Circostanza al Ferrante Aporti 2006-2008

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ViviamoInPositivo ‐ Circo sociale Esperienze di circo sociale in un carcere minorile Il progetto CircoStanza al Ferrante Aporti 2006-2008 A cura di: Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo e Federazione Vip Italia ONLUS

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Relazione di tre anni di attività di circo sociale svolta in un carcere per minori, il Ferrante Aporti di Torino, nell'ambito del progetto Circostanza, della associazione ViviamoInPositivo di Torino.Siti di riferimento:www.circosociale.it, www.clownterapia.it, www.viviamoinpositivo.org

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 ViviamoInPositivo ‐ Circo sociale

Esperienze di circo sociale  in un carcere minorile 

 

Il progetto CircoStanza al Ferrante Aporti 2006-2008

 

 

A cura di: Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo  

e  Federazione Vip Italia ONLUS 

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CircoStanza al Ferrante Aporti Relazione del periodo di attività dal 2006 al 2008

    

Torino Gennaio 2008 

 

A cura di: Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo  

e  Federazione Vip Italia ONLUS 

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Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo 

Circostanza: il circo in una stanza, il circo in carcere, in un carcere mino-rile… le stanze dove si svolge la vita diurna di un carcere minorile pullula-no di vita, di emozioni, di sofferenza e di brevi momenti di serenità… si, perché pur nel costante impegno nella formazione scolastica e pre-professionale, nelle attività sportive ricreative, il pensiero costante dei ragazzi è la mancanza di libertà. Circostanza si inserisce in quest’area, tra l’impegno nella formazione e la sofferenza: un’intersezione che apre spazi di serenità gioiosa, di spensieratezza non banale.

Auspico che ViviamoInPositivo (VIP) possa consolidare ed estendere la propria preziosa attività nei luoghi del disagio ma anche in quelli dell’agio, tra i ragazzi e tra gli adulti, perché tutti abbiamo bisogno di continui stimoli per tenere costantemente aperti le nostre menti ed i no-stri cuori.

  f.to IL DIRIGENTE 

ile Liguria 

del Centro Giustizia MinorPiemonte, Valle d’Aosta e dott. Antonio Pappalardo 

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rti, CircoStanza è quindi uno dei progetti che l’Istituto rivolge ai ra‐gazzi ristretti.   

CircoStanza, d’altro canto, si rivolge non solo al carcere, ma anche ad altri contesti ove  il circo sociale e  la pedagogia del circo  si dimostrano 

L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo 

Di cosa tratta questo testo? Da quale punto di vista? Può essermi utile? Chi  lo ha  scritto? Con quale  scopo?  Immaginiamo siano queste alcune delle domande che vengono alla mente approcciandosi a un testo nuo‐vo. Proviamo a dare una sintetica risposta di seguito. 

Il  libro  tratta della  esperienza  raccolta durante due anni di  svolgi‐mento di un progetto socio‐educativo rivolto ai ragazzi ristretti ospitati presso un carcere minorile. Il progetto ha nome “CircoStanza”, il carce‐re in questione è il Ferrante Aporti di Torino. L’incontro di queste due realtà dà lu tte‐ristiche: 

ogo a una situazione della quale indichiamo alcune cara

- ; il progetto Circostanza si basa sulla peda

-

gogia del circo- il progetto si rivolge in particolare ai giovani a rischio; 

- l’ambiente è un istituto penale minorile; gli ospiti del carcere sono giovani adolescenti; 

- i ragazzi ristretti (“ristretti” è il termine che indica i detenu‐ti)  appartengono  a  diverse  etnie,  e  hanno  livelli  di  cono‐scenza della lingua italiana molto diversi; 

- la permanenza in carcere per alcuni ragazzi è molto breve, per altri più lunga, è necessaria flessibilità nel programma;  

- la partecipazione alla attività Circostanza non è obbligatoria e  i  ragazzi ristretti possono scegliere  tra  lo stare  in cella o essere presenti e partecipare più o meno attivamente. 

Al  Ferrante  Aporti  –  lo  si  vedrà  –  si  svolgono  parallelamente  diversi progetti educativi,  formativi, ricreativi; Dal punto di vista del Ferrante Apo

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

particolarmente efficaci: in strada, a scuola, in comunità e centri rivolti a minori e adolescenti devianti o a rischio. Dal punto di vista di Circo‐stanza, il Ferrante Aporti rappresenta una delle diverse aree dove il cir‐co sociale si rivela essere uno strumento adatto al tipo di contesto e può dar

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e un apporto valido e coerente con gli obiettivi sociali che l’IPM per‐segue. 

Questo testo tratta della esperienza emersa dallo specifico connubio tra Circostanza e Ferrante Aporti. 

A  questo  punto  è  importante  che  si  chiarisca  da  dove  ha  origine questo  testo.  Possiamo  considerare  autori  del  testo  gli  operatori  del CircoStanza‐Ferrante e il punto di vista dal quale il testo è scritto quello di operatori di circo sociale (educatori, formatori, insegnanti di arti cir‐censi) che si sono trovati per  la prima volta nella situazione, per certi versi nuova, di svolgere la loro attività tra le mura di un carcere, rivol‐gendosi a una “utenza semivolontaria” la cui alternativa al partecipare all’attività è il restare in cella.    Sono passati oltre due anni da quando, nell’ottobre 2006, è iniziata per CircoStanza questa impresa. In quest’arco di tempo e di interazione ab‐biamo sperimentato successi e fallimenti che ci hanno aiutato a raffina‐re la metodologia e ora riteniamo di avere diversi elementi per fare una riflessione su quanto è avvenuto,  su cosa abbiamo appreso,  su cosa ci pare migliorabile.  

Ci auguriamo che quanto troverete  in questo testo possa diventare “utile esperienza condivisa”, che possa aiutare a intendere il significato e il valore dei concetti di “pedagogia del circo” e di “circo sociale”, che pos  csa stimolare  la diffusione dei valori e della metodologia su ui Cir‐coStanza poggia. 

Ci  sembra opportuno  cercare di  dare un’idea del  contesto  in  cui  il materiale e  le considerazioni che ne sono state tratte si collocano.  Im‐maginiamo che chi legge il testo possa non avere idea della realtà carce‐raria o non conoscere cosa sia il “circo sociale” o non avere idea di come può  sorgere  e  diffondersi  un  progetto  socio‐educativo  in  seno  a un’associazione  no‐profit.  La  prima  parte  del  testo  sarà  introduttiva all’argomento centrale,  infine si  troverà  la  raccolta di  relazioni  che gli operatori Cma è il segu

ircoStanza hanno scritto dopo ogni  intervento.  Il program‐

- ; ente:  

ltre istituzioni- rrante Aporti; 

cenni sul carcere minorile relativamente ad ane del Fe

-  Bosco;  presentazione, storia e organizzazionote sul pensiero pedagogico di don

- valore educativo delle arti circensi;  

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L’argomento, gli autori, i co

-

ntenuti, lo scopo 

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il circo sociale e la pedagogia del c

-

irco;  - ViviamoInPositivo APS e VIP Italia ONLUS; 

scheda del progetto CircoStanza;  - aspetti economici e risorse umane impegnate in CirsoStan‐

za;  - i  valori  educativi  e  le  modalità  operative  che  CircoStanza 

- etto; adotta;  le considerazioni di fine anno del responsabile del prog

- le relazioni 2006‐2008 degli operatori di CircoStanza.   Abbiamo deciso di realizzare un testo compiuto e di renderlo dispo‐

nibile  sia  in  forma cartacea che  in  forma elettronica, per chiunque sia interessato al tema.  

Non intendiamo reclamare diritti d’autore su quest’opera perché ri‐teniamo che  l’esperienza debba poter essere trasmessa senza ostacoli, richiediamo però a chi intendesse citare o usare parti di quest’opera di darcene avviso e di  citarne correttamente  la  fonte. Per ulteriori  infor‐mazioni  e  contatti  con  ViviamoInPositivo  potete  visitare  nostri  i  siti internet:  www.viviamoinpositivo.org,  www.circostanza.org, www.clownterapia.it,  www.circosociale.it  (quest’ultimo  in  corso d’opera al momento della redazione del presente testo).  

Rimandiamo agli stessi siti per ulteriore materiale inerente i campi di  attività  di  ViviamoInPositivo.  Dai  siti  stessi  è  possibile  iscriversi  a newsletter  e  raggiungere  i blog dove  le  attività vengono documentate nel corso del loro svolgimento. 

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Glossario 

Definiamo alcuni termini il cui significato verrà approfondito nelle rela‐tive sedi, ma di cui può essere utile avere una nozione in anticipo.  

Circo sociale – È l’insegnamento di arti circensi rivolto a individui a rischio sociale, con lo scopo di trasmettere loro non solo le abilità connesse (giocoleria, acrobatica, clownerie etc.) ma anche di sviluppare in loro qualità e virtù positive (spirito di collaborazione, responsabilità, creatività, autonomia, autostima) e trasmettere valori sani per ridurre il rischio di devianza e favorire l’integrazione degli individui. È un fenomeno relativamente nuovo in Italia mentre ha circa venti anni di storia in Paesi del Sud America come il Brasile e l’Argentina che hanno da tempo dovuto affrontare problemi legati alla povertà e al degrado sociale, ma che allo stesso tempo detengono un importantissimo patrimonio artistico culturale. 

Federazione VIP Italia ONLUS – Organo che rappresenta e coordina le 35 (nel 2008) associazioni ViviamoInPositivo italiane (vedi ViviamoInPositivo APS”) 

CircoStanza – Vedi “Progetto CircoStanza”. 

Crescita personale – Insieme di discipline relative per lo più alla sfera psicologica, affettiva ed emozionale della persona aventi come scopo il miglioramento della capacità di affrontare diversi aspetti della vita, come quelli materiali, famigliari, di relazione, di comunicazione, emotivi. 

Giovani a rischio – si tratta di giovani che vivono uno stato di disagio e di disorientamento di fondo che spinge non pochi di loro alla marginalità o alla devianza.

IPM – Istituto Penale per i Minorenni. 

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VIP ViviamoInPositivo  8 ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐200

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Pedagogia del circo – Il termine “pedagogia” deriva dal greco παιδαγογια, da παιδος (paidos) « il bambino » e αγω « guidare, condurre, accompagnare ».  Con “pedagogia del circo” si intende un insieme di discipline che hanno come oggetto di studio il processo educativo, e quindi l'educazione alla disciplina, alla conoscenza del proprio corpo, alla conoscenza di sé e dei propri limiti. Attraverso lo studio e l’applicazione delle arti circensi  i ragazzi conoscono meglio se stessi e gli altri, sviluppando al contempo il proprio potenziale e la propria autostima.

Giocoleria – È l'arte praticata dal giocoliere, il quale manipola con destrezza uno o più oggetti. Essa include molte arti circensi basate sul lancio di oggetti come palline, cerchi, clave, bolas o diablo. La più nota forma di giocoleria è la giocoleria con lanci, ma vi sono specialità (come la giocoleria da contatto, o contact juggling) in cui non è previsto il lancio di oggetti. Dare una definizione omnicomprensiva della giocoleria è molto difficile: alcuni la usano per meditare applicando gli stessi principi dello yoga; alcuni la considerano un vero e proprio sport, altri ne fanno una professione (artisti di strada, giullari, circensi); altri la praticano per fini terapeutici quali recupero psicomotorio in persone traumatizzate, cura anti ansia‐depressione, persone affette da handicap motori o sordità. 

Trick – È una figura eseguita dal giocoliere. La più famosa e conosciuta è senza dubbio la cosiddetta “cascata con tre palline”: il giocoliere fa roteare 3 palline in aria descrivendo una figura simile al simbolo matematico dell'infinito. È la figura più conosciuta perché è la più facile da insegnare e da imparare, e infatti molti iniziano a giocolare proprio le palline che risultano essere gli attrezzi più maneggevoli per un principiante. I nomi inglesi dei più noti trick sono i seguenti: Cascade, ovvero la cascata (eseguibile con un numero dispari di oggetti);  Fountain, ovvero la fontana (eseguibile con un numero pari di oggetti); Shower, ovvero la doccia (eseguibile con un numero qualunque di oggetti).  Una volta solidificate le basi poi si può aumentare il numero di attrezzi e quindi aggiungere una pallina ed imparare a giocolare con 4‐5‐6 palle, ma ovviamente è tutta questione di tempo ed allenamento. Più figure base si imparano più velocità a coordinazione si acquistano. 

Passing – È un modo per giocolare in compagnia. Due, tre, dieci persone possono scambiarsi gli oggetti tra loro usando tempi e ritmi ormai convenzionali in tutto il mondo. Molti vedono in questa attività 

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Glossario 

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aspetti sociologici mai sondati quali la comunicazione con gli occhi tra le persone che praticano il passing o la grande potenzialità aggregativa insita in esso come aspetto fondamentale 

Progetto CircoStanza – Laboratorio di circo sociale e rivolto specificamente a minori e adolescenti a rischio in aree di disagio sociale quali carceri, scuole, comunità, strada. Il progetto pilota Circostanza si svolge a Torino e altri Circostanza sono stati attivati in diverse città d’Italia (vedi, più avanti, il capitolo dedicato). Circostanza è un marchio registrato dalla federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS. 

ViviamoInPositivo – Abbreviato VIP. È il nome della associazione senza scopo di lucro che conduce il progetto CircoStanza a Torino, in partenariato con la federazione VIP Italia ONLUS. L’associazione ViviamoInPositivo è sorta a Torino nel 1997 con lo scopo di diffondere valori e conoscenze utili a vivere meglio. L’ associazione ha, negli anni, dato luogo ad altre 35 altre associazioni di volontari, ora riunite nella federazione VIP Italia Onlus e ha avviato nel 2005 il progetto CircoStanza. CircoStanza è stato adottato da anche da altre associazioni VIP italiane con il sostegno dalla federazione VIP Italia ONLUS. L’associazione ViviamoInPositivo è diventata nel 2008 Associazione di Promozione Sociale. 

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 XII 

Coltivare la libertà

Per  me  non  c’è  felicità  senza libertà  e  la  libertà  non  ce  la  dà nessuno,  la  dobbiamo  coltivare noi  stessi.  Condividerò  con  voi com  e  ottenere  una  maggiore li‐bertà per se stessi.  

Per  tutto  il  tempo  in  cui  se‐diamo, camminiamo, mangiamo o lavoriamo  all’esterno,  noi  colti‐viamo la nostra libertà. La libertà è ciò che pratichiamo ogni giorno. In  qualunque  condizione  o  luogo vi troviate, se avete la libertà siete felici.  

Io  ho molti  amici  che  hanno  scontato  condanne  ai  lavori  forzati  e che,  sapendo  come praticare,  hanno  sofferto molto meno.  In  realtà  la loro vita ha avuto una crescita spirituale, cosa che mi rende molto orgo‐glioso di loro. 

Per  libertà  intendo la  libertà dalle afflizioni, dalla rabbia e dalla di‐sperazione. Se in te c’è rabbia, la devi trasformare per poter ottenere di nuovo  la  tua  libertà.  Se  in  te  c’è disperazione devi  riconoscere questa energia e non permetterle di sopraffarti. Devi praticare in modo da tra‐sformare l’energia della disperazione e raggiungere la libertà che meri‐ti: la libertà dalla disperazione. 

Puoi  praticare  la  libertà  ogni momento  della  vita  quotidiana:  ogni pas  so  che  fai  può  aiutarti  a  recuperarla,  ogni  respiro  ti  può  aiutare  asvilupparla e coltivarla. Quando mangi, mangia da persona libera. 

a da persona libera. Quando respiri, respi‐ra d

Quando cammini, cammina persona libera.  

nque. Lo si può fare dovu (Thich Nath Hanh, Libero ovunque tu sia) 

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Il carcere minorile e le strutture collegate 

Riassumiamo alcuni concetti che riguardano il trattamento di un mino‐renne che commette un reato in Italia. Queste informazioni aiuteranno a capire meglio chi sono i ragazzi che si trovano in carcere. 

L’Istituto Penale per Minorenni (IPM) è una struttura destinata alla res v c n nno trizione  di  indi idui  tra  i  quattordi i  e  i  ventuno  a ni  che  hacommesso il reato da minorenni. 

L'istituto  della  reclusione  separata  dei  minori  non  è  recente,  per l’Ita tlia si ha notizia nel Rinascimento dell'is ituzione di reclusori specia‐lizzati a partire dalla metà del XVII secolo. 

Un minorenne  che  commette  un  reato non  viene  immediatamente condotto in carcere, e potrebbe anche non andarci, se ci sono le condi‐zioni per una misura cautelare diversa. Per prima cosa il giovane viene condotto in un Centro di prima accoglienza e durante la sua permanen‐za, in base al tipo di reato e alle informazioni che si raccolgono su di lui (se ha genitori o parenti che si curano di lui, per esempio), viene decisa la misura cautelare. Al Ferrante Aporti la quasi totalità dei ragazzi è di pro  venienza extracomunitaria (92% nel 2007‐2008), e sono in carcereanche perché non hanno parenti a cui possano essere affidati. 

I CPA (Centri di Prima Accoglienza), gli  IPM (Istituti Penali per Mi‐norenni)  e  le  strutture  alternative  di  riabilitazione  vengono  descritte qui di seguito. 

Il carcere e le altre strutture di recupero per i minori

Le strutture istituite dall’ordinamento legislativo italiano per il recupe‐ro  dei  minorenni  sono  costituite  dai  Centri  di  Prima  Accoglienza  e dall’Istituto Penale per Minorenni: 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circost rrante Aporti 2006‐2008 

 2 

anza all'IPM Fe

I Centri di prima accoglienza: I C.P.A. ospitano i minori arrestati, fermati o accompagnati fino all'udienza di convalida, svolgendo nei loro confronti attività di sostegno e di chiarificazione. Essi inoltre forniscono all'Autorità Giudiziaria procedente i primi elementi di conoscenza della situazione che riguarda il minore e cercano di attivare le risorse familiari e ambientali, coinvolgendo gli altri Servizi dell'Amministrazione della Giustizia Minorile e quelli del territorio. Preparano le dimissioni del minore dal Centro o l'eventuale trasferimento ad altri Servizi o strutture. E’ una struttura non carceraria, collocata in gran parte presso gli Uffici Giudiziari; pertanto, il periodo di permanenza in questa struttura, anche se molto breve, permette di evitare l'impatto con l'istituto penale. Ma, ai sensi dell'art.18 c.2 D.P.R. 448/88, non tutti i minori arrestati o fermati vengono condotti in C.P.A.  

Istituti penali per minorenni Gli I.P.M. ospitano i minori sottoposti a provvedimento dell'Autorità Giudiziaria, che si trovano in custodia cautelare o in espiazione di pena. Ospitano inoltre i "giovani adulti" che hanno commesso reato da minorenni e che, come previsto dalla legislazione italiana, espiano la pena nelle strutture per minorenni fino al compimento del 21° anno di età. Le finalità proprie dell' I.P.M. sono identificabili nell'esecuzione dei provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria, nel rispetto dei diritti soggettivi dei minori, e nell'attivazione di processi di responsabilizzazione e di promozione umana del minore. Gli I.P.M. sono 18 (Acireale (CT), Airola (BN), Bari, Bologna, Cagliari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Firenze, L'Aquila, Lecce, Milano, Nisida(NA), Palermo, Potenza, Roma, Torino, Treviso).  

Prevenzione e strutture riabilitative  Esistono  strutture  "alternative"  alla  reclusione  in  carcere  dei  minori. Occorre  tener  presente  che  il  contatto  con  soggetti  devianti  potrebbe avere l'eventualità (non recondita) di un aumento del desiderio di ribel‐lione e di rifiuto verso una società che lo ha emarginato ancora una vol‐ta...   

Il problema del recupero dei minori non è di facile soluzione: non si tratta  solo  di  realizzare  strutture  idonee,  ma  di  "educare"  la  società. Troppo spesso accade che i soggetti (minorenni, ma non solo) con espe‐rienze carcerarie alle spalle siano emarginati e quasi "costretti" a rica‐dere in errore.  

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Il carcere minorile e le strutture collegate 

Le  strutture alternative al  carcere hanno  lo  scopo di  favorire e ga‐rantire  il  reinserimento  dei  detenuti minori  nella  società mediante  la creazione di una rete di cooperative, di associazioni, comunità, ecc., che possano costituire un valido punto di riferimento al momento del "rien‐tro" in società di questi soggetti.   Come strutture alternative al carcere sono previsti: 

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Al vizi della giustizia minorile tri ser

L’Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) interviene a favore di minorenni coinvolti nel circuito penale, concorrendo alla promozione e alla tutela dei diritti degli stessi. Opera in collaborazione con gli altri Servizi della Giustizia Minorile e con i Servizi territoriali, attraverso modalità operative integrate. Gli interventi per applicazione dell'art.28 D.P.R. 448/88 rappresentano una parte notevole del lavoro svolto dagli uffici di servizio sociale, preceduti soltanto dagli interventi per applicazione di misure cautelari. Si consideri però la diversa natura dei due tipi di intervento: mentre le misure cautelari sono “obbligatorie”, l'art.28 costituisce un istituto giuridico che può considerarsi diverso dal percorso penale classico e dunque richiede un vero e proprio investimento di risorse ed energie, sia da parte dei servizi che da parte dei soggetti interessati.   Ad ogni modo la misura alternativa d'elezione è “l'affidamento in prova al servizio sociale” (art.47 O.P.), sia per presentazione di progetti che per applicazione vera e propria. Tra le misure sostitutive quella che prevale è la l ertà controllata.  ib

Le Comunità: Si tratta di strutture utilizzate per l'esecuzione delle misure cautelari non detentive e del riformatorio giudiziario, con dimensioni strutturali e organizzative connotate da una forte apertura al contesto ambientale. I collocamenti in comunità vengono disposti non soltanto verso le comunità dell'Amministrazione della Giustizia Minorile, ma anche verso comunità private, associazioni e cooperative, con cui il CGM stipula convenzioni, al fine di aumentare le possibilità di accesso dei minori a questo tipo di struttura. Le comunità ministeriali sono comunità avviate e gestite direttamente dall'Amministrazione; esse sono state attivate in alcune realtà come comunità‐filtro, in altre come comunità aventi funzioni di centri polifunzionali, in altre ancora come comunità vere e proprie. Questa tipologia di comunità, al momento, è presente soprattutto al Sud (tre in Campania, tre in Puglia, due in Calabria e due in Sicilia). La comunità di 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Trento, operativa fino alla fine del 1999, era stata attivata in seguito a convenzione tra il Ministero della Giustizia e la provincia di Trento; costituisce, quindi, un caso particolare di comunità ministeriale, in gestione mista con l'ente locale.  

[tratto da: http://www.stpauls.it/cisf/minori.htm]  

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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" 

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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" 

L’I.P.M. di Torino è il carcere minorile "Ferrante Aporti"; in quanto tale è una struttura che, ospitando i condannati ad una pena detentiva e co‐loro che sono sottoposti alla custodia cautelare, ha un’impostazione e‐ducativa, con varie attività socializzanti, ma anche una componente for‐temente custodialistica. 

Negli  I.P.M.  lavorano educatori, psicologi, agenti di polizia peniten‐ziaria,  personale  amministrativo  e  assistenti  sociali  dell’U.S.S.M.  Nel contesto della giustizia penale minorile, l’ipotesi del carcere è di natura residuale,  va  inteso  cioè  come  ultima  ratio,  istituzione  cui  ricorrere quando non è possibile applicare ad un minore uno dei benefici o delle soluzioni  alternative  che  l’ordinamento  italiano  prevede.  Anch’esso, comunque, opera nella prospettiva di un recupero sempre da tentare. 

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VIP

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 ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il "Ferrante Aporti" di Torino è sito al numero civico 3 di Via Berruti e Ferrero. 

Storia dell’IPM "Ferrante Aporti"

Dedicato a Ferrante Aporti  (1791‐1858),  sacerdote pedagogista e  fon‐datore di scuole per l'infanzia, l'Istituto Penale per i Minorenni occupa la  struttura  un  tempo  denominata  “La  Generala”  costruita  nella metà del 1600 e attiva dalla fine del 1700 progressivamente come orfanotro‐fio,   ospedale, fabbrica per la lavorazione dell'indaco e, dal 1829, carcerefemminile. 

Sempre con la denominazione di “La Generala” sotto il regno di Car‐lo Alberto  viene  ristrutturato  e  destinato  a  “Correzionale  agricolo  pei giovani discoli”. Lo stabile era costituito da 300 celle singole e si preve‐deva il lavoro agricolo per gli “abili”, i non “irriducibili” e i non abbienti, escludendo dal  lavoro  coloro  che  ‐ mantenuti  dalle  famiglie  ‐  non ne‐ces  sitavano di sostentamento. Nel 1935 prende il nome di Riformatorio“Ferrante Aporti”. 

Nel corso del ‘900 la svolta più significativa verso l'attuale imposta‐zione  si  è  avuta  a  seguito  della  rivolta  del  1977  quando,  a  seguito  di profonda riflessione sulle ragioni che la determinarono si impostò una nuova  linea di apertura dell'istituzione verso  l'esterno,  favorendo  l'in‐gresso della città e delle sue risorse nell'Istituto e, reciprocamente, l'u‐scita dei ragazzi verso la città. 

Sono nati  così nel  corso degli  anni progetti  educativi  caratterizzati dal comune obiettivo di costruire un ponte con la città e la società civile.  

Cronologia de "La Generala"

29 Agosto 1617: nasce il Barone Gianbattista Truchi de La Generala 

1649: costruzione della Generala 

26 agosto 1698: muore il Barone Truchi 

1775: gli eredi vendono la villa a Pietro Manzolino 

1779: inizia l'attività del Manzolino per l'esercito utilizzando fino a 220 orfane 

1801: fallisce l'Opera Manzolino e diviene di proprietà dell'ospedale San Giovanni; viene messa a disposizione dell'Opera Maternità 

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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" 

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1817: diventa ospedale militare 

1820: diventa un laboratorio per la lavorazione dell'indaco 

1829: diventa carcere femminile 

1845: prende il nome di "La Generala ‐ Correzionale agricolo pei giovani discoli" 

1935: prende il nome di Riformatorio "Ferrante Aporti" 

Il metodo preventivo di Don Bosco

Don Bosco è prete da pochi mesi. Il cappellano delle prigioni ‐ il beato Giuseppe Cafasso suo amico ‐ gli dice "Vieni a vedere i carcerati". Don Bosco  entra  in  quei  sotterranei  oscuri  e  umidi  che  sono  le  galere  del tempo. Volti tristi e minacciosi lo spaventano. Scorge anche un gruppo di ragazzi, quasi bambini e scoppia a piangere. "Perché quel prete pian‐ge?" ‐ domanda uno di loro. "Perché ci vuole bene" ‐ risponde un altro ‐ . "Anche mia madre piangerebbe se mi vedesse qua dentro".  

Uscendo  dal  carcere  don  Bosco  prende  una  decisione  incrollabile. "Quei ragazzi sono là dentro perché abbandonati a se stessi. Nessuno si pre rli, istruirli, fargli impnde cura di loro. Io voglio assiste arare un me‐stiere. Voglio salvarli tutti!"  

È il primo passo del suo famoso metodo preventivo , che oggi po‐tremmo definire: stare coi ragazzi e i giovani perché non facciano il ma‐le.  Non  cast igarl i se sbagl iano ,  ma  stare con loro e amarl i perché non sbagl ino . Chi è molto amato sbaglia poco. 

Don Bosco e i ragazzi della Generala

Le nuove leggi,  finalmente, non costringevano più i ragazzi a rimanere in carcere con gli adulti: si stavano creando i riformatori per i minori. 

Fin dall'apertura, avvenuta nel 1845, don Bosco iniziò a frequentare i ragazzi della Generala. La svolta avvenne un giorno, durante un incon‐tro con il ministro Urbano Rattazzi. Rattazzi si  interessava all'opera di don Bosco ed al  lavoro che svolgeva con i ragazzi di strada; un giorno gli   anche ai ra‐gaz

chiese se il suo sistema di educazione fosse applicabilezi della Generala. “E perché no?” rispose don Bosco. Alla Generala  i  ragazzi  erano divisi  in  tre  categorie:  I  sorvegl iat i

special i ,  ragazzi per  i quali si applicava  il  sistema di  isolamento not‐turno; i sorvegl iat i normal i , ragazzi per i quali si applicava una sor‐veglianza attenuata e i pericolant i , ragazzi inviati dalle famiglie (ecco 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

una  

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 situazione identica al '700, quando i ragazzi finivano all'Ergastolo).Don Bosco incontrava ragazzi di tutte e tre le categorie. 

Un giorno, nel 1855, don Bosco decise di fare una cosa speciale: vol‐le portarli  tutti a  fare una passeggiata fino a Stupinigi. La proposta  la‐sciò  esterrefatto  il  povero Direttore  che non poteva  certo  autorizzare una  simile  cosa;  subito don Bosco pensò di  rivolgersi  direttamente  al Ministro dell'Interno cioè al Rattazzi. Il Ministro gli propose di mettere, lungo il percorso, dei carabinieri in borghese, ma don Bosco si oppose e, alla  fine  di  una  lunga  discussione,  ebbe  la meglio:  sarebbe  uscito  con tutti i ragazzi, senza nessuna scorta. 

Circa 300 ragazzi della Generala s'incamminarono nel giorno del lu‐nedì dell'Angelo per fare quella che in Piemonte si chiama "la merendi‐na", cioè la scampagnata del giorno di Pasquetta.  

La  colonna  si  allontanò dalla Generala,  con  in  testa don Bosco  che teneva per  la Cavezza un asinello appesantito da una parte dei viveri; gli altri viveri erano portati direttamente dai singoli ragazzi. 

Arrivati a Stupinigi, lungo il fiume Sangone, mangiarono e giocarono per tutto il giorno. All'ora stabilita, il corteo dei ragazzi, guidato da don Bosco, mestamente rientrò alla Generala: nessun ragazzo era scappato e tutti, prima di rientrare abbracciarono e ringraziarono il loro benefat‐tore.  Il  primo  ministro  aveva  detto  che  non  ne  sarebbero  rientrati nemmeno dieci invece rientrarono tutti. 

Molte volte chiesero a don Bosco di scrivere dei libri per spiegare il suo metodo pedagogico ma non ne  scrisse nemmeno uno.  Lasciò  solo nove pagine di "pensieri". Una delle prime sue frasi era: "Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l'amorevolezza. Esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontani gli stessi castighi leggeri". 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

L’organizzazione di un IPM trae  le  linee guida dal codice di procedura penale minorile (DPR 448/88) e un IPM deve quindi conciliare le pro‐prie  specificità  con  quanto  richiesto  dal  codice.  Nel  2009  il  Ferrante Aporti  sarà parzialmente ristrutturato e, almeno durante  il periodo di ristrutturazione,  l’organizzazione  interna  subirà  dei  cambiamenti. Quanto descriviamo in seguito è riferito alla organizzazione che è stata adottata negli ultimi anni. 

I gruppi del Ferrante

L’insieme degli  ospiti  del  Ferrante  è  organizzato  (lo  è  stato  fino  a  di‐cembre 2008) in quattro gruppi che svolgono attività separatamente e non entrano in contatto l’uno con l’altro. Tutti i ragazzi vengono riuniti solo poche volte l’anno, nel corso di eventi speciali, come il Natale o in occasione  di  spettacoli  (come  quello  dei  “Ragazzi  di  Bucarest”  del  26 novembre 2007). I quattro gruppi hanno i nomi di quattro venti perché rientrano  nel  progetto  “Rosa  dei  venti”  che  ha  per  obiettivo  seguire  i ragazzi da una fase di orientamento iniziale a una di educazione e for‐mazione intermedia a quella di preparazione al momento del ritorno in libertà dei ragazzi. Vediamoli. 

Il gruppo Libeccio (maschile – “transito”)

È la sezione di permanenza temporanea, con un massimo di 45 giorni. Può ospitare 4 ragazzi ma spesso è sovraffollata. 

Le at o  inseriti nel gruppo L

tività che  i  ragazzi possono svolgere, quando sonibeccio sono: 

‐ al mattino la scuola e un laboratorio di creatività; 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

‐ al pomeriggio attività opzionali (i ragazzi possono scegliere se 

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Cambiamenti all’IPM Ferrante Aporti nel 2009

All’incontro di progettazione d’Istituto dell’ottobre 2008 è stato rileva‐to che il Progetto Rosa dei Venti abbia rivelato alcuni limiti e come, an‐che a causa del cambiamento del tipo di utenza, si sia ritenuto di modi‐ficare  le cose. La distinzione prima era tra breve e  lunga permanenza. 

partecipare o rimanere in cella). 

I ragazzi vengono trasferiti da un gruppo all’altro solitamente nel corso dei fine settimana, in modo da non intralciare le attività educative, an‐che se l’accoglienza e il passaggio di consegne durante il fine settimana per gli operatori risulta difficoltoso, essendo presenti solo gli agenti di polizia penitenziaria. 

Il gruppo Grecale (maschile – breve e media permanenza)

In questa fase le attività che vengono proposte sono svariate. Gli educa‐tori decideranno in quale attività mattutine inserire i singoli ragazzi nel caso  in  cui  il  loro  livello  di  scolarizzazione  sia  sufficiente.  Chi  non  sa leggere e scrivere, obbligatoriamente frequenterà la scuola e il  labora‐torio di Informatica. 

Il gruppo Levante (maschile – lunga permanenza)

E’ il gruppo nel quale  i ragazzi permangono per più tempo per cui qui possono fare varie attività quali: laboratori di falegnameria, meccanica, arte bianca,  laboratorio Multimediale e sempre la scuola. Ruolo fonda‐mentale in questo gruppo è quello dei vari educatori, che siano interni al Ferrante o dei laboratori, con il loro apporto si elabora un piano edu‐cativo individualizzato per ogni ragazzo. 

Il gruppo Maestrale (femminile – indifferenziato)

Le ragazze, che siano in transito o con breve o lunga permanenza stan‐no nel gruppo Maestrale. Le loro attività sono: Acconciature, Ceramica, Scuola, più le attività pomeridiane. 

 

Una  equipe  interprofessionale  elabora  un  piano  di  reinserimento  nel territorio, trasversale ai gruppi. 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

Secondo il progetto l’IPM doveva essere come una bussola e offrire una serie  di  direzioni/strumenti  che  potessero  orientare  o  ri‐orientare,  in con per   

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siderazione del fatto che i ragazzi sono per il 92% stranieri e  lamaggior parte non accom agnati. 

Nel  2009  l’IPM  verrà  rizzat ment  lenchia

caratte o  da  diversi  cambia i.  Ne e‐mo alcuni. 

- Ristrutturazione:  2009  sarà  l’anno  di  inizio  dei  lavori  di  ri‐strutturazione. 

- Agenti di Polizia Penitenziaria:  riorganizzazione  del  lavoro della Polizia Penitenziaria: ci saranno agenti fissi per ogni grup‐po di ragazzi ristretti. 

- Educatori: arriveranno 6 nuovi educatori che saranno suddivisi tra CA e  IPM. Gli  educatori  si  suddivideranno  in modo equo  la presa  in  carico  dei  ragazzi/e  e  tre  educatori  verranno  affidati ciascuno ad un gruppo. 

- Gruppi: i gruppi saranno sempre quattro, ma intesi in modo di‐verso:  tre  al maschile  (Accoglienza,  10  ragazzi;  Orientamento, 12  ragazzi; Dimissioni,  4/5  ragazzi)  e uno  femminile.  Per  i  ra‐gazzi  ci  sarà  anche  un  cambiamento  di  alloggiamento  per  via della ristrutturazione. 

- Progetto Rosa dei Venti:  non esisterà più. I gruppi perderan‐no il nome dei “venti” (Grecale, Maestrale, Libeccio e Levante).  

- Riorganizzazione: a seguito della ristrutturazione dovrà essere rivista  l’organizzazione  delle  attività:  l’attività  di  Arte  bianca passerà dai ragazzi alle ragazze, al posto di Meccanica si farà ri‐

Infor aparazione biciclette,  matica  l posto di Arte bianca per i ra‐gazzi. 

- più Si  potenzieranno  le  attività  del  fine‐settimana  per  offrire 

- contenuti. Si potenzierà lo spazio dedicato al protagonismo dei ragazzi. 

- Gli incontri Stop & Go (riunioni degli operatori, educatori, agen‐ti) saranno momenti sempre più importanti e valorizzati. 

- I ragazzi del Gruppo Dimissioni saranno aiutati e indirizzati e si er  il  reinserimento cercherà  di  dare  loro  un  aiuto  maggiore  p

all’esterno.  La scuola sarà obbligatoria per tutti i gruppi. - 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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e sezioni maschili

Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti In un carcere minorile, rispetto a un carcere per adulti, molte risorse sono impiegate per offrire ai ragazzi ristretti la possibilità di tornare in libertà e integrarsi nella Società. Per questo è necessario che i ragazzi siano seguiti con attenzione e pertanto il numero di educatori, psicologi e ag  di ragazzi. All’i

enti può sembrare molto alta, rispetto al numeroIstituto operano: 

- ntermo dell’

- il dirigente del Centro Giustizia Minorile (CGM); il direttore; 

- dagogica con funzioni di sosti‐un responsabile dell’Area Tecnico‐pettore; 

- tuzione del dire

- un responsabile dell’Area Sicurezza; un cappellano; 

- quattro educatori: ciascun gruppo ha un educatore di riferimento. In teoria 1 educatore ogni 8 ragazzi; 

- ue  consulenti  a  tempo tre  psicologi:  un  dipendente  della  ASL  e  dparziale.; 

- cinquantasei agenti di Polizia Penitenziaria.  

A queste figure si affiancano anche i mediatori interculturali che però dipendono da una agenzia esterna e intervengono su richiesta. Lo svolgimento delle attività scolastiche, pre‐professionali, sportive ecc. è affidato a cooperative e associazioni convenzionate. 

Le attività rivolte ai ragazzi ristretti

Attività scolastica e formativa

Le  attività  formative  proposte  dall'Istituto  e  dedicate  a  tutti  i  ragazzi riguardano l'alfabetizzazione generalizzata e l'apprendimento della lin‐gua italiana per i minori stranieri con possibilità di prosecuzione dell'i‐struzione presso i Centri territoriali permanenti. La lista può essere in‐completa e/o non aggiornata ma viene portata come esempio per avere un’idea del contesto nel quale si inserisce il progetto CircoStanza.  

Attività nell

Arte bianca (ATI‐ForCoop – CFPP Casa di Carità ENGIM): Attività di formazione pre‐professionale. Si articola in moduli, per la preparazione all'attività di panificazione. Oltre alle normali lezioni, i ragazzi iscritti al 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

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corso partecipano alla realizzazione di prodotti alimentari destinati ai ragazzi nelle ve comuni.  pause delle attività del mattino, a feste e iniziati

Informatica: Attività di formazione pre‐professionale. Oltre all'alfabetizzazione informatica il corso consente di conseguire la Patente Europea  del Computer (ECDL). Il corso è anche la sede della redazione del giornalino dell'istituto “Albatros”, e alla cui preparazione partecipano, con contributi di vario genere (articoli, illustrazioni, rubriche), tutti i gruppi sotto la guida degli operatori. Il laboratorio di informatica cura la realizzazione dei volantini e del materiale in enti;  formativo relativo alle iniziative ed agli ev

Meccanica: attività di formazione pre‐professionale.  

Attività nella sezione femminile:

Ceramica: attività dì formazione pre‐professionale. Il laboratorio produce normalmente vasellame e oggettistica quale servizi da tè e da caffè, vasi da fiori. La creatività delle ragazze si esprime nella progettazione degli oggetti;  

Acconciatura: attività di formazione pre‐professionale. Fornisce i primi rudimenti per la cura del capello e le tecniche di base dei tagli e delle acconciature. Stimola la creatività nell'apprendimento della cura della propria persona. 

Attività del pomeriggio

Al pomeriggio i ragazzi/e hanno la possibilità di partecipare ad attività ricreative e sportive facoltative. In alternativa possono restare in cella. 

Teatro, disegno e pittura: a cura dell’AICS, per favorire l'espressione individuale e il riconoscimento delle proprie capacità favorendo la comunicazione delle esperienze vissute. Periodicamente si organizzano spettacoli o mostre; 

Attività sportive AICS: a cura dell’AICS, oltre a fornire una conoscenza tecnica, consentono attraverso l'espressione corporea l'acquisizione delle regole e la partecipazione a momenti di incontro con le squadre di calcio cittadine. 

Attività sportive CONI: a cura del CONI. 

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VIP ViviamoIn

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Positivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

CircoStanza: progetto della Federazione VIP Italia ONLUS condotto dalla associazione ViviamoInPositivo APS.  CircoStanza, “il circo in una stanza” è una attività di Circo Sociale volta a  favorire integrazione sociale e multietnica, acquisizione di competenze di base sulle arti circensi ed educazione al buon umore.  

Socialità: (a cura del Servizio Civile): giochi, cineforum, ecc. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

Data: 30 ottobre 2008 Intervistato: Rocco Tralli Intervistatore: Maria Luisa Mirabella – Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “ViviamoInPositivo” Ruolo dell’Intervista l‐to rispetto al Ferrante Aporti: Comandante dele forze di Polizia Penitenziaria e responsabile della sicurezza Tema dell’intervista: la sicurezza, i ragazzi ristretti, gli agenti di poli‐zia penitenziaria Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”. 

D: Cosa fa un Comandante del personale di Polizia Penitenziaria all’interno degli Istituti di Pena per Minorenni? R: Il comandante del personale di Polizia Penitenziaria all’interno degli istituti di pena, soprattutto negli Istituti di Pena per i Minori (IPM), co‐

 ordina  tutte  le  unità  di  polizia  penitenziaria  che  sono  all’internodell’istituto, a salvaguardia dell’ordine, della sicurezza e della disciplina. Quando si parla di ordine, sicurezza e disciplina non è solamente riferi‐to a quello che è la sicurezza e disciplina della utenza detentiva ma an‐che a quello che è l’andamento di disciplina di tutte le persone che fan‐no accesso  all’interno della  struttura,  nonché  la disciplina propria del corpo di Polizia Penitenziaria per quanto riguarda il regolamento degli agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria. 

D: Quanti agenti ci sono attualmente al Ferrante Aporti? R: Attualmente al Ferrante ci sono in servizio 56 unità di Polizia Peni‐tenziaria, divisi  in ruoli e gradi che vanno dall’ispettore superiore, che sono  io,  il  comandante  di  reparto,  coadiuvato  da  due  ispettori,  di  cui uno che fa servizio in Matricola e l’altro che è coordinatore delle unità 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

operative  interne,  che  sono miei  diretti  sottoposti  e  collaboratori.  Poi abbiamo sette sovrintendenti, abbiamo poi gli assistenti e gli assistenti capo e poi gli agenti. Nelle 56 unità enunciate prima, 11 unità apparten‐gono alla Sezione Femminile. 

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D: Il numero di agenti è giusto rispetto alle esigenze del FerranteAporti? R: Sì,  il numero è giusto. Attualmente il numero è giusto. Abbiamo an‐che cinque unità distaccate (portate momentaneamente a fare servizio in un altro posto, che potrebbero tornare oppure no). Abbiamo otto u‐nità in distacco permanente da cinque o sei anni.  

D: Un agente quante ore sta in turno? R: Posso rispondere in due maniere: quello che è la norma e quello che è la realtà. La norma dice che il personale di Polizia Penitenziaria, come qualsiasi  altro  lavoratore  del  Pubblico  Impiego  dovrebbe  passare  sei ore al giorno della sua vita in Istituto, presso l’attività lavorativa. Il per‐sonale è chiamato invece a lavorare non meno di otto ore al giorno nel suo turno di  servizio, e a volte anche di più. Per esempio oggi c’è una traduzione in corso, da stamattina, in un’altra città e le persone incari‐cate sono partite alle cinque e rientreranno, se tutto va bene, questa se‐ra  a mezzanotte.  E  questo  può  succedere  sovente.  E  succede  sovente non solo per questo. Nella  struttura  è  necessario  fronteggiare  qualsiasi  evenienza  del  mo‐mento, possa trattarsi di casi di indisciplina o anche in caso di manife‐stazioni  ludiche. Anche una manifestazione  ludica comporta  l’esigenza di  una  maggiore  presenza  di  personale.  Quando  tutti  festeggiano l’agente spesso si trova a dover effettuare del servizio straordinario per permettere che vengano svolte quelle attività ludiche. 

D: Il sabato e la domenica i turni sono ridotti? R: I turni sono sempre uguali, in modo continuo, sulle ventiquattrore. Il sabato o la domenica, per il personale penitenziario sono pari agli altri giorni,  anzi,  c’è un aggravio maggiore perché non vi  sono attività, per cui il fine‐settimana diventa ancora più sacrificante. Il personale deve lavorare sei giorni la settimana, per sei ore, in realtà l’impegno è maggiore. 

D: Lei da quanti anni presta servizio al Ferrante Aporti? R:  Io  ho  complessivamente  trentuno  anni  di  servizio,  Da  sette  anni  e mezzo sono comandante al Ferrante Aporti. Prima del Ferrante ho fatto il comandante di reparto all’IPM di Lecce. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

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selezione a concorso di far parte dell’esercito, in VFB1, VFB2 e VFB3, ed è la ferma di uno, due o tre anni.  Si arriva  in esercito come volontario di concorso e si  fa  il primo anno come VFB1. Poi si diventa VFB2 dove si può partecipare a dei concorsi già preselettivi dove a monte occorre aver detto di volerci partecipare e poi  si deve partecipare a un concorso di  selezione e  se  lo  si  supera si passa a far parte della Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Polizia di Stato o quant’altro. Poi si deve partecipare a un corso di formazione che dura un anno. Alla fine del corso viene fatta la scelta di dove deve essere in‐viato il personale. Per venire nella Polizia Penitenziaria settore minorile si deve fare richiesta di venire presso gli Istituti per minori dove si arri‐va  attraverso  una  selezione,  poi  si  deve  fare  un  corso  aggiuntivo  in quanto,  dal  2004,  la Polizia Penitenziaria  settore minorile  è diventata una specializzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. 

D: Secondo lei quali sono i punti di forza del Ferrante? R: I punti di forza del Ferrante corrispondono con i suoi punti di debo‐lezza:  tante  attività,  che  in  altre  strutture  non  abbiamo.  Qui  a  Torino abbiamo  tante  attività,  abbiamo  la  possibilità  di  dare  un  contributo formativo,  ma  non  solo  formativo,  ma  anche  di  incontro,  anche  di scambio interpersonale con i ragazzi che in altri istituti non c’è.  Però questo che è il nostro punto di forza come Istituto è il nostro pun‐to di debolezza come personale di polizia penitenziaria perché ciò com‐porta un aggravio di lavoro esponenziale.  Nel computo del lavoro,tanta attività comporta tanto lavoro, sia per i controlli sia  in termini di ten‐sione e attenzione. L’attività extra richiede pertanto un utilizzo maggio‐re di personale che, oltre a fare attenzione allo svolgimento delle attivi‐tà, deve poi tenere presenti  le dinamiche del dopo. Possono infatti svi‐lupparsi invidie, insidie e quant’altro i ragazzi in via di formazione pos‐sono mettere in atto in quanto non ancora strutturati completamente. 

D: Un agente, come arriva qua? Fa un concorso e decide lui di veni-re qui? R: Non più, non è più questo il percorso. Fino al 2004 un agente veniva assunto per concorso, come un qualsiasi impiegato pubblico dello Stato. Partecipava a un concorso pubblico e attraverso questo concorso pub‐blico veniva assunto, superate le prove. Dal 2004 è cambiata la norma‐tiva, per tutti i lavoratori delle forze di polizia. Per i Carabinieri, per la Guardia di Finanza, per la Polizia di Stato, per le Guardie Forestali e per i Vigili del Fuoco. Ci si arriva in questi corpi di Polizia, compresa la Poli‐zia  Penitenziaria,  attraverso  la  selezione  e  concorso  dei  VFB1.  Avrete sentito parlare  spesso di  “esercito professionista”. Attualmente vi  è  la 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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D: Quando c’è un evento, per esempio la festa di Natale, quanti a-genti sono necessari per garantire la sicurezza? R: Più ne ho più mi sento sicuro. Se ne avessi la possibilità anche tutti, ma non è possibile. Non  c’è un minimo o un massimo, dipende molto dalla  “pancia”  del  momento,  da  quello  che  c’è  come  problematicità all’interno  della  struttura.  Non  dipende  tanto  dal  numero  dell’utenza quanto dalla  tipologia dell’utenza che si ha  in quel momento,  che può 

D: In merito alla sicurezza, come viene affrontata la possibilità di incendio all’interno del carcere? Si svolgono esercitazioni? C’è del personale specifico? R: Gran parte di noi ha partecipato al “Corso di formazione per addetti al servizio di prevenzione incendi”. Per un’altra parte che non ha fatto ancora il corso, soprattutto i nuovi agenti, sta per partire un nuovo cor‐so proprio perché quello d’incendio è un rischio molto alto negli istituti di  pena  e  dobbiamo essere pronti  a  fronteggiarlo. Questo  corso  viene tenuto direttamente dai Vigili del Fuoco,  che vengono qui  in  istituto a tenerlo.  

D: Il corso è rivolto solo al personale di Polizia Penitenziaria o an-che ad altro personale, operatori? R: Il corso è rivolto solo agli agenti di Polizia Penitenziaria perché sono loro  che  in  caso  d’incendio  devono  indicare    come  muoversi nell’istituto. 

D: Un evento positivo dell’ultimo anno? R: Di eventi positivi nell’ultimo anno ce ne sono stati tanti. Un momento ludico molto bello è stata la grigliata con tutti i ragazzi, un altro è stato la manifestazione in teatro. Sono tanti. Un altro momento positivo è sta‐to il momento in cui, dopo avere messo tutti in sicurezza, abbiamo po‐tuto  scongiurare  il  peggio  durante  l’incendio.  Un momento  positivo  è stato quando  il  personale  è  riuscito  a  riportare un  ragazzo  all’interno della  struttura  dopo  pochissime  ore  dalla  sua  fuga.  Questi  ultimi mo‐menti  positivi  sono  legati,  se  andiamo  a  vedere,  a momenti  tragici.  Il mostro  momento  di  felicità  è  spesso  legato  al  superamento  di un’emergenza. I momenti di festa, come la grigliata, la manifestazione teatrale o il tor‐neo di calcio che si è tenuto il diciotto di Ottobre sono momenti molto ludici e intensi ma  dal punto di vista del personale di Polizia Peniten‐ziaria hanno costituito un pesante aggravio di  lavoro per  la partecipa‐zione, per l’organizzazione e per dare quella sicurezza, non solo agli o‐spiti e alla struttura, ma alle persone che arrivano nell’istituto. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

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D: I ragazzi che danno maggiori problematiche sono i Maghrebini? R: Sì, essi hanno una cultura di vita che è completamente diversa e oc‐corre considerare un’altra cosa: che loro vengono veramente “dal nulla” e che arrivano qui in Italia dove il loro miraggio è l’arricchimento facile, per poter avere poi un’identità nel loro Paese. È chiaro che per loro lo 

essere difficile da  trattare. Bisogna portare sempre a buon  fine  il per‐corso e l’organizzazione che sono stati messi in piedi.  Bisogna tenere in conto che negli istituti di pena, soprattutto per mino‐ri, è facile che vi siano dei facinorosi e non si può pensare che momenti così alti di incontro con la cittadinanza esterna vengano rovinati a causa loro. 

