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COMUNE DI PESCARA PIANO PARTICOLAREGGIATO 2 “ZONA PORTUALE” RAPPORTO PRELIMINARE (ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Art. 13 comma 1) Il tecnico incaricato Prof. Arch. Valter Fabietti Roma, Maggio 2012

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COMUNE DI PESCARA

PIANO PARTICOLAREGGIATO N° 2 “ZONA PORTUALE”

RAPPORTO PRELIMINARE (ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Art. 13 comma 1)

Il tecnico incaricato

Prof. Arch. Valter Fabietti

Roma, Maggio 2012

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I

CCOOMMUUNNEE DDII PPEESSCCAARRAA PPiiaannoo PPaarrttiiccoollaarreeggggiiaattoo ““ZZoonnaa ppoorrttuuaallee”” ((PPPP22))

RAPPORTO PRELIMINARE

(Fase di Scoping)

INDICE

Premessa 1

1. Introduzione 2 1.1 Riferimenti generali e normativi 2 1.2 Finalità del Rapporto Preliminare 4

2. Metodologia 5 2.1 Approccio metodologico 5 2.2 Struttura del processo VAS per il Piano Particolareggiato 2 7 2.3 Individuazione dei soggetti coinvolti nel Processo di VAS 9

3. Ambito di influenza del piano: Analisi di contesto 11 3.1 Inquadramento dell’ambito territoriale 11 3.2 Descrizione del quadro conoscitivo 12 3.3 Sintesi degli elementi di criticità/sensibilità 37 4. Il quadro di riferimento pianificatorio e programmatico 38 4.1 Pianificazione/programmazione Regionale 38 4.2 Pianificazione/programmazione Provinciale 61 4.3 Pianificazione/programmazione a livello Comunale 64 4.4 Regime vincolistico esistente 73

5. Obiettivi generali del Piano Particolareggiato “Zona Portuale “ (PP2) 77 5.1 Gli orientamenti dati dal PRG per il PP2 77 5.2 Proposta preliminare per il PP2 79 5.3 Presumibili impatti del Piano 80 5.4 Considerazioni conclusive della fase di scoping 84

Allegati

Allegato I: Proposta preliminare di un set di indicatori per il PP2; Allegato II: Preliminare di tavola normativa.

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Premessa

Il Piano Particolareggiato della “Zona Portuale” (in seguito PP2) è un piano attuativo di

iniziativa pubblica, conforme alle previsioni del PRG vigente del Comune di Pescara, destinato a

trasformazione integrale. L’area coinvolta dal Piano è tra le aree centrali della città che, per

caratteristiche e ubicazione, sono destinate a una completa trasformazione urbanistica finalizzata

a realizzare un diverso impianto urbano cui è attribuito specifico ruolo nella organizzazione del

territorio.

L’area in oggetto è caratterizzata dal problematico dialogo con la restante parte della città a

causa di una insufficiente permeabilità urbana e da un grave stato di degrado dovuto anche alla

presenza di aree dimesse, di siti da bonificare e di capannoni abbandonati a seguito della

delocalizzazione delle attività verso aree periferiche.

Il PRG, all’interno del PP2, individua 3 sub-comparti:

Sub - comparto a: comprende l’area demaniale del lungo fiume Pescara, del porto e

dell’arenile a nord del fiume;

Sub - comparto b: comprende l’area delimitata da via Andrea Doria, lungomare

Cristoforo Colombo, via Ferdinando Magellano e in piccola parte Via Bardet;

Sub - comparto c: comprende l’area fra il porto turistico e il lungomare Cristoforo

Colombo.

In merito alla procedura di VAS, così come previsto dal D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., il piano

deve essere sottoposto a Verifica di Assoggettabilità a VAS. Il Comune di Pescara, in qualità di

Autorità Proponente, ha ritenuto, vista la sensibilità dell’Ambito e il valore strategico che esso

riveste, di sottoporre direttamente a VAS il PP2 in oggetto.

Con il presente Rapporto Preliminare, nel rispetto del dettato normativo in materia, si vuole

attivare un confronto e una collaborazione attiva e propositiva con tutte le ACA coinvolte. A

riguardo al fine di ottimizzare i tempi si invitano le ACA a fornire i loro contributi non oltre 20 giorni

dal ricevimento del presente documento.

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Capitolo I Introduzione

1.1 Riferimenti generali e normativi

La Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi (VAS) è stata introdotta

dalla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27/06/01 con

l’obiettivo “di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire

all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani

e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile” (Articolo 1).

Nello spirito del provvedimento comunitario, la procedura di VAS si configura come

un processo continuo che si integra nel parallelo processo di pianificazione a partire dalle

fasi iniziali di elaborazione del nuovo piano, fino alla sua fase di attuazione e monitoraggio,

coniugando la dimensione ambientale con quella economica e sociale.

La direttiva prevede che la VAS trovi espressione nel Rapporto Ambientale, elaborato

che costituisce parte integrante degli atti di pianificazione e che riporta gli esiti dell’intero

percorso di valutazione ambientale. In particolare, il Rapporto Ambientale indica le modalità

di integrazione della valutazione ambientale nel Piano e le alternative considerate, individua,

descrive e valuta gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere

sull’ambiente alla luce degli obiettivi prefissati (indicandone le eventuali misure di mitigazione

e/o compensazione) ed infine presenta un opportuno sistema di monitoraggio dello stato

dell’ambiente nel tempo.

A livello nazionale, alla VAS dei piani e programmi è dedicato l’intero Titolo II del

D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e ss.mm.ii. Nella Regione Abruzzo il recepimento della VAS è

avvenuto per mezzo dei seguenti dispositivi normativi:

Legge Regionale 9 agosto 2006, n. 27 “Disposizioni in materia ambientale”;

DGR 19 Febbraio 2007, n. 148 “Disposizioni concernenti la Valutazione

Ambientale Strategica di piani e programmi regionali”;

DGR 13 agosto 2007, n. 842 “Indirizzi concernenti la Valutazione Ambientale

Strategica (VAS) di Piani di competenza degli Enti Locali ricadenti nel territorio

regionale”;

Circolare del 31 luglio 2008, Prot. n. 19565 “Competenze in materia di

Valutazione Ambientale Strategica. Chiarimenti interpretativi”;

Circolare del 2 settembre 2008 “Definizione delle competenze in materia di

Valutazione Ambientale Strategica per i Piani di assetto naturalistico (PAN)”;

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Circolare del 18 dicembre 2008, Prot. n. 30766 “Individuazione delle Autorità con

Competenza Ambientale nella struttura regionale”;

Circolare del 17 Dicembre 2010 Prot. n. 14582/10 “Chiarimenti interpretativi su

alcuni aspetti del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica VAS”;

Circolare del 18 gennaio 2011 Prot. n. 528 “Competenze in materia di valutazione

ambientale strategica - Ulteriori chiarimenti interpretativi”.

La procedura di VAS attivata si sviluppa secondo la seguente articolazione generale:

Avvio del procedimento e attivazione delle forme partecipative;

Redazione del Rapporto Preliminare ex Art.13, com 1 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii.

(Fase di Scoping.);

Consultazione delle Autorità con Competenze Ambientale (ACA) in merito al

Rapporto Preliminare;

Elaborazione del Rapporto Ambientale;

Consultazione del pubblico e delle ACA;

Analisi dei risultati delle consultazioni;

Elaborazione del Parere Motivato;

Messa a disposizione delle informazioni sulle decisioni;

Monitoraggio.

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1.2 Finalità del Rapporto Preliminare

Ai fini della consultazione che caratterizza la procedura di Valutazione Ambientale

Strategica, un primo momento di confronto è previsto attraverso la condivisione del Rapporto

Preliminare, rivolto in prima istanza alle Autorità con specifica Competenza in materia

Ambientale (ACA) che vengono consultate per contribuire a definire l’ambito di influenza del

Piano e la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Contestualmente

viene attivata la forma partecipativa dell’informazione rivolta alla cittadinanza e a tutti i

portatori di interesse.

Il presente documento ha il principale scopo di fornire i riferimenti procedurali e

metodologici alla base del percorso di valutazione al fine di avviare un confronto attivo e

propositivo con i soggetti coinvolti nel processo di VAS.

In merito alla partecipazione si è ritenuto opportuno distinguerne le forme a seconda

dei soggetti coinvolti. Pertanto di seguito in merito ai tempi della partecipazione si farà

riferimento alle seguenti forme partecipative:

informazione: rivolta a tutti i soggetti interessati (istituzionali e non);

consultazione: rivolta alle Autorità con Competenza Ambientale;

negoziazione/concertazione: rivolta ai soggetti che governano ed operano sul

territorio.

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Capitolo II Metodologia

2.1 Approccio metodologico

L’applicazione della VAS nel processo pianificatorio è di recente applicazione e

pertanto in materia si possiede una esperienza limitata. Le metodologie generali che

vengono normalmente utilizzate per la valutazione ambientale dei progetti (studi di impatto

ambientale), che godono di una esperienza di gran lunga maggiore e pertanto più strutturata,

possono, in linea di principio, essere utilizzate solo per alcuni passaggi della valutazione dei

piani circa le decisioni strategiche. Si rendono necessari, infatti, specifici adattamenti che

tengano conto della diversa articolazione temporale del processo e pertanto non è

ipotizzabile una semplice trasposizione metodologica.

In linea generale si può affermare che la VAS ha la finalità di:

porre particolare attenzione a identificare le dimensioni e la significatività degli

impatti a livello di dettaglio appropriato;

stimolare l’integrazione delle conclusioni della VAS nelle decisioni circa i piani e

programmi in esame;

assicurare che il grado di incertezza sia sempre sotto controllo in ogni momento

del processo di valutazione.

Questo perché la VAS non è solo uno strumento valutativo, ma è parte integrante del

percorso di formazione del piano e di fatto ne diventa elemento costruttivo, gestionale e di

controllo.

È importante sottolineare come i processi decisionali riferiti ai piani siano "fluidi e

continui", e quindi la VAS, per essere realmente efficace e influente, deve intervenire nelle

diverse fasi caratterizzanti il piano, con modalità di volta in volta opportunamente concordate.

Il significato chiave della VAS, infatti, è costituito dalla sua capacità di integrare e rendere

coerente il processo di pianificazione, orientandolo verso la sostenibilità. Si specifica, inoltre,

che la VAS è uno strumento e non un nulla osta. Certamente occorre approfondire gli aspetti

conoscitivi, ma senza fare del rigore analitico o procedurale un requisito fine a se stesso, con

il rischio di vanificare il processo complessivo. Seguendo questa logica l’attenzione si sposta

dalla ricerca della metodologia perfetta alla definizione e comprensione del percorso

decisionale, per ottenere risultati che - come la stessa norma richiede - siano innanzitutto

efficaci. Così facendo, la VAS rappresenta uno strumento di supporto per il decisore: ciò

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permette di avere una impostazione che prevede il ricorso a continui feedback sull’intero

processo.

Fatta tale premessa, la VAS deve essere intesa più come uno strumento di aiuto alla

formulazione del piano, che come elaborato tecnico autonomo. La preparazione del

documento, ossia del rapporto finale, è la conseguenza del percorso di VAS che si è

espletato. Tale rapporto dovrebbe essere visto soprattutto come una testimonianza del

processo utilizzato e dei contenuti che ne sono scaturiti, reso disponibile per future revisioni.

Se la VAS è così interpretata, il rapporto finale dovrà essere un documento conciso,

con indicazioni chiare sui seguenti argomenti:

proposta e contesto programmatico e pianificatorio di riferimento;

alternative possibili;

conseguenze ambientali e loro comparazione;

difficoltà incontrate nella valutazione e incertezze dei risultati;

raccomandazioni per l’attuazione della proposta, ordinate secondo una scala di

priorità;

indicazioni per gli approfondimenti e per il monitoraggio dopo che la decisione è

stata presa.

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2.2 Struttura del processo VAS per il Piano Particolareggiato “Zona Portuale”

(PP2)

Al fine di poter disporre di un riferimento metodologico e scientifico condiviso, la

struttura metodologica generale assunta per la VAS del PP2 prende spunto dal progetto

internazionale di ricerca ENPLAN “Evaluation Environnemental des Plans et Programmes”,

finalizzato a definire una metodologia comune di applicazione della Valutazione Ambientale

Strategica (VAS) ai piani e programmi. I riferimenti teorici esposti nel testo si limitano ai soli

passaggi utili alla presentazione delle diverse analisi e valutazioni che si effettueranno in

fase di redazione del Rapporto Ambientale, mentre per ogni ulteriore approfondimento

relativo agli aspetti metodologici è possibile rimandare a quanto esposto, con ampia

trattazione, nelle Linee Guida del progetto di ricerca citato1.

Per quanto attiene il PP in esame, il percorso di VAS si è avviato nella fase

preliminare del processo di pianificazione, attraverso un confronto ed uno scambio reciproco

di informazioni tra esperti di tematiche ambientali, Amministrazione Comunale, ed urbanisti.

Di seguito si riporta lo schema metodologico generale che si è previsto di attivare per la VAS

definendone le tappe fondamentali:

1 http://www.interreg.enplan.org

Schema metodologico

Verifica preliminare degli orientamenti del PP2 ed integrazione della dimensione ambientale attraverso i primi

confronti con gli esperti ambientali;

Primo confronto con le Autorità Competenti in materia Ambientale in occasione della redazione del presente

Rapporto Preliminare, finalizzato alla condivisione della metodologia generale VAS;

Elaborazione del quadro conoscitivo ed eventuale perfezionamento degli obiettivi generali di Piano;

Verifica dello scenario strategico di Piano, valutazione di coerenza esterna e sua relazione con i contenuti

ambientali degli strumenti di pianificazione territoriale e programmazione sovraordinati;

Condivisione delle tematiche prioritarie da considerare sotto il profilo ambientale e territoriale attraverso l’attivazione

delle forme partecipative;

Completamento dell’analisi ambientale di dettaglio, con formulazione degli obiettivi ambientali specifici rispetto ai

quali verificare la proposta d’intervento, anche attraverso l’utilizzo di opportuni indicatori ambientali;

Individuazione delle possibili alternative d’intervento e loro confronto in relazione agli effetti ambientali attesi;

Valutazione della proposta di Piano e sua verifica di coerenza interna rispetto al sistema di obiettivi ambientali

specifici;

Orientamento dell’attività di Monitoraggio;

Presentazione del Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica.

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L’analisi del sistema ambientale e territoriale interessato dal Piano ha la funzione di

fare emergere i fattori di criticità e di sensibilità che connotano il territorio relativo al piano

particolareggiato e l’area geografica di appartenenza.

Il quadro conoscitivo finale sarà articolato in due sezioni: analisi di contesto e analisi

di dettaglio. La prima sezione è relativa alla individuazione delle questioni ambientali rilevanti

e alla definizione dei temi da sviluppare attraverso la VAS, muovendo da una lettura d’area

vasta, e quindi guardando al territorio comunale di Pescara; la seconda riguarderà il territorio

della zona portuale, e quindi specificherà con maggior dettaglio gli elementi distintivi propri di

tale ambito, tanto con riferimento agli aspetti più strettamente naturalistico-ambientali che a

quelli antropici, da interrelarsi necessariamente tra loro rispetto alle finalità della VAS.

La definizione degli indicatori utili per l’analisi di contesto assume come riferimento

quelli già disponibili negli strumenti di pianificazione sovra-ordinati e in letteratura, derivanti

dalle attività di analisi/monitoraggio delle diverse componenti ambientali. Tali indicatori

avranno precipue finalità descrittive, rivolte in particolar modo ad evidenziare i fattori di

pressione ambientale d’area vasta, di carattere esogeno, rispetto ai quali le determinazioni di

Piano potranno avere influenza solo parziale, ma non per questo peso secondario

nell’ambito della determinazione degli obiettivi ambientali di Piano.

In base alle successive analisi di dettaglio potranno essere individuati, per ciascun

indicatore definito, sia valori di riferimento (soglie di attenzione e di allarme), sia traguardi

(valori degli obiettivi specifici che ci si propone di raggiungere). L’analisi ambientale e

territoriale di dettaglio avrà quindi lo scopo di approfondire lo studio dell’area su cui il piano

ha effetti significativi.

