Come madri della parola -prima parte- Anche Geremia · sei il suo Figlio, l’amato. È la voce del...

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri È la voce del Padre a dichiarare che tu, Gesù, sei il suo Figlio, l’amato. È la voce del Padre che invita i discepoli ad ascoltare la tua parola, a seguire le tue orme. Hanno visto la sua gloria splendere sul tuo volto e sulle tue vesti, candide come la luce. Ti hanno contemplato accanto a Mosè e ad Elia, la guida di Israele e il profeta intrepido. Ora è arrivato il momento di riprendere il cammino verso Gerusalemme, il luogo in cui tutto deve compiersi. Ora li vuoi preparare ad affrontare lo scandalo della passione e della morte e la gioia della risurrezione. Sì, è vero, Gesù, tu apri il cammino che conduce alla pienezza e alla gloria, ma il percorso non è privo di ostacoli. Non sarà una marcia trionfale a condurti alla vittoria decisiva, ma un itinerario in salita, difficile e doloroso, in cui tutti potranno riconoscere la forza dell’amore nella fragilità del tuo corpo, colpito, ferito, dilaniato. Sì, la gloria di Dio non coincide con l’esibizione del potere, ma con un’offerta smisurata di bontà. Roberto Laurita In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. (...) Gesù salì su di un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore (voi siete luce del mondo), una bellezza che condividiamo con Dio. La vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso addormentata in noi, come in letargo. Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità. Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2 Cor 3, 17-18). Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa inoltre capire che la fede per essere forte e viva deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» gridato a pieno cuore. Perché io credo? Perché Dio è la cosa più bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. Che è bello amare, abbracciare, avere amici, esplorare, creare, seminare, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora smettiamola di sottolineare l'errore negli altri. Staniamo, snidiamo in noi e in ognuno la bellezza della luce, invece di fustigare le ombre! Una nube luminosa li coprì. E una voce: Questi è il Figlio mio. Ascoltatelo. Sali sul monte per vedere e Dio risponde offrendo parole, le parole lucenti di Gesù: ascoltate Lui. Il primo passo per essere contagiati dalla bellezza di Dio è l'ascolto, dare un po' di tempo e un po' di cuore al suo Vangelo. Che oggi ci regala un volto che gronda luce, per affrontare il momento in cui la vita gronderà sangue. Ma anche allora, ricordiamo: ultima, verrà la luce. ( di Ermes Ronchi ) nr. 113 Domenica 6 agosto 2017 (Matteo 17, 1-9) TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE Anno A Come madri della parola -prima parte- L’ideologia è il primo strumento usato dalle classi dominanti nei tempi delle crisi. Più è grave la crisi, più essenziale è lo strumento ideologico per la produzione sistematica e reiterata di illusioni collettive. Mentre i segni parlano chiaramente di declino e di fine, le ideologie producono segni diversi, inesistenti, perché il loro specifico compito è la negazione della crisi. Si vive il tempo presente nell’attesa di qualche evento miracoloso che salverà tutti, e la comunità viene manipolata fino a quando l’evidenza supera il punto oltre il quale diventa impossibile la negazione. Ma le ideologie più forti e potenti possono spingere l’elaborazione ideologica ancora più avanti. Anche Geremia a Gerusalemme si è dovuto confrontare con una sistematica produzione di illusione da parte di profeti pervertiti, alleati dei sacerdoti e dei governanti. Avevano creato la cosiddetta "teologia regale del tempio", un nazionalismo religioso che proclamava l’imbattibilità di Gerusalemme, l’inviolabilità del tempio e la non pericolosità di Babilonia. Geremia vede chiaramente l’evoluzione di questa ideologia. Il nemico arriverà e distruggerà il regno, ma l’ideologia continuerà ad agire, salvando se stessa con la sola opzione che resta: il rovesciamento totale della realtà, l’attribuzione dell’illusione a YHWH stesso. Per salvare sé stessi, i capi del popolo condannano Dio. I falsi profeti, infatti, davanti al non compimento delle proprie previsioni, invece di riconoscere la falsità della propria parola, negano la verità di Colui in nome del quale avevano profetizzato. Sacrificano volentieri Dio sull’altare dei propri interessi perché quel dio non valeva nulla per loro, era soltanto un totem, un flauto per incantare gli altri. In questo, il falso profeta è il capostipite di tutti coloro che davanti alla scelta tra il proprio interesse e la verità di un rapporto, scelgono sé stessi, rinnegando e uccidendo matrimoni, comunità, amicizie, aziende. Si sono serviti di Dio solo per fare carriera, e lo scaricano appena non conviene più. Il profeta autentico, invece, è responsabile della parola che annuncia perché quella parola è carne della sua carne, è parola incarnata. Non può preferire la morte della parola alla propria morte, perché in lui/lei le due parole diventano una carne sola, come nelle nozze. Il martirio del profeta non è altruismo né generosità, è la sola scelta che può fare per restare profeta. È Geremia stesso a dirci, meravigliosamente, il rapporto intimo tra la parola e la sua carne, in un verso stupendo, un assoluto della letteratura profetica: «Le mie viscere, le mie viscere. Mi contorco, sono straziato. Il cuore mi scoppia in petto, mi batte forte». Un capolavoro spirituale, che squarcia il velo dell’anima del profeta e ce lo rende nostro contemporaneo - o, meglio, noi suoi. Ma soprattutto ci porta dentro il suo mistero, e quello di ogni vocazione umana vera. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 13 maggio 2017

