Senza la domenica non possiamo vivere - WebDiocesi · Il documento aiuterà i fedeli a vivere...

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ANNO VII - NUMERO 23 14 DICEMBRE 2004 REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE DI BARI AL CENTRO DELL'ANNO EUCARISTICO Senza la domenica non possiamo vivere ABBONARSI A L'ECO ordinario euro 15 sostenitore euro 30 benemerito euro 50 MODALITÀ DI PAGAMENTO: - tramite conto corrente postale n. 10056471 (inserito all'interno di que- sto numero) intestato a “Chiesa Cattedrale di Forlì piazza Dante 1”; - all'amministrazione di piazza Dante 1, Forlì; - alla Libreria del Duomo via Solferino 19, Forlì; - alla propria parrocchia. Eco è lo strumento con il quale un cristiano forlivese e qualsiasi cittadino può informarsi sui temi e sugli avvenimenti della vita ecclesiale. (segue in 2 a pagina) PREGIUDIZI LAICI E CLERICALI S embra conferire una certa dignità culturale affronta- re problemi o iniziare di- scorsi a sfondo religioso con pre- messe di questo tipo: “Io, da lai- co...”. Che significato si deve dare a tale aggettivo, in quei contesti? Non mi sembra affermazione di non fede, a meno che non sia se- guito dalla precisazione, che a volte viene aggiunta: “...non cre- dente”. Forse ci si vuole distin- guere da “clericale”. Ma questo termine ormai si usa solo nel lin- guaggio polemico. Che se poi vo- lesse significare persona impar- ziale, superiore a pregiudizi, sa- rebbe dare a se stessi un credito che non si riconosce a chi ha al- tre convinzioni. Per sapere come stanno le cose, per valutarle, per prendere decisioni adeguate non è meglio fondarsi su altre doti, quali sincerità, onestà, lealtà, pon- deratezza, equilibrio, e simili? Que- sto penso quando i discorsi o i ri- ferimenti riguardano la religione cristiana. È un fatto non ipotetico o riducibile a opinioni soggettive. Ha un suo articolato e preciso pa- trimonio culturale, non idee ne- bulose e adattabili a piacere, lega la sua origine a dati di cui offre ampia documentazione. Non po- che volte, con l’appellarsi alla lai- cità si offre diritto di cittadinanza a informazioni e opinioni prive di fondamento, dicerie, fino ad attri- buire alla religione cristiana ciò che è del tutto diverso - o avverso - ai suoi fondamenti e alla sua dot- trina. Non rare volte persone ben affermate in altri campi, in fatto di religione cristiana hanno confusio- ni e lacune tali che, se ne avessero consapevolezza, tacerebbero o ar- rossirebbero. Ora celebriamo il Natale. Con davanti alla mente la diffusione del cristianesimo, la tra- sformazione che ha portato nel mondo, la ineguagliabile mole di studi e ricerche accumulatisi nel passato e tuttora in atto, può esse- re liquidato con “mito”, “leggenda”, “tradizione” e simili espressioni? È “laico” questo, o non è mistifica- zione e oscurantismo? Sarà trop- po aspettarsi che si senta il biso- gno di conoscere i Vangeli, alme- no per un minimo di coerenza cul- turale? Se “laico” vuol dire perso- na che non si lascia catturare da pregiudizi, c’è da sperare che mol- ti ricorrano seriamente ai Vangeli. + Vincenzo Zarri PER NATALE RICORDATI DEL TUO PARROCO È facile vedere la parrocchia, il par- roco come realtà e persone sem- pre disposte ad aiutare gli altri, ma come possono fare se non vi è chi aiuta loro? In ogni parrocchia è pre- sente un referente laico a disposi- zione per ricevere le offerte che al- trimenti possono essere fatte nei seguenti modi: - usando il bollettino di conto corrente postale in distribuzione presso tutte le Chiese e negli uffici postali - con carta di credito - tramite versamento in banca - direttamente presso l'Istituto diocesano Sostentamento Clero, piazza Dante 1, Forlì. Diocesi di Forlì-Bertinoro dall'appello del Papa ad Assisi una giornata di DIGIUNO E PREGHIERA PER LA PACE Basilica di S. Mercuriale ore 20,45 ORA DELL'EMMANUEL “Senza la domenica non possiamo vi- vere, è il titolo della lettera preparata dal promotori del XXIV Congresso Eu- caristico Nazionale ed approvata dal Consiglio Permanente della CEI. Il documento aiuterà i fedeli a vivere meglio questo “Anno dell’Eucaristia”, in- detto dal Santo Padre Giovanni Paolo II in vista del 24° Congresso Eucaristico Nazionale (che si svolgerà a Bari dal 21 al 29 maggio del 2005). Già il Papa aveva pubblicato la Mane nobiscum Domine in occasione del Congresso Eucaristico Mondiale di Guadaljara in Messico (v. Eco, n. 20, p. 4) nella quale erano tracciate le li- nee per porre, con nuova forza, al cen- tro della vita della comunità cristiana, l’Eucaristia celebrata ed adorata. Il do- cumento aveva una sua specifica con- cretezza in quanto vi erano anche parole molto precise a proposito della corretta cele- brazione eucaristica e degli abusi da evitare. Non erano state date indi- cazioni più precise in ordine alla celebrazione di quest’an- no e la stessa Congregazio- ne per il culto divino e la disci- plina dei sacramenti era rima- sta sulle generali affidando alle singole realtà ecclesiali periferiche di procedere come meglio avessero ritenuto. Sembra che la nostra Dioce- si, come tale, non proporrà avvenimenti di particolare ri- sonanza, tuttavia monsignor Vescovo sta accogliendo dai Consigli Diocesani proposte per momenti celebrativi signi- ficativi. La lettera preparatoria al Congresso si propone come autorevole sussidio che ripresenta le tematiche eucaristiche secondo moda- lità aggiornate, non per sostituire ma per integrare ed attualizzare quanto è già contenuto nel ricco magistero ecclesia- le sia quello più antico che quello più recente. In particolare, come emerge dal titolo, l’Eucaristia è strettamente raccor- data con la domenica e la sua celebra- zione comunitaria. A nessuno sfugge la continuità con il documento della Cei “Il giorno del Signore” (1984) e quello pon- tificio Dies Domini (1998) e soprattutto l’urgenza che si prospetta di salvaguar- dare la domenica come giorno del ripo- so, del culto e della fraternità di fronte alle spinte disgregatrici della mentalità festaiola e commerciale di questi nostri tempi che da una parte tolgono alla do- menica ogni spinta all’impegno forma- tivo e fraterno e dall’altra spingono a farne il giorno del commercio con tutti i problemi annessi. La domenica è, in- fatti, il giorno del Risorto, della Chiesa e dell’Eucaristia. Celebrando l’Eucari- stia domenicale, la comunità cristiana è affascinata dalla bellezza del volto di Cristo, afferrata dalla forza del suo amore, sostenuta nel cammino verso la “domenica senza tramonto”: Le ca- tegorie della bellezza, della carità, della festa e del riposo connotano il giorno del Signore e sono un invito ai cristiani a “vivere secondo la domeni- ca”, a vivere cioè in atteggiamento con- templativo, testimoniale e celebrativo per crescere nella fede, nella carità e nella speranza. La lettera pone la parrocchia come soggetto portante della rivitalizzazione della domenica, in armonia con le linee pastorali della Chiesa italiana per que- sto decennio “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”.

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ANNO VII - NUMERO 23 14 DICEMBRE 2004

REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO

IL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE DI BARI AL CENTRO DELL'ANNO EUCARISTICO

Senza la domenica non possiamo vivere

ABBONARSI A L'ECO ordinario euro 15

sostenitore euro 30benemerito euro 50

MODALITÀ DI PAGAMENTO:- tramite conto corrente postale n. 10056471 (inserito all'interno di que-sto numero) intestato a “Chiesa Cattedrale di Forlì piazza Dante 1”;- all'amministrazione di piazza Dante 1, Forlì;- alla Libreria del Duomo via Solferino 19, Forlì;- alla propria parrocchia.Eco è lo strumento con il quale un cristiano forlivese e qualsiasi cittadino puòinformarsi sui temi e sugli avvenimenti della vita ecclesiale.

(segue in 2a pagina)

PREGIUDIZI LAICIE CLERICALI

Sembra conferire una certadignità culturale affronta-re problemi o iniziare di-

scorsi a sfondo religioso con pre-messe di questo tipo: “Io, da lai-co...”. Che significato si deve darea tale aggettivo, in quei contesti?Non mi sembra affermazione dinon fede, a meno che non sia se-guito dalla precisazione, che avolte viene aggiunta: “...non cre-dente”. Forse ci si vuole distin-guere da “clericale”. Ma questotermine ormai si usa solo nel lin-guaggio polemico. Che se poi vo-lesse significare persona impar-ziale, superiore a pregiudizi, sa-rebbe dare a se stessi un creditoche non si riconosce a chi ha al-tre convinzioni. Per sapere comestanno le cose, per valutarle, perprendere decisioni adeguate nonè meglio fondarsi su altre doti,quali sincerità, onestà, lealtà, pon-deratezza, equilibrio, e simili? Que-sto penso quando i discorsi o i ri-ferimenti riguardano la religionecristiana. È un fatto non ipoteticoo riducibile a opinioni soggettive.Ha un suo articolato e preciso pa-trimonio culturale, non idee ne-bulose e adattabili a piacere, legala sua origine a dati di cui offreampia documentazione. Non po-che volte, con l’appellarsi alla lai-cità si offre diritto di cittadinanzaa informazioni e opinioni prive difondamento, dicerie, fino ad attri-buire alla religione cristiana ciòche è del tutto diverso - o avverso- ai suoi fondamenti e alla sua dot-trina. Non rare volte persone benaffermate in altri campi, in fatto direligione cristiana hanno confusio-ni e lacune tali che, se ne avesseroconsapevolezza, tacerebbero o ar-rossirebbero. Ora celebriamo ilNatale. Con davanti alla mente ladiffusione del cristianesimo, la tra-sformazione che ha portato nelmondo, la ineguagliabile mole distudi e ricerche accumulatisi nelpassato e tuttora in atto, può esse-re liquidato con “mito”, “leggenda”,“tradizione” e simili espressioni? È“laico” questo, o non è mistifica-zione e oscurantismo? Sarà trop-po aspettarsi che si senta il biso-gno di conoscere i Vangeli, alme-no per un minimo di coerenza cul-turale? Se “laico” vuol dire perso-na che non si lascia catturare dapregiudizi, c’è da sperare che mol-ti ricorrano seriamente ai Vangeli.