L’impostazione dell’analisi di dettaglio e il livello di approfondimento - da condividersi

con i soggetti coinvolti nelle diverse forme partecipative - varieranno in funzione degli esiti

dell’analisi di contesto. L’analisi di dettaglio non toccherà necessariamente tutte le tematiche

ambientali già affrontate nell’analisi di contesto, ma selezionerà temi strategici per il Piano,

concentrando e finalizzando lo sforzo di analisi.

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2.3 Individuazione dei soggetti coinvolti nel processo di VAS

Il Comune di Pescara come Autorità Procedente2 ha avviato con Determina

Dirigenziale n. 13 del 26/04/2012 la procedura di VAS.

Per la definizione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA) , ovvero le

Pubbliche Amministrazioni più adatte ad esprimersi sugli impatti e sugli effetti prodotti dagli

interventi previsti dal Piano Particolareggiato, il Comune ha preso in considerazione tutti i

soggetti istituzionali che direttamente o indirettamente partecipano al governo del territorio

esaminato.

L’elenco di seguito riportato risulta indicativo per un primo confronto e non implica

l’esclusione di nuovi soggetti a seguito di indicazioni che in merito al presente documento

perverranno. Così come specificato nella circolare della Regione Abruzzo del 18 Dicembre

2008 prot.n.30766, sono state individuate le ACA e sono altresì indicati gli aspetti del

Rapporto Preliminare in oggetto su cui ciascuna ACA è invitata ad esprimersi.

Le Autorità con Competenze Ambientali individuate sono:

Direzioni Generali Regionali:

o DA - Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,

Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia.

o DR - Direzione Protezione Civile, Ambiente - Servizio Gestione Rifiuti.

o Autorità dei Bacini di Rilievo Regionale dell'Abruzzo e del Bacino

Interregionale del Fiume Sangro.

o Direzione Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della

Costa - Servizio del Genio Civile Regionale di Pescara.

Provincia di Pescara:

o Settore IV Ambiente - Servizio Pianificazione territoriale.

o Settore IV Ambiente – Servizio Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente.

o Settore VIII Edilizia scolastica, Genio Civile e Patrimonio – Servizio Genio

Civile.

ARTA Abruzzo – Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente

o Sede centrale : gruppo di lavoro VAS.

Direzione ASL di Pescara:

o Dipartimento prevenzione – Ufficio Epidemiologia e Sanità Pubblica.

2 A riguardo si specifica che il Comune, rispetto a quanto previsto dalla normativa regionale di settore, risulta essere Autorità Proponente, Procedente e Competente.

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Direzione regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo.

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo.

Capitaneria di Porto.

Di seguito si riportano gli aspetti del Rapporto Preliminare su cui ciascuna ACA è

invitata a dare il proprio contributo:

Tabella 2.1: Elenco ACA e aspetti su cui si chiede il contributo

ACA Rif. Aspetti trattati

Regione Abruzzo Cap. 1-2-

3-4-5

Riferimenti normativi e metodologici; aspetti procedurali; Rapporto tra il piano in esame e gli

strumenti sovraordinati; Aspetti ambientali (paesaggio e biodiversità, risorse naturali).

ARTA Cap. 2-3-5

Aspetti ambientali e metodologici.

Provincia di Pescara Cap. 1-2-

3-4-5

Riferimenti normativi e metodologici; Rapporto tra il piano in esame e gli strumenti

sovraordinati; Aspetti ambientali.

Direzione Regionale per i beni culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo

Cap. 3-5

Aspetti paesaggistici.

Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo

Cap. 3-5

Aspetti paesaggistici.

Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Abruzzo

Cap. 4

Vincolo Archeologico.

ASL di Pescara Cap. 3-5

Aspetti ambientali, con particolare attenzione alla salute individuale e collettiva dei cittadini.

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PP2 – Comune di Pescara

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Capitolo III Ambito di influenza del piano: analisi di contesto

3.1. Inquadramento dell’ambito territoriale La definizione dell’ambito di influenza ha l’obiettivo di porre in evidenza il contesto di

riferimento del Piano Particolareggiato della zona portuale (PP2): gli ambiti di analisi, le

interrelazioni, le sensibilità, gli elementi di criticità.

Per quanto concerne la definizione dell’ambito territoriale di influenza, si è fatto

riferimento all’intero territorio comunale. Questo perché si è ritenuto che ai fini

dell’implementazione delle azioni previste nel PP2 occorresse tener presente che tale area è

un sistema aperto alle influenze dall’esterno, ovvero l’intero territorio comunale. Infatti, l’area

interessata dal PP2 è caratterizzata dal rapporto problematico con il centro vitale della città e

da un forte stato di degrado dovuto alla presenza di aree dismesse e di edifici industriali

abbandonati a seguito della delocalizzazione delle attività presenti.

Figura 3.1: Individuazione del PP2 rispetto al territorio comunale.

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PP2 – Comune di Pescara

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La separazione del sistema porto-fiume dalla vita cittadina rappresenta per Pescara

un dato storico non ancora risolto, che si manifesta in modo evidente anche nei suoi aspetti

fisici e morfologici quando si osserva lo svolgersi delle attività e dei traffici urbani “sopra” gli

argini del fiume e “al di là” delle recinzioni del porto canale e delle aree dismesse.

Ma l’ambito del PP2 grazie alla sua centralità, riveste un ruolo strategico nelle

dinamiche di trasformazione urbana ed ha, una grande potenzialità di riconversione.

3.2. Descrizione del quadro conoscitivo La metodologia adottata per lo studio delle varie componenti ambientali prevede la

disaggregazione del contesto di riferimento secondo una struttura piramidale che presenta

livelli di aggregazione sempre più spinti procedendo dalla base al vertice della piramide. Se

da una parte, la disaggregazione del contesto di riferimento in livelli gerarchici sempre più

bassi si scontra con la visione d’insieme necessaria per la comprensione dei fenomeni

ambientali, dall’altra consente di rispondere a pieno all’approccio olistico che sottende la

VAS, permettendo di dare conto delle modificazioni indotte con una visione che va dal

generale al particolare e viceversa.

Di seguito si individuano le componenti prese in considerazione:

Popolazione e società;

Struttura produttiva;

Elementi paesaggistici e urbanistici;

Elementi idrogeologici;

Qualità dell’aria;

Energia;

Rifiuti;

Rischio antropogenico;

Mobilità;

Clima acustico.

Come si può vedere, accanto alle componenti “prettamente” ambientali, ovvero gli

elementi costitutivi, sono stati presi in esame anche i “fattori”, ovvero quegli elementi che

costituiscono causa di interferenza e di possibile perturbazione nei confronti delle altre

componenti ambientali, e questo perché si ritiene che la città generi impatti ambientali non

solo a seguito delle trasformazioni derivanti dall’attività costruttiva, ma anche e soprattutto

tramite il suo funzionamento.

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PP2 – Comune di Pescara

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La descrizione delle suddette componenti ha preso avvio con la raccolta e

catalogazione di dati alfanumerici disponibili a scala comunale. In particolare, le fonti

utilizzate sono state essenzialmente di tipo indiretto.

Per ogni componente ambientale e socioeconomica sono stati individuati degli

indicatori, riportati in Allegato I, che dovrebbero essere in grado di rappresentare quella

parte della catena causa-effetto alla quale sono riferiti. La realizzazione di uno schema per la

progettazione/selezione di indicatori ha implicato una negoziazione fra diverse esigenze di

base: disponibilità, rigore e validità scientifica, fattibilità tecnica, interdipendenza e

multidimensionalità.

Di seguito si introducono le tematiche organizzate secondo la metodologia

precedentemente descritta.

3.2.1. Popolazione e società

L’analisi demografica evidenzia il livello di pressione antropica sulle matrici

ambientali, fornendo importanti indicazioni sui futuri andamenti di tale pressione, oltre a

interessanti informazioni sulla composizione del tessuto sociale. Per tale analisi, sono stati

utilizzati i dati che provengono dalla rilevazione della “Popolazione residente comunale per

sesso, anno di nascita e stato civile” condotta dall’ISTAT, svolta presso le Anagrafe

comunale.

Pescara è il comune più grande della Regione Abruzzo per numero di abitanti

(123.077 al 1 gennaio 2011); la popolazione residente ha mostrato un incremento continuo a

partire dalla fine del 1800 (Grafico 3.1). Un lieve decremento si è registrato negli anni 2005-

2006 (Grafico 3.2)  per poi risultare pressoché stazionaria nel corso degli ultimi anni.

Nonostante la popolazione risulti quasi invariata, il numero medio di componenti per famiglia

è in continua decrescita passando da 2,81 nel 2003 a 2,30 nel 2010, anno in cui si contano

53.336 famiglie il cui numero risulta in continua crescita (Grafico 3.3).

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PP2 – Comune di Pescara

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Grafico 3.1: Dinamica demografica. Fonte dati: Istat

Grafico 3.2: Dettaglio dinamica demografica 2001-2010. Fonte dati: Istat

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PP2 – Comune di Pescara

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Grafico 3.3: Dinamica della popolazione e delle famiglie. Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

Nonostante la popolazione risulti quasi invariata, si può ritenere che la dinamica

demografica fornisca un supporto di rilievo al mercato immobiliare locale, poiché esprime la

crescita del numero di famiglie, che rappresentano il principale soggetto sul versante della

domanda di immobili a destinazione residenziale.

Dall’osservazione dei dati relativi al movimento migratorio sembra emergere un

fenomeno di progressiva ri-articolazione e sostituzione della popolazione. Per ogni anno

compreso tra il 2002 e il 2010 si registra infatti che il numero di cancellati a favore di altri

comuni supera il numero di iscritti da altri comuni. Da questo punto di vista Pescara cede

dunque popolazione (mediamente 177 unità all’anno). Da segnalare, inoltre, il continuo

aumento della presenza di cittadini stranieri residenti la cui percentuale nel 2010 è risultata

pari a 4,20% del totale dei residenti.

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Grafico 3.4: % cittadini stranieri residenti. Fonte dati: Istat - Demo - demografia in cifre.

Sono stati considerati, inoltre, anche alcuni indicatori sintetici della struttura della

popolazione in quanto le modalità di distribuzione della popolazione nelle diverse fasce di

età, oltre ad avere una rilevanza demografica, hanno anche rilievo sotto il profilo socio-

economico e di gestione del territorio. A sostenere la domanda di abitazioni non è più la

crescita quantitativa della popolazione quanto la sua evoluzione strutturale (ed in particolare

la moltiplicazione dei nuclei familiari) e cioè la trasformazione strutturale in atto ormai da

molti anni nella popolazione e nella società italiana1.

Come si può vedere dal Grafico 3.5 nel comune di Pescara è particolarmente critica

la situazione per l’indice di dipendenza anziani e l’indice di vecchiaia.

Grafico 3.5: Indicatori struttura popolazione. Fonte dati: elaborazione propria su dati Istat.

1Costanzo L. e Ferrara A. (2011). Rapporto 2011. Centro di ricerca sui consumi di suolo. INU Edizioni.

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Valori alti degli indicatori di connotazione della popolazione determinano un maggior

impegno nell’offerta di servizi a supporto della popolazione insediata. A conferma di ciò, in

base ai dati del Rapporto Annuale 2008 dell’ISTAT, un confronto fra l’andamento della

componente residenziale (in termini di nuove abitazioni autorizzate) e quello contemporaneo

di popolazione e famiglie per il periodo 2001-2006, indica che permessi per nuove abitazioni

crescono in modo lineare (nella misura di circa l’1% all’anno), a una velocità superiore a

quella della popolazione (che in cinque anni è cresciuta solo del 3,1%), ma inferiore a quella

delle famiglie (cresciute nello stesso periodo dell’8,2%). Inoltre, la divergenza fra la curva

delle abitazioni e quella delle famiglie che si apre a partire dal 2004 segnala un allargamento

della platea delle famiglie che non hanno accesso al mercato delle nuove abitazioni (buona

parte dell’accelerazione nella crescita delle famiglie è dovuta al contributo della popolazione

straniera) (Grafico 3.6).

Grafico 3.6: Elaborazione Istat, Statistiche sui permessi di costruire, 14° censimento generale della popolazione e delle abitazioni.

Si tratta di una cittadinanza nuova che esprime una domanda di edilizia sociale

pubblica o in affitto a canoni moderati.

Accanto alla popolazione residente, nel pianificare gli interventi bisogna tener conto

anche dei city users (quali studenti universitari, turisti). In particolare, per quanto concerne la

dinamica del numero di immatricolati universitari provenienti da fuori regione, fino al 2006

questa risulta mediamente pari a 1.268 unità per anno, che rappresentano circa il 45% degli

immatricolati totali; dal 2006 al 2010 risulta mediamente pari a 602 unità per anno, che

costituiscono circa il 31% degli immatricolati totali. È da rilevare che il numero di

immatricolati provenienti da altre province della regione, esclusa quella di Pescara, ha

manifestato un trend negativo di minore entità: fino al 2006 risulta mediamente pari a 904

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unità per anno, con un peso del 32%, successivamente risulta mediamente pari a 826 unità

per anno, con un peso di quasi il 43%. Nonostante la diminuzione del numero di

immatricolati registrata fino al 2007, nello stesso arco di tempo il numero di iscritti

complessivi nelle quattro Facoltà di Pescara è risultato in netto aumento, per poi stabilizzarsi

nell’arco di tempo fino al 2010 a circa 12.500 unità. Il numero di iscritti provenienti da fuori

regione dal 2006, invece, manifesta la tendenza a diminuire. Ciò è frutto di due fenomeni

contrastanti: la progressiva diminuzione del numero di iscritti alla Facoltà di Scienze

Manageriali, compensata dalla crescita del numero di iscritti nelle altre tre Facoltà, quelle di

Architettura, Lingue ed Economia (Grafico 3.7).

Grafico 3.7: Immatricolati nelle Facoltà di Pescara per provenienza. Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

Una ulteriore componente che influenza la domanda di immobili a destinazione

residenziale per esigenze temporanee è costituita dal movimento turistico.

Dall’analisi dei dati relativi al movimento turistico forniti dall’Aptr - Azienda di

promozione del turismo della Regione Abruzzo - e dal Settore Turismo della stessa Regione

(relativi al decennio appena trascorso) emergono alcune evidenze empiriche di rilievo. Il

numero di arrivi complessivi di turisti manifesta una crescita marcata nel primo triennio del

periodo analizzato, poi si mantiene ancora in crescita fino al 2006, e successivamente fa

registrare un andamento altalenante. Il numero di arrivi manifesta una sostanziale tenuta nel

biennio 2007-2008, per poi calare bruscamente. Le presenze turistiche mostrano una

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dinamica similare. Occorre però considerare un elemento che contribuisce a spiegare il trend

recente. I dati relativi al 2009 e al 2010 sono depurati dal flusso generato dalle persone

ospitate nelle strutture ricettive a seguito del sisma che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009.

Peraltro, pur in presenza di questo fenomeno, il numero di arrivi e presenze registrato nel

biennio 2009‐2010 risulta superiore a quello di inizio periodo di quasi un 20%. Alla dinamica

descritta hanno fornito un contributo di rilievo i turisti stranieri, sia in termini di arrivi che,

soprattutto, in termini di presenze. Ciò si riflette su una tendenza peculiare. Per i turisti

italiani, a partire dal 2004, diminuisce progressivamente la permanenza media, ovvero il

rapporto tra presenze e arrivi. Per i turisti stranieri, la permanenza media manifesta una forte

variabilità nel periodo esaminato, ma il dato si colloca comunque all’interno di un trend che

ha ripreso a crescere dopo il picco minimo registrato nel 2004.

3.2.2. Struttura produttiva

L’analisi della struttura produttiva ed il suo evolversi nel tempo, è un elemento

fondamentale per valutarne gli sviluppi futuri.

Dalle elaborazioni svolte emerge una notevole vivacità per il settore alberghi e

ristorazione e per le attività professionali2. Per quanto concerne le attività professionali e i

servizi alle imprese, si registra una crescita pressoché costante del numero di imprese a

partire dal 1998. Su base provinciale è stata riscontrata una notevole diminuzione delle

imprese attive tra il 2008 e il 2009; è verosimile che ciò sia imputabile alla crisi economica

internazionale e che il medesimo fenomeno sia riscontrabile anche a livello comunale. Nello

stesso periodo, emerge la debolezza dei settori trasporti e comunicazioni e intermediazione

monetaria e finanziaria, per i quali il numero delle imprese è al più costante se non in netta

diminuzione (Grafico 3.8, Grafico 3.9).

