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Che bello l’oratorio coi colori dell’estate IN QUESTO NUMERO A 40 anni dalla legge 194 Ucraina questa sconosciuta Anno LXXXIX - Numero 6 - Giugno 2018

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Che bello l’oratorio

coi colori dell’estate

IN QUESTO NUMERO

A 40 anni dalla legge 194

Ucraina questa sconosciutaAnno LXXXIX -

Numero 6 - Giugno 2018

Squilla Giugno 2018 stampa_La Squilla ottobre 2017 29/05/18 09.00 Pagina 1

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TRA LE GUGLIE2

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MILANOSinodo minore, ecco lo strumento di lavoro«Chiesa dalle genti, responsabilità e pro-spettive» è il titolo del testo elaborato dallaCommissione di coordinamento al terminedella fase di ascolto, resto disponibile nellaSolennità di Pentecoste, che guiderà il di-scernimento dei Consigli diocesani.

11:50 PM - 31 Mag 18 #CorpusDomini L’Arcivescovo ha pre-sieduto la celebrazione diocesana del Corpus Domini nella chie-sa di Maria Madre della Chiesa, a seguire la Processione eu-caristica fino a San Barnaba in Gratosoglio06:38 PM - 26 Mag 18 #Cresimandi2018 L’Arcivescovo coni cresimandi, una festa dello Spirito #Sansiro11:25 PM - 18 Mag18 In #PiazzaDuomo l’Arcivescovo con-segna il mandato agli animatori degli oratori estivi 2018 #all’Opera

Scene di vita diocesana

La photogallery

Il Beato Paolo VI sarà proclamato Santo il prossimo 14ottobre durante il Sinodo dei vescovi sui giovani. L’an-nuncio della canonizzazione di papa Montini è stato datoda papa Francesco nel corso del Concistoro pubblico or-

dinario svoltosi in Vaticano il 19 maggio. A Giovanni Batti-sta Montini, nominato tra l’altro Arcivescovo di Milano dapapa Pio XII l’1 novembre 1954 e consacrato il 12 dicem-bre dello stesso anno, si attribuisce un miracolo avvenutonel 2014, che riguarda la guarigione inspiegabile di unabimba al quinto mese di gravidanza. Secondo i medici, lapiccola non avrebbe avuto possibilità di nascere a causa diuna grave complicanza della gestazione, pericolosa ancheper la salute della madre. In un viaggio a Brescia, terra na-tale di papa Montini, la donna pregò intensamente Paolo VInel Santuario di Santa Maria delle Grazie, ottenendo la gua-

rigione completa della figlia. Sei le nuove stelle che brilleranno nella costellazione dellasantità, uomini e donne che si sono spesi per servire fedel-mente il Vangelo: oltre a Papa Montini, saranno canonizzatimonsignor Oscar Arnolfo Romero, l’arcivescovo martire diSan Salvador, il sacerdote diocesano Francesco Spinelli,fondatore dell’Istituto delle suore adoratrici del SantissimoSacramento; Vincenzo Romano, sacerdote diocesano;Maria Caterina Kasper, vergine, fondatrice dell’Istituto dellepovere ancelle di Gesù Cristo; Nazaria Ignazia di Santa Te-resa di Gesù, vergine, fondatrice della Congregazione dellesuore missionarie crociate della Chiesa.https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-05/papa-francesco-14-ottobre-paolo-vi-santo-con-mons-romero.html

L’annuncio di papa Francesco durante il Concistoro.

Festa per l’atteso annuncio:Paolo VI Santo il 14 ottobre

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LA PAROLA DEL PARROCO3

Ghe pensi mi!Nella Chiesa (e nella vita) nessuno può far tutto da sé

Giampiero lo vedi sempre con le ma-niche voltate indietro. Praticamentevive nel magazzino della sua asso-ciazione, che fin dagli anni ’70 (anni

di lotte e di utopie) aiuta i missionari del paese;in un piccolo capannone ritirano mobili, smon-tano lavatrici, riempiono container da spedire.Piero è l’anima di tutto: gestore dei conti, or-ganizzatore dei turni, uomo di fatica. Nessunoè disponibile come lui, lo sanno tutti. Già: ma pur-troppo lo sa anche lui. “Non ci sono più i gio-vani di una volta!” e scattiva le nuove leve chesi avvicinano. “Lascia stare va’, ghe pensi mi!”urla a chi non ha la sua stessa abilità nel mon-tare e smontare. “So io dove si mettono le manilì”: nessuno può aprire l’armadio degli attrezzi.“Ma che computer, si fanno a mano i conti! Ghepensi mi!”; e, pur fidandosi ciecamente di lui -e a ragione-, nessuno sa come girano i soldi. Unpo’ orso, Giampiero: ma tutti lo rispettano, e, infondo, quel suo “Ghe pensi mi!” fa comodo. Imissionari poi lo riempiono di complimenti: i frut-ti di tanto lavoro danno cibo e futuro, laggiù inAfrica o nell’America Latina dove operano.Giampiero vive per questo mondo che si è crea-to attorno a sé.Finché Giampiero non si ammala improvvisa-mente e seriamente. Gli altri associati gli stan-no vicino, e gli chiedono di lasciare alcune in-combenze. “Macchè! Poi torno io”. E intantonessuno può fare i turni delle raccolte. “Ancheda casa gestisco io i conti: cià, ghe pensi mi!”ma comincia a esserci confusione nelle bollet-te e nelle spedizioni ai missionari. Il magazzinorimane chiuso (“Dar via le chiavi è dar via il po-tere” ha sempre detto Giampiero). Qualche pre-occupazione serpeggia, poi cresce e si diffon-de il malumore. Qualche amico, di quelli veri, glie-ne parla schiettamente. Scoppia la tragedia.“Ecco, questo è il compenso per 45 anni di ser-vizio! Se mi togliete le chiavi, mi fate morire! Me

