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Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 1 - Numero 27 - 26 Settembre 2012
www.lecitta.italle pagg 16 e 17
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Pd, un maredi inquisitisenza dimissioni
di Enrico Oliari
Rischia di infrangersi sul
muro dell’incoerenza il
fiume di inchiostro rosso e di
polemiche che è esondato dall’al-
veo del centrosinistra e che ha
investito come una piena la pre-
sidente uscente del Lazio Renata
Polverini (per altro non indaga-
ta): pur tenendo sempre valida e
sacrosanta la teoria dell’innocen-
za fino a condanna definitiva,
suonano come fragili le prediche
dei molti savonarola che in que-
sti giorni si sono arrampicati sul
pulpito dello scenario mediatico
per urlare la predica, questa volta
tutta politica e per nulla giudizia-
ria, del “non poteva non sapere”.
segue a pag 2
Idee e fatti nuoviper ritornarealla politica
di Daniele Priori
Mantenere l’asse con l’Udc.
Diventare con Città Nuove
parte in causa di un nuovo polo
per l’Italia, oltre il fallimentare
bipolarismo Pd-Pdl, rivelatosi
persino tragico e farsesco. Con i
necessari incontri e la dovuta
calma, mancata indubbiamente
in questi giorni, potrebbe essere
certamente questo uno dei pros-
simi passi in politica di Renata
Polverini. Essere parte in causa
di quella che sarà l’asse centrale e
il salvacondotto nazionale per far
nascere, dopo le elezioni politi-
che, un Governo Monti bis o
qualcosa di simile: quello cioè
che continua a gradire l’Europa.
segue a pag 3
LA PoLveRInI SI DIMeTTe e vA ALL’ATTACCo: gIUnTA PULITA, ConSIgLIo InDegnoTiene l’asse con l’Udc. Berlusconi: “Da lei una grande scelta di responsabilità”
Ghost Hunters: viaggio
tra gli acchiappafantasmi
di Roma che hanno
bonificato persino
il Campidoglio
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SportTeLeCittà
Abel Balbo a Le Città“Sogno di allenare la RomaMa ora Zeman può vincere”
alle pagg 2, 3, 4 e 5
Paolo Di Mizio: “Il mio addioal Tg5 della notte. Una redazioneda favola sospesa tra ieri e domani”
alle pagg 22 e 23 a pag 25
LE CITTA’2 Home Page n. 27 - 26 Settembre 2012
Inquisito è Nichi Vendola, gover-natore della Regione Puglia, per
concorso in abuso d’ufficio conti-nuato per la nomina di un primarioe poi ancora di peculato e di falso inatto pubblico. L’udienza preliminare è fissata perl’ormai prossimo 27 settembre eVendola ha dichiarato a caldo di“tirare” un sospiro di sollievoessendomi così data possibilità dispiegare dinanzi al giudice la cor-rettezza dei miei comportamenti”.Un articolo de Il Giornale avevamesso in dubbio la trasparenzadella concessione di un milione dieuro della Regione Emilia Ro-magna ad una cooperativa agricola,in passato presieduta dal fratellodel governatore: le giustificazioniaddotte da Vasco Errani non hannoconvinto gli inquirenti, che hannofatto avere al governatore emilia-no-romagnolo un avvisto di chiusu-ra indagini per falso ideologico inconcorso con due funzionari regio-nali. In Basilicata il governatore èVito De Filippo, è indagato (con ilpresidente del consiglio regionale,Vincenzo Folino) per aver pilotato,stando all’accusa, una gara d’appal-to da 25 milioni sui servizi di puli-zie, facchinaggio e pasti all’ospeda-le San Carlo di Potenza. Se pure inprimo grado, in agosto è stato con-dannato dalla Corte dei conti “IlRottamatore” Matteo Renzi per undanno erariale che risalirebbe aquando era presidente della Pro-
vincia di Firenze, dovuto all’inqua-dramento contrattuale di alcuniassunti a tempo determinato.Era Pierluigi Bersani, segretario delPartito Democratico, ad invitarequalche giorno fa Renata Polverinia rassegnare le dimissioni e giusta-mente lei, dal seggio del Consiglioregionale, si chiedeva: “Il segreta-rio del Pd Bersani un giorno midovrà spiegare perché io mi dovreidimettere perché un consigliereregionale ha sbagliato e invece luinon lo ha fatto dopo i casi Lusi ePenati”. Tuttavia, a ben guardare, ilprimo esponente del Pd si sarebbedovuto dimettere moltissime altrevolte, una per ogni indagato del suopartito da quando ne è segretario:un interessante articolo di FrancoBechis, pubblicato su Libero oltreun anno fa (27 luglio 2011), indica-va in qualche centinaio il numerodegli amministratori locali e degliesponenti del Pd arrestati o inquisi-ti sotto l’era Bersani. Citarli tutti sarebbe inutile e noio-so, anche perché i reati sono sem-pre gli stessi: si va dal peculato, allaturbativa d’asta, al falso in attopubblico, alla concussione. Soloqualche nome, giusto per rinfresca-re la memoria non tanto ai nostrilettori, ormai nauseati dai mali cheaffliggono la Casta, qualsivoglia siail colore, ma a coloro che oggi siaccaniscono con il dito puntatoverso la Presidente della RegioneLazio. Noto è il caso di Filippo
Penati, l’ex vicepresidente delConsiglio regionale lombardo inda-gato per concussione e corruzione,come pure del senatore Luigi Lusi,indagato per aver sottratto i soldidei rimborsi elettorali (appropria-zione indebita) per una cifra a 7zeri, o del senatore, già assessorealla Sanità della Regione Puglia,Alberto Tedesco, indagato dallaprocura antimafia di Bari, conl’ipotesi di reato di associazione perdelinquere e corruzione. Poi ancoraGaspare Vitrano, deputato alParlamento siciliano rimasto impi-gliato in una storia di mazzette conconseguente arresto e divieto didimora in Sicilia (poi revocato),Elio Galvagno e Vladimiro Cri-safulli, consiglieri regionali indaga-ti per falso in bilancio, OrfeoGoracci, vicepresidente della regio-ne Umbria (poi sospeso), arrestatoed accusato di associazione a delin-quere finalizzata all’abuso di ufficioed altri reati. La Basilicata in parti-colare è stata oggetto di diverseinchieste giudiziarie che hannovisti coinvolti esponenti del Pd peruna serie di reati: oltre al già citatogovernatore è Vito De Filippo, valla pena di ricordare il presidentedel Consiglio regionale VincenzoFolino, il deputato Antonio Luongo(corruzione), l’ex assessore regio-nale Erminio Restaino (abuso d’uf-ficio), il sindaco di Potenza VitoSantarsiero, il consigliere regionalePasquale Robortella, il presidente
della provincia di Matera FrancoStella. Fino a qui giusto per direalcuni di quelli ancora in carica, masi potrebbe continuare a lungocitando amministratori locali esoprattutto la folta schiera degli ex,nomi e fatti reperibili con facilitàsulla rete o negli archivi dei giorna-li. Dulcis in fundo, come non ricor-dare la recente indagine della pro-cura di Roma nella quale è coinvol-to Massimo D’Alema, deputato delPartito Democratico, vicepresidentedell’Internazionale Socialista e presi-dente del Comitato parlamentare perla sicurezza della Repubblica? Adinteressarlo è uno dei capitoli di inda-gine relativi agli appalti Enac per viadi alcuni voli da lui usufruiti su velivo-li della low cost Rotkopf Aviation,società coinvolta nell’inchiesta, laquale avrebbe pagato una tangente da40mila euro per ottenere il certificatodi operatore aereo necessario per par-tecipare all’appalto dei voli di lineaper l’isola d’Elba. Vale anche qui laregola dell’innocenza fino a provacontraria… ma perché, caro Bersani,Renata Polverini si dovrebbe dimette-re e lei no?
Enrico Oliari
Pd, centinaia di indagati nell’era BersaniAnche D’Alema e Renzi. Nessuno si dimette(segue dalla prima)
In tal modo, sarà più facile pren-dere le distanze dalla diarchia
Pd-Pdl che, in Consiglio regionale,col succedersi delle giunte, hagarantito il perpetrarsi di scempi,sprechi e sfregi del danaro pubbli-co. Dar vita insomma a qualcosa didiverso con chi ci starà.Il Governo Monti, del resto, decisa-mente di più della fase calante,all’ultimo biennio del Governo Ber-lusconi, ha rappresentate anche perRenata Polverini un faro di serietàe dialogo. Che, a differenza dellestagioni precedenti, non è maimancato, neppure nei giorni diffici-li e ancora in corso della “spendingreview”. Da Mario Monti, infatti, lapresidente Polverini è andatadomenica sera ad annunciare l’irre-vocabile decisione di dimettersi. AlGoverno del professore la RegioneLazio (la giunta Polverini, noncerto il Consiglio) è rimasta stretta-mente legata anche in termini dirating, avendo ottenuto la stessavalutazione da parte dell’agenziaFitch non più tardi di una settima-na fa, precisamente il giorno delConsiglio regionale dell’aut aut diRenata. Quando l’ormai ex presi-dente aveva in realtà già decisotutto.La cura Polverini per il Lazio comela cura Monti per l’Italia. Col deficitsanitario dimezzato, con i tagli nettiin parte passati, in parte no a causaanche di queste iperreclamate macomunque non dovute dimissionida parte della presidente Polveriniche, è bene ricordarlo sempre, era eresta non indagata, a differenza ditanti altri governatori di centrosini-stra e centrodestra più che maiimpelagati tra avvocati e procure,come ha ricordato l’altro ex presi-dente della Regione Lazio, Storacenel suo blog e come ricordiamoanche noi nel documentato pezzodi Enrico Oliari che volutamentepubblichiamo in prima pagina.Nonostante ciò nessuno, Renataper prima vuole dimenticare loscandalo emerso dai meandri dellaindegna casta uscita su giornali e tvdal Consiglio regionale del Lazio:rivelatosi come il regno dello spre-co, animato da personaggi da ope-retta, finti gladiatori, vacanze,ostriche, champagne, feste e festinicon ragazze travestite da scrofe.Quel lifestyle sempre inadatto cheindigna il popolo ancora di più intempi di crisi come quelli che stia-
mo vivendo e che ha destato scan-dalo persino in Silvio Berlusconiche, sia pure nel paradosso, intervi-stato dal nuovissimo L’Huffington
Post di Lucia Annunziata, ha sinte-tizzato meglio di chiunque altro ilsenso di schifo ma, forse di più, diridicolo che è emerso da questasituazione. Come dire, tristemente,la migliore risposta che si potessedare ai tanti Renzi d’Italia. Hadetto, infatti, Berlusconi che nonbasta essere giovani ma bisognaessere prima di tutto capaci.Batman Fiorito infatti ha solo 41anni (stupefacente scoprirlo, anchesecondo l’occhio estetico del Cav).Quello che è mancato all’analisi diSilvio Berlusconi, tuttavia, è il para-gone finale con Milano e laLombardia dove Formigoni, inda-gato, resta appiccicato alla sedia.Dove persino la giovanissima con-sigliera regionale Nicole Minetti,imputata nel processo Ruby perinduzione alla prostituzione, si èben guardata dal dimettersi, anzi,proprio in questi giorni, in pienoscandalo Lazio, ha sfilato leggia-dramente in costume sulle passe-relle milanesi chiedendo sfrontata-mente ai giornalisti, a fine sfilata:“Un politico non può mettersi incostume da bagno?” Esattamente come il consigliere DeRomanis, vice di Fiorito, scrivevasu Facebook appena pochi giorni farestando nel merito della sua festaridicola, per carità, pagata da lui,ma mille volte evitabile: “In barbaai perbenisti”. No, caro DeRomanis, il punto è proprio questo:che i tanti tipi di malcostume, tra iquali non si può non ascrivere ilcattivo gusto, non vanno in barba aiperbenisti ma a tutti i cittadini. E
purtroppo sono andati in barbapersino all’incolpevole presidentedella giunta che lei ha sostenuto,assieme ai suoi colleghi di partito inConsiglio regionale, certamentecon minore passione di quantohanno fatto tanti militanti e giovaniromani e laziali che lunedì sera, invia del Corso e al residence Ripetta,hanno speso anche qualche lacrimadi commozione e rabbia. Per l’occa-sione persa e per l’impossibilità didare le risposte che mancano a unaRegione ancora martoriata, sebbe-ne nel mezzo di una faticosa ripresaimpressa nei numeri e nei sacrificidi un piano di rientro sanitariolacrime e sangue, nella difficilescelta dei siti per lo smaltimentodei rifiuti, nelle politiche per l’occu-pazione giovanile, apprezzateanche da Napolitano, nell’attenzio-ne ai diritti delle donne e dell’infan-zia, nella realizzazione di un dirittoalla casa autentico per tutti, nelraggiungimento di una pari dignitàper tutti i cittadini del Lazio chelentamente si stava ottenendo e oramancherà ancora, dovrà passareper un difficoltoso ingorgo elettora-le, dovrà trovare una soluzionedopo la giunta Polverini che, perquel che riguarda il nostro settima-nale, continuerà a chiamarsi Re-nata Polverini. Per aprire insiemealla presidente una stagione nuovache, sfuggendo ai sempre dannosiqualunquismi, butti via l’acquasporca ma continui a tentare di sal-vare i tanti figli senza età di unaregione chiamata Lazio. Al centrodi uno scandalo da basso imperoche andava evitato e ora andrà can-cellato con parole e soprattutto fattinuovi.
Daniele Priori
LE CITTA’ 3Home Pagen. 27 - 26 Settembre 2012
L’editoriale. Le strategie della Presidente uscente dopo le dimissioni
I prossimi passi che aspettano la PolveriniUn nuovo polo per proseguire il lavoro del Governo Monti
Settimanale gratuitodi Roma e del Lazio
Direttore Responsabile:Daniele Priori
Redazione:Via Don Ugo Bassi, 8c
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Editore:Ass. Le Città
Stampa:Litosud s.r.l.
Via Carlo Pesenti 130 - Roma
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Registrazione alTribunale di Roma
n. 52/2012 del 15-3-2012
La conferenza stampa
Polverini: “Consiglio
indegno, vi mando a casa”
È ormai sera quando RenatoPolverini spunta nella sala delleResidence Ripetta per comunicarele sue dimissioni “irrevocabili”. Èun fiume in piena l'ex presidentedella Regione Lazio, che tra unmuso duro e l'altro, un sorriso el'altro, ma sempre a testa alta, siscaglia contro i suoi detrattori, con-tro un Consiglio regionale definito“indegno”, che “ho mandato a casaio”, tuona veemente Renata.“Comunico solo stasera - ha spiega-to la Polverini lunedì sera - ciò cheavevo comunicato ieri (domenica,ndr) alle 18 a Napolitano e alle19.30 a palazzo Chigi a Monti e cheho atteso per comunicarlo a voiprima di incontrare i leader dellacoalizione che mi sostiene. La deci-sione è irrevocabile”. Renata poicontinua la linea dura: “Arriviamoqui puliti. La giunta ha operatobene e ha portato risultati impor-tanti. La giunta interrompe la suaazione a causa di un Consiglioregionale che non considero piu'degno. Questi signori li mando acasa io senza aspettare ulteriorisceneggiate, con questi malfattoriio non ho nulla a che fare. Sono loroad aver bloccato la mia azione rifor-matrice, ed ora ci saranno graviripercussioni sul paese: abbiamofatto 5 miliardi di tagli perche' lovolevamo e perche' abbiamo avutocome effetto il dimezzamento deldisavanzo sanitario portandolo a700 milioni”.
(segue dalla prima)
Renata Polverini lascia e si scate-na un putiferio di reazioni. Nella
notte tra i primi a tirare le somme èl’ex premier Silvio Berlusconi, chein una intervista a L'HuffingtonPost, ha così commentato le sceltedella presidente della Regione:“Apprezziamo la scelta di RenataPolverini, che pur non avendo com-piuto nulla di immorale né di ille-gittimo, ha ritenuto, di fronte allegravi emergenze venute alla lucenell'utilizzo dei fondi pubblici, diconsentire con le sue dimissioni uncambiamento dell'amministrazio-ne”. E sull'ipotesi di rinnovamentoPdl sibila: “Rinnovamento? QuelFiorito non è una faccia vecchia, ha41 anni anche se gliene davo 60.Certo che bisogna immettere per-sonalità nuove, ma non semprebasta essere giovani. Bisogna esse-re giovani e capaci, giovani e pro-fessionali. Casini - “È uno dei pochipresidenti che non ha un avviso digaranzia e come tale non aveva nes-sun obbligo di dimettersi, ma ne hafatto un obbligo di dignità e diresponsabilità - ha detto il leaderdell'Udc al Messaggero -. Il suogesto continua “restituisce l'onorepolitico a tanta gente che fa politica
seriamente”. Alfano - “Polverini hacompiuto una scelta di grandedignità e responsabilità, nonostan-te lei non abbia compiuto alcunatto né immorale né illegale e anziabbia impresso un'accelerazione alpercorso di riforma della Regione”,confida il segretario nazionale Pdl.Ha sfiduciato un Consiglio regiona-le che mai avrebbe potuto assicu-rarle la prosecuzione nel camminointrapreso e che, in alcune sue mor-tificanti individualità, aveva tinteg-giato la politica del peggiore colorepossibile”. Alemanno - “Un Pre-sidente di Regione, eletto dal popo-
lo, senza neppure un avviso digaranzia, viene costretto a dimet-tersi dalle faide interne di partiti eda un`opposizione che ha dimo-strato ipocrisia nello strumentaliz-zare una vicenda su cui Polverininon ha responsabilità. Chi pensa diutilizzare queste dimissioni peraccaparrare qualche poltrona ri-marrà molto deluso. Alla Polveriniva tutta la mia solidarietà umana epolitica”. Bersani - “Credo che laPolverini stessa abbia fatto ungesto che va sottolineato. Noisiamo stati decisivi”.
