COMUNE DI O N A PIANO DI GOVERNO I DEL TERRITORIO P … · Dato che il Comune di San Martino...

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DOCUMENTO DI PIANO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Ai sensi della L.R. n° 12 del 11.03.2005 Il Sindaco Il Segretario Comunale L'Assessore all'Urbanistica Il progettista DATA DICEMBRE 2018 TITOLO D.d.P. AGGIORNAMENTO 2018 COMUNE DI SAN MARTINO SICCOMARIO PROVINCIA DI PAVIA A cura di: ING. MICHELANGELO ALIVERTI STUDIO COMUNALE DI GESTIONE DEL RISCHIO IDRAULICO Art. 14 C.1 del R.R. 07/2017

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DOCUM

ENTO D

I PIANOPIANO DI GOVERNO

DEL TERRITORIOAi sensi della L.R. n° 12 del 11.03.2005

Il Sindaco

Il Segretario Comunale

L'Assessore all'Urbanistica

Il progettista

DATA

DICEMBRE2018

TITOLO

D.d.P.

AGGIORNAMENTO 2018

COMUNE DISAN MARTINO SICCOMARIOPROVINCIA DI PAVIA

A cura di:ING. MICHELANGELO ALIVERTI

STUDIO COMUNALE DI GESTIONEDEL RISCHIO IDRAULICOArt. 14 C.1 del R.R. 07/2017

INDICE

1. INTRODUZIONE ......................................................................................................................................... 2

2. PRINCIPI GENERALI DI INVARIANZA IDRAULICA ED IDROLOGICA ........................................ 3

3. DOCUMENTO SEMPLIFICATO DEL RISCHIO IDRAULICO COMUNALE: METODOLOGIA

DI STUDIO .......................................................................................................................................................... 10

4. DELIMITAZIONE DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO IDRAULICO ...................................... 11

4.1 AREE A PERICOLOSITA’ IDRAULICA E/O RISCHIO IDRAULICO DEL TERRITORIO

COMUNALE INDICATE NELLA COMPONENTE GEOLOGICA P.G.T. – P.A.I. – P.R.G.A. ..................... 11

4.1.1 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL BACINO DEL FIUME POI (P.A.I.) .......................... 11

4.1.2 PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO ALLUVIONE (P.G.R.A.) – D.G.R. X/6738 DEL 19 GIUGNO 2017 ........... 13

4.1.3. ANALISI E CONFRONTO CARTOGRAFIA ..................................................................................................... 18

4.2. AREE SOGGETTE AD ALLAGAMENTO PER EFFETTO DELLA CONFORMAZIONE

MORFOLOGICA DEL TERRITORIO ............................................................................................................. 18

4.2.1. ANALISI CONFORMAZIONE MORFOLOGICA ............................................................................................... 18

4.3 AREE SOGGETTE AD ALLAGAMENTO PER INSUFFICIENZA DELLA RETE FOGNARIA ............ 19

4.3.1 : DESCRIZIONE SINTETICA DELLA PROCEDURA ........................................................................................... 20

4.3.2. ANALISI RETE FOGNARIA ........................................................................................................................ 20

4.3.3. INDIVIDUAZIONE BACINI IMPERMEABILIZZATI CONTRIBUENTI E SEZIONI DI CHIUSURA ............................. 21

4.3.4. DEFINIZIONE DELLA CURVA DI POSSIBILITÀ CLIMATICA ........................................................................... 25

4.3.5. CALCOLO DELLA PIOGGIA NETTA ............................................................................................................. 27

4.3.6. TRASFORMAZIONE AFFLUSSO-DEFLUSSO: METODO DELL'INVASO ............................................................ 30

4.3.7. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SOGGETTE A CRITICITÀ ............................................................................. 32

4.3.8. VERIFICA DELLA CAPACITÀ DI TRASPORTO A PELO LIBERO IN MOTO UNIFORME ....................................... 32

4.3.9. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE SOGGETTE A CRITICITÀ ............................................................................. 34

4.3.10. INDICAZIONE DELLE MISURE STRUTTURALI DI INVARIANZA IDRAULICA ED IDROLOGICA ........................ 36

4.3.11. INDICAZIONE DELLE MISURE NON STRUTTURALI DI INVARIANZA IDRAULICA ED IDROLOGICA ................ 38

5. PRESCRIZIONI.......................................................................................................................................... 40

- TABELLA ARPA_determinazione coefficienti curva possibilità climatica - TABELLA n°1: calcolo curva possibilità climatica - TABELLA n°2: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°1 (T=10 anni) - TABELLA n°3: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°2 (T=10 anni) - TABELLA n°4: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°3 (T=10 anni) - TABELLA n°5: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°4 (T=10 anni) - TABELLA n°6: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°5 (T=10 anni) - TABELLA n°7: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°6a (T=10 anni) - TABELLA n°8: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°6b (T=10 anni) - TABELLA n°9: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°1 (T=20 anni) - TABELLA n°10: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°2 (T=20 anni) - TABELLA n°11: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°3 (T=20 anni) - TABELLA n°12: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°4 (T=20 anni) - TABELLA n13: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°5 (T=20 anni) - TABELLA n°14: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°6a (T=20 anni) - TABELLA n°15: calcolo coefficiente di afflusso BACINO n°6b (T=20 anni) - TABELLA n°16: calcolo portate di piena (T=10 anni) - TABELLA n°17: verifica capacità di trasporto (T=10 anni) - TABELLA n°18: verifica allagamento (T=10 anni) - TABELLA n°19: calcolo portate di piena (T=20 anni) - TABELLA n°20: verifica capacità di trasporto (T=20 anni) - TABELLA n°21: verifica allagamento (T=20 anni)

COMUNE DI SAN MARTINO SICCOMARIO (PV) Documento semplificato del rischio idraulico comunale art.14 comma 1 del R.R. n°07/2017

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1. INTRODUZIONE

Con DGR n. 7372 della seduta del 20/11/2017 la Regione Lombardia ha approvato nella sua versione

finale il “Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica ed

idrologica ai sensi dell’art. 58 bis della Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12 (Legge per il governo del

territorio)”.

Tale regolamento regionale è stato pubblicato sul BURL – Supplemento n.48 del 27/11/2017 e

pertanto dal giorno 28/11/2017 sono partiti i tempi di legge per la sua applicazione.

Dato che il Comune di San Martino Siccomario ricade nelle aree definite dalla Regione Lombardia

come a media criticità idraulica (Art. 7), esso è tenuto a redigere, al fine del conseguimento degli

obiettivi di invarianza idraulica ed idrologica, lo studio comunale di gestione del rischio idraulico (Art.

14).

Tuttavia considerata la tempistica riportata al comma 4 dell’Art.14 per la redazione dello studio

comunale di gestione del rischio idraulico e/o del documento semplificato del rischio idraulico (entro il

28/08/2018), nonché considerando i caratteri di rischio idraulico di questo ambito territoriale, si è

ritenuto opportuno procedere inizialmente alla stesura del “Documento semplificato del rischio idraulico

comunale” in modo tale che, una volta analizzati nel dettaglio i contenuti e gli aspetti elencati al comma

8 dell’Art.14, si possa quindi disporre di tutti quegli elementi utili per poter successivamente sviluppare

lo “Studio Comunale di gestione del rischio idraulico” ricorrendo alla più adeguata tipologia di

modellazione idrodinamica del territorio comunale.

Fig.1: vista satellitare del comune di San Martino Siccomario (PV)

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Il Comune di San Martino Siccomario ha affidato allo Studio Associato di Geologia Ecogis l’incarico di

redigere il Documento semplificato del rischio idraulico comunale.

2. PRINCIPI GENERALI DI INVARIANZA IDRAULICA ED IDROLOGICA

I principi di invarianza idraulica e idrologica sono introdotti dall’articolo 7 della L.R. 4/2016 e sono

rispettivamente così definiti:

Invarianza idraulica: principio in base al quale le portate di deflusso meteorico scaricate dalle aree

urbanizzate nei recettori naturali o artificiali di valle non sono maggiori di quelli preesistenti

all’urbanizzazione.

Invarianza idrologica: principio in base al quale sia le portate sia i volumi di deflusso meteorico

scaricati dalle aree urbanizzate nei recettori naturali o artificiali di valle non sono maggiori di quelli

preesistenti all’urbanizzazione.

Tali principi si applicano alle acque meteoriche di dilavamento, ad eccezione di quelle disciplinate dal

Regolamento regionale 24 marzo 2006 – n. 4 (Disciplina dello smaltimento delle acque di prima

pioggia e di lavaggio delle aree esterne, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della Legge

Regionale 12 dicembre 2003, n. 26).

Il nuovo regolamento regionale, in base a quanto indicato all’art. 17, dovrà essere applicato agli

interventi edilizi che prevedono una nuova costruzione, agli ampliamenti, alle demolizioni totali o

parziali fino al piano terra con successiva ricostruzione (indipendentemente dal fatto che venga

mantenuta o modificata la superficie preesistente edificata), alle ristrutturazioni che comportino un

ampliamento della superficie edificata o una modifica della permeabilità della superficie interessata

dall’intervento rispetto alle condizioni preesistenti all’urbanizzazione.

Il regolamento include oltre agli edifici anche le infrastrutture stradali e autostradali e le loro pertinenze,

oltreché i parcheggi. Saranno quindi soggetti ai vincoli del regolamento interventi di riassetto,

adeguamento ed allargamento delle infrastrutture presenti sul territorio e, ovviamente, le nuove

realizzazioni di strade e parcheggi.

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Fig.2: Schemi esemplificativi degli interventi ai quali applicare le misure di invarianza idraulica e

idrologica (tratti da Allegato A del R.R. n. 7 del 21/11/2017)

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In base a quanto indicato all’art.17 non sono soggetti all’obbligo di applicazione del presente

regolamento gli interventi per i quali - alla data di recepimento del Regolamento regionale nel

Regolamento edilizio comunale o, in mancanza di esso, a partire dal 28/05/2018 (ossia decorsi i sei

mesi dalla pubblicazione sul BURL del regolamento regionale) - sia già stata presentata l’istanza di

permesso di costruire o la segnalazione certificata di inizio attività o la comunicazione di inizio lavori

asseverata. Per gli interventi di cui all’articolo 6 del d.p.r. 380/2001 e per quelli di cui all’art.3, comma 3,

del regolamento regionale, il riferimento temporale corrisponde alla data di inizio lavori, per l’attività di

edilizia libera, o di avvio del procedimento di approvazione del progetto definitivo, negli altri casi.

