COLOMBO, LA REGINA ISABELLA, PEPPINIELLO E LA PIZZA … · olio e pomodoro e cotto al forno a...

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COLOMBO, LA REGINA ISABELLA, PEPPINIELLO E LA PIZZA MARGHERITA Dopo il Medioevo, tra il XIV e il XV secolo, l’uomo veniva considerato a misura di ogni cosa e padrone del proprio destino. In seguito molti Europei appresero che le acque che circondavano le terre formavano un unico mare e molti partirono per esplorarlo; tra questi vi fu Cristoforo Colombo. Sin da giovanissimo sviluppò le sue riflessioni sull’andamento delle correnti e sulla dinamica delle maree. Lesse trattati di navigazione e di geografia scritti, precedentemente, da Marco Polo. Grazie ad alcune tracce, raccolte durante i viaggi di esplorazione, si convinse che un’altra terra si trovasse al di là dell’oceano e, siccome nessuno dubitava che i continenti fossero solo tre, egli ritenne che quella terra fosse l’Asia. Colombo decise di ideare il progetto di arrivare a Levante per la via di Ponente

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COLOMBO, LA REGINA ISABELLA, PEPPINIELLO E LA PIZZA MARGHERITA

Dopo il Medioevo, tra il XIV e il XV secolo, l’uomo veniva considerato a misura di ogni cosa e padrone del proprio destino. In seguito molti Europei appresero che le acque che circondavano le terre formavano un unico mare e molti partirono per esplorarlo; tra questi vi fu Cristoforo Colombo.

Sin da giovanissimo sviluppò le sue riflessioni sull’andamento delle correnti e sulla dinamica delle maree. Lesse trattati di navigazione e di geografia scritti, precedentemente, da Marco Polo. Grazie ad alcune tracce, raccolte durante i viaggi di esplorazione, si convinse che un’altra terra si trovasse al di là dell’oceano e, siccome nessuno dubitava che i continenti fossero solo tre, egli ritenne che quella terra fosse l’Asia. Colombo decise di ideare il progetto di arrivare a Levante per la via di Ponente

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e lo sottopose al sovrano del Portogallo Giovanni II che lo rifiutò. Nello stesso anno Colombo si trasferì in Spagna e propose il progetto a Ferdinando II D’Aragona e a sua moglie Isabella di Castiglia che lo accettarono; così partì dal porto di Siviglia con le tre Caravelle: la Nina, la Pinta e la Santa Maria il 3 Agosto 1492.

Un tempo l’uomo si muoveva ancora a piedi o con il cavallo, quindi i tempi per raggiungere un luogo, dipendevano dalla velocità o del cavallo o della nave. Cristoforo Colombo aveva promesso alla regina Isabella che sarebbe ritornato con le navi piene di ricchezze e materiali preziosi, ma durante la traversata la Santa Maria affondò. Solo il 12 Ottobre giunse sull’isola di Watling, che soprannominò San Salvador. Una volta tornato, Peppiniello, un marinaio di Napoli, lo avvisò che, dopo la disavventura successa con una delle tre Caravelle, non sarebbe stato facile farsi vedere dal popolo come il grande navigatore che era e così fu; le ricchezze

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promesse non si videro e la popolazione lo accolse senza entusiasmo. La regina Isabella però lo scusò, offrendogli un’altra possibilità, organizzando una seconda spedizione. Peppiniello, però, titubante consigliò di partire con tredici navi, numero fortunato, e di prendere le necessarie precauzioni.

. (Regina Isabella di Castiglia) Salparono, ma a metà viaggio il comandante in seconda, convinse Colombo a staccarsi dalla flotta, puntando a sbarcare per primo. Alla fine però Colombo arrivò nel nuovo mondo, fu il primo a navigare in mare aperto e tutti gli altri grandi navigatori non fecero altro che seguire il suo percorso. Effettuò ancora due spedizioni con scarsi risultati e poi fu allontanato dalla corte e morì a Valladoid il 20 Maggio 1506. I viaggi di esplorazione e la scoperta del nuovo continente permisero di capire che il mondo era più grande di quanto non si credesse. Colombo importò dall’Europa

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diversi alimenti, tra cui il pomodoro, che inizialmente non piacque.

