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C C O O D D I I C C E E E E T T I I C C O O Revisione n. 1 (Delibera n. 265 del 26/06/2007)

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SOMMARIO CAPITOLO I IL PROGETTO E LA METODOLOGIA APPLICATA 4 1. Il progetto 4 2. Il Codice Etico 5 3. Il Modello Organizzativo 5 CAPITOLO II PRINCIPI GENERALI 7 1. Rispetto dei principi e delle norme vigenti 7 2. Onestà e correttezza 7 3. Imparzialità e pari opportunità 7 4. Riservatezza 8 5. Rispetto dell’Ambiente 8 CAPITOLO III RAPPORTI CON LA CLIENTELA / UTENZA 9 1. Modalità del servizio 9 2. Trasparenza e completezza dell’informazione 9 3. Diritti dei Clienti / utenti 9 CAPITOLO IV AMMINISTRAZIONE AZIENDALE 10 1. Corporate Governance 10 2. Trasparenza della contabilità 10 3. Sistemi di controllo interno 10 CAPITOLO V RELAZIONI ISTITUZIONALI E PUBBLICHE 11 1. Responsabilità e rappresentanza verso i terzi 11 2. Eticità e trasparenza nella redazione dei documenti verso l’esterno 11 3. Comunicazioni dall’esterno 11 4. Rapporti con le Associazioni ed Enti portatori di interessi collettivi 12 CAPITOLO VI RAPPORTI CON I FORNITORI 13 1. Approvvigionamenti 13 2. Applicazione del Codice Etico 13 CAPITOLO VII RAPPORTI CON I DIPENDENTI / COLLABORATORI 14 1. Tutela della dignità del lavoratore 14 2. Ambiente di lavoro 14 3. Selezione e valorizzazione del Personale 14 4. Doveri dei Dipendenti / Collaboratori 15 5. Conflitto di interessi 15 6. Regali, omaggi e benefici 15

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CAPITOLO VIII EFFETTIVITA’ DEL CODICE ETICO 17 1. Il Comitato di Valutazione 17 2. Compiti del Comitato di Valutazione 17 3. Sistema sanzionatorio 18 CAPITOLO IX OBIETTIVI E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 19 1. Normativa di riferimento 19

1.1 Principi Costituzionali 19 1.2 Normativa nazionale 19 1.3 Normativa regionale 20 1.4 D. Lgs 8 giugno 2001 n. 231 20 1.5 Altre fonti 22

CAPITOLO X DESCRIZIONE DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’ASL DI MANTOVA 23 1. Mission istituzionale dell’ASL 23 2. Vision aziendale 24 3. Struttura organizzativa centrale dell’ASL 25

Organigramma aziendale e relativi flussi 26 3.1. Organi Aziendali 27

A) Il Direttore Generale 27 B) Direttori Amministrativo, Sanitario e Sociale 28

3.2 La struttura organizzativa aziendale 29 3.3 I Dipartimenti 30

A) Il Dipartimento PAC 30 B) Il Dipartimento Cure Primarie 32 C) Il Dipartimento Prevenzione Medica 33 D) Il Dipartimento Prevenzione Veterinaria 34 E) Il Dipartimento ASSI 35

3.4 I Distretti Socio Sanitari 36 A) Ambiti territoriali dei Distretti Socio Sanitari 38 B) Coordinamento dei Distretti Socio Sanitari 39

3.5 I Distretti Veterinari 39 A) Ambiti dei Distretti Veterinari 40

4. I Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta 40 5. Altri organi 41

5.1 Comitato Etico 41 5.2 Collegio Sindacale 41

6. La carta dei Servizi 42 7. Regolamenti 42

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CAPITOLO I

IL PROGETTO E LA METODOLOGIA ADOTTATA

1. Il progetto

ASL ha utilizzato la metodologia indicata dalle Linee Guida di Confindustria,

adattando la stessa alle peculiarità della realtà aziendale, in considerazione del fatto

che trattasi di Azienda pubblica con finalità e attività quindi intimamente connesse

alla prestazione di un pubblico servizio essenziale.

Inoltre, in accordo con quanto chiaramente emerge dalla deliberazione della

Regione Lombardia, la valutazione del rischio applicata alle Aziende Sanitarie ha

la funzione di individuare aree in cui si possono individuare elementi distorsivi o

commissione di illeciti, ma anche garantire il miglioramento qualitativo del

servizio tramite processi di ottimizzazione e migliore gestione dei rapporti fra i

singoli operatori dell’Azienda sanitaria.

Pertanto la valutazione dei rischi mira ad individuare nei processi le sensibilità non

solo relative al compimento di illeciti contro la Pubblica Amministrazione, ma

anche a prevenire fenomeni di malcostume che inficino la qualità del servizio.

Si è proceduto preliminarmente a:

• Verifica della documentazione aziendale in relazione ai processi

oggetto di sperimentazione;

• Individuazione dei soggetti chiave per ogni singolo processo;

• Analisi delle procedure e delle prassi tramite l’audizione dei soggetti

chiave.

A seguito di tale verifica è stato possibile:

• individuare le aree di rischio, per verificare in quale area/settore aziendale

sia possibile la realizzazione dei reati previsti dal Decreto;

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• predisporre un sistema di controllo in grado di prevenire i rischi di

realizzazione dei predetti reati attraverso l’adozione di appositi protocolli.

All’esito delle fasi indicate sono stati redatti il Codice Etico e il Modello Organizzativo

della ASL di Mantova.

2. Il Codice Etico

Il Codice Etico formalizza i principi che fanno già parte del patrimonio etico di color che

operano all’interno di ASL e che costituiscono fonte di ispirazione nella loro azione e

manifesto etico dell’azienda.

Per il suo carattere, esso si riferisce a tutti color che operano nella ASL in forza di

rapporti di lavoro o comunque di collaborazione ma anche a coloro che con ASL

intrattengono rapporti commerciali.

Il Codice Etico costituisce strumento di controllo essenziale ai fini dell’efficacia del

Modello Organizzativo.

3. Il Modello Organizzativo

In accordo con l’impostazione sopra esposta, all’esito della valutazione dei rischi sono

stati individuati quali strumenti di controllo di ASL:

• Codice Etico:

• Sistema organizzativo;

• Procedure manuali ed informatiche;

• Poteri autorizzativi e di firma;

• Sistemi di controllo e gestione;

• Comunicazione al personale e sua formazione.

Le componenti del sistema di controllo devono essere informate ai seguenti principi:

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• Verificabilità, documentabilità, coerenza e congruenza di ogni operazione;

• Applicazione del principio di separazione delle funzioni (nessuno può

gestire in autonomia un intero processo);

• Documentazione dei controlli;

• Previsione di un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle

procedure previste dal Modello.

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CAPITOLO II

PRINCIPI GENERALI

1- Rispetto dei principi e delle norme vigenti

ASL intende soddisfare le legittime attese sociali e ambientali dei vari portatori di

interesse (o stakeholder) interni ed esterni, mediante lo svolgimento delle proprie attività.

ASL persegue tale scopo nel rispetto dei principi dalla Costituzione Italiana e recepiti

dalla normativa nazionale e fa propri i principi etici riconosciuti anche in sede

internazionale che presiedono all’attività sanitaria.

In nessun modo comportamenti posti in violazione di leggi, regolamenti e del presente

Codice Etico possono essere considerati un vantaggio per ASL e pertanto nessuno può

considerarsi autorizzato a porre in essere tali comportamenti con il pretesto di voler

favorire ASL..

