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COMUNE DI GUARDIA PIEMONTESE
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OPERE DI RICOSTRUZIONE E PROTEZIONE DEL LITORALE IN EROSIONE DEL COMUNE DI GUARDIA
PIEMONTESE ----------------------------
PROGETTO DEFINITIVO
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RELAZIONE GEOLOGICA
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0408/CE – SET.08 – REGUA-10 – RELAZIONE GEOLOGICA
INDICE
1. GENERALITÀ ....................................................................................................................................................... 1
1.1. PREMESSA .................................................................................................................................................... 1 1.2. RELAZIONI DI RIFERIMENTO ................................................................................................................... 2
2. SINTESI DEGLI STUDI DI SUPPORTO ............................................................................................................ 3
2.1. INDAGINI ESEGUITE ................................................................................................................................... 3 2.2. MOFOLOGIA DEL LITORALE E SUA EVOLUZIONE STORICA ............................................................ 4 2.3. RISULTATI DELLE CAMPAGNE DI INDAGINE GOGNOSTICHE ......................................................... 5
3. INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO ............................................................... 14
3.1. MORFOLOGIA ............................................................................................................................................ 14 3.2. PROFILI DI RIVA ........................................................................................................................................ 19
4. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA ................................................................................................................ 30
4.1. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E MORFOLOGICHE DI SUPERFICIE......................................... 30 4.2. GEOMORFOLOGIA DEL SISTEMA LITORALE E SUBACQUEO ......................................................... 34 4.3. SEDIMENTOLOGIA ................................................................................................................................... 43
5. CARATTERISTICHE GEOTECNICHE .......................................................................................................... 45
6. CONCLUSIONI .................................................................................................................................................... 46
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1. GENERALITÀ
1.1. PREMESSA
La presente Relazione Geologica si riferisce al Progetto Definitivo per le Opere di
ricostruzione e protezione del litorale in erosione nel Comune di Guardia
Piemontese, in corrispondenza della frazione marina e precisamente in prossimità della
stazione ferroviaria di Guardia Piemontese Terme.
Lo studio viene eseguito in ottemperanza alle Linee guida per la progettazione ed
esecuzione degli interventi dell’Autorità di Bacino Regionale della Calabria.
Nell’ambito dello studio morfologico e geologico dell’area in oggetto - estesa tra il
confine con i territori comunali di Acquappesa a Nord e Fuscaldo a Sud - è stata presa
visione dei luoghi e si sono eseguiti i rilievi e i prelievi necessari per comprendere i
meccanismi che regolano la dinamica deposizionale e marina dell’area.
In particolare sono stati eseguiti:
1. Rilievo batimetrico strumentale mediante DGPS con tolleranza x, y ± 0,50 mt e
scandaglio multibeam digitale con tolleranza ± 0,01 mt, dell’area antistante il
tratto di litorale interessato dal progetto, per un fronte di circa 2800 ml ed una
profondità di circa 500 ml, per una estensione stimata in circa 140 Ha.
2. Profilo geomorfologico e geologico subacqueo localizzato con l’uso di
metodologie dirette ed indirette.
3. Profili di riva fino alla fascia di marea, eseguiti con metodologie dirette.
4. Profili subacquei eseguiti con metodologie dirette.
5. Prelievi di n°4 campioni di fondale mobile e di n.ro 2 campioni di riva da
destinare alle analisi granulometriche e sedimentologiche.
6. Documentazione fotografica.
In merito ai sistemi di georeferenziazione sono state adottate le direttive contenute nel
citato documento delle Linee guida per la progettazione ed esecuzione degli interventi
dell’Autorità di Bacino Regionale della Calabria, in cui viene prescritto l’uso del
sistema map datum WGS84 e posizione UTM.
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1.2. RELAZIONI DI RIFERIMENTO
Per la redazione della presente relazione si è fatto riferimento ai seguenti elaborati e
studi:
[1] Prelievo di campioni eseguito dal Dott. Piero Merk del raggruppamento
di professionisti che ha avuto l’incarico per la redazione del progetto.
[2] elaborato di progetto B - Relazione sulle Indagini e sui Rilievi
Geomorfologici e Sedimentologici - a firma del Dott. Geol. Piero Merk.
[3] elaborato di progetto C.2 - Relazione Sedimentologica - a firma del Dott.
Geol. Piero Merk.
[4] Indagine dell'ecosistema marino del Comune di Guardia Piemontese –
Indagine sulle comunità bentoniche e sui sedimenti – redatta in data aprile
2008 da Econ s.r.l. Napoli su incarico del Comune di Guardia Piemontese, a
supporto del presente progetto.
[5] Relazione Geologica, Geotecnica ed Idrologica inerente alla
progettazione dei Lavori finalizzati al ripascimento degli arenili del
tratto costiero del Comune di Guardia Piemontese (CS) giusto
contributo regionale Art. 10 L.Reg. 13/2005 - a firma dei Dott. Geol.
Cinzia Tondi e Francesco Mollo – Relazione a supporto di lavori in fase di
appalto contigui a quelli in oggetto, redatta per conto del Comune di Guardia
Piemontese in data settembre 2006.
[6] Indagine dell'ecosistema marino del Comune di Guardia Piemontese –
Indagine sulle comunità bentoniche e sui sedimenti – redatta in data aprile
2008 da Econ s.r.l. Napoli su incarico del Comune di Guardia Piemontese, a
supporto del progetto di cui alla relazione [5].
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2. SINTESI DEGLI STUDI DI SUPPORTO
Come riportato nel § 1.2, il presente lavoro può essere supportato, tra l'altro, da alcuni
studi ed indagini condotte in passato per conto dell'amministrazione comunale in
corrispondenza del sito in oggetto (relazioni [3], [4] e [5]). Di seguito si riporta una
sintesi delle indagini e delle considerazioni in essi contenute, quali integrazione e
riscontro per il presente studio.