ne sono accorto io che da un po’ quello là am-biva al mio posto! Ma quello là non è capace!Io l’amministrazione l’ho sempre curata comefosse quella di casa mia! E adesso mi buttatenell’angolo! 45 anni! E non vi fidate di me...” evia di questo tono, lasciando muti e amareggiatitutti gli altri, che gli sono sinceramente amici. Eadesso? Che facciamo?Cose amare. Amare per tutti: per l’associazio-ne, per Giampiero, per le missioni da sostene-re. Amare cose che accadono in tanti ambien-ti di servizio e di volontariato.Dice saggiamente il nostro Consiglio pastora-le per incarnare il Giubileo della Misericordia inuno stile di carità: “Nella Chiesa nessuno è pa-drone. Lo stile della disponibilità a collaborarecon umiltà contraddistingue chi svolge un ser-vizio nella Chiesa. Nessun compito è per la glo-ria o la soddisfazione personale e nessun dirit-to nasce da esso: chi opera in chiesa, nello sportin oratorio, in segreteria, al cinema o al bar “nonsi vanta, non si gonfia d’orgoglio” (1 Cor 13, 4);e dice soltanto, come il servo della parabola: “Hofatto quel che dovevo fare”. Non c’è profumodi Vangelo quando siamo possessivi nella re-sponsabilità affidataci, ma quando, singoli ogruppi, sappiamo collaborare con altri. Ci saràun motivo per cui “Gesù chiamò i Dodici e limandò a due a due” (Mc 6, 7)... Così si avvici-nano nuovi collaboratori, così girano nuove ideee si genera la corresponsabilità di molti. E siscongiura il danno che ricade sulla Comunitàquando si viene meno al proprio servizio per età,impegni sopraggiunti o altri motivi”.Non sappiamo come si è evoluta la malattia diGiampiero. Gli auguriamo ogni bene. Ma la veramalattia di Giampiero è dentro il suo animo. Esperiamo che guarisca innanzitutto lì: per lui, peril bene dell’associazione e per le missioni da so-stenere.

Il prevosto don Angelo

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LA NOSTRA COMUNITÀ4

Legati del mese di giugno

1 ore 7 MERONI Cesarina e CASSAMAGNAGHI Riccardo5 ore 7 Famiglie PAROZZI, CAZZANIGA e COMI6 ore 7 LEGNANI Giuseppe

ore 9 LESMA Clemente7 ore 9 LONGHINI Achille e CONTI Maria9 ore 9 ALFIERI Maria e CONSONNI Giuseppe

ore 18,30 RADICE don Gianfranco, Suor Carla e Giusto.11 ore 9 CONTI Giovanna e Luigi 12 ore 9 ORIANI Carla14 ore 9 PAGANI Virginio21 ore 9 COMOTTI Maria23 ore 9 ZECCHINATO Venerino25 ore 9 MEANA Adriano, Ambrogio e Carolina26 ore 7 LIMONTA MARIA

ore 9 MEANA Rina e Angelo

Legati del mese di luglio

7 ore 18.30 REGONDI Giuseppe e GRANELLO Matilde,ANNONI Angelo

10 ore 9 LOCATELLI SONIA11 ore 9 TAGLIABUE Enrico e STRADA Angela14 ore 18.30 DE PONTI Antonia, STRADA Carlo

GIUSSANI Ambrogio e DE PONTI LuigiaPRINA Francesco, SAVINI Agnese

16 ore 9 CHENI Ettore21 ore 18.30 COMI don Giulio - RISI Innocenta23 ore 9 STRADA Alessandro e Alberto

Per verificare il calendario 2019 dei legati, i parenti - qualora non l’avesserogià fatto gli scorsi anni - passino in Segreteria Parrocchiale

(lun-ven h. 17.30-19.00). In particolare: nel 2017 sono scaduti i legati 25ennali di:

FORMAGLIO - DALL’ARMI e COLOMBO PIERO - RECALCATI VIRGINIASe le famiglie intendono rinnovarlo, parlino col parroco.

Sposati nel SignoreMAGAGNINO Daniele e AMODIO Antonia

Rinati al fonte battesimaleBERNARDINI Giorgio Camillo Maria CURAJ George LOFOCO MassimoROMERO ALVARENGA Roy Alexander WENK Nina

Riposano in CristoTIENGO Lavinia di anni 89GADALETA Rosa di anni 91GIRLANDA Antonia di anni 86SCIMECA Giuseppe di anni 77GRECO Marisa di anni 71

BOFFI Ernesto di anni 64SCOLARO Maria di anni 94D’ARCIO Matteo di anni 79VIVIAN Adele di anni 82TORRIANI Anna Maria di anni 75FORLANI Giovannina di anni 89

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NOTIZIARIO5

Abbiamo mille motivi per ringraziareIl nostro Arcivescovo, mons. Mario Delpini,con la sua disarmante profondità, ci invitaa essere una Chiesa che si sente in debito.Non si tratta di soldi, tranquilli. Si tratta diquell’atteggiamento per cui c’è tanto affet-to e tanta gratitudine nel cuore verso chi ciama da sentirci in debito. Al termine del-l’anno pastorale, che la nostra Comunità havissuto, è esigenza del cuore fermarsi a rin-graziare il Signore per i mille segni della suapremura verso di noi: per le sfide che ci haaperto, per l’incoraggiamento che ci ha dato,per il suo perdono, per la sua pazienza. Eccoperché le Giornate Eucaristiche: tempo di si-lenzioso riconoscimento del bene ricevutoe di lode per la sua vicinanza. Un appunta-mento proposto per tutti, quest’anno allaParrocchia Madonna della Misericordia, eche ha l’ambizione di diventare tradiziona-le per le tre parrocchie della nostra Comu-nità pastorale.

Una Chiesa che non ama l’odore di muffaI Gruppi Famigliari hanno proposto a tut-ta la Comunità un gradevolissimo po-meriggio di arte e fede a Castiglione Olo-na per concludere fraternamente il per-corso annuale. Una cosa simile l’hannofatta, ad aprile, l’Azione Cattolica e la Ter-za Età. Ci fossero stati anche stranieri connoi…! È cosa da rimarcare: senza nullatogliere alla vita particolare di ogni grup-po, associazione e movimento, lo “stiledell’invito” a condividere con tanti altri imomenti che fanno bene a tutti dev’es-sere lo stile di una Chiesa che non amal’umidità e la muffa dell’autoreferenziali-tà. Come una famiglia vive sana dentro unsapiente ritmo di vita propria e di condi-visione e di apertura, per non diventareun clan, così anche la Chiesa non può vi-vere sana e robusta che in questo stes-so ritmo se non vuole diventare un clubristretto. E ammuffito.

A settembre inizia il

PERCORSO VERSO IL MATRIMONIO CRISTIANO

Le iscrizioni si ricevono in casa parrocchiale (lunedì - venerdì, ore 17.30-19)

con un colloquio di conoscenza con il parroco.

