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CITTA’ DI ERCOLANO SIMPOSIO del 20/11/2010 Consultazione P.U.C. art.23 L.R. n.16/2004

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CITTA’ DI ERCOLANO

SIMPOSIO del 20/11/2010

Consultazione P.U.C. art.23 L.R. n.16/2004

CRES s.r.l.

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ARCHITETTO SADA:

Prima di passare la parola al Sindaco, vi volevo un attimo sinteticamente dare la motivazione per cui

siamo qui riuniti.

Secondo una procedura regionale abbiamo indetto una consultazione delle organizzazioni sociali,

culturali, sindacali, economico - professionali e ambientaliste che operano sul territorio. Quindi

noi segnaleremo, presenteremo, relazioneremo circa quello che andremo a fare da qui ad un po'

di tempo, con le indicazioni che le associazioni forniranno.

Il tempo di organizzarci, passo la parola al sindaco che inizierà questo discorso, poi l'Assessore Solaro,

che è l'assessore preposto all'Urbanistica, che fungerà da moderatore, passerà di volta in volta

la parola a quelli che in mattinata tratteranno i vari argomenti. Nel pomeriggio o anche

successivamente, se ci fosse tempo, raccoglieremo anche gli interventi dei rappresentanti delle

associazioni; tengo a precisare rappresentanti delle associazioni. Se poi il moderatore riterrà

voler consentire l'intervento anche al singolo cittadino nulla osta, rimane il fatto che noi

parliamo di Piano Urbanistico Comunale, di quello che faremo sul territorio per il territorio

della città di Ercolano.

Il tempo di organizzarci e passo la parola al Sindaco.

Come vi avevo già preannunciato il primo a prendere la parola è il Sindaco Strazzullo, dopodiché si

passerà il microfono all'Assessore Solaro.

SINDACO STRAZZULLO:

Buongiorno. Ringrazio quanti hanno aderito all'invito per la redazione del Piano Urbanistico Comunale

per far nascere questa proposta che vuole l'ascolto delle Associazioni, delle professionalità del

nostro territorio. Questo è il primo incontro ufficiale che si fa con tutte le Associazioni, anche se

c'è stato già due anni fa un lavoro preparatorio della Quinta Commissione Assetto del Territorio

del Consiglio Comunale, integrata da un membro delle altre Commissioni per incontrare

separatamente le Organizzazioni sindacali, i professionisti, le Associazioni professionali del

nostro territorio. Quindi un lavoro di ascolto già è stato fatto per interessare un pochettino

tutta la nostra Città, perché siamo convinti che solo attraverso lo sforzo unitario di tutti e la

partecipazione seria di tutti si riuscirà a redigere un Piano Urbanistico Comunale che

rappresenta una occasione utile per la nostra Città. Si pensi che l'ultimo Piano Urbanistico

Comunale è stato redatto nel 1975, quindi un territorio che ha attraverso un periodo senza

regole, dove l'abusivismo non solo edilizio ma anche commerciale, che si è manifestato in tutti i

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suoi aspetti è riuscito a essere imperante, perché se non ci sta una simbiosi tra il territorio che

si vive e la persona, il cittadino non ci può essere educazione civica, non ci può essere amore

per la propria città, non ci può essere passione per il territorio che si vive. E è in questa forma

qua che noi ci auguriamo che finalmente Ercolano attraverso il Piano Urbanistico Comunale,

attraverso le regole certe che ci dovrà dare questo strumento riuscirà a interagire e a integrarsi

con il cittadino per avere delle regole certe, perché la storia della nostra Città, le bellezze

paesaggistiche, culturali, architettoniche che sono uniche al mondo devono essere protette, il

cittadino di Ercolano dovrà sentirsi, dovrà acquisire la cultura di vivere una città legale, una

città pulita, una città accogliente, questo dovrà essere per quelli che la verranno a visitare nel

futuro e a quelli che ci vivranno quotidianamente. Io sono certo e dico che si deve essere

pazienti, ma si deve essere anche testardi, caparbi. Ci sono momenti in cui effettivamente

ognuno di noi ha dei momenti di debolezza, vorrebbe arrendersi, ma così non deve essere,

lottiamo tutti per migliorare la nostra bella Ercolano. Grazie.

Applausi.

ASSESSORE SOLARO:

Buongiorno, grazie a tutti per essere intervenuti. Come vi dicevo ci apprestiamo a redigere il nuovo

strumento urbanistico comunale e questo mi auguro che sia il primo di una serie di incontri che

faremo con le Associazioni e con la cittadinanza tutta, perché le scelte del P.U.C. devono essere

assolutamente condivise, è finito il momento in cui le scelte si fanno nelle stanze dei Partiti e tra

i tecnici e gli addetti ai lavori, la scelta va condivisa con tutti gli operatori economici, sociali

della Città. La formazione di un P.U.C., di un Piano Regolatore generale rappresenta un atto

importante per l'Amministrazione comunale per la cittadinanza tutta. In questo contesto si

delineano i principi ordinatori del territorio, se ne caratterizzano le preferenze, gli scopi e le

strategie per adeguarli alle esigenze territoriali e urbane. Nell'ottica dell'accrescimento

culturale, sociale e ambientale si tende a migliorare le condizioni dei servizi offerti, della

mobilità, della qualità della vita nell'interesse di tutta la cittadinanza. Un breve cenno diciamo a

quello che è il contesto del territorio. Noi ci troviamo in un'area, come sapete, che è fortemente

urbanizzata compresa tra il mare e il Vesuvio e è solcata da alcune arterie della comunicazione,

quali la Ferrovia dello Stato, la Circumvesuviana, l'Autostrada, la Via Benedetto Cozzolino, a

questo ci sono gli assi storici trasversali a queste strade, diciamo, principali, tutto il territorio,

come sapete, si articola in tre grosse fasce: la prima fascia fortemente urbanizzata, che dicevo

prima, va dal mare alla Benedetto Cozzolino; una seconda parte più rurale che è la frazione di

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San Vito, che negli anni è diventato un altro nucleo abitato, fortemente abitato e densamente

costruito; poi c'è la terza fascia, quella che rientra all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio,

che è quella che da San Vito si estende fino il cono. Come dicevo il territorio è fortemente

caratterizzato da queste presenze fisiche, soprattutto quelle del sommo Vesuvio, diciamo il

cratere è un elemento di riferimento visivo importante per tutto il territorio, così come anche la

fascia costiera che negli anni comunque è stata continuamente devastata, è stata abbandonata a

se stessa e che comunque è un elemento importante, perché se si pensa che lungo la fascia

costiera poi nel '700 si è sviluppato quel magnifico asse che è il Miglio d'Oro, che era il

magnifico asse del Miglio d'Oro, dove si sono insediate tutte le ville della nobiltà napoletana.

Attualmente sul territorio esistono una serie di strumenti urbanistici vigenti, abbiamo il P.R.G.,

che è attualmente vigente, che come diceva il Sindaco è del '75, studiato, fatto con delle logiche

che erano quelle che all'epoca dominavano l'urbanistica e che ha puntato tutto sullo sviluppo

edilizio, oggi c'è una inversione di tendenza dovuta a una serie di circostanze che poi... e da

strumenti urbanistici e Leggi nazionali e regionali che si sono poi sovrapposte al territorio

comunale. Poi ci sta il Piano Territoriale Paesistico fatto dal Ministero dei Lavori Pubblici che

disciplina tutto il territorio per quanto riguarda gli aspetti ambientali e culturali e è un vincolo

esistente sul territorio dal quale non si può prescindere. Abbiamo poi il P.S.O. (Piano Strategico

Operativo) approvato nel 2006 e che è riferito ai 18 Comuni dell'area vesuviana, i Comuni

individuati nella cosiddetta zona rossa. Questo Piano è chiamato a affrontare la condizione

emergenziale dell'area attraverso l'attivazione di programmi di decompressione della densità

abitativa, sapete tutti che in queste aree non è più possibile incrementare il carico urbanistico,

quindi c'è una inversione di tendenza, quella di riutilizzare tutto ciò che esiste sul territorio,

tutta la volumetria esistente, le cubature, gli edifici, anche quelli dismessi ai fini di... Per la

creazione di una filiera, che è la filiera turistico ricettiva, tutto questo è legato chiaramente a un

innalzamento del sistema infrastrutturale, senza il quale la filiera non può essere sviluppata.

Abbiamo poi il P.T.R., sempre del 2006, che individua il patrimonio di risorse ambientali e

storico culturali del territorio, ne definisce le strategie di sviluppo locale e detta le linee guida,

gli indirizzi per pianificazione territoriale e paesistica in Campania. Abbiamo poi il P.T.C.P. che è

successivo, è del 2007, che stabilisce una disciplina per l'uso di tutto il territorio della Provincia

e indica regole e indirizzi ai Comuni per la redazione dei P.U.C., dei nuovi Piani Urbanistici

Comunali. Abbiamo poi tutti i vincoli, come vi dicevo, legati Decreto Legislativo N. 42 del 2004,

che è il Codice dei Beni Culturali, inoltre c'è poi il Piano dell'Autorità di Bacino, che vincola tutto

il territorio in relazione al rischio frane e abbiamo poi l'ultimo strumento approvato in Regione

Campania a febbraio, che è il Piano del Parco, che dicevo che è uno strumento già esecutivo che

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indica le e linee guida dello sviluppo economico di tutta l'area del Parco, ma comprese anche le

aree contigue. A ciò si deve aggiungere tutto ciò che è stato fatto negli anni scorsi.

L'Amministrazione Comunale già dal 2002 ha iniziato tutta una serie di programmi complessi, a

cominciare dal Programma Urban, che è un intervento di qualificazione che ha rappresentato

un momento chiave di questa Amministrazione, lo sapete tutti, lo vedete tutti, diciamo

sull'Urban poi sono stati sviluppati tutti gli altri strumenti di programmazione urbanistica

successivi, a partire dal DOS fino al Più Europa; appunto, visto il successo che ha avuto il

programma Urban, sono stati spesi tutti i soldi avuti dal Ministero nei tempi previsti dal

programma, sulla scorta, sulla scia di questo entusiasmo dell'Amministrazione è stato redatto il

documento di orientamento strategico. Ritengo che il documento di orientamento strategico sia

veramente, diciamo, detti veramente le linee guida della nuova strumentazione urbanistica. Il

DOS contiene in sé interventi per circa ottanta milioni di euro, di cui una buona parte stanno

all'interno del programma Più Europa. A differenza dell'Urban, che era limitato a una zona

bersaglio, a una zona abbastanza limitata del territorio, invece il DOS pianifica, pianifica non è

proprio il termine esatto, ma comunque dà gli indirizzi di programmazione urbanistica per

tutto il territorio comunale, si estende dal Vesuvio fino alla fascia costiera e tutti i criteri del

DOS, tutti gli indirizzi del DOS sono stati poi ripresi nel programma Più Europa. Il programma

Più Europa che tutti quanti sapete di che si tratta, ormai se ne parla da diversi anni, è un

programma comunitario che destina fondi alla nostra Città per circa trenta milioni di euro,

interventi tutti quanti, diciamo, tesi al miglioramento delle condizioni di vita, condizioni

urbanistico ambientali di un'area che è definita all'interno del cosiddetto centro storico, il

cosiddetto non più, ormai è stato delimitato anche dal piano di recupero adottato

dall'Amministrazione Comunale negli anni scorsi. Il più Europa comunque interviene su una

zona ancora circoscritta e limitata del territorio, quello che invece oggi noi vogliamo fare è

quello di dare regole precise a tutto il territorio comunale. Quindi vi ho parlato del DOS e del

Più Europa, abbiamo poi il Piano di Recupero, che è uno strumento adottato

dall'Amministrazione che detta gli indirizzi e le scelte all'interno del centro storico. A questi poi

vanno aggiunti quelli che erano gli indirizzi del P.U.C. adottati in Consiglio Comunale alcuni anni

fa penso, due o tre anni fa credo. Questi indirizzi danno le linee programmatiche per la difesa e

lo sviluppo sostenibile del territorio, integrano e rafforzano i criteri delle scelte operative del

P.T.R., che è lo strumento sovraordinato dal quale non possiamo prescindere, così come quello

del P.T.C.P. e del Piano Strategico Operativo per la zona rossa. In quegli indirizzi si ribadiscono

le tesi già maturate e esposte nella discussione dei predetti strumenti urbanistici e in

particolare della definizione della rete ecologica regionale prevista dal P.T.R., dalla rete delle

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infrastrutture con il sistema integrato dei trasporti e degli scambiatori intermodali di traffico,

ferro, gomma, mare, della qualificazione urbana con i piani di recupero della città stratificate, il

frammento urbano e produttivo commerciale, il frammento urbano e produttivo artigianale e

industriale e il frammento di architettura e natura delle cave e della Città del Sapere e del

turismo costiero. In questo documento si individuano alcuni sistemi territoriali e ambientali di

sviluppo, le connessioni al litorale, come dicevo prima la costa è un elemento importante del

nostro territorio, il sistema insediativo e infrastrutturale di Via Vesuvio, il sistema insediativo e

infrastrutturale del borgo rurale di San Vito, il frammento urbano e produttivo commerciale di

Via Benedetto Cozzolino, il frammento di architettura e natura e recupero dei siti degradati e

delle cave abbandonate la Città della Scienza e della Terra, il sistema delle attrezzature

pubbliche e dei servizi collettivi a scala provinciale, la formazione superiore e professionale e

l'assistenza sanitaria, la città stratificata e l'ampliamento della fruizione del sito archeologico.

Perché io ho detto tutto questo? Perché quando si redige un Piano Urbanistico bisogna partire

da ciò che è presente sul territorio, senza negare il passato, anche perché in passato ha dato

comunque i suoi risultati, i suoi frutti, io parlavo di Urban e del Più Europa. Noi siamo stati la

seconda città in Campania a firmare l'accordo con Regione Campania e è stato fatto prima

dell'insediamento della nuova Amministrazione, per cui oggi noi abbiamo un contratto fatto con

l'Amministrazione Regionale, dal quale non si può prescindere, e meno male che l'abbiamo fatto

in tempi precedenti, perché oggi sono altre 14 città che attendono la firma dell'accordo e non

riescono ancora a sottoscriverlo.

Quindi, dicevo, questa premessa era d'obbligo perché è indispensabile conoscere il territorio per

programmarne il suo assetto. Il fine della programmazione di una città e del suo territorio è

quello di qualificare città e territori pianificato, qualificare per adeguare le scelte a obiettivi

condivisi. Quando si inizia a elaborare un Piano Regolatore si fissano degli obiettivi generali che

devono essere condivisi da tutti, il Piano appartiene alla Città e è la Città che si deve esprimere.

In questo contesto la Legge Urbanistica favorisce il confronto con tutta la Città in misura

maggiore rispetto al passato. Un corretto Piano Regolatore deve essere uno strumento in

continua elaborazione e continuamente partecipato dei cittadini. Al di là delle leggi

sull'urbanistica ciò che conta è il carattere, è l'identità che si vuole conferire al luogo pianificato,

il progetto che si vuole conferire alla Città. Nel caso specifico questo Piano dovrà essere un

progetto concreto che parte dalla storia, dallo stato di fatto per approdare a soluzioni

sostenibili e fattibili per stabilire l'assetto dei prossimi anni, nell'ovvio interesse della

collettività e non dei singoli interessi personali. Dopo più di trenta anni c'è il rischio che il Piano

faccia paura, sono trentacinque anni che non viene redatto un nuovo strumento urbanistico, io

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dico invece che il nuovo strumento urbanistico deve essere agile, flessibile, deve dare spazio

all'imprenditoria, deve facilitare i processi di formazione della Città e i processi degli

imprenditori. L'adozione e il dibattito che precederà e seguirà il P.U.C. dovranno essere

garanzia di verifica di un lavoro che pur fatto da tecnici ha risvolti politici incisivi, politici e non

partitici, nel senso che è la Police, è la Città, la comunità in ultima analisi a stabilire la

correttezza o meno dello strumento urbanistico. Premessa fondamentale di un P.U.C. sono

quindi gli obiettivi, cioè capire che idea noi abbiamo di questa Città, cosa vogliamo raggiungere.

In poche parole definire il disegno e l'idea di Città. Si dovrebbe pensare a definire un assetto del

territorio adeguato alle esigenze di ho sviluppo qualificato e corrispondente alle istanze

presenti e future della Città, il che significa che si deve progettare un assetto urbano e

territoriale rispettoso del passato e promozionale del futuro per definire un presente

consapevole e partecipato da tutti i cittadini. Mantenere e potenziare l'identità culturale del

territorio quale supporto anche a un diverso e ulteriore incentivo economico, ciò comporta che

si debbano individuare le peculiarità della Città per la consapevolezza della sua storia e della

sua natura, nonché delle sue potenzialità sociali e economiche. Promuovere la qualità del

territorio quale base dello sviluppo, la qualità che non è sinonimo di quantità, come si è creduto

per molto tempo nei vecchi Piani Regolatori, bisogna invece imporre che ogni scelta sia

finalizzata nel miglioramento delle condizioni urbane e ambientali, economiche e sociali del

luogo pianificato. Ci sono componenti fondamentali del nostro territorio che devono tendere a

un unico obiettivo, l'ambiente naturale quale supporto alla riqualificazione dell'offerta turistica,

la dimensione archeologica premessa alle possibili presenze di un Corso di Laurea in

Archeologia è il naturale prolungamento dell'ambiente naturale, nonché specifico, ulteriore

contributo alla riqualificazione turistica. Le ville storiche che nel loro insieme possono formare

un parco, il parco delle ville storiche. In questa logica prioritaria attenzione deve essere

riservata al nuovo porto, alle infrastrutture viarie e agli indispensabili parcheggi e alla mobilità

in genere, piuttosto che alle tradizionali aree produttive. In passato l'edilizia sia pubblica che

privata ha rappresentato una componente fondamentale dello sviluppo economico e è stato

l'elemento propulsore del P.R.G. ancora vigente. Negli ultimi anni per una serie di vincoli

subentrati che tutti conosciamo: Decreto Classe, Piano della zona Rossa, etc., hanno fatto sì che

ci fosse una inversione di tendenza, favorendo però la cosiddetta edilizia spontanea, e uso un

eufemismo. Oggi comunque l'economia e quindi il nuovo P.U.C. deve tendere a altro, deve

favorire la costruzione di infrastrutture e servizi indispensabili proprio all'innovazione dello

sviluppo culturale e dunque economico del territorio, alla sua riqualificazione complessiva e al

forte consolidamento dei vari centri che lo compongono, puntando comunque a quelle strutture

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prioritarie, come il porto per esempio, come penso anche al sistema dei beni culturali e

paesaggistici quale premessa a quella innovazione a cui spesso si fa riferimento, innovazione

troppo spesso invocata e raramente attuata. C'è il fenomeno dell'abusivismo esteso su tutto il

territorio in maniera più o meno grave e denso, e è un problema che e va risolto, stiamo per

trasmettere in Regione il Piano di dettaglio delle opere abusive redatto dal Ministero dei Beni

Culturali, ma in continua interlocuzione proprio con l'Amministrazione, con i nostri tecnici, è

una cosa che parte già da un paio di anni credo, ma siamo alla fase finale, alla stretta finale, la

settimana prossima credo che lo trasmetteremo direttamente in Soprintendenza, il che

significherà mettere un punto fermo sull'abusivismo edilizio e soprattutto rimpinguare le casse

dello Stato, perché porterebbero introiti di svariati milioni di euro. Sull'abusivismo si è detto

tanto, si è scritto di più e su questo tema ci si dovrà ritornare nella fase di attuazione del P.U.C..

Molteplici sono le scelte che si possono compiere nel redigere un Piano Regolatore,

quell'apparentemente più equa individua nel cosiddetto Piano di recupero degli insediamenti

abusivi previsto dalla normativa, la soluzione ottimale, si dovranno perimetrare tutte le case

abusive secondo il redigendo Piano di Dettaglio, si dovranno individuare i cosiddetti standard

urbanistici, servizi pubblici e collettivi all'interno dei lotti liberi. Un'altra questione

interessante, importante è quella dei vincoli. Tutti sappiamo che il nostro è il territorio forse più

vincolato al mondo, ciò non significa che è un fatto negativo insomma, essere vincolati perché

c'è la presenza del bene culturale, dell'area archeologica, del sito naturale più visitato al mondo

che è il Vesuvio potrebbe essere invece una spinta presso una nuova economia di questa Città.

Tutti questi vincoli, dicevo, che sono posti sul territorio fanno riferimento a un insieme di

Decreti, Leggi che mano mano si sono sovrapposti sul territorio, la cosiddetta mappa dei vincoli

esistenti. Alcuni di essi erano già contenuti nel precedente Piano Regolatore anche se in modo

improprio però, sono vincoli soprattutto di natura ambientale, ovvero culturale in senso stretto,

spesso questi vincoli sono stati tracciati quando i buoi erano già scappati, in ogni caso sono

sempre da rispettare fino a quando non saranno posti in essere nuove perimetrazioni. Il vincolo

è sempre stato inteso quale elemento passivo dalla maggioranza dei cittadini e in particolare da

coloro che intendevano realizzare interventi edili proprio nelle zone vincolate. Il vincolo invece

deve essere considerato una risorsa, tanto più risorsa nel caso specifico di una città, di un

territorio che per affermarsi economicamente deve favorire lo sviluppo delle attività legate al

tempo libero, questi vincoli mostrano l'evolversi storico culturale, significano un modo nuovo

di proposte al territorio, rappresentano i luoghi in cui la storia si incontra con la natura e

l'uomo si incontra con l'arte, semmai c'è da rammaricarsi che non poche costruzioni spontanee

e molte volte individuate come edificabili o urbanizzabili già dal vecchio strumento urbanistico

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non abbiano saputo cogliere la rilevanza economica insita in queste aree vincolate. Aree

dunque da salvaguardare attentamente, ma da inserire nei vari programmi di assetto

territoriale e urbano, non da ibernare rendendole impermeabili alla collettività, come è stato

fatto fino a ora, anzi queste aree vincolate sono da intendersi come aree risorsa e in questo

senso vanno letti alcuni interventi della recente programmazione fatta dal DOS e in particolare

dal Più Europa. Il progetto di riqualificazione di Via Cortili via mare tende proprio a questo, a

ristabilire un contatto diretto tra la nuova Città e la Città archeologica, se non fosse altro dal

punto di vista visivo, perché già questo è importante. Noi riconosciamo alcuni luoghi del

territorio perché visivamente li controlliamo, li vediamo. In questo senso il nuovo strumento

urbanistico assume un valore emblematico. Dopo anni di latitanza dalle regole, con soluzioni

non sempre adeguate, anche quando queste regole non rispettate, il Piano deve dare risposte

significative soddisfacenti, i vincoli debbono essere considerati risorse e non danno per la

comunità, tanto più un territorio è vincolato per la presenza di due giacimenti culturali, tanto

più sarà apprezzata la sua bellezza. Ecco, questo dovrà essere considerato un Piano amico dei

cittadini, nella certezza che tutti vogliono vivere e abitare in una città e in un territorio

riqualificato, per questo il Piano dovrà tenere conto della conformazione delle zone che

possono assumere importanza strategica nel riqualificare il territorio di una città votata e

vocata a organizzare il tempo libero per la migliore fruizione dei suoi beni culturali. Un tema

che sicuramente va affrontato in questa logica, perché non si può parlare di turismo e di

ambiente se non si parla di mobilità. Dicevo, va affrontato direttamente all'interno del

redigendo P.U.C. E sicuramente questo della mobilità alternativa, in quanto tocca insieme i

problemi dell'efficienza e della competitività della macchina urbani e della qualità della vita dei

cittadini. Un miglioramento delle condizioni di mobilità, accessibilità e qualità ambientale nel

sistema di mobilità acquista pertanto valore strutturale di rafforzamento per la costituzione di

una città che soddisfi i bisogni dei cittadini. Questo significa che noi dobbiamo confrontarci

continuamente con i nostri Comuni limitrofi, non è possibile pensare a un trasporto o il

semitrasporto alternativo, una mobilità pensando ai diciannove chilometri quadrati del nostro

territorio. Gli spostamenti nel capoluogo sono frequenti, tutti i giorni e quindi va affrontato in

maniera sistemica il problema della mobilità, come quello dei parcheggi, che e è ancora un nodo

da districare, che però ci stiamo apprestando a risolvere, stiamo redigendo il nuovo, cioè il

nuovo, per la verità sono già diversi anni che se ne parla, però questa volta forse è il momento

di affrontarlo in maniera radicale, di approvarlo fosse anche prima del P.U.C. il Piano dei

Parcheggi. Oggi il territorio non ha una grossa presenza di parcheggi, sono pochi, anche perché

il centro urbano è concentrato in questa zona proprio e proprio in questa zona ci sono scarsi,

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c'è poca disponibilità di posti auto, per cui nel nuovo piano dei parcheggi stiamo prevedendo

una serie di parcheggi estesi su tutto il territorio comunale, soprattutto in quelle zone che noi

cerchiamo di riqualificare anche dal punto di vista sociale e economico, e parlo soprattutto

rispetto a quelli che saranno i nuovi centri commerciali naturali che andremo a individuare sul

territorio, in queste aree stiamo predisponendo una serie di parcheggi. Abbiamo parlato di

tantissime cose, questo significa praticamente perché... Il Piano Regolatore, un P.U.C., un Piano

Urbanistico Comunale è una cosa molto complessa, non è fatto solamente di calce, mattoni,

cemento, strade, etc., bisogna cogliere questa occasione del nuovo P.U.C. affinché la questione

urbana ritorni al centro dell'attenzione della politica, non per risolvere i problemi tecnici, come

vi dicevo, ma per capire e risolvere le tensioni sociali che fanno vivere una città. Non si può

pensare alla riqualificazione urbana solo mettendo panchine lungo una strada o mettendo delle

lampade belle, le grandi capitali europee sono frutto della loro organizzazione politica, l'Atene

del Quinto Secolo è rimasto un fatto irripetibile, ma perché è stata l'Atene di Pericle, così la

Venezia dei Dogi, la Firenze dei Medici, la Parigi di Haussmann, sono stati fatti irripetibili,

perché tale era la loro organizzazione politica e sociale. Sulla architettura dei fatti urbani e la

costruzione della città la politica non può essere assente da questa costruzione, non solo,

bisogna affermare il legame tra politica urbanistica, ma anzi occorre sostituire la preminenza di

questo legame, non vi è trasformazione urbana che non significhi anche trasformazione della

vita e dei suoi abitanti. Ho citato grandi città del passato e del moderno, ma basta affacciarsi

sull'area archeologica per capire come deve essere fatta una città, la nostra antica Ercolano

corrispondeva a un processo, a un disegno molto preciso, all'interno del suo regolare tracciato

c'è una complessità e una varietà senza unici. Un'ultima considerazione sullo strumento

urbanistico vigente: il P.R.G. In vigore è ormai vecchio e superato nella sua logica, è questo il

motivo che ci ha spinto a fare un nuovo P.U.C. e non a provvedere alla variante di quello

esistente, ma deve essere fatto un nuovo P.U.C. moderno e attuale, in linea con le tendenze

dell'urbanistica moderna; esso deve essere uno strumento flessibile e agile che snellisca le

procedure amministrative, così come consentito dalle recenti norme sul territorio e del

Governo emanate dalla Regione Campania; occorre eliminare i piccoli poteri; coinvolgere gli

investitori locali nel processo di trasformazione e riqualificazione urbana e non spaventarsi o

fare retropensieri se qualcuno ha ancora il coraggio di investire, è compito poi della politica

esercitarne il controllo. In Francia e in Spagna e in tutti i Paesi moderni le società di

trasformazione urbana sono di ordinaria amministrazione ormai, il passo decisivo da fare è

sullo sulla fascia costiera, come vi dicevo prima, essa ha bisogno della stessa attenzione,

dell'energia messa in campo per la riqualificazione del centro storico, occorre ridare alla Città la

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risorsa mare, il porto non è l'unico obiettivo, ma deve diventare l'elemento propulsore per la

rivitalizzazione anche economica della fascia costiera, deve essere l'ingresso all'area

archeologica, l'occasione per trasformare gli insalubri quartieri in campus a servizio del nuovo

Polo universitario, è il motivo per riconvertire le fabbriche dismesse o sottoutilizzate.

Grazie.

Applausi.

ASSESSORE SOLARO:

Passiamo adesso la parola all'ingegnere Gioacchino Acampora.

ARCHITETTO ACAMPORA:

Buongiorno, grazie.

Dopo l'intervento dell'Assessore Solaro è difficile intervenire, però darò un taglio che sarà leggermente

diverso, perché ripetere le stesse cose, che condivido, dette dall'Assessore Solaro significa

soltanto annoiarvi.

Io voglio partire da quella che è stata... Allora, il percorso di partecipazione che ci sta portando al nuovo

P.U.C., che non è una variante del vecchio Piano Regolatore, come giustamente ha detto

l'Assessore Solaro, per volontà sia di questa Amministrazione che di quella precedente è

iniziato già qualche anno fa, come diceva il Sindaco nel suo intervento con la partecipazione dei

cittadini e Organizzazioni ercolanesi. Infatti il Consiglio Comunale del 9 gennaio del 2008 in

ottemperanza a quanto dettato dalla Legge Regionale 16 del 2004 al fine di eseguire le fasi di

redazione del nuovo P.U.C. integrò la Quinta Commissione Consiliare, all'epoca da me

presieduta, con un rappresentante di ogni Gruppo Consiliare. Furono ottenute tante riunioni e

fino alla fine del mandato di quel Consiglio Comunale, ci furono una serie di incontri d'ascolto

con varie categorie di cittadini residenti per focalizzare l'attenzione sullo sviluppo delle singole

parti della Città, al fine di redigere il nuovo P.U.C.. Tutto questo lavoro preparatorio si può

preliminarmente... Questo approccio metodologico e questi obiettivi, pensare a un nuovo Piano

Urbanistico per Ercolano, e qui ripeto un attimino quello che ha detto l'Assessore Solaro, quindi

pensare a un nuovo Piano Urbanistico per Ercolano è lo strumento cioè che dovrà orientare le

scelte in materia di urbanistica per i prossimi decenni in, significa da un lato fare il punto della

situazione, chiedersi com'è Ercolano oggi e perché, e dall'altro registrare la direzione che si sta

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prendendo per il futuro, delineando in modo obiettivo e scientifico il carattere della Città, il suo

volto di oggi, le aspirazioni per il domani. Per tracciare il nuovo Piano Urbanistico, quindi, è

necessario seguire un procedimento che abbia alla sua base l'analisi scientifica della storia, del

presente e delle tensioni verso il futuro, i soggetti e gli oggetti di questa analisi a tratti si

identificano, sono al tempo stesso gli informatori e i destinatari dell'azione politica e

amministrativa, ogni cittadino è uno stakeholder, un portatore di interessi, è genitore,

lavoratore, automobilista, abitante del quartiere o della frazione, è parte di una associazione, di

una organizzazione, fa uso di servizi, li eroga con il proprio posto di lavoro, proprio in virtù di

questo ogni cittadino può condividere, deve condividere con la Pubblica Amministrazione

informazioni utili per costruire l'identità della Città al fine della redazione del nuovo P.U.C..

