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Comune di Roma Turismo 1 Al chilometro zero Dal Campidoglio a piazza Venezia Itinerari romani

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Comune di RomaTurismo

1 Al chilometro zeroDal Campidoglio a piazza Venezia

Itinerari romani

Roma per teCollana di informazioni del Comune di Roma

Realizzazione a cura: Cosmofilm spa - Elio de Rosa editoreTesti: Alberto Tagliaferri, Valerio Varriale

(Associazione Culturale Mirabilia Urbis)Coordinamento editoriale: Emanuela BosiProgetto grafico e impaginazione: Marco C. Mastrolorenzi

Foto: D. Bianca: pag. 9 in alto; A. Idini: pag. 2, 9 in basso, 10, 11, 13, 17 in alto, 20 in alto,26; M. T. Natale: pag. 32, 35; P. Soriani: copertina, pag. 12 in basso, 14 in basso adestra, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 34 in basso; Spazio Visivo pag. 13; Archivio Cosmofilm:pag. 3, 12 in alto, 14 in alto e in basso a sinistra, 15, 16, 17 in basso, 20 in basso, 21,22, 28-29, 30, 31, 33, 34 in alto, 36, 37, 38.

In copertina, la statua equestre di Marco Aurelio (replica moderna) e sullo sfondoil Palazzo SenatorioIn questa pagina, una delle statue dei Dioscuri alla sommità della cordonata capi-tolina

• Il Campidoglio 81. La piazza 92. Il Palazzo dei Conservatori 133. Il Palazzo Nuovo 174. Il Palazzo Senatorio e il Tabularium 185. Passeggiando, passeggiando... 216. Santa Maria in Aracoeli 237. Passeggiando, passeggiando... 26

• Piazza Venezia 278. Il Monumento a Vittorio Emanuele II (Vittoriano) 289. Passeggiando, passeggiando... 32

10. San Marco 3311. Passeggiando, passeggiando... 3512. Il Palazzo di Venezia 3613. Passeggiando, passeggiando... 38

Comune di RomaTurismo

1 Al chilometro zeroDal Campidoglio a piazza Venezia

Itinerari romani

La Triade Capitolina

Stampa: GRAFICAPONTINA- Pomezia - ord. n. 6821 del 17-3-08 (c. 30.000)

Una spettacolare veduta del Campidoglio, con la cordonata michelangiolesca e lascalinata dell’Aracoeli, in un’incisione settecentesca di G.B. Piranesi.

Piazza Venezia nel suo aspetto settecentesco, prima degli sventramenti compiuti per lacostruzione del Vittoriano. Sulla sinistra, Palazzo Bolognetti, poi Torlonia, oggiscomparso; al centro, sullo sfondo, la Torre di Paolo III, anch’essa distrutta e, in primopiano, Palazzetto di Venezia, smontato e ricostruito all’inizio del Novecento; sulla destra,infine, l’unico superstite del piccone demolitore: Palazzo di Venezia.

Presentazione

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Itinerari romani costituiscono una serie di percorsi per chi desi-deri approfondire la conoscenza della Città.Agli itinerari del grande Rinascimento romano già realizzati -

Caravaggio, Raffaello, Michelangelo e a quelli dell’arte barocca dellearchitetture di Bernini e Borromini si aggiungono, ora, altri percorsiappositamente studiati per accompagnare e agevolare il visitatore allascoperta “metro per metro” di una Città d’arte così sintetizzata.

In tal modo in un unicum - distinto è rappresentata e “letta” la cittàin un mosaico che si ricompone e si scompone secondo le esigenze delvisitatore, che potrà scegliere tra La Roma Monumentale (via dei ForiImperiali e Colosseo), Il Colle della poesia (l’Aventino e dintorni), Traboschi e acquedotti (il Celio), Agli albori della Roma Cristiana (San Gio-vanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme), da La Suburra (RioneMonti e Santa Maria Maggiore) a Quasi un set cinematografico (viaVeneto e dintorni), ecc.

Un’impresa difficile, pur tuttavia felicemente riuscita, anche sul pia-no dell’immagine della tradizione e dell’identità culturale della nostraCittà e che, con semplicità rispetta i contenuti scientifici del patrimoniostoricizzato, con una narrazione che unisce l’impostazione grafica conla linea editoriale dei contenuti.

Un sistema di comunicazione efficace per la comprensione del piùvasto e incredibile patrimonio storico-artistico di Roma, che permette alturista di individuare, immediatamente, il significato principale dell’iti-nerario prescelto permettendogli, nel contempo, l’immediata colloca-zione della propria posizione logistica in rapporto all’area che si deside-ra visitare.

I percorsi così condensati e raccolti possono ben rappresentare unsimbolico “taccuino d’artista” e apparire agli occhi del visitatore comeuna grande vetrata - a più specchi - sul cui sfondo vi è un orizzonte cul-turale che non potrebbe essere più romano, suggestivo e ricco di valorimai tramontati.

Roma ti aspetta!

L’Ufficio Turismodel Comune di Roma

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Legenda1. La piazza del Campidoglio2. Il Palazzo dei Conservatori3. Il Palazzo Nuovo4. Il Palazzo Senatorio e il Tabularium5. Passeggiando, passeggiando...6. Santa Maria in Aracoeli7. Passeggiando, passeggiando...8. Il Monumento a Vittorio Emanuele II

(Vittoriano)9. Passeggiando, passeggiando...

10. San Marco11. Passeggiando, passeggiando...12. Il Palazzo di Venezia13. Passeggiando, passeggiando...

La pianta

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Il colle, in antichità, rappresen-tava la sovranità militare, civile ereligiosa di Roma. Simbolizzava

la magistratura. La sua poderosastruttura, dominando il guado delTevere, lo rendeva idoneo a svolge-re funzioni difensive e a divenire lasede privilegiata del potere; si stipu-lavano patti e si discutevano trattati;si prendevano gli auspici; si celebra-vano i trionfi; si pronunciavano edeseguivano sentenze. Il Campido-glio è il più basso dei colli romani. Èalto infatti solo 46 metri sul livellodel mare e, in età antica, era difesoda rupi inaccessibili, tranne che dallato verso il Quirinale; grazie a que-sta posizione e alla vicinanza colTevere, tra la valle del Foro, l’ampiapianura del Campo Marzio e la spia-nata del Foro Boario, il colle si pre-stava egregiamente alle funzioni diroccaforte della città antica. Bastiricordare la leggendaria difesa del-le oche. Il Campidoglio antico era distintoda due sommità: il Capitolium el’Arx, separate da una leggeradepressione, detta Asylum, cosìchiamata perché al tempo di Romo-lo qui si era dato ricetto a ricercati efuorusciti di altre città che si eranouniti al nucleo dei primi romani.L’indagine archeologica ha dimo-strato che il colle era abitato alme-no dal XIV secolo a.C. Sulla sommitàdel Capitolium sorse il Tempio di

