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Collana MATRIMONIO E FAMIGLIA Libri di GARY CHAPMAN in collana: I cinque linguaggi dell’amore I cinque linguaggi dell’amore con gli adolescenti I cinque linguaggi dell’amore dei bambini Soluzioni d’amore I cinque segni dell’amore familiare Il cuore dei cinque linguaggi dell’amore I cinque linguaggi del perdono L’ira. Come controllare, gestire, trasformare l’altra faccia dell’amore Famiglie felici Le quattro stagioni del matrimonio Il matrimonio che avete sempre desiderato Una speranza per i coniugi separati Lavorare insieme, lavorare meglio Fuori collana: I cinque linguaggi dell’amore di Dio 365 giorni d’amore

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Collana MATRIMONIO E FAMIGLIA

Libri di GARY CHAPMAN in collana:

I cinque linguaggi dell’amoreI cinque linguaggi dell’amore con gli adolescentiI cinque linguaggi dell’amore dei bambiniSoluzioni d’amoreI cinque segni dell’amore familiareIl cuore dei cinque linguaggi dell’amoreI cinque linguaggi del perdonoL’ira. Come controllare, gestire, trasformare l’altra faccia dell’amoreFamiglie feliciLe quattro stagioni del matrimonioIl matrimonio che avete sempre desideratoUna speranza per i coniugi separatiLavorare insieme, lavorare meglio

Fuori collana:

I cinque linguaggi dell’amore di Dio365 giorni d’amore

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Questo libro è stato pubblicato in lingua inglese negli Stati Uniti da NorthfieldPublishing, sigla editoriale di Moody Publishers, 820 N. LaSalle Blvd., Chica-go, IL 60610 con il titolo originale The Five Languages of Appreciation inthe Workplace, copyright © 2011 di Gary D. Chapman e Paul E. White.

Traduzione di MARISA PATARINO

a cura del Centro Evangelizzazione e Catechesi «Don Bosco»di Rivoli (TO)

© 2012 Editrice ELLEDICI - 10096 Leumann TOE-mail: [email protected] 88-01-05126-1

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Prefazione

Quando scrissi il libro I cinque linguaggi dell’amore. Co-me dire “ti amo” alla persona amata, non avrei mai im-maginato che ne sarebbero state vendute sei milionidi copie in inglese e che sarebbe stato tradotto in qua-ranta lingue. All’inizio della mia carriera di consulen-

te familiare, ho imparato che ciò che fa sentire amata una da-ta persona non produce necessariamente lo stesso effetto suun altro individuo. Ho scoperto che molte persone cercavanosinceramente di esprimere amore al loro coniuge, ma non era-no in grado di creare un legame emozionale perché non riu-scivano a parlare il linguaggio dell’amore dell’altro.

Quando ho cominciato a tenere seminari sul matrimonio,ho sentito tante persone esprimere affermazioni di questo ge-nere: «Pensavamo di divorziare. Qualcuno ci ha regalato unacopia del suo libro e il suo contenuto ha letteralmente salvatoil nostro matrimonio».

Il soddisfacimento del bisogno emozionale d’amore è fon-damentale per la felicità coniugale. Se questa necessità non ri-ceve una risposta adeguata, il rapporto di coppia tende a raf-freddarsi. Se invece i coniugi si sentono amati, il loro matri-monio è costruttivo e influenza ogni altro aspetto della lorovita.

Negli ultimi quindici anni, molte persone mi hanno dettodi aver applicato il concetto dei Cinque linguaggi dell’amore nelloro ambiente di lavoro. Un dirigente ha detto: «Non usiamoil termine “amore”, ma li chiamiamo linguaggi della stima. Ilconcetto però è lo stesso e si rivela molto efficace. Ha notevol-mente migliorato il clima lavorativo nel nostro ufficio. I no-stri collaboratori sono più felici e l’efficienza è aumentata».

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Molte persone mi hanno incoraggiato a scrivere un librosui linguaggi della stima e sull’impatto che possono determi-nare sulla soddisfazione dei lavoratori, con conseguenze po-sitive sulla produttività. Dato che la mia esperienza riguardal’ambito del matrimonio e della famiglia, volevo realizzarel’opera insieme a un coautore che avesse sia una base teorica,sia una certa esperienza del mondo del lavoro. Quando ho in-contrato il dottor Paul White, ho capito di aver trovato la per-sona adatta. Da molti anni il dottor White si impegna per ga-rantire il passaggio più efficace delle aziende a conduzionefamiliare alla generazione successiva. In questo ruolo, ha la-vorato a stretto contatto con molti dirigenti in organizzazionidi varie tipologie.

