Cittadini & Salute Novembre 2012

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Mario

Dionisi

Come editore di questo giornale mi preme eviden-ziare alcune rilevazioni in conclusione del serviziopubblicato nelle pagine 4 e 5.

Noi sappiamo che la Regione Lazio, solo per il 2012,ha un deficit di seicento milioni. Il “solo” va ad evi-denziare che i costi continuano ad essere esorbitanti enon serve, non aiuta, la considerazione che due annifa questo deficit era il triplo. Una conduzione mana-geriale della sanità vedrebbe l’intervento di tecnici ingrado di saper lavorare in modo mirato. L’esempio ri-tualmente citato delle siringhe acquistate a prezzi di-versi in diverse Asl e in diversi enti-regione, rendel’idea ma non serve a capire bene la proporzione deldramma in cui versa la nostra Sanità.

E non è del tutto vero che in questa condizione nonsi possano fare investimenti. Qualsiasi stato di crisi sirisolve con nuovi investimenti sulla produttività e que-sto significa innovazione del servizio attraverso la ca-pacità di migliorare la tecnologia, migliorare lacapacità di fare da parte del personale, migliorare cosìi tempi e la qualità.

L’innovazione, e un grande sforzo da parte di piccoliimprenditori della diagnostica è avvenuto in modo evi-dente negli ultimi quindici anni. Sotto questo profilosiamo migliori di altri paesi. Il problema nasce quandoil paziente dalla diagnosi passa alla terapia o al ricoveroospedaliero. Lì arrivano i guai. Lì può capitare di con-trarre un virus in sala operatoria, lì può succedere di

non avere interventi adeguati e casi di malasanità chenon fanno più notizia.

Ma, a costo di ripetermi cento volte, i tagli vengonofatti a noi imprenditori della diagnostica. Non toccano lespese inconcludenti nei nosocomi italiani.

In media in Italia le spese degli ospedali prendonopoco più della metà dei costi per la Sanità in un ente-re-gione. Ma è pur vero che di incoerenze se ne vedonotante nei nostri ospedali.

All’Umberto I un tipo di operazione viene effettuata in15 reparti diversi. Quindi, ci sono reparti che non fannopiù di uno o due interventi l’anno. Tutto questo perchébisogna garantire carriere dei rispettivi primari, nominee ruoli! Come se ci trovassimo in una qualsiasi strutturastatale. Non meraviglia quindi il ricorso sempre più fre-quente a strutture private, come oramai fanno rilevarediverse indagini sociologiche.

Vi chiederete il motivo per cui un imprenditore dellasanità privata si interessi della sanità pubblica. Il fattoè che la cura della salute non è una voce qualsiasi nellespese di bilancio di uno Stato. Una persona ammalatache non può accedere alle cure per motivi economicipretende comunque che le siano riconosciute in baseall'articolo 32 della Costituzione. E questo crea un rim-balzare di problemi sociali in cui Sanità pubblica e pri-vata si trovano sulla stessa barricata. Quindi spenderebene, spendere meglio. E verificare che gli effetti dellacura giungano a buon fine. Mario Dionisi

Cari amici lettori,

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In Italia la sanità privata totalizzail fatturato di trenta miliardi di euroche rappresentano il 23% del totaledella spesa per le spese per la curadella salute. I costi della spesa sa-nitaria privata sono sostenuti diret-tamente dai cittadini all'82%. Solo il13,9% è sostenuto da fondi sanitariintegrativi. Mentre le assicurazioniprendono il 3,7% dei costi, siacome assicurazioni sulla malattiache come assicurazioni vita.

Lo ha detto Sergio Crobello, presi-dente di Assoprevidenza durante ilconvegno a Roma sul tema: “I serviziper gli anziani, un aiuto concreto allefamiglie” che si è effettuato lunedì 29ottobre.

Del resto la conseguenza alla sfiduciaverso la sanità pubblica è un dato checonsegue ai fatti di malasanità eviden-ziati dagli organi di stampa.

D’altra parte è altrettanto vero chenon tutti possono accedere a una sanitàsulle spese del malato. La fiducia versola sanità pubblica diventa, quindi, unanecessità sociale.

Il problema diventa come saperlavalutare in termini oggettivi, al di làdel sensazionalismo di alcuni titoli. Sulla misurazione del suo livello sonostati inseriti alcuni nuovi indicatoriper la valutazione dei servizi erogatidalle Regioni. Si tratta di indicatori perdare un vero e proprio voto di meritoal servizio sanitario. Questi indicatorisono stati aggiornati per dare una va-

lutazione a tre enti-regione: ciascunaper una frazione del paese, nord, cen-tro e sud. Questi nuovi parametri sonoarrivati al tavolo della conferenzaStato Regioni.

Non sono stati modificati solo gli em-blemi di buon funzionamento ma an-che l’elaborazione della graduatoria.L’appropriatezza e l’efficienza dei ser-vizi riguardano la spesa farmaceuticapro capite, il costo dell’assistenza dibase, la media del costo del ricoveroper acuti in degenza ordinaria, ma an-che operazioni nello specifico come suquanti femori si è operato entro qua-rantottore, e molti altri indicatori.

Ma mentre si è in attesa di conoscerequesti voti, semmai saranno pubblicati,fanno sensazione alcune notizie recenticome la prenotazione di una mammo-grafia per giugno 2015.

Succede a Montebelluna, in provinciadi Treviso, nel Veneto, dove i dati eco-nomici mostrano che la Sanità funzionameglio delle altre regioni d’Italia.

Primo caso di inoppugnabile mala-sanità. Un medico condannato per averasportato, in provincia di Savona,l’unico rene funzionante del pazientecon una banale cisti alla milza. In questonotiziario abbiamo scelto di non pub-

blicare nome e cognome del chirurgo nél’ospedale in cui è avvenuto il fatto.

Questo perché non costituisce provadi alcunché, la notizia è stata battuta daaltre agenzie e notiziari. E poi, si ritiene,che il lettore debba concentrarsi sul casoin sé, ancor prima di additare responsa-bilità oggettive sulle quali solo la magi-stratura giudicante può dire qualcosacon scienza. Il fatto è avvenuto il 13 feb-braio del 2011. L’operazione a cui do-veva esser sottoposto il malcapitatopaziente era in laparoscopia.

Non si capisce per quale motivo ilchirurgo abbia asportato anche l’unicorene che gli era rimasto obbligandoloalla dialisi per undici mesi prima di untrapianto del rene. Si ritiene che il chi-rurgo abbia commesso un “errore ine-scusabile”.