Tuttavia, la Giunta Regionale con D.G.R. n.248 del 28/06/2018 ha modificato il regolamento regionale

7/2017 introducendo una disapplicazione temporanea del regolamento stesso, apportando e seguenti

modificazioni:

a) la rubrica dell’art. 17 è stata sostituita dalla seguente: “Norme transitorie e finali”;

b) all’articolo 17, dopo il comma 3, è stato aggiunto il seguente:

- “3 bis. Il termine di cui al comma 3 è differito di 9 mesi, decorrenti dalla data di pubblicazione sul BURL del regolamento recante “Disposizioni sull’applicazione dei principi dell'invarianza idraulica ed idrologica. Modifica dell’articolo 17 del regolamento regionale 23 novembre 2017, n. 7 (Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell'invarianza idraulica ed idrologica ai sensi dell'articolo 58 bis della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio))”, per le istanze di permesso di costruire o per le segnalazioni certificate di inizio attività o per le comunicazioni di inizio lavori asseverate, presentate tra la scadenza del termine di cui al comma 3 ed entro il termine di 9 mesi di cui al presente comma, relative agli interventi di cui all’articolo 3, comma 2, lettera a), limitatamente ai soli ampliamenti, nonché agli interventi di cui all’articolo 3, comma 2, lettere b) e c). Nello specifico, non sono tenuti all’applicazione del regolamento regionale 7/2017 gli interventi di cui al

seguente elenco, per i quali l’istanza di permesso di costruire o la segnalazione certificata di inizio

attività

o la comunicazione di inizio lavori asseverata sia presentata in una data tra il 27/5/2018 e il 3/4/2019 (9

mesi a partire dal giorno successivo alla pubblicazione sul BURL della citata DGR):

- Ampliamento [così come definito dall’art. 3, comma 1, lettera e.1) del DPR 380/2001];

- Ristrutturazione edilizia [così come definito dall’art. 3, comma 1, lettera d) del DPR 380/2001,

limitatamente ai casi indicati nell’art. 3 del regolamento regionale 7/2017, e pertanto ai casi in cui sia

prevista la “demolizione, totale o parziale fino al piano terra, e ricostruzione indipendentemente dalla

modifica o dal mantenimento della superficie edificata preesistente"];

- Ristrutturazione urbanistica [così come definita dall’art. 3, comma 1, lettera f) del DPR 380/2001].

A partire dal 4/4/2019, tali interventi sono nuovamente sottoposti all’obbligo di applicazione del

regolamento.

La disapplicazione non riguarda gli interventi di cui al seguente elenco, per i quali il regolamento

regionale 7/2017 è applicato a partire dal 28 maggio 2018:

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- Nuova costruzione [così come definita dall’art. 3, comma 1, lettera e) del DPR 380/2001, con

l’esclusione della fattispecie di ampliamento di cui sopra];

- Nuove infrastrutture stradali e autostradali e loro pertinenze e i parcheggi, nonché il riassetto,

adeguamento, allargamento di infrastrutture già presenti sul territorio (per riassetto e adeguamento si

intendono gli interventi volti alla sostituzione dell’esistente infrastruttura viaria o sua pertinenza o

parcheggio; sono esclusi gli interventi di manutenzione ordinaria);

- Pavimentazioni e finitura di spazi esterni, anche per aree di sosta, così come definiti dall’art. 6,

comma 1, lettera e-ter) del DPR 380/2001, qualora tali interventi riducano la permeabilità del suolo

rispetto alla sua condizione preesistente all’urbanizzazione (unica tipologia di interventi rientranti

nell’attività di edilizia libera di cui all’art. 6, comma 1 del DPR 380/2001 che sono tenuti all’applicazione

del regolamento regionale 7/2017).

Per maggiore chiarezza si specifica che non ricadono nell’ambito di applicazione del Regolamento

regionale 7/2017 gli interventi di cui all’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) del DPR 380/2001.

Ai fini della redazione del regolamento il territorio regionale è stato classificato e suddiviso in 3

categorie in ragione della stima della criticità idraulica cui esso è soggetto. Le 3 categorie così definite

sono:

“A” elevata criticità idraulica: massima portata meteorica scaricabile nei recettori pari a 10 l/s per ettaro

di superficie scolante impermeabile.

“B” media criticità idraulica: massima portata meteorica scaricabile nei recettori pari a 20 l/s per ettaro

di superficie scolante impermeabile.

“C” bassa criticità idraulica: massima portata meteorica scaricabile nei recettori pari a 20 l/s per ettaro

di superficie scolante impermeabile.

Il dispositivo normativo prevede anche, qualora non vi siano le condizioni per la realizzazione degli

interventi volti al raggiungimento degli obiettivi di invarianza idrologico-idraulica, la possibilità di

compensazione monetaria. Le condizioni necessarie affinché si possa fare ricorso alla monetizzazione

sono descritte nell’articolo 16.

Con riferimento all’Allegato C del Regolamento regionale il Comune di San Martino Siccomario ricade

nella categoria “B”, media criticità idraulica, come illustrato anche nella cartografia degli ambiti a

diversa criticità idraulica sotto riportata.

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Fig.3: Cartografia degli ambiti a diversa criticità idraulica

Per queste aree a media criticità idraulica (B) il Regolamento prevede che per le nuove urbanizzazioni i

valori massimi ammissibili della portata meteorica scaricabile nei recettori sia pari a: 20 l/s per ettaro di

superficie scolante impermeabile dell’intervento (Art.8, comma 1) e, in ogni caso, a valle di invasi di

laminazione dimensionati per rispettare le portate massime ammissibili (Art. 8, comma 3).

Inoltre, per le aree già edificate o urbanizzate e già dotate di reti fognarie le portate degli scarichi nel

recettore, provenienti da sfioratori di piena delle reti fognarie unitarie o da reti pubbliche di raccolta

delle acque meteoriche di dilavamento sono limitate comunque entro il valore massimo ammissibile di

40 l/s per ettaro di superficie scolante impermeabile (Art. 8, comma 5).

Al fine del conseguimento degli obiettivi di invarianza idraulica e idrologica, i Comuni sono pertanto

tenuti a redigere lo Studio comunale di gestione del rischio idraulico (Art. 14). Nelle more della

redazione dello Studio comunale di gestione del rischio idraulico, i Comuni dovranno altresì redigere il

“Documento semplificato del rischio idraulico comunale”, con i contenuti di cui al comma 8 dell’Art.14.

E’ facoltà dei Comuni redigere unicamente lo Studio comunale di gestione del rischio idraulico qualora

lo stesso sia redatto entro il termine indicato al comma 4 dell’Art.14 per il documento semplificato

(entro il 28/08/2018).

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3. DOCUMENTO SEMPLIFICATO DEL RISCHIO IDRAULICO COMUNALE:

METODOLOGIA DI STUDIO

Il documento semplificato del rischio idraulico comunale deve contenere la determinazione

semplificata delle condizioni attuali di pericolosità idraulica che, associata a vulnerabilità ed

esposizione al rischio, potrà consentire di individuare le situazioni di rischio, sulle quali individuare le

misure strutturali e non strutturali, atte al controllo e possibilmente anche alla riduzione delle condizioni

di rischio medesime.

Nello specifico - in base ad una attenta analisi degli atti pianificatori esistenti, delle documentazioni

storiche, delle informazioni disponibili presso gli uffici tecnici comunali, nonché dei dati esistenti presso

il Gestore del Servizio Idrico Integrato (Pavia Acque S.c.a.r.l.) - il documento semplificato è stato

sviluppato prevedendo le seguenti elaborazioni, in accordo con quanto indicato dall’art. 14, comma 8

del Regolamento Regionale 23 novembre 2017, n. 17:

A) La delimitazione delle aree a rischio idraulico del territorio comunale intesa nello specifico come:

- la delimitazione delle aree soggette ad allagamento (pericolosità idraulica) per effetto della

conformazione morfologica del territorio e/o per insufficienza della rete fognaria (di cui al comma 7,

lettera a), numero 3);

- la mappatura delle aree vulnerabili dal punto di vista idraulico (pericolosità idraulica) come indicate

nella componente geologica, idrogeologica e sismica dei PGT e nelle mappe del Piano di Gestione del

Rischio di Alluvioni P.G.R.A. (di cui al comma 7, lettera a), numero 4).

B) L’indicazione, comprensiva di definizione delle dimensioni di massima, delle misure strutturali di

invarianza idraulica e idrologica, sia per la parte già urbanizzata del territorio che per gli ambiti di nuova

trasformazione, nonché l’individuazione delle aree da riservare per le stesse.

C) L’indicazione delle misure non strutturali ai fini dell’attuazione delle politiche di invarianza idraulica e

idrologica a scala comunale, quali l’incentivazione dell’estensione delle misure di invarianza idraulica e

idrologica anche sul tessuto edilizio esistente, nonché delle misure non strutturali atte al controllo e

possibilmente alla riduzione delle condizioni di rischio, quali le misure di protezione civile e le difese

passive attivabili in tempo reale.

Riguardo i punti B e C il R.R. dice che le misure strutturali sono individuate dal Comune con l’eventuale

collaborazione del Gestore Servizio Idrico.

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4. DELIMITAZIONE DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO IDRAULICO

Nell’ambito della stesura del documento semplificato, per delimitazione della aree soggette a rischio

idraulico si intende l’individuazione delle aree soggette ad allagamento e quindi a “pericolosità

idraulica” per effetto della conformazione morfologica del territorio e/o per insufficienza della rete

fognaria.

4.1 AREE A PERICOLOSITA’ IDRAULICA E/O RISCHIO IDRAULICO DEL

TERRITORIO COMUNALE INDICATE NELLA COMPONENTE GEOLOGICA

P.G.T. – P.A.I. – P.R.G.A.

Una prima identificazione delle aree a pericolosità idraulica presenti sul territorio comunale di San

Martino Siccomario è stata eseguita consultando tutti gli atti pianificatori esistenti quali, nello specifico,

le cartografie del P.A.I. e quelle del più recente P.G.R.A. oltre a quelle relative alla componente

geologica a corredo del P.G.T. vigente.

4.1.1 Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Poi (P.A.I.) Il Comune di San Martino Siccomario si colloca in FASCIA C, ovvero in area di inondazione per piena

catastrofica (area inondabile per tracimazione o rottura degli argini maestri caratterizzata da tempo di

ritorno T>500 anni).

La relativa porzione di territorio è delimitata da rilievi morfologici naturali e/o da elementi artificiali

presenti sul territorio (rilevati, insediamenti).

Fig.4: Stralcio Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Poi (P.A.I.)

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Fig.5: LEGENDA Fasce P.A.I.

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4.1.2 Piano di Gestione del Rischio Alluvione (P.G.R.A.) – D.G.R. X/6738 del 19 giugno

2017 Il Comune di San Martino Siccomario risulta parzialmente inserito nelle Aree a Rischio Significativo

(ARS) regionale e di bacino (vedi Fig.6)

Fig.6: San Martino Siccomario: Area Rischio Significativo (ARS)

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Mappa di pericolosità

Le mappe di pericolosità contengono la delimitazione della aree allagabili per diversi scenari di

pericolosità:

· Aree P3 (H in cartografia), o aree potenzialmente interessate da alluvioni frequenti;

· Aree P2 (M in cartografia), o aree potenzialmente interessate da alluvioni poco frequenti;

· Aree P1 (L in cartografia), o aree potenzialmente interessate da alluvioni rare.

L'abitato del comune di San Martino Siccomario risulta inserito prevalentemente in area P1

Come riportato nell’Allegato 2 delle “Disposizioni Regionali concernenti l’attuazione del Piano di

Gestione dei Rischi di Alluvione (PGRA) nel settore urbanistico e di pianificazione dell’emergenza, ai

sensi dell’art. 58 delle Norme di Attuazione del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) del

Bacino del fiume Po” così come integrate dalla Variante adottata in data 7 dicembre 2016 con

Deliberazione n.5 dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po” (Deliberazione n.