Fatta questa piccola introduzione vorrei organizzare il mio intervento in varie fasi partendo dai

cenni generali sui soggetti preposti al progetto e dimensionamento del P.U.C.. Infatti

relativamente a questo ambito possiamo dire che la Città è l'habitat elettivo dell'uomo, e lo è da

sempre, da quando il genere umano è diventato stanziale e da quando ha iniziato a vivere in

gruppi sociali dandosi regole di convivenza e trasformando gli spazi naturali per adattarli alle

attività sia residenziali, che economiche in senso lato. In tutti gli insediamenti urbani, grandi e

piccoli, l'uomo vive in modo associato con altri uomini, ogni individuo abita, si nutre, lavora, si

sposta, si diverte, ogni attività è esperita e contemporaneamente a una moltitudine di soggetti,

di individui che hanno esigenze a volte simili, a volte differenti, ma tutte assimilabili,

classificabili in gruppi di comportamento. Ogni insediamento umano per esercitare

efficientemente il proprio ruolo ha necessità di essere organizzato in relazione allo stile di vita

che caratterizza il particolare momento storico. E questo momento storico per la nostra Città è

importante. Ogni insediamento umano ha necessità che siano predisposti, che siano pianificati

gli spazi dove svolgere le diverse attività, ha necessità che gli spazi siano tra loro in rapporto

armonico e che sia garantita la possibilità di spostamento fisico da uno spazio adattato all'altro.

L'Urbanistica a mio parere è semplicemente questo, è la disciplina dell'organizzazione di

insediamenti umani, ovvero delle strutture urbane e territoriali, e è in questo contesto che

dobbiamo configurare i soggetti che partecipano al Piano Urbanistico Comunale. Infatti il P.U.C.,

con le procedure previste che hanno determinato l'audizione odierna, tende sempre più a

trasformarsi in un piano processo, come diceva prima l'architetto Solaro, cioè in uno strumento

snello e flessibile, in grado di monitorare le istanze che mutano nel territorio e di variare i

propri contenuti in relazione al progressivo mutamento della domanda socio - economica della

città dove viene applicato, e è proprio in questa fase che bisogna chiarire i ruoli che recitano i

diversi attori che agiscono nella trasformazione degli spazi del territorio. Infatti i principali

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attori nel processo di trasformazione sono: il soggetto politico, che prendendo le decisioni

elabora il piano politico e il soggetto tecnico, che mediante il Piano Urbanistico traduce in

termini operativi la decisione politica. Se all'urbanista compete l'organizzazione della

localizzazione delle funzioni urbane, se al progettista, architetto, ingegnere, geometra o

chiunque esso sia compete il progetto di volumi in cui le funzioni vengono espletate, è alla

politica che compete l'interpretazione del sistema dei valori delle comunità, attraverso l'ascolto

di soggetti pubblici e privati, è alla politica che compete, come ho detto, l'interpretazione del

sistema di valori delle comunità e la capacità di tradurlo e di orientarlo in un progetto di

sviluppo e di progresso civile; alla politica compete la capacità di assumere decisioni politiche,

all'Urbanistica compete la capacità di assumere decisioni tecniche. A dimostrazione che la

scelta del come utilizzare lui e quali opere realizzare compete alla politica basta ricordare che

non sono stati gli architetti, gli ingegneri a decidere cosa dovere realizzare nell'area prima

occupata dalle Twin Towers ma alla politica, che deciso come ricordare l'evento dell'11

settembre 2001 e all'architetto, all'ingegnere preposto è stato solamente richiesto di

progettarlo al meglio. Detto questo passando a quelli che possono essere gli obiettivi del P.U.C.

da raggiungere a medio e a breve termine passo ora alla definizione di obiettivi dopo aver fatto

un quadro del generale dal quale derivano gli stessi. Il territorio della Città di Ercolano è a mio

giudizio il principale fattore di sviluppo che va solo implementato, essendo convinto che esso

rappresenti il valore aggiunto e esclusivo che gli ha consentito di conservare un ruolo di

prestigio nello scenario nazionale e internazionale, infatti la posizione geografica rispetto al

Golfo di Napoli, la storia, il patrimonio culturale e archeologico, la natura, l'orografia sono tutti

fattori che assieme a altri costituiscono una varietà di potenzialità che nessun altro ambito

territoriale possiede ai nostri livelli di eccellenza, per questo motivo sono convinto che il

territorio pertanto rappresenti il punto di partenza per lo sviluppo, atteso che la sostenibilità

delle politiche sociali, economiche e del lavoro è in primo luogo assicurato dalla compatibilità

tra le funzioni implementate e gli ambiti territoriali in cui esse sono allocate. Con queste

promesse per soddisfare le esigenze primarie della popolazione il nuovo P.U.C. Deve

raggiungere nel breve e medio termine a mio parere i seguenti obiettivi primari: risolvere il

primario problema della rigenerazione delle patrimonio edilizio esistente, perché quella è una

delle risorse fondamentali; provvedere alla contestuale adozione di regolamenti edilizi che

garantiscano la qualità architettonica degli interventi; implementare una politica di recupero,

come già è stato fatto, del centro storico e delle periferie, perché l'assenza di una strategica

pianificazione basata su dati reali ha prodotto l'espansione delle periferie nel centro storico, se

per periferie si intende un sistema in cui sono alterati i rapporti tra carichi residenziali e servizi,

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oggi possiamo dire che anche parte del centro storico è da considerarsi periferia. È necessario

impostare una politica di equilibrio territoriale che renda la periferia vivibile e indipendente

dal centro in termini di servizi al cittadino per potere ridurre la pressione urbanistica e

procedere al recupero di questi ultimi, pertanto la periferia dovrà essere recuperata attraverso

il decentramento delle funzioni dal centro e la dotazione di standard e servizi. Per il centro

storico, quello che è divenuto periferia, sarà necessario incentivare l'iniziativa dei promotori

privati per sostenere gli interventi di riqualificazione e di recupero e di restauro semplificando

le procedure autorizzative e nel contempo sarà necessario definire nuovi limiti di

trasformazione dell'edilizia classificata come storica, ma che in realtà in alcuni casi sarebbe

meglio classificarla come vecchia. Per le aree agricole poste nella periferia della nostra Città

sarà necessario incentivare in un modo molto serio l'iniziativa dei promotori privati e per

promotori privati intendo i coltivatori diretti che stanno a monte del nostro territorio e i

floricoltori che stanno a valle del nostro territorio per sostenere gli interventi di utilizzazione e

di recupero dei fondi oggi in buona parte abbandonati semplificando le procedure autorizzative

e a questo proposito per una maggiore chiarezza voglio solo ricordare alcune delle richieste

giuntemi dalla Coldiretti di Napoli in occasione dei precedenti incontri, quelli della passata

Consiliatura avuti con la Commissione all'epoca da me presieduta. Bene, in quella occasione si

chiedeva di prevedere la realizzazione di infrastrutture a supporto dell'attività agricola o

florovivaistica attraverso una serie di interventi e misure oggi negate dagli attuali strumenti

urbanistici, con conseguente graduale abbandono dei fondi. Fatta quindi questa lunga e

doverosa esposizione è bene anche indicare sin d'ora cosa la periferia, vista la delega di mia

competenza, si attende dal nuovo strumento urbanistico, perché è fondamentale focalizzare

fortemente che queste aspettative nel P.U.C., anche a costo di confrontarsi in alcuni casi con Enti

preposti alla tutela del territorio che hanno una visione della nostra Città estremamente

cristallizzata, senza creare nella stessa nessuna possibilità di sviluppo e a tal uopo prima di

parlare delle aspettative è bene descrivere la periferia ercolanese, perché è bene avere anche

concretezza delle dimensioni. La periferia ercolanese è a mio giudizio individuabile in zone che

occupano i due terzi dell'intero territorio, quindi è un territorio predominante rispetto a quello

del centro, e può essere divisibile in due grosse zone: una zona a monte e una zona a valle.

Queste zone hanno subito, hanno tra le loro caratteristiche e aspettative in alcuni casi simili e in

altre diverse, tant'è che abbiamo una differenza di colture tra quelle che sono le zone a monte e

tra quelle che stanno a valle; a monte abbiamo i contadini e a valle abbiamo i floricoltori,

proprio perché abbiamo una climatologia e una posizione che determina ciò. Per la zona a

monte l'architetto Solaro faceva riferimento al vecchio P.R.G.. Bene, da quel P.R.G. ci sono state

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praticamente due fenomeni importanti: uno la realizzazione di edifici a uso residenziale ai sensi

della 167; l'altro la realizzazione di tanti edifici spontanei costruiti quasi tutti senza regolare

concessione edilizia e i quali pendono migliaia di richieste di condono edilizio. A queste

trasformazioni avvenute in questi 35 anni grosso modo e realizzate in modo puntuale non è

corrisposto lo sviluppo ordinato e armonico della rimanente porzione, perché in questi anni

non c'è stata per quelle zone una definizione urbanistica chiara, che di fatto ha bloccato la

realizzazione di qualsiasi infrastrutture e servizi, e questo credo sia una delle risposte che il

nuovo P.U.C. Dovrà dare, perché ricordiamo tutti che a monte dell'autostrada esiste solo una

zona che e in alcuni casi è definita bianca, in altri verde, ma dal '74 non è stata fatta nessuna

zonizzazione se non per le aree interessate dalla 167. Per la zona a valle abbiamo gli stessi

problemi soltanto con una differenza, che non ci sono stati insediamenti edilizi ai sensi della

167. Detto questo, anche tenendo presente quelle che sono le aspettative diverse, possiamo

dire, possiamo riassumere dopo aver ascoltato in questi anni gli abitanti, le Associazioni, i

parroci che sono sempre in frontiera su questo ambito bisogna, secondo me, considerare queste

aspettative e valutarle attentamente, possibilità di realizzare nei fondi dai coltivatori diretti o

floricoltori che producono prodotti di nicchia, possibilità di realizzare mi ripeto, infrastrutture a

supporto di questa stessa attività attraverso una serie di interventi e misure di rilancio;

possibilità di realizzare nelle aree poste in adiacenza di tutte le chiese strutture a supporto

delle stesse, quali oratori, campi di calcio, parco giochi, perché le chiese svolgono una funzione

fondamentale che va anche nel sociale e quante volte è capitato di rispondere a questo o a quel

parroco: "Non lo puoi fare". Quante volte si è detto: "Un campo di calcetto non lo puoi fare

perché la destinazione urbanistica non lo permette", a cento metri o a un metro dalla chiesa.

Possibilità di realizzare nelle periferie sedi distaccate del Comune, centro anziani, centri

sportivi polivalenti, parchi urbani, possibilità per il rischio sismico e vulcanico di ampliare

laddove è possibile le strade già esistenti e di realizzarne sempre per gli stessi motivi e per gli

stessi rischi nuove, laddove in concerto con la Protezione Civile ce ne sia la necessità; possibilità

di realizzare aree di sosta per camper, per pullman, perché oggi essendo quell'area tutta zona

agricola tutto quello che si pone è tutto abusivo, anche in autoveicolo; possibilità di realizzare

campeggi, centri ippici, piccole strutture in legno a uso ricettivo, come stanno in tutti gli

ingressi dei Parchi di questo mondo, nei quali praticamente mettere centri di assaggio di

prodotti tipici, che in altri siti sono, diciamo, valutati e noi invece abbiamo difficoltà anche in

questo; possibilità, e spendo una parola a proposito della innovazione tecnologica, di mettere

sui fabbricati e sulle serre, di apporre pannelli fotovoltaici, ma non solo sulle serre e sui

fabbricati, io credo anche sui terreni possa essere fatto questo tipo di intervento, chiaramente

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andandolo a proporzionare in termini dimensionali e percentuali. Infine, e concludo,

augurandomi che a questo primo incontro se ne susseguano altri in modo da rendere la

redazione del P.U.C. quanto più partecipata ai cittadini ercolanesi attraverso il ruolo

fondamentale della politica, perché uno strumento urbanistico condiviso e non imposto a una

collettività è tutelato e difeso dalla stessa che lo accetta. È con questa metodologia che bisogna

giocare la partita del futuro per la Città di Ercolano, tenendo presente il bisogno reale di questa

Città, nell'ambito delle attese che i cittadini ercolanesi ripongono nella politica, politica che darà

a questi cittadini sicuramente risposte concrete, perché solo in questo modo si realizza un

legame forte e coeso tra i cittadini e gli Amministratori, che sicuramente può portare solo

sviluppo e benessere. Detto questo, e veramente concludo, dicendo che l'attuale classe politica

raccoglierà questa sfida, perché bisogna pensare al futuro non come qualcosa di incerto, ma

come una scommessa sulla quale puntare per dare una Città migliore ai nostri figli.

Grazie.

Applausi.

ASSESSORE SOLARO:

Grazie Assessore Acampora, adesso passo la parola all'Assessore Liberti.

ASSESSORE LIBERTI:

Grazie. Proverò a stare nei termini che ci hanno dato, però partendo un po' dall'analisi che faceva prima

Salvatore Solaro, vedete, la classe dirigente di questa Città dopo... Dal 1975 ne discute in

maniera organica del Piano Urbanistico, è vero che all'epoca c'erano altre norme, sono passati

molti anni, tante innovazioni normative in questo senso, però oggi le classi dirigenti, su questo

poi tornerò, chiarirò meglio alla fine il concetto, hanno la possibilità per la prima volta di

discutere da capo un'idea di città. È vero che questo lo prevede la norma, ma io credo che sia

anche giusto ringraziare la struttura che ha messo in piedi questa opportunità, diciamo questo

modo di discutere, lo si poteva fare in tanti modi, ma lo sforzo organizzativo, la stessa macchina

comunale insieme all'Assessore Solaro ha organizzato per darci questa opportunità credo che

sia da sottolineare. Però, ecco, volevo spiegare cosa c'entra il centro commerciale naturale in

tutto questo ragionamento, ovvero arrivare a contestualizzare il ragionamento sui centri

commerciali naturali rispetto al Piano Urbanistico. Ma intanto che cosa sono i centri

commerciali naturali? Vedete, dopo l'attacco della grande distribuzione in tutte le città, dove

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sono mobilitati grandissimi capitali, a volte anche di dubbia provenienza, quindi, come dire, le

città sono invase da queste megastrutture, laddove ci sono contenitori vuoti, va bene si

insediano in contenitori vuoti e in altre invece i contenitori si rimettono, si ricostruiscono.

Benissimo, allora in tante città c'è questo attacco della grande distribuzione, grandi capitali,

dove però ci sono dei fattori positivi per le famiglie, le nostre famiglie, perché uno va lì, posa la

macchina, quindi possibilità di parcheggio, tutto è pedonalizzato, quindi io cammino

tranquillamente con i miei bambini, non ho la difficoltà che una macchina possa investire la

bambina, ho una serie di negozi, la possibilità di acquistare più prodotti nello stesso momento e

ovviamente, usufruendo di sconti e via, poi la varietà di prodotti offerti. Questo è il vero punto

di forza della grande distribuzione e che ovviamente porta un duro attacco a quello che è il

commercio locale, così come lo conosciamo, cioè il negoziante sotto casa che conosciamo da

venti anni, è il nostro negoziante di fiducia, per cui se il prodotto non risponde alle qualità che

pensavamo glielo possiamo tornare indietro, ci consiglia sui prodotti da acquistare e così via. I

negozi aperti però lasciano la città vivere, il negozio aperto, come dire, illumina la città,

mantiene quel po' di socialità che ancora rimane nelle nostre città che stanno diventando

purtroppo dormitori, se chiude il commercio locale ovviamente muore anche la città. Ora, è da

questo assioma che noi dobbiamo partire per capire che cosa sta avvenendo perché, vedete,

molte città del nord sono diventate dei veri e propri dormitori, anche se al nord, dove è arrivato

per primo l'attacco della grande distribuzione, questo sistema sta andando in crisi, tanto è vero

che molte strutture del Centro Europa e del Nord Italia stanno scendendo via via verso il

Meridione, tant'è che ancora qui è più presente in questi ultimi anni l'attacco della grande

distribuzione e badate bene che molte volte le strutture, parlo di scaffali, carrelli, registratori di

cassa, da quelle strutture al Nord stanno scendendo via via e le trasferiscono nelle strutture del

Centro Sud. Ora detto questo ecco perché, come dire, c'è una contestualità quando ragioniamo

di Piano Urbanistico Comunale con i centri commerciali naturali, ma qual è? Perché c'è poi

questo termine? Centri commerciali naturali. Perché sono delle zone della città che

naturalmente per come sono nate urbanisticamente che vengono definiti centri commerciali, da

qui naturali, perché naturalmente, come è stata ideata la città all'epoca quello può diventare un

centro commerciale naturale. E da che cosa sono caratterizzate? Da una sequenza di negozi, da

una molteplicità di prodotti offerti, dalla possibilità di parcheggiare, dalla possibilità di creare

occasioni di socialità in quella zona, dalla possibilità di camminare a piedi, quindi pedonalizzare

quelle zone, questo è il centro commerciale naturale. Da qui l'importanza e la contestualità del

ragionamento che stiamo facendo questa mattina, altrimenti non si spiegherebbe perché

l'Assessore ai centri commerciali naturali interviene in questa discussione. Ma vediamo un

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attimo qual è poi il libro dei sogni che vi ho dipinto adesso, quello che dovrebbe essere il centro

commerciale naturale, scontriamoci con quella che è la dura realtà, impariamo a fare l'analisi

reale della situazione reale. La Città di oggi così come si presenta ai nostri occhi non ha una

continuità di negozi, come invece possiamo immaginare, vi faccio due esempi, il Leonardo da

Vinci a Portici, Via Libertà, non abbiamo strade che sono caratterizzate in questo senso, sono

pochi gli episodi in questa Città che ci permetterebbero di poter immaginare un centro

commerciale naturale e laddove ci sono negozi con una certa continuità poi sono occupati da

farmacie, Associazioni, circoli ricreativi e così via, quindi anche qui, come dire, la

programmazione è il compito nostro, il nostro dovere di discutere su questo. Non c'è la

possibilità di parcheggiare, molte volte i fabbricati costruiti all'epoca non hanno previsto la

possibilità per i residenti di avere un posto auto dove parcheggiare e quindi la sensazione che si

ha guardando la Città di oggi è di una Città che in qualche modo è stata fatta un po' a mappa,

varie pezzature, oggi si fa qui, oggi si fa lì. Secondo il mio modesto parere, io non sono un

tecnico, quindi mi scuserete se dico cose che forse non attengono proprio al tema, ma come se

anziché rispondere all'interesse collettivo sia stata fatta, come dire, una mappatura rispetto a

interessi specifici in quel momento. Ma guardiamo un attimo, Salvatore Solaro prima ci

richiamava a duemila anni fa, bene, io la sfida la voglio accettare, vediamo un attimo che cosa è

successo duemila anni fa. Ho la sensazione che dal punto di vista urbanistico, nonostante ci

sono stati grandissime innovazioni normative, tanti pensieri filosofici rispetto all'architettura

moderna, però credo che lì c'è stato qualcuno che ha avuto una idea generale della Città, perché

se guardate bene la Città degli scavi, vedete, lì c'è un tracciato, lo diceva prima Salvatore, c'è un

tracciato, le strade si incrociano perfettamente, ci sono le strade che si incrociano, i fabbricati

che si susseguono l'uno sull'altro, ci sono i negozi che vanno avanti l'uno a fianco all'altro, le

botteghe diciamo, e lì un architetto dell'epoca, Ippodamo da Mileto, correggetemi se faccio

errori perché non sono tecnico, tracciò quello che poi viene definito il tracciato ippodameo,

ovvero l'incrocio di quelle strade che ritroviamo in città attuali come New York mi pare, ci

saranno sicuramente altri esempi in questo senso, Bari per esempio, Padre Clemente ci dà un

suggerimento ancora più attuale, più vicino a noi voglio dire. Ora detto questo, se duemila anni

fa sono riusciti a pensare ai marciapiedi per i pedoni e all'epoca non c'erano le auto, c'erano i

carri, probabilmente chi ha tracciato, chi ha immaginato quella città con una visione generale,

perché è tutta la città fatta così, se la guardate dall'alto vedete che si ha una visione di qualcosa

molto molto ordinato rispetto a duemila anni dopo che invece mi pare che Ippodamo da Mileto

quei libri li abbiamo persi, ripeto, io non ho studiato in questo settore. Ora detto questo, proprio

perché sto provando a lanciare un sasso, diciamo, nello stagno in quanto politico, proprio

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perché è utile mettere a confronto le due idee di città, quella di oggi e quella di duemila anni fa,

credo che noi abbiamo il dovere e da qui la contestualità della discussione anche sui centri

commerciali naturali, oggi noi abbiamo, siamo a un momento particolare della discussione, uno

dei miei amici direbbe: "Siamo allo zero che tutto può, da adesso ricominciamo a discutere su

una visione più generale, globale della Città". Vedete, qualche giorno fa in televisione, parlo di

lunedì scorso, al programma di Saviano e Fazio c'è stato l'intervento di Pierluigi Bersani e

Gianfranco Fini, entrambi sono intervenuti... in quella occasione sia Bersani che Fini hanno

enunciato i valori della Destra e della Sinistra, ma credo che implicitamente entrambi abbiano

detto che tra i valori fondanti della politica, tra i doveri della politica sia soprattutto quello di

migliorare la vita dei cittadini che amministriamo, migliorare la vita della collettività, credo che

sia implicito e che sia nei valori di Destra, che nei valori di Sinistra, poi possiamo, come dire,

non trovarci sull'idea che abbiamo di città, su quelle che sono le... come si trasforma, come si ha

uno sviluppo sostenibile, e su questo ci torno, perché abbiamo voci molto più autorevoli della

mia che ci impongono, ci delineano in qualche modo la strada. Ora detto questo, stamattina è

una grande occasione immagino per tutte quelle che sono, come ho detto all'inizio, la classe

dirigente estesa, perciò ritorno su questo tema. Vedete, stamattina qui sono presenti a parte gli

addetti ai lavori, parlo dei tecnici comunali, gli Assessori, la politica diciamo, ma ci sono anche

tanti tecnici locali, tanti autorevoli rappresentanti anche del mondo imprenditoriale, perché no,

a me non spaventa, i rappresentanti del mondo associativo, io credo che noi dobbiamo fare la

giusta sintesi tra tutti questi interessi, lo diceva prima Gioacchino Acampora, siamo

stakeholder, portatori di interessi. Benissimo, ma questo ci impone però di fare una giusta

sintesi, io credo che noi dobbiamo arrivare dalla discussione che farete voi, mi scuserete, prima

mi sono seduto in platea perché credo che il nostro compito sia quello soprattutto di fare gli

uditori stamattina, capire che cosa si muove nel ventre della Città, quale idea emerge dalla Città,

io la mia idea ce l'ho, è chiaro, però non posso avere l'arroganza e la presunzione che la mia idea

di città vale per tutti quanti voi e decido io, assolutamente no, questa occasione, lo ripeto, lo

impone la norma, ma è anche una grande volontà dell'Amministrazione, questa occasione deve

servire a confrontarci viso a viso, a viso aperto, e a noi però serve uno strumento allo stesso

modo chiaro, uno strumento che dica dei chiari sì e dei chiari no. Lo strumento urbanistico deve

servire a fare questo, uno strumenti che dica sì e no senza se e senza ma, altrimenti corriamo il

rischio di trovare, lasciare aperte delle maglie e poi l'animo umano, ci conosciamo un po' tutti,

non parlo di Ercolano, dico l'animo umano, come dire, è abbastanza elastico in questo senso,

ecco perché serve uno strumento che dica chiaramente dei sì e chiaramente dei no. Ora detto

questo, però io mi avvio le conclusioni, credo di avere dato sempre per la discussione dei centri

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commerciali naturali, perché ovviamente serviranno parcheggi, serviranno un miglioramento

della viabilità, ma i miei colleghi che mi hanno preceduto hanno detto di più e meglio di me

questa cosa. Ora, vedete, la cosa che un politico si pone quando amministra una Città delicata

come questa, guardate, noi abbiamo in mano un patrimonio immenso, le decine di ville

disseminate sul territorio, le ville vesuviane, la porta del Vesuvio, gli scavi di Ercolano, oggi il

MAV, la risorsa mare, è possibile che noi classe dirigente estesa, compreso voi quindi, non

riusciamo a fare tra tutta questa ricchezza? È possibile che noi continuiamo a pensare

l'intervento sul territorio a macchie di leopardo? Non è più possibile, con questa occasione

credo che noi abbiamo l'opportunità stamattina di potere mettere tutto dentro e discutere da

capo, ecco perché mi rifaccio al termine "classe dirigente estesa", perché qui stamattina c'è non

solo la classe dirigente per antonomasia, cioè la politica, quella eletta e votata per governare la

Città, no, ma ci siete anche voi cari professionisti e cari tecnici della Città, perché anche a voi

viene chiesto di fare uno sforzo per dare un contributo alla discussione che stiamo facendo. E

vedete a proposito di questo, e ho concluso davvero, domenica scorsa il Papa, quindi parlo del

Papa, il Papa nell'Angelus ha richiamato, come dire, a una discussione seria sulla sostenibilità

dello sviluppo, della nostra vita e anzi addirittura ci ha incoraggiati a invertire questo metodo di

sviluppo, sto parlando del Papa, tornare alla campagna, l'ha detto il Papa domenica scorsa. Ecco,

allora proprio perché, come dire, ho chiesto, ho citato un autorevole interlocutore e non l'ho

detto per, come dire, perché c'era Padre Clemente qui, dicevo, rispetto... per chiudere questa

mia riflessione, vedete, Bauman dice spesso che ogni uomo è attore della propria vita, che gli

piaccia o no, che lo voglia o no, che lo sappia o no. Allora, ecco, noi siamo obtorto collo, diciamo,

obbligati a essere attori della nostra vita, stamattina ci viene offerta una opportunità, lo

prevede la norma sicuramente, però è una occasione straordinaria che abbiamo, mettiamo in

rete le nostre conoscenze, le nostre sapienze, io vi auguro un buon lavoro non tanto perché poi

ognuno esprime le proprie opinioni, ma credo che sia un dovere anche quello di augurarvi un

buon lavoro per fare sì che venga fuori il bene collettivo, il bene della collettività, anche perché

sono convinto, e questa è una cosa che ci ha contraddistinto negli anni passati, ma lo voglio

ribadire, sono certo che in questo contesto la bellezza ci salverà.

Grazie.

Applausi.

ASSESSORE SOLARO:

"La bellezza salverà il mondo" diceva Dostoevskij.

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Grazie Assessore Liberti. Adesso passo la parola al Consigliere Michele Maddaloni Presidente della Quarta

Commissione Consiliare.

CONSIGLIERE MADDALONI:

Buongiorno. Ora è proprio difficilissimo intervenire, vi posso garantire che hanno consumato tutti i temi a

disposizione, però la prima cosa mi corre l'obbligo ringraziare i Consiglieri della Commissione,

della Quarta Commissione, il Consigliere Buonajuto, il Consigliere Vitiello, il Consigliere

D'Agostino, Di Martino, Cozzolino e anche Scognamiglio, che non avendo, cioè non essendo

stato eletto mi hanno dato la possibilità di essere Presidente di questa Commissione, è stata una

grande fiducia che spero in questo mandato di onorare e di non, come dire, tradire.