2 - Onestà e correttezza

Tutti coloro che operano per conto di ASL informano la loro attività ai principi del

presente Codice Etico e a quanto stabilito da regolamenti e procedure interne che ne

danno attuazione, impegnandosi a comportarsi secondo lealtà e correttezza e non

pongono in essere alcun atto che, seppur formalmente legittimo, possa porsi in contrasto

con i principi stabiliti dal Codice Etico.

3 - Imparzialità e pari opportunità

ASL rifiuta ogni tipo di illegittima discriminazione basata sull’età, sul sesso, sullo stato

di salute, sulla nazionalità, sulla razza, sulle credenze religiose, opinioni politiche e stili

di vita diversi e si impegna affinché tale principio venga rispettato da tutti i suoi

dipendenti e collaboratori a qualsiasi livello nelle relazioni con i Clienti/Utenti.

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ASL, nel rispetto di quanto sopra enunciato, rifiuta in ogni modo comportamenti che

possano favorire o agevolare il compimento di pratiche proprie di qualsiasi cultura o

religione che si pongano in contrasto con le norme di ordine pubblico riconosciute dallo

Stato e che influiscano sull’integrità fisica delle persone per finalità non connesse al

trattamento o, comunque, considerate illecite dalle leggi vigenti.

4 - Riservatezza

ASL assicura la riservatezza e la sicurezza delle informazioni in proprio possesso e

l’osservanza della normativa in materia di dati personali; in quest’ottica si è dotata di un

Documento programmatico di sicurezza in materia di trattamento dei dati (D.P.S) a cui

tutti possono accedere e nel quale vengono riportate le apposite misure di sicurezza.

ASL garantisce la riservatezza nel trattamento dei dati, dotandosi di misure organizzative

che consentano il rispetto della dignità della generalità degli Clienti / Utenti e di coloro

che a qualsiasi titolo si rapportano con la ASL.

Inoltre, tutti coloro che operano per conto di ASL sono tenuti a non utilizzare

informazioni riservate per finalità non connesse all’esercizio della propria attività

istituzionale, attenendosi nei rapporti con i pazienti alle norme stabilite dai Codici

deontologici delle professioni operanti al suo interno.

5 - Rispetto dell’Ambiente

ASL si adopera affinché ogni sua attività si svolga nel rispetto dell’ambiente e in

funzione della tutela della salute pubblica, in conformità alle direttive nazionali e

regionali in materia.

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CAPITOLO III

RAPPORTI CON LA CLIENTELA / UTENZA

1 - Modalità del servizio

Tutti coloro che operano all’interno di ASL si rapportano con i Clienti / Utenti con

disponibilità, rispetto e cortesia, e richiedono altrettanto agli stessi, nell’ottica di un

rapporto collaborativo e di elevata professionalità.

ASL si impegna a dare sempre riscontro ai reclami presentati dai Clienti / Utenti il più

tempestivamente possibile, compatibilmente con i tempi tecnici necessari.

2 - Trasparenza e completezza dell’informazione

Tutti coloro che operano per conto di ASL sono tenuti a dare informazioni complete,

comprensibili alla Clientela / Utenza, in applicazione delle normative vigenti e, nel caso

di trattamenti sanitari, nel rispetto del diritto di autodeterminazione del paziente,

acquisendone – ove possibile – un consenso informato.

3 - Diritti dei Clienti / Utenti

ASL si impegna a dare massima diffusione al Codice Etico, agevolandone la conoscenza

da parte dei Clienti / Utenti e la comunicazione e il confronto sui temi che ne sono

oggetto.

I Clienti / Utenti potranno comunicare con ASL in riferimento al Codice Etico, anche al

fine di segnalarne eventuali violazioni, indirizzando le proprie osservazioni

all’Organismo di Vigilanza, di cui all’art. 24, presso la sede centrale della ASL.

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CAPITOLO IV

AMMINISTRAZIONE AZIENDALE

1 - Corporate Governance

Il governo di ASL adotta modalità di indirizzo, gestione e controllo coerenti con i piani

sanitari nazionali e regionali e con la miglior prassi amministrativa.

ASL ha come suoi obiettivi di buon governo:

• la parità economica di bilancio;

• il controllo dei rischi;

• la trasparenza;

• il contemperamento degli interessi di tutte le componenti aziendali.

Pertanto, tutti coloro che sono interessati nell’esercizio delle funzioni di indirizzo,

gestione e controllo di ASL si impegnano a garantire continuità e responsabilità

nell’esercizio del proprio mandato.

2 - Trasparenza della contabilità

ASL è consapevole dell’importanza della trasparenza, accuratezza e completezza delle

informazioni contabili e si adopera per mantenere il proprio sistema amministrativo -

contabile affidabile nel rappresentare correttamente i fatti di gestione.

3 - Sistemi di Controllo Interno

Tutti gli organi che all’interno dell’azienda hanno compiti di controllo e valutazione della

gestione aziendale devono rispettare i principi del presente Codice.

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CAPITOLO V

RELAZIONI ISTITUZIONALI E PUBBLICHE

1 - Responsabilità e rappresentanza verso i terzi

L’assunzione di impegni verso soggetti terzi e in particolare verso altre istituzioni sia

pubbliche che private è riservata esclusivamente alle funzioni aziendali preposte ed

espressamente autorizzate, nel rispetto della più rigorosa osservanza delle disposizioni di

legge e regolamenti.

2 - Eticità e trasparenza nella redazione dei documenti verso l’esterno

ASL, consapevole del valore e dell’uso a fine sanitario-sociale dei dati in suo possesso, si

adopera affinché la redazione di tutti i documenti destinati all’esterno rispetti il principio

di correttezza, completezza e responsabilità rispetto alle informazioni diffuse, anche al

fine di evitare falsi allarmismi connessi alla situazione sanitaria.

3 - Comunicazioni all’esterno

Le comunicazioni di ASL verso l’opinione pubblica sono improntate al rispetto del

diritto all’informazione; in nessun caso è permesso divulgare notizie o commenti falsi o

tendenziosi.

Per consentire completezza e coerenza delle informazioni, i rapporti di ASL con l’esterno

sono riservati esclusivamente alla funzione preposta dell’Addetto stampa, che dovrà

concordare le comunicazioni con il Direttore Generale.

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4 - Rapporti con le Associazioni ed enti portatori di interessi collettivi

ASL ritiene che il dialogo con le Associazioni sia di fondamentale importanza,

riconoscendo alle stesse il diritto ad essere informate e a rappresentare il proprio punto di

vista.

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CAPITOLO VI

RAPPORTI CON I FORNITORI

1 - Approvvigionamenti

I processi di acquisto si svolgono nel rispetto di un canone di trasparenza e mirano

all’ottenimento del massimo vantaggio competitivo.

ASL non intrattiene rapporti commerciali con soggetti che svolgano la loro attività in

dispregio dei principi etici da essa riconosciuti.

La selezione dei fornitori avviene nel rispetto dei principi di lealtà e imparzialità, in

coerenza con le leggi vigenti. Le condizioni di acquisto saranno valutate secondo i criteri

della qualità dei beni proposti, del loro prezzo e della capacità del fornitore di garantire

un servizio continuo, tempestivo e di livello adeguato.

2 - Applicazione del Codice Etico

I singoli fornitori, in sede contrattuale, dichiarano di condividere i principi enunciati dal

presente Codice e si impegnano a rispettarli.