X/6738 seduta del 19/06/2017), nel Comune di San Martino Siccomario sono presenti aree allagabili in

ambito di:

• reticolo principale di pianura (RP - scenario raro - aree in azzurro chiaro)

- Le aree allagabili riferite al Fiume Ticino e cartografate nella mappe del P.G.R.A.,

corrispondono all’incirca alle fasce fluviali delimitate dal PAI vigente

• reticolo secondario di pianura (RSP - scenario frequente - aree blu scuro):

- nella zona nord, nord-ovest, al di fuori del centro abitato, rappresentato dal colatore Moresca

e dal colo della Chiavica (zona centro commerciale Ottagoni).

- nella zona sud, al di fuori del centro abitato, rappresentato da Roggia Grande.

• reticolo secondario di pianura (RSP - scenario poco frequente - aree in azzurro)

- nella zona est, al di fuori del centro abitato, prevalentemente lungo il fronte del confine

orientale, rappresentato dal canale Rotta.

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Fig.7: San Martino Siccomario: stralcio mappa pericolosità RP- RSP

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Mappa di rischio

Le mappe di rischio classificano invece secondo 4 gradi di rischio crescente (R1 – rischio moderato o

nullo, R2 - rischio medio, R3 – rischio elevato e R4 – rischio molto elevato) gli elementi che ricadono

entro le aree allagabili.

Le mappe di pericolosità e rischio contenute nel PGRA rappresentano pertanto un aggiornamento ed

integrazione del quadro conoscitivo rappresentato negli elaborati del PAI.

Ne consegue che il P.G.R.A., ai sensi dell’art. 3, comma 1 del DPCM 27 ottobre 2016, costituisce

stralcio funzionale del Piano di Bacino del distretto idrografico padano e ha valore di Piano territoriale

di settore. Ai sensi dell’art. 3 comma 3 del DPCM 27 ottobre 2016 le amministrazioni e gli enti pubblici

si devono pertanto conformare alle disposizioni del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni in base a

quanto riportato all’art. 65, commi 4, 5 e 6 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive

modificazioni.

Il Comune di San Martino Siccomario deve pertanto da subito applicare la normativa sulle aree

allagabili così come presenti nelle mappe di pericolosità del P.G.R.A., modificando di conseguenza le

revisioni degli studi urbanistici comunali che dovessero risultare in contrasto ed aggiornando, di

conseguenza, i Piani di Emergenza Comunali. Con riferimento al reticolo secondario le succitate

disposizioni indicano invece che per tali corsi d’acqua non è richiesto un aggiornamento dell’elaborato

2 del PAI da D.G.R. VII/7385/2001.

Nella Figura 11 di seguito allegata si riporta uno stralcio della mappa di rischio del Comune di San

Martino Siccomario; fin da subito si evince come il territorio indagato non comprenda aree a rischio

molto elevato R4; l'unica area a rischio elevato R3 si colloca in area poco urbanizzata e peraltro

destinata ad attività produttive; ove è presente la maggior concentrazione di popolazione viene indicato

un rischio medio R2.

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Fig.11 - Mappa del rischio in corrispondenza del comune di San Martino Siccomario

(tratta da PGRA, 2017)

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4.1.3. Analisi e confronto cartografia Dal confronto della mappa della pericolosità del P.G.R.A. e quella delle fasce PAI si osserva come la

delimitazione e la classificazione di tali aree vengano sostanzialmente a coincidere con quelle del PAI.

Laddove differiscano leggermente, quelle del PAI risultano essere più estese.

Per maggior chiarezza si rimanda agli elaborati grafici di riferimento.

4.2. AREE SOGGETTE AD ALLAGAMENTO PER EFFETTO DELLA

CONFORMAZIONE MORFOLOGICA DEL TERRITORIO

Il comune di San Martino Siccomario ha un'estensione superficiale di circa 14,3 kmq e ospita oltre

6.000 residenti.

Il territorio risulta pianeggiante attestandosi mediamente tra le quote assolute*:

• FRONTE NORD (in corrispondenza del colatore Gravellone): +60.80 m.s.l.m.

• FRONTE EST (centro abitato): + 61.40 m.s.l.m.

• FRONTE SUD (quartiere Madonna): + 62.20 m.s.l.m.

• FRONTE OVEST (aree produttive): +62.30 m.s.l.m.

*NOTA

Le quote sono ottenute mediante interpolazione dei punti del rilievo celerimetrico a firma dello Studio Topografico Pasciutti di

Pavia.

4.2.1. Analisi conformazione morfologica

In concomitanza di fenomeni di precipitazioni intense, il fronte N/NE del comune di San Martino è

quello maggiormente esposto a fenomeni di allagamento a causa della naturale depressione

morfologica con convergenza delle linee di impluvio.

Per tali ragioni è opportuno escludere in questi settori sistemi di infiltrazione delle acque nel sottosuolo,

se non a seguito di una bonifica superficiale dei terreni agricoli e di una variazione delle condizioni

locali di drenaggio delle acque superficiali.

Inoltre si segnala, che al verificarsi di intensi eventi meteorici, entro l'area che ospita le principali attività

produttive/commerciali (fronte NW) nel corso degli anni si sono registrati frequenti allagamenti (sia

superficiali che negli eventuali piani interrati ) dovuti alle criticità di smaltimento del reticolo secondario

per la riduzione delle sezioni idrauliche (colo della Chiavica) in occasione di eventi meteorici

eccezionali e conseguente piena del Fiume Ticino.

Si tratta comunque di aree caratterizzate da tiranti e velocità esigue per le caratteristiche stesse del

reticolo artificiale di bonifica, la criticità principale del settore è legata alla “chiavica sul colatore

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Gravellona in località Chiavica Travacò Siccomario, a tal proposito il Consorzio ha segnalato che è già

stata progettata (ed in attesa di fondi per la realizzazione) un’opera idraulica (idrovora) in grado di

smaltire la portata in occasione di eventi meteorici e di piena particolari.

4.3 AREE SOGGETTE AD ALLAGAMENTO PER INSUFFICIENZA DELLA RETE

FOGNARIA

Il principale obiettivo perseguito con il presente studio è stato quello di fornire un quadro scientifico-

pratico sufficientemente esauriente delle problematiche legate all’idraulica della rete di drenaggio

urbano del comune di San Martino Siccomario e del connesso reticolo idrografico superficiale,

attraverso uno schema applicabile, più in generale, a gran parte delle realtà urbane e delle aree

antropizzate.

Per idraulica del territorio si intende quella disciplina che si occupa del governo delle acque superficiali

in relazione alle peculiarità antropiche e alle condizioni fisiche del territorio in cui esse si trovano a

fluire.

Essa comprende l’analisi statistica delle precipitazioni meteoriche, l’interpretazione dello stato fisico dei

bacini imbriferi (siano essi naturali che urbani) su cui si riversano, il loro modo di trasformarsi in portate

fluenti nel reticolo idrografico o nelle reti di drenaggio superficiali, la verifica dell’officiosità delle reti di

scolo sia tipo naturale (corsi d’acqua) che artificiale (es. fognature), la regimazione delle acque in

occasione di eventi di piena, la valutazione del rischio idraulico, lo studio delle difese fluviali,

l’individuazione di accorgimenti tecnici per l’attenuazione degli eventi critici, la previsione probabilistica

che si ripetano con una certa frequenza temporale.

L’idraulica del territorio è una delle più importanti discipline contenute nella più generale “domanda

ambientale” alla Pianificazione e alla Gestione sostenibile del territorio ovvero quell’insieme di analisi,

valutazioni e argomenti di tipo sostanzialmente ambientale che possono e che devono dapprima

informare e poi indirizzare la moderna pianificazione urbanistica.

In particolare il presente lavoro si è occupato di verificare la condizione del carico idraulico sui bacini

urbani ed extra urbani di San Martino Siccomario attraverso lo studio approfondito di un modello

matematico rappresentativo del funzionamento idraulico delle reti di drenaggio esistenti con la finalità

di stabilirne l’adeguatezza alle reali esigenze urbanistiche e le ricadute nell’ambito della più vasta

gestione territoriale, compresa la prevenzione del rischio.

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4.3.1 : Descrizione sintetica della procedura

Per la stesura del presente Documento Semplificato è stata analizzata la documentazione fornita su

supporto informatico dall'Ente Gestore Pavia Acque, peraltro caricata sul Sistema Informativo

Territoriale di riferimento.

Per l'individuazione delle aree soggette ad eventuale allagamento si è adottata la seguente procedura

sintetica:

1. Analisi Rete Fognaria (configurazione planimetrica, caratteristiche dimensionali etc..)

2. Individuazione di bacini contribuenti sulle sezioni di chiusura della rete;

3. Definizione della curva di possibilità climatica;

4. Calcolo della pioggia netta;

5. Applicazione trasformazione afflussi deflussi con il Metodo dell’invaso;

6. Calcolo della capacità di trasporto a pelo libero in moto uniforme;

7. Individuazione aree soggette a criticità idraulica

8. Indicazione delle misure strutturali di invarianza idraulica ed idrologica

9. Indicazione delle misure non strutturali di invarianza idraulica ed idrologica

.

4.3.2. Analisi Rete Fognaria

La rete di drenaggio urbano del Comune di San Martino Siccomario riportata nelle tavole di dettaglio in

allegato è di tipo misto.

A seguito di preliminari indagini idrologico-idrauliche e sulla base delle informazioni desunte dai

colloqui intercorsi con i Tecnici di Pavia Acque è stata effettuata una suddivisione del territorio

comunale in macrobacini (in totale 6) sulla base della natura, della morfologia, delle caratteristiche

topografiche e di impermeabilizzazione del territorio stesso nonché dell’assetto della rete fognaria

esistente.

Tuttavia mancando talvolta le informazioni necessarie ad adottare i criteri succitati si è ricorso ad una

suddivisione che rispondesse al principio di equità di distribuzione delle superfici tra i rami in modo tale

che le aree di tali bacini fossero proporzionali alle lunghezze dei rami stessi.

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Poichè il territorio comunale di S. Martino Siccomario non è caratterizzato da alcuna acclività, la rete di

fognatura comunale si sviluppa prevalentemente a gravità senza particolari vincoli "topografici" con

vergenze verso Est in direzione della Rotta e del depuratore consortile comunale.

Il comune può essere rappresentato da almeno 6 macrobacini, le cui caratteristiche mostrano

peculiarità distinte in base soprattutto al tipo di insediamenti presenti al loro interno; a tal proposito per

meglio identificare ogni bacino nel prosieguo della trattazione si sono attribuite le seguenti

denominazioni, da nord a sud:

• Bacino n°1 = Bacino Gravellone

• Bacino n°2 = Bacino Area Produttiva/Commerciale

• Bacino n°3 = Bacino Centro abitato (fronte NW)

• Bacino n°4 = Bacino Centro abitato (fronte SE)

• Bacino n°5 = Bacino Madonna

• Bacino n°6 = Bacino Cava

Per maggior chiarezza si rimanda agli elaborati grafici di riferimento.