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Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

È la voce del Padre a dichiarare che tu, Gesù, sei il suo Figlio, l’amato. È la voce del Padre che invita i discepoli ad ascoltare la tua parola, a seguire le tue orme. Hanno visto la sua gloria splendere sul tuo volto e sulle tue vesti, candide come la luce. Ti hanno contemplato accanto a Mosè e ad Elia, la guida di Israele e il profeta intrepido. Ora è arrivato il momento di riprendere il cammino verso Gerusalemme, il luogo in cui tutto deve compiersi. Ora li vuoi preparare ad affrontare lo scandalo della passione e della morte e la gioia della risurrezione. Sì, è vero, Gesù, tu apri il cammino che conduce alla pienezza e alla gloria, ma il percorso non è privo di ostacoli. Non sarà una marcia trionfale a condurti alla vittoria decisiva, ma un itinerario in salita, difficile e doloroso, in cui tutti potranno riconoscere la forza dell’amore nella fragilità del tuo corpo, colpito, ferito, dilaniato. Sì, la gloria di Dio non coincide con l’esibizione del potere, ma con un’offerta smisurata di bontà.

Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. (...)

Gesù salì su di un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore (voi siete luce del mondo), una bellezza che condividiamo con Dio. La vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso addormentata in noi, come in letargo. Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità. Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2 Cor 3, 17-18).

Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa inoltre capire che la fede per essere forte e viva deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» gridato a pieno cuore. Perché io credo? Perché Dio è la cosa più bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. Che è bello amare, abbracciare, avere amici, esplorare, creare, seminare, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora smettiamola di sottolineare l'errore negli altri. Staniamo, snidiamo in noi e in ognuno la bellezza della luce, invece di fustigare le ombre!Una nube luminosa li coprì. E una voce: Questi è il Figlio mio. Ascoltatelo. Sali sul monte per vedere e Dio risponde offrendo parole, le parole lucenti di Gesù: ascoltate Lui. Il primo passo per essere contagiati dalla bellezza di Dio è l'ascolto, dare un po' di tempo e un po' di cuore al suo Vangelo. Che oggi ci regala un volto che gronda luce, per affrontare il momento in cui la vita gronderà sangue. Ma anche allora, ricordiamo: ultima, verrà la luce.