2.1. INDAGINI ESEGUITE
I lavori relativi al progetto di cui alle [4] e [5] sono ubicati, al pari di quelli in oggetto,
nella Frazione Marina del Comune di Guardia Piemontese. Per condurre la
caratterizzazione geotecnica, litologica e sedimentologica, sono stati eseguite le
seguenti prove, prelievi ed indagini:
Ricognizione di superficie allo scopo di descrivere le caratteristiche geologiche,
geomorfologiche ed idrologiche dell'area [5];
Studio interpretativo dello stato dei luoghi e della sua evoluzione strorica eseguito
su aerofoto e supporti cartografici di epoca recente e passata, nonché sulla base
della bibliografia storica e geologica reperibile [5];
Prelievo di n.ro 9 campioni dei depositi di litorale emersi e sommersi (questi
ultimi tra -3.00 e -6.00 m s.l.m.m.), sui quali è stata eseguita la analisi
granulometrica, nonché la caratterizzazione petrografica e mineralogica [5];
Prelievo di n.ro 4 campioni dei depositi di litorale sommersi a profondità variabili
tra -5.00 e -6.00 m s.l.m.m., sui quali è stata eseguita la analisi granulometrica,
nonché l'analisi dello zoobenthos [4];
N.ro 2 carotaggi a rotazione e relative prove SPT in foro per la caratterizzazione
geotecnica e litotecnica [5];
Il Comune di Guardia Piemontese, inoltre, ha commissionato uno studio sulle comunità
bentoniche e sui sedimenti a supporto del presente progetto [6], nel corso del quale è
stato eseguito il prelievo di n.ro 4 campioni dei depositi di litorale sommersi variabili
tra -5.00 e -10.00 m s.l.m.m., sui quali è stata eseguita la analisi granulometrica, nonché
l'analisi dello zoobenthos.
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2.2. MOFOLOGIA DEL LITORALE E SUA EVOLUZIONE STORICA
L'analisi comparative delle serie storiche delle aerofoto e delle cartografie disponibili,
mostrano come nell'area in oggetto, al pari di quasi tutte le fasce litorali calabresi, sia in
atto un generalizzato fenomeno erosivo che porta all'arretramento della linea di costa,
concentrato in particolar modo nei tratti privi di opere di difesa. Tale fenomeno è
dovuto alla concorrenza di molteplici fattori legati alla costituzione bassa e sabbiosa dei
litorali, all'azione delle mareggiate e delle correnti litoranee, alla mutazione del
contributo di apporto solido dei torrenti ed infine dagli interventi di natura antropica, ad
esempio sul sistema di dune costiere a tergo delle fasce litoranee, gli interventi stessi di
protezione localizzata del litorale che spesso provocano problematiche sui litorali
contigui, etc.
La spiaggia rappresenta la porzione affiorante dell'area litoranea ed è composta da una
zona emersa compresa tra la battigia e il fronte della zona dunale, e da una zona
sommersa fino alla linea di prima deposizione dei sedimenti sulla piattaforma
continantale a profondità variabile intorno alla batimetrica -10 m s.l.m.m. La spiaggia
sommersa è costituita da materiali ghiaiosi/sabbiosi continuamente modellati
dall'azione del moto ondoso e delle correnti, con pendenza tale da assumere un profilo
di equilibrio funzione della granulometria dei sedimenti, oltre che dall'energia del moto
ondoso, ma pur sempre in evoluzione con le condizioni meteomarine stagionali.
Nel dettaglio dell'area in esame, il fenomeno erosivo va ricollegato all'attività antropica,
e precisamente ai seguenti aspetti:
L'imbrigliamento e la sistemazione dei corsi d'acqua, che spesso comportano una
drastica riduzione dell'apporto solido sulle spiagge, non bilanciando a sufficienza
il quantitativo di sedimento che viene allontanato e ridepositato in mare aperto
dall'azione del moto ondoso;
La realizzazione di manufatti lungo le coste, che influisce negativamente sul
naturale processo di mobilità dei sedimenti lungo la costa;
La realizzazione di opere di difesa costiera aderenti, che sebbene realizzate in
condizioni di urgenza e necessità, danno luogo a condizioni che aumentano la
capacità erosiva dei marosi a causa dell'azione di riflessione esercitata sulle onde
che amplifica il flusso di risacca.
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L'attuale morfologia della spiaggia si presenta alquanto variegata, in cui si evidenzia la
presenza di un berma ordinaria in prossimità della battigia costituita da una marcata
componente di ciottoli, seguita, a monte, dalla berma di tempesta a composizione
ghiaioso-sabbiosa. Le berme sono raccordate da scarpate di media pendenza che varia
tra 3°÷5° in presenza di sabbie medie e 6°÷15° in presenza di ghiaie e ciottoli. In
corrispondenza della battigia, la composizione granulometrica grossolana porta
localmente a pendenze elevate (15°). Il tratto di spiaggia esaminato è inoltre
caratterizzato dalla presenza di alcune scogliere radenti disposte tra la spiaggia emersa e
la batimetrica -4 m s.l.m.m. che rendono non fruibili i tratti di litorale interessati.
Per quanto riguarda, invece, la spiaggia sommersa, questa mostra un profilo ondulato
con presenza di barre discontinue parallele alla costa, separate sovente da solchi. Nelle
aree più distanti rispetto alla battigia si osserva una intensa sedimentazione di materiale
sottile, costituito da sabbie medie e fini.
L'andamento delle batimetriche mostra una variazione di pendenza in corrispondenza
del passaggio tra i depositi ghiaiosi e quelli sabbiosi localizzato intorno alla quota -2,50
m s.l.m.m. Oltre la batimetrica -3,50 m. s.l.m.m. la spiaggia assume morfologia
subpianeggiante con pendenza dell'ordine di 2°. Il fondale è caratterizzato dalla
presenza di ripples orientati sublongitudinalmente alla linea di riva, con differenze di
orientamento variabili in funzione della fronte d'onda stagionale dominante.
Nell'area studiata, il trasporto litoraneo, che avviene con diverse modalità in funzione
della granulometria del sedimento e delle correnti, si verifica da Nord a Sud, tanto che
negli anni si è verificato un accrescimento della spiaggia in prossimità delle barriere sul
lato sopraflutto ed una marcata erosione sul lato sottoflutto.
2.3. RISULTATI DELLE CAMPAGNE DI INDAGINE GOGNOSTICHE
I prelievi di campioni di sedimento emerso ([5]) e sommerso ([4], [5] e [6]) eseguiti nel
corso dei diversi studi riportati nel § 2.1 ha consentito una caratterizzazione
sufficientemente approssimata della granulometria presente nelle varie zone di
interesse. Le analisi eseguite presentano generalmente un basso range di variazioni,
6
mostrando caratteristiche di classatura molto buone in cui la frazione sottile è ovunque
assente a causa dell'alta energia dell'ambiente di sedimentazione, come mostra la
pendenza delle curve cumulative riscontrate. I campioni G1, G2, G3, G4 relativi allo
studio [4] ed i campioni G5, G6, G7, G8 relativi allo studio [6], hanno invece mostrato
una piccolissima percentuali di materiale fine.
