COLLABORATORI DI MARIA - reginamundi.info · La devozione dello Scapolare nacque il 16 luglio ......

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COLLABORATORI DI MARIA Foglio di collegamento del movimento Collaboratori di Maria Regina della Pace –C.M.O.P. Comunità della Sardegna Luglio 2010 - VI anno .. " Cari figli, con gioia vi invito tutti a vivere i miei messaggi con gioia, soltanto così figlioli, potrete essere più vicini al mio Figlio. Io desidero guidarvi tutti soltanto a Lui e in Lui troverete la vera pace e la vera gioia del vostro cuore. Vi benedico tutti e vi amo con amore immenso. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. (Ef 2 13-16) Beata Vergine Maria del Carmelo I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione”, (S. Teresa di Gesù) come una “salita del Monte Carmelo” (S. Giovanni della Croce). In questo itinerario è presente Maria. Ella - invocata dai carmelitani come madre, patrona e sorella - diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine santa, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua madre Maria. Una particolare grazia della Madonna verso i carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a san Simone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali. È lo scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per parteciparne i benefici spirituali, e veicolo di tenera e filiale devozione mariana (cf. Pii XII “Nemini Profecto Latet”). Mediante lo scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria - la madre, la patrona, la sorella, la vergine purissima - accogliendo con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio zelante dei fratelli. Invito ora tutti i devoti della Vergine santa a rivolgerle una fervida preghiera, affinché ella, con la sua intercessione, ottenga a ciascuno di proseguire sicuro nel cammino della vita e di “giungere felicemente alla santa montagna, Gesù Cristo, nostro Signore” (Giovanni Paolo II Angelus Luglio 1988) O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell'amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l'eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen. Messaggio della Madonna del 25 Giugno 2010

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COLLABORATORI DI MARIA Foglio di collegamento del movimento Collaboratori di Maria Regina della Pace –C.M.O.P.

Comunità della Sardegna Luglio 2010 - VI anno

..

" Cari figli, con gioia vi invito tutti a vivere i miei

messaggi con gioia, soltanto così figlioli, potrete essere più vicini al mio Figlio. Io desidero guidarvi tutti

soltanto a Lui e in Lui troverete la vera pace e la vera gioia del vostro cuore. Vi benedico tutti e vi amo con amore immenso. Grazie per aver risposto alla mia

chiamata."

in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo

solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di

decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce,

distruggendo in se stesso l'inimicizia. (Ef 2 13-16)

Beata Vergine Maria del Carmelo

I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione”, (S. Teresa di Gesù) come una “salita del Monte Carmelo” (S. Giovanni della Croce). In questo itinerario è presente Maria. Ella - invocata dai carmelitani come madre, patrona e sorella - diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine santa, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua madre Maria. Una particolare grazia della Madonna verso i carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a san Simone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali. È lo scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per parteciparne i benefici spirituali, e veicolo di tenera e filiale devozione mariana (cf. Pii XII “Nemini Profecto Latet”). Mediante lo scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria - la madre, la patrona, la sorella, la vergine purissima - accogliendo con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio zelante dei fratelli. Invito ora tutti i devoti della Vergine santa a rivolgerle una fervida preghiera, affinché ella, con la sua intercessione, ottenga a ciascuno di proseguire sicuro nel cammino della vita e di “giungere felicemente alla santa montagna, Gesù Cristo, nostro Signore”

(Giovanni Paolo II Angelus Luglio 1988)

O Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che

attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia

mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell'amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo

materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani,

tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l'eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei

secoli. Amen.