( di Ermes Ronchi )

nr. 113 Domenica 6 agosto 2017

(Matteo 17, 1-9)

TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE Anno A

Come madri della parola -prima parte- L’ideologia è il primo strumento usato dalle classi dominanti nei tempi delle crisi. Più è grave la crisi, più essenziale è lo strumento ideologico per la produzione sistematica e reiterata di illusioni collettive. Mentre i segni parlano chiaramente di declino e di fine, le ideologie producono segni diversi, inesistenti, perché il loro specifico compito è la negazione della crisi. Si vive il tempo presente nell’attesa di qualche evento miracoloso che salverà tutti, e la comunità viene manipolata fino a quando l’evidenza supera il punto oltre il quale diventa impossibile la negazione. Ma le ideologie più forti e potenti possono spingere l’elaborazione ideologica ancora più avanti. Anche Geremia a Gerusalemme si è dovuto confrontare con una sistematica produzione di illusione da parte di profeti pervertiti, alleati dei sacerdoti e dei governanti. Avevano creato la cosiddetta "teologia regale del tempio", un nazionalismo religioso che proclamava l’imbattibilità di Gerusalemme, l’inviolabilità del tempio e la non pericolosità di Babilonia. Geremia vede chiaramente l’evoluzione di questa ideologia. Il nemico arriverà e distruggerà il regno, ma l’ideologia continuerà ad agire, salvando se stessa con la sola opzione che resta: il rovesciamento totale della realtà, l’attribuzione dell’illusione a YHWH stesso. Per salvare sé stessi, i capi del popolo condannano Dio.I falsi profeti, infatti, davanti al non compimento delle proprie previsioni, invece di riconoscere la falsità della propria parola, negano la verità di Colui in nome del quale avevano profetizzato. Sacrificano volentieri Dio sull’altare dei propri interessi perché quel dio non valeva nulla per loro, era soltanto un totem, un flauto per incantare gli altri. In questo, il falso profeta è il capostipite di tutti coloro che davanti alla scelta tra il proprio interesse e la verità di un rapporto, scelgono sé stessi, rinnegando e uccidendo matrimoni, comunità, amicizie, aziende. Si sono serviti di Dio solo per fare carriera, e lo scaricano appena non conviene più.Il profeta autentico, invece, è responsabile della parola che annuncia perché quella parola è carne della sua carne, è parola incarnata. Non può preferire la morte della parola alla propria morte, perché in lui/lei le due parole diventano una carne sola, come nelle nozze. Il martirio del profeta non è altruismo né generosità, è la sola scelta che può fare per restare profeta.È Geremia stesso a dirci, meravigliosamente, il rapporto intimo tra la parola e la sua carne, in un verso stupendo, un assoluto della letteratura profetica: «Le mie viscere, le mie viscere. Mi contorco, sono straziato. Il cuore mi scoppia in petto, mi batte forte». Un capolavoro spirituale, che squarcia il velo dell’anima del profeta e ce lo rende nostro contemporaneo - o, meglio, noi suoi. Ma soprattutto ci porta dentro il suo mistero, e quello di ogni vocazione umana vera. Da L. Bruni, L’alba della mezzanotte, Avvenire 13 maggio 2017

Cuore Immacolato di Maria, Sacro

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Domenica 6 S.Messa ore 10 Trieste e Iseo Zanetti.Giovedì 10 S.Messa ore 18,30 per il popolo.Sabato 12 S.Messa ore 19 per il popolo. Domenica 13 S.Messa ore 10 Lidia Zaffalon; Elia Serena.

Domenica 6 Trasfigurazione del SignoreDn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9.

Lunedì 7Nm11,4b-15; Mt 14,22-36.

Martedì 8 S.Domenico Nm 12,1-13; Mt 15,1-2.10-14.