Giove Ottimo Massimo, il piùimportante della città. Il tempio erain realtà dedicato alla triade capito-lina, Giove, Giunone e Minerva, efece sì che il Campidoglio fosse con-siderato fino alla fine dell’età impe-riale il colle sacro della città. Il nome Capitolium deriverebbe,secondo una leggenda, dal ritrova-mento di un teschio (caput) di unguerriero etrusco al tempo dei Tar-quini durante gli scavi per la costru-zione del Tempio di Giove. Il nomedel guerriero sarebbe stato Olus,quindi da caput Oli sarebbe derivatoCapitolium. Sull’Arx, l’altra sommità del colle,sorgeva il Tempio di Giunone Mone-ta (Ammonitrice), e poiché neipressi si trovava l’edificio della zec-ca, il nome “moneta” passò ai pezzidi metallo che vi venivano coniati.Il Campidoglio venne progressiva-mente abbandonato alla fine delmondo antico, fino al punto daperdere il nome originario, che fusostituito da quello di MonteCaprino. Poi si arrivò ad una lentaripresa, che culminò nella definiti-va rinascita del XVI secolo, con lasistemazione michelangiolesca,che significativamente rovesciòl’orientamento urbanistico emonumentale del colle, dando lespalle all’antico e pagano Foro erivolgendosi verso la nuova cittàdei papi.

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…Inizia lapasseggiata...

Il Campidoglio

Per arrivare a piazza del Campi-doglio si sale per la cordonatadisegnata da Michelangelo,

modificata nel 1578 da GiacomoDella Porta e accorciata nel 1929per realizzare la via del Mare, attua-le via del Teatro di Marcello. Allabase della cordonata stanno dueleoni egizi di granito nero convenature rosse ritrovati nella zonadell’Iseo Campense, un antico tem-pio egizio del I secolo d.C. che si tro-vava nella zona di Campo Marzio.Salendo i gradini della cordonatavediamo sulla sinistra la statua di

Cola di Rienzo (1313 - 1354, cele-bre e sfortunato tribuno chegovernò Roma durante gli anni del-l’esilio dei papi ad Avignone), operain bronzo di Girolamo Masini inau-gurata il 20 settembre 1877. Arriva-ti in cima alla cordonata troviamouna balaustra, vera e propria ter-razza panoramica sulla città. Adecorare la balaustra vi sono i duegruppi dei Dioscuri, i gemelli diviniCastore e Polluce nell’atto di tratte-nere i loro cavalli, provenienti, pro-babilmente, dal tempio loro dedica-to nell’antico Circo Flaminio, l’at-tuale zona di lungotevere dei Cenci.Altre decorazioni sono i cosiddettitrofei di Mario, un tempo credutila raffigurazione delle armi tolte ai

1. La piazza

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Uno dei cosiddetti Trofei di Mario

Una delle statue dei Dioscuri alla sommitàdella cordonata capitolina

Cimbri e ai Teutoni dal famoso riva-le di Silla, che in realtà sonopanoplie militari provenientidal ninfeo eretto sul-l’Esquilino dall’im-peratore Alessan-dro Severo e tut-tora visibile,come rudere, alcentro di piazzaVittorio Ema-nuele II. Accantoai trofei sono lastatua diCostantino,sulla destra, equella di suofiglioCostanzo II asinistra;ambeduesono state

rinvenute sul Quirinale nel luogodove sorgevano le terme edificateda Costantino. Infine, alle estre-mità della balaustra, sono situatedue colonne miliari provenienti

dalla via Appia e risalenti al perio-do degli imperatori Flavi. Eccoci giunti nella piazzadel Campidoglio, intera-mente concepita daMichelangelo, che ristrut-turò, modificandola com-pletamente, l’antica piaz-za medievale. Al centro,spicca oggi la moderna

copia in materialesintetico della sta-tua di Marco Aure-lio. L’originale è visi-bile, dal 22 dicem-bre 2005, nella nuo-va sistemazione

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Uno dei leoni di basalto con funzione di fontana ai piedi del Campidoglio

La statua di Costantino sulla balaustracapitolina

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all’interno del Palazzo dei Conser-vatori e fu spostato qui dal Latera-no su iniziativa dello stesso Miche-langelo. Unica statua equestredell’antichità romana giunta finoa noi, il gruppo del Marco Aurelioè sopravvissuto solo perché erro-neamente si è creduto per secoliche rappresentasse l’imperatore

Costantino, caro al cristianesimo equindi intoccabile. Mentre il suodestriero incede maestosamente,l’imperatore fa il segno dell’adlo-cutio con la mano destra, come sesi rivolgesse alle truppe vittoriose,e ha sul volto un’espressione ditranquilla serenità. Anticamentesotto la zampa alzata del cavallo

La statua equestre bronzea di Marco Aurelio (replica moderna)

era posta la figuretta di un barba-ro prigioniero, simbolo delle vitto-rie militari contro le popolazioniche minacciavano i confini del-l’impero. La statua poggia su unabase monolitica decorata dallostemma del popolo romano e daquello di papa Paolo III. Un’iscri-zione ricorda il trasferimento dellastatua dal Laterano, mentre un’al-tra, a imitazione di quelle d’etàromana, tesse l’elogio dell’impe-ratore. Il disegno stellare chedecora la pavimentazione dellapiazza, partendo dal basamentodel Marco Aurelio, era stato dise-gnato da Michelangelo nel XVI

secolo, ma venne realizzato sol-tanto nel 1940 dall’architettoAntonio Muñoz.

