COmune di Russi · bollo auto e dall'Ipt. Parecchio coinvolte dal prov-vedimento saranno anche le...

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Ufficio stampa COmune di Russi Rassegna stampa 25-01-2012

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COmune di RussiRassegna stampa 25-01-2012

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La terza miglion. affluita di sempl tminssa dal bacino oenese

press LIETE 25/01/2012

Caiiere

RAVENNA

La terza migliore annata di sempre trainata dal bacino cervese

RAVENNA. Record di arrivi e presen-ze in provincia di Ravenna nel 2011. Merito dei turisti stranieri (+7,4%), in particolare di lingua tedesca (45,55% dell'intero bacino estero) e soprattut-to del mare, che si conferma l'auten-tico polo di attrazione.

Se dicembre ha regi-strato 26.917 arrivi (+8,54% sul dicembre 2010), con una leggerissi-ma flessione delle presen-ze, che sono state 73.113 (-0,54%), è il dato annuale a confermare la tendenza più che positiva imbocca-ta in provincia, con una crescita del 5,51% sul 2010, e un milione 366.564 arrivi complessivi. Cre-scono, sia pure in modo più contenuto, anche le presenze, 163mila in più rispetto al 2010 (+2,36%) su un totale di 7 milioni 75.070, ovvero il terzo da-to di sempre, inferiore soltanto ai picchi del 2009 e del 2007.

Ravenna. Chiude l'an-no con 578.576 arrivi (+4,85 %) e 2 milioni 836.106 presenze (+2,11%). Se la città d'arte ha totalizzato 238.423 ar-rivi (+2,05 %) e ben 510.208 presenze (+4,83%), è il comparto mare a fare la parte del leone, con una crescita del 6,91% negli arrivi (che in totale si attestano a quota 340.153) e dell'1,54% nelle presenze, per un totale di 2 milioni 325.898. Il riscontro mag-giore c'è stato natural-mente nel periodo estivo, dove fra giugno e agosto ha guadagnato oltre 8lmila presenze rispetto allo stesso trimestre del 2010, compensati in parte da una certa flessione in bassa stagione.

Cervia. A dicembre pre-

senze e arrivi sono cre-sciuti, rispettivamente, del 30% e del 25,56%. Ma ciò che risalta di più, per importanza e per numeri assoluti, è certamente il dato complessivo del 2011: gli arrivi infatti so-

no stati 676.407 (+6,34% ) e le presenze 3 milioni 889.531 (+2,67%). Un altro dato interessante è quello aggregato di Cervia e Ra-venna, che testimonia il peso del core-business co-stiero che, da solo, assor-

be 1'88% delle presenze annue.

Terre di Faenza. La leg- gera flessione di 3mila presenze rappresenta per la Provincia solo un dato formale, a causa delle presenze straordinarie

registrate nel 2010 grazie all'importante manife-stazione "Speleologia fu-tura", che solo a Casola Valsenio aveva portato oltre 4mila persone. Da segnalare comunque l'ot-tima performance di Bri-

sighella, con 37mila in più (21,52%).

Bassa Romagna e Rus- si. Malgrado un inizio 2011 stentato, il territorio ha registrato diversi me-si consecutivi col segno positivo, confermando un dato annuale di pre-senze che sfiora le 114mi-la, e una crescita del 5,98%.

Mercato estero. Con u- na crescita del 7,4% e un milione 384.341 presenze, si rivela decisamente in crescita. Oltre al boom di tedeschi, crescono anche gli arrivi da Francia e Russia, rispettivamente del 21,6% e del 42,4%; mentre arretrano Polo-nia e Romania, incidendo leggermente sul dato ag-gregato dell'Est Europa che perde il 3,4% sul com-puto presenze ma si con-ferma, con 338.375 presen-ze, come il secondo ma-cro-bacino straniero.

Strutture ricettive. Si consolida il trend, con il comparto alberghiero che cresce del 2,5% nelle presenze e quello e-xtra-alberghiero che si at-testa su un positivo +2,12. Spiccano inoltre i dati de-gli alberghi a 4 stelle (+10,36% e un milione 124.821 presenze) e quello dei campeggi (+7,21% e un milione 370.789 pre-senze).

Semplificazioni. Addio a 350 leggi inutili

Sanzioni al dirigente che sfora i tempi Eugenio Bruno ROMA

Ivo* «A volte è meglio un "no" piuttosto che un "ni" o nessuna ri-sposta per tanto tempo» Il mini-stro della Pubblica amministra-zione, Filippo Patroni Griffi, ha riassunto così la ratio del decreto sulle semplificazioni, che saràve-nerdì in Consiglio dei ministri e che punta ad assicurare tempi cer-ti a cittadini e imprese. Innanzitut-to nei rapporti conia Pa: il dirigen-te che non completerà la pratica in tempo sarà sanzionato. Ma in-sieme alla sburocratizzazione do-vrebbe arrivare anche l'elimina-zione di 350 leggi inutili.

La conferma è giunta ieri dallo stesso responsabile di Palazzo Vi-doni. Ai microfoni di Baobab su Radioiono Rai, Patroni Griffi ha parlato di un provvedimento ehe proseguirà le iniziative già realiz-zate da Roberto Calderoli. Il di-partimento della Funzione pub-blica sta mettendo a punto l'elen-co delle disposizioni da abrogare. Si partirà da un nucleo di 35 voci già individuate: Si va dalla legge che disciplinava l'ora legale nel 1971 a quella sulle provvidenze per i rifugiati dalla Libia, fino alle disposizioni che rinviavano alcu-ne elezioni amministrative o sta-bilivano la composizione del Cda del Viminale. A queste se ne ag-giungeranno altre, individuate d'intesa con i dicasteri interessa: ti, così Lia arrivare alle 350 citate dal ministro.

Passando agli altri contenuti, il cantiere sul Dl è più aperto che mai. Anche ieri si sono svolte riu-nioni tra i tecnici della Semplifi-cazione e quelli dell'Economia. Nelle prossime 48 ore alcune norme potrebbero essere ogget-to, se non di eliminazione, alme-no di una riscrittura. Ad esempio il bollino blu annuale per auto e moto o dell'inserimento dei cre-diti delle cooperative di produ-zione e lavoro tra quelli conside-rati privilegiati.

Tra quelle sopravvissute alla verifica spiccano gli articoli che obbligano gli uffici pubblici a

scambiarsi online i dati su anagra-fe e stato civile oppure che rendo-no operativi i cambi di residenza in due giorni. Male novità per i cit-tadini non si fermano qui dal mo-mento che la scadenza per le car-te d'identità potrebbe essere fatta coincidere con il compleanno del diretto interessato. Inoltre, come anticipato nei giorni scorsi su que-sto giornale, all'Inps dovrebbe es-sere affidata la gestione del «ca-sellario dell'assistenza» con l'elenco ditutti i percettori dipre-stazioni sociali agevolate. Al tem-po stesso verranno velocizzate al-cune procedure per i soggetti con disabilità: basterà il verbale delle commissioni mediche integrate per ottenere il contrassegno di

DECRETO SEMPLIFICAMI« Sì ai cambi di residenza in due giorni e ai tempi certi nelle pratiche della Pa A rischio l'addio al bollino blu annuale

parcheggio, l'Iva ridotta sull'ac-quisto di veicoli e l'esenzione dal bollo auto e dall'Ipt.

Parecchio coinvolte dal prov-vedimento saranno anche le im-prese. Come confermano l'obbli-go per le Pa di pubblicare sul pro-prio sito istituzionale e sul porta-le www.impresainungiorno.gov. it la lista dei controlli a cui saran-no sottoposte le aziende, la previ-sione di una serie di regolamenti governativi taglia-oneri da ema-nare entro fine 2012 e la punibili-tà. dei dirigenti pubblici che non completeranno i procedimenti amministrativi nei termini: «La mancata o tardiva emanazione del provvedimento nei termini - si legge in una delle ultime bozze di DI - costituisce elemento di va-lutazione della performance in-dividuale, nonché di responsabi-lità disciplinare e contabile del dirigente e del funzionario ina-dempiente».

