Comune di Ravenna · 2018. 5. 22. · come Aree di Riqualificazione Ambientale da sottoporre a...
Transcript of Comune di Ravenna · 2018. 5. 22. · come Aree di Riqualificazione Ambientale da sottoporre a...
approvato
verificatoredattodata
rev.
0
1
11.09.2017
RELAZIONE PAESAGGISTICA
Comune di Ravenna
Comparti soggetti a programmazione
unitaria e concertata
Piano Urbanistico Attuativo
S12 - Casalborsetti
Impianto golfistico-residenze connesse-RTA
PROCEDURA DI VIA
17.04.2018
2
Sommario INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 3
A. ANALISI DELLO STATO ATTUALE ...................................................................................... 6
1. UBICAZIONE DEGLI INTERVENTI ......................................................................................... 6
2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ................................................................. 9
2.1. D.LGS. 42/2004 Codice Urbani ............................................................................................... 9
2.2. Piano del Parco Regionale del Delta del Po ....................................................................... 11
2.3. Rete Natura 2000 .................................................................................................................... 18
2.4. Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI) ....................................................................... 21
2.5. Piano Territoriale Paesistico Regionale ............................................................................... 24
2.6. Piano Territoriale Di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) ............................................. 25
2.7. Piano Regolatore del Comune di Ravenna ......................................................................... 32
2.8. PSC – Piano Strutturale Comunale ...................................................................................... 32
2.9. RUE – Regolamento Urbanistico Edilizio ............................................................................ 35
2.10. POC – Piano Operativo Comunale ....................................................................................... 38
2.11. Piano Provinciale di Tutela delle Acque (P.P.T.A.) ............................................................ 42
2.12. Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (P.P.G.R.) e Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti (P.R.G.R.) ...................................................................................................................... 44
2.13. Il Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria e il Piano Aria
Integrato Regionale (P.A.I.R. 2020), .................................................................................... 44
2.14. Variante di Coordinamento tra il Piano Gestione rischio alluvioni e ai Piani Stralcio del
bacino idrografico del Fiume Reno ....................................................................................... 46
3. ANALISI DEI LUOHI .............................................................................................................. 49
3.1. Evoluzione storica del territorio ............................................................................................. 49
3.2. Evoluzione storica del territorio ............................................................................................. 49
3.3. Inquadramento climatico e vegetazionale ........................................................................... 50
3.4. Analisi del paesaggio: le unità ecosistemiche .................................................................... 52
3.5. Documentazione fotografica ..................................................................................................... 59
B. CARATTERISTICHE PROGETTUALI DELL’INTERVENTO .............................................. 63
4. DESCRIZIONE DEI PROGETTI ........................................................................................... 63
4.1. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 3A - GOLF .............................................................. 63
4.2. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 3B – RESIDENZE CONNESSE AL GOLF........ 70
4.3. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 2B.2 - RTA RESIDENZE TURISTICHE
ALBERGHIERE ....................................................................................................................... 73
4.4. Opere di urbanizzazione primaria connesse alla realizzazione dei sub comparti
oggetto di VIA .......................................................................................................................... 77
C. STATO DEI LUOGHI DOPO L’INTERVENTO ..................................................................... 79
5. VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELL’OPERA E OPERE DI
MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE PROPOSTE ............................................................. 79
5.1. Impatti del progetto sul Paesaggio e sugli Ecosistemi ...................................................... 79
5.2. Opere di mitigazione/compensazione.................................................................................. 81
6. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ PAESAGGISTICA .................................................... 85
3
INTRODUZIONE
La presente Relazione paesaggistica riguarda la realizzazione del golf, delle residenze connesse e delle
Residenze Turistico alberghiere, ossia i sub Comparti 3A 3B e 2B.2 facenti parte del Piano Urbanistico
Attuativo soggetto a programmazione unitaria e concertata denominato Co S12 Casalborsetti – Golf, che
è stato approvato con Delibera di Giunta Comunale n. 62/26912 del 16/02/2016, e per cui è stata
stipulata la Convenzione Generale e la Convenzione di 1° stralcio funzionale in data 08 Settembre 2016,
Repertorio 372138/42432, dal Notaio Vincenzo Palmieri.
Inoltre tutto il Comparto ricade in una zona di particolare interesse paesaggistico-ambientale per cui in
occasione del PUA era già stata redatta la Relazione Paesaggistica ai sensi del DPCM 12.12.2005, su
cui la Soprintendenza si era espressa con nota n. 17992 del 25/11/2014,
In questa sede si presenta la specifica Relazione Paesaggistica inerente i soli comparti oggetto di VIA
precisando che in sede di Permesso di Costruire dei fabbricati gli specifici progetti delle opere andranno
sottoposti alla procedura prevista dall'art.146 del D. Lgs. 42/04 e S. m. e i.
Il PUA è stato sottoposto alla procedura di VAS/VALSAT e la Provincia ha espresso parere favorevole
con Delibera della Giunta Provinciale n.247 del 30/12/2015.
Contestualmente alla Valsat è stata anche svolta la Valutazione di Incidenza, essendo parte delle aree
del PUA ricadenti all’interno del Perimetro del Piano di stazione “Pineta di San Vitale e Piallasse di
Ravenna” e parte all’interno del Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale IT 4070005
“Pineta di Casalborsetti Pineta Staggioni Duna di Porto Corsini”.
Il Parco del Delta del Po ha espresso parere favorevole con Provvedimento n. 210 del 14/10/2014 Prot.
n. 6661/2014, e il Servizio ambiente del Comune di Ravenna ha comunicato con nota del 22/12/2015
che gli interventi disciplinati dal PUA risultano compatibili con la corretta gestione dei siti della Rete
Natura 2000.
5
La presente relazione si articola in tre parti.
A. STATO DEI LUOGHI PRIMA DELL’INTERVENTO
Analisi dello stato attuale: descrive, anche attraverso estratti cartografici, i caratteri paesaggistici del
contesto territoriale e dell’area d’intervento ed i livelli di tutela operanti nel contesto a livello
urbanistico e paesistico - ambientale;
B. CARATTERISTICHE PROGETTUALI DELL’INTERVENTO
Descrizione delle opere di progetto: analizza la tipologia, destinazione e dimensionamento delle
opere da eseguire, valutando le scelte progettuali in coerenza con gli obiettivi di conservazione -
valorizzazione - riqualificazione, in riferimento alle caratteristiche del paesaggio nel quale si
inseriranno;
C. STATO DEI LUOGHI DOPO L’INTERVENTO
Valutazione dell’impatto paesaggistico delle opere e definizione di interventi di mitigazione: mostra gli
effetti dell’inserimento dell’opera nel contesto paesaggistico e nell’area di intervento e l’adeguatezza
delle soluzioni, basandosi sui criteri di congruità paesaggistica (forma, rapporti volumetrici e
materiali). Indica, inoltre, (se necessarie) le opere di mitigazione sia visive che ambientali previste e
propone eventuali misure di compensazione.
6
A. ANALISI DELLO STATO ATTUALE
1. UBICAZIONE DEGLI INTERVENTI
L’area di intervento si colloca in un’area sita a sud di Casalborsetti e confina a sud con l’argine
sinistro del Fiume Lamone, a est con Via Spallazzi, a nord con il centro abitato di Casalborsetti e ad
ovest con il Canale di scolo delle Vene ed il suo proseguimento verso sud fino all’argine del Lamone.
Il Comparto S12 Casalborsetti - Golf si inserisce in un’area naturale a circa 10 km a nord della città di
Ravenna, ad una distanza media dal mare tra i 200 e gli 800 metri, con estensione longitudinale
(parallela al litorale) di circa 2,5 km e laterale di circa 700 m per una superficie complessiva di circa
163 Ha. Il lotto rientra nel Contesto paesaggistico d’area vasta denominato “La fascia costiera nord –
San Vitale” che individua la parte di litorale a nord del porto di Ravenna, compresa tra l’ultimo tratto
del Fiume Reno , i canali di scolo posti a nord delle Bassette e, ad ovest, dalla SS 309 Romea Nord e
dalle valli di Punte Alberete e Mandriole. L’assetto attuale del contesto costituisce l’esito delle vicende
che hanno contraddistinto la costa ravennate tra il XVII e il XIX secolo e che hanno portato alla
definizione del paesaggio tipico della bonifica (“larga”) nella porzione settentrionale di questo territorio
e alla riduzione della grande pineta costiera ed alla formazione della pialasse, definendo l’insieme
delle componenti naturali rappresentative dell’identità territoriale ravennate, costituito da: il complesso
Pineta di San Vitale – Pialassa Baiona – Pineta di Marina Romea, l’alveo e la foce del Reno e le Valli
di Punte Alberete e Mandriole. L’aspetto più rilevante di queste componenti, sia naturali che
antropiche, è dato dalla loro unitarietà e riconoscibilità, oltre che dalla modalità con cui si relazionano
tra loro, il complesso portuale e i centri urbani di Casalborsetti, Marina Romea e Marina di Ravenna.
9
2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
2.1. D.LGS. 42/2004 Codice Urbani
Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi
dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” fissa i principi fondamentali in materia di tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale italiano, costituito dai beni culturali e paesaggistici. L’area
analizzata, quindi anche i Comparti 3A, 3B e 2B.2, rientra fra le “aree dichiarate di notevole interesse
pubblico” ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
Di seguito si riporta la Carta della Provincia “Protezione dei Beni Paesaggistici e Ambientali – Aree
soggette all’art.136 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 (ex legge n.1497/39)” in cui si indica il perimetro
di comparto (linea rossa) rispetto alle aree indicate dal Codice Urbani come “Bellezze Naturali”.
L’intervento si pone in un contesto paesistico molto particolare in cui gli elementi del paesaggio
agricolo tipici della bonifica (Zona paesistica tra Candiano e Foce Reno) e quelli del paesaggio
naturalistico costiero delle pinete litoranee (Pineta di Marina Romea), si incontrano e si fondono.
Particolare attenzione è stata posta nella progettazione di tutte le componenti del piano, rispettando
le peculiarità delle diverse componenti del paesaggio senza alterarne la conformazione e curando
l’inserimento paesaggistico di tutti gli interventi, con particolare attenzione a quelli di carattere edilizio
e infrastrutturale.
Le criticità sono state affrontate e superate grazie a:
• Valorizzazione e riqualificazione del parco naturale che comprende l’area della pineta
esistente;
• Realizzazione dell’impianto golfistico secondo i principi di eco compatibilità, attraverso
l’espansione del sistema naturale con successione di dune e zone umide;
• Integrazione del sistema urbanizzato con corridoi ecologici in continuità con le aree naturali e
il sistema agricolo.
11
2.2. Piano del Parco Regionale del Delta del Po
Il Parco del Delta del Po è stato istituito con la L.R. 2 luglio 1988, n. 27; tale legge definiva la
suddivisione del parco in sei stazioni e la loro perimetrazione provvisoria:
Volano – Mesola – Goro
Centro storico di Comacchio
Valli di Comacchio
Pineta di San Vitale e Piallasse di Ravenna
Pineta di Classe e Salina di Cervia
Campotto di Argenta
Per ogni stazione è previsto uno specifico piano territoriale di cui approvati sono solo quello delle
stazioni 1, 3 e 6, mentre quello delle altre stazioni è stato solo adottato. In particolare il Piano
Territoriale del Parco Regionale del Delta del Po “Stazione: Pineta di San Vitale e Pialasse di
Ravenna” è stato adottato con delibera del C.C. n. 1/10298 del 05.01.2006 e controdedotto con
delibera del C.C. n. 137/95722 del 06.10.2008 (il Piano deve essere ancora controdedotto e
approvato dalla Regione Emilia - Romagna).
Gran parte dell’area di progetto ricade nel perimetro del Parco del Delta del Po Stazione "Pineta di
San Vitale e Pialasse di Ravenna".
Il PSC, adottato dal Comune di Ravenna con deliberazione C.C.n. 117/50258 del 23/06/2005,
successivamente approvato con deliberazione C.C. PV 25/2007 del 27/02/2007 e pubblicato sul BUR
n.57/2007 del 26/04/2007 è stato in tutte le sue parti e quindi anche le singole schede degli art. 18,
esaminato ed approvato dall’ente Parco del Delta del Po.
In particolare nella scheda relativa all’”S12 Golf Casalborsetti” è prevista l’edificazione nel comparto
3B, esterno ai perimetri delle aree SIC – ZPS, per la realizzazione di residenza turistica al servizio
dell’impianto golfistico.
Il contenuto della scheda è stato vagliato ed approvato dall’ente Parco del Delta del Po,
confermandone la conformità al Piano di Stazione del Parco.
Le aree che ricadono all’interno del Parco sono classificate come “Aree Contigue” PP.AGN (Art. 27) e
comprendono le aree agricole a vocazione naturale o in parte già rinaturalizzate; sono inoltre indicate
come Aree di Riqualificazione Ambientale da sottoporre a Piani di Intervento Particolareggiato “Pineta
litoranea e dune grigie ex valle delle vene di Casal Borsetti” ( Art. 7, Art. 27 c. 14 e Art. 28 c. 3 delle
Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Stazione) in cui all’Art. 28 comma 3.5 è specificato: “Il
ripristino degli habitat legati alla passata presenza della laguna costiera può essere compatibile con
attività di tipo ricreativo sportivo, e con la realizzazione delle strutture strettamente finalizzate a tale
attività.”
Il perimetro del Parco a cui si fa riferimento non corrisponde al perimetro provvisorio della stazione
così come definito dalla L.R. 2 luglio n.27 del 1988, ma a quello ridefinito con il Piano di stazione nel
2006 e nel 2008, sulla base di analisi e cartografie più dettagliate e che a breve sarà elemento unico
e certo di riferimento.
12
Le norme di salvaguardia del Piano di Stazione del Parco Regionale del Delta del Po “Pineta di San
Vitale e Pialasse di Ravenna” risultano operanti sin dalla data di prima adozione, ovvero dal 5
gennaio 2006.
I sub comparti che rientrano interamente nel perimetro del Parco sono il 3A, il 3B e il 4 e gli interventi
che li caratterizzano devono rispettare le disposizioni di salvaguardia dei beni ambientali, naturali,
paesistici e culturali nell’area contigua del Parco.
“I Piani ed i Regolamenti degli Enti pubblici territorialmente interessati dal Parco previsti dalla
normativa territoriale-urbanistica, nonché le loro varianti, ed i piani e regolamenti di settore (…) da
realizzare all'interno del territorio del Parco e nelle aree ad esso contigue, al di fuori delle zone D,
sono sottoposti, previamente alla loro approvazione da parte degli Enti competenti, al parere di
conformità dell'Ente di gestione rispetto alle norme di salvaguardia della legge istitutiva, in quanto
vigenti, al Piano territoriale del Parco e al relativo Regolamento, ai sensi dell’art. 39 della L.R. n. 6/05
e successive modifiche e integrazioni.” (Art. 9 c. 1 “Parere di Conformità” delle NTA del Piano di
Stazione)
Stralcio Tav. P.1 “Sintesi della zonizzazione” del Piano Territoriale del Parco del Delta del Po -
Stazione Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna – Fonte: Sito del Comune di Ravenna
Anche se gli interventi che caratterizzano le aree che ricadono all’interno del perimetro del Parco del
Delta rispettano le prescrizioni dettate all’Art. 28 c. 3 delle NTA del Piano di Stazione, comunque le
3A
3B 3A
2B.2 3A
13
previsioni del piano relativamente ai sub comparti devono “favorire e sostenere tutti gli interventi volti
alla valorizzazione ambientale del territorio, alla salvaguardia dei caratteri originari degli insediamenti
umani e di quelli dell’agricoltura tradizionale. A tal fine sono da promuovere interventi destinati al
miglioramento delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche ed al mantenimento delle attività
produttive a basso impatto ambientale, alla riconversione di quelle esistenti non compatibili con le
finalità del Parco, alla sperimentazione di nuove attività agricole, produttive, turistiche compatibili con
la qualità delle risorse naturali esistenti nel Parco e coerenti con le aspettative delle popolazioni
locali.” (Art. 27 c. 3).
Particolare attenzione è stata rivolta agli interventi che interessano il sub comparto 3B, in quanto,
nonostante le Aree Contigue PP.AGN siano compatibili con le previsioni della pianificazione
urbanistica comunale, la realizzazione di una nuova lottizzazione dovrà curare il corretto inserimento
degli edifici e del sistema infrastrutturale dal punto di vista paesaggistico-ambientale, in modo da
minimizzarne l’impatto sul contesto.
Gli interventi previsti nel sub comparto 3A rispondono appieno all’art. 28 e in particolare al comma
3.5, in quanto l’intera area è destinata alla realizzazione dell’impianto golfistico e le uniche strutture
previste sono la Club House e un deposito delle attrezzature per la gestione dei campi e per cui è
atteso che in sede esecutiva il progetto ne evidenzi la minimizzazione degli impatti.
La realizzazione dei campi e dei bacini idrici ottempera alle disposizioni di salvaguardia proprie del
Piano di Stazione e tutti gli interventi sono realizzati in funzione del ripristino di ecosistemi in via di
rarefazione e nel rispetto delle componenti faunistiche e floristiche ivi presenti. All’interno delle zone
che saranno interessate dal percorso golfistico solo parte dell’estensione dell’area sarà occupata
dalla superficie di gioco, mentre parte delle rimanenti aree agricole saranno rinaturalizzate con
formazione di cordoni dunosi che si alternano alle aree di gioco, fungendo da “cuscino” tra i tappeti
erbosi e le aree naturali. Si intende valorizzare il nuovo paesaggio antropizzato del campo da golf
in maniera fortemente caratterizzante, prendendo spunto dall’originario stato dei luoghi prima della
bonifica e garantendo la continuità ecologica con il Parco Naturale e con i diversi sistemi ambientali
presenti: pineta costiera, ambito fluviale del Lamone e zone umide dell’entroterra. Verranno realizzati
nuovi percorsi, unitamente alla risistemazione dei percorsi esistenti per garantire il collegamento
diretto tra Casalborsetti e Marina Romea e tra i corsi d’acqua Destra Reno e Lamone, attraversando
ambienti naturali con dune, aree private, pinete e zone umide.
Il paesaggio agricolo del campo da golf sarà “rimodellato” al fine di riproporre un contesto ad alta
valenza ecologica mediante interventi di rinaturalizzazione e di architettura del paesaggio finalizzati
alla realizzazione di un percorso golfistico particolarmente attraente sia dal punto di vista
meramente percettivo, ma anche per l’avifauna stanziale e di passo. Si prevede la creazione di
diversi tipi di ambienti naturali: le aree umide a bassa profondità, le pinete ed i boschi idrofili (Pinus
pinaster, Pinus pinea, Quercus ilex, Acer campestris, Ulmus minor, Morus alba, Populus alba,
Fraxinus ornus, Quercus robur, Alnus glutinosa), la vegetazione delle interdune, i prati barenicoli
(prati periodicamente allagati) con le sponde di canneto e di giunco. Il progetto ripropone quindi la
tipologia delle zone dunose esistenti lungo il litorale (per altezza e pendenza delle scarpate),
riconducendo l’aspetto morfologico dell’area ad una situazione molto simile a quella originaria. I criteri
14
di ecocompatibilità e di integrazione nell’ambiente originario accompagneranno tutte le fasi di
pianificazione e progettazione fino alla tempistica di cantiere.
L’ impegno sulle tematiche ambientali continuerà nella propria attività di manutenzione, secondo
criteri di buona pratica agronomica e seguirà il progetto “Impegnati nel Verde”, promosso dalla
Federazione Italiana Golf su iniziativa dell’EGA (Europe- an Golf Association).