Messaggio della Madonna

del 25 Giugno 2010

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Lo scapolare

La devozione dello Scapolare nacque il 16 luglio 1251 quando la Beata Vergine Maria apparve a San Simone Stock, padre generalizio dell’Ordine dei Carmelitani come risposta alle sue sincere preghiere di assistenza. Mostrandogli lo Scapolare Nostra Signora disse: “Prendi questo Scapolare. Chiunque muoia indossandolo non patirà il fuoco dell’inferno. Esso sarà simbolo di salvezza, protezione dai pericoli e promessa di pace”. Questa grande promessa fu ulteriormente magnificata circa ottanta anni dopo quando la Regina del Cielo apparve a Jacques Duèze (poi Papa Giovanni XXII) e gli disse che “coloro che sono stati investiti con questo Santo Abito saranno tolti dal Purgatorio il primo Sabato dopo la loro morte”.Questa grande ulteriore promessa relativa allo Scapolare è chiamata Privilegio Sabatino (del Sabato) e si basa sul decreto emesso dal Papa Giovanni XXII nel 1322, decreto confermato quattrocento anni più tardi da Papa Paolo V. Nello scorso secolo, Papa Benedetto XV come segno della sua approvazione, concesse un’indulgenza di cinquecento giorni ogni volta che lo Scapolare veniva baciato. Ai devoti dello scapolare è raccomandata in modo speciale la recita del rosario, come colloquio giornaliero con la propria Signora e Sorella e come incontro d’amore con Lei nella preghiera. Lo Scapolare è imposto una volta per sempre, da un religioso carmelitano o da altra persona autorizzata. Può essere sostituito da una medaglia che raffiguri da una parte l'immagine del Sacro Cuore di Gesù, e dall'altra quella della Vergine. Tale medaglia viene benedetta quando si cambia. Lo Scapolare è per i cristiani autentici che si conformano alle esigenze evangeliche, ricevono i Sacramenti e professano una speciale devozione alla Santissima Vergine. A Fatima le apparizioni si conclusero con la visione della Madonna del Carmelo.

Lucia, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna “il rosario e lo scapolare sono inseparabili”.

Il Perdono del Carmine 16 Luglio - Evento di

Misericordia

Il Sommo Pontefice Leone XIII in data 16 maggio 1892 concesse all'Ordine Carmelitano, a beneficio di tutta la cristianità, l'insigne privilegio del perdono del Carmine, ossia l'indulgenza plenaria tante volte quante si visiterà - nei debiti modi - una chiesa dove è istituita la confraternita del Carmine per la festa della Madonna del Carmelo e si pregherà secondo l'intenzione dei Sommi Pontefici.

Coroncina al Preziosissimo Sangue

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. 1 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nella Circoncisione. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, soccorri i tuoi figli che hai redenti col tuo Sangue Prezioso 2 ° MISTERO - Gesù sudò Sangue nell'orto degli Ulivi. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … 3 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nella Flagellazione. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … 4 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nella Coronazione di spine. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … 5 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nel Viaggio al Calvario. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … 6 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nella Crocifissione. Cinque Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … 7 ° MISTERO - Gesù versò Sangue nel colpo di lancia al costato. Tre Gloria… Ti supplichiamo, Signore, … Preghiamo: O Trinità amabilissima, ti offriamo il grande prezzo con cui fummo redenti: il Sangue divino dell'Agnello Immacolato, un giorno tutto sparso ed ora tutto misteriosamente racchiuso nell'Ostia santa. Accettalo, Signore, per l'esaltazione della tua Chiesa, per la santificazione dei Sacerdoti, per la salvezza del mondo, per la nostra fedeltà e perseveranza.

---------------------------------------------------- Stampato in proprio – Resp. M. Caterina Muggianu

tel. 070 270683 3204435990 [email protected]

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Servo di Dio Padre Mariano da Torino Pace e Bene a tutti!

Padre Mariano da Torino, al secolo Paolo Roasenda naque a Torino il 22 maggio 1906 , da Giovan Battista e da Angela Rustichelli. Al battesimo gli vengono posti i nomi di Paolo, Mario, Luigi e Francesco

Paolo a 17 anni conseguì la licenza liceale al Liceo Classico Cavour del capoluogo piemontese, e si iscrisse alla Facoltà di Lettere, dove fu allievo di Gaetano De Sanctis ». Ha conosciuto il ventennio fascista durante il quale ha avuto la sua formazione culturale e ha svolto la sua professionalità come docente; ha vissuto il passaggio dalla monarchia alla repubblica; ha contribuito alla scelta democratica dell'Italia partecipando attivamente nei Comitati Civici del prof. Gedda. La sua attività di insegnante iniziò presto a 24 anni come professore di lettere classiche al liceo statale di Tolmino (Gorizia), di Pinerolo (Torino), di Alatri e di Roma fino al 1940. Durante la permanenza a Roma, Paolo si impegnò ancor più nell'Azione Cattolica di quegli anni difficili nei quali il fascismo aveva proibito ogni tipo di organizzazione sociale: fu allora che il cardinale vicario lo nominò presidente della Gioventù Romana di Azione Cattolica. Come

insegnante impegnato nell'associazionismo cattolico pubblicò libri e articoli di cultura classica e di istruzione religiosa. Appassionato di calcio e tennis, amante della natura e in particolare della montagna, aveva per hobby la musica e il teatro, ma al tempo stesso gli piaceva scrivere commedie e fare l'attore. A 19 anni scrisse una commedia in tre atti intitolata "A quando?" rappresentò questa commedia nel 1925 al "Circolo dell'Immacolata", tenuto dai padri gesuiti nella Chiesa dei SS.Martiri di Torino Fu educato in famiglia, ma soprattutto nell'Azione Cattolica. Si laureò in lettere all'Università di Torino nel 1927, « a 21 anni, e subito, nel 1928, vinse il concorso per l'abilitazione all'insegnamento, tanto da essere il più giovane professore di Lettere greche e latine d'Italia ».