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press unE 25/01/2012

Il Sole12

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Agitazioni anche a Napoli e Milano

I vigili: senza tutele, restituiamo la pistola ROMA

11.»-t I vigili romani protestano contro il governo Monti e resti-tuiscono la pistola. L'iniziativa parte dal sindacato Ospol e an-che a Napoli, Firenze e Milano monta la protesta. Le sigle di po-lizia municipale sono in agitazio-ne perché, dicono, la manovra economica appena varata ha escluso i circa 65mila poliziotti locali dal cosiddetto meccani-smo dell'«equo indennizzo in ca-so di infortunio in servizio»: quando cioè lo Stato corrispon-de una somma per risarcire, per esempio, un vigile che in un ser-vizio di ordine pubblico perde un occhio durante una rissa. La reazione dei sindacati è molto dura. On line è già disponibile il modulo per rinunciare, con atto

inviato al sindaco, allo status di «agente di pubblica sicurezza». Senza quella qualifica un vigile può solo fare multe, controlli nei mercati e poco altro, certo non può più partecipare ai servi-zi di ordine pubblico. La prote-sta si traduce in una rinuncia col-lettiva a quella qualifica e, di con-seguenza, all'arma in dotazione. Non solo: «Oggi invieremo un documento al prefetto, al que-store, al comandante e al sinda-co Alemanno - annuncia Luigi Marucci, presidente nazionale Ospol - per diffidare le autorità dal coinvolgere la polizia muni-cipale nei prossimi servizi di or-dine pubblico in assenza delle tu-tele fmora previste».

M. Lud. KPRODUZIONE RISERVAVA

Occupazione giovanile. Dalla Giunta. di Venezia borse da 600 euro - Limiti di età a Bari: 29 anni per i laureati, 25 per i diplomati

Veneto battistrada dei tifrocini Stage finanziati dalla Regione nelle aziende - Sulla stessa scia Puglia e Lombardia

Andrea Ballane

Un tirocinio finanziato dalla Regione in aziende priva-te. Il Veneto in ordine di tem-po è l'ultima Regione ad aver deciso di sperimentare questa formula, utilizzata anche in Sardegna e in Provincia di Cu-neo. Questo modo di operare però sta prendendo piede an-che nel resto d'Italia. Ad esem-pit) la Puglia sta valutando di battere questa strada, che con-sente da un lato di andare in-contro alle esigenze delle aziende e allo stesso tempo di immettere giovani nel merca-to del lavoro. Al momento il Veneto ha pubblicato un ban-do per i potenziali stagisti, mentre la Puglia, per ora si è li-mitata alle aziende. A gennaio però è prevista anche l'uscita del bando riservato ai disoccu-pati. Tra i due casi ci saranno tuttavia molte differenze.

In Veneto. Il Veneto ha attivato il proget-to "Welfare to Work", per 1.250

tirocini con un rimborso spese di 600 euro. Il bando si è aperto

lo scorso 26 novembre e sarà at-tivo fino all'esaurimento dei fondi. Un solo limite: il tiroci-nio non può essere avviato in enti pubblici. Non vi sono limi-ti di partecipazione né con ri-guardo alle figure professiona-li né alle aziende hanno obbli-go di assunzione.

Sono ammesse, anché se sot-

E REGOLE Milano lavora alla normativa: 12 mesi nella stessa impresa Cagliari ha stanziato a giugno 10 milioni: gestione affidata ai Comuni

toposte al vaglio dell'agenzia Regionale del lavoro, le azien-de che sono in cassa integrazio ne. Secondo il bando della Re-gione Veneto se una ditta ha ap pena messo in cassa integrazio-ne gli operai non è da escludersi che non voglia assumere nella sezione ricerca e sviluppo. Il rimborso degli stagisti sarà di 600 euro lordi a carico dell'Inps

Veneta, che percepisce fondi dalla Regione.

In Puglia. Tutt'altro orientamento ha in-vece la Puglia, che è intenziona-ta a promuovere stage per posti mirati.

Innanzitutto cambia il paga-mento degli stagisti, che perce-piranno 800 euro lordi al mese, ai quali faranno seguito degli incentivi per l'assunzione a tempo indeterminato. L'inter-vento si inserisce nel Piano Straordinario del Lavoro pro-mosso dalla Regione del gover-natore Vendola.

Il primo paletto per poter par-tecipare è il limite d'età, che ren-de vincolante anche il possesso di un titolo di studio. I diploma-ti possono parteciparvi fino a 25 anni e i laureati fino a 29.11bud-get a disposizione per i tirocini formativi è di 5milioni di euro, provenienti dal Fondo sociale europeo, dal Fondo nazionale di rotazione e per un io per cen-to dal bilancio regionale.

Gli stage avranno durata di 6 mesi con un orario lavorativo

compreso tra le 3o e 4o ore. Al momento, non si conoscono i percorsi che -dovranno seguire gli stagisti, ma si sanno già quali sono le aziende che li potranno ricevere. Devono innanzitutto avere la sede in Puglia e non de- . vono operare nei settori agrico-lo, carbonifero, siderurgico, del-le costruzioni; dal momento che in questi casi l'impiego de- gli stagisti ha raramente come obiettivo la formazione.

In Lombardia. Le regole sono invece all'or& ne del giorno in Lombardia su questo tema. In questi giorni è all'opera l'ufficio dell'assessora-to al lavoro e alle politiche socia-li, che sta realizzando un regola-mento sull'utilizzo dei tirocini nella Regione. L'intenzione è quella di disciplinarne modali-tà, criteri e vincoli. Regione Lombardia in questo momento

, promuove tirocini nelle azien- de private ma non li sostiene dal punto di vista,economico.

«Abbiamo deciso di dare una normativa che ha avuto il pare-re favorevole delle parti sociali

e andrà in Giunta a breve - spie-ga l'assessore Gianni Rossoni -. L'obiettivo è l'inserimento e il reinserimento lavorativo. I tiro-cini inLombardia avranno dura-ta massima di 12 mesi, e non po-tranno essere ripetuti nella stes-sa azienda e il massimo periodo che nella vita un lavoratore po-trà fare come tirocinante sarà di 24 mesi. L'obiettivo è quello di evitare gli abusi di questo ti-po di strumento». '

In Sardegna. A utilizzare per prima questa forma di sostegno alle persone disoccupate è stata però la Sar-degna fin dal mese di giugno. Sono stati destinati ben io mi-lioni di euro da parte della giunta del governatore Cap-pellacci che sono stati ripartiti sulla base della percentuale dei soggetti disoccupati e inoc-cupati residenti dei comuni della Sardegna con l'obiettivo di prevedere almeno un vou-cher per Comune.

Nel caso sardo il tirocinio ha avuto durata di 6 mesi con un orario pari all'80 per, cento di

quello previsto dal contratto na-zionale. La borsa è' tata meno generosa delle altre, 50o euro al mese, interamente a carico del-la Regione. La gestione è invece passata per i Comuni che aveva-no la facoltà di integrare con proprie risorse il voucher, con-cordandolo con l'agenzia regio-nale del lavoro, per rendere più veloce l'attivazione.

Requisiti fondamentali per poter usufruire dei contributi erano il non essere percettori di ammortizzatori sociali e che non venissero utilizzati in un'azienda in cui si era già lavo-rato. In tutto ne hanno usufrui-to oltre 3mila disoccupati.

A Cuneo.

