Classe 4°C Anno Scolastico 2016/2017 - IIS "Todaro-Cosentino" - … · 2017-06-14 · prime...
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Antoine Beauvilliers
Nicolas Appert
John Gorrie Francesco Cirio Antoine Parmentier
Thomas Cook
Karl Baedeker
Cesar Ritz
INTRODUZIONE
Rivoluzione ...
Il termine "rivoluzione", inizialmente indicante un moto circolare che torna su
se stesso, ha in seguito definito una rottura, un capovolgimento. Con il termine
"rivoluzione industriale" si fa implicitamente riferimento a questo secondo
senso. Il sistema produttivo che risulta dalla rivoluzione industriale è
radicalmente differente rispetto al sistema precedente di tipo agricolo
manifatturiero. La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione
economica o industrializzazione della società che da sistema agricolo-
artigianale-commerciale divenne un sistema industriale moderno caratterizzato
dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo
di nuove fonti energetiche inanimate (come ad esempio i combustibili fossili), il
tutto favorito da una forte componente di innovazione tecnologica e
accompagnato da fenomeni di crescita e di sviluppo. La rivoluzione industriale
comportò una profonda ed irreversibile trasformazione che parte dal sistema
produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero
sistema sociale ed economico e profonde modificazioni socio-culturali e anche
politiche.
Rivoluzione agricola
Con rivoluzione agricola si intende quel complesso di mutamenti e
innovazioni, nell‟ambito delle tecniche agricole, dei sistemi colturali e
dell‟organizzazione della proprietà terriera, che si verificarono in Inghilterra tra
il 17° e il 18° secolo e che prepararono e sostennero il processo di
industrializzazione noto come rivoluzione industriale. L'apparizione della
fabbrica e della macchina modifica i rapporti fra gli attori produttivi. Nacque
così la classe operaia che ricevette, in cambio del proprio lavoro e del tempo
messo a disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorse anche il
capitalista industriale, imprenditore proprietario della fabbrica e dei mezzi di
produzione, che mira a incrementare il profitto della propria attività. Coloro che
lavoravano nelle fabbriche, non erano più artigiani o lavoranti artigiani, ma
bensì degli operai salariati, che non avevano più la proprietà degli strumenti di
lavoro, ma lavoravano per un salario su macchinari che non gli appartenevano.
Cambiamento demografico
Nel Settecento l‟Europa passa da 110 a 190 milioni di abitanti; l‟Inghilterra tra
1750 e 1800 passa da 6 a 10 milioni. La rivoluzione industriale comportò
radicali cambiamenti nella società inglese che riguardarono sia le strutture
sociali sia il progressivo cambiamento delle abitudini di vita, dei rapporti fra le
classi sociali, e anche dell'aspetto delle città, soprattutto le più grandi. Una delle
prime conseguenze della rivoluzione fu l‟aumento della popolazione che iniziò
a concentrarsi prevalentemente nelle città, dove nascevano le fabbriche, i nuovi
luoghi di lavoro, sedi dell‟industria meccanica basata sull‟utilizzo delle
macchine. La rivoluzione agricola e quella industriale allontanano il pericolo
delle carestie. Le recinzioni espellono popolazione dalle campagne verso le
città.
Incremento della rivoluzione agricola
La Rivoluzione Industriale è legata alla Rivoluzione agricola e tra le due vie è
una stretta correlazione: le città industriali non sarebbero sorte senza
l‟incremento della produzione agricola e, allo stesso modo, essa per svilupparsi
ebbe bisogno di grandi centri di assorbimento dei prodotti agricoli. La fine dei
legami feudali e delle proprietà ecclesiastiche fecero aumentare il terreno a
disposizione. La produzione agricola aumenta grazie ai nuovi macchinari ed
alle nuove tecniche di coltivazione e di rotazione delle colture. Tutto questo
consente all‟agricoltura di superare la fase di sussistenza. Il ruolo svolto dalla
rivoluzione agricola comporta più aspetti: l'incremento della produzione
agricola ha potuto sostenere lo sviluppo demografico, iniziato a metà del XVIII
secolo, fornendo una maggiore e migliore alimentazione; l'incremento
produttivo agricolo ha inoltre liberato forza lavoro che è stata assorbita
dall'industria del cotone e metallurgica che ha potuto continuare ad espandersi;
l'aumento della produttività nell'agricoltura e l'incremento del reddito agricolo
hanno creato sbocchi al mercato interno per i prodotti industriali; il
miglioramento e la diffusione di utensili agricoli ha sostenuto la domanda di
ferro incentivando la produzione e l'innovazione nell'attività metallurgica. Con
la rivoluzione industriale, basata su un'industria meccanizzata e concentrata
che produce per il mercato nazionale e internazionale, il lavoro diventa
collettivo, organizzato, segmentato, disciplinato e sorvegliato. I lavoratori fanno
funzionare (correggono, alimentano, verificano) macchine che incorporano le
abilità artigianali e non hanno bisogno di riposo. Il lavoro è dunque anche
continuo. Il sistema di fabbrica trasforma il lavoro e con esso l'ordine sociale, il
modo di pensare e di vivere, la natura stessa delle società del mondo
occidentale.
I cambiamenti ...
In quel periodo fu l‟Inghilterra, fra i diversi Paesi europei quello che subì i
cambiamenti più profondi nelle sue strutture agrarie. Vennero introdotte nuove
colture (per es. la patata, proveniente dal continente americano), fu adottato un
nuovo sistema di rotazione mediante il ricorso alle piante foraggiere, che
avevano la proprietà di arricchire il terreno, consentendo rotazioni più lunghe e
una produttività più elevata, e si assistette a una maggiore integrazione tra
l‟allevamento, che divenne una componente fondamentale dell‟azienda
agricola, e l‟agricoltura. Un ruolo centrale nella rivoluzione agricola inglese
ebbe il fenomeno delle recinzioni, che comportò una privatizzazione delle terre
comuni, mirante a una più chiara definizione della proprietà e a una
produzione maggiormente orientata verso il mercato agricolo che verso
l‟autoconsumo.
