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COAGULAZIONE E FIBRINOLISICOAGULAZIONE E FIBRINOLISI
Dr.Dr.ssassa Marta GrecoMarta Greco Scienze Scienze InfermieristicheInfermieristiche
IL SANGUEIL SANGUE• Il sangue è un tessuto fluido attraverso il quale si realizza il trasporto di sostanze nutritive, gas, ormoni e prodotti di rifiuto.
• Il sangue, inoltre, trasporta cellule specializzate che difendono i tessuti periferici da infezioni e malattie.Queste funzioni sono assolutamente essenziali in quanto un'area completamente priva di circolazione puòmorire nel giro di pochi minuti.
H2OSali mineraliEnzimiVitamineOrmoniMolecole nutritive
IL SANGUEIL SANGUE
Cellule per trasporto di sostanze (GR=Emoglobina)Cellule difensive (GB)Piastrine)
IL PLASMA(parte fluida) 55%
90% H OSali ionizzantiProteineLipidiGlicoproteinezuccheri
2- fibrinogeno
SIERO
Che cos’è il Processo EMOSTATICO ?
E’ un meccanismo di difesa del nostro organismo per evitare perdite di sangue
EMOSTASIEMOSTASI
L’emostasi consiste in una serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e
sinergiche, che hanno lo scopo di riparare le lesioni vasali e arrestare la perdita di
sangue dai vasi (emorragia). Quindi serve per:
Mantenere il sangue allo stato liquido, non coagulato nei vasi normali
Indurre la veloce e localizzata formazione del coagulo emostatico dove sia presente
un danno vascolare.
AUMENTO RIDUZIONE
TROMBOSI EMORRAGIA
ALTERAZIONI DELL’EMOSTASI
EMOSTASIEMOSTASI
PRIMARIAPRIMARIA SECONDARIASECONDARIA
VasocostrizioneVasocostrizioneFattori EndotelialiFattori Endoteliali
Aggregazione PiastrinicaAggregazione Piastrinica
COAGULAZIONECOAGULAZIONE
““TROMBO BIANCOTROMBO BIANCO”” ““TROMBO ROSSOTROMBO ROSSO””
Il 1° evento della emostasi è la VASOCOSTRIZIONE,VASOCOSTRIZIONE, che riduce l’afflusso del
sangue limitandone la perdita; viene innescata dalla serotonina e da altri
composti liberati dalle piastrine circolanti laddove l’endotelio che riveste la
superficie interna dei vasi sanguigni risulta danneggiato. Il restringimento del
vaso favorisce l’agglomerarsi delle piastrine e la formazione del tappo
piastrinico
EMOSTASI PRIMARIA
Rapida formazione di un
tappo piastrinico a livello della
lesione (Trombo bianco).
Avviene in pochi secondi.
Fondamentale per arrestare
la fuoriuscita di sangue dai
vasi capillari e dalle venule
L'iniziale danno alla superficie interna del vaso provoca il rilascio da parte
delle cellule dello stesso tessuto di alcuni fattori chiamati ENDOTELINE, ENDOTELINE, che
inducono il restringimento del vaso a livello della lesione, in modo tale da
contrastare l'eventuale perdita di materiale.
Sempre l'endotelio secerne il fattore di Von Willebrand Von Willebrand (vWF), che fa
aderire ad esso le piastrine, che a loro volta liberano ADPADP e TROMBOSSANO TROMBOSSANO
A2A2, con l'effetto di richiamare altre piastrine.
EMOSTASI SECONDARIA
Attivazione del Sistema della
Coagulazione Formazione
della Fibrina Rafforza il Trombo
Emostatico Primario.
Richiede alcuni minuti.
Importante soprattutto per
bloccare la fuoriuscita di sangue
dai vasi di calibro maggiore.
Il Tappo piastrinico non è in grado di ostruire la lesione per il tempo necessario
alla ricostituzione dell’integrità delle pareti del vaso; per tale motivo, sostituito
dal più resistente coagulo, la cui formazione avviene attraverso una sequenza di
reazioni e richiede l’intervento coordinato di fattori già presenti nel plasma.
1: FASE FASE VASCOLAREVASCOLARE
Lesione del vaso sanguigno
Vasocostrizione reattiva
Riduzione transitoria del Flusso Ematico
2: FASE FASE PLASMATICA PLASMATICA
(Emocoagulazione)
Danno Vascolare
Sintesi dei Fattori della Coagulazione dalle cellule endoteliali e dalle Piastrine
Cascata della COAGULAZIONECOAGULAZIONE
LA COAGULAZIONE DEL SANGUELA COAGULAZIONE DEL SANGUE
La coagulazione costituisce la fase più complessa del processo
di emostasi, attraverso il quale avviene l’arresto spontaneo di
una emorragia, cioè del sanguinamento dai vasi lesionati in
corrispondenza di una ferita.
La stabilizzazione dell'aggregato
piastrinico avviene grazie
all'attivazione della FIBRINAFIBRINA.