D: In base alla sua esperienza ritiene che la situazione generale del contesto minorile del Nord Italia, dove ora ci sono molti stranieri, ha subito dei cambiamenti? R: Moltissimi. Noi abbiamo a che fare con un’utenza che è solo straniera, non  parliamo di  comunitari  o  extracomunitari, ma  di  straniera  a  pre‐scindere. Questo è un problema, il rapporto con culture, problemi, mo‐dalità di agire diverse dalle nostre. Una cosa molto importante da con‐siderare è che il ragazzo che non è italiano non ha il riferimento prima‐rio che può essere  la  famiglia, ma ha come riferimento  la strada, dove non vi sono regole da seguire e per questo si oppone alla detenzione e alle regole alle quali deve sottostare, contestandole. Negli  istituti  del Meridione,  dove  l’utenza  è  quasi  tutta  territoriale,  il problema è di altra natura. Il problema non è quello di dover stare per strada,  della  contestazione  a  prescindere.  I  riferimenti  e  i  valori  sono completamente diversi ed è anche più facile la trattazione. Con i ragazzi stranieri anche la differenza di lingua costituisce un ostacolo. Diciamo che è molto più complicato lavorare qui in Settentrione che in Meridione.  Spesso mi trovo a confrontarmi con i miei colleghi che sono comandanti negli  istituti meridionali  e  loro mi dicono una  cosa molto  importante, che  da  una  parte mi  gratifica  personalmente  e  dall’altra mi  opprime, quando mi dicono che loro sono ben contenti di avere personale che ar‐riva da Torino perché questo personale non ha nulla da imparare, anzi, sono loro forieri di  insegnamenti a coloro che stanno stanzialmente in Meridione. Quando vi sono ragazzi di etnie diverse mi dicono che il per‐sonale proveniente da Torino riesce a trattare molto meglio la proble‐matica data dall’utenza straniera, soprattutto in caso di utenza maghre‐bina, a differenza del personale meridionale che pure è molto esperto nel trattare con l’utenza italiana.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

stare in carcere rappresenta una sconfitta perché non possono riversa‐re sulla loro famiglia quel benessere che loro miravano a far avere. 

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D: Conosce l’attività di Circo Sociale CircoStanza? Pensa possa es-sere utile per i ragazzi ristretti? R: Sì,  la conosco. E’ un’attività molto  interessante e utile perché non è fine a se stessa, permette al ragazzo di distrarsi, ma anche di comunica‐re, penso sia molto utile per i ragazzi. 

D: I reati sono cambiati negli ultimi anni? R: In questi sette anni di comando qui al Ferrante Aporti più o meno i reati sono sempre gli stessi: reati contro il patrimonio e vendita di so‐stanze  stupefacenti.  I  reati  contro  la  persona,  ove  ci  sono,  sono  stati sporadici  e  sono  stati  dettati  dall’evento del momento. Non  sono  così tanti come possono essere in Meridione. C’è da dire che qua al Nord,  i reati contro la persona, ove ci sono, sono molto efferati. 

D: Noi come progetto di Circo Sociale “CircoStanza”, siamo presenti anche negli Istituti Penali per Minorenni Bicocca di Catania e Ma-laspina di Palermo, ci sembra che la media di permanenza in car-cere dei ragazzi al Ferrante sia minore rispetto al Meridione. R: Dovremmo partire dal presupposto che il carcere per minorenni va considerato  un  momento  di  arrivo  del  ragazzo,  non  dev’essere  una permanenza. La legge 448 dice che il carcere per i minori dev’essere re-siduale. Bisogna attivarsi in tante altre forme sostitutive. Il carcere non dev’essere il punto cardine. Qui entrano in gioco le etnie straniere: se di un  ragazzo  non  si  hanno  riferimenti  e  documenti,  attivare  provvedi‐menti o rintracciarlo diventa difficile. Non cambia la durata della pena tra il Nord e il Sud.  In altre parole non c’è diversità di applicazione della legge, ma è diversa l’utenza. In Meridione d’Italia si lavora prettamente con detenuti per lo più con sentenza passata in giudicato (sentenza incontrovertibile, senza più possibilità di appello o di cassazione), e inoltre tutti hanno i docu‐menti di  identità,  in quanto per  lo più sono di nazionalità  italiana. Nel Nord  Italia  le  presenze  sono  quasi  totalmente  costituite  da  stranieri (nel caso di Torino, per lo più di provenienza extracomunitaria) per cui risulta difficile se non impossibile identificare i reclusi, se non attraver‐so la dichiarazione di arresto, per cui ci sono casi di detenuti che assu‐mono molteplici alias e passato il momento della carcerazione preven‐tiva diventano  irreperibili. La sentenza per  il  reato commesso comun‐que ci  sarà, ma senza  l’imputato,  che sarà già stato scarcerato per de‐correnza dei termini. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

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D: Ma casi di “redenzione” ce ne sono? Ce ne sono stati? O dobbia-mo perdere la speranza di recuperarli questi ragazzi? R: Sì ci sono stati casi di “redenzione” e molti. Ad esempio un ragazzo un  paio  di  anni  fa,  arrestato  perché  faceva  parte  di  un  grosso  giro  di spaccio di sostanze stupefacenti, con un percorso tumultuoso, ha chie‐sto a noi di aiutarlo, ha allungato la mano e noi l’abbiamo presa. Oggi è sposato con una donna bellissima, ha una bellissima bambina e vende 

D: Cosa può suggerisci per migliorare la nostra attività? R: Mantenere  il  distacco  con  i  ragazzi,  effettuare  l’attività  come  se  si fosse in ufficio. I ragazzi tendono a manipolare l’operatore ai propri fini. Va bene trattare i ragazzi come persone, ma bisogna ricordare che qui non abbiamo a che fare con ragazzi che hanno scelto di andare in un o‐ratorio a giocare, qui vivono in uno stato diverso da quello di libertà e qui il ragazzo deve cercare qualsiasi cosa per diminuire le sue difficoltà.  Il ragazzo se durante l’attività ha informazioni diverse rispetto a quelle 

 che sono state date dagli interni, quando finisce l’attività può essere più difficile da trattare e questo crea problemi agli agenti. Al  corso per  i  volontari  abbiamo  sottolineato  che  chi  entra  in  carcere per un’attività non deve sentirsi un “salvatore”, persone con un’anima, con un cuore, sì, ma non avere sentimenti di “pietà” per i ragazzi,  loro non è questo che cercano, i ragazzi vogliono riferimenti, cose vere, non pietismo. Ricordo un episodio che risale a tanti anni fa, mi sembra il 1998 a Lecce, c’era un ragazzo che da quattro anni era in carcere, era diventato molto bravo  a  plasmare  la  carta  pesta,  aveva  sviluppato  grandi  qualità  e  a‐vrebbe  potuto  aprire  bottega.  Mancava  poco  alla  sua  uscita  e  noi  lo spingevamo a proseguire, una volta uscito nel mettere a  frutto questa sua abilità. Un giorno mi dice: “Comandante, se  lei avesse una bottega prenderebbe  come operaio uno  come me  che  si  è  fatto quattro ani di carcere?” Io sono una persona sincera e devo confessare che con questa domanda mi ha messo un po’  in difficoltà, ci ho pensato su e gli ho ri‐sposto: “Ti metterei alla prova”. E lui: “sì, lo so che lei è schietto e since‐

 ro, posso credere a quello che mi dice, ma mi darebbe più di tre milionial mese?” E io risposi: “Lavoro da tanti anni e non li guadagno nemmeno io tre mi‐lioni”. E allora lui mi disse: “Io li guadagnerei in quindici giorni dando la “medicina” a chi ne ha bisogno, io in quindici giorni guadagno tre volte 

esso (la galera) fa parte del di quanto guadagna lei, quello che mi è succrischio.” Potete immaginare come ci siamo rimasti… 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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contratti per La Tre. Lo vedo sempre con piacere, è sempre molto ele‐gante. Lui ha dei valori dentro e, una volta uscito, li ha messi in pratica. Su di un altro ragazzo abbiamo fatto lo stesso percorso, ma non è riusci‐to ed ora è alle Vallette (carcere per adulti di Torino). 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

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D: Mentre al Sud nelle carceri minorili prevalgono gli italiani, se-condo lei è perché vengono al Nord per cercare lavoro? R: L’immigrato viene più facilmente al Nord perché c’è un’economia più florida e perché c’è una maggiore possibilità di  lavoro o comunque di “annaspare” nel  lavoro nero. Poi c’è anche un discorso di controllo del 

Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Data: 14 Ottobre 2008 Intervistato: Giovanni Lapi Intervistatore: Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “ViviamoInPositivo” Ruolo dell’Intervista

ile dell'Area tto rispetto al Ferrante Aporti: Educatore; Re‐

sponsab ecnico‐pedagogica e sostituto della Direttore. Tema dell’intervista: Struttura e organizzazione dell’IPM “Ferrante Aporti” Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”. 

D: Che età hanno i ragazzi/le ragazze che entrano al Ferrante? R: Al Ferrante entrano ragazzi/e che hanno commesso un reato tra i 14 e i 18 anni, ma possono rimanere fino a 21 anni 

D: Al Ferrante si trovano ragazzi che hanno commesso qualsiasi tipo di reato, anche grave? R: Sì, noi abbiamo seguito anche diversi casi di omicidio. Non sono tanti in generale in Italia i casi di omicidio commessi da minorenni. Almeno se parliamo del Nord, perché al Sud è differente. 

D: Ci risulta, infatti, che nei carceri del Nord Italia i ragazzi ristretti ie, con poca o nulla presenza di italiani. isti cinque o sei, forse.

appartengono a diverse etnIn questi anni ne abbiamo vR: Sì, attualmente ce n’è uno.  

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territorio, cioè nel Sud d’Italia la presenza di diverse forme di criminali‐tà organizzata fa sì che le stesse esercitino un controllo del territorio e quindi gestiscano direttamente una serie di attività  illecite sul  territo‐rio, non permettendo ad altri (stranieri) di entrare. 

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D: Da quali paesi provengono i ragazzi ristretti, per lo più? R:  I  ragazzi  attualmente  sono  in  prevalenza  marocchini  o  comunque dell’area del Maghreb (nord della Tunisia, Algeria e Marocco), Senega‐lesi, Rumeni (anche di etnia Rom), Slavi di etnia Rom, Sudamericani. 

D: Ultimamente ci sono meno ragazzi albanesi e meno rumeni, ve-ro? R: C’è stata una presenza di ragazzi albanesi più cospicua nella seconda metà degli anni ’90, primi anni del 2000, e poi via via è andata sceman‐do. Attualmente ne abbiamo uno, continua a esserci una presenza, ma è minima. Circa i ragazzi rumeni, con l’entrata della Romania nell’Unione Europea  la  loro  presenza  è  diminuita  però  è  aumentato  il  flusso  dei Rom rumeni che si sono spostati verso il resto dell’Europa, anche in Ita‐lia, e in questo momento abbiamo la presenza di Rom rumeni soprattut‐to nella sezione femminile. 

D: Da una sua stima, quanti deiquanti regolari? R: Sono quasi tutti clandestini. 

ragazzi ristretti sono clandestini e

D: Il fatto che i ragazzi non conoscano la lingua italiana o non sap-piano scrivere condiziona le attività che voi fate? R: La comunicazione con gli operatori dell’area tecnica è facilitata dalla presenza del mediatore interculturale. Il mediatore non esaurisce tutta la sua funzione nel  fare  l’interprete, però diciamo che  laddove ci sono difficoltà di comprensione della  lingua noi  il  colloquio  lo  facciamo ne‐cessariamente col mediatore. Il mediatore ha anche possibilità di muo‐versi liberamente all’interno dei gruppi, nelle sezioni, quindi è un po’ al servizio di tutto il personale, degli operatori come degli agenti. 

D: Però il mediatore non è presente durante le attività, per esem-pio, tipo scuola… R:  Il  mediatore  può  esserci  anche  durante  l’attività  di  scuola.  L’anno scorso  in base a un progetto era prevista  la presenza della mediatrice all’interno della  scuola  elementare del  gruppo  Levante,  la mattina.  La presenza della mediatrice è stata molto utile in affiancamento a un ra‐gazzo in particolare. 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Noi cerchiamo di garantire la possibilità di frequentare la scuola a tutti quelli che ne hanno necessità, compatibilmente con le risorse a disposi‐zione,  perché  comunque  il  numero  degli  insegnanti  è  limitato all’interno della scuola,  le classi non possono essere  troppo numerose perché sono multietniche e i ragazzi partono da livelli diversi di alfabe‐tizzazione dunque non è possibile avere troppa eterogeneità altrimenti non si riesce a fare un lavoro che possa essere incisivo. 

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D: Quanto tempo, in media, rimangono i ragazzi al Ferrante? R: La maggioranza,  sia dei  ragazzi  che delle  ragazze  rimane  tra uno e cinque mesi,  con  una media  di  due mesi.  Ci  sono  casi  di  permanenza maggiore, anche oltre l’anno ma sono pochi.  

D: I ragazzi che rimangono oltre l’anno sono quelli che non hanno parenti o punti d’appoggio o per cui non sono fattibili altri proget-ti? R:  Il  carcere  opera  secondo  il  codice  di  procedura  penale minorile,  il DPR n. 448/88. Questo codice ha recepito le direttive internazionali e in particolare sulla giustizia minorile conosciuta come Regole di Pechino del 1985. Il DPR n. 448/88 prevede che il carcere sia l’ultima risorsa e quindi ha previsto tutta una serie di misure cautelari, cioè antecedenti il processo, alternative al carcere che sono: le prescrizioni (ti prescrivo di andare a scuola, di andare dall’assistente sociale, …);  la permanenza a casa (equiparabile agli arresti domiciliari, per cui il ragazzo non si può muovere  se non  su particolare  autorizzazione);  il  collocamento  in  co‐munità. Sono, queste, misure alternative che dovrebbero servire ad evi‐tare che un ragazzo entri in carcere; però queste misure sono più facil‐mente  applicabili  con  i  ragazzi  italiani  che hanno una  famiglia,  hanno una  rete  famigliare  o  dei  riferimenti  di  adulti  di  sostegno,  hanno  una casa,  una  residenza,  una  identità  certa.  Con  i  ragazzi  stranieri,  molto spesso c’è o la comunità, dalla quale spesso si allontanano, o il carcere. Il  fatto che negli  istituti penali minorili del Nord ci siano più stranieri, non significa che gli stranieri commettono più reati perché se si esami‐na il numero complessivo delle denunce dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni si vede che riguardano il 50% di italiani e il 50% di stranieri, a fronte di una presenza all'interno degli  istituti che è quasi del 90% di stranieri. Questo è il motivo: perché non si riesce ad attivare delle risorse alterna‐tive con i ragazzi stranieri. 

D: Chi sceglie le attività dei ragazzi, al Ferrante? Ad esempio, la scuola è obbligatoria per tutti?

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R: La scuola cerchiamo di garantirla a tutti. In tutti e quattro i gruppi c’è la scuola. 

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D: Le altre attività: professionali o ricreative da chi e come vengo-no scelte? dalla Direzione? dal CGM? c’è una commissione? R: Le attività del pomeriggio, quelle  ricreative e  sportive,  sono gestite attualmente in gran parte dall’AICS. Poi ci sono altre realtà, come la vo‐stra associazione, l’associazione “Aporti Aperte”, … 

D: Noi siamo stati scelti dalla Direzione, per esempio.  R:  Rispetto  a  voi  [Progetto  “CircoStanza”  di  “ViviamoInPositivo”]  non

c’è una assegnazione in seguito ad una gara d’appalto. Invece, per esempio per quanto riguarda l’AICS, che gestisce il pacchet‐to più grande, c’è una gara d’appalto, bandita dal CGM, secondo un capi‐tolato speciale che prevede diverse richieste. Il capitolato è concertato con la Direzione, con il responsabile dell’area tecnica, con gli operatori dell’IPM. In base all’esperienza maturata negli anni e a quella che è sta‐ta la risposta dei ragazzi si cerca di individuare quelle attività che pos‐sano avere maggiore significato o efficacia. La differenza è che mentre per quanto riguarda alcune attività ricreati‐ve e sportive del pomeriggio vengono impiegati i fondi del CGM, per le attività  pre‐professionali  del mattino  i  fondi  provengono da un  finan‐ziamento della Provincia di Torino. Le attività del mattino sono gestite da una associazione temporanea di impresa  (ATI)  che è  formata da ForCoop/CFPP‐Casa di Carità/ENGiM. Anche in questo caso rispetto alla scelta delle attività c’è un confronto, una concertazione. L’Agenzia ci propone delle attività, le vagliamo e poi si decide. 

D: Le attR: Fra le

ività attuali quali sono?  attività pre‐professionali attuali ve ne sono alcune permanenti: 

‐ Sezione Femminile:  il  laboratorio di ceramica,  il  laboratorio di acconciature; l’attività di orientamento di gruppo.  

‐ Sezione  maschile:  al  Levante  c’è  il  laboratorio  di  arte  bianca (cucina)  e  l’officina meccanica;  al  Grecale  c’è  il  laboratorio  di informatica. 

Si è aggiunto quest’anno anche un percorso di orientamento individuale rivolto ad alcuni ragazzi e ragazze, individuati dalle equipe che hanno in carico i casi. Questo percorso consta di una decina di incontri individua‐li di un’ora e mezza, a cadenza settimanale. Sia nell’individuale sia nel gruppo questa attività di orientamento si basa sulla metodologia della 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

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D: Ci sono attività obbligatorie e attività facoltative, vero? R: Sì, noi  le attività del mattino  le consideriamo obbligatorie.  I ragazzi sono giustificati a non andare solo se non stanno bene e  se  il medico, che il giorno stesso li visita, li giustifica. Per la partecipazione alle attivi‐tà del mattino  l’Istituto  riconosce un  compenso  economico minimo  ai ragazzi,  che possono arrivare a guadagnare  circa 15 euro a  settimana 

Reconnaissance des acquis  e  quindi  si  fa un bilancio delle  competenze del ragazzo, della sua storia, ecc.  L’orientamento individuale dovrebbe aiutare il ragazzo a ricostruire la sua biografia, a recuperare le esperienze, valorizzarle, capire quali sono i suoi desideri, le aspettative le potenzialità da sviluppare, quali posso‐no  essere  le  strade  percorribili  in  termini  di  formazione  scolastica  o professionale. Sono contenuti che possono tornare utili. Forse non valorizziamo abbastanza quanto emerge da questi percorsi. È difficile, non sempre si riesce a fare bene una “restituzione”. Poi abbiamo delle attività a carattere temporaneo che sostituiscono  la scuola nel periodo estivo: al Levante abbiamo l’attività di multimediali‐tà; al Grecale l’attività di  lavorazione del cuoio. Le attività temporanee non  sono  sempre  le  stesse.  La  lavorazione  del  cuoio  si  ripete,  è un’attività valida che ha interessato i ragazzi. Abbiamo proposto anche l’attività con la carta: la costruzione della carta, di manufatti con la car‐ta, tipo i quaderni. In questo momento si sta svolgendo al Grecale, anco‐ra per questa settimana, fino a quando non ricomincerà la scuola. Al Li‐beccio, d’estate quando non c’è la scuola. Una nota: al Libeccio (gruppo Transito) la scuola per esempio ha carat‐tere  più  di  alfabetizzazione  primaria  perché  è  il  gruppo  di  ingresso. Dall’anno  scorso  gli  insegnanti  sono  affiancati  da  operatori  dell'ATI  e anche da una nostra operatrice molto competente che  lavora da qual‐che anno con noi e che negli anni ha lavorato con tutti i gruppi, propo‐nendo diverse attività. D’estate, quando non c’è la scuola, al Libeccio viene attivato un labora‐torio di ceramica. L’associazione “Aporti Aperte” è sorta, tra  le altre cose, anche per rac‐cogliere  tutti  i manufatti  dei  vari  laboratori  pre‐professionali  del  Fer‐rante e poterli così vendere all’esterno, da una parte per far conoscere alla città che cosa si fa al Ferrante Aporti e in questo modo mantenere vivo il legame con la città e dall’altra per recuperare fondi che vengono reinvestiti  nelle  attività  stesse  oppure  per  proporre  iniziative  nuove, progetti nuovi. Per esempio anche per bandire delle borse di  studio o delle borse lavoro.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

per le loro piccole spese (come le sigarette o la carta telefonica). Nel ca‐so in cui un ragazzo non partecipasse senza giustificazione, quel giorno non percepisce nulla. Se viene giustificato, gli  si  riconosce un minimo. Ai ragazzi viene riconosciuto un minimo anche nel caso in cui non par‐

 

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D: Quali altre attività ricreative sono presenti attualmente al Fer-rante? R:  Tra  le  attività  ricreative  ci  sono:  il  circo  sociale,  il  Progetto  “Circo‐Stanza” di VIP; il disegno e il teatro gestite dall’AICS; socialità‐gioco ge‐stita dai volontari del Servizio civile nazionale, che  fa attività di socia‐lizzazione, gioco da tavolo, ecc. 

tecipino  per  cause  indipendenti  dalla  loro  volontà  (se  deve  andare  inospedale, in tribunale, …). La scuola e tutte le altre attività del mattino sono considerate obbliga‐torie. Anche la presenza e l’impegno nella scuola vengono ricompensati.  

D: L’attività di meccanica c’è anche d’estate? R: La meccanica c’è tutto  l’anno, è permanente. Ora riguarda solo i ra‐gazzi del Levante.  I gruppi hanno vita propria, in tutto e per tutto, quindi hanno la propria sezione, con le proprie stanze, i propri spazi, le proprie attività, ecc. 

D: Le attività del pomeriggio, invece, non sono obbligatR: Sì, le attività del pomeriggio le consideriamo facoltative 

orie. È così?

D: Ci sono attività sportive? Di che tipo? R: Bisogna distinguere: come attività sportive gestite dall’AICS abbiamo il calcio. Quest’anno dovrebbero ripartire delle attività gestite dal CONI, in aggiunta al calcio. Se saranno attivate anche quest’anno saremmo al terzo anno consecutivo. Queste attività sono cambiate via via, dopo a‐vere osservato le risposte e l’interesse dei ragazzi, dal basket alla palla‐volo, al judo, al rugby. 

D: Se i ragazzi non partecipano all’attività rimanR: Sì, se non vanno in attività rimangono in stanza. 

gono in cella?

D: Le attività si svolgono solo nei giorni feriali o ce ne sono anche ilsabato e la domenica? R: Le attività di cui abbiamo parlato fino ad ora (pre‐professonali e ri‐creativo‐sportive) non si svolgono nel fine settimana. Nel fine settimana abbiamo alcune associazioni di volontariato che propongono delle atti‐vità  di  animazione,  di  socializzazione,  alternandosi  nei  diversi  gruppi. Non sono presenti tutti i week‐end per tutti i gruppi. Sono presenti al‐cuni week‐end nel mese e si alternano da un gruppo all’altro. 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

 

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Abbiamo inoltre il cineforum gestito da una volontaria dell'associazioneAporti Aperte, ma questo il sabato. Poi  abbiamo  la  biblioteca  interna,  gestita  da due bibliotecari  delle Bi‐blioteche civiche di Torino che sono presenti due volte alla settimana, una mattina e un pomeriggio. La mattina la biblioteca viene frequentata in  due  tempi  diversi  da  due  gruppi,  un  gruppo  intero  alla  volta  per un’ora  e mezza  ciascuno.  I  gruppi  frequentano  la  biblioteca  accompa‐gnati dagli insegnanti nel periodo scolastico, altrimenti, al termine della scuola, dato che il servizio prosegue, da altri operatori. L’attività di bi‐blioteca del pomeriggio,  invece, vede i ragazzi di due gruppi andare in biblioteca  in  tre  o  quattro  alla  volta,  avendo  la  possibilità,  individual‐mente, di dare un’occhiata ai libri, sfogliarli, chiedere il prestito. Ci sono libri anche in lingua straniera, libri in arabo, libri in rumeno, ci sono delle riviste.  

D: Per quelli che non sanno leggere c’e anche un servizio di lettu-ra? R: Sì, c’è la possibilità. A parte la bibliotecaria o gli operatori presenti, al pomeriggio per esempio quando è possibile anche l’educatore frequen‐ta la biblioteca con i ragazzi oppure abbiamo due volontarie del Servi‐zio civile nazionale fisse, che si possono prestare in questo senso. In biblioteca c’è anche una serie di DVD e di CD, con un computer, quin‐di i ragazzi hanno anche la possibilità di ascoltare musica o di guardarsi un DVD. Il DVD lo si riesce a guardare più facilmente al mattino, quando l’intero gruppo sta per un’ora e mezza. 

D: Da dove vengono le risorse per svolgere queste attività? Le as-sociazioni che le forniscono si autofinanziano, come nel caso no-stro, oppure ci sono dei finanziamenti? Per esempio, le attività ri-creative, vengono scelte sulla base di ciò che viene offerto? R: Le attività ricreative di cui parlavamo prima, quelle gestite dall’AICS, sono  gestite  sulla  base  di  un  affidamento  a  seguito  di  una  gara d’appalto, e quindi c’è un  finanziamento apposito da parte del CGM.  Il CONI finora ha offerto delle attività utilizzando prevalentemente fondi propri  (più  un  budget  stanziato  dal  CGM),  lo  stesso  ha  fatto  “Vivia‐moInPositivo”. 

D: Per quanto riguarda le attival Ferrante? R: Come volontariato abbiamo:  

ità di volontariato, invece, chi opera

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

‐ L’Associazione Aporti Aperte che svolge l'attività di socialità nei  

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diversi  gruppi  e l'attività  di  cineforum  il  sabato  alternativa‐mente con i gruppi Libeccio e Levante. 

‐ Il  Servizio  civile  nazionale,  che  non  è  in  convenzione  diretta‐mente con il CGM, ma con l’agenzia ForCoop. 

‐ L'Associazione Papa Giovanni XXIII, che fa attività di animazio‐l mese e ogni ne due sabati a volta  incontra  i gruppi Grecale e 

Levante. ‐ L’Associazione I Giullari di Dio, che fa attività di animazione due 

ese e ogni volta in Mdomeniche al m contra i gruppi Grecale e  a‐estrale. 

‐ ViviamoInPosiL’Associazione  tivo,  che  svolge  attività  una  do‐menica al mese presso il gruppo Levante. 

‐ L’Associazione Orchestr'Abile,  che  per  tre  anni  consecutivi  ha gestito un laboratorio di musica la mattina. Quest’anno, che si è concluso, il laboratorio era svolto insieme alla scuola per la se‐zione femminile (Maestrale), il martedì mattina ogni due setti‐mane, quindi come se la scuola facesse attività musicale. L’anno scorso venivano  il  sabato mattina  e  svolgevano attività  al  Le‐vante e al Maestrale. L’anno prima, in settimana svolgevano at‐tività al mattino, sempre al Levante. Questa attività viene svolta 

getto che lgrazie a un pro ’associazione ha presentato al Rotary Club di Chieri, che l’ha finanziato.  

‐ L’Associazione  La Brezza,  che  ultimamente,  in  collaborazione con  un  l’Istituto  professionale  di  Torino Giulio,  ha  gestito  dei laboratori con i ragazzi del Grecale e del Levante. Il primo labo‐ratorio, l’anno scorso col Grecale era incentrato sulla fotografia, per  cui  hanno  fotografato  tutti  i  murales,  interni  ed  esterni, realizzati  dai  ragazzi,  e  poi  hanno  allestito  una mostra.  Sulla base  di  quelle  fotografie,  ne  hanno  individuate  alcune  su  cui hanno lavorato con i ragazzi del Levante quest’anno. Questi la‐boratori  comprendono  sempre  i  ragazzi  del  gruppo  e  alcune studentesse dell’Istituto Giulio, quelle più motivate, quelle che vengono in qualche modo scelte. Hanno lavorato su delle foto‐grafie,  sulla  propria  storia,  partendo dalla  figura dell’animale, l’identificazione  con  l’animale,  Per  arrivare  a  costruire  una rappresentazione  teatrale,  che  è  stata  presentata,  qui  al  Fer‐rante. 

D: Quando i ragazzi non hanno molte attività, come può succedere d’estate o durante i week-end, il morale o lo stato d’animo dei ra-

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

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gazzi o il clima in generale cambiano? I ragazzi amano fare attivi-tà? O si annoiano? R: Durante  la settimana, nei periodi  in cui c’è un’offerta maggiore, an‐che “tanta”, magari qualcuno dei ragazzi preferisce anche ritagliarsi dei momenti  per  rimanere  in  stanza da  solo,  per  pensare,  scrivere,  senza necessariamente doversi  continuamente  rapportare  con  l’intero  grup‐po. Durante il fine settimana, però, quando le attività invece sono dav‐vero poche, i ragazzi in effetti ne sentono la mancanza e anche in estate, quando il numero delle attività si riduce, inevitabilmente. 

D: I mediatori socio-culturali sono sufficienti? Ci sono per tutti iragazzi, di tutte le nazionalità? Senegal per esempio. R: Non sempre sono sufficienti, dipende dalla tipologia dei ragazzi pre‐senti. Noi abbiamo una presenza fissa del mediatore marocchino e del mediatore rumeno.   Se fino all’anno scorso si  facevano dei contratti di consulenza individuale, quest’anno è stato dato in appalto tutto il servi‐zio  di mediazione  culturale.  L’appalto prevede  la  presenza  fissa  di  un certo numero di mediatori. Per presenza fissa intendiamo che i media‐tori vengono per un certo numero di ore a settimana,  in giorni e orari abbastanza fissi. C’è anche il mediatore senegalese. E poi l’appalto pre‐vede anche  la possibilità di attivare dei mediatori a  chiamata,  cioè,  se entra  un  ragazzo  il  cinese  o  russo,  come  si  è  verificato  recentemente, allora si può attivare il mediatore necessario. 

D: I mediatori culturali operano da soli con i ragazzi o insieme aglioperatori e agli psicologi? R: Tutti  i mediatori culturali operano insieme agli operatori, nei collo‐qui strutturati. I mediatori che hanno più esperienza in questo contesto e  sopratutto con  i quali  si  è  creata negli  anni una maggiore affinità di lavoro vanno anche nei gruppi da soli a parlare con i ragazzi in gruppo o individualmente. La cosa importante è che ci sia sempre il “ritorno”, o comunque che ci sia l’aggiornamento costante tra il mediatore e gli altri operatori che hanno in carico il ragazzo e il gruppo. 

D: I ragazzi hanno una relazione di confidenza con i mediatori? R: Sì, normalmente sì. I ragazzi sanno che il mediatore lavora al servizio dell’IPM  e  degli  operatori  tutti  e  che  è  lui  stesso  un  operatore  che  fa parte dell’équipe, e quindi sanno che comunque, rispetto a determinati contenuti che  il  ragazzo può comunicare, potrebbe esserci  l’obbligo di riferire, anche, soprattutto se si tratta di notizie relative al reato. Questa è una cosa che noi cerchiamo di far capire subito al ragazzo. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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D: Quanti psicologi ci sono? R: Abbiamo una psicologa di ruolo, a tempo pieno, che adesso, col pas‐saggio delle competenze sanitarie al Servizio sanitario regionale, come 

D: Abbiamo visto che per i ragazzi ci sono tre gruppi: il Libeccio, di transito; il Grecale; il Levante. Per le ragazze invece c’è un unico gruppo. C’è un motivo particolare per questo? R: Il motivo prevalente è il numero, perché il numero dei ragazzi è per lo meno il doppio di quello delle ragazze. Siccome gli istituti penitenziari minorili sono organizzati sulla base sia dell’Ordinamento penitenziario sia sulla Circolare del 2006 del   Dipar‐timento  Giustizia Minorile  che  traccia  le  linee  rispetto  alla  organizza‐zione, alla gestione, a quello che si deve fare all’interno dell’IPM. L'indi‐cazione è quella di suddividere i ragazzi in gruppi in modo che non sia‐no più numerosi di 10‐12 unità. 

D: E perché vengono tenuti separati i gruppi, tranne che nei pochi eventi comuni? R: Anche se la Circolare dà delle indicazioni in questo senso, questa non è una scelta obbligatoria. L’Istituto potrebbe essere organizzato diver‐samente.  Dodici  anni  fa,  quando  sono  arrivato  io,  c’erano  sempre  tre gruppi, che vivevano separatamente per quanto riguarda la vita in stan‐za, i pranzi e le cene e poi però facevano attività usufruendo tutti con‐temporaneamente degli stessi laboratori, e quindi si ritrovavano insie‐me nella attività. Si è fatta questa scelta per creare maggiormente il clima di gruppo. C’è stato un momento  in cui avevamo ‐  in quegli anni  ‐ gli agenti  fissi nei gruppi, per esempio, con gli educatori fissi nei gruppi. Quindi si aveva la possibilità di  creare un gruppo, un clima,  in  cui  si gestivano meglio  le dinamiche e questo era un valore aggiunto. Oggi gli agenti  fissi non li abbiamo, perché c’è un’esiguità di risorse u‐mane, anche per quanto riguarda gli educatori. 

D: Quanti educatori ci sono? R: C’è un responsabile, che sono io, che ho anche la funzione di sostituto 

 del Direttore, e che attualmente continuo ad avere in carico un numerominimo di casi. Poi abbiamo tre educatrici a tempo pieno, dipendenti dal Ministero del‐la Giustizia, e una educatrice, a tempo pieno, che dipende dalla coopera‐tiva Esserci e che opera all’interno del Ferrante sulla base del progetto Nomis, proposto dalla Compagnia San Paolo, quindi a tempo determina‐to. 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

tutte le altre figure sanitarie transiterà alle dipendenze di tale Servizio 

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amministrativamente  e  funzionalmente,  ma  continuerà  a  operare all’interno del Ferrante.  E poi abbiamo, al momento, due consulenti psicologi che fanno un certo numero di ore la settimana, tra sei e quindici.  

D: Quali sono, a suo parere, i tre punti di forza del Ferrante? R:  Il  fatto  che  il  Ferrante  ha  un  proprio  progetto  che  è  inserito all’interno  di  un  progetto  più  complessivo  di  sistema del  quale  fanno parte anche gli altri Servizi della giustizia minorile; che al Ferrante c’è un mondo  del  privato  sociale,  dell’associazionismo  e  del  volontariato molto attivo e presente, con il quale è sempre importante e opportuno confrontarsi;  che  vi  è  una  collaborazione  consolidata  con  altre  istitu‐zioni, quali il Comune, la Provincia, la Regione. 

D: E tre punti di debolezza? R: La esiguità,  almeno attuale delle  risorse umane. C’è  in atto un con‐corso ed è previsto l’arrivo di nuovi educatori. C’è carenza anche rispet‐to al personale di Polizia penitenziaria, attualmente sono gli agenti circa 53. Altro aspetto da considerare è che a fronte di una massiccia presen‐za di risorse in termini di attività, non si riescono ad attivare percorsi di risocializzazione esterni. 

D: La logistica, mi pare possa essere un altro punto di debolezza. La struttura è molto antica, vero? R: Sì, un punto di debolezza è l’inadeguatezza, al momento attuale, degli spazi. Non in termini di grandezza, quanto di riorganizzazione, nel sen‐so di organizzare gli  spazi  in modo diverso,  risanarli… Gli  impianti da ammodernare. È prevista una ristrutturazione. Il blocco principale risa‐le addirittura al XVII sec. 

D: Per i ragazzi che escono è previsto un supporto di appoggio, op-pure escono e non ne sapete più nulla? C’è una rete post-detenzione? R: Questo andrebbe inserito nei punti di debolezza. C’è il  fatto che per tutti questi ragazzi stranieri – prevalentemente clandestini – nonostan‐te la ricchezza delle risorse, interne ed esterne, alla fine non riusciamo sempre a concretizzare dei progetti di inserimento e di recupero dopo l’uscita dalla struttura. Noi cerchiamo comunque di considerare il carcere come ultima risorsa, anche per chi in carcere c’è già arrivato. 

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potuto ottenere  la  liberazione anticipata, magari  sarebbe uscito anche prima.  Laddove  è  possibile,  noi  i  progetti  cerchiamo  di  attivarli  prima. Nella maggior parte dei casi, con i ragazzi stranieri clandestini che però han‐no almeno un certificato che ne attesta le generalità, una di provenienza certa, ecc. e che non hanno riferimenti positivi sul territorio, si cerca di inserirli  in  comunità,  nella  speranza  che  poi  nella  comunità maturino 

D: Un ragazzo, per esempio, che oggi esce dopo essere stato qui due anni, cosa farà? La struttura se ne può occupare? R: La struttura se ne può occupare,  se  riesce a progettare, per  tempo, senza  aspettare  che  venga  scarcerato.  Laddove  ci  sono  possibilità  si cerca di proporre delle alternative alla detenzione, ancor prima. La pos‐sibilità, cioè, di scontare la pena in maniera alternativa. Se parliamo di ragazzi  che  sono  stati  qui  per molto  tempo e  che quindi  sono  ragazzi condannati, definitivi, tutte le volte che è possibile cerchiamo di predi‐sporre dei progetti alternativi. Quindi proprio come misura alternativa: l’affidamento  in prova  al  Servizio  sociale,  la detenzione domiciliare.  Il ragazzo,  quindi,  sconta  la  condanna non più  in  carcere ma  sotto  altre forme. Se il ragazzo invece ha scontato tutta la pena in carcere è perché non è stato possibile attivare altri progetti prima, e quindi la difficoltà perma‐ne, anche dopo il momento della scarcerazione.  Quello che possiamo fare è cercare di far sì che lui non esca e si ritrovi immediatamente solo fuori dalla porta. Per cui nel caso del ragazzo in questione, che è stato in carcere per due anni, dato che viene considera‐to minorenne facciamo la comunicazione di rito all’Ufficio minori stra‐nieri, chiedendo di venirlo a prendere. L’Ufficio minori stranieri non è nelle condizioni di poter venire a prendere i ragazzi, quindi li accompa‐gniamo noi. Così oggi  il  ragazzo che esce andrà all’Ufficio minori  stra‐nieri,  accompagnato  dagli  agenti  di  Polizia  penitenziaria.  Là  probabil‐mente lui dirà che non ha bisogno di nulla e che vuole andare da un pa‐rente  che  lui ha  ricontattato  recentemente e  che ha dato disponibilità ad  accoglierlo  in  casa. Questo per quanto  riguarda  l’abitazione,  perlo‐meno in via temporanea.  Per quello che invece può essere un inserimento formativo, lavorativo, ecc. lui dovrà affrontare i problemi che affrontano tutti coloro che sono clandestini in Italia. Questo è uno dei motivi principali per cui non si è riusciti ad attivare nulla prima con un ragazzo detenuto per due anni. Senza parlare poi del comportamento che il ragazzo può aver avuto qui, che ha fatto sì che lui non potesse beneficiare di tutto quello che la leg‐ge prevede:  i permessi premio,  la  liberazione anticipata.  Se  lui  avesse 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

anche una maggiore disponibilità a svelarsi, a produrre i documenti ne‐cessari per cercare di regolarizzarsi in Italia. 

 

1934, perché il primo codice risale a quell’epoca e i primi Tribunali per Minorenni furono istituiti allora in pieno periodo fascista. Non mi sembra poi nemmeno così giustificata questa scelta più repres‐siva, perché in realtà non c’è un aumento dei reati. Forse si può parlare di un maggior numero di  reati  contro  la persona e quindi di  reati  che creano più allarme sociale, però non c’è un aumento dei reati. 

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D: Per i permessi di soggiorno, voi aiutate qualche ragazzo clande-stino a mettersi in regola? Quelli che hanno i documenti. R: Per i ragazzi che lo vogliono. Per chiedere il permesso di soggiorno ci vogliono determinati documenti, che a volte sono anche difficili da pro‐durre nel paese d’origine. Comunque occorre che ci sia la collaborazio‐ne da parte della famiglia che risiede nel paese d’origine.    

D: E per uno che entra e ha il permesso di soggiorno ma che gliscade mentre è qua, lo può rinnovare? R: Sì, lo può rinnovare. Lo possiamo fare noi o lo può fare l’Ufficio mino‐ri stranieri con cui possiamo collaborare. Però anche per il rinnovo so‐no  necessari  determinati  documenti,  e  quindi  non  sempre  si  riesce  a completare la pratica per la richiesta di rinnovo. 

D: Tra il 2007 e il 2008 quanti ragazzi – tra ragazzi e ragazze – so-no entrati al Ferrante? R: Nel  2007  sono  entrati  134 maschi  e 35  femmine, mentre nel  2008 (ma  si  tratta  di  dati  non  ancora  ufficiali),  fino  alla  fine  di  settembre  i maschi si attesterebbero su 109 unità e le femmine su 29. 

D: Cosa ne pensa delle varie proposte di legge che vanno verso una Giustizia minorile più repressiva, tipo l’abbassamento dell’età im-putabile, la soppressione dei tribunali per minorenni, oppure il clandestino che viene immediatamente espulso. Questa situazione che noi dall’esterno vediamo, voi come la percepite, “dentro”, la-vorando qua? R: È stato da poco varato il cosiddetto “Pacchetto sicurezza” del Gover‐no  Berlusconi.  Al momento  non  ho  percezione  di  grossi  cambiamenti sul piano della gestione operativa, almeno per quanto riguarda la realtà minorile. Certamente ci sono alcuni dati preoccupanti. Fortunatamente la proposta che ci fu circa l’abbassamento dell’età im‐putabile e la chiusura dei Tribunali per i Minorenni non ebbe corso. A‐vrebbe voluto dire  fare un passo  indietro,  addirittura più  indietro del 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Gli  ingressi  in carcere, complessivamente,  in Italia, nell’anno continua‐no ad attestarsi intorno alle 500 unità. 

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D: C’è un giornalino in questo carcer Albatros. Esce regolarmen-te? R: Ne  sono  usciti  alcuni  numeri  e  uno  è  in  corso di  realizzazione, ma 

e,

non c’è una cadenza fissa. Pur essendo regolarmente registrato in Tri‐bunale, e regolarmente pubblicabile non esce con una cadenza fissa. Si sta valutando la possibilità di pubblicare il giornalino online ma è an‐cora tutto da definire. 

D: Dal 2006 l’Associazione ViviamoInPositivo porta avanti l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia, il primo anno solo con il Levante e il Maestrale, e da gennaio 2008 per tutti i gruppi: Levan-te, Maestrale, Grecale e Libeccio. Quale riscontro avete voi come educatori, come agenti penitenziari rispetto a questa attività? Il Progetto si chiama “CircoStanza”, cioè “il circo in una stanza per cambiare le circostanze della vita”, in quanto l’attività si svolge proprio in una stanza dove si svolgono arti circensi. L'attività vie-ne svolta con un fine non solo artistico ma anche pedagogico ed educativo. In base agli incontri che lei ha avuto con i ragazzi o du-rante le riunioni degli operatori, come le pare che venga recepita dai ragazzi questa attività? Ad esempio i ragazzi sono più tranquil-li dopo questa attività? Sono più di buon umore? R: Ho avuto riscontri che sono positivi fino a poco tempo fa. Ricordo in particolar modo  i  rimandi  che mi  davano  i  ragazzi  al  Levante,  perché fino alla metà di maggio ero responsabile del Levante e quindi mi rap‐portavo principalmente con loro. Però devo dire che ho raccolto anche pareri  positivi  dai  colleghi  e  da  ragazzi  anche  di  altri  gruppi.  Ricordo alcuni  ragazzi  che non volevano  rinunciare a  frequentare  l’attività. Mi ricordo,  attraverso  quello  che mi  dicevano  loro, ma  attraverso  quello che mi dicevate anche voi nelle riunioni Stop and Go rispetto alle cose che  facevate, che  i  ragazzi – alcuni  in particolar modo – riuscivano ad aprirsi molto di più rispetto al proprio intimo, e che ragazzi che magari fino a quel momento non si erano mai messi davanti a una telecamera a parlare di se stessi, invece lo facevano.  Voglio dire che sono tutti segnali importanti, questi, che ti fanno capire che non si tratta di una attività di animazione e basta, ma che attraverso quest’attività – che poi sicuramente non è solo l’attività, ma anche chi la propone, perché ovviamente siamo persone e ci relazioniamo tra di noi – questo mix di cose in qualche modo portava i ragazzi a volerci stare, a 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

divertirsi  e  allo  stesso  tempo  a  trasmettere  e  a  ricevere  qualcosa d’importante. 

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D: Le relazioni post-attività che vi mandano gli operatori dell’associazione VIP, anche via e-mail, vi sono utili in qualche

modo? R: Sono preziosissime. Il problema è che è difficile starci dietro. Voi sie‐te molto prolifici! Però continuate a mandarle, anche se è difficile  leg‐gerle in tempo reale e tutte perché arriva tanto materiale e bisogna fare i conti col tempo a disposizione. 

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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop

Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop) 

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Data: 15 ottobrvistato: P

e 2008 Inter asquale Ippolito Intervistatore: – Associazione di Promozione Sociale i‐ “ViviamoInPostivo” Ruolo dell’intervista abile delle

to rispetto al Ferrante Aporti : Respons attività pre‐professionali 

Tema dell’intervista: Attività svolta al Ferrante dalla Forcoop Note: l’Istituto Penitenziario Minorile Ferrante Aporti, per facilitare la lettura, verrà indicato durante l’intervista come “Ferrante”. 

D: Qual è il suo ruolo all’interno del Ferrante? R: Sono responsabile delle attività pre‐professionali.  

D: Che attività svolge la Forcoop al Ferrante? R: Forcoop Agenzia Formativa gestisce in ATI (Associazione Tempora‐nea d’Impresa) con altre due Agenzie ENGiM e CFPP – Casa di Carità, le proposte formative rivolte ai minori e giovani adulti così come previsto dalla  Direttiva  Mercato  del  Lavoro  del  Fondo  Sociale  Europeo,  della Provincia di Torino, che stanzia fondi dedicati ai minori ristretti per of‐frire opportunità formative e di inserimento lavorativo, rispondendo ad un diritto e in coerenza anche ad un principio di offerta di pari oppor‐tunità, anche a giovani in carico alla Giustizia Minorile. 

D: Da quanti anni? R: Forcoop interviene nell’Istituto dal 2001, ma la presenza delle Coo‐perative che ne fanno parte, Forcoop è un Consorzio di Cooperative So‐ciali, risale al 1982. Più di un quarto di secolo. 

D: Quanti operatori Forcoop lavorano al Ferrante? R: Attualmente impiegati nelle attività professionali tra tecnici, orienta‐tori e consulenti ci sono 15 operatori  

D: Come si finanzia la Forcoop?

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

R: Forcoop Agenzia Formativa di emanazione della Legacoop Piemonte è accreditata presso la Regione Piemonte per svolgere attività formati‐ve nell’ambito delle Direttive Comunitarie, emanate dalle Regioni e dal‐le Province. La quasi totalità delle nostre entrate provengono da attività di progettazione e partecipazione a Bandi Pubblici  in concorrenza con altre Agenzie Formative. Esiste un mercato della Formazione nel quale ogni anno dobbiamo concorrere per poter proseguire  le nostre azioni formative, sia all’interno del Ferrante sia fuori.  

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D: Come vengono scelte le attività che la Forcoop offre al Ferrant ? Cambiano di anno in anno? Quali finalità hanno? R:  Le  attività  formative  e  pre‐professionali  vengono  concordate,  in un’ottica educativa e  trattamentale  rivolta ai  ragazzi,  con  la Direzione dell’Istituto  e  con  il  Centro  di  Giustizia Minorile,  tenendo  conto  degli spazi, dei vincoli, delle risorse economiche disponibili e della congruità delle proposte in riferimento anche al Mercato del Lavoro e agli sbocchi occupazionali. Esiste un’offerta  consolidata negli  anni  e  alcune oppor‐tunità  che  possono  variare.  Chiamiamo  tutte  le  attività  pre‐professionali “Valorizzazione delle potenzialità professionali”, in quan‐to  nel  limitato  tempo  trascorso  al  Ferrante  Aporti,  i  ragazzi  hanno  si l’opportunità di  acquisire  competenze  tecniche, ma  ci  interessa molto l’acquisizione di regole di convivenza, l’assunzione di responsabilità, la gestione delle dinamiche di gruppo e la scoperta di capacità mai esplo‐rate da parte dei ragazzi. Le attività di Meccanica, Arte Bianca, Informa‐tica,  Informatica Multimediale,  Ceramica,  Lavorazione del Cuoio, Giar‐dinaggio, Orientamento all’inserimento lavorativo e professionale, sono degli strumenti di formazione e non il fine ultimo della nostra attività. 

e

D: Quali sono dal suo punto di vista, i punti di forza del Ferrante? R: I punti di forza sono la professionalità degli operatori (interni ed e‐sterni) e  l’aver determinato negli anni un progetto di Sistema al quale far riferimento. L’altro punto di forza sono l’offerta ampia e qualificata delle offerte formative, ricreative, culturali e sportive presenti. In que‐sto il Ferrante non è secondo a nessuno a livello Nazionale. 

D: Quali sono i punti di debolezza del Ferrante? R: Sicuramente la gestione della comunicazione e l’incapacità di far co‐noscere all’esterno  le cose positive che vengono svolte. Sul giornale ci finiamo solo quando succedono avvenimenti negativi. L’altra debolezza è  che  non  basta  avere  un  progetto  al  quale  far  riferimento, manca  in questo momento una tensione  ideale e progettuale  tra  tutte  le profes‐

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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop) 

sionalità coinvolte, che sappia interpretare il presente difficile e trovare delle soluzioni e delle vie d’uscita. 

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D: Un evento positivo dell’ultimo anno che riguarda le vostre atti-vità al Ferrante? R: S. , una ragazza Rom che ha vinto con una scultura in ceramica, rea‐lizzata nel nostro laboratorio,  il premio internazionale “G. Sciacca” per la  sezione  minori  ristretti,  premio  consegnato  addirittura  a  Roma  al Quirinale in presenza di autorità politiche e dello spettacolo. 