Si rimanda per le analisi specifiche all’Allegato P “Progetto impianto golfistico” consegnato al Comune
e trasmetto direttamente al Parco Regionale del Delta del Po in cui vengono specificate le modalità di
asportazione temporanea del terreno vegetale, le esigenze irrigue nel periodo estivo e le
caratteristiche tipologiche dei diversi tipi di ambienti naturali di progetto.
Di seguito vengono riportati gli elementi più significativi del documento:
MODELLAZIONE DEL TERRENO: il campo golf, è disegnato attraverso un modellamento del terreno
al fine di riprendere l’originale andamento morfologico delle aree, rese uniformemente livellate dalla
bonifica agricola, e dalle pratiche culturali meccanizzate. Il modellamento avviene bilanciando i
volumi di terreno di scavo con quelli di riporto, che saranno gestiti in perfetto equilibrio all’interno del
comparto di lavoro. Le nuove zone umide, e le aree di bassura generano il terreno per riportare in
quota le aree di gioco che per soddisfare vincoli normativi rispetto al rischio di ingressione marina,
dovranno essere portate alla quota di + cm 100 rispetto lo 0 di riferimento (quota medio marina), che
corrisponde a circa 50 cm in più alte rispetto alla attuale giacitura dei terreni agrario
Il BILANCIO IDRICO del campo golf Casalborsetti viene dedotto dal confronto tra l’esigenza idrica e
la piovosità media secondo i dati di piovosità media del quindicennio 1991 – 2005. I dati climatici
degli ultimi 15 anni sono stati desunti dal servizio IDRO METEO di ARPA, stazione metereologica di
Marina di Ravenna (dati climatologici medi mensili 1991-2005) Si deduce una esigenza irrigua
effettiva di circa 38.000 metri cubi complessivi per anno, che sono significativamente differenti
rispetto ai dati segnalati tra le “Misure di conservazione del SIC – ZPS IT4070005 – PINETA DI
CASALBORSETTI, PINETA STAGGIONI, DUNA DI PORTO CORSINI - Cap. 2 - Descrizione delle
criticità e delle cause di minaccia, identificazione degli impatti (2.8.1.1)” in cui viene stimato “un
consumo medio annuo di circa 100.000 mc con picchi di consumo nei mesi estivi di 24 – 25.000 mc
per mese”. Si precisa che si accede alla rete di Consorzio di Bonifica sulla base di una concessione
in essere finalizzata all’uso irriguo dei terreni agrari. La previsione di realizzazione dell’invaso ad uso
irriguo consente di accumulare periodicamente acqua nell’invaso durante le mesi piovosi ma anche
durante le periodiche precipitazioni stagionali che si concentrano in poco tempo. Durante i temporali
primaverili estivi, la rete del Consorzio di Bonifica provvede ad allontanare le acque in eccesso
attraverso il sistema di canali e fossi superficiali, attraverso i quali è possibile rifornire le riserve del
golf, prolungando pertanto l’autonomia irrigua senza gravare rispetto alle esigenze del territorio
circostante, durante le fasi più secche e di maggior richiesta irrigua.
il CONTESTO NATURALISTICO in cui vengono realizzati i prati del golf contribuisce a caratterizzare
a livello percettivo il paesaggio del luogo, a connotarne i segni e le peculiarità, individuando gli aspetti
del paesaggio che più ricordano gli ambienti originari. L’anima del paesaggio agricolo antropizzato
viene così enfatizzata proponendo i seminativi , prati stabili lungo i percorsi di gioco legando la
percezione del nuovo paesaggio al proprio retroterra culturale. La presenza del fiume, un tempo
15
libero di esondare in questo territorio durante le piene, oggi confinato all’esterno dell’area tra gli argini
viene invece materialmente riproposto tra i prati di gioco creando ambienti umidi in diretto contatto
con la falda di subalveo, dove le piante e gli animali possono fermarsi e nidificare rievocando così un
carattere di naturalità che il precedente utilizzo agricolo aveva cancellato Il Progetto Golf di
Casalborsetti aderisce all’iniziativa della Federazione Italiana Golf denominata “Impegnati nel verde”
che premia e codifica le procedure di minor impatto ambientale in tutti gli aspetti di gestione degli
impianti golfistici, dall’utilizzo di lotta integrata e biologica per gli aspetti fitosanitari, alla gestione
ecocompatibile dell’acqua per l’irrigazione, al monitoraggio delle specie faunisti- che presenti, alla
creazione di microhabitat tra le aree di gioco
Sub comparto 3B - Valorizzazione confini comparti residenziali
L’intervento nel sub comparto 3B prevede la realizzazione di una nuova lottizzazione destinata alla
residenza turistica localizzata al di fuori del perimetro del SIC-ZPS IT4070005 “Pineta di
Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”, ma che rientri comunque all’interno del
perimetro del Parco Regionale del Delta del Po. Il tessuto urbano previsto è esclusivamente con
tipologia turistica, a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso, infatti
si delinea su di una maglia molto articolata in cui la vegetazione arborea ed arbustiva si insinua tra gli
edifici, mettendoli in continuità con la pineta posta immediatamente ad est. Il disegno dei lotti
residenziali interpreta il rapporto tra le diverse emergenze territoriali: da un lato definisce le continuità
con il tessuto urbano di Casalborsetti, dall’altro diventa più fluido nel contatto con l’area della pineta e
il territorio rurale, con il quale stabilisce relazioni di continuità. In accordo con i vincoli di tutela
paesaggistici le volumetrie residenziali sono situate all’esterno del limite del SIC e si sviluppano in
continuità con l’edificato di Casalborsetti.
La filosofia del progetto del verde all’interno della parte edificata è stata quella di considerare questa
zona, anche se fortemente antropizzata, come parte integrante del progetto paesaggistico generale.
Il disegno urbanistico nasce da un’interpretazione del rapporto tra paesaggio e insediamento
esistente piuttosto che da mere esigenze di accessibilità del nuovo intervento. La proposta di disegno
della rete viaria del nuovo insediamento e dello spostamento di alcune funzioni esistenti (area
camper, campo sportivo, depuratore), è animata dal fine di dare all’area un disegno organico,
minimizzando le aree intercluse e fondando un corretto rapporto tra golf, pineta e tessuto
residenziale.
L’integrazione tra disegno urbano e verde permette una grande “permeabilità” dell’area; permeabilità
al contempo visiva, dei percorsi pedonali e ciclabili, delle reti ecologiche. La visione zenitale del
progetto dà conto della forte integrazione del suo disegno con il contesto urbano e la forma del
territorio preesistenti. La rete ecologica ha in questo caso, una struttura formata su aree centrali,
corpose, relativamente vaste (Pinete e zone umide) dove le specie sono in grado di mantenere
popolazioni sostenibili nel tempo. Intorno a questi nuclei sono previste fasce di protezione, le
cosiddette “buffer zone” che riducono i fattori di pressione e minaccia. L’impianto planimetrico della
zona residenziale ha tenuto conto di queste esigenze, ampie fasce verdi permettono la continuità tra
le differenti aree. Questa congruenza avrà come esito una percezione soggettiva, ad altezza occhio,
di grande qualità ambientale, dove architettura e verde sono animate dalle stesse “leggi costitutive”,
16
leggi che derivano da un’interpretazione profonda del contesto. Lo schema urbanistico si fonda quindi
sul disegno attento dei vuoti e degli spazi aperti a tutte le scale, da quella territoriale a quella
architettonica. La strada che innerva l’intervento è concepita come una “parkway”, che attraversa la
dolce orografia verde delle dune; le strade di accesso alla residenza sono piuttosto i viali alberati
della tradizione agricola. Così i giardini privati delle residenze sono pensati non come semplici spazi
della privacy, ma piuttosto come un elemento cavo il cui margine a muretto definisca chiaramente la
forma dello spazio pubblico.
L’intervento previsto in corrispondenza della - Pineta costiera - (sub comparto 4) (non oggetto di VIA)
L’intervento previsto nel sub comparto 4 consiste nella riqualificazione di un ambito naturale
attraverso linee di gestione naturalistica che non va ad alterare lo stato dei luoghi, ma tende a
valorizzarli a Parco Naturale attraverso la riqualificazione e/o conservazione di ambiti naturali
esistenti e la riconversione di zone attualmente agricole in ambiti rinaturalizzati quali zone umide,
depressioni interdunali, praterie e boscaglie. La genesi delle dune ha avuto un’evoluzione che è
riscontrabile lungo il litorale e che è chiaramente visibile proprio nell’area di studio. La successione
degli ambienti che si vengono a creare partendo dal mare verso l’entroterra, forma quel paesaggio
singolare tutt’ora visibile. Inoltre l’area è caratterizzata dalla presenza di aree pinetate con
esemplari maestosi di Pinus Pinea aventi quasi un secolo d’età. Queste pinete non fanno parte delle
grandi pinete ravennati, situate più a ovest lungo gli antichi fasci dunosi del Po, ma costituiscono un
unicum territoriale per certe loro peculiarità e per la presenza di cenosi ormai rare. Dal punto di vista
faunistico l’area è interessata sia da presenze stanziali che da avifauna palustre cosiddetta di
“passo”. Ciò è dovuto alla vicinanza con la Pialassa Baiona e con la Valle della Canna, che ospitano
specie avifaunistiche di ripa che vi sostano, si alimentano e vi nidificano regolarmente. Si sono
considerate sia le unità di paesaggio con presenza di vegetazione natura- le, sia le unità risultanti
dalle trasformazioni operate dall’uomo: è infatti necessario prendere atto che le strutture ed il
funzionamento del mosaico ecosistemico è anche fortemente determinato dalla presenza di
infrastrutture, opere idrauliche, pratiche agricole. La redazione del PUA del Golf di Casalborsetti ha
tenuto in estrema considerazione le eventuali frammentazioni di habitat e le possibili interferenze con
la contiguità fra le unità ambientali presenti sul territorio. Inoltre, come misure compensative e allo
scopo di ridurre o eliminare le eventuali interferenze sulle componenti ambientali ed allo scopo di
garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, sono previsti nel piano numerosi interventi di
ripristino e rinaturalizzazione di ampie fasce di territorio, che andranno a creare oltre ad un
consistente ampliamento delle aree naturali presenti, dei veri e propri corridoi ecologici. Obiettivo
degli interventi di ripristino ambientale è la realizzazione di un Parco Naturale, che prevede la
conservazione e la riqualificazione di ambiti naturali esistenti e la conversione di zone attualmente
agricole (intercluse tra le pinete esistenti o in adiacenza all’argine sinistro del Lamone), in ambiti
rinaturalizzati quali zone umide, depressioni interdunali, praterie, boscaglie. La realizzazione degli
indirizzi di progetto e di gestione di questa zona a parco fanno proprie le esigenze di tutela del sito
SIC IT 4070005 denominato “Pineta di Casal- borsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”. La
realizzazione di un sentiero natura, riprendendo la traccia di carraie poderali esistenti, corredato di
apposita pannellistica didattico-informativa e di osservatori localizzati nelle zone di maggiore
17
interesse naturalistico consente, inoltre, di valorizzare ulteriormente l’impianto nel suo complesso
assimilandolo ad un’oasi naturale e rendendolo fruibile anche ad un pubblico più vasto che in tal
modo potrebbe scoprire la valenza degli ambienti di duna, delle aree prative, delle zone umide, ecc.
La creazione di questo ambito protetto risulterà legata alla realizzazione dell’impianto sportivo
comunicando il nuovo concetto e ruolo dei percorsi di golf integrati in un contesto naturale.
18
2.3. Rete Natura 2000
Rete Natura 2000 è un progetto che trae origine dalla Direttiva dell’Unione Europea n. 43 del 1992
denominata ”Habitat” finalizzata alla conservazione della diversità biologica e alla tutela di una serie
di habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari.
Tale Direttiva prevede che gli Stati dell’Unione Europea contribuiscano alla costituzione di una rete
ecologica (Rete Natura 2000) che individua aree di particolare pregio ambientale distinte in Siti di
Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva n. 409 del
1979, denominata “Uccelli”.
In Italia l’individuazione dei siti è stata realizzata dalle singole Regioni attraverso il coordinamento del
Ministero della Tutela del Territorio e del Mare.
In Emilia – Romagna i siti di Rete Natura 2000 costituiscono un vero e proprio sistema di tutela del
patrimonio naturale che comprende habitat (foreste, praterie, ambienti rocciosi e zone umide) e
specie animali e vegetali di importanza internazionale. Nell’ambito della Provincia di Ravenna sono
individuati 7 SIC, 4 ZPS e 15 SIC – ZPS.
L’area interessata dal progetto è in parte compresa nel sito SIC-ZPS IT4070005 denominato “Pineta
di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini”; il sito fino al 2009 era classificato solo
come SIC, ma dal 20 aprile 2009 con D.G.R. n. 512/2009 è stato ridefinito come SIC-ZPS.
Stralcio della Tav. Habitat di SIC e ZPS “Aree protette e natura 2000”, SIC-ZPS IT4070005 in cui
sono indicati gli habitat di importanza comunitaria che caratterizzano il sito: in rosso è evidenziato il
perimetro del Comparto S12 – Servizio parchi e risorse forestali, Regione Emilia Romagna.
3A
3B 3A
2B.2 3A
19
Cartografia di dettaglio del SIC-ZPS denominato IT4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta
Staggioni, Duna di Porto Corsini”, con individuazione, in rosso, del perimetro del Comparto S12 –
Fonte: Sito della Regione Emilia Romagna..
3A
3B 3A
2B.2 3A
20
Gli interventi che si collocano all’interno del sito SIC-ZPS sono quelli che caratterizzano i sub
comparti 3A e 4; le criticità affrontate hanno riguardato in particolar modo il sub comparto 3A, in cui è
previsto il nuovo impianto golfistico e per il quale è stato necessario elaborare un progetto nel rispetto
dei principi di tutela e conservazione del sito e, soprattutto, degli habitat di importanza comunitaria
che vi si trovano.
Il presente documento oltre verificare la coerenza del progetto con i diversi livelli di tutela che
insistono sull’area ne verifica la compatibilità con il SIC-ZPS, attraverso la redazione dello Studio di
Incidenza.
Gli interventi che caratterizzano il sub comparto 4 sono esclusivamente di tutela, ripristino e
riqualificazione della pineta a parco naturale.
Il progetto dell’impianto golfistico (sub comparto 3A) è realizzato in ottemperanza ai principi di tutela
del sito SIC-ZPS, grazie ad una serie di accorgimenti, tra cui emergono:
La progettazione di un percorso golfistico secondo principi di eco compatibilità;
la delocalizzazione degli impianti prativi per la pratica del golf al di fuori del sistema di dune e
depressioni interdunali;
la delocalizzazione degli interventi edilizi al di fuori del perimetro del SIC-ZPS;
il ripristino e l’implementazione di habitat di importanza comunitaria;
Si rimanda inoltre all’allegato P “Progetto dell’impianto golfistico” per le specifiche indicazioni sul
progetto del comparto sportivo.
21
2.4. Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI)
L’area di analisi si colloca fra le foci del Canale Destra Reno a nord (Casalborsetti) e del Lamone a
sud (Marina Romea) e ricade sotto l’Autorità di Bacino del Fiume Reno, mentre il Fiume Lamone
funge da linea di confine fra l’AdB del Reno e quella dei Bacini Romagnoli.
Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Reno è stato adottato con delibera n. 1/1
del 6 dicembre 2002 ed è il risultato delle modifiche apportate al Progetto di Piano (adottato l’8
giugno 2001) a seguito delle osservazioni e dei pareri su di esse e sul Progetto stesso, espressi dalle
Regioni Emilia – Romagna e Toscana. Entrambe le Regioni hanno approvato il Piano: Regione
Emilia - Romagna con D.G.R. n. 567 del 07 aprile 2003, Regione Toscana con D.G.R. n. 114 del 21
settembre 2004.
Il Piano è costituito da una Relazione Generale, le Norme Tecniche di Attuazione e gli elaborati sono
suddivisi in Titolo I – Rischio da frana e assetto dei versanti e Titolo II – Rischio idraulico e assetto
della rete idrografica.
Quest’ultima sezione suddivide l’analisi delle problematiche di rischio idraulico e di assetto della rete
idrografica nei bacini dei quattro corsi d’acqua principali: il Fiume Reno (II.1) e i Torrenti Idice (II.2),
Sillaro (II.3) e Santerno (II.4).
Quadro di unione dei Bacini del Reno (sono colorati i quattro corsi d’acqua principali). In rosso si
indica dove è collocato il comparto.
22
Per ciascuno dei bacini dei corsi d’acqua sono state elaborate, oltre a relazioni e programmi di
intervento, tavole in scala 1:5.000 in cui sono individuati il reticolo idrografico o l’alveo, le aree ad alta
probabilità di inondazione, le aree per la realizzazione degli interventi strutturali e le fasce di
pertinenza fluviale.
Per quanto riguarda l’area oggetto di analisi non sono presenti tavole che indichino la presenza di
prescrizioni, come si può osservare dalla Tavola 2.0.2 “Quadro di unione tavole – Scala 1:100.000”
Rischio Idraulico e Assetto Rete Idrografica II.1 – Bacino del Fiume Reno.
Stralcio Tavola “B quadro 2” Bacino Imbrifero di pianura e pedecollinare del Torrente Senio e Bacini
dei Sistemi Idrografici di Bonifica dei Comparti Canal Vela e Fosso Vecchio in cui il retino verde
individua i territori sottoposti all’art. 20 delle NTA del Piano Stralcio per il Bacino del Torrente Senio;
in rosso è indicato il perimetro del Comparto S12 – Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Reno.
L’unica prescrizione che caratterizza l’area rimanda all’art. 20 “Controllo degli apporti di acqua” delle
NTA del Piano Stralcio per il bacino del Torrente Senio (Tavola “B quadro 2” Bacino Imbrifero di
pianura e pedecollinare del Torrente Senio e Bacini dei Sistemi Idrografici di Bonifica dei Comparti
Canal Vela e Fosso Vecchio in Scala 1:25.000), per cui devono essere previsti sistemi di raccolta
delle acque piovane prima della loro immissione nel corso d’acqua o collettore di bonifica ricevente
individuato dall’Autorità idraulica competente.
Tale prescrizione è stata ottemperata tramite confronto diretto con i tecnici dell’autorità di bacino con
cui sono stati definiti i dimensionamenti adeguati delle vasche di laminazione.
3A
3B
2B.2
23
Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.)
Ad oggi è stata approvata la Variante ai Piani Stralcio del bacino idrografico del Fiume Reno
finalizzata al coordinamento tra tali Piani e il Piano Gestione Rischio Alluvioni - Integrazioni alle
Norme e alle Tavole di piano Adozione - Delibera CI n. 3/1 del 7 novembre 2016 - approvata, per il
territorio di competenza, dalla Giunta Regionale Emilia-Romagna con deliberazione n. 2111 del
05.12.2016; pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 375 del 15.12.2016.
Si veda paragrafo 2.13 della presente relazione.
24
2.5. Piano Territoriale Paesistico Regionale
Il Piano Territoriale Paesistico Regionale è stato redatto secondo il combinato disposto dell’art. 15
della L.R. 05/09/88, n.36, e del punto 2 del primo comma dell’art. 4 della L.R. 07/12/78, n.47, nonché
per le finalità e gli effetti di cui all’art. 1 della L. 08/08/85, n.431.
Nel Piano i paesaggi regionali sono classificati mediante “Unità di Paesaggio”, costituenti il quadro di
riferimento essenziale per le metodologie di formazione degli strumenti di pianificazione e di ogni altro
strumento regolamentare. L’area di nostro interesse ricade nell’Unità di Paesaggio n. 1 “della Costa
Nord”.