Lo stesso chirurgo precedentementeera stato condannato per aver provo-cato danni alla vescica ai danni di unaltro malcapitato che doveva sempli-cemente avere un intervento di plasticaprotesica per un’ernia. Sempre nelle re-centi cronache c’è un filo metallico la-sciato nel torace di un malato di lungocorso che scopre di avere un "porter"non ancora estratto. (Il porter è unostrumento che consente di far arrivare

Sanità sempre più La cura della salute tra assicurazioni e fondi corre

ATTUALITÀ

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le cure della chemioterapia in modopiù efficace e senza straziare le vene).

Ma al di là di questi esempi elo-quenti, estratti nel novero dei fatti suc-cessi ad ottobre, non si tratta di fareuna graduatoria di merito tra serviziosanitario privato e quello pubblico.

Sarebbe una dissertazione inutile chenon porta a nulla, a meno che non si ab-biano delle conclusioni preconfezionate.

Il problema resta come far conviverei due volti della nostra Sanità, come ga-rantire la cura della salute per tuttisenza demagogie.

Sempre i dati emersi il 29 ottobre dalBusiness International, nonostante gliitaliani ricorrano più spesso alla Sanitàprivata il servizio pubblico costa sem-pre di più.

Dati alla mano, nel 2009 su una spesapro capite extra Sistema sanitario na-zionale di 694 dollari, l’italiano nespende direttamente la quasi totalità,617 dollari pari all’88,9%.

All’opposto un francese su una spesasanitaria pro capite privata di 878 dol-lari, ne spende personalmente solo 291,pari al 33%.

In mezzo la Germania con un rap-porto quasi “fifty-fifty” 552 dollarispesa personale e 424 dollari mutuata).

La proposta emersa nel convegno al-lora è di costituire dei Fondi per unosnodo per l’integrazione delle politi-che socio-sanitarie dei diversi enti lo-cali e del no profit.

In questo ambito va affrontato ancheil tema della tutela universalisticadella salute.

Il problema però è che se si delega auna concertazione in cui i diversi at-tori del servizio sanitario pianificanoinvece di farsi la guerra si arriverebbea un monopolio di potere che sfuggi-rebbe di mano ad un esercizio di con-trollo democratico.

La politica, attualmente, si è dimo-strata incapace a gestire questo ruolodi controllo. Ma il sospetto è che se siperpetra l’attuale condizioneavremmo una Sanità pubblica poveraper poveri e una Sanità privata che at-tinge solo servizi più tranquilli e facil-mente remunerati.

Il miglioramento del cittadino allacura, ora, si perde in questi rivoli.

A dare una mazzata alla Sanità pub-blica, e in particolare a quella del La-zio, ci si mette anche il ministero dellaSalute con un indagine effettuata daAgenas. Sulla sostanziale base dei particesarei e dei tempi per operare e riabi-

litare le fratture di femore si decretache i nosocomi laziali siano scarsi.

Va ricordato anche che la Regione La-zio ha un deficit di seicento milioni dieuro nel 2012. Due anni fa era il triplo.In una condizione in cui non si pos-sono fare investimenti e c’è solo da ta-gliare è molto difficile migliorare lostandard dei servizi. E in media in Ita-lia le spese degli ospedali prendonopoco più della metà dei costi per la Sa-nità in un ente-regione.

Ma è pur vero che di incoerenze sene vedono tante nei nostri ospedali.“Nel Policlinico Umberto I lo stessotipo di operazione viene eseguita in 15reparti diversi”. - ha detto Carlo Pe-rucci, di Agenas quando ha presentatola ricerca il 2 novembre - Questo vuoldire che in molti reparti non si fannopiù di 1-2 interventi l’anno”.

Ci sono anche argomenti consolatori:la mortalità a trenta giorni dopo bypassaortocoronarico, mentre la media na-zionale è del 2,45%, nel Lazio è al 2,3,ma al San Camillo-Forlanini, nel San-t’Andrea e nel Policlinico Umberto I lamortalità è ancora più bassa. Lo stessovale per le patologie oncologiche.

Quindi la morale che se ne ricava èla seguente: in caso di gravità ricorrerealla struttura statale, anche perchénelle strutture private non si prendonola responsabilità di carichi assicurativi.

Per tutto il resto ci sono le struttureprivate. Una Sanità sempre più perbenestanti. Beatrice Portinari

un fatto privato su doppio binario con la mano pubblica

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CURIOSITÀ

“Ho fatto tanto sport - ha dettosempre la Casta in un’intervista per laGazzetta dello Sport il 5 settembre - Èimportante per me essere fisica.

Ho fatto judo per nove anni nei quali hofatto competizione. Ma ho capito che c’eraqualcosa nella competizione che non mipiace. Un mondo troppo chiuso per me”.

In un’altra intervista il 20 ottobre su LaRepubblica dice di aver superato momentidifficili grazie alla capacità di sopportazioneche ha assimilato dall’attività sportiva. Unadiva “deve difendersi con le unghie davantia colleghe che le rubano spazio”.

Non c’è settimana che passa nella qualeanche in pubblicazioni scientifiche accre-ditate non si indichi nell’attività sportivala più grande abitudine di vita in grado

di prevenire indesiderate malattie. Laeti-tia Casta non poteva esimersi da certe do-mande vista la splendida forma in cui lasi vede in una pubblicità molto lanciatanelle televisioni. Ma la novità con cui Lae-titia parla del suo rapporto con lo sport e lavitalità, visti come una sola cosa, costitui-sce una grande eccezione nel mondo dicellulosa e della passerella nel quale la Ca-sta vive. Altre dive, mentendo pericolosa-mente, parlano del loro rapporto col cibocome se non fosse un problema per loro.

Laetita Casta è verace. Non appare snobdicendo di dedicarsi a sport sconosciuti,nemmeno è dedita alla palestra in modoforsennato. In un sito espressamente de-dicato alle sue esternazioni on line dice disé che ama anche correre in kart e fare im-

mersioni. “Lo sport per me è un piacerenon è un obbligo!” Non nega le necessarieattenzioni che sono di tutti: “se faccio jog-ging sgranocchio un po’ la mattina, se mituffo nel pranzo mi limito nella serata”(www.laetitiacastaonline.com).

Nuovamente esplode contro il senso co-mune che vuole le dive inchiodate a una vitaregolata a perfezione. “A volte si è più ma-gre, a volte più grasse: per me queste cosenon sono importanti. Io mangio quando miva, faccio ginnastica quando mi va, mi sentoa posto così. Quando una donna mi parladi bellezza, vorrei dirle “ti prego, parlamidi una cosa meno inutile”. Non sono unadonna immagine: io sono vera” Se è vero,la sua verità ci dà una bella immagine: disé stessa, non di altro. Gemma Donati

Con il judo ho battuto il doloreLaetitia Casta parla della disciplina sportiva come fonte di energia pura, parladella sua esigenza di fisicità e di tutto questo come sorgente viva per trovaresempre nuove energie

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Lo testimonia una ricerca anglo-sassone pubblicata su British Journalof Nutrition che ha solo il difetto dinon avere un campione molto am-pio di sperimentazione, nel sensoche i volontari prestati all’esperi-mento sono appena dieci.