D: Un evento negativo? R: Non c’è un evento particolare, ma tutti rimaniamo sconcertati e scon‐fitti  quando  i  ragazzi  mettono  in  atto  azioni  di  autolesionismo  e quest’anno è successo parecchie volte. Non sono azioni esercitate all’interno delle attività, ma nei momenti di maggior  solitudine dei  ragazzi,  il  che  ci  fa  riflettere  che possiamo ap‐portare tutti i miglioramenti possibili per trasformare il momento della detenzione  in  un’opportunità  per  il  ragazzo/a, ma  la  privazione  della libertà è dura, molto dura, soprattutto per un adolescente, che ha una percezione del tempo diverso da noi adulti. 

D: Conosce l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia CircoStanza? Che utilità pensa possa avere per i ragazzi ristretti? R: Quella di capire che ridere di se stessi non è una debolezza, ma una grande forza interiore. Che assumere sempre una maschera di sfida con il mondo è molto faticoso e che forse si può vivere meglio se si accetta‐no i propri limiti, le proprie difficoltà e che questo sono spesso il trami‐te per entrare in relazione sincera con gli altri. 

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Il circo sociale 

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tti coloro che si guadagnavano la vita agendo davanti ad un pubbli‐co”.  

Ma ben presto avvenne una separazione fra coloro che mostravano soprattutto la loro corporeità e coloro che invece affidavano alla poesia o alla musica la loro sopravvivenza.  

Il circo sociale 

Storia del circo e della giocoleria

Il circo è nato solo attorno al 1770, ma  le discipline che oggi vengono definite “circensi” sono antichissime. In numerosi paesi sono state tro‐vate tracce della loro esistenza sin dai primi anni della civiltà. Il reperto più    antico  sembra  essere  quello  dei  graffiti  rinvenuti  in  Egitto  nellatomba di Ben Hassani, che risalgono al 2040 a.C.  

Nonostante lo spettacolo popolare sia comunemente legato alle ca‐ratteristiche  dell’itineranza,  pare  che  i  primi  giocolieri  si  esibissero quasi esclusivamente in siti stabili.  

Da  allora  illustrazioni  su  vasi,  dipinti,  affreschi,  rilievi,  sculture  di bronzo o di pietra hanno testimoniato la presenza di giocolieri nei vari periodi  storici  e  l’interesse che essi  suscitavano nel popolo, negli  arti‐giani e negli artisti.  

crizioni si sIn molte is ono trovati riferimenti a giocolieri, o presunti tali.  

ll’uso  coLa parola  “giocoliere” sembra essere entrata ne rrente pro‐prio nel medioevo.  

Deriva dallo stesso etimo di giullare, in Francia jongleur n’è addirit‐tura sinonimo, e  in pratica dal  latino  joculator,  termine che designava ogni tipo d’artista ambulante. Saltimbanchi, quindi, ma anche trovatori, cantori, o menestrelli  che andavano per  le piazze o per  le  corti  ad  in‐trattenere l’eterogeneo pubblico dell’epoca. E ancora, in maniera gene‐rica,  musicisti,  poeti,  mimi,  cantori,  ciarlatani,  cavallerizzi,  acrobati  e “tu

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VIP

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 ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

I “giullari di bocca”, cantori delle vite dei santi e delle gesta degli e‐roi dei  romanzi d’avventura,  conquistarono una buona condizione  so‐ciale,  mentre  giocolieri,  acrobati  e  saltimbanchi  restavano  ai  margini della società.  

Ma furono proprio quest’ultimi, girando fra castelli, corti e palazzi a tener viva una tradizione già allora vecchia di millenni e a tramandare di  generazione  in  generazione  le  tecniche  della  giocoleria;  numerosi documenti  testimoniano di  come  i  giocolieri del medioevo  fossero già molto simili a quelli dei nostri giorni.  

Dal 1500 i saltimbanchi, che per tutto il medioevo avevano percorso le strade d’Europa soprattutto come singoli,  cominciarono ad organiz‐zarsi in compagnie ambulanti.  

Queste prime associazioni di attori potevano sfruttare le piazze dei me  rcati, che nel frattempo si erano affermati come importanti momentidella vita sociale dell’epoca.  

Le fiere erano vivaci  luoghi di spettacolo popolati da trovatori, bal‐lerini  di  strada,  contorsionisti,  lettori  di  tarocchi,  venditori  d’elisir  e giocolieri, che in loro ottenevano in qualche modo una sorta di ricono‐scimento della propria professionalità.  

E ottennero anche che  le autorità competenti cominciassero ad es‐sere non solo più tolleranti nei loro confronti, ma addirittura propositi‐ve, come accadde a Norimberga, nel 1680, quando il consiglio cittadino assoldò un “maestro di palle” per insegnare ai giovani della città a gio‐colare e a camminare sulle funi.  

Nella seconda metà del 1700 giocolieri e saltimbanchi che si erano esibiti  fino ad allora  in strade polverose,  trovarono  impieghi nelle mi‐gliori piste dei circhi e sui palcoscenici dei teatri di varietà.  

I  più  importanti  storici  del  settore  sono  concordi  nell’indicare  il 185di s

2 come anno di nascita del varietà, la cui prima dominazione viene olito considerata quella inglese di music‐hall.  In realtà in Inghilterra erano già da molto tempo diffusi i cosiddetti 

pleasure gardens,  dei  piccoli  caffé  immersi  nel  verde,  dove  si  poteva sor nda,  e  di  tanto  in ltimbanco pre

seggiare una beva   tanto ospitare dei  sasi in prestito dalla strada!  Ad  uno  di  questi  pleasure gardens si  era  esibito  anche  Joseph Gri-

ma   erie, ldi,  il  primo  clown  della  storia,  il  padre  delle clown del  quale Charles Dickens scrisse le “memorie”.  

Ben  presto  in  tutta  Europa  furono  costruiti  nuovi  edifici  teatrali (chiamati teatri di varietà) dedicati solo a tali rappresentazioni, che nel frattempo stavano però cambiando  il proprio sistema produttivo, non 

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Il circo sociale 

più

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 basato sulla compagnia, ma sul singolo artista, scritturato di volta in volta!  

Fu proprio in queste sale che a cavallo tra l’800 e il’900 trovarono il maggior successo di pubblico e di critica.  

Il 26 agosto del 1919 Lenin, seguendo la proposta del commissario all’istruzione e alla cultura, Anatolij Vasileviic Lunaciarsky, promulgò il decreto sulla nazionalizzazione dei teatri e dei circhi stabili e itineranti esistenti  sul  territorio  sovietico, nonché quello di  tutti  i  lavoratori del settore,  ad  un  solo  organo  direttivo:  il  Soyuzgoscyrk,  il  cui  primo  re‐sponsabile fu il giocoliere austriaco Darlè.  

Nel 1927 fu inaugurata a Mosca la scuola delle arti del circo e del va‐rietà,  dove  la  giocoleria  era materia  obbligatoria  ed  insegnata  sin  dai primi anni di corso  

L’arte del circo  fiorì:  i 15 circhi nazionali diventano 86 e nacque  la figura del regista di circo!  

Ma la più importante novità rispetto allo sviluppo della giocoleria è la nascita dei primi veri e propri metodi moderni d’insegnamento.  

 Altro importante fenomeno per lo sviluppo della giocoleria è stato lanascita del nouveau cirque . 

Le motivazioni di tale movimento sono da ricercarsi nei moti che at‐torno al 1968 contribuirono un po’ ovunque allo sviluppo del nuovo te‐atro; che cercando di rompere i vecchi schemi, attingeva la propria linfa vitale da forme di spettacolo più genuine, come la commedia dell’arte e il mimo, accostandosi al circo.  

L’artista di circo presenta delle analogie con l’attore della commedia dell’arte nell’essere  allo  stesso  tempo attore,  autore  e,  regista  e  capo‐comico.  

Il  giocoliere  e  il  clown  devono  allenarsi,  costruire  propri  esercizi, impostarli in maniera tale da rendere fluida la propria rappresentazio‐ne, creare una sorta di drammaturgia del numero tenendo conto del gu‐sto del pubblico e delle tendenze del momento, trovare la musica adatta e ad accompagnare le proprie evoluzioni e disegnare i propri costumi in modo tale da soddisfare sia le esigenze estetiche che quelle pratiche le‐gate alla corporeità della propria esibizione.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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La Pedagogia del circo

Le discipline circensi sono accessibili pressoché a tutti e presentano di‐verse caratteristiche che possono favorire l’instaurarsi di relazioni po‐sitive tra operatori di circo sociale e gli utenti. Instaurare una relazione di fiducia e rispetto è il primo passo per portare avanti un lavoro educa‐tivo. Apprendere l’uso di un oggetto o un’abilità, oltre ad avere un valo‐re di per sé, porta con sé una crescita a  livello personale sotto vari a‐spetti. Ne prendiamo in considerazione alcuni. 

Il gioco e l’apprendimento attivo

Nel  circo  esiste  una  componente  ludica  fondamentale  che  potremmo definire “gioco in movimento” e, proprio attraverso il movimento, i ra‐gazzi conoscono meglio se stessi e gli altri,  sviluppando  il proprio po‐tenziale e la propria autostima. Il gioco è anche divertimento e di con‐seguenza le attività circensi e gli esercizi‐giochi di Comicoterapia, il te‐ma “circense” e gli attrezzi riescono a spronare da subito  il  loro entu‐siasmo  e  il  loro  interesse  (apprendimento  attivo),  perché,  durante  il gioco, che è anche lavoro creativo e formativo, i ragazzi sono attivi, fan‐no da sé, spinti dalle loro esigenze e desideri, apprendendo attraverso il coinvolgimento di tutti i sensi. 

L’accettazione e la sensibilità

Le attività a tema circense rendono i ragazzi più ricettivi nei confronti delle proprie esigenze e di quelle degli altri. Lo svolgimento del lavoro e le necessità “di scena” fanno in modo che tutti vengano accettati e che ciò che solitamente viene ritenuto un difetto diventi una qualità. Un ra‐gazzo con qualche problema di peso che in situazioni comuni tutti pos‐sono  deridere  diventa  invece  fondamentale  per  fare  il porteur  di  una piramide, così come uno più mingherlino e fragile diventa indispensabi‐le  per  svolgere  il  ruolo di agile  della  piramide umana. Tutti  in  eguale misura  nel  circo  risultano  importanti,  accettati  e  rispettati;  in  questo 

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Il circo sociale 

ambiente  non  c’è  spazio  per  fenomeni  che  si  basano  sulla  differenza quali  per esempio il bullismo. 

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La crescita che parte dall’errore L’adolescente (ma non solo) tende ad essere preoccupato del giudi‐

zio   dei suoi stessi compagni e dell’adulto e  il non “sentirsi all’altezza”,insieme alla paura del fallimento, lo portano o a chiudersi o a “strafare”. 

La clownterapia, con la figura del clown, capovolge i ruoli e le cate‐gorie perché ha proprio come base individuale il fallimento e l’errore. Il lavoro sul personaggio clown aiuta a destrutturare gli schemi e permet‐te di lavorare profondamente su se stessi aumentando l’autostima. 

In questo percorso diviene importante la comprensione e la capacità di accettare i propri  limiti e renderli “comici” o quanto meno a  ironiz‐zarci sopra, si giunge così ad una nuova consapevolezza  di se stessi ba‐sata sull’accettazione propria e altrui.  

Le arti circensi richiedono attenzione, disciplina e costanza e il desi‐derio di padroneggiarne  le tecniche rende più accettabili  le regole che aiutano a vivere meglio in gruppo e quindi in società. 

Ad esempio, se una piramide umana (acrobazia) funziona, è perché ognuno ha  i suo ruolo e  lo rispetta per ottenere un risultato che coin‐volge tutti.  Le tecniche di giocoleria prevedono l'utilizzo di funzioni co‐gnitive  basilari  per  l'organizzazione  psichica,  per  la  salute  mentale  e per  una  soddisfacente  interazione  con  l'ambiente  e  le  persone,  senza peraltro creare nel  ragazzo un'ansia da prestazione che sarebbe    con‐troproducente.  

La responsabilità e la socievolezza

Il  percorso  circense  richiede un grande  senso di  responsabilità,  di  di‐sciplina, di concentrazione e di attenzione verso se stessi, verso i com‐pagni e verso gli attrezzi che vengono usati. Per questo i docenti indica‐no,  sin  dall’inizio  del  percorso,  alcune  preziose  e  semplici  regole  di comportamento, che i ragazzi sembrano accettare di buon grado e che permettono lo svolgersi del progetto nel tempo con consapevolezza.  

Durante i laboratori vengono altresì inseriti elementi di recitazione utili per sviluppare l’immaginazione, come tecniche di mimo e improv‐visazione.  Lo scopo è quello di fare emergere e amplificare le possibilità creative e di crescita dei ragazzi. 

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L’obiettivo è quello di promuovere una progressiva apertura menta‐le  che  conduca gli  adolescenti  all’abbandono della modalità di    rifiuto del nuovo e del cambiamento fino a raggiungere una buona capacità di socializzare tra loro e con gli adulti. 

 48 

 star bene sia  in compagnia sia da soli. Solo quando si sta bene da soli si impara ad essere liberi.  

Le arti circensi permettono di acquisire  la capacità di star bene sia da soli, sia in gruppo. 

La comunicazione e la creatività

I clown utilizzano un tipo di comunicazione che è facilmente compren‐sibile  da  tutti:  il  riso,  la  caduta,  il  pianto,  l’errore,  la  timidezza, l’imbarazzo, il fallimento, la goffaggine non hanno bisogno di una lingua specifica e  fanno parte del vissuto dell’essere umano. Ed ecco che per costruire un personaggio, per improvvisare una scenetta, si usano me‐tod  i  che  utilizzano  il  linguaggio  non  verbale,  si  superano  così  anche  iproblemi di lingue differenti. 

Il progetto vuole stimolare la reattività dei ragazzi, la capacità di vi‐vere ed  interpretare    ruoli diversi,  la  loro  creatività nell’ideazione del num  ero comico, fin dai primi momenti in cui si apprendono le tecnichebasilari. 

La progettazione dello spettacolo prevede  la presenza degli opera‐tori come registi e coadiutori per l'aspetto coreografico, mentre lo sfor‐zo creativo e realizzativo deve essere compiuto dai ragazzi stessi, per‐corso che permette loro di assumere piena consapevolezza e padronan‐za del proprio personaggio sia durante le fasi del processo di prepara‐zione sia nel prodotto finale: lo spettacolo. 

L’applicazione e la concentrazione

L’applicazione  delle  arti  circensi  richiede  disciplina  e  concentrazione continua. Attraverso  

l’apprendimento delle  tecniche  circensi  ci  si  allena  all’attenzione  e nel contempo si  impara a rilassarsi nei momenti di stress. Disciplina e concentrazione  facilitano  l'apprendimento di  contenuti  e  tecniche  che possono essere in seguito applicati in spettacolo. 

L’autonomia

Il primo requisito per riuscire a realizzarsi nella vita è quello di impara‐re a

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Il circo sociale 

Allenarsi  alla giocoleria,  all’equilibrismo richiede attenzione e  soli‐tudine. Un buon artista circense deve mirare ad essere una persona au‐ton ma. L’insegnante potrà passare una tecnica, ma sarà solo in totale aut nomia che il ragazzo imparerà e la farà sua. 

oo 

La giocoleria

Sono nu  motorie implicate nella pratica d

merose le valenze psico/pedagogiche e

‐ sé; ella giocoleria:  

 in ‐

rafforzare l’autostima e la fiducia

‐ sviluppo delle proprie potenzialità; 

‐ sviluppare la capacità di analisi; 

‐ confrontarsi e superare i propri limiti; 

‐ apprendere a lavorare in squadra; 

 ‐

favorire la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco; sviluppare le possibilità relazionali; 

‐ emarginati favorire  l’accettazione  e  l’inserimento  di  soggetti 

‐ oro; nel gruppo dei pari; sviluppare ed elaborare una metodologia di lav

‐ esercitare la pazienza e la costanza nel lavoro. 

  49

Rafforzamento dell’autostima.

La  riuscita  in  nuovo  gioco diviene una  concretizzazione,  una  afferma‐zione, ragion per cui il livello della propria autostima cresce. L’arte del‐la giocoleria parte da giochi elementari fino alla produzione di spettaco‐lari evoluzioni, attraverso una serie di tappe intermedie (ciascuna delle quali rappresenta comunque la realizzazione soddisfacente di un eser‐cizio). Si diventa più abili man mano che si raggiungono nuovi obiettivi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il consolidamento positivo di ogni traguardo raggiunto, dà l’incentivo a continuare, misurandosi con giochi sempre più impegnativi, ambiziosi e gratificanti.  

 50 

Lavoro di squadra.

Il percorso formativo di giocoleria porta a sviluppare il lavoro di squa‐dra e la collaborazione. Nel gruppo si distinguono i soggetti più abili in alcune attività e meno in altre, si favorisce così il protagonismo del sog‐getto e la collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di squadra. 

Sviluppo delle proprie potenzialità.

Il percorso porta a un’apertura mentale nel soggetto, aiutandolo a pas‐sare  dalla  convinzione:  “non  sono  all’altezza”  (di  eseguire  un  certo  e‐sercizio), alla consapevolezza di dire: “non sono ancora capace”. Questo processo favorisce lo sviluppo consapevole delle proprie potenzialità. 

Sviluppo della capacità di analisi.

Per imparare a giocolare bene, bisogna sminuzzare ogni mossa compli‐cata in parti sempre più piccole e poi ricomporle, passo per passo. Ogni fase prevede  che  si  segua prima mentalmente  il  percorso dell’oggetto con cui si sta giocando. L’applicazione della capacità analitica è spesso favorita dall’interazione fra i partecipanti al laboratorio: è in questa se‐de infatti che, esercitandosi insieme, si scambiano suggerimenti, consi‐gli e  trucchi relativi ai giochi che ognuno ha  imparato. Quando ci si e‐sercita a giocolare ci si esercita a semplificare la complessità. Man mano che si migliora come giocolieri,  la nostra abilità a maneggiare  la  com‐plessità fisica, mentale ed emotiva si sviluppa. 

Superare i propri limiti.

Imparare a riconoscere i propri limiti favorisce la consapevolezza della realtà, soprattutto per quei soggetti la cui mappa del mondo è centrata sul bullismo, ovvero sul concetto di onnipotenza. Il fatto di non riuscire immediatamente  nella  pratica  di  un  gioco  ridimensiona  l’idea  e l’immagine che la persona ha di sé e che mostra agli altri. La consapevo‐lezza delle proprie capacità e del proprio  limite è  il punto di partenza per una sana realizzazione della propria identità. 

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Il circo sociale 

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Sviluppo delle abilità motorie.

I modelli di gioco a passaggi semplici sono un modello per imparare at‐tività fisiche complesse. Ognuno può procedere secondo il proprio rit‐mo  seguendo  un modello  autoregolato  appositamente  per  risolvere  i singoli problemi, con un rinforzo automatico per ogni livello di appren‐

Interazione.

Nei giochi di coppia o di gruppo quale il passing (scambio di oggetti tra più  persone),  il  soggetto  si  trova  nelle  condizioni  di  dover  interagire con altri. Tale situazione è un banco di prova per lo sviluppo delle com‐petenze relazionali quali il superamento del confronto con il gruppo (la vergogna di mostrarsi agli altri), percezione dello spazio, del tempo, del ritmo altrui (se non c’è un sincronismo tra i partecipanti gli oggetti ca‐dono), il riconoscimento e l’accettazione dei limiti/abilità degli altri ed infine il rispetto delle regole del gioco. 

Accettazione nel gruppo dei pari.

Giocolando  il  soggetto  acquisisce  un’abilità  che  facilita  la  sua  accetta‐zione  nel  gruppo  dei  pari  e  la  conseguente  integrazione  (ciò  vale  so‐prattutto per quei ragazzi che vivono ai margini della società e che con difficoltà riescono a  inserirsi  in un gruppo).  Il potenziale scenico della giocoleria è un  canale privilegiato di  reciprocità e  comunicazione non verbale con  il mondo circostante. L’effetto  ludico/artistico di un gioco per semplice che sia (anche la semplice cascata a tre palline), è cataliz‐zatore di  attenzione  e  curiosità da parte  dei  coetanei,  i  quali  possono cogliere  nel  soggetto,  finora  emarginato  e  ignorato,  qualità  e  capacità inaspettate. 

Metodologia di lavoro.

Man mano che il soggetto, giocolando, acquisisce competenze, sviluppa parallelamente  la  capacità  di  progettare  un  percorso  in  vista  del  rag‐giungimento di un risultato (la riuscita in un particolare gioco di abili‐tà). La persona si abituerà quindi a una metodologia di  lavoro propria che  segnerà  i  tempi  per  l’apprendimento.  L’allenamento  quotidiano consente inoltre di interiorizzare una disciplina.  

Pazienza: la giocoleria può aiutare a sviluppare la pazienza, la fiducia in sé stessi e una capacità di lavorare gradevolmente con gli altri.  

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dimento. Ogni nuova mossa o l’utilizzo di nuovi attrezzi, pone una sfida per il soggetto, che man mano costruisce il proprio repertorio attraver‐so un processo che a partire dall’interesse e dall’esplorazione conduce alla r e

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  sperimentazione,  al  pe fezionamento  e  al  consolidamento  d lle proprie abilità. 

 Di  particolare  interesse  è  approfondire  l’utilizzo  dell’emisfero  de‐stro del cervello: questa sezione dell’encefalo che regola le funzioni mo‐torie della parte sinistra del corpo è per la maggior parte delle persone poc  o o per nulla utilizzata, fatta eccezione per i soggetti mancini (per iquali è comunque valido il discorso inverso). 

La pratica della giocoleria prevede l’utilizzo di entrambi gli arti su‐periori (e a volte anche inferiori) coinvolgendo in toto lo schema corpo‐reo  dell’uomo:  tutti  i  giochi  prevedono  il  coinvolgimento  della  mano subordinata  a  cui  è  affidato  un  ruolo  pari  di  quella  dominante.  Se all’inizio l’utilizzo della mano sinistra (per i destri) è complesso ed im‐pacciato,  con  la  pratica  si  scopre  come  anche  l’arto debole,  se  debita‐mente allenato, saprà compiere straordinarie evoluzioni fino ad ora ne‐anche immaginate. Ciò dimostra come sia possibile potenziare e svilup‐pare con successo le capacità  latenti del nostro cervello, considerando che ’  p in genere l uomo utilizza solo un’infinitesima arte del potenziale a sua disposizione. 

Lo  schema della  giocoleria  è  di  tipo  olistico,  dove  il  tutto  (il  gioco completo) è di più della somma delle parti (il movimento di ogni singo‐la mano): entrano quindi  in gioco entrambi gli emisferi, ognuno con  il compito di pilotare con precisione  le  funzioni motorie della  rispettiva parte del corpo. 

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Il circo sociale 

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L’acrobatica a terra

 

Valenze psico/pedagogiche e motorie Anche n ere diverse valenze psi‐co/peda

ell’acrobatica a terra possiamo riconosc

‐ gogiche, tra le quali: rafforzare l’autostima e la fiducia in sé, 

‐ endere a semplificare la sviluppare la capacità di analisi e appr

‐ complessità, 

ti, ‐

confrontarsi e superare i propri limi

‐ stimolare la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco, sviluppare le possibilità relazionali, 

‐   emarginati favorire  l’accettazione  e  l’inserimento  di  soggetti

‐ nel gruppo dei pari, sviluppare ed elaborare una metodologia di lavoro, 

‐ esercitare la concentrazione, la pazienza e la costanza nel lavo‐ro. 

Tra le vale acrobatica a terra possiamo‐trovare:

nze alenze psico/motorie della 

‐  sviluppo delle potenzialità fisiche, 

‐ te creativa, cor‐utilizzo dell’emisfero destro del cervello (la par

‐ rispondente alla parte sinistra del corpo), 

‐ migliorare la capacità di movimento bilaterale, 

one oculo/corporale, ‐ ritmo ed equilibrio, 

migliorare la coordinazi

‐ miglioramento dei riflessi, prontezza, 

‐ ale, miglior uso del respiro, sviluppo della percezione tempor

‐ sincronizzazione dei movimenti. 

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Sviluppo dell’autostima.

Eseguendo ogni esercizio di acrobatica a terra si ottiene un risultato, un prodotto visibile. Come in ogni disciplina sportiva si inizia da soli, dopo un adeguato riscaldamento fisico ad eseguire esercizi singoli, dai sem‐plici a quelli più difficili. Così mettendo in gioco il proprio corpo e otte‐nendo dei risultati la propria autostima cresce. 

Sviluppo della capacità di analisi.

Per  imparare ogni singola  figura di acrobatica a  terra o  in movimento come ad esempio la ruota, bisogna suddividere ogni singolo movimento del corpo o ogni singola posizione degli arti, per poi ricomporre per ar‐rivare al risultato finale. Ogni fase va prima eseguita mentalmente e poi provata movimento per movimento con  l’ausilio di un  insegnante,  so‐prattutto per le prime volte. 

L’esercitarsi con più persone oltre a favorire l’applicazione della ca‐pacità analitica porta all’interazione fra i partecipanti al laboratorio, al‐lo scambio di suggerimenti, alla correzione di posture, di movimenti e all'abituarsi ad essere coordinato da un insegnante, un regista degli e‐sercizi. 

Superamento dei propri limiti.

Il non portare subito a  termine un esercizio semplice o difficile,  come una ruota o una verticale sulle mani o  sulla  testa,  fa capire di quando impegno  serva  e  soprattutto  porta  a  riconoscere  i  propri  limiti. L’allenamento, l’impegno, la costanza e l’attenzione alla propria perso‐na serviranno per la riuscita degli esercizi e per l’abbattimento di alcuni limiti,  per  poi  ricominciare  da  capo  con  altri  esercizi  più  complessi  e con altrettanti nuovi limiti. 

Collaborazione e lavoro di squadra.

Quando l’allenamento coinvolge una o più persone parliamo già di lavo‐ro di  squadra e collaborazione. All’interno del gruppo si distinguono  i soggetti più abili in alcune attività e meno in altre, si distingueranno co‐sì  i porteur e gli agili.  I primi sono quelli alla base delle classiche pira‐midi umane e anche alla base degli esercizi di acrobalance a due e tre persone, i secondi invece sono quelli che compiono le figure più difficili 

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Il circo sociale 

e aeree. Tutto ciò favorisce il protagonismo di ogni singolo soggetto e la collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di squadra. 

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Interazione.

Sia  nell'acrobatica  di  gruppo  e  nell'acrobalance  in  coppia  o  in  trio,  il soggetto  si  trova  nelle  condizioni  di  dover  interagire  con  altri.  L'alle‐narsi, provare e mettere in scena figure di acrobatica o ad esempio co‐reografie è  la messa alla prova per  lo sviluppo delle competenze rela‐zionali  come  il  superamento  di  stare  all'interno  di  un  gruppo,  di  non vergognarsi davanti agli altri, ma anche aiuta lo sviluppo di aspetti tec‐nico‐teatrali come la percezione dello spazio, del tempo e del ritmo. Co‐sì, ad esempio, attraverso  l'inscenare di una piramide umana o di una coreografia,  il  soggetto  riconosce  e  accetta  i  propri  limiti  e  le  proprie abilità, mettendole  a  confronto  e  a  servizio degli  altri,  condividendole per una buona riuscita del lavoro. 

Accettazione nel gruppo dei pari.

Attraverso allenamenti ed esercizi e l'acquisizione di abilità e prepara‐zione fisica, il soggetto è facilitato per la sua accettazione nel gruppo dei pari e la conseguente integrazione (ciò vale soprattutto per quei ragazzi che vivono ai margini della società e che con difficoltà riescono a inse‐rirsi in un gruppo). L'acrobatica, sopratutto quella individuale ha un al‐tissimo potenziale, dato che una volta in scena, l'acrobata, mette in mo‐stra se stesso, le competenze acquisite, il coraggio e la voglia di fare e il divertirsi  nel  farlo.  L’effetto  ludico/artistico  di  un  semplice  gioco  sul pubblico è fonte di attenzione e curiosità (da parte dei coetanei), i quali possono cogliere nell'artista del momento qualità e capacità finora ina‐spettate. 

Metodologia di lavoro.

Grazie al costante allenamento e alla sperimentazione di nuovi esercizi, l'acrobata   attraverso le competenze acquisite, è ormai capace di guar‐dare avanti, puntare ad esercizi più complessi singolarmente e nel lavo‐ro di gruppo. Vedrà in uno dei suoi primi insegnanti o compagni di alle‐namento,  la  fiducia, una guida per  la prova di nuovi e difficili esercizi. Così il soggetto si abituerà ad avere la propria metodologia di lavoro e a sapersi relazionare durante un allenamento individuale e di gruppo. 

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Concentrazione, pazienza, costanza

La concentrazione e  la pazienza saranno due colonne portanti per  l'a-crobata, che dovrà stare attento a non  innervosirsi davanti agli errori, ma di tenere sempre la calma per poter riprovare, ripetere, correggere e infine portare a termine l'esercizio. 

Sviluppo delle potenzialità fisiche.

Chi si  impegna, attraverso  l’allenamento fisico,  in diversi esercizi di a‐crobatica  a  terra,  ottiene  pian  piano  dei  risultati  concreti  come  poter fare una capriola saltata o una verticale sulla testa. Esercizi che portano ad un’apertura mentale nel soggetto, a superare certe paure e certi limi‐ti e col tempo e con un allenamento costante a non pensare di non esse‐re più all’altezza. 

Sviluppo delle abilità +motorie.

Sia  l'acrobatica  che  l'acrobalance  prevedono  l’utilizzo  di  entrambi  gli arti  superiori  e  inferiori  coinvolgendo  l'intero  corpo  umano.  Tutti  la preparazione fisica, l'allenamento delle figure di acrobatica, acrobalan‐ce e le coreografie richiedono la coordinazione tra mente e corpo. All'i‐nizio sarà complicato anche nei più semplici degli esercizi, dato che un non perfetto appoggio, una non perfetta evoluzione potrebbero portare ad una non buona riuscita dell'esercizio. Perciò sia corpo che mente de‐vono  essere  sempre  in  allenamento  di  pari  passo.  La mente  grazie  al continuo  allenamento  saprà  coordinare  ogni  riflesso,  ogni  presa,  ogni appoggio, ogni equilibrio e ogni singolo muscolo dell'atleta. 

Il clown

La ricerca del proprio clown, di quel particolare stato d'animo in cui e‐splorare  le proprie debolezze  e  contraddizioni per  sottolinearle,  valo‐rizzarle e estremizzarle così da trasformarle in un dono comico, è la ri‐cerca dell'apertura e  l’accettazione della propria vulnerabilità. Cercan‐

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Il circo sociale 

do il proprio clown si riscopre la creatività del bambino interiore pre‐

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sente in ogni adulto. 

Nell’arte del clown  il  ragazzo afferma  la propria personalità, canalizza le energ e negative e lavora in modo creativo su eleme  

ie positive ma anche quelluali:

‐ nti importantissimi q

‐ l’accettazione dell’errore; il senso del Ridicolo; 

‐ relazionarsi con gli altri e con un pubblico; 

L’accettazione dell’errore.

L’educazione ci insegna che non si può sbagliare. È proprio la paura di sbagliare, di non essere all’altezza che condiziona l’azione di molti gio‐vani.  Il clown per far ridere deve sbagliare: è proprio  attraverso il fal‐limento,  il  ”fiasco”  che  il  clown provoca  il  riso nel pubblico. L’arte del clown  insegna  che  sbagliare  può  essere  accettabile  e  diventare un’abilità,  insegna a sdrammatizzare  il  fiasco e a vedere  l’errore come un’esperienza dalla quale imparare 

Il senso del ridicolo.

I giovani sono spesso condizionati dalla paura di mettersi in ridicolo di fronte alle ragazze o ai loro stessi compagni. In alcune culture maschili‐ste l’uomo non può concedersi di essere ridicolo o verrebbe meno il suo potere e il suo carisma. Il bullo è serio ed è lui a mettere in ridicolo i più deboli. Attraverso il clown il ragazzo può concedersi di mettersi in gio‐co, di essere ridicolo e al tempo stesso di essere accettato dai suoi pari, facendoli ridere. 

Relazionarsi con gli altri e con il pubblico.

L’arte del  clown è anche arte di  relazione.  Il  clown  lavora prevalente‐mente in coppia (la spalla), interagisce con gli altri artisti circensi pre‐stando  contemporaneamente  attenzione  al  pubblico,  coinvolgendolo, cercandone i favori e stimolandone il riso. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il mimo

Convenzionalmente  si  indica  con  il  verbo mimare  un’azione  gestuale che  intende  parlare  senza mai  ricorrere  alle  parole. Mimare,  presso  i romani e i greci, significava invece raccontare con il corpo e la voce in‐dossando maschere. Mimare era anche saltare con i trampoli, fare gio‐chi acrobatici e di danza recitando e cantando, utilizzando quindi ogni mezzo. Il mimo antico era reputato dalle classi più agiate e colte un ge‐nere di  intrattenimento da  censurare.  Solo quando  la popolazione  co‐mune cominciò a mostrare per il mimo un grande interesse, si arrivò ad accettarlo. Nella  convenzione  classica  il  mimo  è  in  primo  luogo,  colui che recita senza parole.  

Non  bisogna  però  confondere  l'arte  del mimare  con  un  linguaggio per muti. Il mimo è funzionale, quando si riescono a raggiungere, con la ges stualità, effetti di comunicazione più chiari di quanto non  i riesca a fare con la parola.  

Mimare non consiste neppure nell’imitare  ciecamente  le  gestualità naturali,  ma  alludere,  indicare,  far  immaginare.   Esistono  centinaia  di gesti convenzionali che vengono usati tutti i giorni per comunicare ra‐pidamente: portare la mano all'orecchio per far capire che non sentia‐mo, portare  la palma della mano  contro  la  guancia  e  reclinare  il  capo per indicare che abbiamo sonno, e cosi via. Questi sono tutti gesti che il mimo deve dimenticare, proprio perché sono stereotipati e quindi ba‐nali.  I gesti,  in  teatro, bisogna reinventarli,  ripartire dalla  realtà e non dalle convenzioni. 

Per  diventare bravi mimi  bisogna  esercitarsi  innanzi  tutto  a  cono‐scere il proprio corpo, far sì che il corpo risponda svelto, agile e armo‐nioso: muovere gli arti uno alla volta, e altro ancora.  

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Bisogna poi imparare a respirare in giusto rapporto con il gesto, fat‐tore molto importante.  

Ed  infine  il mimo deve  imparare  la manipolazione: saper costruire con le mani gli oggetti nel nulla, dando l'impressione di afferrarli, muo‐verli o posarli. Se si usano entrambe le mani l'oggetto sarà descritto con più precisione e se il gesto è calibrato si potrà capire anche il suo peso. Nel mimo è bene sviluppare i gesti e le articolazioni, mettere in parteci‐

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Il circo sociale 

pazione  arti,  muscoli,  leve,  che  nello  sforzo  reale,  normalmente  non ven

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gono sollecitati. Questo serve a dar chiarezza e a determinare lo sti‐le del gesto che viene sbanalizzato e amplificato. 

È  inoltre  importante  prendere misure  che  rendano  credibili  le  di‐mensioni degli oggetti: se si finge di avere in una mano una bottiglia e nell'altra  un  bicchiere  che  devo  riempire  e  li  allontano  troppo,  darò l'impressione di avere una bottiglia dal collo lunghissimo; se li avvicino troppo invece il collo sparirebbe, la differenza vista da fuori è notevole. 

Il bello del mimo e rendere interessante un gesto che di per sé non lo è, come appunto versare dell'acqua in un bicchiere. Se però ci si limi‐ta ad applicare i gesti naturali, il tutto diventa banale, piccolo e soprat‐tutto  non  verosimile.  Nel  mimo  bisogna  amplificare  qualsiasi  piccolo gesto per renderlo credibile, il mimo manipola la realtà.  

Per essere mimi bisogna acquisire un grande bagaglio di conoscenze tecniche, ma il giorno in cui ci si è appropriati di tutta la tecnica possibi‐le, bisogna imparare, come, dove e quando applicarla e soprattutto im‐parare a farne anche a meno. Il mimo che insiste a descrivere ogni par‐ticolare diventa fastidioso, noioso. Quindi bisogna imparare a buttar via tutto il superfluo, dimostrando sintesi e stile.  

Valenze psico-pedagogiche del Mimo

Con lo st te del mimo si sviluppano: udio e la pratica dell’arorpo, 

‐ zione, ‐ padronanza del c

‐ presenza e atten

‐ concentrazione, comunicazione, 

‐ capacità di comunicare. 

Padronanza del corpo

Con il suo corpo il soggetto riproduce il mondo fisico, i movimenti e le immagini. In generale deve essere in grado di controllare il proprio po‐tenziale  energetico,  poiché  l’energia  è  responsabile  delle  capacità  di portamento, di concentrazione e dei movimenti. Per ottenere tutto ciò è necessario seguire la regola dell’“economia del movimento” ossia “una quantità minima di energia per il massimo del risultato” (corpo econo‐mico). 

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Presenza e attenzione

Sono i tre requisiti per riempire lo spazio – “sono qui, completamente, in questo momento nell’area di rappresentazione” 

Occorre  sviluppare  una  consapevolezza  di  sé  nello  spazio,  ossia  il senso  cinestesico  “un  senso  per mezzo  del  quale  vengono percepiti  il movimento muscolare, il peso e la posizione nello spazio”. 

Pertanto  “avere  presenza”  significa  essere  completamente  lì,  con l’attenzione  focalizzata  sulla  rivelazione  degli  eventi  così  come  si  di‐spiegano davanti. Questa sagace consapevolezza e prontezza dovrebbe‐ro estendersi e proiettarsi verso  il pubblico, ossia  “sono mentalmente qui:  in  ogni  luogo,  in  quello  spazio  davanti  al  pubblico  e  desidero  ri‐specchiarlo per mezzo del corpo”. 

Concentrazione

Un altro aspetto  importante è  la concentrazione, perché se  il  soggetto non è concentrato la sua presenza diminuisce, cessa di essere presente e così rischia che nessuno lo segua. 

La concentrazione dell’attore dirige  l’attenzione del pubblico verso ciò che sta succedendo,  invitando così  tutti a partecipare all’azione.  In questo momento lo spettatore è in connessione con l’energia dell’attore e  le dinamiche sono reciproche,  la comunicazione, è stabilita:  lo scam‐bio  è  continuo.  Comunicare  vuoi  dire  «rendere  comune».  Da  un  lato questo significa condividere,  instaurare un  legame, essere  in contatto; dall’altro  vuol  dire  trasmettere messaggi,  far  sapere,  scambiare  infor‐mazioni.  

Comunicazione

La comunicazione non verbale o analogica,  tipica del mimo, per  il  suo carattere figurativo, aperto a diverse letture ha un grande potere “ma‐gico” se si considera le svariate forme di approccio che si possono avere con il linguaggio del volto, dei gesti, del corpo.  

Ingiusto  e  miope  è  sottovalutare  la  possibilità  di  comunicare  con bambini piccoli o con chi è  introverso,  timido,  spaventato, oppure  im‐possibilitato da deficit permanenti o  transitori.  In situazioni di questo tipo sarà ancora più importante valorizzare, più che il linguaggio parla‐to,  la mimica  e  il  comportamento.  La  via  comunicativa  per  entrare  in relazione non sempre è evidente; anzi, a volte è impercettibile, la si tro‐

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Il circo sociale 

va d

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opo vari tentativi e in tempi non sempre brevi, esplorando con deli‐catezza i diversi livelli. 

La comunicazione e l’intesa si troveranno attraverso un gesto espli‐cito o appena accennato, una frase comprensibile, uno sguardo espres‐sivo, un sorriso di complicità. 

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

ViviamoInPositivo

Uniti per crescere insieme

L’associazione  no‐profit  ViviamoInPositivo  nasce  a  Torino  il  15  feb‐braio  del  1997  fondata  dalla  dott.ssa Maria  Luisa Mirabella  e  da  suo marito Sergio Pinarello. Al nome ViviamoInPositivo viene subito accop‐piato un motto:  “Uniti per crescere  insieme”. Lo scopo che  la Associa‐zione si prefigge consiste nel migliorare  la qualità della vita delle per‐sone attraverso la diffusione di un insieme di valori e conoscenze utili a alla “crescita personale” degli individui. In undici anni di attività anche l’Associazione  stessa  è  cresciuta,  sia  in  quantità  che  in  qualità.  Le  in‐formazioni che seguono sono quelle che hanno riferimento col progetto CircoStanza mentre per altre notizie su ViviamoInPositivo rimandiamo ai siti internet www.viviamoinpositivo.org e www.clownterapia.it. 

Nel 1999 l’Associazione include tra le sue attività un laboratorio di Comicoterapia,  il  laboratorio  –  inizialmente  inteso  a  sviluppare  delle capacità a uso personale – ha successo e viene successivamente rimo‐dellato  in  forma di corsi di Clownterapia, ovvero  l’uso delle abilità del clown (la comicità, unità ad abilità in diverse arti circensi), rivolta agli altri per sollevare lo spirito e trasmettere messaggi e valori positivi. Si for  ma un gruppo di volontari che si reca nelle strade, in case di riposo,in orfanotrofio. 

Nel 2000 i volontari cominciano a essere accolti anche negli ospeda‐li  di Torino.  L’iniziativa  si  allarga presto  a  tutta  Italia,  anche grazie  al sito  internet  dedicato  (www.clownterapia.it).  Dai  corsi  per  volontari clown si formano dei gruppi che formano delle associazioni di volonta‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

riat

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o indipendenti ma che scelgono di restare connesse a ViviamoInPo‐sitivo, adottandone il nome lo statuto e i valori.  

L’Associazione ViviamoInPositivo, riconosciuta nell’anno 2008 come APS  (Associazione  di  Promozione  Sociale)  continua  l’opera  iniziale  di studio, ricerca e formazione. ViviamoInPositivo cura la formazione dei volontari clown di corsia di tutta Italia, occupandosi della produzione di corsi  quali  i  corsi c lown base ,  i  cors i c lown avanzati ,  i  corsi special ist ic i   (“Oncologici”,  “Missioni”, …),  i cors i -trainer   (i  trainer si occupano nelle associazioni di organizzare condurre e gli incontri di allenamento periodico dei volontari), i corsi -dir igenti  (per i membri dei direttivi delle associazioni).  

Dal 2005 ViviamoInPositivo avvia il progetto CircoStanza che verrà in seguito definito e diffuso presso altre associazioni VIP. 

Nell’anno  2008,  ViviamoInPositivo  APS,  mantenendo  le  attività  di formazione orientate ai volontari clown, estendendo  il progetto Circo‐Stanza e riprende anche alcune delle attività di  formazione nel campo della crescita personale rivolte a singoli individui e coppie. 

Valori e principi guida di VIP ViviamoInPositivo

ViviamoInPositivo

Significa affrontare  insieme  la vita,  accettandone ogni  suo aspetto. Vi‐viamoInPositivo vuol dire apprendere, realizzare in noi e portare ad al‐tri quanto può aiutare a vivere meglio. 

Uniti per crescere (e ridere) insieme

Solo insieme e uniti ci si può confrontare, specchiare negli altri, si impa‐ra ad accettare e si è accettati. Riconosciamo nel nostro motto gli ideali di Fratellanza, Unione e Solidarietà. 

Lo spirito clown

Riscoprire  il  bambino  interiore,  sviluppare  la  fantasia,  la  creatività,  la capacità  di  vedere  il  positivo  e  buffo  delle  cose,  la  gioia,  l’armonia, l’apertura,  l’accettazione  e  altri  atteggiamenti  positivi.  Sono  queste  le qualità che ci permettono di diventare “portatori di gioia”, che rendono capaci di trasformare l’atmosfera dei luoghi in cui c'è disagio e di stimo‐lare nelle altre persone gli stessi sentimenti che ci animano. 

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

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La formazione

La conoscenza e  l’esperienza si possono moltiplicare quando vengono condivise, ci  trasformano e, una volta acquisite, diventano un bagaglio personale che non si può più smarrire. La formazione ha valore per noi in quanto è lo strumento che abbiamo scelto per diffondere i valori,  le conoscenze  e  le  esperienze  che  riteniamo  possano  aiutare  a  rendere migliore il mondo. 

L’esempio

Qualunque nostro comportamento costituisce sempre un esempio che diamo a chi ci è vicino e questa è una responsabilità verso coloro con i quali  interagiamo.  I volontari e gli operatori VIP sono anche  i  rappre‐sentanti  della  filosofia  “ViviamoInPositivo”  e  si  impegnano per  essere coerenti con essa. 

La Federazione VIP Italia ONLUS

Nel  02003, dalle prime 1  associazioni VIP (ViviamoInPositivo), nasce la federazione VIP Ital ia Onlus  con diversi intenti, tra i quali: - per  le  associa‐fungere  da  organo  di  collegamento  e  condivisione 

- zioni e i volontari VIP; essere un marchio nazionale per il volontariato VIP; 

- affrontare le esigenze comuni delle associazioni federate fornendo dei servizi di informazione, formazione e altri tipi di supporto; 

- garantire  in tutta  Italia una qualità costante, sia di  formazione dei volontari che di servizio, definendo regole comuni; 

- essere un referente nazionale per quanto concerne  il  volontariato in ospedale; 

- favorire  lo  sviluppo di  progetti  comuni,  a  livello  nazionale,  che  le singole associazioni non potrebbero, da sole, mettere in atto, quali missioni all’estero o interventi in situazioni differenti dall’ospedale; 

- coordinare eventi quali raduni o giornate di raccolta fondi naziona‐li. 

Nel 2008 VIP Italia ONLUS rappresenta 35 associazioni, per un totale di 2700 volontari  che operano come clown di  corsia  in 93 ospedali  con‐venzionati in Italia. Ai volontari clown di corsia  si richiede la disponibi‐lità  per  due  servizi  in  ospedale  e  due  incontri  di  formazio‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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o Rosso 2005‐2006‐2007 e un finanziamento della Fondazione CRT ci hanno permesso di attivarlo e sostenerlo. 

CircoStanza nasce come laboratorio di circo sociale adatto a essere svolto in centri di aggregazione giovanile, carceri, scuole, territorio. Cir‐

allenamento al mese.  I servizi avvengono nel  fine‐settimana, gli  in‐contro di formazione sono usualmente serali, durante la settimana. 

Alle  assemblee nazionali partecipano  rappresentanti di  tutte  le  as‐sociazioni per confrontarsi e decidere insieme delle linee guida comuni per quanto riguarda il volontariato clown, organizzare eventi nazionali quali  i raduni o  la giornata di raccolta  fondi annuale e sviluppare altri progetti  socio‐educativi,  come  progetti  missionari  (con  i  volontari‐clown) all’estero  e come il progetto CircoStanza in Italia.  

Attraverso le azioni di raccolta fondi nazionali VIP Italia sostiene la formazione specialistica per i volontari clown delle associazioni italiane e i progetti CircoStanza nelle associazioni che non hanno opportunità di autofinanziarsi. 

Dal Clown sociale al Circo sociale: CircoStanza

L’esperienza maturata dal 1998 al  2005,  sia  sul  versante della  forma‐zione sia sul versante del servizio dei volontari clown svolto in strada, in corsia d’ospedale,  in comunità,  in  famiglia, nelle scuole e nelle mis‐sioni  in Paesi  in  via  di  sviluppo  ci  ha  fatto  capire  che  l’intervento del clown  e  delle  arti  circensi  può  avere  valore  non  solo  terapeutico, ma anche sociale, anche se in questo caso il tipo di servizio non può essere portato  avanti  da  volontari  perché  richiede  particolare  competenza  e un impegno di tempo maggiore e usualmente durante i giorni feriali. Si tratta insomma di un tipo di servizio più mirato e incisivo, che prevede anche attività educativa e formativa.  

Avendo la disponibilità a Torino di educatori, formatori e artisti cir‐censi,  abbiamo valutato  la possibilità di attivare un centro diurno cir‐cense per bambini e adolescenti a rischio, dove fosse possibile applicare la pedagogia del circo. L’idea del centro diurno circense è per ora accan‐tonata, non disponendo ancora di fondi sufficienti e di una sede adatta, ma  invece  è  stato  alla  nostra  portata  il  creare  un  “circo  portatile”,  “a domicilio”, che possa avere luogo all’aperto o in un piccolo spazio, per portare la pedagogia del circo laddove si trovino minori e adolescenti a rischio:  in  quartieri  cittadini  difficili,  in  centri  di  aggregazione,  nelle scuole, nei carceri. Ecco come è nata l’idea del Progetto CircoStanza, “il circo in una stanza per cambiare le circostanze della vita”. Anche un si‐mile progetto richiede dei fondi, ma le raccolte fondi della Giornata del Nas

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

coStanza  ha  come  obiettivo  primario  quello  di  favorire  l’integrazione sociale  di minori  e  adolescenti  coinvolgendoli  in  attività  ove  essi,  ap‐prendendo delle abilità, si  troveranno a sviluppare pazienza, attenzio‐ne,  capacità di collaborare  in un gruppo,  fiducia… In campo educativo riteniamo però  che  non  si  possa prescindere  dal  “fattore  umano”,  nel senso  che  i  risultati  dipenderanno molto dagli  operatori  coinvolti,  dai loro

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 valori, dalla loro preparazione, sensibilità, impegno. La scelta degli operatori è quindi un fattore fondamentale. 

Le  arti  circensi  si  rivelano  molto  adatte  a  favorire  l’integrazione multietnica perché possono essere insegnate, apprese e praticate anche ove  vi  siano  grandi  diversità  linguistiche  e  culturali.  All’acrobatica,  la magia, il clown, la giocoleria si uniscono la musica, i giochi per stimola‐re fiducia e cooperazione. A livello di gruppo questi  ingredienti realiz‐zano un alto livello di coinvolgimento e unione. A livello individuale, le attività  portano  i  giovani  a  sviluppare  la  creatività,  acquisire  abilità  e dimostrandolo a sé e agli altri accrescendo l’autostima e la fiducia in sé. Il tutto in un ambiente (il circo),  dove la diversità è una ricchezza, dove anche  l’errore  diventa  un  valore  (il  clown)  o  è  accettato  come  parte del  l’apprendimento  (delle  diverse  arti),  dove  ciascuno  può  trovare  ilproprio ruolo senza dover competere e cercare di prevalere. 

