Coltivare idee , e aziende - corrierefiorentino.corriere.it · fondatore di Nana Bianca, ... Il...

8
Lunedì, 13 Luglio 2015 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Mercati Il disgelo con gli Usa spinge gli investimenti verso l’Avana 2 Locomotive Tavole e nuovi tessuti Ricci sull’onda In 65 Paesi diversi 5 Distretti Addio Russia, i mobili di Quarrata guardano la Cina 7 Coltivare idee , e aziende La Toscana è il primo vivaio nazionale di cervelli, ma a pochi riesce il salto di qualità che fa diventare una buona intuizione un’impresa solida e competitiva Cosa serve? Risorse pubbliche e private, formazione, un ambiente adatto alla crescita, professionalità Scuola, lavoro IL MOTORE DELLA FAME (IDEALE) di Paolo Ermini S erve davvero aver fame per darsi una mossa? Il tono era tutt’altro che grave, ma il ragionamento di Alessandro Sordi non era per nulla scherzoso giovedì scorso, durante la tavola rotonda organizzata a Firenze dalla Scuola di Scienze aziendali nel giorno in cui sono stati premiati i business plan preparati dagli studenti. Nessun sogno pauperistico, sia chiaro. Il fondatore di Nana Bianca, facilitatore di tante startup, ha voluto solo ricordare ai giovani (ma non solo a loro) quanto sia decisiva la volontà personale nella costruzione del proprio futuro. Studio, passione, voglia di farcela. Senza alcuna concessione a quell’immagine di «bamboccioni» che alimentò il dibattito pubblico alcuni anni fa. Un richiamo ineccepibile, un invito a smettere di pensare che le soluzioni arrivino dall’alto. Un rovesciamento di inclinazione da alimentare però con una rigenerazione di tutto il sistema della formazione professionale. Che non può essere più considerata un costo da sostenere, ma un’opportunità da cogliere. Quasi una rivoluzione culturale in un Paese dove per anni si è ignorato il legame tra studio e mercato del lavoro, sacrificando mestieri, vocazioni, occasioni. La riforma della scuola vorrebbe segnare un punto di svolta. Le Università sembrano seguire la stessa direzione. A molte aziende continua a mancare mano d’opera specializzata. C’è un filo, dunque, che lega insieme più esigenze. Non sbagliamo ago, questa volta. © RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene Sguardi L’ETICA DEGLI AFFARI, FATTI CON IL DITTATORE D omani a Firenze comincia Smau, la fiera dedicata all’Information & Communica- tions Technology. Fra i tanti eventi, ci saranno anche dei workshop dedicati all’Open Government, un modello, spiegano gli orga- nizzatori, che si fonda su tre pilastri: «Traspa- renza, collaborazione, partecipazione». Le am- ministrazioni mettono così a disposizione della cittadinanza le informazioni di Comuni o Regioni sul bilancio o sui lavori pubblici. Giusto pretendere massima trasparenza da parte dei governi (anche se a volte dietro que- ste richieste si nasconde solo demagogia), ma bisognerebbe chiederla anche alle aziende che si occupano di sicurezza informatica. La mila- nese Hacking Team, che vendeva software per intercettazioni ambientali, è finita sui giornali di tutto il mondo perché è stata violata da un hacker che ha diffuso un milione di email con informazioni sconcertanti. È emerso che HT vendeva il suo programma anche ai servizi di sicurezza del Sudan, il cui governo — ha ricordato Paolo Attivissimo sul suo blog Di- sinformatico — «ha una lunga e ben nota storia di abusi dei diritti umani: schiavitù, genocidio e uso di bambini come soldati». Sarebbe utile se allo Smau si discutesse non solo dell’etica dei governi, ma anche di quelle aziende pronte a fare affari con gli Stati che violano i diritti umani. Anche questa è una questione di trasparenza e riguarda tutti noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera La lettera USCIRE DAL TUNNEL, IN TRE PAROLE C aro direttore, prima la buona notizia: il tunnel è finito. A fine 2015 il Pil toscano potrebbe aumentare fino all’1,2%. continua a pagina 5 di Lapo Cecconi* Premiati La serra galleggiante Jellyfish Barge, ideata dallo spinoff dell’Università di Firenze Pnat, ha vinto un altro premio internazionale ad Expo

Transcript of Coltivare idee , e aziende - corrierefiorentino.corriere.it · fondatore di Nana Bianca, ... Il...

Lunedì, 13 Luglio 2015 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

MercatiIl disgelo con gli Usaspinge gli investimentiverso l’Avana

2

LocomotiveTavole e nuovi tessutiRicci sull’ondaIn 65 Paesi diversi

5

DistrettiAddio Russia,i mobili di Quarrataguardano la Cina

7

Coltivare idee, e aziendeLa Toscana è il primo vivaio nazionale di cervelli,ma a pochi riesce il salto di qualità che fa diventareuna buona intuizione un’impresa solida e competitivaCosa serve? Risorse pubbliche e private, formazione,un ambiente adatto alla crescita, professionalità

Scuola, lavoro

IL MOTORE DELLA FAME(IDEALE)di Paolo Ermini

Serve davvero averfame per darsi unamossa? Il tono eratutt’altro che grave,ma il ragionamento

di Alessandro Sordi non era per nulla scherzoso giovedì scorso, durante la tavola rotonda organizzata a Firenze dalla Scuola di Scienze aziendali nel giorno in cui sono stati premiati i business plan preparati dagli studenti. Nessun sogno pauperistico, sia chiaro. Il fondatore di Nana Bianca, facilitatore di tante startup, ha voluto solo ricordare ai giovani (ma non solo a loro) quanto sia decisiva la volontàpersonale nella costruzione del proprio futuro. Studio, passione, voglia di farcela. Senza alcuna concessione a quell’immagine di «bamboccioni» che alimentò il dibattito pubblico alcuni anni fa. Un richiamo ineccepibile, un invito a smettere di pensare che le soluzioni arrivino dall’alto.Un rovesciamento di inclinazione da alimentare però con una rigenerazione di tutto il sistema della formazione professionale. Che non può essere più considerata un costo da sostenere, ma un’opportunità da cogliere. Quasi una rivoluzione culturale in un Paese dove per anni si è ignorato il legame tra studio e mercato del lavoro, sacrificando mestieri, vocazioni, occasioni. La riforma della scuola vorrebbe segnare un punto di svolta. Le Università sembrano seguire la stessa direzione. A molte aziende continua a mancare mano d’opera specializzata. C’è un filo, dunque, che lega insieme più esigenze. Non sbagliamo ago, questa volta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene

Sguardi

L’ETICA DEGLI AFFARI, FATTI CON IL DITTATORE

D omani a Firenze comincia Smau, la fieradedicata all’Information & Communica-tions Technology. Fra i tanti eventi, ci

saranno anche dei workshop dedicati all’Open Government, un modello, spiegano gli orga-nizzatori, che si fonda su tre pilastri: «Traspa-renza, collaborazione, partecipazione». Le am-ministrazioni mettono così a disposizione della cittadinanza le informazioni di Comuni o Regioni sul bilancio o sui lavori pubblici. Giusto pretendere massima trasparenza da parte dei governi (anche se a volte dietro que-ste richieste si nasconde solo demagogia), ma

bisognerebbe chiederla anche alle aziende che si occupano di sicurezza informatica. La mila-nese Hacking Team, che vendeva software per intercettazioni ambientali, è finita sui giornali di tutto il mondo perché è stata violata da un hacker che ha diffuso un milione di email con informazioni sconcertanti. È emerso che HT vendeva il suo programma anche ai servizi di sicurezza del Sudan, il cui governo — ha ricordato Paolo Attivissimo sul suo blog Di-sinformatico — «ha una lunga e ben nota storia di abusi dei diritti umani: schiavitù, genocidio e uso di bambini come soldati». Sarebbe utile se allo Smau si discutesse non solo dell’etica dei governi, ma anche di quelle aziende pronte a fare affari con gli Stati che violano i diritti umani. Anche questa è una questione di trasparenza e riguarda tutti noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

Pos

te I

talia

ne S

ped.

in

A.P

. D

.L.

353/

2003

con

v. L

.46/

2004

art

. 1,

c1

DC

B M

ilano

. N

on p

uò e

sser

e di

strib

uito

sep

arat

amen

te d

al C

orrie

re d

ella

Ser

a

La lettera

USCIRE DAL TUNNEL,IN TRE PAROLE

C aro direttore, prima la buona notizia:il tunnel è finito. A fine 2015 il Pil

toscano potrebbe aumentare fino all’1,2%.continua a pagina 5

di Lapo Cecconi*

Premiati La serra galleggiante Jellyfish Barge, ideata dallo spinoff dell’Università di Firenze Pnat, ha vinto un altro premio internazionale ad Expo

FI

2 Lunedì 13 Luglio 2015 Corriere Imprese

T itolo sui rulli e cantieriaperti in casa Montepa-

schi, per capire dove andrà la banca più antica d’Italia. Azioni sull’ottovolante a tra-zione greca anche questa settimana, con il minimo storico riaggiornato il 7 lu-glio (-7,48%) e miglior titolo bancario il 10, sull’onda del-l’ottimismo per un imminen-te accordo sulla Grecia (+5,8%). Resta il fatto che alle quotazioni attuali Mps

capitalizza meno della metà del patrimonio (incrementato di oltre 3 miliardi), combatte con 24 miliardi di crediti deteriorati a fronte di impie-ghi per 123 e soprattutto deve trovare un alleato come imposto dalla vigilanza della Bce. Ubi e Citi sono al lavoro per trovare il pretendente, ma non c’è la fila. Il 26 lu-glio l’Ad Fabrizio Viola sarà a Francoforte per aggiornare la Bce sullo stato dell’arte. E

se nessuno si farà avanti con una proposta di matrimonio, ci sarebbe l’ipotesi dello «spezzatino»: (ri)vendute le filiali che furono di Antonve-neta e Bam, resterebbe un Monte a base regionale. Il presidente uscente Alessan-dro Profumo, che lascerà Siena dopo l’approvazione della semestrale il prossimo 6 agosto, esclude però que-sto scenario: «Lo spezzatino è l’unica cosa che mi sento

di escludere (...) La banca ha una sua attività operativa stand alone che mi sembra positiva» ha dichiarato in una recente intervista a Class Cnbc. Come dire: non escludete che Siena possa rimanere in piedi anche da single. Intanto, però, il mon-do è cambiato: la Fondazio-ne è legata a Btg e Fintech in un patto che di fatto non c’è più (pesa lo 0,5%). I tre controllano insieme il 5,5%

del capitale, ma senza vinco-li reciproci. Tutto fa pensare che si vada verso un nuovo patto che difficilmente potrà non tenere in conto Alessan-dro Falciai con il suo 1,7%. E poi c’è lo Stato che il primo luglio è diventato azionista di Mps con il 4%. E sono arrivati anche i cinesi: il 6 luglio Bank of China è entra-ta nel capitale della banca con una quota del 2%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Affari

Intek Spa

B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

FrendyEnergyBioDue Spa

El.En. S.p.A.

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Borgosesia

Ergy Capital

CHL S.p.A.

Eukedos

Dada S.p.A.Settimanadal 6al 10 luglio

Banca Etruria

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

Softec S.p.A.

Snai S.p.A.

