::COLLEGIO GEOMETRI di GORIZIA:: · Created Date: 2/24/2012 4:22:57 PM

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Mensile - Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. 70% - D.C.B. - UD - Direttore responsabile BRUNO RAZZA GEOMETRA dimensione 02 2012 Organo ufficiale del Comitato Regionale dei collegi dei Geometri e Geometri laureati del Friuli Venezia Giulia

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Mensile - Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. 70% - d.c.b. - ud - direttore responsabile bRuNO RAZZA

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Organo ufficiale del

comitato Regionale

dei collegi

dei Geometri e

Geometri laureati del

Friuli Venezia Giulia

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4 EditorialE Il riordino delle professioni, cosa cambierà per noi? di Bruno Razza

7 Edilizia L'impiantista può garantire per gli altri di Marilisa Bombi

8 PrEVENzioNE iNCENdi Pubblicati i primi chiarimenti applicativi

del nuovo regolamento di prevenzione incendi di Silvio Martinelli

10 Cassa Notizie sulla nostra previdenza di Renzo Fioritti

13 Catasto Il Tavolare si allontana dai cittadini e dai tecnici di Cristian Bermardis

18 L'IMU ed i fabbricati rurali di Bruno Razza

21 attiVita' iNtErNazioNalE La nostra presenza nell'ambito internazionale dei Geometri

di Luca Passador

26 lEttEra al dirEttorE

28 attiVita' CollEGio di PordENoNE L'applicazione della tariffa professionale nelle parcelle

di Iacopo Chiaruttini

Indice

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Il riordino delle professioni,cosa cambierà per noi?

Cerchiamo di conoscere i tasselli che compongono la riforma che ci riguarda, anche se non tutto appare ancora chiaro

di Bruno razza

Il direttore di DGBruno Razza

Editoriale

In questi giorni, il parlamento discute sul

riordino delle professioni, e pare che anche

la maggioranza enorme di cui dispone il Go-

verno attuale, non garantisca con certezza,

che i decreti governativi superino indenni lo

scoglio parlamentare in fase di approvazio-

ne definitiva.

Ad eccezione della minoranza, nessuno

schieramento politico di maggioranza, vuo-

le assumersi la responsabilità di bocciare

le proposte del cosiddetto Governo Tecni-

co, che non deve dar conto del suo operato

all’elettorato.

Contemporaneamente, gli stessi schie-

ramenti sono combattuti internamente e

vorrebbero scalpitare, poiché la loro base

preme con le solite lobby ed organizzazioni,

per fare in modo di tutelare i propri interes-

si legittimi, a volte anche contrastanti, con

le norme governative in itinere.

Quindi i “rappresentanti del popolo” cioè i

parlamentari eletti, sono in difficoltà, rico-

noscono di aver bisogno del Governo Tec-

nico per superare la grave crisi in atto, ma

contemporaneamente, vorrebbero poter

contare di più. Questo disagio, può essere

definito come un grande disorientamento

politico, che influenza anche i nostri com-

menti e le nostre convinzioni.

Infatti, noi che guardiamo con interesse

queste vicende, proprio per capire cosa ne

sarà della nostra professione, siamo perlo-

meno disorientati alla stessa stregua dei

nostri rappresentanti politici.

Allora è il caso che facciamo il punto della

situazione, per capire un po’ meglio a cosa

andiamo incontro, tra norme approvate,

norme da approvare, decreti in discussio-

ne, provvedimenti blindati e probabili voti

di fiducia.

La riforma del sistema che ci consente

di esercitare la libera professione, è inco-

minciata già da diversi anni, con la riforma

dell’università, con l’istituzione della lau-

rea triennale, è proseguita con le riforme

della scuola media superiore, attivata dal

ministro Berlinguer ed ultimata dal mini-

stro Gelmini ed è già passata attraverso gli

scossoni delle celeberrime “lenzuolate” di

Bersani.

Poi, sulla scia della necessità di “liberalizza-

re” ulteriormente ogni attività che compor-

ta esborsi di denaro da parte dei cittadini

utenti, le professioni sono diventate il sim-

bolo della “svolta” che tutti dicono, essere

determinante per il futuro dell’Italia.

Nessuno però dice che c’è bisogno di raf-

forzare le libere professioni per consentire

che queste attività, possano essere intra-

prese da coloro (ed ormai sono tantissimi)

che ormai sfiduciati dall’andazzo di questa

società, non trovano lavoro da dipendente,

perlomeno come era possibile ed auspica-

bile fino a qualche tempo fa e quindi spe-

rano e tentano le opportunità offerte dalle

attività autonome.

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Ma senza polemizzare, dobbiamo prende-

re atto che questa è la strada indicata dalla

Confindustria, dalla sinistra, dalla destra,

dal centro ed ora anche dal Governo “inco-

lore”, tra lodi e riconoscimenti del mondo

intero.

Quindi la riforma avverrà a tappe, con una

serie di tasselli che disegneranno la nuova

geografia e la nuova realtà del mondo libe-

ro professionale in Italia.

La manovra di ferragosto e la legge di stabi-

lità, decise dal Governo Berlusconi, hanno

preceduto le ultime indicazioni del Gover-

no Monti con i decreti “salva Italia e cresci

Italia”, quindi si tratta di provvedimenti che

partono da lontano e che probabilmente

troveranno la loro conclusione prossima-

mente.

Così la manovra di Ferragosto ci ha “ordina-

to” di redigere un nuovo regolamento pro-

fessionale entro il 12 agosto di quest’anno,

pena la “eliminazione” degli inadempienti.

Il nuovo regolamento deve prevedere alcu-

ne cose, che grazie a Dio o a chi ha guidato

la nostra categoria fin’ora, i Geomeri hanno

quasi completamente già attivato di fatto,

in questi ultimi anni.

Si tratta dell’eliminazione di ogni limitazione

all’accesso alla professione, dell’istituzione

della formazione permanente, continua ed

obbligatoria da adottare per tutti gli iscritti,

della realizzazione di un tirocinio formativo

della durata di diciotto mesi, della liberaliz-

zaione della pubblicità e della doverosa ne-

cessità di stipulare una polizza assicurativa

contro i rischi derivanti dall’esercizio della

professione.

Poi la legge di stabilità, ha ammesso la

costituzione delle Società per l’esercizio

delle attività professionali e questo è l’a-

spetto più delicato della riforma, in quanto

ci fa riflettere sulla sostenibilità della nostra

categoria, con riferimento ai non indifferen-

ti risvolti contributivi e previdenziali, che

come noto, sono determinanti ai fini della

garanzia della nostra continuità.

Il Ministero della Giustizia e quello dello

Sviluppo Economico, stanno studiando un

regolamento da adottare entro il 30 giugno

di quest’anno, per disciplinare alcuni aspet-

ti, tra i quali, l’esclusività dell’attività profes-

sionale da parte dei soci, l’ammissione dei

soci di capitale nella società.

Sono aspetti questi preoccupanti dal punto

di vista contributivo, per cui è lecito rite-

nere che altre specifiche norme di legge,

dovranno equiparare il reddito delle socie-

tà professionali a quello dei professionisti

singoli.

Nelle Società professionali, sono ammessi

come soci i professionisti iscritti agli albi,

anche in differenti sezioni oppure anche

non professionisti, per prestazioni parti-

colari o per investimento. Le modalità del

conferimento dell’incarico, saranno definite

con il regolamento ministeriale, per chiarire

le responsabilità dei singoli soci, la garanzia

dell’ effettivo possesso dei requisiti neces-

sari degli stessi e della corretta esecuzione

della prestazione richiesta.

Infine il decreto oggi in discussione, non

ancora legge, ha completamente eliminato

le tariffe, per ribadire con assoluta certezza

che “Bersani” era soltanto l’inizio di un pro-

cesso irreveresibile che oggi si definisce

compiutamente. Quindi ogni tipo di tariffa

è da considerare abrogato. Non esistono

ne minimi ne massimi indicati e tutelati dal-

la legge. Rimane un unico spiraglio per la

determinazione dei compensi professionali

da parte del Giudice, che dovranno essere

parametrati a termini fissati dal ministero

vigilante. E questo, apre una piccolissima

possibilità che potrà esserci una qualche

indicazione, almeno orientativa sui “quan-

tum”, in campo giudiziario.