Il modello di attività sviluppato a Torino è stato poi trasmesso ad al‐tre associazioni del circuito ViviamoInPositivo (quelle federate alla Fe‐erazione VIP italia ONLUS) che lo hanno applicato nelle rispettive cit‐à. dt 

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Il progetto CircoStanza 

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Il progetto CircoStanza 

Il circo in una stanza per cambiare le circostanze della vita

Obiettivi generali del progetto “CircoStanza”

o Integrazione e socializzazione ica  

o el disagio giovanile o Integrazione multietn

Prevenzione e cura do Riduzione del danno 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Metodologia di intervento di CircoStanza

CircoStanza è un progetto di “Circo Sociale”. I programmi svolti si basa‐no   principalmente su combinazioni di arti  circensi  con musica,  danza,arti sceniche. 

In particolare, si insegna ai ragazzi la giocoleria (palline, clave, kiwi‐do, devil stick, diablo),  l’equilibrismo (piatti cinesi, rola‐bola, uniciclo), l’acrobatica, la clownerie (costruzione di gag e di spettacoli), il mimo e la magia. 

Il ragazzo che si avvicina a questa attività può avvicinarsi scegliendo lo strumento/materia che preferisce, in base alle sue attitudini. Le scel‐te e le opinioni dei ragazzi vengono ascoltate, si dà sostegno e incorag‐giamento al desiderio di fare e alla voglia di confrontarsi con una diffi‐coltà, una sfida con se stessi in un contesto non competitivo. 

Al tempo stesso attraverso queste discipline si favorisce l’attività fi‐sica e la conoscenza del proprio corpo, il rispetto dei compagni, il lavo‐ro di gruppo, la disciplina, la costanza e la capacità di superare gli erro‐ri. Si trasmettono valori positivi che hanno a che fare con la solidarietà e l’integrazione sociale e multietnica. I programmi didattico‐educativi si delineano  in base alle esigenze alle attitudini e alle volontà dei  ragaz‐zi/e. 

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Il progetto CircoStanza 

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Alcuni strumenti usati in CircoStanza

Devilstick-Flowerstick

Diablo

Uniciclo-Monociclo

Palline

Rola bola

Piatti cinesi

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Anno 2005 - I primi passi di CircoStanza

CircoStanza  inizia  nel  quartiere  popolare  San  Paolo  di  Torino,  presso l’area di socialità giovanile dell’oratorio San Paolo, con bambini in pre‐valenza seguiti dai Servizi Sociali. Anche i genitori dei bambini parteci‐pano all’attività che non adotta metodologie totalmente circensi, ma fa uso

n z  della  clownterapia.  Un  volontario  collabora  con  gli  operatori.  Il 

progetto prosegue per un a no e mez o. A  termine  laboratorio  vengono  effettuati  2  spettacoli  svolti  dai 

bambini stessi. I  genitori  dei  bambini  ci  chiedono di  proseguire  il  percorso  anche 

privatamente, ma ci vediamo costretti a declinare l’invito perché inizia la collaborazione con il carcere minorile Ferrante Aporti. 

2007-2008 – Ampliamento di CircoStanza in Italia

Grazie alla raccolta fondi della Giornata del Naso Rosso del 2007 e 2008 VIP Italia ha potuto finanziare altri 4 progetti CircoStanza: a Genova nel quartiere di  Cornigliano,  a  Palermo presso  l’IPM Malaspina,  a  Catania pre  sso  il  Carcere Minorile  Bicocca  e  ad  Asti  in  forma  domiciliare  perbambini disabili. 

A Modena da 2 anni è attivo CircoStanza presso 2 comunità di recu‐pero di minori ex prostitute e tossicodipendenti. L’associazione VIP di Modena autofinanzia il progetto. 

l sito internet dedicato al progetto Circostanza si trova all’indirizzo: www.circostanza.org 

I

 

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Obiettivi specifici del progetto CircoStanza-IPM

Applicare la metodologia della pedagogia del circo per migliorare attenzione, costanza, disciplina e coordinamento fisico; 

Restituire alle emozioni positive (speranza, fiducia, gioia, riso...) il giusto spazio nel processo di integrazione e di inserimento sociale; 

Incentivare l’autonomia dei giovani utenti; 

Permettere l'espressione positiva e pacifica di conflitti, disagi, contenuti aggressivi, insicurezze, timidezze; 

Creare o migliorare la comunicazione, le relazioni interculturali e la socialità;  

Stimolare e valorizzare nei giovani ristretti le abilità creative al fine di rinforzare l’autostima. 

L’equipe CircoStanza “Carcere minorile” a Torino

I personaggi che hanno condotto e conducono il progetto Circostanza a Torino (le relazio

sia in IPM che in una scuola che in strada) e che hanno redatto ni che costituiscono la seconda metà di questo testo sono 5: 

- t‐Maria Luisa, clown Aureola (formatore, responsabile di progeto e supervisore), 

- t‐Sara, clown Maggiolina (educatore e coordinatore del proge

- istico), to), 

ulente art- circense), 

Luca, clown Geppetto (coordinatore e consNicola, clown Smilzo (consulente artistico 

- Jenni, clown Pepita (consulente artistico). 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La formazione degli operatori CircoStanza-Ferrante

Per prepararci ad affrontare la nuova esperienza di CircoStanza in car‐cere  abbiamo usufruito,  a Torino, di  un  corso organizzato dal Gruppo Abele  (che  opera  da  decenni  anche  nell’ambiente  carcerario)  e  di  un cor o  presso  lo  stesso  IPM  Ferrante  Aporti,  coordinato  dalla  associa‐zione “Aporti Aperte”. 

s

 

Formazione con l’Università della Strada (Gruppo Ab

Il  corso  è  stato  finalizzato  soprattutto  all’acquisizione  degli  elementi ambientali,  psicologici  e  normativi  indispensabili  per  svolgere un’attività  in  istituzioni  totali  quali  gli  istituti  penitenziari.  Alcuni  dei temi affrontati:  l’Istituzione e  l’ambiente carcerario;  le regole e  i  limiti del

ele)

l’intervento; i rapporti in carcere con i detenuti; l’ambiente; le aspet‐tative; le regole non scritte; la relazione di aiuto nelle istituzioni totali.  

Il docente del corso è stato Giuseppe Forlano della Università della Strada del Gruppo Abele. 

Formazione con “Aporti Aperte”

L'Associazione  Aporti  Aperte  è  un’associazione  di  volontariato  senza fini di lucro che opera a favore dei minori che entrano in contatto con i servizi della Giustizia Minorile e si propone di "aprire le porte" del car‐cere alla  città e al  territorio nel quale è  inserito,  rendendo meno pro‐fondi i confini di una realtà che ha voglia di farsi conoscere, di comuni‐care con l'esterno. 

L'Associazione, oltre a prestare opera di volontariato all'interno del‐l'IPM, svolge attività con i minori in uscita dal circuito penale ed in par‐tico

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lare segue alcuni ragazzi che in messa alla prova si sono resi dispo‐nibili a svolgere attività socialmente utili.  

La  formazione  con Aporti Aperte ha  trattato  i  seguenti  temi: orga‐nizzazione  e  regolamento  dell’Istituto;  i  mediatori  culturali;  informa‐zioni sulle zone di provenienza dei ragazzi. 

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

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Protocollo d’intesa tra Vip Italia e CGM Torino  Stipulato il 16‐7‐2007  Si stipula il presente Protocollo d’Intesa fra il Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta e la Federazione ViviamoInPosi‐tivo VIP Italia ONLUS con sede a TORINO per la prosecuzione di una collaborazione efficace nel sostenere tutte le azioni in corso mirate al miglioramento della qualità della vita per i minori, italiani e stranieri, istretti in Istituto o in carico ai Servizi Minorili dell’Amministrazione ella Giu o. rd stizia di Torin 

Premesso che  I Centri per la Giustizia Minorile sono competenti per la ricerca ed uti‐lizzazione delle risorse presenti sul territorio al fine di costruire inter‐

i e venti significativi ai fini di un effettivo recupero sociale dei minorenngiovani adulti sottoposti a procedimento penale minorile;  La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS ha assicurato ‐ a partire dal mese di ottobre 2006 ‐ la presenza di 4 operatori CircoStan‐za specializzati in Clownterapia, tra cui 1 educatore professionale, 2 tecnici artistici ed una psicologa, affiancati da un supervisore per 2 in‐contri alla settimana (con il Gruppo Levante e il gruppo Maestrale) uni‐tamente ad una presenza costante e qualificata nell’organizzazione del‐la vita di Istituto (coordinamento, formazione, feste, tornei, ecc.);  La collaborazione fra i Servizi della Giustizia Minorile e la Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS è parte di un proficuo lavoro di re‐te, nell’ambito del Progetto di Sistema che vede la collaborazione attiva on tutte le realtà che lavorano per promuovere il diritto di cittadinan‐a cz 

Ritenuto che  Il Centro per la Giustizia Minorile, direttamente o attraverso i Servizi ad esso afferenti, è chiamato ad individuare e realizzare interventi utili e significativi per questi giovani, in collegamento con le altre istituzioni pubbliche e/o private che operano sul territorio di competenza;  La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS è disponibile ad as‐sicurare, in un’ottica di continuità con il progetto “CircoStanza: Il Circo in una stanza”, l’intervento già in corso presso l’IPM Ferrante Aporti, 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

contando oltre che sulle proprie risorse, sul contributo finanziario elar‐ito dalla Fondazione CRT, attraverso il progetto “Saper donare‐noxUno ” 

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gU  2006 

Visto  La Legge 354/1975 Il DPR 448/1988 Il D. Lgs. 272/1989 

 La Legge 266/1991Il D. Lgs. 286/1998 l D.P.R.230/2000 a LeggeIL  189/2002  

Tutto ciò premesso  Tra il Dott. Antonio PAPPALARDO, Dirigente del Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta con sede in Torino, Corso Unione Sovietica n° 327 e la Dott.ssa Maria Luisa Mirabella, Presidente della Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS con sede in Torino, via ristalliera n° 25, si perviene alla stipulazione del seguente Protocollo Cd’Intesa nel quale convengono quanto segue:  Il Centro per la Giustizia Minorile, attraverso i propri Servizi, si impe‐gna: ‐ a favorire l’attività degli operatori CircoStanza, clownterapisti della 

 e Federazione VIP Italia nel lavoro diretto con i ragazzi ristretti italianistranieri;  ‐ a favorire, altresì, in ogni modo la partecipazione dei ragazzi che lo desiderino ai momenti organizzati dagli stessi operatori CircoStanza, econdo un programma concordato con le Direzioni e mettendo a di‐ssposizione idonei locali;  La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS si impegna a: ‐ ad assicurare la continuità del percorso socio‐educativo previsto dal Progetto “CircoStanza” proponendo operatori CircoStanza di provata esperienza ed in possesso dei requisiti richiesti per l’ingresso all’interno dell’Istituto “Ferrante Aporti”; ‐ a continuare a garantire per l’anno 2007‐2008 e, se le condizioni lo consentiranno, anche in futuro, la presenza dei suoi operatori Circo‐

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

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Stanza secondo il calendario concordato e più precisamente nelle giornate di:  ‐ Lunedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: compresenza di due operatori CircoStanza (o più, quando possibile) presso la sezione femminile dell’IPM “Ferrante Aporti”; ‐ Mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: due operatori CircoStanza (o iù, quando possibile) presso la sezione maschile “Levante”dell’IPM p“Ferrante Aporti”.  Entrambi i firmatari s’impegnano ad attivarsi nella ricerca di possibili iniziative che non siano esclusivamente a favore dei minori presenti in stituto, ma possano diventare una risorsa ulteriore in particolare per i Igiovani seguiti anche solo in area penale esterna.   Si prevede una verifica almeno annuale della collaborazione posta in ssere e ci si impegna a dare ogni possibili visibilità al presente accordo eprogettuale.    Tutti gli interventi posti in essere dalle équipe professionali coinvolte ovranno rispondere ai criteri di centralità del minore, collaborazione ra operat  degli interventi. df ori CircoStanza ed integrazione

o e sottoscritto.  

Letto, confermat

orino, li 16 luglio 2007  T  

ntro per la Giustizia Giustizia Minorile del Piemonte e Valle Per il Ce’Aosta:d   . . . . . . . . 

 derazione ViviamoInPositivo – VIP Italia onlus: 

  er la Fe . . . . . . . P. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Le riunioni Stop & go

L’IPM Ferrante Aporti ha istituito dei regolari momenti di condivisione tra  tutti  gli  operatori  delle  attività  che  si  svolgono al  Ferrante Aporti, insieme alla Direzione,  agli  educatori,  agli  agenti  (quando  riescono ad intervenire), agli psicologi e alle agenzie che collaborano con il Ferran‐te. 

Le riunioni Stop & Go sono 5 in un mese, due per il gruppo di acco‐glienza e una per ognuno degli altri tre gruppi. Ogni riunione Stop & Go si svolge al mattino e dura all’incirca 2 ore. A ciascuna riunione Stop & Go  partecipa  almeno un  operatore  di  Circostanza  e  prepara  una  rela‐zione ad uso del resto dell’equipe. 

I rapporti interpersonali tra noi e il Ferrante

Con la Direzione del Ferrante e con l’Ufficio Tecnico‐Pedagogico abbia‐mo rapporti più frequenti, gli altri operatori e gli agenti li  incontriamo una volta alla settimana durante le riunioni di coordinamento dei grup‐pi o durante la programmazione degli eventi o in sede di verifica. 

In particolare in due anni di attività al Ferrante possiamo dire che i rapporti tra gli operatori  CircoStanza e quelli  del Ferrante sono: 

Con la Direzione: ottimi, collaborativi, di reciproco scambio e confron‐to. Abbiamo avuto un momento di difficoltà di comunicazione solamen‐te nel periodo di cambio di direzione. Riconosciamo e apprezziamo  la disponibilità della Direzione. 

Con il Dirigente del CGM: anche se formali, sempre di reciproca colla‐borazione  e  informazione.  Abbiamo  notato    la  presenza  del  Dirigente sia durante diverse riunioni, convegni e momenti formativi, sia durante gli eventi di festa con i ragazzi,  ne abbiamo apprezzato la chiarezza di esposizione e il condividere il percorso progettuale con gli operatori. 

Con gli educatori: rapporti cordiali, collaborativi durante le riunioni di coordinamento (che vengono chiamate “Stop & go). Ci piacerebbe avere maggiori rapporti con gli educatori in quanto CircoStanza è un progetto educativo.  Un  maggiore  confronto  sui  metodi  educativi  e  sulla  cono‐scenza dei ragazzi con gli educatori del Ferrante ci sembra possa essere proficuo. 

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CircoStan

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za incontra il Ferrante Aporti 

Con gli agenti di polizia penitenziaria:  quasi  con  la  totalità degli  a‐genti abbiamo avuto ottimi rapporti di reciproca simpatia. Non ci sono tante occasioni di confronto con gi agenti se non nel momento in cui ci portano  i  ragazzi o  in cui  li  vengono a  riprendere.  In alcune occasioni anche qualche agente ha preso parte alle attività e È capitato che alcuni di loro abbiano partecipato alla nostra attività e quando è accaduto ab‐biamo notato che per i ragazzi è stato molto piacevole e per loro rilas‐sante. Abbiamo notato anche che quando i ragazzi hanno acquisito una qualche abilità a giocolare oppure quando si vestivano da clown, ci te‐nevano che l’agente di turno li vedesse. Con qualche agente più presen‐te in attività, abbiamo stabilito rapporti di maggiore conoscenza e qual‐cuno di  loro ha imparato a giocolare con le palline. Dato che gli agenti sono quelli che di più stanno con i ragazzi, la loro presenza alle riunioni Stop & Go sarebbe sempre necessaria. Ci piacerebbe anche partecipas‐sero di più alla nostra attività, sarebbe positivo per i ragazzi e rilassante anche per loro, ma il regolamento non prevede questo tipo di ricreazio‐ne durante il servizio per gli agenti. 

Con gli altri operatori del Ferrante:    (Scuola, AICS, ForCoop, Aporti Aperte, Gruppo Abele,  Fanon,  Servizio Civile,  ecc.):  ci  incontriamo du‐rante le riunioni di Coordinamento Stop & Go e alle riunioni di verifica e di programmazione attività.  I  rapporti con alcuni sono di buona colla‐borazione, con altri solo di ascolto.  

Al di là degli incontri istituzionalizzati ci si incontra alle feste con i ra‐gazzi. Ultimamente, con gli incontri di programmazione, abbiamo avuto odo di conoscerci meglio e di apprezzare la reciproca collaborazione. m

 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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CircoStanza IPM Ferrante Aporti e le risorse impiegate

Ci  sembra  utile  dare  un’idea  dell’impegno  personale  e  economico  ri‐chiesto da un progetto come il CircoStanza al Ferrante Aporti. 

Consideriamo  che  ci  sono  attività  a  ciclo  settimanale,  altre  a  ciclo mensile, e altre sporadiche durante l’anno.  

Consideriamo l’attività che prevede un incontro settimanale per cia‐scuno dei quattro gruppi di ragazzi ristretti. 

Attività a ciclo settimanale

Attività a cadenza settimanale con i ragazzi: da 2 a 4 operatori per cia‐scun  incontro. Dato che  i  gruppi  sono  isolati uno dall’altro e  si  lavora con s un gruppo alla volta,  In un pomeriggio  i possono  incontrare due gruppi. 

Nel  periodo  2006‐2007,  CircoStanza  ha  operato  con  solo  due  dei quattro gruppi: Ragazze  (Maestrale)  e Ragazzi  (Levante). Due ore per ogni gruppo = 16 ore al mese x 12 mesi = 192 ore/anno per ciascun o‐peratore. 

Nel periodo 2007‐2008, CircoStanza ha operato con tutti i 4 gruppi, occupando per l’attività due pomeriggi per l’incontro con i ragazzi e al‐cune mattine per gli incontri di  opera in 4 gruppi: ragazze (gruppo Ma‐estrale) e Ragazzi (gruppi Libeccio, Grecale, Levante), due ore per ogni gruppo = 24 ore al mese x 12 mesi = 288 ore/anno per ciascun operato‐re. 

Attività a ciclo mensile

Ogni  mese  si  svolgono  5  riunioni  “Stop  &  Go”,  dove  gli  operatori dell’IPM  e  quelli  esterni  si  incontrano  per  confrontarsi  e  aggiornarsi. Alle riunioni Stop & Go partecipano almeno un operatore (a volte due) e relaziona all’equipe. 

L’impegno è di circa 10 ore al mese per undici mesi per un totale annuo di 110 ore (considerando un solo operatore). 

 

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

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Attività non ricorrenti, richieste durante l’anno

Durante  il corso dell’anno si verificano diversi  incontri di progettazio‐ne, coordinamento e verifica. Altri impegni sono costituiti da alcune oc‐casioni di festa o sportive dove tutti i gruppi di ragazzi ristretti parteci‐pano e incontrano anche la cittadinanza e alle quali partecipano anche gli operatori di CircoStanza. Cerchiamo di farne un elenco: 

- programmazione eventi, 3‐4 incontri l’anno = 15 ore circa; 

- progettazione,  4  giornate  per  anno  ‐  settembre‐ottobre  =  40 ore circa; 

- giornate di formazione, 1‐2 giornate per anno = 20 ore circa); 

- incontri di verifica, 3‐4 giorni 2 volte l’anno (giugno‐dicembre) = circa 80 ore; 

- cabili; riunioni per comunicazioni speciali , non quantifi

- riunioni per altra formazione, non quantificabili; 

- ; festa di Natale, intorno a fine Dicembre, 6‐8 ore

- altri due o tre eventi festivi/sportivi nell’anno; 

Alle precedenti attività partecipano almeno 3 o 4 operatori. Altro tempo è quello dedicato alla preparazione dei programmi e del 

materiale necessario all’attività 

- Preparazione/programmazione/preparazione attrezzi x attivi‐tà: h 10/mese. 

no. Formazione degli operatori Circostanza (4 operatori) = 60 ore/an

Costo per operatore (lordo): 20 €/h x 40 h mensili = 800 al mese. 

Costo del progetto CircoStanza Carcere per 1 anno: Considerando un costo per operatore  lordo di 20 euro all’ora e un 

imp ciascun egno di 40 ore mensili per 12 mesi in un anno,  operatore ha un costo di 9600 euro per anno. 

Considerando  l’impegno  di  un    educatore,  un  consulente  artistico, un  formatore    e  un  operatore  circense  (quattro  persone),  il  costo  del personale risulta di 38.400 euro ai quali si aggiungono altri costi di spo‐stamento e di alcuni materiali usati. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Finanziamenti: Il progetto Circostanza è sostenuto da privati e donatori. Gli enti benefi‐ciari non hanno oneri economici. 

Nel periodo 2006‐2007 VIP Italia, con la raccolta fondi della Giorna‐ ta  del Naso Rosso  ha  potuto  destinare  al  Progetto  CircoStanza  23000

euro. Nel periodo 2007‐2008 il fondo di 23000 euro per Circostanza ha potu‐to essere raddoppiato, grazie a un bando di finanziamento del Gruppo CRT (Cassa di Risparmio di Torino) e il progetto CircoStanza ha potuto essere completamente finanziato dai 46000 euro risultanti.  Nel periodo 2008‐2009, dalla raccolta fondi della Giornata del Naso Rosso sono stati destinati 36.000 euro (per tutta la attività di Circo‐tanza: in IPM, a scuola e in strada). s

 

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

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2006 - CircoStanza entra all’IPM Ferrante Aporti di Torino

Inizia  ad  ottobre  2006  la  colla‐borazione  con  l’Istituto  Penale Minorile  (IPM)  Ferrante  Aporti. Inizialmente  ci  vengono  affidati due gruppi: Il gruppo Levante, di orientamento  e  progettazione individuale  per  i  ragazzi,  e  il gruppo Maestrale,  riservato  alle ragazze.  

Il  laboratorio  CircoStanza  si svolge  in  orario  pomeridiano 

dalle  15.30  alle  17.00  in  maniera  continuativa  settimanalmente  nei giorni feriali (1 incontro per ogni gruppo) per circa 11 mesi l’anno (una pausa di tre settimane in agosto). 

Nel 2008 i gruppi che ci vengono affidati sono tre: Libeccio (ragazzi appena arrivati in carcere). Grecale (di osservazione e orientamento) e Maestrale (le ragazze). Dal luglio 2008 si aggiunge nuovamente il Grup‐po  rcoStanza  seguono qui

Levante  (lunga  permanenza):  gli  operatori  Cindi tu PM. L’inte  alcune fasi:  

tti e quattro i gruppi dell’I

‐ rvento di CircoStanza prevede

‐ creazione della relazione; primo approccio agli attrezzi; 

a‐ insegnamento degli  ttrezzi; ‐ creazione di una routine artistica (ove possibile). Le  difficoltà  riscontrate  all’inizio  dell’attività  sono  state:  lavorare 

con ragazzi e ragazze di diverse nazionalità per la maggioranza stranie‐ri,  alcuni  con  scarsa  conoscenza  della  lingua  italiana;  lo  stato  di  diffi‐denza  iniziale;  le diverse culture e  tradizioni.  In alcuni  casi  l’uso degli attrezzi viene considerato dai ragazzi (per lo più quelli di lingua araba) com à.   e sminuente della  loro dignit Alcuni hanno visto nell’apprenderequeste discipline delle prospettive lavorative.  

L’accoglienza  della  attività  di  CircoStanza  è  stata  favorita  dagli  in‐terventi dei Ragazzi di Bucarest e della “Scuola di Cirko” che hanno sen‐sibilizzato favorevolmente i ragazzi verso la nostra attività. 

Abbiamo rilevato che l’utilizzo della musica in alcuni casi quando ci sono  ragazzi  delle  stessa  nazionalità,  unisce,  fa  da  polo  catalizzatore, 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

facilita relazioni e crea l’atmosfera adatta a praticare le attività circensi; in a

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to da operatori specializzati e si svolge  in giorni  feriali,  in manieracontinuativa, pertanto non prevede il coinvolgimento di volontari. 

Già nel 2007 alcuni volontari clown delle associazioni ViviamoInPo‐sitivo di Torino e Alessandria hanno espresso desiderio di prestare ser‐

ltri casi divide: ragazzi rumeni, albanesi, italiani, slavi, di cultura a‐raba vogliono ognuno la “loro” musica. 

Con  le ragazze abbiamo notato che  la musica favorisce  la  tristezza: la ascoltano, cantano e poi piangono. 

In due anni abbiamo svolto  interventi con circa un centinaio di ra‐gazzi e ragazze ristretti. 

Dopo un primo periodo in cui ci “studiano”, i ragazzi per lo più ten‐dono ad accettarci e l’accettazione porta con sé la voglia di apprendere l’uso  degli  attrezzi  circensi  e  di  giocare  con  noi.  Quasi  tutti  i  ragazzi hanno provato almeno un attrezzo, alcuni hanno imparato bene a gio‐colare  con  tre  palline  o  ad usare  il Diablo  e  i Devil. Quasi  tutti  hanno imparato esercizi di acrobatica. Una volta che si è creta la relazione af‐fettiva e la fiducia,  i ragazzi accettano anche di usare la clownerie e di inscenare le gag.  

CircoStanza  in  carcere  favorisce  l’integrazione  e  la  socializzazione dei ragazzi e  li  rilassa, attenuando tensioni anche  in momenti partico‐larmente difficili. 

L’impegno di collaborazione con l’Istituto comprende, oltre alle ore di attività con i ragazzi e le ragazze, anche un incontro mensile per cia‐scuno dei quattro gruppi, chiamato “Stop & Go” rispettivamente con gli educatori, gli agenti e gli psicologi dell’IPM e gli operatori delle altre at‐tività; due incontri l’anno di 4‐5 giorni per la progettazione degli inter‐venti,  per  la  verifica  e  per  organizzare  le  feste  per  i  ragazzi  durante l’anno. 

20 l08, al Ferrante anche con i vo ontari

Durante  il percorso all’IPM Ferrante Aporti  abbiamo stabilito  rela‐zioni  soddisfacenti  con  diversi  ragazzi  e  ragazze.  L’atmosfera  è  stata quasi sempre rilassata e al tempo stesso attiva. Abbiamo potuto appu‐rar  e che lo stato di tranquillità e di buon umore che si creava durantel’attività in diversi casi permaneva anche nelle ore seguenti.  

I ragazzi, pur potendo scegliere di rimanere in cella, hanno pratica‐me  nte  sempre  dimostrato  gradimento  per  l’attività  di  CircoStanza,  divolta in volta ritornando agli incontri.  

Il Progetto CircoStanza è un progetto pedagogico ed educativo con‐dot  

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

vizio in un carcere minorile e il fatto che i ragazzi ristretti ormai aves‐sero familiarità con gli operatori VIP (e viceversa), ha reso concepibile l’id

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ea di affiancare al progetto CircoStanza anche un servizio di volonta‐riato che è stato denominato “Volocarcere”. 

Gli aspiranti volontari hanno cominciato col seguire  il corso di  for‐mazione proposto dall’Associazione “Aporti Aperte”.  

Altri volontari VIP che non hanno potuto frequentare questa forma‐zione hanno partecipato alla formazione preparata dagli operatori Cir‐coStanza di VIP, dove sono state date ai volontari informazioni sul rego‐lamento interno del Ferrante Aporti, sull’organizzazione e sulla geogra‐fia di provenienza dei ragazzi ristretti. 

 Una selezione degli aspiranti (in base a criteri di  idoneità al tipo diservizio) ha permesso di formare il gruppo di volontari di Volocarcere.  

Dopo le necessarie procedure burocratiche, a febbraio 2008 è inizia‐to il primo servizio dei volontari. Con la Direzione del Ferrante si è con‐cordato di  rivolgere  il  servizio dei  volontari  ai  ragazzi del  gruppo Le‐van e, in modo da dare una continuità al lavoro svolto con questo grup‐po per un anno. 

t

 

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Verifica fine anno 2007 

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Riprende l’attività con il Levante

Dopo qualche mese di attività, alla verifica dopo Pasqua, chiediamo di riprendere l’attività con il Levante. Ci sembra importante poter prose‐guire  il  percorso  con  i  ragazzi  che  così  possiamo  seguire  per  diversi 

Verifica fine anno 2007 

Considerazioni

Al colloquio di verifica di fine anno (2007) la Direzione dell’IPM Ferran‐te Aporti riconosce che l’attività CircoStanza è molto apprezzata dai ra‐gazzi  e  dalle  ragazze  e,  a  seguito  dell’introduzione  obbligatoria  della scuola nel gruppo Levante, la Direzione ci chiede di seguire i primi due gruppi di ragazzi: Libeccio (Transito) e Primo gruppo, il Grecale, insie‐me al gruppo Maestrale delle ragazze. 

Ci dispiace molto abbandonare il lavoro con il Levante ma accettia‐mo questa nuova sfida. 

I ragazzi dei primi due gruppi sono quelli che, essendo appena arri‐vati e in attesa di processi, hanno meno attività e, essendo nuovi, devo‐no ancora ambientarsi e quindi… quale migliore occasione che iniziare con CircoStanza? 

Anche i volontari andranno al Ferrante

Un nuovo evento segna la collaborazione tra ViviamoInPositivo e l’IPM Ferrante  Aporti:  da  febbraio  inizia  il  servizio mensile  dei  volontari  al Ferrante. 

Previa preparazione formativa un gruppo di volontari di VIP Torino e VIP Alessandria e i Clown Joy una domenica al mese prestano servizio presso il Gruppo Levante durante l’ora d’aria dalle 15.30 alle 17.00 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

me

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si e creare con loro non solo buone relazioni, ma anche un buon per‐corso. 

A  luglio 2008  l’attività del Progetto CircoStanza con  l’IPM Ferrante Aporti comprende tutti e 4  i gruppi: Libeccio, Grecale, Levante e Mae‐strale. 

Aspetti favorevoli

Seguire tutti e 4 i gruppi ci permette di conoscere meglio i ragazzi, sta‐bilire  relazioni  più  profonde  con  loro,  approfondire  gli  insegnamenti circensi con alcuni di  loro, creare una sintonia  tale da poter utilizzare anche la clownerie con i ragazzi. 

Aspetti sfavorevoli

Logistica 

Quando  abbiamo  iniziato  l’attività  con  il  Grecale  eravamo  in  palestra, l’ambiente era troppo scuro, c’era il pallone e il lancio del pallone a for‐te  velocità  creava  pericoli  per  noi  operatori.  Inoltre,  contemporanea‐mente  all’attività  nostra  c’era  il momento  di  aria  delle  ragazze,  il  che distraeva parecchio i ragazzi che finivano per stare appiccicati alla por‐ta a gridare cose alle ragazze… 

Così l’attività di CircoStanza è stata spostata nella sala di ricreazione al 2° piano, questa sala ha il tetto basso ed è di pochi metri quadri, con‐tiene  inoltre un  calcetto e un  tavolo da ping‐pong più un altro  tavolo. Diventa arduo svolgere attività quali l’uniciclo, i giochi di squadra, e la stessa giocoleria diventa problematica dato il soffitto basso. 

Ci siamo adattati ma ci sono stati momenti difficili a luglio, quando i ragazzi  erano  12  e  faceva  caldo,  la  situazione  poteva  diventare  vera‐mente tesa. 

Durante la verifica di  fine giugno abbiamo chiesto alla Direzione di poter  avere  una  stanza  tutta  per  noi,  da  chiamare  appunto  “Cir‐co‐stanza” dove poter lasciare gli attrezzi, poterla arredare da “circo” e renderla funzionale per l’attività circense. 

a Direzione si è mostrata molto favorevole, aspettiamo gli sviluppi futuri. 

L

 

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Relazione di supervisione 2007‐2008 

89 

Relazione di supervisione 2007‐2008 

RiepilogIl progra

o Programma svolto:

‐ mma del laboratorio CircoStanza ha compreso: giochi, comunicazione, integrazione, motricità 

‐ ola bola, devilstick, diablo, palline, mono‐esercizi con attrezzi: r 

‐ ciclo, kiwido

‐ tecniche di clownerie 

a ‐ ne spettacolo 

micromagipreparazio

‐ spettacolo 

ObiettivGli obiet

i generali

‐ tivi generali del progetto CircoStanza sono: 

‐ coinvolgimento e partecipazione attiva degli utenti lavoro sulla corporeità (arti circensi, danza, acrobatica) 

‐ ‐incentivazione alla creatività (uso di trucchi e costumi, improvvisazione, gag, spettacoli) 

‐ i educazione alla cooperazione (acrobatica di gruppo, giochi dsquadra e di gruppo) 

‐ integrazione multietnica (giochi e esercizi con gruppi misti) 

Gli strum ti: enti che sono stati utilizza

‐ alò ‐ palline, clave, anelli 

rola bola, monocicl, bandiere, n

‐ lo,  

o, ped‐ astri kiwido

‐ devilstick, diab

‐ corda carte da gioco 

‐ gioco Memory (carte con immagini doppie da accoppiare) 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante 

‐ he, maschere, trucchi 

Aporti 2006‐2008 

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arare ad usare gli attrezzi circensi, se creare una relazione con noi e comunicare o se restare in silenzio o a chiacchierare tra loro.  

CircoStanza in carcere inizialmente per noi era un’incognita: prepa‐ravamo una scaletta precisa e a volte restavamo frustrati quando i ra‐gazzi o le ragazze non rispondevano alle nostre aspettative. I primi in‐

costumi, parrucc‐ trucchi di magia 

CircoStanza in un carcere minorile

CircoStanza è un progetto educativo rivolto ai minori a rischio e basato sulla Pedagogia del Circo. Mantenendo fermi gli elementi di base, Circo‐Stanza è un progetto che deve sapersi adattare ai diversi contesti in cui si svolge. Fare CircoStanza  in un contesto nuovo, quale  in questo caso un carcere minorile, comporta anche un lavoro di sperimentazione e di adattamento che ci porta a scoprire o ideare nuove strategie per riusci‐re a  coinvolgere  i nostri utenti e  condividere con  loro qualcosa che ci auguriamo e riteniamo possa aiutarli a stare meglio, con se stessi, tra gli altri, con gli altri e per gli altri..  

Prima che al Ferrante Aporti,  la metodologia di CircoStanza è stata applicata in strada, in centri giovanili e in scuole. In tutti i casi gli “uten‐ti” sono giovani di diverse etnie che si trovano in stato di emarginazio‐ne e che in certi casi hanno o potrebbero sviluppare comportamenti an‐tisociali dovuti al desiderio di far parte di un gruppo o di dimostrare in qualche modo il loro valore. 

Al  Ferrante Aporti  gli  operatori CircoStanza hanno  trovato  ragazzi prevalentemente stranieri che dovevano fare i conti innanzi tutto con la “novità” che ad un’azione di delinquenza corrispondesse una restrizio‐ne della libertà. L’impatto del carcere su di loro e la loro difficoltà di o‐rientamento in una struttura con regole rigide sembravano non facilita‐re un approccio al “buon umore” e alle discipline circensi. 

Anche per la Direzione dell’IPM accettare questa attività è stata una sfida e allo stesso tempo un “punto interrogativo”: come avrebbero rea‐gito i ragazzi alla Comicoterapia? Avrebbero avuto voglia di ridere? A‐vrebbero sperimentato le arti circensi? 

La scelta e il “lasciare andare”

All’IPM  Ferrante  Aporti  i  ragazzi  e  le  ragazze  scelgono  se  “scendere” all’attività o se rimanere in cella, e, se pure scendono, i ragazzi scelgono se partecipare all’attività o se restare seduti, se giocare a calcetto o se imp

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Relazione di supervisione 2007‐2008 

contri con i ragazzi del Levante, a novembre del 2006 sono stati difficili. Un ragazzo italiano ci ha quasi  insultato, denigrando la nostra attività. Lo   

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ponente ricercata dall’adolescente che “deve” dimostrare a se stes‐so e al gruppo di avere coraggio, di essere “grande”. 

Alcune delle  arti  circensi  che possiamo praticare  in  carcere  (unici‐clo, rola‐bola, acrobatica) hanno una componente di “rischio” che attira molto i ragazzi, ma il rischio circense è un rischio “sano” e controllabile. La pratica delle arti circensi richiede attenzione, costanza e disciplina e 

stesso  ragazzo,  due  incontri  dopo,  ha  chiesto  scusa  e  ha  iniziato  apartecipare attivamente, coinvolgendo anche i suoi compagni. 

Pian piano con  l’esperienza abbiamo  imparato a non  forzare, ad a‐spettare,  abbiamo  imparato  a  non  avere  “paura”  del  calcetto...  a  dare noi l’esempio, a creare relazioni prima di tutto di fiducia, di accettazio‐ne e di affetto.  

Questo atteggiamento ha rilassato i ragazzi i quali ci hanno più volte confermato  di  trovare  nella  nostra  attività  pace  e  serenità:  dopo  un primo momento in cui entrano e giocano a calcetto, senza forzature da parte nostra, partecipano all’attività provando tutti gli attrezzi, accetta‐no  l’insegnamento  circense  e  in  alcuni  casi  abbiamo  avuto  a  che  fare con veri e propri “talenti”. 

Circo sociale e ragazzi ristretti

La prima cosa che i ragazzi dicono quando vedono gli attrezzi e prova‐no, ad esempio, le palline è: “Io non sono capace”. Alcuni di loro prova‐no e imparano, altri provano e tre minuti dopo mollano… 

Con l’acrobatica c’è chi osa, facendo il gradasso, e rischia di farsi ma‐le e c’è chi assume lo stesso atteggiamento rinunciatario. 

Ed  è  qui  che  subentra  la pedagogia del  Circo  Sociale:  gli  operatori CircoStanza,  creando  la  relazione  con  il  ragazzo,  lo  esortano ad  avere fiducia nelle sue capacità, a insistere nell’apprendimento, a praticare la costanza  e  la  disciplina,  a  usare  gli  attrezzi  con  cura,  a  fare  gioco  di squadra.  

Abbiamo  a  che  fare  con  adolescenti  che  hanno  spacciato,  rapinato ma che fondamentalmente hanno un’autostima molto bassa e, quando si accorgono di riuscire a “tenere su” tre palline o a salire l’uno sull’altro creando delle figure di acrobatica o a creare uno spettacolo di magia, si illu  minano e acquisiscono non solo autostima, ma anche protagonismosano. 

Alcuni  ragazzi,  soprattutto  italiani ci hanno detto che rischiare du‐rante  una  rapina  era  molto  eccitante,  l’adrenalina  del  rischio  è  una com

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

questo  i  ragazzi  lo  imparano  praticando.  Quando  riescono  ad  andare sull’uniciclo, a stare in equilibrio sul rola‐bola o a non cadere durante la composizione  di  una  figura  acrobatica,  i  ragazzi  provano  emozioni spesso anche forti, aumentano la loro autostima, sono di esempio verso i  c  

 92 

ompagni  e  allo  stesso  tempo  diventano  loro  i  protagonistidell’esibizione.  

Tra un esercizio e un allenamento, gli educatori CircoStanza spiega‐no ai ragazzi che “insistere” nel provare gli attrezzi  fino ad averne pa‐dronanza può servire loro anche nella vita quotidiana e che la pazienza e la costanza sono qualità importanti, che si possono sviluppare. 

In un caso, insegnare l’uso della respirazione durante l’esecuzione di figure acrobatiche ad un  ragazzo  iperagitato e molto  impulsivo ha se‐gnato una svolta nel suo atteggiamento e un forte miglioramento nella sua autostima.  

Fattori che hanno ostacolato l’attività

Abbiamo identificato alcuni fattori che talora hanno impedito, ostacola‐to o condizionato l’attività. Diversi di questi fattori non sono modifica‐bili, ma riteniamo utile citarli. La capacità di improvvisare e la flessibili‐tà sono doti fondamentali per gli operatori CircoStanza, perché se si af‐fronta  un  servizio  con  l’aspettativa  di  poter  condurre  un  programma prestabilito si rischia facilmente la frustrazione.  

La musica è richiesta ma causa anche contese tra i ragazzi di diverse etnie. La musica si dimostra utile per l’attività, ma regolarmente i ragazzi di etnie diverse entrano in contesa per poter ascoltare la musica dei rispettivi Paesi. Le ragazze, oltre a contendersi la musica, ascoltando alcune canzoni si intristiscono e piangono. Un equilibrio tra i generi e una scelta dei brani da portare mettere a disposizione ha mitigato il problema. 

Nei periodi di sovraffollamento del carcere i ragazzi appaiono più nervosi e suscettibili. Partecipano ugualmente all’attività ma sono irrequieti, fumano di più e sono più propensi a entrare in conflitto tra loro. 

Lo spazio per svolgere l’attività non sempre è adeguato. Quando si è operato in locali di dimensioni limitate (in altezza o superficie) non si è potuto usare alcuni attrezzi. Inoltre, quando il numero di ragazzi è stato più elevato (abbiamo avuto un massimo di 20 ragazze e di 12 ragazzi), i locali in uso hanno reso difficile lo svolgersi dell’attività.  

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Relazione di supervisione 2007‐2008 

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Il freddo o il caldo condizionano le attività. Quando nei locali ove si svolgevano le attività le temperature sono state particolarmente fredde d’inverno o calde d’estate hanno condizionato la scelta delle attività da proporre e hanno diminuito la partecipazione dei ragazzi. 

E’ accaduto a volte che l’attività non iniziasse all’ora prevista, le procedure causano talora ritardi. Mentre con il gruppo delle ragazze – che non necessita di essere trasferito – si riesce di solito a iniziare all’ora prevista, con i gruppi dei ragazzi dobbiamo spesso attendere che questi vengano portati nel locale (che non sempre è stato sempre lo stesso) ove svolgere l’attività. In pochi casi l’attività non ha potuto avere luogo per un mancato coordinamento tra la portineria (che accoglie gli operatori) e gli agenti del piano (che trasferiscono i ragazzi). 

Abbiamo riscontrato momenti di tensione diffusa tra i ragazzi solo nei periodi di sovraffollamento del carcere. In altri casi la tensione o il nervosismo riguardava singoli ragazzi, preoccupati perché in attesa di processo o maldisposti per non avere ricevuto visite dai familiari.  

In due anni di attività solo un paio di ragazzi hanno mostrato atteggiamenti provocatori e a tratti pericolosi. 

L’esperienza con i ragazzi ci ha insegnato…

Abbiamo imparato a programmare di meno e ad essere pronti a modificare sia le aspettative, sia le scalette.  

Con i ragazzi abbiamo capito che la giocoleria funziona sempre. Anche quando entrano in sala e quasi istintivamente si rivolgono al calcetto o il palestra al pallone, è solo questione di tempo e poi lasciano il calcetto e il pallone e si rivolgono agli attrezzi circensi, dandoci modo di praticare con loro e talvolta di insegnare. 

L’acrobatica, il monociclo e i rola‐bola piacciono molto ai ragazzi sia per il rischio a loro connesso (vedi sopra) sia perché forse a loro sembra più semplice che giocolare con tre palline.  

Il devilstick è risultato un ottimo strumento per il primo approccio con la giocoleria perché le figure base sono relativamente facili da apprendere. 

Sono stati ottenuti buoni risultati di apprendimento di giocoleria (soprattutto palline) con i ragazzi rumeni, rom e senegalesi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Il diablo ha attirato i ragazzi rom e marocchini.  

La magia ha coinvolto sempre tutti e gli italiani. , anch

Con le ragazze hanno funzionato i kiwido, i nastri e anche le palline. 

L’uso del monociclo, data la sua difficoltà, ha dato pochi risultati tecnicamente validi, ma è risultato molto utile per i ragazzi particolarmente impulsivi e “difficili”. 

L’acrobatica ha coinvolto sempre tutti, come la magia, anche quelli che non hanno voluto provare nessun attrezzo. 

I ragazzi senegalesi hanno una grande capacità atletica e un senso del ritmo molto sviluppato, sono tuttavia molto chiusi e per creare una relazione con loro ci sono voluti diversi incontri. Una volta creata la relazione, hanno imparato bene e con costanza l’uso degli attrezzi. 

I ragazzi rom slavi e i ragazzi marocchini sono quelli che hanno dimostrato meno fiducia in se stessi, ma ci sono stati diversi casi di ragazzi che hanno dimostrato buone capacità artistiche anche dal lato “clown”: abbiamo creato momenti veramente divertenti di clownerie con ragazzi marocchini e rumeni. 

Con i ragazzi rumeni e con i ragazzi albanesi è stato molto facile creare relazioni e la loro presenza è per lo più stata positiva per l’attività e di esempio positivo per gli altri. 

I ragazzi marocchini per la maggioranza sono entrati in relazione con noi con facilità, con alcuni di loro che sono rimasti diversi mesi si è creata una relazione affettiva che ha portato i ragazzi a confidarsi e ad aprirsi. I ragazzi marocchini hanno inoltre accolto le nostre operatrici come sorelle e “zie”, con molto rispetto e affetto. 

Abbiamo constatato che avere pazienza, rispettando la volontà di chi non intendeva partecipare all’attività, ci ha portato in diversi casi “difficili” a risultati stupefacenti: ragazzi che dapprima ci hanno ignorato e snobbato malamente, dopo alcuni incontri hanno cambiato atteggiamento, collaborando e partecipando con piacere all’attività. 

Un altro risultato positivo è stato la facilità di entrare in empatia con i ragazzi, ciò lo abbiamo imputato al fatto che l’attività circense e di Comicoterapia facilita il crearsi di relazioni allegre e spontanee e questo ha portato i ragazzi ristretti a rilassarsi e ad aprirsi, accettando 

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Relazione di supervisione 2007‐2008 

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perfino “ramanzine” educative che in alcuni casi hanno portato anche alcuni ragazzi a modificare atteggiamenti autodistruttivi. 

Consideriamo un ottimo risultato aver creato in diverse occasioni “squadre” miste per esigenze di attività (figure acrobatiche, giochi di squadra), con ragazzi di diverse etnie, anche quando sapevamo dagli operatori del Ferrante che tra loro c’erano situazioni di tensione.  

L’esperienza con le ragazze ci ha insegnato…

Abbiamo ottenuto risultati positivi con le ragazze quando i gruppi erano più piccoli (intorno ai 6 elementi) e, il risultato migliore si è ottenuto con una ragazza rimasta per diverso tempo da sola. Abbiamo potuto creare relazioni di fiducia, tirare su di morale ragazze depresse e con il primo gruppo di ragazze abbiamo anche imbastito un piccolo spettacolo. 

E’ stato un risultato positivo integrare rom slave e rom rumene in diverse occasioni attraverso i giochi di fiducia e l’acrobatica. 

Il successo e il progredire dell’attività dipende molto dal gruppo: con alcuni gruppi di ragazze siamo andati oltre le nostre aspettative, riuscendo a svolgere giochi di fiducia, attività di mimo, danza, coreografie, ecc.  

Fattori di Positività

Essere quasi sempre in 3‐4 operatori per gruppo. 

L’empatia e la facilità di creare relazioni quasi da subito con i ragazzi. 

L’affetto che i ragazzi e le ragazze ci dimostrano. 

La fiducia che si crea naturalmente tra noi e i ragazzi appena dopo qualche incontro. 

Il buon rapporto che abbiamo con gli agenti e gli educatori del Ferrante e la loro collaborazione. 

La disponibilità della Direzione del Ferrante a venire incontro alle nostre esigenze. 

La possibilità di confronto con gli operatori del Ferrante (riunioni Stop & Go, verifiche) 

Gli incontri formativi offerti dal Ferrante. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IP

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M Ferrante Aporti 2006‐2008 

L’incontro con i Ragazzi di Bucarest: i ragazzi, dopo questo incontro, hanno apprezzato maggiormente la nostra attività e hanno visto che anche loro possono essere capaci di fare quanto hanno visto fare da quei ragazzi. 

Le feste: sono eventi che i ragazzi aspettano e che aiuta a socializzare e migliorare le relazioni in maniera informale. 

Foto-video: è stato fondamentale aver avuto l’autorizzazione ad usare la fotocamera/videocamera in attività (a esclusivo uso interno) perché in alcuni casi aiuta ai ragazzi a sentirsi protagonisti e incentiva la loro partecipazione. Abbiamo imparato a “nostre spese” a non dare più le foto stampate ai ragazzi,cosa che poteva poi creare situazioni di tensione dopo l’attività. 

Cose da migliorare

La logistica: la stanza per l’attività con i gruppi Grecale e Libeccio e con le ragazze è troppo piccola per la nostra attività. Auspichiamo di poter avere una sala idonea ed esclusivamente adibita al Progetto CircoStanza. 

Attività con gli operatori del Ferrante: ci piacerebbe che gli operatori del Ferrante, mediatori, educatori, agenti o psicologi potessero fare una formazione di circo sociale con noi, pensiamo che l’umore se ne avvantaggerebbe e così pure lo scarico di tensioni. 

Clownerie: dare più spazio, tra le arti circensi che compongono CircoStanza, alla figura del clown, che ha dimostrato di essere un elemento che facilita il “mettersi in gioco dei ragazzi, coinvolge il gruppo e crea allegria.  

Idee e proposte

Minispettacoli con merenda: si è parlato di organizzare dei mini spettacoli con i ragazzi durante l’ora di attività, ma non essendoci il “pubblico” questo non ci è sembrato realizzabile. Sarebbe interessante invece stabilire una volta al mese una data in cui durante l’ora di attività per 20‐30 minuti i ragazzi e le ragazze si possano esibire davanti ad un pubblico (educatori, agenti, psicologi, servizio civile, insegnanti, mediatori) e poi fare merenda, tutti insieme. 

Clownerie: preparare gag clown facili da eseguire con ragazzi/e 

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Relazione di supervisione 2007‐2008 

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Video: sfruttare in maniera più creativa lo strumento “video” per costruire durante un incontro delle mini‐scene da riprendere per poi rivederle insieme ai ragazzi e infine montarle per creare un film. Ipotizzare uno o più canovacci clown da proporre loro o, se possibile, da sviluppare insieme a loro.

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Premessa

Nell’Ottobre del 2006 inizia al Ferrante Aporti  il progetto CircoStanza. Fino al Gennaio 2008 il Progetto interesserà due dei quattro gruppi di ragazzi del Ferrante, il Levante (gruppo di ragazzi ristretti “stabile”) e il Maestrale (gruppo delle ragazze). 

Gli operatori che hanno incontrato settimanalmente i ragazzi sono: clown  Geppetto,  clown  Aureola,  clown  Pepita,  clown  Maggiolina  e clo  wn Smilzo. Normalmente ciascun “servizio” ha coinvolto almeno tredegli operatori. 

Ogni  servizio  viene  svolto  con  un  singolo  gruppo  (Levante  o Mae‐strale) e il tempo a disposizione è di un’ora e mezza, anche se è normale che

 

  l’inizio della attività abbia qualche ritardo.  I  servizi  relativi ai due gruppi sono stati svolti in due pomeriggi della settimana diversi. 

I ragazzi dei gruppi sono stati generalmente tutti presenti alle attivi‐tà, il loro numero oscillava tra i quattro e i nove. Ci sono stati casi ecce‐zionali quale quello in cui si è scelto di avere solo due operatori, perché le ragazze erano venti e lo spazio destinato alla attività era scarso. 