La violazione dei principi in esso stabiliti costituisce grave inadempimento

giuridicamente rilevabile ai sensi di legge .

ASL si riserva la possibilità di avvalersi di azioni di controllo presso le unità produttive o

le sedi operative dell’impresa fornitrice.

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CAPITOLO VII

RAPPORTI CON I DIPENDENTI / COLLABORATORI

1 - Tutela della dignità del lavoratore

ASL rispetta la dignità e l’integrità morale di ogni dipendente o collaboratore; non tollera

richieste o minacce atte ad indurre le persone ad agire contro la legge ed in violazione del

Codice Etico, ne atti di violenza psicologica e/o comportamenti discriminatori o lesivi.

2 - Ambiente di lavoro

ASL garantisce ai propri dipendenti ambienti di lavoro sicuri e salubri e favorisce una

cultura della sicurezza.

3 - Selezione e valorizzazione del Personale

La valutazione del personale da assumere è effettuata sulla base della corrispondenza dei

profili dei candidati alle esigenze aziendali nel rispetto delle norme vigenti.

ASL valorizza il proprio personale senza pregiudizio o favoritismi, impegnandosi nella

formazione dello stesso.

Favorisce le flessibilità nell’organizzazione del lavoro che tengono conto dello stato del

lavoratore (età, maternità, invalidità, ecc.).

Le politiche del personale sono rese disponibili attraverso gli strumenti di comunicazione

aziendale quali: intranet, documenti organizzativi e comunicazioni dei Responsabili delle

diverse Strutture.

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4 - Doveri dei Dipendenti / Collaboratori

I Dipendenti / Collaboratori devono agire lealmente al fine di rispettare gli obblighi

contrattuali e in conformità a quanto previsto dal Codice Etico.

In particolare, il dipendente o collaboratore è tenuto a conoscere ed attuare quanto

previsto dalle politiche aziendali in tema di sicurezza delle informazioni e a garantirne

l’integrità, ad operare con diligenza al fine di tutelare i beni aziendali, utilizzandoli con

parsimonia e scrupolo ed evidenziando utilizzi impropri.

5 - Conflitto di interessi

Tutti i soggetti che operano in nome e nell’interesse dell’ASL che si trovano ad avere un

interesse attualmente o potenzialmente in conflitto con quello di ASL devono astenersi

dal porre in essere ogni atto in merito e segnalare la sussistenza del conflitto al diretto

superiore o ad altra funzione aziendale, affinché compiano le opportune valutazioni,

quali, ad esempio indicare altro dirigente o collaboratore che non si trovi nella stessa

situazione.

In ogni caso del conflitto di interessi e delle determinazioni assunte in merito, deve

essere data comunicazione all’Organismo di Vigilanza di cui all’art. 24 del presente

Codice.

6 - Regali, omaggi e benefici

Coloro che operano per ASL si astengono dall’accettare regali, omaggi e benefici salvo

che non rientrino nelle normali pratiche di cortesia.

Rientra nelle normali pratiche di cortesia la dazione di beni di modico valore e di cui può

beneficiare l’ufficio nel suo complesso.

Anche in questo caso, comunque, non dovranno essere accettati regali o benefici di altro

genere laddove siano volti ad ottenere trattamenti non conformi al principio di

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imparzialità, onestà e correttezza.

Ai fini dell’applicazione del presente articolo costituisce regalo qualsiasi tipo di

beneficio, sia esso rappresentato da beni materiali o altri vantaggi aventi comunque

valore economico (es. partecipazione gratuita a convegni, promessa di un’offerta di

lavoro, ecc.).

Per tutte quelle situazioni per cui vi sia qualche dubbio sulla riconducibilità del regalo,

omaggio o beneficio alle normali pratiche di cortesia, ,coloro che ne potrebbero

beneficiare devono darne comunicazione all’Organismo di Vigilanza.

Le regole fin qui enunciate si applicano anche ai casi in cui sia ASL a voler effettuare

qualsivoglia tipo di omaggio.

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CAPITOLO VIII

EFFETTIVITÀ DEL CODICE ETICO

1 – Il Comitato di Valutazione

Ai fini di garantire l’applicazione del Codice etico è istituito un Comitato di Valutazione.

I membri dell’Organismo di Vigilanza sono nominati con delibera dal Direttore

Generale.

2 - Compiti del Comitato di Valutazione

Il Comitato di Valutazione ha il compito di

• vigilare sulla corretta applicazione del Codice Etico;

• promuovere presidi volti ad evitare la commissioni di atti illeciti nell’attività della

ASL;

• dirimere tutti i conflitti circa l’interpretazione del presente codice;

• fornire al Direttore Generale le indicazioni necessarie per implementare il rispetto

del Codice Etico nel sistema di gestione;

• esaminare le segnalazioni di eventuali violazioni del Codice etico provenienti da

dipendenti, collaboratori o terzi;

• proporre aggiornamenti del Codice Etico;

• promuovere attività di sensibilizzazione e informazione sui contenuti del Codice

Etico.

Il Comitato di Valutazione predispone una relazione annuale da sottoporre al Direttore

Generale, avente ad oggetto i risultati della propria attività.

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3 - Sistema sanzionatorio.

Il Comitato di Valutazione dovrà esaminare tutte quelle situazioni non coerenti con i

principi sopra enunciati che rilevi nello svolgimento delle sue funzioni di vigilanza o che

gli vengano segnalate da dipendenti, collaboratori o clienti / utenti.

Nel caso in cui il Comitato di Valutazione ritenga che tali comportamenti integrino

violazioni del Codice Etico, ne da comunicazione agli organi aziendali competenti,

affinché compiano le opportune valutazioni in sede disciplinare.

Gli organi aziendali aventi potere disciplinare, devono dare contezza al Comitato di

Valutazione dei risultati dell’istruttoria promossa a seguito delle segnalazioni, anche

laddove si sia risolta in un’archiviazione

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CAPITOLO IX

OBIETTIVI E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

1. Normativa di riferimento

1.1 Principi Costituzionali

I principi ispiratori dell’attività della ASL sono quelli enunciati dall’art. 2 e dall’art. 97

della Costituzione Italiana, ovvero l’imparzialità e il buon andamento.

Nel rispetto del principio di imparzialità la ASL è tenuta a ponderare tutti gli interessi

meritevoli di tutela che siano coinvolti dalle proprie decisioni.

Le politiche di indirizzo si uniformano a questi principi, che vengono fatti propri dal

Codice Etico.

Per buon andamento si intende la garanzia di trasparenza per il cittadino di ogni azione

della ASL, oltre al fatto che la stessa si impegna a svolgere la sua attività nel rispetto dei

criteri di economicità, efficacia e pubblicità.

1.2 Normativa nazionale

La valutazione delle responsabilità e dei principi regolatori del sistema è stata fatta

tenendo conto della:

• D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, sull’articolazione e i compiti del Servizio

Sanitario Nazionale;

• Legge 16 novembre 2001, n. 405, in materia di regolamentazione della spesa

sanitaria.

• D. Lgs 12 aprile 2006, n. 163 in materia di regolamentazione degli appalti

pubblici.

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1.3 Normativa Regionale

DGR n. VII/17864 dell'11 giugno 2004, con la quale la Regione Lombardia ha dato avvio

alla sperimentazione del Codice Etico Comportamentale, definendo anche quali aree di

interesse dovessero essere analizzate nel corso della sperimentazione e le modalità di

svolgimento.

