Come lieviti in una capsula di petri 29 apr 2015
-
Upload
coordinamento-protezionista-padovano -
Category
Documents
-
view
212 -
download
0
description
Transcript of Come lieviti in una capsula di petri 29 apr 2015
29 apr. ‘15
COME LIEVITI IN UNA CAPSULA DI PETRI
Chi mente a Veggiano, Mestrino, Rubano e Selvazzano?
“Fermato il cemento nei Pat dei nostri Comuni” giurano il vicesindaco di Veggiano Simone Marzari,
l’assessore a Rubano Lorenzo Segato e il sindaco di Mestrino Marco Valerio Pedron (il mattino di Padova
24/04/2015).
Eppure un veloce sopralluogo nei tre comuni racconta una storia diversa.
Infatti, nonostante le parole confortanti dei tre amministratori locali, il fronte del cemento avanza proprio nei
loro comuni. Qualche esempio: a Veggiano, in Viale della Memoria e Viale degli Emigranti, ci sono almeno
due cantieri edili nuovi di zecca con permessi di costruire del 03/12/2014.
A Mestrino, tra Via Caduti di Nassiriya, Via Salvo D'Acquisto e Via Giovanni Falcone, concessioni del
18/02/2014 e del 06/11/2014.
A Sarmeola di Rubano (dei tre comuni, maglia del campione sì, ma per il cemento...) tra Via Carlo
Borromeo, Via E. de Nicola, Via Antonio Segni e Via G. Saragat, permessi di costruire del 01/12/2014, del
04/12/2014 e varianti del 03/12/2014. Sempre a Rubano, in Via Unità d’Italia, nuove case in costruzione
affacciate alla campagna, con varianti del 14/04/2015.
Considerato che i sindaci di Veggiano, Mestrino e Rubano, sono stati eletti rispettivamente nel maggio 2012,
2013 e 2014, significa che le nuove concessioni edilizie del 2014 sono state tutte rilasciate dalle attuali
amministrazioni in carica.
E mo’?
Non solo, un esempio per tutti: Sabrina Doni, attuale sindaco di Rubano, è stata eletta con la lista civica
“Vivere Rubano” che governa ininterrottamente dal 1999, dai tempi di Leonildo Bettio e della Democrazia
Cristiana! Lista civica “Vivere Rubano” che quindi ha guidato (sì, ma fuori strada...) la crescita urbanistica di
Rubano negli ultimi 15 anni!
Prosegue l’assessore rubanese Lorenzo Segato: “Nel nostro territorio non ci sono case abbandonate al
degrado perché invendute”.
Sarà...eppure in tutta la nuova immensa lottizzazione di fronte agli impianti sportivi di Via Carlo Borromeo,
a Sarmeola di Rubano, di cartelli “vendesi” se ne contano a decine.
Oppure preferiamo fare la conta delle case, degli appartamenti e degli uffici invenduti o sfitti lungo tutta via
Europa e laterali a Rubano centro?
Ma non basta, perché oltre al costruito c’è il costruibile, fatto di innumerevoli terreni edificabili ma non
ancora edificati, sparsi in tutti i comuni, come quello in Via Robert Schuman a Rubano.
E se ci piacciono i terreni edificabili possiamo tornare a Mestrino, in Via Caduti di Nassiriya, dove il cartello
conficcato nel campo recita “vendesi case a schiera” o “vendesi bi-quadrifamiliari in classe A” eppure di
fronte a noi c’è ancora (per poco) un campo.
Mentre se ci piacciono le case a fianco ai supermercati, ci sono delle soluzioni interessanti in Via Salvo
D'Acquisto, sempre a Mestrino, proprio dietro l’ “In's Mercato Discount”.
Ma Selvazzano Dentro non si senta da meno!
Siamo tutti scalpitanti di veder finalmente partire la lottizzazione “S. Domenico Nuova” in Via Cristoforo
Colombo, nella frazione di San Domenico, che tanto fino alla bretella Boston ci sono ancora tanti campi da
“ottimizzare” fino all’ultimo centimetro di terra.
Ma nel frattempo, per chi desideri una mono o bifamiliare, sempre a fianco ad un supermercato, sono
disponibili lotti di varie cubature in Via Scapacchiò, sempre a Selvazzano, con una novità, e cioè che sono
gestiti da “Alì Immobiliare”: proprio così, il braccio immobiliare di “Alì supermercati”, che offre servizi ed
immobili residenziali, commerciali e direzionali anche a Rossano Veneto (VI), Caorle (VE), Bassano del
Grappa (VI) e a Maserà di Padova (PD).