4.3.3. Individuazione bacini impermeabilizzati contribuenti e sezioni di chiusura

In idraulica urbana la sezione di chiusura rappresenta generalmente una qualunque sezione del

sistema di drenaggio che sottende un bacino o una porzione di esso attraverso cui si calcola la portata

di piena derivante dal dilavamento meteorico delle superfici impermeabilizzate (secondo la definizione

del Regolamento Regione Lombardia n°4 del 24.03.2006) gravanti sullo stesso bacino e contribuenti in

fognatura.

Di seguito le principali grandezze caratteristiche di ciascun bacino e individuazione della sezione di

chiusura. Come precedentemente accennato la sezione di chiusura di ciascun macrobacino è stata

desunta dall'analisi della configurazione planimetrica e dalle linee di flusso indicate nel rilievo

celerimetrico a firma dello studio topografico Pasciutti di Pavia.

Di seguito vengono illustrate le principali grandezze caratteristiche di ciascun bacino individuato.

• Bacino n°1 (Bacino Gravellone)

- A1=0,069 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S1)

- L1=345 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale, da pozzetto 11 a 35)

- pozzetto 11= +60,39 (quota fondo tubo Ø=400 mm)

- pozzetto 35= +59,25 (quota fondo tubo Ø=800 mm)

Considerando che generalmente nelle condotte comunali risultano essere allineati i cieli-tubo, si ricava

una pendenza media del collettore in esame pari a:

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im= [(60,39+0,4)-(59,25+0,8)]/ 345 = 0,21% - Sezione di chiusura S1: in corrispondenza del pozzetto 35

• Bacino n°2 (Bacino Area Produttiva/Commerciale)

Fin da subito occorre evidenziare che la cartografia relativa al Bacino 2 risulta carente.

Analizzando la documentazione esistente e adottando le necessarie ipotesi e semplificazioni si

ricavano le seguenti grandezze caratteristiche:

- A2=0,1501 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S2)

- L2=560 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale)*

- pozzetto 216= +59,31 (quota fondo tubo Ø=600 mm)

- pozzetto 314= +59,58 (quota fondo tubo Ø=400 mm)

- pozzetto 301= +55,95 (quota fondo tubo Ø=1.200 mm)**

im= [(59,31+0,6)-(55,95+1,2)]/ 530 = 0,5% - Sezione di chiusura S2: in corrispondenza del pozzetto 301

*Dalla cartografia si evince come i pozzetti 216 e 314 rappresentino n°2 pozzetti di testa, da cui dipartono condotte che

recapitano le acque di dilavamento nel pozzetto 301 (parcheggio esterno Alta Sfera) avente fondo oltre i 5 metri;

** Il diametro della condotta non è desumibile dal rilievo topografico di cui sopra; dai colloqui intercorsi con il Personale

Preposto dell'Ente Gestore si stima, in via cautelativa, che sia di caratterizzato, da almeno DN= 1.200 mm

• Bacino n°3 (Bacino Centro abitato NW)

Analizzando la documentazione esistente e adottando le necessarie ipotesi e semplificazioni si

desumono le seguenti grandezze caratteristiche:

- A3=0,469 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S3)

- L3=560 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale da pozzetto 472 a 75)

- pozzetto 472= +61,60 (quota fondo tubo Ø=300 mm)

- pozzetto 75= +58,51 (quota fondo tubo Ø=1.200 mm)

im= [(61,60+0,3)-(58,51+1,2)]/ 1.450 = 0,15% - Sezione di chiusura S3: in corrispondenza del pozzetto 75 (sfioratore verso Canale Rotta)

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• Bacino n°4 (Bacino Centro abitato SE)

Analizzando la documentazione esistente e adottando le necessarie ipotesi e semplificazioni si

ricavano le seguenti grandezze caratteristiche:

- A4=0,325 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S4)

- L4=1.508 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale da pozzetto 191 a 96)

- pozzetto 191= +61,35 (quota fondo tubo Ø=500 mm)

- pozzetto 96= +58,70 (quota fondo ovoidale)*

im= [(61,35+0,5)-(58,70+1,35)]/ 1.508 = 0,12% - Sezione di chiusura S4: in corrispondenza del pozzetto 96

*Dalla cartografia non è possibile desumere la sezione di deflusso dell'ovoidale in esame. Sulla base di pregresse esperienze in

campo di progettazione di opere idrauliche lo Scrivente assume, in via conservativa, che la sezione libera sia pari a 90x135 cm.

• Bacino n°5 (Bacino Madonna)

Analizzando la documentazione esistente e adottando le necessarie ipotesi e semplificazioni si

ricavano le seguenti grandezze caratteristiche:

- A5=0,107 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S5)

- L5=772 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale da pozzetto 385 a 361)

- pozzetto 385= +61,33 (quota fondo tubo Ø=300 mm)

- pozzetto 361= +60,40 (quota fondo tubo Ø=600 mm)

im= [(61,33+0,3)-(60,40+0,6)]/ 772 = 0,08% - Sezione di chiusura S5: in corrispondenza del pozzetto 361

Fin da subito balza all'occhio l'esigua pendenza del principale collettore comunale; è presumibile

dunque che si verifichino frequenti criticità idrauliche in termini di smaltimento delle piene in tale

comparto.

Per completezza di esposizione è opportuno sottolineare come nel rilievo Pasciutti del 2007 non sia

riportato (inevitabilmente per questioni temporali!) l'insediamento residenziale, avente estensione

superficiale di circa 2,5 ha impermeabilizzati, connesso con il Piano attuativo ATR 4 (Art. 27 delle

N.T.A. del P.R.G.) del 2009 compreso tra la Roggia Castellanetta a Nord e Via Maggi a Sud.

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Il sistema fognario a servizio di tale area è stato progettato nel 12/2008 dai Proff Ciaponi e Papiri dello

studio Ecotecno di Pavia, e risulta dimensionato per conferire in roggia Castellanetta, previa

laminazione, il carico idraulico proveniente dell'intero insediamento.

Tale sistema risulta altresì dimensionato, come si evince dagli elaborati progettuali di riferimento, per

accogliere in futuro anche il contributo, in termini di portate, di ulteriori aree di espansione urbanistica.

Dunque, per le ragioni sopra esposte, nella presente trattazione si ritiene superfluo indagare la

capacità di smaltimento di tale comparto.

• Bacino n°6 (Bacino Cava)

Dalla cartografia a disposizione si evince come tale macrobacino sia suddiviso in n°2 sottobacini

distinti e indipendenti l'uno dall'altro.

Adottando le necessarie ipotesi e semplificazioni si ricavano per ciascuno le seguenti grandezze

caratteristiche:

Sottobacino 6a

- A6a=0,0934 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S6a)

- L6a=541 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale da pozzetto 419 a 407)

- pozzetto 191= +61,81 (quota fondo tubo Ø=300 mm)

- pozzetto 96= +60,10 (quota fondo tubo Ø=600 mm)

im= [(61,81+0,3)-( 60,1+0,6)]/ 541 = 0,26% - Sezione di chiusura S6a: in corrispondenza del pozzetto 407

Sottobacino 6b

- A6b=0,1144 kmq (estensione del bacino contribuente alla sezione di chiusura S6b)

- L6b=395 metri (sviluppo lineare dorsale fognaria principale da pozzetto 473 a 446)

- pozzetto 473= +61,32 (quota fondo tubo Ø=300 mm)

- pozzetto 446= +59,93 (quota fondo tubo Ø=500 mm - tubazione entrante in impianto sollevamento)

im= [(61,32+0,3)-( 59,93+0,5)]/ 395 = 0,3% - Sezione di chiusura S6b: in corrispondenza del pozzetto 446

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4.3.4. Definizione della curva di possibilità climatica

Per il calcolo del regime pluviometrico si è utilizzato il foglio di calcolo fornito da ARPA LOMBARDIA,

da cui si ottengono, mediante formulazione analitica, le curve segnalatrici per durate di pioggia 1-24

ore, secondo vari tempi di ritorno T (anni).

Di seguito si riportano la tabella e il grafico dei risultati ottenuti adottando la classica espressione

monomia della curva di possibilità pluviometrica:

h = a x tn

in cui con h si intende l’altezza di pioggia in mm corrispondente alla durata t in ore.

T di ritorno (anni) a n

2 23,71 0,30

5 32,80 0,30

10 39,35 0,30

20 46,05 0,30

50 55,40 0,30

100 62,94 0,30

200 70,93 0,30

Fig.12: curva di possibilità climatica

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Fig.13: grafico curva di possibilità climatica

Ai fini della presente trattazione e tenuto conto della conformazione topografica morfologica del

comune di San Martino Siccomario si ritiene del tutto accettabile verificare la capacità di trasporto della

rete di drenaggio urbano comunale adottando la curva avente tempo di ritorno T=10 anni e T=20 anni.

Per quanto riguarda l'eventuale dimensionamento e verifica delle misure strutturali da prevedere si

ritiene più appropriato, nel rispetto del Regolamento Regionale d'Invarianza Idrologica ed Idraulica

n°07/17, adottare la curva avente tempo di ritorno T=50 anni.

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4.3.5. Calcolo della pioggia netta

Per definizione è l’aliquota di pioggia che si trasforma in deflusso superficiale, ovvero si ottiene

applicando allo ietogramma di calcolo un modello che tiene conto delle perdite del bacino che, nel

caso in cui interessa il solo fenomeno della piena, avvengono principalmente per infiltrazione.

Quale modello di infiltrazione si è scelto di utilizzare il metodo CN del Soil Conservation Service,

particolarmente adatto per la determinazione del deflusso corrispondente allo scorrimento superficiale

nelle zone sia urbanizzate che rurali.

Tale metodo risulta del tutto equivalente a un metodo di stima del coefficiente di afflusso Φ, che

rappresenta, come noto, il rapporto tra il volume defluito e quello affluito.

Di seguito si riporta la procedura concettuale del metodo CN (Curve Number - parametro

adimensionale 0<CN<100)

1. Finchè l’afflusso non raggiunge un valore minimo Ia il deflusso resta uguale a zero (perdita

iniziale dovuta essenzialmente all’intercezione, all’infiltrazione e all’immagazzinamento nelle

depressioni superficiali)

2. Q = P- Ia -S

A partire da Ia dell’afflusso P si osserva un deflusso Q diverso da zero, che cresce secondo

una curva concava (a causa delle perdite sussistenti anche dopo l’inizio dello scorrimento

superficiale) verso l’alto, la quale tende asintoticamente a confondersi con una retta con

coefficiente angolare m=1 e ordinata all’origine X= - (Ia +S) dove S ha il significato di valore

limite di questo secondo tipo di perdite.

3. Si assume (P- Ia - Q )/S = Q/(P- Ia)

4. Si ricava Q = (P- Ia )2/(P-Ia+S)

5. Si assume Ia = 0,2S (il parametro Ia dipende dalle condizioni del suolo e si può assumere

proporzionale a S)

6. Si ricava Q = (P- 0,2S)2/(P-0,8S)

7. CN = 1000/(S+10)

Ai fini della determinazione del parametro CN si è fatto riferimento alle tabelle di cui sotto:

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Fig.14: valori del parametro CN per diverse combinazioni di suolo e copertura (SCS, 1985)

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Fig.15: valori del parametro CN per diverse combinazioni di suolo e copertura (SCS, 1975)

Per ciascun bacino identificato, il valore CN di riferimento è stato ricavato come media pesata dei CN

delle tre diverse tipologie di destinazione d’uso del suolo (tipo D) prese in considerazione:

1) CN=98 (tetti e strade)

2) CN=95 (aree commerciali)

3) CN=80 (spazi aperti in buone condizioni)

Quindi, per ciascun bacino, utilizzando i parametri della curva di possibilità climatica caratterizzata da

T=10 anni e T=20 anni si è calcolato il tempo di corrivazione* e di conseguenza il relativo coefficiente

di afflusso Φ.

