Come riequilibrare la crescita della Cina - eastwest.eu · l 21 luglio 2005, la Cina ha iniziato un...

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28 I l 21 luglio 2005, la Cina ha iniziato un processo volto a riequilibrare la sua economia. Nel tempo, la nuova norma sui tassi di cambio ridurrà l’incentivo a investire nel settore delle esportazioni. È la mossa giusta per la Cina, in quanto si notano sempre più segnali del fatto che l’economia è concentrata eccessivamente sulla produzione per l’esportazione, al punto che ora il capitale del Paese è ripar- tito in maniera scorretta: troppo nella pro- duzione e troppo poco nell’industria nazio- nale dei servizi, in particolare nella forni- tura di quelli sanitari. Allo stesso tempo il governo ha annuncia- to che l’imposta nazionale di capitazione sarà eliminata in tutte le province rurali e, sempre in queste zone, sta valutando l’e- ventualità di ridurre le tasse scolastiche. Anche queste politiche sono corrette, per due motivi. Primo, i prezzi dei prodotti agricoli in Cina seguono molto da vicino i prezzi internazionali. La rivalutazione sarà pertanto accompagnata da una pari dimi- nuzione del prezzo in valuta locale dei prodotti alimentari e, di conseguenza, da un calo dei redditi rurali. Secondo, una sostanziale rivalutazione rischia di spinge- re l’economia verso una recessione, o per- Riduzione del risparmio delle famiglie. Aumento della fornitura di servi- zi, in particolare di quelli sanitari. Apprezzamento della moneta. Ma se non si interviene in maniera decisa su questi fattori l’economia cinese continuerà a crescere in maniera squilibrata. E allora non sarà un pro- blema che riguarda solo l’economia del gigante asiatico, ma avrà riper- cussioni sull’intera economia mondiale Come riequilibrare la crescita della Cina di Olivier J. Blanchard e Francesco Giavazzi ECONOMIA GLOBALE 1

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I l 21 luglio 2005, la Cina ha iniziato unprocesso volto a riequilibrare la suaeconomia. Nel tempo, la nuova norma

sui tassi di cambio ridurrà l’incentivo ainvestire nel settore delle esportazioni. Èla mossa giusta per la Cina, in quanto sinotano sempre più segnali del fatto chel’economia è concentrata eccessivamentesulla produzione per l’esportazione, alpunto che ora il capitale del Paese è ripar-tito in maniera scorretta: troppo nella pro-duzione e troppo poco nell’industria nazio-nale dei servizi, in particolare nella forni-tura di quelli sanitari.Allo stesso tempo il governo ha annuncia-to che l’imposta nazionale di capitazionesarà eliminata in tutte le province rurali e,sempre in queste zone, sta valutando l’e-ventualità di ridurre le tasse scolastiche.Anche queste politiche sono corrette, perdue motivi. Primo, i prezzi dei prodottiagricoli in Cina seguono molto da vicino iprezzi internazionali. La rivalutazione saràpertanto accompagnata da una pari dimi-nuzione del prezzo in valuta locale deiprodotti alimentari e, di conseguenza, daun calo dei redditi rurali. Secondo, unasostanziale rivalutazione rischia di spinge-re l’economia verso una recessione, o per-

Riduzione del risparmio delle famiglie. Aumento della fornitura di servi-

zi, in particolare di quelli sanitari. Apprezzamento della moneta. Ma se

non si interviene in maniera decisa su questi fattori l’economia cinese

continuerà a crescere in maniera squilibrata. E allora non sarà un pro-

blema che riguarda solo l’economia del gigante asiatico, ma avrà riper-

cussioni sull’intera economia mondiale

Come riequilibrare la crescita della Cina

di Olivier J. Blanchard e Francesco GiavazziECONOMIA GLOBALE 1

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lomeno verso un rallentamento significati-vo della crescita. È evidentemente correttousare la politica fiscale per sostenere ladomanda interna e questo modo di agire,concentrato soprattutto sulle provincerurali, sembra dunque rappresentare l’ap-proccio giusto, sia dal punto di vista delladistribuzione sia dal punto di vistamacroeconomico.Il presente lavoro rappresenta un tentativodi definire il profilo di una corretta strate-gia macroeconomica per la Cina.In breve, noi riteniamo che il pacchettodebba comprendere un calo del risparmio,in particolare del risparmio privato, unaumento della fornitura di servizi, in par-ticolare dei servizi sanitari, e un apprezza-mento del RMB. Ecco perché definiamoquesta strategia “triplice approccio”: per-ché agisce sul fronte fiscale e del budget,ma anche attraverso una rivalutazionedella moneta.

Risparmio ed esportazioniIn parte come conseguenza di scelte

politiche deliberate e in parte a seguito diun incidente storico, la strategia economicadella Cina dai primi anni Novanta delNovecento è stata caratterizzata da dueaspetti: alto tasso di risparmio e di accu-mulo di capitale e crescita guidata dalleesportazioni.

Alto tasso di risparmioIl tasso nazionale di risparmio della Cina,pari al 43% del PIL nel 2003, è insolita-mente elevato, indipendentemente dai Paesicon cui si opera il confronto.L’alto tasso nazionale di risparmio riflette ilrisparmio sia pubblico sia privato. La quotadi risparmio investita all’estero è relativa-mente modesta; negli ultimi 15 anni la Cinaha sempre registrato un’eccedenza dei conticorrenti, benché mai molto marcata: inmedia il 2 % del PIL dal 1990. Come conse-guenza della forte inclinazione delle fami-glie al risparmio, i consumi privati sonorelativamente limitati. Oggi sono infattipari al 56 % del PIL, avendo perso sei puntipercentuali dai primi anni Novanta. Questariduzione dei consumi privati è andatacompletamente a finanziare gli investimen-ti interni, che nello stesso periodo sonoaumentati della stessa percentuale, il 6 %.