Ma l’aspetto più determinante, che cam-

bierà la vita a molti di noi, è l’obbligo per il

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professionista di redigere apposito preven-tivo da consegnare al cliente, al momento del conferimento dell’incarico, con una se-rie di specificazioni e dettagli in merito alla complessità, agli oneri che possono inter-venire durante l’esecuzione dell’incarico e cose di questo genere. Il mancato rispetto di questa procedura, dovrà essere conside-rato come un illecito disciplinare del pro-fessionista. Infine i Consigli Nazionali e le Università, potranno concordare apposite modalità per lo svolgimento dei primi sei mesi di praticantato, all’interno del periodo di frequenza dell’ateneo.Insomma un mare di tasselli che devono andare ognuno al proprio posto e che pur-troppo non arriveranno tutti contempora-neamente, creando di sicuro scompensi, difficoltà e problemi di ogni tipo. Intanto, pensiamo ai nostri preventivi, che andranno redatti assolutamente in modo completo e trasparente. Non sfuggirà a nessuno che principalmente si tratta di

un provvedimento di carattere preminen-temente fiscale, nel senso che ciò che è preventivato deve essere anche fatturato, ma ciò renderà vani gli studi di settore, fondati spesso sulla doverosa applicabili-tà delle tariffe.In questa contraddizione, emergeranno coloro che incuranti della qualità della pre-stazione, si affideranno al solito “che fa per meno”, come l’Amministrzione che ha scelto un collega siciliano, recente vinci-tore di una gara per alcuni accatastamenti da eseguire in provincia di Cuneo, grazie ad un ribasso di quasi il settanta per cen-to. Il collega poi magari troverà anche un collega locale disposto a fare, a prezzi an-cor più concorrenziali, i rilievi, le assisten-ze e tutto il resto? Ecco un aspetto interessante dell’elimi-nazione delle tariffe, da verificare a tutela della nostra società, nel percorso acci-dentato del riordino della professione del Geometra.

UN CONVEGNO SUL WELFAREPER DARE RISPOSTE AI GIOVANI

Il 23 marzo 2012 a Padovaa cura dell’Osservatorio Geometri Triveneto

"Tutele e garanzie: cosa si aspetta-no i giovani geometri”: questo è il titolo di un convegno con cui l’Osserva torio Geometri Trive-neto intende affrontare il tema del welfare di categoria, il giorno 23 marzo 2012, presso il Centro Con-ferenze alla Stanga a Padova. Il punto di partenza è la presentazione dei risultati dell’indagine promossa nel 2011 sulla condizione degli iscritti fino a 44 anni. Tali risultati offrono uno spunto qualitativo sulle aspettative dei liberi professionisti, ancora più espressivo se inserito in un contesto di crisi economica che attra-versa il paese e che pone la nostra pro-fessione come simbolo tecnico di una trasformazione già delineata ma dai con-torni ancora poco timidi o troppo ampi. Il traguardo poco chiaro del percorso formativo, le preoccupazioni sul rilancio

dello sviluppo economico nel setto-re dell’edilizia, i timori di una pro-babile nuova legge sulle compe-tenze che ci vorrebbe meno com-petitivi, i continui cambiamenti in

tema di regole previdenziali, sono alcuni temi sui quali vogliamo confron-

tarci con esperti e con testimonianze di operatori professionisti. La presenza dei massimi vertici della categoria, Fausto Savoldi presidente del Consiglio e Fau-sto Amadasi presidente della Cassa, ga-rantisce che il messaggio arrivi diretto a destinazione. Infatti urge mettere in atto azioni capaci di aiutare i giovani geometri nella fase di avvio del la professione, e di sostenerli quando il carico di famiglia riduce, specie per le donne, la capacità di lavoro, e quindi di reddito, fino all’esito, purtroppo non raro, dell’abbandono.

Nicla Manetti

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Nel settore

dell’impian-

tistica, per

il titolare

dell’impresa

individuale

o il legale

rappresent-

ante della

s o c i e t à ,

nell’ipotesi

di impresa svolta in forma societaria,

non operano le preclusioni previste dal

comma 2 dell’articolo 3 del dm 37/2008.

Nel senso che lo stesso può assicurare

il corretto svolgimento dell’attività per la

quale dimostra di essere abilitato per più

imprese riconducibili ad una medesima

proprietà.

Ciò in quanto è soltanto il responsabile

tecnico a dover operare esclusivamente

per un’impresa e la sua qualifica è incom-

patibile con ogni altra attività continuativa,

nell’ipotesi in cui abbia ottenuto – con atto

formale – specifica nomina a preposto.

E’ quanto ha stabilito il Ministero dello

sviluppo economico, Dipartimento per

l’impresa e l’internazionalizzazione, con

la nota 256916 del 29 dicembre, diretta

alla Camera di commercio di Latina, a se-

guito di uno specifico quesito dalla stessa

posto.

Il problema è emerso in relazione alla

prassi consolidata, presso molti enti cam-

erali, di annotare nella modulistica predis-

posta dal Mise (Mod. Int. P, riquadro 10;

modd 11 e 12, riquadro 21) la qualifica

di “responsabile tecnico” sotto i dati del

medesimo titolare dell’impresa, mentre

dovrebbero essere inserite esclusiva-

mente le abilitazioni tecniche dallo stesso

possedute. Con ciò tenendo distinta la

figura del responsabile tecnico.

Secondo il Mise, “dall’analisi del dm

37/2008 risulta chiara la volontà di trattare

in modo differenziato la figura del respon-

sabile tecnico rispetto a quella del titolare

e del legale rappresentante”.

Solo nei confronti del primo, infatti, si ap-

plicano le incompatibilità che presuppon-

gono il rapporto di esclusiva con l’impresa

nel cui organico il soggetto è incardinato.

E “tale diverso trattamento giuridico”, sot-

tolinea il Mise, “non può riflettersi sul

modo secondo cui tali dati vengono inser-

iti nella modulistica registro imprese/REA”.

Più nello specifico, rileva il direttore Ma-

ceroni, “nel caso in cui le abilitazioni

dell’impresa e quelle del titolare non co-

incidano (ad esempio, perché il titolare

è in possesso delle abilitazioni solo per

alcune delle tipologie di impianti, mentre

per altre tipologie l’impresa ha provvedu-

to a nominare un responsabile tecnico)

le abilitazioni del titolare potranno essere

compiutamente esposte per il tramite del

riquadro 21, destinato ai dati relativi alle

abilitazioni professionali”.

Marilisa Bombi

L'impiantista puògarantire per gli altri

la qualifica del titolare vale per più attività

di Marilisa Bombi

Edilizia

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Le lettere Circolari del Ministero

dell’Interno n. 13061 del 06.10.2011 e

13722 del 21.10.2011, forniscono i pri-

mi chiarimenti applicativi in merito alle

nuove procedure introdotte dal Rego-

lamento di Prevenzione Incendi.

Molto utile per l’utenza tecnica, è il

chiarimento relativo alla gestione del-

le pratiche nel periodo transitorio, con

l’elencazione delle varie tipologie di

casi, relativi a pratiche in corso e le

corrette procedure da applicare.

Vengono inoltre indicate le documen-

tazioni da produrre in allegato alla

SCIA, unitamente alla nuova mo-

dulistica necessaria a corredo delle

pratiche di valutazione dei progetti

(limitatamente alle categorie A e B),

di controlli, di deroga, di nulla osta di

fattibilità (NOF) di rinnovo periodico e

di verifiche in corso d’opera.

Alcuni di questi temi, rappresentano

una novità e per spiegare ed intro-

durre la nuova procedura, i Comandi

dei Vigili del Fuoco della Regione, si

stanno attivando (o probabilmente lo

avranno già fatto al momento in cui

questo scritto andrà in stampa), per

organizzare sul territorio delle apposi-

te riunioni con le categorie professio-

nali, il mondo del lavoro e della pubbli-

ca amministrazione.

Questi incontri, dovranno chiarire i

dubbi che potrebbero sicuramente

sorgere in fase di prima applicazione

del nuovo regolamento e per racco-

gliere (ce lo auguriamo) i suggerimen-

ti operativi che certamente proverran-

no, dai diversi soggetti coinvolti nel

processo attuattivo delle nuove dispo-

sizioni.