DGR n. VIII/3776 del 13 dicembre 2006 con la quale la Regione Lombardia è

intervenuta, fra l’altro, in materia di Codici Etici comportamentali dettando le Linee

Guida Regionali per l’adozione del Codice Etico e dei Modelli Organizzazione, Gestione

e Controllo delle AA.SS.LL. e delle Aziende Ospedaliere.

1.4 D.Lgs. 8 giugno 2001 n. 231

Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto nell’ordinamento italiano un

regime di responsabilità amministrativa dipendente da reato a carico degli enti (da

intendersi come società, associazioni, consorzi, ecc., di seguito denominati “Enti”).

La responsabilità dell’Ente è connessa alla commissione di determinati reati nell’interesse

o a vantaggio dello stesso da parte di soggetti che rivestano funzioni di rappresentanza, di

amministrazione o di direzione degli Enti stessi o di una loro unità organizzativa dotata di

autonomia finanziaria e funzionale, oppure da soggetti sottoposti alla loro vigilanza.

La responsabilità dell’Ente può sorgere anche nel caso in cui il reato sia commesso da

parte di coloro che di fatto lo amministrano e dai soggetti sottoposti alla loro vigilanza.

Tale responsabilità si aggiunge a quella (penale) della persona fisica che ha realizzato

effettivamente il reato.

L’estensione della responsabilità mira a coinvolgere nella punizione di taluni illeciti

penali gli Enti che abbiano tratto vantaggio, direttamente od indirettamente, dalla

commissione del reato.

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Quanto alla tipologia di reati destinati a comportare il suddetto regime di responsabilità

amministrativa a carico degli Enti, il Decreto si riferisce a reati commessi nei rapporti con

la Pubblica Amministrazione, reati societari, reati di falsità in monete, in carte di pubblico

credito e in valori di bollo, delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine

democratico previsti dal codice penale, dalle leggi speciali, reati di abuso di informazioni

privilegiate e di manipolazione del mercato, delitti contro la personalità individuale.

L’articolo 6 del Decreto introduce una particolare forma di esonero dalla responsabilità

amministrativa dipendente da reato qualora l’Ente dimostri:

1. di aver adottato ed efficacemente attuato attraverso il suo organo dirigente, prima

della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a

prevenire reati della specie di quello verificatosi;

2. di aver affidato ad un organismo interno, dotato di autonomi poteri d’iniziativa e

di controllo, il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli,

nonché di curare il loro aggiornamento;

3. che le persone che hanno commesso il reato hanno agito eludendo

fraudolentemente i suddetti modelli di organizzazione e di gestione;

4. che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui

al n. 2.

I Modelli Organizzativi debbono pertanto:

o individuare le aree a rischio di commissione dei reati previsti dal Decreto;

o predisporre specifici protocolli al fine di programmare la formazione e

l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire;

o prevedere modalità di individuazione e di gestione delle risorse finanziarie

dell’azienda idonee ad impedire la commissione di tali reati;

o prescrivere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a

vigilare sul funzionamento e l’osservanza del modello;

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o configurare un sistema disciplinare interno idoneo a sanzionare il mancato rispetto

delle misure indicate nel modello.

1.5 Altre fonti

Per la redazione del Codice etico e del Modello Organizzativo sono state seguite:

o Linee guida adottate dalla Confindustria;

o Best practice consolidatesi nell’esperienza di redazione e applicazione di Modelli

Organizzativi agli Enti Privati;

o Linee guida per la sanità privata.

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CAPITOLO X

DESCRIZIONE DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO

DELL’ASL DELLA PROVINCIA DI MANTOVA

1. Mission istituzionale della ASL

L’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Mantova persegue la finalità istituzionale

di assicurare, nel bacino territoriale di competenza, il raggiungimento degli obiettivi di

salute e benessere definiti dalla Regione Lombardia, così come esplicitati nei relativi atti

normativi ed amministrativi, costruendo e sviluppando:

- il governo della domanda, mediante risposte coerenti, per quantità e qualità, alle

esigenze e bisogni sanitari e socio sanitari espressi dai cittadini della provincia di

Mantova, assicurando piena tutela al diritto di libera scelta dell’utente

nell’accesso alle strutture erogatrici (pubbliche e private) e agendo con indirizzi

condivisi dagli attori del sistema per un accesso ragionato ed appropriato;

- il governo dell’offerta, secondo regole di appropriatezza delle prestazioni

sanitarie e socio sanitarie rese dagli erogatori e puntuale rispondenza gestionale,

organizzativa e strutturale agli standard di accreditamento istituzionale;

- costante monitoraggio delle attività e delle valutazioni a riguardo dell’equilibrio

domanda-offerta all’interno del territorio di competenza (politica dei controlli

sulle prestazioni erogate e sui requisiti di accreditamento dei soggetti erogatori);

- la definizione dei rapporti con le Autonomie Locali, con i soggetti del Terzo

Settore e, in generale, con le forze sociali, in quanto espressione qualificata dei

bisogni socio-sanitari dei mantovani secondo il principio di sussidiarietà

orizzontale e di equità distributiva dei servizi, nonché dei rapporti diretti con

l'utenza, per realizzare le politiche regionali con il consenso più ampio e

partecipato possibile mediante patto solidale di sistema;

- il perseguimento dell'integrazione dei servizi sanitari e socio sanitari come

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sistema a rete, in considerazione dell’accezione per la quale le risorse aziendali

sono risorse dedicate allo sviluppo dell'intero Servizio Socio Sanitario Regionale;

- la qualificazione delle proprie strutture e servizi nei confronti dei propri cittadini

per garantire l'affidabilità complessiva dell'Azienda in termini di equilibrio tra

domanda sanitaria-assistenziale di prestazioni e risorse disponibili (congruenza

economico-finanziaria);

- lo sviluppo dei flussi informativi, contabili e di attività, atti ad assolvere, oltre al

debito informativo nei confronti della Regione, la generazione di informazioni

utili per la gestione e le scelte strategiche di propria competenza.

2. Vision aziendale

La programmazione di ASL si traduce nella declinazione dell’obiettivo strategico

regionale fondamentale che è quello di rispondere sempre più e sempre meglio ai bisogni

sanitari della popolazione, nel rispetto del principio della libera scelta del cittadino,

mediante azioni ed indirizzi di appropriatezza e compatibilità con le risorse disponibili.

Al tal fine, ASL utilizza le proprie risorse patrimoniali ed il personale secondo criteri di

economicità, efficacia, qualità ed appropriatezza, quali presupposti di metodo ed azione

concreta per migliorare ed incrementare l’assistenza sanitaria erogata, i servizi e gli

interventi sanitari e socio sanitari.

ASL si propone a tutte le strutture erogatrici pubbliche e private come momento di

coordinamento e di indirizzo nei confronti dei bisogni dei cittadini, attraverso tutti gli

strumenti disponibili, al fine di valorizzare il ruolo proprio della azienda sanitaria locale

che è di tutela della salute

L’etica (e il codice di comportamento) aziendale si basa sul principio generale e

trasversale di essere “al servizio” e “per il servizio” dei cittadini.

La politica di formazione e gestione del personale è, pertanto, incentrata su meccanismi

di coinvolgimento e progettazione partecipata per fare squadra su obiettivi, valori e

programmi di risposta ai bisogni dell’utenza, con una forte spinta strategica verso la

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domiciliarizzazione di tutte le prestazioni che possono essere portate al domicilio

dell’utente per consentirgli di rimanervi il più a lungo possibile, evitandosi il ricovero e/o

l’istituzionalizzazione inappropriata.