Esportazioni e importazioni elevateL’apertura, misurata in base alla quota delcommercio (esportazioni più importazioni)rispetto al PIL, è oggi pari al 60 % (2003):la Cina è quasi aperta quanto la Francia el’Italia, due economie profondamente inte-grate nel Mercato Unico Europeo (a con-fronto, l’apertura commerciale media inAmerica Latina è inferiore al 40 %). Inmeno di dieci anni, la Cina ha quasi rad-doppiato il suo grado di apertura, aumen-tando sia le esportazioni sia le importazionidi un ordine di grandezza superiore all’au-mento del commercio mondiale. Gran partedi questo commercio è legato alla lavora-zione in Cina di semilavorati importati (leattività di lavorazione rappresentano circala metà dell’attività industriale cinese). Unvantaggio importante dell’apertura, la pos-sibilità di apprendere sul lavoro, si verificaproprio nell’ambito della lavorazione.In generale, questa strategia si è rivelataestremamente efficace:

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Reddito pro-capite.In soli 15 anni, il PIL pro-capite in Cina (PPPcorretto) è aumentato da un livello pari aquello dell’India a quasi il doppio. Per fare unaltro esempio, è passato dal 18% del PIL dellaCorea al 29%. Si tratta di un risultatoimpressionante

Produttività totale dei fattori e apprendimentosul lavoro.Tra il 1990 e il 2002 la produttività dellamanodopera industriale è cresciuta in mediadel 12,5 % all’anno. Questo aumento dellaproduttività è evidentemente legato all’altotasso d’investimento, ma (come indicato inHu, Jefferson, Xiaojing e Jinchang, 2003),l’apprendimento sul lavoro ha contribuito adaumentare la produttività totale dei fattori(Total Factor Productivity, TFP). Le stimedella crescita della TFP calcolate da vari autorie discusse in Wang (2005) si aggirano intornoal 3 % all’anno dall’avvio delle riforme. Piùdi recente, tuttavia, come discusso in Angange Zheng (2004), questa crescita sembra essererallentata in misura significativa. Torneremosu questo punto più avanti.

Nessuna indicazione di surriscaldamento.Per quanto riguarda la manodopera, sembranon esservi alcuna pressione generale suisalari. Per quanto riguarda il capitale, le indi-cazioni fornite dai prezzi dei macchinari e deimateriali edili in particolare suggeriscono, piùche altro, un’eccedenza.

SquilibriInsieme alla crescita, sono tuttavia emersi

alcuni squilibri socioeconomici

Crescita non uniforme nelle diverse province.Negli anni Settanta, il reddito pro-capite nellearee urbane era 3 volte superiore a quellodelle aree rurali. I controlli sui prezzi deglialimenti e i limiti alla mobilità della manodo-pera avevano lo scopo di favorire le città. Leriforme degli anni Ottanta hanno ridotto talerapporto a 2.2. Ma dal 1990 è salito nuova-mente, tornando a 3.2 nel 2003. Lo stesso èaccaduto al consumo pro-capite nelle areeurbane e rurali. Questa divergenza tra fami-glie urbane e rurali si riflette, senza sorprese,in una crescente divergenza del reddito pro-capite tra le diverse province. La deviazionestandard del reddito pro-capite tra la provinceè aumentata del 72 % tra il 1998 e il 2003.Le differenze di crescita tra le province sonostate superiori a quanto possano giustificarele diverse caratteristiche, come la geografia ola disponibilità di capitale umano. In partico-lare la politica che prevede la concessione diagevolazioni fiscali a esportatori e investitoriin alcune aree selezionate ha fornito un con-tributo diretto all’ampliamento delle differen-ze di reddito. Le città che hanno ottenuto lostatus di “aree economiche” speciali sono cre-sciute del 5 % all’anno in più rispetto allealtre. Anche gli effetti di ricaduta tra le varieprovince hanno contribuito all’aumento delledisparità del reddito in quanto tali effetti sono

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stati positivi tra le province costiere, ma inesi-stenti tra le regioni costiere e quelle interne eoccidentali.

Crescita non uniforme ai vari livelli di specializ-zazioneSecondo le nostre stime, la differenza salarialetra lavoratori specializzati e non specializzatiè aumentata da 1,3 a 2,1 nel corso di undecennio (i dettagli di questa stima sonoriportati nel riquadro seguente.) I grandi flus-si migratori dalle aree rurali alle città e dalleprovince dell’interno e occidentali alle provin-ce costiere indica che la campagna è usatasoprattutto come riserva di manodopera.L’ampia elasticità dell’offerta di manodoperanon specializzata ha sicuramente contribuitoad aumentare questo divario.Ma quanto è ampia questa elasticità? In basea un’indagine condotta sui residenti della pro-vincia di Hubei, risulta che i salari dei lavora-tori che sono migrati verso le città sono parial doppio rispetto a quelli dei lavoratori chesono rimasti nelle campagne. In parte questadifferenza dipende dalle diverse competenze.Tuttavia, dopo una correzione in base a questedifferenze, il salario di un lavoratore emigrato

rimane più elevato di quello di un agricoltore(correggendo in base alla differenza di specia-lizzazione, il rapporto scende da 2 a 1,8), ilche indica che il ritorno in presenza di specia-lizzazione è maggiore in città, ma anche chela migrazione costa (uno dei principali fattoriin questo caso è rappresentato dai vincolilegali alla mobilità ai sensi della cosiddettapolitica di Hukou). Siamo pertanto ben lonta-ni da un perfetto equilibrio tra mansionirurali e urbane. La domanda interessante, tut-tavia, è fino a che punto un aumento delladifferenza salariale induca un aumento dellemigrazioni. Dalla stessa indagine emergecome un calo del 10% dei salari rurali – man-tenendo costanti i salari in città – aumenti iflussi migratori di circa lo 0,5%. Le fluttua-zioni dei redditi rurali sono pertanto unimportante fattore determinante della decisio-ne di migrare, anche se il costo del trasferi-mento impedisce un equilibrio perfetto. Comevedremo in seguito, questo fatto risultaimportante quando si cercano di capire glieffetti di una rivalutazione, dal momento chela rivalutazione della moneta riduce i redditinelle campagne.

Crescita non uniforme tra settoriNon sorprende, alla luce della strategia e dellacomposizione naturale delle esportazioni (nel2003, il 91% delle esportazioni della Cinariguardava prodotti industriali), che la quotadella produzione rispetto al PIL sia ampia,indipendentemente dai Paesi con cui si effet-tua il confronto (vedere tabella 1). La quota diservizi corrispondente è bassa, il che riflettesoprattutto una scarsa disponibilità di servizisanitari, che risulta più grave nelle campagne(ritorneremo su questo punto più avanti). Laquota del commercio al dettaglio e all’ingros-so sembra essere altrettanto bassa; noi siamoscettici rispetto a questo punto, ma non dispo-niamo di dati per confermarlo o confutarlo.

Riduzione della previdenza socialeL’alto tasso di risparmio riflette (come illu-strato di seguito) un alto livello di rischioindividuale, legato al costo della salute, alpensionamento e al finanziamento dell’istru-zione. La riduzione della previdenza sociale hacomportato la necessità per gli individui distipulare un’assicurazione privata, che rappre-senta una soluzione costosa e del tutto imper-fetta. La mancanza di previdenza sociale èdiventata particolarmente grave nel campo

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_La divergenza tra famiglie urbane e rurali si riflette in

una crescente differenza del reddito pro capite tra le di-

verse province della Cina. Divario che è aumentato del

72% tra il 1998 e il 2003

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della salute e la transizione a un’assistenzasanitaria e a un sistema d’istruzione a paga-mento (maggiori informazioni di seguito) siè aggiunta agli effetti della crescente dispari-tà tra i redditi.