Dall'entrata in vigore della L.R. n. 20/2000, i PTCP che danno piena attuazione alle prescrizioni del
PTPR costituiscono, in materia di pianificazione paesaggistica, l'unico riferimento per gli strumenti
comunali di pianificazione e per l'attività amministrativa attuativa.
Nel caso specifico, dunque, lo strumento di pianificazione cui fare riferimento per la pianificazione
paesaggistica è il PTCP. Pertanto, per quanto riguarda l’analisi degli aspetti legati alla pianificazione
paesaggistica, si farà riferimento alla successiva analisi del PTCP della Provincia di Ravenna.
Le previsioni del PTPR hanno trovato conferma e adeguamento in quelle del PTCP vigente, pertanto
si rinvia alle considerazioni svolte al punto successivo.
25
2.6. Piano Territoriale Di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è stato adottato con Delibera del Consiglio
Provinciale n°51 del 06.06.2005, approvato con Delibera del C.P. n°9 del 28.02.2006, pubblicato sul
B.U.R dell’Emilia Romagna n°65 del 10.05.2006.
Il PTCP è, di fatto, lo strumento di approfondimento, alla scala provinciale, di indirizzi, obiettivi e
prescrizioni del PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale); è quest’ultimo che individua le grandi
suddivisioni di tipo fisiografico (montagna, collina, pianura, costa), i sistemi tematici (agricolo,
boschivo, delle acque, insediativo) e le componenti biologiche, geomorfologiche o insediative che
caratterizzano la struttura territoriale regionale.
Oltre agli stralci delle tavole del PTCP si riportano anche quelli delle tavole della Provincia di
Ravenna in cui sono individuati, in sintesi i vincoli di carattere paesistico ambientale che interessano
l’area del Comparto S12.
L’area interessata dal PUA dell’Impianto Golf di Casalborsetti comprende varie zone e precisamente:
Aree forestali (art.3.10)
Sistema costiero (art. 3.12)
Zone di tutela della costa e dell’arenile (art. 3.15)
Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale (art. 3.19)
Sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica (art. 3.20d)
Bonifiche (art. 3.23)
Strade panoramiche (art. 3.24b)
Parchi Regionali (art. 7.4)
Negli stralci planimetrici di seguito riportati è evidente come nella Tavola 2.5 del PTCP sia indicato il
perimetro del Parco del Delta del Po come definito dalla L.R. 2 luglio n.27 del 1988 e non quello
ridefinito con il Piano di stazione nel 2006 e nel 2008 (vedi capitolo relativo al Piano del Parco del
Delta del Po), mentre nello stralcio della Carta della Provincia di Ravenna che indica i Vincoli
ambientali, il perimetro del Parco sia quello del Piano si Stazione adottato nel 2006.
Nella Tav. 6 “Progetto Reti Ecologiche in Provincia di Ravenna” rientra fra:
Elementi di contiguità ecologica tra la costa e l’entroterra
Zone buffer
26
Stralcio della Carta Forestale provincia di Ravenna (in verde aree forestali); scala 1: 100.000 (C.T.R.
1: 50.000)
3A
3B 3A
2B.2 3A
27
Stralcio Tav. 2.5 del PTCP: in rosso si individua il perimetro del Comparto S12 – Fonte: Provincia di
Ravenna Stralcio
Tav. 6 del PTCP: in nero è indicata la localizzazione approssimativa del Comparto S12 rispetto alla
Rete Ecologica – Fonte: Provincia di Ravenna
AREA
3A
3B 3A
2B.2 3A
28
Stralcio della Carta dei Vincoli ambientali della Provincia di Ravenna in cui si individua in rosso il
perimetro del Comparto S12 e come si sovrappone ai perimetri del Parco Regionale del Delta del Po
e del SIC-ZPS It4070005 “Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini” –
Elaborazione del SIT della Provincia di Ravenna – Fonte basi raster: Regione Emilia‐Romagna
Le criticità sono state affrontate e superate in quanto:
Il comma 1 dell’art. 3.10 “Aree Forestali” definisce le stesse come: “…i terreni caratterizzati dalla
presenza di vegetazione arborea e arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre
legno o altri prodotti classificati usualmente come forestali e di esercitare un’influenza sul clima, sul
regime idrico, sulla flora e sulla fauna.
Sono inclusi nelle aree forestali i ‘soprassuoli boschivi’ o ‘boschi’, i ‘boschetti’, gli ‘arbusteti’, le ‘aree
temporaneamente prive di vegetazione arborea’ od arbustiva per cause naturali o artificiali, i
‘castagneti da frutto’, i ‘rimboschimenti’ intesi come impianti arborei di origine artificiale non soggetti
ad interventi di carattere agronomico lasciati evolvere naturalmente o assoggettati ad interventi
selvicolturali, le ‘formazioni vegetali lineari’….”
Il comma 2 prevede che “…Eventuali proposte di ulteriori variazioni dei perimetri della Carta forestale
possono essere presentate alla Provincia, anche da soggetti privati, sulla base di analisi
dello stato di fatto prodotta da tecnico abilitato, secondo le medesime metodologie adottate dalla
3A
3B 3A
2B.2 3A
29
Provincia per l’elaborazione della Carta forestale…”
Gli obiettivi generali del PUA di Casalborsetti rispondono pienamente a quanto definito al comma 3
dell’art. 3.10 “Aree Forestali” che stabilisce che: “Il presente Piano conferisce al sistema dei boschi
finalità prioritarie di tutela naturalistica, di protezione idrogeologica, di ricerca scientifica, di funzione
climatica e turistico-ricreativa, oltreché produttiva. (...)”
A tal fine vengono conservate tutte le aree boscate esistenti indicate dalla Tav. 3-5 del PTCP della
Carta Aree Forestali della Provincia di Ravenna, oltre alla realizzazione di nuove zone boscate le cui
caratteristiche di impianto riprendono le analisi della vegetazione esistente allegata al documento di
“analisi e conservazione delle pinete”. “Allegato N Progetto di rinaturalizzazione della Pineta
Pubblica” Tavola di “Analisi della vegetazione reale”
Il Piano risponde inoltre al comma 6 che definisce che “Nei terreni di cui al presente articolo si
persegue l'obiettivo della ricostituzione del patrimonio boschivo come ecosistema forestale
polifunzionale, e pertanto sono ammesse esclusivamente:
la realizzazione di opere di difesa idrogeologica ed idraulica, di interventi di forestazione, (…)
manutenzione delle predette opere, (…)
le attività escursionistiche e del tempo libero compatibili con le finalità di tutela naturalistica e
paesaggistica.”
Gli obiettivi generali del PUA di Casalborsetti rispondono pienamente a quanto definito al comma 2
dell’art. 3.12“Sistema costiero” che stabilisce che:
“Le disposizioni del presente articolo sono finalizzate al mantenimento e alla ricostruzione delle
componenti naturali ancora riconoscibili e all'individuazione degli elementi strutturanti del sistema
ambientale locale in continuità con l'assetto ambientale dell'entroterra nonché alla ridefinizione del
sistema insediativo costiero per il quale favorire il decongestionamento e il recupero di aree a verde e
per servizi. In tutto il sistema costiero trovano applicazione gli indirizzi per la Gestione Integrata delle
Zone Costiere (GIZC) di cui alla delibera del Consiglio Regionale 20 gennaio 2005 n.645”.
Risponde inoltre al comma 3 definisce che; “Gli strumenti di pianificazione e/o programmazione
settoriale e gli strumenti di pianificazione comunali, con esclusione delle aree ricadenti all'interno
della perimetrazione del territorio urbanizzato così come delimitato ai sensi dell'art. 13 della L.R. n.
47/1978 prima dell'entrata in vigore della L. n. 431/1985, nonché le aree dell'ambito portuale di
Ravenna soggette a piani urbanistici preventivi specifici, sono tenuti a promuovere il recupero e la
riqualificazione dei territori ricompresi in detto sistema uniformandosi, in ragione delle rispettive
specificità, agli indirizzi seguenti:
(…)
d) devono essere mantenuti e, ove possibile, ripristinati varchi tra l'entroterra ed il mare, tali da
consentire l'accesso alla fascia balneare, la continuità visuale tra la campagna ed il mare,
l'interruzione della continuità edilizia con elementi naturali, la fruizione di spazi vegetati per le attività
di tempo libero;
g) i nuovi manufatti edilizi ad uso residenziale, turistico-ricettivo e di servizio, eventualmente
30
necessari in aggiunta a quelli esistenti, ove sia dimostrata la indispensabilità della loro localizzazione
all'interno degli ambiti territoriali di cui al presente articolo, devono essere localizzati prioritariamente
in aree già urbanizzate, fatta eccezione per gli interventi necessari alla riqualificazione urbana ed
ambientale, per l’integrazione dei servizi pubblici e privati e/o per la realizzazione ed adeguamento
della viabilità al fine di decongestionare il lungomare, nonché per quelli necessari all'adeguamento
alle norme di sicurezza e di igiene delle attività agrituristiche, del turismo rurale e delle attività ricettive
e ricreative;
g bis) deve essere perseguito il decongestionamento della fascia costiera favorendo la
riqualificazione del tessuto urbanistico esistente attraverso interventi di recupero e reperimento al suo
interno degli standard per servizi, arredo e realizzazione di parchi urbani;
Gli interventi che caratterizzano le “ Zone di tutela della costa e dell’arenile” art. 3.15 ricadono
interamente nel sub comparto 4 per cui è previsto, come precedentemente descritto, il ripristino degli
ecosistemi naturali tipici delle pinete litoranee; viene quindi ottemperata la normativa e in particolar
modo si risponde pienamente al comma 2a dell’art. 3.15 che dice: “… possono essere previsti e/o
consentiti esclusivamente (…) la conservazione e/o il ripristino della conformazione naturale, con
particolare riferimento all'apparato morfologico e vegetazionale della duna (…)”.
Escluso il sub comparto 4 gli altri comparti ricadono interamente in aree classificate come “ Zone di
particolare interesse paesaggistico ambientale” art. 3.19 che “… comprendono ambiti territoriali
caratterizzati oltre che da rilevanti componenti vegetazionali e geologiche, dalla compresenza di
diverse valenze (storico-antropica, percettiva, ecc.) che generano per l'azione congiunta un interesse
paesistico” (c.1).
Il superamento della criticità ambientale sta nel fatto che gli interventi di ampliamento edilizio possono
essere fatti rientrare in quanto definito dal comma 11 dell’art. 3.19 che afferma: “Nelle zone di cui al
presente articolo possono essere individuate, da parte degli strumenti di pianificazione comunali od
intercomunali, sulla base di parere favorevole della Provincia, ulteriori aree a destinazione d'uso
extra-agricola diverse da quelle di cui al nono comma, oltre alle aree di cui al secondo comma,
solamente ove si dimostri:
l'esistenza e/o il permanere di quote di fabbisogno non altrimenti soddisfacibili, ribadendo, in
particolare per le località balneari ricadenti nella zona in esame, quanto sancito dal punto g) del
comma 3 dell’art.3.12 – Sistema costiero (sopracitato);
la compatibilità delle predette individuazioni con la tutela delle caratteristiche paesaggistiche generali
dei siti interessati e con quella di singoli elementi fisici, biologici, antropici di interesse culturale in essi
presenti.”
L’intero piano ricade su di un “Sistema dunoso costiero di rilevanza storico documentale paesistica”
art. 3.20d, per cui valgono gli stessi indirizzi e prescrizioni dell’art. 3.19 appena analizzato e per cui,
l’eventuale emanazione di ulteriori norme di tutela viene rimandata alla pianificazione comunale
generale.
Ciò premesso, il progetto di riqualificazione paesaggistica fa propria la salvaguardia dei cordoni
dunosi attraverso la conservazione dei sistemi dunosi storici esistenti all'interno dell'area di progetto
31
che delimitano le aree naturali esistenti dalle aree agricole formatesi con il processo di bonifica.
In particolare il patrimonio dunoso esistente viene valorizzato attraverso due azioni:
conservazione delle dune storiche esistenti e valorizzazione degli ambiti infradunali attualmente
occupati da attività agricole e che verranno rinaturati rigenerando le zone di bassura umide
originariamente presenti;
riconversione dei terreni agricoli esistenti nelle aree di bonifica, esterne al perimetro delle dune
storiche esistenti, recuperando l'originale morfologia naturale che alternava il movimento dunoso alla
presenza di zone di bassura e di zone umide.
Nell'insieme la vasta area naturalistica si configura come un vero e proprio parco naturale all'interno
dell'intero sistema paesaggistico costiero in continuità con i criteri di valorizzazione della rete
ecologica di continuità tra le Valli di Comacchio a nord e il sistema Piallasse/Pineta di San Vitale a
sud. (Allegato P “Progetto impianto golfistico”)
Dall’analisi dello stato di fatto emerge come gli interventi di carattere edilizio si vadano a collocare in
aree in cui la conformazione del cordone dunoso non è più percepibile a causa della livellazione dei
terreni attuata con le pratiche agricole.
I sub comparti 1, 3A e 3B rientrano inoltre in “ Zone di interesse storico testimoniale – Terreni
interessati da bonifiche storiche di pianura” art. 3.23 per cui non vi sono particolari limitazioni se non
limitatamente agli interventi che interessano direttamente modifiche dell’assetto dei canali di bonifica
e dei manufatti idraulici, storici e non, direttamente correlati al funzionamento idraulico.
Il piano non prevede di alterare l’assetto della trama dei canali di bonifica e in particolar modo non
interviene sui canali di scolo principali (Scolo Baronio e delle Vene) che costeggiano il margine est
del comparto.
Per quanto riguarda la “Strada panoramica” art. 3.24 .B che attraversa l’intero comparto, le modifiche
principali previste riguardano la rotatoria posta in prossimità dell’abitato esistente per cui, nel rispetto
del Codice della Strada, è stato concordato con il Servizio Mobilità del Comune di Ravenna un
ridimensionamento per consentire il nuovo innesto stradale che permette l’accesso all’area golfistica.
Il tratto di Via Spallazzi che separa i comparti 1, 2A e 2B è stato riqualificato ad asse strutturante
dell’ambito urbano di Casalborsetti, garantendo la continuità del sistema del verde grazie
all’inserimento di ampie fasce vegetazionali che oltre a fungere da elementi di mitigazione acustica e
paesaggistica integrano il sistema dei percorsi ciclopedonali che collega il parco naturale della pineta
al sistema urbano.
Il Comparto S12 rientrava, inoltre, nella Rete Ecologica della Provincia di Ravenna (Tavola 6 del
PTCP), ma l’attenzione rivolta al contesto in cui si viene ad inserire ha fatto sì che il piano curasse in
particolar modo le connessioni con i sistemi ecologici che caratterizzano il territorio di riferimento,
trattando proprio la progettazione di un sistema del verde particolarmente integrato che si pone in
continuità con il contesto attraverso il ripristino di habitat dunali e retrodunali e con l’impianto
golfistico.
32
2.7. Piano Regolatore del Comune di Ravenna
Il Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna, Variante di Adeguamento e Razionalizzazione
delle Norme di Attuazione approvato con Delibera Consigliare N. 51/15007 19/03/02, classificava
l’area interessata dal progetto come Zona I ad uso pubblico - privato, comparto “impianto golfistico di
Casalborsetti” (art XI.10), e includeva l’area nella fascia litoranea soggetta a tutela dall’ingressione
marina (art. XI.11, (c10)).
Nell’ambito della L.R. 20/2000 nasce il nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna,
che introduce i nuovi strumenti per la pianificazione PSC, RUE e POC che di fatto vanno a sostituire il
PRG del ’93.
2.8. PSC – Piano Strutturale Comunale
Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è stato adottato dal Comune di Ravenna con deliberazione C.C.
n. 117/50258 del 23/06/2005, successivamente approvato con deliberazione C.C. PV 25/2007 del
27/02/2007 e pubblicato sul BUR n.57/2007 del 26/04/2007.
Il PSC è lo strumento di pianificazione urbanistica che deve essere predisposto dal Comune, con
riguardo a tutto il proprio territorio, per delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e per
tutelare l’integrità fisica ed ambientale e l’identità culturale dello stesso.
Fra gli elaborati descrittivi del PSC i fogli 3 “Casalborsetti” e 6 “Marina Romea” individuano l’area di
intervento come Ambito Co S12 Golf di Casalborsetti.
L’articolo 22 precisa, al comma 1: “Si ha l’attuazione indiretta quando l’intervento di trasformazione è
subordinato a Piano Urbanistico Attuativo (PUA) di iniziativa pubblica o privata di cui al Titolo II della
L.R. 20/2000, esteso a Comparto ricompreso nel POC, per il quale il POC stesso stabilisce il tipo di
PUA da attivare e definisce, nell’apposita Scheda di Comparto di cui al successivo art. 25, la cui
disciplina urbanistica generale da assumere a base della formazione del PUA”.
Inoltre al comma 4 precisa che “Si ha l’Attuazione indiretta a programmazione unitaria quando il PSC
individua un Ambito o Aree rinviando la definizione dei relativi Comparti al POC, a seguito di
concertazione tra Amministrazione e proprietari o di accordi ai sensi dell’art. 18 della L.R. 20/2000,
del quale il POC stesso stabilisce la disciplina generale da assumere a base della formazione del
PUA e/o dei PUA nel rispetto degli obiettivi, delle prescrizioni, delle prestazioni e del campo di
variazione delle grandezze urbanistiche fissati nella Scheda d’Ambito di cui all’art. 24 del PSC”.
La scheda d’ambito è composta sa un foglio normativo con l’indicazione degli obiettivi, usi, quantità,
prescrizioni e prestazioni e da un eventuale foglio grafico di riferimento normativo, con l’indicazione
delle classi per cui il PSC individua gli ambiti e recepisce l’eventuale accordo ai sensi dell’art. 18 della
L.R. 20/2000, mentre rimanda al POC per l’individuazione dei comparti soggetti a PUA.
33
Tra gli elaborati gestionali del PSC si analizza la tavola G1.3 “Carta dei vincoli ambientali vigenti” in
cui vengono riportati i perimetri di riferimento relativi ai vincoli ambientali; in particolare si osserva
come il Comparto rientra quasi interamente all’interno del perimetro del Parco del Delta del Po e che
in buona parte ricade in area SIC e in zone sottoposte a vincolo idrogeologico. Gli interventi di
carattere edilizio dovranno essere collocati preferibilmente al di fuori di tali perimetri in continuità con
l’aggregato urbano esistente.
Stralcio Tav. G1.3 del PSC con individuazione dell’area d’intervento
3A
3B 3A
2B.2 3A
34
Il Vincolo idrogeologico discende dal R.D. 30 dicembre 1923 n. 3267 “Riordinamento e riforma della
legislazione in materia di boschi e di terreni montani” e dal R.D. 16 maggio 1926 n. 1126
“Regolamento per l’applicazione del R.D. 3267/23”. Inizialmente il vincolo aveva come obiettivo
prioritario quello di garantire l’integrità dei territori boscati e saldi dall’attività agricola in forte
espansione, mentre negli anni Settanta, in seguito ad una trasformazione radicale del contesto
ambientale e sociale, l’opera del vincolo divenne di difesa dall’attività edilizia e dallo sviluppo
infrastrutturale.
Co n la L.R. n. 3/1999 “ Riforma del sistema regionale locale” , le funzioni relative al vincolo
idrogeologico, già delegate alle Provincie con la L.R. 27 febbraio n.6 del 1984, sono delegate ai
Comuni.