I temi che hanno affrontato sono stati quasi tutti, avevo preparato una bozza di discorso, però non voglio

essere ripetitivo, colgo l'occasione dell'intervento di Antonio, che condivido pienamente, cioè

quello che noi dobbiamo darci degli obiettivi, la politica deve darsi degli obiettivi in quello che è

il disegno di questa Città. Oggi il mondo è cambiato, sono cambiate le tendenze, è cambiata

l'urbanistica, è cambiato il modo di interpretare la Città, è cambiato il modo di interpretare la

vita. Oggi, per portare un esempio, il novanta per cento delle persone non mangia più a pranzo,

oggi i riti anche familiari, quelli classici, si sono dovuti adeguare alle regole di mercato e alle

regole della vita, di una vita sempre più frenetica. Noi però abbiamo l'obbligo di fissare dei

paletti, degli indirizzi, uno degli indirizzi fondamentali per questa Città e anche per il

miglioramento secondo me è la politica occupazionale, noi attraverso il ridisegno del territorio

o anche l'intervento sul territorio che sono convinto che questa volta darà dei grossi frutti,

anche perché l'architetto Buondonno, che cura questa progettazione è stato anche per qualche

anno Assessore in questa Città, quindi l'ha vissuta, sa i problemi reali, sa quelli che sono i

problemi di vivibilità quotidiana a cui la gente aspetta risposte e è la cosa secondo me

importante, la vivibilità quotidiana e anche l'aspetto occupazionale. Al di là di quelli che sono i

grandi interventi che ci sono stati negli anni passati, sicuramente avremo anche negli anni

futuri, attraverso ciò che ha detto l'architetto Solaro, Assessore che sta curando soprattutto

l'apporto di fondi, non deve però mancare a noi quello che è l'indirizzo principale di una

vivibilità quotidiana. È un Paese, purtroppo dopo 35 anni ci troviamo a discutere, questo è vero,

in parte vero è in parte no, perché noi discutiamo quotidianamente anche con le scelte che

abbiamo fatto, non ultima l'altro giorno parlando col parroco di Pugliano mi diceva che anche

una rivisitazione e una bellissima piazza che è stata fatta, però non è stata presente la

possibilità di fare un turismo religioso, perché non possono arrivare i pullman. Allora queste

cose sono state fatte qualche anno fa, ci debbono portare a pensare che a volte l'idea del bello

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che ognuno di noi ha non corrisponde a quelle che sono le esigenze reali del territorio,

dobbiamo partire da quello che è realmente, quello che ci sta sul territorio. Da un ascolto

attento e anche da una analisi attenta di quelle che sono le caratteristiche, è il tessuto urbano

che esiste per poterlo migliorare, migliorare a 360 gradi, dobbiamo solo essere stupidi noi a

non saperlo migliorare. Certo che l'indirizzo non può essere quello turistico ricettivo, non

possiamo andare oltre, perché è la tendenza, come dire, è la sfida di questi anni che stanno

facendo e chi ha le bellezze naturali e le bellezze anche culturali come le nostre ha l'obbligo, va

bene, di preservare questo patrimonio, consegnarlo agli altri, ma fare in modo che questo

patrimonio faccia, dia una politica di occupazione per i giovani. Oggi il mercato del lavoro è

cambiato, quindi anche le nuove offerte di lavoro e le nuove forme contrattuali diciamo di

quello che è il mercato del lavoro danno la possibilità di creare delle grosse opportunità di

sviluppo, che deve essere fondamentale nelle scelte urbanistiche, deve venire prima della scelta

urbanistica, perché il momento in cui noi creiamo occupazione creiamo un tessuto sociale forte,

un tessuto sociale coeso, dove la malavita che sta nei nostri... non trova terreno fertile, è la

mancanza di lavoro, è la mancanza di occupazione che porta i nostri giovani migliori a andare

via. Noi, non voglio dilungarmi su questo punto, però certamente vi dicevo che l'attenta, come

dire, analisi dell'esistente ci deve dare la possibilità di dare degli indirizzi, che poi verranno

valutati, perché ne abbiamo parlato già con l'Assessore qualche tempo fa, come Commissione

faremo degli ascolti in prosieguo col discorso che è stato fatto prima dell'altra Commissione che

aveva avuto per cinque anni anche la presenza autorevole del Sindaco, quindi diciamo che è

bene edotto su quelle che sono state le richieste in cinque anni del territorio. Cercheremo nel

più breve tempo possibile, perché abbiamo già perso tempo, noi l'abbiamo dato nel 2006

questo incarico, forse qualcheduno poteva già dare qualche risposta qualche anno fa, avremmo

guadagnato tempo, e siamo già oltre, su questa cosa saremo molto vigili, non possiamo perdere

più tempo, non possiamo come non dare risposte ai cittadini, anche perché ciò che ci sta, come

dire, ci aspetta nel futuro dal federalismo fiscale, etc., impongono che la politica del territorio

sia alla base dello sviluppo della città. Certo, tra le prime cose sono tante le priorità, e tante

anche quelle che sono, come dire, gli indirizzi, noi nel 2008 ne abbiamo dato qualcheduno, che

saranno oggetto proprio di partecipazione larga dei cittadini, con degli incontri che

calanderizzeremo con tutta la Commissione e anche con l'Assessore proprio per evitare che il

nuovo P.U.C. sia un elemento calato dall'alto, cioè dalla visione di corpi estranei che non vivono

la Città e quindi sia un nuovo ridisegno su quello che è l'indirizzo magari dell'urbanistica, ma

non frutto delle esigenze reali dei cittadini, che indubbiamente saranno belle ma in molti casi, e

la maggior parte quasi assoluta dei casi, hanno dopo un certo periodo dato dei seri problemi. A

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Ercolano abbiamo degli esempi clamorosi, quartieri dormitorio, cioè noi vogliamo rivitalizzare

il commercio, ma come facciamo se non interveniamo con dei piccoli interventi nella zona di Via

Panoramica, cioè via Doglie, nella zona dormitorio che si è creata a confine con San Sebastiano e

San Giorgio di (inc.), cioè noi dobbiamo pensare a questo, è quello che la gente si aspetta, la

vivibilità quotidiana, il creare una piazza, è creare un punto di incontro dei giovani, dare

risposte sul condono. Le grandi linee vanno benissimo, è d'obbligo per progettare la città del

futuro, ma secondo me dovremo dare queste risposte, dovremo dare risposte all'agricoltura,

perché il nostro Piano Paesaggistico ci obbliga, però noi le risposte all'agricoltura la possiamo

dare sia alla filiera della florovivaistica, ma in un'ottica di sostenibilità ambientale anche con

interventi alla viabilità rurale, che non è secondaria, non è secondaria perché incide su quello

che sono le spese di produzione, quindi anche potere essere sul mercato, e molte aziende qui a

Ercolano non sono competitive, potenziamento della filiera orticola, vitivinicola, ma anche con

sistemazioni agrarie del terreno. Penso che chi vive il territorio, anche l'agricoltura ercolanese,

non possiamo fare gli spot, non siamo nel momento di fare gli spot, perché il regime

vincolistico, per quella che è la mia idea, è il fallimento delle regole, perché io impongo il vincolo

quando la gente, cioè in questo caso la nostra popolazione non ha saputo rispettare quelle che

erano le regole già preesistenti. Quindi quando una società non è in grado di sapersi

autoregolamentare nasce il sistema vincolistico, qualcheduno ti impone di non fare questo, ma

nell'imposizione ci sono sicuramente, come diceva l'architetto Solaro, delle cose da rispettare,

ma ci sono anche delle cose che dobbiamo migliorare e oggi noi abbiamo anche con questo

strumento non sovvertito oppure voler dare una diversa, come dire, lettura a quello che è

l'ordinamento sovraordinato da noi, no, ma fare in modo che discutendo di situazioni reali e

quindi di concretezza, va bene?, nelle varie zone della Città possiamo a chi sta sopra di noi forse

in questo momento correggere anche alcune imprecisioni. L'area mercatale che diceva

l'architetto, cioè Tonino Liberti è importantissima, noi prima avevamo, Ercolano aveva

vocazione industriale, noi a Ercolano avevamo Fiore, non ce lo dimentichiamo, avevamo

Sulmonte, a Ercolano c'era una grossa, anzi grandissima attività che solo noi siamo stati capaci

di perdere, degli stacci e delle pellicce, cioè la pelliccia era ricchezza, noi siamo stati capaci di

perdere la ricchezza, di non saperla valutare, ma non quando è stato fatto il Piano Regolatore,

ma anche dopo, cioè non accompagnando i commercianti, non riuscendo negli anni a stare al

passo con quello che erano le dinamiche della società. Quindi sono risposte occupazionali che

noi, penso, dobbiamo dare creando una piccola zona industriale, compatibilmente con

l'ambiente e con quelli che sono i sistemi oggi, ma la dobbiamo creare, attività ecosostenibili,

ma dobbiamo incentivarle, possiamo trarre vantaggio e anche occupazione dal ciclo dei rifiuti,

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dal recupero delle ex cave, abbiamo questo grande problema dei rifiuti, che è un problema che

non si risolverà né fra un anno e né fra due o tre anni, ma abbiamo un territorio che ci consente

di poter fare degli interventi atti a valorizzare quello che oggi è un problema e creare

occupazione. Diciamo che questo è secondo me l'elemento caratterizzante, dare degli input e

ascoltare i cittadini, ascoltare i professionisti e fare in modo di tramutare in indirizzi, che poi

l'Università dovrà fare, quelle che sono le reali esigenze della Città. Un esempio tra tutti, l'Oasi

Ampelloniana voluta fortemente da Don Clemente e da qualche altro parroco, Don Franco, può

essere area di sviluppo, può essere un vettore per portare un certo tipo di turismo qui. Questo

è, ma insieme a quello dobbiamo però riprendere i sentieri del Vesuvio. Allora, noi dobbiamo

dircelo, alla Città dovremo usare dei termini e anche, come dire, degli indirizzi alla loro portata,

molte volte la gente dice di sì, che è bello quel progetto, ma non ha capito niente, cioè

nell'espressione della grande architettura in quelle che sono le linee, diciamo, di una politica

magari la gente dice di sì a quel momento perché non ha capito, per non ammettere la propria

ignoranza. Quindi ci sono possibilità, ma che nascono dal nulla, riportare il mercato di Pugliano

non dico a quello che era l'antico splendore, perché è difficile, ma almeno a quello che era il,

come dire, il valore occupazionale, questo è un nostro obbligo, ma non dobbiamo solo fare in

modo per fare questo o quel progetto o un'azione sporadica, il tutto deve rientrare in una, come

dire, azione di armonizzazione di quelli che sono gli interventi. Io l'ultima cosa che secondo me

possiamo e dobbiamo anche fare in modo attraverso lo strumento urbanistico di incentivare è

la crescita culturale di questa Città. È una Città dove a parte, cioè ha dei grandi attrattori

culturali, ma ha un livello, permettetemelo perché sono anni che sono, come dire, impegnato in

quel settore, sono un livello di ignoranza ancora più alto di quello che noi immaginiamo. Noi

dobbiamo fare in modo che i ragazzi si avvicinino all'arte, alla musica creando delle strutture

oppure cercando di fare in modo che quelle strutture che noi abbiamo, pubbliche che noi

abbiamo siano messe in un sistema che ci può dare realmente anche al di fuori di quello che è

proprio la provincia di Napoli un ruolo protagonista e faccia crescere anche i ragazzi, perché il

tessuto sociale nostro dei ragazzi che abbiamo lo stiamo noi, va bene, e perciò dico anche il

grande ritardo, nostro, perché la responsabilità che ricadrà sui nostri figli è un ritardo e

sicuramente aumenterà in maniera esponenziale il degrado della Città. I nostri ragazzi non

vivono la Città, non hanno un luogo di aggregazione, non hanno un... non c'è niente nella Città e

non è stata creata né all'epoca e né ora e né, e faccio anche un mea culpa, le Amministrazioni

che si sono succedute negli anni, ognuno ha cercato di fare l'intervento sporadico, ma forse più

per dire: "Ho fatto quell'intervento" che un disegno completo della Città. Antonio diceva un cosa

giustissima e la condivido in pieno e credo che sia l'elemento fondamentale: ascoltiamo i

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cittadini e diamoci, come dire, un indirizzo, il disegno della Città non del futuro, ma almeno per

il proprio... perché l'evoluzione, anche il modo in cui gira, come dire, variando la società ci

porterà a avere una società, un disegno della Città forse al massimo la proiezione di un

ventennio, non oltre, saremo stupidi a pensare di avere, come dire, una visione più lunga, però

almeno per questo prossimo ventennio che ci vede impegnati sia realmente rispondente a

quelle che sono le esigenze del territorio. Grazie.

Applausi.

ASSESSORE SOLARO:

Grazie Consigliere Maddaloni, ha dettato... diciamo il Consigliere ha messo in campo argomenti un poco

scottanti, se la gente non capisce la grande architettura la colpa non è dell'architettura, la gente

non capisce, poi incomincerà a capire quando la vivrà, quando ci entrerà dentro, il problema è

quando non la capiscono i nostri tecnici invece. Purtroppo, diciamo, il tempo sta stringendo e

abbiamo moltissimi interventi.

Adesso passerei la parola all'architetto professoressa Emma Buondonno, che è il consulente del Centro

Studi Pisciotti ed è responsabile scientifico del P.U.C. con un incarico dato da quella

Amministrazione precedente, diceva l'Assessore Acampora nel 2008, quindi sono due anni, non

è che sono trascorsi invano, non è stato prodotto moltissimo però... forse presi da altri

problemi, diciamo, abbiamo trascurato un po' questo problema di questo argomento del P.U.C..

ARCHITETTO SADA:

Chiedo scusa, non voglio penalizzare chi verrà dopo, o meglio, questa fase è stata una fase, come posso

dire, di programmazione e di indicazione della parte politica, ora è il momento dei tecnici. Non

voglio penalizzare chi viene dopo ma vi chiedo un po' di sintesi per quanto è possibile

purtroppo necessariamente e voglio dare indicazioni. Noi ora parliamo di quella che è stata la

raccolta della documentazione, degli atti che serviranno e sono preparatori e prodromici alla

redazione di un P.U.C.. Quindi ora l'architetto Buondonno ci farà e ci indicherà e ci dice anche

come ha organizzato tutto ciò che l'Ufficio Tecnico ha prodotto al Centro Pisciotti circa quella

che sarà poi la predisposizione di una bozza dopo aver raccolto le indicazioni delle

Organizzazioni sociali che nel pomeriggio potrebbero e possono dare indicazioni scritte e a

voce; poi c'è la programmazione delle opere pubbliche che dopo la Buondonno ci farà

sinteticamente il Dirigente Ripoli, perché necessariamente si deve fare, perché è quello che

avverrà nei prossimi anni sul territorio.

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ASSESSORE SOLARO:

Solamente una cosa. Il Sindaco si scusava per la sua assenza, ma è andato a Portici perché c'era Rosy

Bindi, il Presidente del Partito.

ARCHITETTO SADA:

Gli interventi si dovrebbero esaurire, purtroppo mi rammarico, ma siamo partiti in ritardo, ci sono stati

interventi troppo lunghi che purtroppo penalizzano, ripeto, non vorrei che penalizzassero

proprio la parte tecnica, speriamo di arrivare a una certa ora, poi chi ci ascolta ci dirà se è il

caso di interrompere, di proseguire nel pomeriggio, si potrebbe anche fare in questo modo, il

pomeriggio previsto da calendario che le Organizzazioni intervengono dalle 15.00 in poi, dando

o lasciando documenti, e lo possono fare anche per il futuro, non immediatamente oggi, c'è un

web a disposizione, c'è Posta Certificata, indirizzi e-mail, potete presentarlo presso l'Ufficio

Tecnico del Comune.

Lascio la parola all'architetto Buondonno.

ARCHITETTO BUONDONNO:

Grazie. Buongiorno a tutti.

Allora, rapidamente vorrei fare un riepilogo delle attività che abbiamo svolto negli ultimi anni in modo da

avere un quadro, diciamo, di insieme di quelle che sono state delle politiche urbanistiche a

Ercolano e che quindi, voglio dire, costituiscono in ogni caso un quadro di insieme. Questo

esattamente che vedete è la planimetria degli indirizzi approvati nella Giunta del 2006, anche al

Consiglio Comunale, trasmessi alla Regione e alla Provincia, che contestualmente stavano

redigendo il Piano Territoriale Regionale e il Piano Regionale di Coordinato della Provincia.

Quindi noi interloquimmo con questi Enti accogliendo ovviamente tutta quanta la

Programmazione Urban e integrandola quindi in una visione generale della Città e l'abbiamo

trasferita a quelli che sono gli Enti sovraordinati. In particolare puntammo su tre pilastri,

perché, diciamo questo poi è un metodo di lavoro che adottiamo dal punto di vista scientifico,

prima quella che è la struttura geomorfologica, idrogeologica del territorio; il secondo pilastro è

quella che costituisce la stratificazione storica dei nostri territori, l'Assessore Liberti diceva:

"Abbiamo ereditato una Città di duemila anni fa, che aveva delle regole certe, chiare nella sua

definizione", oggi invece noi non riusciamo a rintracciare le stesse regole, ma soprattutto

fondamentalmente perché si sono stratificati interventi nei Secoli. Quindi oggi sicuramente i

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nostri contesti territoriali e urbani sono certamente più complessi, più stratificati. Allora, il

secondo pilastro, vi dicevo, è quello appunto legato alla stratificazione storica. Il terzo pilastro è

quello della mobilità, della struttura invece che deve servire oggi la comunità insediata, le

infrastrutture, le attrezzature, i servizi collettivi, cioè il sistema a cui faceva riferimento

praticamente l'intervento di Michele Maddaloni, cioè l'attenzione prevalentemente a quella che

è il funzionamento della Città. Ma come avete visto dagli interventi che mi hanno preceduto in

fondo ci sono visioni di città diverse, ci sono visioni di attenzioni verso problemi diversi, a noi

tecnici probabilmente deve essere affidato il compito di riuscire a coniugare queste esigenze.

Coniugare le esigenze quindi della natura dei luoghi, della storia, della stratificazione, dei valori

culturali che abbiamo ereditato e li dobbiamo trasferire al futuro, contemporaneamente fare

tesoro e risorsa di tutta quella che è la programmazione di chi ha lavorato prima e consegnarla

a quelli che verranno dopo. Infine, appunto, fare in modo che vengano soddisfatte le esigenze di

fabbisogno dei cittadini. In questa immagine voi vedete la sintesi di questi elementi, perché la

struttura del territorio di Ercolano ci piaccia a non ci piaccia diciannove chilometri quadrati

non sono diciannove di pianura, ma partono dal cratere a 1200 metri e scendono alla quota del

mare, abbiamo una costa di tre chilometri quadrati e praticamente il territorio è attraversato da

due sistemi imbriferi, cioè l'acqua piovana viene raccolta e defluisce a mare. Questo è il sistema

naturale, questo è un sistema idrogeologico, non è un vincolo imposto da nessuno, è la struttura

di questo territorio e è la ragione per cui duemila anni fa è nata la Città di Ercolano, perché la

Città di Ercolano si trovava proprio lungo le due vie di acqua, di approvvigionamento idrico

dell'alveo secondario, l'attuale Via Mare e dell'alveo primario che è stato tombato nel 1990.

Dunque, sono proprio le ragioni della natura che hanno fatto scaturire questo sistema

insediativo, che hanno fatto individuare questa localizzazione della Città degli scavi. Diciamo il

Piano del Parco voi sapete bene ha perimetrato la struttura del cono del Vesuvio a monte di via

Benedetto Cozzolino, una parte, queste che vedete qui, sono le aree dei 250 ettari, più 250 ettari

individuati dal Piano delle Attività Estrattive della Regione Campania voluto dall'ex Assessore

Andrea Cozzolino, per cui poteva essere, come dire, questa è l'area più estesa di questo Piano

delle Cave regionali e poteva rappresentare uno degli strumenti attuativi, insieme a quello che

abbiamo portato avanti della riconversione della zona industriale dismessa a mare, questa

parte qui delle ex officine Fiore e quindi, diciamo, anche tutto questo comprensorio poteva

costituire uno degli strumenti urbanistici di un P.U.A. esecutivo da poter attivare perché

fortemente voluto anche a livello regionale. La struttura, diciamo, geomorfologica del Piano del

Parco pensavamo di agganciarla al mare lungo le due colate laviche, questo sistema della

connessione, cioè della risalita al Vesuvio è inserito in tutti gli strumenti urbanistici quello del

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Piano del Parco, del Piano Operativo Strategico, del Piano Territoriale Regionale e del P.T.C.P. a

scala provinciale. Quindi su questa direttrice della connessione mare - Vesuvio è sicuramente

un buon investimento perché c'è una coesione, una coincidenza di tutte le volontà comunali, ma

anche quelle sovraordinate. Uno degli aspetti importanti per fare presto ovviamente è quello di

fare in modo che non ci siano contraddizioni tra gli strumenti urbanistici, il P.U.A. Della

riconversione della zona industriale dismessa di Ercolano è stata realizzata in sei mesi, perché

noi abbiamo accolto le indicazioni della Sovrintendenza e del Piano Territoriale Paesistico che

ci imponevano la demolizione del 60% delle cubature, quindi non abbiamo fatto una

opposizione, ma abbiamo, diciamo, considerato quello che sembrava un vincolo l'abbiamo

trasformato in una risorsa. E oggi Ercolano ha un Piano Urbanistico Attuativo che è già

esecutivo e è in fase di realizzazione, a Napoli Bagnoli sono quindici anni non vede ancora il

decollo. L'altra connessione era necessaria soprattutto per collegare tutte quelle che sono delle

preesistenze di ville, di parchi estremamente importanti, come il Parco della Favorita, il Parco

del Miglio d'Oro che è in fase di realizzazione, il Parco di Villa Matarazzo e un sistema, diciamo,

di aree agricole superstiti per poter sostanzialmente raggiungere tre obiettivi: il primo quello

appunto del collegare il Parco Nazionale del Vesuvio al mare sul territorio di Ercolano, quindi

non spostare eccessivamente sulla direttrice di Portici l'accesso alla porta del Vesuvio; secondo:

avere una possibilità praticamente di separare la città storica, la parte consolidata del centro

urbano di Ercolano rispetto all'abitato di Portici e all'abitato di Torre del Greto, quindi generare

sostanzialmente una enclave circoscritta, fare capire che... Il Miglio d'Oro non c'è dubbio, parte

da Napoli e arriva a Salerno, cioè no va bene a Torre del Greco, ma comunque questo tratto tra

la Reggia di Portici e la Favorita di Ercolano costituisce proprio il pezzo più importante, perché

a Ercolano ci sono ventidue delle centoventi ville considerate il sistema delle ville vesuviane,

quindi Ercolano ha quasi il 20% del patrimonio delle ville vesuviane e diventa quindi il Paese, la

Città emblematica, emblematica per quanto riguarda la valorizzazione. Questo era il tema

dell'accordo di programma del 2006 della scenografia del Miglio d'Oro, che vedeva il soggetto

capofila Portici, perché comunque il sito reale più importante è quello della Reggia di Portici,

non vi è dubbio, ma l'altro sito reale è quello della Favorita di Ercolano. Il progetto prevedeva

anche un intervento per San Giorgio a Cremano, ma Ercolano ovviamente aveva la sua

importanza. L'altro sistema su cui era fondato questo indirizzo di programmazione per la Città

era il sistema integrato dei trasporti, perché come sappiamo dal Piano di Recupero elaborato

dall'Ufficio Tecnico comunale ben un terzo della popolazione di Ercolano è insediata nella parte

storica, nella città stratificata, questo terzo della popolazione, circa diciottomila abitanti, però

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sono con concentrati su un decimo del territorio comunale, scarsi due chilometri quadrati.

Quindi abbiamo sostanzialmente la concentrazione dei problemi:

- 1) della maggiore densità di popolazione residente;

- 2) la minore estensione della superficie territoriale;

- 3) la presenza dell'area archeologica che ovviamente deve saper dialogare con il centro storico che la

circonda e anche l'aspetto legato a tutto il sistema delle reti infrastrutturali che a differenza, in

opposizione, in contraddizione rispetto alla struttura naturale del territorio hanno un

andamento, perché mentre le vie della natura vanno da Est verso Ovest, tutta la rete

infrastrutturale va da Nord a Sud e taglia a fette il nostro territorio. Quindi questo risale al '700

con il Miglio d'Oro, ma con la linea ferroviaria a mare prima, con la linea della Circumvesuviana

più a monte dopo, con l'apertura della rete autostradale e poi Via Benedetto Cozzolino abbiamo

un riproporsi di questo schema, cioè quello dell'asse, diciamo, di collegamento sovracomunale,

ma per noi come possiamo fare a trasformare questo che è un limite, cioè questo che ha

rappresentato una difficoltà, perché ovviamente noi avevamo tutta la struttura dei tracciati

antichi che andavano sempre dal mare alla montagna e viceversa, ha rappresentato un taglio di

questa struttura naturale, noi dobbiamo trasformarla in una risorsa. Quindi partiamo da un

vincolo, dobbiamo avere l'intelligenza di trasformarla in una risorsa. La linea ferroviaria,

vedete, proprio sulla costa di fatto per mezzo secolo, per quasi un secolo ha rappresentato la

separazione della città storica dal mare, oggi con un impiego di tecnologie diverse è possibile

invece avere delle fermate, perché queste noi le abbiamo chieste quando facemmo le

osservazioni al Piano Territoriale Regionale perché su tre chilometri trasformando la rete da

linea ferroviaria in linea metropolitana regionale possiamo dotare il territorio di quattro

stazioni, ovviamente ne abbiamo chieste quattro ce ne hanno inserite a livello di Piano

Territoriale due, ma sono le più importanti, perché in realtà una è in corrispondenza del

costruendo Piolo Scientifico, l'altra era in corrispondenza dell'approdo, del Metrò del Mare alla

Favorita. Quindi in realtà noi in questo modo in effetti a ottenere la realizzazione dell'anello

ferroviario, perché con la stazione della linea metropolitana e un percorso pedonale

meccanizzato possiamo agganciarci alle due attuali stazioni esistenti della linea della

Circumvesuviana, in questo modo è come se noi in realtà disimpegnassimo tutta quanta l'area

più abitata del centro storico e consentiamo l'attuarsi di quello che è uno dei programmi, uno

dei temi fondamentali del Programma Urban, che era quello della riqualificazione di tutta l'asta

del Miglio d'Oro. Quindi soltanto facendo una... ho sentito prima negli interventi la discussione

del trasferimento dei turisti con i pullman, etc., invece Ercolano per la struttura che ha deve

puntare assolutamente sulla struttura, sulla mobilità su ferro, perché sia la linea della

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Circumvesuviana, che questa linea del futuro Metrò Regionale hanno in Piazza Garibaldi il nodo

di interscambio diciamo conclusivo e anticamente i turisti che venivano attraverso la

Circumvesuviana avevano la stazione di Piazza Pugliano potevano con la risalita del trenino a

cremagliera prima e poi con la funicolare arrivare proprio sul cratere. Quindi questo sistema

era un sistema estremamente all'avanguardia, tutto su territorio di Ercolano, assolutamente,

diciamo, è possibile ipotizzarlo, se pensate solo agli investimenti che l'ex Assessore Cascetta ha

fatto per quanto riguarda le reti della metropolitana regionale, noi dovevamo fare, come dire,

serrare le fila, quello che è mancato forse, dobbiamo serrare le fila e su alcuni interventi non

perdere tempo, perché più anni passano e più le risorse vengono meno e andare dritti a delle

soluzioni. Parlammo anche con la Circumvesuviana per la realizzazione di una stazione era

necessario un investimento di cinque milioni di euro, quindi non parliamo neanche di

investimenti stratosferici. Dunque, per quanto riguarda invece l'aggancio della parte

dell'autostrada con Via Benedetto Cozzolino ovviamente giustissima la considerazione che

anche una grandissima parte di popolazione si è spostata in quella che era, fu lasciata come la

zona bianca dal Piano Regolatore e quindi la mobilità su gomma attraverso i due grandi svincoli

poteva realizzare - andiamo avanti - i due anulari a scorrimento, in questo si illustrano tutti i

tracciati della rete imbrifera dell'alveo primario e secondario, la parte diciamo degli anulari,

ecco qui i quattro punti di fermata della metropolitana, ma probabilmente riusciremo a

ottenerne soltanto due: quello del Polo Scientifico e dello scambio ferro, gomma a mare della

Favorita. Ovviamente all'epoca già facemmo inserire nel Piano Territoriale Regionale

l'indicazione del porto turistico, quindi nel Piano Territoriale Regionale però è soltanto citato

"Ercolano Porto Turistico", in realtà una delle ragioni che potrebbero essere sostenute per

potere ottenere questo finanziamento al progetto era la realizzazione di un moderno fisherino

(fonetico), cioè di un porto dedicato prevalentemente alla pesca o alla pesca turismo in maniera

tale, diciamo, da poter ottenerlo dal livello regionale anche con l'approvazione della

Sovrintendenza, perché di fatto con il Porto del Granatello e con il Porto di Torre del Greco c'era

meno, come dire, attenzione verso la realtà ercolanese, perché ovviamente poi c'è stata una fase

nella discussione degli strumenti urbanistici a scala regionale in cui si diceva: "Non è che tutti i

Comuni possono avere il proprio porto", ma nel caso di Ercolano anche storicamente "Resinae

Portus" è stata una delle ragioni per cui c'era l'insediamento della città di epoca romana.