+ Vincenzo Zarri

PER NATALERICORDATI DELTUO PARROCO

È facile vedere la parrocchia, il par-roco come realtà e persone sem-pre disposte ad aiutare gli altri, macome possono fare se non vi è chiaiuta loro? In ogni parrocchia è pre-sente un referente laico a disposi-zione per ricevere le offerte che al-trimenti possono essere fatte neiseguenti modi:- usando il bollettino di conto correntepostale in distribuzione presso tutte leChiese e negli uffici postali- con carta di credito- tramite versamento in banca- direttamente presso l'Istituto diocesanoSostentamento Clero, piazza Dante 1,Forlì.

Diocesi di Forlì-Bertinorodall'appello del Papa

ad Assisi una giornata di

DIGIUNO EPREGHIERA

PER LA PACEBasilica di S. Mercuriale

ore 20,45

ORA DELL'EMMANUEL

“Senza la domenica non possiamo vi-vere” , è il titolo della lettera preparatadal promotori del XXIV Congresso Eu-caristico Nazionale ed approvata dalConsiglio Permanente della CEI. Il documento aiuterà i fedeli a viveremeglio questo “Anno dell’Eucaristia”, in-detto dal Santo Padre Giovanni PaoloII in vista del 24° Congresso EucaristicoNazionale (che si svolgerà a Bari dal21 al 29 maggio del 2005). Già il Papa aveva pubblicato la Manenobiscum Domine in occasione delCongresso Eucaristico Mondiale diGuadaljara in Messico (v. Eco, n. 20,p. 4) nella quale erano tracciate le li-nee per porre, con nuova forza, al cen-tro della vita della comunità cristiana,l’Eucaristia celebrata ed adorata. Il do-cumento aveva una sua specifica con-

cretezza in quanto vi eranoanche parole molto precise aproposito della corretta cele-brazione eucaristica e degliabusi da evitare. Non erano state date indi-cazioni più precise in ordinealla celebrazione di quest’an-no e la stessa Congregazio-ne per il culto divino e la disci-plina dei sacramenti era rima-sta sulle generali affidandoalle singole realtà ecclesialiperiferiche di procedere comemeglio avessero ritenuto.Sembra che la nostra Dioce-si, come tale, non proporràavvenimenti di particolare ri-sonanza, tuttavia monsignorVescovo sta accogliendo daiConsigli Diocesani proposteper momenti celebrativi signi-ficativi. La lettera preparatoria alCongresso si propone come

autorevole sussidio che ripresenta letematiche eucaristiche secondo moda-lità aggiornate, non per sostituire ma perintegrare ed attualizzare quanto è giàcontenuto nel ricco magistero ecclesia-le sia quello più antico che quello piùrecente. In particolare, come emerge daltitolo, l’Eucaristia è strettamente raccor-data con la domenica e la sua celebra-zione comunitaria. A nessuno sfugge lacontinuità con il documento della Cei “Ilgiorno del Signore” (1984) e quello pon-tificio Dies Domini (1998) e soprattuttol’urgenza che si prospetta di salvaguar-dare la domenica come giorno del ripo-so, del culto e della fraternità di frontealle spinte disgregatrici della mentalitàfestaiola e commerciale di questi nostritempi che da una parte tolgono alla do-menica ogni spinta all’impegno forma-

tivo e fraterno e dall’altra spingono afarne il giorno del commercio con tutti iproblemi annessi. La domenica è, in-fatti, il giorno del Risorto, della Chiesae dell’Eucaristia. Celebrando l’Eucari-stia domenicale, la comunità cristianaè affascinata dalla bellezza del volto diCristo, afferrata dalla forza del suoamore, sostenuta nel cammino versola “domenica senza tramonto”: Le ca-tegorie della bellezza, della carità,della festa e del riposo connotano ilgiorno del Signore e sono un invito aicristiani a “vivere secondo la domeni-ca”, a vivere cioè in atteggiamento con-templativo, testimoniale e celebrativoper crescere nella fede, nella carità enella speranza. La lettera pone la parrocchia comesoggetto portante della rivitalizzazionedella domenica, in armonia con le lineepastorali della Chiesa italiana per que-sto decennio “Il volto missionario delleparrocchie in un mondo che cambia”.

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2 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23

I l tempo di Avvento, tempo di attesa“operosa” del Dio della Pace, ci richiama alla drammatica contrappo-

sizione tra un impegno esigente di con-versione che chiede di “preparare la viadel Signore” e la realtà che sembra sci-volare sempre più nell’indivi-dualismo e nell’accidia a livel-lo personale e nella spirale delterrorismo, della violenza, del-lo scontro a livello mondiale. I tragici eventi di cronaca co-me la strage di Beslan inOssezia, la piaga dei rapimen-ti e i morti quotidiani in Iraq, gliattentati terroristici in tante partidel mondo, la tragedia del Dar-fur, i conflitti dimenticati, ma an-che le quotidiane morti per ca-morra o delinquenza comune,le violenze a danno dei bambi-ni o degli adolescenti, l’aumen-to del senso d’insicurezza so-ciale e della povertà anche acasa nostra, tutto sembra confermarciin un sostanziale pessimismo. In questo clima la voce del Papa edella Chiesa si leva continuamente inun sofferto e appassionato magisteroper la pace che ruota attorno ad alcu-ne “parole chiave”: speranza, preghie-ra, digiuno, giustizia, sviluppo, perdo-no ... Pazientemente e tenacemente laChiesa indica percorsi possibili, possi-bilità di dialogo, alternative concrete allalogica della violenza e della guerra. Nonc’è permesso, dunque, di rimanere iner-ti, passivi. Occorre lavorare per costrui-re una cultura di pace nel quotidiano,dare voce al dialogo perché trovi spa-zio in tutte le situazioni di conflitto, fa-vorire processi di giustizia sociale perridare dignità e diritti agli emarginati.Occorre anche e soprattutto pregareperché la pace è un dono di Dio affida-to alla responsabilità dell’uomo. Ma nonsi può pregare per la pace senza esse-

re nella quotidianità costruttori di dialo-go, senza assumere stili e scelte di vitacoerenti, senza lottare per i diritti e lagiustizia ad ogni livello.Anche quest’anno all’intera comunitàdiocesana sarà proposto, nel tempo di

Avvento-Natale, un percorso, quasi unapedagogia della pace in tre tappe:

1. PREGHIERA E DIGIUNO. Sulla sciadell’invito del Papa, all’indomani del tra-gico 11 settembre, dedichiamo unagiornata di Avvento alla preghiera e aldigiuno per la pace. Il digiuno rafforzala preghiera e orienta il cuore alla con-versione poiché facilita l’apertura del-l’uomo al cibo della Parola di Dio. LaCaritas diocesana, il Centro missiona-rio diocesano, il Centro di pastoralesociale, del lavoro, pace e giustizia, ilCentro diocesano per la pastorale gio-vanile e l’Azione cattolica diocesanapropongono per sabato 18 dicembreuna giornata di digiuno e preghiera (av-viso a pag. 1) che culminerà nell’Oradell’Emmanuel, alle ore 20,45, nellaBasilica di S. Mercuriale. Il frutto del di-giuno potrà essere devoluto al Centromissionario per i missionari diocesani.

2. PREGHIERA E PELLEGRINAGGIO.Il pellegrinaggio è il segno del cammi-no faticoso che ogni discepolo di Cri-sto è chiamato a compiere per giunge-re alla conversione; è occasione per ri-percorrere nel silenzio del cuore le vie

della storia; per ricordareche veramente andiamoverso il Signore “non cam-minando ma amando, edavremo Dio tanto più vici-no al cuore quanto piùsarà puro lo stesso amo-re che ci porta verso di Lui[...]. Non con i piedi dun-que, ma con i buoni costu-mi si può andare verso diLui, che è dovunque pre-sente” (Sant’Agostino). LaConsulta diocesana delleaggregazione laicali orga-nizza il 1 Gennaio 2005,Giornata Mondiale per lapace, la Marcia della pace

che terminerà in Cattedrale con la ce-lebrazione della Messa presieduta damonsignor Vescovo.

3. LA GIUSTIZIA E LA DIFESA DEI DI-RITTI. Per l’instaurazione della vera pacenel mondo - come ha più volte ricordatoGiovani Paolo II - la giustizia deve trova-re il suo completamento nella carità enello sviluppo solidale. Il centro dioce-sano per la pastorale sociale, del lavoro,pace e giustizia organizza l’11 gennaio2005 una conferenza di approfondimentosul messaggio pontificio per la Giornatadella pace; un’occasione per riceverespunti di impegno sociale e politico per isingoli e le comunità.Auspichiamo un largo coinvolgimentodi associazioni, gruppi, parrocchie, chevorranno unirsi a noi nella ricerca diquella pace incessantemente invocatadagli uomini di buona volontà.

Sauro Bandi

Il Logo (vedi foto in copertina) svilup-pa il tema del Congresso EucaristicoNazionale: “SENZA LA DOMENICANON POSSIAMO VIVERE”. È la pro-fessione di fede dei cristiani nel Cristorisorto, dal quale sono convocati nellacelebrazione domenicale. È la fede dei49 martiri di Abiitene, l’attuale Tunisia,sorpresi durante la persecuzione di Dio-cleziano (304-305) a riunirsi nel giornodel Signore, contravvenendo alle dispo-sizioni dell’imperatore. Andarono concoraggio incontro alla morte afferman-do: “Come se un cristiano potesse esi-stere senza celebrare l’assemblea do-menicale o l’assemblea domenicalepotesse esistere senza un cristiano”.Uno di loro, un certo Emerito, che ave-va ospitato gli altri cristiani nella suacasa per la preghiera, non esitò adesclamare: “Senza la domenica nonpossiamo vivere!”.