L’art. 150 della L.R. 3/1999 prevede diverse forme procedurali commisurate alla effettiva dimensione
e all’impatto sull’equilibrio territoriale delle opere e per cui è stata emanata la DGR 1117/2000
“Direttiva Regionale concernente le procedure amministrative e le norme tecniche relative alla
gestione del vincolo idrogeologico”.
La Direttiva Regionale riporta tre elenchi di opere che, a seconda delle dimensioni e dell’impatto sul
territorio: necessitano di autorizzazione, prevedono la comunicazione di inizio attività o non sono
soggette né ad autorizzazione né a comunicazione.
Le opere del PUA di Casalborsetti comprendono “interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia
del territorio e trasformazione degli ecosistemi vegetali che comportino consistenti movimenti di
terreno (scavi, sbancamenti e riporti) e/o modifichino il regime delle acque” e quindi, per l’area
indicata nella Carta della Provincia, rientrerebbero nell’Elenco 1 “Opere che comportano
Autorizzazione”; dal momento che la gestione del Vincolo Idrogeologico è responsabilità diretta dei
Comuni e non delle Province si assume che
v alga la Cartografia Comunale e che quindi non sia necessaria l’Autorizzazione.
L’area interessata dal PUA dell’Impianto Golf di Casalborsetti copre un ampio territorio che rientra in
zone indicate dal PSC come:
35
Rete ecologica (art. 30)
Aree soggette ad ingressione marina (art. 31)
Contesti Paesistici d’area Vasta “La Fascia costiera nord – San Vitale” (art. 33)
Attrezzature Pubbliche – Comunali – Di progetto – S = attrezzature e impianti sportivi (art. 52)
Zone boscate e/o arbustive (art. 64)
Le criticità sono state affrontate e superate in quanto:
Gli interventi che rientrano nella “ Rete ecologica” art. 30 , ricadono interamente nel sub comparto 4 e
una piccola porzione del sub comparto 2B. Il progetto definisce azioni esclusivamente di tutela,
ripristino e riqualificazione della pineta a parco naturale e, per il sub comparto 2B, la realizzazione
delle vasche di laminazione, mantenendo e implementando la rete ecologica; le stesse
considerazioni valgono per le “ Zone boscate e/o arbustive” art. 64 che interessano solo il sub
comparto 4;
Al fine di prevenire possibili allagamenti e introdurre opportune misure di sicurezza, le nuove
lottizzazioni previste rispondono a quanto definito dall’art. II.18, comma 5, delle NTA del RUE e, di
conseguenza anche all’art.31 “Aree soggette ad ingressione marina” del PSC;
Gli obiettivi del PUA del Golf di Casalborsetti sono in accordo con quelli esplicitati per il Contesto
Paesistico d’area Vasta “La Fascia costiera nord – San Vitale” (art. 33), in cui rientra il comparto; in
particolare sono ottemperati gli obiettivi di:
Tutela ambientale;
Eco compatibilità degli interventi;
Qualità della progettazione in relazione al contesto di valore ambientale.
Il PSC individua le attrezzature pubbliche di livello comunale e sovra comunale e gli ambiti in cui
queste devono essere previste (vedi art. 52 “Attrezzature Pubbliche – Comunali – Di progetto – S =
attrezzature e impianti sportivi”): il piano prevede nel sub comparto 1 l’ampliamento e la
riqualificazione dell’impianto sportivo esistente di Casalborsetti, ottemperando, quindi alla
prescrizione del PSC.
2.9. RUE – Regolamento Urbanistico Edilizio
Il RUE, approvato nella seduta del C.C. del 28/07/09 con delibera di C.C. n.77035/133, è in vigore
dalla data di pubblicazione sul BUR avvenuta il 26 agosto 2009 (ai sensi del comma 3 dell’art. 33
della L.R. 20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009).
Il Regolamento Urbanistico Edilizio disciplina le trasformazioni del territorio articolandole in rapporto
alle diverse situazioni territoriali e alle differenti tipologie di interventi.
In base alle tavole 10 “Casalborsetti” e 15 “Bonifica di Valle delle Vene”, di cui di seguito si riporta
una stralcio indicando in rosso il perimetro del comparto, il PUA è previsto su un’area interessata da
diversi livelli di tutela che ripercorrono i piani sovraordinati affrontati nei punti precedenti.
Fra gli elaborati gestionali del Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Ravenna si osserva in
36
particolar modo il RUE7, dove, a seconda del contesto paesistico locale in cui ricadono gli interventi,
vengono forniti un insieme di dati conoscitivi e interpretativi, di obiettivi, criteri e indirizzi da porre alla
base della progettazione.
Il Comparto S12 ricade nei contesti paesistici locali 8.2 “Bonifica destra Reno” e 8.3 “Casalborsetti –
Marina Romea”, per cui vengono definiti degli “Obiettivi di Contesto locale” relativi agli interventi e al
loro corretto inserimento paesistico ambientale nel contesto di riferimento. Tali obiettivi interessano
un territorio molto più vasto e per gli Ambiti delle aree oggetto di Accordo di 2° livello vengono
indicate delle “Misure per l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi per la definizione
della pianificazione attuativa”, contenute tra gli elaborati del Piano Operativo Comunale, a cui si
rimanda interamente.
Con D.C.C. n.54946/88 del 14/04/2016 è stata approvata la Variante di adeguamento del RUE, che
però non ha portato modifiche al Comparto in oggetto.
37
Stralcio Tav. 3 “Casalborsetti” e Tav. 6 “Marina Romea”: in rosso si individua il perimetro del
Comparto S12 – Fonte: Sito Comune di Ravenna
3A
3B 3A
2B.2 3A
38
2.10. POC – Piano Operativo Comunale
Il POC 2010 - 2015 è stato controdedotto e approvato con delibera del C.C. n. 23970/37 del
10/03/2011 ed è entrato in vigore con la pubblicazione sul BUR il 30 marzo 2011 ai sensi del comma
3 dell’art. 33 della
L.R. 20/2000, così come modificato dalla L.R. 06/2009.
L’area di intervento rientra fra le Aree oggetto di Accordi di 2° livello (a norma dell’art. 18 della L.R.
20/2000) ed è denominata “Comparto S12 Casalborsetti - Golf” (CoS12).
Il Piano Operativo Comunale definisce le prescrizioni progettuali vincolanti riferite agli elementi di
continuità funzionale e spaziale delle reti e agli elementi per la definizione dell’assetto morfologico -
funzionale del territorio e i criteri di progettazione urbanistica attuativa (art. 13 delle NTA del POC).
Per gli Ambiti/Comparti a maggiore complessità di contenuto progettuale, il POC definisce la
disciplina oltre che nell’apparato normativo anche in apposite schede di testo o grafiche raccolte
nell’elaborato POC.4 “Repertori delle Schede d’Ambito normative (prescrittive) e grafiche
(d’indirizzo)”.
La scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S12 definisce, in sintesi:
OBIETTIVI: risanamento ambientale della pineta costiera e cessione gratuita ed eventuale gestione
al Comune o ad altro soggetto pubblico, garantendo la continuità dei sistemi ambientali (pineta
costiera, risarina e zone di possibile rinaturalizzazione).
Realizzazione impianti e servizi sportivi pubblici – ricreativi privati ricettivi (alberghiero, sosta camper,
…). Adeguamento viabilità completamento abitato in connessione con l’esistente, (viabilità di
circuitazione all’abitato già realizzata).
Adeguamento ed ampliamento dell’area sportiva pubblica posta a nord.
USI E DATI QUANTITATIVI: il comparto Co S12 viene suddiviso in 6 sub comparti a cui vengono
associati destinazioni d’uso e dati quantitativi specifici:
Sub comparto 1: residenza, area camper e servizi all’abitato e attrezzature sportive pubbliche;
Sub comparto 2A e 2B: residenza e RTA;
Sub comparto3A: golf e servizi connessi;
Sub comparto 3B: ricettivo, ricreativo, servizi, residenza; quest’ultima limitatamente per la parte a sud
di tale comparto, a 1/3 del totale ammesso ed esclusivamente, per tutto il comparto, con tipologia
turistica, a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso.
Per quanto riguarda le destinazioni specifiche e i dati quantitativi si rimanda all’elaborato del POC 4d
riferito all’Ambito S12 Casalborsetti – Golf in cui vengono definite in modo puntuale.
CRITICITÀ:
VINCOLI AMBIENTALI E PAESISTICI: verifica della compatibilità del progetto e dei elativi interventi;
la compatibilità con il Piano di Bacino per la laminazione (da verificare e concordare con il Consorzio
di Bonifica); pareri e procedure ambientali se dovuti per normativa vigente;
VIABILITÀ: verificare se la viabilità esistente risulta adeguata a ricevere il nuovo innesto stradale di
accesso all’impianto golfistico;
39
RETI: acquedotto e gas risultano carenti; in particolare per quanto riguarda l’acquedotto è garantita la
fornitura solo per usi normali (è escluso l’uso irriguo per l’impianto golfistico che ha già ottenuto
l’autorizzazione dal Consorzio di Bonifica)
PRESCRIZIONI / PRESTAZIONI: sono definite
Prescrizioni generali;
Prescrizioni specifiche;
Prestazioni di Valenza ambientale paesaggistica (per cui si rimanda al POC.9 “Misure per
l’inserimento ecologico e paesaggistico degli interventi degli Ambiti per la definizione della
pianificazione attuativa”);
Tempi d’attuazione / Stralci.
Per quanto riguarda prescrizioni e prestazioni si rimanda all’elaborato del POC 4d riferito all’Ambito
S12 Casalborsetti – Golf, in cui vengono definite in modo puntuale.
Le immagini sopra riportate individuano, rispettivamente, lo stralcio degli elaborati G.2.2 Carta per la
qualità del territorio del PSC e del RUE 7 Guida per l’inserimento paesaggistico degli interventi –
Contesti paesistici locali 8.2 e 8.3 riportati nel POC 4d – Repertorio delle Schede d’Ambito delle aree
oggetto di Accordo di 2° livello, Ambito S12 – Casalborsetti - Golf”.
Nello specifico le criticità sono state affrontate e superate in quanto:
La rispondenza ai Vincoli Ambientali e Paesistici sono state ampiamente descritte nei punti
precedenti;
40
La compatibilità con il Piano di Bacino è ottemperata dal dimensionamento delle vasche di
laminazione e della rete fognaria dell’intero ambito, in accordo con il Consorzio di Bonifica;
In accordo con il Servizio Mobilità del Comune di Ravenna è previsto un adeguamento della viabilità
esistente, in particolare è stato concordato il ridimensionamento della rotonda di Via Spallazzi in
modo da consentire il nuovo innesto stradale per l’accesso all’area golfistica, nel rispetto dei minimi
previsti dal Codice della Strada;
Per quanto riguarda le criticità relative alle reti:
Il soggetto attuatore fornisce adeguate garanzie, per l’esecuzione della condotta idrica che collegherà
il ponte sul Lamone (versante nord) fino alla rotonda di accesso all’area golfistica per il
soddisfacimento dell’incremento delle esigenze dei nuovi usi urbani da insediare nell’ambito. Il
soggetto attuatore si impegna a rispettare le prescrizioni e le modalità esecutive che HERA stabilirà
per l’esecuzione della condotta che avverrà comunque dopo l’attuazione di almeno il 30% della
potenzialità edificatoria espressa dal 1° POC 2010-2015.
Per quanto riguarda il fabbisogno idrico ai fini irrigui legati all’attività golfistica il Consorzio di Bonifica
ha rilasciato l’autorizzazione al reperimento idrico dai canali consortili limitrofi all’ambito evitando
pertanto qualsiasi coinvolgimento della rete idrica comunale ai fini irrigui.
La rete del gas di progetto prevede semplicemente il completamento della rete esistente che al
contrario di quella idrica non ha alcuna problematica al soddisfacimento dell’ampliamento dell’abitato
esistente previsto
Il piano del golf di Casalborsetti pone particolare attenzione all’inserimento paesaggistico degli
interventi e rispetta puntualmente le ”Misure per l’inserimento ecologico e paesaggistico degli
interventi degli Ambiti per la definizione della pianificazione attuativa” (POC9):
Risanamento ambientale e valorizzazione del sistema di fruizione paesaggistico ambientale;
Integrazione della rete ecologica;
Completamento e riqualificazione del centro di Casalborsetti;
Disegno della rete degli spazi pubblici (aree verdi e luoghi di relazione) e configurazione aree verdi di
pertinenza degli edifici dei sub comparti edificati;
Disegno della rete ciclopedonale;
Configurazione del margine del campo da golf rivolto verso il paesaggio rurale;
Assunzione del tracciato poderale principale come asse di strutturazione di accessi e funzioni
connesse all’attività golfistica;
Configurazione del margine dei comparti residenziali e sportivi rivolti verso il paesaggio rurale;
Caratterizzazione e qualificazione di Via Spallazzi;
Caratterizzazione di assi urbani con funzione di centralità;
Caratterizzazione di snodo viabilistico con funzione di testata dell’asse urbano in connessione visuale
con la pineta;
Disegno dell’impianto planimetrico dei sub comparti in continuità con le assialità dei tessuti da
completare;
Conformazione di spazi di discontinuità insediativa “giardino urbano”;
41
Conformazione della fascia di integrazione della rete ecologica;
Localizzazione, disposizione e caratteristiche morfologico-funzionali di funzioni specializzate;
Caratterizzazione dei fronti edificati lungo gli spazi di discontinuità insediativa.
42
2.11. Piano Provinciale di Tutela delle Acque (P.P.T.A.)
Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), conformemente a quanto previsto dal D. Lgs. 152/99 e dalla
Direttiva europea 2000/60 (Direttiva Quadro sulle Acque), è lo strumento regionale volto a
raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione, e a
garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo.
Il Piano Provinciale di Tutela delle Acque (P.P.T.A.) inquadra il nostro ambito di intervento all'interno
delle “Zone di protezione delle acque sotterranee e costiere”.
In continuità con le disposizioni provinciali per la Tutela delle Acque la gestione del comparto
golfistico viene garantita attraverso un approvvigionamento irriguo differenziato su più fonti che
vengono impiegate a seconda della loro disponibilità. Esse sono costituite da:
rete del Consorzio di Bonifica ad uso irriguo già esistente e concessa per le aree agricole. Tale fonte
viene attivata prevalentemente durante le fasi stagionali piovose (autunno-inverno) sfruttando la
potenzialità dell'invaso di accumulo previsto per lo stoccaggio dell'acqua piovana
recupero delle acque bianche di scarico.
Le fonti sopraelencate fanno capo ad un invaso di stoccaggio impermeabilizzato per complessivi
13.500mq (ca. 25.000mc) le cui funzioni sono essenzialmente due:
modulare l'erogazione in relazione ai fabbisogni in modo da compensare eventuali variazioni di
portata disponibili dalle diverse fonti;
riserva d'acque da utilizzare in caso di scarsa disponibilità delle fonti.
Il dimensionamento degli invasi consente di coprire il fabbisogno irriguo per circa due mesi nel
momento di massima richiesta (mesi estivi)
Si rimanda al All. P “Progetto impianto golfistico” cap 2.4 “Consumo Idrico e Bilancio Idrico” la verifica
dei dettagli sul fabbisogno irriguo, sulle superfici irrigate e sul bilancio idrico del campo da golf.
Analoghe considerazioni di salvaguardia alla falda verranno seguite anche in fase di cantierizzazione
dell'opera (in linea con l'art. 5.7 comma 1-b delle NTA del Piano Provinciale di Tutela delle Acque,
“per le estrazioni di acque freatiche in corso di cantierizzazione, nelle escavazioni che espongono la
falda freatica va limitato l’impiego di pompe well-point ad esclusione delle attività finalizzate a
bonifiche e simili; lo scavo deve essere preferibilmente circondato da dispositivi idonei a limitare
l’afflusso delle acque freatiche. L’allontanamento delle sole acque estratte dovrà avvenire
preferibilmente per reimmissione diretta in falda freatica mediante pozzo a dispersione.”), durante la
quale non verranno impiegati sistemi temporanei di pompaggio dell'acqua di falda, in quanto le zone
umide previste verranno realizzate attraverso lo scavo progressivo dei terreni senza alterare il
naturale livello di falda, ma operando durante le stagioni più siccitose dove sarà più semplice
realizzare le bassure con limitata interferenza dell'acqua sottosuperficiale.
43
Stralcio della “Carta della tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee” TAV 3-5 P.T.C.P., in
verde sono indicate le “Zone di protezione delle acque sotterranee costiere”, in cui ricade il nostro
ambito di intervento
44
2.12. Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (P.P.G.R.) e Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti
(P.R.G.R.)
Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (P.P.G.R.) della provincia di Ravenna (adottato con
deliberazione del Consiglio Provinciale n. 10 del 19 febbraio 2008 ai sensi dell’art. 27 della L.R.
n.20/2000 ), e il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (P.R.G.R.), approvato con deliberazione di
Giunta Regionale n.103/2014 fissano tra gli obiettivi del piano la “riduzione della produzione di rifiuti
urbani pro capite e di rifiuti speciali; riduzione della pericolosità dei rifiuti speciali” (P.R.G.R. art. 6.1.2
“Obiettivi di Piano – Prevenzione”).
Il piano del golf di Casalborsetti pone particolare attenzione alla riduzione della produzione dei rifiuti
speciali, sia per la futura gestione agronomica del golf che per la gestione turistico residenziale.
In particolare si sottolinea che durante la fase di realizzazione del comparto sportivo e turistico tutti i
riempimenti di terreno necessari per rispettare le normative di tutela dell'ingressione marina verranno
realizzati con terreni vegetali ricavati nell'ambito dell'area di intervento.
In particolare le nuove zone umide e le aree di bassura generano il terreno per riportare in quota le aree
di gioco che per soddisfare vincoli normativi rispetto al rischio di ingressione marina, dovranno essere
portate alla quota di + 100cm rispetto lo 0 di riferimento (quota medio marina), che corrisponde a circa
50cm in più rispetto all'attuale giacitura dei terreni agrari. Strade di accesso e parcheggi dovranno
essere portati ad una quota di +170, circa 120cm in più rispetto alle quote attuali.
Il bilancio tra sterri e riporti è uguale a zero, il modellamento avviene bilanciando i volumi di terreno di
scavo con quelli di riporto che saranno gestiti in perfetto equilibrio all'interno del comparto di lavoro (All.
P “Progetto impianto golfistico” Cap2.1 Movimento Terra).
Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria e Piano Aria Integrato Regionale
(P.A.I.R.)
2.13. Il Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria e il Piano Aria Integrato
Regionale (P.A.I.R. 2020),
Il Piano approvato con deliberazione n. 115 dell’11 aprile 2017 si prefiggono tra gli obiettivi specifici da
raggiungere entro il 2020 il “miglioramento della qualità dell'aria” (pag.131 PTRQA), data suggerita dal
protocollo di Kyoto, di cui l'Italia è firmataria.