Anche la provincia di Cuneo ha deciso a fine dicembre di pro-muovere un'iniziativa di que-sto tipo. Si chiama Esperienza Lavoro ed è un bando per i4o ti-rocini retribuiti con una dota-zione di 600 mila curo. In que-sto caso la Provincia ha ricevu-to il sostegno della fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

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Il Sole12

Enti locali. Le istruzioni dell'Ifel

Calcolo dell'Imu in cinque mosse sull'Ici di cassa 2010 Gianni Trovati MILANO

»M Scomporre la base imponi-bile dell'Imu in cinque compo-nenti e calcolare per ognuna di esse gli effetti "imprevisti" che la riscrittura delle regole porta-ta dall'introduzione dell'Imu può portare rispetto a quel che accadeva con la disciplina dell'Ici. È il passaggio obbligato per i Comuni che in queste setti-mane stanno cercando di risol-vere il rompicapo del bilancio 2012, che proprio sull'Imu trova il proprio ostacolo principale. Il gettito della nuova imposta sul mattone, secondo quanto previsto dal Dl 201/2011 (nel criptico articolo 13, comma 17), fa infatti variare anche la quota di fondo di riequilibrio «in ra-gione delle differenze del getti-to stimato ad aliquota di base». La norma non dice di più, e sol-leva parecchie domande di dif-ficile soluzione: le differenze ri-spetto a che cosa si calcolano? Come impatta il criterio del cal-colo ad aliquota di base? Quali sono le conseguenze sul fondo di riequilibrio.

A queste domande offrono una prima risposta le istruzioni diffuse ieri dall'Ifel, l'istituto per la finanza e l'economia loca: le dell'Anci, su come ogni Co-mune deve effettuare il calcolo delle variazioni di risorse fra . 2011 e 2012 che si producono con il debutto dell'Imposta mu-nicipale unica.

La compensazione, prima di tutto, opera nel senso che i Co-muni si vedranno aggiungere o togliere una quota di fondo di riequilibrio per pareggiare le minori o maggiori risorse assi-curate dall'Imu a «disciplina di base» (l'aliquota è solo una del :

le componenti che determina-no il gettito) rispetto all'Id. L'Ici da assumere come riferi-mento, sottolineano i tecnici dell'Ifel, è quella del 2010, che al momento è l'ultima annualità a offrire un quadro completo a li-vello nazionale; il valore a cui ancorarsi, secondo le istruzio-ni, è quello della cassa effettiva-mente introitata, al netto di eventuali fattori straordinari.

Il problema più complesso, però, è nel calcolo del secondo

termine di paragone, cioè il get-tito che l'Imu può assicurare nel 2012. L'abitazione principa-le, che non entra nella perequa-zione con il fondo di riequili-brio perché questa viene calco-lata solo sull'Imu divisa a metà fra Stato e Comuni, va calcolata partendo dall'ultimo archivio aggiornato, risalente al 2007 (ul-timo anno prima dell'abolizio-ne dell'imposta),,che vaperò ag-giornato con un «coefficiente di espansione» per tener conto dell'ampliamento nel numero di immobili intervenuto negli ultimi anni. Pochi problemi per quantificare i frutti degli immo-bili rurali strumentali (bisogna riferirsi alla categoria Dio se non si hanno dati diretti), men-tre è sugli «altri fabbricati» che si concentrano le novitàpiù im-portanti. La nuova disciplina, prima di tutto, arriva quasi ad azzerare le assimilazioni tazione principale previste dal-la normativa Ici (in pratica ri-mangono solo le abitazioni non locate possedute da anziani ri-coverati in strutture sanitarie), per cui tutto il pacchetto va "tra-sferito" negli immobili soggetti all'aliquota di base del 7,6 per mille. Scompaiono dalla disci-plina di base anche le agevola-zioni facoltative per immobili dati in affitto (libero.o a canone concordato), quelle per gli im-mobili storici e l'abbattimento del 50% per gli immobili inagibi-li. I calcoli devono poi tener conto del fatto che le entrate crescono anche sul versante dei «terreni agricoli», perché scompare la riduzione per sca-glioni prevista dall'articolo 9 della legge lei, mentre le «aree fabbricabili», quinto e ultimo capitolo del calcolo, vedono cambiare solo l'aliquota di ba-se. Un ultimo accenno riguarda i «tributi minori», dalla Tosap all'imposta sulla pubblicità, che secondo le istruzioni Ifel so-no da considerarsi sottratti al congelamento delle aliquote imposto dal 2008.

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O APPROFONDIMENTO ON LINE

Il testo delle istruzioni Ifel wwwilsoie24ore.com/nonne

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IL SISTEMA DEI O NELLE IMPRESE E

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Semplificazione. Bilancio Unioncarnere

Sportello unico: mancano all'appello 1.200 Comuni Valentina Melis MILANO

MO A un anno dall'entrata a regime della riforma dello Sportello unico per le attività produttive, quello che dovreb-be essere l'unico punto di ac-cesso del cittadino rispetto a tutte le vicende amministrati-ve relative alla sua azienda, so-no 4.310 (i153% del totale) i Co-muni che hanno accreditato il proprió Suap al ministero del-lo Sviluppo economico e che operano, quindi, con propri strumenti telematici. I Comu-ni che hanno delegato la ge-stione del sistema alla Came-ra di commercio competente per territorio sono 2.570 (il 32% del totale). In questi oltre 6mila municipi, ricade - se-condo il monitoraggio perio-dico effettuato da Unionca-mere - il 92% delle imprese at-tive su tutto il territorio nazio-nale (il 73% delle aziende è ser-vito da comuni accreditati e il restante 19% usufruisce del servizio reso tramite le Came-re di commercio). Tuttavia -sottolinea Unioneamere - ci sono ancora poco più di 1.200

comuni, né accreditati in pro-prio, né operativi con la Came-ra di commercio, dove dun-que il servizio non è disponibi-le per i cittadini.

In base al Dl 112/2008 (com-ma 3-bis dell'articolo 38), nei. Comuni, che entro ilio set-tembre 2011 non hanno accre-ditato il Suap o non hanno de-legato il servizio alla Camera di commercio, il prefetto de-ve nominare un commissa-rio ad acta per rimuovere eventuali ostacoli e istituire lo Sportello.

In vista del pacchetto di semplificazioni che dovrebbe passare al vaglio del Consiglio dei ministri di venerdì, Union-camere propone di non modi-ficare l'impianto organizzati-

vo del Suap, ma di trovare una soluzione legislativa per com-pletare la copertura territoria-le, disponendo, ad esempio, che i Comuni che al 31 dicem-bre 2011 non avevano provve-duto all'accreditamento del proprio Suap passino le funzio-ni alla Camera di commercio. Un provvedimento di questo genere lascerebbe comunque integra la possibilità dei Co-muni di riassorbire in qualsia-si momento le funzioni.

«La riforma dello sportello unico ha fatto molta strada - os-serva il presidente di Unionca-mere, Ferruccio Dardanello -e la sua completa attuazione è ormai un obiettivo concreta-mente raggiungibile. Occorre uno sforzo di volontà da parte di tutti per percorrere il tratto finale di strada che, come sem-pre, prima del traguardo, è quello più duro».

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Sul territorio

4.310 I COMUNI IN PISTA È il numero dei Comuni che hanno accreditato direttamente il proprio Suap al ministero dello Sviluppo economico (il 53% del totale)

LA DELEGA ALLE CDC È il numero dei Comuni che hanno delegato la,gestione del Suap alle Camere di commercio (il 32% del totale)

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press unE 25/01/2012

Il Sole12

INTERVISTA

Cesa re Azza

Direttore Unione parmense degli industriali

«Le aziende perderanno competitività» PARMA

La stangata Imu per le im-prese parmensi comporterà incrementi in bolletta che nel bilancio previsionale 2012, approvato in fretta e fu-ria dal comune commissaria-to, sono stati calcolati al 51,8% in più. Di fronte a que-sto scenario, dettato dall'emergenza, l'Unione par-mense degli industriali ri-sponde con preoccupata ras segnazione.

Secondo Cesare Azzali, 58 anni, direttore dell'associa-zione, sono ancora una volta le aziende a dovere pagare i debiti e a doversi fare carico delle conseguenze sul bilan-

cio comunale di scelte politi-che poco avvedute che han-no condotto, in ultimo, al commissariamènto del co-mune.

In che modo assorbiran-no la stangata le imprese?

Punteremo tutto sulla no-stra capacità di riorganizzare le aziende e di lavorare sul fronte dell'innovazione dei prodotti per rilanciare il tes-suto produttivo che ancora una volta viene chiamato ad un maggiore impegno da par-te del sistema pubblico per at-tutire le conseguenze di scel-te amministrative che certa-mente non sono direttamen-te imputabili al sistema delle imprese.