La ricerca però offre dati inoppugna-bili per la precisione dei risultati offerti.Il campione, pur limitato, è formato dagiovani sovrappeso che sono stati sot-toposti a dieta, ad esercizi fisici duranteil giorno e ad altrettanta attività primadi fare la prima colazione.

I risultati maggiormente vantaggiosiper quanto riguarda l’innalzamento delmetabolismo postprandiale e la perdita dipeso, sono stati evidenziati in coloro chesi sono sottoposti ad attività fisica appenasvegli, prima di fare la prima colazione.

Quindi assodato che l’esercizio fisicofa bene alla salute, praticato a digiunofa meglio.

Con “postprandiale” si intendonosemplicemente gli effetti sul metaboli-smo una volta che il corpo ha assuntocibo per le due colazioni o per cena.

Il metabolismo indica quel cambia-mento che si ha nell’organismo quandoentrano dei fattori energetici. Si tratta diun processo molto complesso che siconfigura con decine di migliaia di pro-cessi biochimici. Consiste nella velocitàdel corpo nel consumare calorie.

Il problema consiste nell’aumentare illivello del metabolismo per dimagrire.(Nutrizionisti e dietologi spesso nonsono d’accordo perché non c’è in questoun’educazione alla sana alimentazionee laddove il metabolismo dovesse dimi-

nuire gli effetti del primo dimagrimentosarebbero annullati). Ma è pur vero checon un certo tipo di allenamento si puòalzare il metabolismo assimilando dimeno, quindi dimagrendo.

Il dato centrale si ravvisa nella mu-scolatura che più è attiva e di buonaconsistenza più si bruciano calorie. Valeper tutti, sportivi e non, donne e uo-mini, giovani e vecchi. Il muscolo ha bi-sogno di energia quindi brucia quellache si assimila con l’alimentazione.

Corsa, ciclismo, nuoto sono ottimisport per stimolare il metabolismo.Importante, dopo brevi periodi con uncerto tipo di allenamento, cambiare.

Il metabolismo così è deve adattarsial nuovo regime. Mettere insieme, inuno stesso allenamento, attività aero-bica e anaerobica. Pia de’ Tolomei

Fare sport digiuni è meglioI grassi superflui si bruciano meglio e si alza il metabolismo

RICERCA

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Negli ultimi anni si è osservato un aumento costante del-l’incidenza dei tumori della pelle. Tra le neoplasie cutanee, ilmelanoma rappresenta la forma più aggressiva in quanto do-tato di un’elevata potenzialità metastatizzante.

La diagnosi precoce di questo tumore, e dunque la tempe-stiva asportazione chirurgica, offrono al paziente una guari-gione completa; se al contrario la diagnosi viene posta in unafase più avanzata di crescita del melanoma (spessore di Bre-slow ≥1 mm), il tasso di mortalità risulta estremamente ele-vato e anche le più moderne tecniche chirurgiche e/o terapiepost-chirurgiche (chemioterapia, radioterapia) offrono solorisposte parziali e non durature al malato.

Nella lotta contro questo tumore cutaneo l’importanzadella diagnosi precoce e della prevenzione hanno dunque sti-molato la ricerca a sviluppare nuove metodiche strumentaliche offrano un aiuto alla semplice osservazione clinica dellelesioni cutanee.

Allo stato attuale una delle più moderne tecniche utiliz-zate dai dermatologici è la videodermatoscopia in epilu-minescenza.

Si tratta di una metodica diagnostica non invasiva che si èdimostrata un aiuto molto efficace nello studio e nel monito-raggio delle lesioni cutanee. (*)

Questo esame strumentale rapido, indolore e privo di qual-siasi controindicazione, consente di:

- Valutare strutture e caratteristiche della lesione nevica, al-trimenti non visibili con la semplice osservazione ad occhionudo;

- Acquisire e memorizzare le immagini realizzando un Ar-chivio di Monitoraggio del paziente, che avrà così una com-pleta e consultabile “mappa dei nei”.

La memorizzazione fotografica, infatti, offre la possibilitàanche a distanza di tempo di confrontare le immagini rac-colte e quindi di seguire l’evoluzione di qualsiasi lesione cu-tanea per coglierne eventuali cambiamenti.

Poter individuare atipie e trasformazioni, anche lievi, èfondamentale per la diagnosi precoce non solo del mela-noma, ma anche di altri tumori della pelle (basaliomi, spi-naliomi, ecc).

Prima dell’utilizzo della videodermatoscopia in epilumi-nescenza, la diagnosi di nei a rischio si basava esclusivamentesulla clinica, cioè sullo studio della morfologia macroscopicae delle modalità evolutive delle lesioni pigmentarie secondoi criteri dell' ABCDE (Asimmetria-Bordi-Colore-Dimensioni-Evoluzione).

In realtà, nella pratica clinica, anche osservando scrupolo-samente questi criteri, di frequente restava il dubbio sul ca-rattere benigno o meno di alcuni nei e pertanto si procedevaall'asportazione chirurgica, spesso inutile, di un gran numerodi lesioni.

Oggi, invece, la videodermatoscopia in epiluminescenza,studiando in vivo microstrutture e caratteristiche architettu-rali di atipia altrimenti invisibili all’osservazione ad occhionudo o con una semplice lente di ingrandimento, consente diaumentare l’accuratezza diagnostica del 30% e pertanto, oltrea rappresentare un indispensabile ausilio nella diagnosi pre-coce del tumore della pelle, consente di ridurre il numero diasportazioni chirurgiche inutili.

*. Argenziano G, Soyer HP. Dermoscopy of pigmented skin le-sions--a valuable tool for early diagnosis of melanoma. Lancet On-col. 2001 Jul;2(7):443-9.