Parimenti, la politica di bilancio è orientata a liberare quanto più possibile risorse da

capitoli riferiti a spese non sanitarie e/o socio-sanitario assistenziali attraverso misure di

risparmio sulle spese amministrative e generali, strumentali a consolidare ed aumentare i

servizi e le prestazioni a favore dell’utenza.

3. Struttura organizzativa centrale della ASL

La seguente descrizione delle diverse funzioni aziendali individuabili nella ASL è

funzionale alla successiva analisi delle aree di attività oggetto della sperimentazione.

Per una trattazione di dettaglio si rinvia al POA – POFA

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ORGANIGRAMMA AZIENDALE E RELATIVI FLUSSI

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3.1 Organi Aziendali

A) Direttore Generale

Il Direttore Generale è l’Organo di indirizzo, programmazione e governo

dell’Azienda. Sono di sua esclusiva competenza le attività di controllo e governo

aziendale, mentre sono delegate ai vari livelli della dirigenza le funzioni di

gestione, così come disciplinato nel Piano di Organizzazione ovvero

normativamente attribuite, ai sensi di legge e/o regolamento. La delega contiene i

limiti di esercizio e il tempo della stessa.

Nell’attuazione e gestione complessiva ed integrata delle politiche socio-sanitarie e

socio assistenziali, il Direttore Generale promuove, in sinergia ed interazione con i

Comuni e l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma, gli erogatori privati, i Medici di

Medicina Generale (di seguito anche MMG) e Pediatri di Libera Scelta (di seguito

anche PLS), i Farmacisti, le OOSS del proprio bacino territoriale di competenza, la

costruzione e lo sviluppo di un modello di governance solidale, ai fini della

realizzazione di un efficace ed efficiente sistema integrato (“rete”) di servizi, che

garantisca risposte ai bisogni attraverso l’ottimizzazione delle risorse e la

valorizzazione delle competenze.

In particolare, compete al Direttore Generale l’adozione dei provvedimenti

(decreti) che rilevano nelle aree interessate dal presente Modello relativi a:

1. adozione del bilancio economico di previsione annuale e pluriennale;

2. adozione del piano di organizzazione e funzionamento aziendale,

nonché atti programmatici, con i quali sono definiti gli obiettivi e le

priorità per la gestione dell'ASL e sono assegnate le risorse umane,

strumentali e finanziarie;

3. piani di investimento, loro modalità di finanziamento e piani di

disinvestimento, compresa la gestione straordinaria del patrimonio e

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quegli atti di gestione ordinaria dello stesso che eccedessero i limiti

assegnati ai Dirigenti;

4. assegnazione ai Dirigenti dei budget di ricavo e di spesa di competenza

ad esito del processo di negoziazione secondo approccio bottom up (di

cui a regolamento di budget), in armonia con il bilancio preventivo

approvato;

5. autorizzazione alle spese, effettuate dai Dirigenti, non previste nei

budget assegnati agli stessi;

6. stipula dei Contratti Collettivi Integrativi Aziendali e approvazione

degli accordi sindacali aziendali;

7. verifica attraverso il sistema di controlli interni, mediante valutazione

comparativa dei costi, dei rendimenti e dei risultati, la corretta ed

economica gestione delle risorse nonché l'imparzialità ed il buon

andamento dell'azione amministrativa per quanto non espressamente

oggetto di delega;

8. verifica della qualità dei servizi anche attraverso strutture a ciò preposte.

9. adozione di ogni altro atto espressione della funzione di indirizzo e

controllo, nonché attuare ed interpretare le norme statutarie e

regolamentari.

B) Direttori Amministrativo, Sanitario e Sociale

Il Direttore Generale può delegare ai singoli Direttori Amministrativo, Sanitario e

Sociale l’indirizzo ed il controllo sull’attività di determinati settori, ferma restando

la sua titolarità complessiva, su tali compiti.

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3.2 La struttura organizzativa aziendale

La strutturazione organizzativa dell’Azienda si individuano:

� Dipartimenti: articolazione organizzativa dell’ASL, avente quale

compito specifico lo svolgimento, in maniera coordinata, di attività

complesse. Si tratta di una macro-struttura nella quale vengono fatte

confluire più strutture, al fine di coordinare l’attività delle stesse per il

conseguimento di obiettivi e finalità comuni per razionalizzare l’utilizzo

delle risorse umane e strumentali. L’organizzazione dipartimentale è il

modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività istituzionali;

� Distretti Socio Sanitario e Distretti Veterinario: unità organizzative

complesse, cui è assegnata una specifica area di competenze ed alle

quale è preposto un Dirigente.

� Area: l’unità organizzativa complessa di aggregazione di attività

omogenee preposta al coordinamento di più Servizi (strutture semplici o

funzioni di alta specializzazione).

� Servizio: unità organizzativa semplice, o funzione di alta

specializzazione, o di consulenza, di norma sganciata dall’attività di

gestione, cui è assegnata una speciale competenza funzionale ed alla

quale è preposto un Dirigente;

� Ufficio: unità organizzativa elementare all’interno di strutture

sopraordinate.

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3.3 I dipartimenti

L’ASL della Provincia di Mantova fa proprio il modello organizzativo indicato a

regime per le ASL lombarde dalla L.R. 31/97 ed al PSSR 2002/2004, a titolo di

sviluppo e consolidamento del modello sperimentale adottato nell’aprile 2003, in

stretta applicazione di quello che è un principio cardine del sistema: vale a dire, il

rafforzamento della funzione ASL di programmazione, acquisto e controllo

(modello PAC).

All’uopo vengono individuati, per il coordinamento delle attività sanitarie e socio

sanitarie, i seguenti Dipartimenti:

� Dipartimento di Programmazione Acquisto e Controllo ( di seguito PAC),

� Dipartimento di Prevenzione Medica,

� Dipartimento di Prevenzione Veterinaria,

� Dipartimento Cure Primarie;

� Dipartimento per le Attività Socio-Sanitarie Integrate (di seguito ASSI)

A) Il Dipartimento PAC

Il Dipartimento PAC ha funzione di programmazione, acquisto e controllo dei

servizi sanitari e di programmazione, acquisto e controllo dei servizi socio-sanitari.

Esso promuove il governo della domanda e dell’offerta sanitaria e socio sanitaria,

elaborandone le relative politiche, consentendo così la definizione di un'unica

procedura di accreditamento e di controllo anche nel settore socio sanitario.

La politica di governo della domanda sanitaria viene annualmente definita e

dedotta in programma quadro aziendale, a mezzo di Decreto del Direttore

Generale, sulla base di proposta tecnica del Dipartimento PAC, di concerto, con il

Dipartimento Cure Primarie per tutta la componente di governo della domanda

ricondotta nel budget di Distretto MMG/PLS e in tutte le altre forme di

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coinvolgimento dei MMG/PLS per il governo territoriale della domanda, e con il

Dipartimento ASSI, per il governo territoriale della domanda socio sanitaria,

collegialmente condivisa e assentita dal Direttore Sociale.

Rimane invece, autonomia di programmazione e controllo delle materie di

competenza al Dipartimento di Prevenzione Medica.