Sesa

Rosss S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

6,76,456,8 6,66,55

1,7221,4231,538 1,5921,505

SOSPESA 0,583

7,6257,4057,5 7,4657,385

0,7490,7490,749 0,7490,749

3633,8133,7 33,7733,5

0,0930,0930,094 0,0920,094

0,0410,040,04 0,0410,041

2,6582,552,478 2,6162,576

1,040,980,94 11

0,0930,8190,825 0,092

0,82

0,3490,3440,347 0,3470,344

25,3724,9225,67 24,8924,43

1514,6514,95 14,9514,51

2,922,82

2,906 2,8742,816

1,211,221,224 1,221,22

1,341,2451,243

1,2941,24

161616,4 16,2715,98

9,39,39,3 9,39,3

Brie

fing

IL PUNTO

Il Monte, i cinesi e il no allo spezzatinodi Silvia Ognibene

REGOLEQUANTI DUBBISUL CODICEPER IL COMMERCIO

A lla Cassazione non piac-ciono le normative tosca-

ne sul commercio. E Confe-sercenti chiede alla Regione di sedersi attorno a un tavo-lo per riscrivere le regole. Invito accolto dal neo asses-sore regionale Stefano Ciuof-fo che dice «se in ottobre arriverà un’altra bocciatura, siamo disponibili a riscrivere insieme le regole». Il codice del commercio adottato dalla giunta nel 2012 è stato impugnato dal governo che ha avuto ragione dalla Cassazione nel 2013. La Re-gione avrebbe «invaso» le competenze dello Stato. La Toscana ha provato a correg-gere il tiro con la legge ur-banistica del 2014, impugna-ta pure quella: la sentenza è attesa, appunto, per il mese di ottobre. «Basta ragionare solo di metri quadri» dice Nico Gronchi, presidente di Confesercenti. «Bisogna me-diare» dice Ciuoffo.

S.O.© RIPRODUZIONE RISERVATA

TRADIZIONIIL PANFORTEVA A DUBAIE TOGLIE IL GLUTINE

«P osso offrirti un po’ dipanforte o dei riccia-

relli?». Mancano mesi a Na-tale, ma non stupitevi se vi trovate a Dubai, o in Austra-lia e il vostro ospite vi offre i tipici dolci senesi. Come spiega Fausto Leoncini, dal 1994 alla guida della Fabbri-ca del Panforte: «I mercati orientali crescono e la cosa che mi ha stupito è che ci abbiano cercato loro». E c’è una novità anche per il mer-cato italiano: «Panforte, ric-ciarelli e amaretti sen-za glutine». Leoncini gui-da una pic-cola eccellen-za da dieci dipendenti e 1,5 milioni di fatturato. «Il mio — dice — non è un prodotto caro, è un prodotto costoso. Quan-do arriva la crisi molti ab-bassano la qualità, io non lo posso e non lo voglio fare. E ora, per fortuna, vedo tanti clienti tornare dopo aver scelto per un po’ prodotti di fascia bassa».

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

INVESTIMENTIEFFETTO DISGELO:LA TOSCANARISCOPRE CUBA

L a Toscana è già a Cuba, eci sarà ancora di più. Do-

po la Ley de Inversión Ex-tranjera, la nuova normativa voluta dal governo di Raul Castro che facilita gli investi-menti e il «disgelo» tra Cu-ba e Usa, molte aziende si stanno muovendo verso l’iso-la. Soprattutto a Mariel, il nuovo porto (che consente l’arrivo delle grandi imbarca-zioni Panamax, che possono attraversare il Canale omoni-mo ora più largo) e la nuova area di espansione, con cari-chi fiscali minori e incentivi per l’arrivo di manifattura leggera e media. Oltre alla Tognozzi, presente dal ‘96 con una società italo-cubana, negli ultimi mesi diverse realtà importanti della nostra regione si sono mosse, an-che grazie alla missione voluta dal governo ita-liano e dalla Sace, la «banca del-l’export», che garantisce gli investimenti all’estero e che ha allar-gato il suo plafond di sostegno da dieci a cento milioni di euro (e ha anche stretto un accordo con Banca Intesa). Tra le aziende già interessate, ci sono cooperativa Archeolo-gia, El.En spa, Inso sistemi per le infrastrutture sociali, Nivi group spa, Gst, Pangea società cooperativa consorti-le. «Nel 2013 — spiega il chief economist Sace per Cuba Alessandro Terzulli — l’export italiano è stato di 230 milioni, facilmente può raggiungere i 270». Per la Toscana si parla di più di 9 milioni di euro, soprattutto da Arezzo (oltre 3 milioni) grazie all’esportazione di macchinari e apparecchiature elettriche. Nel prossimo futu-ro i settori più interessanti per gli investimenti dalla Toscana a Cuba, potrebbero essere i beni alimentari, chimica, elettronica e indu-stria metallurgia leggera, farmaceutica, costruzioni. E po il turismo, la canna da zucchero, l’estrazione di ni-chel, il biomedicale: la sanità cubana resta la migliore del sud America, anche nella ricerca, ma è carente di strutture e apparecchiature, dove invece la Toscana è lanciatissima.

Marzio Fatucchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milioni di euro il peso attualedei rapportieconomici tra la Toscanae Cuba

9

Il panico che da Shanghai si è esteso a tutte le borse dell’Asia Pacifico ha penalizzato anche Salvatore Ferragamo che realizza lì il 36% del fatturato. L’8 luglio l’azionario asiatico è sceso ai minimi da un anno e mezzo, il mercato cinese ha lasciato sul terreno il 30% da metà giugno bruciando 3 mila miliardi di dollari di capitalizzazione, e la metà delle società cinesi quotate ha sospeso le

contrattazioni. Le borse asiatiche hanno ripreso fiato, dopo le misure introdotte da Pechino su acquisto (sostenuto dalla banca centrale) e vendita (limitazioni di vendita allo scoperto). Il forte rialzo delle borse asiatiche è proseguito anche venerdì, con Shangai in rialzo di circa il 6% e Hong Kong del 2,3%: Ferragamo ha chiuso in rialzo dell’1,93%. In un mese il titolo della maison ha perso il 4,31%.

VITA DIGITALECITTÀ O PISTA?UN TOCCOE L’AUTO CAMBIA

G uida da pista o da città?Nelle auto del futuro si

potrà scegliere sul momento con una semplice app sul proprio smartphone. Dopo tre anni di ricerca tra pochi mesi il dispositivo ideato dalla spin off Meccanica 42, nata dalla collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo fio-rentino e l’azienda torinese Danisi Engineering, sarà messo in commercio e con-sentirà di superare il com-promesso tra la guida quoti-diana e quella sportiva. L’ap-parecchio interviene sulla percentuale di bloccaggio del differenziale che potrà essere modulato direttamente con la app, consentendo di agire sulla reattività dello sterzo e sulla trazione: «Questo siste-ma permetterà un’elevata personalizzazione del veicolo — assicura Claudio Annic-chiarico, amministratore de-legato di Meccanica 42 — Si potrà infatti cambiare la ri-sposta del veicolo, passare dalla guida di tutti i giorni in città a quella sportiva con la massima sicurezza». Oltre che, con la stessa auto.

