elemento progettuale che tende a rafforzare contemporaneamente l’identità delle singole unità e le relazioni reciproche.

Campo Sportivo

Centro

Cercina

Colonnata

Monte Morello

Osmannoro

Padule

Piana

Querceto

Quinto

San Lorenzo

Zambra

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Campo sportivo

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4. Le questioni di merito

L’assetto urbano

Le scelte più rilevanti del piano per il futuro assetto del territorio riguardano i seguenti temi:

il “sistema delle qualità”;

le aree urbane non consolidate.

In questa sede parliamo solo del primo tema, che è il più maturo.

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4. Le questioni di merito

Il sistema delle qualità: l’obiettivo

Il progetto del “sistema delle qualità” si pone l’obbiettivo di organizzare la città e il territorio a partire dal pubblico e dal pedonale, in funzione della cittadina e del cittadino che vogliano raggiungere, attraverso percorsi protetti e piacevoli, a piedi o con la carrozzina o in bicicletta, i luoghi dedicati alla ricreazione e quelli finalizzati al consumo comune

Il sistema delle qualità è anche la “carta” nella quale sono indicati gli elementi che “guidano” le indicazioni progettuali operative (varchi da riservare, aree centrali da riqualificare, luoghi ove incentivare la localizzazione del piccolo commercio, ecc.)

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4. Le questioni di merito

Il sistema delle qualità: le scelte

Le opzioni principali del sistema delle qualità sono le seguenti:

individuare alcuni percorsi principali che connettano collina e piana (il percorso nel verde urbano, il percorso storico, il percorso nel paesaggio agricolo);

connettere fra loro i “fuochi” delle Utoe attraverso la maglia ciclopedonale;

prevedere una rete strutturale a scala sovracomunale che faccia da supporto alle connessioni ambientali Morello-Piana-Arno e che consenta di raggiungere Firenze e gli altri centri della Piana.

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PRIME INDICAZIONI DI PIANOle centralità locali

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4. Le questioni di merito

L’Agenda del piano

I compiti attribuiti dalla legge 5/1995 ai diversi strumenti di piano e le procedure di valutazione e di partecipazione previste impongono di modificare il modo di agire. Occorre affrontare il tema della operabilità delle scelte in modo più stringente che non nel passato. Occorre tenere assieme la logica di rete e la conoscenza puntuale, la prospettiva del sistema e l’ottica del breve periodo.

Per gli “assi di intervento” che consentano di impegare bene le “risorse territoriali” si propone un portafoglio di azioni attuabile nel prossimo decennio, da sottoporre ad una successiva verifica. Azioni che avranno, in molti casi, pochi contenuti fisici e maggiori contenuti organizzativi.Relazione alla Relazione alla

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4. Le questioni di merito

Un esempio: la Mezzana

Quanto svolto sin qui per la strada Mezzana è un esempio paradigmatico di ciò che è necessario fare:

leggere la questione in chiave strutturale, superando le logiche settoriali (dell’urbanistica in senso stretto, dell’ambiente, del trasporto);

valutare, nel merito, le proposte tecniche anche alla scala progettuale e/o di verifica della fattibilità economica e/o degli impatti generati;

chiamare i diversi responsabili tecnici ad un tavolo di confronto e assistere meglio, dal nostro punto di vista, il decisore politico.

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4. Le questioni di merito

Altri temi per l’Agenda del piano

Ecco una prima possibile “agenda” di temi per il futuro prossimo:

Il parco della piana (anticipato da Vallerini);

Il progetto Osmannoro: dalla sicurezza delle acque al progetto di città (anticipato da Primi);

I percorsi del sistema delle qualità (Drufuca-Morgante);

Il parco di Morello: il “paesaggio agrario” senza agricoltori.

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5. Il percorso da compiere

• Il Piano• L’Ufficio di piano e il SIT

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5. Il percorso da compiere

Il Piano strutturale

Per concludere la formazione del piano occorre:

concludere il confronto con i consulenti di settore;

proseguire la consultazione delle forze politiche e sociali;

aprire il tavolo formale di confronto con Provincia e Regione;

redigere gli elaborati in forma compiuta.

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5. Il percorso da compiere

L’Ufficio di piano e il SIT

Nuovi rilevanti compiti aspettano invece l’Ufficio di piano, non appena terminata la redazione del piano:

assistere tecnicamente la comunicazione e la condivisione delle informazioni (sito web, forum, ecc.)

assistere tecnicamente le decisioni relative all’attuazione;

aggiornare costantemente il quadro conoscitivo;

redigere il Regolamento urbanistico;

valutare tecnicamente le proposte che man mano sono presentate da soggetti esterni e interni all’amministrazione.

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