3 aprile 1865: apre i battenti la prima agenzia viaggi del mondo a Londra in
Fleet Street
1836: apre a Coblenza una casa editrice di
guide turistiche omonime, che diventano
note in tutto il mondo per l'accuratezza
cartografica e l'assoluta precisione
1810: Appert inventa il
metodo per la
conservazione ermetica
dei cibi
Peter Durand sostituisce le fragili
bottiglie di vetro con cilindriche lattine di
alluminio
1851: Apalachicola, Florida macchina
per fare il ghiaccio
Incisione dal frontespizio di L’Art du Cuisinier di Antoine Beauvilliers,
Parigi 1814
Hotel Ritz a Parigi nel dipinto dell'artista svizzero Pierre-Georges
Jeanniot (1848-1934)
1856: Torino, Stabilimento
Cirio
1789: Antoine Augustin
Parmentier, scopre le qualità
nutritive di una pianta della
famiglia delle solanacee,
la patata
Thomas Cook è stato un imprenditore inglese. Fondatore della prima agenzia
di viaggio, la Thomas Cook and Son, ed è considerato l'inventore del turismo
moderno.
Biografia. Thomas Cook è un giovane ministro battista dell‟Inghilterra
vittoriana e puritana, fervente e intrepido, moralmente irreprensibile. Ama il
suo lavoro e, come membro della Lega della Temperanza, detesta con tutta la
sua anima l‟alcolismo, piaga dilagante soprattutto nella popolazione più povera
e debole. Per tenere fuori dai guai i suoi protetti, Cook ha un‟idea geniale:
distrarli con un viaggio. Il treno era il mezzo perfetto per organizzare la prima
gita di gruppo, tutto pagato, suonatori compresi, spese minime, le carrozze di
terza classe erano open-air. Il 5 giugno 1841 parte il treno speciale di Cook, dalla
stazione di Campell Street, Leicester: di fatto il primo tour organizzato. I
partecipanti al primo viaggio di massa erano ben 570, pagarono uno scellino a
testa che comprendeva il biglietto del treno e il pasto della giornata.
La storia del turismo: comincia con una piccola impresa di „‟charity business‟‟.
C‟è una data e un santo patrono anche per il turismo di massa e si chiama
Thomas Cook. Da semplice tipografo inglese, impegnandosi in una missione a
prima vista sinceramente umanitaria e altruista, divenne il profeta delle
vacanze per tutti, il „‟santo patrono del viaggio organizzato‟‟. Il santo laico in
breve tempo diede vita ad un impero turistico parallelo a quello delle colonie
britanniche. Le orde di turisti che oggi colonizzano a milioni località balneari,
deserti, giungle e città di tutto il mondo sono i pronipoti spuri di quel Thomas
Cook a cui si deve l‟ invenzione del turismo di massa. Oggi Thomas Cook è una
global company delle vacanze tutto incluso che offre delle crociere ai voli per
qualsiasi destinazione.
I grandi viaggi. Fino al 1700, i grandi viaggi intrapresi vedevano
principalmente come protagonisti, a partire dal Medioevo, i pellegrini e
successivamente, dal 1400 gli esploratori. Viaggiavano molto anche gli scrittori,
come per esempio Goethe, il cui Viaggio in Italia, pubblicato nel 1817, fu
utilizzato dai viaggiatori di molti decenni successivi come una vera e propria
guida turistica.
Nel 1845, Cook organizza alcuni viaggi a Liverpool, successivamente in
occasione di importanti manifestazioni, come l‟Esposizione Universale di Parigi
o sui luoghi della Guerra civile americana. Nel 1855, realizza il primo viaggio
organizzato attraverso l‟Europa, un tour che comprendeva Bruxelles, Colonia,
Heidelberg, Baden-Baden, Strasburgo e Parigi. Nel 1868, crea i primi coupon
d’hôtel. Nel 1869 è la volta della prima crociera sul Nilo e nel 1872, il primo
viaggio intorno al mondo. Nel 1874 crea i traveller’s cheque. Con l‟andare del
tempo, però lo spirito e le modalità di viaggio cambiano. Si registra una
maggior distanza tra il viaggiatore e la realtà locale, con una riduzione sempre
più evidente dei proventi per il territorio. Si introducono percorsi obbligati che
non lasciano ai viaggiatori alcuna mobilità individuale. Si assiste anche ad un
cambiamento della mentalità locale nei confronti del viaggiatore. Inizia così ad
accentuarsi la differenza tra i viaggiatori tradizionali e i turisti moderni e si
pongono le basi per il turismo di massa.
In un primo tempo l‟agenzia Thomas Cook si dedicò all'organizzazione di
viaggi collettivi (nel 1856 un giro dell'Europa e nel 1866 un circuito degli Stati
Uniti); in seguito furono aperte nelle principali città del mondo filiali che si
occupano di provvedere il viaggiatore di tutto quello che può rendere agevole il
suo viaggio. La data del 5 luglio 1841 sancisce universalmente l‟inizio di un
modo nuovo di viaggiare che con il tempo è diventato sempre più turismo,
ossia un viaggio organizzato prevalentemente da altri, arrivando poi negli
ultimi decenni a crescere in modo esponenziale, grazie all‟evoluzione e alla
moltiplicazione dei mezzi di trasporto, e in particolare, all‟avvento delle
compagnie aeree low cost, all‟incremento dei redditi nel mondo occidentale e,
soprattutto, grazie all‟irruzione di internet e dei social media che hanno
cambiato l‟accesso alle informazioni. Tutti questi elementi hanno indotto nelle
società industrializzate e ricche nuovi bisogni di mobilità. Oltre alle agenzie di
viaggi, Cook è stato precursore di molti altri servizi turistici che oggi usiamo
abitualmente, magari in forme più evolute: nella cronologia presente sul sito
ufficiale dell‟agenzia si scopre ad esempio che nel 1868 inventò un sistema di
hotel couponing per ottenere prezzi fissi dagli alberghi. Per cui oggi è quanto
meno curioso trovare un agente di viaggio che critica i cofanetti regalo, magari
non sapendo che sono figli dello stesso padre.