Ripartizione inadeguata degli investimentiL’eccesso di risparmio, associato a un sistemafinanziario concentrato sulle banche chemancano di una cultura del credito, ha deter-minato una ripartizione inadeguata degliinvestimenti. Secondo le stime, la crescitadella TFP misurata è scesa dal 3,7% nel1991-95 allo 0,6% nel periodo 1996-2001.Questo calo non dovrebbe essere interpreta-to come una riduzione del progresso tecno-logico vero e proprio, quanto piuttosto comeriflesso di un eccesso di accumulo di capitale,che ha portato a una produttività marginaledel capitale prossima allo zero, se non nega-tiva, in alcuni settori della produzione. Laproduttività del capitale è probabilmenteancora elevata per gli investimenti nel capi-tale sociale (salute, istruzione…), soprattuttonelle aree rurali. È pertanto difficile stabilirese la Cina stia investendo troppo, ma certa-mente sta ripartendo in maniera inadeguataalmeno parte dei suoi investimenti.

Crescenti squilibri macroeconomiciGli ingenti risparmi e la forte crescita guida-ta dalle esportazioni non comportano ecce-denze commerciali. Gli investimenti possonoessere pari al risparmio e le importazionipari alle esportazioni. Ma recentemente ilrisparmio è stato superiore agli investimentie le esportazioni, a loro volta, sono statesuperiori alle importazioni. L’eccedenza dellabilancia commerciale è in aumento, 30miliardi di dollari nel 2004, e potrebbe arri-vare addirittura a 100 miliardi di dollariall’anno nel 2005. Questa descrizione dellastrategia che la Cina ha adottato finora, conalterne fortune, indica alcune direzioni pos-sibili per le riforme, che analizzeremo diseguito.

Quali riformeNon sarebbe opportuno operare un pro-

fondo mutamento politico. Nonostante glisquilibri emersi, la crescita della Cina è lastoria di un successo straordinario, e bisognafare attenzione prima di parlare di successo.Le correzioni della strategia introdotte finoradovrebbero avvenire sotto forma d’inflessio-

ni piuttosto che di drastici cambiamenti. Siosservano tre principali direzioni per leriforme:■ Migliorare la capacità dei singoli di pro-teggersi dai rischi. In questa fase, i cinesisono esposti a un alto livello di rischio legatoalla pensione, alla spesa per la salute e persi-no all’istruzione (la probabilità che un bam-bino sia brillante e richieda un’istruzionecostosa).■ Ridurre o riallocare gli investimenti. Gliinvestimenti appaiono troppo elevati nellaproduzione e troppo scarsi nei servizi,soprattutto nei servizi pubblici. Questo indi-ca in particolare la necessità di aumentarel’investimento pubblico nella salute e nell’i-struzione, soprattutto a favore delle provincerurali, dove il bisogno è più sentito.■ Permettere l’apprezzamento del RMB perridurre l’eccedenza della bilancia commercia-le (e, di conseguenza, consentire un calo delrisparmio rispetto all’investimento).Ciascuna di queste tre direzioni è, a sé stan-te, auspicabile. La questione è come associar-le al meglio. Un forte calo del risparmio, diper sé, causerebbe un surriscaldamento del-l’economia. Un marcato apprezzamento delRMB provocherebbe una recessione nel set-tore delle esportazioni e, forse, nell’economiain generale. In alcune dimensioni, le tre dire-

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2. RISPARMIO PER SETTORI (PERCENTUALE DEL PIL)

Cina Cina Giappone Corea Messico2001 2003 2001 2001 2001

Famiglie 16,0 16,6 8,2 4,5 8,0Imprese 15,0 18,9 19,4 14,8 10,6Governo 7,5 7,0 -2,2 11,7 2,2Risparmio nazionale 38,5 42,5 25,5 31,0 20,8

Fonte: Kuijs, 2005c

1: COMPOSIZIONE DELLA PRODUZIONE (VALORE AGGIUNTO, PERCENTUALE DEL PIL, 2000)

Agricoltura Industria ServiziCina 1990 27 42 31Cina 2003 14 52 33ALTRI PAESI (2003)Paesi a basso reddito 25 27 48Paesi a reddito medio-alto 12 41 59Mondo 4 28 68

Fonte: World Development Indicators (2004) e IWEP

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zioni sono perfettamente compatibili. Lacombinazione tra un calo del risparmio e unapprezzamento del RMB può, in linea diprincipio, essere realizzata per consentire uncalo dell’eccedenza della bilancia commercia-le mantenendo l’equilibrio interno.In altre dimensioni le tre direzioni potrebberorisultare in contrasto tra loro. Un calo troppomarcato del risparmio privato, dovuto allafornitura di un’assicurazione, può determina-re un auspicabile forte apprezzamento delRMB per impedire il surriscaldamento, ridu-cendo eccessivamente il settore delle esporta-zioni e ostacolando il processo di apprendi-mento sul lavoro. Un apprezzamento troppomarcato del RMB potrebbe aumentare la dis-parità tra province rurali e non rurali.Alla luce di tutto questo, procediamo in duefasi. Primo, consideriamo le motivazioni e glieffetti di ciascuna riforma, cercando di capireche cosa comporterebbe per gli squilibrimacroeconomici se fosse adottata singolar-mente. Poi vediamo in che modo associare almeglio le tre riforme.

Risparmio privatoUn tasso di risparmio del 43% è molto eleva-to, soprattutto se si pensa che, in un’economiacaratterizzata dalla sovrapposizione tra gene-razioni, il tasso di risparmio aggregato è ilrisultato netto del risparmio dei giovani edella riduzione del risparmio degli anziani.Questo implica che il tasso di risparmio deigiovani sia anche superiore al 43%. Ma diquanto? La risposta dipende più che altro daltasso di crescita e dalla durata media della vitadi un individuo. Con un tasso di crescitadell’8-10 percento all’anno e un’emivita di 30anni, il risparmio dei giovani in Cina superadi gran lunga la riduzione del risparmio deglianziani. Di conseguenza, il tasso di risparmiodei giovani è superiore al 43%, ma non dimolto. Da un punto di vista macroeconomico,un tasso di risparmio del 43% è “troppoalto”? Un riferimento utile è la “regolad’oro”. Secondo il modello standard di cresci-ta neoclassico, il tasso di risparmio secondo la“regola d’oro”, cioè quel tasso di risparmioche massimizza il consumo in uno stato distabilità, è pari alla quota del capitale rispettoal PIL. In base a questo standard, probabil-mente il 43% è troppo. Ma la Cina non hacertamente raggiunto uno stato di stabilità, equesto può giustificare un tasso di risparmiopiù elevato nel periodo di transizione.Quanto di questo tasso di risparmio dipende