A tutt’oggi sono state accompagnate 277 famiglie (821 per-sone di cui 319 minori): 138 FAMIGLIE ITALIANE e 139 DIALTRE NAZIONALITA’, con un totale erogato di € 474.550.

Grazie, bressesi!

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6DARE CORPO ALLA FEDE

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7VITA DELLA COMUNITÀ

Dal primo anno d’amore in poi, verso l’eternità

Gli anniversari di matrimonio

Della quarantina di coppie presenti pubblichiamo la foto dei….ragazzi delprimo anno e quelli del 60° augurando loro di camminare nell’amoretutta una vita

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La gioia di essere fratelli

La Comunità romena ortodossa in festa nell’Oratorio san Giuseppe

Solo insieme si può dare testimonianza al Vangelo. E solo insieme si può vivere nella prosperità, nella sicurezza e nella giustizia sociale

del parroco don Angelo

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La Comunità cristiana romeno orto-dossa è una realtà viva sul nostro ter-ritorio. Noi bressesi siamo partico-larmente legati ad essa: qualche

anno fa ha fatto la sua timida comparsa inuna sala presa in affitto a Bresso, ci siamoconosciuti e aiutati e da allora essa è cre-sciuta radunando gli immigrati romeni del-le cittadine circostanti. Oggi ha la sua sedea Cormano, nella antica chiesa di Ospitalettoaffidata volentieri a questi nostri fratelli dal-la nostra Diocesi ambrosiana su indicazio-ne del decanato di Bresso e in particolaredel parroco di Cormano.Visti i fraterni legami d’origine con Bresso -e vista la ampiezza dell’oratorio san Giu-seppe- il parroco romeno ortodosso padreSergiu ha chiesto ospitalità per la festa pa-tronale che cade al primo di giugno, essendola loro parrocchia dedicata al martire san Giu-stino. Volentieri la nostra Comunità vive que-

sti momenti di comunione e domenica 27maggio il salone dell’oratorio si è riempito dimoltissime persone. Sembrava di vedereBresso negli anni ’60: tante famiglie giova-ni, tanti bambini, tutti immigrati qui per cer-care lavoro e futuro. Stile semplice e cordiale,cucina e vini della Romania (da assaggiare!),musica popolare, canti e danze dei bambi-ni e poi anche di tutti i presenti. Ancora unavolta è la Chiesa che si fa vicina alla sua gen-te e ne tiene viva la fede dei padri. Una pa-gina della nostra storia, rivissuta oggi dai ro-meni; ma una pagina di storia ancora tut-ta da scrivere, e che lieti e umili ci accin-giamo a vivere insieme. Siamo certi che soloinsieme si potrà testimoniare il vangelo ecrescere nella prosperità, nella sicurezza enella giustizia sociale. Come dice papaFrancesco, anche noi scegliamo di “avviareprocessi” di futuro anziché “presidiarespazi”.

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Professione di fede 2018:il futuro avanza

I preadolescenti di Terza media dei nostri tre oratori

La scelta di avventurarsi nell’adolescenza da cristiani

dalla redazione

COLORI DEGLI ORATORI

Il gruppo delleProfessione di Fede 2018

Al termine trionfale del teatro

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10COLORI DEGLI ORATORI

Che bella la vita del prete…quando s’avvicina l’estate

Verso l’avventura dell’estate con gli oratori

di don Andrea Carrozzo

Quando s’avvicina la fine dell’annoscolastico, e quindi anche del-l’anno pastorale, inizia il tempo difare verifica. Occorre sempre ve-

rificare ciò che viviamo, cioè fare verità e ve-dere se abbiamo raggiunto l’obiettivo pre-fissato. Ti accorgi di quanto è “ricca” la nostra Co-munità, ricca di carismi e di persone di buo-na volontà che, pur riconoscendo i propri li-miti, non smettono di mettersi in gioco e didesiderare di fare ancora meglio. E allora ticapita di confrontarti con catechiste ed edu-catori e noti come la stanchezza si facciasentire in questo periodo; ma appena dici:“Ho visto che hai legato molto con il picco-lo Gabriele!” si apre un sorriso a 32 denti enoti con piacere che tutte le fatiche e le stan-chezze vengono messe in secondo pianoappena riporti alla mente i volti e le storie del-le persone che quotidianamente s’in-contrano. Fare verifica vuol dire anche fare veritàsul proprio cammino, sul proprio mododi affidarsi al buon Dio, nonostante tut-to, e allora ti accorgi di quanto è im-portante offrire la possibilità della con-fessione come occasione per chiedereperdono e ripartire con uno slancio rin-novato. E la fatica stampata sul volto al-l’inizio del colloquio lascia spazio allosguardo grato e lieto.

Che bella la vita del prete, quando si toc-ca con mano la voglia di superare i pro-pri limiti nonostante le continue cadute!Quando s’avvicina l’estate bussano alle

porte dell’oratorio diversi adolescenti che,pur non avendo condiviso il percorso in ora-torio durante l’anno, vogliono comunque in-dossare la maglietta dell’animatore duran-te le 5 settimane di oratorio estivo. Ti accorgianzitutto di quanto la vita di un ragazzo siacomplicata oggi: una scuola spesso esi-gente, un impegno sportivo che richiede tan-te ore alla settimana, una situazione familiaretroppo spesso delicata… e poi ci aggiun-giamo, ovviamente, una montagna di do-mande serie riguardo alla fede che portanomolti di loro a dire: “Io non credo. Se Dio fos-se Padre mi tratterebbe da figlio, e inveceguarda quante me ne capitano…”. Non passa giorno in cui non vieni raggiun-to da una o più storie di questo genere, eti chiedi quale sia il bene per questi ragaz-zi: far provare un’esperienza buona nono-stante tutto oppure essere rigoroso? Allo-

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11COLORI DEGLI ORATORI

ra cerchi di mettere in pratica quello chePapa Francesco continua a dire: discerne-re il bene caso per caso, anche a costo difare apparentemente “preferenze”. Per for-tuna che ci sono gli educatori dell’oratoriocon cui provare a impostare un lavoro se-rio per questi ragazzi!