Di seguito un estratto dei risultati ottenuti; per maggior chiarezza si rimanda alle tabelle di calcolo in

allegato.

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CN Φ (T=10 anni) Φ (T=20 anni)

BACINO 1 93,3 0,57 0,62

BACINO 2 95,0 0,65 0,69

BACINO 3 94,4 0,72 0,75

BACINO 4 93,5 0,68 0,71

BACINO 5 92,2 0,59 0,64

BACINO 6a 93,3 0,58 0,62

BACINO 6b 92,4 0,53 0,58

Fig.16: coefficiente di afflusso

* Il calcolo del tempo di corrivazione è stato ottenuto dalla media dei risultati mediante le formule analitiche di letteratura di

Ventura e Pasini; nel prosieguo della trattazione si è ritenuto più idoneo sostituire tale tempo di corrivazione con la costante

d'invaso vista la conformazione pianeggiante del territorio comunale di San Martino Siccomario.

4.3.6. Trasformazione afflusso-deflusso: metodo dell'invaso

Per il calcolo delle portate massime connesse con eventi meteorici intensi si è adottato il classico

metodo dell’invaso lineare.

Tale metodo appartiene alla categoria dei modelli concettuali e globali, ovvero schematizza il bacino

attraverso l’elemento concettuale del serbatoio lineare e dove la portata alla sezione di chiusura è

individuata sulla base dell’intero bacino gravante sulla sezione, quindi di opportune grandezze mediate

sull’intera superficie a monte di essa.

La relazione lineare che definisce il modello è:

Q(t) = W(t)/K

dove

Q = portata in uscita dalla sezione (m3/sec)

W = volume immagazzinato a monte (m3)

K = costante d’invaso lineare (sec)

Adottando le classiche ipotesi e semplificazioni che stanno alla base di questo metodo, il coefficiente

udometrico, cioè la portata massima per unità di superficie di bacino che defluisce da una prefissata

sezione della rete fognaria, è valutabile con l’espressione:

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U a Kn

n=

−10

36000 65

71, ( )

ϕ

(1)

nella quale i simboli assumono il seguente significato:

U = coefficiente udometrico [l/(s ha)];

n = esponente della curva di probabilità pluviometrica ragguagliata all’area del bacino;

a = coefficiente della curva di probabilità pluviometrica ragguagliata all’area del bacino [m];

ϕ = coefficiente di afflusso;

K = costante di invaso del sistema bacino-rete sotteso dalla sezione di calcolo [s].

Per la definizione della portata alla sezione di chiusura del bacino è stato utilizzato il modello

dell’invaso lineare, con costante K definita secondo la relazione di letteratura:

K = 0,7 x τc[h] se Φ<0,6

K = 0,5 x τc[h] se Φ>0,6

ove τc[h] è il tempo di corrivazione desunto dal calcolo del coefficiente di afflusso di cui al paragrafo

precedente.

Sulla base di esperienze, verifiche e studi analoghi pregressi, si è optato di non calcolare direttamente

la costante d’invaso K perché, nel caso in esame, cioè per bacini di estensione modesta, le relazioni

di letteratura (ad es. formula di Desbordes, Ciaponi e Papiri, etc..) tendono a sottostimarla rendendola

poco aderente alla realtà.

Di seguito un estratto dei risultati ottenuti; per maggior chiarezza si rimanda alle tabelle di calcolo in

allegato.

QT=10 (l/s) QT=20 (l/s)

BACINO 1 461,0 738,0

BACINO 2 630,0 1472,0

BACINO 3 2123,0 2602,0

BACINO 4 1416,0 1750,0

BACINO 5 326,0 535,0

BACINO 6a 589,0 941,0

BACINO 6b 311,0 878,0

Fig.17: portata di piena

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4.3.7. Individuazione delle aree soggette a criticità

In base alle informazioni desunte dalla relazione geologica a corredo del PGT vigente si evidenzia

come allo stato attuale non ci siano settori del territorio comunale interessati da evidenti fenomeni di

allagamento dovuti a criticità della rete fognaria comunale.

A tal proposito si segnala che, alla luce di colloqui intercorsi con i tecnici di Pavia Acque, le sole criticità

idrauliche connesse con il sistema comunale si manifestavano fino a qualche anno fa' nella zona di via

Dalla Chiesa (Bacino 4 - fronte SUD).

Tuttavia pare che esse siano rientrate a seguito della realizzazione di alcuni interventi di regimazione

idraulica e collettamento delle acque meteoriche nella Roggia Castellanetta.

Tali assunti sono comunque supportati dai risultati di cui ai paragrafi seguenti ottenuti attraverso i

calcoli di verifica di capacità di trasporto dei collettori fognari comunali rispetto alle portate di piena

precedentemente calcolate (vedi Fig.16).

4.3.8. Verifica della capacità di trasporto a pelo libero in moto uniforme

La verifica idraulica si suddivide nel seguente modo:

- In una prima fase si stabilisce se le dorsali principali in esame sono idraulicamente insufficienti, cioè

si determina se al verificarsi di intensi eventi meteorici (T=10 anni, T=20 anni) i collettori comunali

smaltiscono la piena superando il massimo grado di riempimento ammesso, in funzione del diametro

interno.

- In una seconda fase si valuta se i collettori sono idraulicamente rigurgitati, ovvero se il pelo libero

d'acqua in relazione alla portata di piena determina l'entrata in pressione delle condotte, con

conseguente rischio di esondazione sul piano stradale; a tal proposito si usa il metodo della cadente

J.

La cadente J, dunque, rappresenta l'inclinazione della linea dei carichi totali relativa ad una massa di

fluido in movimento. È quindi un coefficiente adimensionale per la determinazione delle perdite di

carico dovute all'attrito tra il fluido in movimento e la parete della condotta (nel caso di moto all'interno

di una condotta) o dell'alveo (in caso di canali).

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Nel caso in esame (moto uniforme) la cadente J va a coincidere con l'abbassamento per unità di

percorso della linea piezometrica, e prende così il nome tradizionale di cadente piezometrica. Il suo

valore è dato da:

Dove z è la quota geodetica del fluido, e p/γ l'altezza piezometrica del fluido. La loro somma dà la

quota piezometrica, definita appunto dalla linea piezometrica. Quest'ultima rappresenta la quota che

raggiungerebbe un fluido (costretto in una condotta) se fosse lasciato libero. Tale linea, cioè,

rappresenta il pelo libero che il fluido avrebbe se non fosse sottoposto ad alcun vincolo; in condizioni di

moto uniforme la cadente J coincide con la pendenza i.

La prima verifica viene dunque condotta in moto uniforme, calcolando la capacita di trasporto Qu

secondo la relazione di Gauckler – Strickler:

Qu [mc/s] = ks x i1/2 x A x R2/3 / 1000

dove:

- i [m/m] è la pendenza della dorsale principale

- A [m2] è l’area occupata dalla corrente;

- R [m] è il raggio idraulico;

- ks è la conduttanza, dipendente dal materiale con cui è realizzata la condotta

A ed R dipendono ovviamente dal grado di riempimento assunto, ovvero dall’altezza di corrente h [m];

pertanto si fa ricorso alle scale di deflusso normalizzate per valutare la percentuale di riempimento,

cioè la capacità di trasporto, delle condotte in esame:

8/3

3/2

2

×

××

=

ir

R

r

Ak

Qtotr

.

La seconda verifica viene condotta determinando, mediante la medesima relazione di Gauckler –

Strickler:, la cadente J ovvero la dissipiazione di energia specifica per unità di percorso della corrente.

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Nelle tavole in allegato si riportano i punti di fuoriuscita dell'acqua sulla carreggiata stradale in funzione

dei tempi di ritorno considerati (T=10 anni; T=20 anni).

Nelle tabelle di calcolo n°18 e n°21 si determinano, per ogni bacino considerato e applicando il

suddetto metodo della cadente J, le distanze D da ciascuna sezione di chiusura fino al punto di

fuoriuscita dell'acqua sul piano campagna.

4.3.9. Individuazione delle aree soggette a criticità

Analizzando i risultati idraulici di cui alle tabelle di calcolo 16-17-18-19-20-21 emerge come il sistema

fognario comunale a servizio del Bacino 2 (zona produttiva/commerciale) non entri mai in crisi al

verificarsi di eventi di pioggia caratterizzati da tempi di ritorno di 10 e 20 anni.

Per i restanti bacini invece è possibile invece che si manifestino locali allagamenti connessi

all'insufficiente capacità di smaltimento della rete fognaria comunale.

Tuttavia si ritiene che i sistemi fognari a servizio dei bacini n°1, 2 e 4 siano sufficientemente

dimensionati dal momento che le eventuali criticità si manifestano solo con tempi di ritorno pari a 20

anni e con ritardi temporali consistenti rispetto alla durata dell'evento meteorico: a testimonianza di ciò

si può osservare come la fuoriuscita di acqua si verifichi a distanze abbondantemente superiori ai 100

m rispetto alla sezione critica di chiusura.

Relativamente ai bacini n°3 e, soprattutto, 5 e 6 il sistema fognario comunale pare sottodimensionato

provocando subitanee fuoriuscite di acqua anche a poche decine di metri dalle sezioni di chiusura

individuate.

Per maggior chiarezza si rimanda agli elaborati grafici di dettaglio.

Naturalmente la cadente J legata agli eventi meteorici caratterizzati da tempo di ritorno T=20 anni è più

"pendente" per cui la fuoriuscita d'acqua sulla carreggiata stradale si manifesta più diffusamente e

rapidamente.

Di seguito si riportano i principali risultati ottenuti.

L'indicatore D (m) esprime la distanza a cui si verifica la fuoriuscita d'acqua rispetto alla sezione di

chiusura considerata.

T=10 anni J (m/m) D (m)

BACINO n°1 / /

BACINO n°2 / /

BACINO n°3 0,01098 54

BACINO n°4 / /

BACINO n°5 0,01045 134

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BACINO n°6a 0,03411 28

BACINO n°6b 0,02521 74

Fig.18: individuazione aree soggette ad allagamento con T=10 anni

Fig.19: Tipologico metodo cadente J per il BACINO n°5_individuazione aree soggette ad

allagamento con T=10 anni

T=20 anni J (m/m) D (m)

BACINO n°1 0,0115 148

BACINO n°2 / /

BACINO n°3 0,01650 36

BACINO n°4 0,01185 132

BACINO n°5 0,02819 50

BACINO n°6a 0,08710 11

BACINO n°6b 0,19820 9

Fig.20: individuazione aree soggette ad allagamento con T=20 anni

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Fig.21: BACINO n°5_individuazione aree soggette ad allagamento con T=20 anni

4.3.10. Indicazione delle misure strutturali di invarianza idraulica ed idrologica

Il Comune di San Martino Siccomario dovrà introdurre, nel Regolamento di attuazione, i principi di

gestione del rischio idraulico in relazione a trasformazioni del territorio.