È possibile immaginare i riflessi concreti che questi incrementi di aliquota pro-durranno sulle singole aziende?

Una risposta precisa a que-sta domanda presuppone uno studio che ancora non è stato fatto ma che ci accingia-mo a fare. È di tutta evidenza, però, che il carico tributario complessivo, diretto ed indi-retto, sulle aziende, già mol-to pesante prima della mano-vra di dicembre, è una delle principali ragioni di perdita di competitività di tutto il si-stema e va ad aggravare una situazione già di per sé preoc-cupante.

Come giudica l'approva-

zione del bilancio comuna-le di previsione fatta con tanto anticipo sulla scaden-za fissata dal governo del 31 marzo?

Un tentativo di stabilizza-re una situazione molto incer-ta e anche molto confusa. Ci auguriamo che la situazione del bilancio comunale miglio-ri con il tempo di modo che si possano anche rivedere i cri-teri di pressione fiscale e si possa attenuare il peso di scelte dettate dalla necessità. Ma esistono ancora molte va-riabili interpretative che ren-dono del tutto incerto il qua-dro nazionale. Vediamo cosa succederà nella cosiddetta fa-se due del comune.

Preoccupato. Cesare Azzali, direttore Industriali Parma

FUORI DALL'EMERGENZA «Il Comune deve superare questa fase di incertezza e fermare il carico sulle aziende»

In che senso? Ci aspettiamo che supera-

ta la fase di emergenza ven-gano fatte delle valutazioni approfondite che consideri-no come prioritario l'obietti-vo di non aggravare le condi-zioni operative delle azien-de di modo da permettere lo-ro di tornare aprodurre ric-chezza.

Esistevano delle strade al-ternative alla stangata Imu per la messa in sicurezza dei conti del comune?

Se esistevano noi non le co-nosciamo. Tutta la manovra si giustifica sul fondamento che i margini di tempo per de-cidere erano molte ristretti. Chiaramente se i tempi di re-cupero fossero stati diversi, manovre come questa si sa-rebbero potute evitare.

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DILE

CENTRO NORD

Stangata Imu sulle imprese I rincari arrivano all'85% I comuni spingono sulle aliquote - Ancona ai primi posti PAGINE A CURA DI Mariangela Latella

È un salasso annuncia-to quello dell'Imu sulle im-prese.

Dalle prime stime 2012 allo studio dei comuni del Cen-tro-Nord che stanno prepa-rando il bilancio di previsio-ne, i rincari per le aziende sul-la bolletta dell'ex-Ici, non sa-ranno inferiori aí 300 euro con incrementi del gettito per i comuni che andranno da143 all'85 per cento.

E una delle conseguenze della manovra lacrime e san-gue, il cosiddetto decreto "salva Italia" che il governo Monti ha varato lo scorso di-cembre e che tra la rivaluta-zione delle rendite catastali, da un lato, e la possibilità, da-ta ai comuni, dall'altro, di ma-novrare sulle aliquote Imu fi-no ad un incremento (o ridu-zione) massimo di 3 punti millesimali (dal 7,6 al 10.6 per mille) promette di tra-dursi in vere e proprie bato-ste peri bilanci delle impre-se dell'area.

Nell'attuale scenario dito-tale incertezza normativa so-no pochissimi i comuni che hanno approvato i loro bilan-ci di previsione.

Tra questi gli emiliano-ro-magnoli Ferrara (che ha pre-ferito vararlo in anticipo sui tempi per potere meglio ge-stire la spesa nel 2012) e Par-ma (comune commissariato che l'ha dovuto approvare in fretta e furia spinto dalla ne-cessità di mettere in sicurez-za i conti dell'ente).

In entrambi i casi sono previsti incrementi delle alicinote per gli edifici desti-nati ad attività d'impresa, ri-spettivamente di 1,4 e 3 pun-ti millesimali che comporte ranno un incremento del gettito Imu dalle imprese ri-spettivamente del 75,6% e del 51,4 per cento.

«Abbiamo accelerato sul-la manovra - spiega il com-missario straordinario di Parma, Mario Ciclosi - per mettere in sicurezza i conti del comune. Abbiamo chie-sto un sacrificio a tutti i citta dirli con la conseguenza che abbiamo dovuto innalzare al massimo tutte le aliquote, an-che quelle sulle prime case. Con il passaggio all'Imu con-

Pasquale Mirto CONSULENTE ANCI EMILIA-R

Alla finestra. Nell'incertezza legislativa molti Comuni reagiranno aumentandole aliquote per mantenere i conti in parziale equilibrio

Luigi Marattin ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI FERRARA

Possibilista. Adotteremo misure agevolative, specie per gli immobili derivanti da fallimento e riutilizzati per le attività produttive

tiamo di recuperare circa 6 milioni di euro in più che an-dranno a finanziare il debito. Con questo piano contiamo di raggiungere il pareggio en-tro 24 mesi al massimo evi-tando così che la prossima amministrazione abbia dei vincoli eccessivi di bilan-cio». L'incremento delle ali-quote a Ferrara si traduce nel fatto che le aziende do-vranno pagare al comune una cifra che è più o meno pa-ri a quello che, l'anno prece-dente, veniva pagato da tutti i contribuenti della città. In pratica il gettito stimato nel 2012 dell'Imu delle imprese ferraresi sarà di circa 21,7 mi-lioni di euro, che è pari più o meno pari a quanto il comu-ne ha incassato complessiva-mente dall'Ici nel 2010, ossia 21,7 milioni di euro.

«Le nostre previsioni -spiega Luigi Marattin, as-sessore al Bilancio del Co-mune di Ferrara - sono ap-prossimative anche a causa del fatto che i nostri databa-se non sono precisissimi. Per evitare di sbagliare le previsioni abbiamo deciso di stare cauti prevedendo comunque un incremento delle aliquote. Per rinforza-re il nostro tessuto di picco-le e medie imprese, però, ab-biamo previsto la possibili-tà di agevolazioni sull'ali-quota base confermando l'agevolazione introdotta nel 2011 che prevede una ri-duzione al 4 per mille per gli immobili acquistati da procedure concorsuali de-

stinati all'insediamento di nuove attività produttive».

Oltre a Ferrara e Parma, gli incrementi di gettito dalle im-prese stimati dai comuni dell'area dopo le prime valu-tazioni effettuate sulla base delle sole rivalutazioni cata-stali e quindi con l'aliquota base al 7,6 per mille, ossia oscillano tra 1'84,8% in più di Ancona (dove il gettito Imu di imprese e seconde case previsto nel 2012 sarà di 23 mi-lioni di euro circa pari al 38% in più del totale delle entrate Ici registrate nel rendiconto 2010, 16,6 milioni di euro); il +8o% di Prato (dove l'incas-so stimato dall'Imu diverso dalla prima casa nel 2012 sarà di 25,5 milioni di euro contro i 14,2 del 2010); il 57,9% di Pisto-ia (da 5,7 a 8,9 milioni di euro) al 43,2% in più di Piacenza (da 12,5 a 17,9 milioni di euro).

«Con l'attuale incertezza normativa - spiega Pasquale Mirto, consulente finanzia-rio di Anci Emilia-Romagna - il rischio di sbagliare le pre-visioni di bilancio è alto per cui c'è da aspettarsi che mol-ti comuni si orienteranno su misure cautelative aumen-tando le aliquote. In base al comma 17 dell'art. 13, infatti, il governo ha previsto tagli ai trasferimenti pari al mag-gior gettito stimato per ulte-riori 1,6 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale. Ma non è ancora chiaro in che modo le previsioni ver-ranno poi verificate in con-creto, a chiusura di esercizio, né se i tagli in eccesso verran-

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A Firenze emto di 145 milioni

press unE 25/01/2012

DILE

CENTRO NORD

Alla cassa

Il gettito Ici nel 2010 e

Ferrara Parma Piacenza* Ravenna Reggio Emilia Rimini Arezzo Firenze• Pistoia Prato Ancona Ascoli-Piceno Urbino Terni

la quota parte delle imprese

21.734.173,91 000,0.

