Come educare il paziente diabetico alla prevenzione della DKA · Pratica riflessiva(sapere...

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Struttura Semplice Diabetologia – P.O. Venaria Reale M. Rivelli C. Vietti Michelina Come educare il paziente diabetico alla prevenzione della DKA

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Struttura Semplice Diabetologia – P.O. Venaria Reale

M. RivelliC. Vietti Michelina

Come educare il paziente diabetico alla prevenzione della DKA

ASPETTO EDUCATIVO DKA

Perchè è importante Perchè è importante l'educazione?l'educazione?

ACUTO ACUTO CRONICOCRONICO

Protocollo ?Protocollo ?

Ruolo passivo del paziente

Atteggiamento d'impotenza acquisita rispetto alla propria salute e benessere

Delega di responsabilità

Fascino della passività

Ruolo attivo del paziente

Riacquisizione progressiva della capacità di autogestione anche nella malattia

Senso di auto efficacia e responsabilità diretta

Malattia Acuta vs Malattia Cronica

Non può guarire , ma si può curare

È progressiva ed ha un'evoluzione incerta

Può dipendere dallo stile di vita e coinvolge tutte le sfere umane (psicologica,fisica, relazionale...)

Produce atteggiamenti ambivalenti

Il trattamento richiede un legame quotidiano

Tempo dedicato Il trattamento è spesso

complicato e invasivo Ha effetti che interferiscono

su aspetti di vita quotidiani (lavoro, amici,tempo libero, famiglia,alimentazione..)

È sulle spalle del malato e richiede una sua partecipazione attiva

...infatti la Malattia Cronica

Fare prescrizioni e ricette

Dare consigli

Imporre divieti

Giudicare mancata aderenza terapeutica

Porre domande anziché dare risposte

Entrare nella vita del paziente e guardare il mondo con i suoi occhi

Accompagnare il paziente nel suo percorso di malattia

Aiutare il paziente a scrivere per se stessi delle nuove storie

Ruolo CuranteNormativo/Curativo vs Educatore

ISTAURARE RELAZIONI DI CRESCITA

COINVOLGERE, FAVORIRE PRESA DI COSCIENZA

FAR RIAPPRIOPRIARE IL PAZIENTE DELLA PROPRIA VITA E DELLE PROPRIE SCELTE

VEDERE NUOVE POSSIBILITA' DENTRO VECCHIE SITUAZIONI

EMPOWERMENT

“LA NATURA UMANA NON E' UNA MACCHINA DA COSTRUIRE E DA REGOLARE PERCHE' COMPIA IL LAVORO ASSEGNATO, MA UN ALBERO, CHE HA BISOGNO DI CRESCERE E DI SVILUPPARSI IN OGNI DIREZIONE, SECONDO LE TENDENZE DELLE FORZE INTERIORI CHE LO RENDONO UNA PERSONA VIVENTE”

(J.Stuart Mill, Sulla libertà)

Infatti...

E' un processo continuo che deve essere adattato al decorso della malattia, al paziente ed al suo stile di vita; fa parte dell'assistenza a lungo termine del paziente...

-Deve essere strutturata, organizzata e fornita sistematicamente a ciascun paziente attraverso una varieta' di mezzi.

-Multiprofessionale, interprofessionale ed intersettoriale ed include la rete di assistenza.

-Comprende una valutazione del processo di apprendimento e i suoi effetti.

-impartita da operatori sanitari formati nelle metodologie di educazione dei pazienti.

OMS, Therapeutic Patient Education 1998

Criteri Raccomandati da “Therapeutic Patient Education”

Il tempo dedicato dai diversi operatori sanitari all'educazione terapeutica copre una parte minima dell'orario settimanale; L'educazione viene svolta in molti casi in maniera nn strutturata; Solo più di metà dei centri che fanno educazione strutturata attua interventi di gruppo e non sempre dispone di di orari/spazi dedicati; Appare una carenza di formazione degli operatori sanitari e quindi di conoscenze e utilizzo di tecniche metodologicamente adeguate; Spesso non viene eseguita una valutazione e registrazione dell'attività educativa.