L’organigramma del Dipartimento prevede un’articolazione in due Aree

complesse:

- Area Programmazione, Acquisto e Controllo Sanitaria, a sua volta

suddivisa in servizi con compiti specifici, tra i quali la programmazione

legata ai ricoveri, alla specialistica ambulatoriale, la definizione di percorsi

diagnostico-terapeutico-assistenziali, l’attività di programmazione del

soddisfacimento del bisogno di salute extraospedaliero, l’attività di

controllo di qualità e di appropriatezza delle prestazioni erogate compresi

gli ausili protesici e infine la corretta gestione delle anagrafi sanitarie ed in

particolare, l’Anagrafe assistiti e l’Anagrafe esenzioni;

- Area Programmazione, Acquisto e Controllo Socio-Sanitario e Socio-

Assitenziale che assolve alle funzioni di vigilanza e controllo per il

sistematico monitoraggio dei servizi, rivolto allo sviluppo e al

mantenimento di una elevata qualità delle prestazioni erogate. Particolare

rilevanza assume in questo ambito la partecipazione all’attività di

costruzione e negoziazione dei contratti, in integrazione sinergica con il

Dipartimento ASSI, in modo da convogliare i fornitori ad erogare servizi di

qualità, mantenendo i livelli di efficienza necessari, anche attraverso la

definizione di clausole e indicatori che ne permettano la misurazione, sia

dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

Alcune funzioni tipiche PAC ASSI (Budget, Acquisti e Flussi Informativi)

sono esercitate dal Dipartimento PAC in interazione con il Dipartimento

ASSI.

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- Area di Assistenza Farmaceutica si articola due strutture semplici, il

Servizio Vigilanza amministrativa ed ispettiva e il Servizio Distribuzione e

dispensazione dei farmaci, a cui si affiancano due Uffici di staff, l’Ufficio

monitoraggio della prescrizione: preposto allo sviluppo, coordinamento,

controllo e monitoraggio dell’assistenza farmaceutica nell’ambito

territoriale e l’Ufficio farmaco sorveglianza: preposto alla sorveglianza

continua dei farmaci sulla popolazione assistita.

B) Il Dipartimento Cure Primarie

Il Dipartimento Cure Primarie promuove modalità di organizzazione dei Medici di

Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta in modo da realizzare a livello locale

le linee di indirizzo degli Accordi Nazionali e Regionali e della programmazione

regionale (governo del sistema di appropriatezza delle prestazioni).

Indirizza e coordina le attività distrettuali per il raggiungimento degli obiettivi del

governo della domanda e l’attuazione del budget di Distretto, con metodologia il

più possibile condivisa anche a livello dei singoli MMG/PLS e processi di

autovalutazione.

Fornisce indirizzi per le attività distrettuali di governo della domanda secondo gli

obiettivi di budget di Distretto MMG/PLS e verifica l’applicazione degli stessi;

promuove l’attivazione e la progettazione dei Comitati di budget distrettuali (con

modalità garanti di una partecipazione diretta dei MMG/PLS sia alla governance

sia alla gestione rispetto all’obiettivo del governo della domanda) e assicura un

costante monitoraggio delle attività distrettuali di valutazione della domanda

riferite alla gestione budgetaria MMG/PLS, con particolare riguardo alle correlate

modalità prescrittive, assicurando il necessario coordinamento dell’attività di

assistenza protesica a garanzia di appropriatezza prescrittiva e uniformità delle

procedure di accesso come da regolamento approvato con Decreto Direttoriale n.

740 del 04/12/2003.

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Fornisce inoltre, se del caso, gli opportuni indirizzi per correggere gli eventuali

scostamenti rispetto agli obiettivi di budget.

C) Il Dipartimento Prevenzione Medica

Il Dipartimento di Prevenzione Medica declina la mission aziendale di tutela e

promozione della salute dei cittadini attraverso la progettazione, l’organizzazione e

l’esecuzione di attività di prevenzione rivolte alla riduzione o alla eliminazione dei

rischi, indirizzando l’azione sia sugli ambienti di vita e di lavoro, sia sulle stesse

persone che li abitano.

A tal fine, sviluppa le attività di competenza su alcuni criteri e metodologie di

lavoro che definiscono lo spazio operativo entro cui è possibile raggiungere i

migliori livelli di adeguatezza.

In primo luogo, il Dipartimento si propone di adottare politiche di sanità pubblica

basate su evidenze scientifiche secondo i principi ormai consolidati a livello

internazionale della evidence based prevention (EBP). A tal fine, opera

privilegiando la realizzazione di attività per le quali sulla base della letteratura

scientifica esistano evidenze di comprovata efficacia, approfondendo invece lo

studio di quelle prestazioni per le quali non esistano prove certe di efficacia ed

abbandonando quindi quelle per le quali sia dimostrata chiaramente la non-

efficacia. Dall’adozione di questi criteri ci si aspetta che le risorse limitate a

disposizione vengano concentrate sull’applicazione dei metodi e

dell’organizzazione migliore per rispondere ai problemi considerati prioritari.

Nell’attività operativa pone particolare attenzione alla umanizzazione delle

prestazioni ed alla soddisfazione dei cittadini. Il tutto non limitandosi ad

assecondare semplicemente la domanda espressa senza prima averla

opportunamente orientata verso le risposte preventive più adeguate ai bisogni

effettivi, non sempre coincidenti con quelli palesemente esplicitati. Strategica

diventa allora l’educazione alla salute (sotto tale profilo in forma programmata e

partecipata con il Dipartimento Cure Primarie) ed alla sicurezza che trova nel

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sistematico rapporto dialettico con istituzioni, associazioni, ordini e collegi

professionali, cioè con tutte le forme dell’organizzazione sociale, un valido

strumento in grado di produrre un effetto moltiplicatore sull’insieme della

popolazione afferente al Dipartimento.

Il Dipartimento di Prevenzione Medica è costituito da due strutture complesse

- Area Prevenzione Ambienti di Lavoro

- Area Prevenzione Ambienti di Vita

e da Servizi diversamente connotati, in relazione alla tipologia di attività, in

strutture semplici o di alta specializzazione.

D) Il Dipartimento Prevenzione Veterinaria

Il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, istituito dalla Regione Lombardia con

legge 32/02, costituisce un livello importante e determinante nella organizzazione

veterinaria aziendale quale momento di sintesi delle aree di intervento correlate ai

Servizi che di fatto lo costituiscono.

Con la sua attivazione si è voluto fornire alle attività veterinarie un nuovo livello

organizzativo con la funzione essenziale di rilevare i livelli di rischio esistenti in

relazione ai problemi di Sanità Animale, di Igiene della Produzione Zootecnica e di

Igiene e Sicurezza Alimentare, allo scopo di programmare e coordinare le linee di

attività svolte dai Distretti Veterinari e dai loro operatori sul territorio.

Particolare attenzione viene attribuita dal Dipartimento alla dovuta garanzia della

sicurezza alimentare e ciò nei riflessi di tutti i sistemi di produzione di origine

animale, anche attraverso momenti stabili di discussione, di concertazione e di

collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione Medica – Servizio Igiene

Alimenti Nutrizione.

L’impegno del Dipartimento Veterinario viene inoltre riferito alla programmazione

ed attuazione di iniziative periodiche di formazione del personale veterinario e di

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vigilanza: solo attraverso una crescita delle professionalità e della qualificazione

degli addetti si può ottenere il raggiungimento degli obiettivi sopra riportati per i

quali l’elemento Uomo resta ancora determinante.

