Città di Cesano Maderno - Eligo e-voting, la soluzione ... · collocando il dipinto entro il 1660....

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Città di Cesano Maderno Provincia di Monza e Brianza AREA SERVIZI ALLA PERSONA E AL CITTADINO Cultura e valorizzazione palazzi storici P.zza Arese, 12 - CAP 20811 - Centralino 0362 5131 - Fax 0362 500066 - www.comune.cesano-maderno.mb.it Cod. Fisc 83000130159 - P.IVA 00985710961 scheda STANZA del Castello.doc - - Antonia Sullo - Tel. 0362 513536 Pag. 1/7 Cesano Maderno, 19 febbraio 2019 INIZIATIVA “LE RETI DEL CUORE” – edizione 2018 Categoria di partecipazione C2 SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO NOME DEL BENE: PALAZZO ARESE BORROMEO AFFRESCHI DELLA STANZA DETTA DEL CASTELLO”. Affreschi della Sala del Castello - parete Ovest, al centro finto quadro raffigurante il Castello di Milano. Comune di Cesano Maderno Prot. n. 9421 del 19-02-2019 in partenza

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Città di Cesano Maderno Provincia di Monza e Brianza

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Cultura e valorizzazione palazzi storici

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Cesano Maderno, 19 febbraio 2019

INIZIATIVA “LE RETI DEL CUORE” – edizione 2018

Categoria di partecipazione C2

SCHEDA PRESENTAZIONE PROGETTO

NOME DEL BENE: PALAZZO ARESE BORROMEO – AFFRESCHI DELLA STANZA DETTA “DEL CASTELLO”.

Affreschi della Sala del Castello - parete Ovest, al centro finto quadro raffigurante il Castello di Milano.

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Affreschi della Sala del Castello - parete Nord con finto quadro raffigurante Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno prima della costruzione della loggia sul giardino.

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Affreschi della Sala del Castello - parete Est con finto quadro raffigurante una veduta a volo d’uccello del Lago Maggiore.

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Affreschi della Sala del Castello - parete Sud con finto quadro raffigurante Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno dopo la costruzione della loggia sul giardino.

Affreschi della Sala del Castello – particolari.

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PROPRIETÀ DEL BENE:

Comune di Cesano Maderno.

DESCRIZIONE DI CARATTERE STORICO ARTISTICO DEL BENE:

L’intervento proposto costituisce il restauro conservativo degli affreschi della Stanza così detta “del Castello” ubicata al piano nobile di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno: una dimora signorile tra le più importanti erette in Brianza nel corso del XVII secolo, e che ha singolarmente mantenuto nei secoli, una fisionomia preminentemente tardo seicentesca senza subire vistose trasformazioni. La maggior parte della letteratura esistente sul Palazzo lo data attorno alla metà del XVII secolo, attribuendo particolare importanza, per la storia costruttiva dello stesso, al periodo compreso tra il 1654 ed il 1660, successivo alle nozze (1652) tra la figlia Giulia di Bartolomeo III Arese con Renato II Borromeo. Parrebbe, in ogni caso, ormai accreditata l’ipotesi che l’indicazione cronologica del 1654 – che ricorre in vari documenti d’archivio - sia coincidente più con l’avvio di un piano di trasformazione del complesso secondo un grande ed unitario, progetto più che costituire una data di fondazione dell’edificio. Palazzo Arese Borromeo rappresenta – nel proprio modo di rapportarsi con il paesaggio, l’ambiente rurale circostante - forse l’esempio meglio conservato dell’edilizia aristocratica suburbana del Seicento in Lombardia. La “Stanza detta ‘del Castello” – ubicata al piano nobile del Palazzo - prende il nome da uno dei quattro grandi dipinti con cornici di varie forme che decorano il centro delle pareti. Gli affreschi della sala del Castello sono stati oggetto di studio, descritti ed interpretati anche dai membri dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda nel libro dal titolo “Il Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno”; per illustrare le caratteristiche storico-artistiche di tale apparato decorativo è opportuno citare testualmente quanto, ivi riportato, nel testo di Andrea Sipriti “La grande decorazione Barocca: iconografia e gusto”: […] “La decorazione della sala tiene conto dei limiti frapposti da ingressi, finestre e camino, ed è divisa in due fasce. L’inferiore alterna le porte (con fastigio a doppia voluta, festone, rosetta e conchiglia) ad una struttura a loggia con colonne ioniche richiniane (ossia con festone che unisce le volute), profonda prospettiva con volte cassetto nate e fregio interno a motivi floreali. Negli intercolumi verso gli spettatori pendono, in corrispondenza delle rosette di centro architrave, dei nastri, in parte liberi, in parte finalizzati a reggere quattro dipinti dalle cornici centinate a Nord e a Sud, rettangolare a Est, esagonale irregolare a Ovest. I quattro finti quadri raffigurano (da Nord in senso orario): il Palazzo e il parco di Cesano prima della costruzione della loggia; il basso Verbano; il palazzo di Cesano con la loggia; il Castello di Milano. La parte superiore comprende la successione di lunghe metope alternate a peducci; lo sporto con riquadri; il fregio superiore a cartigli ellittici. Mentre la seconda e terza fascia rappresentano decori geometrico-floreali, i cartigli metopali della prima sono interessanti sia per le ricche cornici (i cui sbuffi superiori sono forse allusione agli stemmi Arese) sia per la rappresentazione di paesaggi boschivi, spesso con rovine. […]

Come autore di questa complessa e articolata scenografica pittorica, la critica suggerisce un artista vicino alla nota dinastia di quadraturisti lombardi dei Mariani, che qui probabilmente lavorò su progetto del milanese Giovanni Ghisolfi (1623-1683), formatosi a Roma e attivo in molte sale del piano nobile di Palazzo Arese Borromeo.

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Quanto alla datazione dell’opera pittorica è suggerita dagli stessi dipinti, che la collocherebbero intorno alla metà degli anni sessanta del XVII secolo. La doppia veduta della nobile dimora gentilizia cesanese, infatti, mostra due fasi distinte di costruzione del complesso architettonico. Nel primo riquadro è possibile osservare l’assenza dell’ala orientale caratterizzata dalla “Loggia”, collocando il dipinto entro il 1660. Il secondo pannello, che rappresenta una veduta del palazzo a volo d’uccello pone in primo piano il fronte dell’edificio prospiciente il giardino, con la caratteristica “Loggia” a tre arcate e la sopraelevazione del salone da ballo oggi noto come “Sala dei Fasti romani”, eseguita dopo il 1660. Anche il Castello Sforzesco di Milano si presenta nell’aspetto che possedeva durante la dominazione spagnola, quando l’edificio era circondato da una fortificazione a stella a dodici punte, collocando il dipinto in un’epoca successiva al 1656, come si può arguire dalla presenza di un particolare rinforzo alla struttura costruito entro tale data da Giacomo Prestino.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO CON INDICAZIONE DELLA DESTINAZIONE DELL’ELARGIZIONE LIBERALE:

L’intervento proposto intende provvedere al restauro conservativo degli affreschi, che sono stati oggetto, ormai dieci anni fa, di un primo intervento di restauro – seguito direttamente da parte della Soprintendenza - volto al mantenimento delle parti di affresco distaccate dall’arriccio, oltre alla riadesione di parti pittoriche sollevate. In tale occasione la Soprintendenza ha effettuato inoltre anche una pulitura parziale delle pellicole pittoriche dei soffitti lignei. Tuttavia le opere in argomento necessitano di ulteriori cospicui interventi per consentire di tramandare questi tesori di arte e storia. Inoltre la “stanza del Castello” è attigua al salone detto “sopra la porta verso il teatro tutto dipinto” più comunemente noto come la “sala della giustizia”, e costituisce per l’ala del palazzo in questione un impianto architettonico e scenografico che gode di numerose potenzialità che, una volta restaurata, potrà essere inserita nel giro delle visite guidate, senza che sia necessario attraversare luoghi ancora da restaurare e tornare pertanto nel circuito dell’attenzione e della fruizione da parte della cittadinanza e di tutti gli estimatori di un patrimonio culturale di tale livello. La progettazione dell’intervento di restauro dovrà essere preceduta da una approfondita fase conoscitiva; gli imprescindibili studi di carattere preliminare comprenderanno: • una ricognizione delle ricerche storiche e archivistiche sulle fonti documentarie per raccogliere

informazioni da intrecciare con i dati conoscitivi desumibili dal “documento fabbrica”; fase conoscitiva da condurre su un piano sinergico di competenze professionali specialistiche plurali (archivista o storico dell’arte, architetto, restauratore, chimico, ecc.);

• un’analisi puntuale dello stato di fatto attraverso un rilievo geometrico condotto con strumenti di precisione, materico (con mappature analitiche dei materiali) e del degrado;

• un’accurata campagna diagnostica (tramite indagini chimico-fisiche) da sottoporre preventivamente alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio competente per territorio.

La progettazione dell’intervento di restauro, verrà affidata a tecnici specializzati (architetto, restauratore, ecc.), che valuteranno nel dettaglio i materiali da impiegare e la modalità di

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esecuzione delle varie lavorazioni, prendendo in considerazione necessariamente anche le condizioni di conservazione delle strutture che supportano gli affreschi e del solaio ligneo della sala. La scienza e la tecnica moderna legate alla metodologia di indagine sono oggi in grado di fornire indicazioni precise di tipo qualitativo e quantitativo sullo stato patologico delle superfici affrescate. Pertanto risulterà necessario effettuare sui manufatti in oggetto indagini approfondite, anche di tipo strumentale propedeutiche ad un progetto esecutivo di intervento. In fase di progetto, a fronte anche della verifica maggiormente dettagliata dei fabbisogni legati alle varie parti oggetto di conservazione - possibile in una fase di maggiore approfondimento e di indagine conoscitiva mirata - verrà valutata, se del caso, la eventuale scelta in merito alle partiture decorative da restaurare prioritariamente. Il restauro conservativo, da eseguire con maestranze altamente qualificate, comprenderà le lavorazioni che verranno indicate dal progetto esecutivo, secondo tecniche e modalità – aventi carattere di reversibilità - concordate con la Soprintendenza e conseguenti alle risultanze delle analisi condotte sui manufatti, che potranno interessare tra l’altro: rimozione dei depositi superficiali incoerenti o parzialmente coerenti; eventuale rimozione di depositi coerenti localizzati; ulteriori interventi volti al consolidamento del supporto della superficie affrescata; consolidamento degli stati preparatori e della pellicola pittorica; adeguata pulitura della pellicola con successiva eventuale stuccatura di fessurazioni/microfessurazioni, fratturazioni/microfratturazioni e/o scagliatura, con eventuale risarcitura di lacune mediante velatura o altra tecnica idonea a restituire l’unità cromatica di lettura dell’opera; protezione finale delle superfici ed eventuali trattamenti preventivi con biocidi. COSTO COMPLESSIVO PREVISTO: L’importo dell’intervento, secondo una stima di massima, si prevede possa essere complessivamente di circa 150.000,00 euro, di cui 100.000,00 euro circa per soli lavori, e la restante parte per IVA, indagini diagnostiche, spese tecniche, ed altri costi connessi alle opere di restauro.

REFERENTE PER IL PROGETTO:

dott.ssa Antonia Sullo, Responsabile Cultura e valorizzazione palazzi storici, mail: [email protected]; telefono: 0362/513536.

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