Che bella la vita del prete,quando si esercita una cer-ta paternità che ti aiuta a di-ventare grande!Quando s’avvicina il tempodell’oratorio estivo ti accorgiche la sfida più grande si tro-va nel rispondere semprealle esigenze dei genitori deibambini, soprattutto dellemamme! Sai bene che dietroa frasi tipo: “Le nostre bam-bine devono essere nellastessa squadra perché sonopiccole” o: “Voci di corrido-io dicono che non fate berei bambini per interi pomerig-gi” si nasconde un desiderio

profondo di beneper i propri figli,ma cerchi co-munque di rilan-ciare tutto sultema della colla-borazione e dellafiducia, rimetten-do in gioco il bi-sogno di relazionevera tra famiglia eoratorio. Ti ac-corgi che è dav-vero difficile oggiiniziare un lavorobello quando pre-vale la paura o ilsospetto (compli-ci i tantissimi fatti

di cronaca che ci impediscono di fidarci diqualcuno), ma sei tuttavia convinto che seanche un genitore ha visto qualcosa di bel-lo in questi anni, sarà capace di testimoniarloa chi è più titubante. Nel frattempo ti dico-no che sui social hanno messo una notiziafalsa che ci riguarda… e allora alzi gli occhial cielo e invochi la grazia della pazienza.

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12GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI

Una storia particolare

Un libro sui 50 anni di Comunione e Liberazione a Bresso

Non un amarcord, ma un segno di speranza

di don Angelo Zorloni

Mi è stato consegnato, con un ge-sto di amicizia che ho apprez-zato, il libro della storia di Co-munione e Liberazione a Bresso

raccontata nei “tratti che crediamo più si-gnificativi di questa esperienza di comuni-tà, senza pretesa esaustiva”, come affer-mano nella prefazione i due bravi curatori,Piergiorgio Vianello e Roberto Rossetti. Lasua lettura è stata per me istruttiva: non co-noscevo nei dettagli l’avventura qui rac-contata, sullo sfondo di 50 anni in cui la co-munità ecclesiale e civica di Bresso hannoconosciuto molti mutamenti.Innanzitutto il titolo: “Una storia particolare”.Don Giussani diceva -a ragione- che quan-do “un Altro ti si è reso compagno dentrouna storia particolare inizia ad essere la solaenergia con cui voler bene alla realtà” (ah, ilinguaggi del Gius…!). Questo “Altro” è Dioe la sua storia particolare, particolarissima,anzi unica, è quella di Gesù: accostando eseguendo la sua persona e la sua storia,consegnataci dalla sua Parola, possiamodavvero “voler bene alla realtà”. Quandoquesta storia particolare si incontra, per suavolontà, con la nostra storia particolare, lariempie di grazia: ma è la Sua storia che sal-va il mondo, non certo la nostra, come Clè stata educata a comprendere fin dagli ini-zi. Sembra dirlo anche la copertina dimes-sa del libro: “Non a noi, non a noi, Signore,ma al tuo nome dà gloria” (Sal 115).Don Carrón aggiunge che “solo seguendo[Lui] possiamo essere generati come un ioin grado di offrire qualcosa di nuovo al mon-do”. In questa prospettiva di “offerta di qual-cosa di nuovo al mondo” va letto allora l’am-

pio testo: i primi passi nell’estate 1967, condon Silvano, raccontati con quell’aurea mi-tica che gli inizi hanno sempre nelle narra-zioni dei nostri mondi vitali, poi la trasfor-mazione dell’oratorio San Giuseppe, finanche nel nome, che diventa “la Comunitàdi via Galliano”, l’assunzione del metodo didon Giussani…Il tutto dentro quei formida-bili anni ’70, così ricchi di tensione e di fu-turo, come ricorda bene chi li ha vissuti. Per-ché ogni storia, anche di Chiesa, si situadentro la cultura del suo mondo e del suotempo e la compenetra e ne viene compe-netrata; è l’osmosi tra Chiesa e mondo cheil Concilio Vaticano II -non a caso di queglianni- ci ha insegnato a riconoscere come fe-conda per entrambi se assunta critica-mente ed evangelicamente. Compito diffi-cile, a cui Cl non si è sottratta soprattutto nelrovente ambito scolastico di quegli anni econ l’attenzione maturata -con alterne for-tune- alla politica ma soprattutto alla cultu-ra; suo segno, nella nostra città, è il Circo-lo Culturale Manzoni, i cui meriti sono una-nimemente riconosciuti.E poi i fatti della carità -la “caritativa” nel lin-guaggio squisitamente ciellino-, sempre i se-gni più evidenti di autentica esperienza diVangelo. Segnalo la “vicinanza” ai piccolibressesi più marginali, spesso immigrati dapoco, bisognosi di contesti fraterni e di aiu-to scolastico robusto; proprio come conti-nua ad accadere oggi con gli stranieri e i pro-fughi verso cui le nostre Comunità si sbi-lanciano. E poi l’assunzione della… “lonta-nanza” da servire, dalle colline del Monfer-rato alle esperienze di missione, dalle car-ceri al mondo delle disabilità, che allargano

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13GRUPPI, ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI

lo sguardo e lo spro-vincializzano: cosa dicui oggi più che maiabbiamo bisogno tut-ti, soprattutto i giova-ni. Perché anche lenostre migliori espe-rienze di fraternità reg-gono al peso e ai limi-ti delle nostre povereumanità solo quandosanno accogliere le sfi-de del nuovo nello sti-le di Gesù, non quan-do si compattano nel-lo stile mondano. Lastoria delle diverse for-me di fraternità cristia-na lo documenta, eanche quella di Cl qui raccontata. Passano i lustri, ma si può “non stancarsi dicamminare anche dopo 50 anni” grazie allacura della vita spirituale: cominciando na-turalmente con l’Eucaristia festiva, dal ve-spero della domenica all’Angelus mattutino,dall’accostarsi a esperienze monastiche(Spello, Taizé) o dell’Oriente cristiano (Rus-sia Cristiana...) alla partecipazione agli Eser-cizi, via via fino a generare vocazioni alla vitasacerdotale, missionaria, religiosa, laicale efamigliare. Cl ha vissuto tutto ciò. È una le-zione da non scordare mai. Quando la siscorda nascono i guai; scriveva lucida-mente don Carrón nel 2012: “Non ho potutoevitare di ricordare il richiamo che ci fece donGiussani tanti anni fa a Viterbo, invitandocia ‘recuperare la verità della nostra vocazio-ne e del nostro impegno’. Perché anche noi,ci diceva, corriamo il rischio di ‘ridurre il no-stro impegno a una teorizzazione di meto-do socio-pedagogico, all’attivismo conse-guente e alla difesa politica di esso, inveceche riaffermare e proporre all’uomo nostrofratello un fatto di vita’”. La vita spirituale nel-la sequela quotidiana di Gesù ci ricorda che