D opo il passaggio del tifoneYoyong, il terzo negli ultimi tem-pi, che ha provocato, secondo

alcune stime diverse centinaia di mor-ti, la Caritas italiana intensifica l’impe-gno, attivandosi immediatamente in 9diocesi dove sono stati distribuiti generidi prima necessità a 2.474 famiglie elanciando un appello per 150.000 euroalla rete internazionale. In un comuni-cato diffuso oggi, la Caritas italiana ri-porta le dichiarazioni di suor RosanneMallillin di Caritas Filippine, per la qua-

le “il numero del-le famiglie colpi-te è allarmante eil Paese è stre-mato da questeemergenze. Dal canto no-stro stiamo cer-cando di rispon-dere ai bisognipiù urgenti e lan-ciamo un appelloalla rete interna-zionale Caritasperché ci occor-rono 150.000 eu-ro per poter con-

tinuare ad aiutare 2.474 famiglie, concibo, medicinali e generi di prima neces-sità”. Nove sono le diocesi in cui laCaritas si è attivata (Gumaca, NuevaCaceres, Romblon, Infanta, Calapan,Antipolo, Bulacan, Cabanatuan, Le-gazpi), organizzandosi grazie ai “cen-tri di azione sociale” (82 in tutto il Pae-se) con operatori locali e volontari perla distribuzione degli aiuti. In alcunezone sono state create delle mensecomunitarie, grazie all’impegno di grup-pi di donne. In collegamento con ospe-

ALLUVIONE FILIPPINE: L’IMPEGNO DELLA CARITAS A FAVORE DELLA POPOLAZIONE

dali e centri sanitari si stanno ancheorganizzando delle unità mediche mo-bili per raggiungere le zone rurali. LaCaritas Italiana, si legge nel comuni-cato, anche in questa emergenza, è incostante contatto con Caritas Filippine,esprime vicinanza e solidarie-tà ed è pronta a sostenerel’impegno della rete inter-nazionale. Prosegueanche la collaborazio-ne diretta attraverso imicroprogetti di svilup-po. Nel 2003 ben 20microprogetti sonostati finanziati daCaritas Italiana, per untotale di più di 73.000euro, mentre per il2004 ne sono in cor-so, attualmente, dodi-ci per un importo di52.943 euro. Per sostenere gli in-terventi in corso (cau-sale “Alluvione Filip-pine 2004”) si posso-no inviare offerte aCaritas diocesana,piazza Dante 1, Forlì.

Aiutiamo il popolo filippino

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Avvento per la paceUN PERCORSO FORMATIVO SUI VALORI CRISTIANI ED UMANI

L’AVIS Provinciale di Forlì-Cesena, laFratres di Premilcuore e le 25 sezionicomunali AVIS che operano nella no-stra Provincia, anche quest’anno han-no organizzato una Giornata sul Donodel Sangue, rivolta in modo particolarealle parrocchie, per domenica 12 di-cembre 2004. Tale giornata che da 5anni si ripete nel territorio, ha sempredato ottimi risultati, anche per le con-vinte parole di incitamento al dono delsangue con cui molti sacerdoti si sonoespressi in tali circostanze. Per l’occasione è stato realizzato unpieghevole che propone alcune signifi-cative riflessioni, di Sua Eminenza il car-dinale Ersilio Tonini, sulla responsabilitàe sul “bisogno di restituzione” del cristia-no che trovano una delle più alte realiz-zazioni nella donazione del sangue. Nella nostra provincia ogni anno11.000 donatori donano oltre 20.000unità di sangue utilizzate quasi intera-mente dai nostri ospedali tranne un pic-colo esubero messo a disposizione diaree non autosufficienti. Nella nostra regione (una delle po-che attualmente autosufficienti) il san-

gue viene raccolto esclu-sivamente da donato-

ri periodici e rigoro-samente controlla-

ti gli unici chepossono garanti-re una donazio-ne corretta econsapevole. Glielevati standarddi sicurezza ri-chiesti compor-tano un grandericambio fra i do-natori con laconseguen tenecessità di re-clutarne sempredei nuovi.

12 DICEMBRE 2004GIORNATAPROVINCIALESUL DONODEL SANGUE

IL LOGO DEL XXIVCONGRESSOEUCARISTICODI BARI

Nella foto: la Ma-donna del San-gue di Portico,patrona dei do-natori di sangue.

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14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 3

È vero che ti chiamavano “il se-gretario della Madonna delFuoco”?

Beh, effettivamente quando si vole-va sorridere c’era qualcuno che nel-l’ambiente mi chiamava così. Avevo l’in-carico di seguire e coordinare gli spo-stamenti dell’immagine nelle varie par-rocchie e, se richiesto, di aiutare i par-roci a organizzare la “peregrinatio” inparrocchia: non sempre ci sono riusci-to. Battute a parte, chi custodisce que-sto prezioso tesoro è il rettore del san-tuario, monsignor Ettore Sozzi; mi hacolpito lo zelo e la devozione con cuidifende la venerata immagine. La peregrinatio Mariae è iniziata il 29settembre 2002 e si è conclusa il 24ottobre 2004. È possibile un bilancio?Direi che non sta a me farlo. Io possodire che nella nota iniziale del Vescovosi diceva: “ad indicare l’unità della dio-cesi porteremo in tutte le parrocchie lavenerata immagine della B. V. del Fuo-co”. Questo è avvenuto: centododiciparrocchie hanno accolto questo segnodi unità, senza contare poi le chiese, le

case religiose, lesuore di clau-sura, gli ospeda-li, le case di ripo-so, i luoghi di la-voro, il carcere...Anche la pre-senza del Ve-scovo, disponibi-le ad andare intutte le parroc-chie e non soloper i momentisolenni, ha sot-tolineato questointento di unità.L’immagine della

Madonna è arrivata chiedendo collabo-razione tra parrocchie dello stesso vi-cariato e suscitando interesse ed emo-zione tra i fedeli. Faccio mie le paroledi quel parroco: “… passando di par-rocchia in parrocchia la Madonna delFuoco ci ha cucito insieme”. Quali sono stati i momenti più in-tensi?Difficili elencarli; ogni parrocchia ne havissuti e i vicariati hanno cercato di ave-re dei momenti comuni: credo che i mo-menti più intensi siano stati quelli congli ammalati o con i i giovani, là dove sisono sentiti coinvolti. A livello diocesano i momenti qualifi-canti mi sembra siano stati i pellegrinag-gi a Fatima e a Lourdes (peccato perquello in Polonia: non c’era il numero!);l’incontro dei cori parrocchiali in Duomoe senza dubbio la celebrazione conclu-siva in Piazza Saffi dove è emerso unvolto di chiesa più che dignitoso. Biso-gna fare i complimenti al gruppo che loha organizzato.A proposito, si può chiedere qualevolto di chiesa emerge?

Non so rispondere; il mio punto di os-servazione è limitato. Se mi si chiedequalche impressione direi che è un vol-to un po’ più dimesso rispetto a quellodella Peregrinatio del 1949, dove le cro-nache fatte da mons. Pasini e riportatesul “Momento” riportano espressionicome “apoteosi”, “tripudio”, ma è an-che un’altra situazione. Davanti all’im-magine della Madonna del Fuoco misembra che si sia data appuntamentouna Chiesa che si muove non per do-vere o per appartenenze di etichetta maper affetto. Una chiesa che ha espres-so questo affetto attraverso una pietàe una devozione “calda”. Però non sa-prei dire se siamo riusciti a mobilitarcisugli obiettivi che il Vescovo aveva pro-posto nella nota iniziale: “un risvegliodella vita cristiana, una attenzione allasantità della famiglia, alla formazionedei giovani e alle Vocazioni sacerdotalie religiose”; oppure come abbiamo re-agito di fronte al compito di una fortemeditazione sul ruolo di Maria e dellaChiesa nel mistero della redenzione,attraverso le catechesi del Papa su que-sti temi. Abbiamo percorso con dignitàla via della pietàe della devozio-ne, un po’ menoquello della cate-chesi e della ri-flessione che po-teva aprire oriz-zonti nuovi sullavita attuale dellanostra chiesa.E adesso cosarimane?Quanto ho dettoprima è soloun’impressionee spero di esse-

AL TERMINE DELLA PEREGRINATIO UN TENTATIVO DI BILANCIO CON DON STEFANO VASUMINI

re smentito. In conclusione ci rimanela fragile immagine della Madonna delFuoco che ho scoperto molto bella, conun tratto molto moderno. Una immagi-ne che forse parla un po’ di più alla no-stra Chiesa: una bella realizzazione, dalpunto di vista catechistico, sono statealcune letture iconologiche fatte in di-verse parrocchie, per cui mettendoci difronte a questa figura, forse ora ci par-la in modo più eloquente dei misteri disalvezza in cui siamo immersi. E ci dàanche un compito: io non me ne inten-do ma credo che la tecnica dellaxilografia con cui è realizzata l’immagi-ne della Madonna del Fuoco, richiedanel tracciare le figure, delle linee essen-ziali, nette; ecco, guardando a quella im-magine mi sembra che, attraverso unaconcreta “conversione pastorale”, dob-biamo ritrovare quelle linee essenziali enitide per la nostra fede e la vita dellanostra chiesa, e ritrovarle in quel Bam-bino che con insistenza Maria continuaporgerci perché lo accogliamo.

Nella foto (Frasca): momenti della celebra-zione liturgica della conclusione dellaPeregrinatio Mariae in piazza Saffi.

Peregrinatio fra devozione e annuncio

“I settimanali diocesani, la stampa lo-cale in genere, nel contesto attuale,nella loro fedeltà alla gente, diventanoconcretamente garanzia di libertà, dipluralismo informativo e di democraziareale”. È quanto ha ricordato mons. Vin-cenzo Rini, presidente della Federazio-ne italiana settimanali cattolici (Fisc),aprendo a Roma la 14ª assemblea na-zionale elettiva della Federazione. L’as-semblea ha rinnovato il Consiglio na-zionale cui spetterà il compito di eleg-gere l’esecutivo. Ai 150 direttori deisettimanali diocesani (1 milione di co-pie a settimana), giunti a Roma per l’in-contro, mons. Rini ha spiegato che

“l’incardinamen-to locale deinostri giornalista nell’atten-zione alle per-sone e alle co-munità. In unmondo semprepiù prestam-pato e omolo-gato da mediaspesso mas-sificanti e op-primenti, cheanziché servirel’uomo, più vo-lentieri lo usa-

no e lo dominano, il rischio per l’uomoè di perdere la propria libertà. Se lastampa e l’informazione si giocano soloai grandi livelli, essi diventano facilmen-te strumenti di potere, in mano a po-che persone e a pochi gruppi: un’infor-mazione concentrata in pochi poterimondiali sempre più onnipotenti non dàgaranzie all’uomo”. Per questo, ha ag-giunto Rini, “i nostri settimanali sonodifesa della vita della nostra gente edella sua memoria, delle culture locali,dei rapporti interpersonali, salvezzadelle specificità territoriali, delle picco-le storie dei nostri paesi e delle città incui l’uomo e la donna vogliono conti-

nuare a vivere chiamandosi per nome”.C’è un futuro per i settimanalidiocesani? Per mons. Rini, “il futuro deisettimanali, nel mondo globalizzato esempre più secolarizzato e in un’Euro-pa che sta radicalizzandosi fuori - senon addirittura contro - la propria sto-ria e le proprie radici cristiane, sta nel-la fedeltà al territorio inteso in sensoantropologico ed esistenziale”. “Ricostruire l’appartenenza, la solida-rietà, la conoscenza reale e non soloquella informatica: questo devono fare isettimanali diocesani. I nostri giornalipossono fare questo grande servizio sto-rico se sanno aiutare il lettore a capirsi,a pensare in libertà, a progettarsi den-tro la propria comunità locale”. In que-sto senso “i nostri giornali sono sì setti-manali, giornali per sette giorni; ma allostesso tempo sono giornali dell’‘Ottavogiorno’, che nella cronaca intravedonoe indicano l’oltre, il futuro dell’uomo edel mondo. Per fare questo non bastaparlare alla gente; occorre dare voce allagente, diventando tutori della dignitàdelle persone”. Secondo il presidentedella Fisc, “un’altra attenzione dei setti-manali diocesani sta nella credibilità: illettore deve capire, dalle nostre pagine,che non abbiamo interessi da difende-re, se non gli interessi della Verità e gliinteressi della gente”.