E’ il caso di segnalare all’attenzione

dei lettori più interessati alla tematica

in oggetto, la pubblicazione dell’appo-

sito vademecum, dal titolo “MENO

CARTE PIU’ SICUREZZA” scaricabile

in pdf dalla home page del sito nazio-

nale dei Vigili del Fuoco (www.vigil-

fuoco.it).

Detto vademecum, illustra i punti

principali del nuovo regolamento di

prevenzione incendi, esprimendosi in

termini di facile comprensione, anche

per i non addetti ai lavori.

Il vademecum è  importante, in quan-

to è l’unico documento in circolazione

(al momento) che evidenzia come il

DPR 151 costituisca la prima applica-

zione in Italia del principio di propor-

zionalità (a rischio minore corrisponde

Silvio Martinelli

Pubblicati i primi chiarimenti applicativi del nuovo regolamentodi prevenzione incendi

Previste semplificazioni delle procedure, ma anche maggiori responsabilità per titolari delle attività e per i tecnici professionisti

di silvio Martinelli

Prevenzione incendi

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una procedura più semplice o una

sanzione minore).

Tuttavia, non ci si deve far abbagliare

da una apparente e generica semplifi-

cazione della procedura, perchè se da

un lato alcune pratiche risulteranno di

fatto semplificate in termini temporali

e di passaggi burocratici, dall’altro si

dovrà fare i conti con un aumento del-

la responsabilità, per i tecnici profes-

sionisti ed i titolari della attività.

Questi soggetti infatti, sono chiama-

ti a certificare e dichiarare situazioni

che un tempo, subivano comunque

un esame da parte dei Comandi Pro-

vinciali dei Vigili del Fuoco e che ora

invece, risulteranno operativi sempli-

cemente sulla base delle dichiarazioni

e delle certificazioni rese dai titolari ed

appunto, dai tecnici professionisti.

Quindi, ben venga la semplificazione

se ad attuarla vi saranno dei colleghi

scrupolosi e coscienziosi (e di conse-

guenza - speriamo – adeguatamente

pagati per la responsabilità che inevi-

tabilmente si dovranno assumere), as-

sieme a titolari delle attività consape-

voli che semplificazione non significa

deresponsabilizzazione e tantomeno,

depenalizzazione.

Per i cosiddetti “furbetti” infatti, le

sanzioni ed i divieti di prosecuzione

dell’attività per aver esercitato in con-

dizioni di non reale sicurezza, saranno

sempre possibili, a seguito dei control-

li a campione che i Comandi potranno

eseguire presso le attività soggette.

In ultimo, vale la pena di sottolineare

che, ai sensi del nuovo regolamento,

il Certificato di Prevenzione Incendi

(CPI) non è più un provvedimento fina-

le di un procedimento amministrativo.

Al pari del verbale della visita tecnica,

esso costituisce  soltanto il risultato

del controllo effettuato e non ha vali-

dità temporale.

Inoltre il CPI assume l’importan-

te valenza di «attestato del rispetto

delle prescrizioni previste dalla nor-

mativa di prevenzione incendi e della

sussistenza dei requisiti di sicurezza

antincendio».

Videate informative dal sito dei Vigili del Fuoco (www.vigilfuoco.it)

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Tra le varie tematiche trattate nell’ultimo

Comitato, desidero portarvi a conoscenza

alcuni dati, che mi hanno particolarmente

colpito e mi riferisco all’aggiornamento

del bilancio di previsione 2011, che se pur

ancora provvisorio, mancando gli ultimi in-

troiti e spese, dà comunque segnali pre-

occupanti.

Gestione previdenziale

- ENtratEcontributive, sanzio-ni, interessi, ecc.

€ 417,70 mil.

- PrEstazioNipensioni e relative spese

€ 406,47 mil.

Risultato lordo gestione

prevideziale+ € 11,23 mil.

Si può osservare che la forbice tra uscite

per prestazioni (che naturalmente con-

tinuano ad aumentare) e le entrate per

contributi versati dagli iscritti, stà ineso-

rabilmente chiudendosi, infatti il rapporto

tra i contributi ordinari (soggettivo ed inte-

grativo) che ammontano a € 402,90 milio-

ni complessivi e le pensioni che risultano

pari ad € 393,10 milioni si attesta all’unità

(rapporto versamenti/pensioni = 1,025).

Si dovrà tener conto che dal 2012 al 2020

avremo parecchi colleghi nuovi pensionati

di vecchiaia (cioè colleghi che compiranno

i 67 anni) i quali saranno in totale in tutta

Italia 9.605 e nella nostra Regione, quelli

qui sotto indicati:

- GORIZIA 34

- PORDENONE 71

- TRIESTE 34

- UDINE 134

Totali 273

che con le tradizionali regole della previ-

denza, i Collegi dovrebbero fare in modo

di rimpiazzare.

Attualmente i colleghi della nostra regio-

ne che beneficiano di prestazioni della

Cassa sono riassunti nel riepilogo a piè

pagina.

Renzo Fioritti

Notizie sulla nostra previdenza

approfondimenti in merito alle risultanze dell'ultimo Comitato dei delegati di fine novembre 2011

di renzo Fioritti

Cassa

pensione del tipo superstiti contributiva retributiva vitalizio totali

- GORIZIA 33 6 43 - 82

- PORDENONE 50 13 127 - 190

- TRIESTE 31 7 65 - 103

- UDINE 160 21 216 - 397

TOTALI 274 47 451 - 772

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Nel bilancio (preconsuntivo 2011)

si prevedono anche entrate per la

gestione immobiliare e mobiliare,

con costi di amministrazione, spese

straordinarie ed imposte, che fanno

prevedere un bilancio con chiusura

in utile per circa € 145,5 milioni. Va

appena sottolineato però, che l’utile

deriva dalla plusvalenza (€ 161,5 mi-

lioni) dovuta alla cessione di numero-

si immobili ad un fondo immobiliare,

interamente di proprietà della Cassa

stessa [vedi riepilogo a piè pagna].

Vista l’esigenza di garantire agli iscritti più

elevati livelli di copertura previdenziale,

con prestazioni pensionistiche in aggiunta

a quelle del sistema obbligatorio, è stato

deciso di istituire una forma pensionistica

complementare destinata agli iscritti CI-

PAG attraverso la creazione di un patrimo-

nio di destinazione autonomo e separato,

nell’ambito della Cassa stessa, non distrai-

bile dal fine previdenziale al quale è desti-

nato.

La CIPAG è il primo Ente previdenziale ad

offrire ai propri iscritti l’opportunità di sce-

gliere un’adesione alla previdenza com-

plementare, rivolgendosi direttamente alla

propria Cassa di appartenenza.

La Cassa ha svolto un’indagine conoscitiva,

attraverso la distribuzione di un questiona-

rio mirato agli iscritti, al fine di valutare il

grado di interesse.

Sono state raccolte 11.599 risposte, con un

buon grado di rappresentatività dell’univer-

so di indagine e su queste basi, sono state

stimate circa 5.500 adesioni, in proiezione

a 18/24 mesi, con un possibile versamento

medio annuo ipotizzato di € 2.600,00.

Per contenere le spese amministrative, gli

Organi di Amministrazione e Controllo del

Fondo, coincideranno con quelli della Cas-

sa, quindi ci sarà soltanto la nomina del Re-

sponsabile del Fondo stesso.

Possono aderire al fondo tutti gli iscritti alla

Cassa ed anche i soggetti fiscalmente a ca-

rico degli aderenti; il fondo sarà inizialmen-

Riepilogando per grandi gruppi i dati di bilancio avremo (in milioni):

ENTRATE

- CoNtriBUzioNi € 11,23 (dedotte le prestazioni, vedi inizio articolo)

- GEst. iMMoBiliarE € 167,10(affitti € 18,3 + plusvalore € 161,5a dedurre tasse-ICI ecc . € 12,6)

- GEst. MoB. e PiN € 1,57già dedotte spese gestione enonostante crisi delle borse

Totali entrate € 179,90

USCITE

- aMMiNistrazioNE € 24,25 (personale, organi, bollette, ecc...)