Acceleriamo perché se no siamo fuori tempo. Questa è la perimetrazione in cui si erano

individuati tutti gli interventi del Programma Urban, di cui poi approfondirà l'architetto

Olimpio De Martino, perché ovviamente quando predisponemmo gli indirizzi urbanistici

tenemmo conto, partimmo dalla programmazione del Programma Urban. L'Assessore Solaro

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parlava di una specie di, come dire, interruzione nella fase dell'iter degli studi del P.U.C., in

effetti questi sono stati determinati anche da una decisione a livello regionale che dotava di

finanziamenti per i Programmi Integrati e Urbani le città comprese oltre i cinquantamila

abitanti e Ercolano ha avuto questa nuova oppurtunità, però che cosa è successo? Che a un

certo punto i progetti per la calendarizzazione dei finanziamenti europei dovevano rispettare

un cronoprogramma molto serrato, questo cronoprogramma ovviamente per i Comuni che non

erano già dotati del P.U.C. diventava impossibile se non ci fosse stato un documento di

programmazione che potesse rappresentare il quadro di unione di questi interventi. Per cui la

Regione ha fatto richiesta ai Comuni di elaborare i documenti di orientamento strategico. In un

certo questa era una esigenza per cercare di accelerare gli interventi esecutivi, i progetti

esecutivi del Più Europa, ma allo stesso tempo ha rappresentato, e questo lo posso garantire

anche per altre città si è generata la stessa questione, ha generato un rallentamento invece delle

pianificazioni dei P.U.C., cioè è come se fosse caduta l'attenzione del Piano Urbanistico

Comunale, perché sembrava uno strumento che politicamente non avrebbe mai messo

d'accordo nessuno e invece si è dato spazio al documento di orientamento strategico. In

maniera corretta ovviamente il documento faceva comunque riferimento sia al Programma

Urban, che vedeva attuare già molte opere sia indirizzi indicati dagli indirizzi urbanistici del

P.U.C., per cui l'area bersaglio, cosa richiesta a livello regionale, è stata individuata proprio nella

parte a valle dell'autostrada, perché costituiva praticamente il campo di azione degli interventi

Urban, degli interventi della città del Piano di Recupero della città storica, che nel frattempo era

quasi ultimato per Ercolano e in più la zona dove ovviamente venivano a essere concentrate

tutte le residenze delle ville vesuviane e anche gli interventi di valorizzazione della fascia

costiera che si coniugavano al Piano Operativo Strategico fatto tra i 18 Comuni della zona

vesuviana che avevano visto i Comuni di Portici e Ercolano fondare il proprio intervento

proprio sulla riqualificazione di tutta la fascia costiera, che fu denominato "Il Miglio della

Conoscenza", perché si voleva puntare su una riqualificazione della fascia, del waterfront con

destinazioni ovviamente rivolte alla formazione e al rafforzamento della sede universitaria che

dalla Reggia di Portici vedeva invece spostare lungo il fronte del mare tutte le attività legate ai

laboratori scientifici che non potevano più essere congruenti o compatibili con il restauro della

Reggia di Portici. Del Piano di Recupero ne parlerà più approfonditamente l'architetto Franco

Leone, pure questo è partito con degli studi con l'Università, però fu una Delibera, se non

sbaglio, che affidò all'Ufficio Tecnico l'incarico di redigere questi interventi, si integra

ovviamente con la proposta di soluzione della questione dei parcheggi e di questo però vi

parlerà Franco Leone. Per quanto riguarda il tema del Piano Territoriale Regionale il discorso

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sulle reti, cioè reti ecologiche e reti infrastrutturali, come nel caso specifico di Ercolano, come vi

ho fatto vedere, devono essere, come dire, agganciate, cioè da un lato il Piano Territoriale

Regionale ci chiedeva di costruire il sistema integrato dei trasporti fondando appunto su una

razionalizzazione e potenziamento delle reti esistenti, questo per esempio significava

agganciare la Circumvesuviana alla rete ferroviaria a mare; allo stesso tempo come si rafforzava

la rete infrastrutturale? Andava composta la rete ecologica regionale. La rete ecologica

regionale a sua volta doveva essere costituita da quelle comunali e provinciali. Ecco perché

c'era l'individuazione dell'aggancio del Parco Nazionale del Vesuvio al mare. Andiamo avanti. I

corridoi, questa appunto è la struttura della rete infrastrutturale che punta molto sull'aggancio

del primo corridoio transeuropeo Berlino - Napoli - Caserta - Salerno all'ottavo corridoio

transbalcanico, cioè la direttrice Tirreno - Adriatico che su Napoli ha una delle cerniere

fondamentali per tutto il Mediterraneo. Questo significa che la struttura della città, dell'area

metropolitana di Napoli si sta modificando, sta mutando geneticamente e sta trasformandosi

nella base logistica del Mediterraneo, ovviamente questo è uno dei sistemi trasformazione del

territorio che noi subiamo per il trasporto delle merci che debbono essere anche stoccate e

scambiate sui nostri territori. Io per esempio ovviamente non condivido questo orientamento

di pianificazione, però purtroppo non tutte le cose che dobbiamo, diciamo, verso le quali

dobbiamo confrontarci le condividiamo. Questo poi era un altro sistema territoriale di sviluppo

proposto dal Piano Territoriale Regionale, anche su questo dal mio punto di vista c'è una

frammentazione in, come dire, in sottoinsiemi e quindi c'è una visione, come dire, separata

piuttosto che per province, tanto è vero che il Piano Territoriale Regionale alla fine concentra

grandi interventi soprattutto a Napoli e nella provincia di Napoli, a mio avviso non riesce a

articolare i sistemi delle principe di Caserta, di Avellino, di Benevento e di Salerno che

costituiscono il novanta per cento del territorio regionale; viceversa concentra estreme... cioè

tutto il sistema per esempio del rafforzamento delle linee metropolitane infrastrutturali molto

su Napoli e la provincia di Napoli. Acceleriamo se no togliamo troppo tempo. Questo per

esempio è il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Napoli. Come sapete nel '90

con la Legge 142 che istituisce, che intendeva istituire le aree metropolitane, e Napoli è una

delle tre principali aree metropolitane d'Italia, aveva come obiettivo quella della

riorganizzazione dell'intero territorio della provincia di Napoli, che ovviamente ha oltre il 53%

della popolazione dell'intera Regione. Già all'epoca, già nel 1990 con lo studio di Neonapoli fu

messa in evidenza come lo schema monocentrico di Napoli, monodirezionale, Napoli - Caserta

costituisse in un certo senso lo squilibrio di tutta l'armatura urbana regionale. Il Piano

Territoriale di Coordinamento della Provincia che è ancora in atto non ha concluso il suo iter di

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fatto accolse tre anni fa quella che era una ipotesi di riorganizzazione di tutta l'armatura della

provincia di Napoli che voleva sostanzialmente lo schema monocentrico e monodirezionale

Napoli - Caserta proporre uno schema alternativo pluricentrico, vedete pluricentrico, e

pluridirezionale. Questo schema si è tradotto nelle famose ipotesi delle centralità urbane e nelle

direttrici, una di queste è quella Giuglianese, Pozzuoli - Giuglianese e anche quella di Villaricca,

con la centralità che vedete realizzate in rosso sono le centralità urbane superiori e in giallo

quelle che invece appartenevano alla direttrice. Infatti al sistema lineare costiero Pozzuoli -

Napoli e tutta la città vesuviana si costruiva contemporaneamente quello della direttrice più

interna, quella che noi oggi chiamiamo la "Città intermedia". Lo schema di Manlio Rossi Doria,

cioè quello da scala regionale che parla sempre della polpa, della fascia costiera e dell'osso delle

zone interne oggi è, come dire, integrato da una visione che vede nella struttura intermedia, la

cosiddetta "Città intermedia", la riorganizzazione non solo della provincia di Napoli, ma dello

schema di riequilibrio regionale. A mio avviso questo è un errore, si sta compiendo oggi un

errore, perché la fascia intermedia che voi vedete qui, cioè Giugliano, Villaricca, Acerra, Afragola

e poi si aggancia alla direttrice del nolano praticamente è sempre all'interno dell'area di

gravitazione della provincia di Napoli. Quindi non rappresenta l'asse di riequilibrio a scala

regionale, ma diviene un ulteriore addensamento della struttura urbana dell'area

metropolitana. Non so se mi sono spiegata. Viceversa la struttura dell'armatura, cioè il

riequilibrio dell'armatura regionale deve avvenire attraverso la sistemazione delle costellazioni

delle città della provincia di Caserta, della provincia beneventana, della provincia irpina e della

provincia di Salerno. Quindi il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale assorbendo poi

indicazioni del P.T.R. sta facendo questo errore, cioè noi oggi in questo decennio praticamente

lavoriamo sul concetto della densificazione della città di Napoli e dell'area metropolitana e della

provincia di Napoli. Questo è un errore che poi sconteremo nei prossimi decenni, perché

sostanzialmente noi non invertiamo il processo di depauperamento e della rarefazione delle

armature urbane delle altre province. Il tema della densificazione è inserito nel Piano

territoriale di Coordinamento della provincia di Napoli, Ercolano nel momento in cui affronta il

suo Piano Urbanistico Comunale deve avere chiaro qual è lo scenario a scala provinciale e

regionale entro cui si muove, non so se è chiaro, perché se da un lato con la zona rossa noi

abbiamo una indicazione precisa, cioè quella dell'alleggerimento della densità edilizia abitativa,

allo stesso tempo gli strumenti urbanistici sovraordinati ci creeranno le condizioni che non sarà

consentito l'alleggerimento della densità edilizia abitativa, ma al contrario, noi subiremo la

densificazione anche di questo territorio, quindi è come se lavorassimo in una direzione

schizofrenica, cioè ci poniamo l'obiettivo del riequilibrio, di fatto invece ci troviamo il

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boomerang che ci arriva in testa e poi ci dovremo fasciare questa testa, non so se è chiaro.

Velocemente che ho preso già troppo tempo. Va bene, andiamo avanti, questo è il Piano

Territoriale di Coordinamento, però il Piano Strategico Operativo, badate bene, doveva puntare

a un asse di finanziamento del 2007 - 2013 che invece non ha avuto, da questo punto di vista i

Comuni di Portici e di Ercolano che hanno puntato molto sulla riqualificazione della fascia

costiera si potrebbero trovare senza avere lo strumento di pianificazione a livello regionale e

provinciale di supporto. Quindi questa è una cosa sulla quale va fatta una attenzione. E bene ha

fatto Ercolano inserendo nel Più Europa e nel DOS questo tema della riqualificazione della

fascia costiera. Velocemente e chiudo adesso. Va bene, vi volevo far vedere molti lavori che con

l'Università e la Città di Ercolano sono stati fatti, voi per esempio avete un Piano commissionato

dal Comune sulla valorizzazione di tutto il Parco di Villa Matarazzo e della villa - avanti - Villa

Maiuri, che accoglie fortunatamente, quello siete riusciti a portarlo a compimento, del Centro

Studi Internazionale Herculaneum a Villa Maiuri, il Parco della Favorita, che è un altro obiettivo

strategico di grande importanza, perché Villa Favorita con il parco, ma guardate, anche con

tutte le costruzioni annesse, per esempio c'è l'edificio rurale su Vico Favorita, ci sono gli edifici

ruderizzati in quelle che erano le vigne acquisite posteriormente, c'è il fabbricato che è in

aderenza alla villa, cioè Villa Favorita deve rappresentare per Ercolano quello che il Museo di

Capodimonte e il suo parco rappresenta per Napoli, quindi un centro veramente di grande

attrazione culturale, un museo con integrate anche le strutture di formazione. Badate che a San

Giorgio a Cremano Villa Vannucchi con il parco stanno facendo valutazioni con l'Università

Partenope per trasformarlo nella Università diciamo del vesuviano, delle bellezze vesuviane. Io

credo che per esempio Villa Favorita dovrebbe rappresentare questo, se Portici ha il nucleo

delle Facoltà agrarie, delle biotecnologie Villa Favorita potrebbe tranquillamente accogliere un

centro di formazione superiore sulle ville vesuviane. Velocemente. La fascia costiera. Nel 2006 a

dicembre, prima di Natale consegnammo alla Regione tre progetti di riqualificazione e di

ripascimento di tre tratti della fascia costiera, l'altro, il quarto, doveva corrispondere alla

riqualificazione tra l'alveo secondario e l'alveo primario per il Porto Turistico. Credo che anche

questi siano interventi fermi alla Regione, in particolare si proponeva - vai avanti - il sistema,

diciamo, che in tre tratti tutta la mantellata ferroviaria potesse essere rinverdita e poi c'era la

esigenza di fare il ripascimento della spiaggia. Ci fu anche un progetto che però vide - sì su

questo tema - che però vide assegnare cinque milioni di euro solo alla Città di Castellammare,

mentre i progetti di Ercolano, di Torre del Greco e Torre Annunziata non furono accolti, questo

per una ragione di incomprensione con la Sovrintendenza, però si potrebbe ragionare, ma

credo che ne parlerà l'ingegnere Ripoli. Va bene, queste sono... possiamo anche andare molto

CRES s.r.l.

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velocemente, sono gli studi che hanno iniziato a elaborare come Centro Pisciotti. Io oggi ho

assunto questo incarico, perché purtroppo è venuto a mancare il professore Giancarlo Mainini e

anche il professor Siola è andato in pensione, anche noi ci facciamo vecchi, però speriamo che

questo Piano insomma non impieghi altri decenni.

Grazie.

Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio la dottoressa per l'intervento, chiedo ancora di pazientare, perché chiudiamo con l'intervento

dell'architetto Pio Castiello circa il procedimento di formazione del Piano, che ci vede

necessariamente impegnati nella valutazione ambientale strategica che è fondamentale per le

fasi che lui sinteticamente ora ci indicherà.

Grazie.

ARCHITETTO CASTIELLO:

Non vi preoccupate, diciamo quindi chi sta in piedi può anche trattenersi solo trenta secondi ancora,

siamo circa alle due, quindi capisco anche questo.

La novità della valutazione ambientale strategica, ovvero di questa elaborazione che deve accompagnare

tutto il procedimento del Piano, è stata introdotta recentemente, quindi siamo alle prime

esperienze di questa cosa, ce lo impone l'Europa, la Regione Campania ha, come tutte le altre

regioni italiane, il legislatore italiano ha accolto questo, come dire, questa novità e quindi tutte

le azioni del Piano dovranno essere, come dire, controllate da prima, ex ante e poi da dopo, ex

post, nel senso che questo lavoro si concluderà con un repertorio di dati da monitorare a Piano

approvato. Quindi, evidentemente, scusate la sintesi, ma, voglio dire, dobbiamo essere sintetici,

quando il progetto di Piano Urbanistico Comunale sarà definitivamente approvato, e non in

questa fase, in una successiva, sarà approvato il Piano Operativo da parte del Consiglio

Comunale, ovvero il vero Piano, quello che stabilirà gli indici, stabilirà le destinazioni d'uso,

stabilirà le modalità di esecuzione, stabilirà le forme di esecuzione, stabilirà anche gli oneri

finanziari a carico dei privati e di tutto il resto, stabilirà le quote di edilizia economica e

popolare, adesso questa fase qui deve concludersi velocemente, è chiaro, no? Questa è la fase

strutturale e quindi per arrivare poi alla delibera unica del Consiglio Comunale, che solo il

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Consiglio Comunale, nessuno la può contestare, non deve andare da nessuna parte, quando il

Consiglio avrà deciso queste cose non deve andare con il cappello in mano da nessuna parte,

questa è la legge regionale 2004, però dobbiamo arrivarci presto. In questa fase, in questa fase

cosiddetta strutturale, che pocanzi illustrava la professoressa Buondonno, evidentemente

dobbiamo accompagnare col procedimento di VAS, ex ante, quindi subito dobbiamo avere,

questi sono problemi scientifici, dobbiamo avere un repertorio di dati, repertorio di dati

laddove dobbiamo apporre la nostra firma dicendo dove li abbiamo presi e non desunti da,

diciamo così: "Così mi è stato detto", ma dobbiamo citare la fonte. Anche perché poi tutto si

autocertifica, io mi chiamo Pio Castiello, voi ci credete, l'ho autocertificato io, anche i dati,

qualità dell'aria, dell'acqua e tutto il resto, bilanci energetici, rapporti con quello che è il

discorso acustico, rapporti con quello che è il discorso delle infrastrutture, affinché il Piano che

Ercolano va a strutturare nella fase strutturale sia sostenibile. Problemi di quantità non

esistono se raggiungiamo questo obiettivo, la sostenibilità, poi evidentemente se ci mettiamo

anche il recupero dell'identità, prima volevamo recuperare tutto, come il cappotto di

Napoleone, voglio dire, dalla scuola alla città, lo recuperiamo, benissimo, se poi ci mettiamo

quella parola magica che mi ha accompagnato per tutta la vita, lo sviluppo, allora meglio ancora,

ma prima l'Art. 1 della... la sostenibilità, con la VAS si va a questo tipo di verifica. Brevemente,

dopo questo incontro di oggi, che ci sarà oggi pomeriggio, che ci sarà il prosieguo come diceva

giustamente attraverso contributi, il P.U.C. si fa insieme, quindi lo sapessero tutti in questa aula,

fuori da questa aula, le istituzioni tutte, quelle in divisa, quelle non in divisa, che il P.U.C. si fa

insieme, non esiste più uno che scende dall'alto e decide, quindi non è neanche incriminabile.

Deve essere così, quindi da questo fare insieme, nel fare insieme evidentemente dopo queste

riunioni già abbondantemente ci sono stati questi lavori anche pregressi, stileremo, di concerto

sempre con l'eccellente Ufficio Tecnico, la struttura tutta di Ercolano, stileremo che cosa, il

rapporto ambientale preliminare o anche cosiddetto Rapporto di scoping, scoping è una parola

inglese. Alla Regione Campania ci hanno informato che la parola scoping sta nella legge

regionale, ma nel regolamento regionale sta scritto "rapporto ambientale preliminare" e mi

dovete scrivere "rapporto ambientale preliminare", punto. Quindi sappiate, la parola scoping

non va messa, perché sta scritta nella legge nazionale, ma sapete, gli uffici comandano, è loro

che ci danno il parere, non è che siamo noi, e mica saranno i politici, saranno gli uffici, tanto vale

adeguarsi subito, diceva la dottoressa Bondonno, questo è il Piano sovraordinato, a questo ci

adeguiamo. Io ho catturato anche questo aspetto sul terreno di gioco, fatto il rapporto

preliminare lo invieremo all'Assessorato all'Ambiente, dove c'è tutta la... l'ufficio preposto,

l'Assessorato all'Ambiente invierà queste carte all'Assessorato all'Urbanistica, però il Comune

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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di Ercolano si preoccuperà, mio tramite e insieme, di mandarle contemporaneamente anche

all'Assessorato all'Urbanistica, dopodiché l'Assessorato all'Urbanistica invierà una nota al

Comune di Ercolano per dire: "dobbiamo incontrarci", ci si incontrerà, l'architetto o altri, con i

dirigenti dell'Assessorato preposto al servizio e stileranno un verbalino dicendo: "mi dovete

convocare i soggetti competenti con competenza ambientale", l'acronimo, ovvero le prime

parole è SCA, prima erano autorità ambientali, ora la parola autorità troppo inflazionata,

"soggetti con competenza". Quelli, bene, questi soggetti li dobbiamo consultare per novanta

giorni, ma non è che per novanta giorni stiamo sulle mura di Sparta e dire noi sotto così, no, per

novanta giorni attraverso il web, attraverso le lettere d'amore, attraverso le telefonate,

attraverso un qualcosa diceva prima lui, facessero pervenire contributi, altro aspetto della

novità europea, l'italiano, che è abituato a stringersi, a copiare, a stringere, a trincerarsi,

evidentemente non aveva questa cosa, faceva le cose, le portava in ufficio: "Hai sbagliato", da

dietro la siepe: "No, non va bene, torna a casa, Lassie". L'Europa ha detto: "no, entrate in gioco

adesso, date i contributi, conferite contributi a Ercolano, dice a Ercolano cosa deve studiare

bene e cosa non deve studiare bene, dite quali sono i limiti di studio della stessa cosa,

dopodiché evidentemente io vi do questi contributi, mi fate la cortesia di dire se ne avete tenuto

conto o meno". Esatto, novanta giorni dovremmo ricevere i contributi, gli stessi contributi che

darete voi oggi pomeriggio con le associazioni, trascorsi i novanta giorni verbalino di chiusura

dell'ascolto, evidentemente, e passiamo da quello che era un rapporto di scoping, che non si può

dire dice la Regione, si dice Rapporto Ambientale Preliminare, al cosiddetto Rapporto

Ambientale, evidentemente tenendo conto di quello che il P.U.C. sta facendo, che sta orientando

e via discorrendo. È chiaro che in questo fare, in questo fare ci sta un discorso interno al

problema, ovvero dietro le quinte, che non conosciamo, che non sappiamo quale è, perché

verificheremo le scelte che opererà il P.U.C. in funzione anche di quello che ci hanno detto i

soggetti con competenze ambientali, di quello che è il rapporto preliminare su base, abbiamo

detto da prima, ex ante e proseguiremo nella cosa. Il Piano, ovvero la proposta di P.U.C.

unitamente al rapporto ambientale andranno poi in Giunta per la proposta, dopodiché ci sarà

l'iter di pubblicazione e via discorrendo, l'iter di pubblicazione coincide nel nostro caso,

sessanta giorni per il Rapporto Ambientale, sessanta giorni per la proposta di P.U.C., perché è

superiore a cinquemila abitanti, dove ci sta una seconda partecipazione, prima erano i mitra, i

colpi di cannone, ad Assisi ha fatto il Piano all'epoca uno dei più grandi architetti mondiali mai

esistiti, Astengo, cento colpi di cannone, erano cento osservazioni, dice: "boom, boom, boom".

Le osservazioni non sono questo, le osservazioni saranno un'altra cosa, il Piano non c'è, c'è la

proposta, non si può arrestare nessuno, volendo non possiamo arrestare nessuno, non c'è stata

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conformazione di vincoli, non c'è stato nulla, è stata solo una proposta, indecente, vi ricordate il

film Un milione di dollari? Bene, è una proposta. Il cittadino, che oggi interviene come

associazione a dire: "Vi propongo questa cosa e vi conferisco questo sapere", con le

osservazioni oggi dirà: "io per migliorare questa proposta vorrei fare questo". Quindi il Piano

ancora non c'è, il Consiglio Comunale si riunirà per le osservazioni dopo questi sessanta giorni e

si passerà all'adozione. Bene, per andare in Consiglio Comunale e dire: "adottiamo questo

Piano", quindi conformazione di vincoli, studio di salvaguardia, c'è necessità di avere una serie

di pareri, tra i quali quello che dovrà emettere la Regione Campania in maniera congiunta con

un comitato di saggi, di esperti e il parere della VAS, che è un procedimento, ovvero il parere sul

Rapporto ambientale, verificheranno tutto, tutto, peggio che all'aeroporto alla visione

passaporti, se tutto è stato avviato bene, se ci sta tutto alla virgola, se abbiamo mandato le carte

e se le abbiamo rispedite, se è stato tutto registrato e via discorrendo, dopodiché guarderanno

pure nel merito, dopodiché non c'è tempo, ovvero non è che non c'è tempo: "facciamo subito",

come lo chemin de fer, no, non sappiamo i tempi. Perché storicamente non sappiamo i tempi, e

dobbiamo dirlo, perché qualcuno questo.., il P.U.C. si fa parlando, giusto, si fa che tutti dobbiamo

condividere? Bene, non abbiamo tempo, può essere un anno, sei mesi, qualcuno ha aspettato

due, aspetteremo quanto? Spero, e questo lo dico io, che con la nuova normativa che è entrata in

vigore, pardon, con il nuovo regolamento di dicembre 2009, con il regolamento di aprile 2010,

con l'ultima cosetta che ha fatto nel mese di luglio, il DLGS, evidentemente con l'assetto che si è

dato la Regione Campania, questa Regione Campania, voglio dire, io sono sempre ottimista,

spero che i tempi saranno, diciamo questa cosa, rispettati. Perché devono essere rispettati?

Perché l'Autorità di Bacino non può stare otto mesi a dare un parere? Perché non può stare due

anni l'Assessorato a dare un parere e a mandare a casa Lassie? Perché contraddice il P.U.C.,

contraddice questa fase, che deve essere una fase strutturale e che come tale deve essere fatta

velocemente, cinque mesi dice l'Europa, cinque mesi, perché poi dovrà essere fatto il piano

operativo che noi abbiamo chiamato A.P.I., non il partito, Atti di Programmazione degli

Interventi, il vero P.U.C., quindi tutto quello lì va in Consiglio Comunale, dove ci sta da una parte

cosa vogliamo fare e da un'altra parte ci sta, mamma mia, il ragioniere, la cosa: "questo come lo

fai? Le scarpe come te le compri, i soldi dove li pigli"? Ovvero la programmazione finanziaria e

tutto quello vale per tre anni, non per venti anni, con tutto il rispetto, in venti anni dobbiamo

fare sette di quelle delibere, per tre anni e voi per fare una delibera di tre anni, per come

dobbiamo fare le cose, ci mettiamo quindici anni prima per individuare il progettista, venti anni

perché quello ritarda a fare la cosa, trenta... Questo è il problema del sud, evidentemente, e tutte

queste deliberazioni vanno prese in piena autonomia del Consiglio, i Piani Esecutivi devono

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essere conformi all'A.P.I., perché è il Consiglio che ha deciso tutto, il Consiglio che decide se fare

lottizzazioni o meno, il Consiglio decide gli indici, il Consiglio decide le forme, il Consiglio decide

le spese e decide in che tempi, il federalismo già c'è dal punto di vista urbanistico. Quindi il mio

lavoro, che devo fare contestualmente, di concerto con l'ufficio tecnico evidentemente di

controllo delle cose terminerà sapete quando? Quando il Comune avrà approvato gli atti di

programmazione, perché a seguito degli incontri che avverranno in Provincia, ovvero nella fase

di approvazione del Piano, potrebbero modificare alcuni assetti o alcune decisioni, voglio dire,

basta, voglio dire, un non nulla e va modificato sempre il rapporto ambientale, perché è come

uno che dice: "compriamo dieci cassette di mele", "no, ce ne vogliono due" e allora oltre otto

cassette le dobbiamo lasciare qua. Quindi adeguiamo continuamente, vedete che è divenire,

dicevano una volta i grandi, i grandi grandi, io non sono un grande: "in piano processo", il P.U.C.

è un piano processo e quindi evidentemente non a caso non è più nemmeno uno strumento

urbanistico in senso stretto, norme di governo del territorio, il territorio va governato, con delle

norme che si devono rinnovare di sicuro ogni tre anni e qualcuno che vuole fare prima rinnova

gli atti di programmazione prima. Quindi la fase strutturale che stiamo facendo adesso è stata

avviata brillantemente, perché è bella la sala, bello tutto, evidentemente io penso che, voglio

dire, io quando entro in gioco con le cose mie evidentemente, e mi fa piacere, perché diciamo ci

sta un contesto giusto, dobbiamo fare presto, se questa faccenda la teniamo in mano oltre

primavera io qui dentro qua vengo e dico: "Guardate, ho perso, abbiamo perso". Questa

faccenda inizia stamattina e dobbiamo finirla, dobbiamo finirla chiaramente con la proposta in

Giunta e con tutto il resto, quindi giustamente mi diceva prima il dirigente dopo questa riunione

e, quindi, dopo la sintesi di questa riunione che trasferiremo nel rapporto preliminare o (inc.)

che dir si voglia inviteremo, il Comune inviterà i soggetti con competenza ambientale alla

presentazione dell'avvio della consultazione, che dura novanta giorni, quindi se questa riunione

la facciamo a febbraio: marzo, aprile e maggio, se la facciamo, voglio dire, in tempi diciamo un

po' prima, poi sta Natale che si blocca il mondo, quando è che le Tesorerie non fanno più un

pagamento a Ercolano? "Entro il 5", significa che chi alla Cassa Depositi e Prestiti non ha

mandato le carte a giugno scorso non avrà una lira, quindi si blocca tutto il mondo, non è la

Francia l'Italia, l'Italia è l'Italia. Quindi da questo punto di vista evidentemente se prima di

Natale riuscissimo a fare questa cosa, voglio dire, lo dico così, potremmo strutturarci già e poi si

chiude a marzo la consultazione e nel frattempo si chiude tutto.

Ho preso qualcosa in più dei due - tre minuti, mi dovete scusare, io vi ringrazio comunque per

l'attenzione. Arrivederci.

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio e ci aggiorniamo al pomeriggio per raccogliere e continuare sinteticamente il nostro resoconto.

Possiamo fare 15.30, se siete d'accordo. No, perché ci sono gli stenotipisti che onestamente

lavorano appresso a noi, oltre le 15.30 non è possibile andare. Alle 15.30 puntualmente

inizieremo con i nostri resoconti tecnici. Grazie.

Si sospende.

Si riprende.

ARCHITETTO SADA:

Si sono iscritti a parlare, successivamente all'intervento dei tecnici, una serie di rappresentanti di

associazioni, per cui dobbiamo e vogliamo ascoltarli. Passo la parola all'architetto Leone.

ARCHITETTO LEONE:

Sono l'architetto Leone dell'Ufficio Tecnico del Comune di Ercolano. Vorrei innanzitutto evidenziare che

questo Piano di Recupero fu voluto dall'architetto Emma Buondonno allora Assessore ai Lavori

Pubblici e all'Urbanistica, e questo è avvenuto nel 2006-2007. L'Amministrazione Comunale

decise di affidare l'incarico della redazione di un Piano di Recupero della città stratificata a un

gruppo interno all'Ufficio Tecnico e nelle prime due fasi di studio il gruppo di lavoro

individuato all'interno dell'Ufficio fu affiancato dagli studenti della facoltà di architettura, alcuni

laureandi e alcuni neo laureandi. L'occasione fu colta dal fatto che si erano verificati alcuni

dissesti statici piuttosto importanti che avevano interessato il crollo di edifici che ricadevano

nell'area oggetto di studio. E’ il caso anche di dire che cosa era accaduto in passato, già nel 1977

con alcune delibere del Consiglio Comunale furono individuate delle zone del territorio di

notevole valenza storico-architettonica che erano particolarmente degradate e dove bisognava

fare uno studio di pianificazione e di recupero. Nel 1979, inoltre, con la delibera che fu

approvata in funzione della legge sull'equo canone, il centro storico di Ercolano fu dichiarato

degradato e gli fu attribuito un indice di 0,90, inferiore a quello solitamente attribuito alle zone

di pregio, che è di 1,30, perché quella situazione caratterizzava una rendita urbana abbastanza

bassa e per cui non era possibile dargli un indice maggiore. Da quel momento, dal 1979 in poi

non è stato più adottato un Piano di Recupero, anche perché i Piani di Recupero furono due

volte adottati, ma due volte decaddero, perché non furono approvati nei termini previsti dalla

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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norma. Il gruppo di lavoro ha scelto, in questa pianificazione, di non prevedere la realizzazione

di alcun nuovo volume edilizio, ma solo interventi di recupero del patrimonio già esistente,

questo per una scelta indicata soprattutto dalle pianificazioni a scala sovraordinata, cioè la

Legge 21, cioè la Legge Regionale numero 21 del 2003, che impedisce la realizzazione di nuovi

volumi residenziali, il Piano Paesistico, che in quasi tutte le zone, anzi, in tutte le zone esclude la

possibilità di realizzare nuovi volumi edilizi che non siano attrezzature pubbliche per la zona

RUA e per la zona Satura Interna, oppure adeguamenti di tipo igienico - sanitario, però per

piccoli incrementi volumetrici, il Piano del Parco. Uno degli obiettivi di questo piano fu il

decongestionamento, perché l'area interessata, soprattutto quella del nucleo antico, ha una

densità abitativa altissima. Il decongestionamento è stato perseguito eliminando le

superfetazioni, cioè tutte quelle stratificazioni successive agli originari nuclei insediativi che

sono state realizzate a seguito di interventi senza titolo, cioè abusivi. Quindi la riqualificazione

del patrimonio edilizio compreso nell'area interessata. Abbiamo detto infatti che attualmente il

patrimonio edilizio è altamente fatiscente, c'è un costante pericolo di crollo degli edifici, per cui

era strettamente urgente e necessario fare degli interventi di restauro. Quindi poi il restauro di

alcuni siti monumentali che sono ubicati in quell'area, cioè per esempio il Palazzo Tarascone,

che oggi rappresenta uno dei problemi che il Comune sta cercando di affrontare, il Palazzo

Capracotta, che praticamente è tutto transennato, perché anche lì si rischia il crollo. Sono

edifici vincolati dalla legge 1089/39. Poi uno degli obiettivi che si poneva il Piano: la

valorizzazione del tratto costiero, di cui è stato parlato ampiamente stamattina, con

l'inserimento di un porto turistico che fa parte anche di precedenti programmazioni ed è anche

presente nel Piano Territoriale Regionale e poi una serie di interventi di iniziativa comunale,

dove però non viene esclusa la possibilità di un intervento privato.

Il Piano ripropone le zone di recupero già individuate con le delibere di cui ho parlato prima, però,

ovviamente, non ne poteva riproporre le stesse programmazioni, essendo quelle delibere

approvate a seguito di una programmazione vecchia, cioè un Piano Regolatore Generale del

1975, di cui le prime discussioni erano già iniziate nel 1962, quindi, in definitiva, un Piano già

obsoleto da quando è nato, da quando cioè è stato approvato. Non potendo quindi riproporre le

stesse programmazioni di quel vecchio P.R.G., il Piano di Recupero ha cercato anche di

proporre degli interventi che andassero necessariamente in contrasto con alcune previsioni del

precedente Piano Regolatore e questo è uno dei motivi per i quali adesso ha bisogno di un

passaggio abbastanza importante, che è previsto dalla legge, per il quale è necessaria una

concertazione con la Regione per fare approvare alcuni interventi in variante, per esempio il

porto turistico è uno di quegli interventi che secondo il Piano Paesistico attuale, che è stato

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approvato dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali nel 1995 e riapprovato nel 2002,

sarebbe in variante rispetto a quel Piano. Tra gli obiettivi del Piano sono previsti, inoltre, una

serie di interventi, tra i quali anche un intervento di cui oggi dovremmo parlare, che è quello

della Via Cuparella, cioè un percorso alternativo all'ingresso di Via Cuparella. Penso che tutti

coloro che abitano in città conoscono l'annoso problema dell'ingresso al cntro storico da Via

Cuparella. Una piccola stradina adiacente al Palazzo Tarascone in costante pericolo di crollo.