2 Per i periodi 1996-2000 e 2002-2005 sono stati mantenuti i dati comunali diffusi dall’Ufficio Sistema Informativo Statistico della Regione Abruzzo. Il dato relativo al 2001 è stato ricavato per interpolazione tra i due dati precedente e seguente. Per il periodo 2006-2010, le informazioni relative al comune di Pescara sono state estrapolate dai dati Unioncamere, rapportando il peso delle imprese insediate nel comune a quella delle imprese nella provincia sulla base dei dati fino al 2005. I settori presi in considerazione sono quelli relativi ad alberghi e ristorazione (“H” nella classificazione Ateco 1991; “I” nella classificazione Ateco 2007), trasporti e comunicazioni (“I”, Ateco 1991; “H” e “J”, Ateco 2007), intermediazione monetaria e finanziaria (“J”, Ateco 1991; “K”, Ateco 2007), attività professionali varie e di servizio alle imprese (“K” Ateco 1991; “L”, “M” e “N”, Ateco 2007).

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Grafico 3.8 : Dinamica delle imprese nei settori alberghi e ristorazione e delle attività professionali (base 1996 = 100). Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

Grafico 3.9: Dinamica delle imprese nei settori trasporti e comunicazioni e intermediazione monetaria e finanziaria (base 1996 = 100). Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

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Per quanto concerne le imprese del commercio emergono evidenze empiriche

similari sia per le attive nel commercio all’ingrosso, che per le attive nel commercio al

dettaglio. Dopo una crescita marcata, nella prima fase dell’arco temporale preso in

considerazione – fino al 1997 per il commercio al dettaglio e fino al 1999 per il commercio

all’ingrosso – si registra una diminuzione ininterrotta fino al 2004, che ha portato il numero di

imprese ai livelli di inizio periodo.

Nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010, su base provinciale, le imprese attive nel

commercio al dettaglio risultano pressoché stazionarie: l’incremento medio annuo è di

appena lo 0,01%. Tuttavia, è possibile che nel comune di Pescara si sia registrata una

ulteriore contrazione; questo perché il peso delle imprese insediate all’interno del territorio

comunale, rispetto a quelle insediate nell’intera provincia, è risultato in marcata diminuzione

sin dal 1999: era del 49% in quello stesso anno, è poi sceso al 47% nel 2000, è

ulteriormente diminuito al 42% nel 2005 (Grafico 3.10).

Grafico 3.10: Dinamica delle imprese nel settore del commercio (base 1996 = 100). Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

L’analisi dei soggetti attivi nel settore dell’offerta di beni immobili, cioè delle imprese

di costruzioni, viene ampliata al fine di considerare non solo quelle con sede all’interno del

territorio comunale, ma anche quelle insediate nella provincia di Pescara. Le prime

manifestano una dinamica altalenante nel periodo 1996-2005, con una crescita marcata

solamente nel triennio 2003-2005. Le seconde invece esprimono una crescita pressoché

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continua nell’intero arco temporale preso in considerazione; l’incremento risulta più marcato

tra gli anni 2003 e 2008 con un tasso medio annuo di oltre il 5%, negli ultimi due anni invece

la crescita è più moderata con un tasso medio annuo di circa il 2,5 %. Varie indagini condotte

in tempi recenti segnalano che, sul territorio nazionale, in seguito alla crisi iniziata nel 2008

gli investimenti nel settore delle costruzioni sono progressivamente diminuiti.

Grafico 3.11: Dinamica delle imprese nel settore delle costruzioni (base 1996 = 100). Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

Esaminando nel dettaglio il settore del turismo, nell’arco di tempo preso in

considerazione, si registrano mutamenti di rilievo nella composizione della capacità ricettiva.

A partire dal 2007 è diminuito fortemente il numero di strutture alberghiere di classe inferiore,

ovvero di alberghi ad 1 stella. Tale dinamica è stata in parte contrastata dall’apertura di

nuove strutture a 2 e 4 stelle, mentre i 3 stelle nel 2010 sono tornati allo stesso numero

registrato nel 2001 e nel 2002. Il processo di riorganizzazione delle strutture alberghiere ha

fatto sì che attualmente il loro numero sia inferiore rispetto all’inizio del periodo, ma che

l’offerta di posti letto sia lievemente superiore. Mutamenti di maggiore entità si riscontrano

nel contesto delle strutture complementari. Durante il decennio appena trascorso è cresciuto

esponenzialmente il numero di strutture, soprattutto quelle denominate “bed and breakfast”,

e così anche la quantità di posti letto messi a disposizione: nel 2001 rappresentavano

appena il 2% rispetto alla capacità ricettiva complessiva registrata nel comune di Pescara,

nel 2010 hanno assunto un peso di quasi l’11% (Grafico 3.12).

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Grafico 3.12: Capacità ricettiva nel comune di Pescara. Fonte: Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

3.2.3. Elementi paesaggistici e urbanistici

L’ambito della zona portuale area PP2) è caratterizzato da problemi connessi al

degrado fisico e sociale, alla scarsa dotazione di standard urbanistici, e al difficile rapporto

con le infrastrutture: il tracciato dell’asse attrezzato in sopraelevazione che scorre in

prossimità dell’ambito; il porto turistico, commerciale e peschereccio, che circonda a nord e

ad est l’ambito fino a compenetrarsi in parte con esso; la via A. Doria che ha una sezione

insufficiente per il traffico in entrata e in uscita dal porto. Infine,  tale ambito è caratterizzato

dal rapporto problematico con il centro vitale della città e da un forte stato di degrado dovuto

alla presenza di aree dismesse di notevole estensione e di edifici industriali e commerciali

abbandonati a seguito della delocalizzazione delle attività verso aree più periferiche.

Figura 3.2: Individuazione del PP2 e dei sub-ambiti.

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L’ambito presenta ha un carattere di incompiutezza e di marginalità che risulta dal

contrasto, mai affrontato e quindi mai risolto, fra la sua vocazione naturale e la presenza di

grandi infrastrutture poco compatibili con questa vocazione. Lo sviluppo urbano ha sempre

privilegiato queste ultime, ma non è mai riuscito a incidere in modo significativo sull’assetto

delle sponde fluviali e degli affacci al mare. Di qui la presenza di grandi aree dismesse, di

spazi interstiziali degradati, di recinzioni e ostacoli invalicabili che impediscono l’accesso e

l’affaccio verso il fiume e verso il mare. Partendo dal piazzale della Capitaneria di Porto,

dove sbocca l’Asse Attrezzato, l’area portuale è interamente recintata ed è quasi

completamente inutilizzata soprattutto dopo l’apertura del nuovo bacino commerciale oltre gli

argini del porto canale. Sul lato sud di via Andrea Doria, l’isolato urbano è abbastanza

consolidato nel tratto iniziale e lungo via D’Avalos, ma, procedendo verso il mare, il tessuto

edilizio si sfrangia, e, oltre i recinti e le costruzioni precarie, si aprono grandi aree libere

occupate da un ex-deposito carburanti oggi in corso di bonifica e da magazzini dismessi

legati alle attività portuali.

In corrispondenza dell’angolo formato da via Andrea Doria con il Lungomare, vi sono alcuni

piccoli edifici del Demanio Marittimo e Militare che riducono ulteriormente la carreggiata

stradale e rendono difficoltosi gli attraversamenti pedonali. Queste aree sono in parte di

proprietà del Comune di Pescara e in parte di proprietà di operatori privati, e sono

caratterizzate da un notevole potenziale di trasformabilità e di riconversione. Nel punto di

confluenza tra via Andrea Doria e il lungomare sud è situato l’ingresso al porto commerciale;

in questo punto la banchina si allarga e forma un grande piazzale dove sono localizzati, in

modo sparso, l’edificio della stazione marittima e le costruzioni provvisorie della dogana. Da

questo punto si entra nell’area Schengen, ma per accedere al nuovo bacino portuale bisogna

percorrere la strada, lunga circa 400 m, situata sul molo sud del porto canale.

Fuori dall’area demaniale, la testata di via Cristoforo Colombo è oggi caratterizzata

dalla presenza del nuovo ponte del mare, ma il collegamento fra la passerella ciclopedonale

e il lungomare ha ancora un carattere provvisorio; esso sarà risolto una volta ridisegnata la

sede stradale di via Colombo che si sta trasformando, a tratti, da strada a quattro corsie in

strada parco lineare. L’area compresa fra il lungomare sud ed il porto turistico è in buona

parte occupata dai grandi capannoni dismessi dell’ex Mercato Ortofrutticolo, di proprietà

della Regione Abruzzo; più a sud, altri capannoni dismessi sono invece di proprietà privata.

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Quest’area costituisce oggi un limite invalicabile per l’accesso al mare, ma il suo alto grado

di trasformabilità ne fa un elemento strategico per il futuro assetto dell’Ambito3.

Pescara con una densità di 3.509 ab/Kmq risulta il comune più densamente popolato

a livello regionale. Valori cosi elevati richiedono azioni volte alla decisa modernizzazione

della crescita insediativa, alla riconversione delle aree dismesse, mediante rimozione degli

edifici inutilizzabili e ripermeabilizzazione del suolo, con particolare attenzione al recupero e

all'insediamento ex novo di spazi verdi.

In base alle analisi effettuate in sede di redazione del PGTU (Piano generale del

trasporto urbano), nel 2004 la maggioranza della popolazione risiedeva in un’area compresa

tra via Cavour e via Pepe con una densità abitativa di circa 120 – 140 abitanti per ettaro e

punte di 200 ab/ha. L’area interessata dal PP2 risulta invece tra quelle a più bassa densità.

Figura 3.3: Popolazione per densità abitativa (2004). Fonte: tavola AQ3-Analisi del PGTU.

Il fattore “densità” è, quindi, una variabile in grado di definire la forma e la qualità della

città, divenendone strumento di misurazione e di progetto, in un’ipotesi di rinnovamento 3 Redazione di supporti strumentali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubblico privato nei processi di trasformazione urbana sostenibile - Relazione Illustrativa Dicembre 2011.

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anche morfologico dell’insediamento che punti su un livello di densità in grado di favorire la

qualità dello spazio pubblico e del paesaggio urbano e la socialità. Certo è che il processo

di densificazione richiede una struttura robusta in termini di servizi e dotazioni infrastrutturali

(trasporto pubblico, qualificazione energetica, dotazione di aree verdi) che garantisca la

sostenibilità complessiva delle trasformazioni, le quali altrimenti rischiano di determinare

nuova congestione e impoverimento della qualità urbana.

A tal proposito, in base ai dati ISTAT, la densità di verde pubblico (percentuale di mq

sulla superficie comunale) nel comune di Pescara risulta stabile a partire dal 2005 ma

inferiore alla media regionale e nazionale (Grafico 3.13).

Rapportando la superficie di verde urbano a gestione pubblica alla popolazione

residente del comune si ottiene un altro utile indicatore: la disponibilità di verde espressa in

mq per abitante. Nel 2010 ogni abitante dei 116 capoluoghi di provincia dispone mediamente

di 106,4 mq/ab. di verde, mentre nel comune di Pescara il dato scende a valori pari a

21mq/ab.

Grafico 3.13: Densità di verde urbano della superficie comunale – percentuale. Fonte dati: ISTAT

Considerato che la presenza del verde migliora il paesaggio urbano e rende più

gradevole la permanenza in città, diventa fondamentale favorire un’integrazione fra elementi

architettonici e verde nell’ambito della programmazione urbanistica. In particolare, fra le più

importanti funzioni della vegetazione, in termini di miglioramento ambientale, si annoverano

la mitigazione del clima urbano, la filtrazione e purificazione dell’aria dalle polveri e dagli

inquinanti, l’attenuazione dei rumori e delle vibrazioni, la protezione del suolo. Accanto al

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dato puramente quantitativo, andrebbero considerati altri elementi quali accessibilità, fruibilità

e fattibilità, diversificando le stesse dotazioni in relazione alle diverse situazioni non solo

demografiche ma anche sociali, morfologiche e ambientali. Queste difficoltà riguardano la

disponibilità, la fruibilità e l’accessibilità della rete dei trasporti pubblici, il design, la

localizzazione e l’organizzazione dei servizi non di trasporto e la possibilità di raggiungere

tali servizi con mezzi alternativi all’automobile (a piedi o in bicicletta)4. L’accessibilità è una

priorità degli insediamenti urbani che qualifica la società locale nel suo complesso e ne

definisce il grado di equità sociale e la qualità della vita per i suoi membri5.

3.2.4. Elementi idrogeologici

Dal punto di vista idrogeologico, il livello di base delle acque superficiali è

rappresentato dal fiume Pescara che scorre a circa 50 m dall’area in oggetto che si trova al

di fuori della zona di esondazione dello stesso. Per quanto concerne la qualità delle acque

del fiume Aterno-Pescara, l’andamento del SECA e del SACA sono riportati nelle tabelle

seguenti. L’andamento del SACA segue quello relativo al SECA, in quanto la concentrazione

degli inquinanti chimici monitorati risulta, in ogni caso e per tutti i periodi in esame, sempre

inferiore ai valori soglia, a meno della stazione R1307PE266, in corrispondenza della quale,

nel monitoraggio relativo alla fase conoscitiva (2000-2002), la concentrazione dell’inquinante

Cloroformio è risultata superiore al valore soglia fissato a 12 μg/l. Per quanto riguarda lo

stato di qualità ecologica e ambientale si registrano delle criticità nella maggior parte delle

stazioni. Il fiume Pescara è caratterizzato da una buona qualità ecologica e ambientale, a

eccezione della stazione R1307PE26 a chiusura del bacino (“Scadente” in tutti gli anni di

monitoraggio).

Figura 3.4: Stralcio Carta dei Punti di monitoraggio quali-quantitativo dei corsi d’acqua superficiali della Scheda

dell’Aterno Pescara. 4 Borlini B, Memo F. (2011). Mobilità, accessibilità ed equità sociale. Paper for the Espanet Conference. 5 Cass, N., Shove, E., Urry, J. (2005) “Social exclusion, mobility and access” in the Sociological Review, Blackwell Publishing Ltd, Oxford. 6 La stazione R1307PE26 si trova a Pescara, 20 m a valle del ponte Villa Fabio, sponda sinistra.

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Tabella 3.1: andamento SECA per il fiume Aterno-Pescara. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche bacino dell’Aterno-Pescara

Tabella 3.2: andamento SACA per il fiume Aterno - Pescara. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche bacino dell’Aterno-Pescara.

Nella stazione R1307PE26 i risultati, relativi alla campagna di monitoraggio 2006,

evidenziano una condizione di forte alterazione rispetto all’obiettivo di qualità fissato per il 2016.

L’attribuzione della quarta classe SECA è determinata dal valore dell’indice IBE (Tabella 3.3).

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Tabella 3.3: andamento SACA per il fiume Aterno - Pescara. Fonte: PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche bacino dell’Aterno-Pescara.

Oltre il 50% dei carichi totali insistenti sull’intero bacino si concentra sul basso corso del

Fiume Pescara, in particolare nella porzione di bacino compresa tra le stazioni R1307PE24 e

R1307PE26. L’agglomerato di Pescara-S. Giovanni Teatino-Spoltore è l’unico superiore ai 2000

a.e., e recapita i propri reflui nel tratto considerato. Nell’impianto di Pescara Via Raiale recapitano

anche i reflui provenienti da attività industriali potenzialmente fonti di sostanze pericolose. Una

piccola parte del comune di Pescara fa parte dell’agglomerato “Montesilvano – Silvi- Città

Sant’Angelo – Pescara” che recapita i propri reflui nel fiume Saline. Non è stato attualmente censito,

nel tratto considerato, nessun impianto minore di depurazione di acque reflue urbane (con capacità

di progetto e carico d’ingresso inferiore ai 2000 a.e.), mentre risultano censite 4 attività industriali

che utilizzano sostanze pericolose nel loro ciclo produttivo, di cui: 1 dell’alluminio, 1 della plastica, 1

di editoria, 1 di commercio combustibili, che scaricano i propri reflui nel tratto in esame.

Dai dati relativi al monitoraggio delle acque superficiali dell’anno 2006, viene registrato, per

la stazione R1307PE26, posta a valle della porzione di bacino considerata, un peggioramento dello

stato ambientale che assume una qualità pari a “Scadente”, dovuta principalmente alla qualità

biologica. La pressione antropica nell’intorno della stazione è elevata e si spinge fin lungo le rive che

hanno quasi completamente perso la fascia riparia. Il disturbo dell’ecosistema è aggravato dal

passaggio di natanti, che rilasciano olio e carburanti, e dall’ancoraggio degli stessi lungo le sponde.