ll Grand Tour era un lungo viaggio nell'Europa continentale effettuato dai
ricchi giovani dell'aristocrazia europea a partire dal XVII secolo,durante il Tour,
i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei
paesi europei. Poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni, e di solito aveva
come destinazione l'Italia dove i giovani potevano acquistare, secondo le loro
possibilità e i mezzi, numerose opere d'arte e cimeli. Con il termine turismo e
più in generale il fenomeno dei viaggi turistici odierni come cultura di
massa ebbero origine proprio dal Grand Tour. La Francia rappresentava il
vertice dello stile e della sofisticazione, così i giovani britannici si mettevano in
viaggio verso quel paese per liberarsi del loro comportamento grossolano e
adottare le maniere che li avrebbero messi in evidenza come aristocrazia della
Gran Bretagna. Le tappe principali del viaggio in Italia erano 4: Venezia,
Firenze, Roma e Napoli. Roma con la sua eredità antica e i suoi monumenti,
divenne uno dei posti più popolari da visitare. Oltre alla conoscenza del mondo
antico, gli inglesi vennero così a contatto con le opere di Palladio e con
il Neoclassicismo a Napoli, e visitare le rovine di Roma ma anche
di Pompei ed Ercolano che erano state riscoperte recentemente. Tra le tappe più
importanti del tour vi era sicuramente la visita di Napoli e dei Campi
Flegrei che offrivano la possibilità di visitare sia siti archeologici che fenomeni
naturali, quali l'attività vulcanica. Ne dà esempio Goethe nel suo Viaggio in
Italia. Altra tappa molto importante era anche la Sicilia, i vulcani ed i tesori greci
e barocchi dell'isola, di cui Friedrich Maximilian Hessemer scriveva nelle
sue Lettere: «la Sicilia è il puntino sulla i dell'Italia, il resto d'Italia mi par
soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore». Allo stesso tempo, anche
gli studenti di arte da tutte le parti di Europa venivano in Italia a imparare dagli
antichi modelli. La Sicilia infatti offriva la possibilità di studiare l'arte
greca senza dover affrontare il viaggio in Grecia. Il viaggiatore tipico arrivava
in Italia per mare o per terra a cavallo e a partire dall'800 per treno. Con internet
il mondo è a portata di mano; basta un click e già ti ritrovi dall'altra parte del
mondo. Luoghi lontani, sconosciuti e difficilmente raggiungibili li puoi
conoscere navigando in rete. Questa voglia di conoscere nuove persone e nuovi
posti c'era anche nel 700. In questo periodo però per poter aver notizie di nuovi
luoghi bisognava intraprendere un viaggio. Chi non era provvisto di guide che
spiegavano i monumenti più importanti e davano indicazioni per evitare le
strade infestate dai briganti che depredavano i ricchi viaggiatori che spesso si
muovevano in carrozze, aveva bisogno di una guida “Beadeker”.
BAEDEKER, Karl. - Libraio tedesco, nato il 3 novembre 1801 a Essen nella Ruhr
e morto il 4 ottobre 1859 a Coblenza. Il 1 luglio 1827 Karl fondò la sua casa
editrice a Coblenza, non poteva certo immaginare che il suo nome e i suoi libri
rossi un giorno sarebbero diventati sinonimo di guida turistica in tutto il
mondo. La prima edizione della guida completa della Germania è del 1842, nel
1855 la prima guida di Parigi. Per alcuni aspetti Karl seguì il tipo delle guide
inglesi di John Murray, ma le superò di molto per scrupolosa esattezza, per
grandi doti di praticità, per i miglioramenti continui portati nelle successive
edizioni, e soprattutto per la ricca dotazione cartografica. Esse contribuiscono
non poco a facilitare il turismo e a rendere più agevoli e utili i viaggi per
diporto. Baedeker rivoluzionò la letteratura di viaggio: le sue pratiche guide
dedicate a mete quali la Germania, l‟Austria, l‟Italia e altri paesi europei
consolidarono la fama delle Baedeker facendole diventare precise e affidabili
compagne di viaggio. Baedeker diede particolare importanza alla chiarezza, alla
precisione e all‟attualità delle informazioni e provvide ad una costante revisione
delle descrizioni di viaggio. I suoi volumetti rossi furono rivoluzionari anche
per quanto riguarda la struttura interna del testo: la suddivisione in capitoli
quali “Cose da vedere”, “Informazioni pratiche” e “Descrizione delle
attrazioni” caratterizza ancora oggi la classica struttura di molte guide
moderne. Anche ai nostri giorni la Casa Editrice Baedeker guarda alla sua
grande tradizione nei termini di una catena di innovazioni: se un tempo
l‟introduzione delle cartine, l‟alto valore enciclopedico e l‟impiego di esperti di
chiara fama valsero come garanzia di altissima qualità, negli anni Settanta le
guide divennero a colori e si attrezzarono di cartine più dettagliate. Dal 2005
sono state arricchite di immagini pieghevoli in 3D e di infografica che
presentano le informazioni e le conoscenze in modo innovativo invitando alla
scoperta. Ieri come oggi il motto Baedeker è sempre lo stesso: “Wissen öffnet
Welten“, ovvero il sapere apre i mondi” - “il sapere ti fa scoprire nuovi mondi”
Nicolas Appert, 60 anni prima di Louis Pasteur, scopre le catene di sicurezza
alimentare che mantengono la qualità batteriologica dei prodotti.
La scoperta di Nicolas Appert è stata spiegata scientificamente e
significativamente migliorata da Louis Pasteur nel 1864 ed è attualmente
conosciuta con il nome di pastorizzazione, metodo di conservazione effettuato
a temperature pari o inferiori a 100 ° C .