_L’alto tasso di risparmio riflette un alto livello di rischio

individuale, legato a vari fattori. In primis il finanziamen-

to dell’istruzione, il costo della salute e il pensionamento

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da considerazioni sul ciclo di vita e quanto daaltre considerazioni? È utile in questo casoripartire il risparmio tra famiglie, imprese egoverno. La tabella sotto riportata, tratta daKuijs (2005), fornisce questa ripartizione perla Cina e per alcuni altri Paesi. Il risparmiodelle imprese rappresenta quasi la metà deltasso di risparmio della Cina, ma il valoreestremo del campione è chiaramente il rispar-mio delle famiglie. Tabella 2Perché il risparmio delle famiglie è così eleva-to? Modigliani e Cao (2004) concludono chequesto fenomeno è molto coerente con ilmodello del ciclo di vita (che insiste sulrisparmio per la pensione), se si prende inconsiderazione l’alto tasso di crescita e la poli-tica del figlio unico adottata in Cina. La fortecrescita aumenta il risparmio dei giovani (chesono più ricchi) rispetto alla riduzione delrisparmio degli anziani, determinando untasso di risparmio netto più elevato. Inoltre, lapolitica del figlio unico, sostengono, può spie-gare gran parte del resto: spesso un figlio è unefficace sostituto del risparmio nel ciclo divita. Di conseguenza, quando negli anniSettanta furono introdotte rigide misure peril controllo delle nascite (la politica del figliounico), l’accumulo di patrimonio (materiale)nel ciclo di vita vide aumentare la sua impor-tanza come sostituto dei figli, e il risparmioaumentò. Il risparmio nel ciclo di vita è sicu-ramente molto importante, ma vi sono molteprove a sostegno del fatto che almeno partedell’alto tasso di risparmio riflette un rispar-mio “cautelativo” risultanti da una serie didistorsioni che inducono i cinesi ad assicurarsiattraverso l’accumulo di beni.

■ Con il declino delle imprese statali, il siste-ma pubblico delle pensioni si è ampiamentedissolto (dando luogo ad alcuni progetti diriforma, non ancora attuati. Vedi Diamond,2004). Gran parte del rischio legato alla pen-sione – in particolare all’aspettativa di vita – èora sostenuto dai singoli.■ Dai primi anni Novanta, la fornitura di ser-vizi sanitari e d’istruzione è sempre più basatasu un sistema a pagamento. Le famiglie ruralisembrano sostenere una quota maggiore delcosto dei servizi sanitari rispetto alle famiglieurbane (vedere tabella 3), forse perché leimprese in città forniscono ai lavoratori qual-che forma di assicurazione sanitaria. L’ipotesiche i rischi sostenuti dagli individui siano par-ticolarmente alti nelle campagne è in effetti

coerente con l’evoluzione del tasso di rispar-mio nelle zone urbane e rurali. Tabella 42Altri fattori sembrano contribuire all’altotasso di risparmio, avendo anch’essi a che farecon mercati finanziari in cattive condizioni:■ Risparmio per la casa. Esiste un mercato deimutui in rapida espansione, ma ancora limita-to. Un ostacolo è la scarsa definizione dei dirit-ti di proprietà: per esempio, le banche possonoconfiscare un immobile in caso d’inadempien-za del beneficiario, ma la possibilità di riven-derlo risulta limitata.■ Risparmio per avviare aziende. Quando iltasso di crescita raggiunge il 10%, la probabi-lità d’imbattersi in una buona idea di businessè notevole. Se questo succede, l’unico modoper trasformare l’idea in un investimento èutilizzare i propri fondi. Le banche sonocarenti in fatto di cultura del credito e i lorofunzionari non sono abituati ad assumersirischi: di solito la loro preoccupazione princi-pale è che, qualora l’idea non funzioni e l’a-zienda fallisca, possano essere accusati di cor-ruzione.La disponibilità di una pensione e di un’assi-curazione sanitaria è ovviamente auspicabile.In entrambi i casi, l’assicurazione privatacostituisce una soluzione costosa e del tuttoimperfetta di fronte al rischio individuale.Qualsiasi provvedimento che permetta diripartire i rischi tra la popolazione aumenta laprosperità. Lo stesso vale per lo sviluppo di

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3. RIPARTIZIONE DELLE SPESE SANITARIE NEL 1998 (PERCENTUALE DEL COSTO TOTALE)

Città CampagnaSostenute dallo Stato 16,0 1,2Legate alla manodopera 22,9 0,5Parzialmente legate alla manodopera 5,8 0,2Assicurazione 3,3 1,4Copoperative 4,2 6,6Private 44,1 87,4Altro 3,7 2,7

Fonte: China Health Yearbook 1999 (Ministero della Salute, 1999), p. 410, da Kanbur e Zhang (2003)

4. TASSO DI RISPARMIO DELLE FAMIGLIE NELLE ZONE URBANEE RURALI (PERCENTUALE DEL REDDITO DISPONIBILE)

Famiglie urbane Famiglie rurali1993 18,1 16,52003 23,1 25,9

Fonte: IWEP

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..un mercato dei mutui, o per i prestiti basatimeno sulle garanzie collaterali e più sui pro-getti. Tutte queste misure hanno tuttaviaun’importante implicazione macroeconomica:riducono il tasso di risparmio privato, aumen-tando i consumi di pari misura. Mantenendo

tutto il resto invariato, questo può determina-re un surriscaldamento dell’economia e/o uncalo dell’accumulo di capitale. Questa implica-zione deve essere tenuta in considerazionequando si pensa alla strategia generale deli-neata di seguito.

Servizi sanitari, imposte e deficitGli squilibri della crescita che abbiamo descrit-to in precedenza comportano una quota di ser-vizi stranamente limitata, anche per quantoriguarda i servizi sanitari. Appare chiaro che,negli anni Novanta, i servizi sanitari non sonoaumentati proporzionalmente al reddito pro-capite e che il saldo passivo è stato particolar-mente evidente nelle province rurali. Gli indicirelativi al personale sanitario e ai letti ospeda-lieri pro-capite evidenziano un forte calo nellecampagne negli anni Novanta. La mortalitàinfantile nelle campagne è peggiorata rispettoalle città: il rapporto, che era pari a 1,5 nel1980, è salito a 1,7 nel 1990 e a 2,1 nel 1995.Tabella 5Tre fattori stanno verosimilmente alla basedell’inadeguatezza del servizio sanitario:■ Il primo è già stato menzionato: la mancan-za di un’assicurazione sanitaria induce i citta-dini ad assicurarsi privatamente sia attraversoil risparmio – l’effetto che abbiamo descritto –sia attraverso un minore ricorso all’assistenza.■ Il secondo è la distribuzione del reddito.Con il passaggio a un sistema a pagamento, la

salute è diventata troppo costosa per molti (ilche è concettualmente diverso dalla mancanzadi un’assicurazione). In una recente indagine,il 34% degli intervistati urbani e il 44% degliintervistati rurali hanno affermato di non