Analisi della realtà italiana dell'educazione terapeutica

L'Educazione terapeutica è un processo integrato nella cura e centrato sulla persona

L'educazione terapeutica non è un addestramento,ma una formazione alla

decisione

L'educazione deve concedersi tempo, il tempo necessario per quel paziente

L'educazione è un processo permanente

La conoscenza è un BISOGNO TRASVERSALE

L'Educazione Terapeutica

CONTINUA (processo permanente) PROGRESSIVA (dal meno complesso al più

complesso) ATTIVA (occorre praticare quanto viene

imparato) CONCRETA (utile,utilizzabile, ripetibile)MA SOPRATTUTTO VA PIANIFICATA E CALIBRATA,infatti il paziente non è una pagina vergine su cui

basta scrivere (Jean- Francois d'Ivernois)

L'educazione deve essere...

Informazione e formazione alla decisione

Pratica riflessiva(sapere esperienziale)

Sensibilizzazione Apprendimento

all'autogestione Acquisizione di capacità e

competenze che migliorino la convivenza con la malattia e favoriscano benessere

Educazione: la giusta ricetta...

“Curare il diabete attraverso il diabetico”

“Il colloquio è un mezzo non un fine”

“Gli uomini mentre insegnano imparano” (Seneca)

“Non tenere conto delle emozioni aumenta il rischio di insuccesso” (J.P. Assal)

“L'educazione è fondamentalmente un abbraccio alla persona”

“Educazione è accendere un fuoco, non riempire un vaso”

FORMATORE

SINCERITA'DISPONIBILITA'

COMPRENSIONE

RISPETTO

APERTURA MENTALE

“Ciò che siamo dipende da ciò che facciamo...”

La nostra prospettiva condiziona cio' che facciamo come formatori

Le risposte si trovano nella storia dei pazienti e nella nostra prospettiva

Allora...

IL METODO: la spirale dell'educazione

ANALISI DELBISOGNO PROGETTAZIONE

ATTUAZIONEVALUTAZIONE

Autobiografia Esperienziale:Processo Educativo Prevenzione DKA

ANALISI DEL BISOGNO

OPERATORI: la prevenzione della DKA riduce del 50% gli episodi di DKA e di ricovero

La prevenzione DKA aiuta a perseguire l'obiettivo salute /sicurezza nel pte diabetico

Permette un'identificazione precoce del rischio di scompenso metabolico

PAZIENTI: la motivazione del paziente è che l'automonitoraggio della chetonemia consente un miglior compenso dell'iperglicemia/iperchetonemia con conseguente maggior benessere soggettivo

Quali pazienti coinvolgere nel progetto educativo? Scelta in base a criteri studio(età, pti insulino trattati ) Scelta in base a rischio e motivazione

PROGETTAZIONE

TEAM DIABETOLOGICO :

Approfondimento conoscenze circafisiopatologia DKA e sua rilevanza nel diabete;

Scelta e preparazione materialeper l'intervento educativo

Scelta metodologia incontri (quantipazienti,tipo di linguaggio e strumentieducativi,uso di eventuale materialedi supporto es. volantini educativi..)

Definizione di tempi e spazi per gli incontri

Predisposizione di questionario conoscitivo iniziale e finale

Definizione di obiettivi da perseguire(il paziente al termine dell'intervento educativo sarà in grado di....)

ATTUAZIONE

1° INCONTRO:

PUNTO DI PARTENZA PAZIENTE

Verifica delle sue conoscenze circa DKA (personalee con questionario) Condivisione vissuto e racconto di eventuali esperienze personali di DKA; Trasmissione di conoscenze relative a rischio DKA ,sintomi, possibile prevenzione e intervento

COME?

Attraverso un rapporto interattivo/ paritario tra pti e operatori; In tempi adeguati; Con l'utilizzo di un linguaggio il più semplice possibile; Con precise indicazioni al perchè dell'automonitoraggio; Con parte pratica; Con verifica dell' acquisizione di concetti base.

