COLLANA DI STORIA DEL CRISTIANESIMO E DELLE CHIESEattività di predicatore, incaricato, dal marchese...

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TESTIMONI E TESTIMONIANZE COLLANA DI STORIA DEL CRISTIANESIMO E DELLE CHIESE

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  • TESTIMONI E TESTIMONIANZE

    COLLANA DI STORIA DEL CRISTIANESIMO E DELLE CHIESE

  • Direttore

    Luciano OIstituto per la Storia Sociale e Religiosa del Mezzogiorno

    Comitato scientifico

    Agnès B-KUniversité di MetzUniversité de Lorraine

    Vittorino GIstituto Patristico “Augustinianum” di Roma

    Feliciano M GUniversidad Nacional de Educación a Distancia de Madrid

    Paolo NUniversità di Roma Tre

    Sergio TFacoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli

    Paolo TUniversità degli Studi di ParmaI.S.S.R. di Modena

  • TESTIMONI E TESTIMONIANZE

    COLLANA DI STORIA DEL CRISTIANESIMO E DELLE CHIESE

    Vetera novaque

    Un fatto, una persona, uno scritto del passato storico, di tempicosì diversi dal nostro, nei modi di pensare, di amare, di viverepossono mai dirsi del tutto estranei alla mentalità postmoderna,o privi di significato per le nostre generazioni? Con non minoreurgenza dovremmo chiederci su quali fondamenti sia possibi-le costruire nell’oggi prospettive di speranza per il futuro. Ledomande chiamano in causa i valori umani immessi nella sto-ria dal cristianesimo attraverso i secoli, dall’antichità ai nostrigiorni. Ha scritto Jean–Marie Tillard: « Un gruppo trova la suasalute quando sa essere, simultaneamente, testimone di un pas-sato che risale all’origine stessa e testimone di un’incarnazionenell’oggi che fa la sua felicità. Non si può vivere in verità senzaancoraggio, senza retaggio, senza ‘tradizione’, senza memo-ria. Come non si può vivere in verità rifiutando gli imperatividell’oggi con i loro appelli a una riattualizzazione coraggiosa,sempre attuale e nuova, del contenuto della memoria ».

    Rivolta al passato storico di persone e di fatti attraverso lepiù diverse tracce presenti, ma non esclusive, in diari memorieepistolari, questa collana si propone di interrogare le motiva-zioni ideali capaci di ispirare sia nella ecclesìa sia nella polis, iviinclusa l’esperienza politica, un vissuto di speranza per le futuregenerazioni.

  • Luciano Orabona

    Istituto Morano e “La Maddalena”

    Nuova ricerca su ieri e oggi

    Appendice diMaria Federica Orabona

  • Aracne editrice

    [email protected]

    Copyright © MMXXGioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

    [email protected]

    via Vittorio Veneto, Canterano (RM)

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    I edizione: aprile

    www.aracneeditrice.itinfo@aracneeditrice.itwww.gioacchinoonoratieditore.itinfo@gioacchinoonoratieditore.it

  • Indice

    Introduzione

    Capitolo IAngioini e Frati Minori Conventuali in Aversa

    Capitolo IIUn cammino da riprendere e proseguire sul piano storico enell’attualità

    Capitolo IIIIl Francescano Osservante di Aversa nell’impegno tra papie regnanti

    AppendiceMaria Federica Orabona

  • Indice

    Figura . Attestati da ricco album di corrispondenza Postale timbrata fin dalfronte della prima guerra mondiale.

  • Indice

    Figura . Cartoline dal fronte

  • Introduzione

    Intendo entrare nel centro delle cose concernenti il contenutodel libro — che dedico a una tanto cara memoria personale e fa-miliare — con particolari felici insegnamenti di papa Francesconei punti in cui ammonisce in Santa Marta:

    Noi sappiamo. Gesù parla chiaramente, che i diavoli tornano, sem-pre. Anche alla fine della vita, Gesù ci dà l’esempio di questo. E percustodire, per vigilare, perché non entrino i demoni, bisogna saperraccogliersi, cioè stare in silenzio davanti a sé stessi e davanti a Dio,e alla fine della giornata domandarsi: « Cosa è accaduto oggi nel miocuore? È entrato qualcuno che non conosco? La chiave è a posto? Equesto ci aiuterà a difenderci da tante cattiverie, anche da quelle chenoi possiamo fare, se entrano questi demoni, che sono furbissimi, ealla fine ci truffano tutti ».