rivolgersi ai servizi sanitari in caso di malattia,in quanto non se li possono permettere.■ Con la privatizzazione delle imprese cittadi-ne e una maggiore attenzione per il profittoanziché per l’assicurazione sociale, gran partedell’infrastruttura sanitaria non è stata sotto-posta a manutenzione. L’offerta di servizisanitari è inadeguata, soprattutto nelle campa-gne.Tutto questo indica che le riforme mirateall’espansione del settore sanitario devonoconcentrarsi sia sulla domanda, sia sull’offerta.Sul versante della domanda, abbiamo già dis-cusso dell’introduzione di un sistema di assi-curazione sanitaria (l’esperienza del program-ma sanitario del Vietnam, descritta in BancaMondiale (2001) e studiata da Pradhan eWagstaff (2005), indica che un sistema di que-sto tipo può migliorare la salute e, nel con-tempo, permettere ai cittadini di risparmiaremeno e consumare di più). I problemi di dis-tribuzione dimostrano che la fornitura dei ser-vizi sanitari deve prevedere una componenteridistributiva. Sul versante dell’offerta, èanche necessario un aumento della spesa pub-blica per la salute, dalla costruzione di nuoviospedali e cliniche a maggiori incentivi adiventare medici e infermieri nelle campagne.Non abbiamo difficoltà ad ammettere di nonconoscere abbastanza a fondo il sistema sani-tario in generale, e quello cinese in particolare,per poter formulare raccomandazioni più spe-

5. L’ASSISTENZA SANITARIA NELLE CITTÀ E NELLE CAMPAGNE

Variazione % del numero di letti Variazione % della quantità in ospedale per 1.000 persone di personale sanitario per 1.000 persone

CAMPAGNA CITTÀ CAMPAGNA CITTÀ1952-78 +1,662% +220% +72% +176%1978-90 -2% +24% +16% +22%1990-98 -23% +5% -9% 0%1998-03 n.d. n.d. n.d. n.d.

Fonte: Dati e materiali statistici completi su 50 anni della nuova Cina (Ufficio Statistico Statale Cinese, 2000) da Kanbur e Kanbur (2003)

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cifiche. Siamo anche consapevoli che alcunedelle argomentazioni possono riguardareanche altri servizi pubblici, come l’istruzione.Lasciamo dunque la discussione della spesaper l’istruzione a persone più competenti dinoi. Vogliamo tuttavia discutere degli aspettifiscali relativi al finanziamento di tale spesa,che rivestono chiaramente un’importanzamacroeconomica. Consideriamo la salute.L’aumento della spesa per la fornitura di servi-zi sanitari da parte dello Stato deve esserefinanziato attraverso il debito o attraverso leimposte? Sono opportune tre considerazioni.■ La prima si basa sui principi standard delfinanziamento pubblico. Se la spesa deve por-tare benefici futuri alla popolazione, ha sensofinanziarla attraverso il debito piuttosto cheattraverso le tasse; in questo modo il flussod’imposte (necessarie per pagare in seguitol’interesse sul debito) e il flusso di benefici sipossono allineare maggiormente. Questo è ilprincipio che sta alla base della cosiddetta“regola d’oro” della finanza pubblica, che pre-vede il finanziamento della spesa per i consu-mi attraverso le imposte e la spesa per gliinvestimenti attraverso il debito (questo valeanche se la spesa per l’investimento ha unbasso ritorno finanziario, purché il ritornosociale sia abbastanza elevato). Questi proble-mi sono stati discussi nel contesto della rifor-ma del Patto di Crescita e Stabilità in Europa(Blanchard e Giavazzi, 2004); la discussione ela conclusione fondamentale hanno una rile-vanza più generale.■ La seconda si basa sulla necessità di rag-giungere un equilibrio interno. Possiamo pen-sare alla politica fiscale, e alla scelta delleimposte rispetto al debito, come a un tentativodi evitare il surriscaldamento e di mantenereun equilibrio macroeconomico. Un esempiomolto calzante a questo proposito è il pro-gramma di elettrificazione delle campagne chela Cina ha intrapreso dopo la crisi asiatica.L’elettrificazione, proprio come l’assistenzasanitaria oggi, era necessaria. Allo stessotempo, la domanda aggregata era bassa, acausa dell’ampio deprezzamento in molti Paesiasiatici, che la Cina ha deciso di non imitare. Ilfinanziamento dell’elettrificazione attraversoil disavanzo è risultato peraltro la politica piùadeguata. Questa volta la situazione potrebbeessere diversa. Abbiamo sostenuto in prece-denza che la fornitura di servizi sanitari puòdeterminare un calo del risparmio privato eun aumento dei consumi. Se è così, l’argo-

mentazione a favore di un’ulteriore diminu-zione del risparmio attraverso una riduzionedel risparmio pubblico è debole. In effetti,quello che occorre è forse un disavanzo mino-re, anziché maggiore. D’altro canto, unapprezzamento del RMB potrebbe richiedereun aumento della domanda e, di conseguenza,un disavanzo maggiore. Questa incertezzaindica che non si possono prendere decisionidefinitive a priori, e che il governo deve tener-si pronto a finanziare queste spese per lo piùattraverso le imposte o per lo più attraverso ildebito a seconda delle circostanze.■ La terza argomentazione si basa sulle dina-miche del debito. Quando, come nel caso dellaCina odierna, il tasso di crescita è di granlunga superiore al tasso d’interesse dovuto dalgoverno cinese sul debito contratto, moltedelle comuni preoccupazioni associate alledinamiche del debito scompaiono. Se il tassodi crescita rimanesse costantemente più eleva-to del tasso d’interesse, il governo potrebberidurre le imposte senza doverle mai piùaumentare. Il rapporto tra il debito e il PILresterebbe positivo, ma non esploderebbe. Se,com’è probabile, il tasso di crescita diventa allafine minore rispetto al tasso d’interesse, laconseguenza è che un maggiore disavanzooggi porta solo a un modesto aumento deldebito nel tempo e a un debito ancora minorea lungo andare. In altre parole, disavanzi mag-giori oggi possono richiedere solo un modestoaumento delle imposte in futuro. In altre

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parole, se i disavanzi sono giustificati da moti-vi macroeconomici, la Cina non deve esitare afarvi ricorso.