DAL 2 AL 4 DICEMBRE L'ASSEMBLEA NAZIONALE ELETTIVA DEI SETTIMANALI CATTOLICI

Giornali diocesani: voce della genteParrocchia Cappuccinini

via Ridolfi 27 Forlìtelefono 0543 33563

DALL'11 AL 19DICEMBRE

Oratorio dei CappuccininiMANIFESTAZIONE

CULTURALEnell'ambito del progetto

"Un asilonel cuoredella città"

PERSONALEmostra del pittore

FRANCO VIGNAZIA

"Il volto della vita"commento poetico di Fabio Turchi

sabato 11 dicembreore 16,30

INAUGURAZIONEDELLA MOSTRA

APERTURA AL PUBBLICO:giorni festivi

dalle 10 alle 12,30dalle 15 alle 19

giorni ferialidalle 15,30 alle 19

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4 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23

I l 17, 18, 19, 20 novembresi è svolto a Roma il Con-gresso nazionale FISM (Fe-

derazione Italiana Scuole Ma-terne) - cui aderiscono oltre8.000 scuole per un totale di22.000 sezioni - per il rinnovodelle cariche previste dallo Sta-tuto. Le elezioni hanno portatoalla carica di Presidente Nazio-nale il prof. Redi Sante Di Pol(docente di Storia dell’Educa-zione presso l’Università di To-rino). Di Pol è Presidente dellaFISM Piemonte, componentenazionale della scuola cattoli-ca della Cei e membro dellaSegreteria nazionale della Fe-derazione. La FISM è nata giusto trent’anni fa, il1° marzo 1974, “in ottemperanza aquanto deliberato nel Convegno Nazio-nale del 28-29 dicembre 1973 promos-so dall’Ufficio di Pastorale Scolasticadella Cei” (dall’Atto Costitutivo dellaFISM). Essa è l’“organismo associati-vo promozionale e rappresentativo del-le scuole materne non statali operantiin Italia che si qualificano come auto-nome e orientano la loro attività all’edu-cazione integrale della personalità delbambino, in una visione cristiana del-l’uomo, del mondo della vita” (art. 1dello Statuto nazionale). La Federazione è stata voluta dallaChiesa italiana per rappresentare e pro-muovere le tante scuole dell’infanzia di

ispirazione cristiana, presenti nel Pae-se, che essa ha sempre considerato unpatrimonio particolarmente preziosoper la sua attività di evangelizzazione.Queste scuole infatti:1. sono un segno concreto dell’atten-zione della Chiesa verso i bambini, verisoggetti della sua azione pastorale, aiquali viene proposta, in un’età così de-licata, un’educazione orientata ai valo-ri cristiani;2. rappresentano per la Chiesa, unagrande opportunità pastorale di incon-trare le giovani famiglie, potenziale ric-chezza ma anche soggetti spesso nonfacilmente raggiungibili nell’azione pa-storale;3. sono una testimonianza concreta, eparticolarmente visibile, del valore del

pluralismo culturale ededucativo, che è un valo-re proclamato con fer-mezza dai cristiani in co-erenza con la dottrina so-ciale della Chiesa;4. costituiscono un luogoparticolarmente importan-te di educazione alla par-tecipazione per alcuni lai-ci cristiani adulti. Vorrei indicare tre diquesti possibili segni:1. lo stretto e costante col-legamento con la comu-nità ecclesiale;2. le educatrici che si qua-lificano sia per la testimo-nianza di vita, coerente

con quanto sono tenute ad insegnareai bambini, sia per la capacità di elabo-rare una proposta educativa veramen-te qualificata ed originale rispetto aquanto viene offerto da altre scuole del-l’infanzia;3. una comunità scolastica caratteriz-zata da libertà e carità: carità che sichiama di volta in volta capacità di ac-coglienza, relazione educativa autore-vole, attenzione ai più poveri e bisogno-si, rispetto della giustizia.È necessario, allora, che creiamo sem-pre più le condizioni - politiche, orga-nizzative, gestionali - perché il cammi-no diventi meno aspro e più incorag-giante. Per parte mia, però mi permet-to di segnalare come questione cen-trale la necessità che le educatrici del-

Natale: momento fondamentaledei cristiani che richiama il cam-mino dei Magi, simbolo della

Gmg di Colonia, che ha scelto come slo-gan proprio “Siamo venuti per adorarLo”.Quest’anno, l’Avvento, periodo tradizio-nalmente molto sentito dai tedeschi, vie-ne vissuto nel segno del prossimo in-contro dei giovani con il Papa. Dal 6 al9 gennaio, a Bensberg, presso Colonia,il Forum Internazionale per presentareufficialmente la Gmg. Ne abbiamo par-lato con Matthias Kopp, portavoce dellaGmg di Colonia 2005. Quali sono le ini-ziative particolari per la preparazionespirituale dei giovani tedeschi in questoAvvento? “Con l’inizio del periodo del-l’Avvento verrà compiuto un ulterioregrosso passo verso la 20a Gmg. L’Av-vento è periodo di intensa preparazio-ne liturgica e spirituale, con celebrazio-

ni liturgiche per icollaboratori, riti-ri durante i finesettimana ecc.Abbiamo realiz-zato il calendariovirtuale dell’Av-vento della Gmg2005 dal 1° di-cembre in poi: inquesto modo vo-gliamo mostrareanche a chi nonè legato allaChiesa come im-maginiamo l’o-spitalità nel pre-

sepio: ogni giorno dell’Avvento, i volon-tari dell’ufficio organizzativo della Gmgraccontano qualcosa sulle usanze del-l’Avvento del loro Paese”. Come vivono l’attesa della Gmg igiovani tedeschi? “Le nostre 27 dio-cesi stanno vivendo un’ondata di pre-parativi, soprattutto da parte di moltigruppi di giovani, che rendono moltopresente il motto della Gmg. Con nu-merosi contatti via Internet nei siti del-le diocesi, dépliant, poster e cartoline,i concetti di Avvento e del Natale ven-gono legati allo slogan della Gmg. Nel-le parrocchie, nelle diocesi e in tutto ilPaese si respira già un po’ di atmosfe-ra della Gmg. Credo che abbiamo rag-giunto il nostro scopo di sensibilizzaretutte le comunità parrocchiali entro fine2004. Adesso, negli 8 mesi che resta-no, dobbiamo concentrarci soprattutto

sulla sensibilizzazione negli ambientinon legati alla Chiesa”. Come procede la preparazione tec-nica e logistica? “Siamo contenti chein questi giorni la 100.000a iscrizionealla Gmg giunga dall’estero. Le cifresono molto positive. Abbiamo avviatola seconda fase delle iscrizioni ed orasperiamo nella conferma delle nume-rose prenotazioni. Dal 1° gennaio in poisaranno aperte le procedure di accre-ditamento internazionale dei giornalisti.Certamente, la sfida e la difficoltà lo-gistica più grande sarà garantire lamobilità dei pellegrini. Per quanto ri-guarda gli alloggi, siamo a buon punto.Nel complesso siamo ottimisti, soprat-tutto dopo la visita di mons. RenatoBoccardo, che ha lodato gli sforzi com-piuti finora”. Sta prendendo forma l’aspettoecumenico della Gmg? “L’ecume-nismo avrà sicuramente un ruolo signi-ficativo in questa Gmg. Nel suo mes-saggio di invito alla 20a Gmg, papa Gio-vanni Paolo II si è rivolto in particolareai non battezzati e agli appartenenti adaltre Chiese. Nelle parrocchie e in tut-to il Paese osserviamo un grande inte-resse da parte di altre confessioni cri-stiane tedesche, come gli Ortodossi ela Chiesa evangelica. Ci fa piacere chele comunità evangeliche, ad esempioa Colonia, ci abbiano offerto le loroChiese e i loro centri non solo comeluoghi in cui si svolgeranno le manife-stazioni e come alloggi, ma anche perospitare celebrazioni ecumeniche du-

Sono già centomila ...

Nelle foto: in alto, un'immagine dalla GMGdi Toronto; qui sotto il logo della GMG 2005che si terrà a Colonia.

Per una educazione integraleNEL CONGRESSO RINNOVATE LE CARICHE STATUTARIE DELLA FISM

rante la Gmg. Qualche settimana pri-ma della Gmg ad Hannover si svolge-rà la Giornata ecclesiastica evangelicatedesca. Noi saremo presenti all’even-to con un nostro stand per far cono-scere ulteriormente la Gmg”. Cosa ti aspetti da questa Gmg?“Trasformare la Gmg in qualcosa cheduri oltre il 21 agosto 2005 dipendedalla qualità nella Chiesa tedesca. Al-cuni dei nostri vescovi ci dicono che èvalsa la pena di organizzare la Gmg,perché già si percepisce un nuovo ini-zio della pastorale giovanile”.

A. B.

IN PIENA ATTIVITÀ LE OPERAZIONI PRELIMINARI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ A COLONIA

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le scuole della FISM siano in grado dielaborare ed offrire, nel quotidiano con-tatto con i bambini e le loro famiglie,una proposta educativa originale, cioèispirata ad “una visione cristiana del-l’uomo, del mondo, della vita” (comerecita lo Statuto Nazionale della FISMall’art. 1). Il problema della scuola cat-tolica è fondamentalmente un proble-ma culturale e la sua incidenza nel pa-norama scolastico italiano è legata es-senzialmente alla capacità di elabora-re e diffondere una cultura dell’educa-zione che si caratterizza per una sicu-ra visione antropologica, la quale ha inCristo il suo fondamento.