Il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria è costituito da tre aree complesse

dipartimentali:

1. Area Sanità animale;

2. Area Igiene alimenti di origine animale;

3. Area Igiene allevamenti e produzioni zootecniche;

con compiti di indirizzo e coordinamento sui Distretti Veterinari, secondo le

rispettive materie di competenza.

E) Il Dipartimento ASSI

Il Dipartimento ASSI è punto di riferimento per la guida e l’indirizzo del sistema

socio sanitario e l’integrazione con il sistema sociale.

Il Dipartimento intende perseguire l’incremento della qualità delle relazioni sociali,

prevenendo il disagio e contrastando l’emarginazione sociale mediante la propria

specifica funzione di indirizzo e programmazione nell’area socio – sanitaria e

sociale.

Sviluppa inoltre le proprie attività a tutela della popolazione in stato di fragilità

sociale attraverso la promozione di una cultura dell’integrazione.

Ad esso competono le funzioni di:

� Integrazione programmazione socio sanitaria e programmazione sociale

� Analisi e governo della domanda (in raccordo con i Distretti – Coordinatori

Sociali)

� Indirizzi per le aree di produzione (in raccordo con i Distretti – Coordinatori

Sociali)

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� Consolidamento del sistema di remunerazione per budget e flussi informativi

Le attività finalizzate all’erogazione di prestazioni socio sanitarie integrate e la

relativa gestione di governo della domanda sono attribuite al Distretto Socio

Sanitario.

3.4. I distretti socio sanitari

I Distretti socio sanitari si configurano come Strutture Complesse con compiti

precipuamente di erogazione dei servizi territoriali alla persona e di realizzazione -

a livello locale di rispettivo ambito - dei programmi e progetti di governo della

domanda.

Debbono altresì, tradurre gestionalmente le attività di governo della domanda

(attività di informazione e accesso al SSR - scelta e revoca del medico - e alle

prestazioni direttamente erogate e/o esternalizzate) secondo modelli orientati alla

gestione budgettaria (delle attività e dei processi) anche con i MMG e PLS, per il

miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva di ricovero ambulatoriale e

farmaceutica, come pure con gli specialisti (per l’assistenza protesica) in forma

partecipata nella costruzione della governance (Comitato Aziendale) e alla gestione

(report).

In sintesi, le funzioni di ciascun Distretto socio sanitario si sostanziano come

segue:

1. implementazione (attuazione) dei programmi e progetti orientati al

governo della domanda e area della produzione (governo clinico della

domanda);

2. attività di informazione all’utenza;

3. raccordo con i Comuni per l’integrazione tra i Servizi Socio Sanitari e i

Servizi Sociali come strutturati nel Piano di Zona. A tal fine si individua

quale figura di particolare rilevanza, a supporto del Direttore di

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Distretto, il “Coordinatore Sociale Distrettuale” (figura ad alta

specializzazione) con compiti di coordinamento tra le attività Socio

Sanitarie a gestione diretta e quelle proprie dei servizi sociali comunali;

4. programmazione gestionale integrata dei servizi, anche mediante

coinvolgimento delle Rappresentanze dei soggetti pubblici e privati che

vi partecipano.

Il Dirigente Responsabile di Distretto, in quanto titolare della funzione di budget,

ha la competenza gestionale di direzione delle risorse umane e strumentali

assegnate al Distretto socio sanitario per quanto non di valenza interdisciplinare

nell’Area Prevenzione Medica, dal ché ne discende che dal Direttore di Distretto

dipendono gli operatori che svolgono le attività ed i servizi di livello distrettuale ed

infradistrettuale sanitario e socio sanitario del proprio ambito territoriale di

riferimento, fatta quindi eccezione per gli operatori del Dipartimento di

Prevenzione Medica che, per competenza specialistica di vigilanza e controllo,

sono esclusi da una stabile assegnazione in ogni sede distrettuale, con riconduzione

direttiva e gestionale delle risorse a livello dipartimentale in stretta aderenza ai

volumi di attività previamente negoziati per budget di Distretto, così da assicurare,

secondo il bisogno effettivo, l’ottimale utilizzo delle stesse (per quantità, qualità e

uniformità prestazionali) su tutti i sei ambiti distrettuali consolidati

definitoriamente.

Diversamente e coerentemente gli altri Capi Dipartimento assicurano la funzione

di indirizzo tecnico–programmatico nelle materie di attività di rispettiva

competenza secondo le modalità declinate nel POA–POFA e che, in particolare, si

esplicano nel processo di negoziazione di budget con i Direttori di Distretto e nei

programmi annuali di attuazione della pianificazione strategica aziendale,

finalizzati al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici di interesse

regionale e aziendale.

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Ne consegue che i processi di gestione delle risorse umane interessate anche dal

passaggio relazionale di CCNL con le OO.SS. debbono trovare, anzitutto, coerente

attuazione a livello distrettuale secondo l’approccio procedurale di Delegazione

Trattante in corso di definizione anche a titolo di aggiornamento del CCIA.

I Distretti Socio Sanitari dell’ASL Provincia di Mantova, coerentemente al disposto

di cui all’art. 9, comma 5, della L.R. 31/97 ed alle indicazioni di ottimale

dimensionamento, tenuto conto della specificità del territorio, sono così definiti:

• Distretto Socio Sanitario di Asola;

• Distretto Socio Sanitario di Guidizzolo;

• Distretto Socio Sanitario di Mantova;

• Distretto Socio Sanitario di Ostiglia;

• Distretto Socio Sanitario di Suzzara;

• Distretto Socio Sanitario di Viadana.

A) Ambiti Territoriali dei Distretti Socio Sanitari

Il consolidamento dei sei Distretti Socio Sanitari, come sopra articolati, è frutto di

una attenta analisi del bisogno sanitario e socio sanitario espresso dalla popolazione

della provincia di Mantova in ragione della rilevante consistenza dell’estensione

territoriale e delle criticità della rete infrastrutturale di comunicazione e viabilità,

nonché di una distribuzione frammentata della popolazione residente.

Del pari, si rileva un consolidamento e sviluppo della rete infradistrettuale, reso

possibile dal processo di razionalizzazione e reengineering amministrativo

realizzato nell’anno 2003 e dalla sinergia collaborativa degli Enti Locali interessati.

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B) Coordinamento dei Distretti Socio Sanitari

I Distretti operano in piena aderenza agli indirizzi attuativi aziendali declinati dal

Direttore Generale attraverso programmi quadro annuali e triennali, sul cui andamento di

verifica e controllo, a garanzia di uniformità di assetto organizzativo e funzionale,

secondo logica di equità e parità di trattamento dell’utenza per opportunità di risposte

sanitarie e socio sanitarie ai bisogni espressi, si prevede la funzione di Coordinamento

dei Distretti in diretta dipendenza del Direttore Generale.

3.5. I distretti veterinari

I Distretti Veterinari, configurati come strutture complesse, previsti dall’art. 8 comma 7-

bis della L.R. 31/97, e s.m.e.i. sono così individuati:

� Distretto veterinario di Mantova;

� Distretto veterinario di Asola e Guidizzolo;

� Distretto veterinario di Quistello;

� Distretto veterinario di Viadana.

Hanno il compito di rilevare la domanda di prestazione del bacino di utenza, adeguando a

questa le relative offerte di servizi territoriali per lo svolgimento delle attività di tutela del

benessere animale, di medicina preventiva e controllo sanitario nelle produzioni animali

e nelle industrie di trasformazione collegate.