Piazza del Campidoglio di notte

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La statua bronzea di Cola di Rienzo nelgiardino che fiancheggia la cordonata

Sul lato destro della piazza, èl’antica sede di una magistra-tura del periodo comunale

responsabile dell’amministrazio-ne cittadina. Sulla sua facciata,nel Quattrocento, fu sistematala famosa Lupa, un bronzo diprobabile fattura magnogrecarisalente al V secolo a.C., cheinsieme con lo Spinario ela colossale testa bron-zea di Costantino fudonata nel 1471 aiConservatori dapapa Sisto IV dellaRovere, costituendoil primo nucleo deiMusei Capitolini. NelCinquecento Miche-langelo progettò lasistemazione della piaz-za e il nuovoPalazzo dei Con-

servatori fu da lui iniziato nel 1563e concluso nel 1568 da GiacomoDella Porta. Così alle sale interne

più antiche, già decorate ai pri-mi del Cinquecento – Sala

Maggiore, Loggia dellaLupa, Sala di Annibale,Sala del Trono, Sala del-le Oche e Sala delleAquile – si aggiunseroquelle dei Trionfi, deiCapitani e degli Ora-zi e Curiazi. Tra gliartisti che decoraro-no questi internisono da ricordare ilCavalier d’Arpino,Iacopo Ripanda e

Antoniazzo Roma-no. La Lupa e gli altribronzi donati da

Sisto IV, origina-riamente conser-

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2. Il Palazzo dei Conservatori

Il Palazzo dei Conservatori

Mano della statua colossale di Costantino

vati nel portico che precedeva l’an-tico palazzo medievale, furonosistemati all’interno. Dopo i contri-buti di Innocenzo VIII Cybo (1484-92), e Pio V Ghislieri (1566-72) perampliare la collezione, questa fuaperta al pubblico nella prima

metà del Settecento da papa Cle-mente XII Orsini, trasformandosinel più antico museo del mondo. Il cortile accoglie i resti della colos-sale statua di Costantino, cheornava anticamente l’abside dellaBasilica di Massenzio; vi si trovanoinoltre le rappresentazioni sculto-ree delle Province soggette aRoma. All’interno, sullo scalone siconservano i rilievi di MarcoAurelio (176 d.C.) e quelli diAdriano; più in alto, la statua diCarlo d’Angiò, opera del XIII seco-lo di Arnolfo di Cambio. Nella Saladegli Orazi e Curiazi sono visibili lasplendida statua di Innocenzo XPamphilj, bronzo opera dell’Al-gardi, e quella di Urbano VIII Bar-berini, opera del Bernini. NellaSala dei Trionfi sono conservati ilcosiddetto busto di Bruto, risa-lente in realtà all’inizio del II secoloa.C., la bronzea statua del Camil-lus, un giovane assistente dei ritisacerdotali pagani, e quella tardo

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Rilievo raffigurante Marco Aurelio mentreofficia una cerimonia religiosa

Il cosiddetto busto di Bruto Testa della statua colossale di Costantino

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La Lupa

Busto di Commodo Gian Lorenzo Bernini, Testa di Medusa

ellenistica del cosiddettoSpinario, personaggio efebicoritratto mentre è intento a togliersiuna spina dal piede. La celeberrimaLupa è nella sala omonima e unatesta berniniana di Medusa èinvece nella Sala delle Oche. Tra leopere più importanti è ancora daammirare il busto di Commodoritratto come Ercole. Nel palazzoha inoltre sede la PinacotecaCapitolina, fondata da papaBenedetto XIV Lambertini (1740-58), con l’acquisto delle collezionidelle famiglie Pio e Sacchetti. Visono presenti dipinti del Veronese,Palma il Vecchio, Tiziano, Antonel-lo da Messina, Tintoretto, IacopoBassano, Rubens, van Dyck, Anni-

bale Carracci, Pietro da Cortona,Domenichino e Caravaggio.Il 22 dicembre 2005 è stata inau-gurata una nuova sezione deiMusei Capitolini all’interno delpalazzo, già occupata dal GiardinoRomano, dal Museo del Palazzodei Conservatori e dal Braccio Nuo-vo del Palazzo dei Conservatori. Lagrande aula vetrata ricavata dallacopertura del Giardino Romano èdedicata alla definitiva sistemazio-ne della statua equestre in bronzodi Marco Aurelio. Il progetto, del-l’architetto Carlo Aymonino, com-prende anche la nuova sistemazio-ne delle fondazioni in tufo delTempio di Giove Capitolino appe-na restaurate.

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16Caravaggio, La buona ventura

Di fronte al Palazzo dei Con-servatori, il Palazzo Nuovo èstato progettato da Miche-

langelo, identico al precedente, percompletare la piazza. Nel 1603 si diede inizio alla costru-zione dell’ultima parte del progettomichelangiolesco, che fu portata atermine soltanto nel 1654 sottopapa Innocenzo X Pamphilj. L’edifi-cio fu utilizzato per raccogliere lestatue antiche che non trovavanoposto nel Palazzo dei Conservatorie nel 1734, con l’acquisto della col-lezione Albani, Clemente XII Corsinilo inaugurò come museo. Nel pic-colo cortile è sistemata la gigante-sca statua sdraiata di Marforioche, insieme al più celebre Pasquinoe ad altri personaggi, è una dellecosiddette “statue parlanti” diRoma. Nell’atrio è notevole la colos-sale statua di Marte e si trovanoalcuni pezzi egizi provenienti dall’a-

rea del Tempio di Iside nel CampoMarzio. Molto interessanti sono letestimonianze archeologiche deiculti orientali conservate in alcunestanze al piano terra. Al piano supe-riore è da ammirare la replica dell’E-ros di Lisippo, il pregevole mosai-co delle colombe, di epoca adria-nea, la Venere Capitolina, il bustodi dama d’epoca flavia, le statue diamazzoni, il celebre Galatamorente e le sale dei busti degliimperatori e dei filosofi.

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3. Il Palazzo Nuovo

Il Palazzo Nuovo

Il mosaico delle colombe

L’attuale Palazzo Senatorio, chesorse sul precedente edificiomedievale sede dei senatori

del Comune di Roma, è attualmen-te la sede del sindaco. L’intero com-plesso poggia sulle antiche struttu-re del Tabularium, risalente all’epo-ca sillana. La facciata principale delpalazzo è il risultato della realizza-zione, con varianti dovute a Giaco-mo Della Porta e Girolamo Rainaldi,dell’originario progetto michelan-giolesco, di cui resta l’elegante sca-lea a doppia rampa. La scalea èornata da una nicchia in cui è unaantica statua di Minerva seduta,in marmo bianco e porfido, trasfor-mata nella personificazione dellaDea Roma. La statua è preceduta da

una fontana a due vasche sovrap-poste, progettata nel 1588 da Mat-teo da Città di Castello. Ai lati dellascalea furono poste due grandi sta-tue di personificazioni di fiumi, pro-venienti dalle terme costantinianesul Quirinale: una, quella di sinistra,rappresenta il Nilo, l’altra, quella didestra, la figura del Tevere. La facciata è scandita da alte para-ste, che racchiudono finestre piùgrandi con timpani triangolari e cur-vilinei e finestre più piccole ricca-mente incorniciate. Sul palazzo svet-ta la torre campanaria, edificataintorno al 1580 da Martino Longhi ilVecchio al posto di quella medievale.La torre è alta 35 metri, in laterizio,con decorazioni in travertino, e si svi-