LE CITTA’4 Home Page n. 27 - 26 Settembre 2012
Le reazioni. Solidarietà da Alfano, Casini e Alemanno. Bersani: “Pd decisivo”
Il gesto di Renata apprezzato dai big della politicaBerlusconi: una grande scelta di responsabilità
Storace: “Presidenti inquisiti
ancora in poltrona...”
Ciocchetti: “Abbiamo
azzerato i fondi al Consiglio”
A difendere la Polverini anche ifedelissi Storace e Ciocchetti. Cosìil segretario nazionale de LaDestra: ''Questa donna onesta sidimette mentre restano presidentidi regione inquisiti. In Lombardial'opposizione non si dimette per-chè ha Penati tra le sue fila eBersani tace; in Puglia non hannonulla da dire a Vendola e a Erraniin Emilia. Il Parlamento, a seguitodel caso Lusi, ha partorito dopomesi un taglietto, la metà dell'ulti-ma rata, al rimborso ai partiti.Renata ha tagliato in 5 giorni lesomme per i gruppi consiliari e hadovuto andarsene lo stesso mentreCamera e Senato stanno ancoralà”. Quindi il vicepresidente, chesarà presidente della Regione adinterim fino al voto: “La giunta nonha responsabilità, nè alcun potereper intervenire - dice a Sky Tg24 -.Abbiamo fatto tardi ma abbiamoazzerato i fondi al consiglio. (…)Abbiamo fatto un lavoro straordi-nario di pulizia in giunta regionale,ridotto il debito, rotto i meccani-smi di tutela di interessi pesanti,probabilmente abbiamo dato fasti-dio per questo”.
LE CITTA’ 5n. 27 - 26 Settembre 2012
La Pisana. Polverini: “Uno sforzo immane fatto: 20 milioni tagliati quest’anno”
Ultimo Consiglio regionale, stop alle Commissioni:Renata taglia le speciali e dimezza le ordinarie
Venerdì si è tenuto l'ultimo Con-siglio regionale nel palazzo in
Via della Pisana prima delle dimis-sioni della Polverini. Nella mattina-ta si è registrato il primo passo. IlPdl ha fatto registrare in primisl’avvicendamento del proprio capo-gruppo. Ecco quindi che Battistoniesce di scena per lasciare spazio aChiara Colosimo. Giovanissima,soli ventisei anni, eletta con un votoche ufficialmente è stato unanime.Dopo la nuova nomina è arrivato ilmomento dell’approvazione deifamosi tagli proposti dalla Pre-sidente Polverini. Il Consiglioregionale del Lazio infatti dice sì altaglio delle tre commissioni specia-
li (federalismo fiscale e RomaCapitale, sicurezza e integrazionesociale, sicurezza e prevenzionedegli infortuni sul lavoro) e aldimezzamento di quelle ordinarieda sedici a otto, con relativi benefited emolumenti. “Uno sforzo imma-ne fatto - dice Renata che poiaggiunge -. Venti milioni tagliatiquest’anno, ventotto e ventotto neiprossimi: la spending review piùimportante a livello regionale”. Unaspending regionale, che però nonpotrà completarsi come il program-ma polverianiano avrebbe voluto.Con le dimissioni della presidente,in pratica, l'azione del Consiglioregionale rimarrà in parte moncasul piano dei tagli non ancoraapprovati e che rimarranno dunqueincompiuti. Renata rimarrà alla
guida delle Regione Laziofino a nuove elezioni soloper l'ordinaria ammini-strazione. Resta in vigore,per ora svuotata, la famosalegge Batman che permettecon una semplice delibera-zione dell'ufficio di presi-denza di finanziare i grup-pi regionali. Il pianoPolverini, inoltre, contem-plava pure il decrementodei consiglieri da 70 a 50, ilnumero degli assessori da16 a 10 e l’istituzione delcollegio regionale dei revisori deiconti. L’articolo 45 dello statutoregionale da par suo afferma che “lagiunta dimissionaria resta in cari-ca, presieduta dal Presidente dellaRegione o dal Vicepresidente nei
casi di rimozione, decadenza, im-pedimento permanente e morte delPresidente, limitatamente all’ordi-naria amministrazione, fino allaproclamazione del Presidente dellaRegione neoeletto”.
di RiccaRdo Manaie MaRco Montini
RegioneLazio
LE CITTA’ 7
Lucciole, prostitute, squillo, put-
tane? No, signori, chiamatele
semplicemente donne e rispettate-
le come tali. Donne con un cuore e
un’anima, donne forti ma deboli,
donne costrette per un infame
destino a vendere il proprio corpo
per pochi spiccioli. A Roma sono
tante, tantissime.
Seicento secondo i dati delle forze
dell’ordine, abituate ogni giorno,
anzi ogni notte, a calcare i marcia-
piedi dei sobborghi capitolini con
il pensiero rivolto
a ciò che vorreb-
bero essere ma
non sono. Die-
tro ai loro seni e
alle loro natiche
si nasconde un
giro malavitoso
a otto zeri, un
business d’oro
che non ha con-
fini. E non c’è sindaco sceriffo,
ordinanza anti lucciola e controllo
sociale che tenga.
Il sorriso ammiccante, il vestitino
osè, i fisici scultorei sono l’appa-
renza che nasconde l’inganno.
Proprio quello che porta queste
donne in Italia, per costrizione,
per minaccia, per falsa speranza di
un futuro dignitoso. Baggianate?
Anche no. Analisi della Procura
generale della Corte di Appello di
Roma alla mano, il mercato delle
donne “forzate” a vendere il pro-
prio corpo, che rientra nel capitolo
“tratti di essere umani”, tanto per
capirci, a Roma è in mano da anni
alla criminalità rumena e alla
mafia nigeriana. Le vittime, anche
giovanissime, spesso forniscono
ampia collaborazione disegnando
un “quadro estremamente allar-
mante del fenomeno della tratta
dei minori e dello sfruttamento
della prostituzione”. Secondo la
Direzione antimafia, infatti il mec-
canismo è semplice: le ragazze
vengono reclutate in Romania con
le solite promesse di lavoro e in
caso di diniego, drogate o seque-
strate con la forza. Da lì mantenu-
te in stretta sorveglianza, trasferite
in Italia e “avviate con la violenza
alla prostituzione”.
Questa l’agghiacciante realtà di chi
tira a campare con il lavoro più
antico del mon-
do: realtà, messa
nera su bianco a
gennaio 2011 con
fiumi di inchio-
stro dalla Pro-
cura di Roma,
realtà che non si
fa fatica ad at-
tualizzare anco-
ra oggi. Ma non
solo est Europa e pelle bianca. Ce
ne è anche per le donne di colore. Il
“merito” lo si deve anche e soprattut-
to alla “Kurts”, associazione di natura
tipicamente mafiosa, che con sistemi
intimidatori gestisce il traffico di gio-
vani donne dalla Nigeria.
L’organizzazione, presente oltre che
nella Capitale, pure a Bologna, To-
rino, Napoli, Inghilterra e Spagna, si
impone sulle vittime rosa con metodi
barbari, l’impiego di pratiche woodoo
e la minaccia di gravissime ritorsioni
nei confronti dei familiari in Nigeria,
dove la Kurts è “riconosciuta, ope-
rante e temuta dalla generalità dei
cittadini”. Signori, questo è il quadro.
Loro, quelle donne col sorriso
ammiccante, il vestitino osè e i fisici
scultorei ma con un cuore e un
anima, sono “solo” la cornice...
n. 27 - 26 Settembre 2012
Donne con un cuore e un’anima, donne costrette per un infame destinoa vendere il proprio corpo per pochi spiccioli. A Roma sono tante, tantissimema non dipende da loro finire su un marciapiede
di MaRCo Montini La testimonianza. Una ragazza carinacon un fascino per nulla volgare
CLARA: “SE MI INNAMORO MOLLO TUTTO”Una donna del litorale laziale racconta come si fa“il mestiere più antico del mondo” in casa: “Sono moltofredda, vendo il mio corpo e do poca confidenza,riesco ad essere molto professionale e non mi coinvolgo”
Una ragazza carina, di quelle sem-plici con una punta di fascino pernulla volgare. Capita di vederlapasseggiare in spiaggia con il suocane, è affabile e cortese. Ed è unaprostituta. Clara - nome fittizio -ha 24 anni e da 3 svolge la sua pro-fessione tra le mura domestiche, sivergogna a parlarne ma poi spie-ga il motivo della sua scelta.“Guadagno bene e non devo ren-dere conto a nessuno”. Risponde inmaniera algida. Poi ci ripensa,quasi a volersi scusare, ed entranel dettaglio. “Nella mia famiglianon c’è mai stato molto dialogo,mia madre è sempre stata unadonna asservita a mio padre ed ioa 19 anni decisi di andare a convi-vere con un ragazzo 30enne. Lamia storia - continua Clara contono fermo- è durata quasi dueanni, continui litigi fino alla rot-tura del rapporto. Cominciai alavorare qua e là in maniera pre-caria come barista o commessa,presi una stanza in affitto ma lespese erano alte per le mie tasche ,allora trovai una soluzione”. Dalviso di Clara non trapela nessunimbarazzo quando confessa:“cominciai a spogliarmi in chattramite cam, comunicavo le coor-dinate della mia carta e me la face-vo ricaricare. Riuscivo a raggiun-gere cifre buone ma non ottime dapotermi permettere auto e casa
contemporaneamente, allora - dicesecca - ho iniziato a fare sul serio”.Il web mi ha aiutato. Attraversopseudonimi ho iniziato ad abbor-dare molti uomini provenienti daRoma e provincia. Single, sposati,depressi, timidi c’è di tutto”. Clara,residente in una cittadina a norddel litorale laziale, elenca le carat-teristiche dei propri clienti a mo’ dilista della spesa, chissà se si sia maiimbattuta in situazioni pericolose osi sia mai innamorata. “La pauranon deve esserci - afferma Clara -so i rischi che corro e sono premu-nita; sono molto fredda, vendo ilmio corpo e do poca confidenza,riesco ad essere molto profession-ale e non mi coinvolgo. Se ungiorno dovessi innamorarmimollerei tutto. Ora sono entrata inun vortice dal quale un giornouscirò; non ho protettori e provosolidarietà verso alcune ragazzeche battono il marciapiede poichécostrette. Conosco molte straniereche vengono in Italia per trovare ilparadiso e poi si ritrovano perstrada”. La strada di Clara per oraè dritta, non prevede dossi: non nevuole. È conscia di ciò che stavivendo, si fa poche domande con-vinta in un cambiamento cheavverrà in futuro. Ormai si è fattotardi,il tramonto anticipa il buio.Clara accarezza il suo cane e siavvia verso casa. Del doman nonv’è certezza…
Raffaele Caldarelli
di Raffaele CaRdaRelli
Donne con un cuore e un’anima, donne costrette per un infame destinoa vendere il proprio corpo per pochi spiccioli. A Roma sono tante, tantissimema non dipende da loro finire su un marciapiede
LE CITTA’8 n. 27 - 26 Settembre 2012
Prostituzione a nord est di Roma,quando si dice che il “proibizioni-smo” non è efficace. GuidoniaMontecelio ha dichiarato guerraallo sfruttamento della prostituzio-ne ed ha emanato un’ordinanza chedice no “a comportamenti e abbi-gliamenti indecorosi lungo le stradedel Comune”, ormai illuminato agiorno dalle “lucciole”. La primaordinanza risale al giugno 2011quando l’allora capo di gabinettoColatei aveva “notato un aumentodel fenomeno sul territorio di Gui-
A distanza di un anno dall’ordi-nanza emessa dal Comune diPomezia per arginare il dilagantefenomeno della prostituzione nelquartiere Roma 2, le cose non sem-brano essere migliorate. Il provve-dimento prevedevauna multa di 166euro ed eventual-mente il sequestrodel veicolo a coloroche si fermavano instrada per abbordarele prostitute: “il di-vieto a chiunque dicontattare soggettidediti alla prostitu-zione, o concordarecon gli stessi presta-zioni, o intrattenersi,anche solo per chie-dere informazioni,con soggetti che eser-citano l’attività dimeretricio su strada o che, per l’at-teggiamento, l’abbigliamento o lemodalità comportamentali mani-festano comunque l’intenzione diesercitare l’attività consistente inprestazioni sessuali”. Il documentoaveva lo scopo di colpire soprattut-to i “clienti” abituali sia per unaquestione di sicurezza stradale, cheper motivi di costume sociale. Maancora oggi le ragazze sono decinein una zona fortemente frequenta-
ta per via delle aziende, della sta-zione e degli ormai residenti cheoccupano le abitazioni limitrofe.Sono proprio i cittadini a lamenta-re un grave disagio, tanto da riu-nirsi in un cdq che da mesi denun-
cia alle istituzioni il peggioramentodella situazione: “Per l’ennesimavolta ho chiamato i vigili per inter-venire contro il più grande squallo-re che il nostro quartiere “offre”tutti i giorni ai nostri figli”.“Ogni giorno decine di prostitute siriuniscono per le strade di Roma 2e ormai indisturbate, si stannoposizionando sempre di più vicinoalle nostre case. Ogni giorno, ilnostro abbandonato quartiere si
trasforma in una sorta di giostra dimacchine che girano per viaFiorucci per raggiungere le prosti-tute”, denuncia uno dei membridel comitato. In merito all’ordi-nanza, gli abitanti dichiarano con
sconforto: “Notiamoche ha dato solo otti-mi risultati presso lacittà di Pomezia enon per i quartierilimitrofi. È vero, perle strade di Pomezianon si vedono piùlucciole, e allora cidomandiamo perché?Perché dobbiamo su-bire questo indegnospettacolo?”.Quello che chiedono èun intervento organiz-zato, una vigilanzacontinuativa e un ina-sprimento nella ap-
plicazione delle sanzioni in un’areache, palesemente, per questa pro-blematica è tuttora fuori controllo.
Alessandro Bellardini
A Marino e Ciampino di pro-stituzione non se ne vedevada tempo. Sì qualche casosporadico qui e lì ma di verae propria preoccupazionenon si era mai parlato.Eppure da qualche settima-na di tacchi a spillo lungo lestrade cominciano a veder-sene un bel po’. La zona piùambita è stranamente quellache dovrebbe essere la menocalcata, ovvero l’Appia Nuo-va in particolare il tratto dicarreggiata, incastonato tra lo svin-colo dell’aeroporto di Ciampino equello per Santa Maria delle Mole.Spesse volte, ironia della sorte,accade che, laddove prima era laPolizia locale a stoppare la voglia dicorrere degli automobilisti, con ilcalar della notte a frenare la corsadelle macchine subentrino donnebiondissime e ammiccanti. Mancofossero autovelox o semafori u-mani, i lori fisici statuari fanno
inchiodare uomini desiderosi disesso a pagamento, inconsapevolima potenziali protagonisti di ipote-tiche catapulte infernali e incidentia catena. Al momento nulla digrave è accaduto sotto il cielo aero-portuale ma sicuramente qualcheimprecazione ai loro danni saràuscito dalle bocche di chi, direttosulla via di casa, l’amore volevaconsumarlo: a letto e gratis.
Marco Montini
sulla cattiva strada
Santa Palomba è una piccola frazio-ne di Pomezia confinante conAlbano e Roma, attraversata dal-l'Ardeatina. È su questa via che siconsuma il traffico del sesso a paga-mento. A qualsiasi ora del giornogiovani e meno giovani ragazze del-l’est Europa e africane calpestanoininterrottamente i margini dellaconsolare che collega la capitale adArdea. Anche nei pressi della sta-zione ferroviaria la situazione ècompletamente fuori controllo. Losfruttamento della prostituzione,da queste parti, ha trovato un terre-no fertile, dovuto essenzialmentealla conformazione del territorio,circondato dall’aperta campagna,dal basso insediamento abitativo edalla quasi assenza di attività com-merciali. Solo capannoni e fabbri-che circondano il polo industriale diSanta Palomba, prestandosi perfet-tamente agli espliciti adescamentidelle lucciole e alla sicurezza dei
clienti di potersi appartare indistur-bati. Il fenomeno si protrae dadiversi anni ormai, non trovandonessun ostacolo nelle ordinanzeantiprostituzione e nei controlli diCarabinieri e Polizia. Un vero e pro-prio quartiere a luci rosse “tollera-to”, lontano dalla città, lontano damolti occhi, terra di nessuno.Intanto però, l’illegalità continua aconsolidarsi, immersa nel degradoe nella sporcizia, dove tutto si con-suma alla luce del giorno, nella piùtotale indifferenza.