Figura 1 – Localizzazione planimetrica delle indagini eseguite [5]: - Stazioni di campionamento: C1, C2, C3, C4, C5, C6, C7, C8, C9 - Perforazioni meccaniche: S1, S2
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Figura 2 – Localizzazione planimetrica delle stazioni di campionamento G1, G2, G3, G4 [4]
Figura 3 – Localizzazione planimetrica delle stazioni di campionamento G5, G6, G7, G8 [6]
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Di seguito si riporta la sintesi della costituzione granulometrica dei campioni prelevati:
Tabella 1 - Classificazione granulometrica campioni C1, C2, C3,C4, C5, C6, C7, C8, C9 [5]
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Figura 4 – Analisi granulometriche campioni C1, C2, C3, C4, C5, C6, C7, C8, C9 [5]
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Le perforazioni eseguite sulla spiaggia emersa in occasione dello studio [5], hanno
invece permesso di ottenere l'andamento stratigrafico dei depositi osservati e di
caratterizzarli da punto di vista geotecnico. In particolare, l'assetto stratigrafico
riscontrato è quello tipico di un ambiente sedimentario di transizione qual è un
ambiente di spiaggia emersa, con la presenza di sabbie e ghiaie con conglomerati in
alternanza con livelli sabbiosi sottili; raramente si incontrano orizzonti lentiformi di
spessore centimetrico di natura argilloso-sabbiosa. La successione stratigrafica
caratteristica estrapolata dalla campagna di indagini è riportata di seguito (vedi anche
Figura 5):
profondità dal piano di campagna
descrizione del terreno riscontrato
0.00 ÷ 0.60 sabbie di copertura 0.60 ÷ 2.70 sabbia 2.70 ÷ 3.70 sabbia con ciottoli 3.70 ÷ 4.40 sabbia e ghiaia 4.40 ÷ 4.90 sabbia ciottolosa 4.90 ÷ 6.20 sabbia e ghiaia 6.20 ÷ 8.40 sabbia ciottolosa 8.40 ÷10.00 ghiaia
La caratterizzazione geotecnica dei depositi di spiaggia in oggetto, desunta dalle prove
SPT in foro condotte, descrive un terreno granulare non coesivo ben compattato a
drenaggio continuo dotato delle seguenti caratteristiche geotecniche:
DEPOSITI DI SPIAGGIA ATTUALI
angolo di attrito interno φ = 30° coesione c = 0,00 kg/cmq peso di volume γ = 1,90 ton/mq densità relativa Dr = 68%
La analisi miteralogica/petrografica eseguita mediante tecnica diffrattometrica [5] ha
fornito, infine, i seguenti risultati:
Quarzo 51% Plagioclasio 34% Calcite 10% Crisotilo 3 % Miche 1 % Crocidolite 1 %
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Figura 5 – Rappresentazione stratigrafica sondaggio S1
Tabella 2 - Analisi granulometrica campioni G1 e G2 [4]
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Tabella 3 - Analisi granulometrica campioni G3 e G4 [4]
Tabella 4 - Analisi granulometrica campioni G5 E G6 [6]
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Tabella 5 - Analisi granulometrica campioni G7 e G8 [6]
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3. INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO
3.1. MORFOLOGIA
L'area in studio è localizzata nel settore settentrionale dell’unità fisiografica compresa
fra Capo Cozzo a Sud e Intavolata a Nord inserita nel gruppo montuoso del Cozzo del
Greco (Figura 6). In particolare, l’unità fisiografica in oggetto si può suddividere in due
settori: il primo, più erodibile, in cui si inserisce il Golfo di S. Eufemia, il secondo,
meno erodibile, che corre da Capo Suvero a Intavolata verso Nord.
Figura 6 - Foto satellitare del tratto di costa interessato
L’area in studio è ubicata in cartografia C.T.R. al F° 229 III N.O. a cavallo delle due
tavole in scala 1:10.000 Guardia Piemontese (sez. D) e Cozzo Scippalino (sez. C)
(Figura 7).
Nel suo complesso, l’unità fisiografica ha la sua espressione più marcata nel Golfo di
S.Eufemia, determinato dall’azione erosiva del mare in seno a formazioni giovani sia in
termini di età che di tessitura a resistenza bassa, ma in effetti tutta l’unità fisiografica
comprende anche formazioni litoidi più antiche dotate di tessitura più resistente.
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Figura 7 - Foglio 241 – Tavoletta IV – NE – Sezioni A-D e B
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Il settore in oggetto, che corrisponde al Golfo di Cetraro, costituisce la subunità più
settentrionale del tratto di unità fisiografica meno erodibile che corre da Capo Suvero a
Intavolata verso Nord. In particolare, in litorale in studio è esteso quasi 2.900 ml dalla
Fiumara dei Bagni fino al torrente Lavandaia, che delimitano il territorio comunale.
Le entità fisiografiche in studio sono costituite da unità tettoniche rigide a carattere
ofilitifero (come l’unità del Frido) e filladico (come l’unità di Bagni), mentre solo
presso quote topografiche minori sono presenti le litologie più erodibili tortoniane e
plioceniche che consentono all’azione del mare di produrre le due sub unità
fisiografiche individuate fra Capo Grosso ed Amantea.
La morfologia del litorale è condizionata da due fattori preminenti: il primo fattore è
costituito dalle fiumare che solcano tutto il versante, fra le quali spiccano la Fiumara
dei Bagni ed il Torrente della Lavandaia, mentre il secondo fattore è di carattere
antropico in quanto tutto il litorale è limitato a monte dalla linea ferrata e dalla S:S.18.
Lungo queste direttrici insiste l’abitato della frazione Marina di Guardia Piemontese, a
monte del quale si estendono i boschi inseriti nel contesto montuoso, più che collinare,
della Sila Grande. La Sila grande, in questo segmento, costituisce la catena costiera
formata dalle litologie paleozoiche che corrono parallelamente al versante tirrenico
della Calabria ai piedi dei quali insistono i depositi alluvionali delle fiumare.