Oriano Zoli

Lunedì13 dicembre

FESTACITTADINA

DI SANTA LUCIAS. Messa: ore 7-9-11-16

17,30 Messa del Vescovo19 Messa di

mons. Quinto FabbriNegli intervalli preghiera alla santa

con benedizione degli occhi

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14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 5

L ’8 dicembre è la festa dell’Imma-colata, tradizionale momentod’impegno per le associazioni di

Azione cattolica. Don Garbin decide dirinnovare il ringraziamento all’Immaco-lata la domenica successiva, il 10 di-cembre, con la festa esterna che si ag-giunge così a quella liturgica. Anche i giovani del San Luigi, che ri-cominciano ad affluire all’oratorio, dopouna prova domenica 3, ripartono conle attività sociali domenica 10 dicem-bre. Il nucleo centrale di essi, effettivied aspiranti, non ha smesso l’attività,ma l’ha trasfusa in atti di servizio e ca-rità per gli sfollati in parrocchia, al “DonBosco” e negli istituti gestiti da religio-se. La “mostra catechistica”, con lavoridi pittura, collages, traforo e costruzio-ni in legno, ha tenuto impegnati neimesi bui i giovani, che si apprestanoora ad inaugurarla. Alla liberazione poiessi hanno subito fraternizzato con isoldati inglesi sfidandoli a pallone nelcampo dell’oratorio. Il 10 dicembre è il venerdì santo del-l’opera salesiana in Forlì. Le testimo-nianze di don Garbin, di don Coppo edi don Carmine Fiore descrivono, in-sieme con pathos e realismo, quei tra-gici momenti. Don Marco Perego, direttore dell'ora-torio, testimonia: “Domenica 10. Ore 9 Santa Messadella gioventù celebrata dal rev.do donAgostino Desirello. In S. Biagio si cele-bra la festa esterna dell’Immacolata. Lafesta liturgica si fece il giorno 8. Quelgiorno gli effettivi e gli aspiranti allasera, davanti al Santissimo Sacramen-

to, rinnovarono le promesse dell’Azio-ne cattolica. Dopo pranzo, ore 14, adunanza ef-fettivi. Varie proposte di ricostruzione.Si decisero le cariche: presidenteRomeo Rosetti; segretario dell’oratorioPier Paolo Boifava; presidente sporti-vo e delegato juniores Edelweiss Ga-gliardi, coadiuvato da Azegli Vignolettie Bruno Sughi; delegato aspiranti Ma-rio Lazzari, in prova; delegato studentie buona stampa Federico Miti; delega-to lavoratori Giordano Zanfini; incarica-to del teatro Carmine Fiore; biblioteca-rio Giovanni Turroni. Si costituì anche il consiglio dell’ora-torio. Esso è formato dai superiori sa-lesiani più Rosetti, Gagliardi, Boifava,Battistini, Fiore. Il consiglio dell’orato-rio si dovrà riunire ogni quindici giornie tratterà dell’andamento sempre mi-gliore dell’oratorio. I componenti do-vranno aiutare il direttore dell’oratorioe gli altri salesiani nella disciplina. Essi

saranno i diretti respon-sabili dell’andamento edella disciplina dei giochi.Questi verranno distribui-ti da loro e specialmentedal presidente, dal segre-tario e dal presidentesportivo. All’adunanza igiovani si mostrarono en-tusiasti del nuovo lavoro.Dopo la conferenza, tuttiinsieme ci siamo recati aS. Biagio per la benedi-zione solenne. Dopo ilSanto Rosario, il parrocoparlò ai numerosi fedeli,

ringraziando la Madonna della inco-lumità dei presenti e della chiesa, e fa-cendo voti d’una solenne funzione inonore dell’Immacolata. Dopo: benedi-zione solenne. Quasi tutto il popolo era uscito dallachiesa. I giovani si erano uniti a donMarco per il trasporto della defuntaAnnunziata. Si era a cento passi dalportone quando si sentì la contraereae nel medesimo tempo si vide un ae-reo nemico sganciare. Ci buttammosotto il portico tra i camion inglesi. Fuun attimo: un colpo non tanto forte, uncascare di macerie e rovine. Anche ilcampanile era scomparso …”. Sia don Marco che don Garbin ricor-dano a questo punto delle cronache le19 vittime. Don Garbin, dopo la dispe-razione di quei momenti, scriverà nellasua cronaca: “Fiat voluntas Dei … Tut-to crolla ma la fede nella Provvidenzae nell’avvenire dell’opera di cristianiz-zazione della gioventù non deve e non

può crollare”. Dalle 17,30 alle 2,30 di notte i pom-pieri e i soldati accorsi lavorano perestrarre dalle macerie eventuali super-stiti: è quasi subito estratta la signoraGiorgina Lami Aguzzoni, che stringe inbraccio la figlioletta Liliana, di cinqueanni, morta, e alle 2 la signora An-tonietta Savorani Ghini. “Tutte due al-l’ospedale - dice don Garbin - davanoprova di grande fede e rassegnazionee ripetevano: sia fatta solo e sempre lavolontà di Dio”. Il corpo di don Agostino Desirello èritrovato solo cinque giorni dopo: por-tato all’ospedale, “gli furono riscontra-te lesioni all’addome, alla spina dorsa-le e alla nuca, ma il suo volto era sere-no, quasi sorridente come sempre”, an-nota don Antonio Perondi nel suo “dia-rio di guerra” faentino, avendo appre-so la notizia da un cappellano militare.Vestito da don Garbin e composto nel-la cassa, il giorno successivo dopo leesequie private è condotto al cimitero.La parrocchia è subito trasferita nellachiesa del Buon Pastore, in via dei Mil-le, accanto all’ospedale “Don Bosco”,offerta in uso ai salesiani dalle suore diquel convento. Nelle due settimane successive, scri-ve don Marco: “Si lavorò molto attornoalle macerie di S. Biagio per poter sal-vare il salvabile dalle mani degli inglesie dei neri. Quasi tutti i giovani si pre-starono a questo lavoro. Il loro sacrifi-cio fu ammirevole: dalla mattina alle 9sino alla sera alle 16 erano sulle ma-cerie per salvare qualche cosa”.

G. T.

La Regione Emilia Romagna havarato mercoledì scorso il ripar-to del Fondo sociale regionale

(86 milioni di euro, di cui 70 dal gover-no). Nell’ambito della votazione è sta-to presentato dall’assessore alle Politi-che sociali Gianluca Borghi (Verdi) inaccordo con l’assessore a Sport e Cul-tura Marco Barbieri (Margherita), unemendamento per interventi in favoredi oratori ed agenzie socio-educative,inserito poi nel capitolo generale dellepolitiche giovanili (budget complessivo1.500.000 euro). L’emendamento Borghi in sostanzaprecisa che «la realizzazione di spazidi aggregazione, tesi a favorire lasocializzazione e lo sviluppo di interessimulticreativi, unitamente alle esperien-

ze mirate a pro-muovere le po-tenzialità e lacreatività indivi-duali...», «avvie-ne anche met-tendo in rete pro-getti di altre real-tà esistenti sulterritorio, qualigli oratori e leagenzie socio-educative, cheoffrano risposteidonee ad af-frontare le te-matiche dell’a-dolescenza».

A favore dell’emendamento pro ora-tori si sono espresse congiuntamentela maggioranza e l’opposizione.A don Gian Carlo Manara, incarica-to regionale per la Pastorale giova-nile, abbiamo chiesto anzitutto uncommento su quello che l’assesso-re Barbieri ha definito il «riconosci-mento laico del ruolo degli oratorinella società».Occorre fare, afferma don Manara, unapremessa. Da diversi anni il coordina-mento di Pastorale giovanile dell’EmiliaRomagna sta riflettendo e lavorandoper un rilancio della realtà dell’orato-rio, di cui ha compreso il significato pro-fondamente educativo. Proprio perquesto ha anche iniziato a “percorre-re”, in collaborazione con la Regione,

alcune strade in ordine alla formazio-ne degli educatori e a sostegno di al-cuni progetti. Detto questo, mi sembra di poter direche l’emendamento proposto e appro-vato sia da considerarsi il risultato mi-nimo di tale collaborazione. Si è creata, all’interno di alcuni as-sessorati regionali, grazie ai numero-si “tavoli di lavoro” comuni, una sensi-bilità nuova nei confronti del mondoeducativo che sta dietro alla realtà ec-clesiale, e si è compresa l’importanzadel patrimonio valoriale che tale real-tà esprime. Questa sensibilità però va ancorapromossa, stimolata e sostenuta.Il lavoro con la Regione va quindiproseguito ...Da parte nostra senz’altro continuerà,per arrivare ad una legge che possanon solo riconoscere il valore educativodell’oratorio, ma anche stabilire un la-voro «in rete» con gli altri soggetti edu-cativi, in modo da rendere più efficacel’impegno per la crescita delle nuovegenerazioni.Quali sono ancora i «nodi» da scio-gliere per raggiungere questo obiet-tivo?Occorre anzitutto, anche da parte delmondo ecclesiale, una riflessione se-ria sulla definizione di «oratorio» e sul-l’impegno formativo che questa attivitàcomporta. Sarebbe deleterio se fossevarata una legge e noi per primi fossi-mo impreparati a «gestirla», proprio per

non essere riusciti a definire in modochiaro e «sufficiente» la realtà o-ratoriale.Vi sono però, nei confronti degli ora-tori, alcune «obiezioni» da parte dicerte forze politiche...Mi sembra che tali obiezioni siano ladimostrazione di una grande cecità isti-tuzionale, oltre che essere frutto di pre-venzione e poca informazione: forsequesti signori «ignorano» che un gran-de numero di fruitori degli oratori sonoproprio quei ragazzi che non frequen-tano normalmente la parrocchia e che,in mancanza degli oratori, forse si ri-verserebbero in altri luoghi, il più dellevolte poveri di valori educativi. Questa realtà ecclesiale, che magariha ospitato anche qualche esponentedi queste forze politiche contrarie, si starivelando come un grande argine edu-cativo contro quelle carenze di punti diriferimento a cui oggi tutti assistiamo.Il riconoscimento giuridico dell’oratoriosta proprio a ribadire la sua piena citta-dinanza nel campo educativo. Certamente se per questi «opposito-ri» riconoscimento significa solo con-tributo economico, allora mi viene dapensare che ciò che per loro conta èsempre il contributo economico. Misembra un discorso molto riduttivo epoco sagace, che forse svela una pras-si antica come il mondo: per «certe»richieste è sempre stato così... «Omniamunda mundis!».