Gaetano Cervone© RIPRODUZIONE RISERVATA

LAVOROL’AUTISMOE L’ATTENZIONEAI DETTAGLI

S e il fatturato cresce, partedel merito è anche dei 13

giovani con autismo che la-vorano con dedizione e cura del dettaglio. Un connubio vincente tra business e so-ciale, attuato con grandi ri-sultati dall’azienda informati-ca livornese Arnia che offre servizi di elaborazione dati e documenti, catalogazione, archiviazione, migrazione dati, content management. All’interno dell’azienda è na-to un laboratorio di forma-zione per persone con auti-smo, dove 13 ragazzi tra i 23 e i 25 anni stanno facendo pratica. Due di loro verranno presto assunti, con grande soddisfazione dello psicologo Fabio Franciosi, coordinatore del laboratorio insieme ai tecnici. «Le persone con au-tismo — spiega — hanno abilità molto specifiche di cura del dettaglio, oltre ad una grande capacità di con-centrazione. Hanno tutte le caratteristiche per offrire un valore aggiunto». Arnia offre informazioni (info@arniapeo-ple,com), a tutte le aziende interessate alla collaborazio-ne con persone autistiche.

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

I ragazzi con problemi di autismo che partecipano al laboratoriodi Arnia

13

N

S

E W

ROMA

ICONE

SOCIALERICERCA

MERCATI

La b

usso

la d

ella

set

timan

a

FI

3Lunedì 13 Luglio 2015Corriere Imprese

PRIMO PIANO

Sopravvivere al mercatoCinque consigli alle startupLa nostra regione è il primo vivaio di cervelli d’Italia, ma poche idee diventano aziende solidePer fare il salto servono l’ambiente giusto, un prodotto vendibile, competenze, formazioneMa soprattutto risorse, e non bastano quelle pubbliche: «Mancano all’appello 900 milioni»

La Toscana è prima inItalia per numero dispinoff attive: qui siconcentra l ’11,4 percento delle 1.144 attività

imprenditoriali nate all’inter-no di Università ed enti diricerca. Se guardiamo, invece,alle startup innovative, la re-gione scende al sesto postonella classifica nazionale, con238 aziende pari al 6,4 percento del totale italiano.

Il primato delle startup va

diecimila società di capitali),in una graduatoria dove Pisaè quarta.

Che succede? Perché il pri-mo vivaio di cervelli italianopoi perde per strada molteiniziative che non riescono afare il salto di qualità e diven-tare aziende vere? Come si faa invertire la rotta? «Serve inprimo luogo il giusto am-biente di coltura, una buonaconsistenza di Università, polidi eccellenza e centri di ricer-ca — dice Domenico Laforen-za, direttore dell’area ricercadel Cnr di Pisa — E la Tosca-

catore non trova spazi per lacarriera accademica. Le azien-de nate per opportunità, checioè intercettano reali esigen-ze del mercato, possibilmentecon brevetti già registrati,hanno molte possibilità di so-pravvivenza in più».

Come è successo a DanieleRatti, 23 anni, che lo scorsoanno ha vinto la it.Cup — or-ganizzata da Registro.it, l’ana-grafe dei domini italiani gui-data dal Cnr di Pisa, quest’an-no alla quarta edizione e fina-le in programma il prossimoottobre — con il progetto Fat-ture in Cloud per la fattura-zione digitale: garantisce ra-pidità e risparmio per un ser-vizio indispensabile a chiun-que abbia una partita Iva einfatti conta già oltre quaran-tamila utenti attivi (cioè pa-ganti).

Altre volte accade che unricercatore abbia un’idea ec-cellente ma non trovi nel suoentourage il supporto neces-sario per trasformarla in unprodotto vendibile. Oppureche l’idea abbia un grado diinnovazione troppo alto ri-spetto ad un mercato ancorapoco maturo. In sostanza ser-vono le giuste professionalitàimprenditoriali da affiancareai «cervelli» che però, a lorovolta, «devono anche esserepronti a rivedere le loro ideedi partenza per renderle ade-renti alle esigenze del merca-to», aggiunge il direttore delCnr.

Poi servono i soldi, e nonbastano quelli pubblici. An-cora una volta, la Toscana sidimostra virtuosa, avendomesso in campo il program-

ma Startup Houses (due mi-lioni per recupero di spazipubblici e voucher fino aquindicimila euro per aspi-ranti imprenditori) e 5 milio-ni di prestiti per gli under 40,riconoscendo e finanziando ilcoworking, riorganizzando ilsistema di trasferimento tec-nologico in dodici distrettiaperti ad una gestione pub-blico-privata.

I guai iniziano quando fini-sce il sostegno pubblico.«Quando si bussa alla portadelle banche cominciano idolori e le attività di venturecapital in Italia sono ancoraall’inizio», conclude Laforen-za. Concorda Paolo Barberis,fondatore di Dada e NanaBianca, ora consigliere di Pa-lazzo Chigi per l’innovazione:«Il capitale di rischio in Italiaè pari a cento milioni l’anno:per essere coerente con le ca-ratteristiche demografiche esocioeconomiche del nostroPaese dovrebbe essere alme-no dieci volte tanto. I soldidevono arrivare non dallebanche ma da fondi di ventu-re capital alimentati sia da in-vestitori istituzionali che daaziende private interessate al-la ricerca».