Le acque scorrono lente e laminari.

A scopo cautelativo, si ritiene di dover estendere il giudizio “Scadente” anche a monte, almeno

fino al depuratore di Via Raiale e a valle fino allo sbocco in mare. Al tratto compreso tra la stazione

R1307PE25B e il depuratore di Via Raiale si ritiene di poter attribuire lo Stato Ambientale

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“Sufficiente”. E’ importante segnalare che le attività di monitoraggio svolte sul fiume Pescara, hanno

evidenziato la presenza in corrispondenza di tutte le stazioni di monitoraggio, ad esclusione della

prima stazione R1307PE20, ubicata nel comune di Popoli e posta a circa 1 km dalle sorgenti, di

tracce di sostanze organiche clorurate, anche se in concentrazioni minori rispetto ai valori soglia

(PTA, relazione generale – sezione v schede monografiche bacino dell’Aterno-Pescara).

Da un punto di vista dei consumi, nel 2007 il consumo pro-capite di acqua per uso domestico

relativamente al comune di Pescara è stato pari a 90,9 m3 per abitante, in diminuzione dell’1,1%

rispetto al 2006, in linea con il trend nazionale7.

3.2.5. Qualità dell’aria

In base al Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria8 il comune di Pescara è stato

inserito nella IT1301, Zona di risanamento metropolitana Pescara-Chieti. Il monitoraggio della

qualità dell’aria con centraline fisse è svolto dalla rete di rilevamento della qualità dell’aria di

Pescara, gestita dall’ARTA. I superamenti dei livelli di concentrazione dei livelli delle PM109, hanno

portato all’emanazione dell’ordinanza sindacale di divieto di circolazione nella zona di Pescara

Centro e Nord per alcune giorni nel mese di marzo 2012 e aprile 2012. Ciò a dimostrazione del forte

impatto che l’intenso traffico veicolare ha sulla qualità dell’aria.

3.2.6. Energia

In aumento del 13% risultano i consumi pro-capite di energia elettrica per uso domestico nel

periodo 2006-2007, mentre diminuiscono (-21%) quelli di gas metano per uso domestico e

riscaldamento. A livello nazionale il consumo pro-capite di energia elettrica per uso domestico dei

comuni capoluogo di provincia aumenta rispetto al 2006 del 4,4 % e si colloca, nel 2007, sui 1.201,5

kWh per abitante. Nel 2007 il consumo pro-capite di gas metano per uso domestico e riscaldamento

per il complesso dei comuni capoluogo di provincia è pari a 366,8 m3 per abitante e registra rispetto

al 2006 una diminuzione del 6,9 % (Istat, Dati ambientali sulle città).

7 Istat, Dati ambientali sulle città, 2007. 8 Approvato con DGR n. 861/c del 13/08/2007 e con Delibera di Consiglio Regionale n. 79/4 del 25/09/2007 e pubblicato sul B.U.R.A. Speciale n. 98 del 05/12/2007. 9 Tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare. Di origine antropica sono anche molte delle sostanze gassose che contribuiscono alla formazione di PM10, come gli ossidi di zolfo e di azoto, i COV (Composti Organici Volatili) e l’ammoniaca.

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PP2 – Comune di Pescara

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3.2.7. Rifiuti

L’analisi dei dati relativi alla produzione di rifiuti pro-capite evidenzia che i valori

hanno seguito un trend crescente.

Infatti, come evidenziato nel Grafico 3.14, nel periodo 2006-2010 i valori a livello

comunale sono stati sempre al di sopra di quelli provinciali e regionali. Considerando

l’intervallo temporale 2006-2010, è da notare l’aumento della produzione pro-capite

comunale del 2,4% contro un decremento intorno al 5% sia a livello regionale che

provinciale.

Grafico 3.14: Confronto dei valori di rifiuti prodotti procapite tra comune di Pescara e provincia di Pescara e Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.

Per quanto concerne la raccolta differenziata, è da registrare un costante aumento a

partire dal 2006, anche se si è lontani dall’obiettivo fissato, a livello nazionale, dalla

L.296/2006 pari al 40%, da raggiungere nel 2007 (Grafico 3.15).

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Grafico 3.15: Andamento dei valori di Raccolta differenziata (%) confrontati con quelli della provincia di Pescara e della Regione Abruzzo. Fonte: Osservatorio Regionale Rifiuti.

3.2.8. Rischio antropogenico

Due “siti contaminati” del comune di Pescara ricadono all’interno del PP2, e sono

classificati come “Siti industriali dismessi” adiacenti tra loro. In base all’Anagrafe essi sono

così denominati:

1. Area Sabatino Di Properzio S.R.L. (via Andrea Doria n. 50);

2. Laureti Carburanti Pescara (via Magellano, via Dei Santi Aternini).

Nel primo sito (ex-deposito costiero di oli minerali) l’attività è cessata e il sito è stato

dismesso (Figura 3.2).

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PP2 – Comune di Pescara

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Figura 3.5: Ex –deposito costiero oli minerali. Fonte: Progetto di bonifica

In data 09.06.2011, la conferenza di servizi ha approvato il progetto operativo di bonifica, le

cui prescrizioni sono state integrate con nota dell’ARTA – Distretto provinciale di Pescara -

prot.n 4474 del 23.06.2011. Il Comune di Pescara ha approvato il progetto di bonifica con

determinazione dirigenziale n.3 del 31.01.2012.

Relativamente al secondo sito si è in attesa dell’approvazione del piano di

caratterizzazione.

3.2.9. Mobilità

Il trasporto pubblico urbano rappresenta l’insieme delle modalità di trasporto

(autobus, tram, filobus, metropolitana, vaporetti, scale mobili, ascensori, ecc.) che, su scala

urbana, consente l’esercizio del diritto alla mobilità dei cittadini mediante l’uso di mezzi non

di proprietà. Una delle principali risposte per ridurre gli impatti ambientali e sanitari derivanti

dal traffico veicolare privato consiste nell’incentivare l’uso dei diversi sistemi modali di

trasporto collettivo al fine di attrarre domanda di mobilità sottraendola alla componente

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PP2 – Comune di Pescara

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individuale. Nel periodo 2007-2009, in base ai dati ISTAT, la domanda di trasporto pubblico10

nel comune di Pescara risulta stabile ed inferiore alla media nazionale.

Grafico 3.16: domanda di trasporto pubblico (passeggeri trasportati dai mezzi di trasporto pubblico per abitante). Fonte dati: ISTAT

In base ai dati del PGUT, nel 2004 le sezioni con maggior carico veicolare risultavano

essere principalmente quelle posizionate sulle direttrici in ingresso e in uscita dai confini

comunali. Tra queste spicca via del Circuito che all’altezza del confine comunale, ad ovest

del ponte della Libertà, registra i valori massimi in entrambe le direzioni per un totale di

23.336 passaggi nelle 14 ore. Molto elevati sono anche i valori dei flussi sulla SS16 Adriatica

Sud (11.000 veicoli), su via Verrotti (11.000) e sulle riviere nord e sud (10.000 veicoli).

Sempre in base alle analisi effettuate in sede di redazione del PGUT, le zone

circostanti o incluse PP2 (17, 18, 20, 24) risultavano essere interessate dal grave fenomeno

di sovrasaturazione della sosta durante tutta la giornata. Infine si segnala che il traffico, cosi

come tutto il sistema di viabilità e mobilità, risentirà delle variazioni connesse alle previsioni

del nuovo Piano Regolatore del Porto di Pescara, in via di approvazione.

3.2.10. Clima acustico

Lo stato attuale del clima acustico dell’area interessata dal PP2 è da attribuire

essenzialmente al traffico veicolare della zona, poiché non sono presenti altre fonti di rumore

significative. In base al piano comunale di classificazione (PCCA), il PP2 è interessato da

10 Domanda di trasporto pubblico: numero di passeggeri trasportati nell’anno dai mezzi di trasporto pubblico in ambito urbano (autobus, tram, filobus, metropolitana, funicolare e altre tipologie di trasporto quali, ad esempio, vaporetti, ascensori, scale mobili, ecc.). La domanda di trasporto pubblico è espressa in termini di passeggeri per abitante

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PP2 – Comune di Pescara

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aree di IV classe, ovvero “aree di intensa attività umana11: Parte delle aree coinvolte nel PP2

urbana ricadono inoltre all’interno di fasce di pertinenza di infrastrutture stradali (Tavole 3.2 e

3.3).

Figura 3.6: classificazione acustica del Comune di Pescara. Fonte: PCCA

11 Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.”

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PP2 – Comune di Pescara

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Figura 3.7: tipologia fasce infrastrutture. Fonte: PCCA

Il clima acustico risentirà delle variazioni (traffico veicolare in entrata ed in uscita dalla

nuova area portuale) connesse alle previsioni del nuovo Piano Regolatore del Porto di

Pescara, in via di approvazione.

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PP2 – Comune di Pescara

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3.3. Sintesi degli elementi di criticità/sensibilità La lettura del contesto ambientale effettuata attraverso l’analisi di tutta la

documentazione disponibile ha permesso di mettere in evidenza elementi di criticità e

sensibilità. Vista l’importanza che si intende attribuire al concetto di sensibilità ambientale, è

necessario fornire una definizione chiara e convincente della stessa. In effetti, a questa

parola vengono attribuiti diversi significati a seconda del contesto in cui viene usata ed è

spesso posta in relazione con altre parole di significato affine o complementare. Nel contesto

che qui interessa, la sensibilità ambientale si riferisce alla presenza di componenti ambientali

potenzialmente sensibili agli impatti generati dalle trasformazioni che il PP2 intende

apportare al territorio.

In sintesi gli elementi di criticità e sensibilità individuati sono riconducibili ai seguenti

aspetti:

Elementi di criticità:

o rischio antropogenico;

o generale stato di degrado;

o inquinamento acustico (infrastrutture stradali);

o traffico;

o discontinuità con il centro città (bassa connessione fisica, funzionale ed

economica);

o carenza standard (non solo in termini quantitativi ma anche in termini di

accessibilità, fruibilità e fattibilità);

o viabilità.

Elementi di sensibilità:

o Fiume Pescara

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Capitolo IV

Il Quadro di Riferimento Pianificatorio e Programmatorio

4.1 I Pianificazione/programmazione regionale

L'analisi degli strumenti di pianificazione e programmazione che presentano

indicazioni utili alla definizione degli obiettivi e alla valutazione del PP2 ha riguardato i

seguenti documenti:

Livello sovracomunale

Quadro di Riferimento Regionale (Q.R.R.)

Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)

Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI)

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni

Piano di Tutela delle Acque

Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato

Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria

Piano Energetico Regionale

Piano Regionale Integrato dei Trasporti

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Livello comunale

PRG vigente

Piano di Classificazione Acustica

Piano Generale del Traffico Urbano

Piano Demaniale Comunale

Piano Regolatore Portuale

Sono stati inoltre considerati il regime vincolistico vigente e le indicazioni

dell'Anagrafe dei siti contaminati.

Quadro di Riferimento Regionale (Q.R.R.)

Il QRR vigente, strumento principe a cui far riferimento per la redazione dei Piani di

bacino regionali e interregionali, dei Piani territoriali Provinciali, dei Piani o Programmi

settoriali e per l’esercizio dei poteri Provinciali e Comunali, fissa le strategie e individua gli

interventi mirati al conseguimento dei seguenti obiettivi generali:

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Qualità dell’ambiente;

Efficienza dei sistemi urbani;

Sviluppo dei settori produttivi trainanti.

Il primo obiettivo rappresenta il punto di convergenza di un insieme di obiettivi

specifici che, muovendo dall'esigenza di tutelare i beni naturali e storici irriproducibili,

finalizzano la tutela al "miglioramento della qualità della vita" alla "localizzazione di nuove

attività produttive subordinatamente alla qualità dell'ambiente", allo sviluppo anche

occupazionale dei settori tradizionalmente legati all'esistenza delle risorse ambientali.

Il secondo obiettivo assume l'efficienza del sistema insediativo "come condizione

essenziale per una riduzione degli squilibri che ancora permangono tra "centri e periferie" e

per consentire alle città capoluogo di svolgere adeguatamente la loro insostituibile funzione

di servizio per la comunità regionale.

Il terzo obiettivo si incentra sulla "scelta tecnologica e dell'innovazione" e comporta

"un particolare impegno..." affinché "le grandi imprese pubbliche e private concentrino in

Abruzzo nuove attività produttive nel campo del terziario avanzato" e "un rilevante sforzo"

della Regione "per attuare un sistema di servizi alle unità produttive" da sostenere o da

promuovere.

Tali obiettivi vengono poi suddivisi in obiettivi specifici, azioni programmatiche e

specifiche. Gli obiettivi del QRR presi in esame sono riportati nella seguente tabella:

Obiettivi del Quadro di Riferimento Regionale

Valorizzare e tutelare i Beni culturali.

Qualificare e potenziare le suscettività turistiche.

Riqualificare e recuperare i Sistemi Insediativi.

Migliorare la mobilità all’interno dei sistemi insediativi.

Potenziare l’energia alternativa.

Promuovere l’offerta localizzativa per le imprese produttrici di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico.

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Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)

Il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (D.Lgs. n. 42 del 22.01.2004) prevede

l’obbligo per le Regioni, entro 4 anni dalla sua entrata in vigore, di verificare ed adeguare alle

nuove indicazioni del decreto i contenuti del PRP. La principale novità introdotta dal Codice è

che il PRP deve riguardare l’intero territorio regionale, con contenuti descrittivi, prescrittivi e

propositivi. Esso, in funzione dei diversi valori paesistici riconosciuti, deve attribuire a ciascun

ambito, riconosciuto come omogeneo da un punto di vista paesaggistico, obiettivi di qualità

in coerenza con i principi stabiliti e sottoscritti dalle Regioni nella Convenzione Europea per il

Paesaggio.

Con un protocollo d’intesa approvato dalla Giunta Regionale con Delibera n. 297 del

30 aprile 2004, è stato costituito un “gruppo di progettazione” (il cosiddetto Ufficio del Piano),

composto, in accordo tra la Regione Abruzzo e le quattro Province, dai rappresentanti degli

Enti interessati dal Piano.

Il PRP vigente, pur prendendo atto della pressoché completa urbanizzazione

dell’area costiera di Pescara, riconosce una sostanziale salvaguardia della residua zona di

spiaggia a Nord e a Sud della foce del fiume Pescara (Figura 4.1). In particolare, l’abitato di

Pescara è individuato in parte come “zona di trasformazione a regime ordinario” (D), per la

quale si fa riferimento ai piani programmatici ordinari, quali PRG, PTP e PRE, e in parte

come “zona a trasformazione condizionata” (C2), per la quale gli interventi urbanistici devono

essere ritenuti compatibili con il valore delle varie componenti ambientali.

La fascia costiera a Nord e a Sud della foce del Pescara rientra invece fra le “zone a

conservazione parziale” A2, a eccezione della porzione di costa immediatamente a Sud della

foce del Pescara, che rimane zona D.

In ambito costiero sono definite come sottozone di conservazione A quelle in cui dalle

analisi tematiche è risultato un valore “molto elevato” sotto gli aspetti naturalistico, storico-

culturale e percettivo e nelle quali vi è un rischio geologico massimo. Nelle zone A2 è tuttavia

ammessa la possibilità di alcune trasformazioni, purché “garantiscano il permanere dei

caratteri costitutivi dei beni ivi individuati”.

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Figura 4.1:PRP: Stralcio zonizzazione.

Obiettivi del Piano Regionale Paesistico

Proteggere la qualità e il valore del paesaggio.

Sviluppare le iniziative atte a valorizzare le peculiarità del territorio

Riqualificare le parti del paesaggio degradate.

Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici di

Rilievo Regionale Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro Fenomeni

Gravitativi e Processi Erosivi

Il Piano per l’Assetto Idrogeologico , o Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto

Idrogeologico dei Bacini Idrografici di rilievo regionale abruzzesi e del Bacino Interregionale

del Fiume Sangro (di seguito denominato PAI), è uno “strumento conoscitivo, normativo e

tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme

d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo, sulla

base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato".