Il settore in studio prograda verso mare con acclività elevate fino al promontorio
costituito dalla Serra Fornaio a litologia più rigida di età miocenica, separando di fatto i
settori di influenza idrografica delle fiumare dei Bagni da quelli del torrente Lavandaia.
Si deve osservare che in quest’area della Calabria, le dinamiche dei corsi d’acqua
presentano caratteri piuttosto turbolenti, causati da una idraulica determinata da una
morfologia aspra dell’entroterra, che presenta acclività con valori elevati e che
comporta un notevole trasporto solido verso la foce, determinando così ampi conoidi.
L'apporto solido fa sentire la sua influenza sulla costituzione mineralogica e
petrografica dei fondali antistanti il litorale.
Nel caso in studio si osserva una asimmetria della pianura alluvionale, determinata
dall'azione combinata della dinamica idraulica delle fiumare e quella dei moti ondosi e
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di corrente che hanno limitato la pianura fino all’altezza delle Timpe della Scala, dove
viene meno il ridosso e la corrente può espletare la sua azione di trasporto. A tal
proposito, va tuttavia rilevato che il litorale è influenzato sia da una certa riduzione
dell'apporto solido delle fiumare provocato da alcune opere di regimazione, sia dalle
opere di protezione di difesa costiera ed infrastrutturale presenti.
Limitatamente al litorale specificatamente interessato dallo studio, l’indagine
morfologica ha evidenziato che, al confronto dei dati documentali reperiti, in pochi anni
il litorale si è ridotto notevolmente, tanto da minacciare le infrastrutture presenti.
Con riferimento alla batimetria, la linea di riva rilevata corre già in prossimità del
torrente dei Bagni molto a ridosso della ferrovia, protetta da una massicciata realizzata
con massi naturali. Procedendo verso sud, la presenza di tre break-waters in sequenza
ha favorito il mantenimento della linea di costa, ma si mostrano oggi con chiari segni di
disconnessione, pur continuando ad esercitare una certa protezione. Scendendo
progressivamente verso sud, il litorale si restringe sensibilmente fino a ridursi a ridosso
della mantellata ferroviaria già all’altezza della Serra Fornaio. Tale ridosso prosegue
per circa 300 mt; successivamente il litorale si amplia leggermente, mantenendo una
larghezza media di 10 – 20 ml. L'andamento descritto trova riscontro nei profili di riva
eseguiti, di cui si tratta nel paragrafo 3.2.
In merito poi alla costituzione sedimentologica nella sua componente più naturale, il
litorale è costituito in parte maggioritaria da sedimenti grossolani di genesi alluvionale
costituiti prevalentemente da sabbie grossolane e ghiaie che verso sud si arricchiscono
ulteriormente della componente ciottolosa. La componente più fine, essenzialmente
sabbiosa, è stata rilevata solo a ridosso dei break waters e si ritiene che sia il risultato
dell’azione combinata fra il moto ondoso e la correntometria.
È da notare, infine, che l’antropizzazione della pianura alluvionale ha ormai comportato
la quasi totale scomparsa dell’apparato dunale retrostante tipico della costa tirrenica
della Calabria.
Il diagramma di distesa libera su base geomorfologica in Figura 8 ha evidenziato
l’esposizione generale ai venti nord occidentali su tutta l’unità fisiografica, che
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rappresentano anche quelli a maggiore incidenza, in particolar modo per i venti
provenienti da Ovest (Ponente) ed in subordine a N-O, dove però il litorale risulta più
protetto da una minore superficie di distesa libera.
Figura 8 – Diagramma di distesa libera su base morfologica
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3.2. PROFILI DI RIVA
Il rilevamento geologico effettuato e le notizie bibliografiche reperite hanno consentito
di definire il tratto di litorale in studio come settore esposto al moto ondoso e
correntometrico di una piccola piana alluvionale circoscritta fra due corpi rigidi poco
erodibili. Il sistema che si osserva è molto asimmetrico e l’accumulo litorale è esteso
fino alla linea litorale, che poi rappresenta il limite di battigia attuale.
Al fine di definire qualitativamente l’azione degli agenti esogeni sul sistema litorale
emerso, fino alla fascia di marea (battigia), e per definirne la morfologia, sono stati
eseguiti n.ro 11 profili di riva, ritenuti significativi (Figure 12a-m).
I profili sono stati eseguiti, ove possibile, in tratti di costa poco interessati da interventi
di tipo antropico. La loro analisi consente di definire la spiaggia come subpianeggiante
con valori di acclività variabili a seconda della larghezza fra 3% e 6%, anche se in
qualche tratto sono stati misurati valori medi pari all'8%. In effetti la fascia litorale si
estenderebbe fino ai piedi della Serra Fornaio, ma la presenza della strada statale e della
ferrovia hanno interrotto la continuità della fascia in studio.
Il profilo di riva n° 1, il più meridionale, rilevato in corrispondenza delle Timpe della
Scala dove il litorale si riduce sensibilmente, presenta una larghezza molto ridotta. Il
profilo è lungo complessivamente 7,40 ml e si presenta piuttosto pianeggiante fino alla
berma, ben formata, da dove poi aumenta la sua acclività. Si ritiene che la berma
osservata sia ordinaria ma coincidente con la berma di tempestam a causa della
conformazione in relazione alla largehzza del litorale e della granulometria riscontrata.
L’accumulo massimo di sedimenti lungo il profilo è pari a +0,82 mt sul livello del mare
fino alla massicciata ferroviaria retrostante. La battigia presenta una pendenza di circa
8° con un lieve scalino con granulometria ad evidente carattere sabbioso, ricoperta da
sedimenti decisamente più grossolani, come anche l’indagine subacquea ha
successivamente evidenziato.
Il profilo di riva n° 2, ubicato a circa 90 ml a nord del precedente, si presenta più
pianeggiante, anche se le caratteristiche dimensionali sono analoghe. Qui la berma
ordinaria è ben distinta da quella di tempesta, probabilmente a causa della
granulometria, più grossolana per la prima, oltre che per l’ampiezza del litorale che, in
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relazione al moto ondoso, favorisce la formazione delle due berme. In tutti e due i casi
la morfologia dei profili risente probabilmente della presenza nel tratto di mare
antistante di due fosse approssimativamente circolari con batimetria massima
leggermente maggiore rispetto alle zone circostanti.