Jacopo Paoletti
Santa Palomba
Prostituzione nell’indifferenza più totale
Marino e Ciampino, Appia Nuova
Quegli autovelox con i tacchi a spillo
Tivoli e Guidonia. Inutili le varie ordinanze
Il proibizionismo non è efficace
Pomezia. I cittadini sul piede di guerra si sentono abbandonati
Roma 2, il comitato contro la giostra di macchine
LE CITTA’ 9n. 27 - 26 Settembre 2012
Il triste fenomeno della prostituzio-ne in strada non risparmia l’areaprenestina e casilina. Due sono inparticolare i comuni colpiti:Palestrina dove nella frazione diCarchitti vedere le prostitute, quasitutte di colore, è diventato un abi-tudine consolidata. Qualche tempofa c’era stata una protesta degli abi-tanti che però non ha avuto glieffetti desiderati. Il Comune non faniente per cercare di migliorare lasituazione e tutto resta cosi com’è.Con le ragazze che oramai sembra-no essersi integrate con la vegeta-zione circostante. Spostandoci adArtena lo stesso fenomeno si pre-senta con più forza soprattuttod'estate. Qui, però, il Comune si èmosso per cercare di arginarlo e neimesi scorsi il sindaco Petrichella haemanato un’ordinanza. Di fatto,erano previste multe anche moltosalate da 200 euro in su. La normanei primi mesi dall’applicazionequalche risultato positivo l’ha por-tato, ma già dai primi giorni di set-tembre la situazione sembra essere
tornata alla normalità con molteragazze di colore che hanno ripresoa “frequentare” la strada che daArtena porta verso i CastelliRomani. Il problema vero è che fin-ché ci sarà un florido mercatointorno al rapporto sessuale apagamento, far scomparire il feno-meno della prostituzione sarà vera-mente difficilissimo.
Daniele Flavi
Roma Nord. Gli esempi a via Flaminia e via Salaria
Le lucciole sono quasi dentro casa...Fatti come di due settimane fa a Roma, dove una prostituta romena è statadata alle fiamme, quasi fosse una strega, richiamano l'attenzione sull'ampiofenomeno della prostituzione che, nonostante il decreto emanato dalSindaco Alemanno, nella Capitale sembra essere più fiorente che mai. ARoma Nord sono molte le strade, trafficate e frequentate ad ogni ora delgiorno e della notte, sulle quali è possibile imbattersi quotidianamente inragazze in abiti succinti ferme agli angoli della carreggiata. Via Flaminia,viale di Tor di Quinto, via Salaria sono solo alcuni dei luoghi dove è possibi-le vedere prostitute e transessuali, seduti alle fermate bus, su muretti e par-cheggi, vicinissime a palazzi e portoni. A volte, soprattutto in estate, anchechi da Cesano decide di andare al mare verso Fregene può vedere le ragaz-ze sedute sul ciglio della strada. La loro presenza è risultata, in più di un'oc-casione, pericolosa non solo per la loro stessa incolumità, ma anche per gliautomobilisti che percorrono quelle carreggiate, costretti a dover evitare lemacchine dei clienti in sosta o le ragazze che attraversano le strade ad altoscorrimento. Come se non bastasse, c'è da aggiungere la questione deldegrado che affligge quelle zone e il tentativo di restituirgli il decoro chemeriterebbero. Del problema si sono occupate, nel corso del Consiglioanche le istituzioni del XX Municipio, che hanno tentanto di risolverlo nellezone del proprio territorio, attraverso un intervento preciso e mirato.
Sara Scatena
sulla cattiva stradaArtena e PalestrinaLe multe e l'ordinanza fanno cilecca
Tivoli e Guidonia. Inutili le varie ordinanze
Il proibizionismo non è efficace
Genzano e Velletri. Nulla di nuovo sotto il sole dei Castelli
Regina Viarum, benvenuti alla fiera del sessoLe vedi spuntare come i funghi di questi giorni, in grado di calamitaretra i boschi migliaia di appassionati, pronti ad infarcire i propri cane-stri. Chi le cerca non necessita dello stesso fiuto dei fungaioli, sapendobene dove andarle a cercare. Nulla di nuovo sotto il sole dei Castelli, lecui strade sono comunque tra le meno interessate dal fenomeno dellaprostituzione, con la desolante eccezione di alcuni tratti di via dei Laghie dei Pratoni del Vivaro. Eppure qualche novità c’è, con la via Appia, traGenzano e Velletri, che è tornata a far da teatro alla sfilata delle prosti-tute. E' accaduto la scorsa settimana, tra la Pilara e contrada Rioli, dovesono state “scaricate” due donne in quello che era uno dei posti più bat-tuti nella Velletri Anni ‘60-70. Li è iniziata la fiera del sesso, con ammic-camenti, rallentamenti e qualche caricata. Ben diverso lo scenario lungola distesa dei Pratoni, dove di donne costrette a battere se ne trovano aiosa: netta la prevalenza di giovani dell’est europeo, seguite dalle colle-ghe di colore. In un contesto del genere va registrata l’attività di contra-sto delle forze dell’ordine. Diverse le ragazze denunciate alle autoritàper atti contrari alla pubblica decenza e contravvenzionate ai sensi del-l’ordinanza, che vieta di stazionare sulla pubblica via manifestando l’in-tenzione di prostituirsi. In discussione l’ipotesi di emulare l’ordinanzadel Sindaco di Roma, che ha fatto divieto sulle strade pubbliche di assu-mere atteggiamenti o indossare abbigliamenti che manifestino inequi-vocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretri-cio, estendendo il divieto anche ai clienti di contattare i soggetti deditialla prostituzione o concordare con gli stessi prestazioni sessuali.
Daniel Lestini
donia da far risalire alla fuga delle“lucciole” dalla capitale dopo l’en-trata in vigore della medesima ordi-nanza da parte del sindaco di RomaAlemanno”. Nonostante ciò viaTiburtina, sia nel territorio di com-petenza romana che guidoniana chetiburtina, in breve tempo è stata“invasa” dalle prostitute.Impossibile parlare con loro e farsiraccontare le proprie storie per cer-care di capire se si tratti di scelte“lavorative” o “obbligate”. Nellacittà dell’aria il fenomeno si concen-
tra quartieri di Setteville, Albuc-cione e Bivio di Guidonia. Inutili,quindi, le multe salate a “chiunquesarà sorpreso a contattare soggettidediti alla prostituzione”. È, quindi,“fatto divieto per chiunque assume-re atteggiamenti, modalità e com-portamenti equivoci, ovvero diindossare abbigliamenti che mani-festino l’intenzione di adescare, oesercitare l’attività di meretricio”.La violazione dell’ordinanza com-porta l’applicazione di una sanzioneamministrativa che parte da unminimo di 200 euro. “Problemi didecoro e di serio pericolo per la cir-colazione stradale”, queste le moti-vazioni dell’amministrazione, pernon parlare degli “effetti negativisull’educazione dei minori e degliadulti, sottoposti ad una continuaproposta di sessualità mercificata”.Stesso problema, anche se in misu-ra minore, inizia a presentarsi an-che nella confinante Tivoli che deveaffrontare la presenza delle lucciolelungo via Maremmana nei pressidell’imbocco autostradale. Tivoli,per il momento, non ha provvedutoad emanare alcuna ordinanza.
Michela Maggiani
LE CITTA’ 11
Turismo in crescita a Roma, secon-do i dati dell’Ente bilaterale del
Turismo, che registrano nel compartoalberghiero, in agosto, un + 4% per gliarrivi ed un + 3,50% per le presenze,rispetto al 2011. 600mila gli arrivi dal-l’estero, con oltre un milione e mezzodi presenze e una permanenza mediadi 2.6 notti, contro una flessione delturismo nazionale. Significativa lapresenza a Roma di turisti cinesi, chescelgono sempre più come desti-nazione la Città Eterna: in estate sonoaumentati del 24,47% gli arrivi e del15,12% le presenze, rispetto al 2011.“Entro la fine del 2012 il 48% dei tur-isti cinesi sceglierà l’Europa come des-tinazione”, dichiara Gazzellone dele-gato per le politiche del Turismo diRoma Capitale, in questi giorni inCina per promuovere la Città eterna.“La missione cinese - spiega Gazzel-
lone - arriva in un momento in cui ilsettore vive grandi trasformazioni.Sono cambiate le tipologie di viaggio,nuovi mercati si interessano a Roma,ed è su queste nuove opportunità disviluppo del settore che stiamo lavo-rando. La parola d’ordine deve esserediversificazione dell’offerta e pro-mozione internazionale”. Il delegatosottoscriverà a nome del Comune la“dichiarazione di Pechino” e terrà unarelazione sulle prospettive del turismoromano nel corso del “Beijing Fra-grant Hills Tourism”. Seconda tappasarà Huangshan, città che attira ognianno 33milioni di turisti cinesi, per lasottoscrizione di un protocollo di col-laborazione con Roma Capitale. Ul-timo appuntamento sarà Hong Kong,dove il delegato capitolino parteciperàad un workshop organizzato dalMinistero Affari Esteri.
Roma Capitalen. 27 - 26 Settembre 2012
La cerimonia. Gli olimpionici
Il ministro Cancellieri premia le Fiamme Oro
La Polizia di Stato ha tenuto in alto il
tricolore nell’Olimpiade di Londra
grazie ai suoi atleti. Anche le isti-
tuzioni hanno voluto rendere omag-
gio agli azzurri, in primis il ministro
dell’Interno Cancellieri che la scorsa
settimana ha ricevuto al Viminale
Valentina Vezzali, la plurimedagliata
schermitrice, portabandiera in terra
inglese, Elisa Di Francisca, due ori
nel fioretto e poi, ancora, Vincenzo
Cammarelle, il supermassimo dal “pugno d’argento”, il bronzo nel fondo
della nuotatrice Martina Grimaldi, Jessica Rossi, oro nel Tiro al volo e
Alessio Sarri bronzo nella sciabola alle ultime Paraolimpiadi, tutti
appartenenti al gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Questa volta la
medaglia gli atleti l’hanno ricevuta direttamente dalle mani della
Cancellieri: “Sono orgogliosa di esprimere a nome della PS tutta la grati-
tudine per il vostro impegno e senso dell’onore che avete dimostrato - ha
detto il Ministro -. Valori che riuscite a trasmettere ai giovani”. Orgoglio
espresso anche da una raggiante Vezzali: “Essere poliziotta è una marcia
in più per me, perché unisce al valore dello sport tutti quei principi con cui
sono stata cresciuta fin da bambina”. E poi, una promessa: “Ci vediamo a
Rio de Janeiro 2016”.
Jacopo Paoletti
Il dato. Quasi 2 milioni le presenze straniere. Soddisfatto il delegato del sindaco Gazzellone
Turismo in crescita a Roma: record di arrivi dalla Cina
Villa Stuart: Servizio di Reumatologia
FATTORI DI CRESCITA IN REUMATOLOGIAInfiltrazioni con plasma ricco di piastrine (PRP): una nuova terapia biologica.Il parere del Dott. Andrea Acciarini
Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale
Negli ultimi anni, la ricerca medicaha evidenziato il ruolo chiave dellepiastrine (una delle componenticellulari del sangue) nel processo diriparazione dei tessuti muscolo –scheletrici danneggiati, mediante ilrilascio dei “fattori di crescita”. Daqueste conoscenze è nata una nuovaterapia biologica, il plasma ricco dipiastrine (PRP, ndr).Dott. Acciarini, in che cosa consi-ste la terapia con plasma ricco inpiastrine?“Il paziente viene sottoposto ad unprelievo di sangue ed il campioneottenuto viene centrifugato perottenere il plasma ricco di piastrine(PRP), un concentrato ricco di“fattori di crescita” che viene iniet-tato nella sede da trattare.L’obiettivo è quello di eliminare ildolore ed accelerare i processi di
riparazione tissutale, grazie all’inte-razione dei “fattori di crescita” conspecifici recettori localizzati nellemembrane cellulari”.Quali gli ambiti di applicazione?“ La terapia con plasma ricco dipiastrine (PRP) trova crescenteapplicazione nella cura di variepatologie ad interesse ortopedico ereumatologico tra cui tendiniti etendinopatie, artrosi, lesioni focalidella cartilagine, meniscopatie,traumi dei legamenti, lesioni trau-matiche muscolari ed interventi diartoplastica”.Una nuova terapia biologica. Ciillustri i vantaggi connessi al tratta-mento.“Si tratta di una terapia biologica edunque priva dei potenziali effettiindesiderati prodotti dai farmaci; èl’unica metodica in grado di intera-gire con i meccanismi alla basedella condizione da trattare, facili-tandone la guarigione”.
Come viene articolata la terapia?“Un ciclo di terapia comprende 3infiltrazioni, effettuate a distanzadi circa 15 giorni l’una dall’altra.Indicazioni, accorgimenti e precau-zioni da adottare vengono suggeri-ti dal medico specialista”.
di Paolo Brandimarte
Casa di Cura Villa StuartVia Trionfale, 5952 – 00136 RomaTel. 06.35528369 – 06. 355281www.villastuart.it
Dott. AnDreA AcciArini
Medico Chirurgo
Specialista in Medicina Interna
Responsabile del Servizio di
Reumatologia e di Osteoporosi
LE CITTA’12 n. 27 - 26 Settembre 2012
Tivoli. Dopo settimane di gorgogliamenti politici
Il sindaco Gallotti riazzerra la giunta
Quando si dice “non c’è due senzatre”: per la terza volta il sindaco
ha messo mano alla sua giunta,azzerandola. Il sindaco Gallotti haufficializzato la decisione dopo set-timane di gorgogliamenti politici il21 settembre. Ha chiesto indietro,ritirandole tutte le deleghe degli 8assessori, compresa quella del vice-sindaco, assegnate il 28 ottobre.Alla base di questa decisione non cisarebbero problemi interni ma lavolontà di dare una rinfrescataall’azione politica: “Siamo arrivati ametà mandato - dice il sindaco - edè giusto trarre un bilancio di quan-to fatto finora ma soprattutto diquanto bisognerà fare per comple-tare il programma amministrati-vo”.Non rinuncia Gallotti a calare lasua scelta nel contesto economico:“Il particolare periodo di crisiimpone un'azione di revisione dellepriorità di intervento sul territorioanche alla luce dei forti tagli e delledrastiche riduzioni dei finanzia-menti decisi dagli enti sovracomu-
nali. Adesso bisogna concentrarsi apianificare le prossime attività del-l'amministrazione, ci aspettanoimpegni importanti”.Poi un ringraziamento agli assesso-ri “che sono stati protagonisti diquesta prima fase del governo citta-dino”.In realtà di problemini Gallotti inquesti mesi ne ha avuti: il Consigliocomunale si trova ancora senzapresidente ed è solo da qualchemese che si è risolta la bagarreinterna al Pdl, per quasi un annosenza capogruppo. Le opposizioninon si sono fatte attendere, imme-diata, infatti, la richiesta di dimis-sioni.
di Michela Maggiani
Metropoli nordFormello. Scende in campo pure il primo cittadino
In città il postino non bussa più alla porta
Il postino non sembra essere pun-tuale: passa di rado e la corri-
spondenza tarda. E, quando passa,le cassette si riempiono fino all'orlodi buste e foglietti. Per questo i cit-tadini hanno mostrato disappunto,sommergendo il Comune di lamen-tele. Soprattutto hanno detto indi-gnati al sindaco, il ritardo nellaconsegna della posta causa disagiperché le bollette, e le lettere cheriguardano scadenze urgenti, arri-vano dopo il termine fissato per ilpagamento. Il sindaco Celestino, siè rivolto all'ufficio postale compe-tente di Prima Porta, dove ha chie-sto di intervenire per risolvere laquestione mettendosi a disposizio-ne per ogni evenienza. Le cause deifrequenti disservizi sarebbero statecausate, secondo Poste Italiane,dalla riorganizzazione della rete didistribuzione che si è svolta neglimesi estivi. Il periodo critico, nelquale si sono creati problemi inseguito allo spostamento di For-mello, Riano Sacrofano e Castel-nuovo di Porto sotto la direzionedello smistamento di Prima Porta,
dovrebbe essere ormai passato. Perquanto riguarda, invece, bollette,pagamenti e comunicazioni urgenti,i reclami non dovrebbero essere fattiall'ufficio postale di Prima Portaperché, hanno fatto sapere, la conse-gna di quel tipo di corrispondenza èun servizio liberalizzato che appar-tiene sempre di più ad operatori pri-vati. È ad essi, quindi, che i reclamiandrebbero inoltrati. Nel frattempo,in attesa che la posta venga recapita-ta con più frequenza, i cittadiniscontenti possono fare segnalazionidirettamente al responsabile dell'uf-ficio di Prima Porta.
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LE CITTA’ 13
La strategia è chiara: un passoindietro, quasi fisiologico, visti i
tempi, e due in avanti, ben spediti.La Genzano di Gabbarini si ritrovaa dover imprimere un’acceleratadecisiva all’attività di governo. Vialibera all’aggiornamento dellabanca dati catastale, effettuata diconcerto con Nemi. Una regolariz-zazione storica, che mette ordinenei dati dei locali commerciali, mache non ha trovato il plauso delcentrodestra, che ha bollato il tuttocome “l’ennesimo balzello per i cit-tadini che ignoravano la situazionepagando in buona fede i tributi”.Dove però la Giunta Gabbarini si
giocherà buona parte della sua cre-dibilità è sui rifiuti, in cui si attendeuna svolta che dia il là al Porta aPorta, al momento ancora tra idesiderata dei vertici amministrati-vi. La chiave può essere nell'okunanime del Consiglio alla varia-zione d’uso per l’area destinataall’isola ecologica, sinora adibita averde pubblico. “Anche se per deicavilli burocratici i tempi si stannoallungando - chiosa Gabbarini -siamo ben determinati a perseguireuno dei nostri obiettivi, che ci con-senta di viaggiare verso la sosteni-bilità ambientale da più partiauspicata”. Netta, intanto, la con-trarietà all’inceneritore.