L’apprezzamento del RMBIl 22 luglio 2005 la Cina ha smesso di rappor-tare la sua valuta al dollaro americano. Nelnuovo regime di fluttuazione gestita, il RMBavrà la possibilità di fluttuare all’interno di unpiccolo intervallo concentrato sulla parità conil dollaro. All’interno di questo intervallo, iltasso di cambio potrà fluttuare in risposta a“offerta e domanda di mercato” e all’interven-to della PBC. L’elemento cruciale del nuovoregime è ovviamente la determinazione dellaparità centrale.La Banca centrale afferma che annuncerà ilprezzo di chiusura del dollaro americano sulmercato interbancario dei cambi esteri ognigiorno lavorativo dopo la chiusura del mercatoe che ne farà la parità centrale per le negozia-zioni a fronte del RMB il giorno lavorativoseguente. La parità alla chiusura e, di conse-guenza, la parità centrale il giorno seguente,dipenderanno dall’intervento. In linea di prin-cipio, con un eccesso di domanda del RMB eun intervento limitato, la valuta potrà arrivare

ogni giorno al massimo dell’intervallo. Il regi-me si trasformerebbe in una parità mobile conun intervallo del 6% ogni giorno. Il fatto chela PBC non abbia escluso un risultato di que-sto tipo fornisce un’indicazione di qualepotrebbe essere la rivalutazione finale. Questapossibilità, di per sé, eserciterà una pressioneal rialzo sul RMB. Il risultato è che l’accumulodi riserve, necessario semplicemente per evita-re una rivalutazione superiore allo 0,3 % algiorno, potrebbe essere anche maggiore chenon in un regime di tassi di cambio fissi. Allafine per la Cina potrebbe risultare più facileconsentire le fluttuazione del RMB.In definitiva, quanto può essere ampio l’ap-prezzamento? Nel 2004, la PBC ha accumula-to riserve in valuta estera per 200 milioni didollari, di cui metà legati al commercio e agliinvestimenti esteri diretti: 50 miliardi all’ecce-denza della bilancia commerciale e 50 miliardiagli investimenti. I rimanenti 100 miliardierano per lo più speculativi, in previsione dellarivalutazione: investimenti di portafoglio,rimesse e rimpatrio di utili.Con la fluttuazione, questi flussi speculativi asenso unico scomparirebbero. Con una flut-tuazione pura, cioè in mancanza di altri accu-muli di riserve da parte della PBC, la rivaluta-zione dovrebbe cancellare la somma tra l’ecce-denza della bilancia commerciale e i flussid’investimento estero diretto. È impossibiledire di che entità potrebbe essere questasomma. L’elasticità delle esportazioni rispettoal tasso di cambio è probabilmente scarsa; nes-suno lo sa con esattezza. Il margine più rile-vante potrebbe essere la perdita di competiti-vità rispetto ai Paesi che stanno dietro allaCina, in particolare Pakistan, Egitto eMaghreb. In ogni caso, non si può escludereun apprezzamento molto forte. Considerandole elasticità degli Stati Uniti, che sono verosi-milmente più ampie di quelle che riguardanola Cina, sarebbe probabile un apprezzamentoalmeno del 30%.Per ridurre la pressione sul RMB, la PBC devefare due cose:Primo, può eliminare i controlli sul capitale inmaniera asimmetrica, cioè eliminarli sui flussiin uscita ma non su quelli in entrata. La bancapotrebbe permettere agli investitori cinesi diacquistare beni esteri, o annunciare un percor-so per l’eliminazione progressiva dei flussi dicapitale in uscita; questo non deve avveniresubito per poter avere un effetto sui tassi dicambio attuali. L’estrema esposizione degli

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_La differenza salariale tra lavoratori specializzati e lavo-

ratori non specializzati è aumentata da 1,3 a 2,1 nel cor-

so di un decennnio. E l’ampia elasticità di manodopera

non specializzata ha contribuito ad aumentare il divario

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investitori cinesi al RMB indica che una diver-sificazione del portafoglio può aumentarenotevolmente l’offerta di RMB, limitandonel’apprezzamento.L’eliminazione progressiva dei controlli sulcapitale può creare problemi per il sistemabancario? Il timore è che la diversificazionedel portafoglio riduca i depositi a un ritmomaggiore rispetto alla velocità con cui le ban-che sono in grado di liquidare il portafoglio diprestiti. Probabilmente questo rischio è limita-to. La Banca centrale ha sterilizzato il flusso diriserva in entrata attraverso l’emissione dititoli di sterilizzazione, la maggior parte deiquali appartenenti alle banche. Consideriamodunque il semplice caso in cui investitori pri-vati cinesi diversificano acquistando tutte leriserve della Banca centrale e riducono dellostesso ammontare i loro depositi presso lebanche commerciali. In questo caso gli effettisul bilancio delle banche commerciali sarebbe-ro cancellati. Dal punto di vista patrimoniale,le banche perderebbero l’equivalente di 700miliardi di dollari in titoli di sterilizzazione elo stesso accadrebbe sul versante delle passivi-tà, attraverso il calo dei depositi.Che cosa succederebbe se gli investitori cinesivolessero acquistare più titoli in dollari rispet-to a quelli attualmente in possesso della PBC?In questo caso è utile un semplice calcolo. Leriserve della PBC sono più o meno pari al40% del PIL cinese. La ricchezza finanziaria,misurata in denaro, è pari al 180% del PIL. Segli investitori cinesi detenessero il 25% dellaloro ricchezza sotto forma di titoli americani,vorrebbero accumulare titoli americani pari al45% (180% per 25%) del PIL, quindi più diquanto la PBC non abbia attualmente. In que-sto caso sarebbe possibile una limitazione delcredito. Sarebbe ancora più grave l’eventualitàche le banche non fossero in grado di recupe-rare i crediti abbastanza velocemente, poichénel momento in cui tentassero di farlo, scopri-rebbero che molti di questi crediti non sonopiù recuperabili. Alcune banche potrebberofallire. Tutto questo indica che la liberalizza-zione dei flussi di capitale in uscita, benchénecessaria per diminuire la pressione sulRMB, deve avvenire progressivamente.Il secondo modo in cui la PBC può limitarel’apprezzamento, almeno per qualche tempo, ècontinuando ad accumulare riserve. Esistepotenzialmente una buona ragione per farlo:limitando l’apprezzamento, l’accumulo diriserve consente di aumentare le esportazioni

e potenzialmente di apprendere di più sullavoro e di aumentare la produttività. La per-dita di capitale sulle riserve accumulate quan-do alla fine l’apprezzamento avviene potrebbe,in generale, risultare minore rispetto all’au-mento della produzione risultante dalla mag-giore produttività; in questo caso, ha sensoaccumulare molte riserve, almeno per qualchetempo. È ovviamente molto difficile valutarese questa condizione sia soddisfatta.Passiamo ora agli effetti macroeconomici di unapprezzamento, che tendono a essere duplici:■ Primo, nella misura in cui l’apprezzamentopeggiora la competitività della Cina, le espor-tazioni diminuiscono, e altrettanto fa il settoredelle esportazioni. In assenza di altre misure, èimprobabile che il calo delle esportazioni siaccompagni a un aumento della domanda nelresto dell’economia. L’effetto positivo dellarivalutazione sul rapporto tra i prezzi d’im-portazione ed esportazione (un’argomentazio-ne utilizzata dalla PBC per spiegare i motividel nuovo regime dei tassi di cambio) è ten-denzialmente limitato. Per mantenere l’equili-brio interno, la rivalutazione deve essere asso-ciata a un aumento della domanda interna.Questo ci riporta alla nostra precedente dis-cussione sul risparmio. La riduzione delrischio e il calo implicito del risparmio posso-no essere giustificati non solo per motivi dibenessere, come discusso in precedenza, maanche come giusta politica per accompagnarela rivalutazione.■ Secondo, l’apprezzamento tende a peggiora-re le disuguaglianze tra le regioni e tra lavora-