In realtà, Appert ha agito empiricamente e la sua scoperta è il risultato di
molteplici fallimenti. Lo stesso Pasteur onorerà Appert affermando: "è chiaro
che stavo solo dando una nuova applicazione per il metodo Appert, ma
ignoravo che Appert avesse pensato molto prima di me alla stessa
applicazione”.
Nicolas François Appert (Chalons-sur-Marne, 1749 - Massy, 1841) chimico
francese, dopo numerosi esperimenti, ha inventato un processo termico per la
conservazione degli alimenti per metterlial riparo dall‟ossigeno attraverso la
conservazione in vetro.
La vera nascita delle conserve alimentari risale all‟ingegnoso Appert. In qualità
di cuoco e pasticciere (quale fu oltre ad essere chimico), venne alla conclusione
che i cibi deteriorabili si conservavano a lungo se sigillati all'interno di bottiglie
o barattoli di vetro, immersi successivamente in acqua bollente. I risultati della
scoperta, dati alla stampa all'inizio dell'Ottocento come “L'Art de conserver les
substances animales et végétales” (e ripubblicati in seguito col titolo 'Livre de
tous le ménages'), mettevano in chiaro che la conservazione degli alimenti
doveva rispettare alcuni passaggi:
-introdurre gli alimenti già pronti nelle bottiglie e chiudere esse con tappi di
sughero;
-immergerei contenitori in acqua bollente; i tempi di immersionevariano a
seconda del tipo di alimento; e successivamente farli raffreddare.
L'intuizione di Appert si basava sulla constatazione che il calore elimina o
rallenta i processi di decomposizione del cibo.
L'Art de conserverles substances animales et végétales è inoltre il primo ricettario del
moderno metodo per la conservazione dei cibi, tramite le bottiglie con chiusura
ermetica. Riempì le bottiglie con i più svariati alimenti: carne, pollame, uova,
latte e addirittura piatti pronti. Bastava levare l'aria e chiudere ermeticamente la
bottiglia con un tappo. La bottiglia doveva essere avvolta in una tela che
successivamente veniva immersa in acqua bollente fino a quando il cibo non
fosse cotto. La "Casa di Appert" divenne la prima fabbrica di alimenti in
contenitori di vetro nel mondo.
Inizialmente i cibi in scatola erano usati per l'esercito, ma nella metà del XIX
diventarono un alimento di tutti i giorni perla popolazione, e l'industria
alimentare quindi iniziò a svilupparsi. Appert quindi migliorò e semplificò le
sue tecniche e le sue procedure, tenute segrete fino al 1809.
il prefetto marittimo Brest attesta che le conserve preparate da Appert,
imbarcate a bordo del veliero Stationnaire, si sono conservate alla perfezione.
Nel 1809 il comandante Houssard di ritorno da un viaggio nelle Indie offre ai
suoi passeggeri prima dello sbarco a Marsiglia un ricco menù a base di paté di
pernici, fave al burro e macedonia di frutta usando i prodotti inscatolati da
Appert due anni prima. Nel frattempo le campagne napoleoniche spostano un
esercito composto da migliaia di soldati. E‟ un bisogno nuovo quello di sfamare
questa grande massa di soldati: gli eserciti del passato, a ranghi più ridotti,
provvedevano da soli al cibo depredando i villaggi e i territori conquistati. Il
governo francese mette in palio 12 mila franchi per chi avesse inventato un
mezzo pratico per prolungare la durata dei cibi. Nel 1810 il ministro degli
interni Montalivet, dopo aver esaminato il sistema di conservazione ideato da
Appert, gli assegna il premio chiedendogli un rapporto scritto sul sistema da lui
inventato. Appert scriverà L‟arte di conservare per anni tutte le sostanze
animali e vegetali, trattato che viene tradotto in diverse lingue e che gli porta
successo e molti riconoscimenti.
Il governo francese annuncia un premio di 12.000 franchi per chi riesce a
inventare un metodo per conservare il cibo, da utilizzare durante le campagne
militari. Il premio è vinto dal pasticciere e cuoco parigino Nicholas Appert.
Nell'agosto 1810, la scoperta valse allo studioso un premio messo in palio da
Napoleone, per chi avesse risolto il problema della conservazione delle derrate
alimentari militari. In risposta ad una domanda di un metodo che poteva
consentire la conservazione degli alimenti di prodotti in scatola confezionati
alle forze napoleoniche nella loro campagne dell‟ Europa Orientale l'inventore
francese raccomandava di riscaldare i contenitori in scatola in un recipiente di
acqua bollente per periodi di tempo precedentemente stabiliti.Questo è un
metodo che fu applicato a frutta, verdura, carne e pesce, e anche su altri
prodotti come il latte, succhi di frutta, marmellate e estratti vegetali, ed era
conosciuto come “appertización” in onore del suo inventore.
Appert è un inventore di tutto rispetto, a lui si deve anche l‟introduzione della
gelatina per schiarire le bevande fermentate e la stabilizzazione del vino
mediante riscaldamento, ma poco sveglio sul piano pratico, infatti non brevetta
la sua idea e nel 1810 un certo Peter Durand, inglese, se ne appropria e
incomincia a studiare il modo per conservare il cibo in latte di metallo. Nel 1811
il suo brevetto sarà usato da Dorkin e Hall che iniziano la produzione in scala
industriale, diventando prima fornitori della Marina inglese e in seguito
dell‟esercito. I francesi? Proseguivano con le bottiglie. Intanto, il cibo in scatola
incomincia ad affermarsi anche in Italia e sono i piemontesi i pionieri.
Oggi, ognuno di noi consuma 50 kg di queste scatole all'anno.