Metropoli sud
Velletri, Cacciotti in visita alla case popolari
Novità per l’emergenza alloggi popolari a Velletri, dove il presidenteAter Cacciotti si è recato in visita dopo la perlustrazione di agosto. Loscopo è chiarezza sul progetto di via San Giovanni Vecchio. “Non ci stoa far da scendiletto”, ha sentenziato il sindaco Servadio a chi lo ha infor-mato dell’arrivo di Cacciotti, dal quale si sarebbe aspettato un invitoufficiale. Proprio il presidente ha cercato di sbrogliare la matassa sullesorti dei 32 alloggi che sarebbero dovuti sorgere nella zona: “la nostraproposta prevedeva la realizzazione di una piattaforma commerciale inproject financing, nel quale sarebbe stato trasferito l’adiacente super-mercato Coop. A ciò andavano aggiunti 2 piani di alloggi, per un totaledi 32 appartamenti. Avremmo poi garantito la costruzione di 3 piani diparcheggi. A far arenare il progetto la mancata approvazione di unavariante al Piano Commerciale, che non consente alla Coop traslochi inaree attigue. Quel che manca è allora la modifica al Piano delCommercio”.
led
Lanuvio, periodo tosto per la giunta Galieti
È un apprendistato che rischia di complicarsi quello della neo giunta diGalieti, che dopo un'estate passata a studiare la situazione, si ritrova adover far fronte agli affondi dell’opposizione. “Con noi meno salsicce epiù servizi” hanno replicato i civici dopo il j’accuse di De Caterini, lea-der dei Moderati di Lanuvio: “La città sembra diventata una Casa diriposo”. “In un periodo storico in cui Europa e Italia tirano la cinghia -hanno replicato i consigliari di Lanuvio per la Democrazia - anchel’Amministrazione ha deciso di spendere con più raziocinio, cercando dirilanciare il paese dal punto di vista culturale e produttivo. Abbiamorisparmiato per garantire ai bimbi scuole e spazi dignitosi oltre ad uncentro diurno disabili sicuro”. La doccia fredda è però arrivata con lalettera del dottor Petruzzi, appena nominato Revisore dei Conti, dimes-sosi dopo le insinuazioni dell’opposizioni.
led
di Daniel lestini
n. 27 - 26 Settembre 2012
Genzano, la nuova sfidaè sul fronte rifiutiGenzano, la nuova sfidaè sul fronte rifiuti
Il Porta a porta è la priorità
di Daniel lestini
LE CITTA’ 15
Adistanza di quasi un anno dalfamoso accordo azienda-sinda-
cati, con il quale la Sigma Tau diPomezia ha collocato in cassa inte-grazione centinaia di dipendenti,un colpo di scena potrebbe rimette-re tutto in gioco. Secondo l'Usbinfatti, che lunedi scorso ha presi-diato con i lavoratori il piazzaleantistante lo stabilimento della far-maceutica, l’accordo di cui sopranon sarebbe valido poichè i sinda-calisti che a suo tempo hanno sot-toscritto l’intesa per la messa inCigs dei lavoratori, non erano legit-timati a farlo, in quanto i contrattisindacali sarebbero scaduti già da 3anni senza che si svolgessero nuoveelezioni. “L’Usb - dice Pollari, di-pendente in cassa integrazione, - agiugno ha regolarmente posto atutte le strutture sindacali in azien-da la necessità di rinnovare laRsu/Rls in quanto scaduta datempo. Ha poi comunicato siaall’azienda che ai lavoratori l’indi-zione di elezioni e il nome del pro-prio componente della C.E. con
regolare affissione in bacheca il 16luglio, mettendo come scadenzaper la presentazione delle liste il 31luglio, giorno in cui è stata fatta lariunione della commissione eletto-rale senza però presentazione li-ste”. Commissione che ha comun-que verbalizzato un documento conil quale ha fatto sapere che “per lasituazione instabile che si è creatanell’azienda, non è possibile proce-dere con i lavori per il rinnovoRsu”. Cosa che ha fatto infuriare irappresentanti Usb, il cui membrodella commissione elettorale, Mar-
cella Barbarino, non ha firmato ilverbale in quanto non ha potutoinserire le note necessarie permostrare il proprio disaccordo.L’Usb annuncia una dura battaglia:“Siamo convinti - così una nota Usb- che l’accanimento alle poltroneche hanno le attuali Rsu sia dovutodal voler gestire ancora loro di con-certo con l’azienda la presentazionedel nuovo piano industriale, lamobilità e soprattutto la prossimaristrutturazione che si ipotizza nelnumero di altri 300 esuberi”.
Litorale
n. 27 - 26 Settembre 2012
Pomezia/1.
Scuole, regolareil servizio mensa
Possono star tranquilli i genitoridei bimbi che frequentano lescuole di Pomezia. Dopo le pole-miche l’Amministrazione haannunciato di aver raggiunto unaccordo con Innova per il serviziodi mensa scolastica che partirà il24 settembre nelle scuole dell’in-fanzia comunali e il 1 ottobrenegli altri istituti. “È prevalso ilbuon senso - dice il Sindaco. Inquesti giorni, viste le comunica-zioni della Innova e le notizieallarmanti apprese dalla stampa,io e l’assessore Maniscalco abbia-mo incontrato la società che ha inappalto le mense scolastiche perraggiungere un accordo chepotesse garantire il servizio aglistudenti. Ringraziamo la societàper la disponibilità e la compren-sione delle difficoltà economicheche l’Ente sta attraversando. Daparte nostra c’è stato un grandesforzo: abbiamo disposto il paga-mento della somma affinché laInnova possa, già da lunedì,garantire il servizio mensa e conpasti caldi. Il servizio partiràregolarmente e non ci sarà nes-sun rischio cestini”.
A. B.
È un bilancio più che positivo quel-lo dell’ufficio locale marittimo diTorvaianica al termine di questastagione balneare, che ha visto gliuomini della Guardia Costieraincrementare la loro presenzalungo i 24 Km di costa di compe-tenza compresi tra Pomezia edArdea. Le attività di controllomesse in atto dalla GuardiaCostiera, guidati dal ComandanteM.llo Falato, sono rientrate nellapiù ampia operazione “Mare Sicuro2012”, che ha avuto inizio a giugnofino al 9 settembre.Complessivamente sono state im-piegate giornalmente 2 pattuglie,una via mare ed una via terra, chehanno portato al salvataggio di 8persone in procinto di annegare edal ritrovamento di 90 tra bambini eanziani. La pattuglia impiegata amare ha percorso 723 miglia ed haeffettuato 990 controlli alle unitàda diporto ed ai pescherecci, accer-tando illeciti amministrativi per unvalore di 6.300 euro ed ha postosotto sequestro 4 km di reti a
pescatori di frodo. La pattugliaimpiegata a terra, invece, ha effet-tuato 870 controlli tra stabilimentibalneari, ristoranti, pescherie eabusi edilizi riscontrando illecitiamministrativi per 5.800 euro.Tale attività ha determinato la con-fisca di 1.650 kg di prodotto itticoche poteva essere commercializza-to, il sequestro di un chiosco abusi-vo e la denuncia a piede libero di 4persone. Per dare seguito ad espli-cite richieste delle civiche ammini-strazioni di Pomezia ed Ardea, sonostati eseguiti interventi per contra-stare il commercio itinerante abusi-vo. Gli interventi hanno consentitodi identificare diversi extracomuni-tari che, privi di documenti e per-messi di soggiorno, sono stati tra-dotti a Roma per essere espulsi.Congiuntamente, sono state elevatesanzioni amministrative per unimporto totale di circa 65.800 euroe sono stati sequestrati più di11mila oggetti di varia tipologia per50mila euro.
A. B.
Anzio e Nettuno. Dopo una estate infuocata per l'ospedale
Al Riuniti riaprono pediatria e cardiologia
Il direttore sanitario Consolante smentisce la chiusura della struttura
È tornato alla funzionalità l’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno. Hannoriaperto i battenti infatti sia il reparto di pediatria, che gli ambulatori dicardiologia, anche se questi ultimi per adesso con orario ridotto. Lanotizia, accolta con entusiasmo dagli utenti letteralmente terrorizzatidalle voci di una paventata chiusura dei due reparti, è arrivata dal diret-tore sanitaro del PoloH4, Anzio-Nettuno, Consolante: “Ha riaperto -dice in una nota - il reparto di pediatria come previsto dalle disposizio-ni aziendali e di presidio già nel giorno della sua chiusura. Non è maistata interrotta l’attività dell’ostetricia e del nido. Si ricorda che da sem-pre tutti gli anni per l’obbligo di concedere le ferie nel periodo estivo,l’ospedale di Anzio, come molti altri nella regione, ha dovuto chiudereun reparto. Tutte le speculazioni sulla chiusura definitiva della pediatriaerano dettate da allarmismo o talvolta anche da interessi particolari dipiccole minoranze”. “Negli ultimi anni - conclude il direttore - la Asl edil personale del reparto hanno lavorato ad un costante miglioramentodei locali e all’implementazione di buone pratiche ed attualmente ilnido e la pediatria sono un reparto di qualità nel contesto della Azienda.L’attività dei pediatri in pronto soccorso ha permesso di contenere alminimo i disagi per la comunità”.
Ale. Be.
Pomezia. In questi giorni è in atto un durissimo scontro tra sindacati
Sigma Tau, l’accordo azienda-sindacati è valido?L’Usb denuncia: “Chi ha firmato quel documento non era legittimato a farlo”
di AlessAndro BellArdini
Torvajanica. Il giudizio dell’ufficio locale marittimo
Estate 2012, ottimo il bilancio della GdFControlli a tappeto, prevenzione, monitoraggiodei mari e lotta all’abusivismo per le Fiamme Gialle
LE CITTA’ 17La storia
Il primo Centro Studi Parapsicologici
nacque a Bologna nel 1954Nel mondo del paranormale, non mancano castelli e luoghi infestati innessuna delle regioni d’Italia. Tra i luoghi più affascinanti spicca sicura-mente il Castello di Montebello, zona nei pressi di Rimini. Qui si raccon-ta la storia del fantasma di una bambina di nome Azzurrina, vissuta rin-chiusa nel castello e morta in circostanze misteriose. La leggenda vuoleche il fantasma della bambina sia rimasto intrappolato nel castello e chetorni a farsi sentire ogni cinque anni nel solstizio d’estate. Altro castelloaccompagnato dal proprio fantasma è quello dei Bardi, anche noto comecastello dei Landi e situato nelle vicinanze della città di Parma. La vicen-da inizia nel 1995 con una serie di segnalazioni alla redazione del gior-nale di Parma Lettere e contrasti e con due giornalisti, Gianni Santi eDaniele Kalousi, che se ne interessano, pernottano all’interno della for-tezza e fotografano una forma instabile e lattiginosa che si materializzaalle spalle di uno dei due. La storia fa clamore, va in onda sulle princi-pali emittenti televisive italiane e un appassionato di esoterismo,Daniele Gullà, fotografa a sua volta, ma con un sistema termico, la sago-ma di un cavaliere inginocchiato. Due storie tra le tante che animano lericerche dei vari team di Ghost Hunters. Tra i più famosi spiccano sicu-ramente Dal Tramonto all’Alba, associazione culturale senza fini dilucro che si ripropone l’obiettivo di indagare non solo su fantasmi ma sututto il mondo del paranormale in generale, e il Centro di StudiParapsicologici di Bologna. Questo, fondato da Buscaroli, Cassoli eMarabini, è stato la prima vera struttura in Italia nascendo nel 1954 edera ramificato in un dipartimento scientifico e uno di apprendimento edivulgativo. Insomma, l’Italia ha una storia millenaria e, come spessoaccade in questi casi, sembra portare con sé anche un discreto carico dileggende.
Ri. Ma.
LE CITTA’16
Fantasmi, apparizioni e fenomeniapparentemente inspiegabili.
Quello del paranormale è, per natu-ra, un mondo cosparso di mistero eche, forse proprio per questo, ha dasempre attirato su di sé la curiositàdi molti. Tra scetticismo e voglia disaperne di più abbiamo così intra-preso un viaggio in quello che è unvero e proprio universo dove, atenerci per mano, ci sono i ragazzidei Ghost Hunters Roma, uno tra ipiù famosi team di ricerca del para-normale. Abbiamo chiesto loro disvelarci i segreti del mondo delGhost Hunting ed ecco cosa abbia-mo scoperto.Chi sono i Ghost Hunters? -Cominciamo dal principio. Chisono i Ghost Hunters e cosa fannodi preciso? Per rispondere a questedomande, occorre per prima cosasfatare il mito del “classico” caccia-tore di fantasmi. Dimenticate quin-di gli eroi visti al cinema che salva-no il mondo dalle forze dell’occultoarmati di talismani e zaini protoni-ci. Un Ghost Hunter è per lo più unricercatore, che basa la propria atti-vità su un lavoro scientifico, perquanto possibile ovviamente vistala natura del tema trattato, e so-prattutto metodico. “Molti ci para-gonano ai man in black o ai gho-stbuster - rivela Daniele Cipriani,fondatore del team - ma non c’ènulla di più lontano dalla realtà. Ilnostro è un lavoro di ricerca, meto-dico e ben preciso. Spesso è piùnoioso di quanto uno possa credereperché si tratta di posizionareapparecchiature scientifiche e sti-molare l’ambiente alla ricerca diuna risposta o dell’ambiente stessoo della possibile entità”. Quando siparla di Ghost Hunting quindi, nonci si riferisce solamente a spedizio-ni in castelli infestati da fantasmiultracentenari, ma anche ad azionidi ricerca in campi decisamentemeno esotici come quelli della fisi-ca o dell’elettromagnetismo.Come nasce il team ghost hun-ters roma - La propensione che ilGhost Hunter ha verso il mondodell’ignoto è però innegabile. Fan-tasmi, apparizioni e passione visce-rale per il mistero, sono infatti il
vero e proprio motore di un gruppoche è sulle scene da ormai diecianni. Il team dei Ghost HuntersRoma è formato da quattro mem-bri, ognuno dei quali con un compi-to ben preciso. Daniele Cipriani è ilfondatore e ricercatore, AlessioSerenellini è il tecnico, WalterCristofanilli l’investigatore e Al-fredo Falvo il responsabile dellepubbliche relazioni. Per ognuno diloro, ad accendere la scintilla, èstato un contatto con qualcosa dieccezionale e che, seppur apparen-temente inspiegabile, li ha affasci-nati a tal punto da cambiare radi-calmente le loro vite. “Per quantomi riguarda - ci dice Daniele - a sca-tenare la passione verso questomondo sono state delle esperienzeche ho avuto direttamente. Loricordo come fosse oggi, ero a casadi un amico, un posacenere appog-giato ad una scala si è mosso dasolo sino a cadere in terra. Da lì inpoi la mia vita è cambiata”. Storiesimili anche per gli altri membri delgruppo che hanno così deciso diriunirsi in un vero e proprio teamdi ricerca che, in maniera del tuttogratuita, da dieci anni a questaparte svolge indagini nel campo delparanormale su tutto il territorioitaliano.Come si caccia un fantasma? -Ma come agiscono i Ghost Hun-ters? Ad illustrare i loro metodi dilavoro ci pensa Alessio, il tecnicodel gruppo: “Ci rechiamo in zoneche hanno uno storico di presenze eapparizioni per poi passare ad unlavoro di monitoraggio e di ricerca.In alcuni casi impieghiamo sino atre ore per piazzare la strumenta-zione necessaria.Accumuliamo ore e ore di dati chepoi sbrogliamo e analizziamo infase di analisi in un secondomomento anche se, a volte, abbia-mo la fortuna di assistere a dellemanifestazioni sul posto”. A volteperò, al team, arrivano anchesegnalazioni da parte di privati che,a quanto pare, sembrano essereben più numerose di quanto sipossa immaginare: “In un mese ciarrivano una media di circa quindi-ci segnalazioni che selezioniamoper arrivare così ad un totale dicirca trenta indagini l’anno, tra
castelli e abitazioniprivate”.Una volta scelto il ca-so da analizzare, il grup-po, ha una proceduraben delineata per in-tervenire: “Cerchiamodi non cadere nell’er-rore usando una me-todologia ben precisa.Ad esempio le regi-strazioni avvengonoin un ambiente privodi rumori o nelle ses-sioni fotografiche nes-suno deve essere nelcampo visivo. Sonotante le accortezze chevanno prese sempre ecomunque perché inanalisi potresti trova-re qualcosa di partico-lare che in realtà nonè nulla di così specia-le”. Dal punto di vistapratico, poi, si passaall’interazione vera epropria con l’entità:“Cerchiamo di intera-gire con l’entità facendo domande aseconda della storia che ha il luogo.Se ad esempio in quel determinatoposto c’è stata una guerra - conti-nua poi Daniele - proviamo a rievo-care ricordi militari o di particolarisituazioni che si possono verificarein un conflitto”.L’arsenale - Ogni cacciatore che sirispetti ha un proprio arsenale e, ov-viamente, i ghost hunters non fannoeccezione. Frugando nel loro zainoperò, non abbiamo trovato fucili araggi o amuleti mistici, quanto piut-tosto una lunga lista di strumentiscientifici di ultima generazione.“Operiamo attraverso il monitorag-gio dei campi magnetici con il classi-co K2 - ci dice Alessio - la rilevazio-ne della temperatura con un termo-metro laser e una termo camera, larilevazione video sia ad infrarossiche Uv con una particolare teleca-mera. Abbiamo sviluppato anche deiprototipi, tra gli ultimi c’è il microfo-no fotonico, sensore che analizza levariazioni di luce e le trasforma sot-toforma di suono. Lo abbiamo crea-to per vedere se l’entità possa modi-ficare anche questo parametro percomunicare”.