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4. Il Palazzo Senatorio e il Tabularium

Il Palazzo Senatorio

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luppa su quattro piani, in cui si apro-no archi fiancheggiati da paraste concapitelli corinzi ornati da volti di sera-fini. Il lato di sinistra del PalazzoSenatorio è stretto tra la Torre diNiccolò V Parentucelli (1447-55),verso il Foro, e la Torre di Martino VColonna (1417-31), dalla parte dellapiazza. Sulla facciata sono muratistemmi, rilievi e iscrizioni per lo più

del XVI secolo. È presente anche uncosiddetto ritratto di Scipione,accompagnato da una testa fem-minile con un casco elefantinopersonificazione dell’Africa. Sonopoi murate lapidi a memoria dellaRepubblica romana e di Roma capi-tale. L’ingresso al palazzo è quellodell’epoca di Sisto IV, con portalebugnato, sormontato dagli stemmi

La statua del Tevere

La statua del Nilo

del papa, del popolo romano e delcardinale d’Estouteville.La facciata sul lato di via del Campi-doglio mostra invece il muro delTabularium, in cui si apriva l’in-gresso principale. Il tratto di basola-to romano, qui conservato, è quan-

to resta di una traversa del ClivoCapitolino. La grande facciata rivol-ta verso il Foro Romano è caratteriz-zata dagli ampi archi delTabularium. L’edificio era la sededegli archivi pubblici dello Statoromano e il nome deriva dalle tabu-lae, cioè i documenti anagrafici efiscali dei cittadini. Esso fu eretto daQuinto Lutazio Catulo nel 78 a.C. esu un lato è visibile l’iscrizione relati-va all’inaugurazione dell’edificio. IlTabularium appartiene a quellatipologia monumentale di I secoloa.C., presente anche a Palestrina,Ferentino e Terracina, costituita daun alto podio sormontato da archiinquadrati da semicolonne.L’interno del Palazzo Senatorioconserva, nell’atrio, un ambiente adue navate del XII secolo che untempo affacciava all’esterno attra-verso un portico. Questo era ilcosiddetto luogo del leone, cosìchiamato per la presenza di un

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Resti del Tempio di Veiove

Il Tabularium

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gruppo scultoreo di età romana, nelquale venivano lette le sentenze dimorte e dove i malfattori eranomessi alla gogna. A un livello infe-riore si possono vedere i resti, di etàrepubblicana, del Tempio di Veio-ve, divinità legata ai culti tellurici.Nella Sala del Carroccio è inve-

ce l’iscrizione che ricorda il dono delCarroccio, preso ai milanesi nel1237 nella battaglia di Cortenuova,da parte di Federico II di Svevia. C’èpoi la cappella dellaMisericordia, che ospitava i con-dannati a morte poco prima dell’e-secuzione, e quindi l’Aula Consi-liare, ornata da stemmi e iscrizionie dalle bandiere del Comune e deirioni. All’interno di questa sala vi èla statua di Giulio Cesare, operadel II secolo d.C., e quella di unammiraglio della flotta imperiale,risalente al I secolo d.C. Accanto èla Sala delle Bandiere, che vide leriunioni del triumvirato dellaRepubblica romana del 1849.Attraverso un passaggio, costruitoin epoca recente, si può accederealla Protomoteca, ornata da bustidi importanti personaggi un tempo

esposti nel Pantheon.

Tornando alPalazzo deiConservatori e

prendendo a destra pervia delle Tre Pile si incontrail Palazzo Clementino, voluto daClemente X Altieri, che ospitaattualmente ufficidell’amministrazione capitolina.Passando sotto il grande portale chefu l’ingresso della Villa Caffarelli sientra in quella zona del colle che giàvide gli splendori della residenza diquesta famiglia. L’architetto delpalazzo che s’apre su piazzaleCaffarelli fu Gregorio Canonico,allievo di Iacopo Barozzi detto ilVignola. La costruzione si conclusenel 1610, ma oggi ci è giunta tantoristrutturata nei secoli che l’edificiooriginario è quasi irriconoscibile. I

Caffarelli virestarono fino al1854, quando per

necessità economichecedettero la proprietà alla

Prussia. Il Palazzo Caffarelli sorge sui resti del-l’antico Tempio di Giove Capitolino,del quale si è conservato un tratto delpodio. Questo tempio, con le tre cellededicate a Giove, Giunone e Minerva,aveva sulla fronte il portico esastilo eguardava verso il Foro Romano. Edifi-cato con forme etrusche al tempo deiTarquini, fu ricostruito più volte finoal tempo di Domiziano, e ha restituitoframmenti di colonne di marmo eparte del muro in blocchi di tufo. Proseguendo per via di Villa Caffarellisi incontra un edificio in stile neoclas-sico, costruito tra il 1873 e il 1877 dal

5. Passeggiando,passeggiando...

Stemma sulla facciata del PalazzoSenatorio

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tedesco Paul Laspeires e ornato damedaglioni con i ritratti dei granditedeschi studiosi della cultura greco-latina, come Winckelmann. Fu erettocome sede del prestigioso IstitutoArcheologico Ger-manico, che haoggi la propriasede in via Sarde-gna. Proseguen-do dopo un pas-saggio ad arco, lavia (a destra scen-de con una ram-pa) si immette inquella del Tem-pio di Giove dove, asinistra, si affaccia, ai nn. 2-10, l’exOspedale Teutonico, con facciata ver-so il Tevere a loggiati sovrapposti, ope-ra di Julian Knapp, e dove oggi hannosede altri uffici dell’amministrazionecapitolina.Al n. 12 è la cosiddetta Casa Tarpea, informa neoclassica e non priva di sem-plice eleganza, eretta nel 1835 su pro-getto sempre del Knapp. Interessanteil rilievo in terracotta che orna il fron-tone, nel cui centro sta la personifica-zione di Roma tra Tarpea e il Tevere,plasmato da Emilio Wolff nel 1837.Qui si riuniva il circolo degli AmiciIperborei, studiosi tedeschi di anti-chità che diedero vita all’Istituto dicorrispondenza archeologica, pubbli-cando i propri studi in lingua italianae organizzando il tempietto con archi-vio, biblioteca e sala di conferenze. Fuquesta la fondazione culturale che poisi trasformerà, nel 1886, nell’IstitutoArcheologico Germanico, allora det-to Imperiale. Qui è il Belvedere Tarpeo, che conce-de la vista di un altro splendido e sug-gestivo panorama di Roma; è il luogopiù alto del Campidoglio, quello cheper gli antichi era il monte Tarpeo,dove credevano si fosse svolta la tragi-