E serve un nuovo approccionella formazione universita-ria: «Perché una tesi di laureanon può essere il piano dicreazione di una startup?»,aggiunge Barberis. E ancora:«I nostri amministratori loca-li potrebbero creare dei veri epropri quartieri digitali, satel-liti delle Università e degli en-ti di ricerca, come avviene aLondra e a Berlino». Ma so-prattutto, i giovani non devo-no avere paura: «I nostri star-tupper sono condizionati daltipico atteggiamento italianodi avversione al rischio e pau-ra di fallire. Non devono ave-re paura: male che vada, an-che se la loro azienda chiudedopo due anni, nel percorsoper costruirla avranno avutouna grandissima lezione divita e una opportunità di for-mazione altissima, più im-portante di qualunque masteruniversitario. E nel giro di po-co ritroveranno lavoro», con-clude il fondatore di Dada.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

alla Lombardia (808, pari al21,8 per cento su base nazio-nale) seguita dall’Emilia Ro-magna (451, ovvero il 12,2 percento). Milano ospita il nu-mero più alto di neonateaziende ad alto tasso di inno-vazione (533), mentre Firenzeè ottava (94). Trento è primaprendendo a parametro la«densità» di startup (101 su

na in questo senso è una re-gione virtuosa, non sorpren-de affatto che sia prima inItalia per numero di spinoffattivi. Ma la grande differenzaè tra le startup che nasconoper necessità e quelle che na-scono per opportunità: diffi-cilmente potrà sopravvivereun’iniziativa che nasce solocome ripiego perché il ricer-

di Silvia Ognibene Alla Fortezza

Via a ToscanaTechnologica:ricerca e impresasi incontranoToscana Technologica torna per il secondo anno a Firenze domani e mercoledì, alla Fortezza da Basso. Un’occasione d’incontro e confronto tra l’eccellenza della ricerca, le ultime tecnologie, le startup innovative e i centri nazionali e internazionali che promuovono lo sviluppo del sistema produttivo. Due giorni di appuntamenti dedicati al sistema dell’innovazione. Toscana Technologica, che si svolge in contemporanea e in sinergia con Smau Firenze (al via da oggi sempre alla Fortezza da Basso, padiglione Spadolini), punta a dare visibilità all’ecosistema toscano come punto di incontro fra tradizione, manualità, innovazione e alta tecnologia. Protagonisti dell’evento saranno le imprese toscane, dai grandi gruppi multinazionali con sede sul territorio all’universo delle Pmi e delle startup. Saranno presenti investitori industriali e finanziari, le tre Università della regione, i Centri di Ricerca e i Poli d’innovazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Successi

La serra galleggianteideata da Pnatpremiata ad ExpoU n altro riconoscimento per Jellyfish Bar-

ge, la serra galleggiante ideata da Pnat,spin off dell’Università di Firenze. Dopo il podio conquistato nel concorso mondiale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Uni-te, arriva il primo posto tra i Nuovi Talenti Imprenditoriali nell’ambito del concorso ide-ato dal ministero per le Politiche Agricole che ha visto lo spin off toscano premiato venerdì all’Expo di Milano. La serra galleg-giante, ideata dalla giovane equipe di ricerca-tori del Laboratorio internazionale di neuro-biologia vegetale diretto dal professore Stefa-no Mancuso, consente di coltivare frutta e verdura senza consumare terra, acqua e energia elettrica. Grazie al sistema di coltiva-zione idroponico, Jellyfish permette di non utilizzare la terra e di riutilizzare invece l’ac-qua (anche salata grazie ai dissalatori solari) con un risparmio del 70 per cento rispetto alle colture tradizionali. La startup è stata fondata a marzo del 2014 ed è presieduta dalla 36enne Camilla Pandolfi.

G.Ce.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Numeri e classifiche

Fonte: servizio Infocamere di Unioncamere nazionale Dati terzo trimestre 2015 (aggiornati al 6 aprile 2015)

Prima per "densità" (numerostartup rispetto al totaledelle società di capitale su baseprovinciale) è Trento con 101aziende, Pisa è quarta con 56

In Italia ci sono 3.711startup, 532 in più rispettoal 31.12.2014 (+16,7%)

Prima regione: Lombardia,808 startup (21,8%del totale nazionale)

Toscana è sesta con 238(6,4%)

Firenze è ottava con 94

Prima città è Milanocon 533 startup

Il capitale sociale totaleè di 192 milioni di euro

Il capitale sociale medioper ciascuna startup è 52mila euro

Il 73% opera nei servizialle imprese(soprattutto comparto Ict),il 18,2% nell'industria,il 4,1% nel commercio

Mediasoci:4

Mediadipendenti:2/3

Con il bando Startup House la Regione Toscana cercaspazi pubblicie privatida metterea disposizionedei giovaniimprenditoriinteressatiper sviluppare la loro ideaPer essere idonei al bando

Progetti

però gli spazi devono essere già attrezzaticon dotazioni tecnologichee disponibiliper almenocinque anni

DomenicoLaforenza

PaoloBarberis

FI

4 Lunedì 13 Luglio 2015 Corriere Imprese

FI

5Lunedì 13 Luglio 2015Corriere Imprese

LOCOMOTIVE

Ricci a cavallo dell’ondaUn sarto sulla tavolaRRD da un garage di Grosseto a leader nel settore kitesurf in 65 PaesiObiettivo crescere nell’abbigliamento, anche grazie ai segreti di mamma

Roberto Ricci la suascommessa l’ha vintanell’acqua. Nel 1993l’imprenditore ma-remmano decise di

spendere una fortuna persponsorizzare il numero dueai campionati mondiali di surfcon la sua prima linea di tavo-le, realizzate nel garage di ca-sa. L’anno successivo ha inau-gurato la linea d’abbigliamen-to, nel ’99 è diventato il primoproduttore al mondo di tavoleda kitesurf e oggi è a capo diun gruppo che fattura 20 mi-lioni di euro all’anno: 15 damateriale tecnico, 5 da t-shirt,bermuda e altri capi legati perlo più al mare. «L’ambizione èquella di aumentare le venditeall’estero di abbigliamento —spiega Ricci — Il mercato ita-liano della moda è il più diffi-cile ma anche il più premian-te: se un prodotto riesce qui,molto probabilmente riusciràanche negli altri Paesi».