I fantasmi esistono? - Veniamoquindi alla domanda fatidica, i fan-tasmi esistono o sono solo frutto dileggende metropolitane? A sentire iragazzi del team la risposta è,ovviamente, affermativa. Abbiamochiesto quindi di raccontarci le loroesperienze e, Daniele, non si è certofatto pregare: “Eravamo al Castellodi Montebello, per delle indaginisul fantasma di Azzurrina. Stavamomontando la strumentazione quan-do abbiamo sentito un urlo.Abbiamo trovato un nostro collabo-ratore in terra in preda a spasmi ein stato di semi coscienza. Mentreio sono corso a chiamare il prontosoccorso, Alessio è andato con glistrumenti a vedere cosa stesseaccadendo”. A questo punto inter-viene proprio Alessio che ci raccon-ta: “Ho trovato il nostro collabora-tore in terra, in preda a degli spa-smi, era cosciente ma non mi rico-nosceva. Emetteva un urlo striduloe, a quel punto, ho sentito la portache tremava e con mia grande sor-presa il k2 - che ricordiamo essereil rilevatore di campi elettromagne-tici (ndr) - era come impazzito”.Curiosita’ Per chiudere questa
panoramica sul mondo del para-normale vi raccontiamo una curio-sità sul gruppo dei Ghost HuntersRoma. Riguarda il loro racconto diuna visita al Campidoglio e in par-ticolare al Palazzo Senatorio: “IlComune di Roma ci ha commissio-nato questo lavoro - ci raccontaDaniele - alcuni vigili si rifiutavanodi fare il turno di notte perchévedevano passare la sagoma di unmonaco. Abbiamo passato dueserate a studiare il Campidogliofacendo molti rilevamenti, abbia-mo anche trovato un’immagine ter-mografica che sembra riassumerel’immagine di un monaco con unsaio. Abbiamo presentato loro inostri risultati e anche loro sonorimasti stupiti”.Lo scetticismo Di fronte a similistorie, è naturale incappare nelloscetticismo generale. A sentire iragazzi del team però, quest’ultimo,non sembra poi essere un male. “Lo
scetticismo quando non è offensivoè salutare - ammette Daniele - Iomagari posso essere influenzato daciò che conosco e che studio dasempre, perciò cerchiamo di vederelo scetticismo come una formad’aiuto ai nostri studi, ovviamentese viene da una persona che non èprevenuta ed è aperta anche adaltre spiegazioni”. Probabilmentela forza del team è proprio qui,nella ricerca non ossessiva delrisultato ad ogni costo: “In tutto ilmateriale che abbiamo raccolto inquesti anni, noi non parliamo maidi prove quanto piuttosto di ano-malie e di indizi, lasciando agli altriil giudizio. Solo far sorgere il dub-bio nelle persone è già un granderisultato - rivela Daniele - cerchia-mo di portare prove scientifichedell’esistenza della vita dopo lamorte, magari per molti sarà utopi-co, ma questo è il nostro obiettivo”.
Open SpaceFatti e persone. Si chiamano Ghost Hunters e lavorano tra scienza e paranormale
GLI ACCHIAPPAFANTASMI DI ROMA“NON CONFONDETECI COI GHOSTBUSTERS”
L’ultima azione eclatante in Campidoglio pochi mesi fa: alcuni vigili avevano paura di lavorare di notte per colpa di un’ombrache somigliava a un monaco rivelatasi vera grazie a un’immagine termografica. Ma ogni giorno è una sfida contro i tanti scettici
di RiccaRdo Manai
LE CITTA’ 193PP A R O L E
P E N S I E R I P E R S O N En. 27 - 26 Settembre 2012
BOCCHE DI ROSADa Via del Campo a Princesa,Le anime salve al femminile di De AndréLe parole di Faber: “Ho vissuto in mezzo alle donne di strada.Hanno le loro crisi ma sono aperte e non piangono mai”
Via del Campo è il nome di un vico-lo, nel cuore della città vecchia di
Genova, frequentato da prostitute etravestiti ed è stato proprio uno diquesti, di nome Josephine, ad averispirato De Andrè nello scrivere lacanzone Via Del Campo. Il temadegli “ultimi”, in questo caso rappre-sentati dalle prostitute, è centrale nelbrano ed è trattato con estrema coe-renza, trovando una sintesi efficacenel verso conclusivo, “dai diamantinon nasce niente, dal letame nasco-no i fior”, che lascia trasparire l’atteg-giamento che De Andrè ha sempreriservato nei confronti delle animeperse e dei ceti sociali più indigenti:“tuttavia le donne di strada sono unmio tema sincero. Ho vissuto inmezzo a loro. Sono semplici, sponta-nee, hanno le loro grandi crisi, ma sispaccano come meloni, sono aperte enon piangono mai. Le donne dibuona famiglia si mettono subito apiangere” (F. De Andrè, cit.). Via delcampo rappresenta il ritratto emble-matico di una condizione umana chedimostra quanto, a volte, sia disage-vole il mestiere di vivere. In questosenso, il modo stesso in cui De Andrèutilizza la parola “puttana”, ovveroesplicitamente, senza enfasi, com-piacimenti, moralismi, rende concre-ta una parte di umanità che diventatanto più tangibile quanto più direttoè l’approccio che l’autore ha con laverità. De Andrè è riuscito, quindi,ad affermare l’identità di questi per-sonaggi, permettendo loro, un sep-pur minimo riscatto della propriadignità di esseri umani. “Forse nonlo sapevi, Fabrizio, che cosa avevifatto per me, per noi. In Bocca dirosa, in Via del Campo mi sonospecchiata. Ero una prostituta distrada e ti ascoltavo, e da dentro sen-tivo montare la mia dignità. Poi, gra-zie alla dignità sono venuti l’orgoglioe la ribellione” (C. Corso, cofondatri-ce del comitato per i diritti civili delleprostitute, cit.). Il termine “Bocca dirosa” invece, è spesso usato a spro-posito, come sinonimo di prostituta,ma la canzone, in realtà, parla di unaragazza che l’amore non lo fa perprofessione, ma per passione. Ed èproprio questo comportamento di“Bocca di rosa” che rende gelose ledonne del posto alle quali “aveva sot-
tratto l’osso” e che, per vendicarsi,fanno di tutto affinché venga esiliata.“Bocca di Rosa non è assolutamenteuna puttana. Perché se fosse stato uncadetto dell’Accademia di Livorno,per esempio, sarebbe andato tuttoquanto benissimo: sarebbe statasemplicemente una persona che siconcedeva volentieri... Quindi tuttobene! Trattandosi di una donna inve-ce è diventata una puttana, ma non èassolutamente vero, non è una putta-na per niente. È una persona che haaddirittura cambiato la mentalità diun paese” (F. De Andrè, cit.). La can-zone vuole essere uno sberleffo neiconfronti del giudizio o della con-danna dettati dal comune senso delpudore, rappresentato dalle comari,che, nonostante abbia avuto lameglio “nel paesino di Sant’Ilario”, inquanto riesce a mandar via Bocca dirosa, viene castigato al paese succes-sivo dove il parroco in persona lavuole accanto a sé in processionevicino alla Madonna, affiancando inun pericoloso confronto “l’amoresacro e l’amor profano”. La canzonedi Marinella altresì è la storia vera diuna ragazza, figlia di contadini, che asedici anni rimase senza un tetto e
orfana, sottrattale da parenti predo-ni. Lei fu quindi costretta al marcia-piede tra i paesini dell’Astigiano. Dueanni dopo, durante uno di questiappuntamenti, il cliente la scippò, lauccise e la gettò nel Tanaro” (F. DeAndrè). De Andrè lesse la notizia suun giornale quando era adolescente equalche anno più tardi decise diriscattare la morte della ragazzamodificandola con una canzone: “hocercato di reinventarle la vita eaddolcirle la morte” (F. De Andrè,cit). La storia della canzone, cosìcome scritta da Fabrizio De Andrè,diventa una storia d’amore con tona-lità fiabesche in cui una ragazzacostretta a prostituirsi ed in seguitouccisa, si trasforma in una principes-sa che per la sua bellezza viene porta-ta dal vento sopra una stella. DeAndrè con questa canzone concedeuna rivincita, una sorta di riscatto, aquesta donna che non è vittima solodel suo assassino, ma anche dellasocietà che l’ha costretta ai marginisenza darle nessuna possibilità dicambiare in maniera sana. Prinçesaè la canzone che apre l’album Animesalve, disco che parla di diverseforme di solitudine in cui vivono dif-
ferenti personaggi. La persona prota-gonista di questa canzone, tra l’altrorealmente esistita, si chiamava Fer-nandiño, ed era un travestito brasi-liano che è stato costretto a trasferir-si in Europa perché nel suo Paese diorigine, come travestito, rischiava lavita. De Andrè ha tratto spunto perquesta canzone da un romanzo scrit-to a quattro mani, in carcere, dallastessa Prinçesa e da Maurizio Jan-nelli, un ex brigatista condannato adue ergastoli. Secondo De Andrè “ilprimo marchio che la società impri-me consiste nell’impartire un sessounico e definito all’individuo senzatener conto “del chiaroscuro dove sinasce” (F. De Andrè, cit.). Fernan-diño, dal canto suo, sentiva di essereuna femmina già dall’età di sei annie, fin da piccolo cercava, davanti allospecchio, di figurarsi tra le suegambe una vagina, utilizzando duemezze noci di cocco per fingere dipossedere il seno. Una volta adultaPrinçesa cominciò a prostituirsi perriuscire a coronare il suo sogno,ovvero diventare una vera donnaattraverso gli interventi chirurgici,dopo che, da adolescente, i mezzichimici che aveva usato allo stessoscopo non erano riusciti a realizzaretotalmente il suo desiderio di vedersidonna. Fernanda (altro nome con ilquale Fernandiño si faceva chiama-re), lavorò in seguito con la casa edi-trice che l’aveva pubblicata fino al1999, quando, si suicidò, senza esse-re riuscita ad esaudire il suo deside-rio di avere un corpo totalmentefemminile. Anche in questa canzoneDe Andrè cerca di riscattare la vitadella protagonista, addolcendola conun lieto fine; nel brano, infatti, la sto-ria di Prinçesa si conclude con un’ul-teriore “trasformazione” della suavita: da prostituta, Fernanda, diven-ta l’amante ufficiale di un avvocato.Il grande insegnamento che DeAndrè ci ha donato, è che la poesianon è commiserazione, ma al contra-rio ci spinge a vedere le cose da unagiusta angolatura (senza troppi sfor-zi) e soprattutto ci aiuta a capiremeglio le varie realtà che, il più dellevolte non riusciamo a cogliere.Insomma, bisogna avere l’audacia diviaggare in direzione ostinata e con-traria, per incontrare noi stessi, glialtri e la bellezza.
di AlessAndro Piserà
Chi dice che un capo firma-to Lagerfeld è troppo ca-
ro, sbaglia. È arrivato final-mente il marchio “Low Cost”di Karl Lagerfeld, sono colle-zioni sia per uomo che perdonna che vengono vendutisul sito internet Karl.com. Ilprezzo minimo per un pro-dotto base donna come una t-shirt è di 69 e 89euro perquanto riguarda l’uomo. Perla linea man, Karl, inizia dedican-dosi alla t-shirt grafica in edizionelimitata. Una serie di 4 modelli conl’effige del designer usciti il 31 mag-gio 2012. Le magliette sarannodisponibili sia nel tipo per uomo
che per donna, e sarà laprima volta per il brand
di Karl.Bisognerà infatti at-tendere l’autunno-inverno 2012/2013per veder apparire
il tab “men” sull’e-shop della griffe di-
stribuita soprattuttoon-line, per ora la colle-
zione completa è disponibile solo
per donna. La linea woman infatti ècomposta da vestiti, pantaloni,magliette e di accessori come scarpe,borse, guanti, occhiali da sole, coverper Iphone... tutto in stile Karl-rock.Il design di queste t-shirt è realizza-to da un gruppo di grafici britannichiamato “I Love Dust”, che si è ispi-rato totalmente al look personaledello stilista tedesco (anelli, taglio dicapelli, guanti) ma anche ad alcunedelle sue più famose dichiarazioni,in modo da rispecchiare le lineeguida del progetto “Karl”, che è statodefinito un marchio di massa maallo stesso tempo di prestigio, incen-trato su un'offerta di prodotti creati-vi, ironici e "street".
LE CITTA’20
Ormai l’estate è finita e arri-va un altro cambio di sta-
gione... diciamo addio ai san-dali e diamo il benvenuto alleballerine. Queste scarpe hannoiniziato a diffondersi nel XXsecolo, ma iniziarono il loropercorso nella moda solo neglianni '50, quando le donnedecidono di voler lavorare ecapiscono che devono abban-donare i tacchi per scarpe piùcomode senza però dover per-dere la loro femminilità. Molti annifa solo si utilizzavano nella stagioneprimavera-estate, ma adesso neesistono di talmente tanti materialiche quasi si potrebbero portaretutto l’anno. Sono delle calzaturefemminile per la loro forma affuso-lata e comode per la suola più omeno piana. Negli anni si è conver-tita in una scarpa che si abbina aqualsiasi vestito perchè ne esistonodi tantissime forme, colori, stampee tessuti. Addirittura di gomma peri look più sportivi e ciabatta/balle-rine per combinarli con i piagiami.Le più cool per l’autunno sonoquelle con le paillettes per le festenotturne. Come combinarle? Con
un jeans, una blusa o un maglionci-no di cotone per le più casual, per lepiù chic con un bel vestitino nero oblu scuro. Le ballerine con un pò ditacco sono perfette per le donne-manager, le più fantasiose per leragazze e di tessuti pregiatiper le più cool. Oramaimolti stilisti non possopiù far a meno di inse-rirle nelle loro colle-zioni, le abbinano al-le borse, ai foulard,alle pashmine. Ormaiè scoppiata una veramania!
Play Time n. 27 - 26 Settembre 2012
La tendenza del momento
Ballerine, l’accessorio clou dell’autunno
Le grandi firme a prezzi modici
Ecco a voi il “Low Cost” di Karl Lagerfelddi Valentina Carboni
Link: valemood.blogspot.com
LE CITTA’ 21n. 27 - 26 Settembre 2012
C’erano una volta le boy band... eci sono ancora. Se negli anni
novanta i Take That aprirono unfilone che molto denaro portò nellecasse dei discografici e molta musicanelle casse degli stereo delle teen-ager di tutto il mondo, ora siamo difronte ad un nuovo capitolo. Treragazzi si conoscono dietro le quintedella trasmissione Io Canto e deci-dono di unirsi in un progetto poten-zialmente esplosivo. Dall’unione diKevan Gulia, Enrico Nadai e SimoneFrulio nascono i Freeboys. È proprioquest’ultimo a rispondere a qualchenostra domanda in concomitanzacon l’uscita del primo singolo, In-delebile, e del loro live romano il 29del mese al Teatro Ghione.Come è nato questo trio cosìgiovane?“Ci siamo conosciuti a Io Canto edopo la trasmissione abbiamo avutoqualche esperienza da solisti. Enricoha fatto un cd con un inedito e delle
cover, io ho fatto un ep e poi un cdche si può ancora trovare in venditanei negozi. E’ stato il mio produtto-re, Beppe Stanco, ad intuire chel’unione fa la forza e a proporci unaboy band. L’idea ci è piaciuta perchénon ce n’è ancora una in Italia for-mata da quindicenni ed è stato belloritrovarci insieme!”Presenti te e gli altri due con unpregio ed un difetto?“Un mio pregio fisico, dicono tutti,sono gli occhi azzurri mentre carat-teriale penso che sia la costanza cheho nel fare tutto bene: scuola, canto,sport quando lo facevo. Un difettoforse è che sono un po’ permaloso.Degli altri non ti dico nulla, non miva di litigare”.Cosa vi resta dell’esperienzacon la televisione?“Innanzitutto un ricordo… indelebi-le. Ricorderò sempre di essere statoin televisione e di aver partecipato atre edizioni di un bellissimo program-ma. Sono restate le grandi amiciziecon tutti gli altri ragazzi ed è restata
l’esperienza di salire su un palco,lavorare in diretta con delle telecame-re e con un regista come RobertoCenci che ammiro tantissimo”.Sognate il Festival di Sanremo?“Per adesso no, ma certamentesarebbe una bellissima esperienzada provare! Prima però dovremoimparare molto”.Che rapporto avete con i socialnetwork?“Direi ottimo. Io sono tutto il giornocon Facebook sottomano… Un’oc-chiata per vedere i commenti, salu-tare gli amici e sapere come stanno oper caricare le ultime foto”.Ci raccontate un aneddotodivertente accaduto duranteun live?“Con i Freeboys abbiano fatto pochilive e per ora non è successo nientedegno di essere raccontato. Da soli-sta però una volta la base si è inter-rotta per un problema tecnico ed hocontinuato la canzone senza baseinsieme alle fans che per fortuna lasapevano a memoria!”
Come avete consociuto il vo-stro produttore Beppe Stan-co?“Io lo conosco da quando avevo diecianni. Beppe cercava un bambino perregistrare i provini di due canzoniche voleva presentare allo Zecchinod’Oro e gli hanno dato il mio nome.Quando sono andato a Io Canto miha ricontattato e una di quella canzo-ne è entrata a far parte del mio cd”.È diventata più facile la vita conle ragazze dopo la notorietà?“Non era difficile nemmeno prima.Ora però bisogna selezionare chidavvero vuole essere mia amica, dachi vuole essere amica di una perso-na che è stata in televisione. In ognicaso tra le ragazze che ho conosciutograzie a questa mia passione ce nesono tantissime simpatiche con cuiho un bel rapporto di amicizia”.Cosa bolle in pentola?“(ride) Sulla pentola c’è il coperchioche non ti fa vedere niente! Speroperò che presto ci siano delle bellenovità!”