22.736.315,33 MAX

37.255.916,00

16.549.161,70 00 000 0

in alcuni comuni

12.000.000,00 9.350.000,00 12.517.902,88 3.200.000,00 20.758.160,00

15.452,000,00 7.366.691,00

4.549.000,00 5.650.874,00 14.153.168,00 12.446.683,50 3.216.000,00

514.000,00 6.130.390,41

nell'area (in euro).

55,21

53,60

*di aliquote se &follie

-4

1.993.000,00

* Nota: Il gettito Ici dalle aziende è frutto di una stima dei comuni perché dai versamenti

non è possibile disaggregare il dato

Le stime di incasso nel 2012 per l'Imu in alcuni enti che hanno già approvato il bilancio di previsione

Ferrara

Partn Piacenza Pistoia Prato

AncOna Urbino

53.100.00«

55.182.826

72.954.255

4.232.260

21.734.174

.500.000 22.736.315

12.995.603 29.109.841

t6.549.1 r 1.993.000

2

7.922,016 12.517.903

5,52 94 14,153 1

514.000

7

795.991

Fonte: Elab. «Il Sole-240re CentroNord» su dati delle amministrazioni comunali

no recuperati dai comuni». Per questo nella stragran-

de maggioranza dei casi la preparazione del bilancio di previsione quest'anno è un'impresa difficile. Da un la-to bisogna attutire l'onda d'ur-to dei tagli tout court di1,4 mi-liardi di euro in tutt'Italia (comma 28); dall'altro occor-re tenere presente, nel mano-vrare le aliquote, la possibili-tà di dover restituire allo sta-to un maggior gettito che di fatto potrebbe anche non pro-dursi e trasformarsi così in ul-teriori minori risorse.

«In Toscana - spiega Ric-

cardo Narducci, consulente finanziario dell'Anci regio-nale - nel convegno a Viareg-gio che si è tenuto nei giorni scorsi, è stato individuato un criterio di calcolo su cui fon-dare le previsioni 2012. Si sti-ma infatti che il maggior get-tito potrebbe prodursi con una rendita catastale media per comune superiore a 7omila euro. Tuttavia sareb-be utile una proroga per la consegna del bilancio. Per i comuni due mesi, fino al 31 marzo, potrebbero non esse-re-sufficienti».

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,

A Firenze emto di 34.5 ool,.

press unE 25/01/2012 CENTRO NORD

È allo studio un incremento dello 0,4 per mille

Urbino raffredda l'aliquota Increlnenti sull'aliquota

Imu a macchia di leopardo nei comuni del Centro-Nord. Se Pesaro, ad esempio, sta va-lutando l'opportunità ai por-tarla al tetto massimo del 10,6 per mille, il confinante comu-ne di Urbino, invece, caratte-rizzato da un debole tessuto imprenditoriale costituito per lo più da imprese artigia-ne piccole e piccolissime, fre-na sull'aliquota che, in sede di studio del bilancio di previsio-ne, punta a fermare sulla so-glia dell'8 per mille con un in-cremento di soli 0,4 punti dall'aliquota base.

«L'obiettivo che ci siamo prefissati - spiega Maria Cla-ra Muci, assessore al Bilancio del Comune di Urbino - è quello di ritoccare al minimo la tassazione purché però riu-sciamo a garantire tutti i servi-zi alla persona che rappresen-tavano l'obiettivo di program-ma. Per questo il nostro bilan-cio di previsione punta a non appesantire troppo i conti del-le nostre imprese visto anche il particolare momento di cri-si; non vogliamo aumentare il rischio di chiusure e licenzia-menti ma cerchiamo di favori-re la produttività e questo no-nostante negli ultirni due anni abbiamo subito tagli ai trasfe-rimenti per 2,2 milioni di eu-ro».

Diversa la manovra fiscale di Ascoli Piceno che accelera

sull'imposta sui fabbricati de-stinati all'attività di impresa e alle seconde case mettendo, per contro un freno, sull'ali-quota prima casa che lasce-rebbe al 4 per mille. «In que-sto modo - chiarisce Antonel-lo Delle Noci, assessore co-munale al Bilancio - contia-mo di incrementare il nostro gettito di sei milioni di euro. La maggior parte di questo maggior gettito, più che grava-re sulle imprese, sarà genera-to dalle seconde case di cui il nostro comune è pieno e che ammontano a circa 29mila edifici. Si tratta di una mano-vra che indirettamente toc-cherà anche le aziende ma che nasce dall'obiettivo prin-cipale di tutelare il 7o% dei pe-saresi anche lasciando, per il 2012, invariate tutte le tariffe dei servizi».

Una delle incognite con le quali i comuni dovranno mi-surarsi e che, dal 2012, la metà

Maria Chiara Muti ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI URBINO

Intervento calibrato. Il Comune ha intenzione di ritoccare al minimo la tassazione a patto che si riescano a garantire i servizi alla persona

del gettito Imu proveniente da imprese e seconde case, do-vrà essere riversato allo Sta-to. «In questo modo - spiega Andrea Biekar, assessore al Bilancio del Comune di Anco-na - nel 2012 contiamo di in-cassare complessivamente circa 3o milioni di euro con-tro i 16,5 rendicontati nel 2010. Ma di questi 3o milioni 11,5 sti-miamo di doverli riversare al-lo stato. Bisogna essere pru-denti in questa fase perché ogni aumento percentuale delle aliquote ricadrebbe so-lo sulle ímprese e la tutela è d'obbligo dal momento che l'Imu è un'imposta indeduci-bile per le imprese che, su di essa, pagano anche l'Ires e 1'Irap con la conseguenza che l'aggravio, per loro, è triplo. Per questo stiamo cercando di impostare una manovra senza incremento delle ali-quote».

Un aiuto concreto alle im-prese marchigiane nel 2011 è

stato il cosiddetto patto oriz-zontale in funzione del quale, spiega Daniela Ghiandoni, consulente finanziario dell'Anci regionale e ragionie-re capo del comune di Falco-nara Marittima, «i comuni so-no stati aiutati dalla regione a pagare tutte le fatture arretra-te ferme da mesi a causa dei vincoli di spesa del fatto di sta-bilità».

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press unE 25/01/2012

DILE

CENTRO NORD

A Bologna da fabbricati industriali e seconde case oltre il 70% del gettito stimato

A Firenze conto di 34,5 milioni Dalle imprese arriva la

metà del gettito complessivo dell'imposta sui fabbricati (ex Ici). Secondo il rendiconto consuntivo del bilancio, nel 2010 i comuni del Centro-Nord hanno incassato dalle imprese dell'area mediamen-te il 48% del totale del gettito Ici. Si tratta di una percentua-le che varia in relazione al tes-suto economico dei territorio e ché oscilla tra il 25,8% del to-tale del gettito Ici di Urbino (che, nel 2010, ha incassato dalle imprese a titolo di Ici 514mila euro su un totale di gettito di circa 2 milioni di eu-ro); il 55,7% di Reggio-Emilia (che ha incassato 20,8 milioni di euro su un totale di 37,3) fi-no ad arrivare al 75,21% di An-cona dove, sui circa16,5 milio-ni di euro incassati dallici 2010, 12,4 sono arrivati dalle aziende.

Sono ovviamente i comuni più grandi a registrare, in ter-mini di valori assoluti i mag-giori incassi. Bologna, ad esempio, che mercoledì scor-so ha varato la nuova mano-vra economica, stima un in-

casso nel 2012 dall'Imu su fab-bricati di impresa e seconde case di circa 5o milioni di euro che rappresenta oltre il 70% del totale delle entrate previ-ste pari a 7o milioni di euro. Si stima come possibile un incre-mento delle aliquote Imu fino al tetto massimo (io,6 per mil-le), ma i margini di manovra non sono ancora stati definiti dagli uffici tecnici. A Firenze, d'altro canto, i138,4% del getti-to Ici indicato nel rendiconto 2010, è costituito dai versa-menti delle aziende che com-plessivamente fanno incassa-re al comune circa 34,5 milio-ni di euro.