    San Pietro lo diceva: « Il demonio è come un leone feroce, chegira intorno a noi ». È così. « Ma, Padre, lei è un po’ antico. Ci faspaventare con queste cose. . . ». No, io no! È il Vangelo! E questenon sono bugie: è la Parola del Signore! Chiediamo al Signore lagrazia di prendere sul serio queste cose. Lui è venuto a lottare per lanostra salvezza. Lui ha vinto il demonio!

    Per dirigersi verso la “Maddalena” il turista viene di soli-to indirizzato verso via Linguiti, ubicata nei pressi di stradaGuitmondo, vale a dire del celebrato autore del pensiero oc-cidentale, qui giunto nell’ultimo lustro del primo millenniocristiano.

    Sarà sempre fiera, la terra dei fuochi, di aver attinto da tantoillustre Maestro dell’Occidente europeo luce e calore, grazie a

    . Un anno con Francesco, Le più toccanti riflessioni dalle omelie di Santa Marta,Gremese, Roma , p. .

    . Ivi, p. .

  • Introduzione

    un tracciato che è stato definito « una pietra miliare non solosulla storia della Chiesa aversana » (La Civiltà Cattolica, ,–).

    Un tratto più avanti della strada Guitmondo trovasi, neipressi dell’antica Porta S. Nicola, via Linguiti, che conducedirettamente all’ingresso principale dell’ospedale psichiatrico.

    Nel cognome Linguiti la toponomastica cittadina ha volutomenzionare il frenologo cav. Gennaro Maria, nato nell’ultimoquarto del Settecento, precisamente l’ aprile , non in Aver-sa, bensì a Faicchio, in provincia di Benevento, e morto nelprimo quarto dell’Ottocento, a cinquantadue anni, in Portici, il settembre . Primo direttore dell’ospedale, dopo esserestato abate nella congregazione dei Serviti di Maria, svolse unabenefica opera umanitaria.

    Egli si era formato alla vita religiosa in Napoli, sin da gio-vane età, e pensava in un primo tempo di dedicarsi allo studiodel diritto, ma ben presto ritornò alla vita monastica e si ad-dottorò in legge, filosofia e teologia. Nell’esercizio sacerdotalesi distinse per la predicazione e fu scelto come catechista delcorpo di marina nella Darsena, nonché istruttore di teologiadei chierici del clero regio. Aveva infatti pubblicato « nel le Esercitazioni critico–filosofiche sopra gli Atti dei SS. Apostoli. Dafrate alienista, uomo acuto ed estroso, dotato di “fuoco natu-rale” », lasciò il silenzioso chiostro dell’ordine dei Serviti perdedicarsi alla medicina.

    Quando nel regno di Napoli si instaurò, il gennaio , ildecennio francese con la conseguente esecuzione delle leggisulla repressione degli ordini religiosi mendicanti, il Linguitipassò allo status di sacerdote secolare, continuando « nella suaattività di predicatore, incaricato, dal marchese Francesco Beno,istruttore a delle sue figlie ».

    Dopo aver condotto uno studio sulla follia, stampato nel presso la Tipografia Angelo Trani, pubblicò in Napoli il risultatodelle sue Ricerche sull’alienazione della mente umana e dal mag-gio fu nominato alla direzione del manicomio aversano,mantenendo la nomina fino alla morte. Nel pubblicò « una

  • Introduzione

    raccolta di storielle », basata sulle osservazioni fatte nel corsodi un anno nel Reale stabilimento aversano. Per i suoi meritigli furono poi conferite due nomine, di cavaliere « dell’Ordinedelle Due Sicilie e di Cavaliere dell’Ordine Costantiniano ».

    Un valido riconoscimento riceveva infine il maggio ,in uno dei corridoi del morotrofio, con un busto, scoperto insuo onore « al termine del discorso commemorativo Per l’inau-gurazione del busto di G.M. Linguiti nel r. manicomio di Aversa,« pronunciato dal cav. G.B. Miraglia », medico e psichiatra, alquale sarà, a sua volta, intitolata la strada, già Via Acerbo, nelComune di Lusciano. Fu, il Linguiti, anche socio accademico.