Dietro quell'area vi è un insediamento scolastico, una scuola media ed elementare, e vi è anche

un cospicuo insediamento residenziale. Da sempre il problema è stato di assicurare un accesso

a quell'area, oltre che ai mezzi privati anche ai mezzi di soccorso: ambulanze, Vigili del Fuoco,

perché l'accesso è quasi impossibile a questi mezzi. Allora ci siamo sforzati di creare un

percorso alternativo che partendo da Vico Cianci girerebbe dietro la scuola creando una piazza

alberata, interrando un parcheggio per autovettiure che attualmente è a raso. Questo è uno

degli altri motivi per i quali ci siamo visti qui, perché anche per questo progetto è necessaria

una variante al Piano Regolatore Generale, per cui era necessario acquisire le osservazioni

delle organizzazioni sociali, ambientali etc.

(proiezione diapositive)

Passiamo ad illustrare brevemente alcune tavole del Piano. Questo è tutto il territorio comunale e questa

zona è l'area individuata nell'ambito di quel Piano oggetto di studio. C'è da dire che il vecchio

Piano Regolatore individuava come centro storico un'area molto più piccola che era limitata

solamente al nucleo antico della città. L'area da noi individuata, soprattutto su suggerimento

dell'architetto Buondonno, è molto più vasta, si spinge fino alla costa, perché giustamente viene

compreso ciò che prima non era stato compreso, cioè l'asse del Miglio d'Oro con tutte le ville

monumentali e anche la costa, dove arrivano i parchi di queste ville. L'area in questione fu

divisa in alcuni sotto-ambiti per ragioni di studio. Si è arrivati a definire il nucleo originario

della città esaminando una serie di mappe, di tavole storiche ed è stato verificato che le

trasformazioni maggiori si sono avute dal dopo guerra in poi. E’ in quel periodo che si è avuto

un grosso ampliamento del nucleo della città, che era rimasto più o meno invariato fino al 1945.

E ciò è rilevabile dalla mappatura del Duca Di Noia. Questa tavola individua le principali

risorse dei parchi, dà una ricostruzione storica dell'edificato. Lo studio oltre a procedere a una

schedatura dei singoli fabbricati e delle unità catastali ha proceduto anche ad analizzare i

principali monumenti presenti nell'area. Ecco, questo è già un primo intervento, uno degli

interventi proposti, stiamo parlando di un'area proprio nel nucleo antico, nel cuore del centro

storico, nei pressi di Via Ortora. Essendo libera da costruzioni, per essa è stato previsto di

realizzare delle aree verdi, attrezzate, per il pubblico. Questa è una delle schede, abbiamo

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proceduto per unità minime di intervento, quindi è stata realizzata una schedatura degli edifici

ed una mappatura, dei tipi di superfetazioni che vi sono, una vera e propria catalogazione di

tutte le caratteristiche. Poi si è proceduto per comparti a definire per esempio la destinazione

dei piani terra, dei fabbricati, lo stato di conservazione degli edifici, le caratteristiche delle

strutture portanti. Sono state individuate le zone censuarie e su queste si è lavorato per

definire i tipi di intervento, cioè per esempio la manutenzione, il restauro, quello che consente

la vigente normativa.

Il Piano di Recupero è un Piano di dettaglio, quindi ci ha consentito di scendere nei dettagli di alcuni

particolari, cioè di affrontare dei problemi specifici, per esempio quello di Piazza Pugliano dove

nelle aree limitrofe abbiamo previsto delle zone di parcheggio, ampliato il parco urbano

esistente. Abbiamo cercato di individuare quali fossero i problemi di questa piazza bellissima,

realizzata a seguito di un progetto abbastanza recente. Una piazza che però ha il problema di

non avere spazi sufficienti per la sosta e poca area verde. Questo è un altro dei problemi che va

risolto, cioè non poter accedere per il momento nel bosco della provincia. Era una bella idea

quella, purtroppo a seguito di alcuni problemi amministrativi - burocratici è stata preclusa tale

possibilità. Questa è la tavola di pianificazione, di zonizzazione, cioè è la tavola dove noi

abbiamo definito tutti gli interventi che dovrebbero essere di iniziativa comunale, tra cui anche

il porticciolo turistico, che però, come ho detto prima, fa parte di una programmazione più

ampia. Un altro intervento, appunto quello di cui ho parlato prima, cioè l'ampliamento delle

aree verdi a fianco della piazza e il reperimento di aree per parcheggi. Per i parcheggi parliamo

sempre di parcheggi tipo “green park”, cioè quelli non invasivi, ma sostenibili dal punto di vista

ambientale-paesaggistico.

Questa invece, è un'area che è ubicata alle spalle della Basilica di Pugliano dove abbiamo previsto la

possibilità di realizzare un'area verde per i ragazzi. Abbiamo cercato di reperire delle aree di

parcheggio tangenziali rispetto al nucleo storico, in modo da renderlo pedonabile, fare in modo

che vi sia una circolazione tangenziale. Questo concetto, sarà ripreso anche dal Piano

Urbanistico Comunale e da una bozza di Piano di Parcheggi che stiamo preparando.

Questa tavola mostra che c'è ancora parecchio verde a Ercolano, anche se spesso è occupato

materialmente, cioè fisicamente da serre, serre per la coltivazione dei fiori, garofani. Questo è il

sistema viario e anche qui è stata prevista poi una serie di interventi e questa è la tavola, la

bozza dei parcheggi, del Piano Parcheggi. Questi in azzurro sono i parcheggi che già erano stati

previsti nel progetto di Piano di Recupero, mentre questi in azzurro più scuro sono invece

quelli di nuova individuazione. E’ nato il problema di dotare il Corso Resina, cioè il Miglio d'Oro,

a seguito del recente lavoro di riqualificazione, di una serie di spazi che potessero essere

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adeguati per ospitare le auto in percorrenza. Su questa bozza del Piano Parcheggi attendiamo

degli indirizzi dall'Amministrazione. Questa è una tavola importantissima, è la tavola in cui fu

definito qualche anno fa, a seguito di uno studio fatto dalla Protezione Civile, lo stato di

consistenza e di vulnerabilità degli edifici e su questo abbiamo lavorato pure per definire gli

interventi che bisognava poi attribuire ai vari agglomerati edilizi. Questo è il Palazzo

Capracotta, queste sono le condizioni in cui versa adesso. E’ stato presentato un progetto in

Sovrintendenza per il consolidamento. La Sovrintendenza ha rilasciato il parere, però

ovviamente ha fatto capire che non le basta che noi facciamo un intervento solo di

consolidamento, ma preferirebbe che effettuassimo un restauro completo. Ovviamente

capirete che non esistono fondi sufficienti per poterla recuperare a spese del Comune, perché è

un edificio privato. Questo però è uno degli interventi inseriti nel DOS, cioè il Documento

Orientativo Strategico che è stato presentato alla Regione Campania e speriamo che qualcosa si

muova e che ci diano i fondi per recuperarlo.

Altri interventi ancora: questo è sempre il Palazzo Capracotta. Il lavoro di redazione del Piano

ovviamente ha, tra gli elaborati grafici previsti, tutte le fasce delle quinte prospettiche. Sono

stati redatti i prospetti delle strade, almeno quelle più significative, Via Pugliano, Via Trentola,

Corso Resina.

Questo invece è Palazzo Tarascona. Qui purtroppo emerge il problema. Ecco, adesso il Palazzo

Tarascona si presenta senza intonaco, tutto tompagnato e questo è l'ingresso di Via Cuparella.

Questo è il progetto di Via Cuparella. Da Vico Cianci è stata creata una stradina che va dietro la

scuola e si immette in Via Cuparella, creando una piazza alberata. Al di sotto di questa piazza è

previsto un parcheggio coperto, 85 posti, queste sono le sezioni.

Il Piano è andato a scovare altri punti significativi del territorio, di cui si crede ancora la forte validità

dal punto di vista strategico, economico, ambientale, paesaggistico. Per esempio questa è una

area in cui vi sono dei vecchi capannoni che potrebbero essere recuperati e destinati a

laboratori artigiani per la formazione dei ragazzi e questa è una area retrostante le scuderie di

Villa Favorita, che sono state di recente restaurate, quindi nel cuore dell'asse del Miglio d'Oro.

Questi sono gli strumenti urbanistici vigenti sul territorio, in rosso vedete che è tratteggiata

sempre l'area individuata dal Piano di Recupero, questa è una trasposizione che ha curato

l'Ufficio, in realtà il Piano Regolatore è molto più complesso da leggere, perché le planimetrie

sono vecchissime. Il Piano approvato non è quello che si vede rappresentato, ma bisognava poi

modificare i grafici. Il Piano Regolatore, ecco, da qui si vede l'esigua individuazione del centro

storico rispetto a quello che poi abbiamo individuato noi. Questa invece è un'altra

strumentazione che insiste sul nostro territorio, è il Piano Paesistico, il Piano Paesistico è uno

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strumento di pianificazione paesaggistica che ha redatto e approvato il Ministero dei Beni

Culturali e Ambientali e che si sovrappone a tutti gli strumenti di pianificazione, compresi

quello del Piano del Parco. Purtroppo non c'è, la possibilità di superare le indicazioni del Piano

Paesistico. Non è che le si vuole superare per non tener conto dei vincoli. Il fatto è che

riteniamo, noi almeno tecnici dell'Ufficio, che questo Piano sia stato fatto troppo in fretta, calato

su una ortofotografia a diecimila, senza tenere conto di alcune realtà presenti sul territorio.

Sappiamo però che in questo momento politico particolare la Regione sta affrontando la nuova

Pianificazione territoriale paesistica, che dovrebbe sostituire quella della Sovrintendenza.

Questa poi invece è la mappatura dei vincoli che esistono sul territorio e ovviamente capirete che ne

sono tantissimi, alcuni sono di carattere naturalistico, cioè i vincoli idrogeologici che sono stati

posti dall'Autorità di Bacino del Sarno, altri sono di natura prettamente ambientale, cioè la

legge 1089 che tutela i monumenti, aree e monumenti dell'area archeologica e poi quelli del

Parco.

Questi sono alcuni dei progetti che sono in corso di realizzazione sul nostro territorio, poi magari ve ne

parlerà più in dettaglio l'architetto Di Martino.

Questa è un'altra di quelle aree pure che noi abbiamo preso in considerazione. Essa fa parte

dell'insediamento di Villa Favorita, è un'area abbandonata, dimenticata e speriamo che venga

recuperata nell'ambito del progetto di restauro della Villa Favorita.

Questa area invece è stata pure essa oggetto di un progetto inserito in Più Europa, come anche il

progetto che vi ho illustrato prima di Via Cuparella e dovrebbe ottenere un finanziamento dalla

Comunità Europea. In questa area la Sovrintendenza Archeologica ha previsto una

progettazione per liberare l'area ulteriormente da questi manufatti ormai semicrollati,

realizzando un'area verde dove poi successivamente riscoprire alcuni reperti archeologici.

Via Mare, Via Cortili, questa è la passeggiata archeologica che è stata realizzata dalla Sovrintendenza

Archeologica e che dovrebbe collegare Piazza Colonna fino a Via Mare. Ecco, questa è l'area

dove insiste quel progetto della Sovrintendenza. Il progetto dovrebbe praticamente portare a

riallacciare un'altra volta Piazza Colonna con il percorso archeologico, cioè dovrebbe

ripristinare questo collegamento con il Corso Resina che prima esisteva, poi a seguito di alcuni

dissesti statici era stato precluso.

Qui invece siamo in un'area abbastanza discussa, nel senso che questa area che vedete individuata

dovrebbe essere l'area dove la Regione Campania a suo tempo ha individuato e progettato un

impianto di sollevamento dei liquami fognari della città, che dovrebbero essere spinti verso un

collettore principale che è stato già realizzato e penso che qualcuno di voi ne avrà certamente

seguito le vicende. E’ stato già realizzato sotto il suolo del Comune di Ercolano un collettore che

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arriva fino a Napoli est, al depuratore di Napoli est. Questo collettore attualmente non è ancora

in funzione, perché occorre questo impianto di sollevamento. Capirete l'importanza enorme di

questa cosa, cioè è un progetto a cui tutti quanti teniamo molto, perché il completamento di

questo progetto consentirebbe di evitare che a mare vengano scaricati i liquami della città e

quindi vorrebbe dire che è possibile che nel giro di pochi anni il mare possa di nuovo diventare

balneabile a seguito di questo intervento. Purtroppo per questo progetto, l'architetto Solaro ne

è sicuramente più al corrente di me, c'è una ultima nota della Regione, che sembrerebbe avere

messo da parte questo finanziamento, ma noi stiamo cercando di battagliare, quindi recuperare

di nuovo questa possibilità. Ecco, questo era il progetto del collettore, questo asse verde è il

collettore e questo era tutto l'impianto di sollevamento. Le varie arterie che dovevano riportare

i liquami a quell'asse verde e questo è il depuratore a cui dovrebbero confluire i liquami. Noi

riteniamo che questo progetto sia essenziale per il recupero della costa, perché secondo noi

non è pensabile poter recuperare una costa dove ancora una volta il mare non è balneabile.

Questa è la costa di Ercolano, come vedete, è stretta, però esiste anche qui un progetto, sempre

di qualche anno fa, un bando a cui aderì il Comune, un bando della Regione che attribuiva un

finanziamento di circa cinque milioni di euro per il ripascimento. Questa è una tavola del

vecchio Piano Regolatore, e questo è quel progetto di ripascimento che però attende ancora

una risposta dalla Regione.

Questo è il progetto che vi ha illustrato prima l'architetto Buondonno, cioè quello di una passeggiata

lungo il mare, allontanandosi dall'asse della ferrovia e quindi consentire il ripascimento della

spiaggia.

Questi fanno ancora parte nei nostri interventi: cioè l'individuazione delle due sedi della

metropolitana che dovrebbero essere create lungo la costa e qui siamo nelle prossimità del

nuovo polo scientifico, cioè dove dovrebbe essere realizzata l'università. Questa è l'altra sede da

noi individuata e condivisa dagli ingegneri delle ferrovie. Questo manufatto, residuo della

demolizione di alcuni edifici adiacenti che crollarono, sembra essere adatto per creare una

stazione ferroviaria, anche perché tutto attorno c'è un'area libera che potrebbe poi essere

destinata al parcheggio e giardini pubblici.

Ecco, questo è un altro angolo per il quale probabilmente si andrebbe in Variante al Piano Paesistico.

Questa area denominata l'ex lottizzazione Fontana, perché è di proprietà dei signori Fontana,

nel Piano Regolatore di Adozione, doveva essere sfruttata intensamente a scopo edificatorio,

poi, a seguito di un parere della Sovrintendenza, fu stralciata ed anche essa destinata a zona

agricola, ma con attribuzione poi di un vincolo che ne impediva l'edificabilità. Noi non

proponiamo l'edificazione di questa area, ma il recupero della medesima con la realizzazione di

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un parco attrezzato. Riteniamo che il fatto che sia vincolata non debba impedire comunque di

riqualificarla, e per questo non andremmo contro le aspettative della Sovrintendenza, però per

non avere problemi credo che sia opportuno che anche per questa area sia necessario

concertare con la Regione Campania affinché si possa approvare il progetto in Variante al

Piano Paesistico. Ecco, questa era la bozza del progetto, dove è prevista una pista ciclabile, dei

campetti per i ragazzi e un laghetto artificiale. Noi sappiamo che su quella strada, su Via

Gabriele D'Annunzio, che forse è una delle più belle strade di Ercolano, c'è un parco di Villa

Favorita. Però in quel parco i nostri bambini, almeno io ho avuto questo problema quando

erano più piccoli, non possono entrare e giocare, possono praticamente solo camminare nelle

strade del prato e basta, poi non possono portare biciclette, palloni e cose varie, per cui a

Ercolano attualmente non esiste un parco giochi per i bambini.

Questo punto è pure esso importante, perché è il punto dove si è fermato il progetto di copertura

dell'alveo. Ecco, questa foto fa capire che non essendo stati coperti gli ultimi 50 metri

dell’alveo è stata creata una situazione di degrado. Il progetto prevedeva la copertura

dell’alveo fino a mare e poi la realizzazione del porto, purtroppo per varie vicende questo

progetto non è stato completato.

Questo poi invece è uno degli edifici sempre sulla costa che riteniamo essere validi

architettonicamente e per i quali il Piano ha proposto la destinazione museale.

Ecco qua, questa è l'area dove abbiamo pensato di inserire il porto turistico, era una idea già

dell'architetto Buondonno ed è prevista anche in altre pianificazioni . Attualmente è la sede di

uno sversatoio di acqua bianca. Questo è il porto come progettato a suo tempo.

Io ho finito, grazie.

Applausi.

ARCHITETTO SADA:

A questo punto credo che proseguiremo tranquillamente con l'architetto Olimpio Di Martino, che ci

parlerà di Più Europa e di programmazione lavori pubblici in generale e con delega

dell'ingegnere Ripoli, si fa per dire. Premetto che, se non lo avessi detto all'inizio stamattina,

che i funzionari, i responsabili e i collaboratori del Settore Pianificazione Urbanistica

ovviamente sono i responsabili delle procedure preparatorie di analisi di tutti quegli atti

necessari per la redazione del P.U.C., quindi parliamo di aerofotogrammetria, parliamo di tutto

ciò, indagini geologiche, adeguamenti normativi alla legge regionale che sono ovviamente a

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compimento, quasi completamente a compimento, per poter andare avanti nella procedura di

pianificazione.

Architetto Di Martino.

ARCHITETTO DI MARTINO:

Buonasera e benvenuti. Vi illustrerò quelle che sono le iniziative dell'Amministrazione per quanto

riguarda la programmazione complessa che vede la città di Ercolano già partecipe a questi

processi dal 1995, non dobbiamo dimenticare tra tutti questi anche il patto territoriale, che è

stato, diciamo, il promotore di tutte poi le programmazioni, i negoziati e i programmi complessi

che si sono succeduti, quale il programma Urban e attualmente il programma Più Europa e

anche l'accordo di reciprocità. Partendo quindi dal Patto Territoriale del Miglio d'Oro dobbiamo

ricordare che l'Amministrazione ha tenuto ben presente che i processi di riqualificazione

urbana non devono servire, non devono tendere esclusivamente alla riqualificazione delle

infrastrutture o di opere, ma deve essere un processo che deve integrare azioni cosiddette

materiali, quindi opere pubbliche, a un processo di azioni immateriali, che servono per

incrementare le attività produttive, per implementare il lavoro, diciamo, per aumentare i posti

di lavoro. Volevo fare innanzitutto un passaggio anche per quanto riguarda Urban, che ha

significato un momento importante per la città di Ercolano e ricordare tra questi interventi

alcuni interventi più significativi, che sono la riqualificazione, il ridisegno di Piazza Pugliano, il

restauro del complesso di Villa Maiuri, il Creator Vesevo e il riassetto del trasporto pubblico

locale, la riqualificazione, lapsus froidiano, la realizzazione di questo edificio e l'intervento di

riqualificazione delle aree limitrofe. Volevo parlare innanzitutto di Piazza Pugliano, del

ridisegno di Piazza Pugliano, che attualmente è rimasto incompleto, in quanto il progetto

prevedeva, oltre alla riqualificazione stretta della piazza, anche diciamo la riqualificazione del

parco a verde che si trova nell'area immediatamente adiacente. A questo proposito

l'Amministrazione ha già approvato due progetti, di cui uno che si basa esclusivamente su fondi

comunali per 350.000 euro, un altro invece che prevede oltre queste opere una serie di opere

integrative per un importo totale di un milione di euro e ha partecipato a un bando pubblico in

Regione ed è in attesa di un riscontro, dell'esito di questo bando. Questo era per precisare che

in effetti quando è stata progettata Piazza Pugliano si è pensato di trasferire tutta la funzione

del verde e tutto ciò che poteva essere a servizio per i bambini e per le persone anziane

all'interno di questa area. Volevo fare un accenno poi a Villa Maiuri, che sta diventando diciamo

una realtà molto importante per la città di Ercolano, sede della fondazione Urban Hercolaneum

e anche di una società, Hercolaneum Opportunitis, che promuoverà lo sviluppo locale turistico.

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L'opera di restauro di Villa Maiuri è stata progettata e diretta da un docente universitario, la

professoressa Stella Casiello, membro centrale dell'Istituto Centrale di Restauro.

Allora, dopo aver parlato di quelli che sono gli aspetti più significativi, va bene, volevo ricordare anche

per quanto riguarda il Creator Vesevo, dove sono state realizzate una serie di sculture ad opera

degli artisti più importanti a livello internazionale.

Ora passo a illustrarvi a grandi linee quello che è il programma Più Europa, la Regione Campania

nell'ambito della programmazione 2007 - 2013 dei P.O.R. FESR in effetti ha avuto come tema

conduttore di questa programmazione lo sviluppo urbano e la qualità della vita e attraverso

l'attuazione di un obiettivo specifico che la rigenerazione urbana e qualità della vita intende

sviluppare il sistema policentrico delle città mediante la costruzione di una rete di città e

territori competitivi all'interno dello spazio regionale. L'asse 6 del P.O.R. FESR Campania

prevede, sempre attraverso l'obiettivo operativo 6.1, città medie, la realizzazione di interventi

integrati di sviluppo urbano per migliorare le funzioni urbane superiore e assicurare condizioni

di sviluppo sostenibile, sociale ed economico delle città medie. Quindi anche essendo

programmi che essenzialmente riguardano opere pubbliche, qui più votate a quelle che sono

opere materiali, ma la filosofia è sempre la stessa, cioè la riqualificazione urbana è uno

strumento attraverso il quale migliorare la qualità della vita e dare l'opportunità e la possibilità

di avere un incremento anche, diciamo, per opportunità di lavoro. Nel 2008 la Regione

Campania attraverso un proprio provvedimento ha approvato quindi i programmi Più Europa e

Ercolano è una delle quattro città che ha sottoscritto la delega, quindi in effetti è una delle città

che ha avuto la possibilità di gestire direttamente il finanziamento ottenuto dalla Regione.

Il programma Più Europa si sviluppa su un'area bersaglio che voi vedete perimetrata e campita con

questo sfondo azzurro, prevede 17 opere pubbliche per un totale di importo di finanziamenti di

33 milioni di euro, di cui 27.255.000 euro come fondi P.O.R. FESR, quindi fondi comunitari e una

quota parte come fondi comunali per un importo di circa 6 milioni di euro. Come è possibile

vedere su questa pianta, su questa area bersaglio la parte più significativa di questo intervento

è caratterizzata dal Miglio d'Oro e dagli Scavi e poi tutta una serie di interventi collegati ad esse.

Non da dimenticare è anche un intervento che tende a ricostruire questo intervento qua

attraverso l'interramento parziale di Via D'Annunzio e tende a ricostruire l'unitarietà del Parco

Storico di Villa Favorita.

Allora, passando ad elencarvi tutte le opere pubbliche e ad illustrare quale è lo scopo che si intende,

diciamo, ottenere, quale è il risultato che si intende ottenere, al primo posto dell'elenco degli

interventi del programma Più Europa troviamo la riqualificazione delle aree comprese tra Via

Cortili e Via Mare, che è un progetto condiviso tra il Comune, la British School e il Centro Studi

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Urban Hercolaneum. Allora, l'intervento che riguarda la riqualificazione tra Via Cortili e Via

Mare tende a recuperare questa parte di territorio e il tracciato di Via Mare fino al ponte che poi

porta a Piazza Fontana, la scelta difficile è stata quella di valutare quale era la possibilità di

portare alla luce la Basilica di Nonio Balbo, in quanto portare alla luce direttamente come è

stata portata alla luce parte di Villa dei Papiri per la Sovrintendenza poteva significare che se

non ci fosse stata una protezione dagli agenti atmosferici in questa fase di portare

completamente alla luce la basifica poteva avere un effetto dannoso sull'intervento. L'architetto

Leone già ha spiegato prima che in effetti la riqualificazione di questa parte di territorio cerca

di, comunque, oltre a dare un servizio ai cittadini della zona serve anche per riconnettere il

tessuto urbano che attualmente è separato da una cortina di fabbricati che, diciamo, non

permette una permeazione sia visiva che fruibile dall'asse storico di Corso Resina a questa area.

Questo intervento prevede un finanziamento di 2.600.000 euro e parte di questo finanziamento

serve per gli espropri delle aree, in quanto parte dell'intervento verte su area privata.

Al secondo posto dell'elenco delle opere del programma Più Europa vi è un'altra opera sempre legata

alla fruizione degli Scavi, che è la realizzazione di un teatro cavea e quindi un affaccio diretto

sugli Scavi. A seguito del crollo di due edifici su Corso Resina in corrispondenza del vecchio

ingresso degli Scavi si è ipotizzato di fare un concorso di idee per valorizzare quanto più è

possibile questa area e quindi di portare anche, di riprendere quello che era anche un vecchio

pallino dell'architetto Cosenza, cioè vale a dire di cercare di trovare un contatto più diretto tra

tra il Parco Archeologico e la città stessa. Questo intervento è in effetti un intervento quanto più

delicato, perché è un intervento che va calibrato, in quanto si trova, è un intervento che si trova

proprio sull'area archeologica.

Un altro intervento sempre legato al Parco Archeologico è la riqualificazione ambientale del nuovo

accesso agli Scavi, si cerca di completare la bretella di collegamento che attualmente sta tra la

copertura dell'alveo e il nuovo ingresso agli Scavi, al fine di rendere il percorso sotto l'aspetto

urbanistico più appetibile e anche migliore, sia per i turisti, ma anche per quanto riguarda i

cittadini. Questo progetto è stato redatto dai funzionari della Sovrintendenza Archeologica di

Pompei e prevede, oltre a una serie di spazi attrezzati a verde prevede anche la realizzazione di

alcuni volumi destinati a botteghe con attività attinenti quella che è poi la fruizione del Parco

Archeologico, quindi botteghe, punti di ristoro, perché attualmente il nuovo parcheggio, il

nuovo ingresso agli Scavi è carente di servizi, è carente di strutture.

Al quarto posto dell'elenco degli interventi Più Europa c'è la realizzazione di questo percorso

alternativo a Via Cuparella, con la riqualificazione delle aree libere, oltre a quello che ha detto e

ha illustrato l'architetto Leone questo intervento si riallaccia molto all'intervento di

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riqualificazione di Corso Resina, del tratto che va dagli Scavi a Via Roma, l'Assessore Liberti non

c'è, però mi avrebbe fatto piacere avere un confronto con lui sotto questo aspetto, questo tratto

di Corso Resina, che è un tratto pianeggiante ed è stato considerato potenzialmente un tratto

dove è possibile fare un centro commerciale naturale, per questo tratto l'Amministrazione nel

2007 ha fatto una scelta, quella di riqualificare la strada stringendo la sezione stradale a

vantaggio di una maggiore fruibilità pedonale. Logicamente avendo un invaso stradale e una

sezione della stessa abbastanza limitata ci si è posti davanti a un bivio, cioè quello di rifare la

strada così come era con i marciapiedi di ridotta entità, favorendo la circolazione veicolare,

oppure cercare di rendere più appetibile questo tratto di strada, adeguando i marciapiedi, dico

adeguando, perché in alcuni casi si tratta veramente di adeguamento, in quanto prima avevamo

marciapiedi che erano addirittura di 30 - 40 cm., dove le persone per poter passare dovevano

scendere sulla strada. Sicuramente cronologicamente questo intervento doveva essere

anticipato da un intervento che avesse previsto anche la possibilità per i cittadini, per i

residenti, di poter parcheggiare e quindi percorrere la strada a piedi, in maniera tale da fare

shopping, però l'Amministrazione per questo intervento ha in effetti beneficiato di un

finanziamento dell'A.P.Q., di Accordo Programma Quadro, che prevedeva un cronoprogramma

molto stretto, diversamente si sarebbe perso un finanziamento di quasi quattro milioni di euro,

per cui si è pensato innanzitutto di realizzare l'intervento che desse una svolta qualitativa

all'intervento, ma contemporaneamente si è pensato quindi di inserire l'intervento della

realizzazione di questo nuovo ingresso a Via Cuparella per sopperire a questa carenza.

Un altro intervento inserito nel programma Più Europa è il recupero dell'ex Clinica Cataldo da adibire

a Tenenza dei Carabinieri, fortemente voluto dall'Amministrazione al fine di inserire sul

territorio, di insediare sul territorio una Caserma che desse una maggiore presenza delle Forze

dell'Ordine e anche strategicamente in un'area vicina agli Scavi, al fine di dare un maggiore

senso di sicurezza ai cittadini e contemporaneamente agli investitori di poter fare una

scommessa su questa parte di territorio. Il recupero della ex Clinica Cataldo è un progetto già

completato, è in fase di affidamento e i lavori cominceranno nel giro di due mesi, si stanno

vagliando le giustificazioni fatte dall'impresa e quindi nel giro di due mesi cominceranno i

lavori. Il progetto prevede, oltre al recupero dell'ex Clinica Cataldo, anche diciamo la

trasformazione dell'attuale Comando di Polizia Municipale, da adibire completamento a

Caserma dei Carabinieri, il Comando di Polizia Municipale a sua volta, per quelle che sono le

previsioni dell'Amministrazione, dovrebbe essere sposato in una struttura che si trova nelle

adiacenze del Comune, nell'ex asilo a Vico Posta. Il progetto ci sta, non è ancora esecutivo. No,

allora, il progetto si farà per fasi, allora, il progetto si farà per fasi e nella fase, nella prima fase si

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interverrà sul corpo di fabbrica da demolire, che è l'ex Clinica Cataldo, contemporaneamente,

diciamo durante l'esecuzione del progetto di demolizione e ricostruzione della Clinica Cataldo

saranno poi avviate le fasi per il trasferimento del Comando di Polizia Locale presso la struttura

di Vico Posta.