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tori specializzati e non specializzati. Il motivoè che la Cina determina i prezzi nei mercatiagricoli mondiali. Dato un prezzo in dollari,l’apprezzamento riduce il prezzo in valutanazionale dei prodotti agricoli e, di conseguen-za, il reddito reale nelle campagne. Inoltre,attraverso la migrazione, esercita una pressio-ne al ribasso dei salari dei lavoratori non spe-cializzati nel settore industriale, peggiorandoin tal modo il divario tra lavoratori specializ-zati e non specializzati.Il calo dei prezzi locali degli alimentari indottodall’apprezzamento viene trasferito dagli agri-coltori ai consumatori urbani (e rurali). Afronte di un’uguale propensione al consumo,il trasferimento non avrà nessun effetto sulladomanda aggregata. La propensione al consu-mo può però essere diversa. Se è maggiore incampagna che in città, il calo dei redditi rurali(con una popolazione rurale ufficialmente di800 milioni di persone) avrà un effetto depres-sivo indipendente sulla domanda interna, ilche rafforza la prima argomentazione.Anche se non si osserva nessun effetto deltrasferimento sulla domanda aggregata, non èauspicabile aumentare la disuguaglianza, il checi riporta alla nostra precedente discussione suquesto aspetto. La fornitura di servizi sanitari,o le misure mirate soprattutto alle provincerurali, come l’eliminazione dell’imposta di

capitazione, sono giustificate per motivi dibenessere pubblico, indipendentemente dallarivalutazione del RMB. Ma sono ancora piùgiustificate a fronte del cambiamento delladistribuzione del reddito indotto dalla rivalu-tazione.Esistono altri modi per ridurre le esportazionidi prodotti industriali evitando l’effetto nega-tivo di un apprezzamento sul reddito agricoloe le disuguaglianze? In generale sì, e meritanodi essere analizzati. Per esempio, l’introduzio-ne di una tassa sull’inquinamento e la riduzio-ne dei sussidi agli investimenti esteri direttilimiterebbero l’entità dell’apprezzamento dellavaluta necessario per ridurre l’incentivo ainvestire nel settore dell’esportazione.(Qualcuno ha suggerito il ricorso a una tassasulle esportazioni, che potrebbe limitare il calodei prezzi dei prodotti agricoli. Noi siamoalquanto scettici rispetto alla possibilità d’in-trodurre una simile tassa senza comportaregravi distorsioni nel Paese.)

Il pacchetto propostoLa nostra discussione ci porta a proporre il

pacchetto seguente:■ Eliminare alcune delle imperfezioni chestanno alla base del tasso di risparmio cautela-tivo. Le misure, in questo caso, vanno dallacreazione di un sistema pensionistico piùrobusto alla fornitura di un’assicurazionesanitaria, dallo sviluppo di un’assicurazioneprivata al miglioramento dei diritti di proprie-tà, che indurrebbe le banche a concedere pre-stiti basati meno sulle garanzie accessorie epiù sui progetti.Queste misure aumenterebbero direttamenteil benessere, ma nel contempo ridurrebbero ilrisparmio.■ Consentire l’apprezzamento del RMB perpoter riallocare l’attività al di fuori del settoredelle esportazioni. L’eliminazione progressivaannunciata dei controlli sui flussi di capitale inuscita e le previste agevolazioni fiscali sugliinvestimenti esteri diretti limiterebbero lapressione verso il rialzo del RMB. Alla fine, laCina dovrebbe considerare l'eventualità disostituire la regola del tasso di cambio annun-ciata il 21 luglio con una semplice fluttuazioneincondizionata, in quanto la nuova regola ten-derebbe a indurre un’accelerazione dei flussidi capitale in entrata.Altri strumenti possono risultare utili in que-sto senso. Una tassa sull’inquinamento, peresempio, ridurrebbe l’incentivo a investire nel

ECONOMIA GLOBALE 1

_L’apprezzamento tende a peggiorare le disuguaglianze

tra le varie regioni e tra lavoratori specializzati e non spe-

cializzati e quindi, ancora una volta, tra zone rurali e zo-

ne urbane

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settore delle esportazioni senza influire nega-tivamente sul reddito rurale. Maggiore è latassa sull’inquinamento, minore è l’apprezza-mento necessario per una data riallocazione eminore è l’effetto sulla disuguaglianza trazone rurali e urbane.■ Aumentare la fornitura di servizi sanitari edi altri servizi pubblici e farlo in maniera taleda renderli disponibili soprattutto nelle cam-pagne, a maggior ragione in quanto l’apprez-zamento ridistribuisce il reddito dalle zonerurali a quelle urbane.I tre ingredienti devono però essere attenta-mente bilanciati:■ Un’eccessiva riduzione del rischio indivi-duale porterebbe a un forte calo dei risparmi.Per evitare il surriscaldamento, occorrerebbeun forte apprezzamento.■ Un eccessivo apprezzamento aumenterebbele disuguaglianze a livello regionale (prezzodei prodotti agricoli) e di specializzazione (ilsalario implicito nel settore delle esportazioni).Inoltre rallenterebbe il processo di apprendi-mento sul lavoro nel settore dell’esportazione,riducendo la crescita della TFP.Come si può dunque fare in modo che latransizione non sfoci in una recessione, o in

un surriscaldamento, o in una riduzione trop-po brusca del ruolo delle esportazioni? Lostrumento giusto è probabilmente la politicafiscale, in particolare il livello delle imposterispetto al finanziamento del debito per lenuove spese sanitarie. Dati i tassi attuali dicrescita e d’interesse, le dinamiche del debitoconsentono disavanzi primari potenzialmenteforti a un costo limitato in termini d’indebita-mento finale.La politica monetaria potrebbe essere utile? Inlinea di principio, con i controlli sul capitale,un aumento dei tassi d’interesse contribuireb-be a rallentare, se necessario, la domandainterna. Ma i controlli sul capitale offronomolte scappatoie e non sono in grado d’impe-dire una pressione verso il rialzo dei tassi dicambio.Due considerazioni finali: se riuscita, una stra-tegia di questo tipo tende a ridurre il tasso dicrescita (misurato) della Cina, in quanto l’au-mento della produttività nel settore dei servizi(almeno l’aumento della produttività misura-to) è inferiore rispetto alla produzione. Unacrescita minore non significherebbe, però,meno benessere. Pensiamo al caso estremo diun Paese completamente specializzato nella