Negli ultimi tre anni, il dottor White e io abbiamo lavoratoinsieme a un progetto che abbiamo chiamato motivare con lastima. All’inizio il programma si propone di aiutare i singolidipendenti a scoprire il loro linguaggio principale della sti-ma, il linguaggio secondario e infine il linguaggio meno im-portante per loro. Grazie a questo test, il dottor White ha con-dotto progetti-pilota in vari ambienti di lavoro. Le reazioni so-no state molto incoraggianti. Abbiamo scoperto che ciò che fasentire apprezzato un lavoratore può non sortire lo stesso ef-fetto su un altro. Quando il diretto superiore o un collega im-para a parlare il linguaggio della stima di un dipendente, siverificano risultati importanti. Sono dunque molto felice dipresentare quest’opera. Speriamo che questo libro aiuti tantidirigenti a creare un clima più costruttivo e a rendere miglio-re il rendimento dei dipendenti grazie all’uso dei linguaggidella stima.

Crediamo che questo libro vi aiuti a creare un clima lavo-rativo in cui gli individui si sentano giustamente apprezzati eaccolgano questa stima rinnovando un sincero impegno per ilbuon andamento dell’azienda.

Dott. GARY D. CHAPMAN

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Introduzione

V i sentite apprezzati dalle persone con le quali lavora-te? Se sì, probabilmente siete contenti di recarvi ognigiorno al lavoro. Se invece non vi sentite apprezzati,forse il vostro impiego è solo un mezzo che vi per-

mette di far fronte alle varie necessità materiali della vita. Tut-ti noi ci aspettiamo di essere pagati per il lavoro che svolgia-mo, a meno che siamo volontari. Molti dipendenti vorrebberoguadagnare di più, però il fattore principale che contribuiscealla soddisfazione sul lavoro non è l’entità dello stipendio, mala sensazione di essere apprezzati e stimati per l’opera che sisvolge.

Qualcosa nel profondo della psiche umana reclama il tri-buto di una giusta stima per la propria opera. Quando nonviene data una risposta a questa necessità, la soddisfazionesul lavoro si riduce.

Tre commenti espressi da lavoratori che operano in conte-sti molto diversi rivelano il desiderio di essere apprezzati.

«Non mi sarei dimesso, se avessi avuto la sensazione che ilmio lavoro fosse apprezzato», ha detto Dave, trentenne assi-stente dell’amministratore delegato di un’azienda. Dave la-vorava in quella società da circa quindici mesi e all’inizio era

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Il fattore principale che contribuisce alla soddisfazionesul lavoro non è l’entità dello stipendio, ma la sensa-

zione di essere apprezzati e stimati per l’opera che sisvolge.

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entusiasta dell’opportunità di crescita personale e professio-nale che quell’incarico gli offriva. Con il passare del tempo,però, era sempre più deluso.

A un certo punto, Dave ci comunicò che si era dimesso edera stato assunto in un’altra azienda, in cui si era ripropostauna situazione analoga. «Non è una questione di denaro. Qua-lunque cosa io faccia, qualunque sia l’entità del tempo che de-dico al lavoro e l’impegno che dimostro, non sento mai espri-mere considerazioni positive. Se commetto un errore, mi vie-ne fatto immediatamente notare. Se invece svolgo bene il miolavoro, il risultato è un perfetto silenzio».

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Nel corso di un incontro con il personale di un’azienda inottime condizioni, Cindy sorrise mentre diceva: «Questo è ilgrande giorno!». «Che giorno?», replicò un suo collega.

Avevamo consegnato a ogni dipendente i risultati del testche faceva parte del programma motivare con la stima e ognu-no stava leggendo il proprio elaborato prima che avviassimouna discussione di gruppo. Dal test condotto da Cindy emer-geva che il suo linguaggio principale della stima era costitui-to dai gesti di servizio e indicava che una persona come lei eraincoraggiata quando i colleghi entravano nel suo ufficio e laaiutavano, in particolare nei caso di carichi di lavoro insolita-mente pesanti.

Cindy era l’assistente esecutiva del fondatore e ammini-stratore delegato dell’azienda a conduzione familiare in cuilavorava. Collaborava con il signor Stevens, il suo diretto su-periore, da vent’anni e lo conosceva meglio di chiunque altro.Sebbene il signor Stevens, che aveva ormai più di settant’an-ni, lavorasse solo per una parte della giornata, Cindy avevamolte incombenze da sbrigare: organizzare i suoi viaggi,espletare varie commissioni e tenerlo aggiornato sull’anda-mento dell’azienda.

Nel test che svolse, Cindy precisò che se i suoi colleghi (o ilsuo diretto superiore) avessero voluto manifestare stima nei

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suoi confronti, avrebbero potuto aiutarla a svolgere parte delsuo lavoro, se lei constatava che il carico era eccessivo. «Se ilsignor Stevens alzasse un dito per aiutarmi a fare qualcosa,cadrei vittima di un attacco di cuore», disse. Scherzava, ma ilsuo umorismo era piuttosto contenuto.