La Roberto Ricci Design(RRD) nasce in un garage diGrosseto, frutto dell’ingegnodi un appassionato di surf, fi-glio di carrozziere e di unasarta. Un buon mix per parti-re: il padre gli ha fornito gli

attrezzi per la prima officina,la madre gli ha trasmesso isegreti della sartoria. «Abbia-mo coniato un termine: perf-romance, perché i nostri pro-dotti si rifanno sia al romanti-cismo della sartoria di tradi-zione sia al perfezionamentodella tecnologia».

Oggi il gruppo RRD è divisoin due società: la Ricci Inter-national, che si occupa di ta-vole da surf, kate, onda, sup, ela Montecristo srl per il vestia-rio. La prima con esportazioniin 65 Paesi traina il gruppo, laseconda sta allargando i pro-pri orizzonti. «Rispetto al 2013— spiega l’imprenditore —abbiamo raddoppiato il fattu-rato. Quest’anno speriamo dipoter aumentare di un altro50%, arrivando a triplicare

quello del 2013». Per questoobiettivo Ricci punta su un as-so. «Quattro anni fa abbiamobrevettato la olistic technolo-gy, che consiste nel combina-re diversi tessuti: dalla lana al-la lycra al cotone passando perle mute da surf». Uno studiopreciso e pignolo ha portatoalla Winter Storm, giacca chevuole unire eleganza e como-dità sartoriale con i tessutitecnici resistenti a pioggia evento. «Creiamo materialinuovi. La Winter Storm haavuto un ottimo successo inItalia, ora speriamo di racco-glierlo all’estero» continuaRicci. Negli uffici di ricerca esviluppo di Grosseto, oltrequaranta persone lavorano nostop per preparare il tuffo ver-so nuovi mercati, senza di-menticare casa. «Oltre il 60%del nostro abbigliamento èprodotto in Italia» spiega Ric-ci. Il settore tecnico produceinvece per l’80% in Asia. L’ab-bigliamento ora vende per il90% in Italia, al contrario letavole da surf piacciono so-prattutto all’estero, che rap-presenta il 75% del fatturato.

Alfredo Faetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

Curriculum

Web insidie:cerchi Pr,trovi commessi

S e il web è un mare civuole una bussola. Enel mondo del lavoro

a dare la direzione sono i cosiddetti cacciatori di teste, ossia quei professionisti che cercano la persona giusta per un dato incarico. Quasi tutti si mettono in mostra su Twitter e Facebook e questo comporta dei rischi. «Il bello e il brutto dei social network — spiega Roberto d’Incau

(foto), headhunter emanagingpartner diLang &partners —è checiascuno

può dire di sé quello che vuole». Un esempio? «Tempo fa una società ci chiese di verificare perché nella sua filiale americana, secondo la Rete, c’erano 20 vicepresidenti quando loro ne avevano 5. Nei social le definizioni che uno può dare di sé possono essere le più ampie e le più confondenti, questo può essere un problema quando si cerca una figura professionale. Se si cerca un Pr specializzato in celebrità si può incappare in chi si definisce Vip manager, ma questa persona potrebbe essere anche qualcuno che lavora in un negozio e assiste i clienti speciali».

(Edoardo Lusena)© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Toscana dopo la crisi

USCIRE DAL TUNNEL,IN TRE PAROLE

SEGUE DALLA PRIMA

Lo certifica il rapporto Irpet-Unioncamere sull’economia regionale. Uno virgola due percento, dicevamo. Sembra poco? Lo è. Ma se messo a paragone con la crescita zero registrata l’anno scorso, assomiglia ad un numero a tre cifre. Bene anche la partita esportazioni. Il «tosco-export» ha battuto l’Italia 4 a 0, aumentando tra il 2008 e il 2014 del 25,4%, il quadruplo della crescita registrata nello stesso periodo in tutto lo Stivale. Ora la cattiva notizia. I disoccupati nella nostra regione restano 170 mila, il doppio rispetto al 2008 quando infilammo il tunnel della crisi in compagnia di tutta l’Eurozona. Siamo avanzati di un metro ma il traguardo è lontano chilometri. Serve una rivoluzione mentale: cominciare a vedere la Toscana come un ecosistema produttivo, politico e socio-economico dove tutti gli attori giocano la stessa partita. Quella della ripresa e di una nuova coesione sociale, dove le imprese si aggregano, conquistano nuovi mercati e investono in ricerca e sviluppo. Tre parole ci separano dal traguardo: cooperazione, innovazione e trasparenza. Le lega lo stesso filo. Cooperazione per spingere le nostre Pmi dal locale al globale, tramite una nuova cultura di impresa e modelli di business alternativi come i contratti di rete, «cartelli» virtuosi di aziende in grado di collaborare a progetti e obiettivi per dare gambe a quell’innovazione in grado di spalancare la porta ai mercati esteri. L’innovazione, però, deve riguardare anche la politica dei servizi alle imprese, portate avanti oggi da una miriade di soggetti. In poche parole se veramente vogliamo aiutare le imprese dobbiamo potergli costruire una squadra intorno e non basarsi sulle sole capacità del singolo. Siamo alla trasparenza (che in controluce si legge merito). La Regione può premiare e incentivare questo meccanismo con una governance che destini risorse su base produttiva e non assistenziale, premiando le idee innovative che magari restano murate dentro un piccola impresa a conduzione familiare o una start-up nata ma già sul viale del tramonto. Ecco, se da domani, questo diventasse reale, avremmo appena inventato un piccolo ecosistema. L’esatto opposto della selezione darwiniana con cui la crisi ha selezionato i soggetti più forti e ucciso il resto. Un ecosistema dove ogni stakeholder, ogni corpo intermedio o soggetto politico gioca nella stessa squadra, avendo però preso insegnamento dalla crisi e rinnovando concretamente i propri ruoli. Basta illusioni o mantra consolatori, è il momento di brillare. Insieme.