Play Time
Col suo Oltraggio all’ipocrisia Gabriella Montanari mette in mostra le sue “parole più oneste”
Se l’erede naturale di Dino Campana è donna…
L’intervista
FREEBOYSGiovani, belli, nati sul piccolo schermo“Ecco la nostra musica… Indelebile grazie alla tv”Kevan Gulia, Enrico Nadai e Simone Frulio: la prima boyband nata in una trasmissioneNon amici di Maria e nemmeno X Factor ma io canto, uno dei surrogati dello Zecchino d’OroIl 29 settembre in scena a Roma al Teatro Ghione
di Luca BussOLetti
A quasi un secolo dai Canti Orfici(1914) emerge, con la forza di unesordio poetico tra i più convincenti(Oltraggio all’ipocrisia, Lepisma,2012, Euro 12), l’erede naturale diDino Campana: Gabriella Monta-nari, romagnola di Lugo ma francese- anzi parigina - d’adozione. La sua èuna poetica della sincerità, delloscavo, della stretta ineludibile: allaricerca di “parole / sempre un po’ più/ oneste”. Sa che scriverà “meglio”quanto più scriverà “vero”. Cerca, di-fatti, la comunicazione poetica piùdiretta, più vicina alla vita colta dalvivo, ai discorsi detti (o non detti) sulpiano della quotidianità. Uno stileche per questo si percepisce in tutta lasua selvaggia, organica naturalezza.Una specie di carezza ispida. Unmiele sulfureo e stellare, che inebriama può avvelenare. L’eterno contra-sto tra vita e forma instaura, qui, unrapporto “delicato” tra improvvisa-zione e formalizzazione. La forma di
queste poesie è “libera”, ondivaga,sussultoria, pulsionale: aderisce aimovimenti del pensiero. La formasgorga di volta in volta dal contenuto:non viene imposta al di fuori, comeun “a priori”, un calco o un’impalca-tura. È una poesia assolutamente nonletteraria: consapevolmente non let-teraria. Eppure ha ascendenti indi-retti: Rimbaud, Lautréamont, Celine,Boris Vian, Bukowski, Kerouak. Unpasso indietro e un passo oltre cia-scuno di loro. E poi, soprattutto, DinoCampana. Ricordano i contempora-nei che la poesia in lui si comunicavacome vita, febbre, “scossa elettrica”,al di là dei versi. Le parole diCampana sono deviate da una tensio-ne “sublime e onirica”, come bruciateda un fuoco che le strappa al peso del-l’inutilità. Anche le parole di Gabriel-la non girano mai a vuoto: sono sem-pre “agganciate” a qualcosa, ingorde,carnali, materiche, concrete, imperti-nenti. Ogni poesia è come una pisto-
la: a Gabriella (ma soprattutto al let-tore) il piacere di tirare il grilletto,dopo aver puntato la canna contro lospecchio delle convenzioni. Questo èil suo “oltraggio all’ipocrisia”: il suomodo folle e amorale di dire che “il reè nudo”, di resistere alle sirene ane-stetizzanti della noia, della quietadisperazione: al “fascino discreto”della borghesia. Ne scaturisce unlibro dinamitardo che fa esplodere legabbie: una dichiarazione di guerracontro il perbenismo degli ipocritiche si accontentano, le “esistenzesedate” che obbediscono ai “comandicome reclute ignare”. La rimozionedelle energie sistematicamente impo-sta dalla società (che premia l’ipocri-sia e la mediocrità per potersi perpe-tuare in “sistema”, soffocando tutte leeversioni, quanto più creative e origi-nali) procura un enorme “disagio”:una rabbia spaventosa che deve purtrovare qualche sfogo. Parigi, doveGabriella vive, appare - nella sua veste
ufficiale -come incarnazione dell’ipo-crisia borghese, dei muri di gomma,delle forme, delle convenzioni, delpatto dei poteri conniventi. Ma èanche città-prostituta che “ti scrutacon gli occhi languidi da cagna in calo-re”, libertina, camaleontica, tentacola-re, multietnica, con le sue “sere di vel-luto” e i suoi odori di terre lontane, isuoi retaggi ottocenteschi (“làudano eassenzio”) da oblio decadente. UnaParigi vista con gli occhi romagnoli diCampana misteriosamente riaffiorati,in una donna, cento anni dopo.
Marco Onofrio
LE CITTA’22Play Time n. 27 - 26 Settembre 2012
Una finestra sulla televisione attra-
verso le parole di chi la vive ogni
giorno, la produce, la pensa, la con-
duce. TeLeCittà, a proposito di quell’
“ipermediazione” che il nostro setti-
manale nel suo piccolo sta tentando
di realizzare. Non senza, però, getta-
re un pensiero a quella che i cultori
della bella parola chiamerebbero “la
mozione degli affetti”.
Come primo ospite della nostra
rubrica, infatti, abbiamo scelto un
amico che il nostro settimanale,
ovvero i nostri lettori su carta o sul
web, oltre a noi che settimanalmente
diamo vita a Le Città non possiamo
non amare. E’ grazie a lui, l’indiscus-
so signore delle notti del Tg5 se il
nostro giornale, sin da appena nato,
ha superato prima il confine del-
l’anonimato, poi quello di Roma e del
Lazio. Pertanto, oltre agli indiscussi
meriti, delle vere e proprie medaglie
al valore della sua carriera che ci ha
ben raccontato in queste righe,la
nostra scelta, anche per gratitudine,
è ricaduta su di lui in un momento
peraltro speciale della sua vita: l’ad-
dio al Tg5 dopo vent’anni esatti.
Perché Paolo Di Mizio era tra i pio-
nieri del tg fondato da Enrico Men-
tana. Un passaggio che Di Mizio, già
autore del bel libro “Storia di Giu-
seppe e del suo amico Gesù”, roman-
zo edito da Marsilio nel 2007 intende
segnare con altre opere letterarie e,
per ora, con una iscrizione a Fa-
cebook tanto agognata dai suoi fan
che affettuosamente - un po’ come
noi - ne seguivano le gesta, raccon-
tando notti insonni, sogni realizzati o
mancati attorno alle sigle di inizio e
fine del tg della notte con immanca-
bile rassegna stampa firmata appun-
to Paolo Di Mizio. E del gruppo
Facebook sono le foto di quell’ultima
notte al Tg, poco più di un mese fa.
Paolo, sappiamo che è difficile
ma prova a raccontarci vent’an-
ni di nottate in redazione in
poche righe...
“Be’ quando il grosso dei giornalisti
andava via intorno alle 20,30 ogni
sera, e in redazione rimaneva solo la
piccola pattuglia da me guidata e
destinata al turno di notte, a me sem-
brava che cominciasse un tempo
magico, una specie di spazio favoli-
stico dove non è più oggi e non è
ancora domani. In quella dimensio-
ne un po’ surreale si cominciava a
preparare la rassegna stampa e il tg
della notte, con un occhio alle notizie
in previsione per domani. Insomma
la notte era una specie di torre dalla
quale vedevi l’oggi e il domani, il pas-
sato e il futuro. Un luogo dell’anima.
E mi piaceva molto”.
Raccontaci delle altre tue
avventure televisive, dei tuoi
inizi, delle tue emozioni...
“La prima volta che lavorai in televi-
sione fu con Maurizio Costanzo, a
Contatto, che era il telegiornale di
Pin (Prima Rete Indipendente), una
tv della Rizzoli-Corriere della Sera.
Erano i tempi pionieristici delle
prime tv private nazionali. Quando
mi assunsero, quasi mi dispiacque:
mi piaceva scrivere per i giornali e
pensai “adesso addio carta stampa-
ta”. Ma appena cominciai ad usare la
tv me ne innamorai. Capii che era
mille volte più potente della carta
stampata. La sera portavo a casa i
testi dei miei servizi, li rileggevo al
registratore e poi mi riascoltavo per
cogliere gli errori di intonazione, di
respirazione… Ricordo il giorno in
cui per la prima volta mi affidarono
un servizio “con sottofondo musica-
le”. Me lo commissionò il vicediretto-
re, Angelo Campanella, un maestro
di televisione e poi un grande amico.
Scelsi la musica di Wish you were
here dei Pink Floyd. Forse per questo
la considero la canzone più bella di
tutti i tempi”.
Il fatto, la storia che hai raccon-
tato e ti ha emozionato, in-
dignato o commosso di più?
“Be’, tanti fatti, tante storie. Diciamo
che il mio primo scoop è legato all’at-
tentato a Papa Giovanni Paolo II.
Quel pomeriggio tutti i giornalisti
corsero all’ospedale Gemelli, dove
era ricoverato il Papa e dove natural-
mente non poteva entrare nessuno.
Io invece mi precipitai all’ospedale
Santo Spirito, dove era ricoverata
una turista americana ferita a un
braccio da un proiettile sparato da
Ali Agca. Al momento dell’attentato
la donna si trovava a un metro o due
dal Papa. Poiché parlavo molto bene
l’inglese, riuscii a convincerla a rac-
contarmi tutto davanti alla telecame-
ra. Sei o sette minuti di intervista in
inglese. Fu un gran colpo per
Contatto. Il filmato fu venduto in
di Daniele PriorieMarco Montini
TE
Parla l’“uomo della notte” del Tg di Canale 5 poche settimane dopo aver condotto il suo ultimo telegiornale:“Emozioni e lacrime quella sera: Carlo Rossella è stato il direttore più duttile. Ma all’informazione italianamanca la cultura dell’anchor man che c’è negli Usa. Meritiamo tutti un 6-. Si può fare di più e meglio”
Ascoltaci su
PAOLO DI MVent’anni di nottate al Tg5, ora “Vi racconto la mia redazione d sempre sospesa tra l’oggi e il
LE CITTA’ 23Play Timen. 27 - 26 Settembre 2012
tutto il mondo: era l’unica testimo-nianza diretta sull’attentato al Papa.Due giorni più tardi tornai nell’ospe-dale. All’ingresso del reparto unsignore con cappello da cow-boy, unparente della ferita, esclamò: ‘MioDio, ti ho visto alla Cnn a Buffaloproprio ieri’. Pensai: non c’è nullapiù potente della televisione”.Hai avuto un mito tra i giorna-listi italiani o internazionali?“Uno: Indro Montanelli”.E tra i personaggi intervistati,quali ricordi?“Ne ho intervistati tanti, ma…diciamo che tre mi hanno impres-sionato per il loro carisma: Mar-garet Thatcher, Bill Clinton e…Paul MacCartney, l’ex Beatle”.È un bene o un male che ilgiornalista televisivo, specie ilconduttore, diventi in qualchemodo anche “personaggio” eentri nei cuori della gente?“È un bene, in teoria. Ma va dettoche per i conduttori dei tg in Italiaquesto non accade quasi mai.Molte volte il conduttore rimaneanonimo, non “sfonda” nel cuoredella gente. Diversa la situazionenegli Usa: lì il conduttore vienedetto “anchorman”, l’uomo-ancora(ma lo stesso vale per le donne,naturalmente), perché l’immaginee la forza del tg sono “ancorati” allasua credibilità nel raccontare lagiornata. Non a caso gli “anchor”americani conducono dal lunedì alvenerdì, sempre alla stessa ora. InItalia invece i conduttori si alterna-no: in genere sono quattro per ogniedizione e quindi ognuno appareuna settimana al mese. Questoindebolisce il legame con il pubbli-co e alla fine serve solo a renderetutti omologati, tutti più o menouguali”. Raccontaci dal tuo punto divista qualche “personaggio”tra i tuoi colleghi a Mediaset...Chi vince e chi perde secondote?“Non faccio elenchi di vincitori evinti, per carità. Mi piace piuttosto
ricordare uno dei direttori del Tg5,Carlo Rossella, che aveva e ha unaimpareggiabile duttilità giornalisti-ca: è un raffinato cronista di ‘nera’,è un gran conoscitore di politicaestera, è un arguto analista di poli-tica interna, ma non gli sfugge nep-pure l’ultimo gossip. Dirigeva il tgcon immaginazione, con classe econ umanità ma anche con polsofermo. E per giunta parla diverselingue straniere”. La cosa più strana successa inredazione. Quella più triste.Quella più bella. Quella piùcommovente. Pesca tra i tuoiricordi...“Essendo vissuto per venti anni piùin redazione che a casa, non baste-rebbero tutte le pagine di questogiornale. Diciamo che l’ultima gran-de emozione è stata la mia ultimasera al tg. La riunione di scalettaalle 20,30 si è trasformata in unafesta di addio: decine di colleghiproduttori, tecnici, che venivano adabbracciarmi. Poi a mezzanotte emezza è andato in onda il tg con lamia ultima rassegna stampa. Al ter-mine della rassegna ho detto dueparole di saluto ai telespettatori.Poi è partita la sigla e in quel
momento decine di colleghi, tecni-ci, amici, sono entrati nello studiobattendomi le mani. Alberto Duval,che conduceva insieme a me, mi haabbracciato e gli sono venute le la-crime agli occhi. Ecco, quella notte,rimasto infine solo, sono tornato acasa avvolto da un alone indescrivi-bile di emozione”.La rassegna stampa. Tu riusci-vi a sfogliare giornali e... gior-nalisti in pochi secondi, dise-gnando in pochissime parolele loro presentazioni/carte diidentità che spesso hannoincuriosito o invitato a legge-re. Che rapporto c’è tra cartastampata e tg e tra giornalistidella carta stampata e dei tg?“Io adoro i giornali e credo che que-sto si vedesse attraverso lo scher-mo. Il rapporto tra carta stampata etg è di simbiosi. Talvolta di canni-balismo. I giornali spesso imposta-no la prima pagina sugli argomentivalorizzati dai tg della sera, mentrei tg spesso cavalcano - il giornodopo - uno scoop o un tema impo-sto da un quotidiano. Ma la diffe-renza sostanziale rimane una sola:la carta stampata ha più capacità espazio per approfondire. Il tg si
guarda per le notizie, il giornale silegge per le analisi e le opinioni”. Un voto all’informazione tv inItalia. Quale il Tg più bello,quale il più intelligente, qualeil più... brutto?“Se dovessi fare una pagella gene-rale, mettendo dentro tutti i pro-grammi informativi e non uno inparticolare, come voto darei un 6meno. È la media tra qualche otto ediversi quattro. Dovremmo tuttifare un po’ di più e un po’ meglio”.
IZIO a l’addio
da favola domani…”
La gara in Europa League della Lazioha visto tornare i biancocelesti inquel di Formello con un punticinoprezioso, agli Spurs non sono infattibastati tre goal, tutti neutralizzati daifischi preventivi dell'arbitro, due perfuorigioco e uno per fallo in attacco.E' un buon punto, quello conquistatoa White Hart Lane, ma resta un piz-zico di rammarico per non aver vistouna Lazio spumeggiante come si èinvece palesata nelle prime giornatedi campionato. La Lazio ne escecomunque con la testa alta, ammira-ta da tutti, anche da Villas-Boas, perla sua compattezza in difesa e la suacapacità di tenere testa a un gruppopiù che blasonato come il Tot-tenham. La compagine biancocelesteè ricordata e rispettata in Europa, e asottolinearne i fasti sono anche itanti protagonisti che, con un passa-to biancoazzurro alle spalle, si sonofatti valere nei primi turni del-l’Europa che conta, la ChampionsLeague. Lichtsteiner, difensore diclasse in casa Juve, o Muslera nelGalatasaray ad esempio. Il City gui-dato da Mancini, ex laziale di classe,ha tenuto sul filo da torcere per
buona parte della gara il ben più bla-sonato Real Madrid di Mourinho,anche se poi gli spagnoli sono riusci-ti a prevalere. A segnare la rete delmomentaneo vantaggio inglese èstato, tra l’altro, proprio l'altro exbiancoceleste Kolarov. Da calcio dipunizione il terzino si è inventato untiro beffardo che ha ingannato Ca-sillas. Il difensore serbo ha passatotre intense stagioni con la casaccalaziale, mostrandosi uno degli uomi-ni più forti e ancora indimenticati erimpianti dai tifosi biancocelesti. Ilsuo ruolo di terzino non è ancora,
infatti, stato sostituito con qualcunoalla sua altezza, per qualità e soprat-tutto per continuità. Da non dimenti-care, poi, Roberto Di Matteo, attual-mente alla guida dei campionid’Europa, il Chelsea, il quale ha spa-ventato la Juventus, realizzando duereti in due minuti, salvo poi farsiriagguantare dalla tenace compaginebianconera. Laziali in Europa, genteche conta.