non basta “il fascino dell’inizio per renderciliberi dalla tentazione di una riuscita pura-mente umana” (don Carrón). L’ultimo ven-tennio del secolo scorso e l’inizio di questosono stati caratterizzati da vibranti tensioniecclesiali su questi temi: chi c’era li ricorda.È una vera grazia che oggi abbiamo tuttiquesta consapevolezza: tanto che sentirsiparte della stessa Chiesa locale, ciascunocon la propria necessaria originalità, oggi èesperienza comune a Bresso. Su questa via,della pluriformità nell’unità a servizio del benecomune, si apre il futuro. Un futuro pro-mettente. Tanto ancora c’è nel libro.Davvero tanto. E merita di essere letto e co-nosciuto non solo come un amarcord au-toreferenziale: la lezione di Papa Francescol’abbiamo assimilata tutti, nel cuore e nellamente. Questo spaccato di storia dellaChiesa locale, ha il grande merito di dirci:quanto bene nasce quando seguiamoGesù! Alle prossime generazioni la gioia diraccogliere altri frutti di quest’albero del gran-de giardino della Chiesa che vive da circa1600 anni a Bresso.

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14APPROFONDIAMO

Ciò che l’Italia vive e chiede

La «foto» Istat, delle emergenze del paese

Il giornalista di “Avvenire”,nostro concittadino, mette in evidenza tre emergenze

di Francesco Riccardi

La fotografia che l’Istat ha scattato al-l’Italia del 2017 non è certo inedita.I molti punti di debolezza e gli altret-tanti di forza che caratterizzano il no-

stro Paese li conosciamo da tempo, nel malecome nel bene. Ma l’ingrandimento offertodall’Istituto di statistica dà oggi l’opportunitàdi mettere meglio a fuoco qualche partico-lare, molto significativo alla vigilia della for-mazione del nuovo governo e mentre si sten-dono complesse e ambiziose bozze pro-grammatiche.Il primo soggetto, attraverso il quale coglierela realtà più profonda del Paese, lo si può in-dividuare fra i tanti, tantissimi italiani con i ca-pelli bianchi. L’Istat conferma infatti il nettoinvecchiamento della popolazione, che ciproietta addirittura al secondo posto nelmondo dopo il Giappone, in questa classi-fica dal doppio volto. L’uno, certamente po-sitivo, della maggiore longevità, dell’allun-gamento della vita media; l’altro negativo peril progressivo sclerotizzarsi della nostra so-cietà, la mancanza di un ade-guato ricambio generazionalecon i giovani (168 anziani ogni100 ragazzi), i crescenti oneriper la sanità e la previdenza. Iltutto assieme alla necessità diassicurare assistenza e com-pagnia alle persone anzianeche - dice sempre il rapportoIstat - sono sempre più sole.Questa prima “zoommata” do-

vrebbe mettere subito sull’avviso chi sicandida a guidare il Paese dal metteremano al sistema pensionistico senza primasvolgere un accurato studio sulle conse-guenze, nell’immediato e nel medio perio-do, per le casse previdenziali, tenendobene in conto pure l’allungamento delle pro-spettive di vita. È prioritario, infatti, evitare cheil beneficio di una pensione anticipata di qual-che anno per chi oggi è canuto finisca pertradursi in un’ulteriore penalizzazione dellegenerazioni più giovani o in un ulteriore ap-pesantimento dell’enorme debito pubblicoche, di fatto, schiaccia tutti e tutto, rendendodifficile qualsiasi politica espansiva. Piutto-sto, il tema dell’assistenza e della compa-gnia agli anziani chiama in causa la neces-sità di sostenere le famiglie che si prendo-no cura degli anziani direttamente o attra-verso personale dedicato, alleviandone inmaniera significativa i costi.Un secondo soggetto da mettere a fuoco,nella grande fotografia dell’Italia, è quello dei

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giovani con la valigia in mano. In 10 anni, in-fatti, è triplicato il numero dei ragazzi che cer-cano altrove il proprio futuro, riscontrandoche qui è impossibile o quasi trovare il pro-prio posto. Ovvio, quindi, che sia anzituttonecessario dare una prospettiva di cresci-ta personale ai giovani. Prima attraverso una scuola che passi dal-l’essere «buona» a «ottima», non limitandosiquindi a smontare ciò che è stato fatto perpura contrapposizione ideologica ricomin-ciando daccapo, ma partendo da quella ri-forma per migliorarla davvero nei punti chesi sono dimostrati deboli o sbagliati. E poioffrendo regole che non ingessino il mercatodel lavoro, ma sappiano esaltarne le po-tenzialità, favoriscano la nascita di auto-im-prese, seguano l’evoluzione tecnologica edel lavoro stesso con diritti di base da as-sicurare a tutti, assieme a tutele flessibili evariabili affidate soprattutto alla contratta-zione. E perché di giovani ce ne siano an-cora abbastanza, altrettanto ovviamente, ènecessario che le forze politiche tenganofede alle tante promesse esposte in cam-pagna elettorale a proposito di sostegni allanatalità. Trovando - almeno su questo -un’unità di intenti fra schieramenti diversi.Nelle bozze del contratto fra M5s e Legaquesto tema è rimasto sottotraccia, senon sparito del tutto. Ma un nuovo gover-no che nascesse con un tale tradimento del-le attese di una così vasta parte del-la popolazione sarebbe marchiato dimiopia e slealtà, verso l’elettorato everso il futuro.L’ultimo soggetto, relegato sullo sfon-do della fotografia d’Italia scattata dal-l’Istat, è il gruppo purtroppo semprepiù numeroso delle persone in povertàassoluta, ormai arrivate a 5 milioni. Suquesto le strategie delle due forze chesi candidano a guidare insieme ilPaese divergono e vedremo comeverranno conciliati il Reddito di citta-