Pian piano, dentro di lui cresceva il desiderio di consacrarsi a Dio. Leggiamo nella sua autobiografia: “Come si è acceso in me tale fuoco? (Non so trovare altra parola più adatta, anche perché l'ha usata Gesù). Non lo saprei dire. Libri? contatti con veri apostoli? stampa, congressi, convegni, settimane di studio…sì, un po' tutto, ma soprattutto la grazia misteriosa…. Più tardi, molto più tardi, compresi che l'apostolato vero, quello che edifica, è uno solo, ed è silenzioso: è quello dell'esempio, anzitutto come uomo (studente, operaio, professionista, padre di famiglia, ecc.), poi come cristiano.”

Scriveva alla zia Costanza: “non attendo altro che il giorno benedetto in cui potrò correre a servire e lodare il Signore, senza restrizioni, senza limiti, ma con tutte le forze, e poiché queste sono poche, con tanto amore sopratutto.” Oh, se noi la comprendessimo bene la divina potenza dell'Amore, che rende eroi i deboli, che infiamma, che scuote, che sostiene il mondo! Che sarà di più bello, di più consolante che amare l'Amore? Il nostro divino Sposo ha dell'attrattive cosi belle e potenti che superano all'infinito tutte le bellezze umane, e il nostro cuore non si sazia che di Lui! “ Era tanto devoto di Santa Teresina di Lisieux, a lei aveva affidato la sua vocazione. Scriveva ancora alla zia: “è questa la piccola via che ci addita la carissima Santina di Lisieux. Non te l'ho ancora detto? È essa la mia guida, a Lei ho affidato la mia vocazione perché me la custodisca con il manto della Vergine SS., perché è stata S. Teresa del Bambin Gesù che mi ha aperto la via nuova: quella dell'amore confidenziale e illimitato.” Ma la vera Ispiratrice e Custode della sua vocazione, come dice lui stesso, è stata l’Immacolata: “Proprio mentre da mesi dirigevo i miei passi verso la meta che mi pareva quella buona, l'Immacolata da me insistentemente invocata per una tempesta che minacciava il mio nuovo orizzonte, mi fece improvvisamente una precisa sensazione fisica: come di una mano misteriosa che mentre attraversavo una grande piazza mi fermasse e mi obbligasse a tornare - contro voglia - sui miei passi. Sentii d'un tratto un disgusto mai provato, intollerabile, della vita comune nel mondo, e contemporaneo un desiderio irresistibile del sacerdozio, via che avevo sempre scartato. E fu concretamente così: un

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giorno del settembre 1940 (la guerra già infuriava) nel segreto del mio cuore decisi di essere religioso e sacerdote. Nel 1940 a 34 anni entrò nell'ordine dei Frati Minori Cappuccini, nel convento di Fiuggi. “Beata vita cappuccina che semplifichi tante cose: fare a meno del rasoio al mento, delle calze ai piedi, del cappello in capo! Mi sentii perfettamente a mio agio: scoprii che… forse ero nato cappuccino.” Assume il nome di “Mariano” Ho preso un nome - Mariano - per onorare (almeno così!) Colei cui tanto devo. Penso con gioia che ogni volta che fanno il mio povero nome, risuona qualcosa di Lei. Alla madre della mia anima (delle cui dolcezze gusto qualche stilla nella mitezza d'animo della mia madre terrena) chiedo sempre d'insegnarmi non a predicare, ma a parlare di Gesù.” Il 12 gennaio 1942 emise i voti semplici; il 29 luglio 1945 riceve l'Ordine Sacro e diviene sacerdote. E' questo per lui l'avvenimento più importante della sua vita. Scrive ancora nella sua autobiografia: “La Messa è tutto. Anche l'apostolato della parola, al quale da anni i superiori mi hanno voluto dedicare, è ben misera cosa in confronto di quella Messa che ogni giorno posso celebrare”. Inviato a Roma, « frequentò la Facoltà di teologia all'Angelicum, e si laureò nuovamente, il 30 luglio 1949. La sua attività si svolse nel convento di Via Vittorio Veneto a Roma. Fu cappellano in diversi ospedali romani. predicava un pò dovunque e in particolare fu cappellano nel carcere di Rebibbia, dove tornava spesso per intrattenersi con i carcerati. Fu cappellano nell'ospedale romano di Santo Spirito in Sassia e nell'ospedale psichiatrico di Monte Mario. Dovunque svolgesse il suo servizio mostrava un sorriso amabile verso tutti .