Francesco Cirio è stato un imprenditore italiano, fondatore dell'azienda di
conserve Cirio. Nel 1856, all'età di 20 anni, Francesco Cirio fu tra i primi al
mondo a dare credito alla crescente tecnica dell‟appertizzazione (l'inventore
era, infatti, il francese Nicolas Appert), e con questo metodo di conservazione
superò i problemi legati alla deperibilità dei prodotti ortofrutticoli. A soli 20
anni creò così a Torino il primo stabilimento Cirio, e, partendo dall'enorme
successo ottenuto inizialmente con i piselli, allargò il campo a diversi altri
prodotti alimentari, lanciando un'impresa fiorente in grado di esportare in tutto
il mondo. Da quel momento, la strada per la produzione industriale di alimenti
in scatola si spianò. L'apertura a Torino del primo stabilimento Cirio ebbe un
effetto tonificante per la neonata azienda. In breve tempo ai piselli vennero
affiancati altri prodotti fino ad arrivare al pomodoro, un caposaldo della cultura
alimentare mediterranea, l'ortaggio che più di altri si legò al nome dell'azienda,
quasi sovrapponendosi ad essa: il pelato Cirio. Nel 1867 presentò i suoi primi
prodotti a Parigi, alla Grande Esposizione Universale, dove ricevette prestigiosi
riconoscimenti, quindi cominciò ad esportare in tutto il mondo, da Liverpool a
Sidney
Francesco Cirio, nato a Nizza Monferrato (AT) il 24 dicembre 1836 (non
il 25 dicembre 1835, come riporta erroneamente la lapide) da Giuseppe
Cirio e Luigia Berta, morì a Roma il 9 gennaio 1900 ed è sepolto al
Cimitero Monumentale di Torino. E‟ stato l‟inventore dell‟industria
conserviera in Italia. Un uomo che si costruì da solo, grazie al suo ottimo
fiuto per gli affari e al talento innato per il commercio. Francesco Cirio fa
parte di quel gruppo di persone che nasce con le idee già proiettate nel
futuro. Non studiò Francesco, iniziò a lavorare fin da piccolo. In casa non
c‟erano soldi. Il padre cercava di sbarcare il lunario passando dal mestiere di
mediatore in granaglie, a quello di negoziante a Fontanile e di sterratore ad
Alessandria, sempre seguito dai figli. Si dice che il genio salti una generazione e
infatti capitò tutto al suo intraprendente secondogenito. Già a undici anni
Francesco si recava al mercato di Nizza Monferrato, acquistava frutta e ortaggi
che poi rivendeva porta a porta. A metà 1800, si trasferì a vivere con il fratello a
Torino, dove continuò la sua attività: comprare alimenti all‟ingrosso a Porta
Palazzo, per rivenderli nei sobborghi. Francesco iniziò così a raggranellare un
piccolo gruzzoletto che gli consentì di comprare un carretto, per svolgere più
comodamente il suo lavoro. Dopo alcuni viaggi e l‟avvio di un commercio di
prodotti ortofrutticoli rivolto alle città francesi e inglesi, l‟instancabile Cirio
presto cominciò a pensare ad un sistema che consentisse la conservazione delle
verdure (molto richieste all‟estero), affinché potessero essere esportate e magari
anche consumate fuori stagione. Affittò dei locali in Via Borgo Dora 34 e nel
1856, a soli vent‟anni, diede il via ai suoi esperimenti ispirandosi, per primo in
Italia, al metodo inventato da Nicolas Appert nel 1795 –detto appunto
“appertizzazione”-, che consisteva nella sterilizzazione di cibi cotti in
contenitori chiusi ermeticamente. Riuscì infine, grazie alla sua “ardimentosa
energia” (come recita la lapide di Porta Palazzo) a trovare il modo per
conservare in modo adeguato gli alimenti. Di lì a poco Cirio inaugurò la sua
prima fabbrica di conserve in scatola, la “Cirio-Società Generale Conserve
Alimentari”. La consacrazione avvenne nel 1867 all‟Esposizione Universale di
Parigi, a cui fecero seguito l‟apertura di stabilimenti in altre zone d‟Italia e
d‟Europa e l‟avvio di attività parallele, come la coltivazione del tabacco
piuttosto che l‟esportazione di uova o l‟apertura di un albergo. Ci fu una
trasformazione delle modalità di distribuzione e commercializzazione delle
merci alimentari quindi le lattine furono utilizzate per una gamma sempre più
ampia di prodotti, anche non alimentari. Il successo dell‟industria delle
scatolette di latta e i progressi delle stampe litografiche si deve a Peter Durand
che ha dato al metallo un‟allegra brillantezza multicolore, diede origine a una
variante più aristocratica: la scatola di latta contenente prodotti alimentari
meno deperibili oppure tabacco, puntini di grammofono, sigari e sigarette. Se
per le scatolette ermetiche la confezione aveva un‟ essenziale funzione di
conservazione dei cibi, le scatole non sigillate, cioè con il coperchio,
assumevano una ragione più decorativa e voluttuaria, erano spessi oggetti da
regalo o da ricorrenza, e rispecchiavano la certezza che, una volta terminata la
loro funzione originaria non sarebbero mai state gettate. Nel 1880 la
produzione di conserve Cirio superava i 10.000 quintali e i 49.000 quintali
l‟esportazione di prodotti ortofrutticoli all‟estero (resa possibile grazie alla
collaborazione con le Ferrovie Italiane e all‟uso di appositi vagoni refrigeranti).
John Gorrie (1803 -1855) è stato medico, scienziato, inventore. Fece i suoi studi
medici a New York. Dr. Gorrie ha inventato la macchina del ghiaccio-making
ed è considerato il padre della climatizzazione e refrigerazione. L'invenzione di
Gorrie è iniziata con un tentativo di curare la febbre gialla durante un'epidemia
in Apalachicola nel 1841. Convinto che il freddo era un guaritore, ha sostenuto
l'uso del ghiaccio per raffreddare sickrooms e ridurre la febbre. Nello stesso
anno, la malaria e l‟epidemia di febbre gialla giunge a Apalachicola, e Gorrie
rivolge tutta la sua attenzione alla ricerca di una cura per le malattie.