La mappa dei nei in epiluminescenzaUn valido aiuto per la diagnosi precoce del tumore della pelle

Prevenzione & SaluteDott.ssa Giorgiana Feliziani

Medico-ChirurgoMedico-Estetico

Specialista in Dermatologia e Venereologia

Presso il:Laboratorio Analisi Villanova

Via Galletti, 8-10Tel. 0774.529175

Si riceve su appuntamento

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Nel Lazio si stima che ci siano settantamila persone affetteda demenza. Nel mondo le persone colpite da demenza sa-rebbero oltre 35 milioni. Sono due semplici dati per provarecome la demenza sia una patologia sempre più presente nellanostra società. Non a caso, nel 2008 l’Unione Europea ha in-dividuato le demenze come priorità socio-sanitaria. Coeren-temente, la Francia ha approvato un piano, lo stesso ha fattoil Regno Unito. L’Italia è in ritardo. La Regione Lazio però il12 giugno del 2012 ha approvato una legge regionale conl’obiettivo di creare una rete di interventi socio-sanitari inte-grati finalizzati alla presa in carico del paziente e della fami-glia nelle varie fasi della malattia (L.R. 6/2012).

Il mondo della sanità del Lazio ora deve creare questo coordi-namento. Partendo da queste premesse, Italian Hospital Groupha organizzato il convegno che si è svolto il 9 novembre a TivoliTerme. Al Convegno si sono incontrati gli esperti del settore peranalizzare l’effettiva situazione in cui si trovano tutti gli operatoricoinvolti, a qualsiasi titolo, nella cura e nell’assistenza dedicata aipazienti affetti da Demenza o malattia di Alzheimer e per ag-giornare sulle novità nel campo della terapia e della diagnosi.

L’iniziativa è finalizzata anche ad illustrare quanto è in pro-gramma nella Regione Lazio per riorganizzare i servizi per ledemenze in ottemperanza alla legge n°6 del 12 giugno del2012. Nel convegno sono state inoltre illustrate le tecniche ria-bilitative utilizzate nei luoghi di cura (degenza, centro diurno,domicilio) per gestire le manifestazioni cliniche della malattiadi Alzheimer (che da sola rappresenta il 60-70% di tutte leforme di demenza) e gli interventi per migliorare la qualità divita dei familiari.

Gli interventi riabilitativi, infatti, anche nelle demenze,hanno una ricaduta positiva sulla malattia e contribuiscono arallentarne l’evoluzione ed a migliorare la qualità della vita delpaziente e della famiglia.

Di fatto, la riabilitazione ha come obiettivo il mantenimentodel ruolo e della autonomia nel proprio ambiente con i limitiimposti dalla patologia. Il danno funzionale deve essere com-pensato con interventi adeguati, utilizzando le risorse funzio-nali ancora non compromesse.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica “la riabilita-zione” come intervento finalizzato a “riportare i pazienti almassimo raggiungibile di adattamento fisico, psicologico e so-ciale”. Essa deve, pertanto, adottare tutte le misure che miranoa ridurre l’impatto della disabilità e dell’handicap e a consen-tire ai disabili di ottenere un ottimo inserimento nella società.

Quindi con l’espressione “intervento riabilitativo” si deve in-tendere “qualsiasi strategia finalizzata a ridurre una disabilitào un handicap” con l’obiettivo di ottenere “il miglior livello diautonomia utilizzando al meglio le proprie risorse residue”.

Molti lavori scientifici osservano ormai che nessuna terapiafarmacologica può prescindere da un preventivo intervento“riabilitativo” che corregga cause psicologiche o sociali, chepossono sottendere alcune manifestazioni cliniche che svi-luppano i pazienti con demenza.

Tuttavia, c’è ancora difficoltà a sviluppare linee guida “ria-bilitative” specifiche per la demenza anche perché la ricercainveste ancora poco su questi aspetti.

A sostegno dell’utilità degli interventi riabilitativi sono an-che le più recenti evidenze della letteratura che dimostranoquanto il cervello abbia la capacità di riadattare e riorganiz-zare la propria microstruttura (plasticità) ripristinando con-nessioni tra i neuroni e così recuperare in parte o totalmentefunzioni perdute. Tutto questo anche in età avanzata.

L’esempio di più immediata comprensione della “plasti-cità” delle cellule nervose è il recupero delle funzioni moto-rie o del linguaggio che si può avere dopo un eventocerebrale acuto (ictus) che le aveva compromesse.

Italian Hospital GroupCENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM)www.italianhospitalgroup.it

IHG/ Degenze, Centro Diurno e Assistenza domiciliare,per prendersi cura dell’Alzheimer oggi

Un convegno per coordinare interventi e terapie per la cura delle demenze

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Chiunque si sia iscritto in palestra oad un circolo sportivo avrà notatouna stretta vigilanza per la consegnadel certificato medico con elettro-cardiogramma. Anche per le attivitànon agonistiche.

Lo prescrivono le nuove normative im-poste dopo i casi di morte per arresto car-diaco nei campi di Calcio e Pallavolo.

Con la nuova misura si conta di evitarela mortalità sui campi di gioco al novantaper cento. Si calcola siano state effettuatequattro milioni di visite sportive.

L’osservazione stretta della nuovanorma consente al medico di scoprire pic-cole patologie che non necessariamentevietano l’idoneità allo sport bensì permet-tono di affrontare anomalie per tempoprima che queste possano degenerare.

La visita sportiva è anche l’occasioneper un vero e proprio screening della po-polazione. Come ruolo e funzione que-sta delle visite obbligatorie per iscriversiin un centro sportivo ha sostituito ilruolo prima assegnato alla visita militaree alle visite scolastiche che oggi non ven-gono più effettuate.

Il problema è che oltre a preoccuparsi diparare le terga, i nuovi regolamenti deb-bono andare a guardare anche alle inno-vazioni della ricerca.

Probabilmente certi parametri funzio-nali accolti come dogma di benessere ogginon sono più validi. La forma fisica oggirisente degli influssi e dipende anche dalclima. Infatti i cambiamenti del tempo in-cidono sul metabolismo e per tenerlo effi-

ciente torna la tesi dello sforzo breve maintenso. Ed a questo debbono guardarecoloro che tornano in palestra o in piscinaper il recupero delle sane abitudini.

Tempo di nuove tesi sull’allenamento edi ritorno di un dibattito che non ha maifine: quello sulla regolazione del metabo-lismo. Il metabolismo regola la trasfor-mazione di calorie in energia.

Il metabolismo è un sistema regolatore.Il suo equilibrio consente a tutto l’organi-smo di funzionare regolarmente.

Torna di moda, in alternativa a sportcome corsa e ciclismo, preferendo la pa-lestra la tesi del breve e intenso. In talsenso sono sufficienti tre minuti di attivitàfisica intensa per migliorare il propriometabolismo. Ciò in opposizione alla tesidegli sforzi cadenzati ma prolungati.

Ma a sbancare ogni tesi c’è una ricercapubblicata su Medicine and Science in Sportand Exercise per cui i cambiamenti clima-tici modificano le misure del metabolismoa riposo usate per calcolare diete o valu-tare malattie come il diabete.