A seguito dell’introduzione delle prescrizioni riguardanti l’applicazione di tali principi pare opportuno

fornire alcuni elementi tecnici per la valutazione delle opere di mitigazione rischio idraulico connesso

alle impermeabilizzazioni e alle criticità riscontrate di cui ai paragrafi precedenti.

Tali prestazioni sono riconducibili a due meccanismi di controllo “naturale” delle piene:

- l’infiltrazione e l’immagazzinamento delle piogge nel suolo (fenomeni rappresentati in via

semplificativa dal coefficiente di deflusso);

- la laminazione, la quale si manifesta nel fatto che i deflussi devono riempire i volumi disponibili nel

bacino prima di poter raggiungere la sezione di chiusura.

I principi di corretta gestione del rischio idraulico sul territorio, ed in particolare il criterio dell’invarianza

idraulica delle trasformazioni delle superfici prevedono la compensazione delle riduzioni sul primo

meccanismo attraverso il potenziamento del secondo meccanismo.

E' importante evidenziare che l'obiettivo dei principi di gestione del rischio idraulico richiede a chi

propone una trasformazione di uso del suolo di accollarsi, attraverso opportune azioni compensative,

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gli oneri del consumo della risorsa territoriale costituita dalla capacità di un bacino di regolare le piene

e quindi di mantenere le condizioni di sicurezza territoriale nel tempo.

Per questo il criterio contenuto nel recente Regolamento Regionale si applica, per equità, a tutto il

territorio comunale, senza distinzione fra campagna e urbanizzato; inoltre, esso tiene conto

dell'effettivo grado di consumo della risorsa associato ad ogni singolo intervento, e richiede azioni

compensative proporzionate di conseguenza; infine, il criterio consente di tenere in considerazione i

benefici derivanti dalla realizzazione di reti di drenaggio (fognature) ben dimensionate ed adeguate

nelle quali avviene in certa misura una laminazione delle piene.

Seppur nella presente trattazione sia emerso come il territorio comunale di San Martino Siccomario sia

potenzialmente soggetto ad allagamenti (dovuti ad una parziale insufficienza delle sezioni di deflusso

sia del reticolo idrografico secondario che della fognatura comunale) si ritiene che sul territorio

urbanizzato esistente, non debbano essere previste significative misure strutturali d'invarianza idraulica

(sostituzione tratti di fognatura e raddoppio esistenti, vasche di laminazione con e senza disperdimento

in falda, vie d’acqua superficiali per il drenaggio delle acque meteoriche eccezionali) per il carattere

puntuale e poco "invasivo", in termini di pericolosità e di rischio, proprio delle stesse criticità.

In ogni caso per mitigare la pericolosità idraulica e quindi in ultima istanza il rischio idraulico si riportano

nel seguito alcune considerazioni:

Il dimensionamento delle opere deve essere effettuato per eventi con tempo di ritorno delle piogge pari

a T=10 anni e con limitazione delle portate scaricate compatibilmente con la capacità ricettiva dei

collettori intercomunali, oltre che dei criteri del P.T.U.A.

I criteri progettuali adottati sono sintetizzati nei seguenti punti:

− l’adozione della tecnologia “no-dig” con risanamento di tipo conservativo, accompagnata dalla preventiva

effettuazione della video ispezione interna di tratti di condotti fognari oramai datati, quale strumento per

limitare l’impatto di interventi a “cielo aperto” in zone più sensibili o con maggiore difficoltà operativa nei

casi in cui si prevede il potenziamento idraulico quale soluzione tecnica alle problematiche riscontrate;

− la laminazione delle portate mediante invasi fuori rete, in alternativa alle tradizionali vasche volano,

denominati “tombotti” e costituiti da condotti scatolari aventi funzioni di accumulo con svuotamento a

gravità. In questo modo si possono ottenere sensibili effetti di attenuazione dei colmi d’onda mettendo in

campo azioni aventi minore impatto urbanistico rispetto alle tradizionali vasche volano con svuotamento

mediante pompaggio.

− l’introduzione del principio di prevedere, per tutti gli interventi di estensione della pubblica rete di

fognatura, un sovradimensionamento delle tubazioni e l’inserimento di paratoie di regolazione a monte dei

punti di scarico nella fognatura esistente, in modo da ottenere una “laminazione in rete” tale da contribuire a

limitare le attuali portate addotte al sistema fognario verso valle;

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4.3.11. Indicazione delle misure non strutturali di invarianza idraulica ed idrologica

I provvedimenti NON strutturali sono volti a ridurre la vulnerabilità o il valore degli elementi esposti al

Rischio.

Tali misure sono rappresentate da interventi atti a prevenire o ridurre i danni conseguenti all’evento di

piena, senza costruzione di opere che interferiscano con il regolare deflusso delle acque:

- provvedimenti di tipo amministrativo destinati a disciplinare la destinazione d’uso del suolo di un

territorio tramite l’introduzione di vincoli e restrizioni fortemente correlati con le caratteristiche

idrogeologiche dei corsi d’acqua e delle aree confinanti e, più in generale, con il modello di sviluppo

previsto per il territorio i interessato;

- provvedimenti intesi a modificare l’impatto delle inondazioni sugli individui e sulle Comunità, tramite

campagne di informazione che abituino la popolazione a convivere con tali eventi;

- provvedimenti intesi a realizzare sistemi di previsione delle piene, con diffusione dell’allarme alla

popolazione e organizzazione e gestione dell’emergenza.

Ad ogni buon conto a livello NON strutturale si ritiene opportuno evidenziare alcune prescrizioni che

potranno essere adottate all’interno del Regolamento Edilizio per quanto concerne il sistema idraulico,

fognario e della depurazione:

a. i nuovi Piani di Attuazione dovranno prevedere l’installazione di un impianto di captazione, filtro e

accumulo delle acque meteoriche provenienti dalla copertura degli edifici, per ridurne gli effetti sul

reticolo fognario ed idrografico in genere e consentirne l’impiego per usi compatibili e comunque

non potabili e la predisposizione di una rete di adduzione e distribuzione idrica delle stesse acque

all’esterno dell’edificio. La cisterna dovrà avere capacità di stoccaggio adeguata e proporzionale alla

superficie lorda complessiva destinata a verde pertinenziale e/o a cortile e le acque meteoriche così

raccolte dovranno essere utilizzate per l’irrigazione del verde pertinenziale, la pulizia dei cortili e

passaggi, il lavaggio di piazzali, il lavaggio di auto;

b. gli interventi dovranno tendere a minimizzare l’impermeabilizzazione delle superfici e dovranno

adottare, per queste, tecnologie e materiali volti a ridurre il carico idraulico concordemente con quanto

contenuto nella disciplina che regola l’applicazione del principio dell’invarianza idraulica;

c. con riferimento alle reti fognarie si dovranno realizzare preferibilmente sistemi di raccolta delle

acque di tipo duale, ossia sistemi costituiti da reti separate composte da un sistema maggiore per

acque bianche non contaminate (ABNC) ed un sistema minore, costituito dalle reti fognarie per le

acque nere e le acque bianche contaminate (ABC). Dovranno inoltre essere previsti interventi volti a

ridurre di almeno il 20% gli apporti meteorici attualmente prodotti in fogna;

d. per ogni ambito, in sede di Pianificazione, in accordo con l’Ente gestore, dovranno essere meglio

definiti gli eventuali interventi necessari, che potranno essere alternativi oppure integrativi delle

infrastrutture fognarie attuali, al fine di verificare la sostenibilità dei nuovi interventi; l’approvazione dei

Piani di attuazione è subordinata all'ottenimento del parere favorevole espresso dai competenti uffici

dell’Amministrazione Comunale e dal Gestore del Servizio Idrico Integrato (titolato alla pianificazione

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strategica e funzionale delle infrastrutture fognarie) sul recapito o sui recapiti delle reti fognarie da

realizzare nei singoli ambiti attuativi. Nel caso si rendesse necessaria l’esecuzione di nuove

infrastrutture fognarie o di adeguamenti delle stesse, nonché degli impianti a servizio, quali

sollevamenti o scolmatori di piena, tali pareri individueranno le modalità tecniche, i tempi di

realizzazione nonché gli oneri eventualmente da porre a carico degli ambiti oggetto di trasformazione

urbana, laddove le opere a rete da realizzare siano considerate ad uso esclusivo dei soggetti attuatori..

La progettazione delle nuove infrastrutture fognarie dovrà, di norma, essere effettuata prevedendo

verifiche con tempi di ritorno ventennali e fino ai 50 anni nel caso di strutture destinate alla

laminazione; le soluzioni strutturali previste dovranno inoltre essere tali da poter supportare eventuali

ulteriori incrementi di carico idraulico;

e. con specifico riferimento agli ambiti che insistono su bacini fognari in condizione di criticità idraulica

già allo stato di fatto, si dovrà prevedere lo sgravio del bacino in sofferenza; in sede di trasformazione

eseguita a qualsiasi titolo dovrà inoltre essere verificata l’effettiva capacità residua della rete fognaria

mista e degli impianti a servizio, quali sollevamenti o scolmatori di piena e nel caso non fosse

adeguata a sopportare il nuovo carico urbanistico, l’ambito dovrà farsi carico degli adeguamenti

necessari, da concordare con l’Ente gestore;

f. In ogni caso per tutti gli insediamenti collocati in "area ad elevata pericolosità idraulica", si prescrive

come condizione di sostenibilità ed adeguamento, che, in fase di trasformazione a qualsiasi titolo, sia

predisposto uno studio di verifica dell’effettivo livello di pericolosità idraulica e vulnerabilità dell’ambito e

di un suo congruo intorno. In tale studio saranno anche individuate le eventuali misure da mettere in

atto per ridurre i possibili impatti (divieto di realizzazione di edifici su un unico piano, presenza di scale

interne di collegamento tra il piano dell’edificio potenzialmente allagabile e i piani superiori, divieto di

realizzazione di vani interrati o seminterrati, innalzamento piano di calpestio, barriere di protezione,

altro…) e le eventuali misure mitigative (terrapieni di contenimento, ecc..) da adottare per assicurare

condizioni di sicurezza idraulica.

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5. PRESCRIZIONI

Alla luce di quanto illustrato nella presente trattazione, il Comune di San Martino Siccomario (PV), allo

stato di fatto, non risulta essere in una situazione critica o pericolosa per la Comunità dal punto di vista

idraulico.

Tuttavia per mantenere lo status quo si raccomanda di prevedere per gli ambiti di nuova

trasformazione volumi di invarianza idraulica applicando la metodologia proposta dal Regolamento

Regionale n°07/17.

In particolare, poichè il comune di San Martino Siccomario ricade in classe di criticità idraulica B, il

calcolo del volume dell’invaso (ad es. vasca di laminazione, trincea drenante, pozzi perdenti,

depressioni in aree verdi, etc..) è opportuno che venga determinato adottando il metodo delle sole

piogge confrontando il risultato con il valore imposto dal requisito minimo (articolo 12 del R.R.07/17).