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In termini generali, la normativa di attuazione del Piano è diretta a disciplinare l’uso

del territorio attraverso prescrizioni puntuali inerenti ad opere ed attività, ammesse o vietate,

nelle aree a pericolosità molto elevata (P3), elevata (P2) e moderata (P1).

Nelle aree di pericolosità molto elevata ed elevata (P1 e P2) i progetti per nuovi

interventi, opere ed attività devono essere corredati, di norma, da apposito “Studio di

compatibilità idrogeologica” presentato dal Soggetto proponente l'intervento e sottoposto

all'approvazione dell'Autorità competente.

Dall’osservazione della Carta Geomorfologica del Piano emerge che vi sono alcune

aree classificate come “scarpate” all’esterno del perimetro del P.P.2. La tipologia di dissesto

che interessa questo tipo di aree sottende diverse categorie: orlo di Scarpata (OdS) di faglia,

OdS con influenza strutturale, OdS di linea di faglia, OdS con influenza strutturale

interessato da caduta di detrito, OdS di erosione fluviale o torrentizia, OdS di erosione

marina, OdS di erosione glaciale, OdS di degradazione e di frana. Dalla lettura della Carta

Geognostica risulta che le aree che si affacciano direttamente sul fiume Pescara, rientrano

nella classe di “OdS di erosione fluviale o torrentizia”, e quindi da sottoporre a “Studio di

compatibilità idrogeologica” in caso di loro modifica.

Per quanto concerne gli aspetti di pericolosità idrogeologica, nell’area interessata dal

Piano in oggetto, non si rilevano particolari disposizioni o segnalazioni di rischi di frana o di

smottamenti idrogeologici.

Gli obiettivi del PAI presi in esame sono riportati nella seguente tabella:

Obiettivi del Piano di Assetto Idrogeologico

Conservare l’assetto del bacino idrico e raggiungere condizioni di sicurezza uniformi per il territorio con opere specifiche.

Ridurre l'incremento dei livelli di pericolo e di rischio idraulico, impedendo interventi pregiudizievoli per il futuro assetto idraulico del territorio.

Salvaguardare l'assetto del bacino idrico disciplinando le attività antropiche.

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Figura 4.2:PAI: Stralcio della carta Geomorfologica del Piano.

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Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) Il PRGR1 propone le seguenti priorità:

Prevenzione e riduzione della produzione e pericolosità dei rifiuti;

Recupero e riciclo di materiali e prodotti di consumo;

Recupero energetico dai rifiuti, complementare al riciclo e a chiusura del ciclo di

gestione dei rifiuti;

Smaltimento in discarica, residuale e in sicurezza.

Per quanto concerne la raccolta differenziata il PRGR prevede i seguenti obiettivi:

40% di raccolta differenziata al 2007;

50% di raccolta differenziata al 2009;

60% di raccolta differenziata al 2011.

Il PRGR assume, inoltre, un obiettivo di riduzione dei rifiuti prodotti pari al 5% in ogni

provincia da conseguire entro il 2011, prendendo a riferimento il dato del 20052.

Gli obiettivi del PRGR sono riportati nella seguente tabella:

Obiettivi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

Ridurre la produzione dei rifiuti e della loro pericolosità.

Aumentare la percentuale di raccolta differenziata.

Minimizzare il ricorso a smaltimento in discarica.

Favorire il recupero di energia dai rifiuti non altrimenti recuperabili.

Favorire lo smaltimento di rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione.

Garantire l’utilizzo delle tecnologie di trattamento e smaltimento più appropriate alla tipologia di rifiuto.

Favorire interventi di bonifica e ripristino ambientale.

Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni

Il Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni (PSDA) è stato redatto ai sensi dell'art. 17,

comma 6 ter, della Legge 18/05/1989 n. 183, al fine di individuare le aree a rischio

alluvionale e quindi da sottoporre a misure di salvaguardia ma anche di delimitazione delle

1 Contenuto nella L.R. 19.12.2007, n. 45 “Norme per la gestione integrata dei rifiuti”. 2 Regione Abruzzo (2008) - “RIDURRE E RICICLARE PER VIVERE MEGLIO” Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti. L.R. 19.12.2007, n. 45 - PRGR.

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aree di pertinenza fluviale. Il Piano è quindi funzionale alla programmazione di azioni (opere,

vincoli, direttive) che portino a un assetto fisico dell'ambito fluviale e a un uso del suolo

(agricolo o insediativo) compatibili con la sicurezza idraulica e con la salvaguardia delle

componenti naturali ed ambientali.

Il Piano assume una posizione vincolistica sovraordinata nei confronti degli altri

strumenti di pianificazione di settore e di pianificazione urbanistica; è redatto in conformità

alla vocazione del territorio e come tale è traguardato alla ricerca di un modello di sviluppo

che sia realmente compatibile con essa. Obiettivo principale del Piano è la conservazione

dell’assetto del bacino e il raggiungimento di condizioni uniformi di sicurezza del territorio che

lo circonda. A tal fine in esso sono individuate e classificate aree di pericolosità idraulica, a

cui corrispondono diversi livelli di trasformabilità.

Nelle aree di pericolosità idraulica il Piano ha la finalità di evitare l'incremento dei

livelli di pericolo e rischio idraulico, impedire interventi pregiudizievoli per il futuro assetto

idraulico del territorio, salvaguardare e disciplinare le attività antropiche, assicurare il

necessario coordinamento con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione e

programmazione in vigore.

Per quanto concerne l’ambito interessato dal P.P.2, merita evidenziare che il Piano

classifica una porzione come classe di rischio R4, ovvero appartenente al gruppo di aree ad

elevato rischio idraulico (Figura 4.2), e tra le aree soggette a pericolosità molto elevata

(Figura 4.3).

Nelle norme tecniche del PSDA, al Capo III, art. 17, sono riportati gli interventi

consentiti nelle aree contraddistinte da questo livello di pericolosità. Da esso risulta che le

opere consentite sono esclusivamente:

opere e interventi idraulici per migliorare la difesa dalle alluvioni;

opere urgenti realizzate dalle autorità di protezione civile o dalle autorità idrauliche

competenti per la tutela di persone, beni ed attività in situazioni di rischio imminente;

attività di manutenzione idraulica;

interventi di ricostruzione e riqualificazione degli ambienti fluviali per ridurre il

pericolo ed il rischio idraulico.”

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Sono pertanto escluse la realizzazione di strutture mobili e immobili, ad eccezione di

quelle a carattere provvisorio o precario indispensabili per la conduzione dei cantieri o

specificamente ammesse dalle norme del Piano, la creazione di protezione di colture

agricole rilevanti che ostacolino il deflusso delle acque, la introduzione di cambiamenti

colturali o nuove colture arboree capaci di ostacolare il deflusso delle acque o di pregiudicare

la stabilità degli argini. Il successivo art. 18 prosegue l’elenco delle opere consentite, ovvero:

“la demolizione di edifici senza ricostruzione a condizione che i lavori non creino, neppure

temporaneamente, ostacoli significativi al regolare deflusso delle acque; la manutenzione

ordinaria e la manutenzione straordinaria; il restauro conservativo, il risanamento igienico ed

edilizio e gli altri adeguamenti igienicosanitari degli edifici, necessari per garantirne la

funzionalità conformemente alla destinazione d'uso ed alle previsioni degli strumenti

urbanistici, sempre a condizione che non comportino ampliamenti; [...]”

Per quanto concerne le infrastrutture pubbliche, l’art. 19 afferma che gli interventi

consentiti su tali are sono: “la manutenzione ordinaria e straordinaria di infrastrutture a rete o

puntuali; la ricostruzione di infrastrutture a rete danneggiate o distrutte da calamità

idrogeologiche, [...]; le nuove infrastrutture a rete previste dagli strumenti di

pianificazione territoriale, che siano dichiarate essenziali e non altrimenti localizzabili;

l’ampliamento e la ristrutturazione di infrastrutture a rete e puntuali, destinate a servizi

pubblici essenziali non delocalizzabili e prive di alternative progettuali tecnicamente ed

economicamente sostenibili; i nuovi sottoservizi a rete interrati lungo tracciati stradali

esistenti, ed opere connesse; i nuovi attraversamenti di sottoservizi a rete; gli interventi di

allacciamento a reti principali; i nuovi interventi di edilizia cimiteriale purché realizzati

all’interno degli impianti cimiteriali esistenti; le attrezzature per il tempo libero, per la fruizione

pubblica, occasionale e temporanea dell’ambiente e per le attività sportive ivi compresi i

percorsi ciclabili e pedonali, laghetti di pesca sportiva fermo restando quanto disposto

dall’art. 13 comma 1, previa installazione di sistemi di preallarme e compatibilmente con i

piani di protezione civile. [...]”

Il medesimo articolo precisa inoltre che gli interventi consentiti devono essere

conformi ai Piani di protezione civile, non possono incrementare in modo significativo le aree

impermeabili esistenti se non stabilendo idonee misure compensative, e prevedono misure

di messa in sicurezza da realizzare preventivamente o contestualmente all’intervento e

misure compensative di miglioramento del regime idraulico e riqualificazione fluviale.

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Infine, l’allegato C delle Norme tecniche, riporta la “Normativa tecnica per

l’adeguamento e la costruzione dei fabbricati, per usi diversi, nelle aree di pericolosità

idraulica molto elevata ed elevata. Criteri d’uso e prescrizioni tipologiche–abitative”. Poiché il

numero d’interventi di nuova edificazione parziale ammessi nelle aree di elevata pericolosità

sono ridottissimi, nell’allegato sono elencate principalmente normative tecniche per

l’adeguamento dei fabbricati esistenti.

Figura 4.3: PSDA: Stralcio Carta della Pericolosità.

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Obiettivi del Piano Stralcio di Difesa delle Alluvioni

Evitare l’incremento dei livelli di pericolo e rischio idraulico.

Impedire interventi pregiudizievoli per il futuro assetto idraulico del territorio.

Salvaguardare e disciplinare le attività antropiche.

Assicurare il necessario coordinamento con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione e programmazione in vigore.

Promuovere interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione che favoriscano la riattivazione e l’avvio dei processi naturali e il ripristino degli equilibri ambientali e idrologici.

Anagrafe dei siti contaminati

La Regione Abruzzo, con DGR 27/12/2006 n. 1529, in ottemperanza al D.Lgs. 3

aprile 2006 n. 152 e alla L.R. 28 aprile 2000 n. 83 e successive modifiche ed integrazioni, ha

istituito l'”Anagrafe dei siti contaminati”.

L’obiettivo del censimento, da cui è derivata la costituzione dell’Anagrafe, è di

individuare le schede che l’ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente) può

utilizzare come base per l’elaborazione del “Piano Regionale di bonifica dei siti contaminati”,

di cui al DGR sopracitato.

L’elenco è stato aggiornato nel 2010 con DGR n. 777 (D.lgs 152/2006 e s.m.i. - L.R.

45/2007 e s.m.i. - art. 55, comma 2, lett. a) - DGR n. 1529/2006 - Appendice A dell'Allegato

Tecnico n. 3. 'Anagrafe regionale dei siti contaminati 'Aggiornamento').

Due “siti contaminati” del Comune di Pescara interessano l’ambito in oggetto e sono

classificati come “Siti industriali dismessi” adiacenti tra loro. In base all’Anagrafe essi così

denominati:

area Sabatino Di Properzio S.R.L. - via Andrea Doria n. 50;

Laureti Carburanti Pescara via Magellano - via Dei Santi Aternini.

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Figura 4.4: Immagine fotografica con individuazione dei “Siti industriali dismessi”.

Piano di Tutela delle Acque (PTA)

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA) è lo strumento tecnico e programmatico

attraverso cui la Regione intende realizzare gli obiettivi di tutela quali-quantitativa delle acque

superficiali e sotterranee, previsti dall'art. 121 del D.Lgs. 152/06. Il piano descrive le

caratteristiche del bacino idrografico sia per le acque superficiali che sotterranee, con

rappresentazione cartografica, ed esprime una sintesi delle pressioni e degli impatti

significativi esercitati dall'attività antropica sullo stato delle acque superficiali e sotterranee;

individua le aree sensibili e vulnerabili ed elenca gli obiettivi di qualità.

Nell’ambito del presente studio ci si limiterà a riportare sinteticamente gli estratti dei

principali allegati cartografici, e a richiamare le indicazioni specifiche contenute all’interno

della documentazione di base.

Dallo studio della documentazione che compone il Piano, emerge che il fiume

Pescara presenta uno stato ambientale “sufficiente” per quasi tutto il suo corso, mentre per

la parte finale arriva ad avere un livello di qualità “pessimo”. Inoltre, in base alla

classificazione della “Carta dei corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi

del DM 131/08” il fiume Pescara rientra a scopo cautelativo tra i corpi idrici “a rischio”, date le

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consistenti pressioni al contorno caratterizzate dalla presenza di industrie che utilizzano

sostanze pericolose nel proprio ciclo produttivo.

Figura 4.5: PTA – stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi d’acqua significativi” – allegato 1.

Figura 4.6: PTA – stralcio “Carta dei corpi idrici superficiali e relativo rischio determinato ai sensi del DM 131/08” –

allegato 3.

Lo stato delle acque sotterranee del Pescara, come quelle superficiali, sono classi-

ficate, ai sensi del D.Lgs 152/99, come “scadenti”. Tale classificazione deriva dalla

combinazione del livello chimico delle acque, che nel caso del fiume Pescara è pari a 4

(impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti), e dallo stato

quantitativo, che per il Pescara è C (impatto antropico significativo con notevole incidenza

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dell’uso sulle disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori

generali).

Figura 4.7: PTA – stralcio “Carta dello Stato Ambientale dei corsi idrici sotterranei e d’interesse (SCAS) determinato ai

sensi del D.Lgs 152/99” – allegato 6.

Figura 4.8: PTA – stralcio “Carta dello Stato Chimico dei corsi idrici sotterranei” – allegato 7.

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Figura 4.9: Classificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee in base al D.Lgs 152/99.

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Obiettivi del Piano di Tutela della Qualità delle Acque

Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati

Risanare i corpi idrici inquinati attraverso il miglioramento dello stato di qualità delle acque, con attenzione per quelle destinate a particolari utilizzazioni

Rispettare il deflusso minimo vitale dei bacini idrici

Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili

Preservare le capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché della capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate

Piano ATO per la gestione del Servizio Idrico Integrato

La rimodulazione del Piano d’ambito è stata effettuata nel 2003, a circa un anno di

distanza dalla prima stesura approvata dall’Assemblea dell’ATO con delibera n. 13 del 08

aprile 2002, a seguito dell’individuazione del gestore unico integrato da parte dell’ATO, di cui

alla Delibera dell’Assemblea n. 22/02. Poiché l’affidamento del Servizio idrico integrato ha la

durata di 5 anni, è stato necessario rivedere la dinamica degli investimenti tenendo conto del

breve periodo e ridefinendo i piani finanziari con le quote a carico dello Stato e della tariffa

del Servizio Idrico Integrato.

L’ATO n. 4 “Pescarese”, a seguito della ricognizione circa lo stato delle opere degli

impianti di acquedotti e fognature ai sensi dell’art. 10 del D.L. 244/95 e della L.R. n. 2 del

13/01/97, ha prodotto un rapporto finale, completo di allegati, che è stato consegnato nel

febbraio 2001 e definitivamente approvato dall’Assemblea con delibera n. 15 del successivo

mese di novembre. L’obiettivo principale che si pone il Piano dell’ATO “Pescarese” è

l’estensione della rete duale alle strade cittadine dell’area metropolitana (Chieti, Pescara,

Montesilvano, Francavilla al Mare) con separazione delle reti nei fabbricati. Le previsioni

del Piano comportano l’utilizzo delle acque potabilizzate soprattutto per gli stabilimenti

del litorale, gli impianti sportivi, i mercati, il porto, le ferrovie, i fabbricati ad uso commerciale,

le industrie ed altre utenze in cui la componente domestica sia secondaria.

Per ottimizzare il servizio, il Piano prevede di estendere la rete duale al reticolo

cittadino obbligando i nuovi fabbricati a dotarsi di doppia rete. Al momento della stesura del

Piano gli investimenti non sono stati quantificati con sufficiente approssimazione, ma l’ipotesi

era di ottenere un cospicuo sostegno dal contributo pubblico.