- sPEsE e oNEri diV. € 4,42

- iMPostE € 5,70

Totali uscite € 34,37

UTILE PREVISTO PER IL 2011

€ 179,90 - € 34,37 = € 145,53

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te strutturato secondo una gestione mono-

comparto di tipo bilanciato e le varie spese,

quelle connesse all’adesione saranno a

carico della Cassa; la contribuzione minima

annua a carico dell’aderente è di € 500,00.-

Sarà possibile ottenere delle anticipazioni:

- per spese sanitarie = in qualsiasi mo-

mento fino al 75% (tassazione agevo-

lata al 15%);

- per acquisto o ristrutturazione della

prima casa = dopo 8 anni, fino al 75%

(tassazione agevolata al 23%);

- per altre esigenze = dopo 8 anni, fino

al 30% (tassazione al 23%).

Al raggiungimento del diritto alla pensio-

ne, con almeno 5 anni di partecipazione al

Fondo:

- l’intero importo accantonato viene

erogato in forma di rendita;

- può essere richiesta la liquidazione

della posizione individuale maturata

sottoforma di capitale nel limite del

50%;

- quando il 70% del montante converti-

to in rendita è inferiore al 50% dell’as-

segno sociale, potrà essere riscosso

l’intero capitale.

Come già segnalato anche da queste pa-

gine, anche la nostra Amministrazione Re-

gionale, ha avviato l’iter per la costituzione

di un fondo territoriale di previdenza com-

plementare. Il 22 novembre 2011, a Udine,

presso la sede della Regione, si sono riu-

niti i rappresentanti di datori di lavoro pub-

blici e privati, dei lavoratori dipendenti, dei

lavoratori autonomi e dei professionisti, i

quali hanno costituito il Comitato promoto-

re. Successivamente il 30 novembre, detto

Comitato ha provveduto a nominare il Co-

mitato Direttivo, il quale provvederà a dare

l’avvio alle procedure necessarie e delle

quale segnaleremo tempestivamente gli

sviluppi, a beneficio dei lettori interessati.

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Dal primo

gennaio di

quest’anno,

è stato defi-

ni t ivamente

chiuso l’Uffi-

cio Tavolare di

Cormòns, che

ora si chiama

Ufficio Tavo-

lare di Gradisca. Infatti la storica sede di

Cormòns, è stata trasferita con “armi e ba-

gagli” a Gradisca, tra il disappunto ed i di-

sagi di tutti gli utenti che lo frequentavano.

Va detto che gli utenti non sono soltanto

i Geometri o i tecnici professionisti in ge-

nere, ma anche i notai, gli avvocati, le ban-

che, i commercialisti, gli enti e soprattutto,

i semplici cittadini, che quotidianamente

frequentavano l’Ufficio per conoscere le

questioni di diritto collegate alle loro pro-

prietà immobiliari.

E’ stata evidentemente una scelta politico/

amministrativa, collegata apparentemente

al numero dei dipendenti presenti (che a

causa di un pensionamento si era ridotto a

due sole unità), quando pare che per man-

tenere aperto un Ufficio in maniera funzio-

nale, ce ne vogliono almeno tre. Ma in re-

altà appare evidente che la scelta dell’Am-

ministrazione Regionale vada in direzione

dell’accentramento dei servizi, della razio-

nalizzazione della spesa, del risparmio del

denaro pubblico, per i quali sembra ormai

ovunque, che sia indispensabile tagliare,

accorpare, chiudere, semplificare, tutto ciò

nell’ottica del “risparmio”, per salvare defi-

nitivamente i conti pubblici.

Noi tecnici, che non ci abbiamo mai cre-

duto, abbiamo anche protestato, ma inva-

no. I Sindaci dei Comuni interessati anche,

forse senza tanta convinzione, ma le deci-

sioni prese dalla Regione, sono state defi-

nitivamente mantenute, in barba a tutte le

osservazioni e lamentele.

Così dal primo gennaio, andiamo tutti “al

Tavolare” a Gradisca, prendendo malinco-

nicamente atto della fine di un bel servizio

che funzionava egregiamente.

Ora non voglio parlare dei disagi dei sem-

plici cittadini, i quali digiuni dalle conoscen-

Il Tavolare si allontanadai cittadini e dai tecnici

Chiusa la sede di Cormòns, trasferita a Gradisca,con molti disagi per l'utenza e per la funzionalità

di Cristian Bernardis

Catasto

Cristian Bernardis

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ze tecniche, incontrano certamente molti

più fastidi di quelli che incontriamo noi, nel

recarsi nell’Ufficio di Gradisca per le loro

necessità. Dico soltanto cosa succede ai

tecnici, anche esperti, quando hanno biso-

gno di frequentare il “Tavolare” e questo

bisogno come noto, è quasi quotidiano per

tantissimi colleghi.

I due dipendenti “reduci” dall’Ufficio di

Cormòns, sono ora nell’Ufficio di Gradisca,

dove probabilmente già prima, non c’era lo

spazio necessario nemmeno per i quattro

o cinque dipendenti in servizio in quell’Uffi-

cio ed ora certamente, staranno tutti assie-

me molto scomodi, di sicuro “vicini vicini”

lavorando però reciprocamente a stretto

contatto di gomito.

Stessa sorte è toccata ai “Tomi Tavolari”

del mandamento Cormonese, che sono

finiti nell’Ufficio di Gradisca, ampliando a

dismisura l’occupazione degli spazi, già di

per se angusti.

Basti ricordare quali siano i Comuni Cen-

suari di competenza di Cormòns: Cor-

mòns, Capriva, San Lorenzo Isontino,

Moraro, Medea, Mossa, Chiopris, Visco-

ne, Spessa, Medana, Brazzano, Dolegna,

Mernico e Bigliana, le cui partite tavolari,

oggi sono conservate assieme a quelle

del Gradiscano: Gradisca, Farra, Corona,

Mariano, Fratta, Romàns, Versa, Villesse,

Boschini, Poggio, Sagrado, San Martino, e

forse ne posso anche aver scordato qual-

cuno.

Quindi gli operatori che gravitavano con la

loro attività lavorativa in ambito cormone-

se, oggi debbono recarsi a Gradisca, con

altri problemi logistici ed altre difficoltà

rispetto a ciò che incontravano preceden-

temente.

Ma il problema è soprattutto legato all’ar-

chivio degli atti, che come tutti sanno, è

il fiore all’occhiello del sistema Tavolare,

come garanzia “fisica” del diritto e della

sua costituzione nei confronti dei soggetti

e dei beni immobili.

Orbene, tutti gli atti provenienti da Cor-

mòns e gran parte di quelli di Gradisca,

sono finiti oggi in un altro luogo, in un

fabbricato regionale, distante dalla sede

dell’Ufficio, sempre a Gradisca, ma non

comodamente raggiungibile, anzi non ac-

cessibile proprio al pubblico.

Per questo, chi avesse bisogno di consul-

tare qualche atto pregresso, di farsi una

fotocopia di una figura rilevata o di un fra-

zionamento o di un contratto, deve (presso

l’Ufficio Tavolare di Gradisca) fare le ricer-

che sui tomi, poi prenotarsi in un apposi-

to elenco cartaceo indicandovi la propria

qualifica, il numero e la data del GN o GT

di cui abbisogna, per poi ritornare qualche

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giorno dopo, a ritirare le fotocopie di quan-

to richiesto.

Fotocopie che il personale dell’Ufficio nel

frattempo avrà diligentemente provveduto

a fare, recandosi personalmente ed auto-

nomamente nell’archivio decentrato, nei

giorni successivi a quello della prenotazio-

ne.

Così capita che non potendo visionare fi-

sicamente gli atti come prima, dobbiamo

affidare le nostre certezze ad una prenota-

zione scritta, che non può funzionare pun-

tualmente. Qualche volta ci si ritrova con

fotocopie non necessarie, mentre manca-

no proprio quelle più importanti, oppure si

verificano dei “qui pro quo” grotteschi tra

facciate fronte e retro oppure, può accade-

re anche che il funzionario preposto (non

conoscendo i luoghi e le cose tecniche

rappresentate) fotocopi i “lucidi” presenti

in atti, anche all’incontrario.

Ma al di là di questi ed altri disagi, va detto

che la qualità del servizio è di gran lunga

peggiorato, soprattutto per noi “cormone-

si”, abituati a ben altro.

Basti dire che nell’Ufficio di Cormòns gli

atti erano già stati digitalizzati a ritroso nel

tempo fino al 1999, quindi si potevano con-

sultare comodamente anche a terminale,

cosa che credo non si sia verificato negli

altri Uffici, forse anche con più personale.