Il protocollo di Kyoto suggerisce delle azioni per la salvaguardia e la tutela dell'aria. Tra questi ricordiamo
il “Kyoto forest”, un programma di riforestazione e afforestazione del territorio finalizzato all'assorbimento
del carbonio. La provincia di Ravenna nel PTQAR contribuisce a questo progetto, come sottolineato nel
capitolo “4.4 Contributo della Provincia di Ravenna alla politica di riforestazione e afforestazione del
territorio (Kyoto forest)” del Piano, che dice: “La vegetazione costituisce una componente essenziale del
ciclo globale del carbonio. Gran parte della quantità di carbonio sottratta dalla pianta durante i processi
di fotosintesi, viene rilasciato di nuovo in atmosfera a causa della respirazione delle piante e dei processi
45
di decomposizione della vegetazione. Il bilancio è però positivo: a livello globale si ha una rimozione di
carbonio e ciò aiuta a controbilanciare gli effetti delle emissioni antropogeniche. (…) Il protocollo di Kyoto
(…) prende in considerazione questo contributo. L'articolo 3.3 del Protocollo prevede infatti la possibilità
per i paesi firmatari di controbilanciare le emissioni antropiche con attività di riforestazione o di
afforestazione (Kyoto forest). (…) Le misure di assorbimento del carbonio nel settore agricolo e forestale
comprendono iniziative per l'aumento e la migliore gestione delle aree forestali e boschive, il recupero di
territori abbandonati, la protezione del territorio dai rischi di dissesto e desertificazione mediante
afforestazione e riforestazione. (...)”
L'intervento che interessa l'area del campo da golf è in linea con i principi e le azioni delineate dal
PTQAR, tramite gli interventi di riforestazione e salvaguardia delle zone forestali esistenti, conferendo
all'area caratteristiche di una vera e propria oasi verde in cui è vietata l'attività venatoria. L'intervento in
sé apporterà quindi un miglioramento della qualità dell'aria, legato all'aumento di manto boschivo e
vegetale dell'intera area del comparto golfistico.
Grande attenzione alla salvaguardia dell'ambiente è stata posta anche nel programma di gestione (si
veda All. P “Progetto impianto golfistico”, “Gestione Golf: manutenzione eco-compatibile”). Il Progetto
Golf di Casalborsetti aderisce all'iniziativa della Federazione Italiana Golf denominata “Impegnati nel
verde” che premia e codifica le procedure di minor impatto ambientale in tutti gli aspetti di gestione degli
impianti golfistici, dall'utilizzo di lotta integrata e biologica per gli aspetti fitosanitari, alla gestione
ecocompatibile dell'acqua per l'irrigazione, al monitoraggio delle specie faunistiche presenti, alla
creazione di microhabitat tra le aree di gioco.
Il progetto coordinato a livello Europeo dall'Ecology Unit dell'EGA (European Golf Association) si fregia
del contributo di rinomati naturalisti e professori universitari che svolgono attività di ricerca e consulenza
all'interno dei campi da golf che richiedono volontariamente di partecipare a questo programma di
certificazione ambientale; tali strutture, risultano essere delle vere e proprie “oasi ecologiche” se gestite
con i criteri adottati.
Gestione ecocompatibile: Le modalità attraverso le quali è possibile ottenere tali risultati sono analoghe
a quelle adottate per le culture agricole in produzione integrata e biologica:
fertilizzanti fogliari ed a lenta cessione, nonché i principi attivi a basso impatto;
adozione di tecniche di lotta integrata e biologica in sostituzione dei tradizionali trattamenti a calendario,
per intervenire solo quando gli interventi sono realmente necessari e non contrastano con interessi
naturalistici di particolare rilevanza;
Attraverso uno strumento di informazione così tempestivo, infatti, sarà molto più agevole per i tecnici del
campo mantenere gli effetti della gestione a livello soddisfacente e risolvere rapidamente eventuali
problemi ambientali emergenti.
Per il nuove percorso, come già detto in precedenza, verranno utilizzate di varietà selezionate di
gramigna ibrida Cynodon x traansvaalensis idonee per prati sportivi al fine di garantire la massima
resistenza alle avversità climatiche e fitopatogene, in modo da eliminare o ridurre sensibilmente l'utilizzo
di fitofarmaci, fertilizzanti ed anche l'acqua per irrigare nell'ordine
46
2.14. Variante di Coordinamento tra il Piano Gestione rischio alluvioni e ai Piani Stralcio del
bacino idrografico del Fiume Reno
Variante ai Piani Stralcio del bacino idrografico del Fiume Reno finalizzata al coordinamento tra tali Piani
e il Piano Gestione Rischio Alluvioni - Integrazioni alle Norme e alle Tavole di piano Adozione - Delibera
CI n. 3/1 del 7 novembre 2016 - approvata, per il territorio di competenza, dalla Giunta Regionale Emilia-
Romagna con deliberazione n. 2111 del 05.12.2016; pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione
Emilia-Romagna n. 375 del 15.12.2016.
3A
3B 3A
2B.2 3A
47
Estratto Tavola MP13 - Mappa di pericolosità delle aree potenzialmente interessate da alluvioni della
Variante ai Piani Stralcio del bacino idrografico del Fiume Reno finalizzata al coordinamento tra tali Piani
e il Piano Gestione Rischio Alluvioni - Integrazioni alle Norme e alle Tavole di piano Adozione - Delibera
CI n. 3/1 del 7 novembre 2016
Si riporta l’Articolo di riferimento:
Art. 32 (aree interessate da alluvioni frequenti , poco frequenti o rare)
1. Nelle aree potenzialmente interessate da alluvioni frequenti (P3) o poco frequenti (P2), le
amministrazioni comunali, oltre a quanto stabilito dalle norme di cui ai precedenti Titoli del presente
piano, nell’esercizio delle attribuzioni di propria competenza opereranno in riferimento alla strategia e ai
contenuti del PGRA e, a tal fine, dovranno : a) aggiornare i Piani di emergenza ai fini della Protezione
Civile, conformemente a quanto indicato nelle linee guida nazionali e regionali, specificando lo scenario
d’evento atteso e il modello d’intervento per ciò che concerne il rischio idraulico. b) assicurare la
congruenza dei propri strumenti urbanistici con il quadro della pericolosità d’inondazione caratterizzante
le aree facenti parte del proprio territorio, valutando la sostenibilità delle previsioni relativamente al
rischio idraulico, facendo riferimento alle possibili alternative localizzative e all’adozione di misure di
riduzione della vulnerabilità dei beni e delle persone esposte. c) consentire, prevedere e/o promuovere,
anche mediante meccanismi incentivanti, la realizzazione di interventi finalizzati alla riduzione della
vulnerabilità alle inondazioni di edifici e infrastrutture. 2.
Nelle aree potenzialmente interessate da alluvioni rare (P1), le amministrazioni comunali, in
ottemperanza ai principi di precauzione e dell'azione preventiva, dovranno sviluppare le azioni
amministrative di cui al punto a) del precedente comma 1. 3.
In relazione al fenomeno di inondazione generata dal reticolo di bonifica, oltre a quanto stabilito nel
presente piano, si applica la Direttiva per la sicurezza idraulica nei sistemi idrografici di pianura nel
bacino del Reno approvata con Delibera C.I. n° 1/3 del 23/04/2008; (Avviso di adozione BUR n.74 del
07/05/2008) e modificata con Delibera C.I. n° 1/2 del 25/02/2009 (Avviso di adozione BUR n.40 del
11/03/2009). 4. Nel caso in cui, a seguito di rilievi e di studi specifici, le caratteristiche morfologiche delle
aree o le prestazioni idrauliche dei corsi d’acqua configurino le aree potenzialmente interessate da
48
alluvioni diversamente da quanto indicato nelle tavole MP “Mappe di pericolosità delle aree
potenzialmente interessate da alluvioni”, tali tavole potranno essere modificate secondo la procedura di
cui all’art. 24 comma 2 del presente piano, anche su proposta delle Amministrazioni comunali . Nel caso
in cui la realizzazione di interventi strutturali configuri le aree potenzialmente interessate da alluvioni
diversamente da quanto indicato nelle tavole MP “Mappe di pericolosità delle aree potenzialmente
interessate da alluvioni”, il Comitato Istituzionale, previo parere del Comitato Tecnico, prende atto
dell’avvenuta verifica funzionale delle opere e determina la decorrenza della nuova perimetrazione.
49
3. ANALISI DEI LUOHI
3.1. Evoluzione storica del territorio
Nella Relazione paesaggistica redatta in occasione del PUA è stato ampiamente descritto il sistema
naturale e ambientale. La fase di analisi ha riguardato lo studio dei luoghi e della pineta, tramite una
lettura analitica delle diverse zone distinte per carattere morfologico e vegetazionale.
Lo stato attuale del contesto è stato determinato da anni di interventi di bonifica e come si può osservare
dalle immagini che seguono la trasformazione del territorio da parte dell’uomo, dalla fine del XIX secolo
ad oggi, è stata considerevole. Nel 1892 è possibile osservare come il territorio sia costituito interamente
da un sistema naturale costiero composto da dune, dai grandi bacini della Pialassa Baiona, dalla pineta
di San Vitale (continua dal Candiano fino all’alveo del Lamone) e dalle valli che si estendono ancora fino
al Reno; mentre verso ovest non vi è soluzione di continuità tra la pineta di San Vitale e la Cassa di
colmata del Lamone. Fino agli anni ’30 del XX secolo la situazione rimane pressoché invariata e il
sistema naturale costiero non subisce significative modificazioni, perché le operazioni di bonifica delle
valli a nord è legata ai lavori di prosciugamento della Cassa di Colmata del Lamone. A metà del secolo
scorso le valli tra il Reno e la Pialassa Baiona sono state interamente bonificate e trasformate in aree
agricole con la tipica trama a “larga”; inoltre, in corrispondenza del Canale di Bonifica in Destra Reno è
sorto l’insediamento di Casalborsetti che inizialmente ospitava i lavoratori della bonifica delle Casse di
Colmata del Lamone. Anche sulla sponda della bocca nord del Candiano, a discapito della pineta
litoranea, è iniziata la formazione del lido di Porto Corsini. Sul finire del XX secolo è possibile osservare
come le trasformazioni del territorio avvenute nel secondo dopoguerra siano radicali: sulla costa, a
spese della pineta litoranea, si sono considerevolmente espansi i centri di Casalborsetti e di Porto
Corsini e, a sud del nuovo alveo arginato del Lamone, è sorta Marina Romea; le opere di bonifica si
sono spinte fino al nuovo alveo del Lamone e verso il margine ovest hanno risparmiato le valli Mandriole
e di Punte Alberete; il margine sud ha subito un cambiamento radicale in quanto lungo il Candiano si è
sviluppato tutto il complesso del porto di Ravenna.
3.2. Evoluzione storica del territorio
La principale caratteristica morfologica e naturalistica di quest’area è sicuramente la presenza delle
dune e delle pinete.
L’azione dei venti, oltre ad influenzare il moto ondoso, ha concorso a formare questo limite in continuo
mutamento; le dune più antiche sono state consolidate dalla vegetazione spontanea o da interventi di
rimboschimento. La genesi delle dune ha avuto un’evoluzione riscontrabile lungo il litorale e che è
50
chiaramente visibile proprio nell’area di studio. La successione degli ambienti che si vengono a creare
partendo dal mare verso l’entroterra, forma quel paesaggio singolare tutt’ora visibile.
L’ origine di quest’area è da ascriversi ad un complesso movimento della linea di costa che sottostava a
ordinari spostamenti verso levante ed in particolare alle vicende del fiume Lamone; quindi l’aspetto
morfologico attuale è il risultato combinato di eventi naturali e antropici.
Inoltre l’area è caratterizzata dalla presenza di aree pinetate con esemplari maestosi di Pinus Pinea
aventi quasi un secolo d’età che non fanno parte delle grandi pinete ravennati, situate più a ovest lungo
gli antichi fasci dunosi del Po, ma costituiscono un unicum territoriale per certe loro peculiarità e per la
presenza di cenosi ormai rare.
Dal punto di vista faunistico la zona di studio è interessata sia da presenze stanziali che da avifauna
palustre cosiddetta di “passo”; ciò è dovuto alla vicinanza con la Pialassa Baiona e con la Valle della
Canna, che ospitano specie avifaunistiche di ripa che vi sostano, nidificano e si alimentano
regolarmente.
Per ogni zona omogenea è stato effettuato il rilievo della vegetazione, che consente di conoscere la
composizione, lo stato evolutivo e di conservazione delle varie zone e permette di indirizzare gli
interventi di qualificazione e la gestione della Pineta.
3.3. Inquadramento climatico e vegetazionale
Inquadramento climatico Per la descrizione dei dati climatici si fa riferimento ai rilevamenti reperiti nella
stazione termopluviometrica di Ravenna - Punta Marina. Per quanto riguarda temperatura, piovosità
mensile e umidità è stato considerato il periodo degli ultimi 30 anni (1979 - 2009). La temperatura
minima media annua è di 11,1°C; con temperatura minima media nel mese di gennaio che oscilla tra
0°C e 5°C , quella più calda nel mese di luglio con minima media mensile di 19 °C e massima di 27°C.
Prendendo in esame il regime pluviometrico, il valore di precipitazione media annua è pari a 606 mm,
registrando massimi a novembre (68 mm), agosto (61 mm) e settembre (61 mm) e minimi in febbraio
(37 mm), gennaio (44 mm) e maggio (45 mm). Nei riguardi dello sviluppo della vegetazione arborea si
considerano importanti le precipitazioni durante i mesi estivi (giugno, luglio e agosto) in quanto
definiscono il grado di un periodo siccitoso e sono stimabili attorno ai 152 mm.
L'umidità relativa media registrata negli ultimi trenta anni, risulta essere costantemente superiore al 75 -
76%( registrate in maggio, giugno, luglio e agosto) per tutti i mesi dell'anno con punte massime di 87 -
88 % in novembre, dicembre e gennaio. I venti dominanti differiscono notevolmente durante l'arco
dell'anno, e più precisamente in inverno prevalgono il NO e il NE, in primavera e in estate prevale il
regime di brezze sud orientali da SE, in autunno il N, il SE e l'O. Il clima locale viene definito
genericamente come clima temperato subcontinentale con inverno rigido ed estate calda e siccitosa.
Inquadramento fitoclimatico e vegetazionale Classificazione fitoclimatica di Pavari Questa
51
classificazione trova ampio impiego nello studio dei caratteri forestali ed è stata applicata da numerosi
studiosi per la caratterizzazione delle formazioni boschive italiane. Pavari distingue cinque zone
climatiche: Lauretum, Castanetum, Fagetum, Picetum ed Alpinetum. La divisione in zone e sottozone è
basata essenzialmente su tre valori medi di temperatura: media annua, media del mese più freddo e
media dei minimi annuali. Le zone del Lauretum e del Castanetum sono contraddistinte anche in base
all'andamento pluviometrico. La zona studiata, situata lungo il litorale adriatico, si situa nel Castanetum
caldo, fascia che comprende tutta la pianura padana orientale. Classificazione fitogeologica di Pignatti
Pignatti propone, per un inquadramento climatico della vegetazione italiana, una zonizzazione su base
altimetrica cui fa corrispondere fasce di vegetazione ben definite. La regione Emilia Romagna si situa
nella zona bioclimatica medio europea comprendente (in Italia) le Alpi, la Padania ed il versante
settentrionale dell'Appennino della Liguria alla Romagna. La zona bioclimatica mediterranea comprende
invece tutta l'Italia peninsulare ed insulare. Nella nostra regione l'area di contatto tra le due zone
corrisponde grosso modo alla valle del Marecchia, con gradienti di mediterraneità che si spostano lungo
la fascia costiera fino al Friuli. Inquadramento vegetazionale La formazione forestale climax
(vegetazione potenziale in equilibrio ecologico) del piano basale, caratterizzato da una certa
continentalità del clima, può essere rappresentata da boschi di latifoglie mesofile inquadrabili
nell'alleanza Fraxino - Carpinion. Per quanto riguarda la pianura padana orientale, l'associazione
vegetazionale di riferimento è il Querco - carpinetum boreoitalicum: si tratta di boschi misti a prevalenza
di farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus), accompagnati da rovere (Quercus
petraea), acero campestre (Acer campestre), nocciolo (Corylus avellana), ciliegio selvatico (Prunus
avium), olmo campestre (Ulmus minor), tiglio selvatico (Tilia cordata), frassini (Fraxinus oxycarpa e
Fraxinus excelsior) ecc., rinvenibili solamente in alcune situazioni relittuali. Nella Pineta di San Vitale, in
particolar modo in presenza di suoli moderatamente umidi, si è insediato un bosco di latifoglie decidue
dominato dalla farnia, inquadrabile a livello di ordine nel Quercetalia pubescenti - petraeae. Le facies più
igrofile (associazioni vegetazionali a maggior esigenza idrica), osservabili nelle depressioni interdunali,
sono caratterizzate dalla presenza abbondante, nello strato arboreo, di piante igrofile quali frassino
ossifillo, pioppo bianco ed olmo campestre, accompagnate da frangola (Frangula alnus), prugnolo
(Prunus spinosa) e perastro (Pyrus Pyraster): esse sono riconducibili all'ordine Populetalia albae ed in
particolare all'associazione Cladio - Fraxinetum oxycarpae, caratterizzata dalla presenza di Cladium
mariscus nel sottobosco periodicamente allagato. Il carattere di mediterraneità si evidenzia nella
presenza, nelle aree più calde e sui rilievi dunosi, di un bosco termofilo, ascrivibile all'associazione Orno
- Quercetum ilicis, costituito essenzialmente da leccio (Quercus ilex) con orniello (Fraxinus ornus),
carpinella e roverella (Quercus pubescens) in forte subordinazione. Nel sottobosco si ritrovano specie
tipiche della lecceta quali fillirea (Phyllirea angustifolia), asparago (Asparagus acutifolius), attaccamani
(Rubia peregrina), clematide (Clematis flammula), agazzino (Pyracantha coccinea) e pungitopo (Ruscus
aculeatus). Il bosco di latifoglie decidue a prevalenza di farnia ed il bosco termofilo a leccio si
52
presentano generalmente come piano dominato nei soprassuoli di conifere mediterranee, derivati da
impianto artificiale, quali pino domestico e pino marittimo.
3.4. Analisi del paesaggio: le unità ecosistemiche
L'area in oggetto si presenta attualmente con caratteristiche morfologiche ben definite e si può suddividere in due
grandi aree ad ovest e ad est dell’antica linea di battente delle acque della pialassa Baiona, ora bonificata per
prosciugamento meccanico.
Questa linea frastagliata corre da nord a sud e costituisce un segno tangibile di demarcazione tra i terreni
bonificati, ad ovest, ed i terreni sabbiosi, ad est, corrispondenti alla zona delle antiche dune fossili, tra le quali
esistono appezzamenti di terreno pianeggianti coltivati a seminativo.
Lungo tale linea è presente l'antica scarpata dunosa quasi ovunque coperta dalla vegetazione spontanea; in pochi
punti è interrotta da delle aperture visibilmente create dall'uomo che collegano i terreni agricoli della zona
bonificata con quelli ad uso agricolo, presenti all'interno della fascia dunata e pinetata.
L'analisi delle diverse componenti del territorio, ha permesso di definire le unità ecosistemiche che compongono
l'area in esame.
Si sono considerate sia le unità con presenza di vegetazione naturale, sia le unità risultanti dalle trasformazioni
operate dall'uomo: è infatti necessario prendere atto che la struttura ed il funzionamento del mosaico ecosistemico
sono anche fortemente determinati dalla presenza di infrastrutture, opere idrauliche e pratiche agricole.
L'ecomosaico presente nell'area di indagine è rappresentato dalle seguenti unità ecosistemiche:
unità delle pinete;
unità dell'antico margine della Pialassa;
unità delle radure;
unità dei fossi;
unità del margine stradale;
unità agricole a seminativo.
Unità delle pinete
Queste unità sono ben rappresentate nell'area di indagine all'interno della fascia di dune fossili (risalenti alla linea
di costa del secolo XVI) e costituiscono le zone di maggior pregio ambientale e paesaggistico; sono sorte in
corrispondenza delle dune, quindi più elevate rispetto al piano di campagna, e sono dotate di fitto sottobosco e
attraversate da numerosi sentieri.