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Tra gli obiettivi individuati dal piano ATO, assume rilevanza anche il disinquinamento

del Fiume Pescara che comprende la realizzazione dei collettori golenali per la città di

Pescara e la realizzazione di un acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-

PE, oltre che alla restituzione ai fiumi ricadenti nel territorio dell’Ambito del minimo vitale di

acqua per il ripristino dell’ecoambiente di alcuni territori di elevata valenza paesaggistica.

Obiettivi del Piano ATO

Estendere la rete duale alle strade cittadine dell’area metropolitana Chieti, Pescara, Montesilvano, Francavilla al Mare, con separazione delle reti anche nei fabbricati esistenti e di nuova costruzione

Disinquinare il Fiume Pescara mediante la realizzazione dei collettori golenali per la città di Pescara e di un acquedotto ad uso industriale nell’area metropolitana CH-PE. Restituire ai fiumi ricadenti nel territorio dell’Ambito il minimo vitale di acqua per il ripristino dell’ecoambiente di alcuni territori di elevata valenza paesaggistica

Piano per la Tutela della Qualità dell’Aria (PTQA)

Il Piano, redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero

dell’ambiente e della tutela del territorio del 1 ottobre 2002, n. 261, contiene il Regolamento

recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i

criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto

legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002).

In particolare, il Piano ha il fine di:

elaborare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e

negli agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superano i limiti legislativi;

elaborare piani di mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli

agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite;

ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;

contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali di emissioni;

conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la

produzione di gas serra.

Per le zone in cui la qualità dell'aria supera i limiti di concentrazione, il Piano individua

apposite azioni per il miglioramento dell’aria, mentre nelle zone dove i livelli degli inquinanti

risultano inferiori ai limiti di legge, prevede azioni di mantenimento dei livelli accettabili.

Tra le azioni previste vi sono, inoltre, il miglioramento della rete di monitoraggio regionale e

l’elaborazione di strategie finalizzate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa.

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La valutazione della qualità dell’aria a scala locale su tutto il territorio regionale, e la

successiva zonizzazione, sono state effettuate basandosi sui risultati del monitoraggio della

qualità dell’aria e integrando i dati ricavati con le campagne di monitoraggio e con l’uso della

modellistica tradizionale e fotochimica. È stata così operata la stima delle concentrazioni di

inquinanti dell’aria su tutto il territorio della regione.

Con riferimento alle concentrazioni di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con

diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene, l’area di Pescara è stata

classificata come “Zona di risanamento”, ovvero zona in cui almeno un inquinante supera il

limite di tolleranza fissato dalla legislazione (Figura 4.10).

Il Piano individua inoltre una forte concentrazione di inquinanti nell’area Chieti-

Pescara ed evidenzia che per tale area si è superato il “valore bersaglio per la protezione

della salute”, ovvero il livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute

umana, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo (Figura 4.11).

Figura 4.10: PTQA: Classificazione del territorio ai fini del mantenimento e risanamento della qualità dell’aria per ossidi

di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene.

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Figura 4.11: PTQA: Classificazione del territorio per la protezione della salute relativamente all’ozono e definizione delle

zone di superamento dei valori bersaglio e delle zone di superamento degli obiettivi a lungo termine.

Obiettivi del PRTQA

Effettuare una zonizzazione del territorio regionale in funzione dei livelli di inquinamento della qualità dell’aria ambiente.

Elaborare piani di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superino i limiti di concentrazione.

Elaborare dei piani di mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultano inferiori ai limiti di legge.

Elaborare strategie condivise mirate al rispetto dei limiti imposti dalla normativa e alla riduzione dei gas climalteranti.

Migliorare la rete di monitoraggio regionale.

Piano Energetico Regionale (PER)

Il Piano Energetico Regionale (PER) è lo strumento principale attraverso il quale la

Regione programma, indirizza e armonizza nel proprio territorio gli interventi strategici in

tema di energia. Si tratta di un documento tecnico nei suoi contenuti e politico nelle scelte e

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nelle priorità degli interventi. La sua redazione è stata avviata a causa dei profondi

mutamenti intervenuti nella normativa del settore energetico e nell'evoluzione delle politiche

di decentramento, caratterizzate dal trasferimento alle Regioni e agli Enti locali, ad opera del

D.Lgs. 31 Marzo 1998 n. 112 (funzioni e competenze in materia ambientale ed energetica).

Gli obiettivi fondamentali del PER della Regione Abruzzo si possono ricondurre a due

macroaree di intervento, quella della produzione di energia dalle diverse fonti (fossili e non) e

quella del risparmio energetico. Nel dettaglio, i principali contenuti del PER sono:

la progettazione e l'implementazione delle politiche energetico‐ambientali;

l'economica gestione delle fonti energetiche primarie disponibili sul territorio

(geotermia, metano, ecc.);

lo sviluppo di possibili alternative al consumo di idrocarburi;

la limitazione dell'impatto con l'ambiente e dei danni alla salute pubblica, dovuti

dall'utilizzo delle fonti fossili;

la partecipazione ad attività finalizzate alla sostenibilità dello sviluppo.

Obiettivi del PER

Progettare e implementare delle politiche energetico-ambientali.

gestire le fonti energetiche primarie disponibili sul territorio (geotermia, metano, ecc.).

sviluppare possibili alternative al consumo di idrocarburi.

limitare l'impatto con l'ambiente e i danni alla salute pubblica, dovuti dall'utilizzo delle fonti fossili.

Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT)

Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT) è lo strumento di cui la Regione

Abruzzo si è dotata per definire gli interventi di programmazione e di pianificazione nel

settore dei trasporti. Il PRIT definisce in modo coerente le caratteristiche funzionali e le

prestazioni di un insieme di elementi (infrastrutture, mezzi, organizzazioni, servizi e sistemi di

controllo) che concorrono a fornire le opportunità di trasporto per soddisfare le esigenze di

mobilità, di persone e merci.

Con riferimento alle opere che il PRIT individua in relazione al territorio oggetto di

studio, assumono rilevanza il prolungamento dell’Asse attrezzato da piazzale della Marina

fino al lungomare Papa Giovanni XXIII, e le previsioni inerenti al porto. Con riferimento a

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questo secondo progetto, il PRIT richiama il Piano Regolatore Portuale (PRP) approvato che

prevede la realizzazione di un terrapieno che consentirà di disporre di due banchine di

attracco per il traffico passeggeri. Al contempo il traffico delle merci, costituite in prevalenza

da oli minerali, salgemma e cemento, potrà essere dirottato dalla banchina del molo est del

porto canale al porto di Ortona. Questa ipotesi consentirà di liberare l’area circostante dal

deposito delle merci e di guadagnare nuovi spazi di pubblico utilizzo orientati a ricucire la

continuità tra il tessuto urbano ed il mare. In tal senso il Piano propone di ricostruire il

waterfront in corrispondenza del porto turistico, attualmente precluso dagli edifici dell’ex

Mercato Ortofrutticolo, che saranno oggetto di riqualificazione.

Sempre in base al Piano Regolatore Portuale, le cui direttive sono riprese dal PRIT, il

settore del trasporto passeggeri su navi traghetto è quello che nella realtà portuale

pescarese potrebbe avere l’evoluzione più rapida e consistente. Al fine di soddisfare le

esigenze del traffico passeggeri, lo sviluppo del porto di Pescara dovrà quindi prevedere:

un aumento delle capacità di trasporto, anche per i traghetti di “seconda

generazione”, che si traduce nella necessità di disporre di maggiori tiranti d’acqua,

spazi di banchina e di manovra;

un miglioramento della qualità del servizio, che si traduce nella disponibilità di più

efficienti servizi portuali, nonché delle capacità di afflusso, imbarco, sbarco e deflusso

delle auto e dei passeggeri.

Per quanto riguarda il settore della pesca, si ritiene che la riqualificazione delle

banchine esistenti, unitamente all’allargamento degli spazi a terra disponibili, potranno

costituire un importante elemento di razionalizzazione per le attività dei pescatori e potranno

costituire un altrettanto importante fattore di sviluppo, se accompagnate da attività di

disinquinamento delle acque del Pescara.

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Figura 4.12: PRIT: Stralcio – interventi infrastrutturali proposti dal PRIT.

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Figura 4.13: PRIT: Stralcio – Schede infrastrutture esistenti.

Obiettivi del PRIT

Garantire la piena accessibilità al sistema regionale e nazionale di trasporto per tutti i cittadini, con riduzione del gap infrastrutturale e di servizi sia per le zone interne che per le aree a forte concentrazione demografica e di sviluppo.

Riequilibrare la ripartizione modale della domanda di trasporto, sia di passeggeri che di merci al fine di ottimizzare le condizioni di esercizio per ciascuna modalità, utilizzando pienamente il sistema delle infrastrutture esistenti.

Stabilire un modello di eventuale ridefinizione delle competenze delle istituzioni e degli Enti che hanno potere sui trasporti.

Gestire il riordino delle imprese di produzione del servizio di trasporto.

Elevare gli standard di sicurezza per tutte le reti e per tutti i servizi di trasporto.

Ottimizzare il sistema complessivo dei costi della mobilità pubblica e privata attraverso la valutazione del costo generalizzato del trasporto.

Salvaguardare le particolari valenze ambientali, architettoniche e paesaggistiche del territorio attraverso idonee scelte modali di trasporto.

Operare uno stretto collegamento con le politiche di sviluppo economico e sociale per adeguare le reti alle necessità produttive attraverso un Ufficio di Piano.

Introdurre lo sviluppo delle reti immateriali di comunicazione, ed in generale sviluppare la telematica nei trasporti.

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4.2 I Pianificazione/programmazione provinciale

In merito alla pianificazione provinciale è stato preso in esame il Piano Territoriale di

Coordinamento Provinciale di Pescara.

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) di Pescara

Il PTCP, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 78 del 25 maggio 2001 e

reso vigente con la pubblicazione sul BURA n. 24 del 13/11/2002, propone un disegno

unitario del territorio e delle sue possibilità di trasformazione, nel quale sono compresi e

trovano coerenza progetti diversi, avanzati da differenti soggetti e da differenti istituzioni.

All’interno di questo disegno unitario le amministrazioni locali possono definire specifiche

politiche orientate a migliorare la qualità e le prestazioni fisiche, sociali e culturali del

territorio.

La struttura del piano viene fondata attorno a tre principali politiche che riguardano

l’ambiente, la mobilità e l’insediamento.

La politica per l’ambiente è costruita a partire dal riconoscimento di un sistema

ambientale della provincia di Pescara, costruito da tutte le aree, non necessariamente

contigue che assumono un ruolo importante per il funzionamento ecologico. Le parti di

territorio che costituiscono il sistema ambientale sono diversamente nominate dal piano in

relazione alla loro differente natura e alle differenti prestazioni che svolgono all’interno del

sistema.

Di seguito si riportano alcune immagini tratte dal Sistema Informativo Territoriale

messo a disposizione dalla Provincia di Pescara, riguardanti la struttura del PTCP.

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Citta' Sant'AngeloCitta' Sant'AngeloCitta' Sant'AngeloCitta' Sant'AngeloCitta' Sant'AngeloEliceEliceEliceEliceElice

MontesilvanoMontesilvanoMontesilvanoMontesilvanoMontesilvano

PennePennePennePennePenne

PiccianoPiccianoPiccianoPiccianoPicciano

CollecorvinoCollecorvinoCollecorvinoCollecorvinoCollecorvino

PescaraPescaraPescaraPescaraPescara

Cappelle sul TavoCappelle sul TavoCappelle sul TavoCappelle sul TavoCappelle sul Tavo

FarindolaFarindolaFarindolaFarindolaFarindola SpoltoreSpoltoreSpoltoreSpoltoreSpoltore

MoscufoMoscufoMoscufoMoscufoMoscufo

Loreto AprutinoLoreto AprutinoLoreto AprutinoLoreto AprutinoLoreto Aprutino

Montebello di BertonaMontebello di BertonaMontebello di BertonaMontebello di BertonaMontebello di Bertona

PianellaPianellaPianellaPianellaPianella

CepagattiCepagattiCepagattiCepagattiCepagatti

Civitella CasanovaCivitella CasanovaCivitella CasanovaCivitella CasanovaCivitella Casanova

Villa CelieraVilla CelieraVilla CelieraVilla CelieraVilla Celiera

CivitaquanaCivitaquanaCivitaquanaCivitaquanaCivitaquana RoscianoRoscianoRoscianoRoscianoRosciano

CatignanoCatignanoCatignanoCatignanoCatignano

Carpineto della NoraCarpineto della NoraCarpineto della NoraCarpineto della NoraCarpineto della Nora NoccianoNoccianoNoccianoNoccianoNocciano

VicoliVicoliVicoliVicoliVicoli

ManoppelloManoppelloManoppelloManoppelloManoppello

CugnoliCugnoliCugnoliCugnoliCugnoliBrittoliBrittoliBrittoliBrittoliBrittoli

AlannoAlannoAlannoAlannoAlanno

PietranicoPietranicoPietranicoPietranicoPietranicoCorvaraCorvaraCorvaraCorvaraCorvara

SerramonacescaSerramonacescaSerramonacescaSerramonacescaSerramonacesca

TurrivalignaniTurrivalignaniTurrivalignaniTurrivalignaniTurrivalignani

ScafaScafaScafaScafaScafa

Torre de' PasseriTorre de' PasseriTorre de' PasseriTorre de' PasseriTorre de' Passeri

PescosansonescoPescosansonescoPescosansonescoPescosansonescoPescosansonesco

Castiglione a CasauriaCastiglione a CasauriaCastiglione a CasauriaCastiglione a CasauriaCastiglione a Casauria

San Valentino in Abruzzo CiterioreSan Valentino in Abruzzo CiterioreSan Valentino in Abruzzo CiterioreSan Valentino in Abruzzo CiterioreSan Valentino in Abruzzo Citeriore

LettomanoppelloLettomanoppelloLettomanoppelloLettomanoppelloLettomanoppello

Bussi sul TirinoBussi sul TirinoBussi sul TirinoBussi sul TirinoBussi sul Tirino BolognanoBolognanoBolognanoBolognanoBolognano

AbbateggioAbbateggioAbbateggioAbbateggioAbbateggio

Tocco da CasauriaTocco da CasauriaTocco da CasauriaTocco da CasauriaTocco da Casauria RoccamoriceRoccamoriceRoccamoriceRoccamoriceRoccamorice

Caramanico TermeCaramanico TermeCaramanico TermeCaramanico TermeCaramanico Terme

PopoliPopoliPopoliPopoliPopoli

SalleSalleSalleSalleSalle

Sant'Eufemia a MaiellaSant'Eufemia a MaiellaSant'Eufemia a MaiellaSant'Eufemia a MaiellaSant'Eufemia a Maiella

Figura 4.14: PTCP. La struttura. Immagine Generale della Provincia di Pescara (Fonte: SIT Provincia di Pescara).

Il Piano riconosce nel territorio provinciale pescarese la presenza di sei “ecologie”,

ricomposte in disegno unitario comprendente numerosi interessi, e indica come tali interessi

possano essere resi armoniosi, in considerazione delle condizioni materiali, ambientali e

sociali che connotano il territorio.

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Figura 4.15: PTCP. La struttura. Immagine area di interesse Comune di Pescara (Fonte: SIT Provincia di Pescara).

Tra le ecologie, assume rilevanza quella costiera, caratterizzata dalla conurbazione

che si sviluppa lungo il waterfront pescarese. Di essa fanno parte i comuni di Pescara,

Montesilvano, Città S. Angelo, Cappelle sul Tavo, Spoltore. Alcuni temi che attraversano le

politiche del Piano sono trattati mediante la precisazione di “schemi direttori”. E’ questo il

caso dello “Schema direttore del fiume Pescara”, che prevede la realizzazione di due parchi

lungo il percorso del fiume, con la limitazione della pressione antropica sulle sponde del

corpo idrico, e dello “Schema direttore della costa”, che propone la riqualificazione della città

a partire dall'organizzazione degli spazi non edificati, rendendo esplicita la struttura che è

riconoscibile come sequenza di fasce che si dispiegano nella direzione della costa, ritmate

da alcune interruzioni perpendicolari.

Obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Pescara

Costruire le condizioni per un corretto funzionamento del sistema ecologico alla grande scala.

Creare migliori condizioni d'uso delle importanti infrastrutture esistenti, definendone la compatibilità reciproca e con il territorio.