La fibrina si trova normalmente sotto forma di FIBRINOGENO FIBRINOGENO che non può
dar luogo ad un aggregato.
Per far sì che il fibrinogeno venga attivato esistono due vie, una INTRINSECAINTRINSECA
ed una ESTRINSECAESTRINSECA, ma la divisione tra queste non è così netta, poiché
elementi dell'una possono influenzare l'attivazione dell'altra.
Queste due vie differiscono tra di loro principalmente per:
1)l'agente iniziale che le attiva;
2)il numero di fattori coinvolti nella cascata.
Le due vie si congiungono, originando la via comune, che ha inizio con
l'attivazione del fattore X.
1) La VIA ESTRINSECA VIA ESTRINSECA è più rapida per il minor numero di fattori che vi
prendono parte.
Essa viene attivata quando una lesione di un vaso sanguigno produce la
liberazione, dalle cellule danneggiate, di fosfolipidi e di un complesso
proteico detto FATTORE TISSUTALE FATTORE TISSUTALE o TROMBOPLASTINA TROMBOPLASTINA
TISSUTALETISSUTALE. I fattori attivati, oltre il fattore tissutale, sono i fattori
plasmatici VII, X e V.
1) La VIA INTRINSECA VIA INTRINSECA è più lenta, perché comprende, oltre i tre fattori
dell'altra via, anche i fattori XII, XI, IX e VIII, tutti fattori plasmatici.
Questa via è innescata dall'attivazione del FATTORE XIIFATTORE XII, o fattore di
HAGEMANHAGEMAN, la quale si verifica quando il sangue entra a contatto con la
matrice extracellulare, in particolare con le macromolecole di collagene.
Ovviamente una lesione tissutale attiva entrambe le vie della coagulazione;
infatti, la lesione non solo determina la liberazione della tromboplastina
tissutale, ma anche, danneggiando i vasi sanguigni, consente al sangue di
venire a contatto con superfici diverse da quelle endoteliali.
Protrombina Trombina
FIBRINOLISIFIBRINOLISILa fibrinolisi è il processo mediante il quale un reticolo di FIBRINA FIBRINA viene dissolto
così da evitare che il coagulo duri più del necessario e la formazione di trombi.
La fibrinolisi ha origine con la trasformazione del PLASMINOGENOPLASMINOGENO in
PLASMINAPLASMINA grazie agli attivatori del plasminogeno come l’UROCHINASIUROCHINASI
Plasminogeno Plasmina
Fibrina
Prodotti di degradazionedella fibrina
UrochinasiStreptochinasi
D-dimero
STRUMENTI PER STUDIARE I DIFETTI DELLACOAGULAZIONE
Test di laboratorio:Di Screening
Emocromo (Conta Piastrinica)
Aggregazione Piastrinica
Tempo di Protrombina (PT)
Tempo di Tromboplastina Parziale Attivato (aPTT)
Di Approfondimento
Tempo di Trombina (TT)
Dosaggio del Fibrinogeno (Fib)
Dosaggio del D-dimero (DD)
Dosaggio altri Fattori
TEST DI AGGREGAZIONE PIASTRINICATEST DI AGGREGAZIONE PIASTRINICASi esegue utilizzando sostanze che stimolano o inducono l’aggregazione
delle Piastrine.
La variazione della Densità Ottica nel tempo consente la determinazione degli Indici di Aggregazione:
• Tempo di Reazione
• Massima variazione della Densità Ottica
• Tempo di Latenza (tra l’aggiunta dell’aggregante e l’inizio della variazione
della densità ottica)
• Ampiezza o variazione della Densità Ottica Iniziale
TEMPO DI PROTROMBINA (PT)TEMPO DI PROTROMBINA (PT)
Il Test viene eseguito su plasma Citrato povero di piastrine.
Si definisce come il Tempo necessario (9-10 sec.) affinchè
un’aliquota di plasma coaguli in seguito all’ aggiunta di un
estratto Tessutale di origine umana o animale
(Tromboplastina) e ioni Calcio a 37°C.
Esplora la VIA ESTRINSECA VIA ESTRINSECA (Deficit in malattie
congenite).
TEMPO DI PROTROMBINA (PT)TEMPO DI PROTROMBINA (PT)
Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei fattori VII, X, V, protrombina (II) e fibrinogeno (I).
Monitoraggio della terapia anticoagulante orale con dicumarolici ed il Warfarinche inibiscono l’attivita’ dei fattori VII, IX, X e della protrombina.
PT corto privo di significato patologico
PT lungo - epatopatia- deficit vitamina K - CID (Coagulazione intravasale disseminata)- sindrome nefrotica- farmaci
TEST DI LABORATORIOTEST DI LABORATORIO
TF-VII
TF-VIIa
X
Xa -Va V
IX XIa XI
IXa- VIIIa
VIII-vWF
TROMBINA
protrombina
Fibrinogeno
Fibrina monomericaFibrina polimericaFibrina
stabile
XIII XIIIaPT
Via Estrinseca
TEMPO DI TROMBOPLASTINA TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE ATTIVATO (PARZIALE ATTIVATO (aPTTaPTT o PTT)o PTT)
Indica il Tempo medio di coagulazione del campione rispetto ad un
campione di riferimento (progressione della coag. nel Tempo).