dinanza, bandiera dei 5 Stelle, con gli in-centivi all’occupazione cari alla Lega. Qua-lunque sia il risultato finale, però, è fonda-mentale non stravolgere il Reddito di inclu-sione appena partito. Ha due grandi difettiben conosciuti - non raggiunge tutti i poveriassoluti ed è troppo esiguo nell’erogazionemonetaria - ma finalmente si è messo inmoto in Italia uno strumento vero e condi-viso di contrasto alla miseria, capace di ac-compagnare le persone affinché escano, conle loro gambe, dalla condizione di povertà.Proprio nei giorni scorsi sono stati sblocca-ti 300 milioni di euro per rafforzare le reti diinclusione sui territori e da questi occorre par-tire per rafforzare il sistema. Stravolgere, in-vece, questo impegno - che vede coinvol-ti, oltre a Stato ed enti locali, il Terzo setto-re, cioè quelle reti sociali che, segnala sem-pre l’Istat, evitano la disgregazione del Pae-se - sarebbe un vero delitto sociale.La situazione del Paese è talmente in mo-vimento che è impossibile prevedere comesarà la fotografia dell’Italia 2018 che l’Istatci consegnerà tra dodici mesi. Ma certo oc-corre che chi oggi ritiene di assumersi il com-pito di governare metta a fuoco bene i pro-blemi e abbia la mano ferma nello scattare.Per inquadrare i benefici di un saggio rifor-mismo e non le macerie di una rivoluzionefallita.Tratto da “Avvenire” del 17 maggio 2018

APPROFONDIAMO

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16APPROFONDIAMO

Quarant'anni di 194, l'ora di andare oltre

L'anniversario della Legge sull’aborto

Realismo e tenacia per agire su mentalità, scelte ed errori determinati dalla legge

di Carlo e Marina Casini

Se potessimo scegliere tra due ipo-tesi astratte - una società con nor-me che legittimano l’aborto, ma incui peraltro l’aborto non avviene

mai, e una società con leggi che proibisco-no sempre l’interruzione volontaria di gravi-danza, ma dove nonostante la regola,l’aborto è di fatto frequente - quale do-vremmo dichiarare preferibile?È evidente che la preferenza dovrebbe an-dare alla prima. Questa è una delle ragioniper cui nel pensiero di alcuni il problema del-la legge ingiusta viene messo in disparte esi lavora soltanto per superare la legge ini-qua con il solo metodo dell’aiuto alle gravi-danze difficili o non desiderate. Ma le ipo-tesi sopra formulate sono astratte: non

esistono nella realtà. È provato che le leggipermissive aumentano il numero degli abor-ti. Questo è tanto più vero oggi quando laprevenzione dell’aborto è divenuta larga-mente un effetto dello stato di coscienza in-dividuale e sociale. La legge è percepitacome un’indicazione di valori, una guida al-l’azione. Essa contribuisce potentemente aformare la mentalità del popolo e dei singoli.(...) La rimozione della legge ingiusta è unobiettivo ineliminabile.Ma, realisticamente, le difficoltà sono enor-mi perché la legge 194 in Italia è divenuta labandiera di importanti formazioni politiche at-tualmente maggioritarie. Sembra, dunque,che il criterio della gradualità quale espres-sione di tenacia operosa debba essere ac-

cettato. Gradua-lità non significalegittimare l’ingiu-stizia, nemmenoin piccola parte,ma guadagnarespazi di giustizia ilpiù largamentepossibile in vistadi un risultato fi-nale. Un’azionediretta al cambia-mento della legge194, in una logicadi realismo e digradualità, do-vrebbe almeno ri-muovere le equi-

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17APPROFONDIAMO

vocità e le insincerità che sono presenti nel-la legge stessa, la più grave delle quali ma-schera sotto l’apparenza di un aborto am-messo in casi particolari l’applicazione delprincipio di autodeterminazione.Ma, forse, la tenacia operosa e il realismoesigono disegni più ampi, che, senza at-taccare direttamente la legge 194 propon-gono in modo chiaro l’identità umana delconcepito. (...) La prima ipotesi d’interven-to legislativo capace di diminuire l’aspetto piùconturbante e sovversivo dell’attuale nor-mativa riguarda la funzione dei consultori fa-miliari. Una riforma che rendesse evidentelo scopo esclusivo di evitare l’interruzionedella gravidanza è coerente con il sentimentoabbastanza generalizzato della «preferenzaper la nascita».Nessuno può giudicare negativamente il la-voro svolto dai Centri aiuto alla vita (Cav). Iconsultori familiari pubblici dovrebbero svol-gere la stessa funzione dei Cav in modo mol-to più ampio.Quando la legge 194 fu discussa in Parla-mento non pochi, che pur la sostenevano,attribuirono ai consultori familiari la funzio-ne esclusiva di aiutare la donna a proseguirela gravidanza, come, del resto, si può rite-nere in base ad una corretta interpretazio-ne dell’articolo 2. Purtroppo, però, questoscopo dei consultori, è stato largamentestravolto nell’attuazione pratica. Essi ven-gono concepiti come strumenti di accom-pagnamento della donna verso l’aborto equindi, sostanzialmente, come garanziedell’autodeterminazione. La logica avrebbedovuto essere opposta: lo Stato non puni-sce più l’aborto, ma fa tutto il possibile sul

piano del consiglio e dell’aiuto affinché la gra-vidanza prosegua.Purtroppo, l’abbandono della funzione de-scritta nell’articolo 2 sta giungendo ai limitiestremi, al punto che talune autorità ammi-nistrative escludono i medici obiettori daiconsultori e, addirittura, pretendono di tra-sformare alcuni consultori in ambienti dovesi possono praticare interventi abortivi. Nonè possibile limitarsi a dire dei “no” a questeulteriori forme di destrutturazione dei con-sultori. Bisogna passare all’attacco e chie-dere una totale riforma dei consultori in modoche l’art. 2 sia applicato senza deviazioni.Una riforma dei consultori in modo da ren-derli efficace strumento di tutela del dirittoalla vita dei concepiti, indirettamente rico-noscerebbe l’identità umana del concepito,che deve essere l’obiettivo finale del servi-zio alla vita a livello culturale e giuridico. Maè necessario, allora, che la funzione con-sultoriale sia trasparente e inequivoca. Ciòesige una totale estraneità dei consultori ri-spetto all’iter abortivo. La loro deve essereuna funzione alternativa all’aborto, ben per-cepibile, come avviene per i Cav.I NUMERI84.916 aborti nel 201659.423 donne italiane che hanno abortito25.503 donne straniere57,8% donne nubili42,2% donne sposate43,9% donne senza figli47,4% con un’occupazione stabile7.796 confezioni di pillola del giorno dopovendute in Italia nel 2012189.589 vendute nel 2016Tratto da Avvenire 22 maggio 2018