Ma fermi tutti! “I supermercati Alì e centri Alìper” - proprio come dice il mega poster - “regalano alle
scuole del Veneto orti didattici ed aree verdi rinnovate”. Sì, sempre se ne resta qualcuna...
Il Prof. Tiziano Tempesta, economista agrario e docente di estimo territoriale e ambientale
all’Università di Padova, assicura: “Il consumo di suolo continua così come è sempre continuato in
passato. Vero è che dopo il picco storico nel rilascio di permessi di costruire nuove case a partire dal 1978,
raggiunto in Veneto nel 2004 (15,7 milioni di metri cubi di nuove case) l’edificazione di nuove case nel 2012
(ultimo dato ufficiale disponibile) è scesa a 4,2 milioni di metri cubi. Se ci mettiamo dentro anche gli
ampliamenti siamo passati da 17,7 milioni a 5,7 milioni. Riguardo ai capannoni siamo passati dal massimo
storico del 2002 (34,2 milioni di metri cubi) ai 5,4 del 2012, il valore più basso di sempre. La
compravendita di case è crollata da quasi 80.000 unità all’anno nel 2006 alle 35.000 del 2014. Ovviamente
anche i prezzi sono in picchiata se si escludono alcuni segmenti immobiliari. Forse questo potrebbe
consolarci ma in realtà la consolazione è abbastanza magra perché nel Veneto in proporzione si continua a
costruire di più che nel resto d’Italia e rispetto al Nord (in termini di mc per abitante e mc per kmq); vi
sono numerosissime case inutilizzate nuove o vecchie e vi sono moltissimi capannoni abbandonati; i piani
urbanistici nel Veneto sono stati irresponsabilmente dimensionati su previsioni di crescita della popolazione
e della domanda di case illimitate; in passato era già accaduto qualche cosa di simile negli anni ’70, ma
all’epoca l’economia veneta stava crescendo a tassi cinesi, oggi c’è stato un boom edilizio accompagnato ad
una stagnazione economica, cose mai viste in passato.”
Cosa si può fare? “ Con coraggio, congelare i piani urbanistici e l’attività edilizia per una decina d’anni.
Questo risolleverebbe il mercato immobiliare e consentirebbe di smaltire l’immane quantità di invenduto. In
secondo luogo dovrebbero radicalmente cambiare la filosofia dei piani: puntare esclusivamente sul
recupero dell’esistente e non sul nuovo.”
Chissà cosa ne pensano il vicesindaco Marzari, i sindaci Pedron e Soranzo, l’assessore Segato, gli altri
amministratori locali e tutti i candidati alla Regione Veneto del 2015.
Ma più di quello che dicono, conta ciò che fanno, e di piani urbanistici a crescita zero, tesi unicamente al
recupero, alla riqualificazione e all’armonizzazione degli edifici già esistenti senza consumare suolo, non se
ne vedono e non se ne sente parlare mai, né tantomeno i politici approvano norme nazionali e regionali per
contrastare e interrompere il consumo di suolo, anzi, e ancor meno gli amministratori locali sollecitano i loro
partiti di appartenenza a prendere queste decisioni vitali.
E di certo sul comodino di queste persone non c’è il libro del Prof. Paolo Pileri del Politecnico di Milano
“Che cosa c'è sotto - Il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo”.
Una sola cosa è certa: il suolo consumato lo è per sempre; la Terra ha una dimensione finita e così le sue
risorse, specialmente quando ne viene compromessa la capacità rigenerativa.
Come racconta provocatoriamente e realisticamente il prof. Gianni Tamino, docente di Biologia, i lieviti
fatti crescere in laboratorio dentro una piastra di Petri, crescono in modo esponenziale e consumano
rapidamente tutto il terreno di coltura a loro disposizione, per poi morire di fame e collassare
precipitosamente fino alla morte totale.
Fatte le dovute proporzioni, la Terra è la capsula di Petri, il terreno di coltura i suoli terrestri... e i lieviti chi
saranno mai?
Michele Favaron
Crescita di lieviti in coltura.
Via Chiesa, Trambacche (secondo l’etimologia "tra due corsi d’acqua") di Veggiano (PD): invece di fare
marcia indietro si forza ulteriormente la mano.