Padre Ignazio da Atzara, suo compagno di Noviziato, oggi novantenne, racconta questo simpatico aneddoto: “ Spesso nel rigido inverno, andavo a lavorare nell’orto del convento e padre Mariano si dispiaceva un po’ per me. Non potendo aiutarmi a causa della sua cagionevole salute, nonostante avesse le mani e i piedi gonfi e doloranti dai geloni, veniva ugualmente nell’orto a farmi compagnia con la sua proverbiale letizia e gioiosità. Un giorno, mentre piantavo i cavoli mi riprese bonariamente: “ Ma come li pianti questi cavoli! San Francesco non li piantava così” “come li piantava”, fu la mia risposta, “ li piantava a testa in giù!” e fu tanto divertito quando gli risposi da contadino esperto : “ San Francesco non si intendeva sicuramente di cavoli!” Nonostante la cultura e la popolarità, la sua caratteristica fu sempre l’ umiltà unita alla semplicità del linguaggio. Nel 1950 cominciò a parlare dalla Radio Vaticana. Dal 1955 al 1972 fu scelto dai dirigenti tv per condurre le trasmissioni radio televisive, scrisse anche sul Radio Corriere TV. Padre Mariano inizia la sua attività di comunicatore attraverso i mass media e per preparare le sue rubriche viaggia in tante nazioni: Terra Santa. Grecia,Turchia, Egitto, Spagna. Gira per tutta l’Italia incontrando tanti consensi..

Tanti ricordano ancora le sue trasmissioni radiofoniche, Il quarto d'ora della serenità, alla Radio vaticana e Sorella radio, per la Radio italiana, e quelle televisive: Sguardi sul mondo, rubrica religiosa che in seguito cambiò nome, per diventare, nel 1959, La posta di Padre Mariano, programma che lo fece conoscere e amare dal grande pubblico. E ancora “In famiglia”, “Chi è Gesù ?” ed altri non meno importanti. ".

“Pace e bene a tutti” era il saluto che dava agli italiani quando appariva negli schermi televisivi della Rai per condurre i seguitissimi programmi. «Quando auguro: “Pace e bene a tutti!” diceva “il conto mi ritorna sempre, perché se qualcuno respinge l’augurio di pace, esso ritorna a me! E io ci guadagno. È promessa di Gesù»;

Il card. Poletti l’aveva così ricordato: “l’amico degli umili i quali capivano ciò che lui diceva; l’amico degli afflitti che nelle sue parole trovavano consolazione e incoraggiamento, l’amico degli smarriti e degli incerti che ritrovavano ancora la ragione di vivere, di lottare e vincere”. Di lui testimonia ancora Padre Ignazio da Atzara: Padre Mariano era un”cuore eucaristico” La sua gioiosità e la sua fecondità apostolica nasceva dalle lunghe ore che trascorreva davanti al tabernacolo. Quando tutti si ritiravano per il riposo lui scivolava senza farsi notare, nel coro e lì stava tanto tempo ad adorare Gesù.”

Era anche tanto devoto della Madonna. Ricordiamo questo suo bellissimo pensiero: «Il Cristo è totale, perché c’è con lui anche la sua mamma che è anche la nostra mamma. Mancherebbe non già qualcosa, ma molto, se mancasse la mamma». “Non ci stacchiamo mai da Maria: la causa di tutti i nostri guai è il non credere abbastanza nell'amore di quella Mamma Immacolata.”

Morì il 27 marzo 1972, lunedì santo, e venne sepolto nella chiesa dei Padri Cappuccini a Roma, in via Veneto. Aveva scritto sin da giovanissimo: La nostra meta è là: nel bel Paradiso ci riposeremo e in seno ad una eterna gioia potremo, riandando ai pochi e brevi momenti passati nel tempo, cantare l'alleluia eterno!” La sua fama ha spinto la Chiesa ad avviare l'iter di beatificazione. L'11 maggio 1991 si è concluso il processo diocesano alla presenza del cardinale Camillo Ruini. Papa Benedetto XVI ha firmato il 15 marzo 2008 il decreto che riconosce le virtù eroiche di padre Mariano, oggi Venerabile. M. Caterina Muggianu.( Informazioni tratte da fonti varie)

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