Secondo questa ricerca a incidere è ilcambiamento nella composizione atmo-sferica. Tutto dipende da quanto ossigenosi respira confrontato a quanta anidridecarbonica si produce con la respirazione.Oggi l’atmosfera è più ricca di anidride

carbonica e più scarsa di ossigeno. Biso-gna rivedere questa situazione sulla re-spirazione. Secondo i calcoli presentatinell’articolo, il cambiamento di composi-zione può portare a errori fino al 7 percento, che si riflettono sulle terapie e sul-l’esercizio fisico prescritto. Sono ordine diproblemi che oramai non possono starepiù sullo sfondo.

Accompagnare la propria quotidianitàa un sottofondo di attività sportiva oramaiè decretato come un asse necessario perl’esistenza di ognuno. L’esercizio fisico al-lena anche il cervello. È dimostrato infattiche lo sport attiva i livelli cognitivi anchenei non-atleti. I primi benefici effetti si ve-dono già dopo quattro mesi di allena-mento. La sperimentazione presentata inun convegno il 30 ottobre a Toronto du-rante il congresso della Canadian Cardio-vascular Foundation ha visto un gruppo dipersone in media poco meno che cin-quantenni sottoporsi a test neuropsicolo-gici, cognitivi e biologici. Prima e dopo ilperiodo di allenamento.

Le persone che si sono sottoposte allasperimentazione erano sovrappeso. Laconferma è che l’attività fisica rende il cer-vello sveglio. Si ragiona con maggiore ve-locità e profondità. Si prendono decisionipiù rapide. L’allenamento era composto di

Obbligo della visita La nuova normativa applicata si traduce

ATTUALITÀ

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due sedute a settimana e fatto da eserciziaerobici intensi di breve durata: uno scattodi corsa o bicicletta mantenuto per 30 se-condi alternati a esercizi a bassa intensità,come una camminata rapida. Si vede su-bito, allora, che l’ossigenazione del cervellomigliora e migliorano anche le capacità co-gnitive. Ma, sempre nel tenersi in forma,coloro che hanno problemi cardiocircola-tori fanno bene a preferire il nuoto.

Questo perché il sangue ha un miglioreritorno verso il cuore. A dirlo sono i ricer-catori del Montreal Heart Institute al con-gresso della Canadian CardiovascularFoundation riunitisi a Toronto il 30 ottobre.

In acqua si superano gli eccessivi stressda strada. Gli studiosi lo dicono, chiara-mente, a seguito di osservazioni direttesull'apparato cardiocircolatorio.

Bicicletta, corsa e veloci camminatefanno bene alla salute ma includono unaserie di fastidi sull’organismo e affatica-mento a carico del cuore, soprattutto se siè in sovrappeso o si soffre di artrite o altrepatologie croniche.

Diversamente, la cyclette in acqua utiliz-zata come allenamento aerobico garantiscegli stessi benefici senza affaticare eccessiva-mente l’organismo. Due gruppi di personesane sono stati sottoposte alla cyclette aterra e ad e alla cyclette in acqua. Nei duegruppi sono risultati identici i consumi diossigeno e l’attività aerobica. Ma l’esercizioin acqua è risultato maggiormente efficacesull’apparato cardiorespiratorio: il sangueha un migliore ritorno verso il cuore. Lapressione dell’acqua sulle gambe e sulcorpo stimola in modo più funzionale l’im-

pianto circolatorio. Quindi, è bene farlaquesta visita di pragmatica per accedere al-l’attività sportiva preferita. Di sicuro nonsaprà riconoscere gran che, ma dando ac-cesso alla libera facoltà di muovere la mac-china corporea anche lo spirito ne trarràvantaggio. Ma addirittura l’effetto positivodi un’attitudine, anche involontaria, al mo-vimento arriva in modo casuale da una ri-cerca in cui si rileva che i bambini con uncane stanno meglio sono più reattivi emeno grassi. Questo perché almeno unavolta al giorno debbono accompagnare illoro fido a fare i bisogni quindi sono co-stretti a fare una passeggiata. Si prendonola responsabilità di queste conclusioni i ri-cercatori dell’University of Western Australia.

Il campione sul quale è stata effettuata laricerca è ampio: 1.200 bambini che vannodai 10 ai 12 anni di età.

La ricerca medica se ne occupa, oggi, cosìdiffusamente anche perché è il primo ven-tennio in cui una generazione cresce da-vanti al computer e non correndo nei cortilio nei giardini. Francesca da Polenta

per lo sport in medicina preventiva

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La matematica ha un senso. Ha un senso perché dàcampi di conoscenza autonomi da quella che si in-tende, in modo generico, conoscenza. Nel senso chela matematica non è stata scoperta semplicemente perdarci strumenti di computazione utili a riconoscere dellequantità altrimenti inconoscibili.

La matematica è una branca delle attitudini cerebrali alpari del linguaggio, quindi della sua facoltà neurologica diacquisirlo. Lo stesso, recentemente, si è scritto sulla musica.

Tutto questo serve a capire il funzionamento del cervelloriuscendo a decifrare la sua capacità di lavorare non esclu-sivamente come accumulo di nozioni da incamerare e datenere ben ferme alla memoria consapevole e da saper ri-spolverare anche nella memoria di cui si sono perse letracce. Si allude, qui, a quelle reminiscenze, nozioni, ac-quisite nei banchi di scuola, ma che in età adulta inevita-bilmente si perdono.

Il cervello, sostanzialmente, non somiglia a una sacca nellaquale inserire più oggetti possibili facendo attenzione chenon sfuggano alla sua capacità di ritenere.

Somiglia più a un tavolo con diversi cassetti, ciascuno deiquali, però, dà la misura di quello che può essere riposto den-tro ma anche quello che chiede per il suo dinamismo.

Queste voci, questi cassetti che accumulano e chiedono uncerto tipo di nozioni, riescono ad essere dialoganti tra loro equesto dà una capacità flessibile di dare e ricevere conoscenza.

La matematica quindi non deve essere considerata un tabùper quelli che non la capivano a scuola o un mezzo per faregli intelligentoni da parte di coloro che riconoscono in questabranca del sapere una fonte congeniale.

I diversi gradi di comprensibilità è tutto da dimostrare chesiano congeniti, generativi, oppure siano semplicemente piùo meno inconsapevolmente sollecitati nei primi anni di vita.

Ma lo studio apparso su PNAS ci conferma che la mate-matica va al di là della mera indicazione di quantità e dellacapacità di muovere attorno a queste.