Solo in seguito fu usato come salsa in contemporanea con la produzione della pasta. Il suo colore attirò specialmente i napoletani a cui ricordava il Vesuvio. Questo prodotto divenne sempre più famoso e anche dai nobili fu utilizzato molto. Successivamente, Ferdinando II fu il primo ad organizzare un ricevimento dove venne servita la pizza, fatta con pasta lievitata, mozzarella, salsa di pomodoro e basilico. Nacque così la pietanza più famosa al mondo: LA PIZZA MARGHERITA. Il successo della pizza conquistò anche i sovrani di Casa Savoia, tanto che proprio alla regina Margherita di Savoia nel 1889 il pizzaiolo Raffalele Esposito dedicò la "pizza Margherita", che rappresentava il nuovo vessillo tricolore con il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro ed il verde del basilico. Quella che oggi è chiamata pizza Margherita era tuttavia già stata preparata prima della dedica alla regina di Savoia.

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L'innovazione che ci diede la particolare focaccia che chiamiamo pizza fu l'uso del pomodoro come condimento. Per alcuni anni dopo che il pomodoro fu portato in Europa dalle Americhe nel XVI secolo, molti europei credevano che fosse velenoso (come varie altre piante del genere Solanum a cui appartiene). Il piatto guadagnò popolarità e presto la Pizza divenne un'attrazione turistica quando i visitatori a Napoli si avventuravano nelle zone più povere della città per provare le specialità locali. LA PIZZA MARGHERITA OGGI La pizza oggi è diventata un alimento ineliminabile dalla tavola mediterranea, ma anche europea e mondiale. Un po’ esagerando e scherzando, si potrebbe dire che le civiltà passano e la pizza -novella Sfinge o Araba fenice- resta immortale. L'aggettivo "immortale" sembra sproporzionato? Non si direbbe. Ci hanno provato un po' tutti a distruggere la pizza. Ci ha provato il dialetto romano usando il termine "pizza" per indicare qualcosa di noioso. Ci ha provato anche uno scrittore "crumiro": il napoletano Gaetano Valeriani, che nel 1847 nel racconto Porta Capuana ha riunito nelle sue pagine tutto quel che si poteva dir di male della pizza. Ci ha provato la società dello spettacolo, coniando l'espressione pizza connection. Ma la pizza resiste. E come! Il nostro auspicio, allora, è che fra tremila anni ci sia ancora chi celebri i fasti della pizza.

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FRASI, CITAZIONI E AFORISMI SULLA PIZZA

Se si fa in quattro per renderti felice, è una pizza. (Anonimo) La vera pizza è alimento, simbolo e rito. Alimento povero e nobile. Disco festoso di pasta, colorato di rosso. Ma è anche qualcosa di più di un impasto di acqua e farina, condito con olio e pomodoro e cotto al forno a legna. La pizza si fa non si cucina. Nasce povera. Si fa con le mani e con la sola abilità delle palme. (Gaetano Alfetra) La scatola della pizza è quadrata, la pizza è rotonda e le fette sono triangolari. Conclusione; niente nella vita ha un senso. (Anonimo)

Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa vedrai che il mondo poi ti sorriderà. (Pino Daniele)

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LIBRO: SPECIALE STORIA; AUTORI: GIANNI GENTILE, LUIGI RONGA; LIBRO: CHE STORIA 2; AUTORI:E UGENIO LORENZETTI, MARCO TAGLIAFERRI; APPUNTI FORNITI DALL’INSEGNANTE. INTERNET

Gruppo n. 4: Fucci Francesca Pia, Minotti Giulia, Truppi Alberta, Pastore Miriam, Izzo Mattia

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