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Dove punta il nuovo Piano

Nello scorso mese di marzo, a Pechino, il CongressoNazionale del Popolo ha approvato l'undicesimo“Piano quinquennale 2006 - 2010”. Un Piano che –per la prima volta – ha considerato i molti squilibrisociali esistenti nel Paese, oltre ai temi di sviluppoeconomico. “È un Piano molto importante”, spiegaMaria Weber, direttore di Focus China Ispi e profes-sore di Relazioni Internazionali all’UniversitàBocconi. “In Cina la convivenza tra pianificazioneeconomica e libero mercato è pronunciata. Leaziende non statali sono ormai più del 70%. IlPiano ha fornito le lineee guida fondamentali per leaziende che sono ancora controllate dallo Stato, manon c'è più la rigida pianificazione di una volta”.È un piano diverso da quelli del passato, anche dalpunto di vista semantico. “In cinese, infatti, questo‘piano’ ha un nome diverso, pur se in italiano nonesiste una traduzione corrispondente e viene chia-mato nello stesso modo”, afferma Francesco Sisci,corrispondente da Pechino de “La Stampa”. “Oggi ilsignificato del termine ‘piano’ indica qualcosa dipiù flessibile”. "Siamo di fronte a un cambiamentosostanziale rispetto allo sviluppo senza freni di que-

sti ultimi anni”, osserva Raffaele Cattaneo, sottose-gretario alla Presidenza per l'attuazione del pro-gramma della Regione Lombardia. “Già nell'autun-no scorso il Partito Comunista Cinese aveva indica-to la necessità di arrivare a un giro di boa, rispettoalla crescita a ogni costo”, riprende Maria Weber.“E il Piano approvato in marzo vuole puntare allosviluppo attraverso tre grandi direzioni: prosperitàcondivisa, crescita sostenibile e sicurezza sociale”.

La prosperità condivisa Finora la crescita cinese si è concentrata prevalente-mente lungo la Costa d’Oro. “Oggi la Cina si ritrovacon forti dislivelli, nei consumi e nei redditi, tra le zonecostiere e le regioni interne; e notevoli squilibri tra learee industriali e quelle rurali”, osserva ancora ladocente della Bocconi. “Il Piano indica di voler ridurrequeste diseguaglianze, arrivando almeno a un rapportodi ‘tre a uno’ quanto a capacità di reddito, tra città ecampagna. Adesso il rapporto è di 6 o 7 a 1. Nella diri-genza cinese, guidata dal primo ministro Wen Jiabao edal presidente Hu Juntao, c'è la consapevolezza chebisogna distribuire meglio la ricchezza. Per esempio,

produzione ad alta tecnologia, ma privo di ser-vizi sanitari. Il tasso di crescita sarebbe anchesuperiore a quello attuale, anche se il benesse-re sarebbe abbastanza scarso. Tra l’altro, unaminore crescita della produzione non implicauna minore crescita dell’occupazione. Se lacrescita della produttività è inferiore di x%,una crescita della produzione inferiore di x%è compatibile con lo stesso tasso di crescitadell’occupazione di cui sopra. La nozione diuna data “elasticità della crescita dell’occupa-zione”, che non varia rispetto alla composizio-ne della produzione, utilizzata in alcune anali-si della crescita della Cina e in alcune discus-sioni sul tasso di crescita corretto per la Cina,non ha alcun senso e deve essere abbandonata.La conclusione importante di questa disserta-zione è la seguente:Rispetto al caso considerato nel capitolo prece-dente, un apprezzamento determina uno spo-stamento dall’agricoltura ad altri settori, uncalo del salario reale e un calo del reddito agri-colo reale. In altre parole, un apprezzamentopeggiora la distribuzione del reddito, sia traregioni (agricoltura, altri settori) sia tra indivi-dui (i salari dei lavoratori non specializzati,che rappresentano il gruppo più incline ad

allontanarsi dall’agricoltura, tendono a dimi-nuire).Potrebbero esserci anche altre implicazioni.Dopo avere usato correttamente la spesa el’apprezzamento per ridurre l’eccedenza dellabilancia commerciale mantenendo l’equilibriointerno, il settore dei beni non commerciabilie quello dei beni commerciabili nazionalipotrebbero essere entrambi più ampi, a spesedel settore agricolo. Il fenomeno deriva anchein questo caso dall’effetto dell’offerta dimanodopera e dal potenziale flusso migratoriodalle campagne.

NotaQuesto articolo è tratto da un documento presentato nel settembre 2005 nell’ambi-to del progetto del China Economic Research and Advisory Programme su “La Cinae l’economia globale nel 2010”. Sulla base di tale documento, il professor Giavazziha tenuto una relazione il 23 maggio scorso all’Ispi di Milano.

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riducendo le imposte per i contadini, facendo più inve-stimenti per le infrastrutture nelle zone interne. E cer-cando di portare gli investimenti diretti esteri in tuttele regioni del Peese. Anche a Ovest”.

Crescita sostenibile“La crescita sostenibile tiene conto delle risorseenergetiche e dell'impatto ambientale”, prosegueMaria Weber. “Sappiamo che la Cina ha bisognodi grandi risorse energetiche, soprattutto di petro-lio. Per questo sta investendo massicciamente percostruire raffinerie di greggio in varie parti delmondo. Sappiamo anche che il Paese è ricco di car-bone, il cui utilizzo ha determinato alti tassi diinquinamento, piogge acide e desertificazione. LaCina, però, comincia a pensare di utilizzare le pro-prie risorse energetiche in modo più efficiente, econ meno sprechi. E comincia a pensare di inqui-nare meno”. In vista delle Olimpiadi del 2008nella capitale cinese è in atto una grande sfida,lanciata dall’Università di Pechino: pulire l’ariadella città dalle sostanze inquinanti che oggi l’am-morbano.

Sicurezza socialeQuello legato al welfare è il terzo grande pilastroper il futuro della Cina, indicato nel Piano. Dal2004 sono aumentate le manifestazioni di protestanel Paese del Drago. Manifestazioni causate dalladisoccupazione nel settore statale. Ma le protestesono state alimentate anche da altri due fenomenisociali preoccupanti: la vita precaria e la povertàdelle campagne, abbandonate a se stesse; inoltre,dai giovani laureati disoccupati, provenienti dauniversità che si trovano all'interno del Paese(atenei spesso non abbastanza qualificati). IlGoverno cinese sta pensando a varie misure perfar fronte a questa situazione. Anche a forme diprestiti, per consentire ai laureati disoccupati diusufruire di nuovi corsi di formazione. “QuestoPiano indica chiaramente che ci sarà molta atten-zione alle aree rurali. E che si investirà nella sani-tà e nei programmi pensionistici”, spiega ancoraWeber. “Oggi l’80% della popolazione cinese nonha una copertura sanitaria”. Antonio Barbangelo