Sarà interessante vedere come evolverà la situazione sul fronte delle aliquote che, ricordiamolo, sono rimaste bloccate per legge e che, in re-gime di Ici, la quasi totalità dei comuni aveva già portato ai li-velli massimi. Avevano, infat-ti, l'Ici al 7 per mille quasi tutti i capoluoghi di provincia dell'Emilia-Romagna (eccet-to Ravenna ferma al 6,6 per mille); tutti e 7 i capoluoghi di Marche e Umbria e la quasi to-

talità dei capoluoghi toscani eccettuato che Lucca (5,5 per mille) e Prato (6,2 per mille).

«Nel corso del 2011- spiega Valentino Tega, assessore al Bilancio del Comune diAsco-li Piceno - la Giunta aveva ap-provato unaserie di agevola-zioni per le imprese che han-no avviato l'attività nel 2010. Le neo aziende, fra le altre co-se, venivano esentate dal pa-gamento dell'Ici per i tre anni successivi. Con il passaggio all'Imu stiamo cercando di ca-pire se è possibile mantenere le agevolazioni previste. Allo stato attuale, però, non mi sembra che la manovra Monti ci consenta di diversificare le aliquote prevedendo delle agevolnioni. Tra le possibili-tà allo studio c'è quella di por-tare l'aliquota sull'abitazione principale al 4 per mille. In questo modo, dai circa 55mila immobili residenziali riusci-remmo a pareggiare il buco previsto di 5-7 milioni di euro con incrementi medi per fami-glia di circa leo euro. Non riu-sciremmo a raggiungere lo stesso risultato se anche ele-

vassimo al massimo l'aliquota per le aziende del territorio in ragione del fatto che sono po-co più di 8mila con tasse già abbastanza elevate».

Nella classifica dei comuni più tartassoni, infatti, la tassa Ici mediaper impresa diAsco-li Piceno, è fra le più alte dell'area e, nel 2010 si assesta-va intorno ai 4,280 euro con-tro i 2.209 di Pistoia, i 1.651 eu-ro di Terni, i 1.210 euro di Pia-cenza; gli 83o euro di Ferrara; i 6i8 di Prato ad i 395 euro di Urbino.

«Tra le categorie più pena-lizzate - spiega Mirco Van-nucchi, assessore al Bilancio del Comune di Pistoia - ci so-no le aziende agricole di cui il nostro tessuto èricco che, pri-ma di questa manovra, erano esentate dal pagamento dell'Ici. L'attuale giunta, il cui mandato scadrà in primave-ra, sta cercando di studiare le soluzioni migliori da propor-re ai futuri amministratori che non pesino troppo sulla situazione delle aziende del territorio».

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A IR • conto ,134,5 rndlom

press unE 25/01/2012

DILE

CENTRO NORD

Enti locali. All'asta di metà dicembre invenduti i pacchetti di quattro società

Alienazioni al rallentatore per le partecipate regionali Le quote in portafoglio hanno un valore di 134 milioni FIRENZE Il quadro Manuela Villimburgo

È ancora quasi intatto il portafoglio delle società par-tecipate dalla Regione Tosca-na. Dopo la cessione della To-remar (posseduta al 100%, va-lore 8 milioni), la liquidazio-ne, viste le perdite, di Etruria Innovazione (42%, valore 54mila euro) e l'imminente aggiudicazione della quota minima dell'autocamionale della Cisa (0,0075%, 7mila eu-ro), restano 22 partecipazio-ni societarie, per un valore di 134 milioni di euro di patrimo-nio netto contabile.

Il piano regionale di di-smissioni delle partecipate ritenute non conformi dal Consiglio procede, ma l'asta del 16 dicembre scorso, tolta appunto la Cisa, non ha tro-vato alcuna offerta per gli al-tri 4 lotti proposti: il Consor-zio Pisa Ricerche, l'Evam (Ente valorizzazione acque minerali), Firenze Parcheg-gi e il Golf La Vecchia Pievac-cia, per un valore complessi-vo di 622mi1a euro.

La Giunta sta valutando se dare seguito al diritto di pre-lazione vantato dagli altri so-ci e dunque proporre loro la cessione al valore base d'asta, oppure stimare un ri-basso, o tentare la via della trattativa privata. «Ma per in-trodurre una diversa modali-tà di cessione - spiegano gli uffici regionali - occorre che la giunta si pronunci nuova-mente». Risolte queste di-smissioni, resterà comunque un nutrito portafoglio di par-tecipazioni, coperto per un terzo dal settore finanziario e creditizio (quasi 46 milioni tra Fidi Toscana e Banca po-polare etica) e per il 27% dal fieristico espositivo (33 milio-

ni Arezzo fiere, Firenze fiere e Internazionale marmi e macchine); più il settore ri-cerca, coperto quasi intera-mente dall'agenzia recupero risorse, che vale quasi un mi-lione, mentre oltre 7 milioni vale la partecipazione al 100% a Sviluppo Toscana. Tutti settori in attivo.

Viceversa, esce negativa-mente dal bilancio 2010 (l'ul-timo pubblicato) il settore termale (Montecatini, Chian-ciano e Casciana) che copre il 23% del portafoglio per 32 milioni di valore e 5oomila euro di perdita; come pure il settore infrastrutture e tra-sporti (10% del portafoglio e 14 milioni di valore tra aero-porti, interporti e Alatosca-na) che esce dal 2010 con un saldo negativo di circa 33mi-la euro, in quanto le passività di Alatoscana (-44omila eu-ro), Interporto Vespucci (-177mila euro) e Firenze par-cheggi (-22mila) annullano i quasi 600mila euro di attivo di Aeroporto Toscano. La Re-gione partecipa anche a47 or-

ganismi in ambito agricolo, che la giunta aveva inserito nel complessivo piano di di-smissione deliberato a mag-gio scorso, rimettendosi tut-tavia a un successivo esame dell'assessorato alle Politi-che agricole, che - fa sapere la Regione - dovrebbe conclu-dersi entro le prime settima-ne di febbraio. Si tratta di coo-perative e consorzi per un va-lore di 2,2 milioni, di cui 1,2

della Conserve Italia. L'intenzione della Regio-

ne sembra quella di tenerla, così come le altre strutture più importanti, e di recedere dalla qualità di socio in tutte le restanti, procedendo co-munque con cautela e valu-tando caso per caso, se la ri-chiesta di liquidazione della propria quota possa mettere in difficoltà la coop o il con-sorzio, causando danni eco-nomici e sociali ben superio-ri alvalore della partecipazio-ne. «Nonostante le promes-se fatte sulla dismissione del-le quote li società non strate-giche - commenta Dario Loc-

ci, consigliere regionale del Gruppo Misto -, l'unica varia-zione tra il rapporto 2011 sul-le partecipate e quello dell'an-no precedente riguarda Ter-me di Chianciano Immobilia-re, la cui quota partecipativa regionale è addirittura au-mentata. Per il resto, solo alla fine del 2011, la Regione ha av-viato le procedure per la di-smissione delle quote socie-tarie di 6 partecipate. Ad og-gi nessuna di queste quote ri-sulta venduta. Altra promes-sa non mantenuta quella di non ricapitalizzare le società partecipate, tradita dall'au-mento del capitale sociale di Ala Toscana, sottoscritto nel 2011». Si tratta di 349mi1a eu-ro, cui si aggiungerà un finan-ziamento di 400mila euro per il triennio 2012-2014, in quanto la Regione riconosce all'aeroporto di Marina di Campo «lo svolgimento di un servizio di interesse eco-nomico generale ai sensi del Trattato per il funzionamen-to della Comunità Europea».

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Le principali partecipazioni della Regione Toscana al 31/12/2010

AlaToscana S.p.a.

Areú9 Fiere e t04:: Fidi Toscana S.p.A.

FiréhZePiéri;Sii

Inter. Marmi e Macchine Carrara S.p.A.

InterpósC.ó, S.A.T. Soc. Aer. Tosc. G. Galilei S.p.A.