Quella matematica fa parte di una delle diverse qualitàcognitive presenti nell’umano intendere. Si tratta, in altritermini, di un linguaggio che prescinde completamente laparola. Giovanna Visconti

Matematica, facoltà cognitivaUna branca parallela della mente (supposto che la mente esista)

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Il testosterone sarebbe l’ormone della sincerità, oltread essere il ben conosciuto ormone che caratterizza itratti tipicamente maschili nel comportamento comenella fisiologia. Di qui si potrebbe dedurre che le donne,aventi meno testosterone, abbiano per questo mag-giore tendenza a mentire.

La sperimentazione si è concentrata sull’ormone steroideocercando di dimostrare una sua determinazione nei compor-tamenti. (Diversamente la tendenza a mentire è stata associataa questioni ambientali legate certamente a fattori psicologici).

Sono stati presi a campione 91 uomini dai 22 ai 26 anni in ot-time condizioni di salute. Divisi classicamente in due, ungruppo è stato trattato con un’innervazione di testosterone unaltro con una soluzione placebo. Entrambi i gruppi sono statisottoposti ad un gioco per cui mentire, con la tranquillità dinon essere scoperti, li avrebbe giovato nel punteggio acquisito.

Ebbene, coloro che hanno avuto il testosterone hanno men-tito di meno. Questa la dimostrazione che si colloca nel “re-cente dibattito sugli effetti del testosterone sulcomportamento sociale”. La relazione del testosterone con icomportamenti evidenti ha, in effetti, occupato fiumi di tesi edi trattazioni.

Dal momento della sua scoperta si associò il testosterone alruolo di regolatore dei caratteri secondari maschili, oltre chealla sua azione anabolizzante.

In seguito l’aumento dell’aggressività e della libido fu asso-ciata subito al testosterone. Quindi elevati tassi di testosteroneporterebbero all’ostilità e all’aggressività. Ma negli anni la ri-cerca ha ridato giustizia all’ormone tipicamente maschile ri-dimensionando questa che oramai è relegata a credenzapopolare.

Ma, ancora oggi, molti studi di psicologia del comporta-mento in economia assumono a fondamento biologico gli ef-fetti del testosterone. Ancora si legge, anche in periodiciscientifici accreditati, della tendenza ad attribuire all’azionedell’ormone steroide quel comportamento più aggressivo at-tribuito alle persone di sesso maschile.

Ma in contraddizione a tutto ciò la ricerca indicata in aper-tura. L’esperimento ideato dagli autori era finalizzato a leg-gere quale sia il vero effetto dell’ormone, al di làdell’interpretazione determinata dal pregiudizio sugli effettidi questo ormone.

Alle volontarie si è proposto un gioco di contrattazione. Cia-scuna partecipante era consapevolmente soggetta ad assimi-lare una dose sublinguale di testosterone, oppure di unplacebo. Chiaramente ciascuna di queste donne non era effet-tivamente a conoscenza dell’effettiva sostanza assunta.

Ebbene, la lealtà nel comportamento è cresciuta nelle donneche anno ingerito la dose dello steroide maschile. In questomodo sono diminuite le contestazioni nel rapporto tra per-sone e il gioco ha proceduto con maggiore efficienza. (La qualcosa tenderebbe anche a sfatare il mito di un mondo gover-nato da donne, quindi non obnubilate da spinte da testoste-rone, nel quale non ci sarebbero conflitti).

Dall’altra parte, invece: le donne che non hanno ingerito te-stosterone, ma hanno assimilato un indifferente placebo, chequindi si sono mosse e comportate secondo natura, ma ritene-vano di aver ricevuto una dose di testosterone, si sono compor-tate in modo molto più sleale e scorretto di quelle che ritenevanodi aver assunto la sostanza inerte. È il pregiudizio a dettare ilcomportamento. Difficilmente i comportamenti possono esseregiudicati in assoluto. Margherita degli Aldobrandeschi

Testosterone, ormone della veritàQuando il comportamento sociale è determinato dalla chimica, ma piùesattamente non è determinato dal pregiudizio

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ATTUALITÀ

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Le infezioni ospedaliere cono-scono una percentuale di ricoveriche va dal 5 all’8% dei ricoveri. Ognianno si verificano circa 450-700 milainfezioni (soprattutto infezioni urina-rie, seguite da infezioni della feritachirurgica, polmoniti e sepsi).

Nell’1% dei casi si stima che essesiano la causa diretta del decesso delpaziente. Un caso recente, erronea-mente trattato in cronaca mentre do-vrebbe essere l’emblema di un casosanitario è quello di una morte perKlebsiella.

È la denominazione di un batterio cheè causa comune di infezioni respirato-rie e delle vie urinarie, ma diventamolto minaccioso quando non rispondeai medicinali.

In un’inchiesta nelle mani della Pro-cura di Roma si indagano 107 operatorisanitari dell’ospedale Umberto I per lamorte di Ascenza Marcheletti, 48 anni,ricoveratasi per un tumore al fegato ealla meninge a fine luglio ma che il 7 ot-tobre trova la morte per una sospettasetticemia da infezione di Klebsiella.

La donna era stata sottoposta a diecioperazioni in sessanta giorni. I medicinon si sarebbero accorti per tempo chela donna aveva contratto, probabil-mente in sala operatoria, il germe killer.

Sul caso si è anche aperta una com-missione d’inchiesta parlamentare.

Il senatore Ignazio Marino, medicooltre che politico, però tiene a chiarire:“Si tratta di un evento drammaticoche però, purtroppo, non è così im-probabile”.

Secondo Marino può infatti acca-dere “che nei nostri ospedali si con-centrino batteri potenzialmente letali,soprattutto in reparti come la terapiaintensiva”.

Di qui la necessità di un monitorag-gio delle infezioni ospedaliere. “E, amio parere, la raccolta e l’analisi uni-forme di questi dati - ha aggiunto - do-vrebbe essere affidata a una autoritàindipendente dalla politica una sorta digarante della salute. La conoscenzadelle criticità del sistema ci permette-rebbe di individuare più agevolmentemisure efficaci per ridurre al minimol’incidenza d morti per infezioni noso-comiali. Insomma, è difficile chiedere amedici, infermieri e tecnici di miglio-rare lo standard della qualità delle cure,se non possono sapere con precisionequali sono le criticità da combattere nelloro ospedale”.

In un servizio sul Corriere della Serapubblicato il 26 agosto Mario Pappa-gallo scrive esplicitamente che “in Italia

nel triennio 2008-2010 sono state con-tratte complessivamente 2.269.045 infe-zioni ospedaliere, per un totale di22.691 decessi, e per un costo a caricodel Servizio sanitario nazionale cheoscilla tra i 4,8 e gli 11,1 miliardi dieuro”.