Nel 1851 John Gorrie ottenne il brevetto di una macchina per fare il ghiaccio
basata sulla rapida espansione dell‟aria compressa. L‟utilizzo della macchina,
secondo l‟inventore, avrebbe dovuto essere quello medico, per produrre
ghiaccio da utilizzare nella cura dei pazienti ammalati di febbre gialla che da
dieci anni mieteva vittime. La sua “ice-making machine” permetteva infatti di
produrre ghiaccio utile per abbassare la temperatura corporea dei pazienti. Non
si trattò di un‟invenzione isolata dal contesto tecnologico dell‟epoca poiché
Gorrie si basò sugli gli studi sulla refrigerazione artificiale. Ottenuto il brevetto,
l‟inventore andò in cerca di capitali per avviare la commercializzazione del
dispositivo, ma sia i difetti di funzionamento e sia l‟opposizione dei produttori
di ghiaccio industriale, scoraggiarono i possibili investitori, al punto che Gorrie
morì il 29 giugno 1855, ad Apalachicola, credendo che la sua invenzione non
avrebbe avuto alcun futuro. L‟impresa, che fece intravedere le enormi
potenzialità del mercato della carne, spinse gli industriali a investire nel settore
della refrigerazione e nel giro di pochi anni si ottennero risultati sbalorditivi:
nel 1900 erano già state esportate dall‟Argentina oltre 21 mila tonnellate di
carne di bue congelata. La tecnica fu poi applicata ai vagoni ferroviari e
impiegata anche per la conservazione del pesce. Sul piano alimentare tutto ciò
significa il superamento delle tecniche tradizionali di conservazione, la cui
comune caratteristica era quella di modificare in profondità le qualità
organolettiche dei prodotti; con la conquista del freddo, invece, i prodotti
mantengono caratteristiche più vicine a quelle naturali. L‟espansione
dell‟industria conserviera rese possibile il puntuale approvvigionamento dei
mercati urbani e consentì anche lo sviluppo delle esportazione dei cibi, che
potevano affrontare lunghi viaggi senza deteriorarsi. Inoltre, il processo di
conservazione inscatolamento degli alimenti fu presto meccanizzato, sino a
giungere a una lavorazione automatica: ciò determinò un notevole
abbassamento dei costi di produzione, e quindi dei prezzi, che divennero
particolarmente competitivi e accessibili anche alle classi popolari.
Successivamente la sua tecnologia fu perfezionata, anche da Albert Einstein tra
il 1928 e il 1933, insieme a Leo Szilard, registrò 45 brevetti nel campo del
freddo.
Nel 1856 la refrigerazione commerciale è stata avviata da un uomo d'affari
americano, Alexander C. Twinning che ha usato etere solforico. Poco dopo, un
australiano, James Harrison, ha esaminato i frigoriferi utilizzati da Gorrie e
Twinning, hanno introdotto il vapore a compressione, la refrigerazione della
birra e l‟imballaggio delle industrie della carne. La concessione di un brevetto
statunitense nel 1860 a Ferdinando PE Carre della Francia, ha sviluppato un
sistema chiuso, ammoniaca-assorbimento, che ha gettato le basi per la
diffusione della refrigerazione moderna. A differenza delle macchine a
compressione di vapore Carre ha usato una rapida espansione ammoniaca a
una temperatura molto inferiore a quella dell'acqua, ed è quindi in grado di
assorbire più calore. Il meccanismo fu perfezionato in seguito dal tedesco
Windhausen, dall‟inglese Reece e infine dal francese Charles Tellier, che riuscì a
istallare l‟impianto refrigeratore su un piroscafo, il “frigorifique”; questa
imbarcazione, nel 1876 trasportò in Francia un carico di carne macellata
dall‟Argentina, dopo un viaggio di 105 giorni. Dr. Gorrie è stato onorato dalla
Florida, quando la sua statua è stata posta in Statuary Hall del Campidoglio.
Nel 1899, un monumento al Dr. Gorrie è stato eretto dalla Southern Ice
Exchange nella piccola città costiera di Apalachicola, dove aveva servito come
sindaco nel 1837, e aveva sviluppato la sua macchina. Il problema rimanente
per lo sviluppo della moderna aria condizionata non sarebbe quello di
abbassare la temperatura con mezzi meccanici, ma il controllo dell‟umidità. Nel
1836 David Reid ha portato l'aria a contatto con un getto d'acqua fredda nella
sua modifica del sistema di riscaldamento e ventilazione, e il problema è stato
risolto da Carrier nel 1906 che ha superato il problema attraverso un vapore di
acqua che condensa l'umidità sulle goccioline, lasciando dietro di sé l'aria più
secca.
CENNI SULLA VITA
Antoine Beauvillers nacque nel 1754 a Parigi da una famiglia povera. Ex chef
del principe di Condè è stato un pioniere ristoratore che ha aperto il primo
grande ristorante a Parigi. Aveva una memoria straordinaria, ricordando i nomi
dei suoi ospiti e le loro simpatie e antipatie in fatto di cibo e vino. Ha ricevuto i
suoi clienti con la spada in mano e la divisa ufficiale della riserva bocca. Ha
scritto diversi libri di cucina. Nel 1814 ha scritto“L'Art de Cuisinier,”che si
occupa di cucina e tutti gli altri aspetti del servizio di ristorazione come una
scienza, ed è diventato lo standard libro di cucina francese del tempo. Inoltre
con il suo libro "cuoco d'Arte" che ha avuto popolarità per un lungo periodo di
tempo (il primo volume è apparso nel 1814 e il secondo nel 1816), e "The New
Royal cuoco", si è in grado di apprezzare meglio le qualità di questo grande
ristoratore. Le ricette sono chiare, accurate e complete. Ha aggiunto
suggerimenti esperti per l'acquisto e l'utilizzo dei prodotti, le otturazioni in
scatola, dolciumi, prodotti vari inglesi, denominazioni culinarie che diventano
quasi di routine. Si dà anche spiegazioni sui nuovi utensili da cucina, e,ad
esempio, su come organizzare una cantina degna di questo nome. Collabora
anche con la Quaresima , insieme ad Antonin Carême alla redazione di “La
cucina Ordinaria”. Accompagnato da Brillat Savarin, Antonin Carême, Adolphe
Dugléré Alexandre Balthazar e Grimod, figure chiave del periodo, ha dato
lezioni di cucina e cultura culinaria. Morì nel 1817. Brillat-Savarin, che era uno
dei suoi clienti, ha detto che Beauvilliers "è stato uno dei primi ad avere un
elegante salotto, ragazzi ben piazzati, volto pulito come una cucina. "
Beauvilliers era destinato fin dall'infanzia a diventare un cuoco e cosi riuscì ad
aprire uno dei migliori ristoranti della capitale. Con passione, abnegazione e
voglia di affermarsi ha acquisito nel tempo una gran fortuna. Nonostante
provenisse da umili di parentele, Beauvillers , infatti, ha fatto strada fin da
ragazzo diventando chef del conte di Provenza, il futuro Re Luigi XVIII. Alla
rivoluzione francese, egli fu imprigionato e una volta liberato riapri un altro
ristorante di lusso chiamato “La Grande Taverne de Londres” sotto il Palais-
Royal , Parigi, nel 1786. Il nome deriva dal fatto che gli piaceva il cibo inglese.