Il profilo di riva n° 3, pur conservando una analogia dimensionale con i precedenti,
presenta caratteri più marcati nella morfologia: infatti sia le berme che il gradino
subacqueo sono più formati. La granulometria presenta fasce alternate fini e
decisamente più grossolane e la pendenza è leggermente maggiore (circa α=11°). Tali
caratteri anche qui sono correlabili con una zona subcircolare a batimetria maggiore
rispetto l’area circostante e la linea di riva si presenta rientrante verso la massicciata
ferroviaria, analogamente a quanto osservato sui precedenti profili di riva.
Figura 9 – settore meridionale del litorale in prossimità delle Timpe della Scala
La foto in Figura 9 evidenzia l’andamento descritto della linea di riva procedendo verso
le Timpe della scala. Si noti come la ferrovia è ubicata ormai a ridosso sul mare.
Il profilo di riva n° 4 è il più settentrionale, ubicato, insieme ai profili di riva n° 5 e 6,
nel settore di litorale compreso fra la fiumara dei Bagni e una fiumara minore nei pressi
di Guardia Piemontese Terme. Il litorale, che in prossimita della foce della fiumara è
stato totalmente eroso, qui si allarga rapidamente fino a raggiungere il suo massimo in
corrispondenza del settore interessato dai break waters, dove raggiunge la massima
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larghezza di circa 50 mt fino alle prime costruzioni, comunque ben lontano dagli oltre
200 mt di larghezza osservati negli anni ’80. Il profilo n° 4 si presenta abbastanza
uniforme fino alla berma ordinaria ma con una pendenza media di circa 8°, che termina
con uno scalino subacqueo di oltre α=11°. La granulometria è sabbiosa-ghiaiosa con
ciottolame fino alla berma, dove i sedimenti grossolani di genesi tipicamente
alluvionale prendono il sopravvento. L’accumulo di sedimento misurato arriva a quasi
3,00 m s.l.m.m.
Analogo al precedente, il profilo di riva n° 5 si presenta più esteso, sebbene con
caratteristiche morfologiche diverse. Infatti, anche se la pendenza media é pari ad α=3°,
la berma è meno distinta e, dopo questa, la pendenza subisce un aumento fino ad α=8°
con uno scalino subacqueo più marcato. Anche qui i sedimenti evidenziano una genesi
alluvionale della formazione, in accordo con quanto rilevato e descritto in precedenza.
Il profilo di riva n°6 è stato eseguito a pochi metri dal primo break-water. Nei parametri
dimensionali risulta analogo al precedente anche se la granulometria si presenta più
grossolana. Nel suo andamento verso mare si presenta poco acclive (α=3°), fino alla
berma ordinaria da dove poi aumenta la pendenza fino oltre uno scalino sommerso con
α=10°. In questo settore, il litorale, che inizialmente era stato eroso fino alla massicciata
ferroviaria, si amplia rapidamente fino ai primi manufatti dove misura oltre 35 ml. La
morfologia descritta presenta caratteristiche spiegabili con la presenza di una fossa
antistante il litorale con un massimo di profondità a –5,20 mt. Tale fossa è da
inquadrare probabilmente nel più ampio contesto di alveo torrentizio evidenziato dalla
batimetria e di cui si tratterà nei paragrafi seguenti.
A circa 130 mt dal profilo n° 6, e poco prima del break water seguente, è stato rilevato
il profilo di riva n° 7 che si presenta molto simile al precedente per accumulo di
sedimento, mentre la morfologia presenta alcune differenze. Infatti, pur essendo di
larghezza comparabile con il precedente, l’acclività inizialmente lieve pari ad α=3°, si
approfondisce fino ad α=7° verso la metà del profilo, in corrispondenza della berma
ordinaria che può essere considerata coincidente con quella di tempesta.
Indubbiamente, da questo punto in poi il profilo di battigia presenta delle caratteristiche
che denunciano una maggiore attività del moto ondoso sul litorale. La granulometria è
di tipo sabbioso grossolano talvolta ghiaioso.
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Il profilo n° 8 presenta caratteristiche di transizione fra i profili più settentrionali e
quelli centrali e meridionali. Si tratta, infatti, dell’ultimo profilo a presentare estensione
dell’ordine delle decine di metri (circa 50 mt) come quelli che lo hanno preceduto, ma
la morfologia della battigia è comparabile a quella dei profili di riva n° 9 e 10. Molto
pianeggiante fino alla berma di tempesta, dopo la berma ordinaria si approfondisce
velocemente fino ad α=11°. Non si è riscontrato alcuno scalino sommerso e la
morfologia fra la berma ordinaria e quella di tempesta, ben distinte, presenta analogie
con quella di battigia. L’accumulo di sedimento è compatibile con i precedenti, intorno
a 2,00 mt s.l.m.m., e la granulometria è inizialmente sabbiosa ma diventa a componente
maggioritaria ghiaiosa verso la battigia, denunciando così il carattere alluvionale dei
sedimenti in copertura su quelli marini.
Il profilo n°9, con una larghezza inferiore ai precedenti, presenta una berma ordinaria
molto poco marcata contrariamente a quella di tempesta molto più marcata. L’acclività
è maggiore dei precedenti con α=8°, mentre la granulometria ricalca lo schema del
profilo precedente con un accumulo analogo.
Il profilo n°10 si presenta più moderato, con una acclività media pari ad α=4°, ma una
sola berma ordinaria ben marcata. Lo scalino sommerso è assente e la granulometria è
ghiaiosa ovunque.
Il profilo di riva n°11, infine, è simile al precedente sia dal punto di vista morfologico
che granulometrico con una lieve acclività. È presente uno scalino sommerso ben
marcato il cui margine misura α=14°. La granulometria è molto grossolana e
probabilmente responsabile dell’acclività in relazione alla profondità che viene
raggiunta subito a –2,20 m s.l.m.m.
La localizzazione planimetrica dei profili è riportata in Figura 10. Nelle Figure 12a-m si
riportano i profili rilevati. Nella Figura 11 si riporta la curva di marea per il periodo di
rilevamento.