    Il sito della Maddalena prima di diventare casa di cura avevaospitato, circa otto secoli or sono, un convento con antica chie-sa e annesso Hospitium leprosorum Sanctae Mariae Magdalenae.Avvenne che sul Lazzaretto, ospizio di lebbrosi, si installas-se un convento francescano, di cui abbiamo notizia almenoda quando nel re Carlo I d’Angiò volle innalzarvi unacappella.

    Vergò su questa storia a metà Ottocento non più di qualchepaginetta lo storico e sindaco Parente, inserendo un paragrafet-to nel secondo volume della sua opera maggiore.

    Ulteriori annotazioni non sono mancate sino ai nostri giorni,pure dal punto di vista architettonico, ma per il momento nonè il caso di soffermarvici.

    Da parte di altri autori — locali e non —, se si esclude qual-che medico operante nel morotrofio in età contemporanea, lariflessione non è andata oltre sul piano storico, ben diversamen-te da quanto è avvenuto in altre regioni, per esempio con unampio volume pubblicato ora è un ventennio.

    Dei secoli anteriori sappiamo altresì, anche dal Parente, cheil giugno « dimorò in Aversa papa Alessandro IV [–]

    . G. Parente, Origini e vicende ecclesiastiche della Città di Aversa, TipografiaCardamone, Napoli , pp. –.

    . C. Grandi, Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti manda, edizione FondazioneBenetton Studi Ricerche/Canova, Treviso , pp. .

  • Introduzione

    con cardinali di seguito. Niuno più di lui e di loro si curò; l’al-tare del duomo allora consacrato si rimutò di nuovi marmi: lenundine concesse andarono in desuetudine: nulla sopravvisse,all’altro che una pinta e tarlata tavola a pochi nota ».

    In effetti Alessandro IV, seguendo la linea politica antisvevadei predecessori, dové affrontare forti contrasti con Manfredi eCorradino, pur favorendo gli ordini monastici e canonizzandosanta Chiara, senza però riuscire a imporre il guelfo Carlod’Angiò sul trono del regno di Napoli e Sicilia, ragione per cuialla fine dové cercare rifugio in Viterbo, ove morì rimanendosepolto in quella cattedrale.

    A distanza di centocinquant’anni dagli Angioini, il chiostrovenne arricchito con la costruzione nel di un ambulacrosotto i portici. Dopo altri anni si provvedeva ad aggiungervinel centro l’artistico pozzo con una colomba come stemma.

    Il lebbrosario si deve, a quanto sembra, alla regina GiovannaII, che offrì « la chiesa posta fuori le mura di Aversa, insieme adalcuni edifici cadenti, di proprietà dell’Ordine di San Lazzaro— quale luogo adatto per i diagnosticati lebbrosi — a GiacomoScaglioni di Aversa per ricavare dai diruti stabili, prossimi al-la chiesa, un conventino dove i frati potessero decentementetrovare alloggio.

    Con bolla papale del settembre furono i frati conferma-ti in perpetuo nel possesso di questa « A. Domini MCCCCXXX,mense Ianuarii, IX indictione [. . . ] fecit fieri hoc claustrum,cum toto suo apparatum [. . . ] ».

    L’iniziativa successiva del pozzo, cosiddetto di san Bernardi-no, risale all’Orabona vicario generale dell’ordine francescano.Si avrà più avanti modo di raccontare qualcosa di lui, dellasua carriera ecclesiastica, dell’attività da lui svolta. Basti per ilmomento richiamare che era un nobile nato si in Aversa maappartenente al ramo di una famiglia di baroni proveniente daFerrara.

    . L. Orabona, in Gaetano Parente, Storico e Magistrato Municipale, vol. II,Appendice di Maria Federica Orabona, LEREditrice, Marigliano , .

  • Introduzione

    Al fine di offrire una piena e consapevole conoscenza dellastoria della Maddalena, si seguirà la metodologia di dare dovutaimportanza al contesto dei fatti narrati, inquadrandoli nei piùrilevanti avvenimenti di storia generale, sia della Chiesa chedella società, correlati alle vicende della diocesi di Aversa sededel morotrofio.