Al pari dei Distretti Socio Sanitari a ciascun Distretto di Medicina Veterinaria, viene

conferito, da parte del Direttore Generale da cui direttamente dipendono, uno specifico

Budget negoziato con il Dipartimento omonimo.

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A) Ambiti Territoriali dei Distretti Veterinari

La decisione di suddividere il territorio della provincia di Mantova in quattro Distretti

Veterinari con conformazione utile ad accorpare due macro ambiti (Guidizzolo – Asola e

Ostiglia – Suzzara) assicura massima snellezza organizzativa, economia di risorse ed

adeguatezza delle forme di intervento nei nuovi ambiti territoriali in modo baricentrico

ed equilibrato, salvaguardandosi al contempo la specificità e la pecurialità del personale

delle attività veterinarie, la cui autonomia gestionale e funzionale non poteva non trovare

coerente risposta organizzativa se non in 4 Distretti propriamente individuati, rispetto

alle specificità dei bisogni espressi dal comparto veterinario.

4. I Medici di Medicina generale e i Pediatri di Libera Scelta

I Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta partecipano alla

realizzazione della continuità assistenziale sul territorio, assicurano

l’appropriatezza nell’utilizzo delle risorse e si adoperano per la riduzione degli

sprechi, scegliendo prestazioni efficaci secondo le regole dell’evidenza scientifica.

I MMG e PLS sono tenuti al rispetto delle condizioni e limitazioni previste

dall’AIFA e possono essere sottoposti a procedimento disciplinare secondo la

procedura prescritta dall’art. 14 dell’Accordo Collettivo Nazionale del 23 maggio

2005.

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5. Altri organi

5.1 Comitato Etico

Ai sensi del D.M. 15/7/97emanato dal Ministero della Sanità, deve essere istituito un

Comitato Etico con il compito di offrire delle valutazioni etiche in relazione a

determinate questioni e di esprimersi in merito alla sperimentazione clinica.

Il Comitato Etico è un organismo indipendente costituito nell’ambito della struttura

sanitaria ed è composto con criteri di interdisciplinità dettagliati nel D.M. 18/3/98, ed in

particolare della Linee Guida per l’istituzione e funzionamento dei Comitati Etici ad esso

allegate.

Il Comitato Etico ha il compito in particolare di valutare i farmaci al fine di esprimere il

c.d. giudizio di notorietà, che consente l’esenzione dall’autorizzazione all’Istituto

Superiore della sanità sulla innocuità e composizione del medicinale prima della

sperimentazione sull’uomo.

Il Comitato Etico esamina ogni aspetto della sperimentazione, sia dal punto di vista della

fattibilità e dell’impostazione clinica, sia da quello del rapporto con i pazienti coinvolti.

In particolare, anche secondo quanto specificato dalle succitate Linee guida, il Comitato

etico si occupa della valutazione della procedure relative al consenso informato e alla

sicurezza del trattamento.

5.2 Collegio sindacale

Il Collegio sindacale è istituito ai sensi dell’art. 3 ter della legge n. 502/92, con il compito

di verificare l’andamento economico dell’azienda sanitaria e di vigilare sul rispetto delle

leggi dettate in materia di amministrazione.

Inoltre, si occupa dell’accertamento della regolarità contabile e delle scritture e riferisce

su questo punto periodicamente alla Regione, denunciando con tempestività le eventuali

irregolarità riscontrate; per lo svolgimento dei suoi compiti è dotato di poteri di controllo

ed ispezione, esercitabili anche singolarmente dai suoi membri.

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6. La Carta dei Servizi

La Carta dei Servizi dell’ASL Provincia di Mantova definisce le modalità per l’esercizio

dei diritti sanitari e socio sanitari dei cittadini mantovani (compreso il libero accesso al

soggetto erogatore di prestazioni).

Rappresenta altresì formale strumento di tutela per l’esercizio e la soddisfazione dei

diritti, obbligando i soggetti erogatori ad adeguare le proprie attività alla soddisfazione dei

bisogni degli utenti mediante l’adozione, pubblicizzazione, verifica e garanzia del rispetto

degli standard qualitativi/quantitativi dei servizi.

7. Regolamenti

L’ASL Provincia di Mantova ha adottato i seguenti regolamenti:

� Regolamento per l'utilizzo delle risorse informatiche.

� Regolamento di funzionamento delle attività gestorie a rilevanza esterna di competenza della dirigenza ASL

� Regolamento di funzionamento Collegio Sanitari

� Regolamento di funzionamento Comitato Etico

� Regolamento di funzionamento dei processi di gestione e controllo dei rischi

� Regolamento di funzionamento dell’asilo nido

� Regolamento relativo all’attività di concessione delle provvidenze economiche agli invalidi civili

� Regolamento di funzionamento sistema di contabilità aziendale e bilancio

� Regolamento di funzionamento processo di budget

� Regolamento di funzionamento disciplina acquisto beni e servizi

� Regolamento di funzionamento Nucleo di Valutazione

� Regolamento di funzionamento libera professione

� Regolamento di funzionamento disciplina tutela privacy

� Regolamento di funzionamento Collegio di Direzione

� Regolamento di funzionamento processi di selezione del personale

� Regolamento di funzionamento processo di affidamento incarichi di collaborazione

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� Regolamento di funzionamento procedimenti disciplinari

� Regolamento di funzionamento processi di mobilità

� Regolamento di funzionamento procedure diritto di accesso: procedure modalità di consultazione e partecipazione di tutela amministrativa degli utenti

� Regolamento di funzionamento relazioni sindacali

� Regolamento di funzionamento gestione tutela dei documenti dal protocollo all’archivio storico

� Regolamento di funzionamento automezzi

� Regolamento di funzionamento trattamento missione e trasferta

� Regolamento di funzionamento minute spese economati

� Regolamento concernente le modalita' di approvvigionamento delle preparazioni stupefacenti e psicotrope di cui alle tabelle I, II, III, IV, dell'art. 14 DPR n. 309/90 nonché di impiego dei registri di carico e scarico

� Regolamento per l'accesso e l'inserimento di tirocinanti presso le strutture aziendali e determinazioni conseguenti

� Regolamento competenze capi distretto e capi dipartimento ASL di Mantova

� Regolamentazione dell'organizzazione e funzionamento osservatorio delle professioni sanitarie di cui a POA-POFA vigente

� Regolamento di funzionamento dell'ufficio relazioni con il pubblico (URP) in attuazione di POA-POFA vigente - area socio assistenziale

� Regolamento riferito alle modalità di accesso e frequenza presso strutture ASL di soggetti terzi a titolo diverso dalla forma del tirocinio

� Manuale controllo direzionale ASL Mantova secondo le dimensioni del balanced scorecard e correlato nuovo regolamento di valutazione delle performance del personale (dirigenza e comparto)

� Regolamenti di funzionamento dei dipartimenti e dei distretti

� Regolamento per la gestione delle attività di tutela minori e centro adozioni

� Regolamento aziendale per la prescrizione ed autorizzazione di protesi ortesi ed ausili tecnici indicati nel nomenclatore tariffario (DM 332/99)

� Regolamento aziendale sul consenso informato in attuazione di metodologia JCI.

� Regolamento per l'acquisto in economia di beni e servizi

� Regolamento Comitati d'area

� Regolamento di disciplina del conferimento degli incarichi di collaborazione a soggetti esterni all'azienda.