A SEGUIRE 2° E 3° INCONTRO

Apre la porta ad un cammino circolare che diventa punto di partenza per interventi educativi futuri Offre lo spunto per riflettere su quanto i pazienti ci hanno trasmesso

Consente il confronto in aula con altri professionisti per condividere la nostra esperienza

Permette lo sviluppo di un sapere pratico e di comunità

Il racconto e la riflessione di quanto abbiamo fatto con il nostro team

diabetologico:

BAMBINO

Care Giver

ATTENZIONE :

Sete incoercibile, nicturia improvvisa,...

Malattie intercorrenti,febbre,stati influenzali

Alimentazione irregolare

1 2 3 4 5 6 7 8 90

10

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80

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CHETOACIDOSI

DECADI

Num

ero

di c

asi (

%)

ADOLESCENTE

ATTENZIONE :

Disidratazione, digiuno

Attività fisica protrattaAlimentazione irregolare

Alcol

Riferimenti affettivi

Aumento di peso Eventi ipoglicemici

Scarsa accettazione

- Consapevolezza fattori di rischio

- Valutazione rete di supporto?

ADULTO

ATTENZIONE :

-traumi-terapia cortisonica

-gravidanza

DISPONIBILITA' NUOVI STRUMENTI DIAGNOSTICI

QUANDO CONTROLLARE

quando la glicemia è maggiore o uguale a 250 mg/dl su due controlli consecutivi eseguiti a distanza di due ore l'uno dall' altro; quando la glicemia è maggiore o uguale a 250 mg/dl e sei ammalato (febbre, influenza, influenza intestinale, vomito, diarrea, traumi, interventi chirurgici, digiuno prolungato, ecc...);

quando la glicemia è maggiore o uguale a 250 mg/dl e sai di non aver seguito la terapia insulinica correttamente (ti sei dimenticato, non hai potuto, hai somministrato meno unità del necessario); quando la glicemia è maggiore o uguale a 250 mg/dl e hai dei sintomi (es. mancanza di appetito, dolori addominali, urini molto, hai molta sete). quando la glicemia è maggiore o uguale a 250 mg/dl e stai assumendo il cortisone.

RiposoRiposo Assunzione di liquidi Assunzione di liquidi Adeguamento terapia insulinica Adeguamento terapia insulinica Schema terapeutico Schema terapeutico Sensibilità / FabbisognoSensibilità / Fabbisogno

Pronto SoccorsoPronto Soccorso

MISURE DA ADOTTARE

Come posso riconoscere Come posso riconoscere le situazioni a rischio di DKA?le situazioni a rischio di DKA?

Come posso misurare Come posso misurare la chetonemia e la chetonuria?la chetonemia e la chetonuria?

So riconoscere i livelli di pericolosità So riconoscere i livelli di pericolosità per la salute?per la salute?

Quali misure devo adottare?Quali misure devo adottare?

OUTCOMES

Il conseguimento e mantenimento di un compenso Il conseguimento e mantenimento di un compenso metabolico ottimale richiede che il paziente e la sua famiglia metabolico ottimale richiede che il paziente e la sua famiglia

siano in grado di attuare a lungo termine un controllo siano in grado di attuare a lungo termine un controllo personale e continuo che coinvolge le convinzioni sulla personale e continuo che coinvolge le convinzioni sulla

propria persona e sulla malattia, la sfera delle abitudini di vita propria persona e sulla malattia, la sfera delle abitudini di vita e i rapporti di relazione con gli altri.e i rapporti di relazione con gli altri.

Gli aspetti psicologici e sociali diventano pertanto centrali Gli aspetti psicologici e sociali diventano pertanto centrali nella cura del DM e richiedono interventi in grado di incidere nella cura del DM e richiedono interventi in grado di incidere sulla capacità di affrontare la malattia, l’adattamento ad essa, sulla capacità di affrontare la malattia, l’adattamento ad essa, il mantenimento di relazioni positive in ambito familiare e il mantenimento di relazioni positive in ambito familiare e sociale. sociale.

“UN INSEGNAMENTO DEVE ESSERE RITENUTO INEFFICACE FINO A VERIFICA DEL CONTRARIO”

A. Cochrane