Il progetto d'invarianza idraulica, propedeutico all'ottenimento dei titoli abilitativi per la realizzazione di

futuri interventi, deve essere corredato dei seguenti elementi:

a) relazione tecnica comprendente:

1. descrizione della soluzione progettuale di invarianza idraulica e idrologica e delle corrispondenti opere di raccolta,

convogliamento, invaso, infiltrazione e scarico costituenti il sistema di drenaggio delle acque pluviali fino al punto

terminale di scarico nel ricettore o di disperdimento nel suolo o negli strati superficiali del sottosuolo;

2. calcolo delle precipitazioni di progetto;

3. calcoli del processo di infiltrazione nelle aree e strutture a ciò destinate e relativi dimensionamenti;

4. calcoli del processo di laminazione negli invasi a ciò destinati e relativi dimensionamenti;

5. calcolo del tempo di svuotamento degli invasi di laminazione;

6. calcoli e relativi dimensionamenti di tutte le componenti del sistema di drenaggio delle acque pluviali fino al punto

terminale di scarico;

7. dimensionamento del sistema di scarico terminale, qualora necessario, nel ricettore, nel rispetto dei requisiti ammissibili del presente regolamento

b) documentazione progettuale completa di planimetrie e profili in scala adeguata, sezioni,

particolari costruttivi;

c) piano di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero sistema di opere di invarianza

idraulica e idrologica e di recapito nei ricettori, secondo le disposizioni dell’articolo 13;

d) asseverazione del professionista in merito alla conformità del progetto ai contenuti del presente

regolamento, redatta secondo il modello di cui all’allegato D ed E;

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Di seguito si riportano le principali assunzioni da considerare alla base del suddetto progetto:

• la riduzione della permeabilità del suolo va calcolata facendo riferimento alla permeabilità naturale

originaria del sito, ovvero alla condizione preesistente all’urbanizzazione, e non alla condizione urbanistica

precedente l’intervento eventualmente già alterata rispetto alla condizione zero, preesistente

all’urbanizzazione. Per gli interventi di cui al comma 3, il riferimento di cui al precedente periodo

corrisponde alla condizione preesistente all’impermeabilizzazione.

• le misure di invarianza idraulica e idrologica si applicano alla sola superficie del lotto interessata dall’

intervento comportante una riduzione della permeabilità del suolo rispetto alla sua condizione preesistente

all’urbanizzazione e non all’intero lotto. Per gli interventi di cui al comma 3, il riferimento di cui al precedente

periodo corrisponde alla condizione preesistente all’impermeabilizzazione (articolo 5, comma 3)

• Gli scarichi nel ricettore sono limitati mediante l’adozione di interventi atti a contenere l’entità delle portate

scaricate entro valori compatibili con la capacità idraulica del ricettore stesso e comunque entro i seguenti

valori massimi ammissibili (ulim): a) per le aree B di cui al comma 3 dell’articolo 7: 20 l/s per ettaro di

superficie scolante impermeabile dell’intervento;

• nel caso di interventi ricadenti in area B il volume minimo d'invaso deve essere di 600 mc per ettaro di

superficie scolante impermeabile dell’intervento;

• nel caso di interventi che comportino un'impermeabilizzazione del suolo inferiore ai 100 mq, non si

applicano i principi di dimensionamento di cui al R.R.07/17.

Pavia, 15/12/2018 In fede

Ing. Michelangelo Aliverti

Calcolo della linea segnatrice 1-24 oreLocalità: S.Martino Siccomario

Coordinate: Linea segnalatrice

Parametri ricavati da: http://idro.arpalombardia.it Tempo di ritorno (anni) 10

A1 - Coefficente pluviometrico orario 25,94

N - Coefficente di scala 0,2978999 Evento pluviometrico

GEV - parametro alpha 0,2842 Durata dell'evento [ore] 1

GEV - parametro kappa -0,089599 Precipitazione cumulata [mm] 39,3

GEV - parametro epsilon 0,8083

Formulazione analitica Bibliografia ARPA Lombardia:

http://idro.arpalombardia.it/manual/lspp.pdf

http://idro.arpalombardia.it/manual/STRADA_report.pdf

Tabella delle precipitazioni previste al variare delle durate e dei tempi di ritornoTr 2 5 10 20 50 100 200 10

wT 0,91419 1,26456 1,51689 1,77542 2,13579 2,42626 2,73431 1,51689234

Durata (ore) TR 2 anni TR 5 anni TR 10 anni TR 20 anni TR 50 anni TR 100 anni TR 200 anni TR 10 anni

1 23,7 32,8 39,3 46,1 55,4 62,9 70,9 39,3481874

2 29,2 40,3 48,4 56,6 68,1 77,4 87,2 48,3728345

3 32,9 45,5 54,6 63,9 76,9 87,3 98,4 54,5832141

4 35,8 49,6 59,5 69,6 83,7 95,1 107,2 59,4673167

5 38,3 53,0 63,6 74,4 89,5 101,7 114,6 63,5547223

6 40,4 55,9 67,1 78,5 94,5 107,3 121,0 67,1020689

7 42,3 58,6 70,3 82,2 98,9 112,4 126,6 70,2553421

8 44,1 60,9 73,1 85,6 102,9 116,9 131,8 73,1063578

9 45,6 63,1 75,7 88,6 106,6 121,1 136,5 75,7170141

10 47,1 65,1 78,1 91,4 110,0 125,0 140,8 78,1312246

11 48,4 67,0 80,4 94,1 113,2 128,6 144,9 80,3813892

12 49,7 68,8 82,5 96,6 116,1 131,9 148,7 82,4921678

13 50,9 70,4 84,5 98,9 119,0 135,1 152,3 84,4828088

14 52,1 72,0 86,4 101,1 121,6 138,1 155,7 86,3686554

15 53,1 73,5 88,2 103,2 124,1 141,0 158,9 88,1621555

16 54,2 74,9 89,9 105,2 126,5 143,8 162,0 89,8735618

17 55,2 76,3 91,5 107,1 128,8 146,4 165,0 91,51143

18 56,1 77,6 93,1 108,9 131,1 148,9 167,8 93,0829814

19 57,0 78,9 94,6 110,7 133,2 151,3 170,5 94,5943726

20 57,9 80,1 96,1 112,4 135,2 153,6 173,1 96,0508996

21 58,7 81,2 97,5 114,1 137,2 155,9 175,7 97,4571545

22 59,6 82,4 98,8 115,7 139,1 158,1 178,1 98,8171476

23 60,3 83,5 100,1 117,2 141,0 160,2 180,5 100,134404

24 61,1 84,5 101,4 118,7 142,8 162,2 182,8 101,412041

−−+=

k

TT

T

kw

1ln1

αε( ) n

TTDwaDh

1=

24 61,1 84,5 101,4 118,7 142,8 162,2 182,8 101,412041

00

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

200

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

H p

rev

ista

[m

m]

Durata evento [ore]

Linee segnalatrici di probabilità pluviometrica

TR 200 anni

TR 100 anni

TR 50 anni

TR 20 anni

TR 10 anni

TR 5 anni

TR 2 anni

TR 10 anni

Evento

pluviometrico

T di ritorno (anni) a n

2 23,71 0,30

5 32,80 0,30

10 39,35 0,30

20 46,05 0,30

50 55,40 0,30

100 62,94 0,30

200 70,93 0,30

TAB.1_curva di possibilità climatica San Martino Siccomario (PV)

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S1 [kmq]0,069056

im [m/m] 0,0021

L [m] 345

Δ [m] 0,74

CN 93,3

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 18,18174025

Ia=0,2S [mm] 3,63634805

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,72

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,67

0,70

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 35,29

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 20,11

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,57

METODO CN - BACINO n°1

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

TAB.2_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

Bacino sotteso alla

sez.di chiusura S2 0,1501

im [m/m] 0,0052

L [m] 530

Δ [m] 2,76

CN 95,0

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 13,36842105

Ia=0,2S [mm] 2,673684211

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,68

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,64

0,66

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 34,78

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 22,67

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,65

METODO CN - BACINO n°2

1) CN (suolo D-area commerciale)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.3_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

Bacino sotteso alla

sez.di chiusura S3 0,469

im [m/m] 0,0015

L [m] 1450

Δ [m] 2,19

CN 94,4

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 15,06779661

Ia=0,2S [mm] 3,013559322

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 2,24

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 2,44

2,34

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 50,79

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 36,32

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,72

METODO CN - BACINO n°3

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.4_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S4 [kmq]0,325348

im [m/m] 0,0012

L [m] 1507

Δ [m] 1,8

CN 93,5

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 17,65775401

Ia=0,2S [mm] 3,531550802

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 2,10

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 2,46

2,28

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 50,39

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 34,03

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,68

METODO CN - BACINO n°4

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.5_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S5 [kmq]0,10798

im [m/m] 0,0008

L [m] 772

Δ [m] 0,63

CN 92,2

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 21,36860364

Ia=0,2S [mm] 4,273720729

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 1,46

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 1,65

1,56

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 44,93

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 26,65

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,59

METODO CN - BACINO n°5

1) CN (suolo D-area residenziale)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.6_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S6a [kmq]0,09345

im [m/m] 0,0026

L [m] 541

Δ [m] 1,41

CN 93,3

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 18,18174025

Ia=0,2S [mm] 3,63634805

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,76

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,78

0,77

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 36,40

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 21,07

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,58

METODO CN - BACINO n°6 (sottobacino n°6a)

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.7_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S6b [kmq]0,114457

im [m/m] 0,0030

L [m] 395

Δ [m] 1,19

CN 92,42

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 20,83228738

Ia=0,2S [mm] 4,166457477

a 39,35

n 0,3

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,78

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,70

0,74

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 35,98

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 19,22

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,53

METODO CN - BACINO n°6 (sottobacino n°6b)

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=10 anni)

TAB.8_calcolo coefficiente di afflusso (T=10 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S1 [kmq]0,069056

im [m/m] 0,0021

L [m] 345

Δ [m] 0,74

CN 93,3

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 18,18174025

Ia=0,2S [mm] 3,63634805

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,72

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,67

0,70

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 41,34

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 25,44

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,62

METODO CN - BACINO n°1

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

TAB.9_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

Bacino sotteso alla

sez.di chiusura S2 0,1501

im [m/m] 0,0052

L [m] 530

Δ [m] 2,76

CN 95,0

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 13,36842105

Ia=0,2S [mm] 2,673684211

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,68

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,64

0,66

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 40,74

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 28,18

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,69

METODO CN - BACINO n°2

1) CN (suolo D-area commerciale)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.10_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

Bacino sotteso alla

sez.di chiusura S3 0,469

im [m/m] 0,0015

L [m] 1450

Δ [m] 2,19

CN 94,4

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 15,06779661

Ia=0,2S [mm] 3,013559322

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 2,24

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 2,44

2,34

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 59,33

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 44,43

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,75

METODO CN - BACINO n°3

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.11_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S4 [kmq]0,325348

im [m/m] 0,0012

L [m] 1507

Δ [m] 1,8

CN 93,5

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 17,65775401

Ia=0,2S [mm] 3,531550802

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 2,10

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 2,46

2,28

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 58,87

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 41,95

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,71

METODO CN - BACINO n°4

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.12_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S5 [kmq]0,10798

im [m/m] 0,0008

L [m] 772

Δ [m] 0,63

CN 92,2

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 21,36860364

Ia=0,2S [mm] 4,273720729

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 1,46

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 1,65

1,56

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 52,54

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 33,45

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,64

METODO CN - BACINO n°5

1) CN (suolo D-area residenziale)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.13_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S6a [kmq]0,09345

im [m/m] 0,0026

L [m] 541

Δ [m] 1,41

CN 93,3

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 18,18174025

Ia=0,2S [mm] 3,63634805

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,76

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,78

0,77

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 42,63

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 26,59

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,62

METODO CN - BACINO n°6 (sottobacino n°6a)