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VIP

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 ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Durante l’attività si cerca di coinvolgere i ragazzi, che vengono invi‐tati a sperimentare e fare pratica con gli attrezzi da equilibrismo e gio‐coleria,  si mostrano e  insegnano dei  trucchi di magia,  si  fa acrobatica, clownerie, mimo. Ma oltre alle arti circensi gli operatori ricorrono a tut‐te  le risorse che hanno a disposizione, dalla musica (quella dei diversi Paesi da cui i ragazzi provengono), ai diversi giochi (giochi “di fiducia”, giochi collaborativi, giochi di aggregazione, giochi per scaricare la ten‐sione), al fare delle foto o dei filmati per poi rivedersi. C’è molto spazio per la creatività e l’improvvisazione. Tutto questo aiuta ragazzi di etnie diverse a stare insieme e collaborare. 

Per ogni incontro è stata fatta una relazione da uno degli operatori e queste relazioni sono raccolte in questo capitolo. Il materiale presenta‐to apparirà pressoché come è stato scritto  “a caldo”, non riteniamo di dover cercare di riscriverlo, ma ci pare possa avere un senso pubblicar‐lo per la sostanza che se ne può trarre. 

Resta da dire che nel gennaio 2008 ci è stato chiesto dalla Direzione del Ferrante di  spostare  la nostra attività dal gruppo Levante,  che sa‐rebbe stato occupato nel pomeriggio con la scuola, agli altri due gruppi maschili, il Libeccio (transito) e il Grecale (quello dei detenuti con pene da pochi mesi).  Con un po’ di  rammarico  abbiamo  interrotto  l’attività con i ragazzi del Levante e ci siamo dedicati agli altri tre gruppi,  i due maschili  e  quello  femminile.  La  raccolta  di  relazioni  qui  presentata  si chiude al 28 Luglio 2008.  

Ottobre 2006 – CircoStanza al Ferrante Aporti

Qui di seguito le relazioni degli operatori dal primo intervento del no‐vembre 2006. Gli  operatori  usano  i  loro  nomi  d’arte:  Aureola,  Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo. 

Ottobre 2006 – IPM Ferrante Aporti  di una giornata autunnale Sono le ore 15.00

Tracc trac trac… ato. si apre il primo portone blind

Primo controllo:”Chi siete?”  Documenti… Identificazione Siamo i clown: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Pepita. 

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

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Si riaprono le tante“Quando tornate?” 

Secondo controllo “Cosa volete?”. ppo Levante… ci stanno aspettando. Siamo venuti per i ragazzi del gru

tate?”.  Terzo controllo “Cosa porLe palline da giocoleria Ok.  Tutto  in  regola:  lasciate  borse,  chiavi  ed  effetti  personali nell’armadietto e poi… andate! Tracc trac tracc… (l’agente penitenziaria, ci apre l’ennesima porta) En‐triamo… e ora arrivano i ragazzi, 8, 6, 12 dipende dalla volte, non sempre incon‐treremo  gli  stessi  ragazzi...  tutto  dipende  dal  tribunale,  dalle  udienze, dai magistrati, dagli avvocati, dai reati. 

Romania, Bulgaria, Tunisia, Cina, Gabon, provenienza… 

Albania, Marocco, Egitto, Italia, Senegal, Croazia, i loro paesi di 15, 16, 17, 18, 21 … i loro anni. 1, 2, 7 pochi tanti  … i reati commessi. Pochi giorni o mesi da passare nel carcere… Siamo li per loro, siamo li per noi: il circo in una stanza Parole  chiave:  giocare,  giocolare,  relazione,  condivisione,  apertura,  a‐scolto… Ha inizio la danza del CircoStanza, dove ogni passo è una conquista, o‐gni sguardo un pezzetto di relazione in più che si crea. C’e’ chi fa, c’e’ chi guarda, c’è chi preferisce non fare perché “oggi non è giornata”. C’è chi ride, scherza ed apprende veloce a giocolare e si diverte a fare piccoli esercizi di passing. C’è chi non ne vuol sapere, né di noi, né della giocoleria… ma prima o poi, come per magia, eccolo  li con  le palline  in mano… prima le scara‐

e all’altra della stanza ma poi inizia a farle volteggiare venta da una partin aria… E il tempo vola…  

lche  abbraccio,  qualche  stretta  di mano,  chissà  se  ci ora… 

Ci  salutiamo:  quaincontreremo ancTracc trac tracc… 

 porte, e tutte le procedure si ripetono al contrario…  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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La prossima settimana! Si chiude anche l’ultimo portone… ircoStanza… il Circo in una stanza… per cambiare le circostanze della ita. Cv 

8 Novembre 2006 – Gruppo maschile - Levante Data: 8‐11‐2006 Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 8 (2 italiani – 1 rumeno ‐ 1 croato Rom – 4 marocchini  Educatori: educatrice del Ferrante S. e agente di polizia penitenziaria M. Attività svolte:  Presentazione di Vip ‐ Giocoleria Materiali utilizzati: 40 palline da giocoleria  

Relazione di Smilzo

I  ragazzi  già  avevano un’idea  di  chi  fossimo per  via  dell’intervento  di sabato 4 novembre alla festa del volontariato.  Due  ragazzi  italiani  sono  scesi ma non  hanno partecipato  alle  attività poiché  molto  nervosi  a  causa  di  alcuni  avvenimenti  intercorsi  nella giornata precedente (rinvio a giudizio), ma si sono mantenuti calmi ed hanno osservato i compagni.  I ragazzi marocchini hanno partecipato con entusiasmo e con un buon coinvolgimento alla  lezione di giocoleria, mentre  i  ragazzi rumeni,  ini‐zialmente restii, sul finale del pomeriggio si sono animati ed hanno par‐tecipato ad alcuni esercizi.  

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Il  clima  è  sempre  stato  piacevole,  molto  tranquillo,  anche  se  qualche 

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volta si è notato un moto di rabbia, a causa di un gioco non riuscito o quando per scherzo i ragazzi si tiravano le palline di giocoleria.  E’ stato interessante vedere i ragazzi che volevano imparare, provare e riprovare  lanci e prese abbastanza difficili per una prima  lezione. Ci è piaciuto  il  loro mettersi  in gioco da subito e grazie ai primi coraggiosi che hanno iniziato, si sono coinvolti anche gli altri compagni che si sono uniti pian piano all’attività. Un unico momento di nervosismo lo abbiamo notato al momento della 

 nostra uscita, fra i ragazzi e l’agente e qualche componente di un altrogruppo di ragazzi di passaggio nel corridoio.  Alcune palline tirate con forza sono state le uniche fonti di preoccupa‐zione  che  abbiamo  subito  contenuto.  Da  concordare  con  i  ragazzi  la “questione sigarette”. Buono il clima tra noi e ottima l’idea di non strut‐turare i primi interventi in quanto il clima informale sembra poter me‐glio permettere l’instaurarsi della relazione con i ragazzi. Credo che sia opportuno  imporre  (anche  se  mi  sembra  una  grossa  parola)  qualche regola per una giusta convivenza in quell’ora e mezza di attività: ad e‐sempio limitare le sigarette e l’uso improprio del materiale (lanci delle palline). 

10 Novembre 2006 – Gruppo femminile Maestrale Data: 10‐11‐2006  ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 9 (ROM rumene) Attività svolte: Presentazione di Vip, giochi di presentazione, musica, danze, racconti Materiali utilizzati: tappetini 

Relazione di Maggiolina

Le ragazze appena entrate ci hanno subito puntato il dito indicandoci e dicendo che ci conoscevano e hanno anche descritto quello che abbia‐mo fatto allo spettacolo. Dopo aver stretto le mani ed esserci presentati abbiamo sistemato  i  tappetini a  incastro per  terra,  li abbiamo proprio montati insieme ed è stato bello preparare la stanza e gli attrezzi insie‐me, ci stavano accogliendo nella “loro stanza”.  

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Abbiamo fatto giochi di presentazione, abbiamo ballato, scherzato e a‐scoltato le loro storie. Il tutto in un clima molto allegro. Tutto è andato bene fino alla fine, siamo usciti con molta calma, ci sia‐mo salutati e abbiamo fissato l’appuntamento a venerdì prossimo! Alle ragazze è piaciuto tantissimo ascoltare i racconti delle nostre mis‐sioni  all’estero,  sono  rimaste  affascinate,  soprattutto  per  la  missione Romania.  

15 Novembre 2006 - Gruppo maschile Levante Data:15‐11‐2006  Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 6 ( 2 italiani – 2 rumeni – 2 marocchini) 1 nuovo ingresso Attività svolte: giocoleria ‐ acrobatica Materiali utilizzati: palline da giocoleria  

Relazione di Maggiolina

Inizio troppo blando.  clown. Nessun leader del gruppo carismatico tra noi

Lavoro troppo individuale e poco di gruppo. ercizi mi sono Perché fare acrobatica? Sì gli esercizi  facili, ma alcuni es

sembrati troppo pericolosi. Il gruppo dei ragazzi si stava ripartendo i ruoli di potere. Il nuovo ragazzo si è dimostrato calmo, attivo ed interessato. Uscita di due ragazzi marocchini che erano leader positivi, abbiamo ac‐compagnato fuori uno di loro, è stato emozionante . 

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

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17 Novembre 2006 – Gruppo femminile Maestrale Data:17‐11‐2006  Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 8 (Rom rumene) Attività svolte: Giochi di fiducia con spiegazione del concetto di “prendersi cura dell’altro”, danza libera, cerchio di apprezzamenti, Abbracci Materiali: tappetini a puzzle  

Relazione di Pepita

Le ragazze appena entrate ci hanno salutato gioiosamente. Aureola si è presentata ed è stata subito accolta con gioia e manifestazioni di affetto. Il clima è allegro, G.. ha subito comunicato con gioia che sarebbe uscita il giorno dopo. M. si è seduta accanto alla musica e non ha partecipato ai giochi di fiducia, entrando nel cerchio quando abbiamo iniziato a parla‐re facendo gli “apprezzamenti” in gruppo. Mi. e G.. erano particolarmen‐te eccitate e coinvolgevano le altre. Hanno accettato le attività proposte 

parecchia  per  cui  le  attività  più  di danza e comunque movimento 

anche  se  l’eccitazione  generale  era tranquille venivano bocciate in favoreC’è stata commozione nel salutare G.  Ho  notato  quanto  sia  stato  importante  per  loro  il  nostro  esempio: quando abbiamo  fatto  il  cerchio di  apprezzamento  inizialmente parti‐vano  apprezzando nell’altro  soprattutto  valori  estetici,  poi  ascoltando noi che davamo apprezzamenti più “interiori”, si sono man mano ade‐guate. Interessante notare che Ma. (dapprima assente dal gruppo) una volta in cerchio, riportava il gruppo alle regole (“abbiamo detto una so‐la  parola! … Dai,  ora  tocca  a  te”…),  partecipando  attivamente.  G.  e M. giocavano a fare le “sensuali” verso Smilzo, ma si vedeva che lo faceva‐

ti   no con affetto. Gli abbracci sono sempre apprezza e anche il “batti 5 o10”.  Nel  cerchio  degli  “apprezzamenti”  di  noi  hanno  apprezzato  maggior‐mente il “cuore”, una di loro ha detto: ”Apprezzo che siate qua con noi”. Tutte  hanno  visto  Maggiolina  come  un  bell’esempio  di  donna  “bella “dentro e fuori”. L’educatrice andando via ci aveva detto che le ragazze erano giù di mo‐rale e tristi perché G. sarebbe uscita il giorno dopo. Noi le abbiamo tro‐vate bendisposte e allegre. 

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20 Dicembre 2006 - Festa di Natale Data:20‐12‐2006 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo + Donji, Borlotto 

Relazione di Aureola

"Abbiamo preso tutto?” Le casse ci sono, i vestiti clown per le ragazze, le parrucche, le clave e le 8 palline di Smilzo e poi c'è con noi Borlotto direttamente da Vip Sardegna e Geppetto, Maggiolina, Pepita, Donji, Au‐reola e ci avviamo verso l'Istituto Penale per Minori Ferrante Aporti di Torino. L’agente donna all'ingresso va subito in tilt per cercare tutte le autoriz‐

s 2 zazioni,  ci  dice  che  può  darci  olo  chiavi  per  gli  armadietti  perché prevedono l'arrivo di molta gente, dato che oggi c'è la festa del Natale. 

 Stipiamo  tutto  il  possibile  nei  due  piccoli  loculi,  mentre  il  materialeclown lo mettiamo in una stanza. Geppetto, Smilzo, Borlotto e Donji vanno nella sala teatro, dove si svol‐gerà  lo  spettacolo, mentre Aureola, Maggiolina, Pepita vanno dalle  ra‐gazze detenute, per vestirle e truccarle. Mentre passiamo per le scale dalle celle dei ragazzi gli agenti di polizia penitenziaria  ci  chiedono  se  poi  passeremo  anche  dai  ragazzi  e  dopo 

 averli rassicurati che ci vedremo tutti in teatro, saliamo un'altra rampadi scale.  L’agente del femminile ci apre il cancello e dopo qualche minuto arriva‐no le ragazze eccitatissime e preoccupate per lo spettacolo. Sono pronte a farsi truccare da clown e si vestono con piacere con i no‐stri abiti clown. Abbiamo preparato con  loro  la gag della bambola che faranno in due gruppi di tre e poi entreranno con Pepita con i pois per fare giocoleria. Con  le ragazze truccate e vergognose ma molto allegre 

tscendiamo in teatro. La sala del tea ro è molto grande e i ragazzi sono già lì con diverse educatrici e i poliziotti, seduti e in attesa. Geppetto presenta  lo  spettacolo,  le  ragazze si  esibiscono,  sono  timide, ma le gags riescono e i ragazzi applaudono.   Lo  spettacolo  continua:  Smilzo  si  esibisce  con Borlotto  tenendo  il  ba‐stone di una scopa in equilibrio sul mento e poi ancora tenendo in equi‐librio una sedia e poi c'è la gag della "Mosca" con Pepita e Donji e la gio‐coleria con 7 palline e le clave. 

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Mi  siedo  vicino  a  C.,  un  ragazzone  grande  e  grosso  di  17  anni,  fa  lo sbruffone, ogni 4 parole, 3  sono "parolacce"... Gli  chiedo di dov'è e mi dice che è siciliano, di Palermo, si vanta di aver già fatto un anno e mez‐zo di carcere al "Malaspina" e mi dice che domani ha il processo e, visti i precedenti, lo condanneranno ad almeno 3 anni, il suo avvocato oggi gli ha detto che chiederà l'infermità mentale."Ma non sono mica pazzo,  io 

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volevo lavorare, ma mi pagavano poco e per tornare a Palermo h  fatto una rapina, solo che avevo precedenti e sono finito qui..." Fa  il  gradasso  per  farsi  vedere  forte  dai  compagni,  sbuffa,  dice  che  si annoia. Gli dico che i miei genitori sono siciliani ed entriamo in  relazio‐ne. Mi racconta di avere un bambino e una fidanzata a Palermo che però lo viene a trovare una volta al mese. È al Ferrante da 8 mesi e non ne può più. Si tira su la manica e insieme ai tatuaggi gli vedo il braccio pie‐no di tagli. Mi si stringe il cuore: questo ragazzone che sembra spaccare il mondo, che gioca a fare il cattivo, è pieno di dolore dentro, un dolore così  forte da preferire  il dolore  fisico  inferto dai  tagli  che  lui  stesso si procura. Dietro di lui c’è G., è il più piccolo oggi in carcere, ha 15 anni ed è di Na‐poli. Lo hanno messo dentro per una rapina fatta a Pavia. S..  invece  è marocchino  ed  è  sempre  sorridente,  è magrissimo,  ha  15 anni e mi chiede se dopo, ballo con lui. Gli rispondo che ballerò con mol‐to piacere e mi volto verso l'unico ragazzo di colore, è da solo, non parla con nessuno, non fa gruppo, viene dal Gabon ed è la tristezza fatta per‐sona. A tavola conoscerò altri 5 ragazzi magrebini, 2 cinesi, un albanese e 4 rumeni. I ragazzi sembrano avere più rabbia dentro e appaiono meno rassegnati delle ragazze e sono più nervosi. C., il palermitano continua a parlare con me e mi dice che lui non ha vie d'uscita, che lui è "tintu" (cattivo) e che tale rimarrà per tutta la vita. Gli dico che tutti hanno la possibilità di cambiare se lo vogliono veramente e lui mi risponde: "Tu ce li hai i genitori? Io mia madre l'ho conosciuta in carcere, mio padre non l'ho mai visto e mio fratello è al Lucciardone 

 (carcere per adulti di Palermo). Che avvenire può avere uno come me?Certe vite sono segnate!" Nel frattempo tira giù una decina di parolacce e indicando una delle ra‐

metterla, che iede scusa. 

gazze detenute fa un apprezzamento pesante. Gli dico di spotrei essere sua madre e mi deve rispetto. Smette e mi chS., il marocchino mi dice che io sono la loro mamma oggi. 

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volo  all'altro  e  le manda baci.  Lei  risponde  e  fa  di  no  con  la  testa ma sembra contenta delle attenzioni. Passa un’agente donna e C. fa un apprezzamento volgare a bassa voce, ma un collega agente lo sente e lo redarguisce. Io gli chiedo perché cer‐ca a tutti i costi di mettersi nei guai. Mi risponde che non gli importa e 

Ho iniziato da poco questa attività, so che è facile che i ragazzi mentano,so che non devo coinvolgermi, so tutto a livello razionale ma…  Lo spettacolo finisce e c'è la merenda, si beve il tè marocchino alla men‐

  mangiano  focaccia  e ta  preparato  dalla mediatrice  culturale  araba,  sitorte. Dopo la merenda ci si scatena in una disco‐dance. L'associazione che ha insegnato Hip‐Pop ai ragazzi li fa danzare, alcuni sono molto bravi. La danza scarica le tensioni, rende allegri, fa dimenti‐care di essere in carcere. E si balla al ritmo di musiche arabe e tecno. Due ragazzi magrebini bal‐lano insieme, le ragazze sono più timide, ma quando il ritmo è orienta‐leggiante si cimentano in danze del ventre. Le  ragazze  chiedono  una musica  rumena  (sono  tutte  rumene),  ma  la 

 musica  rumena non  c'è.  S.  balla  benissimo  e  si  ricorda  che dovevamoballare insieme, e balliamo! Dobbiamo interrompere le danze (ci stavamo divertendo molto e ci di‐spiace) perché arriva la Banda della GTT. I ragazzi sono seccati, voleva‐no ballare, si stavano divertendo. La banda suona ritmi che non sono  i  loro  (sono quasi  tutti  stranieri e hanno dai 14 ai 17 anni) e termina con i canti di Natale. A questo punto, G.. e C. Palermo si arrabbiano, parlano concitatamente tra di loro. "Cosa è successo?", chiedo... e il piccolo napoletano che per il nervoso balbet‐ta, mi dice: "Ma ti sembra giusto? I canti di Natale qui? Ma ci prendono in giro? A me mi fa male a sentirli questi canti, mi ricordano fuori e io sono in carcere! Che auguri, che auguri, qui siamo in carcere!" Si va a cena. Sono al tavolo con C. e G., c'è ancora un po' di tensione, c'è tristezza. G.  dice  che  anche  lui  vuole  tagliarsi,  è meglio  farsi male  che soffrire così. C. gli toglie il coltello di plastica dalle mani e dice che se si taglia lo ammazza lui. A suo modo vuole proteggerlo. Si creano alleanze, protezioni  in  carcere  e  sono  ancora  ragazzini,  diventati  grandi  prima del tempo. Il napoletano all'improvviso passa dagli occhi lucidi al sorriso, e ci dice che si è innamorato di una delle ragazze detenute e le sorride da un ta‐

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Le relazioni degli operatori, anno 2006 

che tanto rimarrà in galera. Riprende a parlare del processo dell'indo‐mani  e mi  dice  che  ci  sarà  anche  la  sua  ragazza  e  forse  anche  il  suo bambino. E mi dice: "Mi vergogno, io non ci voglio andare al processo,  

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stanotte mi taglio, mi voglio ammazzare...". Poi sorride amaro e mi dice che quel bambino è l'unica cosa “veramente sua" e bella che ha fatto.  

e sia vero. Mi chiedo se sta giocando a fare il malavitoso o se quanto dicMi sembra che imiti gli attori di “Mary per sempre”. Mi alzo e vado al tavolo delle ragazze, sono allegre e rilassate. All'improvviso una di loro, M. ha uno scambio di vedute con una agente 

 e si arrabbia,  la situazione si  fa  tesa. Al  tavolo delle ragazze scende  latristezza. a festa di Natale nel carcere minorile volge alla fine e fra poco torne‐anno in cella e noi nelle nostre case con il cuore un po’ stretto. Lr 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

24 Gennaio 2007 - Gruppo maschile Levante Data: 24‐1‐07 Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: 4  (Geppetto, Maggiolina, Pepita, Aureola, Smilzo) Ragazzi presenti: 4 Attività svolte: Giochi di movimento e di squadra, mimo, musica, Giocoleria (Rola‐bola) ‐ Cerchio di apprezzamenti, abbracci Materiali: rola‐bola 

Relazione di Aureola

Arriviamo e iniziamo a scherzare con gli agenti della Polizia penitenzia‐ria alla porta, con noi gli agenti sono sempre molto gentili e disponibili, appena  ci  vedono  si  dispongono  al  sorriso.  Lasciamo  borse 

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nell’armadietto e passiamo il controllo con gli attrezzi del mestiere: cla‐ve, Rola‐bola, ecc. Non sappiamo mai quali ragazzi scenderanno, la nostra è un’attività del pomeriggio e  fa parte delle  attività  che  loro scelgono. L’agente  ci dice che oggi saranno in 4. Uno di loro è già lì, arrivano gli altri di lì a poco. 

 Sono  tutti magrebini,  è  la  prima  volta  che  facciamo  “CircoStanza”  conuna sola nazionalità. Qui all’istituto penitenziario minorile ci sono varie nazionalità: magre‐bini  (Marocco,  Tunisia,  Algeria),  Rumeni,  Cinesi,  Albanesi,  italiani.  Le 

 convivenze non sono affatto  facili, gli uni spesso non vanno d’accordocon gli altri e il fatto di essere rinchiusi non facilita le cose… Iniziamo a sistemare il PC per la musica, a disporre gli strumenti a ter‐ra,  a  giocare,  a  ridere  insieme.  Non  tutti  i  ragazzi  conoscono  bene l’italiano, ma capiscono abbastanza. Si inizia a giocolare, Pepita mostra una tecnica di Mimo, il punto fisso, S. la imita, un po’ scherzando, il pal‐loncino che Pepita usa per la dimostrazione inizia a volare e poi se ne gonfia un altro e un altro ancora e si gioca spingendo questi palloncini colorati sempre più in alto. Mi viene istintivo pensare al volo inteso co‐me libertà e mi chiedo se anche loro stanno pensando a questo. M. balla, è molto bravo a ballare, gli piace la musica Funky e io ballo con lui, anche a me piace ballare. 

gr ovLa stanza è fredda, i riscaldamenti sono spenti, è una sala  ande, d e c’è un calciobalilla e delle poltroncine. Propongo  di  metterci  in  cerchio  e  di  iniziare  un’attività  insieme,  noi siamo 5 e loro 4. In cerchio si gioca al Zip‐zap‐boing, è un gioco di con‐centrazione, di attenzione e di velocità, si divertono, giocano a chi è più veloce, ma poi accettano anche quando Pepita propone di  farlo al  ral‐lentatore. Ci si passa il zip facendo le smorfie e giocando a fare i mostri, noto che fanno fatica a fare smorfie, forse si vergognano, ma si diverto‐no un sacco vedendo le facce che fanno Smilzo e Geppetto. Passiamo quindi a giocare passandoci a squadre  le palline, senza farle cadere a incrocio. Anche questo è un gioco di attenzione e ci divertiamo a farlo. Vedo che ci mettono impegno e che sono felici di poter fare atti‐vità con noi. C’è ancora circa mezzora di tempo e decidiamo di impiegarlo a giocare al “fazzoletto”, è un gioco di squadra e mentre lo proponiamo diciamo che ci sarà una squadra che vincerà un premio e un’altra che dovrà pa‐gare una penitenza. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Si inizia, tutti si impegnano a correre, capiscono subito il meccanismo e cercano di vincere, siamo alternati clown e ragazzi. Notiamo che quan‐do  qualcuno  di  loro  perde  ha  sempre  un  gesto  sportivo  verso l’avversario‐clown e questo ci piace. Una squadra vince con poca diffe‐renza di punti e si decide che la penitenza sarà mettersi in cerchio l’uno 

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con  la mano sulla spalla dell’altro e vicendevolmente prendersi a calci mentre chi ha vinto canta la marcetta del Circo. Ridono come matti! Al termine della penitenza dico che il “premio” sarà abbracciarsi e tutti sono così felici e ci abbracciamo con grande affetto. Gli ultimi dieci mi‐nuti li dedichiamo a vedere un pezzo di un filmato del Cirque du Soleil. Arriva l’agente, riapre la porta, i ragazzi non vorrebbero andar via … 

27 Gennaio 2007 - Gruppo femminile Maestrale Data: 27‐1‐07  Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola  Ragazzi presenti: 4 Attività svolte: Danza, Racconto, Foto, Abbracci Materiali: PC, musica 

Relazione di Geppetto

Le ragazze sono poche, solo 4. Appena arriviamo ci chiedono se abbia‐mo la musica: vogliono solo ballare e divertirsi. Avevamo in mente con Geppetto di organizzare dei giri di danze etniche sia arabe, sia tzigane, sia di altre nazioni, ma dopo essersi  lanciate nel farci  vedere quanto  sono brave  a ballare  la danza del  ventre,  non vo‐

 non cgliono fare più nulla. Una di loro è triste, sta in un angolo e ’è verso di farla partecipare a nulla. C’è una nuova ragazza. Si  siedono  tutte,  sono  svogliate.  Ci  sediamo  anche  noi  e  formiamo un cerchio. Propongo di giocare a inventare una storia. Partecipano in tre. La  storia  diventa  reale  e  si  passa  al  racconto della  loro  esperienza.  S. racconta che in un periodo di “messa alla prova” stava bene, lavorava in un bar e andava a scuola la sera. Poi ha conosciuto un ragazzo e si sono innamorati. Dopo qualche mese lei ha pensato fosse giusto confessargli di essere Rom e con precedenti penali. Lui sembrava avesse incassato il colpo  e  avesse deciso di  continuare  la  relazione,  invece dopo qualche giorno l’ha lasciata, dicendole che la madre non voleva che la frequen‐tasse.  Così,  S.  presa dal dolore ha  compiuto  in  una giornata più di  40 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

furti in appartamenti, per sfogare la rabbia che provava: “Nessuno cre‐

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derà mai in me, non posso rifarmi una vita…”. Queste sono state le sue parole.  Le ho detto che non è così, che una esperienza sbagliata non vuol dire nulla e che se continua a farsi prendere dalla rabbia e dal desiderio di vendetta rovinerà la sua vita. S. è una bella ragazza, ha la pelle scura, lo sguardo profondo, capelli neri lunghissimi. È di origine croata, ma è na‐ta  in  Italia e parla molto bene  l’italiano. Ci dice che vorrebbe studiare medicina, le rispondo che sono studi molto impegnativi, che però è bel‐lo credere in un sogno e pensare di poter ricostruire la sua vita appena uscita. Chiedo loro se vivono in un campo nomadi, ma mi rispondono tutte che vivono in appartamenti e che i loro padri lavorano. M.,  la nuova, è un po’ provocatoria,  ride, prende  in giro… racconta un bel po’ di bugie e forse si aspetta di poter essere creduta o forse no. Di‐ce che  rubare  le piace e  che prova un brivido per via del  rischio, dice che non le importerebbe se rubassero cose a lei, che ne ha tante e che non è attaccata alle sue cose. Sembra quasi che rubare sia il mezzo che usa lei per far uscire la gente dall’attaccamento e dal possesso… Il tempo sta per finire, chiedono di vedere le foto della festa di Natale, ma non le ho allora faccio vedere loro le foto del Myanmar sul PC. Si in‐teressano molto,  anche  la  ragazza  triste  che  non  ha  voluto  far  niente viene a vedere le foto. M. dice che i bambini poveri le fanno pena e che ruberà per loro… Le diciamo che non è il caso… Terminiamo ridendo. 

31 Gennaio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 31‐1‐07 Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo, Aureola  Ragazzi presenti: 4 Attività svolte: Esercizi con la corda, Esercizi di TDO: Gattini ciechi Esercizi di fiducia: attraversamento del cerchio, Improvvisazione: l’oggetto immaginario, statua e scultore, Apprezzamenti, abbracci Materiali: PC; corda 

Relazione di Maggiolina

Decidiamo di stravolgere tutto e per oggi non portiamo con noi nulla se non il PC con la musica, una corda per saltare e noi stessi. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Solito tran tran all’entrata, documenti , controllo dei materiali, i dispetti alle agenti: oramai mi sa che pure loro ci aspettano per farsi 2 risate! E via lungo il corridoio che “profuma” di disinfettante … i ragazzi del pri‐

  e  

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mo gruppo (con cui noi non lavoriamo) stanno fac ndo basket e ci salu‐tano con larghi sorrisi dalle finestre della palestra! Entriamo  nella  sala  polifunzionale,  prepariamo  la  musica.  I  ragazzi scendono, on loro c’è il ragazzo cinese!!! (Ndr: nelle riunioni con gli altri operatori  abbiamo  scoperto  che nel nostro  gruppo da 3  settimane c’è un ragazzo di nazionalità cinese che però non partecipa a nulla, a nes‐suna attività) ci salutiamo ed in un attimo siamo in cerchio. Prima cosa: un giro di cose belle che ci sono accadute questa settima‐na…  ”ho  il  processo  la  prossima  settimana,  ho  scritto  una  lettera  alla mia amata, ho ricevuto una lettera da mia mamma…”… piccole , grandi gioie vengono portate a galla e l’atmosfera inizia a diventare positiva. Geppetto al centro con una lunga corda spiega il gioco di riscaldamento: saltare la corda che corre sotto i piedi di ognuno di noi, chi non salta a tempo e la ferma non è eliminato ma deve fare un po’ di flessioni buffe. Naturalmente la prima a fermare il giro sono io (Maggiolina) e via con le mie super flessioni Clown che fanno scaturire le risate di tutti! Rapidamente approfittando dell’alto  livello di  energia passiamo ad un 

 Gioco‐esercizio  di  cooperazione  sempre  con  la  corda:  i  ragazzi  uniti(come mai li avevo visti) riescono a superare la sfida! Sono tantissimi gli esercizi che riusciamo a fare, sempre in cerchio: pas‐saggio di oggetti immaginari, Statua e scultore, Gattini Ciechi, attraver‐samento della sala ad occhi chiusi e molti altri ancora. Comicoterapia, improvvisazione teatrale e Teatro dell’Oppresso si mescolano, il tutto in un’ora e trenta minuti. 

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2 Febbraio 2007 - Gruppo femminile Maestrale Data: 2‐2‐07  Ore 15.30 – 17.00 Ragazzi presenti: 4 Operatori CircoStanza: Smilzo, Pepita, Maggiolina Attività svolte: Esercizi con la corda, il desiderio, passaggio dell’oggetto immaginario, TDO: la creta e lo scultore, Palline, Giro di cose belle e apprezzamenti Materiali: Corda – palline 

Relazione di Pepita

Sono uscite E. e C. e ciò ha rattristato un po’ le fanciulle, vedono le altre uscire e loro sono ancora lì (questo lo dice Sh.). K. che è loro parente è molto giù di corda, non partecipa a nulla e rimane ad osservare per tut‐to il tempo. Sistemiamo i materassini con la musica, St. è sempre molto disponibile, mentre per farci aiutare dalle altre bisogna insistere. Materassi pronti, 

 Sh.  si  toglie,  subito  le  scarpe  ed  improvvisa  alcuni  salti  di  ballo.  K.  sisdraia e lì rimarrà per tutta la durata dell’incontro. Per scaldarci iniziamo con la corda. La gara proposta è tra St+ Sh e Pepi‐ta + Maggiolina.  Smilzo gira  la  corda e gli  gira anche  la  testa dopo un po’. Le ragazze che partecipano sono divertite,  le altre due osservano, ma dicono d’essere stanche. Al centro si mette Sh. che fa girare vorticosamente la corda e ci prende tutti di sprovvista, scatta la risata per lo sforzo. Ora la corda la si prende in due, e il gioco è saltarla. St.  ha  paura,  non  l’ha  mai  fatto,  inizia  Pepita  per  fare  una  prova d’esempio e dopo poco ci prova anche lei. E’ un successo. Pochi istanti dopo sono in due, lei e Sh. Proviamo ora a passarci sotto! Prova Pepita, prova St. prova anche Sh.  poi in due e poi dopo varie prove tutte e tre insieme,  a  questo  punto  siamo  davvero  calde  e  stanche  e  posiamo  la corda. Ci troviamo tutti sdraiati a terra. Maggiolina spiega che d’ora in poi cer‐cheremo di fare alcuni esercizi teatrali proposti anche ai ragazzi, i quali hanno partecipato in modo molto creativo. Questo le stupisce e le diver‐te.  Prendiamo una  sedia,  chi  si  siede  dice  un  desiderio  e  chi  è  d’accordo con questo desiderio si avvicina, chi non è d’accordo si allontana. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

La proposta di alzarsi e sedersi davanti a tutti non viene accolta, se non dalla nuova che si siede per dire che vorrebbe stare con Fabian, uno del grande  fratello.  Le  altre  si  animano  e  dicono  sì, ma non  si  alzano per andare verso di lei. Così decidiamo di continuare, ma dal posto. Sh. dice 

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che desidera uscire dal Ferrante, tutte si avvicinano. Sempre lei dice di voler uscire per fare l’amore con il suo fidanzato. Smilzo vuole trovare la ragazza giusta e qui ci intrufoliamo in una con‐versazione  riguardante  “Smilzo  single”…  “ma quanti  anni hai?” E  si  fa 

nti anni si hanno ve‐un giro per vedere quanti anni si dimostrano e quaramente. Pepita a 'sto giro è la più vecchia… Maggiolina riprende le redini e propone il gioco “Il passaggio di un og-getto immaginario” che nelle mani dei giocatori si trasforma. Ed è subi‐to trash! Seguendo l’esempio dei ragazzi il mercoledì eravamo partiti da una caccola dal naso che diventava più grande per poi trasformarsi più volte  nelle mani  delle  ragazze  in  cacca  (dovevo  dire  escrementi  uma‐ni?… ma a me sembra più carino cacca!), per alcuni attimi diviene anche un volante, una moto e un pettine… ma presto o tardi si ritrasforma in qualcosa che perlomeno puzza… Le risate sono molte, anche le facce disgustate, ma sempre divertite. Si parte così a conversare carinamente di quando abbiamo fatto la nostra ultima  scoreggia  (flautolenza?).  Domanda  posta  dalla  ragazza  nuova 

 che se  la ride simpaticamente Terminato il momento trash Maggiolinariparte alla carica e propone “Il gioco della creta”. Il primo a farsi plasmare è Smilzo. Pepita lo pone in una posizione pale‐semente disperata e tutti provano ad indovinare. Dopo di che il mal ca‐pitato è posto da St. come se fosse su di un WC… ci risiamo! Tutte rido‐no. Ora si propongono come statue Pepita e St. e la scultrice è Maggiolina. St. viene messa in un posizione di rifiuto e con il viso arrabbiato. Pepita con il viso sorridente e una mano che tocca il capo di St. Le interpreta‐zioni  sono  varie,  ma  quella  che  convince  tutte  è  che  stiano  litigando perché Pepita ha rubato il ragazzo a St. Per salvare la situazione Pepita propone il titolo “Adamo ed Eva senza le foglie di fico non sanno come vestirsi! Ma la nostra fanciulla ne vuole fare un’altra e dopo 2 secondi i nostri clown sono sdraiati a terra… lei si consulta  con  le  altre  in  rumeno  e  loro  dicono  NO!  no!  con  la  te‐sta…chissà che idea aveva! 

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Non ci restano che le palline, proviamo alcuni lanci con una poi con due 

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palline e quando vengono coinvolte nel “passing”anche Sh. e M. parteci‐pano e non si fermano più. Maggiolina fa coppia con M. e Pepita con Sh., Smilzo lo lasciamo con St. che  pare  volersi  impegnare,  così  andiamo  avanti  fino  all’entrata dell’agente che ci annuncia che sono le cinque. 

iamo una pallina  e diciamo una  cosa bella di Come ultimo giro  ci  passoggi: 

ne M.: giocare con le palliSt: giocare con Smilzo 

 schifo! Sh.: ho capito che le scoregge mi fannoti insieme Maggiolina: ci siamo diverti

: fare la statua con S. PepitaK.: … Smilzo: … 

elle della settimana Un giro di cose bSh.: il colloquio 

ica e il colloquio St: ha passato il corso di ceramSmilzo: una e‐mail importante Maggiolina: settimana con le persone che amo 

7 Febbraio 2007 - Gruppo maschile Levante Data: 7‐2‐07 Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Pepita, Maggiolina, Smilzo Ragazzi presenti: 4 Attività svolte: Magia Materiali: giochi di magia (dito, sacchetto a scomparti, bussolotti, ventaglio, fazzoletto, ecc.) 

Relazione ina

Arriviamo al Ferrante carichissimi e dopo i soliti controlli ci addentria‐e

di Maggiol

mo nei corridoi fino all’ultimo cancello ch  ci divide dai ragazzi. Ci fan‐no attendere un bel po’… Accidenti il tempo scorre!  Nell’attesa Geppetto  ed  io andiamo dalla  vicedirettrice per  salutarla  e chiederle  alcune  news.  Come  sempre  è  gentile  e  disponibile  e  velata‐

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

mente ci chiede se intenderemo proseguire il Progetto CircoStanza an‐

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che nei tempi che verranno e ci fa presente che il Ferrante non ha tanti fondi e che se fosse un’azienda sarebbe già fallita! Ci dirigiamo nuovamente al portone e l’agente è li che ci aspetta, gli altri sono  già  entrati  e  stanno  facendo  il  riscaldamento  con  la  corda:  tutti partecipano tranne il ragazzo cinese che osserva seduto su di un tavolo. Ci salutano con entusiasmo! Diamo il via al pomeriggio. Giro di belle notizie: solo 2 rispondono ma gli altri no… settimana dura. Ma noi siamo li proprio per dar loro una bella notizia da poter poi rac‐contare no? Cambiare le circostanze è il nostro obiettivo. Passiamo dai giochi di fiducia sino a giungere al magico momento della magia. Da tempo alcuni di loro avevano fatto presente la volontà di im‐parare a fare piccole magie ed allora eccoci: Aureola entra nelle vesti di una schizzatissima maga clown che ha come assistente quello spilungo‐ne di Smilzo! Sacchetto magico, dito finto, gag dell’equilibrista,  libro magico, ecc. Ri‐

o tardi sono ente. 

dono ed incuriositi cercano di svelare i trucchi ma è troppgià le 17. Solo il tempo di svelare qualche magia e arriva l’ag“Cosa vi è piaciuto oggi?” Chiediamo. “Giocare” rispondono. 

14 Febbraio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 14‐2‐07 Ore 15.30 – 17.00 Operatori CircoStanza: Aureola, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 4 Attività svolte: Magia, giocoleria (palline) Materiali: giochi di magia + giocoleria (palline) 

Relazione di Aureola

Oggi alcuni ragazzi sono un po’ preoccupati, lunedì prossimo Me. avrà il processo e il 21 febbraio ci sarà il processo di S. C’è un ragazzo nuovo con loro, un tunisino, MB. il quale è ben pettinato e di bell’aspetto, se non fossimo al Ferrante sembrerebbe uno studente qualunque, lo soprannominiamo “Brillantina”. Abbiamo  riportato  i  giochi  di magia  che  la  volta  scorsa  sono  piaciuti molto. MB. è scettico, ridacchia, fa un po’  lo sbruffoncello… Ma, appena tiriamo fuori i giochi di magia, il ragazzo cinese inizia a fare il trucco del dito  con  il  fazzoletto  che  scompare,  un  altro  fa  il  trucco  del  cestino  a 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

scomparti, S. usa il bicchiere per fare il trucco della moneta, un altro si toglie il  laccio della scarpa per farci vedere un giochino di abilità e poi 

cesso, anche MB, Bril‐

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futuro qui e invece guarda dove sono finito Da un anno e mezzo non vedoi miei e qui ho solo un cugino…”.  Lo ascolto, lo guardo, ha gli occhi tristi. E’ un bel ragazzo, alto, bel sorri‐so  scanzonato,  potrebbe  avere  il  mondo  davanti  a  sé  e  invece  è  lì  in quella stanza che non è solo una sala giochi, è una stanza con una porta chiusa a chiave che verrà aperta solo da un agente al termine del nostro intervento. Lo vedo scoraggiato, triste, e gli parlo di me, gli dico che ho due figli, che anche io ho dovuto lasciarli per un anno, del mio passato in Argentina, di come anche io mi sia sentita emigrante e di quando ho perso  tutti  i  soldi che avevo e sono tornata  in  Italia senza niente e ho ricominciato credendo che potevo iniziare un progetto di aiuto agli al‐tri.  Gli  spiego  che  grazie  alla mia  esperienza  ero  lì  con  loro  in  questo momento e che da ogni esperienza difficile si può crescere. Gli dico di non perdere  la  speranza di  rifarsi una vita  appena uscito. Lui mi dice che gli piacerebbe diventare un calciatore famoso. Gli suggerisco di tro‐vare il modo di studiare, perché senza un titolo di studio è difficile ap‐prodare a qualcosa di costruttivo. 

Smilzo fa vedere il trucco dei bussolotti. E’ un suclantina, si integra e così iniziamo a giocare. Si decide di fare un gioco di abilità con le palline. Alcuni ragazzi si siedono, appaiono stanchi. Appena  Smilzo  fa  vedere  alcuni  giochi  si  incuriosiscono  e  iniziano  a provare, alcuni di loro riescono molto bene. C’è un momento in cui sto per preoccuparmi perché Me. si siede e inizia a tirare le palline contro un compagno, dico a  che forse è meglio cam‐biare attività, ma è solo un attimo, tutto rientra e Smilzo prosegue con il suo insegnamento. Con noi si divertono, soprattutto con me che non so fare niente di gio‐coleria e mi prendono in giro. Ma sono sempre rispettosi e lo fanno con tanta simpatia. Mi siedo vicino a Me. che dopo aver giocato per un po’ (è riuscito a far star su le tre palline) si è nuovamente seduto. Gli chiedo cosa lo preoc‐cupa e mi parla del processo, ha paura di non farcela ad uscire. Non so che reato abbia commesso e non lo voglio sapere. Gli chiedo quanti anni ha e da quanto tempo è in Italia, mi dice di avere 16 anni ed è in Italia da 1 anno e mezzo. “Sono arrivato in una barchetta piccola piccola, 4 giorni di mare… è stato difficile. Pensavo di trovare il

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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Mi  ascolta  con nteresse, mi  fa domande. Mi  dice:  “Gra ie  per  avermi parlato, ricorderò quello che mi hai detto”, mi abbraccia.  Terminiamo  il  laboratorio  con  una  condivisione  su  ciò  che  hanno  ap‐

ezzato: tutto, Aure‐sieme. 

prezzato di più della giornata e dicono di avere approla e Smilzo perché siamo “buffi”, i giochi, il ridere inCi abbracciamo, oramai l’abbraccio finale è un rito… edo l’agente che vede che ci abbracciamo e ci guarda stupito. V Nota: Alla riunione “Stop & GO” del 21/2, apprenderemo che Me. ha a‐

 vuto un anno e 10 mesi di condanna al processo, ma pare sia contentoperché ne aspettava di più. Apprendiamo anche che la nostra attività è quella che al momento atti‐ra di più ai ragazzi e che possiamo “sfruttare” questo favore per aiutarli a ritrovare speranza e voglia di intraprendere progetti. E’ proprio il no‐stro compito! 

28 Febbraio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 28‐2‐07  Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: (Geppetto, Maggiolina, Pepita, Donji) Ragazzi presenti: 6 stranieri Materiale: palline, cerchi, rola‐bola, fazzoletti, devilstick, uniciclo  Attività svolta: giochi di gruppo (lo scalpo), magia 

Relazione di Donji

Ci  presentiamo  nella  sala  dove  svolgiamo  le  attività  con  i  ragazzi:  si presentano 5 ragazzi magrebini e un ragazzo italiano.  

 Svolgiamo laboratori di giocoleria: palline, cerchi, rola‐bola, fazzoletti eanche un po’ di devilstick, nonché l’uniciclo.  Come è normale che sia, alcuni ragazzi si impegnano con un singolo og‐getto  di  giocoleria  (ad  esempio  un  ragazzo  che  prova  e  riprova  con l’uniciclo…tutti gli diciamo che è la cosa più difficile e lui sembra molto 

 orgoglioso dei primi risultati), altri  li provano un po’  tutti  con minoreconvinzione.  Un ragazzo se ne sta in disparte, Maggiolina cerca di coinvolgerlo e cer‐ca di capire cosa c’è che non va: ha appena sentito l’avvocato e le notizie 

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non sono buone. Preferisce starsene un po’ in disparte, ma dopo un po’ ci raggiungerà nelle attività, sempre restando un po’ defilato.  Coinvolgiamo i ragazzi con altri giochi di gruppo: lo scalpo (ci mettiamo un fazzoletto dietro la schiena nei pantaloni, con una mano bisogna af‐ferrare  e  rubare  lo  scalpo agli  altri)  e  fazzoletto o bandiera  che dir  si voglia.  Concludiamo la giornata rivedendo alcuni giochi di magia: chi li sa li fa a chi la volta scorsa non c’era…e si atteggia giustamente da gran mago!  

sDividiamo  anche  i  ruoli  per  lo  pettacolo  del  10 marzo  dove  saranno loro a presentare giochi di magia e numeri di giocoleria.  

 Ma  arriva  l’agente,  sono  le  17  e  i  ragazzi  devono  tornare  di  sopra…dobbiamo andare.  I ragazzi ci ringraziano e ci salutano. Raccogliamo i nostri oggetti, riti‐riamo i documenti e usciamo.  Mi è piaciuto molto  il modo estremamente sereno con cui ci siamo ri‐volti ai ragazzi, che non erano  forse al  loro picco di energia, a volte si distraevano con facilità e a volte erano un po’ svogliati… ma erano co‐munque attratti dalle nostre proposte. 

9 Marzo 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 9‐3‐07 Ore: 15.30 ‐ 17.00 Operatori CircoStanza: Pepita e Geppetto Ragazze presenti: 3 (Rom) Attività svolte: giocoleria, canto Materiali: palline, foulard, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Maggiolina

Entriamo,  le  ragazze  sono  tre.  Il  giorno dopo  c'è  lo  spettacolo‐torneo,  scopriamo che alla fine si sono allenate per giocare a pallavolo, ma sono

ancora in forse se giocare o meno a calcio. M. è in crisi perché non vuole giocare divisa dalle altre ma sembra con‐tenta che le squadre siano miste. M. vuole fare qualcosa per lo spettaco‐lo, ma ci tocca dirle che non essendosi  impegnata non può pretendere di avere qualcosa da mostrare,  riprendendo  il discorso che  i  ragazzi è un po’ che si impegnano e si allenano. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Io e Geppetto comunque tiriamo fuori tutti gli attrezzi circensi per cer‐care di capire se c'è qualcosa che possano preparare ma la soglia di im‐

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pegno è bassa e si demoralizzano subito, dicendo che non sono capaci. K. con le palline è bravina, ma ha troppa vergogna. Pepita  improvvisa  anche  una  lezione  veloce  con  i  bastoni  recuperati dalle scope in bagno perché forse più semplici, ma abbandonano dopo poco, provano palline, foulard, piatti cinesi, rola‐bola... ad un certo pun‐to sono però tutte e tre ferme: vorrebbero la musica, ma abbiamo scor‐dato le casse. Iniziamo così a cantare e scopriamo che M. conosce le canzoni diLittle Tony, passiamo un po’ di tempo a cantare insieme, stonati però diverti‐ti. Ad un certo punto entra un'educatrice, E., e chiede se può partecipare anche lei, la accogliamo e la poniamo subito con un bastone in mano a mo’ di microfono e le chiediamo di cantare, rimane un po’ destabilizza‐ta, ma poi intona un paio di strofe. E., l’educatrice, ci saluta e capita il miracolo: con i cerchi iniziano a gio‐

 care tutte e tre, finalmente stiamo giocando insieme... ma siamo ormaialla fine arriva l’agente e dobbiamo salutarci. E’  sempre un po’ dura entrare  in  relazione e agganciare  la  loro atten‐zione, ma quando poi si trova la strada, coi loro tempi, va bene. 