E poi, c’era la straordinaria e comoda vi-

cinanza dell’Ufficio del Catasto Fondiario

(funzionante molto bene anche quello) per

i riscontri di corrispondenza e certezza,

spesso determinanti e fondamentali per

comprendere e certificare la correttezza

del sistema del nostro “Catasto Probato-

rio” che tutti ci invidiano.

Quindi, in conclusione, dopo aver perso

l’Ufficio Imposte, la Pretura, l’Ospedale,

manca soltanto che ci chiudano l’Ufficio

Postale e poi anche qui a Cormòns, potre-

mo evidenziare i disservizi e le lamentele

che il “sistema pubblico” evidenzia spesso

in tante altre parti d’Italia.

Ora aspettiamo con ansia, che ci chiudano

anche l’Ufficio del Catasto Fondiario, per

trasportarlo a Gorizia e poi, sarà veramen-

te finita ogni funzionalità del nostro tanto

decantato sistema che ormai veramente,

funziona soltanto in Trentino Alto Adige e

non certo da noi.

Se invece tutto il sistema fosse digitalizza-

to e telematico, i luoghi delle sedi catastali

e tavolari non avrebbero grande importan-

za, ma purtroppo a questo non ci siamo

ancora arrivati e chissà quanto ancora do-

vremo aspettare per arrivarci.

Nel frattempo, visto che l’archivio regio-

nale di Gradisca è molto grande, perché

non spostare i documenti ed il personale

di tutto il sistema con tutti mandamenti

Catastali e Tavolari di ragione di Gorizia,

direttamente a Gradisca, almeno così ci

sarebbe la certezza di poter trovare tutto

in un’unica struttura, rendendo un servizio

migliore, nonostante la distanza.

Ma forse così, con un po’ di ironica ama-

rezza, posso sospettare che non si rispar-

mi molto e non si creino i grandi vantaggi

per i cittadini come è successo con la chiu-

sura dell’Ufficio Tavolare di Cormòns.

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Come noto, gli ultimi provvedimenti le-

gislativi in materia fiscale, hanno inciso

significativamente sulla nostra attività ca-

tastale, per cui si ritiene doveroso sottoli-

neare, gli aspetti, fin qui, più significativi.

Le istanze per richiedere l’attribuzione

della classificazione nelle categorie A/6 e

D/10, per ottenere l’esenzione ICI per ru-

ralità dei fabbricati abitativi e strumentali

aventi titolo, possono essere presentate

e saranno ritenute valide, con le stesse

modalità già previste dall’Agenzia del

Territorio (ancora presenti sul sito dell’A-

genzia stessa), anche dopo l’originaria

scadenza di settembre e fino al prossimo

31 marzo 2012 (con proroga probabile nei

successivi decreti).

Va sottolineato, a sostegno delle tesi già

più volte da noi espresse e condivise

dall’Agenzia, che l’accoglimento delle ri-

chieste di cui sopra, per quanto riguarda

gli immobili rurali ad uso abitativo, non

produrranno variazione di categoria negli

atti del Catasto, ma saranno unicamente

utili per l’esenzione dell’ICI per quanto

fino all’attualità, eventualmente dovuta.

Infatti, le modalità per l’inserimento in atti

Catastali dell’esito di dette istanze, saran-

no definite con apposito decreto da ema-

nare a cura del Ministro dell’Economia e

delle Finanze, ma è lecito attendersi che

si tratterà unicamente di una “annotazio-

ne”, presente nella visura dell’immobile,

utile fin tanto che i soggetti interessati,

potranno dimostrare di possedere i noti

requisiti della “ruralità”.

Detta annotazione dunque, potrà age-

volmente essere eliminata dagli archivi

catastali, al momento della cessazione

dei requisiti di cui sopra, senza inficiare la

qualità e classe corretta, già presente al

Catasto dei Fabbricati a seguito dell’avve-

nuto puntuale accatastamento.

Tutto ciò significa che gli accatastamenti

dei fabbricati residenziali “rurali” già pre-

sentati al Catasto dei Fabbricati, rimarran-

no inalterati in atti, dunque non saranno

più soggetti di trasporto d’Ufficio, nella

categoria A/6.

Questo a dimostrazione della correttezza

dell’atto tecnico presentato dal professio-

nista, della puntuale inventariazione dello

stesso in conformità delle caratteristiche

dell’immobile e soprattutto, diventa fon-

damentale per la tranquillità del commit-

tente, certo che l’accatastamento doveva

e deve ancora, essere definito nella cate-

goria e classe più consona e non nella “fit-

tizia” A/6, unicamente a scopo di esenzio-

ne fiscale ICI.

Pertanto i colleghi interessati che ne aves-

sero l’opportunità, possono presentare le

istanze di cui sopra, fino alla scadenza del

31 marzo prossimo o successive eventua-

li, con l’avvertenza che l’effetto dell’istan-

za (a responsabilità dell’istante), produrrà

L'IMU ed ifabbricati ruraliChiarimenti necessari per le previste agevolazioni ruralità e sull'obbligatorietà di accatastamento dei fabbricati rurali

di Bruno razza

Catasto

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una semplice annotazione catastale, con

improbabile verifica tecnica dell’Ufficio e

con effetto pratico, limitato alla sola esen-

zione ICI, fino ad esaurimento nel tempo,

della applicazione della stessa imposta.

Ma l’aspetto più concreto della manovra

governativa nell’istituzione dell’IMU (Im-

posta municipale propria), è quella che

detta imposta è riferita a tutti gli immobili

e sarà calcolata in funzione della rendita

catastale in atti.

Per cui l’IMU, pur concedendo per altro,

agevolazioni, aliquote diversificate e de-

trazioni ai possessori di immobili, non

esenta alcun immobile dall’imposta stes-

sa.

Quindi la doverosità del corretto accata-

stamento va oltre ogni possibile condizio-

ne esentativa, proprio in funzione dell’I-

MU e per la necessità di garantire per

l’edificato, la corrispondenza tra edificato,

assentito ed accatastato.

Quindi la norma in parola (art. 13 legge

di conversione 22 dicembre 2011 n. 214

del decreto legge 6 dicembre 2011 n.

201) sancisce univocamente la doverosi-

tà dell’accatastamento di tutto l’edificato,

includendovi anche i fabbricati “rurali”, già

inseriti soltanto in mappa al Catasto dei

Terreni, per i quali il termine utile ultimo di

presentazione, è fissato al 30 novembre

2012.

Si tratta tra l’altro, di una notevole oppor-

tunità di lavoro per la nostra categoria,

visto che da stime ragionevolmente reali-

stiche, si ritiene che i fabbricati “rurali” at-

tualmente presenti soltanto sulla mappa

catastale ed ancora da censire all’Urbano

con la procedura DOCFA, possano essere

più di un milione.

Tale obbligatorietà diventa (comma 14

quater del sopracitato art. 13) assoluta-

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mente inderogabile e può essere suppor-

tata anche (nelle more delle tempistiche

necessarie per l’esecuzione dell’accata-

stamento) dall’eventuale rendita presun-

ta, calcolata dai nostri colleghi, con le con-

suete modalità, ai fini della determinazio-

ne della prima rata dell’IMU, che scadrà

nel prossimo mese di giugno.

In mancanza della rendita catastale defini-

ta dall’accatastamento, per il quale ci sarà

tempo fino al 30 novembre 2012, il calco-

lo dell’IMU dovuta potrà essere eseguito

in base alla rendita presunta, calcolata

con riferimento ad immobili già censiti e

presenti al Catasto Urbano, aventi carat-

teristiche simili all’immobile in corso di

accatastamento o ancora da accatastare.

Detta definizione è assolutamente prov-

visoria e l’imposta che sarà corrisposta

con questo particolare accorgimento (a

responsabilità del contribuente), dovrà

essere considerata a titolo di acconto, da

conguagliare per la rata a saldo prevista in

dicembre, in funzione della rendita cata-

stale effettiva.

In caso di inadempienza, l’Agenzia potrà

attivare le procedure per eseguire l’acca-

tastamento in surroga, già previste dal

famoso comma 336 dell’art. 1 della legge

30 dicembre 2004, n. 311, procedure che

si ritiene debbano poter essere evitate.