A dare questi dati è il centro studi Sic(Sanità in cifre) di FederAnziani.

Ne consegue che è più facile morireper infezione ospedaliera che per inci-dente stradale. Secondo l’Istat, le vit-time nelle strade - sempre nei tre anniche vanno dal 2008 al 2010 - sono state13.052, a fronte dei 22.691 decessi legatialle infezioni ospedaliere. Chiaramentele persone anziane o immunodeficientisono il tipo di persone più vulnerabili epiù colpite.

Ma c’è anche il pericolo che in temadi tagli agli sprechi si cerchi di rispar-miare sull’attività di igiene e profilassidegli ambienti ospedalieri come di al-cune strumentazioni. In un ospedale cisi dovrebbe prendere cura della salutepaziente. La realtà del rovesciamento diquesta elementare nozione appare in-vece una notizia che ogni giorno.

Il primo requisito per un ospedale -non arrecare danno al malato: “Primumnon nocere” - ora diventa un obiettivo pri-mario perché non chiuda. Spia Salvani

Quando la Klebsiella è un batterio killerIn Italia cresce il numero delle infezioni che resistono agli antibiotici

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Cittadini & Salute

Barack presidente! AncoraCon Obama negli States vince anche la speranza di migliorare i servizi sanitari

Resisteremo al cattivo gusto discrivere: noi l’avevamo detto. La copertina di Cittadini e Salutepubblicata anche sullo spazio delportale telematico, il nostro serviziosulle elezioni statunitensi a un mesedalla consultazione elettorale avevasemplicemente individuato una ne-cessità fortemente sentita in quel po-polo e che oramai riguarda ognipaese civile.

L’evoluzione della tecnologia, la co-municazione sugli avanzamenti effet-tuati nel mondo della scienza medicanon può far a meno di alzare il livello dirichiesta sui diritti alla cura della salute.

Questa non può essere garantita, intutti i suoi diversi aspetti, anche quelliminimali, a ogni cittadino.

Ma se è chiaro che lo Stato, in ogni so-cietà occidentale, non può garantire sututti i sistemi di cura possibili e immagi-nabili (proprio perché la grande evolu-zione di conoscenze e di tecnologie dicui c’è bisogno non può essere garantitasenza un concorso attivo del cittadino),d’altra parte, una società non può cono-scere due, tre, classi di cittadini per li-velli di servizi sanitari. Le classicorrisponderebbero alle fasce di reddito,per cui solo i benestanti avrebbero sino-nimicamente pieno diritto alla salute.

Noi tutti amiamo l’America. Ha co-struito una parte della nostra forma-zione di persone, sia per immaginariosia per cultura.

E questo vale anche per le personepiù refrattarie a questo paese. (Qui nonsi vogliono esaltare gli States come èstato fatto in tanto giornalettismo pro-vinciale italiano: se in termini di libertàabbiamo molto da imparare, altrettantonon è in termini di diritti. Per noi il di-ritto alla salute è un concetto sancitodalla Costituzione. Lo stesso vale per ildiritto allo studio, il modo di esercitareil diritto al voto...).

La novità di Barack Obama ha avutonello spirito dell’inclusione la sua forza.Tutto il contrario del suo avversarioelettorale.

In tal senso lo sforzo della sua riformasanitaria che ha garantito anche agliesclusi, anche ai senza reddito, la spe-ranza di ricevere cure.

Certo, molto è da migliorare. Gli ospe-dali pubblici sono scarsi in relazione alladomanda. La logica sanitaria, che ora-mai funziona anche da noi, cura il malee congeda il paziente, anche se ancora inpieno recupero. D’altra parte il modelloprivatistico assoluto non reggeva più.

I costi assicurativi non garantiscono ne-anche un poi il servizio sanitario.

I costi sono arrivati a livelli proibitivi ein gran parte dei casi non coprono tutti irischi, quindi le possibilità di degenza.

D’altra parte la riforma sanitaria diObama è stata denigrata come “socialista”- espressione con la quale negli States siapostrofa una persona che si vuole offen-dere in modo irreparabile.

Si tratta, sicuramente, di una riformaassolutamente insufficiente e avrà biso-gno di correttivi, ma è sicuramente unprimo passo e la gente senza lavoro ocon basso reddito, quindi senza assicu-razione, l’ha capito e l’ha premiato.

In mezzo ci sono una miriade di cose.È chiaro! Il ritiro delle truppe dall’Af-ghanistan, la morte di Osama Bin La-den, il saper rispondere - negli evidentilimiti - a una crisi finanziaria di impor-tanza storica riuscendo a recuperare unpo’ sulla disoccupazione.

Tutte cose importanti. Ma di sicuroObama ha avuto il merito di riconoscereil senso profondo di un rapporto siner-gico tra amministrazione pubblica e le-gittimo interesse al profitto per chiinveste in Sanità, così come in tutte le al-tre voci in economia.

Questo di Barack Obama consiste nellaboratorio politico-amministrativo percui si parlerà ancora per tanto tempo diquesto presidente. Angelo Nardi

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Con dieta non si intende una regola forsennata da te-nere per un periodo di tempo limitato. Tutt’altro. La dieta, insenso semantico, significa regola, normativa, sistema diconduzione dei comportamenti. Sotto il profilo alimentarenon esiste allora una dieta che vada bene per tutti, una regolao una condotta che sia perseguibile con beneficio da chiunquela segua. La stessa medicina sempre più si sta orientando versoapplicazioni che guardino più alla soggettività del paziente esempre meno dei sistemi universali di cura si confermano cometali. Lo stesso è per l’alimentazione ideale che per esser tale, nonesiste. Le diete generalmente propagandate hanno quindibreve durata perché propongono una forzatura nei comporta-menti nutrizionali che invece deve essere evitata. La legge, ladieta quindi, consiste nel seguire una linea di nutrizione pertutta la vita.

Facile a scriversi, difficile a farsi. Quel che segue è un vade-mecum prodotto da un condensato di articoli scientifici e ac-quisizioni inoppugnabili presenti nella scienzadell’alimentazione. Questo vale prevalentemente per le personeche hanno superato i quaranta. Con ciò ci si vuole avvicinare,per approssimazione, alla soggettività che ciascuno di noi deveprescriversi nei suoi buoni comportamenti alimentari. Ecco i magnifici sette più consigliati, oggi, in dietologia.

Avena. Contiene infatti beta-glucani. Sono fibre per ridurre ilcosiddetto “colesterolo cattivo” (LDL). Tre grammi di avena algiorno tolgono il grasso dalle arterie di torno.