Si definisce come il Tempo necessario (secondi) affinchè un’aliquota di
plasma povero di piastrine, coaguli in seguito all’ aggiunta di un Attivatore
della fase di contatto, di fosfolipidi (al posto delle piastrine) e di ioni Calcio
a 37°C.
Esplora la VIA INTRINSECA VIA INTRINSECA (Deficit in Emopatie).
TEMPO DI TROMBOPLASTINA TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE ATTIVATO (PARZIALE ATTIVATO (aPTTaPTT))
Identifica i deficit acquisiti o congeniti dei fattori IX, VIII, e XI
Monitoraggio della terapia anticoagulante orale con eparina.
Identifica con minor sensibilita’ del PT deficit dei fattori X, V, protrombina (II) e fibrinogeno (I).
aPTT corto privo di significato patologico
aPTT lungo - deficit di fattori - presenza di inibitori (anti-fattore, VIII)- terapia con eparina
TEST DI LABORATORIOTEST DI LABORATORIO
TF-VII
TF-VIIa
X
Xa -Va V
IX XIa XI
IXa- VIIIa
VIII-vWF
TROMBINA
protrombina
Fibrinogeno
Fibrina monomericaFibrina polimerica
Fibrinastabile
XIII XIIIa
PTT
Via Intrinseca
PRINCIPALI CONDIZIONI IN CUI E’ALTERATO IL PT
Terapia anticoagulante orale
Epatopatia
Deficit nutrizionale di vitamina K
Malassorbimento
Deficit/Inibitori del fattore VII
PRINCIPALI CONDIZIONI IN CUI E’ALTERATO L’ aPTT
Terapia eparinica
Deficit di fattore VIII (Emofilia A)
Deficit di fattore IX (Emofilia B)
Deficit di fattore XI
Deficit di fattore XII
Inibitori del fattore VIII, IX, XI, XII
PRINCIPALI CONDIZIONI IN CUI SONO ALTERATI SIA IL PT CHE L’ aPTT
Epatopatia grave
CID
Deficit di fattore X
Deficit di fattore II
Deficit di fattore V
Deficit di fibrinogeno
Diluizione post-trasfusionale
Inibitori dei fattori della via comune
CAUSE DI DCAUSE DI D--DIMERO ELEVATODIMERO ELEVATO
FIBRINOGENO FIBRINA D-DIMERO
Aumentata formazione di Fibrina
Aumentata Fibrinolisi
ELEVATI LIVELLI DI DELEVATI LIVELLI DI D--DIMERODIMERO
Invecchiamento
Gravidanza
Infiammazione
Infezione
Tumore
Tromboembolia venosa
Danno coronarico
Infarto miocardio
Post-chirurgico
ERITRONEERITRONE = unità funzionale e maturativa degli eritrociti
ERITROPOIETINA ERITROPOIETINA = glicoproteina ad attività ormonale (30 Kd) prodotta dalle cellule interstiziali peritubulari renali in seguito adipossia.(nelle Urine 1-4 U/mL)
Regola la maturazione dei normoblastiControlla la velocità di duplicazione e di maturazioneAumenta lo shunt dei pentoso-fosfatiFacilita la fuoriuscita dei reticolociti dai sinusoidi del M.O.Stimola il rilascio precoce dei reticolocitiAumenta la velocità di sintesi della Hb
MEMBRANA degli ERITROCITIMEMBRANA degli ERITROCITI
STRUTTURASTRUTTURA- Doppio strato fosfolipidico contenente Proteine integrali- Proteine del citoscheletroFUNZIONEFUNZIONE- Mantenere la Deformabilità ed il Bilancio Osmotico- Supporto per gli Antigeni Superficiali- Trasporto (Attivo e Passivo) di Ioni e Gas
IL GRUPPO SANGUIGNOIL GRUPPO SANGUIGNO
Il gruppo sanguigno è determinato da proteine specifiche
presenti sulla membrana dei globuli rossi. Il sangue è infatti
classificato in gruppi, A, B, AB o 0 a seconda della presenza
o meno di proteine specifiche sulla membrana plasmatica
dei globuli rossi. Nel sangue di gruppo 0 entrambe le
proteine (A e B) sono assenti.
Gruppisanguigni
GENOMAcombinazione di
alleli
AG antigene(donatore)
AC anticorpi(ricevente)
Gli AG possono reagire con gli AC provocando l’agglutinazione dei G.R.
A A anti-Bpuò donarepuò ricevere
B B anti-Apuò donarepuò ricevere
ABAccettoreuniversale
ABpuò donare
può ricevere
0Riceventeuniversale L’allele recessivo
non produce AG
anti-Aanti-B
può donare
può ricevere
A AB
A 0
B AB
B 0
AB
AB
A B
AB 0
A B
0
0