Lapo Cecconipresidente reteSviluppo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tavole e vele da kitesurf firmate da RRD: Ricci è dal 1999 il leader mondiale nel settore (foto robertoriccidesigns.com)

Milioni di euro di fatturatoderivantedal materiale tecnico, il traino del gruppo

15

La crescitadel fatturatonel settore abbigliamentodal 2013all’anno scorso

50%Roberto Ricci dietro una tavola

FI

6 Lunedì 13 Luglio 2015 Corriere Imprese

FI

7Lunedì 13 Luglio 2015Corriere Imprese

DISTRETTI

Quarrata, la terza vita dei mobiliIl ciclone Ikea, lo stop della Russia. Le aziende si reinventano ancora, guardando a Oriente

Dai divani per tutti al-l ’arredamento perpochi, dalla produ-zione su larga scala allusso. Da 600 a 260

imprese in 15 anni. Il distrettodel mobile imbottito di Quar-rata è uno dei dipartimentiindustriali a maggior tasso dicambiamento. Per continuarea stare sul mercato ha dovutocompiere numerose evoluzio-ni, e ancora non è finita. Ilnumero di aziende si è piùche dimezzato dal 2001 ad og-gi e gli addetti del settore, cheall’epoca erano oltre 3.000,oggi sono diventati circa1.400. La produzione si è do-vuta riadattare virando sullaqualità e sul design per fron-teggiare la concorrenza dellaproduzione di mobili low costin un mercato governato dacolossi come Ikea. E le proble-matiche economiche dei Pae-si verso cui le esportazionierano più significative negliultimi anni, in primo luogo laRussia. In pratica, per le im-prese di Quarrata, reinventarsiè stato sufficiente a prendererespiro, ma non a riemergeredel tutto. Nel 2014 infatti ildistretto ha registrato un nuo-vo calo delle esportazioni:meno 6,8 per cento rispettoall’anno precedente.

Le sanzioni imposte dallacomunità internazionale a se-guito della crisi ucraina sonosolo una parte del problema:svalutazione del rublo e disce-sa del prezzo del petrolio so-no le altre cause della flessio-ne di domanda di arredamen-to da quel Paese. Per com-prendere le dimensioni diquesta débâcle è sufficienteosservare che il 7 per cento

della produzione italiana dimobili finisce attualmente nelPaese guidato da VlaldimirPutin.

«Se producessi forme diparmigiano, certamente avreigià chiuso», commenta laco-nico uno degli imprenditoripiù importati di Quarrata,Carlo Cappellini, che ironizzasul fatto che per il momentole sanzioni non riguardanodirettamente il distretto delmobile (ma solo alcuni pro-dotti agroalimentari). Tuttaviail riflesso del congelamentodi gran parte dei rapporti

terizzata dal passaggio dalmercato di produzione su lar-ga scala alla nicchia della qua-lità). Anche la seconda sfida,quella della forte diminuzionedella domanda interna di mo-bili relativa alla lunga crisi economica italiana (iniziatanel 2007 e ancora di là dachiudersi), è stata domata conun’innovazione dagli impren-ditori quarratini: cercare (etrovare) mercati esteri dove ladomanda fosse forte. Dunqueecco la Russia, la cui forzacentripeta oggi comincia ascemare. «Nel 2012 e nel 2013è andata bene, ma oggi —rivela Cappellini — perdo il50 per cento delle mie espor-tazioni in Russia». Nel com-plesso, il distretto quarratino,ha visto calare nell’ultimo an-no le esportazioni verso laRussia del 27 per cento. Se siconsidera che la «FlorenceCollection» vende addiritturala metà dei suoi prodotti nelPaese di Putin, si comprendeche la ricerca di nuovi mercatiè obbligatoria. «Ora abbiamocambiato in corsa e disegnatouna linea per il mercato cine-se, con forme più arrotondateche si addicono a quel gusto:dobbiamo adeguarci rapida-mente — spiega Cappellini —è l’unica strada». Una stradache appare comunque tutt’al-tro che piana, guardando alcollasso delle borse di Shan-ghai e Hong Kong che il go-verno cinese sta cercando didomare. Forse sarà sufficienteper prendere nuovamente re-spiro. Ma i mobilieri quarrati-ni dovranno presto inventarsil’ennesimo cambiamento.

Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il progetto Un matrimonio di interessetra i due motori del ChiantiLaika e Consorzio del Classico insieme per il turismo, sulla spinta di Expodi Mauro Bonciani

F orse solo in Toscana sipoteva unire un distrettomanifatturiero con uno

del vino, sfruttando la vici-nanza fisica, un territorio fa-moso nel mondo e unaclientela internazionale. È ilcaso di «Gallo Nero en pleinair», l ’iniziativa nata inChianti da Laika, fabbricaleader del distretto del cam-per, e dal Consorzio VinoChianti Classico, con pac-chetti per vivere in camper ilterritorio di uno dei vinisimbolo della regione.

«Il progetto è partito amaggio e nasce da un’idea diClaudio Tongiani, presidentedi Confindustria Area Fio-rentina Sud Chianti, che ilConsorzio e Laika hanno im-

mediatamente sposato —spiega Giuseppe Liberatore,direttore generale del Con-sorzio Vino Chianti Classico— In Chianti si produconotante eccellenze, non soloenologiche: unire il mondoagricolo con quello indu-striale ci è sembrato un belmodo per raccontare il no-stro territorio». Laika ha e ilConsorzio hanno sede nelcomune di Tavarnelle Val diPesa e poco lontano c’è SanCasciano dove la fabbrica deicamper si trasferirà nel nuo-vo stabilimento (il cui via li-bera è arrivato dopo 13 anni)e la sinergie è sembrata na-turale, complici anche le«sovrapposizioni» tra iclienti di Laika e quelli del