Pertanto si riattiva il nostro impegno

nell’obbligatorietà dell’accatastamento di

tutto l’edificato, compreso i fabbricati ru-

rali o ritenuti tali, ai fini delle agevolazioni

fiscali.

Noi lo abbiamo sempre ripetuto che si do-

veva accatastare tutto, spesso anche ina-

scoltati o addirittura contestati, ritenendo

principalmente questo impegno un dove-

roso segno di civiltà a vantaggio di tutti e

non certo a danno di qualcuno.

Oggi, l’accatastamento dei fabbricati rura-

li è divenuto obbligatorio a causa dell’ob-

bligatorietà dell’IMU, ma ciò nonostante,

nessun media lo annuncia con disinvoltu-

ra e chiarezza, in quanto si tratta di una

notizia impopolare.

Per cui al solito, spetta a noi Geometri dir-

lo ai propri clienti, amici, coltivatori diretti

e titolari di aziende agricole, assumendoci

ancora una volta quel ruolo insostituibile

di consigliere tecnico, della porta accan-

to, nell’interesse della committenza cer-

to, ma anche della categoria intera e della

società.

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La zona pedonale nel centro di Innsbruck

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Nel mese di

s e t t e m b r e

scorso, si

è tenuta ad

Innsbruck, l’

“Annual Me-

eting della

Commissione

settima della

FIG (Federa-

zione Internazionale dei Geometri)”.

Si è trattato di un evento interessante, al

quale ho potuto partecipare nel mio ruolo

di Young Surveior, per conto del Consiglio

Nazionale e nell’ottica della collaborazio-

ne prevista per la prossima settimana in-

ternazionale dei Geometri, che si terrà a

Roma nel mese di maggio.

E’ stata una settimana caratterizzata da

un agenda molto fitta, con conferenze ed

incontri susseguitisi ininterrottamente con

pochissime soste, e senza tempo libero.

Molti colleghi si chiedono, quale interes-

se abbia il CNG a mandare in giro per il

mondo dei giovani Geometri ad ascoltare

le esperienze estere, e nel contempo a

portare nel mondo le esperienze profes-

sionali italiane.

Io ho cominciato a comprendere queste

cose, già nell’affascinante esperienza fat-

ta con la mia partecipazione alla settimana

internazionale di Marrakech nel 2011, ma

mi sono sentito in dovere di comprendere

meglio, sia il mio ruolo, quanto le motiva-

zioni della nostra categoria, anche parlan-

done ampliamente e diffusamente con il

nostro consigliere Bruno Razza e con il

Segretario del CNG, entrambi presenti ad

Innsbruck.

In questi incontri internazionali si parla

perlopiù di ricerca, di nuovi modi di affron-

tare i bisogni dei nostri giorni, e di come la

tecnologia ci cambierà e ci ha già cambia-

to, vivendo e lavorando da Geometri.

Si analizzano e si studiano scenari futuri-

stici, ma ci si occupa anche delle ricerche

applicate all’attualità, che normalmente

vengono svolte nei paesi rappresentati

nella FIG.

Viene però spontaneo chiedersi: “Ma tutto

questo, a noi Geometri che dobbiamo con-

frontarci ogni giorno con D.I.A., DO.C.FA.,

La nostra presenza nell'ambito internazionale dei Geometri

Meeting annuale della Commissione settima della FiGe simposio internazionale sul Catasto

di luca Passador

Attività internazionale

Luca Passador

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FIG Annual Meeting, il layout della presentazione ufficiale del Simposio Internazionale

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V.E.A., VV.FF., PRE.GEO., A.S.S., ecc...,

cosa può interessare ciò che succede ai

nostri colleghi nel mondo e come può tor-

narci utile questo confronto?”.

E’ indubbio che la nostra categoria come

tutte le altre, sta vivendo un periodo di for-

te crisi, e questo è sotto gli occhi di tutti,

per le dispute sulle competenze, le richie-

ste ed i problemi per modificare le pro-

fessioni, la liberalizzazione, l’eliminazione

delle tariffe, il lavoro che non c’è più come

un tempo e cosìvia.

Mi viene allora naturale, dover osservare

che la politica segue i cosiddetti modi di

operare in linea con l’europa, ma spesso

dimentica le peculiarità del nostro paese

ed in particolare della nostra professione.

Ma cosa succede per noi in Europa e nel

mondo?

Il Consiglio Nazionale dei Geometri se l’è

chiesto con molto anticipo ed ha voluto

mettere a confronto la nostra possibile

crescita, con altri tipi e modelli di svilup-

po professionale, prendendo esempio dai

colleghi nel mondo.

Questo confronto, che avviene normal-

mente all’interno della FIG, può veramen-

te portarci ad essere pronti al futuro e

all’evolversi della professione di Geome-

tra, di pari passo con l’evolversi dei tempi,

cercando anzi di anticiparli.

Solo guardando avanti ed evolvendo nelle

attività di ogni giorno, la nostra professio-

ne potrà non solo sopravvivere, ma ricon-

quistare quella dignità che sempre più

spesso gli viene negata. Sviluppare le pro-

fessionalità assieme al nostro caratteristi-

co legame con il territorio, è un obbiettivo

che a parer mio, dovrebbe essere insito

nel “dna” di tutti i colleghi più giovani.

Tutti sappiamo che nelle imprese com-

merciali e industriali, in momenti di crisi

le alternative sono o chiudere o investire.

Perché dovrebbe essere diverso per la no-

stra professione?

Credo che sia da qui che nasce l’idea del

CNGeGL, di coinvolgere i giovani Geome-

tri nei più opportuni presupposti di cono-

scenza, che consentano loro di poter por-

tare tra i colleghi, gli stimoli per una nuova

professionalità.

Anche per questo, dal 2007 il Consiglio

Nazionale si è fatto promotore dei corsi

internazionali di topografia applicata, aper-

ti ai giovani Geometri sotto i 35 anni di età,

con docenti qualificatissimi di livello e pro-

venienza internazionale, rappresentanti

dell’eccellenza nelle scienze e nelle espe-

rienze topografiche e geomatiche.

L’ultimo di questi corsi, organizzato dal

CNGeGL e da Geoweb assieme ai colleghi

greci, si è tenuto ad Atene lo scorso otto-

bre, con il patrocinio di tutte le più grandi

organizzazioni internazionali della catego-

ria. Vi hanno partecipato cinquantadue col-

leghi provenienti da ventidue nazionalità

diverse, alcuni erano italiani e fra questi,

vi ha partecipato anche un giovane collega

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di Trieste.

Per chi, tra i neo iscritti ed i più giovani

colleghi fosse interessato, è bene sottoli-

neare che questo tipo di corso continuerà

nel tempo ed anche le altre organizzazioni

europee dei Geometri, constatandone il

successo, hanno dimostrato la loro volon-

tà di collaborare nel proseguire con que-

sta iniziativa.

Per questo, oltre alla passione per il lavoro

del Geometra, è fondamentale una buona

conoscenza della lingua inglese.

Personalmente, ho avuto la fortuna e l’op-

portunità di partecipare al Corso tenutosi

a Roma nel 2007 e posso affermare che si

è trattato di una esperienza utile ed inte-

ressantissima, per cui invito tutti i giovani

Geometri a proporsi presso i propri Colle-

gi, per poter partecipare.

Anche questi corsi hanno lo scopo di por-

tare nelle nostre provincie nuove profes-

sionalità, per imparare dal lavoro degli altri

professionisti in Italia e nel mondo.

Per fare qualche esempio, sono pochissi-

mi i colleghi che si occupano di carte te-

matiche territoriali, di fotogrammetria ter-

restre, di misurazioni particolari in campo

strutturale.

Ci sono molte altre attività identificabili nei

consessi internazionali, non solo alla por-

tata dei Geometri, ma addirittura di diretta

e piena competenza nostra, ma delle quali

ci manca l’esperienza.

Per questa mancata conoscenza, stiamo

perdendo grosse fette di mercato, lascian-

do inopinatamente la strada aperta ad al-

tre professioni. Si tratta di campi affini alla

nostra tradizionale attività, praticabili con

facilità sia per la nostra conoscenza del

territorio, che per le nostre capacità tec-

niche. Lasciarsi sfuiggire e quindi perdere

queste occasioni, significa lasciar svilire

lentamente ma inesorabilmente, la qualità

nostra categoria.