Stefano Andrini

LA REGIONE EMILIA ROMAGNA HA VOTATO UN CONTRIBUTO PER L'OPERA EDUCATIVA DEGLI ORATORI

Fondi per l'attività oratoriana

10 DICEMBRE 1944, A GUERRA FINITA, LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA DI S. BIAGIO E DEI SUOI CAPOLAVORI

Vita e arte fra le macerie

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6 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23

Ci sono pervenute dai signori Ales-sandro Dianori e Andrea Donori duelettere molto simili delle quali presen-tiamo ampi brani.

... Ho avuto modo di vedere la regi-strazione della celebrazione dellachiusura della Peregrinatio in questio-ne ed a mio giudizio è stata fatta lapeggior diretta che abbiamai visto, una cosa a dirpoco vergognosa. Non è stato possibile ca-pire nulla della cerimonia,continuamente disturbatadal parlare del cronista,peraltro con argomenti avolte del tutto inconciliabilicon il momento, banali nelcontenuto, nella forma eanche nei toni dell’espres-sione. Personalmente so-no stato molto colpito dal-l’uso del tutto inappropriatodella terminologia e delladescrizione delle parti delSacro Rito. Solo due esempi. Ad un certo pun-to ha rivolto ad uno dei suoi invitatiquesta domanda: “secondo lei esisto-no ancora i mangiapreti in Romagna”,una domanda che mi sembra alquan-to fuori luogo durante la celebrazio-ne di una Messa, soprattutto se rivol-ta ad un prete (mi sono anche chie-sto perché quel sacerdote, ottimogiornalista, che era presente e senti-va il tutto, abbia permesso il continua-re di tale scempio). È stato poi definito il momento del-lo scambio della pace come il più im-portante della celebrazione, mentrepur avendo la sua importanza è si unmomento di valore, ma non da en-fatizzare in questo modo, mentresono stati completamente coperti, o

tagliati momenti importantissimi, qualila lettura della parola di Dio, l’atto pe-nitenziale, l’inno di gloria ed anche par-te della consacrazione. Ma tutto ciò non basta, oltre a distur-bare e coprire con il suo parlare, man-dare in onda interviste e filmati, ci sonostate diverse interruzioni pubblicitarie(credo sei) questa è veramente una

cosa scandalosa, neppure Berlusconia Retequattro, ogni domenica ha il co-raggio di interrompere la celebrazioneper mandare la pubblicità. Non si poteva proprio evitare? Credoveramente di sì, bastava mandare duestacchi più corposi prima e dopo il rito.Tutto ciò mi fa pensare che per Te-leromagna, i suoi cronisti e i suoi diri-genti, trasmettere una Solenne Celebra-zione Eucaristica (leggi Messa) o unapartita di calcio di terza categoria, sia lastessa cosa. Almeno per le partite dicalcio i cronisti sanno abbinare i nomidei calciatori con i numeri sulle maglie.Siamo riusciti a mischiare l’ecceziona-le sacralità dell’Agnello di Dio, con il co-sciotto di agnello intero o a pezzi del-l’Artigiana S...

Premettendo che non sta a questogiornale offrire interpretazioni auten-tiche o giudizi ci viene comunicato dalresponsabile dell'Ufficio diocesanoper la cultura e le comunicazioni so-ciali che in merito a quella trasmis-sione non è stato interpellato né coin-volto in modo da esprimere le indica-zioni pastorali che anche recente-

mente la Chiesa italiana haemanato. Il documento "Comunica-zione e missione" ai nn. 64e 65 afferma: "Molti mo-menti della vita liturgica edell’esperienza religiosasono oggi oggetto di tra-smissioni televisive e ra-diofoniche e vengono diffu-si anche attraverso le retiinformatiche con grandeutilità per l’esperienza reli-giosa di tante persone. Oc-corre operare per il conti-nuo perfezionamento con-tenutistico e tecnico di que-ste trasmissioni". "La comu-

nità ecclesiale, da cui la santa Mes-sa viene trasmessa, consapevoledella peculiare situazione dovuta allapresenza di strumenti mediatici, si im-pegnerà a rendere la celebrazioneesemplare, anche attraverso un’ac-curata preparazione dei fedeli e par-ticolari accorgimenti da concordarecon gli operatori della comunicazio-ne, evitando alterazioni alla naturadell’atto celebrativo". La situazione descritta nelle lettereci dice che ancora molto si deve lavo-rare in questo campo, ove si dimostrache le possibilità tecniche non sonosempre unite alle esigenze pastorali.

A cento anni dalla nascita e a tre-dici dalla morte (19 maggio1991), mons. Giacomo Zacca-

ria (foto giovanile ) è ancora ben vivo,non solo nella gloria del cielo che hameritato come “servo buono e fedele”,non solo nel ricordo di chi lo ha cono-sciuto e da lui ha ricevuto benefici sa-cerdotali ma anche da chi non lo ha co-

nosciuto personalmente per i più dispa-rati motivi (per qualcuno, ormai, anchedi carattere anagrafico). Sabato 20, nel teatro Dragoni diMeldola, il nostro direttore, tracciandoun breve profilo biografico di don Gia-como, ne ha sottolineato la completadedizione allo spirito tanto nella suadeclinazione di uomo di fede che diuomo di cultura. E il suo ministero cul-turale sopravvive e produce ancora vi-gorosi frutti. È per questo che egli è stato oggettodi vasto ricordo nella sua nativa Mel-dola, la quale è sembrata, agli organiz-zatori il luogo più opportuno per unasingolare manifestazione. Il Comune diMeldola (con l’assessore alla cultura,Claudia Casadei), l’Accademia degliImperfetti (con il suo presidente, Toni-no Simoncelli), l’Associazione cultura-le “Gli Amici della Pieve” di Pievequinta(con il suo presidente Mauro Mariani),con il coordinamento dell’avvocatoPiergiuseppe Dolcini (presidente dellaFondazione della Cassa dei Risparmidi Forlì) ha presentato quanto, per lamunificenza della Fondazione e per lapromozione del Mariani, hanno messoin cantiere. Si tratta di un’operazione di

alto valore culturale che si pone all’a-vanguardia della più scaltrita moderni-tà. Tutto quanto è contenuto nello sche-dario di don Giacomo Zaccaria, 21.448schede con oltre 40.000 informazioni,viene informatizzato, cioè versato in uncomputer di modo che la ricerca diognuna di esse, il loro reciproco coordi-namento, gli incroci fecondi possanoessere effettuati con quella strabiliantevelocità e precisione che il mezzo mo-derno consente. È stato approntato unprogramma di database nel quale conla maggiore scientificità possibile (e conla consulenza dei maggiori esperti diarchivistica della Ragione, fra di essi ilprof. Giuseppe Rabotti di Ravenna) que-sti dati vengono inseriti con tutta la com-pletezza possibile, affinché nulla vengadisperso e possa essere utilizzato, inmaniera estremamente facilitata, dai ri-cercatori. Si tratta, infatti, ma i nostri lettori giàlo dovrebbero sapere, di quel cin-quantennale lavoro che don Giacomoha realizzato negli archivi della Ro-magna ed oltre (ad esempio nella Bi-blioteca Apostolica Vaticana, che cu-stodisce l’Archivio del nullius di S.Rufillo di Forlimpopoli) alla ricerca di

Sabato 27 e domenica 28 novem-bre, presso il Centro pastorale“Paolo VI” di Brescia, l’UCIIM

Lombardia, associazione professiona-le cattolica di docenti, dirigenti eformatori della scuola e della formazio-ne professionale, ha celebrato un con-vegno dal titolo “Prof come Professio-nisti, insieme per il successo formativo”.Il convegno si è occupato del fenome-no della dispersione scolastica e di stra-tegie e metodologie in grado di promuo-vere il cambiamento personale e orga-nizzativo, oltre che di favorire la pre-venzione e il recupero degli studentiche lasciano anzitempo la scuola. Il convegno s’inserisce nel progetto“Azioni e formazione per la prevenzio-ne della dispersione scolastica”, finan-ziato dal Fondo sociale europeo e as-sume l’ipotesi della riscoperta e delrilancio dell’associazionismo professio-nale cattolico e non, come luogo di con-fronto, di motivazione e di formazioneper i docenti e i dirigenti scolastici. Ha aperto i lavori Egidio Simeoni, pre-sidente regionale dell’Uciim lombarda,cui sono seguite le relazioni di base.“Professionalità e associazionismo pro-fessionale”, è stata svolta da LucianoCorradini, presidente nazionale del-l’Uciim, seguito da Marina Perego, cheha presentato luci e ombre della primaassociazione professionale cattolica didocenti, dirigenti e formatori della scuo-la italiana. Domenica 28 novembre hanno par-lato Ilaria Marchetti, docente di socio-logia dell’educazione all’Università Cat-tolica, trattando della “Dispersione sco-lastica: dati, cause e tendenze”; PieroCattaneo, dirigente scolastico e docen-te di pedagogia sperimentale all’Univer-sità Cattolica: “La professionalità richie-sta dalla Riforma”.

Sir

L’UCIIM CONTROLA DISPERSIONESCOLASTICA

Nella foto (Frasca): un momento della ce-lebrazione liturgica della conclusionedella Peregrinatio Mariae.

LETTERE AL GIORNALE

Messa in televisione

tutte le notizie scritte a proposito dellenostre zone: meldolese, forlivese,bertinorese e forlimpopolese. Una fati-cosa lettura sulle antiche pergamenee, peggio, sui testi dei notai tardo-medievali, la cui scrittura spesso è qua-si illeggibile (per non ricordare quellacurialesca della Roma del secolo XVI).Il lavoro di don Giacomo si è incentratosoprattutto sui documenti che vannodalle origini, altomedioevo, fino al ‘500(per il periodo successivo diceva chetutti gli asini ne erano capaci). Questo imponente lavoro era custodi-to nelle sue ‘schedine’, la cui lettura nonera meno ardua di quella dei più illeggi-bili notai da lui decifrati, e fra pochi mesi,poiché l’impresa è già alla metà del cam-mino, sarà alla portata di tutti, grazie al-l’opera paziente e puntale di SimonaDall’Ara. Ma ritorneremo ancora su ciòquando il lavoro sarà definitivamentecompiuto ed una certa parte di esso sarà,secondo il progetto, riversato in un som-mario cartaceo. Ecco perché, dopo qua-si tre lustri dalla morte, quel piccolo e mo-desto sacerdote continua ad essere ri-cordato con gratitudine e la sua operacontinua a produrre frutti.

F. Z.

Un prete a servizio della culturaPRESENTATO A MELDOLA IL PROGETTO DI INFORMATIZZAZIONE DELLO SCHEDARIO DI MONS. GIACOMO ZACCARIA

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14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 7

CENT’ANNI FA 67

LIBERO PENSIEROQuesta setta che più propriamente sipotrebbe chiamare della schiavitù delPensiero, fa noto al pubblico che saràtenuto un comizio contro l’insegna-mento religioso nelle scuole. Siamolieti di udire la parola di libertà cheuscirà da tale comizio e che cosa in-tendano per libero pensiero questi si-gnori che formano l’anticamera dellaMassoneria.