Chianti, molti dei quali stra-nieri. Risultato, un sito dedi-cato www.galloneroenpleina-ir.it, camper appositi e no-leggiabili, grazie alla colla-borazione di Caravan Baccidi Pisa, pacchetti di 3 o 7giorni, con anche corsi sulvino, degustazioni, visite aimusei locali. «È un investi-mento che conferma il no-stro legame con la Toscana.Laika produce veicoli di altagamma nel cuori del Chiantida più di 50 anni ed il lega-me con il territorio è indis-solubile — sottolinea Jan deHaas, Ad di Laika Caravansspa — Valorizzare l’ambientedove viviamo e operiamo ènel Dna di Laika ed è perquesto motivo che abbiamo

abbracciato il progetto delConsorzio Vino Chianti Clas-sico». Un investimento arri-vato a crisi non ancora supe-rata per il distretto camperi-stico — «Nei mesi scorsi si èavvertito un piccolo miglio-

ramento. Dobbiamo aspetta-re» — e in attesa del traslo-co della fabbrica a Ponterot-to: «Lo stabilimento saràpronto entro dicembre 2015/gennaio 2016», dice ancoraJan de Haas. «L’Expo ha avu-to il merito di stimolarel’idea, ma il progetto non siesaurirà nel 2015, abbiamointenzione di tenerlo “onair” anche nelle prossimestagioni...», aggiunge Giu-seppe Liberatore. E un pri-mo bilancio, è possibile adue mesi dal varo dell‘offer-ta? «Il progetto ha riscossol’interesse dei clienti siaLaika che del Consorzio, conmolte richieste di informa-zioni legate all’uso del cam-per e agli itinerari. Con ilcamper è possibile scopriregli angoli più suggestivi delnostro territorio — dice Li-beratore — “Dove vuoi,quando vuoi”, potrebbe es-sere la formula e tutto ciò,unito al buon cibo e soprat-tutto al buon vino riteniamoche sia un’arma vincente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

commerciali — e la minacciache le sanzioni vengano pre-sto estese anche al settore delmobile — è già sufficiente amettere ancora una volta inagitazione un intero settore. Ilsuo. Cappellini guida la «Flo-rence Connection» da quandoebbe l’intuizione di anticiparei mercati fondendo le due fasidella produzione di salotti: lafalegnameria e la tappezzeria.Una sola produzione, un solomarketing: una scelta che loha visto dominare e sconfig-gere la prima crisi (quella de-gli ultimi anni Novanta, carat-

Del vino prodottodal Consorzioche vienevendutoall’estero

80%

Milioni di euroil fatturatodi Laikanel 2014

60

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

Direttore responsabile:Paolo ErminiVicedirettore: Eugenio TassiniCaporedattore centrale:Carlo Nicotra

Editoriale Fiorentina s.r.l.Presidente:Marco BassilichiAmministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni

Sede legale: Lungarno delle Grazie 2250122 FirenzeReg. Trib. di Firenze n. 5642del 22/02/2008

Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Paolo Ermini

© Copyright Editoriale Fiorentina s.r.l.Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte diquesto quotidiano può essere riprodotta conmezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogniviolazione sarà perseguita a norma di legge.

Stampa: RCS Produzioni S.p.A. Via Ciamarra 351/ 35300169 Roma - Tel. 06-68.82.8917

Diffusione: m-dis Spa Via Cazzaniga, 1920132 MilanoTel. 02.2582.1

Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A.Dir. Communication SolutionsVia Rizzoli, 820132 MilanoTel. 02.2584.1www.rcscommunicationsolutions.it

Pubblicità locale: SpeeD SocietàPubblicità Editoriale e Digitale S.p.A.Viale Giovine Italia, 1750122 FirenzeTel. 055.2499203

Poste Italiane S.p.A.Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, Art.1, c.1, DCB Milano

COMITATO SCIENTIFICO

Paolo Barberis: fondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del ConsiglioFabio Filocamo: Presidente Harvard Alumni Italia, CEO Dynamo Venture, Member of Board Principia SGRFabio Pammolli: Professore di Economia e Management IMT Alti Studi Lucca

Alessandro Petretto: Professore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studi di Firenze

Supplemento gratuito al numero odierno del

Direttore responsabileLuciano Fontana

I numeri La produzione industriale Pistoianel primo quadrimestre 2015 rispettoallo stesso peridodo del 2014

-3,3%

Provincia italiana per export nel 201483ª

Fonte: elaborazione Confindustria su dati Istat

La quota del distretto del mobilenel quadro dell’export dell'industrianella provincia pistoiese (secondosettore dopo il vivaistico)

8,5%

da 30,4 a 27,3 milioni di euro

-10,2%

Fonte: monitor distretti di Intesa San Paolo

A fine 2014 il mobile quarratinoè terzultimo in classifica distrettitoscani per valore della produzione

Numeroaddetti

2014 1.4212007 2.7742001 3.239

Numeroimprese

2014 2602007 3302001 459

ESPORTAZIONI DISTRETTO DEL MOBILE QUARRATINO IN MILIONI DI EURO

Fonte elaborazione Coldiretti su dati Istat

-6,8%Export mobili Pistoia2014 su 2013 -21%

Export mobili nazionale2014 su 2013

2001 199.366 2007 226.194 2014 105.873

7% circa, il peso di Russia e Ucraina sulle vendite all’esterodei mobilifici quarratini

Una delle immagini della campagna«Gallo Nero en plein air»

Style

In smoking,anchecon il costume

A vere sempre l’abitogiusto al momentogiusto. Maniaci del

dress code ecco l’ultima trovata estiva pronta a rendere felici organizzatori di party esclusivi a bordo piscina e ospiti inseparabili dal «black tie». Niente abito scuro però, né smoking, camicia bianca, farfallino, cravatta nera, gemelli o scarpe di vernice. Per lui con il caldo che avanza può

esseresufficienteindossareuncostume.Modelloboxer e conuna

innovativa cintura piatta, senza elastico arricciato in vita — che dona un effetto slim anche a chi è dotato di pancetta — quello smoking «Tuxedo» di Vilebrequin sarà un must. Il marchio nato a Saint-Tropez in Costa Azzurra nel 1971 ne ha infatti ideato uno quasi sartoriale in nylon stretch e bande in satin di raso idrorepellenti.(Laura Antonini)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CappelliniPerdola metàdelle mieesporta-zioni verso Mosca

Abbiamo disegnatouna lineamorbida,secondoil gusto cinese

FI

8 Lunedì 13 Luglio 2015 Corriere Imprese