Dal punto di vista vegetazionale si presentano con prevalenza di Pino domestico (Pinus pinea) e più raramente
Pino marittimo (Pinus pinaster), con sottobosco composto principalmente da rovo (Rubus ulmifolius), ginepro
(Juniperus communis), agazzino (Piracantha coccinea), etc.
Il substrato su cui sorgono queste pinete è nella sua massima parte costituito da sabbie marine molto sciolte con
scarsa presenza di humus.
53
Storicamente questa zona di pineta, dove esistono gli esemplari di pino domestico più vecchi, faceva parte
dell’originaria “sezione Staggione” della pineta di Stato litoranea situata fra Canale destra di Reno e Candiano,
voluta all'inizio del secolo dal senatore ravennate Luigi Rava (allora ministro dell'agricoltura e foreste).
L'area pinetata a sud della proprietà presenta caratteristiche più omogenee rispetto ad altre più a nord, composte
da pini marittimi tra loro coetanei che sottolineano interventi di riforestazione successivi nel tempo.
Questi boschetti monospecifici di pino marittimo vengono indicati in planimetria e sono distribuiti un po' su tutta
l'area di indagine. L'origine di tali pinetine è da ascriversi a tecniche colturali di tipo agronomico e forestale
secondo le quali piccole piantine di Pinus pinaster, donate dal corpo forestale dello stato, venivano poste a dimora
in corrispondenza delle buche create per la coltivazione dei cocomeri, poi appositamente concimate.
Da questa tecnica, secondo le descrizioni degli agricoltori del luogo, derivano questi impianti a sesti più o meno
regolari particolarmente fitti, risalenti agli anni '60 e '70.
Notevoli sono gli esemplari di pino domestico disposti singolarmente o a piccoli gruppi all'interno delle radure a
seminativo.
In vari punti esistono situazioni in cui essenze più igrofile, come pioppi o salici, coesistono in prossimità delle zone
pinetate più termofile, queste si denotano nelle interdune esistenti caratterizzate da terreni a giacitura più bassa,
più fertili e a tessitura più fine.
Unità arboree ed arbustive dell'antico margine della pialassa
Sono composte da uno spesso strato arbustivo quasi ovunque inaccessibile costituito da rovi, biancospino,
sanguinello, salici, tamerici, olivello spinoso, sambuco, etc, e situati sulla linea del cordone dunoso che definiva il
margine tra la pialassa, ora bonificata, e le dune litoranee; al suo interno sono presenti esemplari anche grandi di
pioppo bianco e qualche isolato pino domestico o marittimo.
Nell'ambito di questa unità si possono distinguere due sottounità sulla base del periodo di bonifica della pialassa
adiacente.
54
In particolare, nella zona verso sud è ancora ben evidente la duna di demarcazione dell’antica linea della pialassa,
fatta eccezione per un punto in cui è stata creata, in passato, un'apertura di circa 50 metri per collegare le zone
agricole, mentre nella zona a nord, il dislivello verso la zona bonificata è meno accentuato.
Si riscontra una diversa composizione vegetazionale delle due zone: la prima è caratterizzata dalla presenza di
una fitta vegetazione arbustiva composta prevalentemente da rovo, biancospino, ginepro, Piracantha coccinea e
sporadici esemplari arborei di pioppo e pino domestico.
Procedendo verso sud questa zona entra in continuità con quella della pineta che caratterizza le zone dunose più
elevate, vicino all'argine del Lamone.
Verso nord rispetto al fosso di scolo centrale, questa unità è caratterizzata da una diffusa vegetazione arborea di
pioppo bianco, nero e ibrido canadese che testimonia la passata destinazione a pioppeto industriale di quest'area.
La vegetazione arborea è, in questo caso, dominante rispetto al sottobosco, facilmente penetrabile e caratterizzato
da una flora erbacea di graminacee con qualche arbusto. Esistono stazioni più igrofile poste nelle zone depresse o
periodicamente sature di acque piovane, colonizzate da popolamenti cedui invecchiati e che ospitano matricine ed
esemplari di pioppo bianco, nero ed ibrido.
L'esistenza di radure ha permesso la colonizzazione di formazioni di specie arbustive, erbacee perenni ed
infestanti.
In entrambe le zone descritte sono presenti suggestivi sentieri pedonali che in alcuni tratti (nella zona nord)
divengono carrabili e consentono di percorrere questa fascia dunosa lungo tutto il suo sviluppo.
Nella parte settentrionale di questa zona esistono dei boschetti monospecifici coetanei di pino marittimo.
Le dune fossili
Tali dune, su cui si è sviluppata una rigogliosa pineta, hanno caratteristiche di unicità in quanto sono ormai
scomparse lungo i nostri litorali.
I cordoni dunosi fanno parte delle barre dell’antica foce del Lamone e della linea di costa del XVI secolo.
55
In particolare nella zona sud est dell'area sono presenti due sistemi disposti parallelamente alla linea di costa,
divisi da una zona più bassa attualmente coltivata, che a sua volta è attraversata lungo l'asse sud- nord, da un
fosso scolatore il cui prolungamento convoglia le acque di sgrondo verso il fossato principale posto più a nord .
Le dune raggiungono in certi punti altezze fino a 3 - 3,5 metri sopra lo 0 IGM e presentano scarpate con pendenze
talvolta consistenti (30-50%, con in certe zone punti di discontinuità con microfalesie), ma più spesso dolcemente
degradanti.
All'interno di questi cordoni dunosi, abbondantemente ricoperti di vegetazione, è presente una fitta rete di sentieri
carrabili e pedonali che presentano i tipici segni del passaggio di appassionati di attività venatorie. Recentemente
si hanno presenze ben più deturpanti: questi luoghi sono infatti attraversati da motociclisti che ne hanno fatto un
vero campo da cross o addirittura sono utilizzati come discariche abusive.
Inoltre, le esigenze di meccanizzazione e razionalizzazione delle operazioni colturali hanno determinato la
rettificazione dei margini degli appezzamenti, cancellando in molti punti l'originale andamento irregolare alla base
delle dune.
Unità delle radure
Si è classificato con questo nome tutta l'area a nord est della proprietà che presenta al suo interno, situazioni
ecologiche molto diverse.
Questa situazione si riscontra là dove, fino a pochi anni fa, si erano utilizzate le superfici pianeggianti tra le dune a
scopo agricolo con sfruttamento a seminativo o a pioppeto industriale; sono zone incolte, con vegetazione alofila
erbacea ed arbustiva.
E' interessante rilevare come in queste aree, alternate a zone con copertura vegetale più densa, si riscontrino i vari
stadi di colonizzazione di svariate specie vegetali pioniere, tipiche degli orizzonti delle successioni vegetazionali
che si instaurano sulle dune costiere.
56
In funzione del grado di colonizzazione si individuano le diverse situazioni ecologiche di questa unità, evidenziando
sottozone differenziate, in funzione della giacitura dei terreni (in depressione, piana o leggero rilievo), del carico
antropico presente e passato (parcheggi, aree pic-nic, discariche di materiali inerti, aree con limitato passaggio
antropico) e dal grado di presenza vegetale di alto fusto.
Nelle zone in leggera depressione è presente la tortula, riscontrabile negli stadi vegetazionali tipici delle interdune
con periodica presenza di umidità, e specie di euforbiacee che si evolvono naturalmente fino ad una vegetazione
igrofila con dominanza di pioppo, la cui disseminazione sull'area è abbondante.
Nelle zone a giacitura pianeggiante maggiormente interessate dal traffico antropico, si riscontra la successione
degli stadi evolutivi tipici della vegetazione mesofila colonizzati, dapprima, da Teucrium polio e Fumana
procumbens e, successivamente, da vegetazione arbustiva quale biancospino, agazzino, rovo, ginepro e
vegetazione arborea con il rinnovamento naturale di pino marittimo e pioppo nero, bianco, e ibrido canadese.
Le zone in leggero rilievo testimoniano la natura dunosa di quest'area, vengono ricoperte da una fitta coltre di
olivello spinoso, prima di uniformarsi alla vegetazione mesofila presente nell'area.
Unità del margine stradale
Costituisce una fascia di vegetazione naturale lungo il viale Spallazzi.
Questa fascia, seppur composta prevalentemente da vegetazione considerata infestante (Robinia pseudoacacia,
Rubus ulmifolius) ed in generale meno nobile, funge da filtro e protezione visiva rispetto al traffico della litoranea,
specie nella stagione estiva; svolge anche l'importante funzione di rifugio e di corridoio di spostamento della fauna
esistente.
Al suo interno sono spesso presenti esemplari di pino marittimo, pino domestico, pioppo nero e bianco. Lungo il
margine stradale è presente un filare di frassini (Fraxinus excelsior) e Sophora Japonica.
57
Unità dei fossi
Esiste una rete di fossi creata per lo smaltimento delle acque in eccesso, che confluisce nello scolo baronia, posto
ad ovest dell'area.
I fossi presenti nella porzione di terreni agricoli bonificati sono mantenuti puliti in modo da impedire lo sviluppo
della vegetazione spontanea, questo per mantenere la massima efficienza di drenaggio.
Tale tipo di manutenzione ordinaria è stata abbandonata da anni nei fossi presenti all'interno dell'area agricola tra i
cordoni dunosi a giacitura più alta che, per questo motivo e per la presenza del substrato sabbioso, non
presentano problemi di ristagno idrico neanche durante le precipitazioni più consistenti.
In questi fossi si è quindi sviluppata una cortina di vegetazione arbustiva igrofila composta da rovo, robinie,
tamerici, olivello spinoso e qualche esemplare di pioppo bianco.
Dove la presenza dell'acqua è costante per la maggior parte dell'anno a causa della falda affiorante, prevale la
tipica vegetazione igrofila di depressione con presenza di giunchi vari (Holoschoenus spp.pll.) e cannuccia di valle
(Phragmites australis).
58
Unità agricole a seminativo
Corrispondono a questa unità tutti gli appezzamenti attualmente aventi un ordinamento produttivo a seminativo
con rotazione di medica, orzo o grano, mais e bietola.
Si differenziano a seconda che essi facciano parte delle aree di recente bonifica corrispondenti all'area Risarina, o
di bonifica precedente (tra le due guerre), corrispondenti ai terreni della Baronia. I due terreni presentano i caratteri
tipici del paesaggio della bassa e sono divisi dal canale di scolo che confluisce nello scolo Baronia.
Oltre il margine definito dagli antichi cordoni dunosi, esistono altri campi a seminativo che, avendo come cornice le
aree pinetate, risultano di particolare pregio paesaggistico.
In queste aree, partendo dall’analisi delle carte storiche, appare evidente che sono state effettuate in passato delle
operazioni meccaniche di livellamento per rendere coltivabili i terreni.
La zona attualmente interessata dall'attività agricola ha una superficie totale di circa 100 ha di cui quasi 76 sono
localizzati nell'area bonificata ad ovest dell'antica linea della pialassa e sono a loro volta divisi dal prolungamento
dello scolo Baronia.
Quelli verso nord (area Baronia), un tempo salsi, presentano una tessitura franca, franco - argillosa ed argillosa; la
zona a sud dello scolo, denominata Risarina presenta suoli di natura sabbiosa o franco - sabbiosa.
Il franco di coltivazione dei terreni risulta piuttosto ridotto e raggiunge i limiti minimi oscillanti fra i 30 e i 50 cm (nel
linguaggio agronomico, per franco di coltivazione si intende lo strato di terreno interessato dalle lavorazioni
agronomiche ed ospita gran parte dell'apparato radicale delle piante).
La salinità dei terreni risulta piuttosto elevata ed oscillante in alcuni periodi attorno al 12-13 per mille, sopratutto
nella zona prospiciente all'argine sinistro del Lamone.
I terreni all'interno della zona dunosa sono di tessitura essenzialmente sabbiosa e, per questa ragione non
presentano particolari problemi di ristagno idrico o di salinità.
Le aree collocate a nord del comparto risultano particolarmente frammentate a causa dell’espansione urbanistica e
della rete infrastrutturale.
60
1.Vista da via delle Maone all’altezza della rotonda di Via Spallazzi verso il comparto del golf e residenze
2.Vista da via delle Maone; in primo piano lo Scolo consortile a ovest del comparto del golf e residenze
61
3.Il margine urbano di Casal borsetti da via delle Maone verso il comparto delle residenze
4.Il confine ovest del comparto da via delle Maone verso il comparto delle residenze
62
5.L’area della RTA delimitata da un filare di pioppi cipressini dalla via Spallazzi
6.Vista aerea dell’area della RTA
63
B. CARATTERISTICHE PROGETTUALI DELL’INTERVENTO
4. DESCRIZIONE DEI PROGETTI
La presente Relazione Paesaggistica riguarda la realizzazione del golf, delle residenze connesse e delle
Residenze Turistico alberghiere ossia i sub Comparti 3A 3B e 2B.2 facenti parte del Piano Urbanistico
Attuativo soggetto a programmazione unitaria e concertata denominato Co S12 Casalborsetti – Golf.
4.1. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 3A - GOLF
sub comparto
3A
golf
Superficie territoriale mq 615.494
(c.a. 38% della ST tot 1.628.875)
Campo pratica mq 20.000
Percorso golf mq 162.400
Prati ad uso sportivo “Green tee” mq 14.500
Prati ad uso sportivo “Fairways” mq 149.200
Laghi e zone umide mq 147.500
Laghi di stoccaggio mq 13.665
Zone di rinaturalizzazione mq 235.868
Club House SC mq 819 (di cui c.a.150mq
per centro manutenzione)
Viabilità interna impermeabile mq 6.834
Parcheggio verde mq 11.400
64
Inserimento paesaggistico e descrizione del progetto
L’impianto golfistico, in conformità con quanto previsto dal POC approvato, si colloca interamente nel
sub comparto 3A ed è stato progettato nel rispetto della limitrofa pineta costiera, costituendone il filtro
rispetto all’attività agricola contermine. Il percorso di golf viene ecologicamente inserito nel territorio, al
fine di ottenere una ripartizione territoriale diversificata rispetto al contesto attuale e di visualizzare, a
progetto attuato, la valenza conservazionistica che tale impianto potrebbe assumere garantendo la
continuità ecologica e la fruizione dei vari sistemi ambientali presenti: pineta costiera, ambito fluviale del
Lamone, zone umide dell’entroterra e zone agricole di possibile rinaturalizzazione.
Obiettivo primario della progettazione del campo da golf è stata la delocalizzazione degli impianti prativi
per la pratica del golf al di fuori del sistema di dune e radure con potenzialità di conversione
naturalistica; il progetto cerca di riproporre la successione originaria di dune e radure, oltre alla
diffusione delle zone boscate tra i percorsi di gioco e le aree costruite.
L’unico edificio previsto in questo comparto è la Club House che sarà collocata in posizione centrale
rispetto allo sviluppo del campo da golf come naturale nucleo degli impianti legati al gioco. Più a sud, al
di là del parcheggio, il locale che ospita i veicoli e gli attrezzi di manutenzione del golf è direttamente
collegato con l’area da gioco.
Il percorso golfistico a 18 buche si sviluppa esclusivamente sui terreni agricoli che si estendono verso il
limite nord del comparto per una superficie complessiva di circa 60 ettari.
All’interno del campo da golf solo parte dell’estensione dell’area è occupata dalla superficie di gioco: gli
spazi tra i tappeti erbosi delle buche e le aree naturali della pineta saranno rinaturalizzati in conformità ai
cordoni dunosi litoranei, creando una sorta di “cuscino” tra i due sistemi. Il paesaggio agricolo del campo
da golf sarà "rimodellato" al fine di riproporre un contesto artificiale ad alta valenza ecologica mediante
interventi di rinaturalizzazione e di architettura del paesaggio finalizzati alla realizzazione di un percorso
golfistico particolarmente attraente sia dal punto di vista meramente percettivo, ma anche per l’avifauna
stanziale e di passo.
Si prevede la creazione di diversi tipi di ambienti naturali: le aree umide a bassa profondità, le pinete ed i
boschi idrofili (Pinus pinaster, Pinus pinea, Quercus ile,x Acer campestre, Ulmus minor, Morus alba,
Populus alba, Fraxinus ornus, Quercus robur, Alnus glutinosa), la vegetazione delle interdune, i prati
barenicoli (prati periodicamente allagati) con le sponde di canneto e di giunco.
65
Vegetazione presente nell’area
Nell’elaborazione del progetto del percorso di golf sono stati seguiti i criteri di sostenibilità ambientale
codificati dal Golf Environment Organisation (GEO), organizzazione senza fini di lucro che opera a livello
europeo ed internazionale al fine di certificare la sostenibilità, le azioni e le performance ambientali dei
siti che aderiscono ai programmi stabiliti. A maggior garanzia circa la corretta esecuzione delle varie fasi
di realizzazione del percorso (progettazione, costruzione e manutenzione), c’è la volontà di aderire
subito al programma europeo di certificazione ambientale dei percorsi di golf denominato “Impegnati nel
66
verde”. L’applicazione del progetto secondo criteri di ecocompatibilità, con particolare riferimento alla
conservazione della natura nell’area interessata, permette di definire la strategia ottimale per
raggiungere l’obiettivo primario: rendere il percorso maggiormente integrato con gli ambienti naturali
circostanti che verrebbero protetti, in quanto ricadenti nei confini dell’impianto di Casal Borsetti, ma
anche di valorizzare il percorso golfistico stesso come corridoio all’interno della rete ecologica composta
dai sistemi naturali della pineta. Attuando il progetto “Impegnati nel verde” vengono da subito applicate
le linee guida per raggiungere la certificazione di ecocompatibilità del percorso insieme alle indicazioni
per una gestione dei percorsi integrata con l’ambiente naturale.
I bacini idrici previsti costituiscono un importante sito di sosta, alimentazione e rifugio per molte classi
animali tra cui gli anfibi, ma soprattutto per gli uccelli durante tutto il corso dell’anno e, in particolare
durante l’inverno, potrebbero rappresentare un luogo di rifugio per anatidi e altre specie oggetto di
pressione venatoria all’esterno. A tal proposito quindi i bacini idrici vengono realizzati tenendo conto
anche delle eventuali presenze faunistiche e in parte realizzati (nelle zone non interessate dal gioco
considerate “area protetta” all’interno dell’impianto) con livelli di acqua a diversa altezza in modo da
favorire specie che necessitano di acque più profonde, specie che si nutrono nel limo e specie che
cacciano in acque basse, costituendo altresì un richiamo per animali caratterizzati da esigenze
alimentari diversificate. Le sponde vegetate naturalmente permettono la nidificazione, favorita
posizionando adeguate strutture come cassette nido. La conservazione degli incolti e delle aree prative
nell’area permette di ottenere corridoi faunistici e di favorire soprattutto gli insetti tra cui i lepidotteri,
importanti indicatori della qualità ambientale nonché i loro predatori tra cui i pipistrelli, mammiferi la cui
conservazione risulta prioritaria.