ca vicenda di Tarpea. Costei, secondola leggenda, avrebbe tradito Roma,indicando ai Sabini il sentiero segretoper raggiungere la rocca del Campi-doglio. I soldati, una volta entrati, la

uccisero seppellen-dola sotto le armi,forse per dimo-strare in modoesemplare chenessuna lealtà èdovuta ad un tra-ditore. La leggen-da aggiungeanche un altroparticolare. La

vergine aveva pat-tuito come ricompensa ciò che i Sabi-ni reggevano con la sinistra: essi infattiportavano normalmente braccialid’oro di grande peso sul braccio sini-stro e anelli adorni di gemme moltobelli. Dunque i Sabini la ricoprironocon i loro scudi, che per l’occasioneindossavano al posto dei consuetigioielli. Da allora, secondo la tradizio-ne, da qui venivano gettati i traditoridella patria e gli assassini.Dal Medioevo fino all’Ottocento que-sto monte fu anche detto Caprino,perché i pastori vi portavano le capreal pascolo, ma per tutto il Medioevo efino al Cinquecento fu detto anchelocus iustitiae, perché vi erano innalza-te le forche.Tornati indietro a piazza del Campi-doglio e ridiscesi per la cordonata,troviamo, sulla destra, la scalinata del-l’Aracoeli, costruita nel 1348 daLorenzo di Simone Andreozzi. È com-posta da 124 gradini e fu realizzata aspese del popolo romano, come rin-graziamento alla Madonna per averesalvato la città dalla peste ricordataanche dal Boccaccio nel Decamerone.La scala fu l’unica opera pubblica ese-guita in Roma durante l’esilio deipapi in Avignone.

Plastico ricostruttivo del Tempio diGiove Capitolino

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Sorge in cima alla scalinata omo-nima. Secondo una leggendamedievale, la Madonna si sareb-

be mostrata ad Augusto tenendo inbraccio il Bambino Gesù e l’impera-tore, inginocchiatosi, avrebbe adora-to il Cristo. Nell’VIII secolo sorse inquesto luogo un cenobio, che nel944 divenne il monastero benedetti-no di S. Maria in Capitolio. L’orienta-mento della chiesa primitiva era quel-lo dell’attuale transetto e sull’altaremaggiore si venerava l’immagine diMaria, del X secolo. Nel XII secolo inquesta chiesa fu collocato l’ambonedi Lorenzo Iacopo Cosmati. PapaInnocenzo IV, Fieschi, la assegnò nel1249 ai francescani e alla fine delsecolo iniziò la costruzione della nuo-va basilica, con la facciata rivolta ver-so il Tevere. Essa fu conclusa nel 1348con la costruzione della scalinata che,si dice, fu inaugurata dallo stesso

Cola di Rienzo. Nel 1551 Giulio III laelevò definitivamente a titolo cardi-nalizio. La facciata è detta a guscio,in laterizio, e conserva una piccolaparte di decorazione a mosaico. Nonsi sa se è quanto resta di una piùvasta decorazione o se è l’inizio dellastessa rimasta incompiuta. Tre portaliintroducono alla chiesa; sopra ciascu-no di essi era, una volta, un rosone.Davanti alla chiesa è la pietra tomba-le del grande umanista Flavio Biondo. L’interno è a tre navate, con colon-ne antiche di marmo bianco, pavo-nazzetto, cipollino e granito. Nellafila di sinistra, su una colonna digranito, attraversata trasversalmen-te da un foro, forse utilizzato perosservazioni astronomiche, è unascritta latina che la indica come pro-veniente dal cubicolo degli Augusti.Il pavimento è cosmatesco e con-serva numerose lastre tombali del

6. Santa Maria in Aracoeli

S. Maria in Aracoeli, navata centrale

XIV e XV secolo. Importanti, soprat-tutto, appena entrati a destra, lacappella Bufalini, con le Storie diS. Bernardino e S. Francescodipinte, nel 1486, dal Pinturicchio;la statua di Gregorio XIII di P.P. Oli-vieri del 1476; la tomba di Cecchi-no Bracci (1544) di F. Amadori, sudisegno di Michelangelo. Nel tran-

setto destro è da ammirare il sepol-cro di Luca Savelli, attribuito adArnolfo di Cambio (circa 1287). Sul-l’altare maggiore è la venerataimmagine della Madonna colBambino del X secolo, già citata inprecedenza.Nel transetto sinistro, di fronte allacappella di S. Elena, è visibile sotto ilpavimento attuale, attraverso unvetro, un altare cosmatesco con l’Ap-parizione della Vergine ad Augu-sto. Nella cappella di S. Elena sonocustodite le reliquie della santa,madre di Costantino. Nella secondacappella di sinistra è il famoso prese-pio ligneo del Settecento. Qui vieneposto, nel periodo natalizio, il mira-coloso Bambino dell’Aracoeli (oggisostituito da una copia), alto 60 cen-timetri e scolpito, secondo la tradizio-ne, da un francescano di Gerusalem-me nel legno di un ulivo del Getse-mani. L’originale della celebre statua,oggetto della venerazione dei romanida secoli, è stato rubato nel 1994.

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Pinturicchio, Funerale di S. Bernardino

Bambino dell’Aracoeli (copia)

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25Colonne antiche riutilizzate nella navata centrale di S. Maria in Aracoeli

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Uscendo late-ralmentedalla chiesa

si trova una colonnacon capitello corinzio ecroce, a ricordo del terremotodel 1703. Ilportico con igigli di PaoloIII Farnese,realizzato daPietro daMelide edecorato conaffreschi raf-figuranti Sto-rie di S. Fran-cesco, colle-gava la chie-sa con il con-vento dell’A-racoeli, oggiperduto. Ridiscesi per la scalinata trecentesca sipossono vedere a destra resti di unpiccolo campanile romanico dell’XI

secolo con bifore, già della chiesa di S.Biagio de Mercatello, e l’arcosolio di

una tomba dei Bocca-bella, ornato da unaffresco del Trecento

rappresentante laDeposizione di Cristo tra

il compianto della Madonna e S.Giovanni.

Dopo lademolizionedella chiesasono riaffio-rati i grandiresti di un’in-sula romanadi quattropiani, conparte dellafronte e lebotteghe. Ilpiano terradell’insula,l’unica abita-

zione non aristocratica di cui sia rima-sta traccia a Roma, è situato a novemetri sotto l’attuale piano stradale. Da qui, costeggiando il lato destrodel Vittoriano, si giunge a piazzaVenezia.