23
Figura 10 – Planimetria con indicazione dei profili di riva, dei profili subacquei e dei campioni prelevati
Figura 11 – Curva di marea per il periodo di rilevamento
24
Figura 12a – Profilo di riva 1 - Scala 1:200
Figura 12b – Profilo di riva 2 - Scala 1:200
25
Figura 12– Profilo di riva 3 - Scala 1:200
Figura 12d – Profilo di riva 4 - Scala 1:200
26
Figura 12e – Profilo di riva 5 - Scala 1:200
Figura 12f – Profilo di riva 6 - Scala 1:200
27
Figura 12g – Profilo di riva 7 - Scala 1:200
Figura 12h – Profilo di riva 8 - Scala 1:200
28
Figura 12i – Profilo di riva 9 - Scala 1:200
Figura 12l – Profilo di riva 10 - Scala 1:200
29
Figura 12m – Profilo di riva 11 - Scala 1:200
30
4. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA
4.1. CARATTERISTICHE GEOLOGICHE E MORFOLOGICHE DI SUPERFICIE
La struttura e l’evoluzione tettonica della Calabria si può inquadrare in un complesso
più ampio che ha interessato tutto il sistema Appenninico Maghrebide ed in particolare
l’arco Calabro Peloritano. Trattasi di una serie di accavallamenti che costituiscono
l’arco calabro derivante dalla collisione e subduzione di due placche tettoniche
delimitate dai due sistemi denominati linea di Sagineto a nord e linea di Taormina a sud
con movimento relativo da NW.
A sua volta, l’arco calabro si può dividere in due settori distinti e separati
approssimativamente dalla pianura che corre grosso modo da Capo Vaticano, attraverso
la piana di S. Eufemia, fino a Soverato.
Figura 13 – Inquadramento strutturale della Calabria meridionale
La distinzione tettonica fra questi due settori è evidente se si considera la loro
evoluzione. Nel settore meridionale a vergenza meridionale delle falde, a differenza di
quello settentrionale, non sono presenti unità a carattere ofiolitico né unità cristalline
interessate da metamorfismo come anche spicca la mancanza di unità carbonatiche
sottostanti a quelle cristalline.
31
Il settore settentrionale nell’ambito del quale ricade l’unità fisiografica in studio è
caratterizzato dalla presenza di serie magmatiche intrusive, metamorfiche ed oolitiche
di grado da basso ad alto, poggianti su unità carbonatiche appartenenti al sistema
Appenninico Maghrebide facilmente osservabili lungo la catena costiera e sul massiccio
del Pollino.
In particolare l'unità fisiografica è interessata maggiormente dall’unità tettonica più
profonda denominata del Frido, costituita da metasedimenti associati a ofioliti a
composizione basaltica con serpentini, gneiss e scisti filladici.
Trasgressivi su tutto l’edificio tettonico delineato stanno i sedimenti marini e
continentali di età tortoniana inferiore fino al Pliocene inferiore che presentano
inclusioni di sedimenti delle unità sicilidi, e sedimenti di età Plicenica superiore fino a
Pleistocenica.
Lo studio geologico dell’area non può non tenere conto della geologia di superficie
litoranea, in generale di tutta l’unità fisiografica ed in particolare della geologia dei
terreni presenti a monte dell’unità in studio con la quale la costituzione del fondale è
intimamente connessa.
In Figura 14 è esposta la geologia di superficie dell’area litorale e dei rilievi retrostanti.
In particolare, il tratto di litorale che interessa maggiormente il presente studio ai fini
della geologia subacquea è costituito da un Sistema di terrazzamenti quaternari a
carattere alluvionale e marino che, presumibilmente, presentano almeno un altro livello
attualmente sommerso.
Infatti, la correlazione fra la morfologia e la litologia della fascia litoranea si compone
dal mare verso monte dei seguenti elementi:
• piattaforma di abrasione recente coincidente con la spiaggia che, come visto, si
estende da pochi metri a poche decine di metri.
• infrastrutture e strutture antropiche impostate con molta probabilità sulla
spiaggia antica.
• pianura costiera, su cui insiste l’abitato, di genesi alluvionale delimitata a monte
da un’area di terrazzamenti marini talvolta passanti lateralmente ai conoidi di
32
deiezione delle fiumare, con pendenze moderate costituite, da depositi detritici e
conglomeratici immersi in una matrice di sabbia grossolana. L'ampiezza di tale
area va riducendosi progressivamente verso sud fino ad annullarsi.
Stratigraficamente, dall’alto verso il basso sono presenti recenti depositi alluvionali
localizzati a monte lungo i corsi d’acqua, seguiti verso valle da alluvioni costituite da
ciottolame a granulometria mista da ciottolosa a sabbiosa, frammista a depositi di
litorale.
I rilievi siti a monte hanno influenzato tutta la piana alluvionale ed il litorale, grazie agli
apporti solidi delle fiumare e sono costituiti dal basamento cristallino di età paleozoica.
In particolare, questi terreni sono costituiti da gneiss e scisti a mica biotite e granato ad
elevata resistenza all’erosione anche se sono soggetti a fenomeni di alterazione chimica
che li degrada. In funzione di tale degrado varia la permeabilità che in condizioni
normali è bassa.
Verso il settore meridionale dell’unità fisiografica, i terreni di età paleozoica sono
ricoperti parzialmente dal complesso miocenico di terreni di genesi sedimentaria
costituiti, dall’alto verso il basso, da argille siltose grigie seguite arenarie massive con
orizzonti localmente limitati di sabbie più o meno sciolte, per finire ai conglomerati e
brecce i cui elementi presentano una costituzione granitoide e localmente filladica che
denotano la loro genesi magmatica. La resistenza all’erosione è considerata da buona ad
elevata mentre la permeabilità è moderata.
33
Figura 14 – Stralcio geologico di superficie
34
4.2. GEOMORFOLOGIA DEL SISTEMA LITORALE E SUBACQUEO
Al fine di definire la natura morfologica del sistema in studio è stato condotto, oltre al
rilevamento geologico e morfologico del litorale anche il rilievo subacqueo, che ha
consentito di correlare quanto già esposto con la geologia e geomorfologia subacquea.
Sono inoltre stati realizzati 8 profili subacquei.
La definizione strumentale della batimetria e la sua ispezione diretta hanno consentito
di riconoscere con buona approssimazione la probabile genesi del sistema litorale e le
sue fasi evolutive.