Noi e i suoi colleghi sapevamo che Cindy aveva deciso di«aspettare pazientemente l’occasione». I suoi guadagni eranobuoni (si diceva che fosse l’assistente esecutiva meglio paga-ta della società) ed era vicina all’età della pensione. E sebbenerientrasse nel novero dei dipendenti più insoddisfatti e irasci-bili, probabilmente non si sarebbe ritirata presto dal lavoro,con gran dispiacere dei suoi colleghi.

◆◆

«Mi piace lavorare qui!», esclamò Tammy. «Non riesco apensare a un lavoro che possa essermi più gradito di quelloche svolgo alle dipendenze del dottor Jones», continuò, ma-nifestando i suoi pensieri con un sorriso. «Non fraintendete-mi: il dottor Jones è esigente. Si aspetta che lavoriamo con im-pegno, il nostro carico di lavoro è notevole, visitiamo moltipazienti e ci viene richiesto di svolgere il nostro compito conil livello qualitativo più alto possibile».

Avevamo saputo da altre fonti che il dottor Jones, un ocu-lista, lavorava molto, con grande efficienza e notevole atten-zione per i suoi pazienti. E avevamo anche sentito dire chemolti avrebbero voluto lavorare alle sue dirette dipendenze.

«Perché siete così contenti di lavorare qui?», domandai.«Perché ci tratta bene. Sebbene il carico di lavoro sia note-

vole e debba essere svolto in tempi relativamente brevi, il dot-tor Jones fa sempre tutto il possibile per noi».

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«Nessuno mi convincerebbe ad andare a lavorarein un’altra sede, qualunque stipendio mi si of-

frisse».

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L’idea del diretto superiore che faceva tutto il possibile peri suoi dipendenti mi incuriosiva e quindi cercai di approfon-dire l’argomento: «Davvero? In che modo? Come vi comuni-ca l’idea di impegnarsi per voi?».

«Innanzitutto, ogni settimana tiene una riunione di settorenel corso della quale analizziamo la situazione della nostrastruttura: che cosa procede bene e le questioni che ci creanodifficoltà. E cerchiamo di comprendere quali modalità opera-tive possano permettere di migliorare.

Una volta al mese invita il personale a condividere il pran-zo, e in queste circostanze viene dedicata mezz’ora in più al-l’incontro. In queste occasioni, a volte comunica i risultati dinuove ricerche o di tecniche innovative riguardanti il settoredi cui ci occupiamo. A Natale, poi, ci lascia una giornata libe-ra regolarmente retribuita per andare a fare acquisti e conse-gna a ognuno di noi una carta prepagata del valore di centodollari. L’aspetto più importante, però, è il suo atteggiamentocostruttivo e la sua propensione a incoraggiarci sempre. Dicespesso a ognuno di noi e all’intero staff che stiamo lavorandobene. Nessuno mi convincerebbe ad andare a lavorare inun’altra sede, qualunque stipendio mi si offrisse».

I “cinque linguaggi dell’amore”applicati agli ambienti di lavoro

Abbiamo presentato tre esempi di vita concreti che illu-strano l’impatto che la consapevolezza di essere apprezzati odi non essere considerati determina sul lavoro. Resoconti diquesto genere vengono ripetuti più volte negli ambienti di la-voro più diversi tra loro. Si osserva un dato di fatto: ciò chepermette a una persona di sentirsi apprezzata non sortisce ne-cessariamente lo stesso risultato su un altro individuo. Perquesto, anche nelle aziende in cui si è attenti a tributare giustiriconoscimenti ai dipendenti perché si sentano giustamentericonosciuti, spesso gli intenti per esprimere stima risultanoinefficaci.

A seguito dell’ottimo risultato che I cinque linguaggi dell’a-

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more hanno determinato all’interno di milioni di rapporti in-terpersonali e dato che comprendiamo quanto comunicare lastima negli ambienti di lavoro sia importante, abbiamo pen-sato di applicare questi concetti alle interazioni che si stabili-scono nell’ambito del lavoro.

Questo libro si propone di:• Illustrare il concetto dei linguaggi della stima, con esempi

pratici riguardanti la vita pratica.• Aiutarvi a individuare il vostro linguaggio principale del-

la stima, il linguaggio secondario e quello meno importan-te per voi tramite un test.

• Aiutarvi a comprendere come i linguaggi della stima pos-sano essere utilizzati per migliorare i rapporti interperso-nali in vari contesti lavorativi.

• Fornirvi strumenti e suggerimenti per applicare questiprincipi alla vostra vita quotidiana.

Cominciamo illustrando il concetto della stima nell’am-biente di lavoro e la sua importanza per instaurare e conser-vare relazioni costruttive nel contesto produttivo.

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Si osserva un dato di fatto: ciò che permette a unapersona di sentirsi apprezzata non sortisce neces-

sariamente lo stesso risultato su un altro individuo.