Riorganizzare i sistemi degli insediamenti lineari residenziali e produttivi lungo le strade, in modo da renderli più espliciti.

Definire politiche che regolino, a seconda delle peculiarità dei diversi ambiti, modalità di insediamento e sviluppo delle aree, coerenti con un governo del territorio socialmente equo.

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4.3 I Pianificazione/programmazione a livello comunale

PRG vigente

Il P.P.2 in oggetto ricade all’interno dell’Ambito A2 del P.R.G. vigente.

Gli obiettivi principali del PRG sono suddivisi secondo le seguenti tematiche:

1. Riconversione e riqualificazione del tessuto esistente all’interno del Piano

Particolareggiato:

Il Piano Particolareggiato 2 secondo le intenzioni di P.R.G. “è destinato alla

realizzazione di un centro integrato, a carattere ricreativo-turistico di livello urbano, capace di

accogliere soprattutto strutture ricreative, turistiche, commerciali specializzate, congressuali

ed alberghiere, ecc. in una composizione spaziale caratterizzata da un immediato rapporto

con gli specchi d’acqua del porto canale e del porto turistico (tipico modello del “waterfront”)

e da un sistema continuo di ambienti e percorsi pedonali e ciclabili” declinati secondo i

rispettivi sub comparti che sono:

a. sub comparto PP2a: area destinata al Piano Regolatore Portuale da approvarsi

dalle Autorità Marittime di intesa con il Comune;

b. sub comparto PP2b: creazione di un “Centro integrato” a carattere ricreativo turistico

e residenziale caratterizzato da un sistema continuo di ambienti e percorsi pedonali e

ciclabili attraverso una composizione spaziale caratterizzata da un immediato

rapporto con il Porto Canale;

c. sub comparto PP2c: creazione di un “Centro integrato” a carattere ricreativo turistico

caratterizzato da un sistema continuo di ambienti e percorsi pedonali e ciclabili

attraverso una composizione spaziale caratterizzata da un immediato rapporto con il

Porto Turistico.

2. Progetto infrastrutturale, viabilità:

Il PRG individua all’interno del PP2a una nuova infrastruttura di collegamento tra

l’asse attrezzato, il porto e la città, funzionale al collegamento della viabilità principale

dell’area urbana sud con l’area nord di Pescara.

3. Progetto Ambientale:

L’area comprende, all’interno della parte finale del PP, a sud del fiume Pescara,

un’area a verde pubblico, atta a completare all’interno del disegno generale del waterfront

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un parco urbano lineare comprendente tutta la fascia costiera centrale della città al fine di

una sua completa valorizzazione sia morfologico-funzionale che ecologico-ambientale.

Figura 4.16: PRG vigente. Stralcio tavola C2-1 – perimetri e numerazione dei comparti, dei piani attuativi e dei

programmi complessi.

Obiettivi del PRG Vigente

Riconvertire e riqualificare il tessuto urbano esistente.

Formare un parco territoriale relativo alla fascia costiera del fiume Pescara che completi il sistema ecologico ambientale fluviale.

Rafforzare il sistema infrastrutturale collegando la viabilità a sud con quella a nord della città.

Valorizzare dal punto di vista funzionale la fascia costiera del fiume Pescara.

Piano di Classificazione Acustica del Territorio Comunale di Pescara.

La Legge quadro n. 447/95 indica, all’art. 6, tra le competenze dei Comuni, la

classificazione acustica del territorio secondo i criteri previsti dalla legge regionale. Con il

piano di classificazione acustica il territorio comunale viene suddiviso in 6 zone

acusticamente omogenee – in applicazione dell’art. 1, comma 2 del D.P.C.M. 14/11/97 –

tenendo conto delle preesistenti destinazioni d’uso come desumibili dagli strumenti

urbanistici in vigore.

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Le classi acustiche sono le seguenti:

CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree

nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:

aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree

residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in

questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare

locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività

commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali.

CLASSE III - aree tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane

interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di

popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di

attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da

attività che impiegano macchine operatrici.

CLASSE IV - aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree

urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione,

con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività

artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee

ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le

aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree

esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Il D.P.C.M. 14/11/1997 fissa per ciascuna classe, i limiti massimi di esposizione al

rumore all’interno di ogni zona territoriale, indicando come indicatore il livello continuo

equivalente di pressione ponderato “A” espresso in dB(A) ed associando ad ogni zona

quattro coppie di valori limite, uno per il periodo di riferimento diurno (dalle ore 6.00 alle ore

22.00) ed uno per quello notturno (dalle ore 22.00 alle ore 6.00).

Due coppie sono:

valori limite di emissione;

valori limite di immissione (suddivisi in assoluti e differenziali).

Le altre due coppie, relative alla pianificazione delle azioni di risanamento, sono:

valori di attenzione;

valori di qualità.

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Le aree in oggetto ricadono nella IV classe (Figura 4.17). Inoltre, alcune parti

coinvolte nel piano di trasformazione urbana, ricadono all’interno di fasce di pertinenza di

infrastrutture stradali e ferroviarie (Figura 39). Al momento dell’attuazione degli interventi

andranno pertanto considerate le condizioni esistenti e previste eventuali mitigazioni o

soluzioni costruttive adeguate per le abitazioni.

Figura 4.17: Piano Classificazione Acustica Pescara - Stralcio zonizzazione acustica.

Figura 4.18: Piano Classificazione Acustica Pescara - Stralcio “fasce di pertinenza delle infrastrutture”.

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Obiettivi del Piano di Classificazione Acustica del Territorio Comunale di Pescara

Agevolare la previsione di nuove destinazioni d’uso del territorio.

Fornire, già in fase di localizzazione e progettazione, indicazioni sulle caratteristiche di emissione acustica di nuovi impianti, infrastrutture, opere o interventi.

Orientare le scelte urbanistiche sulle aree di nuova urbanizzazione, tenendo conto anche del parametro costituito dal clima acustico.

Verificare se gli impianti, le infrastrutture e tutte le altre sorgenti sonore già esistenti nel territorio provocano un superamento dei limiti di zona e, quindi, di impostare le necessarie strategie di bonifica mediante i piani di risanamento acustico

Prevenire il deterioramento acustico delle zone non inquinate

Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU)

Il Piano del Traffico è strumento di pianificazione che ottimizza il funzionamento del

sistema della mobilità urbana. L’obiettivo operativo del Piano del Traffico è quello di

elaborare una soluzione progettuale che tenga conto delle diverse esigenze, spesso

contrastanti, di tutti i protagonisti della mobilità urbana: residenti e operatori, pedoni, ciclisti e

automobilisti, trasporto collettivo e trasporto merci. Un approccio multi‐disciplinare è, in

questo senso, lunico in grado di garantire soluzioni accettabili, oltre che sotto il profilo

funzionale, dal punto di vista sociale, ambientale e della sicurezza.

Gli obiettivi e i contenuti di carattere generale del Piano del Traffico Urbano sono

dettati dalle “Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del Traffico”,

emanate nel 1995 dal Ministero dei Lavori Pubblici in attuazione dell’art. 36 del D.lgs 30

aprile 1992, n. 285 (nuovo codice della strada).

In riferimento al Piano Particolareggiato in oggetto il Piano non contiene disposizioni

particolari.

Obiettivi del PGTU di Pescara

Migliorare le condizioni di circolazione (movimento e sosta).

Migliorare la sicurezza stradale (riduzione degli incidenti stradali).

Ridurre gli inquinamenti: atmosferico ed acustico.

Risparmiare energia.

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Piano Demaniale Comunale

Il Piano Demaniale disciplina la gestione, la tutela e l’uso delle aree del demanio

marittimo. L'ambito di intervento del Piano con riferimento alle aree coinvolte dal Piano

Particolareggiato, sono la spiaggia ed il marciapiede che si estende tra questa e la strada

litoranea.

Obiettivi del Piano Demaniale

Salvaguardare la spiaggia dal punto di vista paesaggistico-ambientale, garantendo nello stesso tempo lo sviluppo sostenibile nell’uso del demanio marittimo.

Ottimizzare le potenzialità turistiche della costa, monitorandone costantemente i fenomeni erosivi ed intervenendo laddove se ne presenti la necessità.

Rispettare la vocazione del territorio e delle risorse ambientali esistenti, con una migliore organizzazione estetico‐funzionale della fascia territoriale interessata e delle varie strutture necessarie per un'organica fruizione pubblica dell'arenile.

Migliorare l’offerta di fruizione continua dell’area urbana‐costiera con strutture e servizi di qualità per il turismo.

Piano Regolatore Portuale del Porto di Pescara

Il Piano Regolatore Portuale rappresenta, ai sensi dell’art. 5 della legge 28 gennaio

1994, n° 84, e successive modificazioni ed integrazioni, il quadro di riferimento territoriale e

funzionale per dare progressiva attuazione agli indirizzi strategici assunti dall’Autorità

Marittima sulla base delle prospettive di sviluppo del Porto di Pescara. A tal fine, il Piano

individua l’ambito e l’assetto complessivo del porto e concorre alla programmazione degli

interventi infrastrutturali esterni all’ambito portuale ritenuti necessari all’attuazione delle

previsioni.3

La Regione Abruzzo ha provveduto ad avviare, con Determinazione Direttoriale n. DA

70 del 18/05/2011, procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano

Regolatore Portuale del Porto Canale di Pescara e ha effettuato l’avviso del deposito del

Rapporto Ambientale sul B.U.R.A. n. 24 del 02/02/2012. Nelle immagini che seguono, tratte

dagli elaborati relativi agli Aspetti Urbanistici Architettonici del Piano Regolatore Portuale del

Porto di Pescara, viene mostrato lo stato di fatto del Perimetro Portuale con riferimento al

PRG vigente, l’articolazione degli ambiti portuali e la proposta del nuovo perimetro portuale.

3 Fonte: Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Portuale del Porto di Pescara.

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Figura 4.19: Piano Regolatore Portuale Porto di Pescara – criteri di analisi, perimetro portuale – stato di fatto.

Figura 4.20: Piano Regolatore Portuale Porto di Pescara – la strumentazione urbanistica vigente.

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Figura 4.21: Piano Regolatore Portuale Porto di Pescara – l’articolazione dell’ambito portuale.

Figura 4.22: Piano Regolatore Portuale Porto di Pescara – il nuovo porto operativo.

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Obiettivi del Piano Regolatore Portuale del Porto di Pescara

Sfruttare la posizione baricentrica di Pescara nell’Adriatico per cercare di intercettare una quota della domanda potenziale di traffico marittimo crescente che si va formando sia in termini assoluti e sia in relazione all’apertura ed all’integrazione dell’area balcanica con l’Unione Europea.

Superare gli attuali vincoli strutturali che non consentono di offrire servizi portuali a navi impiegate sui segmenti di traffico che si intendono intercettare.

Dare un dimensionamento ottimale al porto che lo renda sostenibile nella relazione tra valore economico prodotto con le attività portuali e di indotto rispetto ai costi di gestione e manutenzione ordinaria di funzionamento necessari alla sua operatività.

Portare a risoluzione una serie di problematiche di gestione ambientale che il porto-canale comporta (dai detriti fluviali agli inquinanti che trasporta il fiume con i conseguenti possibili rischi di inquinamento delle coste, all’esigenza di dover realizzare periodici dragaggi per tenere i pescaggi necessari per le imbarcazioni, ecc.).

Recuperare l’integrazione, la valorizzare e la fruizione di questa area rispetto al tessuto urbano cittadino.

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4.4 Regime vincolistico esistente

Caratteristiche fisiche e usi del suolo

Per quanto riguarda il Vincolo Idrogeologico ai sensi del R.D. n. 3267 del 30 dicembre

1923, dall’analisi dell’area presa in esame e dalle cartografie consultate, il territorio

individuato dal Piano Particolareggiato 2 non risulta interessato da aree vincolate (Figura

4.23).

Figura 4.23: Stralcio Vincolo Idrogeologico (Fonte: SIT Regione Abruzzo).

A tal proposito si chiarisce che sono sottoposti a “vincolo per scopi idrogeologici i

terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti

con le norme di cui agli articoli 7, 8 e 9 possono con danno pubblico subire denudazioni,

perdere la stabilità o turbare il regime delle acque”.

Dalla cartografia relativa all’uso del suolo si evince che il territorio interessato dal

Piano Particolareggiato 2 del comune di Pescara ricade interamente in zone urbanizzate

(Figura 4.24).

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Figura 4.24: Stralcio Carta Uso Suolo della Scheda dell’Aterno-Pescara del Piano di Tutela delle Acque.

Ai sensi dell’art. 9 della L.R. 38/83 e s.m.i., “sono altresì sottoposte a regime

vincolistico le specie forestali dovunque radicate a gruppi o in filari che abbiano raggiunto un

portamento arboreo”. Dalla Carta delle Tipologie Forestali non risulta la presenza di specie

forestali nel territorio in esame.

Dalle immagini che seguono viene messo in evidenza che il territorio comunale

interessato dal Piano Particolareggiato:

non è interessato dalla presenza di un’ area naturale protetta nazionale;

non è interessato dalla presenza di un parco naturale regionale;

non è interessato dalla presenza di una riserva naturale;

non è interessato dalla presenza di aree marine protette;

non è interessato dalla presenza di un monumento naturale;

non è interessato dalla presenza di un’ oasi di protezione faunistica;

non è interessato dalla presenza di una zona umida protetta;

non è interessato dalla presenza di un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) o di

una Zona di Protezione Speciale (ZPS)

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si trova ad un’altezza inferiore ai 1.200 mt sul livello del mare, non è dunque

soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 142 comma 1 lettera d) del

D.Lgs n. 42/2004;

non è interessato dalla presenza di aree sottoposte a vincolo Paesaggistico

attraverso specifici Decreti;

è interessato dalla presenza di fasce di rispetto fluviale e costiero ai sensi dell’art.

142 comma 1 lettere a) e c) del D.Lgs n. 42/2004;

è interessato dalla presenza di zone di interesse archeologico ai sensi dell’art.

142 camma 1 lettera m) del D.Lgs n. 42/2004.

Il vincolo archeologico posto su un’area comporta l’obbligo di verifica, da parte della

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo, della compatibilità

degli interventi previsti con le ragioni di tutela. Alcune aree interessate dal vincolo di rispetto

fluviale e costiero del Comune di Pescara, sono state stralciate dal vincolo stesso attraverso

i giusti procedimenti presso gli organi competenti. Tra queste vi sono delle parti che

interessano il territorio del Piano Particolareggiato 2, come riscontrabile dalla figura 4.26

fornita dal Comune di Pescara.

Figura 4.25: Stralcio Carta dei vincoli Comune di Pescara (Fonte: carte di analisi PRG Pescara).

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Figura 4.26: Stralcio Carta aree stralciate dal vincolo di rispetto fluviale e costiero (Fonte: Comune di Pescara).

Infine si sottolinea che in fase di redazione del Rapporto Ambientale verrà effettuata

l’analisi di coerenza esterna tra gli obiettivi dei piani sovraordinati, riportati nel presente

capitolo, e gli obiettivi del PP2 e verranno definiti i criteri di sostenibilità, sovraordinati e

comunali.

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Capitolo V

Obiettivi generali del Piano Particolareggiato “Zona Portuale” (PP2)

5.1 Gli orientamenti dati dal PRG per il PP2

Così come riportato nell’art. 15, comma1 delle NTA del PRG del Comune di Pescara,

gli strumenti urbanistici attuativi specificano le previsioni del PRG e la disciplina da osservare

per l’edificazione.

Il piano in oggetto, classificato dal PRG come “sottozona B7: Trasformazione

integrale, è tra le aree centrali e semicentrali della città”. Ovvero, le aree che, per le loro

caratteristiche e per la loro ubicazione, sono destinate a una completa trasformazione

urbanistica finalizzata a realizzare nuovi complessi cui sono attribuite specifiche particolari

funzioni nella nuova organizzazione urbana stabilite dal PRG. Tali aree sono perimetrate in

comparti, i quali costituiscono ambiti di intervento urbanistico unitario (art. 37, comma1 NTA

del PRG).

Il PP2 è un piano di esclusiva iniziativa pubblica (art. 37, comma 3, lettera a), per il

quale le NTA del PRG definiscono linee guida con contenuti e parametri urbanistici.