Sono rimasto particolarmente stupito di

come il CNG guardi particolarmente avan-

ti al futuro della nostra categoria. Sicura-

mente i tempi ed i risultati di tali attività

si potranno cogliere compiutamente sol-

tanto a medio e lungo termine, ma sono

convinto che i risultati saranno sicuramen-

te interessanti e soprattutto utili, per tutti.

Tornando ad Innsbruck, i lavori si sono

sviluppati in 5 giornate, tre sono state de-

dicate alle conferenze della commissione

settima della FIG, una giornata è stata de-

Slide dell'intervento di Ewa WYSICKA, Consigliere Generale Surveyor della Polonia

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dicata alla visita ad un Ufficio del Catasto

austriaco e l’ultima giornata, al simposio

internazionale sul Catasto, che ha visto

l’incontro ed il confronto dei maggiori

esponenti della materia in campo interna-

zionale.

La commissione settima della FIG, si oc-

cupa di temi inerenti il Catasto, il rilievo,

la rappresentazione, la gestione e l’ammi-

nistrazione del territorio. Ne fanno parte

anche molti dirigenti dei vari Catasti del

mondo, oltre a tanti professionisti e tecni-

ci esperti in materia.

I lavori si sono aperti con le relazioni dei

responsabili della Commissione, i quali

hanno illustrato il lavoro svolto ed hanno

espresso l’intenzione di sviluppare la co-

municazione verso l’esterno.

Già oggi è possibile visitare all’interno del

sito della FIG (www.fig.com), accessibile

a tutti, la specifica pagina della commis-

sione in cui si possono trovare tutte le

relazioni presentate e le “slides” delle

conferenze.

Dalle presentazioni dei coordinatori, è

emerso che una delle intenzioni più signi-

ficative della commissione è quello di svi-

luppare ulteriormente la comunicazione

esterna con dei forum, con delle pubbli-

cazioni ed “on line”. Chi fosse interessato

può iscriversi alla newsletter, direttamente

sul sito della FIG.

E’ stata inoltre creata una Task-force all’in-

terno della commissione settima, per va-

lutare le possibilità di aiuto da fornire ai

paesi in via di sviluppo.

Si è poi consolidato il gruppo Catasto, il

quale si è posto come obiettivi i seguenti

aspetti:

- analizzare i risvolti delle informa-

zioni territoriali (GIS ecc) all’inter-

no del Catasto,

- studiare come la professione del

Geometra possa svilupparsi,

- far crescere e sviluppare il cata-

sto in 3 e 4 dimensioni,

- creare servizi sempre migliori e

più efficaci per gli utilizzatori del

Catasto.

La visita al Catasto è stata interessante,

anche perché le similitudini con il nostro

sistema del libro fondiario, sono evidenti.

Il Catasto austriaco è quindi probatorio e

non archivia informazioni relative agli allog-

gi, se non nel caso dei condomini.

Le planimetrie degli alloggi sono esclusi-

Slide dell'intervento di Brent Jones, Usa

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vamente conservate dai singoli comuni,

relativamente alle pratiche urbanistiche ed

edilizie presentate.

Le operazioni di rilievo e riconfinamento,

vengono gestite direttamente dall’Ufficio

federale, con i propri tecnici. In tutta l’Au-

stria c’è un totale di 280 Geometri rileva-

tori, addetti alle operazioni di campagna.

La nostra delegazione, ha svolto tre pre-

sentazioni abbastanza importanti ed ap-

prezzate dall’uditorio internazionale.

Il sottoscritto ha illustrato le vicende tecni-

che collegate alle corrispondenze tavolari,

relativamente ad un caso studio, con una

mancata coincidenza tra la mappa tavolare

e quella catastale.

Il collega Alessandro Dalmasso (anche lui

young surveyor, piemontese), ha presen-

tato le procedure necessarie per l’accata-

stamento nel sistema del Catasto Italiano,

di una realtà immobiliare condominiale.

Il consigliere Bruno Razza, ha completato

le nostre relazioni, spiegando il funziona-

mento ed il valore nel nostro sistema del

Libro Fondiario, del piano di Condominio.

Come già successo a Marrakech, anche ad

Innsbruck le presentazioni italiane hanno

suscitato grande interesse, sia per il pun-

tuale aggiornamento degli archivi catastali,

ma soprattutto per la quantità di informa-

zioni relative ad ogni singolo immobile pre-

sente sul territorio nazionale e su come il

ruolo del Geometra libero professionista,

sia importante e determinante nell’aggior-

namento dell’unico archivio organizzato e

gestito dall’Agenzia del Territorio.

L’ultimo giorno, si è svolto il Simposio in-

ternazionale del Catasto in cui si sono sus-

seguiti tra gli altri, gli interventi del diretto-

re della Trimble, di quello della FAO, e dei

massimi esponenti della commissione.

Gli interventi di questa giornata, sono sta-

ti incentrati sul futuro del Catasto, propo-

nendo degli scenari futuristici sull’utilizzo

delle tecnologie. E’ stato in particolare

spiegato come uno “smart phone”, oltre

a tant’altro, potrebbe diventare uno stru-

mento per accatastare immobili e fissare

confini.

Già oggi con le precisioni ottenibili, per-

metterebbe una risoluzione di problema-

tiche collegate alla proprietà, che si incon-

trano specialmente nei paesi in via di svi-

luppo, dove i diritti non vengono sempre

riconosciuti ed applicati, proprio per la non

conoscenza del territorio, della sua rappre-

sentazione e della sua registrazione.

Si pensi alle infinite distese africane, dove

inevitabilmente il gps la fa da padrone.

In questi casi il lavoro del Geometra, non

solo porterebbe la precisione del dato,

ma anche la cultura della proprietà ed il

rispetto della stessa. Molti governi infatti,

tendono a limitare lo sviluppo dei Catasti

proprio per non perdere il controllo della

proprietà, che rimanendo in mano di po-

chi, diventa uno strumento di controllo

sulla popolazione.

Quindi, tecnologie ed esperienze da porta-

re nei paesi in via di sviluppo, auspicando

e promuovendo la loro effettiva crescita

tanto economica, quanto sociale, con i

Geometri ancora una volta, protagonisti.

L'Arco di Trionfo di Innsbruck

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LA LETTERA

Gorizia, 21 dicembre 2011

OGGETTO: Articolo su dimensio-

ne GEOMETRA n. 8/11 - Profes-

sioni tecniche: stare assieme an-

dando d'accordo.

Con riferimento alla diatriba tra le

varie professioni tecniche, auspico

che la sensibilità e l'attenzione per

le professioni siano migliorate, per

poter così aprire una nuova stagio-

ne di confronti costruttivi tra i liberi

professionisti. Solo così sarà possi-

bile convocare dei tavoli di concerta-

zione finalizzati a risolvere il proble-

ma dello sviluppo del paese e delle

competenze.

In ogni caso, a mero titolo di curiosi-

tà, Ti trasmetto copia di due articoli,

tratti da il geometra italiano, nume-

ro di agosto 1936, dal titolo INGE-

GNERI e GEOMETRI e numero di

ottobre 1936, dal titolo LA CAMPA-

GNA DEL SINDACATO INGEGNERI

CONTRO IL R. DECRETO 16 APRI-

LE 1936 - XIV.

Nel primo articolo è riportato che "A

parte la superiorità indiscussa de-

gli studi di ingegneria è impossibile

stabilire un rapporto dì dipenden-

za fra attività diverse, estranee tra

loro". A sostegno di ciò c'è la con-

ferma del Consiglio di Stato che, in

una questione vertente i rapporti tra

ingegneri e geometri ha sentenziato

che: "non è dato di indagare la supe-

riorità dei titoli quando questi sono

distinti ed ogni titolo risponde una

funzione determinata e specifica".

Nel secondo articolo, è riportato che

"una violenta azione di protesta che

da tre mesi ormai riempie le colon-

ne dei periodici tecnici di telegram-

mi di protesta, di ordini del giorno,

di articoli polemici di cui la nostra

professione fa le spese". In ogni

caso, è ribadito che l'operato del le-

gislatore, quello dei superiori Organi

corporativi e sindacali furono ispirati

ad un "obbiettivo criterio di equa e

logica ripartizione delle competenze

e del lavoro ed una oculata tutela

dell'interesse sociale".