7. Passeggiando,passeggiando...

Deposizione di Cristo tra il compiantodella Madonna e S. Giovanni (XIV secolo)

Parte superiore dell’insula ai piedi del Campidoglio

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La piazza deve il suo nome alpalazzo che il cardinale diVenezia Pietro Barbo, poi

eletto papa con il nome di Paolo II(1464-71), fece costruire su quel-lo che ospitava i cardinali del tito-lo di S. Marco. Anticamente lapiazza era detta di S. Marco; quan-do Pio IV concesse una parte delpalazzo alla Serenissima comesede della propria ambasciata, lapiazza prese il nome che recaancor oggi: Venezia.Piazza Venezia era il luogo dove sitrovava il traguardo della celebrecorsa dei bàrberi, cavalli senzafantino che, partendo da piazzadel Popolo, sfrecciavano su via delCorso (che deve il suo nome pro-prio a questa corsa) e terminava-no la gara in un punto detto dellaRipresa dei Barberi, dove degliaddetti li frenavano utilizzandolunghi lenzuoli. Questa usanzarimase a lungo la principale attra-zione del celebre Carnevaleromano, ed ebbe fine solo allafine del XIX secolo, a causa deinumerosi incidenti che coinvol-gevano le persone assiepate lungoil tragitto. L’aspetto attuale della piazza è ilrisultato delle operazioni di sven-tramento attuate tra il 1885 e il

1911 per realizzare il Monumentoa Vittorio Emanuele II. A tale sco-po si dovettero distruggere unaserie di edifici, come buona partedel convento dell’Aracoeli, la Tor-re di Paolo III e il Palazzo Torlonia,quest’ultimo sostituito dal Palazzodelle Assicurazioni Generali diVenezia. Si creò alla fine l’attuale laforma rettangolare (130 metri per75 ca.) sull’asse di via del Corso,dominata a sud dal Monumento aVittorio Emanuele II, ribattezzatopoco amichevolmente dai romani“la macchina da scrivere”, e delimi-tata ad ovest dal Palazzo di Veneziae ad est dal Palazzo delle Assicura-zioni Generali.Nello scorso secolo la piazza èdivenuta celebre in tutto il mon-do per le adunate che vi si teneva-no durante il Ventennio fascista,in occasione dei numerosi discor-si che Mussolini fece dal balconedel suo studio nel Palazzo di Vene-zia. Lo stesso Mussolini scelsepiazza Venezia come punto di par-tenza per l’apertura di due grandiarterie viarie: via dell’Impero(oggi via dei Fori Imperiali) versoil Colosseo, e la via del Mare (oggivia del Teatro di Marcello) verso ilForo Boario e la Bocca dellaVerità.

…continua lapasseggiata...

Piazza Venezia

L’architetto Giuseppe Sacconi,esponente dell’eclettismoaccademico, vinse il concorso

internazionale bandito dopo lamorte del re nel 1878 e fu nomina-to direttore dei lavori: concepì unaltare gigante, in parte ispirato

all’Altare di Pergamo, con un porti-cato sulla sommità, e, al centro, lastatua equestre del re Vittorio Ema-nuele II, Padre della Patria. Più tardial monumento regale si aggiunse ilsepolcro del Milite Ignoto, con iresti del soldato anonimo morto

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8. Il Monumento a VittorioEmanuele II (Vittoriano)

Il Monumento a Vittorio Emanuele II

durante la prima guerra mondiale. Ilmonumento è alto 81 metri e percostruirlo si dovette procedere allademolizione dei quartieri rinasci-mentali che si addossavano attornoal Campidoglio. Ai lati della scaleasono due gruppi di sculture in bron-zo dorato, raffiguranti il Pensiero,opera di G. Monteverde, el’Azione, di F. Jerace. A metà dellastessa sono posti due Leoni, operadi G. Tonnini e, alla sommità, dueVittorie alate su rostri, quella di

sinistra di E. Rubino e quella didestra di E. De Albertis. Sui latiesterni due grandi fontane con lefigure del Tirreno, a destra, di P.Canonica e, sulla sinistra, l’Adriati-co, di E. Quadrelli. Altri quattrogruppi marmorei simboleggiano levirtù nazionali: ai lati della terrazzaal di sopra della fontana di sinistra,la Forza di A. Rivalta e la Concor-dia di L. Pogliaghi. Al di sopra del-l’altra terrazza a destra, sono inveceil Sacrificio di L. Bistolfi e il Diritto

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di E. Ximenes.Al sommo della scalea è l’Altaredella Patria, ornato da una grandestatua personificazione di Roma,opera di A. Zanelli. Verso la statuaconvergono maestosi altorilievi,opera dello stesso scultore, raffigu-ranti i cortei del Lavoro e dell’A-mor di Patria. All’interno del sacel-lo è posta la Tomba del MiliteIgnoto, che conserva i resti di unanonimo soldato caduto durante laprima guerra mondiale. La statuaequestre di Vittorio Emanuele IIè opera in bronzo di Enrico Chiara-

dia. La base della statua è ornatadalle personificazioni delle città ita-liane, opera di E. Maccagnani.Seguono quattro colonne su cuisvettano Vittorie alate, opera, dasinistra, di E. Cantalamessa, A.Apolloni, C. Zucchi, M. Rutelli. Sugliavancorpi mediani, al di sopra deiportali, sono le raffigurazioni, dasinistra, della Politica, della Filoso-fia, della Rivoluzione e dellaGuerra.Segue quindi l’alto portico con dueingressi a propilei: al di sotto vi sonootto altari, che ricordano le città

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30Enrico Chiaradia, Statua equestre di Vittorio Emanuele II

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liberate nella prima guerra mondia-le, dietro ai quali è posto un maci-gno del Monte Grappa. Il portico,lungo 72 metri, ha una fronte leg-germente concava con sedici colon-ne e la trabeazione ornata dalle per-sonificazioni delle regioni d’Italia.L’attico è inoltre ornato da un fregiodi aquile alternate a grandi scudi.Sotto i pronai dei propilei stannoGeni scolpiti, ad ognuno dei qualicorrisponde una Fama. Nei timpanidei pronai stanno, a sinistra, l’Unitàdi E. Butti e a destra la Libertà di E.Gallori. Sulla sommità dei propileisono invece due gruppi bronzei raf-figuranti quadrighe condotte davittorie alate: a sinistra, l’Unità diCarlo Fontana e, dal lato opposto,raffigurante la Libertà, è opera diPaolo Bartolini. Dal portico si godeuno dei più suggestivi panorami di

Roma. All’interno del monumentohanno sede l’Istituto per la storiadel Risorgimento italiano e ilMuseo sacrario delle Bandieredelle Forze armate. Il Museo Centrale del Risorgi-mento sfrutta un’altra serie degliambienti interni del Vittoriano eraccoglie documenti, sculture,stampe e dipinti della storia d’Italiadalla fine del Settecento a tutta laprima guerra mondiale. Tra i pezzipiù interessanti sono i cimeli delcarcere dello Spielberg, oggettipersonali di Garibaldi, della primae seconda guerra di indipendenzae materiale di propaganda dellaprima guerra mondiale. Oggi èdivenuto sede di importantimostre.