Silvia Panizza
LE CITTA’24
Un domenica di colore e riflessionequella del popolo laziale, rappre-
sentata dal Terzo tempo, dalla partitae da tanta solidarietà. Si parte conl’antipasto “servito” all’incrocio travia dei Colli della Farnesina e vialeAntonino di San Giuliano, dovemigliaia di tifosi si riuniscono perdirigersi insieme verso lo stadio, unhappening ideato dai ragazzi dellacurva Nord che riscosse un graditosuccesso già nel scorso campionato.Saltato a causa del maltempo in occa-sione di Lazio-Palermo, il terzotempo di e da Ponte Milvio è all’esor-dio stagionale e si appresta a divenireappuntamento fisso per i fan bianco-celesti. Non mancano slogan e coriincitanti la formazione di Petkovicche, dopo la buona prova contro ilTottenham, si rituffa in campionatoper puntare ad un strabiliante pokerdi vittorie. Il Genoa è squadra tosta,l’anno scorso espugnò la Roma bian-cazzurra per due reti ad uno. Klose edun ispiratissimo Hernanes nonhanno nessuna intenzione di fermar-si davanti a niente e nessuno, Grifonecompreso. Ore 20,45, il pallone è a
centrocampo mentre i 22 atletirispettano il minuto di silenzio persalutare la scomparsa di ArrigoGattai ex presidente del Coni. Laserata è mite, il gioco ha inizio ma leazioni più importanti le mette a segnola Nord ricordando il 31esimo com-pleanno del mai dimenticato Ga-briele Sandri e rivolgendo uno stri-scione al piccolo Christian Giacomini,il cui appuntamento con il destino èstato a dir poco paradossale. Circa 10giorni fa un vaso, precipitato dal sestopiano di un’abitazione nel quartiereappio, ha colpito il giovane che, nono-stante i soccorsi, da li a poco avrebbeperso la vita. Un episodio amaro cheGianni Petrucci ha voluto lenire ospi-tando i genitori, il fratellino e la zia diChristian, la cui passione per la Lazioera enorme. Un 13enne dinamico espigliato: suonava la chitarra, giocavaa calcio cercando di emulare i suoiidoli. Era in procinto di entrare a farparte di un squadra, emozionato poi-ché, se avesse passato il provino, lasua passione sarebbe diventata realtàda raccontare. La sua famiglia è allostadio solo per lui cercando di tra-scorrere un momento diverso daun’attualità di comprensibile soffe-
renza. La gara nel frat-tempo volge al termine,non importa che la Lazioabbia fallito il poker e cheil Genoa sia uscito vinci-tore. Christian, al fischiofinale, avrebbe impreca-to, poi magari si sarebbemesso a suonare la chitar-ra pensando all’indomanie alla scuola. Anche gliamici di classe hanno rag-giunto lo stadio, settoredistinti Nord, la Lazio èun espediente per restargli vicino.Non lo perderanno mai poiché il pen-siero è più forte di qualsiasi assenza.
Sport n. 27 - 26 Settembre 2012
Tutte le Notizie di tutti i Comuni
della Regione Lazio
La giornata oltre il campo. Domenica di emozioni e solidarietà per i fan
La Curva Nord nel segno di Gabriele e ChristianE prima del ricordo commosso ecco il Terzo tempodi Raffaele CaRdaRelli
Campionato
Una settimana da brividi
per le cugineL’impresa di una quarta vittoria diseguito all’inizio del campionatomai riuscita in casa Lazio non èarrivata, e ora i biancocelesti sonochiamati a risollevarsi contro ilNapoli di Mazzarri. Questa sera,per il turno infrasettimanale dellaquarta giornata di campionato, ilteam di Petkovic dovrà dare davve-ro il meglio di sé per potersi riscat-tare dopo l’immeritata sconfittacon il Genoa. Speriamo dunque divedere in campo la miglior forma-zione: Kozak e Zarate non sembra-no per ora all’altezza della situazio-ne, mentre Klose e Candreva appa-iono sempre fondamentali per que-sta squadra. Domenica, in casa, poiincontro facile facile con il Siena,anche se il gruppo di Cosmi è riu-scito nell’impresa di battere l’Interqualche giorno fa. Per la Roma,dopo lo stop forzato per il rinviodella gara con il Cagliari, staseraarriva in casa la Sampdoria, moltoprobabilmente con alcune defezio-ni come Osvaldo, Bradley, De Rossie Totti, i quali però ce la metteran-no tutta per giocarsi il big match disabato sera contro la Juventus. Unagara che, per Zeman, avrà unavalenza del tutto particolare visti itrascorsi, e che vedrà sicuramente ilgruppo giallorosso scendere incampo col coltello tra i denti.
Si.Pa.
Champions League. Tanti gli ex biancocelesti in campo
La Lazio e le sue stelle brillano in EuropaLa squadra di Petkovic strappa un buon pareggio a LondraSi fanno notare Di Matteo, Mancini, Kolarov e Muslera
LE CITTA’ 25
ABEL EDUARDO BALBO“Il mio sogno è quello di allenare la RomaMa ora è tempo di vincere con Zeman, un veroprofessore di calcio e preparazione atletica”L’ex attaccante giallorosso parla a Le Città
“Vinco con l’Arezzo poi vado in serie A come MontellaLui è il più bravo in panchina. Lo scudetto ancora alla Juve”
Sportn. 27 - 26 Settembre 2012
Il suo sogno è quello di allenare laRoma dopo il “professor Zeman”.
Centosettantuno gol in carriera, di cuicentocinquanta in Italia vestendo lemaglie di Udinese, Roma, Parma eFiorentina. Due nomi e un cognome.Abel Eduardo Balbo. Le Città è anda-ta a scambiare due chiacchiere conl’ex centravanti della Roma degli anni’90 attuale allenatore dell’Arezzo,squadra che milita nel campionatodilettantistico di Serie D.Il presente di Abel Balbo?
“L’Arezzo”.Il futuro?
“Agguantare la promozione in LegaPro. È questo il mio obiettivo, anzi ilnostro: il mio e quello della società”. Perché Ferrara, Mangia,
Montella, Leonardo hanno
esordito come allenatori su
panchine di Serie A, mentre
Balbo ha dovuto iniziare dalla
B, continuando poi la gavetta
attraverso la D dove allena
adesso; una sua scelta profes-
sionale o semplicemente il
destino?
“No, nessuna scelta professionale.Ogni allenatore dentro di se deside-ra iniziare la propria carriera daallenatore guidando il Real Madrid,ma purtroppo non è così che funzio-na nel mondo del pallone, eccettorari casi. Si è trattato semplicemen-te di occasioni che mi si sono pre-sentate davanti. Tuttavia in casicome quello di Vincenzo Montella,bisogna dire che il debutto imme-diato in A bypassando la trafila dellecategorie minori è stato giustificatodagli ottimi risultati. Vincenzoormai da qualche anno, prima aRoma, poi a Catania e ora a Firenzesta dimostrando di essere un grantecnico che fa giocare a pallone le
proprie squadre macinando gioco epunti”.Il tuo arrivo in Italia da calcia-
tore è stato caratterizzato dal-
l’esperienza a Udine in attac-
co, al fianco di Marco Branca;
Branca meglio da calciatore o
da dirigente?
“Marco è stato un giocatore straor-dinario, formidabile negli uno con-tro uno. A dispetto delle sue poten-zialità e delle sue qualità ha vintomolto meno di quello che avrebbepotuto, ha condotto una carriera afari spenti. Anche a livello dirigen-ziale è formidabile, negli ultimi anniall’Inter ha portato grandissimicampioni e i suoi colpi di mercatohanno condotto l’Inter a grandi vit-torie in Italia e in Europa con laChampions League del 2010”.Hai giocato molti anni a Roma
al fianco di Francesco Totti.
Un ritratto del capitano giallo-
rosso?
“Si è dimostrato un campione dalprimo momento che ha calpestato icampi della Serie A, non avevaneanche diciotto anni. Ha avuto unacarriera straordinaria, ha vinto loscudetto con la Roma e il mondialenel 2006 con la Nazionale italiana.È un giocatore che ha dato tanto allaRoma e al calcio italiano e che può
offrire ancora molto,data anche la condizio-ne fisica perfetta che hadimostrato di avere inquesto inizio di campio-nato”.Totti ha vinto tanto
ma avrebbe potuto
vincere di più?
“È indubbio che andan-do fuori avrebbe vintomolto di più, ma luiancor prima di essereun calciatore della Ro-
ma, è un suo tifoso, è stato autore diuna scelta nobile. Nel calcio moder-no in cui si bada solo al guadagnopiuttosto che ai valori, una decisio-ne come quella di Francesco non laprenderebbe più nessuno”.Lei è stato allenato da numero-
si grandi allenatori, il primo
che viene in mente è Carlo
Mazzone, se dovesse darne
una descrizione che parole
userebbe?
“Un personaggio straordinario, daigrandissimi valori umani. Io l’hovisto come un padre, mi ha aiutatoin tutti gli aspetti della vita”.Capello invece?
“È un vincente e come tale si preoc-cupava esclusivamente del rendi-mento dei calciatori, ecco la diffe-renza con Mazzone, Carlo badavaanche al lato umano di ognuno dinoi”.Balbo allenatore ha un model-
lo?
“No, non ho un modello ben preci-so, preferirei dire che Abel Balbo haun’identità propria. Chiaro, l’esserstato allenato da grandissimi tecnicimi ha aiutato tanto e mi ha aiutatutt’oggi nella professione che fac-cio”.La nazionale ti ha dato la pos-
sibilità di giocare al fianco di
Diego Armando Maradona.
Che ricordi porti dentro del
pibe de oro?
“È stato un’artista del pallone. Misento parte dell’elite dei fortunatiche ha potuto giocare al suo fianco.È stato sempre l’idolo per me e pertutti gli altri argentini”.Come vede la Roma in questo
campionato?
“È una squadra molto competitiva;insieme a quella della Juventus e delNapoli, ha una delle rose più com-plete di tutto il campionato, può faremolto bene. Poi ha un allenatore inpanchina, Zeman, che pratica uncalcio spettacolare. Gli ingredientiper far bene la Roma li ha.Lei è stato anche allenato da
Zeman a Roma per un anno. Ci
sveli qualche segreto sui tanto
discussi metodi di allenamen-
to del boemo.
“Zdenek è un professore di prepara-zione atletica, ha studiato. I suoiallenamenti sono molto rigidi eduri, ma non è mai morto nessuno.Tutto sta nella disponibilità dei cal-ciatori”.Il calcio zemaniano sono più
muscoli o più estro e fantasia?
“I muscoli ci sono ma in giustamisura, il suo è piuttosto un calciomolto propositivo, le sue squadresono molto aggressive. Chiara-mente il suo modo di far giocare lesquadre toglie un pizzico di fanta-sia, dal momento che propone ungioco piuttosto schematico, c’ècomunque da dire che le sue squa-dre sono gradevoli da vedere”. Un sogno nel cassetto?
“Allenare la Roma, conosco l’am-biente, quella gente e i tifosi. Misentirei a casa”.Chi vincerà la Serie A?
“La Juventus. È la squadra più or-ganizzata”.
di Luca Priori
LE CITTA’26
Calcio. Bomber Barraco trascina il Latina. In gol con Cynthia e Lupa gli ex marinesi Fanasca e Paolacci
Lega Pro, continua il dominio delle lazialiSerie D, primo punto in casa per il Marino
Sport n. 27 - 26 Settembre 2012
La Lega Pro è dominata in manie-ra indiscussa dalle squadre lazia-
li. Con il Latina capofila della primadivisione, seguito a un punto dalFrosinone e l’Aprilia ancora in te-sta alla seconda divisione.Lega Pro-Prima divisione Showdel Latina che dopo la sconfittapatita nella prima giornata di cam-pionato contro il Pisa, non si fermapiù. Nella quarta giornata di cam-pionato gli uomini di Pecchiahanno superato di misura per 1 a 0in casa il Sorrento. A regalare i trepunti ai pontini ci ha pensato ilsolito Dario Barraco, vero e propriojolly del Latina che ha piazzato dai30 metri un tiro imprendibile sottola traversa della porta difesa daPolizzi. Per il centrocampista ro-mano è il terzo centro in quattropartite e grazie ai suoi gol il Latinasi ritrova ora in testa alla classificacon nove punti. Ad un solo puntodi distanza, secondo, segue il Fro-sinone dell’ex Toro Roberto Stel-lone che domenica ha vinto per 1 a
0 in trasferta a Prato con un gol diAurelio. Sulla partita pesa la clamo-rosa svista del direttore di gara chenon concede rigore su Tiboni atter-rato dal portiere dei canariniZappino e per di più sventola all’at-taccante del Prato il secondo gialloper simulazione.Seconda divisione - Torna fra iterresti l’Aprilia che non ne rifilatre ai suoi avversari ma deve accon-tentarsi di un pareggio per 1 a 1 incasa dell’Hinterreggio; risultatoche garantisce comunque ai pontini
la testa della classifica.Serie D - Nel girone F primopunto in questo campionato per ilCittà di Marino allenato dal neotecnico Scarlato. I marinesi hannopareggiato in casa, andando in van-taggio con Quadrini, per 1 a 1 conl’Astrea che ha ripreso il match sol-tanto nella ripresa. Per il Marino èun ottimo pareggio considerandol’ottima classifica dell’Astrea. Nellostesso girone grande illusione per ilCivitavecchia che nel primo tempova in vantaggio per 2 a 0 in casa
contro la Casertana ma che nel
secondo tempo viene raggiunta per
poi essere superata nel finale dal
gol del campano Majella che fissa il
risultato sul 2 a 3. Continua la mar-
cia al piccolo trotto del San Cesareo
che mette a segno il secondo pareg-
gio consecutivo, questa volta in
casa del Fidene, conquistandolo di
nuovo negli ultimi minuti del
match che si è chiuso sul risultato
di 2 a 2. Nel girone G fanno rumore
i gol dei marinesi; segnano infatti
con il Cynthia il neo acquisto, arriva-
to dal Città di Marino, Fanasca,
mentre con la Lupa segna l’ex
Marino Paolacci. I genzanesi vinco-
no grazie ai gol dei neo acquisti
Caboni e Fanasca mettendo k.o., in
trasferta, con un 2 a 0 netto l’Ostia
mare che rimane arenato così a zero
punti. Grande vittoria per 2 a 0 della
Lupa Frascati in casa nei confronti
del Progetto Sant’Elia. Prosegue la
marcia inarrestabile della Sarnese,
che grazie all’ultima vittoria casalin-
ga contro l’Anziolavinio per 2 a 0
mantiene a punteggio pieno il co-
mando del proprio girone.
di Luca Priori
LE CITTA’ 27
SERIE D: ORLANDO FANASCA“Io, bandiera del Marino, ammainata per troppo amore”L’attaccante testimonial dell’era Esposito parla dopo il suo passaggio al Cynthia: “Amo la mia città ma la squadrasi era davvero ridimensionata eccessivamente. Per questo sono andato via. Ma con il presidente sono rimasto in amicizia”
Sportn. 27 - 26 Settembre 2012
Circa due settimane fa il presi-
dente del Città di Marino,
Antonio Esposito dopo la sconfit-
ta della sua squadra per 2 a 0 in
casa, contro gli abruzzesi del
Renato Curi Angolana, ha rasse-
gnato le dimissioni non avendo
digerito l’atteggiamento di alcuni
calciatori durante le prime due
giornate di campionato, dimissio-
ni poi ritirate una decina di giorni
dopo, in concomitanza con la
nomina del nuovo allenatore
Gennaro Scarlato che è andato a
sostituire Iardino, fattosi da parte
dopo le tre pesanti sconfitte con-
secutive.
Il caso si è aperto quando il gior-
no dopo le dimissioni di Esposito
a lasciare il Marino è stato il capi-
tano Fanasca che si è trasferito a
Genzano nelle fila del Cynthia.
Questa settimana Le Città è anda-
ta a scambiare due chiacchiere
con il centrocampista nativo di
Marino per fare una volta per
tutte chiarezza.
Ora sei al Cynthia di Gen-
zano facciamo un passo in-
dietro, cosa è successo a Ma-
rino?
“A Marino sono stato due anni
fantastici. Il primo anno abbiamo
vinto la Coppa Italia regionale
nell’Eccellenza e abbiamo dispu-
tato con l’Ancona la finale di
quella nazionale per accedere in
serie D, siamo stati sconfitti dai
marchigiani, ma nonostante ciò
abbiamo avuto l’accesso alla serie
D. Lo scorso anno è stato meravi-
glioso, siamo arrivati secondi sol-
tanto dietro alla corazzata Sa-
lerno. Quest’ anno ho capito sin
da subito che c’era stato un ridi-
mensionamento ma inizialmente
ho accettato la situazione. Tut-
tavia, trascorrendo le settimane,
ho capito che non potevo far più
parte di quella società. Il ridimen-
sionamento è stato eccessivo.
Probabilmente la società non è di
questo avviso, ma io me ne sono
convinto. Alla causa del Marino ci
tenevo troppo e in questo mo-
mento a Marino ci
sono troppe cose che
devono essere siste-
mate ma che ora non
c’è possibilità di si-
stemare”.
Per fare chiarezza
con la piazza ma-
rinese, nessuna fri-
zione con il presi-
dente Esposito?
“Assolutamente no.
Esposito è stato uno
dei migliori presi-
denti che abbia mai avuto. Ora
con il presidente siamo amici più
di prima. Sono andato via facen-
do una scelta del tutto personale.
Quando sono arrivato a Marino
gli obiettivi erano altri: dovevamo
arrivare in Lega Pro. Quest’anno
il Marino non ha l’organico per
tentare una scalata simile. Devo
comunque dire che il presidente
ha tentato in tutti i modi di con-
vincermi a rimanere, ma il pro-
getto di quest’anno non faceva
più per me. Se fossi rimasto a
Marino, magari tacendo i miei
dubbi e la mia volontà, avrei con-
tinuato a percepire lo stipendio
non svolgendo tuttavia il mio
compito nel miglior modo possi-
bile, perché sono convinto che se
non sei in pace con te stesso, non
riesci neanche a lavorare al
meglio delle tue possibilità. An-
che se non avessi trovato un’altra
squadra, avrei preferito rimanere
fermo piuttosto che “rubare” lo
stipendio continuando a giocare
per un progetto che non sentivo
più mio”.
