Commentary Vanzan 25.02.2016 0 Iran
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Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dellISPI.
Le pubblicazioni online dellISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo.
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Anna Vanzan, Universit degli Studi di Milano
aggiunta la pace sul nucleare fra Repubblica
Islamica dIran e il resto del mondo con un ac-
cordo siglato nel luglio scorso, gli investitori
occidentali si sono lanciati allarrembaggio di un mercato
promettente, con milioni di giovani che sembrano non
aspettare altro che comperare marchi americani ed eu-
ropei; i tour operator spingono i loro clienti a visitare un
paese bellissimo, soprattutto in virt del fatto che il resto
del Medio Oriente in fiamme e quindi irraggiungibile;
mentre intellettuali, difensori dei diritti umani e osserva-
tori vari si chiedono se sia il caso o meno di scommettere
sul rinnovamento dellIran.
In Iran cambier tutto, in Iran non cambier nulla,
laltalenante ritornello che campeggia sui media interna-
zionali, soprattutto in considerazione del fatto che le ele-
zioni per il rinnovo del Parlamento iraniano e della As-
semblea degli Esperti che si terranno il 26 febbraio sono
state condotte secondo i criteri del vecchio sistema:
lorgano di controllo dei candidati (il Consiglio dei
Guardiani), infatti, ha posto il veto sulla candidatura di
migliaia di riformisti, proprio per evitare che la collaudata
rotta politica dellIran possa essere dirottata. Questo pe-
sante intervento ha rafforzato il partito degli scettici del
possibile rinnovamento iraniano non solo e non tanto
allestero, ma, soprattutto, allinterno del paese, dove, fra
i moltissimi gi poco convinti che laccordo sul nucleare
possa comportare risultati tangibili e positivi per il cit-
tadino medio, serpeggia la convinzione che andare alle
urne sia inutile. Di per s, questo scetticismo non signi-
fica nulla: quando Hassan Rouhani dichiar la sua can-
didatura alla presidenza, la sua popolarit era data al 5%,
ma la sua campagna di promesse di novit in tema di
libert e diritti trascin milioni di elettori alle urne e gli
procur la vittoria.
Il punto, per, proprio questo: se tutti gli iraniani rico-
noscono a Rouhani il merito di avere con determinazione
portato a casa un lusinghiero accordo sul nucleare, che di
fatto ha sdoganato lIran dal suo ruolo di paria del mon-
do, liberandolo dalletichetta di stato canaglia, la mag-
gior parte di loro gli rimprovera nel contempo di non aver
fatto nulla per le libert personali e sociali, di stampa, di
espressione artistiche. Per non parlare della reiterata
promessa di Rouhani di far liberare dalla prigionia i lea-
der del movimento Onda Verde, ovvero Hasan Karroubi
e Mir Hossein Mousavi, nonch la moglie di
questultimo, lintellettuale Zahra Rahnavard, i quali
proprio questo mese sono giunti al quinto anno di deten-
zione domiciliare, pur in assenza di qualunque accusa
formale.
Che la situazione dal punto di vista delle libert di mo-
vimento dei cittadini sia in stallo confermato da tanti
Commentary, 25 febbraio 2016
ANNA VANZAN
L'IRAN CHE CAMBIA
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piccoli dettagli, ad esempio dal loro limitato accesso
almeno a livello ufficiale ai social network, un limite
paradossale visto che gli stessi media sono usati dai
principali uomini politici del Paese, a cominciare dalla
Guida Suprema Khamenei, che impartisce molte direttive
proprio attraverso i social network. Ma lIran terra di
paradossi: raggiunto il 16 gennaio u.s. lImplementation
Day dellaccordo sul nucleare, che sostanzialmente san-
cisce la pace con gli Stati Uniti, l11 febbraio il paese
celebrava il 37 anniversario della costituzione della
Repubblica Islamica ancora con manifestazioni in chiave
anti statunitense. E ci perch comunque la legittimit del
sistema si appoggiata per 37 anni sul confronto con gli
Usa, un mito che ha fornito una certa coesione interna a
dispetto delle tensioni tra le varie fazioni. Ora che non
esiste pi un nemico comune esterno, la leadership dovr
concentrarsi sulla costruzione di una unit nazionale.
Ci vorr gradualit e gli iraniani lo sanno; cos come sono
consapevoli del fatto che il 40% della loro economia in
mano a istituzioni (religiose, militari, politiche) assai ri-
luttanti a o incapaci di rinunciare volutamente a quel
sistema che proprio la fonte della loro ricchezza. Ri-
forme e cambiamento verso un sistema meno ideologico,
trasparente, e pertanto efficace, richiedono tempi lunghi.
Ma la pazienza sembra lunica virt che gli iraniani
possono esercitare, nella consapevolezza che lunica via
possibile sostenere Rouhani, anche se parzialmente
disillusi da questa sua prima parte di mandato.