A. Zanelli, Roma

F. Jerace, l’Azione, scultura in bronzo dorato

Ridiscesa lascalea delVittoriano,

notiamo sulla nostradestra, nell’aiuola ai piedidel monumento, alcuni restiantichi: si tratta delle vestigia delsepolcro di Gaio Poplicio Bibulo,costruito in tufo etravertino nel I secoloa.C., appena fuori ilrecinto dellecosiddette Mura

Serviane; il sepolcroaveva una cellarettangolare su alto

podio, e la partesuperstite è decorata da

lesene di ordine tuscanico. Attraversiamo il passaggio pedona-le alla nostra sinistra. Oltrepassatauna grande aiuola recintata, ornatadalla graziosa fontanella della

Pigna, raggiungiamo lapiccola chiesa di fronte anoi, caratterizzata da unafacciata a loggiato.

Resti del sepolcro di Gaio Poplicio Bibulo

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9. Passeggiando,passeggiando...

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La chiesa venne fondata da papaMarco nel 336, e molti docu-menti successivi documentano

la sua esistenza. La prima basilica,del IV secolo, si trova a 2,30 metrisotto quella attuale, e sono statiindividuati i resti delle fondamentae delle tre navate divise da colonna-ti. L’edificio aveva lo stesso orienta-mento della chiesa attuale, e si pre-sume che sia stato distrutto da unincendio. Una seconda basilica del Vsecolo ne capovolse l’orientamentocon l’altare posto dove era l’ingres-so della chiesa precedente. Su que-sto secondo tempio sorse la terzachiesa del IX secolo, che recuperòl’orientamento della prima costru-zione. È di questa chiesa la criptache si può visitare ancora oggi. Nel1154 viene realizzato il campanile

romanico e il baldacchino in mar-mo, opera dello stesso artigianoche lavorerà a S. Lorenzo fuori leMura. Grandi modifiche interven-gono con Paolo II, nel 1464: vieneallestita la ricca decorazione del sof-fitto della navata centrale, restaura-ta l’abside ed eretto l’attuale porti-co con la loggia sovrastante. L’o-dierna pavimentazione è invece sta-ta rifatta nel 1523, mentre a spesedell’ambasciata veneziana, antica-mente residente a Palazzo di Vene-zia, sono state poste in opera nuovevetrate, decorazioni a stucchi edipinti. La chiesa assumerà il suoaspetto definitivo solo nel 1735,quando vengono sostituite le anti-che colonne di granito con quelle dimattoni rivestite in diaspro sicilianoed è edificato l’altare maggiore.

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10. San Marco

S. Marco, facciata

Dalla loggia sopra il portico il papa,che abitò a lungo a Palazzo di Vene-zia, benediceva la folla radunatasi perle occasioni solenni. Nell’atrio dellabasilica sono degni di nota un pozzodel IX secolo e una iscrizione funerariamurata nella parete di destra, che ètestimonianza del rapporto che legòpapa Alessandro VI Borgia a Vannoz-za Cattanei, defunta nel 1518, dallaquale ebbe quattro figli tra i qualiCesare, detto il Valentino, e la famo-sa Lucrezia, duchessa di Ferrara.Nell’interno, suddiviso in tre nava-te, l’opera più mirabile è il preziosis-simo mosaico che adorna la calotta

absidale. Nella navata medianasono numerosi gli affreschi e i dipin-ti tra le finestrature, tutti del Seicen-to e del Settecento. Nelle cappellesono alcune pregevoli opere di Pal-ma il Giovane; all’interno dell’absi-de, il capolavoro della basilica, ilmosaico del IX secolo, raffiguranteCristo con S. Marco papa e i Ss.Agapito, Agnese, Felicissimo,Marco evangelista e Gregorio IV;al di sotto, Cristo e gli apostoli.Presso l’ingresso laterale è unmonumento funerario, opera diAntonio Canova. Nell’altare delsacramento, in fondo alla navata, èil S. Marco papa, opera di Melozzoda Forlì, mentre il disegno della cap-pella è di Pietro da Cortona. Nelpresbiterio si conserva il corpo delsanto in un’urna di porfido. Da visitare la sacrestia, che conservaresti del ciborio originario, preziosiarredi e reliquiari insieme a un fram-mento di Crocifissione del XIII seco-lo e a un S. Marco Evangelista diMelozzo da Forlì.

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34 Mosaico absidale: Cristo con S. Marco papa e i Ss. Agapito, Agnese, Felicissimo, Marcoevangelista e Gregorio IV

Atrio, pozzo del IX secolo

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Uscendo dal-la basilicadi S. Marco

sulla piazza omonima,troviamo sulla destra, pres-so il civico 49, i resti di una statuaproveniente dall’Iseo Campense,tempio egizio del periodo impe-riale che si trovava nei pressi di viadi Campo Marzio. Il grande bustomarmoreo femminile è probabil-mente quanto rimane di unagrande statua della dea Iside, sulposto fin dal Quattrocento. Ilbusto fu ribattezzato dal popoloMadama Lucrezia, e venne in pas-sato annoverato, insieme al piùfamoso Pasquino, tra le cosiddet-te statue parlanti di Roma, le sta-tue sulle quali venivanoaffissi componimentisatirici contro il governoo i personaggi altolocatidella città. La statua èaddossata al Palazzetto diVenezia, un edificio cheoriginariamente, congrandi aperture ad archi,fungeva da recinto per ilviridarium, il giardinopapale. Per ragioni lega-te allo sviluppo dell’asseviario tra Roma e il mare,nel 1911 il palazzettovenne totalmente demo-lito e ricostruito con undiverso orientamento eforti modifiche rispettoall’originale. È stato rial-zato di un piano e hasubito la chiusura degliarchi. Attualmente vihanno sede vari enti cul-turali. Dal portone del

Palazzo di Veneziache si trova su viadel Plebiscito, acces-

so usato per le mostreperiodiche che si tengono

nel palazzo, si entra nel giardinoricco di palme per ammirare lafontana ornata dal leone di S.Marco. Da qui si può raggiungereil cortile del palazzetto adiacente,e prendere visione del ricostruitoviridarium papale. Nel mezzo delgiardino è il pozzo scolpito nel1483 con le armi del cardinal Bar-bo. Ritorniamo su piazza Venezia,con le spalle al Vittoriano, eaccentriamo la nostra attenzionesul palazzo alla nostra sinistra.