La gestione dell’eventuale sfalcio dei prati sarà vagliata ed attuata nei periodi non interessati dalle
nidificazioni. Siepi e alberature, realizzate con specie autoctone e/o ecologicamente adatte all’area,
permettono di integrare paesaggisticamente l’impianto con i vicini contesti ambientali (Pineta di San
Vitale, zone umide limitrofe) oltre che fungere da ulteriori zone di rifugio e corridoio. Le zone coltivate,
interessate dal progetto, hanno un’orografia pianeggiante e verranno interessate da lievi movimentazioni
del terreno al pari delle aree naturali che presentano leggere ondulazioni. Infatti principi di rinaturazione,
oltre a prevedere la diffusione di essenze autoctone, considerano la riconfigurazione morfologica dei
terreni per restituirne un aspetto di maggiore naturalità in sintonia al carattere dei luoghi originari. Le
zone comprese nel perimetro del campo golf, sono disegnate attraverso un modellamento del terreno al
fine di riprendere l’originale andamento morfologico delle aree, rese uniformemente livellate dalla
bonifica agricola, e dalle pratiche culturali meccanizzate. Il modellamento avviene bilanciando i volumi di
terreno di scavo con quelli di riporto, che saranno gestiti in perfetto equilibrio all’interno del comparto di
lavoro. Le nuove zone umide, e le aree di bassura generano il terreno per riportare in quota le aree di
gioco che per soddisfare vincoli normativi rispetto al rischio di ingressione marina, dovranno essere
portate alla quota di + cm 100 rispetto lo 0 di riferimento (quota medio marina), che corrisponde a circa
50 cm in più alte rispetto alla attuale giacitura dei terreni agrari.
68
L’approvvigionamento idrico ad uso irriguo è differenziato su più fonti, che vengono impiegate a seconda
della loro disponibilità; esse essenzialmente sono costituite da:
- rete del Consorzio di Bonifica ad uso irriguo già esistente in loco (specie durante le fasi stagionali
piovose autunno – inverno sfruttando la potenzialità degli invasi di accumulo per stoccare acqua
piovana);
- recupero delle acque bianche di scarico.
Le fonti sopra elencate fanno capo ad un invaso, per complessivi 13.665 mq (circa 25.000 mc), le cui
funzioni sono essenzialmente due: - modulazione dell’erogazione in relazione ai fabbisogni, in modo da
compensare eventuali variazioni di portata disponibili dalle diverse fonti; - riserva d’acqua da utilizzare
nel caso di scarsa disponibilità delle fonti. Il dimensionamento degli invasi consente di coprire il
fabbisogno irriguo per un periodo di poco meno di due mesi nel momento di massima richiesta (mesi
estivi). E’ importante sottolineare inoltre che i criteri agronomici adottati per l’insediamento dei prati
realizzati prevalentemente con essenze graminacee macroterme (tees, e fayrways), consentono di
salvaguardare l’impianto realizzato anche con apporti idrici inferiori, stimolando un abbassamento
dell’attività vegetativa, a fronte di una variazione temporanea dell’immagine dei prati che virano durante
le fasi stagionali più calde dal verde al giallo, per effetto dalla temporanea dormienza vegetativa. Si
precisa che si accede alla rete di Consorzio di Bonifica sulla base di una concessione in essere
finalizzata all’uso irriguo dei terreni agrari. La previsione di realizzazione dell’invaso ad uso irriguo
consente di accumulare periodicamente acqua nell’invaso durante le mesi piovosi ma anche durante le
periodiche precipitazioni stagionali che si concentrano in poco tempo. Durante i temporali primaverili
estivi, la rete del Consorzio di Bonifica provvede ad allontanare le acque in eccesso attraverso il sistema
di canali e fossi superficiali, attraverso i quali è possibile rifornire le riserve del golf, prolungando
pertanto l’autonomia irrigua senza gravare rispetto alle esigenze del territorio circostante, durante le fasi
più secche e di maggior richiesta irrigua.
Le valenza strategica del percorso golfistico
La qualità di realizzazione e gli standard dimensionali del campo da golf dovranno essere conformi alle
norme dettate dalla Federazione Italiana Golf e dalla PGA Europea per omologare il percorso di tipo
"championship" (da campionato), atto ad ospitare gare di livello nazionale e internazionale. Lo schema
tradizionale del gioco del golf è organizzato secondo due circuiti da nove buche che prendono avvio e
terminano nei pressi della club house posta al centro dell'area. La lunghezza totale dell'intero percorso è
di circa 6.400 metri; in prossimità della club house è previsto un campo pratica lungo 280 metri con
battitore avente superficie di mq. 1200 e capace di permettere la pratica a circa 20 - 25 giocatori
contemporaneamente. E’ inoltre prevista l’area putting green, che consente di allenare gli “approcci” sul
green, “il put”. In coerenza con la filosofia del progetto, insistendo sul concetto di "percorso ambientale",
si è voluto dare al campo un carattere ben definito e coerente al contesto in cui si trova. Dal punto di
vista della strategia di gioco, lo studio effettuato sulla simulazione progettuale del campo ha volutamente
omesso di rappresentare graficamente la posizione dei bunkers (ostacoli di sabbia) ed in generale delle
difficoltà del gioco.
69
Il criterio da adottare sarà quello di minimizzare l'utilizzo di questi bunker di sabbia (elementi
generalmente estranei agli ambienti diversi da quello scozzese), anche se nella zona delle dune
potranno essere inseriti in quanto compatibili con l'origine litoranea di questi luoghi. Questa scelta è
dovuta al carattere preliminare dello studio che è volto per ora all'individuazione dei temi tecnici generali
indirizzati soprattutto all'inserimento paesaggistico e all’impostazione generale del layout.
L’area della Club House
L’accesso al golf avviene attraverso una strada privata in terra stabilizzata, che ricalca i percorsi poderali
esistenti e sfocia in un parcheggio privato alberato posto in prossimità del piccolo centro di
manutenzione e che è a servizio della club house.
L’edificio della club house è collocato in posizione baricentrica rispetto allo sviluppo dei campi da golf e
prossimo al campo di prova. La casa asseconda le forme naturalistiche dell’area: il suo profilo basso con
gli ampi portici si distende verso i campi da golf ed il paesaggio per divenire punto di osservazione
privilegiato.
In aggetto sul cortile di accesso, è posto il corpo del ristorante bar, mentre la parte dedicata ai soli soci è
posta nel corpo allungato interamente vetrato, dove potranno essere collocate le aree di relax, le zone di
riunione, un piccolo shop; sul retro dell’edificio sono invece situati i servizi del ristorante e gli spogliatoi
dei soci.
I posti auto sono collocati solamente all’ingresso, in apposite aree verdi e alberate. Saranno previste
colonnine per la ricarica elettrica delle auto.
I materiali
La struttura dell’edificio è pensata in legno con ampie vetrate, le parti dedicate ai servizi saranno invece
intonacate e tinteggiate con un colore pastello (tortora chiaro), la copertura in rame pre ossidato verde:
tutto per integrarsi quanto più possibile nell’ambiente naturale.
Le pavimentazioni del cortile, così come quelle dell’area parcheggio, saranno in terra stabilizzata: una
particolare terra realizzata in strati di terra e conglomerati, semi-permeabile che favorisce
l’evaporazione, l’alimentazione della falda acquifera e il deflusso superficiali dell’acqua; il colore di
finitura riprenderà quello del tipo di terra affine a quelle del luogo.
Si rimanda alle Tavole di Progetto allegate:
ALLEGATO H_Prog Impianto Golf (Allegata al PUA COS12)
Tav 15A - Prog imp golf - Plan generale (Allegata al PUA COS12)
Tav 15B - Prog imp golf - Scavi e Riporti (Allegata al PUA COS12)
Tav. ARCH. 01 – Area Golf Club – Sistemazione di progetto - scala 1:500
Tav. ARCH. 02 – Area Golf Club – Sistemazione di progetto - scala 1:200
FASCICOLO Viste prospettiche
70
4.2. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 3B – RESIDENZE CONNESSE AL GOLF
Inserimento paesaggistico
L’ampliamento dell’abitato prevede esclusivamente la destinazione residenziale che sarà organizzata
su una viabilità privata ad eccezione dell’attraversamento pubblico che conduce all’area golfistica.
In accordo con i vincoli di tutela paesaggistici le volumetrie residenziali sono situate all’esterno del
Residenza connessa al golf Totale comparto
Sup territoriale mq 90.286,00 mq 1.628.875
Edificato SC mq 8.776,00 (residenziale) mq 18.568 (residenziale)
Sup. permeabile 40% pari mq 36.114 mq 61.197 (residenziale)
mq 1.518.896 tot
Abitanti equivalenti a.e. 293 a.e. 1.276
71
limite del SIC-ZPS, sviluppandosi in continuità con gli altri interventi di urbanizzazione previsti negli
altri sub comparti.
Il tessuto urbano qui si sviluppa seguendo una maglia più articolata che permette alle piantumazioni
di espandersi tra gli edifici: la presenza di ampi spazi verdi e di ampie strade alberate, oltre a definire i
percorsi di accesso alle residenze, apre scorci prospettici sulle aree pinetate, garantendo la continuità
visiva del sistema ambientale.
Inoltre, in rispondenza ai criteri individuati nell’analisi di sito, come da richiesta delle Norme Tecniche
di Attuazione del POC relative alle “Misure generali“ riguardanti la sostenibilità degli insediamenti, già
in fase di progettazione urbanistica le scelte di impianto sono state volte a favorire l’accesso ottimale
alla radiazione solare per tutti gli edifici. Il posizionamento di alberature (in particolare a ovest degli
edifici), oltre a divenire ostruzione al sole estivo pomeridiano, contribuisce alla riduzione dell’effetto
isola di calore urbano. L’orientamento dell’insediamento permette il fluire della brezza diurna e
notturna negli spazi aperti. Sono state inoltre previste barriere verdi, compatibilmente con le esigenze
di inserimento paesaggistico e urbanistico, per limitare l’effetto dei venti invernali.
Descrizione del progetto e materiali
Nel sub comparto è previsto l’insediamento di una SC a destinazione residenziale complessiva pari a
8.776m²; la Superficie Territoriale complessiva è di 90.286m². La SC insediata nel comparto risulta
inferiore ad 1/3 della SC complessiva, come previsto nella scheda d’ambito, ed è esclusivamente con
tipologia turistica, a basso impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso.
Come da Norme Tecniche del PUA, le tipologie edilizie ammissibili nel sub comparto 3B sono gli
edifici mono e bifamiliari (Villette singole, abbinate) che corrispondono alla categoria degli edifici di
limitata dimensione (max 2 piani f.t. e superficie di sedime in genere < 250 mq.).
Obiettivo che il progetto intente perseguire è la conservazione dei caratteri costruttivi e tipologici
sostenibili nei confronti dell’ambiente locale.
Le coperture sono pensate a doppia falda o a padiglione, il manto realizzato in rame pre ossidato in
analogia alla club house. I pannelli solari e/o fotovolatici saranno integrati nelle coperture.
Le facciate sono ultimate con finitura in intonaco con tinte chiare; alcune pareti in muratura faccia a
vista.
Proposta di gamma di colori per gli intonaci
Il disegno dei singoli lotti si amplia all’intero sub comparto: i muretti faccia a vista che delimitano il
72
fronte strada delle abitazioni e schermano i posti auto delle singole unità, si espandono per divenire
sedute lungo i percorsi pedonali o azzerarsi per fare da cordonata ai posti auto comuni.
Le pavimentazioni dei percorsi pedonali sono pensati in terra stabilizzata; quelle dei parcheggi in
materiali drenanti, così come gli accessi pedonali alle singole unità.
Si rimanda alle Tavole di Progetto allegate:
Tav. ARCH. 03 – Sub Comparto 3B Residenziale – Sistemazione di progetto - scala 1:500 1:200
FASCICOLO Viste prospettiche
73
4.3. PROGETTO DEL SUB COMPARTO 2B.2 - RTA RESIDENZE TURISTICHE ALBERGHIERE
RTA
Sup fondiaria mq 24.255,10
Edificato SC mq 6.900, di cui:
mq 5.700 residenze turistiche
(190 camere da 30mq )
mq 900 ristorazione (per circa
100 persone)
mq 300 aree comuni e servizi
Sup.
permeabile
40% pari mq 9.702,04
Abitanti
equivalenti
570 RTA + 33 per ristorazione
74
Inserimento paesaggistico
L’area si trova al margine sud del comparto residenziale 2A e 2B.1 a ridosso della pineta.
Ad oggi l’area si presenta come area ad uso seminitivo ed è delimitata da filari alberati di Populus
Nigra verso via Spallazzi.
75
Il disegno dell’intero comparto 2, fin dalla fase urbanistica ha voluto interpretare il rapporto tra le
diverse emergenze territoriali: da un lato definire le continuità con il tessuto urbano di Casalborsetti,
dall’altro diventare più fluido nel contatto con l’area della pineta (sub comparto 2B.2 oggetto di studio).
In accordo con i vincoli di tutela paesaggistici le volumetrie residenziali sono state situate all’esterno
del limite del SIC e sviluppate in continuità con l’edificato di Casalborsetti.
Il tessuto del sub comparto 2B.2 a margine della pineta, si sviluppa con giaciture articolate che
permettono alla piantumazione di espandersi tra le case: Le residenze turistiche si integrano al
tessuto esistente grazie alla continuità dei percorsi pedonali che garantiscono un naturale
collegamento col nucleo urbano e la limitrofa pineta.
Il comparto è inserito in una rete di percorsi pedonali e ciclabili in continuità con quelli esistenti. Gli
edifici sono schermati rispetto alla via Spallazzi da una fascia verde pubblica attrezzata.
Vegetazione presente nell’area
76
Descrizione del progetto e materiali
Le residenze turistiche sono immerse nel verde: è prevista la piantumazione di Pinus Pinaster tra gli
edifici in un ambiente similare alla pineta limitrofa.
L’accesso agli edifici avviene dalla via Spallazzi attraverso una strada privata in terra stabilizzata
lungo la quale sono disposti i parcheggi pertinenziali, anch’essi in terra stabilizzata. Da questo
percorso partono gli stradelli pedonali e ciclabili che si snodano tra gli alberi, sempre in terra
stabilizzata, con differente cromia, per l’accesso ai vari edifici.
Per gli edifici, che saranno a due piani fuori terra, si è pensato ad una tipologia a ballatoio di modo
tale da limitare i corpi scala all’aperto e per far sì che l’ingresso ai vari appartamenti, anche al piano
primo, avvenga a contatto con l’ambiente esterno e la pineta.
Sul lato opposto sono invece collocati, al piano terra i giardini delle unità, semplicemente suddivisi tra
loro da una siepe, ma aperti sul fronte verso la pineta, così come al primo piano i balconi affacciano
sulla pineta.
Per i vani scala e per le zone di accesso alle unità è prevista una schermatura con listelli di legno,
elementi che verranno ripresi anche nei parapetti.
Sul lastrico solare, cui si accede sempre dalle scale comuni, è pensata una pensilina a struttura
metallica che possa fare da sostegno per eventuali ombreggiamenti e/o per l’installazione dei pannelli
solari/fotovoltaici.
Nell’edificio limitrofo all’area pubblica, vicino all’ingresso dell’area, è previsto il ristorante aperto a tutti,
mentre al piano terra dell’edificio centrale è previsto uno spazio per i servizi comuni alla RTA.
Si rimanda alle Tavole di Progetto allegate:
Tav. ARCH. 04– Sub Comparto 2B.3 R.T.A.– Sistemazione di progetto - scala 1:500 1:200
FASCICOLO Viste prospettiche
77
4.4. Opere di urbanizzazione primaria connesse alla realizzazione dei sub comparti oggetto
di VIA
Con la realizzazione dei sub Comparti verranno realizzate le opere di urbanizzazione primaria
pubbliche.
Le opere di urbanizzazione primaria sono tutte le infrastrutture quali strade, illuminazione stradale,
rete elettrica, rete gas, rete idrica e reti fognarie a servizio del Comparto. (Al procedimento di VIA si è
pensato opportuno allegare le relative Tavole delle Opere di Urbanizzazione).
Il disegno urbano, in sede urbanistica, ha previsto un nuovo assetto per la via Spalazzi che assume il
ruolo di asse strutturante dell’ambito urbano e garantisce la continuità delle alberature lungo il
tracciato con l’inserimento di ampie fasce vegetazionali in corrispondenza dei nuovi comparti e nel
tratto che costeggia la pineta.
La viabilità limitrofa alla rotatoria è caratterizzata dall’inserimento di fasce vegetazionali di mitigazione
acustica e paesaggistica.
Il nuovo ruolo assunto dalla Via Spalazzi viene confermato dalla geometria progettuale del tracciato
stradale che accoglie significativi spazi pedonali, ciclabili e alberature, nonché dall’inserimento di
edifici per funzioni e di relazione pubblica.
La viabilità pubblica è stata studiata con adeguata sezione stradale (carreggiata di m 6,50 e
marciapiedi di m 2,00 su entrambi i lati).
La via Spalazzi, a causa degli ostacoli determinati dalle recinzioni esistenti, è stata invece progettata
mantenendo la stessa sezione stradale del tratto già asfaltato e marciapiedi di dimensioni inferiori ai
2,00 m su un lato fino all’innesto con la rotatoria in progetto. Per la rotatoria esistente ne è stato
previsto l’ampliamento al fine di consentire la nuova immissione della viabilità che conduce all’area
golfistica.
I percorsi ciclo-pedonali delle aree a verde pubblico avranno una larghezza minima di m 2,50 e
saranno realizzate nelle sagome e con le caratteristiche riportate nei grafici di progetto.
78
Estratto della Tav 8A - Individuazione aree pubbliche di progetto allegata al PUA COS12
In grigio le aree pubbliche di progetto
In grigio chiaro le aree pubbliche esistenti
In grigio scuro le aree private di uso pubblico
3A golf
4 pineta
3B
3B
2B.2
79
C. STATO DEI LUOGHI DOPO L’INTERVENTO
5. VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELL’OPERA E OPERE DI MITIGAZIONE E
COMPENSAZIONE PROPOSTE
5.1. Impatti del progetto sul Paesaggio e sugli Ecosistemi
Per quanto riguarda la fase di cantiere e gli impatti che la realizzazione delle opere avranno sul
Paesaggio si sottolinea che la realizzazione degli interventi comporterà l’occupazione del territorio da
parte del cantiere e delle opere ad esso funzionali (uffici, baracche, aree di deposito, ecc.),
generando “un’intrusione visuale” nel territorio circostante.
L’impatto sarà di certo negativo, in quanto la realizzazione delle strutture di cantiere comporta
un’alterazione delle caratteristiche del paesaggio locale e l’inserimento nel paesaggio di elementi di
disturbo, ma reversibile in quanto al termine della fase di cantiere le baracche, le aree di deposito e
tutte le strutture funzionali alla realizzazione delle opere di progetto saranno rimosse.
In particolare per la realizzazione del golf che occupa una superficie di 615.494 mq, il cantiere verrà
realizzato in due fasi distinte (due stralci funzionali) con il conseguente minor impatto sul Paesaggio
ed in generale su tutte le componenti ambientali.
Per la modellazione del golf saranno inoltre previste delle movimentazioni di materiali: il terreno
vegetale derivante dallo scavo per formazione dei laghetti e dallo scotico dei primi 20 cm dell’area del
golf verrà interamente ridistribuito nell’area del golf a modellazione del golf e a copertura delle aree
modellate, nell’ottica di un bilanciamento pari a 0 per mantenere i movimenti terra contenuti
all’interno del cantiere al fine di evitare spostamenti di mezzi pesanti sulla viabilità circostante,
rispondendo anche a quanto rilevato in sede di Valsat in riferimento al Piano Provinciale di Gestione
dei Rifiuti (P.P.G.R.) e al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (P.R.G.R.) (si veda anche il pt.a del
“CONSTATATO” della Deliberazione di Giunta Provinciale n.247 del 30/12/2015).
Relativamente alle Componenti ambientali Flora e Fauna, si sottolinea che le operazioni di scavo,
riporto e modellamento del terreno non interesseranno le zone con presenza vegetazione e flora di
pregio, ma saranno limitate alle aree ora coltivate.