Allora, un altro intervento che reputo molto importante è l'interramento parziale di Via D'Annunzio,

come potete vedere il Parco di Villa Favorita, che è il parco più bello di Ercolano, è stato tagliato

in due nella metà degli anni cinquanta per la realizzazione di una strada parallela alla fascia

costiera, denominata Via D'Annunzio. In buona sostanza questo intervento ha di fatto tranciato

in due il parco storico più importante della città di Ercolano e l'intervento quindi prevede, ora ci

sono svincoli, ci sono incroci, ci sono fabbricati, prevede l'interramento di tre quarti dell'intero

fronte che separa attualmente i due parchi, il parco inferire e il parco superiore, il parco

inferiore, che come è stato già detto è stato riqualificato, restaurato ed è in gestione all'ente per

le Ville Vesuviane, mentre invece il parco superiore, che necessita invece di un intervento di

restauro, non solo architettonico, ma anche di restauro vegetazionale, è di proprietà del

Demanio e attualmente è in uso al Ministero di Grazia e Giustizia. L'idea quindi di realizzare

questo sottopasso e quella di riconnettere il parco oltre a quello che è una ricostruzione

filologica, storica, e quindi di un corretto intervento di restauro, è nelle intenzioni

dell'Amministrazione cercare di recuperare l'intero parco e farlo fruire all'intera cittadinanza,

cosa non nuova, in quanto anche quando il parco era di proprietà dei Borbone, in particolare di

Ferdinando I, veniva comunque aperto alla cittadinanza per la fruizione dello stesso e

all'interno di questo parco già nella metà, nei primi anni dell'ottocento c'erano delle giostre,

montagne russe, girandola, altalene e quanto altro, che servivano proprio per farlo fruire alla

cittadinanza. Per questo intervento è stato stanziato un importo di due milioni di euro.

Un altro intervento che riguarda il programma Più Europa è il Centro Studi Hercolaneum, che in un

certo qual modo si ricollega al restauro del complesso di Villa Raone, poi cosiddetta Villa

Maiuri, in quanto presso questo edificio c'è stata, diciamo, la scuola di Amedeo Maiuri.

All'interno di Villa Maiuri l'Amministrazione ha intenzione, attraverso il centro studi, di fare

una scuola di formazione di restauro archeologico e quindi l'edificio è stato restaurato e ha

previsto, diciamo, dal punto di vista per il momento strutturale e poi anche sotto l'aspetto delle

attrezzature, locali destinati esclusivamente al restauro dei reperti archeologici. Attraverso il

programma Più Europa quindi quello che inizialmente è nato, la riqualificazione di Corso

Resina, nata inizialmente con i fondi A.P.Q. si è pensato quindi di completare la riqualificazione

di Corso Resina attraverso, inserendo nel programma Più Europa altri due interventi, uno che è

la riqualificazione di Corso Resina nel tratto che va dagli Scavi fino a Villa Favorita e poi un

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ulteriore tratto, che era il completamento, quindi da Villa Favorita fino al confine con la città di

Torre del Greco. L'intervento di riqualificazione di Corso Resina, il tratto centrale, che è quello

che poi permette l'accesso alle più importanti ville vesuviane, è stato oggetto di progettazione

di uno dei più grandi architetti italiani, morto da poco, che è il professore Carlo Aymonino, il

quale con maniera diligente ha calibrato questo intervento affinché non fosse un mero e

semplice intervento di, diciamo non di riqualificazione, voglio dire soltanto un fatto esteriore,

ma ha cercato di dare, attraverso questo intervento di riqualificazione, un segno urbanistico,

cercando di trovare in slarghi o in parti un po' più significative connotazioni valenti sotto

l'aspetto urbanistico e non meramente come fatto infrastrutturale. Quindi lungo questa strada,

in particolare di fronte all'edificio di Villa Favorita, dove attualmente stiamo realizzando un

parco urbano, il professore Aymonino ha previsto di realizzare una recinzione monumentale

con l'inserimento anche di statue con significato allegorico.

Quello che vedete qui è il Centro Athena e in effetti è collegato strettamente all'intervento di restauro

delle scuderie di Villa Favorita, il Centro Athena in effetti significa "antica tradizione e nuove

arti", è la destinazione d'uso che si vorrebbe dare all'edificio storico delle scuderie di Villa

Favorita, collaudate da pochi mesi, all'interno di questa struttura si prevede di trovare un

soggetto che sia in grado di realizzare eventi culturali con manifestazioni a tema e anche è stato

previsto all'interno di esso un Caffè Letterario per una più completa fruizione. In adiacenza del

Centro Athena c'è un altro spazio residuale del vecchio giardino delle scuderie, dove il

professore Aymonino ha in effetti ipotizzato di realizzare una piazza con fontane, giochi

d'acqua, proprio per dare maggiore importanza all'edificio questo qua che è l'edificio centrale, il

corpo centrale di Villa Favorita e anche per dare maggiore risalto all'intervento di restauro

delle scuderie. Questo è il restauro delle scuderie, questo qua invece è Parco Miglio d'Oro.

Allora, il Parco Miglio d'Oro è la realizzazione di questa area a verde, la realizzazione di un parco

urbano dove i progettisti, dove il progetto e la direzione dei lavori è stata affidata dal Comune

all'Ente per le Ville Vesuviane. Il progetto poiché questo spazio residuale nella pianta del Duca

Di Noia veniva indicato come giardino della vicina Villa Arena la Sovrintendenza ha imposto che

in questo parco rimanesse il vecchio tracciato così come si trovava nella pianta del Duca Di

Noia. La realizzazione del parco è pressoché ultimata, però la nuova Amministrazione ha

cercato di dare una marcia in più per l'utilizzo di questo parco, cercando di fare un allestimento

ludico - scientifico, con delle attrezzature per i bambini interattive e poi si è previsto anche

l'insediamento dell'ufficio giardini, non soltanto perché da Vico Posta dove dovrebbe andare il

Comando di Polizia Municipale bisogna trovare un ufficio giardini, ma anche perché si era

ipotizzato che la presenza sul sito, quindi sul posto dell'istituzione potesse essere un deterrente

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per evitare opere di vandalizzazione. Il parco comunque oltre a una riqualificazione dello stesso

è un elemento molto importante, perché mette a diretto contatto due tra le più belle ville

vesuviane, vale a dire Villa Campolieto e Villa Ruggiero, l'estensione di questo appezzamento di

terreno è di un ettaro, quindi anche se non è tantissimo comunque è un polmone di verde che

l'amministrazione sta realizzando.

Un altro intervento che rientra non programma Più Europa è la riqualificazione di Via Pugliano e

anche qui quando è stato fatto il progetto, allora, Via Pugliano praticamente parte da Piazza

Pugliano e arriva fino a Piazza Fontana, quando è stato fatto il progetto di riqualificazione di Via

Pugliano con la consulenza scientifica dell'università è stata presa in considerazione l'idea di

cercare di ridare dignità a questa strada, non soltanto sotto l'aspetto diciamo materico, fisico,

ma anche il tentativo di riprendere quello che era un centro commerciale naturale che

floridissimo nella metà degli anni ottanta e che poi nel tempo, diciamo, si è perso. Quindi un

intervento di riqualificazione che tende a riqualificare le parti pubbliche con la speranza che

attraverso altri interventi di programmazione, tra cui il Piano di Recupero del centro storico, il

Piano del colore e anche attraverso l'investimento da parte di privati si spera che possa

riportare questa strada, che è una delle più importanti strade del centro storico, a quello che

era l'antico splendore. Per quanto riguarda il progetto di riqualificazione di Via Pugliano il

progetto esecutivo è stato già validato, è stata affidata la direzione dei lavori, il coordinamento

della sicurezza, l'Amministrazione entro la fine dell'anno pubblicherà il bando per l'affidamento

dei lavori.

Questo è il tratto di riqualificazione di Corso Resina di cui vi ho accennato prima, che, ripeto,

progettato dal professore Aymonino.

Questo qua invece è il tratto di riqualificazione di Corso Resina che va dagli Scavi a Via Roma, già vi ho

accennato prima che in effetti questo temporalmente si è avviato prima, in quanto legato a dei

finanziamenti A.P.Q., quindi non legato ai fondi degli interventi Più Europa, ma a finanziamenti

precedenti, per cui l'Amministrazione ha dovuto, per evitare la perdita e la revoca del

finanziamento, anticipare questa opera.

Un altro intervento di Più Europa, sempre legato a quella che è la fruibilità del Parco Archeologico, è la

riqualificazione di Via Mare tra Corso Umberto e gli Scavi. Praticamente la riqualificazione di

questo tratto stradale si ricollega a quello che è un programma più ampio e vale a dire la

fruibilità e l'accesso del territorio dal mare, sia attraverso le stazioni ferroviarie che diceva la

professoressa Buondonno e anche attraverso quella che è la riqualificazione della linea di costa,

le cui linee guida sono state concordate nell'accordo di reciprocità con i Comuni della fascia

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costiera vesuviana, che prevede una passeggiata, quindi la fruizione praticamente del mare

attraverso questa passeggiata.

A completare gli interventi di Più Europa abbiamo sia la riqualificazione di strade del centro e del

centro urbano, nelle aree immediatamente limitrofe al Parco Archeologico e la riqualificazione

di Via IV Novembre, che rappresenta attualmente l'asse principale, l'asse di collegamento più

importante tra la stazione della Circumvesuviana e gli Scavi, l'idea di questo intervento di

riqualificazione anche qui è stata quella di avvantaggiare una maggiore fruibilità pedonale, in

quanto è la strada che vede il transito di turisti e quindi di un maggior numero di persone.

L'intervento è stato diviso in due lotti, il primo lotto è stato completato, che è la riqualificazione

del tratto che va dalla Circumvesuviana fino al vecchio ingresso agli scavi e il secondo lotto che

dovrebbe essere affidato di qui a poco, che è la riqualificazione di una traversa che prevede

anche la realizzazione di posti auto, in quanto il progetto di riqualificazione ha previsto

l'allargamento dei marciapiedi, limitando al minimo la sosta delle autovetture, logicamente

bisognava spostare il peso urbanistico su una parte del territorio e quindi attraverso la

realizzazione del lotto B si va a compensare il peso urbanistico delle auto su questa parte di

territorio.

Allora, per quanto riguarda quindi Più Europa abbiamo completato il discorso per quanto riguarda Più

Europa, ora vorrei illustrarvi invece un altro intervento. Allora, un altro adempimento che

l'Amministrazione sta seguendo è il Piano di Dettaglio delle opere abusive. Il Piano di Dettaglio

delle opere abusive è normato dall'attuale Piano Territoriale Paesistico e in ogni caso dall'Art.

23 del Piano Territoriale Paesistico, anche l'Art. 23 della legge 16 tra l'altro prevede che il P.U.C.

deve individuare la perimetrazione degli insediamenti abusivi esistenti al 31 dicembre del 1993

e oggetto di sanatoria ai sensi della legge 47/85 e della legge 724/94, al fine di realizzare una

adeguata urbanizzazione primaria e secondaria e quella di rispettare gli interessi di carattere

storico, archeologico, artistico, paesaggistico ambientale e idrogeologico. L'Art. 23 del Piano

Territoriale Paesistico prevede che: "nelle aree anche vaste dove si addensano le opere

abusivamente eseguite il parere di cui all'Art. 32 della legge 47/85 va reso in conformità alle

prescrizioni contenute in un Piano di Dettaglio da redigersi entro il termine di dodici mesi dalla

data di entrata in vigore del presente Piano a cura del Ministero e con il supporto degli uffici

tecnici dei Comuni interessati". Ho voluto leggere questa parte dell'Art. 23 perché in effetti il

Piano di Dettaglio, come prevede il Piano Territoriale Paesistico, doveva essere redatto a cura

del Ministero e per esso dalle Sovrintendenze, il supporto degli uffici tecnici comunali doveva

essere un supporto per quanto riguardava il reperimento di dati, cartografie e indicazioni,

poiché in effetti la situazione delle costruzioni abusive ad Ercolano è abbastanza consistente,

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perché tra il primo condono e il secondo condono sono state avanzate più di cinquemila istanze

di condono e se contiamo anche il condono ter ne sono 5600, va da sé che quasi un terzo della

popolazione di Ercolano vive in immobili privi di titolo abilitativo e per i quali sono è stata

avanzata richiesta di concessione in sanatoria. Il Comune quindi data l'inadempienza della

Sovrintendenza, inadempienza forse legata ad altri impegni, si è fatto parte diligente e ha

cercato insieme alla Sovrintendenza di trovare comunque una normativa che confacesse quanto

più possibile alla realtà del territorio e al soddisfacimento delle istante. Il Piano di Dettaglio

l'Ufficio ci sta lavorando da quasi tre anni di concerto con la Sovrintendenza e sembra che abbia

quasi trovato la via definitiva. In buona sostanza il Piano di Dettaglio si compone da una

zonizzazione e dalle norme tecniche di attuazione. Considerata la geografia, la morfologia del

territorio e la tipologia degli abusi il territorio è stato suddiviso in cinque fasce, una che

coincide con la perimetrazione fatta per quanto riguardava il piano di recupero del centro

storico, quindi gli abusi fatti nella parte del territorio storicamente più importante, poi abbiamo

l'altra fascia, che partendo dalla perimetrazione del centro storico arriva fino all'autostrada, poi

abbiamo la lascia denominata D3, che va dall'autostrada fino alla linea 2 del Parco, poi abbiamo

la fascia D4 e D5 che corrispondono rispettivamente alla zona 2 e alla zona 1 del Parco

Nazionale del Vesuvio. Questo Piano quindi è costituito dalla zonizzazione e dalla normativa, la

normativa ha delle parti a carattere generale e poi ha delle norme di attuazione che sono

peculiari per ogni singola fascia, logicamente ogni fascia in base alla tipologia dell'abuso e in

base all'importanza del territorio è più o meno restrittiva. Se cominciamo con la fascia D1

praticamente vediamo che in questa fascia si è cercato comunque di preservare quelle che sono

le realtà storiche, culturali e architettoniche, mentre invece nella fascia 2 la normativa consente

di poter, la normativa tecnica di attuazione consente di, diciamo è più permissiva. La fascia

comunque più colpita dall'abusivismo edilizio ad Ercolano riguarda la fascia D3 e parte della

fascia D4, dove la stragrande maggioranza degli abusi è comunque fatta da abusi di necessità e

la tipologia dell'abuso è la tipologia 1, cioè vale a dire immobili realizzati totalmente in assenza

di titolo abilitativo, mentre per quanto riguarda della fascia D1 e nella fascia D2 la maggior

parte degli abusi riguardano modifiche, ampliamenti, verande, quindi sono abusi di rilevanza

minore. La parte più restrittiva di questa normativa è stata fatta nella zona 1 del Parco, dove in

effetti l'unica cosa che può essere contemplata è l'adeguamento igienico funzionale

esclusivamente di edifici legittimi, mentre invece non è consentita la sanatoria per quanto

riguarda gli edifici realizzati totalmente in assenza di titolo abilitativo.

Applausi.

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ARCHITETTO SADA:

Ringrazio l'architetto Di Martino. Mi permetto ora, se l'Assessore non ha niente in contrario, io di fare un

attimo un inciso circa lo scopo di questo incontro, visto che sono al termine, non avendo preso

la parola all'inizio, in modo da lasciare lo spazio a qualcuno dei rappresentanti delle

associazioni che vogliono comunque esprimere il loro contributo. Allora, la finalità di questo

incontro è relativo alla necessità e alla normativa, come avete sentito più volte ripetere, ai sensi

dell'Art. 23 della legge 16 circa l'obbligo di indire consultazioni delle organizzazioni sociali,

culturali, sindacali, economico professionali e ambientaliste, lo scopo di indicare con la stessa

consultazione circa l'iniziativa di Variante per quanto riguarda l'ingresso alternativo a Via

Cuparella e riqualificazione urbanistica delle aree antistanti la scuola sul fonte di Corso Resina e

la necessità circa il procedimento di formazione del P.U.C. per quanto riguarda la valutazione

ambientale e strategica che seguirà di passo passo la redazione del P.U.C. Una cosa importante è

che questa consultazione è propedeutica ovviamente alla proposta di P.U.C. e rappresenta

quindi, spero che è questo il segnale che l'Amministrazione vuole dare, oltre al fatto di essere

obbligati a farlo per normativa, circa un utile momento di interscambio con la collettività per

acquisire suggerimenti, proposte, che poi l'Amministrazione avrà modo di valutare, per

costruire praticamente un piano conoscitivo del territorio quanto più possibile completo. Lo

scopo ai suggerimenti per questo incontro è sollecitare da parte di tutte le associazioni e tutti

quelli che possono essere portatori di interesse circa le strategie di pianificazione da perseguire

per un piano urbanistico comunale, è una occasione, anche perché all'adozione seguono dieci

anni di validità, rientriamo nei termini e nella tempistica, allora prima ci si arriva a una bozza

prima diventa approvabile e la validità di un Piano è di dieci anni, quindi vuole dire che ora

siamo e redigeremo un P.U.C., come hanno i relatori che mi hanno preceduto raccontato noi

stiamo lavorando con un Piano Regolatore Generale ormai vecchio e purtroppo non adeguato

neanche al, come posso dire, alla pianificazione vincolistica che il territorio si è visto poi

attribuire. Quindi sul piano più strettamente procedurale la consultazione propedeutica di oggi

determina l'avvio sostanziale del procedimento di formazione del P.U.C., successivamente sarà

avviata la fase di proposta in senso strutturale del disegno di Piano, sulla base sia delle linee

strategiche dell'Amministrazione Comunale che si è data, sia degli esiti della fase consultiva,

fase consultiva che è sì, sentiamo il rappresentante delle associazioni, ma poi visto che noi

abbiamo adempiuto invitando la bellezza di trecento associazioni non era necessario vederle

tutte qui, ci mancherebbe altro e comunque mi dicono gli operatori del settore che vedere

comunque un po' di gente stamattina è stato già un ottimo risultato, rimane però il fatto che noi

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il nostro l'abbiamo fatto, abbiamo dato comunicazione a tutte le associazioni, a a tutti i

rappresentanti, aspettate, i nominativi sono consultabili presso l'Ufficio tecnico, abbiamo dato

visibilità sul nostro sito web, abbiamo messo manifesti da tutte le parti, addirittura la Provincia

di Napoli si è compiaciuta del fatto che avessimo fatto un qualcosa e che gli altri soggetti

promotori che erano obbligati alle consultazioni direttamente non avevano fatto, ma non per

farci vanto, ma perché abbiamo seguito la procedura, ora aspettiamo un contributo da parte

delle associazioni perché diano non solo un segnale, ma sono a tempo a farlo, non è oggi che

finisce l'operazione. Potete in qualsiasi momento, fino a un certo, voglio dire, non dico

illimitato, ma ovviamente fino a che non arriviamo a programmare e a uscire con una bozza ci

stiamo a tempo a farlo, lo potete presentare via web, lo potete usare consultando il sito con la e-

mail e la P.E.C. legalizzata, potete farlo portandolo a mano, potete venire di persona, avete tutto

il modo di poterlo fare e lo vedrete poi puntualmente posizionato sulla cartografia, cioè gli

interventi, quelle che sono le intenzioni, laddove sono sia come interventi materiali e

immateriali lo vedrete in qualche modo rappresentato sulla planimetria che sarà disponibilità

sul web. La proposta di P.U.C. predisposta, che sarà predisposta dalla Giunta Comunale, che non

ha carattere conformativo, sarà pubblicata, io vi sto facendo un elenco della procedura, sarà

pubblicata per sessanta giorni in un rapporto in uno con il Rapporto Ambientale e per la

Valutazione Ambientale Strategica, in modo da consentire a chiunque la partecipazione

mediante le proprie osservazioni. Il Consiglio Comunale determinerà in merito alle

osservazioni, che contribuiranno a una più completa definizione della proposta di Piano, ad

avvenuto adeguamento degli atti tecnici alle osservazioni accolte il Consiglio Comunale

adotterà i documenti progettuali e entrerà in vigore il regime di salvaguardia, che dura dodici

mesi. Il Piano adottato sarà trasmesso quindi alla Provincia, che potrà decidere nel tempo

ristretto di novanta giorni, e sto ripetendo quello che ha detto oggi Pio Castiello che molto

sinteticamente e molto bene ci ha rappresentato quale è il percosso della VAS, novanta giorni

per l'approvazione del Piano o se del caso per la istituzione di un tavolo tecnico paritario nella

forma della conferenza di servizi che dovrà nel tempo di trenta giorni decidere eventuali

modifiche al Piano. In tale caso il Consiglio Comunale se ratificherà gli esiti della eventuale

conferenza di servizi consentirà alla Provincia di concludere l'iter mediante l'emissione del

decreto di approvazione. Scusatemi, non è polemico ora, dovevo completare, ma mi è venuto in

mente di dire una cosa sulla provocazione dell'architetto Castiello, è evidente che questo è un

percorso obbligato, nel momento in cui non si rispettano questi tempi e questi percorsi

ripartiamo da zero, mi sono spiegato? Non possiamo dimenticarci i Piani che proponiamo o la

Giunta propone al Consiglio Regionale, perché purtroppo poi carta canta e ripartiamo da zero,

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non si può senza tempo continuare in una procedura. Ad avvenuta approvazione del P.U.C. il

Consiglio Comunale, concludo, dovrà adottare gli atti di programmazione degli interventi di cui

all'Art. 25 della legge 16/2004, che sostanziano l'aspetto operativo del Piano, definendo indici,

destinazioni d'uso e modalità di attuazione degli interventi. Contestualmente si adotterà il

regolamento urbanistico edilizio e successivamente si perverrà alla approvazione dello stesso,

di stretta competenza del Consiglio Comunale. Cosa che valuteremo con l'Assessore poi in

consultazione, diciamo, amministrativo politica, anche su questo argomento semmai dovesse

risultare necessario arrivare a un regolamento edilizio prima di una approvazione del P.U.C.

sarà una cosa che valuteremo, perché voi sapete che il territorio purtroppo se non è controllato

con un regolamento certo rischiamo di perdere di mano ciò che succede sul territorio. Io avrei

concluso, quindi se l'Assessore è d'accordo, vedo che mi pare che è entrato il Sindaco, quindi

più autorevolmente chiedo al Sindaco, siccome ci sono degli interventi scritti potremmo

passare, potrei passare il microfono al primo. Possiamo procedere. Allora, c'è il dottor Michele

Caiazzo.

DOTTOR CAIAZZO:

Salve, sono Michele Caiazzo, rappresento una associazione del territorio di Ercolano. Colgo subito al balzo

quanto detto su idee, proposte e suggerimenti, cercherò di essere breve, è un intervento a

braccio questo, perché non è stato programmato, avendo anche poca documentazione, mi

rifaccio solo a quanto sentito oggi e anche nei giorni scorsi. Idee, proposte e suggerimenti,

cominciamo dagli aspetti positivi, innanzitutto ben vengano queste iniziative informative, a

quanto ho capito credo che fosse qualcosa di istituzionalizzato, di dovuto questa informativa e

parliamo un attimino di proposte. Ho particolarmente apprezzato in particolare stamattina

l'intervento dell'ingegnere Acampora quando ha usato una brutta parola, molto spesso mi è

stato detto che è una brutta parola, fotovoltaico, lui lo sa in particolare, io in particolare lavoro

per un Ente di ricerca dove ci occupiamo di energia alternativa, innovazione tecnologica e

ambiente, solo per segnalare che avendone parlato anche lui, sentendo tutte queste proposte

etc. etc. mi farebbe piacere, che ne so, che tutti questi parchi, iniziative, fossero dotati di

impianti fotovoltaici, non risolvono il problema, capisco la difficoltà del momento politico, dove

c'è una forte politica nucleare di nuovo, non risolvono completamente il problema, però mi

piace fare sempre, portare come esempio l'esempio di una città in Germania di centomila

abitanti che è completamente alimentata con fonti alternative ed è esattamente il doppio di una

città come Ercolano, per esempio, una delle nostre forze al sud sarebbero quella, cosa abbiamo,

il sole, abbiamo una delle insolazioni più forte del mondo, non risolve completamente il

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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problema, ma potremmo dare un bel contributo, una bella mano, se si incentivassero politiche

in questo senso. Tra l'altro da noi lavorano anche degli architetti per l'impatto ambientale di

queste strutture fotovoltaiche, dotare le pareti dei condomini, faccio dei ragionamenti un po'

alti su queste cose, quindi coglietelo come proposta, da noi si studiano dei tappetini di

rivestimento, di asfalto per i soffitti immersi di cellette fotovoltaiche per la produzione di

corrente elettrica, quindi immaginatevi quante soluzioni ci potrebbero essere in merito.

Veniamo al seguito, qualche aspetto un attimino negativo, sarebbe facile parlare, lo accenno

giusto così, non con tono polemico, assolutamente, le difficoltà che ci sono sul territorio, potrei

citare esempi del tipo, difficoltà, in questo caso parlo come genitore, dopo vi dirò qualcosa a

proposito della mia associazione, come genitore delle difficoltà che può avere un genitore per

esempio a trovare una struttura sportiva per un ragazzo, a fare un po' di iniziativa, che ne so,

del teatro, trovare delle strutture, non mi stancherò mai di ringraziare chi estemporaneamente

periodicamente ci fornisce delle strutture per fare provare un po' i ragazzi per delle iniziative

teatrali etc. etc., potrei parlare delle difficoltà scolastiche che hanno i ragazzi, per esempio in

particolare, Ciro, mio figlio, l'ho vissuta come esperienza, purtroppo per quanto sia valida la

didattica e la struttura scolastica giù in Via Macello c'è una strada terrificante, specialmente

nelle giornate di pioggia. Ma non lo dico con tono polemico, lo dico semplicemente

costruttivamente per dire che tutto ciò, oltre ai problemi sociologici, crea disagio. Mi riallaccio a

quanto ascoltato anche l'altro giorno, un'altra iniziativa, un altro convegno presenziato

dall'Assessore Torello, crea disagio, ho colto una parola da quello e mi riallaccio subito alla mia

proposta, il disagio è tutto ciò, anche ciò crea disagio, un ruolo molto importante riveste anche,

oltre agli operatori, amministratore, psicologici etc., anche il volontariato. Perché dico ciò? Ecco,

adesso mi qualifico, faccio parte di una associazione di volontariato per persone in difficoltà sul

territorio di Ercolano e posso portare la mia esperienza. Chiedo scusa, forse mi sono perso

qualcosa, encomiabili le iniziatiche parchi, riqualificazione ambientale, ma in quanto erano

state invitate delle associazioni credo, spero di avere sentito parlare poco di strutture sociali,

non riesco ad immaginare una città moderna, europea e solidale, una città, un territorio

moderno, solidale, europeo, non dotato o quanto meno con scarsissime strutture sociali e con

ciò mi riallaccio a bomba alla nostra esperienza. Adesso scendo un attimino più nello specifico,

ripetetelo, estendetelo come esempio a qualsiasi altro tipo di attività, teatrale, sportivo o altro,

io vi parlo della disabilità, perché è quello su cui sono ferrato, ahimè, da un bel po' di anni.

Qualche anno fa eravamo riusciti a mettere su una struttura, non sto cercando di tirare nessuna

acqua al mulino con questo, eh, per carità, sovvenzionata in parte, perché noi, voi lo sapete, la

disabilità, il mondo dell'handicap è un problema nel problema, nel problema sociale è un

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problema un po' più particolare, eravamo riusciti a mettere su questa struttura, perché noi

pensavamo, eravamo partiti come associazione che si occupava del piccolo momento

estemporaneo ludico ricreativo per persone con difficoltà, la gita, lo spettacolino, però poi

abbiamo avuto delle idee un attimino più grandi. Nel senso che perché non creare delle

strutture stabili, durature, che siano delle, noi lo chiamiamo appunto oasi, faro, questa

iniziativa, continuo a ringraziare, a proposito, l'Amministrazione Comunale di Ercolano che ci

fornì le strutture per portare avanti questo progetto, purtroppo, ahimè, un anno sovvenzionato,

un anno di nostra iniziativa siamo riusciti a continuare e a portarlo avanti, però purtroppo quel

progetto è finito, la domanda continua ad arrivarci. Non voleva essere semplicemente un centro

di accoglienza per disabili, bensì anche un centro di ascolto per le famiglie, perché ricordo a

qualcuno che lo dimenticasse che nella disabilità è disabile anche il genitore, il parente di chi

sta, chi accudisce una persona disabile. Vi ripeto, prendetelo come esempio generale, eh, può

essere esteso anche ad altri tipi di forme associative, ecco, torno a bomba, nel disagio riveste un

ruolo importante il volontariato. Voglio dire semplicemente, capisco tutte le difficoltà

burocratiche, ma potete contare su di noi, qualcuno dice: "sì, costruire una struttura è facile, ma

poi come la si mantiene"? Per questo ci tengo a ripetere che ci sono delle persone, tornando alla

sfiducia nelle istituzioni di cui si parlava prima, sì, per carità, sfiducia, però ricordo sempre a

qualcuno che da soli gli amministratori non possono fare nulla, siamo noi cittadini che

dobbiamo anche dare una mano a loro. Molto spesso anche in passato si è parlato di

cittadinanza attiva, facciamoli veramente i cittadini attivi e diamoci una mano tutti quanti, la

crisi è grossa, solo così se ne esce, non abbiamo alternativa. Fondi ce ne sono pochi, c'è

qualcuno, ahimè, perdonatemi la citazione, che dice che la cultura in una città di cultura dove

siamo non si mangia, permettetemi di dire che con la cultura si mangia e si beve anche, si può

anche bere e si può anche stare bene con la cultura, ho pensato alla Villa dei Giganti di Pompei,

pensando agli Scavi di Ercolano ce li abbiamo a cinquanta metri qui, guardatelo come paragone.

Semplicemente, concludo, ecco, contate su di noi, è inutile starvi a rammentare, a darvi lo

sprone per proseguire con questa iniziativa, ben venga la riqualificazione del territorio, però

perdonatemi, e mi aspetto una risposta, abbiamo anche presentato delle proposte, progetti,

ecco, per centri diurni, che non siano strettamente solo per disabili, eh, dei centri di ascolto per

persone in difficoltà in genere, e guardate, ce ne è tanta di difficoltà, sociale, sociale, ok, per

creare dei momenti. Tutto ciò tra l'altro ha contribuito anche a qualificarci, noi, perché abbiamo

tenuto anche dei corsi, per esempio corsi per autistici, abbiamo imparato anche noi stessi e

quindi vogliamo mettere a nostra disposizione la nostra cultura, le nostre menti, le nostre

braccia e i nostri cuori all'Amministrazione Comunale.

