Classe V SCUOLA PRIMARIA

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a. s. 2013 - 2014 Classe V SCUOLA PRIMARIA

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a. s. 2013 - 2014

Classe V SCUOLA PRIMARIA

Il percorso tende all’ampliamento del lessico attraverso giochi semantici che facciano scoprire ai bambini i significati intrinsechi ed estrinsechi dei vari termini e l’esistenza di legami e connessioni logiche che portano alla costruzione di vere e proprie reti e grappoli di parole ed idee.

FASE N. 1: IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE

L’insegnante scrive una parola “a caso” alla lavagna: PESCE; chiede ai bambini il significato del termine ed essi, naturalmente, rispondono: “È UN ANIMALE CHE VIVE NELL’ACQUA!” L’insegnante scrive alla lavagna una seconda parola “a caso”: TROTA; chiede nuovamente il significato del termine. “È UN PESCE!” rispondono i bambini. Ma se il pesce è un animale che vive nell’acqua e la trota è un pesce, la trota è un animale che vive nell’acqua! I bambini sono divertiti dall’associazione di idee e di significati. Il gioco va avanti e a questo punto l’insegnante chiede quali altre parole possono rientrare in questa “associazione di significati”. Inizia una gara di conoscenza delle più svariate specie della fauna marina. Infine l’insegnante, seguendo i “suggerimenti pilotati” degli alunni, costruisce alla lavagna lo schema sotto riportato e i bambini fanno lo stesso sui propri quaderni.

Le frecce indicano la “partenza ed il ritorno di significato” di una PAROLA ( es. TROTA) ad una PRIMA PAROLA ( es. PESCE). Lo schema rappresenta un piccola “rete di collegamenti” e da esso si evince, inoltre, che il significato della parola “trota” è incluso nel significato della parola “pesce”.

PESCE TROTA

Animale che vive nell’acqua Animale che

vive nell’acqua

PESCE tonno

merluzzo

Per introdurre i termini specifici si conclude, sintetizzando sui quaderni:

“Nel nostro vocabolario ci sono parole che hanno un significato ampio e generico, che includono al loro interno i significati di altre parole più specifiche.

Le parole con significato AMPIO sono dette

IPERONIMI (PESCE),

dal latino IPER che significa SOPRA, infatti il significato di queste parole include, sta sopra

quello di altre parole.

Ci sono altre parole che hanno un significato più RISTRETTO, che può essere contenuto in

quello di parole più generali. Sono gli

IPONIMI (merluzzo, tonno),

dal latino IPO, che significa SOTTO, infatti il significato di queste parole è meno ampio, è

incluso, sta sotto quello di altre parole.”

Iponimo e iperonimo ... costruiamo altri schemi ...

Dato il primo esempio, sotto riportato …

MAMMIFERO

CETACEO

BALENA

IPERONIMO

IPERONIMO

IPONIMO

IPONIMO

... i bambini procedono da soli, divertendosi! Si riproducono alcuni esempi:

INVERTEBRATI

RETTILI

SERPENTE

COBRA

IPERONIMO

IPONIMO

IPONIMO

IPERONIMO

IPONIMO

IPERONIMO

VEGETALE

FRUTTO

AGRUME

MANDARINO

IPERONIMO

IPONIMO

IPONIMO

IPERONIMO

IPONIMO

IPERONIMO

Come ulteriore esercizio si propone: CON LE SEGUENTI PAROLE FORMA OTTO COPPIE COMPOSTE CIASCUNA DA UN

SOVRAORDINATO (IPERONIMO) E UN SUO IPONIMO

Stato, rosso, festa, coccinella, Italia, colore, Natale, insetto, influenza, amore, formaggio, malattia, oro, gorgonzola, sentimento, metallo.

IPERONIMO IPONIMO

STATO ITALIA

ROSSO COLORE

FESTA NATALE

INSETTO COCCINELLA

MALATTIA INFLUENZA

SENTIMENTO AMORE

FORMAGGIO GORGONZOLA

METALLO ORO

FASE N. 2: DAL RAPPORTO DI “INCLUSIONE” ALLA COSTRUZIONE DI UNA “RETE SEMANTICA”. L’insegnante chiede ai bambini di suggerire nomi di vegetali che conoscono. Tra i tanti indicati, ne sceglie quattro “a caso”, appartenenti a specie diverse, e li racchiude in un primo insieme in cui vengono rappresentati graficamente e nominati. Una freccia trasporta all’esterno il nome della specie a cui appartengono e si racchiude tutto in un insieme più grande, secondo il rapporto di inclusione acquisito in fase n. 1. Quindi si schematizza, usando il lessico specifico. Tale lavoro viene eseguito alla lavagna e condiviso dalla classe, poi eseguito individualmente su ogni quaderno. Si riporta un esempio:

Considerando il significato etimologico dei termini “IPERONIMO” (che sta “sopra”) e “IPONIMO” (che sta “sotto”), l’insegnante costruisce uno schema diverso, usando gli stessi TERMINI di quello precedente. L’iperonimo più esterno è quello che sta sopra tutti gli altri. Gradatamente vengono aggiunti sotto quelli che si trovano nei livelli più interni.

Concluso il lavoro, i bambini osservano che si è creata una vera e propria RETE, le cui maglie sono costituite da SIGNIFICATI CONCATENATI GLI UNI AGLI ALTRI.

L’insegnante conclude dicendo che è stata costruita una RETE SEMANTICA. Si analizza il significato etimologico dell’aggettivo “semantico”: dal gr. sēmantikós ‘dotato di significato’.

È stata costruita, quindi, una “rete di significati”. Si riporta lo schema prodotto:

VEGETALE ESSERE VIVENTE

SI NUTRE, RESPIRA

FIORE

È profumato e colorato

ALBERO

Ha il tronco e i rami

FRUTTA

Ha i semi ed è commestibile

ORTAGGIO

Contiene fibre e vitamine

MARGHERITA

Ha tanti petali

ROSA

Ha le spine

QUERCIA

Ha le foglie

palmate

ABETE

Ha le foglie

aghiformi

MELA

Ha la polpa dura

FRAGOLA

Ha la polpa

morbida

CAROTA

Contiene carotene

PATATA

Contiene carboidrati

IPONIMO

IPERONIMO

IPO

IPER

Per sviluppare le capacità di sintesi e di rielaborazione personale, l’insegnante guida i bambini ad organizzare le informazioni di un testo in uno schema. Tale attività, inoltre, consente non solo di annotare molti concetti, ma anche di visualizzare le associazioni tra essi. Si propone la lettura del seguente testo informativo:

LA GIORNATA DI UNO SCOLARO DELL’ANTICA ROMA G. Caselli, Le grandi civiltà del mondo antico adatt. , Giunti

Le lezioni in casa del maestro cominciavano all’alba, quindi i ragazzi si svegliavano quando era ancora buio e, nei mesi invernali, dovevano andare a scuola a lume di lanterna. Le famiglie più ricche potevano permettersi uno schiavo (paedagogus), che accompagnava a scuola i figli del padrone, portando per loro le tavolette cerate e quanto altro occorreva per il lavoro scolastico. Le lezioni terminavano a mezzogiorno, ora del pranzo, e riprendevano al pomeriggio. I ragazzi passavano le ore libere giocando con palle, cerchi, trottole e dadi. Le lezioni si tenevano in ambienti angusti, come un locale annesso a una bottega o un locale di un’abitazione privata. L’arredo, semplicissimo, era composto da una sedia a spalliera alta per il maestro e da qualche panca per gli alunni, i quali, per scrivere, appoggiavano la tavoletta di cera sulle ginocchia. Gli schiavi accompagnatori sedevano talvolta in attesa in fondo all’aula e spesso si addormentavano. Nelle scuole regnava una disciplina severissima. Il maestro teneva in mano una bacchetta (fèrula), con cui colpiva le mani di chi si distraeva o di chi commetteva il minimo errore. Gli alunni imparavano a leggere e a scrivere disegnando e ripetendo in modo meccanico le lettere dell’alfabeto. Gran parte del tempo veniva occupato da esercizi di dettatura. Per scrivere, gli scolari usavano una stilo appuntito di osso o di metallo, con il quale incidevano sulle tavolette spalmate di cera, fatte apposta per essere cancellate e riscritte decine di volte. L’aritmetica si imparava inizialmente facendo contare gli scolari con le dita o con dei sassolini (calculi, da cui il nostro verbo “calcolare”). Successivamente si passava ad un pallottoliere (abacus): le file delle palline che scorrevano su una bacchetta rappresentavano rispettivamente le unità, le decine e le centinaia. Si organizzano, quindi, le informazioni in uno schema. Si identifica l’argomento principale (le lezioni) ed i “sottoargomenti” ad esso riconducibili (luoghi, tempi, pedagogus, metodo, disciplina, materiale); si procede alla costruzione dello schema, ove le “parole chiave” sono arricchite da brevi spiegazioni.