14 Marzo 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 14‐3‐07  Ore 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Pepita, Smilzo, Geppetto, Aureola Ragazzi presenti: 4 + 2 (che sono passati, ma erano in isolamento) – C. (Romania), Y (Marocco), D (Croazia), MB (Tunisia)  Materiale: Anelli Attività svolta: giochi con gli anelli  

Relazione di Aureola

Arriviamo e ci vengono incontro tutti, compreso M. e I. che però devono tornare in cella perché sono in isolamento. Oggi  c’è  un  agente  giovane,  simpatico,  che  permette  loro  di  rimanere ancora 5 minuti per vedere le foto che abbiamo fatto sabato scorso alla festa.  Quando  loro  vanno  via  rivediamo  le  foto  con  calma.  I  ragazzi stanno  seduti  e  osservano  ogni  foto  con  attenzione  e  interesse  e  così 

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pure i video, si lamentano perché li avrebbero voluti più lunghi, ma so‐no fatti col la digitale e durano pochi minuti. MB. si rivolge a me diverti‐

na lite 

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to, mi prende in giro. Lui sabato non c’era era in isolamento per ucon C.  Finito di vedere le foto li chiamiamo per gli esercizi con i cerchi. Io rimango a cercare musiche che mi chiede MB., uno vuole musiche a‐rabe, l’altro vuole musiche rumene e il terzo vuole musiche slave… Non riusciamo ad accontentarli tutti. Alcuni giocano, altri vogliono la musica. Sia per loro che per le ragazze la musica sembra essere molto importante,  infatti vogliono musica del loro paese e ci tengono tanto. MB. sembra distratto, per tutto il tempo ha il walkman all’orecchio e si lascia coinvolgere poco nei giochi con gli anelli, tranne all’ultimo quan‐do facciamo un gioco di squadra di passaggio incrociato di anelli. D. in‐vece gioca, ci tiene troppo che io gli porti quella foto e farebbe qualun‐que cosa. Si chiacchiera, C. è uscito per un progetto in comunità. MB dice di essere del segno zodiacale del Leone, D. è dell’Acquario. Scherzo con MB. e gli dico che è sempre ben pettinato ed elegante (è vero), è compiaciuto, ma mi chiede se sono “fuori”. Si diverte quando gli dico “caro ragazzo”. Gli chiedo se c’è un progetto per lui, si incupisce e dice che non può esserci perché non ha documenti. Anche  I  (rumeno) non ha documenti,  si  so‐spetta che non voglia darli perché è già maggiorenne. Forse questo in‐fluisce per loro in termini di condanna. Non si sono  fatte  tante attività circensi, ma  l’atmosfera mi è sembrata rilassata e tranquilla. C’è una sorta di cameratismo per il quale ci accet‐tano e amano passare del tempo con noi. Mentre siamo seduti chiedo loro cosa preferiscono di ciò che abbiamo fatto fino ad ora, Yu. Dice che gli piace tutto. MB. dice che gli piacciono Pepita e Aureola, ma anche le palline di giocoleria. Yu dice che gli piace andare sull’uniciclo. Arriva  l’agente,  è  finito  il  tempo.  Ci  si  abbraccia  con  affetto  e  ci  si  dà l’arrivederci alla prossima settimana. C. ci indica un cantante rumeno di cui vuole musica, la cercheremo per lui. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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16 Marzo 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 16‐3‐07 Ore: 15.30 ‐ 17.00 Operatori CircoStanza:  Pepita e Geppetto Ragazze presenti: 4 Operatori presenti: mediatrice culturale Attività svolte: giocoleria, canto Materiali: cerchi 

Relazione di Geppetto

o spettacolo, Pepita  le iatrice culturale. 

Geppetto ha portato  il computer con  le  foto dellmusiche di Laura Pausini, con noi c'è anche la medChe dire? un successo, inaspettato e tanto atteso. Vediamo le foto, mettiamo la musica e già le ragazze iniziano a cantare. 

ore con Em. è su di giri, forse ancora dalla festa. Cantano le canzoni d'amtutta la voce che hanno. Ci presentiamo alle nuove ragazze S. (già vista alla festa) e R.  Storica  la  frase di S..."Forte Ci.!  il Ferrante senza Ci. non è niente!  (fa‐

uscito e subito ri‐cendo riferimento ad uno dei ragazzi italiani appena entrato). R. è più timida ma pian piano si fa prendere dal gioco. Dopo le foto giochiamo alla “macchina dei cerchi”,  qui accade una sorta di litigio causato dal fatto che S. per togliere il cerchio dalla testa di R. le sbatte sul naso, si urlano contro in una lingua che nemmeno la media‐trice conosce, ma basta un po’ di tempo e tutto passa. Passiamo al cerchio mancante e chi non entra nel cerchio deve fare una piccola  penitenza  tipo  cantare  una  canzone,  ballare Asereye,  dire  una poesia, fare la bambola con la musica di Barbie girl, le ragazze parteci‐pano tutte con calore e divertimento, compresa la mediatrice. 

loci abbiamo ancora il tempo di fare il gioco del lancio sa ad occhi chiusi, che arriva l’agente. 

Le ore passano vedel cerchio e ripreOggi siamo felici! 

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21 Marzo 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 21‐3‐07 Ora: 15.30 ‐ 17.15 Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: (10) 2 rumeni, 5 marocchini, 1 slavo, 2 italiani  Attività svolte: giocoleria, uniciclo, giochi di squadra  Materiali: palline, cerchi, uniciclo, fazzoletti  

Relazione di Aureola

Alla riunione "Stop & Go" di questa mattina, riunione in cui si trattano le tematiche riguardanti i ragazzi del gruppo Levante, gli educatori, psi‐cologi, guardie, maestre e gli operatori dell'attività del mattino (le atti‐vità professionali) hanno detto che è un periodo difficile, che  i ragazzi sono spesso in isolamento, che gli agenti sono pochi e che quindi sono più nervosi e che basta un attimo e si litiga. E' stato detto che i ragazzi non frequentano volentieri le attività. La ragazza dell'AICS che fa teatro ha detto che agli ultimi due incontri sono scesi solo due ragazzi. L'attivi‐tà di pallacanestro del Coni non vogliono  farla. Alcuni di  loro hanno  il processo la prossima settimana e quindi sono più nervosi. KS che è un po'  il  leader  non  scende  più  alle  attività.  Lo  stesso  i  rumeni.. Io ho detto che  fino a mercoledì scorso  i  ragazzi erano scesi ed erano sereni con noi, ma non sapevo cosa avremmo potuto aspettarci nel po‐meriggio. Questa la premessa. Questo  pomeriggio  quindi  ci  aspettavamo  di  vedere  pochi  ragazzi,  e forse nervosi o con poca voglia di fare attività e invece sono scesi credo tutti. C'erano: i magrebini M. B.., M. S., K. Sa., Me. (oramai detto il Mago), Yu.; i rumeni K.e I.,  gli italiani G. e C.; lo slavo D. Abbiamo dapprima visto le foto (sono calamitati dalle foto che abbiamo fatto alla festa del 10 marzo), poi volevano sentire le musiche (avevamo portato  loro  le musiche  rumene  che  ci  avevano  chiesto), ma  abbiamo 

 detto che volevamo comunicare loro un progetto e ci siamo tutti sedutiin cerchio. Tutti erano molto attenti. Abbiamo parlato del progetto di costruire in‐sieme  un  cortometraggio  e  hanno  risposto  positivamente.  Abbiamo chiesto loro dei titoli e sono emersi titoli interessanti: “La mia vita den‐tro”, “L'amore”, “Io e la paura”, “Vita in cella”, “Ragazzi e guardie”, ecc... 

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Dalla prossima settimana  iniziamo a girare...  con Bailando  il  cortome‐traggio. Poi è iniziato il laboratorio con varie attività: giocoleria, uniciclo. Pepita con MB. ha approfondito esercizi di giocoleria e cerchi. Smilzo ha inse‐gnato ad andare sull’uniciclo a tutti. Poi ci sono state anche attività "se‐condarie"... Maggiolina con Me. hanno scritto una poesia d'amore per K. la ragazza rom che è in carcere al femminile e di cui Me. si è innamora‐to. Si è giocato allo "scalpo" e al fazzoletto. Tutti hanno partecipato, ci sia‐mo divertiti e si sono divertiti. MS. mi ha scritto un verso del Corano sul quaderno. Tutti hanno scritto i 

 titoli dei cantanti che vorrebbero registrati in cassetta per sentirli con ilwalkman. Ho promesso che per la prossima volta li accontenteremo.  L'atmosfera è stata veramente amichevole e con alcuni di loro diverten‐te.  I più chiusi  sono  i  ragazzi  italiani. C. è  rimasto un po' per conto suo a sentire  il walkman,  però quando gli  ho parlato del  film  che  volevamo 

lo portate fuori e che tutti veda‐girare con loro mi ha detto: "Basta che no cosa succede qui dentro".  Al fazzoletto hanno giocato quasi tutti.  

sto piacevolmente col‐E' venuto a trovarci uno psicologo, M. che è rimapito dalle attività e da come i ragazzi reagivano.  Anche l’agente è rimasto per un po' a osservare. 

28 Marzo 2007 - Gruppo maschile Levante Data: 28‐3‐07  Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Aureola, Bailando Operatori del ferrante: 2 mediatrici culturali Materiale usato: cerchi, palline, foglio e pennarello Ragazzi presenti: 6 (3 Marocco) + I Romania), (1 Italia)  Attività svolta: interviste 

Relazione di Aureola

Cr. esce dalla stanza perché ha mal di pancia, MB. manca perché ha  il processo, S. è uscito, G. è in isolamento, D. è venuto, ma poi è andato via, non so perché.  

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Bailando si è presentato e ha parlato ai ragazzi spiegando il perché del‐la sua presenza, il progetto "Cortometraggio", i possibili sviluppi e l'idea 

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di unire ciò che si sta  facendo con  i ragazzi (attività circensi) alla  loro vita in un penitenziario e ai lori progetti nel futuro. 

 Sono stati tutti molto attenti, soprattutto MS ha detto di aver già giratoun film e che quest'esperienza secondo lui sarebbe molto utile per loro. Abbiamo proseguito l'incontro giocando per scaldarci un po' allo "Scal‐po" e poi i ragazzi hanno proseguito l'allenamento sull'uniciclo, e hanno migliorato gli esercizi di giocoleria. Hanno detto a Maggiolina che si trovano bene con noi perché anche se 

 non partecipano a qualche attività,  si sentono comunque accettati e sirilassano anche vedendo giocare gli altri e ridendo. MS. facendoci vedere il braccio tutto tagliato ha commentato: "preferi‐sco tagliarmi io quando ho rabbia, o rischierei di mettermi nei guai...". I ragazzi sono sempre molto rispettosi con noi, io oramai vengo chiama‐ta "Zia", Maggiolina e Pepita sono sorelle e Geppetto ha il ruolo paterno o di zio, mentre Smilzo e Bailando sono ragazzi come loro e con loro si divertono  a  giocare  anche  in  maniera  più  "rude". Abbiamo concluso con i soliti abbracci e l'arrivederci alla prossima set‐timana.  

4 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 4‐4‐07  Ore: 15‐30,17‐00 Operatori CircoStanza: Aureola, Bailando, Geppetto, Maggiolina, Pepita) Ragazzi presenti: 5 – 1 italiano Materiale usato: telecamera, attrezzi di giocoleria Attività svolta: condivisione, ripresa, intervista 

Relazione di Pepita, Maggiolina, Aureola

Ore 14‐00 inizia la riunione d'equipe, valutiamo il da farsi. Oggi sarà la prima volta che portiamo la telecamera. Con le ragazze è stato un suc‐cesso e sono emersi molti temi interessanti. Chissà  se  i  ragazzi  saranno  ugualmente  predisposti  ad  aprirsi?  Deci‐diamo di farci guidare da loro, vedremo se MS. ha scritto del materiale che possiamo utilizzare per il video. Portiamo gli attrezzi per filmare i ragazzi mentre giocolano.  

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Ore  15‐30  siamo dentro,  per  ora  c'è  solo MB.,  Brillantina,  ha  le  cuffie nelle orecchie, è contento di vederci, mi ricorda che la settimana scorsa non c'ero, parliamo un po' e ad un certo punto gli dico che Bailando è il figlio di Aureola, la zia. Gli si illumina lo sguardo, non ci crede. Sorride, chiede conferma a Maggiolina a Bailando e quando entra anche ad Au‐

 

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reola è  sorpreso e divertito dalla differenza d'altezza  ripete più volte:"Che bello!" Entrano gli altri ragazzi. C'è una new entry, un ragazzo rumeno, N., al‐cuni ragazzi sono usciti nel frattempo ed altri sono in isolamento. Il ra‐

agazzo nuovo è un po' sulle sue, così anche l'unico itali no, Cr. Qualcuno si siede qualcuno vaga in piedi. Bailando  posa  la  telecamera  sul  tavolo mentre  tutti  ci  disponiamo  in cerchio.  Spiega  che  inizieremo  a  girare  le  prime  riprese  e  chiede  se qualcuno ha preparato qualcosa. MS. ha dei fogli in mano, ha scritto due pagine  al  computer  (*)  aiutato  dallo  psicologo.  Gli  facciamo  i  compli‐menti per la produzione e lui è ben disposto a leggere quanto ha scritto, facendosi filmare. A questo punto il nuovo arrivato inizia a ridere. M.S. con tono scontroso gli chiede cosa ci sia da ridere. Il ragazzo lo guarda e dice: "Il carcerato!" con tono sarcastico. M.S. gli risponde calmo: "Certo! Tu sei appena arri‐

 vato, ma ti accorgerai cosa vuol dire...". E nel dirlo gli dà una pacca sullaschiena come un uomo adulto fa con un ragazzo più giovane. Scegliamo  il posto migliore per  le  riprese e  ci  sediamo  tutti  sulle pol‐troncine  di  plastica  rosse  che  ci  sono  nella  stanza.  Tutti  tranne  MB., 

 Brillantina, un po' sconcertato, ma basta che Aureola gli faccia cenno diunirsi a noi che si avvicina. M.S. inizia a leggere. C'è silenzio. Ciò che legge non è una storia inventa‐ta, ma la sua storia, le sue riflessioni, il suo cuore. Legge con tono serio e 

 preciso, molto coinvolto. Mentre MS. legge i ragazzi hanno il volto serio,ascoltano, nessuno fiata. MS. parla di sé, di come ha dovuto imparare cos'è la pazienza, com'è ar‐rivato in Italia con tante speranze ed ora si ritrova in carcere per le tan‐te "cazzate" fatte. 

i silenzio poi parte l'ap‐Al termine della lettura c'è ancora un attimo dplauso. Siamo palesemente commossi, torna il silenzio. Mi avvicino a M.S. e lo ringrazio dicendo che sicuramente queste parole sono  condivise  da  tutti,  che  difficilmente  riusciamo  ad  esprimere  ciò 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

 ha saputo 

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M.B.: "Non lo so... ma non qora anche in Italia" Pepita: "Ora basta però…" 

che più di profondo abbiamo dentro,  lo ringraziamo perchédare una voce al disagio. Gli altri ragazzi sono tutti pensierosi, direi quasi ammutoliti. Bailando  chiede  se  vogliono  vedere  la  ripresa  e  tutti  accettano.  Cam‐

mo biamo spazio, tornia vicino al tavolo e tutti si dispongono vicini uno all'altro per vedere e riascoltare tutto. Finita  la  visione  c'è  bisogno  di  "sfogarsi",  le  emozioni messe  in moto sono  tante e  intense,  così per  cambiare un attimo  registro  (hanno già lavorato molto sulla riflessione) decidiamo di allenarci un po' in modo che Bailando possa riprendere anche tutto ciò che abbiamo imparato. La maggioranza dei ragazzi si mette in moto, si tirano fuori palline, cer‐

gchi,  e  rola‐bola,  o nuno sceglie  su cosa allenarsi  e  su cosa vuole  le  ri‐prese. Nel  giro di  1 ora mi  guardo  intorno  e  vedo Maggiolina  che  fa  finta  di guidare una macchina che come volante ha un cerchio da giocoleria: in un attimo si scatena un rally di macchine clown... tutti ridono come paz‐zi quando Ju. prende al posto del cerchio l'hula hop e lo usa da volante... una vera e proprio gag clown. Io  invece  in questo momento  io sono colpita da MB.,  tunisino e da Cr. l'italiano che rimangono seduti con lo sguardo fisso. Mi avvicino a MB., parliamo di come sia difficile affrontare la loro realtà, di come, quando viene espressa a parole è come un pugno nello stoma‐co, annuisce. Inizia un bel dialogo che cerco di riassumere qui, anche se non è la stessa cosa: 

à! Infatti, io ho sempre mal di stomaco… sono troppo nervoso e  tutto dentro" 

M.B.: "Gimi tengosilenzio Pepita: "Posso sapere a cosa pensi ora?". 

 e non M.B.: "Certo. A mia madre. Mia madre è morta… aveva 28 anni…mi ricordo quasi nulla di lei, ma la penso spesso" Pepita: "Hai un bel ricordo di tua madre che vuoi raccontarmi?" 

a  molto  affettuosa.  Una o… non me la ricordo" 

M.B.:  "Quando  mi  accompagnava  a  scuola…erdonna alta e con i capelli biondi. l'ho vista in fotPepita: "Cosa pensi che lei desiderasse per te?" 

uesto, sono stato in carcere prima in Tunisia 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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M.B.: "Si! Ora basta…"…sorride.. Silenzio M.B.: "Mi metti un po' di musica araba?" 

 La cerco e trovo quella che gli piace, gli chiedo se vuole allenarsi un po'con le palline, mi risponde che aspetta ancora un attimo. 

i... Quando vuoi giocolare ci sono... ed anche quan‐cora un po'…" 

Pepita: "Quando vuodo vorrai parlare anRingrazia e sorride. Intanto  vedo  tutti  alle  prese  con  diversi  attrezzi.  N.,  il  nuovo  ragazzo rumeno sta provando a giocolare con tre palline per la prima volta e già riesce a fare qualche giro. Me. lancia i cerchi e ci fa invidia con l'ula‐op, MS. va sul rola‐bola, Ju. che è rientrato da poco (non ha sentito la lettu‐ra) ha un sorriso raggiante(pur essendo appena tornato dal processo). L'atmosfera si è rilassata molto e a vederci da fuori siamo davvero un bel gruppo.  C'è ancora Cr., l'italiano che rimane sulle sue, mi avvicino e gli parlo, sta pensando che deve scontare ancora quattro anni, ha avuto  il processo 

co, deve  andare  ancora  in  appello  e  spera di diminuire molto  la . 

da popenaCr.: "Ce l'hanno tutti con me perché non ho parlato, all'altro ragazzo che era con me, maggiorenne, hanno dato due anni in meno perché ha parla-to. Dicono che non possono fare niente perché non vedono i miei cambia-menti e secondo me non hanno nemmeno letto le relazioni degli educato-ri. Dicono che se esco faccio subito qualche altra cazzata. Sono chiuso, so-no fatto così… ma non vuol dire che non ci penso alle cose... Io voglio lavo-rare, ho già un lavoro come panettiere e voglio fare quello... voglio uscire di qui.." Parliamo ancora un po' del suo avvocato e dei vari procedimenti del suo comportamento, poi MB. che intanto ha fatto un volo sul rola‐bola che ci ha fatto ridere mi chiede di allenarsi con me alle palline così che possa essere ripreso. Mi congedo dall'italiano e  iniziamo a fare passing e tre palline in due con MB. Chiamiamo Bailando per farci riprendere, ma ci rendiamo conto che sta riprendendo già altri ragazzi che  intanto si sono avvicinati all'italiano, non capiamo bene cosa stia accadendo e continuiamo. Dopo un po'arriva Bailando con Me. e  scopriamo che quest'ultimo sta intervistando tutti ragazzi chiedendo come si sentono in carcere... arri‐

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Me: “Sì, ma qui è diverso, lo sai che non possiamo uscire... Tu non senti razzismo verso di noi?” Aureola: “No, io ho sempre viaggiato molto, ho visitato tanti paesi e ho anche vissuto all'estero e ciò che ho visto è che se chiedi a qualcuno in qualunque  paese  del  mondo  dove  sente  l'amore,  lui  risponderà:  "nel 

va anche da noi, MB. risponde con piccole frasi, ma lo guarda dritto ne‐gli occhi…" Come vuoi che mi senta!"… 

 La nostra intervista è breve e Me. riparte verso Aureola e Geppetto chesi mettono i nasi, anche Me. lo indossa. È difficile seguire tutto. Credo che oggi ognuno ha avuto la sua persona‐le esperienza. Dopo un po' Bailando arriva a filmare noi e MB. mi chiede di non portare sfiga e non far cadere le palline! Nonostante ciò emozio‐nati dalla telecamera ci cadono più volte... ma ci ridiamo su! Tutti siamo presi dal fare qualcosa con i ragazzi, arrivano gli agenti con un'educatrice  che  si mette a parlare  con Me.  e  con  l'italiano,  arrivano anche  la mediatrice e G.  l'educatore, sono molto sorpresi dei saluti af‐fettuosi che ci fanno i ragazzi (ci abbracciamo e ci baciamo prima di an‐dar via e quando arriviamo), rimaniamo ancora un po' a chiacchierare con loro sui progressi di tutti e di come oggi abbiamo lavorato bene. 

atmosfera, d'equipe allargata che  lavora per  i  ragazzi ed orano per loro stessi. 

C'è una bella anche loro lavUltimi saluti.. 

il  loro modo: mettendosi una mano sul I  ragazzi arabi ci  salutano con cuore.. Che dire… tante emozioni oggi. mozioni  forti, amarezza,  tristezza e allo stesso tempo unione: unione ra noi dell'equipe CircoStanza, unione tra noi e i ragazzi. Et Aureola:  Dopo  il  silenzio  pesante  seguito  alla  lettura  della  lettera  di 

iedendogli  di  intervistare  tutti mentre M.S.,  Bailando  coinvolge Me.  chlui con la telecamera riprende. Arrivano da me e Me mi chiede: Me: “Ma tu quando vieni qui e giochi con noi lo senti che siamo carcera‐ti?” Aureola: “No, io non ci penso, penso che siete ragazzi con cui stiamo fa‐cendo una attività. Sì è vero, siamo chiusi in una stanza, ma a volte an‐che in una scuola siamo chiusi in una stanza.” 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

cuore",  sia  che  sia  italiano,  marocchino,  birmano...  Non  potrei  essere  

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razzista nemmeno volendo,  sento che tutti  siamo uguali, anche se conculture diverse, tutti vogliamo l'amore.” Me: “Quello che stai dicendo mi colpisce molto, però noi siamo in carce‐re e questo per te cosa vuol dire? 

, un ca‐Aureola: “Essere in carcere può essere visto come una punizionestigo, ma anche come una opportunità...” Me: “Cosa vuol dire "opportunità"? “(non capisce bene l'italiano) Aureola: “vuol dire che stare qui può servirti a  imparare cose, a cono‐

n  ta

scere persone che ci tengo o a e e che ti vogliono bene, a capire che hai commesso degli errori e a evitarti di commetterne altri ancor ...” Me:  “sì,  hai  ragione,  qui  c'è  tanto  tempo  per  pensare  e  riflettere.” Si spostano ad intervistare qualcun altro... Rimango per un momento pensierosa, che bella opportunità anche per me di passargli un messaggio, ha solo 16 anni... Mi  sposto  vicino  a MB.  il  ragazzo  tunisino,  oggi  è  stato  per  parecchio tempo  con  le  cuffie  e  la musica  alta  nelle  orecchie,  quasi  non  volesse sentire quello che diceva MS., mi dice: "Devo ancora passare ancora ot‐to mesi qui dentro... e ho solo rubato una bicicletta da 100 Euro... (poi aggiunge che era una rapina e anche che spacciava)...".  E' una giornata strana oggi, fuori piove, il tempo è grigio e dentro quello stanzone senza riscaldamento fa un po' freddo, ma anche se con un velo di tristezza siamo tutti "intimamente" pieni di emozioni, di calore uma‐no. Ora vi trascrivo ciò che ha scritto e letto a noi MS. ripreso da Bailando. Lascio volutamente gli errori di italiano, le parole in maiuscolo così co‐me ha scritto lui... 

Scritto DI2‐4‐2007 

M.S del 2 Marzo 2007.

Sono veramente disperato o forse sono sfigato, oggi sono arrabbiato ma non so perché. Qui in carcere mi mancano tante cose che quando ero fuori non ci pensavo. Comunque io sono venuto qua a lavorare in buona manie-ra, ma qualcosa è andata male e mi sono messo a fare le cazzate che non dovevo fare, per esempio lo spaccio, le rapine e queste cose qua mi hanno fatto mancare la mia libertà e nessuno mi doveva comandare.

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Io prima di attraversare il mare e venire qua in ITALIA non pensavo pro-prio di fare questo, volevo trovare un lavoro e stare tranquillo, invece ar-rivato qua mi sono trovato senza lavoro, senza documenti e per questo mi sono messo a fare tutte queste cazzate.

Allora quel giorno che mi hanno arrestato ero UBRIACO, non mi ricordo niente, il giorno dopo mi sono svegliato e mi sono trovato alla caserma dei carabinieri, io tranquillo: "perché sono qua?" Uno sbirro si è girato e mi fa: "Adesso te lo dice il giudice": dalla libertà in galera. Poi inizia la mia vita in carcere.

Non ho la mia libertà, mi manca tanto, mi sento solo, mi sento più lontano da tutto e mi pesa tanto il fatto di essere qui, ma veramente si paga molto caro per gli sbagli fatti.

Libertà, giovinezza e vita: le tre cose che scappano da me, che non riesco a raggiungere. qua in carcere sono programmato come un orologio, alle otto mi sveglio, alle nove scendo in attività, a mezzogiorno poi rientro in cella. All'una mangio, alle due vado all'aria, poi alle quattro in attività... sono diventato un bell'orologio.

Mi mancano tanto le mie abitudini di fuori, la mia intimità personale. Mi mancano gli abbracci della mia ragazza, li scherzi di miei amici. La mia vita personale mi manca tanto, che qua dentro non posso averla, ma è meglio per me ... oltre la sofferenza e la mancanza di libertà.

[N.D.R. gli chiedo cosa intendesse con "è meglio per me" e mi dice che sta-va prendendo una brutta strada: beveva, fumava canne, spacciava... e l'essere stato fermato lo ha fatto riflettere]

Eravamo tre ragazzi, sempre felici, non ci facevamo mancare mai niente, eravamo in un posto come se fosse LA CASA DEL GRANDE FRATELLO. Questo mi manca tanto tanto qua dentro. Non ho mai avuto fuori una pa-zienza come l'avuta qua, perché qua dentro ho dovuto sopportare alcune persone che mi davano fastidio, quindi è diventato tutto pesante all'inizio dopo cominciato ad abituarmi.

Il mio caso è un caso a parte..., questa mia sofferenza però è anche la sof-ferenza di tutti i ragazzi qua in carcere.

Mi ricordo del mio primo giorno, anche il mio primo risveglio: ho aperto gli occhi visto il muro bianco ho girato la testa ho visto le sbarre di nuovo. Quel momento mi rendo conto che sono carcerato. I primi giorni erano troppi pesante e soffocante per me anche perché coincideva con la nostra festa dei musulmani era la festa del montone, era anche il capo d'anno, quindi stato troppo triste per me.

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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Dopo quattro mesi le cose sono cambiate un po', è stato triste che ho pre-so la condanna troppo pesante ma io sono sicuro che ce la faccio passare con qualche ragazzo bravo e con l'aiuto di Dio. ma adesso sono meno ag-gressivo, mi sento anche più responsabile e paziente. Comunque tagliarmi o spaccare qualcosa non serve. Ma dentro di me c'è sempre un peso e spe-ro che il tempo passi in fretta per poter uscire al più presto. Ci sono anche due cose come la musica e il Corano che mi danno la forza di andare a-vanti.

Ma io da quando ho lasciato il mio paese [N.D.R. Marocco] che penso tro-po, tropo e ho pensato anche ammazzarmi o impiccarmi con una corda, così non penso più punto...! però dentro di me ce sempre una cosa che mi fa stare meglio di tutti i pensieri del passato avuto almeno il pensiero del futuro. E' questo che mi ha salvato ho pensato ho detto io sono ancora giovane ciò tutta la vita davanti, anch'io voglio avere figli e voglio fare una famiglia da solo. Come tutti i ragazzi della mia età. Va bè!

Sopra tutto penso sempre ai miei genitori che mi hanno lasciato per un motivo... quando avevo tre anni e non so cosa fare di me, avevo una sorel-la che anche lei era piccola e non sappiamo cosa fare di noi. Poi siamo cresciuti un po' io mi sono arrivato a 6 o 7 anni, ho lasciato il Marocco per sempre, ho lasciato anche la mia sorella che era ancora viva [N.D.R. ci di‐ce che è morta l'anno scorso, ma pare che non sia vero…]. Dal 1996 che ho passato tutti questi anni fuori arriva il 2007 mi trovo dentro.

6 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 6‐4‐07 Ore: 15.30 – 17.OO Operatori CircoStanza: (Maggiolina & Pepita) Ragazze: 1 Rom Operatori del Ferrante presenti: l’agente Materiali utilizzati: lycra, devilstick, palline, macchina fotografica. musica latino americana e Laura Pausini, palline giocoleria Attivita’ svolte: giocoleria, canto, teatro clown 

Relazione di Maggiolina

Em. è raggiante, quando si avvicina il processo e la speranza di uscire si rende a tratti concreta e possibile, l’umore migliora… appena ci vede ci salta al collo e ci abbraccia ma nota subito che non ci sono né Geppetto né Smilzo e, pensando che oggi è l’ultimo incontro, è dispiaciuta perché 

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sa che non li vedrà più! Ma lascia a noi l’incarico di riempirli di baci ed abbracci. Ci racconta subito come è stata brava la mattina stessa durante l’esame di terza media, che ha passato con ottimi risultati e ammette di averlo affrontato  con  il  sorriso  stampato  in  faccia  e  con molta  serenità,  cosa non facile per lei ragazza dal carattere chiuso e introverso. Tutte le materie sono andate bene e finalmente con la terza media le si apriranno le porte non solo del carcere ma anche della patente di guida e magari di una scuola per camerieri. È bello vederla parlare di futuro. Ha voglia di fare, della sua solita tendenza alla pigrizia non c’è traccia, sa che oggi probabilmente per lei se uscirà questa è l’ultima “CircoStan‐za”  in cui potrà giocare con noi, giocare con se stessa, giocare e basta! La musica  come  sempre dà  colore  alla  sala  ed  alle  emozioni  ed  in  un men che non si dica Em. si dedica alla danza, al teatro ed alla improvvi‐sazione clown, io e Pepita la incitiamo e ne esce una fantastico numero di canto e ballo clown! E poi  via  con  la  giocoleria,  la  danza dentro  la  lycra.  L’agente di  turno sentendo le risate non resiste e, prima si avvicina alla porta ed osserva, poi divertita dalla situazione si prende una sedia ed assiste a tutta l’ora del laboratorio. Lasciamo Em. sudata e stanca, con un sorriso enorme e  le  lacrime agli occhi nel saluto finale. Ciao Em. Buon futuro!  

11 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 11 /04/07  Orario: 15.30 ‐ 17.00 Operatori CircoStanza: Smilzo, Pepita, Maggiolina, Geppetto Ragazzi presenti: 6 tutti stranieri Materiali utilizzati: devilstick, palline giocoleria Attività svolte: partita a palla avvelenata, giocoleria esercizi di improvvisazione teatrale comica (a coppie fare il doppiaggio ed imitare il primo della fila che cammina) visione di parte del video girato dalle ragazze 

Relazione di Smilzo

Il clima oggi è particolare: i ragazzi scendono nel salone in ritardo e non sono di buon umore. Come oramai di rito, ci salutano con 3 calorosi ba‐ci, un abbraccio e la mano sul cuore. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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Subito ci chiedono come mai non c’e’ la “zia” ovvero Aureola. Per  scaldare  l’ambiente ed  il  clima proponiamo una partitona di Palla Avvelenata Clown, che pare piacere assai e  in venti minuti siamo tutti distrutti, senza fiato ma ci siamo fatti un sacco di risate e la competizio‐ne ha mantenuto sempre toni sereni e amichevoli. Ma poi tiriamo fuori il meglio di noi: Maggiolina decide di indossare una maschera bruttissima appunto chiamata “il brutto” e da lì parte uno dei momenti più comici del CircoStanza. Mi posiziono su una sedia e dietro di me Geppetto inizia a doppiare la mia voce, i ragazzi sparano domande a raffica ed io mi trasformo in un personaggio  di  fantasia:  la  fantomatica  Nicoletta,  alla  quale  segue l’intervista del marito Nicoletto  interpretato da uno dei ragazzi e dop‐piato da un grande Smilzo. Tutti si sbellicano dalle risate, tranne MB. (Brillantina) che, giunto mol‐to dopo gli  altri,  ha uno  sguardo  totalmente  assente,  occhi  lucidi  e  ri‐flessi zero. In un momento di colloquio a due con Pepita ammette di a‐ver  chiesto  al medico delle  gocce di  tranquillanti. Alla  faccia del  tran‐quillo,  a  causa  dei  tranquillanti MB,  Brillantina.  non  riesce  neppure  a tenere le palline in mano. MS. che la scorsa volta aveva scritto e  letto dinanzi alla telecamera un pezzo del suo vissuto, scritto con il supporto dello psicologo, anche oggi ha una lettera ma decide di non leggerla perché non se la sente e perché non c’è la telecamera, ma ci consegna i fogli e ci chiede di custodirli fino al prossimo incontro. In un momento di giocoleria libera ed allenamento, qualcuno dei ragaz‐zi si avvicina con me al PC ed insieme ci guardiamo il video girato con le ragazze, al quale abbiamo però tolto l’audio, perché le ragazze in svaria‐ti momenti parlavano con toni amorosi di alcuni dei ragazzi presenti  , per cui abbiamo preferito togliere il sonoro in modo da non mettere in imbarazzo nessuno. Attorno a quel PC c’è  interesse per  la produzione 

lci  delle  riprese dei  ragazzi  così  come del  video  che  comprenderà  stradelle ragazze. Arriva l’agente. Tempo scaduto. 

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13 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 13‐4‐07  Operatori CircoStanza:  Geppetto, Bailando, Pepita, Maggiolina Ragazze presenti: 1  Orario: 15.30 ‐ 17.00 Attività svolte: visione video, ascolto, e nuovi video. Materiali usati: videocamera 

Relazione di Maggiolina

Pepita arriva un po’ in ritardo per colpa dei pullman… trafelata entra e vede  che  è  rimasta  solo una  ragazza: Em. Bailando e Geppo  le  stanno mostrando i video girati da loro. Guarda divertita le scenette fatte con le sue  compagne  e  ride  vedendosi  ridere.  Appare  un  filo  di  malinconia perché ora è rimasta solo lei, certamente le compagne le mancano. Ride nel vedersi ridere e nel sentire la storia creata da lei e da S. su uno dei ragazzi. Chiede se glielo abbiamo fatto vedere, diciamo di sì, ma senza l’audio. 

 Vuole vedere ora cosa hanno fatto  i ragazzi e parte per primo il videodove giocolano. È colpita dal vedere che tutti sono attivi nell’allenarsi, ma si chiede per‐

t  ché  non  dicano  nulla  (la  par e  dell’intervista  non  si  capiva molto…  ecomunque, forse, sperava dicessero qualcosa sulle ragazze) . Gli  facciamo  vedere  il  video  di  MS.  Lo  ascolta  molto  seriamente,  an‐nuendo con la testa in più punti. Al termine è commossa e le chiediamo cosa l’ha colpita di più. 

 altri, ”È vero, in carcere non hai più il tuo tempo, ti alzi quando voglionomangi, fai attività che non servono a nulla” Pepita chiede se pensa che non le possano servire proprio a nulla: “No, soprattutto la scuola non mi piace; però l’attività con voi e disegno mi piacciono” Geppetto le chiede cosa le piace. È un po’ persa, non riesce a dire preci‐samente cosa le piace e poi dice che le piace la vita fuori dal carcere. È molto dispiaciuta per la storia di MS., c on molta maturità dice che è ve‐

accare oggetti,  bisogna o. 

ro  che non  serve a nulla  essere aggressivi o  spessere pazienti e pensare a quello che ci sarà dopLe chiediamo cosa desidera per la sua vita fuori. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Prima dice che non vuole più vivere illegalmente, che vuole un lavoro, le  piacerebbe  fare  la  barista  perché  potrebbe  stare  a  contatto  con  la gente, ma dopo qualche battuta parla nuovamente della sua vita come 

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legata al rubare. Parla di suo fratello più grande, racconta che ha fatto il modello ed anche a lei piacerebbe fare la modella. Parla di Yu. Il ragazzo di cui dice di essere innamorata. Le piace perché è  serio,  educato,  tranquillo.  Le  rimandiamo  il  fatto  che  è  bello  che  le piacciano  queste  qualità  e  che  se  anche  non  sarà  lui  le  auguriamo  di trovare una persona con queste caratteristiche.  Gira due video in cui in uno parla a MS. ripetendo che le spiace per lui e 

oi un video per Yu. In cui parla del uo amore. 

che per molte cose gli dà ragione; pperché lui le piace e gli proclama il sÈ emozionata e ride dalla vergogna. Siamo  riusciti  a  parlarle  in  maniera  coinvolgente,  anche  se  è  ancora piuttosto chiusa e non ha  le  idee molto chiare, c’è una parte di  lei che sente e spera in un modo di vi vivere diverso e un’altra che non conce‐pisce la vita diversa da quella che ha sempre fatto. La salutiamo con affetto, l’attività è finita arriva l’agente, è l’ora di dise‐gno. 

18 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 18‐4‐07 Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Aureola, Bailando, Smilzo, Pepita Materiale usato: cerchi, palline, videocamera, devilstick, uniciclo, rola‐bola Ragazzi presenti: Me. e MS. (Marocco) – Cr. (Italia) – V. e D. (Slavi)  Assenti: MB (processo a BO) – Y e G (in isolamento) Attività svolta: Giocoleria, musica, visione di video, riprese 

Relazione di Aureola

I ragazzi vogliono vedere le riprese che Bailando ha fatto l'ultima volta. Sono molto interessati a “rivedersi” e  i nuovi sono interessati a capire cosa MS. ha detto. Le interviste di Me. si sentono poco: in questa stanza tutto rimbomba e se c’è una musica o qualcuno parla o gioca non si sen‐te più bene. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

MS. ha scritto altri 3 fogli sulla sua vita, la volta scorsa senza la teleca‐mera non ha voluto leggerle. Questa volta dapprima dice che non vuole leggere, poi quando dico che leggerò io e lui mi starà accanto si decide e dice che sarà lui a leggere. Si mette in un angolo, si siede sul bidone del‐la spazzatura (fa capire che è un gesto provocatorio) e legge nuovamen‐

i c’è Cr., il ragazzo italiano, che lo 

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te pagine toccanti e forti. Accanto a luascolta. Bailando riprende con la telecamera. Gli altri giocolano o ascoltano musica. Anche la musica è qualcosa che li attira come una calamita. Vorrebbero sempre ascoltare musica dei loro paesi, ma non sempre è facile reperir‐la. L’atmosfera è rilassata. Si gioca, si giocola, si sta insieme… 

Scritto di MS del 30-3-2007 IO NON HO PAURA Mi chiedo cosa vuol dire “futuro”.

Ho deciso di scrivere queste righe riguardanti la paura che io so cosa vuol dire. Ma poi ho pensato che ogni persona ha una paura, chi la più seria e chi la più banale.

Io, che ho 17 anni e qualche mese, ho sempre affrontato quello che dovevo affrontare, c’è solo una cosa che non sono riuscito ad affrontare… forse ero piccolo. Nella mia vita sono successe cose belle ma anche cose bruttis-sime per le quali in parte anch’io ho avuto un po’ di paura.

In quest’istituto il giorno prima del processo, perché tanti pensieri mi ve-nivano in mente, pensavo: “forse mi danno una condanna lunga, forse mi mandano in un altro carcere o forse – e lo speravo – esco libero… ma niente comunità”. Quindi qui ho avuto un po’ di paura.

Per me pensare è divertente ma non in questi momenti in carcere e so-prattutto dopo la condanna che è stata un po’ più lunga di quanto pen-sassi. Ho detto: … e adesso non devo più avere paura di niente. IO NON HO PAURA.

Dopo quattro mesi che sono qua dentro, pensare di uscire mi fa stare mol-to male. Rispetto a prima ormai mi sono abituato. Mi trovo molto meglio in quest’istituto anziché fuori… prendetemi pure per pazzo, ma è così.

Più o meno 15 giorni fa ho fatto il processo. Già nell’essere in aula mi sen-tivo soffocare, del tutto estraneo. Pensavo per non parlare. Per non parla-re di come mi sentivo per strada con delle persone che conosco solo di vi-

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sta, mi sentivo come se avessi messo per la prima volta nella mia vita i piedi dentro il fuoco. Tra la gente comune. Non ho mai provato questo genere di sensazione e non ho mai pensato di vivere quest’esperienza… quindi IO NON HO PAURA…!

Scritto di MS del 5-4-2007 LA VITA DIETRO LE SBARRE E’ mancanza di famiglia la mia vita dietro le sbarre. Mi fa pensare spesso alla mia famiglia, per esempio se qualche ragazzo alla fine della settima-na va a fare il colloquio a me viene da piangere ma non lo faccio perché ho pianto tanto da piccolo. Questo mi fa ricordare la scena dei miei che se ne sono andati senza salutarmi, poi noi due, io e la mia sorellina siamo stati affidati ad uno zio che ci trattava molto bene. Io però ero troppo piccolo, piangevo sempre, avevo bisogno della mamma. Perché nessuno ti vuole bene come i genitori…! Anche adesso quando telefono allo zio, ai miei cugini e alla nonna mi chiedono: “ma quando torni?”… Perdo il fiato ma non so cosa dirgli, sto zitto e rispondo: “Presto”.

Qui in carcere penso sempre a questo.

Secondo me il carcere mi è servito un po’. Quando ero fuori non pensavo così tanto. Per esempio prendevo una bottiglia di vino, qualche bicchiere di sambuca e un pezzo di fumo ed ero tranquillo, solo ubriaco e basta: senza pensieri , però il giorno dopo dovevo fare la stessa cosa. E’ andata sempre così.

In questo posto, dopo questi mesi che ho passato qui dentro e tutte le cose a cui penso sempre, ho capito che i problemi si risolvono anche senza le sostanze e sto migliorando, capendo che il carcere passerà, è solo una corsa contro il tempo e basta. Ma non so con certezza quando finirà.

Di una cosa posso essere sicuro che la mia famiglia non la dimenticherò mai, mai.

Io sono venuto qui in ITALIA solo per uno sbaglio, tutti questi anni che ho passato qua potevo passarli tranquillamente vicino ai miei parenti, io ho lasciato il MAROCCO per un motivo…, comunque potevo restare ad af-frontarlo, c’era pure mia sorella che mi ha aiutato a lasciare il Marocco, quindi non avevo altra scelta. Ho lasciato mia sorella da sola, mi ha fatto sentire una persona senza cuore: qui in ITALIA ho conosciuto tanti amici ma non sono come familiari, la famiglia ti sta accanto anche nei momenti brutti. Se loro ci fossero ancora, potrei contarci quando ne ho bisogno; invece non come gli amici che davanti ti ridono e dietro di te ti pugnala-

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no. Io parlo così perché l’ho provato. Questa cosa l’ho vissuta io perso-nalmente.

Quando chiamavo mia sorella mi chiedeva sempre come stavo? Io sempre le ho risposto, sto benissimo…!

Così lei non soffriva più. Mi diceva: “Io voglio vedere casa”. Io sì, io torno, sì, sì… ma è andata così. A volte me lo chiedo pure io a me stesso. Quando torno fra i miei cari?

Dopo quattro mesi passati qui dentro non ho mai ricevuto notizie dall’Istituto e quando ho saputo che il 14/3/2007 devo fare il processo ero veramente felice.

Da una parte ho dei bravi educatori, io ero tranquillo pensavo di uscire con la scadenza termini o di essere mandato in comunità.

Dall’altra non so se essere felice o meno, perché non vedevo l’ora di la-sciare questo posto, però ho pensato male. Mi sono detto: in confronto al-la comunità che ho provato è meglio il carcere… prendetemi pure per pazzo! Lascio un posto a cui mi sono abituato per andare in un posto dove devo ancora abituarmi. La cosa migliore per me sarebbe essere libero… ero confuso perché anche in carcere ci sono delle cose negative che anco-ra non sapevo.

Il mio primo pensiero, il mio cervello vuole che io mi riabiliti completa-mente delle cose che facevo prima, cioè lo spaccio, le rapine e l’uso dell’alcol e delle canne. Poi dentro me stesso mi chiedo cosa voglio fare veramente di me, non so se voglio continuare a spacciare o a fare altre cose o voglio avere una vita tranquilla: scuola, lavoro, famiglia. Ma tutto questo dipende solo da me, da nessun altro.

Prima di tutto voglio capire me stesso, dopo la condanna sono confuso non so ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. So solo che voglio continuare a vivere e basta. Ma dentro di me è veramente come se si fosse fermato tutto mentre il mondo fuori continua il suo corso. Lascio perdere, non de-vo pensare… penso solo al desiderio della vita e della libertà.

Io scrivo, scrivo e torno a parlare della vita nel carcere. Chi sa perché? Giorno per giorno… fino a quando arriverà il giorno anche per me e per tutti noi della libertà.

La notte, quando sto per dormire non riesco e mi vengono dei pensieri di quando ero fuori!!! Penso ai miei amici, soprattutto ai miei paesano e tut-te le giornate che passano è lo stesso.

Quando sei dentro è molto difficile per chi sa cosa vuol dire soffrire nella vita. Secondo me fuori ci sono alcuni ragazzi che vivono solo con la felici-

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tà e quando entrano in questo posto devono abituarsi a stare in carcere e soffrire e cambiare vita… qui dentro c’è un regolamento che si deve ri-spettare. Tutti quelli che arrivano in carcere devono cambiare le abitudi-ni che avevano fuori, per esempio divertirsi, incontrare chi vuoi e sceglie-re i propri orari. Queste cose a me mancano tanto, i primi giorni mi man-cavano tantissimo perché non ero abituato a stare in galera.

In questo posto ho imparato tante cose, ho capito che non ci si deve fidare troppo delle persone perché alcuni si mostrano come amici ma sono finti, comunque io faccio il possibile per dimenticare che sono in carcere, un posto in cui si deve stare con molta pazienza. Secondo me è giusto pagare per gli sbagli che si fanno. Però dopo un po’ la galera comincia a pesare di brutto. Come dice un ragazzo italiano, bisogna avere il coraggio perché la galera è solo di passaggio, e quando si esce non ci si deve sentire soli o di-versi dalle altre perché siamo stati in galera. Non dobbiamo pensarci, perché anche per tutti noi arriverà il giorno fortunato della libertà e della felicità.

20 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 20/04/07 Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo Attività svolte: trucco, musica, marionette Materiali usati: PC, musica, trucchi, marionette 

Relazione di Maggiolina

Un bel pomeriggio di sole oggi ci accompagnava al carcere. L’agente ci conferma che faremo attività solo con una ragazza, Em. Entriamo,  l’aspettiamo,  intanto prepariamo  le  varie  cose  che abbiamo pensato di fare. Dopo i saluti di rito iniziamo l'attività. Si vede che Em. è 

 un po’ giù di morale, possiamo capirla dato che è rimasta da sola e ha ilprocesso fra pochi giorni. Smilzo prepara tutto, accende le casse e le collega al PC, prepara la tele‐camera e mette un po’ di musica. Subito Em. chiede la famigerata Laura Pausini,  ma  stavolta  Maggiolina  ha  dimenticato  per  errore  il  lettore mp3 così Em. a malincuore si deve accontentare di Elisa, bella, ma a lei non basta e chiede ripetutamente se c'è qualcos'altro, ma stavolta il PC è dello Smilzo che ascolta tutt'altra musica! 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La prima proposta di creare la "carta d'identità" sfogliando vari giornali e ritagliando foto, fallisce, ma Em. viene subito conquistata parlando del video registrato con le ragazze. Così iniziano le molte domande e dalle domande si passa al  trucco. La nostra Em.  inizia a collaborare a pieno all'attività così con Maggiolina e il regista Smilzo mettono su e provano 

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un'intervista stile “Le Iene” che verrà ripresa con  la telecamera subito dopo.  Si preparano le domande, si prova e si riprova, si cambia sfondo e alla 

e  come fine ci  siamo! 3, 2  , 1  in onda!  l'intervista  fila  liscia e divertentprevisto, è il momento di rivederla! E dopo questo che si fa!?!! ci si pensa un po’ e poi, ecco ci siamo! Riprendiamo il discorso con le marionette, c'è una telenovela in sospe‐so! Armiamo subito lo sfondo, marionette, pronti via! dopo uno scambio di ruoli tra Smilzo e Maggiolina per impersonare la marionetta di Yu., lo spasimante di Em. si inizia a registrare. Fantastico! Le riprese sono sta‐te un pelo difficili però ci siamo riusciti. E' venuto fuori un bel lavoro. Così dopo aver rivisto il  tutto e averci riso sopra si sono fatte quasi  le 17.00 e dopo una pausa sigaretta per la nostra Em. è arrivato il momen‐to dei saluti! 

25 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 25.4.07 F

 

ESTA  

2 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 2‐5‐07 N

 

ESSUNA ATTIVITA’  

9 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 9‐5‐07 N

 

ESSUNA ATTIVITA’: c’è la scuola di Cirko 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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11 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 11‐5‐08 Ore: 14‐00/ 16:00 Operatori CircoStanza: Pepita e Maggiolina Attività svolta: partecipazione alle attività di Circo‐stretto (Scuola di Cirko) 

Relazione di Maggiolina

omprendere  volte  i   Curiose  di  c le  attività  s da ragazzi  e capire  come stanno rispondendo ci dirigiamo in sala teatro.  Alle  14.00  è  previsto  uno  spettacolo,  inizierà  più  tardi  , ma  questo  ci permette di  incontrare tutti  i ragazzi e scambiare due parole, capire  il loro entusiasmo o meno. La prima che incrociamo lungo il corridoio, in compagnia dell’agente, è Em.,  la ragazza, siamo felicissime di vederla in grinta ed entusiasta, ha avuto il processo, era convinta di uscire, mentre dovrà scontare ancora un bel po’ di pena. Ci saluta calorosamente e inizia a dire che deve asso‐lutamente  imparare  a  giocolare  con  le  tre  palline. Ha  partecipato  alle attività di giocoleria con il primo gruppo e questo l’ha stimolata a voler imparare, certo noi pensiamo che sono mesi che proviamo a stimolarla, ma si sa, è più incisivo il confronto coi ragazzi. Siamo comunque molto contente del rinnovato entusiasmo. Entriamo con lei in teatro, non c’è ancora molta gente, ma dopo un po’ arrivano tutti. Passa C. uscito e rientrato subito dopo, non fa più parte del  gruppo  di  attività, ma  presto  tornerà,  saluta  con  un  occhiolino  di complicità e il suo: ”ciao socie!”. Arrivano i ragazzi del Levante. Intanto chiediamo ai maestri di giocole‐ria e acrobatica come stanno andando i ragazzi. Il primo gruppo che fa giocoleria sembra avere qualche problema, è difficile coinvolgerli, men‐tre  il  secondo gruppo che  fa acrobatica sta  lavorando bene. Tutti arri‐vano e ci salutano contenti, ci dicono che il giorno dopo faranno la loro presentazione e ci chiedono se andremo a vederli. Smilzo riuscirà a ve‐derli. MB, Brillantina. si siede vicino a noi e ci annuncia che non parteciperà più all’attività perché gli hanno spostato il laboratorio di falegnameria, sicuramente è importante che continui questo percorso professionaliz‐zante, ciò non toglie che ci dispiace tantissimo, sia a noi, sia a  lui, dice che verrà a trovarci e che gli mancheremo. 