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18OLTRE IL CAMPANILE

Da Papa Francesco e dalla Chiesa d’Europa un sostegno prezioso all’Ucraina ferita

I preti ambrosiani pellegrini con l’Arcivescovo lo scorso aprile

Un conflitto che nel Paese ha provocato morti e profughi e che nel2016 determinò il Pontefice a indire una colletta straordinaria a cuicontribuì anche la Diocesi di Milano. Commoventi testimonianze deifrutti di quella solidarietà

di don Davide Milani

La memoria di quell’iniziativa si erapressoché persa nella memoria deipreti ambrosiani pellegrini in Ucraina,nonostante proprio loro avessero

prestato la propria voce per rilanciare l’ac-corato appello del Papa. Era il 3 aprile 2016,nel bel mezzo dell’Anno Santo della Mise-ricordia, e Francesco lanciò una colletta «perchi patisce le conseguenze della violenza inUcraina». Si riferiva al conflitto in atto nel Pae-se, specie nelle zone orientali, alle migliaiadi morti e al milione di profughi interni. An-che la Diocesi di Milano rispose all’appellocon una colletta, mediante Caritas Ambro-siana già attiva qui, che fruttò quasi 100 milaeuro.A ravvivarne il ricordo è stato l’incontro nelCentro Emmanuel, realtà caritativa, culturaleed educativa molto attiva in Ucraina e in Rus-sia, promossa dai protestanti. È stato il Ve-scovo latino monsignor Edoardo Kaba, au-siliare di Leopoli e responsabile dell’azionedel Papa in Ucraina, a dare il via a un com-movente pomeriggio di racconto sul bene,la speranza, la solidarietà che quei soldi rac-colti nelle parrocchie ambrosiane e in tuttele chiese cattoliche d’Europa hanno sapu-to generare. Stufe e legna per riscaldare caseche per mesi sarebbero state a 10° sotto-

zero, medicine per anziani abbandonati, curee interventi per salvare giovani vite, iniziati-ve di animazione… E gli aiuti concreti sonosolo il primo seme di una messe di carità efraternità che fruttifica bellezza e speranzaladdove guerra e violenza sistematicamen-te distruggono e affamano.Ha spiegato il vescovo Kaba: «2.500 civili i

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19OLTRE IL CAMPANILE

morti negli scontri nel Donbass, un milionee 300 mila i profughi scappati da queste re-gioni, lungo un fronte di 450 km della nostranazione c’è la guerra. L’azione di Papa Fran-cesco per l’Ucraina è una grande opportu-nità che i cattolici stanno dando non solo allaChiesa locale ma a tutte le donne e gli uo-mini».Una tragedia, quella del Donbass, dimenti-cata dal mondo. La Repubblica popolare diDoneck e la Repubblica popolare di Lugansksi sono proclamate unilateralmente indi-pendenti dall’Ucraina nel maggio 2014, ri-conosciute da nessuno se non da loro stes-se, e indirettamente appoggiate dalla Rus-sia. «Il problema è ciò che non viene detto,le condizioni di vita della gente - ha spiegatoil Nunzio apostolico monsignor ClaudioGugerotti -. Partiti i profughi, nelle zone inguerra sono rimasti anziani, bambini, le ca-tegorie più deboli. Mancano i prodotti es-senziali, i bombardamenti sono costanti, mi-rati, mancano le medicine, gli abitanti sonoin uno stato di prostrazione psicologica, inpreda alla paura».Come è nata la massiccia iniziativa di cari-tà che sta aiutando 800 mila persone lo spie-ga ancora il Nunzio: «Di fronte a questa si-tuazione, anche dopo l’incontro del Patriarcadi Mosca con il Papa a Cuba (cheper i cattolici ucraini è parso comeun tradimento, visto l’appoggio delPatriarcato alla politica russa), qui ènata l’idea del programma del Papaper l’Ucraina, per far sentire che icattolici non abbandonavano que-sto popolo, nonostante il disinte-resse dell’Europa». I 16 milioni dieuro di aiuti arrivati qui, il più gran-de aiuto dato dalla Santa Sede a unsolo Paese, per volontà di PapaFrancesco dovevano beneficaretutti, senza distinzione alcuna.Il Pontefice è regolarmente infor-mato, qualche volta telefona o scri-

ve per documentarsi direttamente. A dire ilvero non ce ne sarebbe nemmeno bisogno,perché il modo con cui Emmanuel e altre as-sociazioni raccontano gli aiuti è esemplare(per esempio su :http://popeforukraine.com.ua/en/), perdare conto con la massima trasparenza dicome sono impiegati i fondi, per invitare al-tri a donare o per testimoniare la possibili-tà di mettere un argine alla violenza con lasolidarietà.Uno stile di comunicazione diventato nar-razione anche davanti agli occhi dell’Arci-vescovo di Milano, monsignor Mario Delpi-ni, e degli altri 100 giovani preti ambrosia-ni. Dal Donbass arriva una famiglia aiutataa rimettere in piedi la casa che racconta eringrazia, una giovane nonna che ha potu-to curarsi dal tumore, una circense cuihanno salvato la vita e che davanti ai pretiha eseguito un piccolo spettacolo di magiada lei stessa spiegato: «La vita a volte ècome questa borsa vuota. Tu ci guardi den-tro e non trovi nulla. Ma se la guardi comela vede Dio ecco che miracolosamentetrovi tanti regali». E le sue abili manine han-no cavato dal nulla di un sacchetto tre stu-pendi pacchi-dono. Tra la commozionegenerale.