FASE N. 3: DALLA “RETE SEMANTICA” DI PAROLE, AL “GRAPPOLO ASSOCIATIVO DELLE IDEE”

DISCIPLINA MATERIALE LUOGHI

LA GIORNATA DI UNO SCOLARO DELL’ANTICA ROMA

LE LEZIONI

CASA DEL MAESTRO

AMBIENTE ANGUSTO

ARREDO SEMPLICISSIMO

MAESTRO ALUNNI

Sedia con spalliera

panche

TEMPI

INTERVALLO

MATTINO

alba Mezzogiorno (pranzo)

Giochi ( palla, cerchi, trottola, dadi)

POMERIGGIO

METODO

CALCOLARE

LEGGERE E SCRIVERE

Disegno e ripetizione meccanica delle

lettere dell’alfabeto

contare con dita o sassolini (“calculi” da cui il nostro

verbo “calcolare

dettati

pallottoliere

SEVERISSIMA

ALUNNI

MAESTRO

bacchetta

Tavoletta di cera

fèrula

Stilo appuntito di osso o di metallo

PEDAGOGUS (schiavi)

ACCOMPAGNAVANO I FIGLI DEL PADRONE

PORTAVANO IL MATERIALE SCOLASTICO

ASPETTAVANO LA FINE DELLE LEZIONI IN FONDO ALL’AULA

I bambini, sviluppando le varie idee, producono un testo narrativo.

I bambini osservano come anche in questo caso si sia formata una rete; questa volta non di significati, ma di concetti, di idee.

Questa rete, con lessico specifico, viene definita

“grappolo associativo delle idee”.

L’insegnante fa notare che si può fare il percorso inverso: partire da un grappolo associativo di idee per la produzione di un testo.

Dato un argomento base (per esempio le vacanze estive), si crea uno schema a grappolo per associazione di idee.

Le vacanze estive

Luoghi tempi incontri scoperte giochi divertimenti

…….. …….. …….. …….. …….. ……..

GLI SCOPI NASCOSTI (IMPLICITI) E GLI SCOPI ESPLICITI

L’insegnante prende spunto da una conversazione avvenuta con la classe durante il “dopomensa” e la riporta alla lavagna, focalizzando l’attenzione dei bambini su di essa: ALUNNI: - Visto che ci siamo comportati bene a mensa, possiamo fare la ricreazione fuori in cortile? INSEGNANTE: - Perché in cortile? ALUNNI: - Vogliamo organizzare una partita di calcio. INSEGNANTE: - L’erba non è stata tagliata; potrebbe nascondere dei pericoli. Tenendo presente quanto scritto alla lavagna, l’insegnante afferma che qualsiasi testo, sia esso orale sia esso scritto, possiede uno o più scopi ESPLICITI (messaggi chiari presenti al suo interno, detti anche DENOTATIVI) o IMPLICITI (messaggi nascosti, non presenti nel testo, detti anche CONNOTATIVI, ma deducibili dalla situazione descritta).

FASE N. 4: IL CONCETTO DI INCLUSIONE ALL’INTERNO DI UN TESTO

META (Implicito – Connotativo)

contraddistinto dal simbolo “M”

SOVRASCOPO (Implicito – Connotativo)

contraddistinto dal simbolo “SS”

SCOPO (Esplicito – Denotativo)

contraddistinto dal simbolo “S”

A seconda del loro livello, tali scopi o messaggi, si distinguono in questo modo:

TITOLAZIONI E SCOPI

Il lavoro procede individuando i messaggi espliciti del precedente dialogo e dando ad essi un titolo:

Cortile non ripulito Pericoli nascosti Comportamento corretto a mensa

Partita di calcio

Da qui si deducono i messaggi impliciti e si titolano:

Vietata la ricreazione all’aperto (sovrascopo) Addio partita (meta)

Si conclude costruendo il seguente schema:

“M” ADDIO PARTITA

“SS” VIETATA LA RICREAZIONE ALL’ APERTO

“S1” “S2”

“S3”

“S4”

CORTILE

NON RIPULITO PERICOLI NASCOSTI

COMPORTAMENTO CORRETTO A MENSA

PARTITA DI CALCIO