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Anche MD si siede accanto a noi, chiede se abbiamo le magie, ci raccon‐

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ta dei salti che stanno imparando ad acrobatica, l’insegnante è lì vicino e si vede chiaramente che sono entrati in contatto. Inizia lo spettacolo. Sono due numeri molto leggeri e “poetici” i ragazzi guardano, alcuni applaudono, ma l’atmosfera generale non è di grande partecipazione. Finito  lo  spettacolo  ci  dirigiamo  con  il  secondo gruppo  alla  lezione di acrobatica. Come c’era da aspettarsi C., l’italiano non partecipa per nul‐la, e D. partecipa solo alla fine, quando gli fa più comodo (nel momento dei  salti  e questo non è proprio  salutare al  suo  corpo che non  si  è  ri‐scaldato, comunque partecipa ed è divertito.) La prima parte di riscaldamento è seguita a stento, ma anche per il fatto che tutti la facciamo con il maestro (ci siamo noi e anche tre assistenti e una educatrice) riusciamo a fare tutto. Partono le figure di acrobatica: capriole, ruote, verticali a due, capriole a due,  i  ragazzi  sono ben presi  e divertiti  della nostra partecipazione. Proviamo anche le figure con loro e questo ci crea ancora più legami. 

 Anche M. il nuovo arrivato è coinvolto e pare particolarmente sorpresoe ben disposto della nostra presenza. Iniziano i salti veri e propri, lì noi ci fermiamo a guardare ed è uno spet‐tacolo.  Veloci  e  atletici  (chi  più  chi meno)  fanno  continui  salti  soli,  in coppia e con uscite lampo a 3, è davvero emozionante. Alle sedici si finisce, salutiamo tutti, facciamo i complimenti, partono gli abbracci e i baci, e… ci si vede mercoledì. 

16 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 16‐5‐07 Ore 15‐30/ 17‐00 Ragazzi presenti: 7 (Marocco, Tunisia, Cina, Italia, Romania) Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Smilzo, Pepita Materiali utilizzati: palline, rola‐bola, nastri, lycra, piattini, clave, diablo.. Attività svolta: giocoleria e acrobatica 

Relazione di Aureola

Arriviamo e vediamo due new entry che giocano a carte e  litigano (in arabo!) Non capiamo a che gioco giocano. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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MS mi viene incontro e ci abbracciamo: “Zia, sei tornata!”  Mi sembra di incontrare davvero un nipote… MB. vuole che si metta subito la musica. Sistemiamo il materiale sparso. Abbiamo portato la palla da contact per ME che la prende e inizia a pro‐varla subito. Come avevamo deciso in equipe li riuniamo in cerchio e spieghiamo lo‐ro che siamo lì per un progetto educativo e che anche noi  faremo una relazione sulla loro presenza e sull’attività svolta. Noi vogliamo dare un buon giudizio e allo stesso tempo dato che l’attività è educativa, deside‐riamo che da parte loro ci sia impegno a partecipare. Spiego anche che ogni esercizio che facciamo ha la sua importanza e che la giocoleria ad esempio serve ad allenare la concentrazione. 

 Sono attenti, seguono quanto sto dicendo, anzi M. richiama i ragazzi chestavano giocando a carte e li fa venire nel cerchio.  C’è un’altra new entry, un ragazzo cinese, un po’ effeminato che ci sem‐bra venga preso di mira un po’ da tutti. Lui è gentile, ma ogni tanto rea‐gisce e si mostra seccato.  A volte non capiamo se scherzano o se ci sono tensioni. Mentre ognuno di loro prova uno strumento per poi lasciarlo per un al‐tro due minuti dopo, mi fermo a parlare con MS. gli chiedo che cosa gli piacerebbe  fare  una  volta  fuori  di  lì, mi  dice  che  la  scuola  di  circo  gli piacerebbe, ma preferisce fare il muratore, costruire case è bello, dice.  Gli chiedo perché non è previsto un progetto per lui e mi dice che non vuole andare in Comunità perché avrebbe una libertà fittizia e preferi‐

 sce sapere di essere in galera invece che pensare di essere libero e nonesserlo veramente. Mentre parliamo guardiamo il ragazzo cinese che prova i rola‐bola, fac‐cio notare a MS. come l’attrezzo richieda una continua ricerca di equili‐brio e gli spiego che anche questo è un allenamento e che tutto nella vi‐ta ruota intorno alla “ricerca dell’equilibrio”, quindi anche il provare a stare in equilibrio su un rola‐bola è un allenamento che può servire nel‐la vita.  MS. mi ascolta sempre con molto interesse, è un ragazzo molto profon‐do. Mi dice che ha scritto altre cose e che la prossima volta me le porte‐rà. Sento che uno dei due nuovi ragazzi marocchini dice una parola in spa‐gnolo, gli chiedo da dove viene, mi risponde che viene da Casablanca e che ha vissuto gli ultimi tre anni in Spagna. Da 5 giorni è in Italia ed è 

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subito finito in galera. E’ contentissimo di poter parlare spagnolo, stabi‐liamo quindi subito una relazione, mi fa diverse domande sul tipo di at‐tività che proponiamo a loro, se ci saremo tutti i mercoledì, cosa si può 

nto gli 

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imparare da noi. Mi dice che ha il processo a giugno e non sa quadaranno. 

ro e si presenta. Sentendomi parlare con lui si avvicina anche l’altIl ragazzo cinese prova un po’ tutti gli strumenti. Quando  usciamo  troviamo MB.  “Brillantina”  il  ragazzo  tunisino,  ad  a‐spettarci per salutarci, ci abbracciamo, siamo commossi. Ogni incontro con questi ragazzi è spunto di riflessione e di crescita per ognuno di noi. 

10 Maggio 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 18‐5 2007 ORARIO: 15.30 – 17.OO Operatori CircoStanza: (Maggiolina & Pepita) RAGAZZE: 1 Rom ed una ragazza di origine jugoslava MATERIALI UTILIZZATI: devilstick, musica latino americana e laura pausini, palline giocoleria, bandiere ATTIVITÀ SVOLTA: giocoleria 

Relazione di Maggiolina

Arriviamo nel settore femminile del Ferrante convinte che ci sia la sola Em. ad aspettarci, oramai è più di un mese che (per fortuna) non ci sono nuovi  ingressi  e  da un  lato  è  un  bene dall’altro  la  povera Em.  non ha compagne con cui condividere le attività e la vita quotidiana e il tutto le sembra più duro. Lei  è una  ragazza  forte e  sta’  affrontando questa  si‐tuazione  in modo maturo e responsabile  ,  cercando di  trarre  il meglio da tutto. Ma oggi qualcosa è cambiato con E. arriva una seconda ragazza R. che è arrivata  al  Ferrante  nella  notte  di  mercoledì.  La  accogliamo  a  nostro modo, il clown ci aiuta ad entrare subito in contatto con lei che inizial‐mente si è messa in atteggiamento di difesa, ma le è bastato vedere che con noi poteva essere se stessa e  in  lei si è accesa subito una scintilla. Ha iniziato a chiederci che cos’era il materiale che avevamo nello zaino, chi eravamo e cosa combinavamo li! Em. ha per un attimo fatto la gelosa sapendo che ora  le nostre attenzioni non erano più tutte per  lei, ma  il tutto è durato pochi minuti, abbiamo chiesto ad Em. stessa di spiegare a 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

R. che cosa combiniamo di solito il venerdì e soprattutto che cosa aveva 

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imparato con i ragazzi della Scuola di Cirko di Torino durante le attività del “Cirko Stretto”. Em. si è messa a giocolare con 3 paline ma ha ammesso che deve ancora allenarsi un bel po’ e che avrebbe proprio voglia di imparare! Pronti vi‐a! Noi siamo qua anche per questo. Ci armiamo tutte di palline, compre‐sa la nuova ragazza e ci alleniamo. R. ha grandi risultati sin dall’inizio, si diverte  e  nei  suoi  occhi  e  nel  suo  splendido  sorriso  si  intravede  una bambina che è stata chiusa per tanto tempo e che ora potendo giocare, pian piano esce fuori. Attirate dal Devilstick abbandoniamo le palline e per circa 15 minuti ci dedichiamo a questo nuovo attrezzo che però è assai difficile e richiede grande concentrazione. Em. si ricorda che la scorsa volta avevamo usa‐to le bandiere che magicamente escono dallo Zaino, Pepita ci fa vedere come utilizzarle al meglio e tutte proviamo.  Io, Maggiolina, come sem‐

 pre sono un disastro ma le ragazze ridono dei miei errori e festeggianoquando insieme riusciamo a fare le cose per bene! Sia R. che Em. apprendono con velocità e se inizialmente usavano il ma‐teriale senza interagire fra loro, con le bandiere creiamo splendide co‐reografie improvvisate, in cui danziamo e giocoliamo con grande sinto‐nia  al  ritmo  della musica  della  Pausini  (a  riguardo  dei  gusti musicali 

ire non otteniamo grandi successi ma ora stiamo lavorando per scopr le musiche preferite legate alla loro cultura!). Guardiamo,  in  un  attimo di  pausa,  le  fotografie  ed  i  video  girati  nelle scorse settimane, ed è in questa occasione che Em. inizia a parlare del processo, da un lato è molto fiduciosa perché ha fatto grandi progressi durante  la  permanenza  in  Carcere ma  dall’altro  è  sicura  di  non  voler accettare un  tipo di progetto che preveda  la comunità;  suo padre non vuole che lei vada in comunità ed in generale anche lei preferisce il car‐cere alla comunità (che in passato ha già sperimentato), ci dice chiara‐mente che se deve scontare una pena è giusto per lei passarla in carcere ed  uscire  “pulita”,  senza  sconti,  lei  ha  commesso  un  errore  ed  è d’accordo sulla punizione, ma non in comunità. R. vedendo che Em. si confida con noi, ci racconta piccole cose su di lei, tra cui che è sposata, ma nulla più. Concludiamo con un giro di belle no‐tizie e queste ragazze dicono che è stato fantastico poter giocare, cosa che non fanno mai! 

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23 maggio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 23‐5 2007 Ore: 15‐30/ 17‐00 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Materiali utilizzati: palline, rola‐bola, nastri, lycra, piattini, clave, diablo, micromagia. Ragazzi presenti: 7 ‐ MS (Marocco), MB‐Brillantina (Tunisia), ma solo per salutarci, Ga. (Cinese), Ab (Marocco), Ra. (Marocco), El. (Ungheria), Cr. (Italia) Attività svolta: giocoleria  

Relazione di Aureola

Come ogni mercoledì ci riuniamo in equipe prima di andare al Ferrante. Maggiolina che al mattino ha partecipato alla riunione “Stop & Go” sul Levante ci fa un quadro tutt’altro che allegro della situazione. A quanto 

 pare c’è nuovamente tensione, i ragazzi sono ancora più demotivati e cisono lotte interne anche tra le stesse nazionalità. Decidiamo un programma tranquillo e aspettiamo di vedere cosa suc‐cederà. Al nostro arrivo i ragazzi ci accolgono con entusiasmo. Ab. che parla so‐lo arabo o spagnolo mi chiede di fargli delle foto mentre fa attività per‐ché  così  le manda ai  suoi genitori. Mi dice  che  tra poco  lo verranno a chiamare perché finalmente dopo tre anni potrà telefonare a casa.  Iniziamo a giocare con le foto, si mettono in posa, si provano i vari at‐trezzi, nel frattempo imparano cose nuove. MS. per la prima volta impara a giocolare con tre palline, è visibilmente soddisfatto. Ma dopo un po’ si stanca. Colgo l’occasione per fargli notare che questa mancanza di concentrazione poi la riporterà nella vita, e che passare da una attività all’altra è indice di insoddisfazione. La giocoleria è allenamento e Smilzo conferma che ogni giorno si allena almeno due ore pera vere buoni risultati. 

cchino cheAb. il maro  parla spagnolo prova di tutto, con scarsi risultati, ma almeno ci mette la buona volontà. MB. detto Brillantina per i suoi capelli pieni di gel ci lascia, ha il labora‐torio di falegnameria nella nostra stessa ora e, anche se a malincuore va via. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Ab. va a telefonare, quando torna mi racconta con una grande gioia ne‐iuta,  che  gli  ha 

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gli  occhi  che ha parlato  con  sua  sorella,  che  lei  è  crescdetto di comportarsi bene. E’ veramente felice. MS. gioca con Maggiolina facendole le treccine ai capelli. Inizia il laboratorio di magia (è sempre il loro preferito) e avviene il mi‐racolo: per la prima volta si coinvolge anche Cr., il ragazzo italiano che non ha mai voluto partecipare alle nostre attività.  Fa il gioco dei bussolotti, e quello del libro magico e soprattutto ride e sembra per la prima volta rilassato. El. si diverte col diablo e poi fa una grande rappresentazione con il libro magico. Tutti rimangono stupiti dal cestino a scomparti. 

 La magia  li  attrae  tantissimo,  è  sempre così  coi  ragazzi maschi,  anchefuori dal carcere. Viene attratto anche Ra. che  fino a quel momento aveva giocato a cal‐cetto, il cestino magico è irresistibile. Il ragazzo cinese, G. si diverte con tutti gli strumenti, dalla giocoleria al‐la magia,  insegna a Geppetto e  a Maggiolina a  tirare  su  con  il  piede  il 

 diablo. E’ riflessivo e calmo, prova gli attrezzi con attenzione e insiste, èsempre sorridente, gentile, disponibile. 

obbiamo andar via. I ragazzi si attar‐ è difficile smettere di giocare. 

Arrivano velocemente le 17.00 e ddano e noi pure, quando si sta beneAbbiamo lavorato benissimo oggi! 

6 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 06‐06‐07 Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Pepita, Donji e Smilzo Ragazzi: 7 Attività svolta: costruzione delle palline da giocoleria, giochi con la palla Materiale usato: palline, Diablo 

Relazione di Smilzo

Partiamo già con  le  idee chiare,  l’altra settimana avevamo proposto ai ragazzi la costruzione delle palline e loro avevano accettato. Così dopo aver preparato palloncini e riso, pronti si parte. 

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Arriviamo puntuali alle 15.30 e pensavamo di trovare i ragazzi già den‐

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tro,  così  siamo riusciti a nascondere  la pallina del  calcio balilla e a  si‐stemare i tavoli per dar spazio alla creazione delle palline. Dopo i saluti e le presentazioni di Donji iniziamo a spiegare cosa avre‐mo  fatto  durante  la  nostra  ora  e mezza.  Sembrano  un  po’  sorpresi  e fanno finta di non ricordarsi che dovevamo costruire le palline, così do‐po una breve spiegazione di quello che si era deciso nello scorso incon‐tro da parte di Pepita tutti sono d’accordo, così iniziamo. Smilzo e Pepi‐ta prendono  in mano  la  situazione,  spiegano  e  costruiscono  le  palline insieme a M., K., A., Me. e R. El. è alle prese col diablo così Donji lo affianca nell’allenamento mentre Ab. non se la sente di far nulla e rimane seduto. La creazione delle palline è durata molto poco, infatti M. dopo aver cre‐ato un mini‐pallina  la usa  come pallina  sostitutiva per  il  calcio balilla. Vedo che R. confabula con la guarda per la richiesta della pallina, Smilzo non fa in tempo ad intervenire che la guarda va via e ritorna dopo qual‐che minuto con una pallina nuova che finisce subito nelle mani dei ra‐gazzi.  Così  Donji  e  Smilzo  dopo  ripetuti  interventi  di  dissuasione  dal gioco decidono di  sfidare R. e A. con  la speranza di vincere e di  inter‐rompere il gioco, intanto Pepita insegna la tecnica con due palline ad M. e K. Ogni tanto i ragazzi escono per telefonare e vanno ai colloqui. R. e A.  vincono e  abbandonano  la partita,  così Pepita propone  il  gioco  che avevano fatto l’altra volta con la palla, stavolta con una palla fatta di ri‐so. La cosa dopo molti tentativi va in porto. Si gioca per un po’, poi però qualcuno molla, il gioco stanca e appena si inizia a sudare i ragazzi mol‐lano. Così riprendono i vari allenamenti singoli con la giocoleria e tutto d’un tratto loro propongo un gioco divertente, difficile e rilassante, ma non per chi sta al centro. Un gruppo sta seduto fuori  formando un bel cerchio e uno sta al centro e deve riuscire a prendere la pallina che gli altri dovevano passare. Arriva il momento dei saluti, il laboratorio è fi‐nito anche stavolta. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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13 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 13/06/07 15.30‐17.00 RAGAZZI PRESENTI: 6 Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria Attività svolte: calcetto e preparazione spettacolo 

Relazione di Geppetto

Dagli incontri con gli operatori del Ferrante pare che questo sia  un pe‐riodo difficile per i ragazzi, molti di loro hanno pene molto lunghe e re‐agiscono in modo negativo e talvolta aggressivo alle proposte di attivi‐tà. Sino ad ora da noi a CircoStanza non si sono verificati eventi negati‐vi,  i  ragazzi vivono alti e bassi ma con noi sanno di poter  liberamente esprimere  il  loro  stato  d’animo,  partecipando  chi  più  o  chi meno  alle nostre attività, ma comunque assorbendo i nostri messaggi e valori os‐servando cosa combiniamo come circo‐clown. Abbiamo deciso che necessitano di essere più stimolati a mettere a frut‐to le cose acquisite in questi mesi con noi per cui elaboriamo una scalet‐

ensi e lasciando spa‐aggi. 

ta di uno spettacolo, individuando vari numeri circzi per: il nome dello spettacolo e il ruolo dei personArriviamo ed i ragazzi ci raggiungono quasi subito. MS. è molto cupo, le sue braccia sono piene di tagli e bruciature di siga‐rette e ci fanno ben capire il suo stato d’animo. Rimango molto colpito dai suoi occhi persi e gonfi, l’agente lo chiama: non può partecipare alle attività perché questa mattina non è sceso a lavorare. Anche gli altri non sono di umore buono, ma riusciamo ad agganciarli 

 con una partita  a  calcio  clown ovvero una  sorta  di  calcetto  in  cui  pergiocare occorre stare abbracciati, ci giocano quasi tutti.  Dopo averli fatti sfogare un bel po’ ed esserci distrutti fisicamente, pro‐poniamo  decisi  l’idea  dello  spettacolo,  che  i  ragazzi  accolgono.  Discu‐tiamo sul nome da dare allo spettacolo, su chi farà cosa e sulle musiche da mettere in sottofondo ai numeri, tutti sono coinvolti e molto parteci‐pi, ma in un men che non si dica sono le 17.00. Occorrerà continuare la prossima volta perché presto si andrà in scena. 

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20 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 20‐06‐07 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria Attività svolte: foto, magie, acrobatica Ragazzi presenti: 5 (4 marocchini e 1 slavo) 

Relazione di Aureola

Alla riunione Stop & Go apprendiamo che la situazione è tesa e che c’è stata un lite tra MS. e Ab. 

 Arriviamo e MB, Brillantina ci saluta sempre con tanto affetto e poi vaall’attività di Falegnameria. I ragazzi stanno finendo una partita a calcetto, ma quando ci vedono 

. dicono: “Ok finiamo e arriviamo subito”. Sia Me. che MS. sono giù di morale e dicono di stare male fisicamenteDo a MS. una lettera che gli ho scritto, dove gli ricordo che gli voglio 

 bene e che può reagire cambiando il suo pensiero e diventando piùpositivo. 

ve tanto perché li invoglia a fare Ho la macchina fotografica che serattività per essere ripresi e questo li fa sentire più gratificati. MS. Si isola e legge la mia lettera.  

le Io faccio una ripresa a R. con il libro magico. El. fa lo sbruffone, lui vuofarsi vedere superiore e fa attività come se sapesse già fare tutto. MS. Ha finito di leggere la lettera, mi chiama e mi chiede di fargli una foto da mandare a sua nonna. In realtà ha voglia di parlare, di sfogarsi e 

oso e o. 

mi racconta cosa è successo la settimana scorsa. Mi dice che è nervpreoccupato per il processo e ha paura di dover restare a lungo dentrGli dico di avere fiducia e di prendere questa esperienza come un insegnamento e che la cosa più importante è che prima o poi uscirà e questa esperienza che lo avrà segnato potrà essere un punto a suo favore. Gli parlo del “guardare oltre”. E poi gli chiedo se ha una “parola d’onore”, indicandogli le innumerevoli ferite che ha sulle braccia e le cicatrici dei mozziconi di sigaretta che si è spento sul braccio, gli chiedo di promettermi che non si farà più del male. Glielo chiedo come una 

o mamma che ha a cuore il futuro di suo figlio. Rimane un po’ pensierose poi mi dice. “te lo prometto!” Dopo questo momento inizia a giocare e a divertirsi con tutti gli altri, prende le palline e giocola. 

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Relazioni Circostanza, anno 200

Me. mi dice che al processo sono venuti i suoi genitori e che non li vedeva da un anno e mezzo e che è stato felice, anche se non sa se riuscirà ad uscire, ci spera tanto. Si saprà tra qualche giorno la 

 a fare 

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sentenza.  Anche lui, dopo un momento di abbattimento prendeacrobatica e si coinvolge come al solito. El. fa sempre l’isolato, ma quando vede che sono gli altri a farsi riprendere, anche lui vuole partecipare. Parlo con Ab., il quale mi racconta della lite con MS. e mi dice che è preoccupato perché gli hanno sbagliato il documento e lui che dice di avere 16 anni e mezzo, in realtà risulta averne 21 e deve passare alle 

e , Vallette. Ab. tende sempre a prendersi del mat riale non autorizzatobisogna tenerlo sempre un po’ d’occhio. Con l’acrobatica si coinvolgono tutti e il tempo passa velocemente e attivamente. 

22 Giugno 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 22‐6‐07 ORARIO: 15.30 – 17.OO Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto Ragazze: 7 (2 rom slave e 5 rom rumene) Materiali utilizzati: foto e video, musica, palline giocoleria + bandiere 

Relazione di Maggiolina

Venerdì in seguito ad una riunione di valutazione con la Vice direttrice del  carcere,  veniamo avvisate  che uno dei  ragazzi  che  ci  ha  accompa‐gnato per tutti questi mesi, sta per uscire libero. I suoi genitori lo stan‐no aspettando e molto probabilmente lo porteranno con loro in Maroc‐

uco. Finita la riunione aspettiamo d nque che Me. scenda dalla sezione, sentiamo che scende le scale e felice saluta i compagni. Ci  vede, non se  lo aspetta,  sgrana gli  occhi  e dice:  ”ZIAAAA!”  vedendo Aureola,  la  stritola  in  un  abbraccio,  un  abbraccio  carico  di  affetto,  ri‐spetto, condivisione e mille altre sfumature. La stessa cosa si ripete con me che a fatica trattengo le lacrime di gioia. Non sarà  la stessa cosa mercoledì senza di  lui, Me.,  il mago,  il  ragazzo sorridente, ma  chissà  quanti  altri Me.  incontreremo  nelle  CircoStanza del domani. Con Me. CircoStanza ha fatto centro,  lui con i clown ha ri‐trovato un po’  di  allegria,  di  positività, di  energia,  anche nei momenti più neri e oscuri. Me.  si  è messo  in gioco, ha  imparato a giocolare ma soprattutto è diventato un mago, un piccolo grande mago clown! 

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Ed ora le CircoStanza della sua vita stanno f nalmente cambiando, spe‐riamo in meglio. buon cammino Me.! Saliamo  nella  sezione  femminile,  luminosa  e  colorata,  visibilmente  e‐mozionate.  Le  ragazze  ci  accolgono  con  grande  energia,  dopo mesi  di solitudine Em. ora ha sei compagne e quindi tutte le gioie ed i dolori che ne  derivano.   Non  essendo più  al  centro  della  attenzione Em.  assume atteggiamenti  di  gelosia,  a  tratti  appare  scontrosa  e  capricciosa,  ma crediamo che questi atteggiamenti siano nella norma, tipici di qualsiasi adolescente e ai quali come equipe abbiamo deciso di non dare troppo peso. Le ragazze sono entusiaste perché la volta scorsa con Smilzo ed Aureola si sono divertite un sacco con la giocoleria e la musica, come si dice in gergo  educativo:  sono  “agganciate!”  Ovvero  pur  avendoci  presentato queste nuove ragazze come delle “piccole scimmiotte” scatenate, senza regole, igiene, interessi ed educazione, sembra che come al solito il cir‐co  faccia  la magia, per cui anche  in questo secondo venerdì di attività con  loro,  tra  danza  e  balli  popolari  riusciamo  a  fare  giochi  di  fiducia, giochi di  sintonia,  giocoleria e cerchio  finale di apprezzamenti del po‐meriggio. Incredibile! 

27 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 27‐06‐07 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza:  Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria Attività svolte: giochi e attrezzi di giocoleria Ragazzi presenti: 4 

Relazione di Pepita

Dopo un primo momento di saluti a cui ha partecipato anche MB., Bril‐lantina venuto come fa sempre, a salutarci e tenerci informati sulla sua condizione  fisica  e morale,  ho  dato  la  lettera  di  Aureola  a MS.  Mi  ha chiesto se io l’avevo letta. Gli ho risposto di no, per cui mi ha chiesto se la leggevamo insieme. Così abbiamo fatto. Seduti accanto sul tavolo ab‐biamo letto insieme senza parlare. Mi ha chiesto di ringraziare Aureola ed è stato molto contento di ricevere le sue parole.  Ad un certo punto ha sorriso, ma non mi ha voluto spiegare il perché, agganciandosi alla lettera mi ha parlato della sua situazione giudiziaria in questo momento per cui il suo morale è a terra. Presto avrà un collo‐

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

quio e se tutto va bene andrà in comunità, ma la prospettiva è un anno e mezzo e se va male 4 anni. Mi dice che ha tante denunce e che sette so‐no state  fatte da un altro  ragazzo del gruppo, Ab.  tutte per  lesioni. La cosa che mi preoccupa di più è la forte aggressività che ha nei confronti di quest’ultimo e dice che se il colloquio andrà male gliela farà pagare. Nonostante  io gli dica che non risolverà nulla, dice che per  lo meno si sfoga perché si sta trattenendo troppo. Mi dice che lui è un ragazzo ag‐gressivo e che sta cercando di non esserlo, ma ogni volta che lo diventa è  solo  perché  pensa  di  avere  ragione,  e  vuole  “giustizia”. Mi  racconta che la settimana prima Ab. mentre lui dormiva per nessun motivo lo ha morso e lui nel sonno , non capendo cosa faceva, lo ha colpito. Ab. lo ha denunciato ed è finito lui in isolamento. Continua a dirmi che lui ha ra‐gione e vuole giustizia che sta cercando di stare tranquillo, ma è troppo dura. Cerco di rimandargli il fatto che io vedo in lui anche altro: un ra‐

 

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MS. commenta: “Ma sono proprio sfigato! Mi esce sempre la stessa car‐ta”, è una piccola cosa, ma sembra irritato davvero.  Si riparte con gli attrezzi, El. prende il Diablo insieme a Smilzo. MS. ri‐prova per un poco con le palline, R. e Ab. ascoltano la musica e si eserci‐tano con le magie. El. prova anche con il rola‐bola, ma afferma che è im‐possibile, perché si scivola su quel pavimento, provo a dirgli che il lavo‐

gazzo con uno sguardo dolce che è capace di essere affettuoso e che ègiovane e ha un futuro davanti.  Entra El. e l’agente chiama MS., mi saluta ed esce, tornerà dopo 15 mi‐nuti circa, inizierà a giocare con le palline e per un poco a fare passing. Intanto vedo Maggiolina che cerca di organizzare  i numeri da  filmare, Me. non c’è più (e si sente) così cerca di ridistribuire i numeri. R. pro‐pone di non filmare la prossima settimana perché dovrebbero arrivare altri due ragazzi che lui conosce, chiede di aspettarli, che ci penserà lui a spiegare loro la nostra attività, così da poterli coinvolgere nel migliore dei modi. Così decidiamo di posticipare. Quando  ci  sono  tutti  ,  ci  sediamo  al  tavolo  e  proponiamo  il  gioco  di sguardi  “l’assassino”…  beh!  Il  nome  scatena  subito  delle  reazioni  tipo quella di MS. che dice “NO! NO! non voglio mica farmi altri 100 anni qui dentro”. Spiegare il gioco non è semplice, non c’è nessuno che ti guarda, ognuno ha gli occhi altrove.  Parte il primo giro di prova, il secondo, insomma, MS. dice più volte che gli altri due non capiscono nulla né in italiano né in arabo. Dopo un po’ 

 entriamo nel gioco e  ci divertiamo,  in particolare mi  sembra divertitoEl. che nonostante i suoi commenti iniziali poi partecipa a tutto. 

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ro  sta  nell’allenarsi,  ma mi  risponde  a  brutte  parole,  chiedendomi  se non  capisco  l’italiano. Purtroppo  io non  so  andarci  così non posso di‐mostrare, Smilzo è alle prese con la magia con Ab., meno male che giun‐ge  super  Maggiolina,  che  senza  aver  sentito  nulla  sale  sul  rola‐bola 

to ci ri

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tranquilla e riesce, El. osserva e non dice nulla, ma a questo pun ‐prova. A questo punto sono ormai le 17.00, arriva l’agente con MB. Brillantina. Salutiamo tutti. 

29 Giugno 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 29‐6‐07  Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Pepita, Maggiolina  + 2 tirocinanti del Ferrante Ragazze presenti: 8 Materiale: Giocoleria, musica Attività svolta: Giocoleria, costumi, danza 

Relazione di Maggiolina

Arriviamo al Ferrante e incontriamo l’educatrice che ci dice che saran‐no  presenti  anche  due  tirocinanti  alla  nostra  attività.  Entriamo,  le  ra‐gazze arrivano, sono otto,  piene di energia e con un sorriso smagliante. Saluto e chiedo il nome a tutte. Em. quando arriva è dolorante e con una faccina proprio giù, rispettiamo questo suo stato e rimane quasi tutto il tempo vicino alla musica, dico quasi perché poi gli ultimi 10 minuti si scatena con il devilstick. Curiose come sempre controllano il materiale che abbiamo e qualcuna inizia a giocolare. A. mi chiede subito se proviamo a fare tre palline in due. Sistemiamo la musica e partiamo con il Cerchio della musica, loro ballano scatenate e allo stop bisogna entrare nel cerchio. Prima senza eliminazione, chi rimane fuori dovrà ballare davanti alle altre, poi vin‐cerà una solo di loro. Partecipano animatamente anche le due tirocinan‐ti, una delle quali bara palesemente portandosi dietro il cerchio. Forse bisognerebbe dare il buon esempio, ma quel suo barare cosi spudorato 

 è  talmente evidente che  le  ragazze  la rimproverano più di una volta ecosì loro spontaneamente rispettano maggiormente il gioco. Dopo di che stremate dal ballo facciamo un bel giro per dirci le cose bel‐le della settimana sedute in cerchio. Non raccontano molto, qualcuno ha qualche lettera ricevuta che vuole tenere nascosta, un’altra la lettera del 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

marito,  altre  nulla,  ma  neanche  qualcosa  di  brutto,  altre  dicono  che l’attività con noi è il momento più bello. Sottolineiamo come hanno tut‐

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te un bel sorriso e tanta energia e quindi l’importante è avere lo spirito positivo. Tiriamo  fuori  il  tulle  e  immaginiamo  di  essere  creta  nelle mani  delle compagne, bambole con colori meravigliosi da poter muovere e vestire. Sono molto più attente le coppie formate da una di noi o le tirocinanti in coppia, ma tutte partecipano e nel momento in cui si decide di far sfila‐re le bambole di creta si preparano tutte e sono bellissime. Ripartiamo  con  gli  attrezzi  circensi,  li  provano  tutte,  chi  insiste  sulle palline pur dicendo che non ce la farà mai, chi sui devilstick , chi i nastri. Mettiamo  la musica di Laura Pausini e per un attimo si  fermano ad a‐scoltare e cantare le canzoni d’amore, ad una ragazza vengono gli occhi lucidi. Rispettiamo questo momento, ma poi ci salutiamo in grinta con Kalashnicov ( si scriverà così?), tutte in cerchio , Em. in mezzo che vuole a  tutti  i  costi  essere  al  centro dell’attenzione.  Tutte  ballano  e  si  sente una gran bella energia. Arriva  l’agente,  salutiamo  le  ragazze, mettiamo  tutto  in ordine. Pepita annuncia  a malincuore  che  non  farà  più  parte  di  questo  progetto…un ulteriore bacio. 

4 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante DATA  4‐7‐07 Ore: 15.30‐17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Pepita, Smilzo. Aureola Ragazzi presenti: 5   (tutti stranieri: 4 Marocco, 1 Rom Ungheria) Attività svolta: Giochi di squadra – acrobatica – magia – Foto/video Abbiamo iniziato con i giochi di squadra che hanno coinvolto subito tutti tranne M. Hanno giocato volentieri e prediligevano il dividersi in squadra. Strumenti usati: Diablo, palline 

Relazione di Aureola e Smilzo

L’atmosfera  era  “distratta”: MS.  non  voleva  fare  nulla  e  si  dimostrava insofferente e sofferente. Yu, appena entrato ha dichiarato che niente lo avrebbe interessato. 

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Al partire dei giochi di squadra al quale abbiamo iniziato a giocare noi e Ab., si sono coinvolti a giro tutti, tranne MS.  Il giocare li ha “attivati” e hanno partecipato sia a “Scalpo” (che sembra essere il preferito), sia a “Bandiera”, sia a “Gatto e Topo” Yu. ha inizialmente rifiutato tutto, poi, dopo il gioco iniziale si è un po’ interessato alla Magia e ha preso in mano in mano palline e Diablo. MS. è rimasto interessato solo alla musica. Poi, quando gli abbiamo fatto vedere  il  Power Point  sul  Ferrante  che  lo  riguardava, ha  iniziato  a  ri‐

 prendersi, si è commosso a vedere le sue parole scritte e ha accennatoun paio di sorrisi. L’acrobatica ha coinvolto El. e anche Ab. quest’ultimo più per essere fo‐tografato che per l’abilità in sé di imparare cose nuove. Il dare  il via al gioco dello Scalpo anche senza chiedere  loro espressa‐mente di giocare è stato vincente. In questo senso il fatto che fossimo 3 è  stato positivo, perché  facevamo  “numero” e questo  li ha  invogliati  a partecipare e  anche E.  che  inizialmente ha detto di non voler giocare, vedendo che ci divertivamo ha partecipato. Mi è dispiaciuto vedere M. Brillantina così abbattuto. Il fatto che avesse le  cuffiette  del  walkman  alle  orecchie  era  già  significativo  della  sua chiusura.  Il nuovo ragazzo, Yu. è del genere che non vuole farsi vedere interessa‐

 to, fa un po’ il gradasso… ma pian piano era lui stesso che si avvicinava,provava gli attrezzi, chiedeva. Ab. La prossima settimana ha il processo, probabilmente andrà alle Val‐lette,  la cosa in assoluto che lo ha interessato di più sono state le foto, anche se talvolta anche senza foto provava qualche strumento di gioco‐leria. R.. con lui si è creata la relazione e anche se non brilla per interesse. Mi ha fatto piacere vedere Smilzo interagire con E. Che questa volta tra un “io so già  fare tutto” e un “non ho bisogno io…” ha fatto esercizi di acrobatica  con  una  certa  attenzione.  Di  certo  è  una mina  vagante…  o una bomba ad orologeria. C’è da augurarsi che nessuno lo prenda di mi‐ra o credo che si gonfierebbe come un gallo. Smilzo: Già da appena entrati sapevo a cosa stavo andando incontro e dalla settimana prima mi stavo preparando a superare il problema. Par‐lo di E. che ha un caratterino che non mi va proprio a genio, è riuscito a mettermi in crisi e la cosa mi ha stimolato a pensare a me, a come do‐vrei  pormi,  a  come  dovrei  comportarmi  in  queste  situazioni.  E.  oggi 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

sembra di ottimo umore, Io ed E. nonostante oggi collaboriamo col dia‐blo e con i piatti cinesi usati però come un freesby. Stavolta ci divertia‐mo parecchio,  ho  imparato  ad  affrontare  la  cosa,  a  rispondere  al mo‐mento giusto e nel modo giusto, creo che lui si sia accorto del mio cam‐biamento, e se fosse così sarei proprio contento. Ci cimentiamo addirit‐tura con l'acrobatica e dopo qualche esercizio con gli altri, propongo ad El. la colonna a due, ossia lui sulle mie spalle. Non ci pensa più di tanto e sale! 

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11 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 11‐7‐07 Ore: 15.3017.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 3 (2 marocchini e 1 rumeno) Attività svolta: Giocoleria e spettacolo, trucco, vestiti, spettacolo. Coinvolgimento dei ragazzi nello spettacolo Strumenti usati: Devilstick, diablo, palline. Trucchi, parrucche, cappelli 

Relazione di Aureola

Grado di attenzione: Ottimo sempre Quando siamo arrivati prima che gli agenti ci aprissero abbiamo assisti‐to ad un diverbio tra El., ragazzo rom ungherese e Yu. il ragazzo maroc‐

 chino  che  è  arrivato  al  Levante  la  scorsa  settimana. Risultato? Tutti  edue sono stati portati via. Così in attività c’erano 3 ragazzi: MS., Ra, e Ma. un ragazzo rumeno nuo‐vo. L’atmosfera è stata da subito rilassata e allegra. MS. era di ottimo umo‐

apeuti‐re, il 17/7 avrà l’appello e forse lo mandano in una comunità terca. Abbiamo giocato e scherzato da subito.  Ma. si è dimostrato interessato a tutti i giochi e anche socievole.  Ra.  era  raggiante,  sfoggiava  scarpe,  pantaloni  e  maglietta  nuova.  Gli chiedo chi gliele ha portate e mi dice che sono arrivati i suoi genitori dal Marocco. Di solito non partecipa molto alle attività, invece oggi si mette a provare il  devilstick  con Maggiolina  con  impegno. Mentre  ci  si  prepara  per  lo spettacolo che abbiamo deciso di fare per loro, MS. scherza, io indosso una parrucca rasta e iniziamo a ballare con la musica di Bob Marley. 

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MS. ci trucca (si  fa per dire) e Maggiolina, poi mette  lui stesso un cap‐ 

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pello  Borsalino.  Geppetto  e  Smilzo  si  preparano.  Ma.  prova  un  po’  distrumenti: dal devilstick alle palline passando per il Diablo. Inizia lo spettacolo: Smilzo si cimenta con le clave, poi Geppetto e Smil‐zo  coinvolgono MS.  e Ma.  in un gioco di  abilità.  I  ragazzi partecipano, stanno al gioco, si divertono e noi pure. Pepita  fa  il  suo numero di mimo e subito dopo Geppetto e Maggiolina coinvolgendo  MS.  e  Ma.  fanno  il  numero  dell’equilibrista  sul  filo  che stende la biancheria. Si conclude con la tecnica dello schiaffo + chapa‐chapa insegnato in due minuti a Moh. Che fa la sfida con Aureola con parrucca rasta… Geppetto gli insegna la tecnica del pugno e … lo spettacolo è finito e le 17.00 sono passate… Ci abbracciamo perché se tutto va bene, la prossima settimana M. non ci sarà più. L’atmosfera è davvero rilassata e penso che … meno male per‐ché quando torneranno nelle celle ci sarà la tensione del litigio del po‐meriggio. Ma mi  piace  pensare  che  gli  effetti  del  buon  umore  di  oggi siano duraturi e se li portino dietro, rilassando anche gli altri compagni. 

18 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante DATA  18‐7‐07 Operatori CircoStanza: Aureola, Pepita, Smilzo Ragazzi presenti: 4 (3 marocchini e 1 rumeno) Attività svolta: Gioco di carte + giocoleria  Obiettivi/risultati educativi‐artistici: Devilstick: insegnato il movimento base più i passaggi a 2 e a 4; Cerchi: passaggio a due; Piatto cinese: insegnato movimento base;  Strumenti usati: Devilstick, piatti cinesi, cerchi. Carte da gioco 

Relazione di Aureola e Smilzo

Il caldo oggi era insopportabile, 35°, e appena con il minimo movimento ci si stancava e si sudava. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di portare  tra gli  attrezzi un mazzo di carte, per  restare più  fermi e  fare meno movimento possibile. In realtà i due ragazzi, Ab. e M volevano fa‐re attività di giocoleria e quindi abbiamo iniziato a far vedere ad Ab. Il funzionamento dei piatti  cinesi  e  a M.  il  funzionamento del devilstick. Quest’ultimo era veramente molto ben preso, tanto che in un momento 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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di entusiasmo ci ha detto: “A me piace veramente troppo questa attivi‐tà! Si imparano cose bellissime!”  Ab. È stato meno condizionato dalle foto (ne vuole sempre fare un sacco e poi ti pressa per ricordarti di portargliele ) e ha voluto imparare sia i piatti cinesi,  sia  i passaggi con  il devilstick,  tanto che  in 4 si sono fatti passaggi e per quasi tutto il tempo dell’attività. R. si è coinvolto solo alla fine quando gli abbiamo proposto di giocare a carte. Ci ha insegnato un gioco marocchino che si chiama “Ronda”, una specie di “Scopa” sempli‐ficata. Abbiamo giocato R, io e Smilzo e poi anche Ab.  Non c’è stato verso di coinvolgere Y. a dire il vero non ci abbiamo pro‐vato perché avrebbe richiesto molte energie e lui sembrava veramente molto scontroso. Ha giocato a calcetto con R. e tranne guardare la musi‐ca e alla fine le foto al PC non ha voluto mai partecipare a nulla. 

 Ha  un  atteggiamento  strafottente,  poco  rispettoso  e  ci  lancia  sguardiminacciosi..  Durante il laboratorio è arrivato un nuovo agente proveniente dal car‐cere di Treviso: G,   ha un atteggiamento simpatico e amichevole con  i ragazzi.  

20 Luglio 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 20‐7‐07 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto Ragazze presenti: 8 (4 ragazze rom slave e 4 rumene) Attività svolta: Giocoleria, Uniciclo, trucco clown, giochi cooperativi con la corda Obiettivi/risultati educativi‐artistici: momento di complicità tra le ragazze e Maggiolina in cui si è parlato a piccoli gruppetti di come ci prendiamo cura di noi, come abbellire ed accudire il proprio, e come con un trucco artistico/clown molto colorato ci si senta subito di buon umore. Giocoleria: alcune delle ragazze richiedono di potersi allenare con le palline e con altri attrezzi da giocoleria Strumenti usati: Devilstick, diablo, palline, uniciclo, trucchi, musica clown, uniciclo 

Relazione di Maggiolina

Ragazze rumene: sconfortate dal fatto che (per scelta di equipe) non ci fosse la loro musica (rumena) che nei precedenti 2 incontri si era dimo‐strata uno strumento molto valido ma anche un’arma a doppio taglio in 

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quanto alcune canzoni, probabilmente dai testi molto significativi, han‐

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no portato le ragazze a chiudersi ed a piangere senza però darci modo di condividere e capire il loro stato d’animo. Il grado di attenzione, superato un primo momento, è stato alto, a tratti altissimo ed il clima si è mantenuto dinamico ed allegro per tutto il la‐boratorio. 

l i mod

Ciò che ha maggiormente incuriosito  e ragazze è stato l’uniciclo e il po‐ter essere truccate ed a loro volta truccare o colorato e gioioso. Ci  siamo  dimostrati  molto  sicuri  di  noi,  soprattutto  nell’affrontare  il perché non avevamo musica rumena. Ci siamo divertiti noi in primo luogo trasmettendo energie e calore alle ragazze in ogni minimo gesto e parola. 

25 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 25‐7‐ 07 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo Ragazzi presenti: 5 (1 tunisino, 3 marocchini, 1 rumeno) Attivita' svolta: Giocoleria Strumenti usati: palline. Grado di attenzione: oggi erano tutti svogliati e stanchi per il troppo caldo, tranne il nuovo ragazzo rumeno 

Relazione di Aureola

ivendo una lettera con Ah. sembrano molto presi Arriviamo e Ra. sta scrnell’attività.  E’ tornato Brillantina! 

 MS. è sceso, ha un occhio pesto, il braccio fasciato. L’agente ci dice che siè inciso sul braccio la scritta. “In galera per sempre”. Il giudice non ha accettato il progetto per mandarlo in una comunità te‐

 rapeutica e lo ha messo sotto osservazione per tre mesi, riservandosi didecidere dopo. MS. non ha reagito bene ed ecco il risultato. Dato che è rimasto fino al nostro arrivo, gli parlo e gli spiego  la situa‐zione, gli dico che il progetto non è stato accettato probabilmente per‐ché lui ha dimostrato alti e bassi di umore e anche di poter essere peri‐coloso per se stesso. Sento che mi ascolta, anche se è molto giù. Gli suggerisco di avere un comportamento più equilibrato per poter a‐vere una buona relazione dagli educatori nei prossimi mesi. Mi dice che 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

 

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andrà  in  cella  perché ha mal di  testa  forte  e  sta male,  ripromette  che tornerà la prossima settimana. Brillantina  è molto  contento della  lettera  che  gli  ha  lasciato  Pepita,  la rilegge due o tre volte. Smilzo insegna a giocolare con tre palline a R. e lui impara subito. Io inizio una partita a Ronda con Ra. e Ah. Fa talmen‐te caldo che appena ci si muove si suda. Siamo anche senza musica e senza PC. Oggi  l’attività non è particolar‐mente brillante, ma i ragazzi stanno bene con noi e l’atmosfera è serena anche se non particolarmente attiva. 

29 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 29‐8‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina Ragazzi presenti: 8 (magrebini, rumeni, albanesi )  Attività svolta: Giocoleria Metodo/tecnica : Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, kiwido, bandiere, impianto audio, rola‐bola 

Relazione di Geppetto e Maggiolina

Grado di attenzione: Inizialmente basso tra i nuovi ragazzi facenti parte del gruppo, mentre accoglienza entusiasta da parte dei ragazzi che già ci conoscono. In generale oggi il grado di attenzione è stato altalenante con picchi di attenzione molto alta quando i ragazzi vengono seguiti a livello individuale. Vedere noi sperimentare i vari strumenti di giocoleria ha portato i ra‐gazzi  nuovi  a  voler  provare  ed  i  ragazzi  veterani  a  far  vedere  le  loro competenze acquisite. Nessuno dei  ragazzi si è dimostrato  indifferente alle attività proposte, anzi ognuno si è pian piano avvicinato a noi ed alle attività nel momen‐to in cui desiderava. Inizialmente un gruppo di ragazzi , quasi tutti nuo‐vi, si è concentrato sul calcetto, ma man mano stufandosi di tale gioco e vedendo  gli  altri  ragazzi  sperimentarsi  con  la  giocoleria,  il  calcetto  è stato abbandonato. Alcuni dei ” vecchi” ci trasmettono il loro desiderio di parlare, di sederci e chiacchierare; riusciamo a trovare un compromesso proponendo loro di  allenarci mentre  ci  raccontano  il  loro ultimo periodo  in  carcere. Al momento  la prevalenza a  livello di etnia è dell’est,  i ragazzi magrebini 

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sono in minoranza , ma fra i due gruppi durante la nostra attività il cli‐ma è sempre stato buono, i ragazzi interagiscono, comunicano e gioca‐no con piacere. 

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3 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 3‐9‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina Ragazze presenti: 13 (rom slave e rumene) Attività svolta: Giochi Improvvisazione teatrale con tessuti vari e cappelli (sfilata di moda clown con presentazione) , Dinamiche creazione gruppo, Giocoleria Metodo/tecnica : Stimolazione della fantasia e della creatività creando abiti clown con stoffe di vario genere e colore, Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo. Strumenti usati: Cappelli clown e parrucche, occhialini clown, stoffe varie / tulle colorato, Palline, Devilstick, diablo, impianto audio. Le ragazze si sono premurate di chiedere se le stoffe ed i cappelli erano stati usati da altri e se fossero stati lavati (essendo da un po’ che si lavora con loro sulla tematica dell’igiene personale). 

Relazione di Geppetto e Magiolina

Le ragazze ci hanno accolto con una ventata di entusiasmo e di energia molto alti, sia quelle già conosciute sia i nuovi ingressi. Dopo un veloce giro di saluti e presentazioni, baci e abbracci informale le tutte le ragaz‐ze  si  sono  lasciate  coinvolgere  nelle  attività  programmate,  tra  cui  la creazione  di  una  sfilata  di  personaggi  buffi.  Tutte,  in  un  modo  o nell’altro, hanno partecipato e si sono divertite. Il grado di attenzione e concentrazione è stato, a mio parere, più elevato delle scorse volte ed il desiderio di “fare” e sperimentare è molto aumentato, soprattutto per‐ché il lunedì è un giorno diciamo strategico, in quanto il fine settimana le  ragazze  si  annoiano.  Pochi  se  non  nessuno  i  momenti  di  ”noia”  o “chiusura” da cui  le ragazze ne sono uscite grazie alla stimolazione ed all’esempio delle stesse compagne. Le  casse  ricolme  di  stoffe  e  cappelli  hanno  destato  immediatamente l’interesse di tutte le ragazze, anche la giocoleria in un secondo momen‐to  le ha  interessante  in quanto alcune di  loro hanno buone capacità e potrebbero raggiungere un buon livello di abilità nell’uso di vari attrez‐zi. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Alcune ragazze, tra cui le ultime entrate, a tratti si sono sedute ed han‐no partecipato in modo meno attivo ma sono sempre rimaste attente e coinvolte nelle  attività. A mio parere queste  ragazze  sono di  età mag‐

 

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giore e di struttura cognitiva più matura e rigida delle altre compagneche appaiono molto più infantili e giocherellone. Il grado di affetto e empatia è molto alto, anche con le ragazze rom ru‐mene, con le quali inizialmente era stato difficoltoso interagire, ora do‐po settimane di lavoro si è instaurato un primo livello di relazione che ci permette di coinvolgerle e capirle maggiormente. Qualcuna di  loro  ricerca uno spazio di  intimità e confidenze con Mag‐giolina per farle vedere che nel fine settimana si è “tagliata” (autolesio‐nismo) ma che ora che è iniziata una nuova settimana tutto è passato e non ci pensa più.  Il gruppo è grande, tante le ragazze, tutte rom ma con caratteristiche e modi di fare che vanno dalla “ bambina” alla donna! Ma fortunatamente il clima è disteso e sereno ed anche quando durante un gioco competiti‐vo, qualche ragazza non rispetta le regole, le altre intervengono in mo‐do  infuocato, ne discutono ma non ci  sono momenti di  rabbia o  litigi. Rispetto ai mesi scorsi le ragazze anche se di gruppi differenti, interagi‐scono tra loro, giocano e chiacchierano. A mio parere vi è un buon ter‐reno nel quale piantare qualche nuovo semino clown. 