Figura 15 – Modellazione DTM del fondale
La batimetria si presenta, soprattutto in corrispondenza delle isobate minori e più vicine
al settore emerso, molto influenzato dalle vicissitudini che ha subito il litorale. Con
riferimento alla carta batimetrica ed alla modellazione DTM in Figura 15, relativamente
alle fenomenologie sulle prime isobate approssimativamente fino alla isobata –5,00, si
può suddividere il fondale in tre settori:
35
• il più settentrionale, ad azione erosiva spinta fino a quello che si ritiene essere
un antico alveo forse di confluenza delle tre fiumare insistenti a monte, oggi non
più raccordabili a causa delle modificazioni antropiche; tale ipotesi viene
avanzata osservando la geomorfologia dei terreni superficiali che induce a
ritenere che l'alveo si sia impostato su due superfici di scorrimento preferenziale
rappresentate da due faglie che mettono a contatto i corpi paleozoici costituiti
dai calcari cristallini al centro e gli gneiss e scisti a granato e biotite a sinistra e
le filladi e gli scisti a muscovite a destra.
• Da qui in poi, verso sud e per tutto il settore centrale del fondale rilevato,
l’attività erosiva del moto ondoso diventa più moderata grazie anche alle diverse
opere di protezione presenti che rendono il litorale più stabile. In particolare,
sono presenti tre break-waters ed una barra soffolta artificiale, oltre la quale
l’attività erosiva ridiventa elevata. Il carattere meno intenso dell’erosione
costiera in questo settore è anche indicato dalla acclività meno elevata in
corrispondenza delle prime isobate, a differenza del primo tratto di litorale e del
tratto più meridionale.
• Oltre la barra soffolta, verso sud, è osservabile il grado più intenso dell’attività
erosiva, visualizzabile con delle vere e proprie nicchie di erosione che
corrispondono, in superficie, con la minore ampiezza del litorale fino al ridosso
sulla massicciata ferroviaria. A mare, a tali nicchie di erosione corrispondono ad
alcuni rigonfiamenti di accumulo di materiale sedimentario eroso ed asportato
dalla riva o dalla sua prossimità, in corrispondenza delle isobate maggiori dove
si trovano fasce batimetriche più acclivi. Tale meccanismo è anche osservabile
sul settore più settentrionale, mentre sul settore ad attività più moderata, le
isobate si presentano più uniformi.
In merito alle nicchie di erosione, le più caratteristiche, ma anche di entità
maggiore si osservano proprio nel settore più meridionale. Infatti, alla base della
nicchia di erosione corrisponde un’area subpianeggiante, generalmente posta
all’isobata –4,00 mt slm, oltre la quale si ha un rigonfiamento delle isobate con
una minore acclività.
L’isobata -4,00 mt slm individua un periodo preciso di stasi temporanea del
processo di risalita del livello eustatico databile intorno a 6.000 anni.
36
In questo periodo, si è avuto il processo di erosione che ha creato, per ogni
nicchia, corrispondenti settori di accumulo dei sedimenti erosi dal litorale, come
meglio sarà esposto nel capitolo riguardante la sedimentologia.
Eccetto che nel settore centrale, cioè il tratto di fondale compreso fra i profili di
riva n° 6, 7, 8 e 9, tutta il resto dell’area in studio è interessata da questa
fenomenologia deposizionale che si estende mediamente fino all’isobata –9,00
mt s.l.m.m., dove i sedimenti ricoprono quella che si ritiene la probabile antica
piattaforma di abrasione la cui sommersione deve essere stata repentina, come
indicato dall’assenza, in questo settore batimetrico, di indizi che indichino
qualsiasi forma di temporanea rielaborazione di sedimenti.
Figura 16 – Curva ipsometrica per il Mediterraneo
Il periodo di risalita si può ipotizzare intorno a 6.500 anni e la risalita del livello
eustatico in questa zona potrebbe essere stato costante e breve nell’arco di
qualche secolo. Quanto descritto è facilmente osservabile se si considerano i
profili subacquei che evidenziano perfettamente la dinamica deposizionale
descritta. La curva ipsometrica su cui si basano le considerazioni di cui sopra, è
37
stata calcolata, nell’ambito di una serie di ricerche ai fini di ricostruzioni dei
movimenti eustatici nell’ambito di alcuni studi archeologici, analizzando le
problematiche relative alle variazioni recenti del livello del mare utilizzando i
dati scaturiti da recenti studi basati sulla datazione di speleotemi campionati in
grotte marine sommerse del mare Tirreno (Antonioli et alii; Alessio et alii). Al
fine di ottenere dati certi e commensurabili, i campionamenti sono stati eseguiti
in grotte sommerse marine stabili in cui i movimenti relativi riscontrati sono
stati effettivamente quelli derivanti da eustatismo e non dalla componente
eustatica e tettonica. La curva esposta presenta alcuni controlli in linea con le
datazioni di alcune stazioni preistoriche sommerse rinvenute nel Mediterraneo.
Tale curva può dunque essere utilizzata anche per considerazioni di ordine
paleogeomorfologico e paleoclimatico inerenti sia la variazione del livello
marino che la sequenza di vicende occorse al litorale in periodi geologici
riferibili alle formazioni riscontrate, che in questo caso sono di età pleistocenica
e recente.
Per ciò che riguarda le forme morfologiche individuate sul fondale, sono stati osservati
diffusamente in tutta l’area investigata ripple marks fino oltre la batimetrica – 9,00.
L’analisi dei profili dei ripples (Figura 17) è indicativa dell’attività di correntometrica
derivante dal moto ondoso che interessa il fondale anche in profondità.
Figura 17 – Profili dei ripples mark riscontrati
38
I profili osservati indicano una provenienza della corrente dalla riva; la circostanza che
sono presenti sia dove si rinvengono granulometrie fini (localizzate più in profondità),
sia in presenza di granulometrie grossolane, indica la forza della corrente di ritorno.
Tale argomento sarà ripreso nel capitolo della sedimentologia in cui la correlazione con
quei dati chiarirà meglio la dinamica di formazione di queste forme morfologiche sul
fondale.
Quanto sopra esposto è stato verificato anche grazie ai profili subacquei eseguiti a
seguito delle immersioni condotte (Figure 18a-h).