Il Prof. Vidotto ha tenuto martedì serauna applaudita conferenza nel palaz-zo delle scuole sulla missione edu-cativa di Edmondo De Amicis. Come succede generalmente neipanegirici, è accaduto anche al Vidottodi esagerare i meriti dell’uomo di cuifaceva l’elogio. Ed è esagerazione in-fatti il semplice confronto di EdmondoDe Amicis con Alessandro Manzoni. Èesagerazione il dire che mentre il Man-zoni ha un solo capolavoro il De Amicisne ha molti. E se il Carducci repubbli-cano criticava di troppa sentimentalitàil De Amicis non ancora socialista nonsi può dire certamente che anche dopocambiate le sorti dei due uomini, ilCarducci non sia rimasto sempre uncritico profondo e il De Amicis un auto-re di ... amene letture. Conveniamo delresto che un senso infinito di squisitabontà si diffonde da queste letture. Ohse vi fosse l’ubi consistam, il punto d’ap-poggio, la base; se il triplice ideale incui il Vidotto ha riassunto il pensiero delDe Amicis (scienza, amore, arte) trovas-se l’efficacia di insinuarsi nelle anime,noi pure benediremmo alla sua operaeducativa.

(le notizie che riportiamo qui sotto sonotolte dal "Diario forlivese" di FilippoGuarini, nella foto, poiché il nostro La-voro d'Oggi si è preso una 'vacanza'che durerà fino all'inizio di febbraio)

6 novembre. Tempo sereno e caligi-noso a vicenda; freddo la mattina; ariamite nel giorno. È il gran giorno del-l’elezione del Deputato; in esso si ma-nifesta tutta la passione politica delpaese; dopo una guerra di bugie e diattacchi contro i candidati, special-mente contro l’Albicini, che dicono an-che massone, e accusano di aver egliaccresciuta la tassa di famiglia men-tre non ci entra per nulla.

7 novembre. Tempo nebbioso, piovig-ginoso dopo l’Ave Maria. Il risultatodella elezione di jeri è il seguente: vo-tanti 3.865 su 5.703 inscritti; Albicini1639, Gaudenzi 1.553, Costa 559,schede nulle, bianche e contestate118. Per il ballottaggio paiono molte

le probabilità a favore dell’Albicini.

13 novembre. È il giorno del ballottag-gio; si veggono nei muri i foglietti, manon in gran numero; vanno i più controi preti e i moderati. Grande apparato diforza, onde la votazione va abbastan-za regolare e nel pomeriggio la città èquasi deserta. Alcuni preti vanno a vo-tare; al Canonico Masotti, Rettore delSeminario, tentano di impedire di dareil voto ma egli si fa accompagnare al-l’urna dai Carabinieri. La votazione siapre alle 10 e si chiude alle 16. La serasi proclama deputato Giuseppe Gau-denzi (repubblicano, n.d.r.), diconoabbia 86 voti di maggioranza. Cono-sciuto l’esito si tenta di fare una dimo-strazione in piazza ma i Carabinieri laimpediscono e mandano tutti a casa;alcuni urli per le strade; al Circolo Maz-zini si fa grande gazzarra al grido di“W la Repubblica”.

17 novembre. Tempo sereno. Stama-ni alle 6 si sente una leggerissimascossa di terremoto ondulatorio, daipiù non avvertita. Questa notte, me-diante foro in un muro di tre teste, èstato commesso un furto alla stazio-ne del Tramwaj, portando via circa lire800. Si sono arrestati due individui,uno dei quali addetto alla stazionestessa. I ladri avrebbero forzati duecassetti, ove si contenevano i fogliettidi banca, l’argento e il rame, lascian-done intatto uno vicino ove si custodi-scono i biglietti pei viaggiatori; ciò pro-verebbe che erano pratici del luogo.

20 novembre. Tempo sereno; granbrina la mattina. A proposito delle ulti-me elezioni si dice che la conciliazio-ne fra repubblicani e socialisti avve-nisse auspice e volente la Massone-ria. Fu provocata dall’interesse eutilitarismo dei capi socialisti, cheprudentemente fecero tacere le ragio-ni del loro partito per raggiungere i loroscopi. Tutto ciò si è compito sottol’egida di un Capitano del R. Esercito,Pietro Gramantieri, del 61° fanteria eajutante di campo del generaleGiacchetti. Il Gramantieri, notissimomassone, avrebbe fatto il diavolo aquattro per la sconfitta del candidatodella monarchia che lo paga.

8 dicembre. È la solennità della Con-cezione. Tempo sereno la mattina, convento sciroccale e aria caldissima; alle8 il termometro esterno segna + 18Reamur. Sulle 9 si rannuvola e pioveun poco, con arcobaleno, alle 9 1\2gran pioggia con tuoni e lampi e il ter-mometro a + 9. Alle 10 1\4 quasi se-reno. A mezzodì il termometro a + 11,con vento forte; nel resto del giorno ilcielo è sereno e nuvoloso a vicenda.Nella Cattedrale si solennizza il 50°anniversario della proclamazione delDogma. Alle 10 S.E. Rev.ma Mons.Vescovo, che arriva alle 8,45 da Ri-mini, ov’era a dare le S. Missioni, tie-ne Pontificale con omelia e Benedi-zione Papale. La musica della matti-na e della sera è diretta dal P. VigilioGuidi da Bibbiena, minorita del Con-vento dell’Alvernia, ma ora allievo delLiceo Musicale di Pesaro. Tutte le fun-zioni si fanno all’altare di Maria SS.del Fuoco, ornato con gran numero diceri e lumiere e decorato coll’altarone,come si usa per la sua festa.

Sessant’anni dalla libe-razione di Forlì, 9 no-vembre 1944; un’altra

di quelle cifre tonde che sol-lecitano alla commemorazio-ne, al ricordo, alla rivisita-zione. Sono occasioni da nonperdere purché non sfocinonella trita banalità dello stan-camente ripetuto. Inestricabil-mente il tema della liberazio-ne, si collega con la fine delfascismo, la resistenza e il dif-ficile dopoguerra. Si sa ancheche, a livello della sensibilitàcomune, non tutto di quelloche viene ufficialmente affer-mato è condiviso; grandi ri-serve sono sempre state ma-nifestate di fronte ad una cer-ta verità ‘vulgata’. Ormai daqualche anno, sul piano na-zionale, è in atto una ri-considerazione di quel de-cennio che non è necessaria-mente debitrice di quanto èstato elaborato e tramanda-to in certi tempi e in certi am-biti, anzi, con spirito maggiormente li-bero, vengono proposte ricostruzioni di-verse di episodi e scenari che sembra-vano dogmaticamente fissati. Qualcu-no ha bollato, con intenti offensivi edequalificanti, tali tentativi, come ‘ri-visionisti’ non tenendo conto che, indi-pendentemente dagli interessi partico-lari, rivedere e riconsiderare è compitoprimario della scienza storica. A livello forlivese, per le ben note si-tuazioni ambientali, non vi è molto spa-zio per tali rivisitazioni anche se abbia-mo letto con interesse l’ampio saggiointroduttivo che Dino Mengozzi ha pre-messo al volume, da lui stesso curato:Diario degli avvenimenti in Forlì eRomagna dal 1939 al 1945, di AntonioMambelli. Il Mengozzi sottopone adacuta critica il ‘mito’ della Resistenzacosì come è stato elaborato e pratica-mente imposto dal movimento comu-nista. Ciò significa che il ‘mito’, con tut-te le sue parzialità, le sue finalità con-fessate o meno, deve essere ‘smi-tizzato’ e come tale ricollocato nella sto-ria, indipendentemente dagli interessidi parte. Vivendo le giornate delle celebrazio-ni e leggendo quel saggio mi è capita-to di riprendere in mano un libro tantoprezioso quanto misconosciuto e perquel poco che è stato considerato,bistrattato al di là del consentito. Si tratta del testo di P. Ricci, Clero epopolo nella resistenza (nelle vallate delSavio e del Bidente 1943-1945), usci-to nell’ormai lontano 1995. Può essereche il testo abbia una sua fragilità nel-l’impianto teorico, certe ingenuità espo-sitive, una certa sommarietà di giudizima possiede un’utilità difficilmente sot-tovalutabile. È notevole la vastità dellefonti cui esso attinge, fra le quali pri-meggiano le testimonianze orali e dia-ristiche dei parroci. Da questa messedi fonti passano in primo piano sogget-ti che potremmo considerare ‘nuovi’ nellavoro storiografico. Persone cui lacomplessità della vita impone la rego-la prima della sopravvivenza e le cuitestimonianze accostano solo lateral-mente gli interessi politici in gioco (es-sendone più spesso vittime che be-neficiari): si tratta delle testimonianzedel ‘popolo’, della ‘gente’, di coloro chesono sprezzantemente chiamati ‘zona

grigia’ perché non hanno impugnato learmi. Aver accostato le pagine del dia-rio dei parroci (spesso anche solo an-notazione in margine alle ‘vacchette’per le Messe) gli offre la possibilità ditastare il polso di chi, a livello locale,condivide la confusione di una situa-zione incomprensibile nel via vai delleforze militari ed extra militari che svol-gono azioni sull’alta collina e sulla mon-tagna. L’aver circoscritto la ricerca allevalli del Bidente e del Savio richiede-va, forse, un surplus di sapienza inter-pretativa, poiché stavano venendo agalla situazioni che già C. Pavone ave-va definito di ‘guerra civile’. Dalla com-parazione fra i risultati della rifles-sione di Mengozzi sul diario di Mambellie di certe considerazioni del Ricci sulsuo materiale emergono sintonie chenon possono non essere seriamenteconsiderate dalla storiografia. Come lasuccessiva interpretazione politica di‘parte’ delle proteste delle donne per ilcaro verdura. Afferma il Ricci: “Le ri-vendicazioni, le agitazioni, gli scioperiche gli operai (e in parte i contadini)portarono avanti fino all’estate del ’44,non furono sempre dettati, come tantiancora oggi sostengono, da chiari mo-tivi ideali e sociali, come allora la pro-paganda clandestina, soprattutto co-munista) andava predicando, ma dasollecitazioni ed obiettivi meno ambi-ziosi ma più veri, quali l’aumento delsalario, la garanzia di un lavoro, le mi-gliori condizioni di vita”. Vi è anche unaforte riproposizione del ruolo della Chie-sa e dei suoi ministri che spesso è sta-ta considerata solo come funzionalealle ideologie degli storici o dei com-memoratori. Ancora una volta la logicadella carità è in grado di superare lestrumentazioni politiche e a porre gli uo-mini che la praticano dalla parte giusta‘senza ma e senza se’. Afferma il Ric-ci: “Abbiamo visto che la Chiesa e il cle-ro ha lottato contro la violenza e il so-pruso del regime fascista ed ha con-trastato con la forza delle idee e dellatestimonianza l’avanzata dell’estre-mismo di sinistra. Il clero, in una paro-la, è sempre, nella maggioranza deicasi, dalla parte dei deboli, degliindifesi, del popolo, senza distinzioni dicredo, di classe e di razza”.