CRES s.r.l.

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Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio. Ovviamente queste non sono parole al vento, perché sono registrate e trascritte. Il secondo

intervento è del signor Riccio, della Chiesa Apostolica.

SIGNOR RICCIO:

Salve, mi presento, sono il Pastore della Chiesa Evangelica Apostolica di Ercolano, che è una delle

diversità di confessione religiosa esistente qui nel paese. Mi sembrava, vorrei portare il mio

supporto dicendo che in Ercolano, con tutto quello che c'è, cultura, grandi aspettative, grandi

progetti, mi sembra che si è dimenticato un attimo che possano esistere anche diverse

confessioni religiose. A questo vorrei dire che noi abbiamo già portato avanti un progetto dove

vogliamo inserirsi all'invito dell'amico qui presente come associazione, che dice "diamoci una

mano", nella nostra struttura nel piccolo progetto abbiamo messo come braccio quella che può

essere una struttura attiva per i disabili, per le persone della terza età, una casa famiglia,

qualcosa che possa passare alla praticità. Questo può avvenire, sempre dandoci una mano,

perché noi già abbiamo acquisito il terreno in Via Caprile, quindi un progetto che può avere un

facile, come dire, risultato, non a lunga durata, quindi vi invito a fissare dei termini per il P.U.C.,

in modo che tutti quanti noi possiamo dire: "abbiamo avuto una sfida e ci siamo riusciti".

Ringrazio tutti quanti voi per l'invito fattomi, per il resto aspetto risposte.

Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Grazie. Il prossimo è Ciro Iengo, che ben conoscete.

SIGNOR IENGO:

Mi permetto di stare qui e di potermi sedere, perché...

CRES s.r.l.

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ARCHITETTO SADA:

Prego, prego, era per comodità che...

SIGNOR IENGO:

Io ringrazio l'architetto e quindi l'Amministrazione che dà questa opportunità, ma per non essere

polemico vorrei almeno fare una precisazione, perché qualche Amministratore stamattina

diceva che pareva che fosse la prima volta che si tenesse un incontro del genere, ma siccome

anche per il passato si sono avuti degli incontri appunto per avere l'opportunità di osservazioni

quando ci sono state anche altre attività progettuali, io ricordo una serie di possibilità che

abbiamo avuto quando ci siamo incontrati appunto nel Parco di Villa Favorita, il parco inferiore,

all'inizio che si parlava di P.U.C. e quanto altro, specialmente per le grandi aziende o

imprenditori turistici che potessero dare il proprio contributo, quindi è solo una precisazione,

perché spesso quando si è politici ci si perde nei rivoli e non si è attenti a tutto quello che viene

fatto da un Consiglio Comunale o da una Giunta, quindi si dimenticano delle cose e passa come

se fosse la prima volta che si faccia una cosa. Un'altra cosa che non è polemica, ma ci tengo a

precisare, è che questa città vive appunto dal 79 d.C., quindi io spesso sento dire "il 2000, il

2002", ci sono state delle Amministrazioni precedenti che hanno dato il loro contributo, anzi,

sono state delle Amministrazioni successive a quelle precedenti che vuoi per invidie, gelosie,

colori politici diversi, ti bloccano dei provvedimenti. Intanto, siccome la mia associazione si

chiama "Città del Sapere", è una associazione che dice: "Bisogna sapere e bisogna conoscere".

Quindi sapere significa avere conosciuto che questa città ancora prima di tutto quello che è

stato redatto dopo il 2000 ci sono stati altrettanti progetti, ecco perché ci sono state le scuole

(inc.) della 488, non voglio fare nessuna.., però una cosa che ci tengo a precisare, questa città già

dovrebbe essere dotata di un approdo turistico, approdo turistico che abbiamo avuto la

capacità di poterlo portare avanti nei Piani Triennali che si sono succeduti, e qui ci stanno i

tecnici, per circa dodici anni, perché l'approdo turistico è capitato a un sindaco che per caso l'ha

fatto per circa due anni e due mesi, fece l'appalto, l'approdo turistico fu vinto da una azienda di

cui si parlava si chiamasse Savarese, mentre invece i politici mettevano nelle buste convinti che

magari vincessero altri, rimasero come i fessi, perché la persona che ha vinto non era quella di

cui alle buste. Quindi, c'è stato chi ha fermato un approdo turistico, c'è stato chi ha fermato la

funicolare del Vesuvio, c'è stato chi se non si finisce di fare lotte intestine nella politica i poveri

Uffici Tecnici saranno sempre oggetto di ubriacamenti, perché la politica riesce a ubriacare, a

ubriacare addirittura solo a guardare, oppure solo a pensare. Io vivo un apprezzamento che

CRES s.r.l.

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stamattina ho visto alcuni miei amici, che sono sempre amici (inc.) avere qualche cosa di

diverso, perché apparivamo quasi tutti agricoltori stamattina, io sono superconvinto e contento

che quando c'è stato l'Assessore Emma Buondonno ha puntato su quella strategia del 2006 e

del 2007 di mettere su insieme a tutti quanti noi, perché poi noi abbiamo dato questo

contributo, non vuole essere nessuna storia, ma del perché dovrò dire di fare delle osservazioni

o di dare un contributo di idee a un laboratorio più ampio, per poter dire: "si può anche fare

questo, perché ce ne è la possibilità" e ancora prima, anzi, successivamente all'approdo turistico

che è stato bloccato, ma bloccato seriamente, perché poi dopo si trovavano le scuse della

batimetria, l'approdo turistico in quella fascia poteva essere fatto dappertutto, perché poi ci sta

gente che fa come San Tommaso e va persino dal Comandante dell'epoca e si fa dire del perché

non si è più fatto, perché non si voleva che si facesse. Ecco perché spesso noi siamo solo

additati, ma c'è chi ha avuto la capacità di diventare capo dell'Amministrazione e di non fare

andare avanti determinate cose, allora io dico a questa Amministrazione o tutte quelle che se

succederanno, di andare a vedere che significa essere sindaco, Assessore, Consigliere, che cosa

è il Comune, che cosa è l'Ente Autarchico, che cosa è il modus facendi di chi deve amministrare e

di andare a vedere che cosa c'è. Pare la canzone: "che cosa c'è"? Bisogna andare a vedere

assolutamente, perché io mi sono dovuto permettere da semplice cittadino di ricordare al

Sindaco, all'Ufficio Tecnico, che nel 1991 era stato presentato in Consiglio Comunale un Piano di

Parcheggi, perché se lo avessimo avuto sicuramente la città sarebbe stata più accogliente, più

ospitale, più capace di fare incoming. Adesso ci sta gente che si sta permettendo di fare

l'incoming (non chiaro), un'altra questione dura di comprendonio che ha questa città, di tutti

quanti noi, dal politico al cittadino, dall'imprenditore alla agenzia e da chi per loro è quello di

non capire che la città bisogna amarla, se non si ama non la si può far crescere, se uno

amministra deve assolutamente pensare di: "io devo dare risposta a chi mi ha chiesto di

impegnarmi per quella determinata cosa". Allora io vi dico che state prendendo un buon

percorso, perché era pure necessario, se no poi dopo si dice: "abbiamo perso il treno", no, di

treni questa città ne abbiamo persi parecchi, per la dabbenaggine, per l'idiozia, per la

demagogia, per la faziosità, per la pretestuosità, per il manicheismo più assoluto, il

manicheismo più assoluto. Ripeto, non voglio fare tutti gli annali, ma prima del 1995 ci sono

state delle Amministrazioni che avevano predisposto, se andate negli archivi ci stanno dieci

passeggiate archeologiche, dieci, e di qui mi dispiace che Olimpio ha chiuso l'elettronica, perché

volevo fare vedere a quanti presenti si può determinare dove abbiamo abbattuto quei due

edifici si poteva fare anche il resto, come la Spagna, con i fondi della comunità europea

addirittura si è inventato le coste. Coraggio per essere Amministratori pubblici, coraggio per

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poter condividere con i propri tecnici le scelte politiche territoriali per fare sviluppo.

Immaginiamo per un attimo, e questo lo suggerisco all'architetto Sada e a quanti sono presenti,

quando abbiamo abbattuto i due palazzi di Corso Resina corremmo a vedere, qualcuno si diede

da fare, perché poi non tutti si danno da fare, c'erano appena 39 famiglie nello scorcio che va

dallo scavo al teatro romano, ebbene, una seria, corretta passeggiata archeologica sarebbe

riconvertire le case in attività produttive, con un Piano Casa alternativo a quello che sta sullo

Scavo, perché a me quella passeggiata che ha fatto la Sovrintendenza Archeologica io mi sarei

andato a confrontare e dire: "Stato, Sovrintendenza, non l'hai fatto"? "Eh, ma mica tu (inc.) sta il

piede che si mette in mezzo", cade e non riesci a fare, suggerisci, ma ti viene sottratto, suggerisci

di delocalizzare la Posta e magari fare la piazza e scendere meglio sotto al parcheggio che si

deve fare sotto terra, no, prima si dice sì e poi si dice no. Allora io lo dico, e mi dispiace che non

ci stanno quei giovani che stamattina stavano, per poter capire di non essere presi per i fondelli,

solo sulla possibilità di dire: "io ti do questo, tu mi dai quello, io ti do questo altro, io ti do

quell'altro".

Passiamo alle osservazioni e ai consigli, D'Annunzio, parco inferire Favorita, parco superiore Favorita, ci

stanno delle aree, io ricordo che nel P.U.C., perché l'ho seguito, ricorda benissimo l'architetto

Leone che era presente, l'architetto Foglia, che non tutti giustamente conoscono o conosciamo,

che nella formulazione del P.U.C. quando lo stavamo immaginando ad attivarlo mi permisi di

dire, e non so se poi è stato fatto, quindi io manderò comunque, attraverso anche questo foglio

di cui posso permettermi di scrivere, oppure al mio Presidente di consigliare, siccome è stata

individuata una area camper, ma non ricordo precisamente quale è il luogo, perché io più volte

mi sono permesso di incontrare il direttore di Plane Air, Plane Air è quel bellissimo settimanale

o mensile che parla della campieristica e la campieristica permette l'economia a un paese,

perché tanti sono quelli che con il camper vorrebbero venire in questa città. Ci stanno delle

zone, l'architetto Leone sta facendo capire, io vi suggerirò quale è, ci sta una area di diecimila

metri di terreno che già stavamo iniziando per poterla fare attivare ed è rimasta morta, ma

adesso ci sta chi può accompagnare gli imprenditori a non avere detto: "non si può fare, questo

così, quello colì", insomma ci sta chi sa, chi conosce, che può suggerire e quindi con

l'Amministrazione si possono individuare le capacità e le possibilità di sviluppo in questa città.

Area Favorita, progetto integrato, diciamo dove è l'ex concerie, ci stanno degli imprenditori che si

stanno attivando, magari può darsi che verranno anche dall'estero, è capitato di avere degli

incroci di possibilità e lì giù alla conservazione e non, a giusta ragione, poi mi correggerete,

sulla questione delle possibilità sulle strategie per le aree di fascia costiera, la riduzione del 60

per cento, pare che ci sia una zona che debba assolutamente essere ridotta sul 60 e sul 40, ma i

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Piani di Recupero in una zona R.U.A., di Recupero Urbanistico Ambientale, si possono fare sia

recupero che conservazione dello stabile, perché quella conservazione di quello stabile, caro

Gioacchino, che tu sai benissimo, può diventare sviluppo che può andare da un museo a un

ristorante, plusvalente, per poter fare determinate cose. Quindi area ex concerie, perché

quando il buon Consigliere Maddaloni stamattina parlava e diceva di immaginare e di pensare

di fare una area industriale dove tu ce l'hai e la fai ecocompatibile, e la fai ecosostenibile, già ce

l'hai, non so se rendo l'idea, perché mica devo andare a fare un P.I.P.? Perché il P.I.P. lì già c'era,

però il P.I.P. diventò una pippa, perché qualcuno non volle che il P.I.P. si facesse e fece fare una

pippa, qualche Sindaco che non l'ha voluto, sì, rimase una fumata, dice: "facciamoci una fumata,

perché mi fugo una pipa e mi vado a addormire". Cerco di sdrammatizzare, perché io avrei

voluto addirittura farvi vedere un documentario, ma non mancherà, perché "La Città del

sapere" si darà da fare molto seriamente.

Area adesso quella specifica che era quella di oggi, la Cuparella, di quando va sotto terra, di 14 metri,

no, il parcheggio, in effetti? Leone, il parcheggio che si sta individuando, di un livello? Come

quello che teniamo, diciamo, lì, perché è un livello.., va bene, anche se potesse riuscire di più,

perché quando con (inc.) Condotte, se ne sono andati alcuni, stavamo per fare i parcheggi

sotterranei fu visto che si potevano fare di due livelli, perché chi è che non conosce lo sprofondo

che esiste a piano raso da Corso Resina con il Piano Raso dello scavo di Ercolano che non sia 30

metri, per cui si potrebbe fare anche, è un suggerimento, ma la paura quale è, che quando tu vai

a scavare ti trovi il soldino, oppure il reperto archeologico, viene il Principe d'Elbeulf e se li

porta in Francia, invece Carlo di Borbone fece bene, e approfitto che quello si diceva, parlando

di Corso Resina, che dagli Scavi alla Reggia di Portici è l'unico centro serio commerciale che può

nascere nella città di Ercolano, perché i negozi sono a spalla l'uno con l'altro, anche perché con

Portici, rispetto (inc.) comunemente a Torre del Greco, perché i tre Comuni hanno un protocollo

di intesa, se no i trenta milioni sul Progetto di Reciprocità non si potevano prendere, accordi

con Portici, si fa questa passeggiata Borbone - Maiuri, perché poi diciamo Maiuri per dire così,

che abbiamo vinto anche un documentario.

MAV, si permise una volta un signore che stava al Municipio di suggerire all'Ufficio tecnico tutto ciò

che sta alle spalle, tutto ciò che sta alle spalle del MAV e il buon Olimpio Di Martino fece una

bella U che è rimasta sulla carta, anche perché anche lì ci vuole coraggio, era una U dove erano

previsti bistrot, o mercato o addirittura ristorantini, queste cose, una bella U, che si può fare. Eh,

ci vuole la bomba ha detto... Saliamo un poco.

ARCHITETTO SADA:

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Non la voglio interrompere, eh, ma dobbiamo la parola anche agli altri.

SIGNOR IENGO:

Basta, sì, sì, ho finito, poi dopo manderò qualcosa per iscritto. Una cosa molto seria è il Piano di

Attuazione che il Presidente Gasparrini ha fatto nell'area ex discarica nel fare il Piano di

Attuazione del Parco Nazionale del Vesuvio, lì non so se tutti sanno che il Piano di Attuazione

prevede dal fotovoltaico al turistico ricettivo, all'artigianato e a quanto altro, logicamente

imposto ai proprietari, come è stato imposto ai Ranieri, perché lì le cave devono assolutamente

fare le bonifiche e quindi anche lì c'è sviluppo. Il Consigliere Maddaloni ha parlato giustamente

di Summonte, allora vanno individuate, perché ricorda bene l'Assessore che noi queste cose le

andammo tutte quante guardando e spesso poi rimangono sulla carta perché non sempre si va

d'accordo, l'unica cosa seria è che la politica deve andare d'accordo, opposizioni e gestione,

dove si fanno degli incontri e poi si trova la risultante per poter fare sviluppo, se no i nostri figli

faranno una brutta fine, cioè tutti vanno via, questa città commerciale, lo sa bene Marco

Cozzolino, perché non vedo nessuna associazione di commercianti, mi dispiace, ma non

accettano suggerimenti. Solo una cosa, la Sovrintendenza ha imposto il verde sul Duca Di Noia

di fronte alla villa, mi potevamo, io lo dissi, però poi ti devi stare zitto, perché se no dice: "oh,

l'ha detto questo", è meglio che lo dice chi lo deve dire, lì sotto altrettanto si potevano fare dei

parcheggi. Un attimo, stia calmo Colantuono, poi dopo lo so che lei deve intervenire. Allora, noi

ci siamo fatti, diciamo, fregare per una ennesima volta e quindi penso di smetterla, io tenevo un

bel po' di cose, ma sicuramente suggerirò, suggerirò, perché in effetti mi sono permesso, perché

poi nell'amare la propria città, il proprio territorio, l'ho detto in più occasioni, non c'è bisogno

di fare assolutamente l'Amministratore, si può fare tanto di più, invece di fare demagogia,

faziosità, pretestuosità e rimanere le città languide, come dire, rimanerle così, lugubri, senza

luci, solo ombre, invece le luci noi le possiamo accendere se facciamo il nostro grande dovere di

amministratore, ed ecco, il signore ha detto: "noi vi vogliamo dare una mano", i cittadini

devono, dobbiamo dare una mano, ma quando non ottieni la mano dei cittadini e quelli gli

amministratori sono peggio dei cittadini, perché a volte capita pure che uno poi non sa proprio

niente, un altro non si vuole interessare, un altro fa così, il Sindaco perde tempo dalla mattina

alla sera, gli Amministratori perdono tempo fino a sera, i Consiglieri perdono il tempo dalla

mattina alla sera, i Commissari perdono il tempo dalla mattina a sera e vengono gli sfasci

generali. Allora agli sfasci si risponde non come dice il buon Berlusca, con la politica del fare,

dedicando, dedicando, non prendendo per i fondelli per avere un voto che non serve, avere un

voto e poi non saper servire.

CRES s.r.l.

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Applausi.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ringrazio Iengo. È mancata qualcosa.

SIGNOR IENGO:

No, è un piacere, perché ci stiamo dando da fare per i nostri contadini, perché io sono ritornato contadino,

per chi non lo sapesse, ci interessiamo di pomodorini, Ercolano adesso li comincerà a mandare

in tutto il mondo, perché mi capitò in una Giunta, quando mi interessai di pomodorini, avendo il

turismo, che il turismo enogastronomico è la prima possibilità di sviluppo per la città, io ho

continuato a interessarmi del pomodorino, quel signore invece crea solo casini per far fare

casini nelle Amministrazioni, dice: "e tu che c'entri con il pomodoro, se io tengo i prodotti

tipici"? "Ma io tengo il turismo enogastronomico", allora ci stanno anche le presunzioni di chi è

convinto che una volta eletto sa, però non va a chiedere, perché se uno vuole sapere e vuole

conoscere deve essere insegnato e deve imparare, se non vai a chiedere non imparerai mai. Io

sono un pessimo insegnante mentre invece diceva qualcuno, dice: "io poi sarà la deformazione

professionale, sono un insegnante", "sono un insegnante", "dobbiamo vedere poi se dopo non

fai i guai di qua e di là", infatti spesso c'è gente che li fa sia di qua che di là. Architetto Sada, io la

ringrazio.

ARCHITETTO SADA:

Ringraziamo Ciro Iengo e passo il microfono al dottor Gentile.

SIGNOR IENGO:

Allora, c'è un progetto approvato, che a un Sindaco capitò di fare un bando, non lo vince forse chi doveva

riuscire, non lo so, può capitare, è stato già approvato questo, sta pure in Regione, verso un bel

po' di anni fa, "Città a dimensione di bambino", approvato dalla Regione, tutta la città è stata

programmata con una serie di architetti e di ingegneri di questa città, che hanno dato il proprio

contributo, quindi si possono fare gli stralci di tutto questo grande progetto, che è come se fosse

un nuovo Piano Urbanistico, ma non Regolatore Generale, perché è solo per la valorizzazione

dei beni ambientali e culturali, "Città a dimensione di bambino".

ARCHITETTO SADA:

È difficile togliere il microfono al signor Iengo. Allora, dottor Gentile, nuovamente.

CRES s.r.l.

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DOTTOR GENTILE:

Grazie, io sono Gianni Gentile, faccio l'agronomo, non sono ercolanese, anche se vivo da 25 anni ad

Ercolano. Credo che stasera, in rappresentanza anche dell'Ordine di cui faccio parte, credo che il

compito sia non di dare proposte, ma credo che chi stia programmando abbia bisogno di dati,

soprattutto, per una corretta programmazione. Se ho colto bene il segno stasera del senso di un

P.U.C., ha in sé due cose fondamentalmente, una programmazione di tipo urbanistico

territoriale e una di ipotesi di sviluppo di una città, di ipotesi di sviluppo che passa attraverso

una riqualificazione della medesima in senso ambientale, no, complessivamente. Della parte

relativa all'ambiente, per quanto riguarda gli aspetti architettonici, urbanistici, di fruibilità, è

ovvio che ci sono esperti, che qualcuno mi dica stasera: "il sistema circolatorio in senso orario o

antiorario", non sono esperto di trasporti, per cui va bene che ci sia l'esperto che lo faccia, come

agricoltori però ci troviamo in mezzo a quello che è l'ambiente architettonico antropico e quello

che è l'ambiente naturale puro. Cioè noi siamo utilizzatori di territorio, utilizziamo, uno dei

nostri strumenti di lavoro è il territorio, per cui la prima tutela del territorio passa attraverso di

chi la utilizza per poterlo lavorare. In questo momento la situazione agricola della fascia

vesuviana è drammatica, non diciamo difficile, è drammatica, non so se sapete in questo

momento, come si vede dalla pubblicità, è in corso il Sesto Censimento Decennale

dell'agricoltura, l'Istat incrociando una decina di banche dati importanti, cioè l'I.N.A.I.L., I.N.P.S.,

Ufficio I.V.A., Ufficio Registri etc. etc. ha rilevato che esistono potenzialmente su Ercolano

trecento aziende, non tremila, non trentamila, trecento, rilevabili da dati statistici, dai primi dati

che stanno venendo fuori le aziende agricole reali sono meno di duecento. Cioè noi parliamo

della difesa di un territorio, di un ambiente dove le aziende non ci sono più e stanno

scomparendo a un tasso di mortalità elevatissimo, perché in queste condizioni il territorio non

lo possono utilizzare, i loro prodotti, benissimo, il pomodorino, ma io ci credo nel pomodorino,

ma non risolverà il problema, perché noi ci confrontiamo su un mercato mondiale, questo anno

l'uva 35 centesimi al chilo, non la raccolgono. Io sto facendo dei lavori a San Giuseppe

Vesuviano, non è stato raccolto, San Giuseppe, Terzigno, a parte la discarica i prezzi sono giù, il

pomodorino, arriva il pachino, noi ci confrontiamo in un mercato mondiale, quindi avere il

prodotto di eccellenza va bene, però non risolve il problema, l'agricoltore però, l'ostinato

agricoltore delle falde del Vesuvio non lo sa, ma produce qualcosa di importantissimo, produce

ambiente, è una produzione non quantizzabile, una produzione che difficilmente si riesce a..,

non si riesce a dire quanto costa a chilo l'ambiente, quanto costa al metro, però è utile. È utile, e

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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faccio il paragone con un altro territorio analogo, la penisola sorrentina, no? Senza quei quattro

agricoltori ostinati, folli, la penisola sorrentina non esisterebbe e non esisterebbe il paesaggio

che gli albergatori si vendono. Allora se in questa ipotesi di sviluppo non si trova il modo di

legare chi difende il territorio alla terra, no? L'agricoltura parlata è bellissima, l'agricoltura

lavorata fa sudare, diceva il mio professore di agronomia: "la terra è bellissima, peccato che è

bassa", no, per cui fa venire il mal di schiena. Perché un giovano dovrebbe essere incentivato a

rompersi la schiena per non produrre reddito, ma produrre territorio per chi di altra categoria

ne usufruisce, se lo vende e lo incassa. Allora, o in un progetto di sviluppo si rende l'agricoltore

prima che produttore di pomodorini custode del territorio e si trova il principio con una tassa

di soggiorno, con una imposta qualsiasi, di legarlo alla tutela di quel territorio, o altrimenti tutto

quello che si dice per quanto riguarda... perché ho sentito la parola agricoltura attraversare

questa sala in maniera trasversale e si è detto pure: "anche il Papa parla di agricoltura". Io dico:

"purtroppo tutti parlano di agricoltura, pure il Papa, tranne che gli agronomi e gli agricoltori",

allora se facciamo parlare prevalentemente i tecnici di agricoltura forse, di cosa hanno bisogno

gli agricoltori, forse qualche, diciamo, risposta in più e qualche risultato lo otteniamo. Questo

per quanto riguarda l'agricoltura della fascia alta, che ha una funzione di tutela del territorio,

idrogeologico, rischio frane, insomma andrebbero pagati e mantenuti, questi appena duecento

imprenditori, non duemila, non tremila, sono rimasti in duecento a difendere il territorio e in

termini di costi sociali rispetto agli interventi che loro vanno a fare è basso, perché mantenerli è

molto meno oneroso che poi riparare i danni consequenziali all'abbandono. Se si abbandona la

vite, no, noi sul territorio abbiamo delle coltivazioni tipiche, l'albicocco, la vite e il pomodoro,

molte volte consociate, in termini di tutela del territorio quello che conta sono le coltivazioni

arboree, sono quelle che difendono il suolo, le coltivazione erbacea da un punto di vista della

difesa del territorio è poco, è zero, se sparisce l'albicocco e se sparisce la vite quel territorio

frana. Allora se si pretende da una ipotesi di sviluppo di dire: "venderai i pomodorini e venderai

l'uva perché io ti faccio la strada e tu con quello potrai mantenere il territorio" ma stiamo

lontani mille miglia, stiamo costruendo una ipotesi di sviluppo paesaggistico dove chi deve

spaccarsi la schiena non ne ha più voglia, non ci sono i mezzi e non ci sono le risorse. Allora

questo lo si risolve con delle misure o di tipo locali, nell'ipotesi di sviluppo una tassa ambientale

di un euro al giorno, di dire trovando i parametri o sedendosi con la Regione, dove la Comunità

Europea stanzia una serie di misure, i cosiddetti interventi non produttivi loro li chiamano,

dove questo anno hanno previsto i muretti a secco, ma devono essere forme di incentivi,

proprio di sistema non di agricoltura a pioggia, ma di affidamento della tutela del territorio,

perché il Vesuvio ci cade addosso, la montagna ci frana addosso. Scendo un attimo a valle, dopo

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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la parte alta, la fascia giù dove c'è la floricoltura, prevalentemente, un po' che è avanzato verso

l'alto, ma prevalentemente giù. La floricoltura è in regressione, è in regressione, perché le

nostre aziende sono piccole, vale lo stesso tipo di ragionamento, dice: "smontiamo tutte le

serre, il paesaggio è più bello", bene, se smontiamo tutte le serre quel giardino poi chi lo

pulisce? Perché io smonto la serra dove non lavoro, poi dovrei fare un giardino a servizio di chi?

Perché dovrei fare il giardiniere pubblico in proprietà privata? Allora o si trova modo di

incentivare questo, altrimenti il territorio ma difficilmente, voglio dire, si trova un giovane da

incentivare, da dire: "guarda, mantieni quel posto", "perché, per quale motivo"? Questa ipotesi

di affiancare attività poi collaterali a integrazione di reddito poi bisogna interloquire, ma

seriamente, no, ma proprio seriamente, due minuti e chiudo, seriamente con gli altri custodi del

territorio, Sovrintendenza e Ente Parco. Cito solo un esempio, poi hanno smesso di venire da

me allo Studio le persone a chiedere, agriturismo, facciamo l'agriturismo sul Vesuvio, immobile

condonato con condono 1985, mi risponde l'Ente Parco, che non devo muovere, mettere un

chiodo, mi dispone l'Ente Parco: "non lo puoi fare l'agriturismo, perché non hai avuto ancora la

definizione della istanza di condono", dico: "ma guarda, io non metto un chiodo", risposta:

"assolutamente", cercando di ripulire un terreno mi hanno parlato, una parola che non avevo

mai sentito, la rinaturalizzazione del terreno, cioè io non coltivo un terreno per dieci anni,

secondo qualcuno è rinaturalizzato. Non significa niente rinaturalizzato, è una parola che sul

vocabolario non esiste la rinaturalizzazione, se la sono inventati, perché di agricoltura

purtroppo non parlano gli agricoltori e non parlano gli agronomi. Chiudo adesso con un'altra

piccolissima riflessione, noi stasera abbiamo aperto il libro dei sogni dove ognuno scrive il suo

rigo, la sua letterina per Natale della "città che vorrei", no? È ovvio che tutti questi progetti se

non c'è la partecipazione attiva del cittadino ad assecondare e a credere in questi progetti non

servono a niente, se io credo che la riqualificazione di quella piazza sia una cosa importante io

mi farò custode, cercherò di non buttare la carta, cioè diventerò parte attiva nel difenderla

quella zona, però c'è bisogno anche di piccolissimi segnali, no, in tutto questo, a parte i grandi

progetti sul decoro urbano, che potrebbero essere fatti anche subito, quando si guarda il nostro

paesaggio dall'alto è la foresta di antenne, ma ci vuole molto a fare, non lo so, una circolare, non

so, una ordinanza comunale, un regolamento, di obbligare tutti nel giro di due anni, tutti, a dire,

lo state facendo, mi fa piacere: "nel giro di due anni togliamo le antenne". Ci vuole molto in

percorsi dove si va all'Ente Parco dove ci sono terreni recintati con lamiere, con fetenzie voglio

dire, no, esistono normative sul decoro urbano che impongono, quindi senza arrivare al

progetto decennale, la scopatella per terra io credo si possa fare anche adesso e se si dà il

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segnale della scopatella per terra, forse anche io come cittadino insieme agli altri crederemo

forse in maniera più convinta a tutte le iniziative. Grazie.

Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio il dottor Gentile. Non so se c'è la dottoressa Perenze, non c'è, per l'Associazione Associata

Agricoltori Regione Campania. Eco Sport, signor Colantuono.