Domenica 6 S.Messe ore 9 Leone Vian; ore 11 Nives Maguolo; ore 19 Olga Dolcetta.Lunedì 7 S.Messa ore 8,30 Riccardo, Alberto, Pino. Martedì 8 S.Messa ore 8,30 Francesco.Mercoledì 9 S.Messa ore 8,30 Rina, Antonio, Oreste, Maria Teresa; Margherita Gehrig.Giovedì 10 S.Messa ore 8,30 Diana e Giorgio Malgarotto .Venerdì 11 S.Messa ore 8,30 Egidio e Carlotta.Sabato 12 S.Messa ore 19 Tito; Pietro Novello.Domenica 13 S.Messe ore 9 per il popolo; ore 11 per il popolo; ore 19 per il popolo.

presso Centro Pastorale orario 11 - 13

dal lunedì al venerdì Tel. 041 5900375

Cellulare 334 2590290Fax 041 4566339

E-mail: [email protected]

SABATO: 9-11,30 chiesa San Marco

16-18 duomo S. Maria Assunta

DOMENICA (prima delle messe)a S. Maria Assunta 8,30-9 e 10,30-11

dal lunedì al venerdì ore 18,00 a S. Carlo

S. Maria Assunta (in oratorio) sospeso in estate

Giovedì ore 18,00 a S. Marco

LITURGIA delle ORE: II Settimana Mercoledì 9 S.Teresa Benedetta della CroceOs 2,16b.17b.21-22; Mt 25,1-13.

Giovedì 10 S.Lorenzo 2Cor 9,6-10; Gv 12,24-26Venerdì 11 S.Chiara Dt 4,32-40; Mt 16,24-28.

Sabato 12 Dt 6,4-13; Mt 17,14-20.

Tutti i sabati don Samuele è presente a:

San Marco ore 9,30-11,30 Santa Maria Assunta ore 16-18

in chiesa o in canonica.

L’adorazione eucaristica e la recita delle Lodi sono sospese da giugno a metà settembre.

1° Lunedì del mese: 18,30 - 19,30 a San Carlo

2° Lunedì del mese: 20,30-21,30 a S.Antonio

A S. Maria Assunta e a S. Marco, sospesa in estate

La recita delle LODI è sospesa nei mesi estivi.

L’adorazione eucaristica e la recita delle Lodi e del Rosario sono sospese da giugno a metà settembre.

Per tutto il mese di agosto don Samuele non potrà assicurare la sua presenza per colloqui e confessioni il sabato mattina e pomeriggio, perché

impegnato nei vari campi estivi.

Campi vicariali:Sono tornati sabato 5 i ragazzi di I e II superiore da San

Patrignano. Partiranno lunedì 7 i ragazzi di III IV e V superiore per il Sermig di Torino. Rientro sabato 12.

La segreteria parrocchiale è chiusa e riaprirà il 29 agosto.

La Collaborazione Pastorale di Mogliano organizza il viaggio: Lisbona e Fatima nel centenario delle apparizioni,

dal 9 al 12 novembre. Quota di partecipazione 755 euro. Info e iscrizioni: segreteria delle parrocchie in centro pastorale.

Sabato 5 e Domenica 6 si raccolgono le quote mensili e le nuove adesioni per l'affido a

distanza. La Caritas inoltre ricorda a tutti la raccolta di generi alimentari.

Sabato 12 e domenica 13 si raccolgono le quote mensili e le nuove adesioni per leadozioni a vicinanza. La Caritas inoltre

ricorda a tutti la raccolta di generi alimentari.

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Campi Scout Mogliano 1:Lupetti e Coccinelle: dal 12 al 19 agosto

Clan: dal 5 al 13 agosto Reparto: dal 5 al 16 agosto

Pellegrinaggio diocesano a Lourdes :dal 27 agosto al 1° settembre in treno; dal 28 al 31 agosto in aereo.

Info e iscrizioni: Unitalsi Treviso 0422 576879, [email protected].

Settimane formative per giovani e adulti: dal 13 al 27 agosto al passo Cereda con don Samuele

Durante l’estate i nostri sacerdoti sono impegnati nei vari campi scuola. Per questo la S.Messa del martedì ore 19 e le confessioni del sabato

a S.Maria Assunta ricominceranno di nuovo rispettivamente il 5 e il 9 settembre.