Il disturbo dovuto ai movimenti terra ed alla presenza delle macchine operatrici può comunque
impedire la nidificazione dell'avifauna silvana e terrestre, nelle immediate vicinanze.
L’impatto è di certo negativo, in quanto il cantiere è elemento di disturbo, ma reversibile al suo
termine. Inoltre i cantieri per la realizzazione dei sub comparti verranno realizzati in due fasi distinte
con il conseguente minor impatto anche sulla Flora e Fauna.
80
Nella fase di esercizio, come descritto nel capitolo 4, i sub comparti si inseriscono positivamente nel
contesto paesaggistico, permettendo nel complesso la conservazione e l’incremento degli
ecosistemi, la tutela della diversità biologica e la riduzione della frammentarietà delle aree naturali.
Sia la realizzazione del sub comparto residenziale, che della RTA comporta un aumento minimo
della pressione antropica sui sistemi naturali ed interferisce in maniera molto ridotta con il contesto
che caratterizza il sito.
In generale poi l’attuazione di tutto il comparto S12 prevede un indice di permeabilità pari al 90%,
superando in modo significativo il limite dettato dalle NTA del POC che impone un indice non
inferiore al 40%.
Per quanto riguarda la componente vegetazionale, la realizzazione dei sub comparti in particolare del
golf comporta l’implementazione delle aree piantumate e rinaturalizzate, in quanto ad oggi le aree
occupano terreni bonificati attualmente a destinazione agricola con colture seminative. In particolare
per il golf si estendono per una superficie complessiva di circa 60 ettari. All’interno delle zone che
saranno interessate dal percorso golfistico solo parte dell’estensione dell’area sarà occupata dalla
superficie di gioco, mentre parte delle rimanenti aree agricole saranno rinaturalizzate con formazione
di cordoni dunosi che si alternano alle aree di gioco, fungendo da cuscino” tra i tappeti erbosi e le
aree naturali. Il nuovo paesaggio antropizzato del campo da golf verrà valorizzato in maniera
fortemente caratterizzante, prendendo spunto dall’originario stato dei luoghi prima della bonifica e
garantendo la continuità ecologica con il Parco Naturale e con i diversi sistemi ambientali presenti:
pineta costiera, ambito fluviale del Lamone e zone umide dell’’entroterra. Verranno realizzati nuovi
percorsi, unitamente alla risistemazione dei percorsi esistenti per garantire il collegamento di-retto
tra Casalborsetti e Marina Romea e tra i corsi d’acqua Destra Reno e Lamone, attraversando
ambienti naturali con dune, aree private, pinete e zone umide. Il paesaggio agricolo del campo da
golf sarà “rimodellato” al fine di riproporre un contesto ad alta valenza ecologica mediante interventi
di rinaturalizzazione e di architettura del paesaggio finalizzati alla realizzazione di un percorso
golfistico particolarmente attraente sia dal punto di vista meramente percettivo, ma anche per
l’avifauna stanziale e di passo. Si prevede la creazione di diversi tipi di ambienti naturali: le aree
umide a bassa profondità, le pinete ed i boschi idrofili (Pinus pinaster, Pinus pinea, Quercus ilex,
Acer campestris, Ulmus minor, Morus alba, Populus alba, Fraxinus ornus, Quercus robur, Alnus
glutinosa), la vegetazione delle interdune, i prati barenicoli (prati periodicamente allagati) con le
sponde di canneto e di giunco. Il progetto ripropone quindi la tipologia delle zone dunose esistenti
lungo il litorale (per altezza e pendenza delle scarpate), riconducendo l’aspetto morfologico dell’area
ad una situazione molto simile a quella originaria.
Per quanto riguarda invece la componente “fauna”, i principali impatti dovuti alla realizzazione delle
opere sono riconducibili a:
81
Illuminazione: nello stato di fatto è assente all'interno dell'area di studio; nelle immediate
vicinanze: illuminazione stradale di Viale Spallazzi (confine est dell'area di studio), luci
esterne dei bungalow (confine sud); fari alti del campo sportivo e area residenziale di
Casal Borsetti (lato nord); E' possibile che si verifichino interferenze con il normale ciclo
biologico nictemerale delle specie notturne in caso di uso eccessivo ed improprio di fonti
luminose. La predisposizione delle fasce di vegetazione come schermature naturali
(alberature, siepi) permette di ridurre la diffusione di luci al di fuori dell'area di illuminazione
diretta.
Trattamenti antizanzare: che si effettueranno durante la stagione estiva di presenza turistica
(giugno-settembre). L'utilizzo di sostanze adulticide può avere effetti diretti legati alla
dispersione e permanenza nell'ambiente (entomofauna non target, avifauna insettivora,
Chirotteri) ed indiretti (riduzione disponibilità alimentare per gli insettivori).
Trattamenti per il campo da golf: di routine seguendo il programma eco-compatibile in linea
con le direttive del Golf Environment Organisation (GEO) per il mantenimento ottimale della
vegetazione prativa del campo di gioco del golf. Si precisa che ad oggi nell'area di studio e
nell'immediato intorno (aree agricole poste ad ovest) vengono effettuati trattamenti di lotta ai
parassiti e diserbo previsti dalle pratiche colturali di volta in volta messe in atto a rotazione
(grano, foraggere, ecc.) e non vi è alcun controllo su quantità e caratteristiche dei principi attivi
in uso. In valore assoluto l'impatto dell'utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci è inferiore alla
normale gestione agricola dei terreni e non prevede prodotti ad alto impatto. In sintesi,
confrontando i dati sull’utilizzazione di fertilizzanti chimici ed organici impiegati in
agricoltura e nel golf, risulta che campi da golf gestiti secondo i programmi integrati,
riducono l’utilizzazione complessiva di azoto
La dispersione delle sostanze trattate può avere effetti negativi sulla flora e la crescita della
vegetazione naturale. Possibili effetti diretti ed indiretti sulla fauna (entomofauna non target,
avifauna insettivora, Chirotteri) ed indiretti (riduzione disponibilità alimentare per gli insettivori).
5.2. Opere di mitigazione/compensazione
In generale si può affermare che gli impatti sulle Componenti Ambientali siano più significativi
durante la fase di cantiere e risultino invece meno rilevanti durante la fase di esercizio delle opere,
dove anzi si riscontrano dei miglioramenti, in particolar modo sul paesaggio, flora fauna e sulla
componente atmosfera, dovuti alla realizzazione di un grande parco naturale e al percorso di golf che
è ecologicamente inserito nel territorio con valenza conservazionistica; alla tutela del sito SIC-ZPS
IT4070005 denominato “Pineta di Casalborsetti, Pineta Stagioni, Duna di Porto Corsini”; alla
realizzazione del giardino urbano in connessione con il tessuto urbano di Casalborsetti.
Il cantiere, in particolare per il comparto gofistico 3A, dove si riscontrano gli impatti maggiori dovuti
82
essenzialmente alla movimentazione dei materiali, avrà una durata di 660 giorni per le due
fasi/stralci: gli impatti saranno circoscritti e termineranno con la fine delle lavorazioni, pertanto è
previsto di adottare degli accorgimenti che di seguito verranno elencati.
Paesaggio : Opere di mitigazione / compensazione previste
Per la componente Paesaggio sono state previste alcune opere di mitigazione e/o compensazione
già delineate in sede urbanistica e che saranno mantenute anche nella sede esecutiva, in particolare:
Il nuovo “Giardino urbano di Casalborsetti”;
Fasce di mitigazione e filtro poste lungo Via Spallazzi;
Viali alberati associati alla viabilità minore (residenziale);
Realizzazione di parcheggi “verdi”;
Mitigazione del margine ovest di tutto l’intervento rispetto al paesaggio rurale con cui entra in
continuità, grazie alla caratterizzazione del margine stesso con siepi arboree ed arbustive;
Mitigazione del margine est dell’intervento di carattere edilizio nei confronti della pineta con
cui entra in continuità: mentre per il sub comparto 3B è previsto un tessuto edilizio a bassa
densità dove le masse boscate e i prati si insinuano tra gli edifici, per i comparti 2A e 2B il
margine è trattato in maniera meno “naturalistica”, con l’intento di rendere più graduale il
passaggio tra urbanizzato, pineta e litorale.
Mitigazione del margine est dell’intervento relativo all’impianto golfistico nei confronti del
sistema ambientale esistente della pineta: il disegno dei campi gioco, oltre a prevedere nuove
consistenti piantumazioni, delinea dei movimenti del terreno che riprendono le conformazioni
e la morfologia di dune e retrodune con cui entrano in continuità valorizzando e ripristinando
habitat di importanza comunitaria.
norme contro l’inquinamento luminoso già recepite dalle normative vigenti Regionali (L.R.
29/09/2003 n. 19) per illuminazione spazi esterni: flusso luminoso orientato verso il basso per
evitare l’inquinamento luminoso;
progettazione del verde contemporaneamente alla progettazione di edifici e parcheggi
stabilendo parametri di base ai fini della climatizzazione degli edifici e dell’ombreggiamento
dei parcheggi, individuando le caratteristiche delle alberature.
Per la fase di cantiere sono previsti degli accorgimenti, in quanto le problematiche indotte dalle azioni
di cantiere sulla componente paesaggistica riguardano le alterazioni delle condizioni di visualità e
qualità dei siti, per le quali sono da prevedere idonee misure in corso d’opera, in aggiunta alla scelta
delle aree di cantiere.
Se necessario, potranno essere predisposte specifiche pannellature piene di tipo opaco per
mascherare le aree di cantiere situate in prossimità di aree fruibili dalla popolazione, con
83
predisposizione di finestrature tali da consentire la visone diretta dei lavori e l’indicazione informativa
circa la tipologia e l’andamento dei lavori.
Le attività e l’allestimento dei cantieri possono inoltre comportare effetti impattanti sulla vegetazione e
sulla fauna, per cui saranno previsti specifici accorgimenti atti a ridurre tali interferenze, funzionali
anche al controllo degli impatti su altre componenti ambientali:
bagnature periodiche per contenere la produzione di polveri, in modo tale da eliminarne la
presenza sulle superfici fogliari degli esemplari arborei/arbustivi e sugli orti presenti lungo il ciglio
delle aree di cantiere;
controllo dei punti di immissione delle acque delle aree di lavorazione in corrispondenza dei
canali più prossimi ai cantieri, per evitare alterazioni delle caratteristiche fisico-chimiche.
Flora e fauna : Opere di mitigazione / compensazione previste
Si prevede di non intervenire con il taglio e la rimozione degli alberi morti, malati o senescenti, con
carie e cavità, in quanto fondamentali per l'insediamento delle colonie riproduttive e per lo
svernamento dei Chirotteri, per la nidificazione delle specie ornitiche "hole-depending" (Strigiformi,
Paridi) e per l'alimentazione dei Picchi. E’ opportuna la predisposizione di cassetti nido per uccelli
insettivori e Chirotteri nelle aree alberate e di corridoio ecologico, anche nell'area residenziale,
nonché per Strigiformi (Civetta, Barbagianni) in corrispondenza di edifici di servizio (ricoveri attrezzi)
in posizioni decentrate rispetto a punti di maggior frequentazione
Il progetto del comparto golfistico prevede, inoltre, la creazione di prati stabili, umidi e asciutti, canneti
allagati o asciutti, secondo quando indicato dal Piano Faunistico Provinciale.
Inoltre, come misure compensative e allo scopo di ridurre o eliminare le eventuali interferenze sulle
componenti ambientali e allo scopo di garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, sono
previsti nel piano numerosi interventi di ripristino e rinaturalizzazione di ampie fasce di territorio, che
andranno a creare oltre ad un consistente ampliamento delle aree naturali presenti, dei veri e propri
corridoi ecologici. La rinaturalizzazione e riqualificazione delle aree agricole dovrà avvenire tenendo
conto delle caratteristiche e delle peculiarità degli ecosistemi esistenti, comportando un
considerevole aumento dell’estensione e della biodiversità degli Habitat della Rete Natura 2000 del
territorio ravennate.
Altre opere di compensazione dovute sono:
un’attenta distribuzione dei punti luce, limitata allo stretto necessario e con esclusione delle
zone naturali e adozione di opportuni accorgimenti nella scelta della tipologia di supporto
(schermatura, distribuzione luce, utilizzo di luci tipo cut-off ecc.) e fonte luminosa (lampade
a emissione spettrale ristretta).
Monitoraggio dei livelli di infestazione e calibrazione degli interventi di disinfestazione mediante
uso di adulticidi a bassa persistenza e tossicità ambientale (piretroidi) nei confronti dei
84
Vertebrati e degli insetti non target limitata all'area residenziale; messa in opera di tecniche di
lotta integrata per gli interventi larvicidi (prevenzione focolai riproduttivi; uso insetticidi a base di
Bacillus thuringensis); ampliamento e naturalizzazione del sistema di fossi funzionale al
mantenimento di livelli idrici minimi in grado di consentire il mantenimento della fauna
acquatica insettivora; semina e mantenimento di popolazioni di pesci insettivori nei corpi idrici
permanenti (zona umide, laghetto laminazione, canali e fossi perimetrali) con preferenza per le
specie autoctone alotolleranti (nono, spinarello).
Uso delle pratiche di lotta guidata con monitoraggio dei livelli di infestazione e calibrazione
degli interventi di lotta; uso di prodotti e principi attivi specifici per le specie target, a bassa
persistenza e tossicità ambientale nei confronti della vegetazione naturale e della fauna
selvatica. Attenta dispersione delle modalità di distribuzione dei prodotti al fine di limitare
fenomeni di dispersione al di fuori delle aree target.
85
6. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ PAESAGGISTICA
Con l’approfondimento progettuale per i singoli interventi sottoposti a VIA, i criteri di compatibilità
paesaggistica sono stati soddisfatti, la progettazione è stata attenta allo stato di fatto dei luoghi e al
contesto di inserimento paesaggistico e sono stati rispettati tutti gli indirizzi relativi ai vincoli di
carattere paesaggistico-ambientale individuati nel quadro di riferimento programmatico, che erano
già comunque stati analizzati in fase urbanistica e che di seguito si riportano:
D.Lgs. 42/2004 “Codice Urbani”
o Il progetto rispetta il carattere di “aree di notevole interesse pubblico” proprio dei luoghi in cui
si viene ad inserire, dislocando gli interventi di carattere edilizio nelle zone in cui la naturalità
e gli elementi del paesaggio agrario sono venuti meno e potenziando ecosistemi naturali là
dove le coltivazioni estensive li avevano ridotti e/o frammentati.
o Valorizzazione e riqualificazione del parco naturale che comprende l’area della pineta
esistente;
o Realizzazione dell’impianto golfistico secondo i principi di eco compatibilità, attraverso
l’espansione del sistema naturale con successione di dune e zone umide;
o Integrazione del sistema urbanizzato con corridoi ecologici in continuità con le aree naturali e
il sistema agricolo.
Piano del Parco del Delta del Po
o Il tessuto urbano previsto (sub comparto 3B) è esclusivamente con tipologia turistica, a basso
impatto, ecocompatibile e accuratamente inserita nel verde diffuso, infatti si delinea su di una
maglia molto articolata in cui la vegetazione arborea ed arbustiva si insinua tra gli edifici,
mettendoli in continuità con la pineta posta immediatamente ad est.
o L’intervento previsto in corrispondenza della pineta (sub comparto 4) consiste nella
riqualificazione di un ambito naturale attraverso linee di gestione naturalistica che non va ad
alterare lo stato dei luoghi, ma tende a valorizzarli a Parco Naturale attraverso la
riqualificazione e/o conservazione di ambiti naturali esistenti e la riconversione di zone
attualmente agricole in ambiti rinaturalizzati quali zone umide, depressioni interdunali, praterie
e boscaglie. Inoltre è prevista la realizzazione di un percorso natura in corrispondenza della
rete di sentieri esistenti corredato di apposita pannellistica didattico - informativa e di
osservatori localizzati nelle zone di maggiore interesse naturalistico.
Rete natura 2000
o Gli interventi che caratterizzano le aree che rientrano nel perimetro del SIC-ZPS IT4070005
“Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini” sono quelli che ricadono nei
sub comparti 3A (Golf e Club House) e 4 (Pineta e Parco Naturale).
o Il progetto dell’impianto golfistico è realizzato in ottemperanza ai principi di tutela del sito SIC-
ZPS, grazie ad una serie di accorgimenti, tra cui emergono: la progettazione di un percorso
86
golfistico secondo principi di ecocompatibilità, la delocalizzazione degli impianti prativi per la
pratica del golf al di fuori del sistema di dune e depressioni interdunali, la delocalizzazione
degli interventi edilizi al di fuori del perimetro del SIC-ZPS e il ripristino e l’implementazione di
habitat di importanza comunitaria.
o Gli interventi che caratterizzano il sub comparto 4 sono esclusivamente di tutela, ripristino e
riqualificazione della pineta a parco naturale.
Piano territoriale di coordinamento provinciale PTCP della Provincia di Ravenna
o Dall’analisi del PTCP sono emerse diverse criticità a cui il Piano risponde grazie alle linee
generali che lo caratterizzano e che sono volte al corretto inserimento degli interventi nel
contesto di riferimento con particolare riguardo alle aree maggiormente vincolate, in cui sono
previsti esclusivamente interventi di tutela e ripristino ambientale.
o L’attenzione rivolta al contesto in cui si viene ad inserire ha fatto sì che il piano curasse in
particolar modo le connessioni con i sistemi ecologici che caratterizzano il territorio di
riferimento, trattando proprio la progettazione di un sistema del verde particolarmente
integrato che si pone in continuità con il contesto attraverso il ripristino di habitat dunali e
retrodunali, con l’impianto golfistico e con il sistema del verde urbano.
Piano Regolatore Generale del Comune di Ravenna (RUE, PSC e POC)
Il PUA del Golf di Casalborsetti segue molto attentamente le prescrizioni evidenziate nella
“Scheda d’Ambito normativa dell’area oggetto di Accordo di 2° livello Co S12”, oltre rispettare i
criteri di progettazione urbanistica attuativa (art. 13 delle NTA del POC) e i vincoli derivati dalla
pianificazione sovraordinata.
Si ricorda infine che in sede di PUA sono state redatte la Relazione Paesaggistica ai sensi del DPCM
12.12.2005, su cui la Soprintendenza si è espressa con nota n. 17992 del 25/11/2014 e lo Studio
Valutazione di Incidenza Ambientale, sul quale si è espresso il Consorzio Parco Regionale Delta del
Po con provvedimento n.210 del 14.10.2014, che ne ha rilevato la conformità, e il Comune di
Ravenna con nota Ns prot. 98341/2015 del 23.12.2015 ne ha confermato e fatta propria la conformità
del presente strumento urbanistico in merito all'incidenza negativa, con le medesime prescrizioni
suggerite in istruttoria dall'Ente Parco.
Si ribadisce poi che la procedura di VIA non ricomprende il rilascio del Permesso di Costruire dei
fabbricati, pertanto le specifiche relazioni paesaggistiche inerenti ai fabbricati saranno approfondite al
momento della presentazione del progetto edilizio: i contenuti progettuali dei sub comparti oggetto di
Via e della presente autorizzazione paesaggistica sono da ritenersi indicativi e dovranno essere
approfonditi in sede di Permesso di Costruire dei fabbricati, pertanto eventuali variazioni geometriche
esecutive che comportino modifiche agli edifici, a elementi costruttivi, ai materiali ed alle
pavimentazioni (sempre che non alterino la permeabilità valutata), ad elementi di dettaglio così come
gli elementi di arredo, sono da ritenersi ininfluenti da un punto di vista ambientale e la loro modifica
non costituisce modifica alle valutazioni in oggetto.