39
Figura 18a – Profilo subacqueo 1 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
Figura 18b – Profilo di subacqueo 2 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
40
Figura 18c – Profilo subacqueo 3 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
Figura 18d – Profilo subacqueo 4 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
41
Figura 18e – Profilo subacqueo 5 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
Figura 18f – Profilo subacqueo 6 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
42
Figura 18g – Profilo subacqueo 7 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
Figura 18h – Profilo subacqueo 8 – Ascisse Scala 1:2000 - Ordinate Scala 1:200
43
4.3. SEDIMENTOLOGIA
La caratterizzazione sedimentologica della spiaggia emersa e della spiaggia sommersa è
stata condotta sulla scorta dei dati reperiti sulle relazioni di riferimento [4], [5] e [6], e
soprattutto dei dati rilevati da una indagine espressamente condotta per la redazione del
presente progetto, nel corso della quale sono stati prelevati e destinati alla
caratterizzazione granulometrica n.ro 2 campioni sulla battigia (CB1, CB2) e n.ro 4
campioni subacquei (CS1, CS2, CS3, CS4).
Le analisi granulometriche hanno permesso di determinare le percentuali di sedimento
per ogni fascia di diametro, distinguendo i ciottoli, le ghiaie, le sabbie e i peliti. Sono
stati determinati quindi i valori dei diametri in Ф corrispondenti a valori percentili
standard. Da questi valori sono stati desunti i parametri caratteristici del sedimento
quali la media, la mediana, la classazione, la asimmetria e l’appuntimento. I risultati
ottenuti hanno consentito di definire con sufficiente affidabilità il carattere
sedimentologico della zona e di metterlo in relazione con la geomorfologia riscontrata,
delineando così le caratteristiche del sistema in studio ed ipotizzare la sua probabile
evoluzione.
Dall'analisi condotta nella Relazione Sedimentologica [3], si evince che per la spiaggia
sommersa i dati rilevati forniscono il valore di D50 = 0.35 mm, con una deviazione
standard geometrica di 1,21. La distribuzione granulometrica cumulativa e la
corrispondente curva granulometrica cumulativa per i campioni prelevati in
corrispondenza della spiaggia sommersa, sono riportate in Figura 20.
44
Figura 19 – Costituzione sedimentologica del fondale
Composite: Grain Size
20 40 60 ASTM Mesh
1.000 0.250 (mm)
0 1 2(phi)0
10
20
30
40
50
Freq
uenc
y W
eigh
t Per
cent
Case: CS1-CS3
Median
Mean
Grain Size--- Folk Measures ---Median = 0.35 mmMean = 0.36 mmStd.Dev. = 0.83 mmSkewness = -0.12Kurtosis = 0.82--- Moment Measures ---Mean = 0.36 mmStd.Dev. = 0.78 mmSkewness = -0.28Kurtosis = 2.55
Composite: Grain Size
20 40 60 ASTM Mesh
1.000 0.250 (mm)
0 1 2(phi)0
20
40
60
80
100
Cum
ulat
ive
Wei
ght P
erce
nt
Case: CS1-CS3
Median
Mean
Figura 20 – Distribuzione e Curva granulometrica per i campioni subacquei
45
5. CARATTERISTICHE GEOTECNICHE
I terreni oggetto di intervento che si trovano ad una quota di circa -5.00 m s.l.m.m. sono
costituiti da depositi di spiaggia che rappresentano i sedimenti attuali distribuiti
sull’area di stretto interesse del progetto.
I campioni prelevati sul fondo sono generalmente caratterizzati da sabbie a
granulometria media.
Analisi penetrometriche condotte su terreni di analoghe caratteristiche hanno mostrato
che il numero di colpi rilevato è pari a:
N1 = 5 N2 = 7 N3 = 7
alla profondità di -1.00 rispetto al fondo.
Sulla base di tali dati, nonché della relazione di riferimento [5], le caratteristiche
geotecniche sono desunte nella Relazione Geotecnica allegata al presente progetto.
46
6. CONCLUSIONI
Sulla base dello studio effettuato è stato possibile delineare le caratteristiche del sistema
in studio ed ipotizzare la sua probabile evoluzione.
Il sistema costiero è stato generato dal sistema fluviale e torrentizio che ha portato i
materiali riferibili alle litologie di genesi magmatica e metamorfica site a monte ad
accumularsi a valle. L’accumulo è avvenuto nella antica baia costituita tra il piccolo
promontorio costituito dal Cozzo S. Iorio (332 m s.l.m.m.) appartenente al gruppo del
Cozzo del Greco (626 m s.l.m.m.) e il promontorio poco più a sud della Serra del
Fornaio (296 m s.l.m.m.). Tali sedimenti sono stati accumulati in questa antica baia e
progressivamente poi distribuiti verso sud, nell’ambito della stessa conca, e verso mare
proprio dai moti di corrente, mentre i moti ondosi hanno limitato l’accumulo entro una
fascia contigua, in linea anche con le altre unità. Tale ipotesi è supportata anche
dall’analisi della distesa libera e da un altro studio eseguito dallo scrivente sulla stessa
unità fisiografica.
Per ciò che riguarda l’evoluzione del fondale, oltre alla dinamica evolutiva temporale, il
rilevamento ha evidenziato come vi sia una dinamica erosiva spinta quasi ovunque nei
tratti dove non vi sono opere di protezione. I sedimenti prodotti dall’erosione vengono
rimossi e trasportati verso il largo, e deposti secondo la taglia granulometrica a distanze
progressivamente maggiori, ma comunque all’interno del sistema sedimentologico, in
quanto non si ritiene che la correntometria generale sia tale da produrre grandi
movimenti di materiale anche in ordine alla sua taglia granulometrica per la quale si
rimanda alla relazione sedimentologica per la analisi dei dati.
È stata infine eseguita la caratterizzazione geotecnica dei depositi di spiaggia, utile al
fine del dimensionamento geotecnico delle opere, nella consapevolezza che si tratta di
dati medi che possono essere presi in considerazione per due motivazioni:
- le opere che devono essere realizzate devono poggiare su terreni di deposito
alluvionale che sono sempre soggetti alle azioni delle correnti longshore e cross-
shore dovute al moto ondoso;
- le opere da realizzarsi nell’area in esame sono barriere di scogli naturali
suscettibili di spostamento per effetto del moto ondoso e che quindi non
subiscono danni per piccoli spostamenti provocati da esigui cedimenti del
terreno che sono da considerarsi completamente compatibili con la tipologia
delle strutture in esame.