Che ci dici della realtà genza-
nese?
“Una grande realtà. Sono molto
organizzati, fanno calcio ormai da
moltissimi anni. Hanno una clas-
sifica molto difficile anche loro.
Sono andato via da una squadra a
zero punti in classifica per appro-
dare in un’altra che è nella stessa
situazione. Tuttavia devo sottoli-
neare che il Cynthia ha la volontà
di tirarsi fuori da questa realtà:
hanno preso ottimi giocatori.
Oltre me, infatti, hanno acquista-
to Panarelli, Ciafrei e Caboni.
Tutti giocatori di valore”.
Quali sono gli obiettivi del
Cynthia?
“Nell’immediato l’obiettivo pri-
mario è quello di risollevarsi
dopo tre sconfitte in altrettante
partite di campionato. Per quanto
riguardo la stagione nel suo com-
plesso con questi nuovi innesti la
squadra può fare senza dubbio un
buon campionato”.
A Marino eri il capitano a
Genzano sei uno dei tanti,
come vivi questo ridimensio-
namento?
“Chiaro a Marino giocavo per la
città, avevo tanti amici e parenti
in tribuna. Ero il simbolo della
squadra. Ora ho fatto altre scelte.
Non voglio che a Genzano legga-
no il mio curriculum per capire
che Fanasca è un buon giocatore,
voglio dimostrarlo sul campo.
Non conta il passato, conta solo il
presente, darò il massimo per il
Cynthia”.
Con il Cynthia che tipo di
accordo hai?
“Sono andato in prestito. Il pre-
stito scade a dicembre, ma sono
già d’accordo con la dirigenza
genzanese per proseguire questa
nuova esperienza”.
di Luca Priori
LE CITTA’28 n. 27 - 26 Settembre 2012
La vecchia Atac nella Roma di ieri
Inaugurata al polo museale Atac lamostra Atac: la città, le persone,l'azienda. In esposizione le foto del-l’archivio storico dell’ex municipa-lizzata, allestite nelle motrici e nei
vagoni d’epoca conservati nei giar-dini del museo. Nelle immagini, ilquotidiano e l’atmosfera dellaRoma del secolo scorso come emer-gono da uno dei “segni” urbani piùforti e caratterizzanti. Compagni divita per generazioni di cittadini,studenti, pendolari del lavoro; e perchi li guidava e ci saliva sopra perfare il proprio mestiere. Foto cuiviene di associare immediatamen-te, scene di cinema in bianconero:la bonaria ma tagliente ironia deibigliettai, la pazienza degli autisti, inugoli di ragazzini che si attaccava-no ai mancorrenti esterni dei tram.Fino al 19 ottobre. L’accesso è dallastazione Roma-Lido (Piramide).Dal lunedì al giovedì 9-16, venerdì9-13, sabato e festivi chiuso.
L’agenda
A partire dal 27 settembre fino al
30 settembre 2012, la Nuova Fiera
di Roma presenta: Romics, il
Festival del fumetto dell'animazio-
ne e dei games. Oramai è un vero e
proprio evento culturale che è
giunto alla 12esima edizione, pro-
prio perchè tutto il mondo manga
è diventato una forma d’arte e di
spettacolo che è entrata a far parte
della cultura italiana giovanile.
Anche quest’anno il Festival pro-
porrà quattro giorni di kermesse
ininterrotta con eventi, spettacoli
e proiezioni per
tutti i gusti, ma
non finisce qui
perchè ci sarà
anche il con-
corso dei Ca-
stelli Anima-
ti/Tutto Digi-
tale, le Proie-
zioni, le Ante-
prime, le Con-
ferenze e i Con-
vegni, i games
dell’Area En-
tertainment, il
mitico Cosplay Romics Award, con
le selezioni per il World Cosplay
Summit di Nagoya e l’Eurocosplay
di Londra ecc...
E per concludere anche quest’an-
no non mancheranno gli appunta-
menti con i Romics d’Oro 2012, i
grandi ospiti della manifestazione,
grandi firme del fumetto italiano e
internazionale che si alterneranno
sul palco di Romics per raccontare
la loro straordinaria carriera arti-
stica.
Valentina Carboni
Al via Romics, il Festival del fumetto
Nerola è un comune di 1.700 abi-
tanti, situato sui Monti Lucretili.
Si ritiene che Nerola si erga laddo-
ve nell'età preromana sorgeva
Regillo. Popolo di guerrieri, tra i
regillesi era molto diffuso il culto
per la dea Nereine, alla quale era
dedicato un santuario. Dea della
forza da Nereine e dal ricordo del
suo culto deriva anche il nome di
Nerola. Regillo diede i natali ad
Atta Clauso, capostipite della gens
Claudia, da cui discende Nerone.
Atta Clauso, nobile regillese, nel
tentativo di porre fine alla guerri-
glia tra le famiglie locali, aveva
suggerito agli altri capi sabini la
possibilità di un accordo e dialogo
con Roma. Per cui venne accusato
di alto tradimento e costretto a
scappare. Dopo la sua fuga Regillo
divenne progressivamente disabi-
tata, andando infine in rovina.
Venne tuttavia rifondata dalla
stessa famiglia Claudia. La tradi-
zione vuole che proprio a Nerola, il
celebre Nerone avesse fatto
costruire una sontuosa villa. Pur
non essendoci riscontro storico di
ciò, il credo popolare è condito da
numerose leggende. Sembra che le
efferatezze dell'imperatore si spin-
gessero a tal punto che sfogava la
propria crudeltà facendo soppri-
mere i giovani che avevano rag-
giunto la maggiore età. La conso-
nanza tra il nome di Nerola e
Nerone non implica necessaria-
mente un rapporto diretto, Nerone
era un appellativo che la famiglia
Claudia assegnava a chiunque,
nel clan familiare, fosse dotato di
un carisma e forza particolari.
Tale usanza è forse legata alla
località d'origine della gens
Claudia, Regillo, e alla loro devo-
zione per la dea Nereine. Nel XII
secolo il feudo venne concesso
agli Orsini, che vi costruirono
l'attuale Castello. Alla fine del XV
sec fu rinforzato il borgo. Nel
1644 Nerola venne ceduta ai
Barberini, nel 1728 invece ne
entrarono in possesso i Colonna
di Sciarra, quindi ancora ai Lante
della Rovere. Un contingente di
garibaldini occuparono il castello
nel 1867. Nel 1939 il castello
passò al marchese Ferrari-Frey.
Comuni da scoprire: Nerola
Armi e corazze al museo
delle Mura
In corso fino al 15 dicembre, alMuseo delle Mura di Porta SanSebastiano, Armi dei Romani,ricostruzioni dalla fine del I seco-lo d.C. al IV d.C. - L’armamentodelle legioni romane nel periododella nascita e sviluppo delleMura Aureliane. La mostra, pro-mossa dal Campidoglio è a curadell’associazione culturale Ar-cheos.Repliche fedeli di armi d’epocaimperiale sono in esposizione suidue piani del Museo delle Mura:Di gladiatori la mostra parla per-ché - sottolineano i curatori - ècerto lo “stretto legame funziona-le” tra loro e l’esercito: quest’ulti-mo si servì ampiamente dei cam-pioni circensi come di forze “disfondamento”, grazie alle supe-riori doti tecniche, di forza fisica edi abilità nel combattere con laspada. Il Museo delle Mura è invia di Porta San Sebastiano 18 aRoma.
di Daniela Mei
LE CITTA’ 29Home PageAgenda Estaten. 27 - 26 Settembre 2012
Slash e il suo Apocalyptic LoveSaul Hudson. È questo il nome di battesimo del chitarrista meglio cono-sciuto con lo pseudonimo Slash, ex colonna dei Guns N‘ Roses dei beitempi, quelli in cui insieme adAxel Rose, sputava fuoco e fiam-me con la sua Gibson. Di incen-diare i palcoscenici, tuttavia, l’ar-tista londinese non si è ancorastufato e per la gioia dei suoi fanromani, si esibirà nella capitale ilprossimo 24 ottobre al Pala-lottomatica, insieme a MylesKennedy and The Conspirators,presentando il suo secondo album da solista Apocalyptic Love dopo ilprimo lavoro del 2010 intitolato semplicemente Slash. Una carriera tren-tennale, trasgressiva, turbolenta, costellata da pietre miliari del rock, sututte Appetite for Destruction, un “delicato” assaggio della potenza che iGuns sprigionavano tra gli anni ’80 e ’90 e degli inconfondibili assoli dichitarra del buon Slash. Dopo il loro clamoroso scioglimento, ha fondatoun gruppo tutto suo: gli Slash’s Snakepit in vita, a mozzichi e bocconi, finoal 2000. Poi si è riunito con altri ex componenti dei GnR nei VelvetRevolver per poi successivamente immergersi nel percorso da solista,sciogliendo definitivamente quel dubbio “ma Slash è ancora lui oppure nosenza i Guns N’ Roses?”. Certo che è lui, i Guns non saranno mai più glistessi senza il loro storico chitarrista. Un’ipotetica reunion, per il momen-to, è fuori discussione ma non c’è da preoccuparsi, perché anche stavoltaSlash tirerà fuori dal suo inseparabile cappello a cilindro un’altra magicanotte di puro rock esplosivo.
Jacopo Paoletti
Un’Orchestraccia al Circolo degli ArtistiMischiare la tradizione della musica romana con un ensemble di grandimusicisti capitolini? Yes we can e il risultato è spettacolare. Lo potreteascoltare con le vostre orecchiegiovedì 27 al Circolo degli Artistiquando salirà sul palco l'ormaimitica Orchestraccia. Nasce dal-l’idea e dalla voglia di attori ecantanti di unire le loro espe-rienze partendo dal folk degliautori romani tra ottocento enovecento per arrivare al dub eal rock ballabile. Le presenza sulpalco è così ricca che si rischia difare effetto elenco del telefono:Marco Conidi (cantautore, attore), Edoardo Leo (attore e regista),Edoardo Pesce (attore), Luca Angeletti (attore e sceneggiatore), RobertoAngelini (cantautore), Diego Zoro Bianchi (blogger, attore), GiorgioCaputo (attore, regista, sceneggiatore) e tanti altri si aggiungono amiciartisti e sopraffini musicisti come Diego Calcagno, Riccardo Corso,Matteo D’Inca?, Giovanni Di Cosimo, Gianfranco Mauto, DanieleNatrella, Matteo Pezzolet e Guerino Rondolone. Il fenomeno è così cre-scente che se n'è accorta anche la scatoletta magica. Il debutto televisivodell'Orchestraccia risale, rigorosamente in prima serata, al 3 marzo insostituzione di Elio e le Storie Tese come resident band di THE SHOWMUST GO OFF di Serena Dandini a La7. Se avete voglia di pogare nellastoria, tra un Alla renella e un Nina si voi dormite, questa è la seratavostra nella splendida cornice di uno dei club di Roma più attivi nellascena dell'underground.
Lu.Bu.
Buon appetito con la musica d’autoreLa musica merita di essere ascoltata ovunque si riesca a farlo. E' pro-prio dalla ricerca di nuovi spazi per suonare che nasce l'appuntamen-to A cena con i cantautori che il 27 avròluogo alla Trattoria da Silvano nel miti-co quartiere di San Lorenzo a Roma. 12euro cena e concerto incluso. L'idea è diNicco Verrienti, cantautore salentinofamoso anche per essere la penna dialcuni brani di successo tra cui CercavoAmore di Emma Marrone. L'artista èun nome cult nell'underground indie.L'esplosione si deve al suo primo singo-lo Camilla chiamami adesso, edito dalla Sony Bmg, e all'inno delCasarano calcio Casarano sei tuttora cantato a squarciagola dagliultras pugliesi. Nel cast ci sono diverse sorprese. E' prevista la presen-za di Marco Iecher, poliedrico autore di Arianna che presta la sua voceanche come speaker radiofonico, e di Dennis Bertolini, famoso peravere citato l'ispettore Derrick nella canzone Mia nonna. Non mancaneanche “la legge” con la musica del magistrato Lorenzo Delli Priscoliche con “Direzione Anagnina” fotografa benissimo il classismo ancoravivo a Roma. La lista si chiude con Adriano Brancato, Claudio Zilli eDejan Cetnikovic. E' dalla notte dei tempi, cioè dalla cantina del FolkStudio in Trastevere, che gli “strimpellatori” dell'attualità si riunisco-no nei luoghi più inconsueti per raccontare le loro emozioni e le storiedel nostro paese. Da questo contesto sono usciti nomi come DeGregori, Venditti e Cocciante. Se il buongiorno si vede dal mattino...
Luca Bussoletti
Il Teatro Studio Uno resta Senza NienteAl Teatro Studio Uno, sull’onda del successo al Roma Fringe Festival, è inscena per il terzo anno consecutivo il progetto Senza Niente della compa-gnia mantovana Teatro Magro, con l’obiet-tivo di valorizzare le giovani compagnieindipendenti della scena off, presentandoun cartellone che privilegia la drammatur-gia contemporanea e la sperimentazione. Afare gli onori di casa è l’associazione cultu-rale La Cattiva Strada, tribute band dell’in-dimenticato Fabrizio De Andrè, che daquattro anni gestisce il teatro. «La compa-gnia mantovana Teatro Magro - spiega il Direttore artistico del TeatroStudio Uno, Alessandro Di Somma - apre la stagione con due monologhi,Senza Niente 1 e 2 che, attingendo dalla quotidianità, denunciano lo ste-reotipo, il luogo comune, la retorica, il tutto permeato da un’ironia checostringe a mantenere sempre alto il livello di attenzione e l'osservazionecritica della realtà, per una prospettiva indipendente e disincantata». Ilprogramma della kermesse romana, che si svolgerà dal 5 al 7 ottobre sem-pre alle ore 21 in via Carlo della Rocca 6, prevede la doppia versione SenzaNiente 1/ L’Attore, con Alessandro Pezzali e Senza Niente 2/ Il Presidente,con Marina Visentini, entrambi per la regia di Flavio. Per il resto della sta-gione la fucina di idee del Teatro Studio Uno proporrà la novità delle resi-denze temporanee: sei compagnie svilupperanno il proprio spettacolodirettamente negli spazi del teatro, traendo ispirazione dallo stessoambiente perla messa in scena.
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LE CITTA’30 n. 27 - 26 Settembre 2012
Scintille d’amore affascina la Grande Mela
Il Columbus Day vuole celebrare
il matrimonio italiano
Entusiasmo, elettricità e… scintille.
Inizia ufficialmente il mese delle
spose. L’autunno delle anteprime è
pronto a brillare già questa settima-
na nel proscenio prestigioso di “Ro-
ma Sposa” che vedrà la consacrazio-
ne capitolina del successo che ha
acceso quest’estate a Comacchio i
riflettori di Rete 4 e gli occhi del-
l’Italia intera sulle “Scintille d’amo-
re” che da Comacchio si sono messe
in luce, anzi, hanno fatto luce grazie
alla magistrale sfilata della bella
Cecilia Rodriguez che ammireremo
nuovamente nelle prossime date di
Roma e del Lazio. Scintille d’amore
ha colto nel segno. Nelle sue sfuma-
ture cangianti di luce le spose hanno
colto i passaggi della vita che grazie
all’amore, nonostante i problemi e le
difficoltà della quotidianità, riescono
ancora a illuminarsi. E proprio
l’amore, con la sua dirompente bel-
lezza, è la sintesi racchiusa in tutti gli
abiti da sposa ma specialmente in
questo capo d’eccezione destinato
ancora a stupire in Italia e oltre.
L’ottobre da sogno per gli abiti da
sposa, infatti, non si esaurirà nelle
pur prestigiose rassegne che, fino
alla prima decade di novembre, ci
porteranno in giro per la nostra
regione (dalla Fiera di Roma con For
Wedding dal 5 al 7 ottobre, a Latina
Sposi dal 9 all’11 novembre) eventi
che già nel precedente articolo della
nostra rubrica avevamo presentato
ma ci sarà di più. Proprio grazie alla
luminescenza di Scintille d’Amore
l’orgoglio e la bellezza italiana del
marchio Celli avrà la possibilità di
varcare idealmente l’oceano, speran-
do di vestire sogni anche a New York.
Proprio in queste ore, infatti, è arri-
vata la richiesta che ci ha particolar-
mente inorgoglito di veder sfilare il
nostro abito al Columbus Day, gior-
nata simbolo, in special modo per gli
italiani d’America, che nella prima
decade di ottobre ricorda la scoperta
del Nuovo Mondo grazie al coraggio
del genovese Cristoforo Colombo.
Una traversata transoceanica di idee
e stile per affermare ancora una volta
l’unicità del matrimonio italiano.
Non più, probabilmente, come sen-
tiamo spesso dire, nella famigliola
perfetta del Mulino Bianco ma anco-
ra e sempre nel lampo di immagina-
zione, quella materia di cui secondo
Shakespeare sono fatti i sogni, di cui
qui e ovunque continuano a intra-
marsi tutte le storie d’amore che
sognano di arrivare all’altare. Poco
importa se rinascimentale e italico o
postmoderno e futurista come la
Grande Mela. Nessuno fortunata-
mente può fermare il desiderio di
gioia, amore, serenità e eternità rac-
chiusi nel rito e cuciti nell’abito di
ogni matrimonio.
La stilistadi tutte le spose
di Maria Celli
La stilista Maria Celli
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