Questo è il primo vero grande ristorante a Parigi, con camere arredate e gli
eleganti saloni. Il ristorante evidentemente è stato pensato per una clientela
ricca e aristocratica; aveva, infatti, tavoli in mogano, lampadari di cristallo e
tovaglie di lino. Era fornito di una cantina di vini ammirevole. , e i camerieri
erano elegantemente vestiti; dunque, il servizio era perfetto . La cucina era
squisita, i piatti più prelibati del menù del ristorante includevano, tra le atre
pietanze, pernice con il cavolo, braciole di vitello alla griglia in carta imburrata,
e anatra con rape. Il ristorante di Beauvilliers diventò un appuntamento di
fazioni politiche conservatrici, in cui era implicato lo stesso Beauvillers; per
questo motivo gli fu confiscato ed egli fu costretto a vivere lontano dal
mestiere che era la sua vita. A quel tempo, i cuochi che avevano lavorato o
erano stati presso nobili o aristocratici erano effettivamente minacciati e non
avevano altra scelta che andare in esilio o aprire un proprio ristorante.
Quando riapri La Grande Taverne de Londres, al 26 rue de Richelieu, i gusti
erano cambiati e non ebbe lo stesso grande successo. In ogni caso Antoine
Beauvilliers rimase per oltre venti anni senza rivali per la società parigina. Il
ristorante si chiuse nel 1825. Antoine Beauvillieurs ha affermato che nulla si
inventa in cucina. Il suo nome si riferisce ora ad una guarnizione per i grandi
pezzi di manzo brasato composti di cromesquis (preparazione fatta con
qualsiasi dadini, rivestiti in pastella, quindi fritti in olio) agli spinaci, pomodori
farciti con purè di cervelli ripieni e gratinati, scorzonera saltata con burro. Nel
libro L’art de cuisinier Antonie Beauvillers introdusse 33 tipi diversi di minestra
(potage), infatti nella cucina francese del XIX secolo fu assegnata alla minestra
l‟esclusivo ruolo di “Primo Piatto”.
Si riporta una ricetta tratta dal medesimo libro:
CARPE AU BLEU OU AU COURT-BOUILLON
Videz une carpe, sans lui ouvrir trop le ventre, sans lui crever l‟amer, et sans
endommager ses écailles; ôtez-lui ses ouies, sans gâter la langue; placez-la dans
une poissonnière de capacité suffisante pour la contenir : faites bouillir un
demi-setier de vinaigre rouge ; arrosez-en votre carpe ègalement, pour lui
donner une couleur bleue , ayant soin de vous en servir tout bouillant ;
mouillez – la d‟une braise maigre ou grasse ; couvrez – la d‟un papier
beurré ; faites- la cuire à petit feu ; sa cuisson faite , égouttez – la ; dressez une
serviette sur votre plat ; posez votre carpe dessus ; entourez – la de persil , et
servez.
Ritz nasce in Svizzera, presso la città di Niederwald, da una famiglia di pastori,
nel 1850. Il suo è un piccolo paese che non sembra offrire alcuna prospettive, ma
il giovane Cesar ha altri piani per il suo destino. Lasciato il suo Paese per la
Francia inizia appena diciassettenne la gavetta nel modo del servizio nel
turismo, lavorando come cameriere presso il ristorante “Voisin” di Parigi. La
Guerra Franco – Prussiana costringe il giovane Ritz a ritornare nella natale
Svizzera e a bloccare la sua carriera, ma il suo è solo un arrivederci al mondo
dorato della grande Parigi. Terminate le operazioni belliche il giovane riprende
la sua scalata, passando all‟Hotel Splendide di Parigi, dove servì molte delle
autorità dell‟epoca.
Quello di César Ritz è un nome universale noto, conosciuto da tutti coloro che
lavorano nel campo dell‟ospitalità, ma anche dai non addetti ai lavori. La fama
degli hotel Ritz è diventata, nell‟opinione comune, sinonimo di lusso e di
eccellenza. A questo proposito, al signor Ritz, già alla fine dell‟ottocento, venne
attribuito il soprannome di “Re degli alberghi” e “albergatore dei Re”, proprio
per sottolineare il livello dei servizi delle sue strutture e il prestigio dei clienti
che aveva l‟onore di ospitare.
César Ritz è uomo che ha costruito un vero e proprio impianto del lusso ma è
anche la persona che ha rivoluzionato l‟intero assetto del settore alberghiero,
dandogli l‟impostazione che ancora oggi conserva. La fortuna dell‟imprenditore
Ritz deriva dalle sue idee innovative e si è fondata essenzialmente su una
intuizione: la considerazione che fosse necessario creare delle strutture
alberghiere all‟altezza di ospitare nobili e i ricchi borghesi che alla fine
dell‟Ottocento erano soliti viaggiare frequentemente per impegni o semplice
svago, soggiornando nelle varie capitali europee. Ritz ha intercettato così un
bisogno, un target, diremmo oggi, ha iniziato la sua scalata verso il successo.