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.14_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

Bacino sotteso alla sez.di

chiusura S6b [kmq]0,114457

im [m/m] 0,0030

L [m] 395

Δ [m] 1,19

CN 92,42

S=(25400-254 CN)/CN [mm ] 20,83228738

Ia=0,2S [mm] 4,166457477

a 46,05

n 0,30

Tc = 0,127*(A [kmq]/im) [h] 0,78

Tc = 0,108*(A*L)1/3

* im-0,5

[h] 0,70

0,74

P(Tc) = a*Tc^n [mm] 42,13

PN(Tc) = (P(Tc)-Ia)^2/(P(Tc)-Ia+S [mm] 24,52

ϕ = PN(Tc)/ P(Tc) 0,58

METODO CN - BACINO n°6 (sottobacino n°6b)

1) CN (suolo D)

3) determinare S

4) determinare Ia

5) curva di possibilità climatica Provincia Pavia (T=20 anni)

TAB.15_calcolo coefficiente di afflusso (T=20 anni)

6) determinare T di corrivazione (Ventura)

7) determinare T di corrivazione (Pasini)

8) media T di corrivazione (h)

9) determinare afflusso lordo P(t=Tc)

10) determinare afflusso netto PN(Tc)

11) determinare coefficiente afflusso

PORTATA DI PIENA

a 39,3482

n 0,2979

n-1 -0,70

(n-1)*0,225 -0,15797

Y 0,30

Sr 0,30

r 0,67500,300

z 0,7776

f 0,6468

A gravante[ha]ΣArea

gravante [ha]φmedio

Area ridotta

φ*S

K costante di

invaso [s]

tempo critico

di pioggia [s]

intensità media di

pioggia [mm/h]Q [mc/s] Q [l/s]

BACINO n°1 6,9056 6,9056 0,5697 3,9344 1753,4275 1183,5636 85,9245 0,4609 460,9328

BACINO n°2 15,0100 15,0100 0,6518 9,7829 4104,1519 2770,3025 47,2940 0,6308 630,8365

BACINO n°3 46,9000 46,9000 0,7151 33,5390 4213,5845 2844,1696 46,4283 2,1231 2123,1158

BACINO n°4 32,5348 32,5348 0,6754 21,9738 4104,1519 2770,3025 47,2940 1,4169 1416,9434

BACINO n°5 10,7980 10,7980 0,5932 6,4049 5745,8127 3878,4236 37,3431 0,3261 326,1070

BACINO n°6a 9,3450 9,3450 0,5789 5,4096 1943,8116 1312,0728 79,9257 0,5895 589,5146

BACINO n°6b 11,4457 11,4457 0,5343 6,1155 5745,8127 3878,4236 37,3431 0,3114 311,3741

TAB.16_portata di piena (T=10 anni)

Curva possibilità climatica

per n=0,3

DIMENSIONAMENTO TUBI

Diametro interno

Grado di

riempimento

h/d

A/r2 R/r V/Vr Q/Qr

D ≤ 400 mm 0,500 1,571 0,500 1,000 0,500

400 mm< D ≤ 600 mm 0,600 1,968 0,555 1,072 0,672

D> 600 mm 0,700 2,349 0,593 1,119 0,837

k

Q [l/s] i [m/m] k A/r2 R/r

Grado di

riempimento

ammissibile

r [m]diametro di calcolo

[mm]

diametro

interno [mm]

diametro

esterno [mm]

Percentuale di

riempimentoNOTE

BACINO n°1 460,933 0,0021 40 2,349 0,593 0,700 0,491029 982 800 950 86tubazione idraulicamente

insufficiente

BACINO n°2 630,836 0,0052 40 2,349 0,593 0,700 0,467717 935 1.200 1.400 55 verifica positiva

BACINO n°3 2123,116 0,0015 40 2,349 0,593 0,700 0,929867 1.860 1.200 1.400 108 tubazione in pressione

BACINO n°4 1416,943 0,0012 40 2,349 0,593 0,700 0,834973 1.670 1.200 1.400 97tubazione idraulicamente

insufficiente

BACINO n°5 326,107 0,0008 40 2,349 0,593 0,700 0,516945 1.034 600 700 121 tubazione in pressione

BACINO n°6a 589,515 0,0026 40 2,349 0,593 0,700 0,519175 1.038 600 700 121 tubazione in pressione

BACINO n°6b 311,374 0,0030 40 2,349 0,593 0,700 0,397705 795 500 600 111 tubazione in pressione

Sezioni esistenti

40

TAB.17_verifica capacità di trasporto delle condotte (T=10 anni)

METODO DELLA CADENTE

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua

su piano stradale

BACINO n°3 2123,116 2026,312 40 1,130 0,300 0,01000 0,590 59

De =1400 mm 2123,281 40 1,130 0,300 0,01098 0,590 54

Di = 1200 mm 2219,714 40 1,130 0,300 0,01200 0,590 49

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua

su piano stradale

BACINO n°5 326,107 319,124 40 0,283 0,150 0,01000 1,400 140

De =700 mm 326,225 40 0,283 0,150 0,01045 1,400 134

Di = 600 mm 403,664 40 0,283 0,150 0,01600 1,400 87

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua

su piano stradale

BACINO n°6a 589,515 552,739 40 0,283 0,150 0,03000 0,950 32

De =700 mm 589,301 40 0,283 0,150 0,03410 0,950 28

Di = 600 mm 638,248 40 0,283 0,150 0,04000 0,950 24

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua

su piano stradale

BACINO n°6b 311,374 277,539 40 0,196 0,125 0,02000 1,870 93

De =600 mm 311,537 40 0,196 0,125 0,02520 1,870 74

Di = 500 mm 339,915 40 0,196 0,125 0,03000 1,870 62

TAB.18_ (T=10 anni) verifica allagamento

PORTATA DI PIENA

a 46,0543

n 0,2979

n-1 -0,70

(n-1)*0,225 -0,15797

Y 0,30

Sr 0,30

r 0,67500,300

z 0,7776

f 0,6468

A gravante[ha]ΣArea

gravante [ha]φmedio

Area ridotta

φ*S

K costante di

invaso [s]

tempo critico

di pioggia [s]

intensità media di

pioggia [mm/h]Q [mc/s] Q [l/s]

BACINO n°1 6,9056 6,9056 0,6153 4,2490 1252,4482 845,4025 127,3676 0,7379 737,8844

BACINO n°2 15,0100 15,0100 0,6915 10,3799 1670,1253 1127,3346 104,0648 1,4728 1472,7849

BACINO n°3 46,9000 46,9000 0,7489 35,1217 4213,5845 2844,1696 54,3410 2,6022 2602,2226

BACINO n°4 32,5348 32,5348 0,7126 23,1852 4104,1519 2770,3025 55,3543 1,7499 1749,8597

BACINO n°5 10,7980 10,7980 0,6368 6,8756 3921,6135 2647,0891 57,1511 0,5358 535,7686

BACINO n°6a 9,3450 9,3450 0,6238 5,8295 1388,4369 937,1949 118,4754 0,9417 941,6670

BACINO n°6b 11,4457 11,4457 0,5819 6,6598 1869,5399 1261,9394 96,1415 0,8730 873,0019

TAB.19_portata di piena (T=20 anni)

Curva possibilità climatica

per n=0,3

DIMENSIONAMENTO TUBI

Diametro interno

Grado di

riempimento

h/d

A/r2 R/r V/Vr Q/Qr

D ≤ 400 mm 0,500 1,571 0,500 1,000 0,500

400 mm< D ≤ 600 mm 0,600 1,968 0,555 1,072 0,672

D> 600 mm 0,700 2,349 0,593 1,119 0,837

k

Q [l/s] i [m/m] k A/r2 R/r

Grado di

riempimento

ammissibile

r [m] diametro di calcolo [mm]diametro

interno [mm]

diametro

esterno [mm]

Percentuale di

riempimentoNOTE

BACINO n°1 737,884 0,0021 40 2,349 0,593 0,700 0,585785 1.172 800 950 103 tubazione in pressione

BACINO n°2 1472,785 0,0052 40 2,349 0,593 0,700 0,642786 1.286 1.200 1.400 75 verifica positiva

BACINO n°3 2602,223 0,0015 40 2,349 0,593 0,700 1,003599 2.007 1.200 1.400 117 tubazione in pressione

BACINO n°4 1749,860 0,0012 40 2,349 0,593 0,700 0,903736 1.807 1.200 1.400 105 tubazione in pressione

BACINO n°5 535,769 0,0008 40 2,349 0,593 0,700 0,622732 1.245 600 700 145 tubazione in pressione

BACINO n°6a 941,667 0,0026 40 2,349 0,593 0,700 0,618857 1.238 600 700 144 tubazione in pressione

BACINO n°6b 873,002 0,0030 40 2,349 0,593 0,700 0,585410 1.171 500 600 164 tubazione in pressione

TAB.20_verifica capacità di trasporto delle condotte (T=20 anni)

40

Sezioni esistenti

METODO DELLA CADENTE

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°1 737,884 687,274 40 0,502 0,200 0,01000 1,700 170

De =1400 mm 737,019 40 0,502 0,200 0,01150 1,700 148

Di = 1200 mm 971,952 40 0,502 0,200 0,02000 1,700 85

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°3 2602,223 2026,312 40 1,130 0,300 0,01000 0,590 59

De =1400 mm 2602,845 40 1,130 0,300 0,01650 0,590 36

Di = 1200 mm 2865,638 40 1,130 0,300 0,02000 0,590 29

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°4 1749,860 1437,083 40 0,950 0,275 0,00800 1,560 195

De =1400 mm 1749,025 40 0,950 0,275 0,01185 1,560 132

Di = 1200 mm 2272,228 40 0,950 0,275 0,02000 1,560 78

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°5 535,769 451,310 40 0,283 0,150 0,02000 1,400 70

De =700 mm 535,806 40 0,283 0,150 0,02819 1,400 50

Di = 600 mm 552,739 40 0,283 0,150 0,03000 1,400 47

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°6a 941,667 713,583 40 0,283 0,150 0,05000 0,950 19

De =700 mm 941,822 40 0,283 0,150 0,08710 0,950 11

Di = 600 mm 638,248 40 0,283 0,150 0,04000 0,950 24

Q [l/s] Q [l/s] k A (mq) R (m) J=i ΔH (m)

D (m) distanza

fuoriuscita acqua su

piano stradale

BACINO n°6b 873,002 620,597 40 0,196 0,125 0,10000 1,870 19

De =600 mm 873,257 40 0,196 0,125 0,19800 1,870 9

Di = 500 mm 941,182 40 0,196 0,125 0,23000 1,870 8

TAB.21_ (T=20 anni) verifica allagamento