11. Passeggiando,passeggiando...

Busto di Iside detto Madama Lucrezia

In origine era un modesto allog-gio dei cardinali titolari della basi-lica. Nel 1440 prese possesso del

titolo il cardinale veneziano PietroBarbo, che poi divenne papa con ilnome di Paolo II, e l’edificio comin-ciò a trasformarsi, annettendodapprima una torre, un tempoappartenuta agli Annibaldi, dettadella Biscia. Con l’incoronazionedel cardinale al soglio di Pietro, ilpalazzo conobbe un enorme svi-luppo: se precedentemente copri-va 700 metri quadrati, finì persuperare, con il giardino, 11.000metri quadrati. Venne creatoanche un vasto cortile e le finestresulla piazza vennero modificate.Nel 1564 Pio IV istituì una sorta di

condominio nel palazzotra i cardinali

titolari della basilica di S. Marco e laRepubblica Veneta, che lo utilizza-va come residenza per i suoi amba-sciatori. Alla fine del Settecento,con il trattato di Campoformio, ilpalazzo passò all’impero asburgi-co, salvo che nel periodo napoleo-nico, in cui divenne di proprietà delregno italico. Palazzo di Veneziarimase all’Austria fino al 1916, e furestituito allo Stato italiano nel1924. Oggi il palazzo ospita ilMuseo di Palazzo di Venezia, e laBiblioteca dell’Istituto Nazionaled’Archeologia e di Storia dell’Arte.Dal 1929 al 1943, data dell’ultimaseduta del Gran Consiglio del Fasci-smo, il palazzo ospitò, nella Saladel Mappamondo,lo studio diMus-

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12. Il Palazzo di Venezia

Il Palazzo di Venezia

solini. Dal balcone esterno dellasala, ben visibile anche dalla piazza,il duce teneva i suoi famosi discorsialla folla che si assiepava nella piaz-za, compresa la dichiarazione diguerra alla Francia e all’Inghilterradel 10 giugno 1940.Il Museo di Palazzo di Venezia èstato aperto al pubblico nel 1921.La collezione Odescalchi degli araz-zi e delle armi, acquistata dallo Sta-to nel 1959, è posta nella salaregia, il luogo in cui gli ambasciato-ri attendevano di essere ricevuti dalpapa. Alcuni arazzi del Cinquecen-to, di provenienza fiamminga, han-no notevole valore artistico. LaSala del Mappamondo, chiama-ta così per una mappa oggi scom-parsa che si trovava sul soffitto,misura 280 metri quadrati ed hauno splendido camino con lo stem-ma Barbo. Da questa sala si accedeagli appartamenti del cardinal Bar-

bo: da ammirare la Sala del Pap-pagallo, quella degli Argenti equella delle Ceramiche. I localidell’Appartamento Cybo sonoinvece utilizzati per le mostre tem-poranee.

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37Il Leone del Palazzo di Venezia su via del Plebiscito

Particolare di una finestra del Palazzo diVenezia

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All’estremitàdestra delPalazzo di

Venezia si trova la cap-pellina della Madonna del-le Grazie. Comu-nemente dettala Madonnelladi S. Marco erisalente al1699, si trovavaad un angolo dipiazza S. Marcoed è stata quisistemata dopo ilavori del 1911con i quali ven-ne demolito espostato il Palaz-zetto di Venezia.All’angolo tra piazza Venezia e viadel Corso si trova il Palazzo Bona-parte, già D’Aste e Rinuccini, ope-ra di fine Seicento di G.A. De Ros-si. Il palazzo è noto soprattutto peraver ospitato Madama LetiziaRamolino Bonaparte, madre diNapoleone, la quale vi trascorse i

suoi ultimi anni,passando interegiornate seduta die-

tro il balcone copertod’angolo (il cosiddetto

“mignano”) adosservare il pas-seggio dei roma-ni.Sul lato oppostodi piazza Veneziatroviamo lamole, molto piùrecente, delPalazzo delleAssicurazioniGenerali,costruito nel

1911 su disegnodi Alberto Manassei, che prese amodello le proporzioni rinascimen-tali di Palazzo di Venezia. Una sem-plice lapide ricorda che a via deiFornari visse Michelangelo Buonar-roti: la sua abitazione, che servìanche da studio per i suoi allievi,venne demolita per far posto alPalazzo delle Assicurazioni.

13. Passeggiando,passeggiando...

Palazzo delle Assicurazioni Generali,particolare della facciata

Palazzo Bonaparte, balcone coperto d’angolo38

Piazza Venezia:H - 30 - 40 - 44 - 46 - 60 - 62 - 63 - 64 -70 - 81 - 84 - 85 - 87 - 95 - 117 - 119 -130 -160 - 170 - 175 - 190 - 204 - 271 -492 - 571 - 628 - 630 - 715 - 716 - 780 -781 - 810 - 850 - 916

Linee Turistiche:110 - Archeobus

Legenda:I numeri in neretto indicano i capolinea (es. 70)quelli sottolineati indicano i tram (es. 3)quelli in verde le linee solo feriali (es. 30)quelli in rosso le linee solo festive (es. 130)

Come arrivare a…

Punti Informazione Turistica

Tutti i giorni ore 9.30-19.30

• Castel Sant’Angelo - Piazza Pia

• Santa Maria Maggiore - Via dell’Olmata

• Piazza Sonnino

• Via Nazionale - altezza Palazzo delle Esposizioni

• Piazza Cinque Lune

• Via Minghetti

• Visitor Centre - Via dei Fori Imperiali | Tutti i giorni ore 9.30-18.30

• Fiumicino Aeroporto Leonardo Da VinciArrivi Internazionali - Terminal C | Tutti i giorni ore 9.00-19.00

• Stazione Termini - Via Giolitti, 34Interno Edificio F / Binario 34 | Tutti i giorni ore 8.00-21.00

• Aeroporto “G.B. Pastine” di Roma (Ciampino)

• Lungomare P. Toscanelli - Piazza A. Marzio (Ostia Lido)

Call Center Ufficio Turismo tel. +39 06 06 06 08

Centralino Comune di Roma tel. +39 06 06 06

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Via Leopardi 2400185 Roma