SIGNOR COLANTUONO:

Faccio una premessa, che io non sono un buon oratore, mi scuso se faccio un discorso un poco vago, così,

non appropriato e non bravo come Ciro Iengo, perché non ho questa sua qualità. Il mio soltanto

è un, io sono una associazione sportiva, però è uno sfogo da cittadino, perché io sono da

cinquanta anni qui, sono coetaneo a tutti i politici che stanno qua, conosco tutti e loro

conoscono me, sanno che cosa mi sono mosso su questo... Questo progetto mi sta bene, mi

piacciono tutte queste idee, però so bene che io arriverò, se arriverò a ottanta anni forse

qualcosa riesco a vedere, come la strada dove abito io, Via Alveo, se ne parlava dall'ottanta a

finire attorno al duemila e ancora non se ne parla ancora. Comunque lasciamo stare questa

cosa, volevo dire, in questa situazione noi i cittadini dobbiamo fare vivere la gente, non si è

parlato di una impiantistica sportiva su questo territorio, io non capisco, in questa città che

cosa.., cioè cinquantamila abitanti e non abbiamo una impiantistica sportiva, un campo sportivo

Raffaele Solaro dove viene utilizzato, va bene, da amici vostri politici per scopi soltanto lucrosi,

adesso mi faccio dei nemici, anche amici miei già, ma non è questo, perché con una semplice

cosa voi politici potreste delegare a fare quattro - cinque campetti, che non ci vuole niente,

costa poco e a dare, non faccio dei nomi se no, ecco, cioè a dare a quelle tre - quattro

associazioni uno spazio e fanno la loro attività e il campo sportivo di Ercolano si libera e viene

usufruito come in altri centri. Il sottoscritto va a Portici, paga 80 euro al mese e faccio l'attività,

grazie all'amicizia con Enzo, il sindaco, va bene? Questo io lo vorrei fare a Ercolano e non lo

posso fare, perché il campo non funziona come si dovrebbe, trenta anni fa andavo sul campo, è

un campo solo maschilistico, mai che una donna può andare sul campo di Ercolano, non ci

possono andare le donne, ragazzi, ragazzini, niente, è soltanto scuola calcio a pagamento, a

interessi, perché questi signori, no, voi pure insieme, non avete il coraggio di dire a ognuno di

quei signori: "questo ti devi fare una attività per conto tuo, su uno spazio" etc. etc., cosa che

basterebbe pochissimo, va bene, per quanto riguarda. Poi, il verde, cioè io da 35 anni, sono 54

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CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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anni quasi che ho, va bene? Anche se qualcuno dice.., fortuna mia che sono... però indipendente

è questo, cioè dove sta questo verde? Avevamo Villa Aprile, va bene? Allora, si disse che si

doveva per poco, un miliardo, non mi ricordo, non avete, voi, in senso adesso, ecco, non

all'Amministrazione di adesso, ma prima, come Ciro dice, non si comprarono tutta la villa per

un miliardo, bastava pochissimo e tutti i cittadini di Ercolano avevano la villa, niente, abbiamo

venduto la villa a un signore che sta un sacco di cemento dentro e nessuno fa niente, poi il

sottoscritto, siccome sono uno degli abusivi di Ercolano, mi premetto, cioè fa un muretto,

qualcosa, pof. Gente che fa il cemento, zitti e muti, va bene? Abbiamo perso Villa Aprile, poi lo

stesso Villa Favorita, io vorrei capire una cosa, ma Villa Favorita a che serve? Apre alle dieci e

chiude all'una, cioè la gente dove può andare a questo verde? Mi fa piacere che l'architetto

Leone dice che si sono ubicate delle zone per fare questo, verde qua, verde qua e verde là, io lo

spero, spero tanto in queste cose. Poi per quanto riguarda i parcheggi, cioè qua viene la nota

dolente un poco per i parcheggi, cioè se vogliamo fare i parcheggi per fruizione della gente e

pubblico è una cosa che costerebbe molto poco e il Comune ci guadagnerebbe, se poi vogliamo

fare i parcheggi per clientelismo, per fare progetti dove pigliare dei soldi è un altro discorso.

Perché vengo e mi spiego, ci sono tante aree libere ad Ercolano per fare parcheggi, a Piazza

Trieste giù c'è uno spazio dietro alle... e nessuno se ne accorge di quello spazio per fare

parcheggi. Ciro Iengo ha elencato, prima di fare quel progetto lì, di fronte Villa Campolieto si

poteva fare un parcheggio e nessuno ci ha pensato. Dietro la Posta un altro parcheggio interrato

e nessuno ci pensa, cioè io dico io ma come li volete risolvere i problemi di parcheggio? Li

volete risolvere espropriando dei terreni privati con pochi soldi, con pochi soldi, no? E dandoli

in gestione ad altri. Voi parlate il discorso che i privati dovrebbero contribuire con i Comuni,

non so adesso come qualcuno ha parlato di questo fatto, allora io che sono una di queste

persone interessate di questi espropri, va bene, ho detto un'altra volta in un'altra questione: "il

parcheggio lo faccio io con quattro soldi, lo faccio gestire al comune con un prezzo politico, non

costerebbe niente, perché voi volete fare un progetto di parcheggio spendendo una cifra? Io ve

lo faccio a spese mie, per dire, e tutto quello che volete voi, il prezzo deve essere 50 centesimi,

deve essere fatto a impatto ambientale, ci sono piante di ulivo, tutto quello che volete voi",

invece no, si vuole espropriare la proprietà, si vuole fare... solo perché il progetto è un miliardo,

l'amico così e l'amico colà e onestamente... Io non sto parlando di dove è ubicata questa zona e

dove è questa situazione, dice: "ma perché non ti".., allora lo sapete già, chi mi conosce sa dove

abito io e quindi come funziona la cosa, perché io purtroppo per la mia famiglia ho avuto dei

terreni dove neanche a farlo a posta sono stato uno che a monte l'autostrada ha colpito la mia

famiglia, a giù.., se non avessi fatto un parcheggio abusivo, va bene, dove mi sono creato un

CRES s.r.l.

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lavoro io, forse mi avrebbero espropriato pure quella parte lì. Perché un progetto di acque che

devono frenare etc. etc. il mare, per non andare a mare e tornare indietro è campato... è un

terreno espropriato, un altro terreno parte espropriato perché si deve fare un parcheggio.

Allora io ho detto: "quando fate delle cose", adesso non è uno sfogo mio privato, ma io lo sfogo

principale è quello di prima, non questo di dopo ultimo, quindi ultimo poi nelle sedi opportune

farò le mie cose, cercando... se veramente si vuole fare qualcosa, insomma. Scusatemi.

ARCHITETTO SADA:

Grazie al signor Colantuono. Signor Niglio. C'è Niglio? Non c'è Niglio. Consigliere Marco Cozzolino.

CONSIGLIERE COZZOLINO:

Anche io faccio la riflessione che ha fatto Ciro, forse meglio qui, che così ci guardiamo in faccia. Allora,

buonasera a tutti, per chi non mi conosce sono Marco Cozzolino, Consigliere Comunale del

Comune di Ercolano e faccio parte di due Commissioni, una è quella urbanistica, assetto del

territorio e quindi comprende diciamo quello di cui stiamo parlando stasera e l'altra alle attività

produttive. Per quello che riguarda l'assetto del territorio come Commissione abbiamo delegato

stamattina il nostro Presidente, Michele Maddaloni, a rapportare l'intervento che ha fatto, che è

stato comunque vagliato e discusso in discussione e abbiamo dato l'opportunità a lui a

rappresentarci come Commissione e la stessa poi vorrebbe portare avanti lo stesso lavoro che

precedentemente hanno fatto quando precedentemente l'altra Amministrazione ha fatto

incontrando le associazioni sul territorio e e avendo la possibilità nella stessa Commissione i

responsabili dei Gruppi Consiliari, onde evitare, diciamo, qualche disguido e facendo un

percorso continuo assistenziale e per snellire e fare quanto prima l'opportunità di redigere

quanto prima questo P.U.C., questo progetto. Invece voglio intervenire come membro della

Commissione alle attività produttive, ma più che altro come un imprenditore e quindi faccio

parte anche dell'Associazione Imprenditori Pugliano, vorrei rappresentare qui stasera anche

quindi il mondo dell'imprenditoria. Come Commissione abbiamo fatto vari incontri per quello

che riguarda il tessuto imprenditoriale per la città di Ercolano e ci siamo trovati comunque oggi

di fronte a un muro, però voglio fare una piccola premessa per capire da dove veniamo e perché

dico questo e dove vogliamo arrivare. Chi è più grande di me, io ero fanciullo, ero la mascotte a

Pugliano, si ricorda benissimo che per quello che riguarda il settore del tessile, le pezze e

quanto altro, c'era la possibilità, no, c'era una storia vera, che era un indotto oltre quasi, tra le

quindici e le diciottomila persone che vivevano su quel mercato, per quell'indotto e per quello

che trattava tutto il comparto tessile. Voglio dire che dal 1975, come menzionava stamattina

CRES s.r.l.

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l'Assessore Solaro, non si prese in considerazione, gli Amministratori dell'epoca non ebbero,

non furono lungimiranti nel capire che questa città era una delle poche città che aveva un tasso

di disoccupazione bassissimo, perché avevamo alcuni indotti, uno quello che era il mercato di

Pugliano. Guardate, io che l'ho vissuto, sono la terza generazione e che vivo ancora tutt'oggi di

questo vi posso dire che veramente era una straordinaria energia per Ercolano, l'indotto, sono i

numeri che vi ho detto pocanzi, da lì c'è stata poi la possibilità di costruire, di allargare, di fare

crescere le banche, molti non sanno che il Credito Popolare qui a Ercolano fra i maggiori

azionisti erano quelli che gestivano il pezzame. Non esisteva all'epoca il CIS, non esisteva

l'indotto di San Giuseppe, per quella che era tutta la biancheria da camera, perché noi eravamo i

primi importatori in Italia per quello che era tutto il tessuto, la biancheria da camera

dall'estero, non ci stava nessuno prima di noi, infatti tutti i sangiuseppesi, che hanno costruito

un grandissimo polo lì a San Giuseppe, vivevano nel mercato di Pugliano, lungo tutta la via Via

IV Novembre, poi si sono organizzati, hanno copiato, hanno fatto ben altro, sono andati via e

hanno costruito un po'. Invece noi con i politici dell'epoca, gli Amministratori tutto fecero al di

là di prendere in considerazione questo polo, questa opportunità e portarla, essendo

lungimiranti, nel futuro. Allora oggi noi ci troviamo qui a decidere sul P.U.C. anche le sorti,

diciamo, di alcuni cittadini, per chi già fa impresa e chi vorrebbe fare l'impresa, perché abbiamo

detto che dà la possibilità questo piano ad aprire un porto ricettivo turistico, quindi nuovi

imprenditori, pocanzi il rappresentante degli agronomi diceva come probabilmente essere

coltivatore e quindi un'altra impresa, però non dimentichiamoci che questa città ha comunque

una sua vocazione, che a tutt'oggi, vi posso garantire, perché non ultimo una settimana fa, e mò

vengo e mi spiego, ho fatto una riunione con i grossi pezzari di Ercolano, che portano ancora

avanti quasi un indotto di mille persone a carico e che man mano lungo il tempo si sta

assottigliando. Non solo, vi dico, queste persone stanno... perché stanno facendo scuola ad altri,

extracomunitari e quanto altro, dove si stanno andando a insediare queste imprese, per fare il

loro lavoro e quindi non molto nell'arco di cinque - sei anni, come i cinesi, una volta adesso

imparato gli altri neanche quelli che oggi lavorano in questo indotto resisteranno, perché buona

parte di questi imprenditori sono andati a Caserta, sono andati nell'area industriale di Napoli,

sono andati a comprare o in fitto, diciamo, a Capua e tanti altri. Io dico in loro rappresentanza,

perché facendo questo incontro, visto che c'era questa opportunità, ci siamo visti, parlati, poi io

senza altro li accompagnerò verso l'Amministrazione per approfondire questa cosa, loro sono

sempre disponibili a tornare qui sul territorio, addirittura mi hanno manifestato tutta la loro

partecipazione nel creare un Consorzio e nel volere investire personalmente, l'unica cosa che

manca sarebbe poi lo strumento. Stamattina il Presidente Michele Maddaloni diceva:

CRES s.r.l.

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"l'opportunità del P.I.P.", io non lo so se i vincoli che teniamo sul territorio diano la possibilità di

creare un'area dove chi è imprenditore, è impresa e ha i soldi lo può fare, ma diciamo teniamo

un occhio aperto a questa situazione, perché a questa vocazione noi non possiamo, proprio per

un fatto storico, noi veniamo da lì, tutti vengono dal centro storico, ma buona parte di noi sono

cresciuti in altre sezioni, ma o il papà, o il nonno, o lo zio, o la zia o qualcuno altro stava lì a

guadagnare i soldi nel mercato e a far crescere la famiglia e poi è diventato architetto. Quindi,

dicevo, queste persone sono disponibili e lo faranno al più presto nell'affrontare il discorso

anche amministrativo, faranno un Consorzio, sono disponibili a sedersi con l'Amministrazione e

cercare di avere un qualcosa per ritornare sul territorio, continuare a fare impresa e essere

polo. Noi abbiamo perso una opportunità, lo dico, Progetto Pegaso, perché non riuscimmo ad

avere la possibilità di avere una cubatura, il progetto Pegaso era un progetto sempre del polo

tessile, della trasformazione del rifiuto, praticamente i tessuti naturali che escono dal pezzame,

dal riciclaggio o comunque dalla raccolta venivano riutilizzati e quindi automaticamente rifatto

il filato. L'abbiamo perso proprio perché non c'erano gli spazi, quindi io vorrei ritornare forse

anche a riprendere il Progetto Pegaso, io quando sono stato Consigliere Comunale nel 2000 -

2005 mi sono occupato del rifiuto del pezzame come poteva essere, a parte del Decreto Ronchi

che vietava i rifiuti buttarli in discarica, ma poteva essere una risorsa e quindi gestita in un altro

modo, dovete sapere oggi che buona parte del rifiuto è tutto riciclabile, finalmente ci siamo

riusciti grazie all'università. Dovete sapere che dalle scarpe si fanno i mobili, dovete sapere che

dai jeans, jeans strappati, rotti, non più vendibili né per moda e né perché non sono più

utilizzabili, si fanno i materassi per, tra virgolette, il terzo mondo, per dire comunque diciamo

chi accetta ancora questo, si fanno i materassi. Per un altro prodotto sintetico si fa

l'insonorizzazione, quindi come ben vedete buona parte di quello che è il rifiuto del pezzame,

per quello che è l'indotto, va tutto riciclato ed è come energia, quindi va rimesso in commercio e

quanto altro. Io sono sicuro, all'epoca ci fu uno studio molto approfondito per quello che

riguardava il Progetto Pegaso, diciamo questo perché io non vorrei che questa parte ancora una

volta a tutt'oggi noi gli dessimo la possibilità di fare questo, questa è una delle ultime chance,

no, quindi io dico la mia per aprire a 360 gradi tutto, poi i confronti ben vengono, continuano e

speriamo di tirare sempre il meglio fuori.

Un'altra cosa che volevo dire, ah, questo era importante pure perché a Pugliano, il mercato di Pugliano e

quindi sempre delle pezze, oltre ad avere noi, Ciro, il Corso Resina come caratteristico negozio

su negozio, a fianco a fianco, Pugliano ha ha stessa caratteristica, ma questo non è per dire:

"facciamo qui e lì", si potrebbe fare tutto uno, si potrebbe accompagnare tutte queste cose, solo

che noi dobbiamo iniziare a disegnare, a cercare di stimolare, a cercare di fare... Sì, sì, no, io...

CRES s.r.l.

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No, mi sono abbracciato a questo per arrivare qui sul... sono partito da questo per arrivare qui

alla U che diceva Ciro, per cui ti sei occupato proprio tu personalmente. Riguardo a questa U io

mi ricordo che nel 2003 noi ci impegnammo di cercare di delocalizzare le persone che facevano

alimentare dietro qui al MAV, quando non era MAV, vorrei dire di riprendere quella

opportunità, cioè di costruire a Via Nuova Caprile Panoramica, oggi Antonio Bordiga, il Mercato

Coperto Alimentare, noi facemmo una bozza, lo fece qui Olimpio De Martino, che comprendeva

60 stalli. C'era un progetto in testa a noi, perché noi facemmo il pack, addirittura mettemmo un

incentivo per la delocalizzazione delle persone che erano poste dietro a questo contenitore o

attorno a questo contenitore, quindi andavano lì dando un servizio migliore rispetto a come

stanno oggi e qui c'era la possibilità di quella riconversione, il progetto partiva da Pugliano con

la passeggiata, poi qui diciamo tutta questa opportunità di localini e quanto altro, con lo

shopping, no, perché in questa città quello che è sempre mancato è lo shopping, oppure quello

che c'è stato sempre da parte dei cittadini c'è stato, fatemela passare questa cosa, che non c'è il

patriottismo, cioè qui si cerca sempre di evadere, si va a spendere in altre città, non si capisce il

perché, ma alla fine questo non fa crescere, non dà la possibilità a me di aprire un altro negozio

o un altro ancora e quindi dare la risposta alla cittadinanza per avere un assortimento più

completo. Quindi ci inventammo questa cosa per fare il mercato coperto a Via Panoramica con i

sessanta stalli, parcheggio, con tutte le norme, facemmo pure un passaggio con la

Sovrintendenza, mi sembra che ci stava una bozza quasi completa, io direi di ritornare a questo,

se no questi spazi non li liberiamo mai e non possiamo poi portare a definizione quello che

potrebbe essere un progetto più completo.

Volevo dire che ringrazio veramente tutti quelli che stanno collaborando, io senza demagogia ho

ascoltato stamattina tutti gli interventi, penso che stiamo iniziando un bellissimo cammino,

questa Amministrazione con questo progetto sta avendo la possibilità di confrontarsi

veramente con la cittadinanza e i tecnici, guardate che come Commissione sto tutti i giorni

dietro di loro, stanno lavorando moltissimo per cercare di portare in porto al più presto

possibile questo intervento, ovviamente con la straordinaria partecipazione della cittadinanza.

Volevo dire solo una cosa sul fotovoltaico e poi penso di avere dato il mio contributo. Guardate,

fotovoltaico, energia rinnovabile, alternativa, per quello che mi riguarda personalmente tutto

da sposare, però vorrei mettere un veto, se è possibile, quello di sottrarre il terreno

all'agricoltura, mi spiego, cioè non è possibile che su i terreni liberi si mette il fotovoltaico, il

fotovoltaico va bene ovunque, ma non va bene sui terreni, perché i terreni all'agricoltura non se

ne devono più sottrarre. Ok, vi ringrazio.

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

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Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio il Consigliere per il contributo. Forse l'Architetto Leone vuole dare...

ARCHITETTO LEONE:

Allora, per quanto riguarda il Progetto Pegaso di cui ha parlato il Consigliere Marco Cozzolino, se questo

progetto prevede nuova volumetria non è il caso di proporlo, perché tu sai che nel nostro

territorio non è possibile più fare nuovi volumi, per cui insomma dovreste orientarvi presso il

recupero di una volumetria preesistente, possibilmente, cioè così siamo sicuri che anche la

ristrutturazione è possibile, soprattutto per gli edifici post 1945, secondo il Piano Paesistico.

Quindi dovreste necessariamente orientarvi verso una soluzione del genere, perché se

proponete di fare nuova volumetria è probabile che il progetto non vada avanti. Per quanto poi

riguarda invece la questione dell'invaso urbano che sta dietro, alle spalle del MAV se ben ti

ricordi io quando ho illustrato il Piano di Recupero ho parlato anche di un nostro progetto di

recuperare quell'invaso, quell'agglomerato urbano, di trasformarlo in un mercato coperto o un

centro polivalente, questa è una delle ragioni per cui il nostro Piano va, diciamo, in contrasto

con il Piano Paesistico, perché il Piano Paesistico prevede che sugli edifici ante 1945, non si

possa fare ristrutturazione edilizia, per cui anche per quello è necessaria purtroppo una

Variante al Piano Paesistico da concordare in conferenza di pianificazione con la Regione.

ARCHITETTO SADA:

Siamo alla fine, prego, abbiate pazienza, per gli stenotipisti che veramente non ce la fanno più, tenete

presente che stenotipia vuol dire far muovere le dieci dita da stamattina, abbiate pazienza,

quindi il prossimo è, credo, l'Avvocato Sarno, dell'Associazione Forense Portici.

AVVOCATO SARNO:

Io darò massima disponibilità a lavorare meno allo stenotipista. Niente, l'Associazione Forense Portici -

Ercolano, come per l'occasione del P.U.C. porticese, non per un atto solamente di riguardo per la

città e per la sua Amministrazione, il Sindaco, è presente per dare anche una testimonianza di

contributo sotto quello che è il profilo della propria competenza tecnico legale a questa

iniziativa che disegna la città e lo fa naturalmente con la massima e disinteressata disponibilità.

Noi non per luogo comune riteniamo che una casa bella consente a chi vi abita di essere un po'

più buono rispetto agli altri e ai figli di crescere meglio, tanto vale anche per una città migliore,

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

79

significa un bene e uno sviluppo migliore anche per la sua cittadinanza. E su questo siamo

attenti, perché il territorio di Ercolano secondo i comuni apprezzamenti è in una fase di grande

rilancio, ma è ancora sottodimensionato alla capacità di offerta che può dare a livello

internazionale. Quindi abbiamo grandi speranze, anche perché i nostri associati per buona

parte risiedono in questo territorio, svolgono la loro attività forense qui e intendono rimanerci

attaccati, diciamo, con quella passione che diceva qualcuno altro prima, con quell'amore per la

città, vorremmo solo, come dire, mettere a punto anche le opportunità che questo disegno, che

questo Piano Urbanistico veda anche gli aspetti, come dire, delle necessità che non siano solo

materiali, le necessità della cultura, le necessità quindi dello scambio, l'idea di formare qui un

foro culturale, un qualcosa che stabilmente nei territori raggruppi quelle che sono le occasioni

non solo di una cultura elevata, ma anche quella più modesta, quella artigianale, che però sia il

foro, il ritrovamento di quelle che sono le spinte culturali che ci sono. Faccio un esempio, c'è

una fondazione intestata a un nostro prestigioso Avvocato, che è l'Avvocato Cuccurullo, che

ancora in un ambito ristretto, su San Vito, ripete una serie di convegni di carattere culturale, è

bene che vi sia una piazza, una piazza per dire un luogo dove questo lo si possa fare a tutti i

livelli e che quindi dovrebbe ospitarsi qualcosa del genere anche per questi aspetti, la palestra è

importante, ma è importante anche quella della cultura. Io sono rimasto molto colpito

dall'intervento del dottor Gentile pocanzi, è questo forse un aspetto che non dovremmo

trascurare, non si può investire solo per le ricadute commerciali, per l'investimento turistico,

per l'arricchimento, bisogna investire anche per mantenere quell'aspetto territoriale che non

venga, come dire, disastrato da una serie di interventi di carattere, come dire, volumetrico e

quindi di trasformazione, l'idea che insieme all'urbanista ci sia l'etologo e che ci sia quindi

l'impegno etico per un territorio è fondamentale, altrimenti avremmo sviluppo, ma tradendo

quello che è l'aspetto, diciamo, la conversazione del territorio. Io qui do tutta la mia

disponibilità al Sindaco, all'Amministrazione e alle associazioni per concorrere anche dal nostro

versante, quello della attività forense, a dare dei contributi. Un aspetto in termini

infrastrutturali, oggi è sorto un altro istituto, oltre quello giudiziario tradizionale, che è la media

conciliazione, anche questo potrebbe essere ad Ercolano l'occasione per recuperare un luogo

dove si faccia la giustizia, una pre giustizia, che è quella delle conciliazioni, inventate anche un

posto dove si possa alloggiare quelle che saranno le commissioni conciliatrici e quindi avere

anche qui, come dire, nei nostri colleghi che hanno gli studi qua la possibilità di esprimere

questa loro attitudine professionale. Grazie.

Applausi.

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

80

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio, ovviamente è una battuta, per gli Avvocati non manca mai spazio e lavoro, è una categoria che

non ha limiti. Allora, ingegnere Di Martino ancora, poi Legambiente e poi abbiate pazienza, ma

finiamo qua.

INGEGNERE DI MARTINO:

Buonasera, chiedo scusa, io sono Nunzio Di Martino e sono un Consigliere Comunale neoeletto, poche

cose, sono molto dispiaciuto del fatto di vedere solamente meno di cinquanta persone compresi

gli addetti ai lavori, questo vuol dire che il senso di patriottismo di cui parlava prima il

Consigliere Cozzolino ancora forse non ce lo abbiamo, perché vedere poche persone qua a

parlarsi addosso non è una cosa molto positiva. Voglio ricordare che abbiamo quasi

cinquecento emigrati l'anno, emigrati l'anno, cinquecento persone, professoressa, che ogni

anno lasciano questo paese, perché non c'è lavoro, perché non ci sono opportunità e la maggior

parte delle persone che lasciano questo paese sono persone che hanno una cultura e hanno

titoli di studio e questo spiega ancora di più il degrado progressivo che ha il nostro paese.

Potremmo ricominciare a parlare di tempi persi, delle colpe, delle responsabilità: "Dove stavi tu

cinque anni fa", "che hai fatto tu per venti anni", "che cosa hai fatto tu per trenta"? Io vorrei

introdurre invece un concetto nuovo, mi rifaccio a una frase di Sant'Agostino che disse in

occasione della morte di sua mamma: "non te ne voglio perché te la sei presa, ma ti ringrazio

perché ce l'hai concessa, perché ce l'hai data", quindi io volevo in questa occasione ringraziare

chi ha promosso questo incontro, quindi il Sindaco, l'Assessore, perché si riporta e si ricominci,

con uno spirito nuovo, di collaborazione, per guardare in avanti. Chiedo però il rispetto dei

termini, assumiamoci degli impegni e rispettiamo i tempi, il rispetto dei ruoli, chi fa cosa, sarà

organizzato uno ufficio di Piano? Bene. Quali saranno le persone che andranno a lavorare in

questo ufficio, con quali compiti, con quali responsabilità, con quali curricula? Non possiamo

ricicciare la stessa carne per fare tutto, abbiamo bisogno di persone giuste al posto giusto. Ho

concluso, grazie.

Applausi.

ARCHTETTO SADA:

Per Legambiente, a chiudere gli interventi iscritti, il signor Roberto Alba.

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

81

SIGNOR ALBA:

Salve, buonasera a tutti, non era in programma un nostro intervento, quindi pochissime parole, anche

perché siamo a conclusione e quindi non voglio impegnare molto tempo la platea. Voglio

innanzitutto ringraziare l'Amministrazione di essere stati invitati, perché l'Associazione

Legambiente esiste sul territorio di Ercolano da circa cinque anni e questa è la prima volta che

veniamo invitati a un convegno, quindi come ha detto chi mi ha preceduto quindi non facciamo

polemiche sui cinque anni che non ci hanno invitato, ma ringraziamo per essere stati invitati

adesso. Si spera che quindi da questo momento ci sia una attenzione maggiore per i problemi

ambientali, anche perché credo che è ormai opinione di tutti che l'ambiente fa parte di noi,

quindi non può essere tralasciato, in un momento così importante dove si va a incidere poi sul

Piano Urbanistico è di fondamentale importanza avere a tema questo tema così importante.

Volevo dire per quanto riguarda i lavori noi non facciamo, non c'è né tempo e né saremmo in

grado di fare delle osservazioni adesso, quindi ci teniamo disponibili per essere eventualmente

ricontattati per poter collaborare con l'Amministrazione e con le altre associazioni che vogliono

o e soprattutto con i cittadini. Purtroppo siamo coscienti che in questo momento di cittadini

sembra che non ce ne è proprio nessuno, siamo solo interni ai lavori, questo significa che è un

problema da tenere presente, perché la cittadinanza è un po' sfiduciata su quello che fa

l'Amministrazione. Non c'è nemmeno da dare tanto torto, teniamo presente che i lavori che

sono adesso in corso su Ercolano alcuni lavori sono iniziati già da due - tre anni, io mi ricordo

che partecipai circa tre anni fa come giornalista alla presentazione dei lavori che dovevano fare

su Corso Resina, quello che sentì è che i lavori sarebbero iniziati a breve, perché altrimenti

avrebbero perso i fondi, quindi si iniziava subito. Io feci solo una domanda, dissi: "va beh, si

inizieranno subito i lavori, però si sa quando poi termineranno"? Mi guardarono un po' storto e

non mi diedero nessuna risposta. In due - tre anni si è arrivati da Palazzo Reale siamo ancora

agli Scavi. Ho sentito "quando mai"? Non è vero? Allora i lavori sono terminati, quindi possiamo

passare domani. Volevo solo ricordare che gli antichi romani quando circa duemila anni fa

andarono in Germania si trovarono davanti il fiume più grande della Germania, dovettero

costruire un ponte per attraversarlo, sapete in quanto tempo lo hanno fatto? In quanto tempo?

In una settimana, in una settimana gli antichi romani costruirono il ponte per andare dall'altro

lato. Quindi una cosa importantissima è che noi ci rendiamo conto che poi quando si va a

incidere sulla cittadinanza dove i lavori diventano eterni e non finiscono mai poi la gente si

scoccia e non partecipa nessuno. Ribadisco la nostra disponibilità a partecipare per il futuro.

Grazie.

CRES s.r.l.

CITTA’ DI ERCOLANO- Simposio del 20/11/2010

82

Applausi.

ARCHITETTO SADA:

Ringrazio Legambiente. Io saluto, prima di passare per il saluto finale al Sindaco il microfono, ricordando

che noi in effetti abbiamo come se fosse un forum aperto, noi non abbiamo e non realizziamo un

P.U.C. secretando le carte, le carte sono a disposizione di tutti, tutti possono vedere le carte, non

abbiamo alcun segreto nel cassetto assolutamente. Ringrazio tutti per la partecipazione,

quando avreste l'opportunità spargendo con il passaparola, noi siamo in grado di raccogliere

osservazioni scritte. Passo il microfono per i saluti finali.

SINDACO STRAZZULLO:

Allora, chiaramente questo è uno dei primi incontri, che poi ne seguiranno altri, tutte le associazioni,

anche quelle che non sono riuscite ad intervenire potranno far pervenire al Comune le

osservazioni, con anche suggerimenti, che saranno sicuramente poi trattati dai nostri tecnici.

Volendo fare riferimento ai lavori stradali noi siamo consapevoli che ci sono stati enormi disagi,

ma non credo che sia l'unico motivo per il quale non c'è stata partecipazione, probabilmente è

un primo momento in cui sono solo un po' gli addetti ai lavori che sentono la necessità di essere

presenti, se noi riusciremo, io l'ho detto nell'introduzione di stamattina, deve essere sintesi

unitaria dei cittadini, degli operatori commerciali, delle associazioni e della politica, se

riusciremo insieme a creare il Piano Urbanistico Comunale, che dovrà essere un volano di

sviluppo per la nostra città, se, ripeto, seriamente faremo un buon lavoro io ritengo che nelle

prossime riunioni potremo avere la sala gremita, dipende dall'impegno che noi metteremo in

questa cosa.

Grazie.

Applausi.