Sviluppo fit anaS.p. Terme di Casciana S.p.A.

lileo Galilei 29 21%

ezioie;sov Monte Paschi Siena 15%

rara 41 73%

Finatan.5.p.A. (circa 17%)

Comune di Casciana 24,33%

387.540,00

472 7,5 38.936.100 67

34,98 10.997.310,50

16,90 2.749.461,00

6.060.386,50

T Terme di Montecatini S.p.A. Comune di Montecatini 38,41% 61,59 1L956.848,56

Fonte: elab. su dati Regione Toscana

Pagina 7 Alienazioni al rallentatore perle partecipate regionali

press unE 25/01/2012

DILE

CENTRO NORD

Edilizia. Categorie concordi: rivedere subito l'assetto normativo regionale

«Troppa burocrazia, ora regole chiare e omogenee» Richiesti anche incentivi per i progetti di rigenerazione urbana

Andrea Lanzarini L'intenzione della giunta

Errani di prevedere un riordi-no della disciplina edilizia, ar-monizzandola su scala regio-nale, è salutata con favore del-le imprese. E così anche l'in-tenzione dell'assessorato al Territorio di favorire la rige-nerazione urbana, a patto pe-rò - dicono le imprese - di met-tere in campo un sistema di premialità.

Ma soprattutto occorre fa-re presto: «Siamo lieti che le nostre proposte siano state re-cepite - dice Gabriele Buia, presidente regionale dell'An-ce - e ci si avvii a semplificare e rendere più omogenee le re-gole e a dare gambe alla rigene-razione urbana. Sono inter-venti che possono dare un for-te contributo al settore, anche se non a breve termine. Dob-biamo stringere i tempi, per es-sere pronti quando la congiun-tura sarà più favorevole».

La giungla delle regole nell'edilizia è un grave proble-ma tanto per le piccole impre-se - che non hanno personale a sufficienza per districarsi nei meandri della burocrazia -che per le più grandi, che lavo-rano da Piacenza a Rimini: «In ogni angolo - prosegue Buía -troviamo usi e costumi diver-si. Ormai l'edilizia è diventata materia da avvocati, mentre occorrerebbero regolamenti più semplici e snelli. Bisogna, però, che quest'azione produ-ca risultati concreti: qualche anno fa, è stata costituita una commissione per uniformare la terminologia, ma ancora og-gi non tutti i Comuni l'hanno adottata».

Una proposta di lavoro po-trebbe arrivare da Modena:

«Con il Comune - spiega Mau-rizo Verucchi, responsabile Edilizia della locale Confarti: gianato - stiamo verificando quali sono i colli di bottiglia nell'iter delle pratiche edili-zie. E stiamo cercando il modo di semplificare la modulisti-ca». E questa è soltanto una delle cose in agenda: «Nel Mo-denese c'è un piccolo distret-to delle scale - prosegue Ve-rucchi - e se un Comune fissa delle regole sulla loro fattura e sulla posa, quello vicino fa di-versamente; lo stesso proble-ma si riscontra con i cappotti termici, i pannelli solari, l'al-tezza dei tetti e 'via discorren-do. Servono regole uniche che i Comuni possono derogare, migliorandole; ma queste mi-gliorie, invece di essere obbli-gatorie, devono essere legate a una premialità. La nuova nor-mativa regionale dovrebbe an-che prevedere maggiore coor-dinamento trai soggetti prepo-sti, così da evitare risposte contrastanti sullo stesso pro-getto; che dimezzi il carico bu-rocratico, eliminando doppio-ni e valorizzando la responsa-bilità dei progettisti. Ma sareb-be opportuno, che la semplifi-cazione sia fatta da tutti i livel-

ATI

Su «Il Sole-240re CentroNord» dell'il gennaio i geometri hanno chiesto una riforma della normativa edilizia e la Regione ha convocato un tavolo tecnico

li: l'Inps, per esempio, potreb-be fare molto per velocizzare il rilascio del Durc: bastereb-be prevedere l'invio telemati-co, a cura della stazione appai-tante e l'introduzione di tetti di esposizione massima sui contributi mensili, in modo che un banale disguido non blocchi il rilascio».

Altro aspetto cruciale della normativa in discussione è la rigenerazione urbana. «È il fu-turo - afferma Buia - ed è ne-cessaria una normativa regio-nali che dia copertura ai piani e agli interventi locali. Occor-re che i Comuni individuino le zone interessate alla riquali-ficazione, le aree dove si può costruire per dare alloggio a chi risiede negli edifici in de-molizione e premialità che rendano conveniente questa operazione».

Su questo aspetto concorda Cna Emilia-Romagna che, pro-prio sul tema della rigenera-zione, terrà a Bologna un con-vegno il 2 febbraio (ore 9, Sa-vhotel, via Parri 9): «La discus-sione con la regione sulla nuo-va normativa dell'edilizia è ap-pena iniziata - spiega Ivan Fu-schini, responsabile Edilizia -ma gli indirizzi generali van-no nella giusta direzione. Oc-correrà che i Comuni modifi-chino le loro pianificazioni, per consentire la rigenerazio-ne, servono strumenti finan-ziari adeguati e rivedere, a tut-ti i livelli, la politica di incenti-vi: oggi le norme prevedono che a fronte di incentivi volu-metrici spariscano quelli del 55% per l'efficientamento energetico. Non dico che quest'ultimo incentivo debba rimanere per tutta la costru-zione, ma almeno che sia pre-vista per i volumi originari».

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BOLOGNA

L'andamento

pTruppa burocrazia, ora regolo chiare o omogrnees

!PENTE ANCE EMILIA-ROMAGNA

Il caos. ogni Co trovano regoleetermino diverse. Orinai l'edilizia è diventata una questione da trattare con gli awocati

L'andamento dell'industria delle costruzioni in Emilia-Roma-gna - Stime 2011 e previsioni 2012 (dati in %)

V

investimi in cosa.

di cui: Nuove c

Fonte: Rapporto 2011 sull'economia regionale - Unioncamere

Emilia-Romagna

press unE 25/01/2012

1.1 DILE

CENTRO NORD

La giunta: stiamo anticipando risorse statali

Pagamenti frenati dalle regole severe del patto di stabilità BOLOGNA

117 febbraio la commissio-ne Bilancio si riunirà per esa-minare la questione dei ritardi neipagamenti della Pa, che sta mettendo a dura prova i forni-tori della sanità e il settore dell'edilizia: «Nell'ultimo an-no - denuncia la consigliera Udc, Silvia Noè - c'è stato un nuovo allungamento dei tem-pi e nel CentroNord è l'Emilia-Romagna a impiegare più gior-ni per saldare i fornitori. In .

commissione proveremo ad analizzare i flussi contabili, per capire come affrontare questa situazione, anche in vi-sta dei nuovi obblighi comuni-tari che scatteranno dal 204 Sono convinta che per farlo, occorra un grande salto cultu-sale, in una regione che subi-sce con maggior forza i vincoli del Patto di stabilità a causa dell'elevato livello di spesa corrente».

Una conferma del pesante fardello che grava sulle impre-se arriva dai dati diffusi da Confindustria Emilia-Roma-gna: fino a 200 giorni per i pa-gamenti alle imprese dell'edili-zia, con punte di ritardo fino a i8 mesi, e quasi 300 per i forni-tori della sanità. E sei tempi so-no biblici, alti sono gli importi: in totale - equamente ripartiti tra i due settori - il conto da sal-dare si aggira sui 6 miliardi. «Si tratta di importi rilevanti e di ritardi fuori da ogni logica economica - attacca il presi-dente degli Industriali emilia-no-romagnoli, Gaetano Mac-caferri - in aperta violazione delle direttive comunitarie vi-genti. Che diventa tanto più grave con l'attuale congiuntu-ra, caratterizzata da crescita negativa, crollo della doman-da e da una fortissima stretta creditizia». Confindustria

chiede un intervento organi-co e strutturale, e non soluzio-ni tampone. «Per il pregresso .