Auspicano che, dopo 75 anni, termi-

ni definitivamente la protesta degli

ingegneri e prevalga la convinzione

che non esistono professioni su-

periori o ritenute tali, bensì esisto-

no delle professionalità specifiche.

Professionalità complementari ed

indissolubili che contribuiscano a

favorire lo sviluppo economico del

paese.

Ti ringrazio per l'attenzione e porgo

i più cordiali saluti.

Geom. Roberto SIMCIC

A seguito del nostro articolo sulle professioni tecniche, in cui auspicavamo la doverosa necessità di andare d’accordo tra categorie, pubblicato nel

numero 8 del 2011, il collega RoBERTo SIMCIC ci ha mandato una cortese lettera, nella quale auspica che finiscano le diatribe sulle competenze...

Lettera al direttore

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LA NOSTRA RISPOSTA

Caro collega Roberto Simcic,

grazie della cortese segnalazione e

soprattutto per aver scovato i due

articoli della antica rivista “il geo-

metra italiano”, che già nel 1936,

trattava del tema delle competen-

ze in edilizia.

Questo ci ricorda da quanto tempo

la nostra categoria è afflitta da que-

sto problema ed anche purtroppo,

chissà quanto ce ne vorrà ancora

per avere la soddisfazione che tutti

cerchiamo.

Purtroppo l’approccio di questi

scritti (che per ragioni di spazio non

possiamo pubblicare integralmen-

te) nei confronti del tema per noi

tanto dibattuto delle competenze,

è ormai superato nel dibattito del

giorno d’oggi, anche per l’interve-

nuta modifica delle condizioni am-

bientali, tecnologiche, storiche e

di legge che ci fanno ragionare su

altri piani.

Il Consiglio di Stato dell’epoca,

aveva giustamente sottolineato

che se i titoli di studio erano ben

distinti, significava evidentemente

che altrettanto ben distinti avreb-

bero dovuto essere le specifiche

funzioni di ognuno.

Purtroppo ben presto questa pre-

visione si è dimostrata non troppo

realistica, proprio per la generica

definizione delle norme e per l’ina-

deguato collegamento di un titolo

di studio alle competenze profes-

sionali, che come noto, non si ac-

quisiscono soltanto sui banchi di

scuola, ma molto di più lavorando.

Altra cosa sarebbe stata se a que-

sti titoli scolastici, fossero da sem-

pre stati abbinati anche i criteri di

riconoscimento di un doveroso

“saper fare” di anglosassone ispi-

razione, che oggi appare a tutti di

fondamentale importanza, tant’è

che la formazione continua dei pro-

fessionisti è diventata obbligatoria.

Poi il fatto che l’operato del legi-

slatore nel definire i ruoli profes-

sionali delle specifiche categorie

tecniche, sia stato ispirato ad un

“criterio obiettivo di equa e logica

ripartizione delle competenze e

del lavoro”, è stato senz’altro ve-

rissimo poiché riferito al lavoro che

c’era nel 1929.

I pochi Geometri ed i pochissimi

Ingegneri ed Architetti del tempo,

certamente sono stati capaci di

coabitare nell’ambiente dell’edili-

zia ognuno per le proprie compe-

tenze, fin tanto che l’Italia non è

cresciuta e con lei anche il numero

dei laureati tecnici, i quali poi sono

andati ad occuparsi dell’edilizia an-

che spicciola e modesta, della qua-

le anticamente non se ne occupa-

vano assolutamente e questo, il

legislatore del tempo, non poteva

o non ha saputo immaginare o pre-

vedere.

Quello che invece è ancora attua-

le, è sicuramente “l’oculata tutela

dell’interesse sociale”, che il Geo-

metra garantisce non solo in edi-

lizia, ma in tutti i settori della sua

attività e mi pare che non sia poco.

Il Direttore

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A cavallo dei mesi di novem-

bre e dicembre del 2011, si

è tenuto presso l’Istituto per

Geometri Sandro Pertini di

Pordenone un corso di ag-

giornamento professionale,

organizzato dall’Associazione

Geometri della provincia di

Pordenone in stretta collabo-

razione con il Collegio, riguar-

dante la tariffa professionale

e la redazione delle parcelle,

anche nell’ottica delle modi-

ficazioni in corso, a seguito

delle ultime indicazioni gover-

native.

Visto il periodo di difficoltà

che stiamo attraversando,

molto delicato per l’economia

nazionale e per la nostra ca-

tegoria professionale, il corso

ha rappresentato un momen-

to importante per i colleghi

partecipanti e si è dimostrato

un vero e proprio successo,

anche alla luce delle proble-

matiche che emergono ormai

più che quotidianamente nei

nostri studi e nella nostra atti-

vità lavorativa.

Il corso ha avuto una durata di

16 ore, che sono state suddi-

vise in maniera adeguata per

argomento e ripartite in sette

lezioni serali.

Docente nelle prime cinque

lezioni, è stato il collega Atti-

lio Rocca, il quale ha presen-

tato il corso stesso ed ha fat-

to un completo ripasso delle

norme generali di riferimento.

Si è poi occupato delle norme

da seguire per la compilazio-

ne delle parcelle e dei criteri

L'applicazione della tariffaprofessionale nelle parcelle

Un corso di aggiornamento appositoper parlare di parcelle professionali

di iacopo Chiaruttini

Attività Collegio di Pordenone

Iacopo Chiaruttini

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di valutazione dell’onorario

delle stesse, con guida alla

compilazione ed alcune prove

pratiche applicative.

Il corso è stato completato da

ulteriori due incontri, il primo

con l’avvocato Mattia Mata-

razzo, dove si è parlato degli

aspetti legali e del possibile

contenzioso tra committente

e professionista.

Il secondo incontro, è stato

tenuto dal dott. Fabio Masut-

ti, il quale ha trattato invece

gli aspetti fiscali e gli adempi-

menti tecnici previsti.

In questo corso, i partecipanti

hanno potuto condividere un

interessante momento di ri-

flessione e di aggiornamento

professionale.

Molti sono stati gli interroga-

tivi evidenziati sia dai docenti

che dall’uditorio, dimostra-

tosi particolarmente sensibi-

le verso i temi trattati. Non

sono mancati infatti i quesiti

e le preoccupazioni dei par-

tecipanti, che sono come da

aspettative, culminati in innu-

merevoli richieste di possibili

modifiche alle normative na-

zionali nel merito delle tariffe,

sui cambiamenti in atto e sul

futuro delle associazioni di

categoria, dei Collegi e sulla

nostra attività professionale.

Tutti temi ed argomenti che

certamente meritano appro-

fondimenti e sviluppi che sol-

tanto con un continuo dialo-

go, possono arrivare a tutti i

colleghi che hanno certamen-

te bisogno e necessità di ca-

pire e comprendere a fondo

dove stiamo andando e qua-

li siano i comportamenti più

corretti da tenere, anche nel-

la complessa tematica delle

parcelle e delle tariffe.

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iN CoPErtiNa"La fontana del Nettuno" Gorizia - piazza della Vittoria

Disegnata da Nicolò Pacassi, scolpitadal padovano Marco Chiereghin econsegnata alla città nel 1756.

dIRETTORE RESPONSAbILEbruno razza

cOMITATO dI REdAZIONEPIEr GIuSEPPE SEra (Go) anTonIo TIEGHI (Pn)LIVIo LaCoSEGLIaz (Ts) ELIo mIanI (ud)

cOORdINATORE dI REdAZIONEGLorIa GobETTI (ud)

PROPRIETàorGano uffICIaLE dEL ComITaTo rEGIonaLE dEI CoLLEGI dEI GEomETrI E GEomETrI LaurEaTI dEL frIuLI VEnEzIa GIuLIa

EdITORE, dIREZIONE,REdAZIONE, AMMINISTRAZIONEaSSoCIazIonE dEI GEomETrI E GEomETrI LaurEaTI dELLa ProVInCIa dI udInEper conto del Comitato regionale dei Collegidei Geometri e Geometri laureati del friuli Venezia Giulia Via Grazzano 5/b33100 udineTel 0432 501503fax 0432 504048e-mail: [email protected]

Il presente numero è stato chiuso per la stampail 14 febbraio 2012. Tiratura 3000 copie

STAMPA

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