Franco Zaghini

CERCARE DI CAPIRE SESSANT'ANNI DOPO

Per la verità

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8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 14 DICEMBRE 2004 - ANNO VII - N. 23

quindicinale registrato al Tribunale di Forlìil 12 gennaio 1998 al n. 36/97

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Mercoledì 24 novembre si è svolta la li-turgia funebre in suffragio di padre DaniloCrispino Lanzi, sacerdote cappuccino inservizio presso la chiesa parrocchiale diS. Maria del Fiore di Forlì. Riportiamo alcune delle parole pronun-ciate dal parroco, padre Vittorio Ot-taviani.

Carissimi confratelli, parenti e amici difrate Crispino, lunedì 22 novembre alleore 5,15, all’Ospedale Pierantoni di Forlì,frate Crispino Lanzi ha terminato la suaavventura terrena per ricongiungersi aDio, all’età di 80 anni. Frate Crispino era nato a Nasseto, inuna verde località dell’Appennino tosco-emiliano, comune di Verghereto. In se-guito ha vissuto un breve tratto della suafanciullezza in una piccola borgata, vici-no ad Alfero, chiamata “Trappola”.

Alcune tappe della sua vita: ha fatto la sua vestizione religiosa nel 1940, laprofessione semplice nel 1941 e quella solenne e definitiva nel 1945; ha compiu-to gli studi di filosofia nei conventi di Lugo, Ravenna e Cesena, per poi passareagli studi teologici nei conventi di Rimini e Bologna; a Bologna ha fatto il corsodella Sacra Eloquenza; ha svolto diverse mansioni nei conventi in cui è stato,come guardiano o vicario della fraternità; è stato zelante assistente dell’OrdineFrancescano Secolare, di cui fu anche Consigliere e poi Segretario provinciale.Ciò che ha caratterizzato maggiormente la sua vita è stata la predicazione. All’interno della vita della fraternità si è sempre distinto per la puntualità agli attidella vita comune e la fedeltà alle tradizioni dell’Ordine. Ciò che maggiormente ha caratterizzato la sua personalità o meglio la sua spi-ritualità e che tutti avvertivano immediatamente era la dolcezza nella conversa-zione e nel rapporto con le persone, oltre ad un atteggiamento quasi disarmante. L’attività apostolica era una passione che lo divorava; poteva dire con san Pao-lo: “guai a me se non evangelizzo”.

LA MORTE DI P. CRISPINO

“Di generazione in generazione. Unastoria con le donne per la famiglia e perla società” è il titolo del convegno che ilCentro Italiano Femminile (CIF) ha pro-mosso a Roma (“Domus Mariae”) dal3 al 5 dicembre per celebrare il 60° an-niversario di fondazione. La storia di quest’associazione risa-le agli anni quaranta, quando duranteuna storica riunione tra i rami femminilidell’associazionismo cattolico, nell’ot-tobre del 1944 a Roma, presso la Casadegli Assistenti dell’Azione Cattolica invia Aurelia, prende vita il Centro italia-no femminile. Pio XII affidava esplicitamente al Cifil compito di favorire la presenza e lapartecipazione delle donne nella socie-tà a tutti i livelli: dall’assistenza ai bam-bini, alla formazione delle donne chevivevano in zone rurali, fino all’educa-zione politica per promuovere la parte-cipazione alle prime elezioni aperte alledonne (1946). Da allora la storia dell’Associazioneha visto ben 26 congressi nazionali, nu-merosi convegni e seminari di studio,24 celebrazioni della Giornata interna-zionale della donna. La pace, la fami-glia, la democrazia, il lavoro, l’Europa,la bioetica, la globalizzazione, la comu-nicazione: sono stati questi i temi chehanno orientato il sessantennale cam-mino del Cif, che ha visto l’associazio-ne protagonista nella storia di emanci-pazione delle donne in Italia. Oggi il Cif continua ad essere ca-pillarmente diffuso su tutto il territorionazionale, offrendo alle comunità locali

Cif: i 60 annidi fondazione

IL LUNGO CAMMINO DI UNA BENEMERITA ISTITUZIONE

numerosi servizi (consultori, scuole,assistenza agli anziani e ai disabili,centri di formazione professionale, cen-tri di ascolto) insieme ad attività cheesprimono un impegno culturale, poli-tico e civile orientato alla costruzionedi rapporti di promozione umana, di giu-stizia e di pace. Il convegno si aprirànella sede dell’Enciclopedia Italiananella piazza omonima alle ore 15 del 3dicembre, per proseguire poi presso la“Domus Mariae”. Interverranno tra glialtri Alba Dini Martino (Università Gre-goriana), Francesco D’Agostino (Uni-versità Tor Vergata), monsignor E-doardo Menichelli (Commissione fami-glia della Cei), Olimpia Tarzia (Movi-mento per la vita). Il sessantesimo difondazione verrà celebrato nel pome-riggio di sabato 3 dicembre con l’inter-vento di mons. Paolo Tarchi (direttoreUfficio Cei per i problemi sociali e il la-voro), Anna Maria Mauro Pastorino suisessant’anni della storia dell’associa-zione, e alcune aderenti “storiche” (Ma-ria Eletta Martini, Maria Chiaia, MariaPecoraro). A conclusione della serata verrà as-segnato il “premio Claudia Zanon Gil-mozzi”. Domenica 5 dicembre si svol-gerà una tavola rotonda sulla procrea-zione medicalmente assistita dal titolo“Tecnica e procreazione: desideri, di-ritti e nuove responsabilità”. I lavori saranno coordinati e introdot-ti da Luisella Battaglia (Università di Ge-nova), Gabriella Gambino (Comitatonazionale di bioetica), Lucio Romano(Università Federico II di Napoli).

ASSOCIAZIONE ITALIANA"AMICI DEL PRESEPIO"

Sezione Roberto Vallicelli FORLÌpresso Donori Andrea, via Innocenzo daImola 42, Forlì; Telefono e fax 0543402772 cellulare 349 6340362; e-mail:[email protected].

15A RASSEGNA“PRESEPI NELLA ROCCA”

dal 23 dicembre 2004al 9 Gennaio 2005

nella Rocca di Ravaldino a ForlìORARI

feriali 15-19 e festivi 10-12 e 14.30-19Presepi artistici, meccanici, diorami,provenienti da tutta Italia, Natività inceramica di Faenza. Oltre 60 opereesposte nel quattrocentesco castelloabitato da Caterina Sforza. Gli amici del Presepio di Forlì, in co-munione con tutta la Chiesa Cattolica,vogliono ricordare a coloro che visite-ranno la Rocca, che il Papa ha procla-mato un anno dell’Eucarestia, dall’ot-tobre 2004, all’ottobre 2005. Un anno in cui evidenziare e celebra-re in modo particolare il mistero delSantissimo Corpo e Sangue di Cristo.Per questo motivo hanno realizzato unPresepio che richiama alcuni simboliEucaristici. I visitatori della 15a rassegna Prese-pi nella Rocca, troveranno nell’atrio diingresso un Presepio meccanico, inse-rito in una ambientazione rustica agrandezza naturale, tra due momentidi vita rurale romagnola. Lo sfornare il pane dal forno contadi-no da parte delle donne e lo spillaredel vino dalle botti nella cantina da partedell’anziano della famiglia. Pane e vino, simboli Eucaristici ac-costati al Presepio, perché con l’incar-nazione di Gesù nel grembo di Maria,e la sua nascita nel Presepio, si ha l’ini-zio della nostra salvezza e il Cristo cheora veneriamo bambino, nell’ultimacena, ci lascerà quale Memoriale eter-

no della sua presenza, quel pane e quelvino che consacrati dal suo Spirito sa-ranno il suo Corpo e il suo Sangue pernoi, l’alimento per condurci alla vitaeterna. Per celebrare i 15 anni della Rasse-gna, nelle serate del 29 dicembre, 2 e5 gennaio apertura serale continuatafino alle ore 22.30 con ciambella e vinbrulé per tutti i visitatori. Gruppi e scolaresche anche fuori ora-rio con prenotazione al telefono 3496340362 Andrea Donori. Inaugurazione il 23 dicembre 2004alle ore 20.30 con la celebrazione del-la S. Messa nella Rocca, celebrata dalVicario Generale della diocesi di Forlì-Bertinoro, mons. Dino Zattini, seguitadall’intervento degli zampognari e dal-la offerta di dolci e vin brulé, (vino cottoe aromatizzato) a tutti gli intervenuti.

PRESEPIO IN PIAZZA SAFFIdal 18 dicembre 2004

al 9 gennaio 2005presso la sala XC Pacifici

nel palazzo comunale di ForlìORARI: 10-12 e 15-19

sarà allestita una natività ambientatanel deserto con il titolo di “… fiorisce ildeserto”, la nascita di Cristo fa fioriredi gioia e di pace anche il luogo più ari-do. Interamente realizzata dagli Amicidel Presepio di Forlì, in scagliola e car-tapesta. Tutte le statue, compresi gli animaliin grandezza naturale. Inaugurazione sabato 18 dicembre2004 alle ore 11 alla presenza delle au-torità civili e religiose, con esecuzionedi musiche natalizie.

PRESEPIO MECCANICOALLA CASA DI RIPOSO DI FORLÌ

dall'8 dicembre 2004a metà gennaio 2005

presso la casa di riposo in via Anderlinigrandioso Presepio animato in stileorientale. Apertura durante gli orari diapertura della residenza.

NOVITÀ 2004PRESEPIO TRADIZIONALE

ALL’ OSPEDALEdall'8 dicembre 2004al 10 gennaio 2005

presso la piazza centrale del nuovo Pa-diglione Morgagni a Vecchiazzano pertutti gli ammalati e i visitatori.

INIZIATIVE PRESENTATEDALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA

"AMICI DEL PRESEPIO"SEZIONE DI FORLÌ