Il modello di albergo di Ritz si fondava sui concetti di lusso, raffinatezza ed
eccellenza, tre elementi che dovevano trovare realizzazione nell‟aspetto
esteriore delle strutture ma anche nei servizi offerti. Gli hotel diretti da Ritz
erano capaci di offrire servizi con standard qualitativi molto alti per l‟epoca:
non erano solo particolarmente eleganti e curati da un punto di vista estetico,
ma anche gestiti con una grande attenzione agli aspetti igienico-sanitari. Oltre al
bagno privato per ogni stanza, si deve a Ritz l‟introduzione dei sistemi di
aerazione e ventilazione degli ambienti, dalla luce elettrica e delle pulizie
giornaliere. Tra le novità apportate da César Ritz c‟è anche l‟abolizione della
table d‟hotel in favore delle introduzioni dei tavoli singoli; fino a quel momento
in tutte le sale ristoranti degli alberghi era prevista la presenza di un unico
tavolo comune dove i clienti sedevano e consumavano i pasti insieme; Ritz fu il
primo a cogliere la necessità di separare i tavoli e attribuire a ogni ospite o
gruppo di ospiti uno spazio riservato, per esigenze di comodità e privacy.
Ritz riteneva infatti che il compito principale di un albergatore e del suo staff
fosse quello di soddisfare esigenza e le richieste dei propri ospiti, cercare di
accontentarli offrendo loro solo il meglio, ma senza abbassarsi a comportamenti
servili. Nella filosofia di Ritz, un buon albergatore doveva essere molto attento,
osservare e ascoltare tutto, essere sempre al corrente di ciò che succedeva nella
sua struttura ma senza darlo a vedere, avere occhi ovunque senza essere visto,
mantenendo e garantendo la massima discrezione. Ritz fu anche il primo a
capire l‟importanza della personalizzazione del servizio come segno delle cure
e delle attenzione che andavano rispettate all‟ospite. La scalata di César ha
dell‟incredibile se si considerano le umili origini della sua famiglia e le
possibilità economiche di cui disponeva all‟inizio della sua carriera, e dimostra
quanto l‟intuizione e la determinazione siano fondamentali nel raggiungimento
di un obiettivo. Le frequentazioni con l‟alta società continueranno grazie al
lavoro presso l‟hotel e successivamente a Vienna, dove, in occasione
dell‟esposizione mondiale, ha modo di incontrare monarchi e diplomatici.
L‟incontro con lo chef Escoffier, uno dei più celebri dell‟epoca, segna un‟altra
svolta nella sua vita professionale. Nel 1898 César inaugura il primo hotel di
sua proprietà e con il suo nome, ancora oggi il più famoso e prestigioso, quello
situato nell‟elegante Place Vendome di Parigi. L‟hotel di Place Vendome
inaugura la lussuosa e illustre catene di alberghi targati Ritz, di lì a poco infatti
furono inaugurati gli omologhi “Palace” nelle principali capitali europee,
facendo di César Ritz una vera e propria leggenda conosciuta nel mondo.
Biografia. Antoine Parmentier fu farmacista nell'esercito durante la guerra dei
Sette Anni, contro l'Inghilterra e la Prussia. Durante la sua detenzione
in Germania, in un carcere prussiano scoprì le qualità nutritive di una pianta
della famiglia delle solanacee, la patata. La fama maggiore di Parmentier è
legata alla sua opera per la diffusione della patata. Nel 1771 l'accademia
di Besançon aveva posto un concorso dal titolo: Quali sono i vegetali che possono
essere sostitutivi in caso di carestia rispetto a quelli di impiego comune e la loro
preparazione. Parmentier curò la redazione di una memoria rimasta celebre. La
memoria fu premiata nonostante una legge del parlamento del 1748 accusava il
tubero di trasmettere infezioni. Particolarmente divertente, quanto sagace, fu il
trucco escogitato da Parmentier per convincere i contadini francesi a cibarsi di
patate, piuttosto diffidenti verso la consumazione del tubero che, pure,
regolarmente coltivavano nelle terre dello Stato. Parmentier fece inviare
militari armati a presidiare, dall'alba al tramonto, i campi coltivati a patate; i
contadini si convinsero trattarsi di cibo prezioso e cominciarono a rubarle, così
iniziando a consumarle. Parmentier riuscì a coinvolgere nella sua opera di
diffusione persino il re e un fiore di patata viene messo sulla parrucca della
regina.
La patata aveva fatto il suo ingresso in Europa non al seguito al solito scambio
colombiano (Colombo non ne aveva mai vista una), ma ben più tardi; lo
spagnolo Gonzalo Jimenes de Quesada nel 1537, o ne l539, si fa guidare dagli
indigeni della piana di Bogotà ad assaggiare una cosa che descriverà come una
cosa come tartufi dal buon sapore. La patata, sotto diversi nomi e con alterne
fortune, entra in scena per non uscirne mai più. Però, in Francia, ancora nel 1748
un editto del Parlamento di Besançon ne vieta la coltivazione perché pericolosa:
cresce sottoterra e in quanto tale, come altre solanacee (vedi la Belladonna e
la Mandragora), e come sanno tutti è portatrice di
febbre, scrofola, lebbra e peste. Si capisce subito: basta vedere che pelle
corrugata e gibbosa, che ha. Ci prova Olivier de Serres a coltivarla, e le colture
hanno un discreto successo; ma i contadini le danno ai maiali, non si fidano.
Parmentier, che è sopravvissuto ai rigori del campo di concentramento in
Westfalia, medico militare durante la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), non è
d‟accordo: magari non si tratta di un nutrimento perfetto e completo in se
stesso, ma sta di fatto che senza le patate al campo sarebbero forse tutti morti di
fame. E in una Francia colpita sistematicamente dalle carestie alimentari, sente
che è suo dovere fare qualcosa per introdurre un apporto nutrizionale che
potrebbe salvare moltissime vite.