Salmone, sgombro, tonno, sardine e aringhe. I cosiddetti“pesci grassi”. Contengono acidi grassi omega 3.

Anche in questo caso aiutano le arterie a mantenersi informa. Aiutano a tenere la frequenza cardiaca e la pressionesanguigna in frequenze corrette. Nel cucinarli è fortementeconsigliato seguire cotture delicate. Questo perché gli omega 3svaniscono ad alte temperature.

Pomodoro. Ricco di licopene: un importante antiossidante.L’organismo con il licopene si protegge dalle cellule tumoralie dall'aterosclerosi. Anche in questo caso è preferibile non cuo-cere il pomodoro, non cuocerlo affatto. Così il licopene siesprime al suo massimo.

Il pollo. Le sue proteine sono preferibili a quelle della carnerossa. Consigliato mangiarlo senza pelle. Non fa ingrassare,tanto più se si evita di mangiare la pelle: petto e coscia, le particonsigliate e non solo per il palato.

Le ciliegie. Anche qui potenti antiossidanti ne fanno un ali-mento da non dimenticare. Le ciliegie consentono che non si ac-cumuli l’urea nel sangue che fa sviluppare la gotta. Le ciliegiegiustamente non sono disponibili sempre, e allora sostuire con unbicchiere di succo di ciliegia non zuccherato 3 o 4 volte a settimana.

Mandorle. Si tratta di un alimento che coadiuva la preven-zione del diabete. L’organismo con la loro azione nutrizionalecontrolla i livelli di zucchero nel sangue. Come standard di con-sumo alimentare si consigliano poco più di mezzo etto di man-dorle al giorno. Un regime da tenere per poco meno di un mese.Cuore e arterie ne trarranno beneficio.

Latte intero. Specialmente dopo i cinquant’anni aiuta a combat-tere il regresso muscolare che senza allenamento specifico rischiadi farsi sentire nella fisiologia di qualsiasi persona. Alagia Fieschi

I magnifici sette dell’alimentazioneper un postquarantenneSono gli alimenti che non debbono essere dimenticati, specialmente per chi ha su-perato la prima giovinezza. Un vademecum pratico, una linea orientativa di comeci si deve attenere per proteggersi quando gli anni potrebbero iniziare a farsi sentire

CURIOSITÀ

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ATTUALITÀ

Cataclismi della Natura, è allarmeL'OMS: "Il clima ha un profondo impatto sulla vita e sulla sopravvivenza delle persone. I servizi climatici possono migliorare queste vite, anche con risultati migliori per la salute".

L’Organizzazione mondiale della sa-nità dà l’allarme. Questo gli deriva dairapporti che gli pervengono da l’Orga-nizzazione metereologica mondiale.

Siccità, inondazioni e cicloni colpiscono lavita di milioni di persone ogni anno. La va-riabilità del clima ed eventi estremi come lealluvioni possono anche innescare epidemiecome diarrea, malaria, dengue e meningiti.

E se per un verso risulta evidente che i di-sastri climatici provocano danni alla salute,c'è anche un aspetto meno evidente che con-siste in quei cambiamenti di temperaturaesterna all’ambiente, nello snaturamento deicicli stagionali, tali da comportare altri pro-blemi per il necessario passaggio fisiologico.

La fisiologia di ciascuno è determinata daun equilibrio termico che può essere scom-binato da cambiamenti tra temperatura in-terna corporea e quella esterna determinatadalla condizione climatica subita per l’im-prevedibilità del clima.

Nel mondo, le malattie per cui si avvertemaggiore allarme sono la malaria la dengue(una malattia infettiva tropicale causata dalvirus Dengue). Nei paesi industrializzati ci silimita a raffreddori, influenze e polmoniti.

Al fine di avvertire sui pericoli da cam-biamento climatico è stato pubblicatol’Atlante della Salute e del Clima. Gli autori,chiaramente, l’Organizzazione meteorolo-

gica mondiale. Si leggono esempi concreti dicome le informazioni climatiche possono es-sere usate per proteggere la salute pubblica.

In alcune zone del pianeta l’incidenza dimalattie infettive come la malaria, la dengue,la meningite e il colera può variare tra le sta-gioni, e in modo significativo anche tra glianni, a seconda del meteo e delle condizioniclimatiche. Sapere prima quale clima sta so-praggiungendo è decisivo per attuare atti-vità di prevenzione con vaccini o qualsiasialtra azione di supporto sanitario.

In tutto questo è decisivo riuscire a ca-pire dove potrebbe arrivare un’epidemiae saperne decifrare, per tempo, il livello diintensità.

Sempre più decisiva, quindi, la collabora-zione tra servizi meteorologici e sanitari. Iprimi risultati da questa collaborazione sonogià evidenti: il bilancio delle vittime di ci-cloni di intensità simile in Bangladesh si è ri-dotto da circa 500 mila persone nel 1970, a140 mila nel 1991, a 3 mila nel 2007. Un pro-blema sono anche i caldi improvvisi. In talsenso le previsioni meteorologiche svolgonouna funzione insostituibile. Ma uno degli ar-gomenti più delicati da affrontare in meritoa questo tema è quello delle fonti di approv-vigionamento energetico e la capacità di sa-per amministrare in tutti i modelli di societàstrumentazioni che non depredino le risorse

della terra ma ne utilizzino in modo natu-rale e, riducendo le captazioni dalla Terra, lerisorse: energia elio-termica, eolica.

Queste le previsioni che arrivano dall'Or-ganizzazione metereologica naturale: “Il pas-saggio a fonti di energia pulita per la casapermetterebbe di ridurre i cambiamenti cli-matici, e di salvare la vita di circa 680 milabambini l’anno grazie all’inquinamento at-mosferico ridotto”. Anche in casa nostra levariabili ambiente e salute vengono messein relazione in un convegno organizzato adArezzo dal 20 al 23 novembre dal ministerodella Salute, Ministero dell’Ambiente, ISS,Agenas … È il 7° Forum Internazionale Svi-luppo Ambiente Salute, che si terrà dal 20 al23 novembre 2012 presso Arezzo Fiere Con-gressi. Compatibilità finanziarie e dirittoalla cura il tema generale da cui si muove-ranno le relazioni. Matilde di Canossa

Cittadini & SaluteMensile di informazione Socio-SanitariaEditore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Redazione Via Carlo Del Prete, 6

Tel. 0774.081389 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5

Villa Adriana (Rm).Registrazione n. 31 del 29/06/2010 presso il

Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a ti-tolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore.Tutto il materiale cartaceo e fotografico con-segnato alla redazione, non verrà restituito.

Chiuso il 07/11/2012

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