Nello specifico, il PP2 è destinato alla realizzazione di un centro integrato, a carattere

ricreativo-turistico di livello urbano, capace di accogliere soprattutto strutture ricreative,

turistiche, commerciali specializzate, congressuali e alberghiere, ecc. in una composizione

spaziale caratterizzata da un immediato rapporto con gli specchi d’acqua del porto canale e

del porto turistico (tipico modello di “water-front”) e da un sistema continuo di ambienti e

percorsi pedonali e ciclabili. (art. 37, comma 8, lettera b).

Suddiviso in 3 sub-ambiti (a-b-c) dal PRG comprende le banchine golenali fino al

ponte ferroviario, le aree occupate dall’ex mercato ortofrutticolo ed altre attività – anch’esse

dismesse – situate a ridosso del porto turistico a partire dal porto canale fino all’area

delimitata come sottozona F5, le aree occupate dagli ex depositi di carburante e da altre

attività a diverso carattere situate sul lato sud del fiume Pescara. Il PRG vigente permette

per i suddetti sub-ambiti la redazione di un unico strumento urbanistico.

Per il sub-ambito “a”, il PRG prevede il recepimento delle indicazioni del Piano

Regolatore Portuale (in via di approvazione).

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L’indice di utilizzazione territoriali previsto è differenziato nei sub-ambiti che

compongono il PP2:

sub-ambito b Iut= 0,28 mq/mq, con ulteriore indice aggiuntivo di 0,105 mq/mq

da destinare a edilizia residenziale pubblica, in aggiunta alla riutilizzazione delle

superfici utili esistenti (con esclusione dei serbatoi di carburante) da applicare in

maniera non univoca.

sub-ambito c Iut= 0,35 mq/mq.

Inoltre il piano prevede che:

12.500 mq delle superfici utili di recupero vengano destinate ad edilizia

residenziale pubblica;

Non meno del 55% delle aree private a destinazione pubblica comprensiva delle

eventuali quote per la viabilità.

Gli indirizzi che il PRG dà per la progettazione del PP2 sono:

Per l’area dell’ex mercato ortofrutticolo, la localizzazione di servizi pubblici e

privati connessi e complementari alla realtà portuale;

Per l’area nord,la localizzazione di servizi complementari alla attività di pesca;

Per l’area antistante la “madonnina”, è suggerita la realizzazione di un parco

urbano della sabbia e delle dune;

Per le sponde del fiume Pescara, in risposta alle previsioni del Parco Fluviale del

Pescara, si propone per la sponda nord l’arretramento della strada sul lungofiume

per liberare una fascia di terreno di ampiezza media di circa 15 m. L’obiettivo

prioritario è costruire un corridoio ecologico finalizzato a riconnettere il parco

urbano della sabbia e delle dune dell’ambiente di foce con il parco fluviale. In tale

fascia, gli interventi consentiti sono percorsi ciclo-pedonali realizzati con materiali

permeabili alle acque di pioggia, passerelle e luoghi di sosta e di osservazione;

per la sponda sud, compatibilmente con il posizionamento dei piloni a sostegno

dell’asse attrezzato, si propone lo smantellamento per almeno 5 ml misurati dal

limite della banchina dell’asfalto e del cemento stradale per realizzare una fascia

di terreno fertile, con vegetazione potenzialmente spontanea del luogo.

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5.2 Proposta preliminare per il PP2

Nel rispetto delle previsioni del PRG il Preliminare del PP2, prevede una

riqualificazione dell’intero ambito, attraverso interventi differenziati, non solo nel rispetto dei

vincoli sovraordinati ma anche delle peculiarità e problematicità di ciascun sub-comparto.

Il carattere di incompiutezza e di marginalità dell’area, dato dal contrasto mai risolto

tra la sua vocazione naturale (il porto fluviale e le darsene del porto canale e del porto

turistico) e la presenza di grandi infrastrutture poco compatibili con questa vocazione, ha

determinato nel tempo l’utilizzo di tale aree a fini commerciali e industriali, non proponendo

soluzioni per l’assetto delle sponde fluviali e degli affacci al mare.

Pertanto gli obiettivi iniziali della Amministrazione comunale a partire dai quali i

progettisti stanno elaborando la proposta di Piano sono:

Costruzione di un “sistema del verde” che colleghi le fasce golenali del fiume

Pescara, al lungomare e all’area retrostante del sub-comparto b;

Creazione di interrelazioni tra il porto turistico e le aree retrostanti, secondo il

modello noto con il termine waterfront;

Razionalizzazione e messa a sistema del sistema infrastrutturale;

Realizzazione di emergenze architettoniche pubblico-private di interesse

metropolitano.

A seguito di tali indirizzi, la proposta preliminare dei progettisti è stata quella di

prevedere nelle aree demaniali (sub-ambito a) la realizzazione di due Parchi (quello fluviale

e quello delle dune) collegati tra di loro attraverso piste ciclabili (nel rispetto delle previsioni

del Piano Regolatore Portuale).

Rispetto alle aree retrostanti si propone per il sub-comparo b la realizzazione di un

centro integrato composto da residenze, attività commerciali/turistiche e servizi pubblici, in

una composizione spaziale caratterizzata da un immediato rapporto con il Parco fluviale

realizzata attraverso un sistema continuo di aree verdi e percorsi ciclo-pedonali. Infine per il

sub-comparto c è prevista la realizzazione di un centro integrato composto da servizi pubblici

territoriali, attività turistiche e ricreative, anche qui in una composizione spaziale

caratterizzata da un immediato rapporto con il porto turistico realizzata attraverso un sistema

continuo di aree verdi e percorsi ciclo-pedonali. Si allega (Allegato II) una prima proposta di

Preliminare di Piano.

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5.3 Presumibili impatti del Piano

Lo scopo principale della fase di analisi degli impatti è il confronto tra la situazione

dell'ambiente in assenza del PP2 e quella che ne conseguirebbe con la sua attuazione. In

altri termini, il problema della minimizzazione degli impatti ha la struttura logica di un

problema con molti obiettivi tra loro in conflitto. Dove, per decidere quale sia il migliore tra i

compromessi possibili, è necessario comparare aspetti della realtà tra loro eterogenei, come

sono, appunto, il valore economico, il valore ecologico, quello culturale, quello sociale o

quello sanitario. Gli impatti ambientali hanno la caratteristica di distribuirsi in modo

disomogeneo nello spazio e nel tempo. A questo si aggiunga che la problematica degli

impatti ambientali pone un problema di equità, per cui, in linea di principio, non si può

ammettere che il beneficio di qualcuno compensi il danno di qualcun altro.

Gli impatti sono stati raggruppati in due categorie: impatti specifici e impatti

cumulativi.

5.3.1 Presumibili Impatti specifici

In questa fase di scoping il primo problema affrontato è stato quello di individuare in

via preliminare gli impatti significativi delle azioni del PP2 (le cause) e gli aspetti del quadro

conoscitivo iniziale con cui interagiscono.

L’attività di previsione e valutazione degli impatti è stata “agevolata” in quanto il PP2

si configura come uno strumento di pianificazione con ricadute sull’ambiente nel complesso

positive essendo imperniato attorno al concetto di “Regeneration” ossia riqualificazione e

riconversione di un’area degradata.

La stima preliminare degli impatti è stata effettuata attraverso una valutazione della

variazione della qualità di alcune delle componenti ambientali/socio economiche descritte nel

quadro conoscitivo iniziale a seguito della realizzazione degli interventi previsti dal PP2.

Aspetti socio-economici

L’offerta abitativa del PP2, rispondente alla necessità di garantire adeguate possibilità

insediative, ricerca un equilibrio tra la crescita urbana e l’obiettivo di inserire i nuovi interventi

di trasformazione, con il contesto nel suo complesso, nel tentativo di compensare il consumo

di suolo libero, con un innalzamento della qualità ambientale dei luoghi, e di ordinare gli

interventi, ridisegnando i margini del tessuto urbano. Inoltre la realizzazione di nuove

strutture ricettive e servizi commerciali porterà ad un aumento dei posti di lavoro sia durante

la costruzione dei relativi edifici, il cui effetto sarà temporaneo, perché legato all’attività di

cantiere, e sia nel medio-lungo termine, man mano che le attività verranno attivate. Il

potenziamento dell’offerta di servizi commerciali, inseriti in un cotesto di mix funzionale con

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le destinazioni di tipo ricettivo, risponde correttamente alla strategia di sviluppo dei servizi

per il turismo.

Struttura urbano-edilizia

L’intervento si sviluppa internamente alla realtà urbanizzata. Si sottolinea come il PP2

crei un aumento delle dotazioni di servizi per quanto attiene il verde pubblico e i parcheggi .

In particolare, l’area a verde, contribuirà all’assorbimento di CO2 e di altri gas tossici. Il

miglioramento delle condizioni dell’aria sarà altresì integrato dalle emissioni di vapore

acqueo che possono regolare il grado idrometrico, dal potere di trattenimento di alcune

polveri sospese, dalla differente coibenza termica rispetto all’asfalto e al cemento che

consente di creare differenze termiche e conseguenti movimenti d’aria nelle giornate afose.

Effetti positivi saranno anche la protezione dall’eccessivo irraggiamento solare e

l’attenuazione dei rumori per effetto dello schermo acustico. Inoltre, la realizzazione delle

previsioni del PP2 assume un carattere di potenziamento dell’immagine di innovazione per

l’area. Le azioni del PP2, infatti, comportando la rimozione di detrattori di qualità visuale,

assumeranno un carattere continuo e si manifesteranno nel medio-lungo temine, man mano

che verranno realizzati gli interventi di trasformazione dell’edificato esistente.

Qualità dell’aria

Il piano non prevede la dislocazione di potenziali sorgenti fisse di tipo artigianale o

industriale soggette all’autorizzazione come regolamentato dal DPR n.203/88. Le emissioni

puntuali si riducono a quelle degli impianti di riscaldamento domestico che potranno essere

contenute dall’applicazione di elevati standard di contenimento energetico e dal traffico

veicolare indotto. Mentre le attività di cantiere per la realizzazione degli interventi previsti

determineranno l’impiego di mezzi pesanti che produrranno gas di scarico e, muovendosi su

superfici sterrate, l’innalzamento di polveri. Si sottolinea comunque il carattere di

temporaneità di tale fase.

Rischio antropogenico

L’attuazione di quanto previsto nei piani di bonifica dei siti industriali dismessi

contribuirà alle attività di riqualificazione dell’area con conseguente eliminazione della

situazione di degrado e rischio sanitario, determinando un miglioramento della qualità della

vita dovuta a una serie di impatti positivi che andranno dal miglioramento del paesaggio,

all’aumento dei posti di lavoro.

Questo impatto ha un carattere permanente e si manifesterà nel medio lungo periodo

man mano che gli interventi previsti si consolideranno.

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5.3.2 Presumibili impatti cumulativi

Per evitare ambiguità nella terminologia di riferimento, con “impatti cumulativi” si è

inteso quanto formalmente espresso dal Council on Environmental Quality (CEQ; 40 CFR

1508.7) ovvero “gli impatti sull’ambiente risultanti dalla somma degli impatti generati da

azioni passate, presenti e future, a prescindere dal soggetto, istituzionale o privato, che

determini tali azioni”. Tale valutazione degli impatti cumulativi, rispondente allo spirito della

VAS destinata a rivolgersi a contesti più ampi di quelli analizzati dalla valutazione di impatto

ambientale canonica (VIA), sia in termini spaziali che temporali, ed è stata effettuata in

quanto a nord e ad est il PP2 in oggetto è circondato dalla zona portuale il cui nuovo Piano

Regolatore Portuale è in via di approvazione.

Figura 5.1: Piano Regolatore Portuale Porto di Pescara – l’articolazione dell’ambito portuale.

Il percorso logico utilizzato nell’individuare, analizzare e valutare gli impatti cumulativi

è articolato nei seguenti passaggi:

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Individuazione del dominio spazio-temporale. Il confine geografico ha coinvolto l’area

oggetto dei due Piani (PP2 e Nuovo Piano Regolatore del Porto) e relativo tessuto

urbano circostante. Per quanto riguarda l’aspetto temporale, sono state considerate tutte

le informazioni relative all’utilizzo delle aree nel passato e futuro;

Identificazione dei principali processi di causa-effetto e delle relazioni tra attività umane

e risorse; determinazione della significatività degli effetti cumulativi.

In questa fase preliminare quanto sopra esposto ha portato a individuare gli impatti

cumulativi schematizzati in tabella 4.1. In linea generale la, sistemazione delle aree di

progetto costituirà l’occasione per eliminare o mettere in sicurezza aree oggetto di degrado.

Tabella 4.1: Possibili Impatti cumulativi ascrivibili al PP2 ed al Nuovo Piano Regolatore del Porto. Impatti cumulativi

+: positivi; -:negativi

Cause Dominio spaziale

Dominio temporale

- 1_Aumento traffico

Concentrazione dello sviluppo attraverso il recupero e riqualificazione urbana,installazione di nuove attività produttive.

Area circostante ed interna ai due Piani,

Fase cantiere/esercizio

+/-

2_Aumento domanda di utilities (energia, acqua, rifiuti) e servizi (spazi ricreativi, trasporti pubblici) in aree già urbanizzate

Concentrazione dello sviluppo attraverso il recupero e riqualificazione urbana, installazione di nuove attività produttive e terziarie.

Area circostante ed interna ai due Piani

Fase esercizio

+ 3_Aumento rumore Aumento del traffico

Area circostante ed interna ai due Piani

Fase cantiere/esercizio

+ 4_Miglioramento degli spazi pubblici, del paesaggio, della qualità urbana

Attività di bonifica , miglioramento degli standard urbanistici

Area circostante ed interna ai due Piani

Fase esercizio

+ 5_Riduzione del rischio sanitario/ambientale

Attività di bonifica

Area circostante ed interna ai due Piani

Fase cantiere

A questo si aggiunga che la riqualificazione di tali aree all’interno di perimetri

urbanizzati contrasta la dispersione urbana che comporta la frammentazione degli

ecosistemi, la proliferazione della domanda infrastrutturale, la diffusione di beni esposti a

rischi idrogeologici (Pistocchi, 2004)1 e si correla significativamente all’inquinamento

atmosferico ed idrico diffusi da fonti urbane (O’Meara Sheeman, 2002)2. A supporto di ciò, in

un recente rapporto di CEOs for Cities, organizzazione di esponenti del mondo economico,

sindaci e studiosi, si afferma: “Ora che è finita l’epoca dei carburanti a basso costo, è calata

la domanda di urbanizzazione sulle fasce più esterne, l’interesse dei consumatori e le

1 A. PISTOCCHI, La valutazione idrologica dei piani urbanistici: Un metodo semplificato per l’invarianza idraulica dei piani regolatori generali, «Ingegneria Ambientale», Vol. XXX (2001), n.7/8, pp. 407-413. 2 O’Meara Sheeman. City Limits: Putting the Brakes on Sprawl, Worldwatch Paper 156, July 2002.

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potenzialità del mercato si orientano verso la realizzazione o trasformazione di quartieri più

vicini al nucleo urbano centrale”.

Gli impatti negativi più significativi sono essenzialmente ascrivibili alla degradazione

della qualità dell’aria e all’aumento del rumore a causa dell’incremento del traffico soprattutto

in fase di esercizio.

5.4 Considerazioni conclusive della fase di Scoping

A conclusione di questa prima fase di lavoro che caratterizza il processo di VAS

(Fase di Scoping), si ribadiscono gli obiettivi del presente documento:

Condivisione e concertazione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA);

Condivisione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,

dell’ambito di influenza del PP2;

Condivisione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,

delle tematiche da sviluppare nel Rapporto Ambientale;

Condivisione e concertazione, tra l’Autorità Procedente/Competente e le ACA,

degli orientamenti PP2;

Condivisione della base conoscitiva;

Condivisione e validazione della lista di indicatori.

In merito alla base conoscitiva, nel rispetto del principio di trasparenza e condivisione,

così come auspicato dalle direttive comunitarie di settore3, si rende noto che è possibile

consultare sul sito del Comune di Pescara gli elaborati prodotti in questa prima fase del

processo di valutazione del PP2.

Roma, 16 maggio 2012

il tecnico incaricato

prof. arch. Valter Fabietti

3Direttive di riferimento: 2001/42/CE; 2003/35/CE, Convenzione di Aarhus.