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20CIVICA

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21RECENSIONE LIBRO

Pietro, 12 anni, scopre alcuni immigra-ti nascosti in una torre. Dopo la pau-ra, nasce un progetto comune con gliabitanti, ma... Un’altra convincente

prova del giovane narratore Giuseppe Catoz-zella. Pietro, 12 anni, ha appena perso la mam-ma, con cui continua a tenere un dialogo mutoper sentirla vicina. I genitori erano emigrati a Mi-lano da un paesino della Lucania, dove lui e lasorella Nina vengono spediti a trascorrereun’intera estate dai nonni. Un paese selvaggio, cinquanta casedi pietra arroccate, gente ruvida, legata ad antiche tradizioni, dominata dalla prepotenza di

zi’ Rocco, un avido proprietario terriero che un tempo ave-va avvelenato i campi per rimanere l’unico a sfruttare la ter-ra e la manovalanza. Pietro scorrazza libero in compagnia dei pochi ragazzi delpaese, quando fa un’incredibile scoperta: nell’antica torresi nasconde una famiglia di stranieri. La gente ha paura, daArigliana si è sempre solo partiti, e quei sette tra uomini edonne sono visti come invasori, che possono mettere in di-scussione il loro lavoro. L’appello del sindaco a ospitare nel-le loro case gli stranieri viene in qualche modo accolto. Il piùgiovane di loro, Josh, dopo essere stato il bersaglio di unpestaggio da parte del giovane Refè, si integra con gli al-tri. Ed è proprio grazie a un’idea degli stranieri che il pae-se sembra tornare a una nuova vita: i contadini si unisco-no in una cooperativa per sfruttare le terre abbandonate.Ma il destino riserva loro un’amara sorpresa e l’insofferen-za verso gli stra nieri torna ad avere il sopravvento...

La voce narrante di Pietro è fresca e graffiante, vividi i ritratti delle persone di Arigliana, mu-tevoli le emozioni, con punte di commozione e bellezza. Il paese e i suoi abitanti rappresentanola nostra società, dove il sospetto vince sull’accoglienza; ma è nel genuino sguardo di un bam-bino tenace, ancora sgombro dai pregiudizi, che può risiedere la speranza.

E tu splendidi Giuseppe Catozzella, Feltrinelli,pp. 240, € 16,00

Il borgo rinasce con gli stranieri

Un nuovo libro del nostro concittadino Giuseppe Catozzella

di Fulvia Degl’Innocenti

Giuseppe Catozzella è anche autore di romanzi-inchiesta e reportagee con “Non dirmi che hai paura” ha vinto lo Strega giovani

Giuseppe Catozzella

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22CALENDARIO LITURGICO

GIUGNO 2018

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23FARMACIE DI TURNO

GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30DEL GIORNO SUCCESSIVO

GIUGNO 2018 (Bresso - Cormano - Cusano)a cura della Farmacia Rivolta - Cormano

123456789101112131415161718192021222324252627282930123456789101112

VenerdìSabatoDomenicaLunedì-MartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdìSabatoDomenicaLunedìMartedìMercoledìGiovedì

COMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - fraz. OspitalettoCOMUNALE N°4 - BressoMORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 - BressoBRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°5 - BressoDEL CORSO - Cusano M.FORNASÉ - CormanoRIVOLTA - CormanoCOMUNALE N°2 - BressoPALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°3 - BressoCOMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - fraz. OspitalettoCOMUNALE N°5 - BressoMORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 - BressoBRUSUGLIO GIUGLIANO - Cusano M.COMUNALE N°1 - BressoDEL CORSO - Cusano M.FORNASÉ - CormanoRIVOLTA - CormanoCOMUNALE N°5 - BressoPALTRINIERI - Cusano M.SCOTTI - BressoSORRENTINO - CormanoBAIO - BressoCOMUNALE N°5 - BressoCOMUNALE - Cusano M.MODERNA - BressoTESTI - fraz. OspitalettoCOMUNALE N°4 - BressoMORETTI - Cusano M.COMUNALE N°5 - Bresso

Esselunga CusanoVia Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 21Via Papa Giovanni XXIII, 43V.le Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26Via V. Veneto, 27 Via C. Sormani, 89Via Vittorio Veneto, 26P.za Trento e Trieste, 4P.zza Bernini, 1/AVia Caduti della Libertà, 10Via A. Strada, 56Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Piave, 23Esselunga CusanoVia Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 21Via Vittorio Veneto, 26V.le Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26Via V. Veneto, 27 Via C. Sormani, 89Via Roma, 87P.za Trento e Trieste, 4P.zza Bernini, 1/AVia Caduti della Libertà, 10Via Vittorio Veneto, 26Via Cooperazione, 20Via A. Manzoni, 14Via Gramsci, 44Via Vittorio Veneto, 5/DVia Vittorio Veneto, 26Esselunga CusanoVia Vittorio Veneto, 51Via XXIV Maggio, 21Via Papa Giovanni XXIII, 43V.le Matteotti, 2Via Vittorio Veneto, 26

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24I NUMERI DELLA COMUNITÀ

Direttore: Don Angelo Zorloni Redazione: Ambrogio Giussani - Luca BaraggiaWalter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina VillaDario Landreani - Francesco Boso

Foto: Autori vari Copertina: P.B.

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02. 66104118 - e-mail: [email protected]

Direttore: ANGELO ZORLONI

Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celsoferiali: ore 8.45 - 9.30sabato: ore 16 - 19

Indirizzovia Roma, 12 - 20091 Bresso

www.madonnadelpilastrello.it.e-mail: [email protected]

Numeri utiliPrevosto - don Angelo ZorloniOrari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17.30 - 19don Saulo MontiOratorio - don Andrea CarrozzoCarabinieri BressoVigili del FuocoCroce RossaAmbulanzaServizio di guardia medicaComunePolizia LocaleOspedale BassiniAcliAssociazione Centro sociale anzianiAVISBiblioteca ComunaleCasa dell’AnzianoCentro della FamigliaCentro di ascolto CaritasCinema-Teatro San GiuseppeParrocchia San CarloParrocchia Madonna della Misericordia

02 610 08 82

380 49 13 98702 610 17 6802 610 89 51

11502 610 73 68

11802 34567

02 614 55102 614 554 00

02 5799.102 66 50 10 72

02 610 72 3602 614 00 95

02 614 55 34902 66 50 30 7002 66 50 34 39

366 489234302 66 50 24 94

02 614 26 6002 610 09 96

Orari delle SS. Messe in BressoSS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30

Santuario della Madonna del Pilastrellotutti i giorni ore 17 S. Rosario

SAN CARLO - feriali: ore 8 - 18.30sabato e vigiliari: ore 19festivi: ore 8.30 - 10.30 - 19

MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30sabato e vigiliari: ore 17.15festivi: ore 10 - 17.30

Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)sabato e vigiliari: ore 18.30festivi: ore 11.15

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