- continua Maccaferrì - è ne-cessario un programma politi-co-legislativo che obblighi le Asl a rilasciare, su richiesta, la certificazione dei crediti sani-tari scaduti ed esigibili, così da consentire operazioni di ces-sione del credito verso ban-che o istituti fmanziari. Occor-re che il Governo ripristini la certificazione, cancellata dal precedente Esecutivo. Per il futuro, invece, individuare modalità e strumenti che l'in-dustria del settore è pronta a discutere e a condividere».

Per parte sua, la Giunta di-chiara di aver spesso anticipa-to risorse proprie per ridurre ì

90 giorni Al limite. L'assessore Saliera assicura, tranne che per la sanità, tempi ragionevoli

tempi di pagamento e ricorda il varo, a fine 2010, della legge sul patto di stabilità territoria-le che già l'anno scorso ha per-messo agli enti locali di dispor-re per i pagamenti di risorse al-trimenti bloccate: un importo pari a 105 milioni. «Paghiamo i nostri fornitori diretti a 90 giorni - aggiunge l'assessore regionale al Bilancio, Simonet-ta Saliera - un dato in linea con le grandi aziende del mercato, tenendo conto dei pesanti vin-coli del Patto di stabilità. Sia-mo ben consapevoli delle diffi-coltà delle imprese ad accede-re al credito e della necessità di avere liquidità. E siamo im-pegnati per migliorare queste tempistiche anche nella Sani-tà, unico punto dolente».

An. La. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA

«Troppa burocrazia, ora regole chiare e omogenee,'

press unE 25/01/2012 CENTRO NORD

L'Imu sui fabbricati invenduti tagliatile fino al 3,8 per mille

L'Imu dei fabbricati invenduti può essere ridotta fino al 3,8 per mille. L'art. 56 del decreto legge sulle liberalizzazioni consente infatti ai comuni di dimezzare, a partire già dall'anno in corso, la pressione fiscale standard sul magazzino delle imprese di costruzione. Un intervento che, insieme alle novità Iva in tema di cessione e locazione degli immobili abitativi, vuole dare ossigeno a un settore, quello immobiliare, in forte crisi. La prima condizione per poter usufruire dell'agevolazione è soggettiva: il contribuente Imu deve potersi qualificare come impresa di costruzione. Ciò significa, citando la circolare ministeriale n. 45 del 2 agosto 1973, svolgere «anche occasionalmente attività di produzione di immobili per la successiva vendita, a nulla influendo che la materiale esecuzione dei lavori sia [...], in tutto o in parte, affidata ad altre imprese»; fra le attività in parola debbono comprendersi, per costante assimilazione da parte dell'amministrazione finanziaria, anche gli interventi di recupe-ro ex art. 3, lettere e), d) e f), del dpr 380/00. Nessuna agevolazione, invece, per le altre tipologie immobiliari, in particolare per quelle di compravendita: un modello di business, altrettanto in crisi, che risulta inspiegabilmente dimenticato. Deve trattarsi, inoltre, di fabbricati destinati alla vendita la cui costru-zione (o il cui recupero) risulti completata: la seconda condizione per godere dell'agevolazione, di natura oggettiva, si identifica, in definitiva; con il tipico «magazzino» prodotti finiti dell'immobiliare di costruzione o ristrutturazione (ciò a prescindere dalla categoria catastale delle unità immobiliari che, dunque, potrebbero essere anche non ad uso abitativo). L'impiego dell'aliquota ridotta ha però dei limiti temporali. Quello gene-rale è pari a tre anni: trascorsi, infatti, 36 mesi dall'ultimazione dei lavori si tornerà a subire il carico tributario pieno (e questo escluderà imme-diatamente o in breve tempo buona parte dello stock d'immobili a oggi invenduto). L'agevolazione cesserà, inoltre, nel momento in cui il cespite verrà qualificato come immobilizzazione (magari per destinarlo a uffici aziendali, luogo di produzione o magazzino) oppure nell'ipotesi della sua locazione (anche se mantenuto in bilancio d'esercizio, perché comunque disponibile per la vendita, nell'ambito dell'attivo circolante). Una boccata d'ossigeno, quella della riduzione dell'Imu per le imprese di costruzione, che potrebbe risolversi, però, in un'arma spuntata: la facol-tà di ridurre l'aliquota, che spetta ai singoli comuni, si configurerebbe, salvo diversi chiarimenti, come una rinuncia gravante esclusivamente sul bilancio dell'ente locale. Il decreto non modifica, infatti, l'undicesimo comma dell'art. 13 del dl 201/11 che im- pone il riversamento allo stato della metà dell'aliquota base a prescindere proprio dalle riduzioni deliberate dai comuni.

Andrea Fradeani -© Riproduzione riservata

Pagina 28 l'esenzione si riduce

press unE 25/01/2012

ItaliaOggi

DI FRANCESCO CERLSANO

Dovrà cadere il muro di incomunicabilità tele-matica che finora ha impedi-

to alle pubbliche amministrazioni di scambiarsi dati online. L'ob-bligo, che per certi versi costi-tuisce il corolla-rio dell'abolizio-ne dei certificati nei rapporti tra cittadini e p.a. disposta dalla legge di stabilità 2012, è sancito nel decreto sulle semplificazioni, messo a punto dal ministro del-la funzione pub-blica, Filippo Patroni Griffi, e pronto ad ap-prodare venerdì in consiglio dei ministri.

Viaggeranno online le comu-nicazioni relative alla tenuta e alla revisione delle liste elettorali, le comunicazioni tra i comuni e le questure e le annotazioni delle conven-zioni matrimoniali inviate dai notai ai municipi. Ma anche e soprattutto i cambi di resi-denza che oggi hanno bisogno di mesi per essere formaliz-zati e che in futuro dovranno essere perfezionati in tempo reale. Il trasferimento da un comune italiano a un altro (o dall'estero) produrrà effetti immediati nell'anagrafe del nuovo ente. Grazie a una nuo-va e•più stringente tempisti-ca che impone all'ufficiale di stato civile di informare entro due giorni mediante comuni-cazione telematica il comune di provenienza onde evitare che questo continui a emette-re certificati intestati al sog-getto che intende trasferirsi. E per venire incontro ai più distratti, il governo sta stu-diando la possibilità di esten-dere la validità dei nuovi do-cumenti di identità al giorno del compleanno del titolare, in modo da scongiurare ogni possibile dimenticanza.

«Se una amministrazione ha dei dati e un'altra li cerca, dobbiamo fare in modo che i due enti comunichino diret-tamente, cittadini e imprese hanno bisogno di tempi cer- ti» ha dichiarato il ministro. L'abbattimento dei tempi bu-rocratici andrà di pari passo con la riduzione dei controlli sulle imprese. Le verifiche dovranno essere ispirate ai seguenti principi:

a) semplicità e proporziona-lità dei controlli e degli adem-pimenti amministrativi;

b) eliminazione di attività di controllo non necessarie rispetto alla tutela degli in-teressi pubblici;

c) coordinamento e pro-grammazione dei controlli da parte delle amministrazioni in modo da assicurare la tute-la dell'interesse pubblico evi-

tando duplicazioni e sovrap-posizioni. Le p.a. dovranno pubblicare sul proprio sito istituzionale e sul sito www. impresainungiorno.gov.it la

lista dei controlli a cui sono assoggettate le imprese in ra-gione della dimensione e del settore di attività, indicando per ciascuno di essi i criteri e

le modalità di svol-gimento delle relati-ve attività;

d) collaborazione amichevole con i soggetti controllati;

e) informatizzazio-ne degli adempimen-ti e delle procedure

f) soppressione di controlli sulle im-prese in possesso di certificazione Iso o equivalente, per le attività oggetto di tale certificazione.

In arrivo anche un'autorizzazione unica ambientale per le piccole e me-die imprese. Sarà ri-lasciata da un unico soggetto e sostituirà

qualsiasi comunicazione, noti-fica e autorizzazione prevista dalla legislazione in materia ambientale. ©Riproduzione riservata—E

SEMPLIFICAZIONI/ Venerdì il decreto in cdm. La carta d'identità scadrà il giorno del compleanno

P.a., solo comunicazioni online Cambi di residenza in tempo reale. Verifiche soft sulle imprese

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VIDECItomm.

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