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5 Settembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 5‐9‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina Ragazzi presenti: 10 (magrebini, rumeni, albanesi) Attività svolta: Alcuni esercizi con la corda e giocoleria Metodo/tecnica: Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, impianto audio, rola‐bola Obiettivi/risultati educativi‐artistici: alcuni ragazzi hanno sperimentato gli attrezzi di giocoleria. La soglia di interesse non è stata superiore ai 5 minuti e solo se seguiti e stimolati da un operatore. Solamente la musica ha destato il loro interesse essendo musica dei loro paesi di provenienza. Abbiamo prima cercato di attirare l’attenzione provando a giocolare poi provato a “stare” con loro ed a dialogare insieme su come il tempo passi molto più lento nel non far nulla. Alcuni di loro tra cui MS. hanno poi giocolato un po’ ma credo con l’intenzione di farci contenti. Vi è stato un momento di tensione tra M. “Brillantina” e un ragazzo rumeno, perché quest’ultimo si è seduto nel posto dove prima vi era M., si sono per qualche secondo rivolti insulti e sguardi aggressivi ma poi tutto si è dissolto. 

Relazione di Maggiolina

Sin da subito percepisco che qualcosa è cambiato. I ragazzi non ci accol‐gono  con  l’energia  dello  scorso  mercoledì,  ma  non  è  questo l’importante, ciò che mi colpisce sono gli sguardi, soprattutto dei ragaz‐

 zi magrebini. Il clima è freddo, teso, triste e statico e sembra che nullapossa smuovere la situazione. Ritrovo M.S. che mi racconta di come per tutta l’estate non ha parteci‐pato a nessuna attività del pomeriggio ed è dunque la prima volta che “scende per noi”, dice, per stare un po’ sereno e tranquillo. In particolare due dei ragazzi sono in carcere da quasi un anno e la loro 

 situazione emotiva è molto delicata, i fenomeni di autolesionismo sonosempre di più e sempre più gravi. Solo  la musica sembra dar  loro sollievo, a  tratti prendono in mano at‐trezzi di giocoleria, si allenano (con buoni risultati), si divertono ma poi tutto d’un tratto mollano tutto e tornano nel loro limbo. A differenze dello scorso mercoledì vi è una netta divisione tra ragazzi magrebini e ragazzi dell’est ed un altro elemento di grande disturbo è il continuo andirivieni dei ragazzi fuori e dentro dal salone per telefonare, 

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anche perché ottenendo poca soddisfazione o notizie poco buone dallatelefonate al loro rientro sono ancora più chiusi. I ragazzi magrebini si sono come impadroniti della musica e solo quan‐do l’agente li richiama per salire in cella (non volendo nessuno di  loro partecipare  alla  successiva  attività  ovvero  disegno),  l’altro  gruppo  di 

usica dei loro pragazzi si fionda sulla musica. Quando trovano m aesi di origine, sorridono e gioiscono. Esco pensando a come tutto oggi fosse pieno di “mal di vivere”, ma noi non ci facciamo contagiare e speriamo con il tempo di poter fungere da 

  questa  apatia  e  tristezza  che  sembra  colpire n solo. 

piccolo  rimedio  controsempre più ragazzi e noCircoStanza non molla! 

10 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 10‐9‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo Ragazze presenti: 12 (rumene e slave) Attività svolta: Giochi con la corda e giocoleria  Metodo/tecnica: Ripassata la tecnica con alcune delle ragazze che già avevano partecipato alle attività. Alcune hanno giocato con i devilstick. Strumenti usati: Devilstick, palline 

Relazione di Smilzo

Grado di attenzione: Buono per alcune, scarso per altre. Si sono usati tutti gli attrezzi circensi e siamo riusciti a coinvolgere un bel gruppetto di ragazze  tranne quelle patite per  la musica che non si staccano dal lettore cd e spesso si rifiutano di partecipare all'attività se non c'è la musica. Siamo stati accolti con baci e abbracci, tante domande sulle mie vacan‐ze, se sono stato bene e se ora restavo a Torino. Subito dopo le ragazze hanno notato che  la musica non andava dato che mancava un cavetto, così un gruppetto è stato attaccato alla musica a bassissimo volume per quasi  tutta  l'attività.  Mentre  la maggior  parte  ha  partecipato  a  tutti  i giochi con la corda.  Hanno preso l'iniziativa le ragazze organizzando una gara a salti con la corda individuali, gara andata avanti per parecchi minuti. Alla fine, no‐nostante  le continue  lamentele di alcune ragazze per  la musica, siamo riusciti a fare alcuni giochi di fiducia con le bande agli occhi e un gioco 

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finale,  sempre  in  argomento musica,  infatti  le  abbiamo messe davanti 

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ad una sfida: gioco finale da completare in cambio della musica la pros‐sima attività.  La musica con queste ragazze non è il massimo, in quanto porta via la loro attenzione. 

12 Settembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 12‐9‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Smilzo, Aureola Ragazzi presenti: 9 (magrebini, rumeni) Attività svolta: Giocoleria, calcio, calcetto Metodo/tecnica: Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, impianto audio, rola‐bola, palla Obiettivo/risultato educativo‐artistico: Smilzo ha coinvolto con le palline un ragazzo nuovo rumeno, A.  Aureola ha coinvolto S., A, B. con le foto e il fare le foto è servito a renderli attivi. Geppetto e Smilzo hanno coinvolto due tra i meno attivi in una partita a pallone. 

Relazione di Aureola

Appena entrati ci dirigiamo verso i ragazzi che conosciamo per abbrac‐ciarli  e  baciarli  sulle  guance  come  facciamo  sempre,  ma  li  sentiamo freddi. Ci  spiegano dopo che è  iniziato  il Ramadan e che non possono “toccare” donne.  Li  tranquillizziamo dicendo  loro  che noi  siamo  come mamme e sorelle per loro e sembrano convenire. Ritrovo MS. con un tatuaggio fatto con le sigarette sul braccio, si è scrit‐to: “galera”. È contento di rivedermi, lunedì mi è arrivata una sua lette‐ra. Parliamo del fatto che aveva promesso che non si sarebbe fatto del male e lui mi dice che era molto arrabbiato. Ora sembra più tranquillo e preparato all’idea di andare in comunità, mi dice che la prossima setti‐mana andrà a visitare la comunità dove, se il giudice lo permetterà, an‐drà. Appena  tiro  fuori  la macchina  fotografica mi  chiede di  fargli  foto mentre fa attività e così pure B. e A. così giocoliamo e B. con Maggiolina che insegna devilstick e il diablo. Smilzo si  fa vedere giocolare con 5‐6 palline e Al. Un ragazzo rumeno nuovo si mostra attratto, lui ne approfitta e inizia a insegnargli. Geppet‐

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to e Smilzo coinvolgono altri due a giocare a pallone e fanno una partita in 4. Ju. ha tentato il suicidio e l’ha scampata bella, è triste, non sembra rea‐gire a nulla. L’atmosfera  è  rilassata,  tutti  sono  tranquilli  e  ho  la  sensazione  che  si soprattutto B. e MS. si sentano accettati da noi e questo li fa star bene 

na  relazione  e  siamo  fiduciosi  che volti nell’attività. 

Anche  con  gli  altri  si  sta  creando  uprima o poi anche loro saranno coinUsciamo soddisfatti dal laboratorio. 

17 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 17‐9‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina Ragazze presenti: 15 (rom slave e rumene ‐ un nuovo ingresso da poche ore) Attività programmata: Giochi Improvvisazione teatrale con tessuti vari e cappelli:Scegliere un tessuto , entrare in scena e rappresentare il personaggio che si sente Tic , Camminata – voce, fotografie Attività svolta: Poche delle attività programmate sono state svolte, e quelle svolte sono state possibili con piccoli gruppetti di ragazze. Metodo/tecnica : Stimolazione della fantasia e della creatività creando abiti clown con staffe di vario genere e colore; Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo Strumenti usati: Stoffe , macchina fotografica, musica La macchina fotografica le ha coinvolte così come la musica 

Relazione di Geppetto e Maggiolina

Grado di attenzione: limitatissimo. Grande difficoltà nel coinvolgerle in attività strutturate. La ragazza appena entrata si è dimostrata schiva ed insieme ad un’altra 

sragazza hanno pianto, ma poi parlandole  i è ripresa,  le abbiamo spie‐gato il tipo di attività e l‘abbiamo confortata. Tra  le  ragazze vi è un  livello altissimo di energia che non riescono ad incanalare  se non nella danza  e nel  canto,  nella  settimana precedente infatti per la prima volta 2 ragazze a causa di una rissa sono state messe in isolamento. Nei nostri confronti si sono dimostrate agitate ma affet‐tuose e nervose solo nel momento in cui l’apparato stereo non funzio‐nava bene. 

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 Abbiamo la convinzione che questo gruppo di ragazze abbia delle buo‐ne potenzialità sia a livello teatrale sia a livello di giocoleria e così con il Geppetto  abbiamo  strutturato  un  incontro  nuovamente  legato  all’uso delle  stoffe  e  dei  travestimenti  per  avvicinarle  al mondo  del  teatro  e della costruzione di un personaggio, cosa riuscita solo in parte. Il numero delle ragazze ristrette non è mai stato così elevato e date le dimensioni dello spazio in cui operiamo e della differenza di: età, livello cognitivo e grado di attenzione ed impegno delle ragazze, risulta parti‐colarmente  difficoltoso  strutturare  un’attività  di  gruppo.  Si  è  dunque 

 agito utilizzando la musica (rumena) e lavorando con la giocoleria conpiccoli gruppi di ragazze. Con il tempo si cercherà di fare in modo che la musica sia uno strumen‐to che porti le ragazze a partecipare alle attività e non a distrarle o a in‐tristirsi e chiudersi in se stesse o agitarsi. 

1 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 1‐10‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Donji Ragazze presenti: 12 Rom Attività svolta: Visione foto, giochi danzati Metodo/tecnica: Giocoleria e movimenti di danza Strumenti usati: Palline, fazzoletti Obiettivo/risultato educativo e/o artistico: Sulle foto e la musica interesse altissimo durante tutto l’arco dell’incontro, sugli strumenti di giocoleria interesse basso. Le foto che la volta precedente avevamo realizzato con Maggiolina hanno suscitato commenti. Si è usato sia il sistema di cambiare attività che di provare a dialogare. 

Relazione di Geppetto

Per  le  ragazze muoversi  a  tempo di musica pare essere una necessità imprescindibile. Ma la musica può anche portare nostalgia e tristezza. Tuttavia sui ritmi un po’ più ballabili le ragazze si rianimano, muovono i fianchi come danzatrici del ventre e utilizzano i foulard della giocoleria per agghindarsi i fianchi. Proviamo a ballare con loro ma risultiamo ridicoli, ma è un ridicolo che viene accettato istantaneamente, anzi qualcuna copia il movimento.  

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La proposta per  la prossima volta è quella di provare a fare dei giochiutilizzando la musica. Noi pensiamo a quelli sulla sintonia. C. e altre richiedono però delle musiche slave, oltre quelle zingare ro‐mene  e mi  consegna un  foglietto  con nomi di  gruppi  vari  segnati  con una calligrafia incerta. B. è un po’ giù di tono ma responsabilizzata sulla gestione della musica fa valere la sua autorità. Sembra essere diventata lei è mamma, un po’ la leader de gruppo. Confessa che il giorno seguente o almeno di lì a poco sarà il compleanno di suo figlio: un anno. Vuole una foto da sola per po‐terla spedire al figlio. 

2 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 3‐10‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ragazzi presenti: 5 (1 rom – 3 rumeni – 1 senegalese – 3 magrebini) Attività svolta: E' stato ideata una gimkana utilizzando sedie, tavoli, clave, rola‐bola. I ragazzi si mettevano alla prova nell'effettuare il percorso a tempo. Esercitazioni individuali, giocoleria libera, giochi competitivi  Strumenti usati: Monociclo – attrezza vari di giocoleria – magia 

Relazione di Maggiolina e Smilzo

Su ogni singola proposta  il grado di concentrazione non ha superato  i 10 minuti.  Il  livello di attenzione è stato  in generale buono e costante per tutta la durante dell’incontro. Nessuno dei ragazzi si è dimostrato indifferente, anzi il clima è stato co‐stantemente energetico ed attivo. Solo Brillantina, appena rientrato nel nostro  laboratorio dopo alcune settimane di  falegnameria, non  intera‐gisce con noi e non si entusiasma per nulla, mantiene un atteggiamento provocatorio e di superiorità ma a tratti si lascia attirare dall’uso di al‐cuni attrezzi. Arriviamo nel salone del gruppo Levante con un po’ di anticipo, per cui abbiamo il tempo per montare l’apparecchiatura stereo e per distribui‐re sul tavolone tutti gli attrezzi di giocoleria. I ragazzi arrivano in grup‐po e da subito percepiamo una buona energia. Ci sono state alcune usci‐te, alcuni cambiamenti nel gruppo: c’è chi è stato trasferito in altri car‐ceri, chi è passato al carcere per adulti, chi è in attesa di uscire e chi di andare in comunità. Dopo mesi di stasi e immobilità, che aveva genera‐

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to un clima cupo e  teso,  finalmente  i  ragazzi ci  sembrano più sereni e quindi maggiormente  ricettivi  e disponibili  a mettersi  in gioco. Alcuni dei ragazzi che erano stati trasferiti al laboratorio di falegnameria sono tornati da noi, su loro espressa richiesta, mentre vi sono nuovi ingressi: un ragazzo senegalese e dei ragazzi albanesi (che però non sono scesi in attività). In generale il clima dell’ incontro è stato davvero sereno e pia‐cevole,  buono  il  livello  di  interazione  tra  i  ragazzi  di  etnie  differenti, nessun caso di scontro o aggressività ma una costante collaborazione e giocosità tra i ragazzi e con noi. Eseguire un programma su scaletta non ci  pare  ancora  fattibile ma  obiettivo  negli  incontri  che  verranno  sarà quello di strutturare le attività in vista dello spettacolo per Natale. 

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8 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 8‐10‐07 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto Ragazze presenti: 10 ragazze Rom slave e rumene Attività svolta:  Visione foto, giochi danzati e giocoleria Metodo/tecnica: Giocoleria e movimenti di danza Strumenti usati: kiwido Grado di attenzione: Sulle foto e la musica interesse altissimo durante tutto l’arco dell’incontro, sugli strumenti di giocoleria interesse basso. 

Relazione di Geppetto

Le  ragazze  oggi  avevano  un’energia  incredibile.  Stavano  cominciando con le solite modalità di approccio alla musica ed allora si sono stabiliti patti chiari per poter sia ascoltare la musica che svolgere le attività pre‐viste. M. B. R.  insieme a Maggiolina si applicano con  i kiwido al  suono della 

 musica rumena. Sembra dunque essere scattata una molla che associamusica e kiwido, e su questo bisogna lavorare. M. sottolinea a Maggiolina che se ci fosse più spazio si potrebbe lavora‐re con gli strumenti bene anche se altre non vogliono fare nulla. In effet‐ti  il  gran  numero  delle  ragazze  e  lo  spazio  ristretto  sono  componenti 

 difficili da affrontare laddove solo qualche mese fa le unità presenti  in sezione erano tre. Si  sono  eseguiti  esercizi  di  concentrazione  usando  la  corda  sia  con l’attraversamento a due tempi sia con la corda che gira. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Altri strumenti potrebbero essere aggiunti anche se come sempre quelli ro i 

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che si possono riferire alla musica e alla danza come i nastri sarebbepreferiti. M. era piuttosto giù per notizie giunte dagli avvocati e dai tribunali  Ma. sembrava comunque un po’ in dubbio se divertirsi con le altre o ri‐manere triste in un angolo. In generale l’energia delle ragazze sembra lentamente canalizzarsi ver‐so quello che vogliamo costruire insieme a loro. 

10 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 10‐10‐07 Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Maggiolina, Smilzo Ragazzi presenti: 5 Attività svolta: E' stato ideata una gimkana utilizzando sedie, tavoli, clave, rola‐bola. I ragazzi si mettevano alla prova nell'effettuare il percorso a tempo. Acrobatica leggera di base: dopo aver sistemato i tappetini i ragazzi sotto la guida di Smilzo e Geppetto si sono prestati nell'effettuare esercizi di acrobalance in coppia, piramidi di gruppo e varie altre figure. Strumenti portati: clave, palline, cerchi, rola‐bola, devilstick e materassini 

Relazione di Smilzo, Maggiolina

Siamo entrati nella sala polifunzionale assieme ai ragazzi incontrati nel corridoio poco dopo l'ora d'aria.  Non fanno più parte del gruppo Levante il veterano del gruppo (con noi da 12 mesi) e il ragazzo rom soprannominato ”Il maresciallo”, il gruppo è sceso a 5 componenti ed è facile ed immediato lavorare in gruppo (e 

 lnon solo a ivello individuale come spesso accade quando i ragazzi sono molti e di culture diverse).  Mentre  si  montava  il  PC  e  le  casse  audio,  Aureola  distribuiva  le  foto stampate e Smilzo raccontava parte della suo viaggio in Romania a M. e A., apparivano curiosi di saperne di più. Intanto la gimkana della gioco‐leria era pronta e via alla competizione; il primo è stato Smilzo su invito di A.,  in  seguito qualcuno ha provato. Forse gli  oggetti  in  scena erano troppi  e  ci  sono  state  alcune  distrazioni,  comunque  sia  positive,  dato che tutti hanno giocolato e desideravano imparare cose nuove, vedi M. 

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Una  svolta  c'è  stata  quando  abbiamo  messo  a  terra  dei  tappetini  e quando Smilzo e Geppetto si sono levati le scarpe. Già dal primo eserci‐zio  di  acrobalance  hanno  voluto  sperimentarsi  sia  come  porteur  che come agili con grande attenzione da parte di tutti. Si sono susseguiti va‐ri esercizi facili e difficili come la piramide a sei e quella a sette con tan‐to  di  verticali  alle  estremità.  Tutti,  tranne  Yu.,  hanno  partecipato  alle varie piramidi  e  si  sono prestati  a  far  tutti  gli  esercizi proposti  con  la sola  forza  delle  braccia.  Si  è  respirato  un  bel  clima,  e  alla  fine  di  uno sforzo fisico o alla fine di ogni piramide ci sono sempre state delle stret‐te di mano di ringraziamento, ma anche per aiutarsi a sollevarsi da ter‐ra. Dopo una bella sudata ci siamo ritrovati davanti al PC per vedere le foto appena scattate, subito dopo una partita a calciobalilla tra Geppet‐to e Smilzo contro A. e Yu. Dopo i primi minuti di serietà si passa allo 

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scherzo, sopratutto quando i due clown iniziano ad avere la meglio sui giovani stranieri.  L’acrobatica  ha  avuto un  grande  successo  ed  è  stato davvero  emozio‐nante vedere un ragazzo senegalese sollevare un ragazzo rumeno o fo‐tografare un ragazzo marocchino che si eleva sicuro in piramide sopra una base di ragazzi dell’est. Penso al mondo in cui vivono fatto di chiusure, di scontri, di razzismo interno, anche  fuori da qui:  i  ragazzi magrebini sono “padroni” di una parte della città mentre gli africani di un’altra e mai credo che avessero pensato in vita loro di costruire una piramide di acrobatica insieme in un carcere. 

15 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 15‐10‐07 Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto Ragazze presenti: 10 Rom slave e rumene Attività svolta: Visione foto, palloncini. Metodo/tecnica: Insegnamento palloncini Strumenti usati: Kiwido e palloncini 

Relazione di Geppetto

I palloncini avevano proprio lo scopo di attirare le tre ragazze che nello specifico si “appiccicano” sempre alle casse della musica. Ha preceduto  il nostro  incontro settimanale  l’intervento dell’ispettrice al reparto femminile la quale in perfetta divisa e con le ragazze schiera‐te  tipo parata militare,  ha  fatto una vera  e propria  ramanzina  alle  ra‐

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

gazze. Perfino l’agente che è venuta ad aprirci per l’accesso alla sezione 

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femminile, di solito molto cordiale e vivace ci ha subito pregato di non fare “troppo casino” perché c’era l’ispettrice.  

i L’oggetto del contendere erano le sigarette, pare che siano causa d mil‐le tensioni. Finita  la  strigliatura  le  ragazze  si  sono  letteralmente  precipitate  nella 

 piccola stanza che ci ospita (piccola soprattutto in questo periodo che ilnumero delle ragazze è così elevato). Per  un  attimo  abbiamo  temuto  il  casino  più  incredibile  invece  nono‐stante la tensione da sfogare e la vivacità sempre presente in alcune di loro, hanno preso le oramai consuete posizioni nella stanza. Oramai abbiamo preso la consuetudine che sia un po’ una di loro a ge‐stire  la musica,  altrimenti  la  situazione diventa  tale  che ogni dieci  se‐condi va cambiato il brano. Così con Donji proviamo a tirare fuori i palloncini, dopo aver preventi‐

 vamente chiesto se in questo periodo ci siano problemi a lavorare conquesti materiali. Come sempre  solo alcune  ragazze  rispondono alla  sollecitazione e  co‐munque seguono poco il laboratorio vero e proprio preferendo farsi fa‐re il palloncino. Ovviamente cerchiamo di spingere un po’ perché impa‐rino almeno qualche figura base. Alle fine tre ragazze sembrano stare al gioco e qualche piegatura cerca‐no di farla, solo che la loro soglia di attenzione risulta veramente bassa. Concludiamo con una delle  canzoni più  strappa  lacrime che ascoltano sempre,  io e Donji cerchiamo di sdrammatizzarla ed alcune passano  i‐stantaneamente dal pianto al riso. 

17 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 17‐10‐07 Ore 15.30 alle 17.00 Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto Ragazzi presenti: 7 (4 marocchini, 2 rumeni, 1 senegalese) Attività svolta: Giocoleria, equilibrismo Strumenti usati: Palline, devilstick, clave, cerchi, Rola‐bola, uniciclo 

Relazione di Donji

Attenzione buona ma applicazione abbastanza saltuaria. 

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I due ragazzi Rumeni si sono esercitati all’uniciclo. Il ragazzo senegalese 

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ha  lavorato  con  i  cerchi.  I  ragazzi marocchini  hanno  alternato  le  loro sfide al calcetto con l’utilizzo di vari attrezzi. Mentre eravamo davanti alla porta di ingresso alla sezione dove si svol‐ge l’attività era presente una educatrice del Ferrante che quando ha vi‐

 sto sfilare i ragazzi del Levante ha riconosciuto due vecchie conoscenzedella struttura. “Due bei peperini! “ ha commentato. E, in effetti, appena iniziata l’attività si vede subito che gli equilibri deli‐cati  che si andavano delineando nel gruppo sono stati  sfalsati dai due nuovi ingressi ad eccezione del ragazzo del Senegal, cui sembra che tut‐to sia abbastanza indifferente. Smilzo reduce dalla missione  in Romania affianca subito  i due ragazzi rumeni. Donji  affianca A.  ai  rola‐bola e Geppetto sollecita  i  ragazzi marocchini con clave e cerchi. I  due  ragazzi  nuovi  riesumano  la  “danza  a  gambe  incrociate”  con  noi per poter vedere cosa abbiamo in tasca. Ovviamente li sgamiamo subito anzi Geppetto sfila anche un foglietto di tasca al ragazzo ridendo come un matto. La cosa diventa poi un po’ il tormentone della giornata. Gli attrezzi circensi vengono usati con poca costanza: “via uno prendo l’altro” e non c’è molta pazienza di  imparare con  la capacità di  soffer‐marsi e concentrarsi su un attrezzo.  Quando riusciamo a passare il messaggio educativo di pazienza, costan‐za e concentrazione vuol dire che si è instaurata la relazione tra noi e il ragazzo. Ju. appare un po’ troppo sottomesso e a tratti sembra anche oggetto di attenzione di tipo sessuale da parte di uno dei nuovi: di fronte a tutti si lasciano  anche  andare  ad  accarezzarsi.  Li  interrompiamo mettendo  il tutto un po’ sul ridere e la cosa sembra fermarsi lì. I due ragazzi rumeni lavorano soprattutto con Smilzo e R. annuncia che uscirà di lì a poco per poi, a dir suo raggiungere l’Irlanda.  

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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22 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 22‐10‐07 Ore 15.30 alle 17.00 Operatori CircoStanza:  Geppetto, Smilzo Ragazze presenti: 8 Attività svolta: Magie e acrobalance Metodo/tecnica: In un primo momento si è provato ad impostare la coreografia con i balli e i foulards ma non c'era attenzione. In seguito esercizi di acrobalance Strumenti usati: kiwido, foulards e magie 

Relazione di Geppetto

Grado di attenzione: c'è stata molta attenzione per le fotografie, poi at‐tenzione qua e là per le magie per poi arrivare ad una totale attenzione per l'acrobalance. Abbiamo provato a coinvolgere  le solite quattro ragazze attaccate alla musica in più momenti: con le fotografie, kiwido e acrobalance.  Siamo entrati presentandoci come Jack e Nicholson, l’agente ha sorriso e ci ha fatto accomodare. Smilzo non aveva preso il caffè e c'era qualche sbadiglio di troppo, ma appena arrivati alla porta d'ingresso della sala e un urlo ci ha accolto: eccole! Tutte in preda ad una scarica di adrenali‐na. Si ricordavano che Smilzo era stato  in Romania e allora hanno ini‐ziato a fare mille domande sul viaggio, su cosa aveva fatto, su cosa ave‐va visto, se aveva visto dei funerali..  Le “4 dell'Ave Maria” in versione rumena si sono accaparrate il PC, e si sono incollate alle casse come le cozze allo scoglio!   

24 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 24‐10‐2007 Operatori CircoStanza:  Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore dalle 15.30 alle 17.00 Ragazzi presenti: 6 Attività svolta: acrobalance e giocoleria Strumenti usati: palline, clave, anelli, devilstick e uniciclo 

Relazione di Smilzo

Arriviamo puntali, sotto la pioggia! All’ingresso troviamo A., senegalese, uno del gruppo … c’è aria di scarcerazione! Così salutiamo il campione. 

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Arriviamo alla sala polifunzionale e troviamo due new entry, non pro‐prio new perché i due senegalesi li avevamo visti un’altra volta ed era‐no stati più attivi, decisamente! Così dopo aver piazzato il PC e la musi‐ca iniziamo, ma il biliardino sembra essere il centro dell’attenzione. Ba‐stano pochi minuti e l’attenzione della maggior parte dei ragazzi si spo‐

 

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sta  verso  i  tappetini  per  l’acrobatica.  Da  qui  in  poi  fioccano  piramidisemplici e complesse, nasi rossi e simpatiche fotografie. Tramite  l’acrobatica e  l’uso degli  attrezzi circensi,  soprattutto  il devil‐stick, siamo riusciti a fare un bel lavoro con quasi tutti i ragazzi. Inoltre il servizio fotografico ha fato sì che si scattassero foto molto clownesche su idea degli stessi ragazzi. 

29 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 29‐10‐07 Ore 15.30‐ 17.00 Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo Ragazze presenti: 4 Rom Attività svolta: Visione delle fotografie, piramidi umane, giocoleria. Metodo/tecnica: quanto riguarda le piramidi umane abbiamo rivisto alcuni esercizi cercando di coordinarli. Per la giocoleria abbiamo cercato di creare una coreografia con le bandiere e i kiwido. Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, rola‐bola, Bandiere e kiwido. 

Relazione di Smilzo

Le solite quattro ragazze (oramai soprannominate “le quattro dell'Ave Maria)” appena entrate nella stanza hanno pressato Smilzo per la musi‐

ica. Hanno preso il monopol o della musica non staccandosi più e di con‐seguenza non partecipando alle attività. Hanno solo cantato. Eccoli,  Geppetto  e  Smilzo  all'ultimo  piano  della  struttura  carceraria pronti ad entrare nel reparto femminile.  Appena entrati nella stanza delle attività sentiamo arrivare le ragazze. Entrano, energiche,  chiassose, allegre. Bombardano con numerose do‐mande  lo  Smilzo  riguardo  la missione  clown  in  Romania.  Intanto  che rispondeva lo Smilzo ha piazzato il PC e le casse, preparando le foto del‐la missione in Romania. La visione delle foto è stata molto apprezzata, hanno viaggiato con la mente nelle loro città, hanno riconosciuto alcuni luoghi e hanno chiesto chi fossero gli altri clown e le altre persone pre‐senti a vari spettacoli. Le  foto erano parecchie ma per  loro, mai abba‐

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

stanza. Parte la musica, ovviamente rumena e iniziano le danze e l'atti‐vità  circense.  Iniziamo  con  un  po'  di  balli,  Geppetto  è  stato  più  volte strattonato e strapazzato da una parte all'altra, poi proseguiamo con le piramidi di acrobatica, cercando di creare una sequenza per poterci la‐vorare  la  volta  successiva.  Stava  andando  tutto  per  il  meglio  quando una canzone rumena, la classica “strappa lacrime”, ha fatto sedere quasi 

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tutte  le ragazze, chi stava alla  finestra, chi per terra, chi  in piedi  in un angolo e chi sedute sulle sedie. Tutte con le lacrime agli occhi. Poco dopo rieccole pronte a provare piramidi, ballare, ridere e scherza‐

),  fino a  che  ci  ritroviamo a  fare madio.  

re  (tranne  le  “quattro dell'Ave Maria”equilibrismo con gli step trovati in un arOggi si è respirata una buona energia. 

31 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 31‐10‐07 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 5 (4 Marocco – 1 Romania) Attività svolta: Giocoleria Strumenti usati: Diablo, devilstick, cerchi, palline 

Relazione di Aureola

Oggi abbiamo ottenuto un risultato educativo: Da mesi Yu. non si è mai interessato alle nostre attività, ha sempre snobbato qualunque propo‐sta,  l’unico momento  in cui partecipava alle attività era quando si gio‐cava a calcetto o quando portavamo il pallone e poteva giocare a calcio. Nessun  attrezzo  circense  lo  ha mai  interessato.  Il  rapporto  con  noi  è sempre stato se non di rifiuto quantomeno di distacco. Un saluto appe‐na accennato e indifferenza totale. Nelle ultime settimana altre al saluto accennava un sorriso, ma mai nul‐la di più. Oggi sentivo che mi guardava, aveva preso un cerchio e lo buttava con‐tro una parete, a volte se passava qualcuno glielo tirava addosso e poi si voltava verso di me, come ad aspettare che lo rimproverassi e mi faceva un mezzo sorriso. Gli sono andata vicino e gli ho chiesto di usare il cer‐chio per giocare, come il gioco delle bocce, a chi lo tirava più vicino alla pallina. Ha accettato e abbiamo iniziato a giocare. Noto che gioca sem‐pre in maniera competitiva e anche in un certo senso violenta: tende a 

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lanciare gli oggetti quasi con disprezzo, a volte lo fa per vedere se non 

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gli dico nulla e io immancabilmente lo sgrido, amorevolmente, ma con decisione e lui quasi sembra contento. Propone di  infilare gli  anelli nel  tubo del  rola‐bola e  cambiamo gioco, giocano anche Geppetto per un po’ e poi Maggiolina. Gli piace la compe‐tizione e fissa le regole del gioco. Giochiamo per un bel po’, è contento e io sono felice che si sia instaura‐ta finalmente una relazione tra noi. Gli chiedo di provare un attrezzo perché voglio fargli una foto per avere un suo ricordo... (lui non ha mai voluto foto e se vedeva che scattavo fo‐to ad altri e lui era vicino, si assicurava di non essere rientrato nella fo‐to), stavolta accetta e mi dice di fotografarlo mentre lancia una pallina e cerca di prenderla sollevandosi in aria. Parte la sfida di riuscire a foto‐grafarlo in aria, senza che la foto venga mossa. Riesco a scattargli un pa‐io di foto belle e lui vuole vederle ed è soddisfatto. Anche l’altro ragazzo marocchino, R. vuole che gli scatti le foto mentre salta e Yu. gli fa vedere come deve fare. E così per un bel po’ giochiamo a saltare e fare foto. 

 Yu. è soddisfatto e quando l’ora finisce non scappa via, come di solito fae ci saluta tutti e mi bacia salutandomi, (cosa che non aveva mai fatto). Ho dedicato l’attenzione tutta a Yu. anche se ho fatto foto anche agli al‐tri ragazzi. Un altro successo è stata la relazione con Ja. Un ragazzo ma‐rocchino che ha un’aria particolare, sembra che cerchi di fregarti quan‐     sdo ti guarda e si ente che anche lui, come Yu. ha una bella rabbia den‐

tro. Ha giocato con i Rola‐bola e gi è piaciuto farsi fotografare in attività. E’  successo  un  episodio  spiacevole:  quando  è  arrivato  R.  aveva  un walkman, poi per giocare lo ha posato. Smilzo ha visto che Ja. Lo ha pre‐so e ha chiesto all’agente di uscire, probabilmente lo ha nascosto in ba‐gno per prenderselo dopo. Così, quando siamo arrivati a fine incontro, R. ha cercato il suo walkman che ovviamente non c’era più. Ha chiesto a noi se  lo avevamo preso e ovviamente abbiamo detto di no. Smilzo ha forse fatto un breve cenno verso Ja. e mentre eravamo nel corridoio di uscita Ja. è venuto verso Smilzo dicendogli arrabbiato: “Hai detto tu che l’ho  preso  io?” Nel  frattempo  l’agente  ci  ha  fatto  uscire, mentre  stava nascendo una rissa. In portineria abbiamo avvisato l’agente della situa‐zione. Smilzo è uscito dall’attività pensieroso chiedendosi se aveva fatto bene a parlare con l’agente. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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5 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 5‐11‐07 Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto Ore 15,30 – 17,00 Ragazze presenti: 13 Attività svolta: giocoleria e preparazione coreografia per filmati Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Il ballo ha molto successo con le ragazze e abbiamo l’idea di unire alle figure di  acrobalance  e  giocoleria,  che  filmeremo e monteremo per  lo 

 spettacolo del 1° dicembre, una breve coreografia di ballo, viene accoltabenissimo. Per creare la coreografia spieghiamo loro che bisogna rispettare gli in‐gressi e le uscite delle compagne e darsi dei tempi. La cosa suscita qual‐che discussione  sulla quantità di  spazio dedicato all’una piuttosto  che all’altra.  B. è un po’ giù perché pensa che M. un ragazzo del Levante con cui si scambia  messaggi  non  corrisponda  il  suo  amore  o  la  prenda  in  giro. Cerchiamo di spiegarle che le relazioni e gli amori che possono nascere in una realtà come questa possono essere sottoposti a mille condizioni. Accetta questo discorso anche se alla sua età sarebbe giusto che vivesse la sua storia d’amore come ogni altra ragazza fuori da qui. Oggi sembra esserci una certa malinconia fra le ragazze ed alcune con il classico stile rom, si  intristiscono quando le musiche diventano un po’ più  malinconiche.  Cerchiamo  allora  di  imitarle  portando  in    ridicolo queste loro manifestazioni e alcune rispondono ridendo. Le tre ragazze Rom slave rimangono attaccate alle casse della musica per tutto il tem‐po e sono le più tenaci a lasciarsi andare a questa malinconia. R. è sempre provocatoria mentre F. e M. cercano di farci parlare in Ru‐meno. Ci  ripromettiamo di  lavorare anche con  fotografie e  filmati dalla volta successiva in modo che le ragazze abbiano il modo di vedere il risultato del lavoro fatto e possano da sole apportare correzioni. 

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7 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 7‐11‐07 Operatori CircoStanza: Aureola, Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 9 ( 3 Marocco – 4 Senegal – 2 Romania) Attività svolta: Giocoleria ‐ acrobatica Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, palline, clave, anelli 

Relazione di Aureola e Smilzo

Il momento di successo con Yu. prosegue, oggi finalmente per la prima volta si dedica con costanza al Diablo, chiede aiuto a Smilzo che con le 

 giuste dritte riesce a fargli lanciare e riprendere il diablo per più di unavolta. Yu. ha pazienza per gli attrezzi e si vede che gli piacciono. Yu. prova anche qualche posizione di acrobatica. Interagisce con i com‐pagni e anche con noi. Quando arriviamo mi bacia per salutarmi.  Mentre giochiamo mi fa vedere la sua gamba, è ferito (si è lesionato da solo),  io osservo  la  gamba,  con  lui  c’è  anche  Ja.  E non mi  accorgo  che quello che vogliono farmi vedere è come potrebbero prendermi la mac‐china  fotografica che ho  in  tasca. Ho come  la  sensazione che  Ja. me  la prenderebbe davvero, ma Yu. lo ferma e sorride, quasi a prendermi bo‐nariamente in giro per la mia ingenuità e io dico: “Alla zia questo non si 

 fa!” e Yu. risponde, ridendo e facendomi una carezza dice: “No, alla zianon lo facciamo”. Oggi troviamo 4 ragazzi senegalesi che stanno giocando al calcetto, ini‐zialmente non ci considerano, poi uno di loro si stacca e viene a control‐lare che musica abbiamo, sorride, è simpatico, mi dice che è di Dakar e mi chiede se sono stata in Senegal. Vuole musica americana e Smilzo gli mette Eminem. Ballano, ma quando li guardo si imbarazzano e smetto‐no. Instauriamo la relazione con questo ragazzo attraverso il devilstick e poi gli piace l’idea di essere fotografato. Vedendo che faccio le foto an‐che gli altri due si avvicinano e vogliono essere fotografati anche davan‐ti al PC. Ja. e Yu. prendono di mira Ju. sembra vogliano prendergli qualcosa che ha  in  tasca, ho paura gli  facciano male,  Ju. è piccolino e mingherlino e 

sa  dalla loro  sono  forti.  Smilzo  pensa  che  volessero  prendergli  qualcotasca. Più volte dico loro di smetterla, e mi rispondono che scherzano. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Di me Yu. sembra avere rispetto e ho notato che anche quando fa qual‐cosa che non va  fatta (tirare una pallina,  lanciare un cerchio, ecc.  ) mi 

smette. E’ o sgridi. 

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guarda per vedere se me ne sono accorta e poi mi sorride e come un gioco, sembra voglia qualcuno che si accorga di lui e lJa. Anche se sorride spesso, mi sembra invece meno gestibile. 

a. Ju. è gentile, delicato e ogni volta che gli chiediamo di partecipare lo fSi inizia con il diablo e poi col devilstick, uniciclo, palline, acrobatica. Ci meravigliamo che non sia sceso Ma. Il ragazzo rumeno, il più entusia‐sta della nostra attività e non capiamo come mai non sia sceso, ma alle 16.00 arriva, contentissimo e ci dice che è dovuto rimanere in cella per mettere in ordine perché a quanto pare i ragazzi hanno fatto un sacco di casino buttando per terra e rompendo cose e lui è rimasto a pulire, ma a patto di poter scendere alla nostra attività appena finito, e con lui è sce‐so anche A. che da un paio di volte non scendeva. Ma. coinvolge tutti con il suo entusiasmo, qualunque cosa ci sia da fare 

oto con i cola fa con gioia e poi gli piace essere fotografato, farsi f mpa‐gni, è gentile con tutti. Smilzo si avvicina a Ma. e gli porge  le mani per  fare acrobalance  e  lui non ci pensa due volte e  iniziano a  fare qualche esercizio. Gli  altri  se‐guono a ruota e così iniziamo a fare qualche esercizio più complicato.  L'attività prosegue bene quando ad un tratto anticipatamente arriva la guarda che fa terminare il tutto dieci minuti prima. Stavolta ci salutiamo con calma e ci diamo appuntamento alla prossima CircoStanza. 

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12 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 12‐11‐07 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti:13 ragazze (12 Rom e 1 italiana di Firenze) Attività svolta: scelta delle musiche per filmato, allenamento con bandiere, pois, devilstick Strumenti portati: bandiere, pois, devilstick, musica , macchina fotografica 

Relazione di Maggiolina

uIncontriamo il gr ppo delle ragazze sulle scale, ci accolgono e salutano con entusiasmo ed energia. Per motivi a noi  sconosciuti, di  rientro dall’ora d’aria,  le  ragazze sono state radunate presso il refettorio e l’Ispettrice della sezione Femminile ha  fatto  loro un discorso di circa 15 minuti. A scaglioni sono poi state accompagnate dalle agenti presso la nostra saletta ma prima di entrare è stata fatta loro una piccola perquisizione di controllo (cosa mai avve‐nuta prima).  Molte delle ragazze si sono presentate assai sconvolte, alcune con le la‐crime  agli  occhi,  la  loro  energia  inizialmente  era  bassa  e  negativa ma grazie alla musica ed alla nostra accoglienza calorosa e  familiare, pian piano di sono riprese quasi tutte ed hanno partecipato alle nostre pro‐poste.  Ma. una delle ragazze che da più tempo è detenuta e che partecipa vo‐lentieri alle attività circensi ci ha detto testuali parole: “Uffa, non voglio 

mi diano ancora qualche settimana.. così ttacolo!”. 

uscire, spero che al processo posso rimanere con voi e fare lo spe Siamo rimasti senza parole. A mio  parare  vi  sono  stati  più momenti  di  successo  oggi,  quelli mag‐giormente rilevanti sono i seguenti: La ragazza italiana, Pa. entrata da pochi giorni, è rimasta stupita nel ve‐dersi proporre attività di tipo circense che lei era già solita praticare in spiaggia con gli amici, da subito si è relazionata con noi clown in modo interessato ed attento. Entrata nel salone con uno sguardo diffidente e chiuso, nel vedere gli attrezzi circensi si è  illuminata ed aperta. Ha di‐mostrato infatti grandi capacità nella giocoleria e da subito si è messa a 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

giocolare  con  entusiasmo  con  i  kiwido  ed  a  insegnare  anche  ad  altre compagne meno abili. 

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19 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 19‐11‐07 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo Ore 15.30 – 17.00 Ragazze presenti:16 ( rom rumene e slave e 1 italiana) Attività svolta: Riprese Video – Aggancio con ragazze nuove – allenamento giocoleria – Trucco clown Strumenti usati: Musica – Telecamera digitale – materiale vario giocoleria (palline, diablo, devilstick, pois) – cappelli e parrucche clown – trucchi clown 

Relazione di Maggiolina

E’ stato utile oggi essere in tre operatori (solitamente dalla ragazze an‐uppi diamo in due) in modo da poter suddividere le ragazze in piccoli gr

a seconda dell’attrezzo circense preferito.  Sedici ragazze, tre operatori, il tutto in meno di 20 metri quadrati!  Le ragazze giungono tutte in saletta piene di energia, sono delle bombe in  positivo  ed  in  negativo,  sprizzano  energia  da  ogni  poro  tant’é  che quasi assalgono noi ed il materiale: c’è la ragazza italiana, Pa. Che si de‐dica ai Kiwido, c’è chi sceglie le musiche per il video, chi come M. ragaz‐za  rom  rumena  con  una  spiccata malformazione  alla mano  si  occupa delle riprese video con Geppetto, chi con Smilzo si è allena per creare una coreografia con le palline, chi con i kiwido. L’abilissima ragazza ita‐

eliana si è allenata per avere un numero pr sentabile ed accattivante da riprendere con la telecamere. Anche  il  momento  del  trucco  clown  si  è  svolto  con  calma  e  serenità seppure non vi sia stato tempo di truccare tutte  le ragazze. Ognuna di loro  era  desiderosa  di  ricevere  attenzioni  e  di  essere  seguita  nel  suo impegnarsi e mettersi in gioco, ma essendo solo in tre operatori abbia‐mo fatto il possibile per farle collaborare e per creare un clima sereno e produttivo. 

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21 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 21‐11‐07 Operatori CircoStanza: Aureola –Maggiolina –Smilzo –Geppetto Ore 15.3‐17.00 Ragazzi presenti: 6 (1 Marocco – 3 Senegal – 1 Romania – 1 italiano) Attività svolta: Giocoleria – acrobatica ‐ riscaldamento Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, palline, clave, anelli 

Relazione di Aureola

Il  momento  di  successo  con  Yu.  prosegue,  ha  partecipato  a  tutto,  da “palla  avvelenata”  dove mi  ha  protetta  dai  lanci  degli  avversari,  ad  a‐crobatica. Ha parlato anche con Smilzo, si sta aprendo sempre di più. M. è coinvolgente, lui oramai è “di casa” in questa attività, si sente a suo agio, è allegro, e amichevole con tutti. C’è una nuova entry: G., di Genova, un ragazzino esile, smilzo alto, sor‐ridente e partecipativo. Si definisce “timido”, dice che non vuole parte‐cipare a nessun  spettacolo, ma non  si  tira  indietro  in nessuna attività dato che pesa poco è un ottimo “agile” per l’attività di acrobatica.  Per iniziare e riscaldarci per acrobatica, giochiamo a “Palla avvelenata” e partecipano tutti tranne i senegalesi che rimangono a giocare a calcet‐to. 

 Yu. mi  protegge  dai  lanci  di  pallone  degli  altri,  continua  a  chiamarmi“zia” ed è molto gentile. Si passa all’attività di acrobatica, Maggiolina riesce a coinvolgere un ra‐gazzo senegalese per un esercizio, ma è solo un breve momento, poi ri‐torna nel suo gruppo. Si sta preparando lo spettacolo per il 1° dicembre, vedremo chi ci sarà ancora. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

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3 Dicembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale Data: 3‐12‐07 Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto Ore 15,30 – 17,00 Ragazze presenti: 10 ragazze (Rom rumene e slave) Attività svolta: visione video, equilibrismo e giocoleria Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, clave, anelli 

Relazione di Geppetto

Sono state molto attratte dal video, che hanno voluto rivedere più volte e dai rola‐bola (strumento di equilibrismo).  A. una ragazza al Ferrante da poche settimane che fino ad ora non si era mai coinvolta in alcuna attività e, anzi, si era sempre tenuta in disparte, 

 non solo ha provato a lungo questo attrezzo, ma ha poi provato figure dibalance ed acrobatica. Il primo incontro post festa del volontariato l’avevamo progettato dan‐do seguito agli eventuali stimoli provenienti dalla festa. Così le ragazze 

volti  ed vogliono  rivedere  ben  due  volte  il  video  che mostra  attività, emozioni di un anno.  Donji intanto prepara il materiale di giocoleria ed equilibrismo. Per la seconda volta, da quando siamo entrati nella struttura, svolgiamo la nostra attività nel refettorio. La prima volta risultò una soluzione  i‐nadatta: le ragazze si misero a sfogliare le riviste distraendosi.  A.  appena vede  il  rola‐bola  (e  come Donji  ci  sale  sopra)  si  illumina  in viso e prova a usarlo. Di lì a poco comincerà a stare in equilibrio e il suo viso si rilassa e quando con B. e M. iniziamo l’attività di acrobatica, an‐che  lei  vuole  provare  tutte  le  figure.  E’  una  metamorfosi:  la  ragazza chiusa e musona, poco disposta al ridere si è trasformata in una ragazza aperta, allegra e collaborativa.  Pa. invece, la ragazza italiana, è visibilmente arrabbiata, appena entrata chiede “dove sono le bolas” , intendendo i kiwido, e si mette ad eserci‐tarsi  in  modo  quasi  rabbioso.  Le  chiediamo  cosa  non  va,  ma  lei  non sembra avere una gran voglia di parlare. Ma anche lei nell’arco del tem‐po passato insieme tenderà a rilassarsi. S. e qualche altra ragazza pro‐vano  devilstick  e  soprattutto  le  clave,  ma  la  pazienza  che  richiede l’apprendere questi attrezzi circensi è ben lungi dal realizzarsi. 

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Due ragazze hanno litigato il giorno precedente e non possono parteci‐

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pare alle attività e lo strascico del litigio si ripercuote anche sulle altre che ne parlano. M. e una ragazza appena entrata  la notte prima, sono sedute sul diva‐netto e chiacchierano amabilmente.  In  sostanza  questo  secondo  esperimento  di  localizzazione  dell’attività in refettorio è risultato positivo. B. e M. ci chiedono perché continuiamo a lavorare con gli attrezzi, forse in vista di qualche festa ? Rispondiamo che la nostra attività si chiama “CircoStanza”,  il  circo  in una stanza e questi  attrezzi  sono attrezzi ap‐punto circensi che usiamo per esercitarci e divertirci insieme. 

28 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 28‐11‐07 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 15,30 – 17,00 Ragazzi presenti: 6 Attività svolta: preparazione spettacolo per la festa volontariato Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

I ragazzi non avevano ben compreso che si dovranno esibire sul palco del  teatro del Ferrante durante  la  festa del volontariato del 1° dicem‐bre, così sono rimasti sorpresi quando abbiamo loro ricordato che oggi avremmo svolto le prove per lo spettacolo.  Il pericolo era che tutti cercassero di evitare la cosa e invece i ragazzi si sono letteralmente scatenati. Yu. e A. vorrebbero fare tutto, ma proprio tutto. E come sembra  lontano  il periodo  in cui Yu. ci guardava con di‐sprezzo,  con quel  tono  di  sfida  che  non  ammetteva  repliche. Oggi  Yu. vuole imparare i trucchi di magia e con Maggiolina e Geppetto mette a punto  qualche  numero  di  magia  da  portare  in  spettacolo.  Ma  non  si ferma qui,  prende  in mano  il  diablo  e  prova qualche  lancio  e  qualche figura.  A. che fino ad ora ha sempre avuto un rapporto “mordi e fuggi” con le attività prepara con Maggiolina una coreografia vera e propria pur nella sua semplicità con il devilstick. Per la prima volta i ragazzi collaborano alla costruzione di un numero di spettacolo.  

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Una  coreografia  prevede  attenzione  e  pazienza  per  eseguire  una  se‐

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quenza prefissata  ce per  i  ragazzi  è  educativo  trovare  la  costanza per prepararla. Spiace che Al. non sia sceso in attività perché sembrava ben preso ed ha sempre lavorato abbastanza bene, così, mentre prepariamo lo spettaco‐lo, pensiamo anche ai numeri che lui potrebbe eseguire. Restano un po’ ai margini come sempre i ragazzi del Senegal anche se uno viene invitato da Geppetto più e più volte a provare qualcosa visto che durante  i precedenti  incontri aveva volentieri svolto alcune  figure di acrobatica ed acrobalance. Il problema della lingua resta forte e sem‐bra proprio che solo un ragazzo conosca un po’ meglio  l’italiano. Gep‐petto prova a spiegarsi anche con il francese ma i risultati non sembra‐no andare molto in là. Infine per lo spettacolo di sabato si arriva ad ottenere una serie di figu‐re di acrobalance ed acrobatica al termine delle quali inseriamo i nume‐ri di magia di Yu. e la piramide finale con tutti quanti i ragazzi insieme. Quindi a conclusione del video che abbiamo preparato con le immagini e  le  foto di  circa un anno di CircoStanza  in carcere saliremo sul palco fingendo  con  felpe  e  occhialini  (e  con  la  base  hip  hop)  di  essere  un gruppo rap. Al  termine  dell’incontro  l’atmosfera  sembra  diversa,  più  rilassata  e “convinta” di quello che faremo sabato.   

5 Dicembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 5‐12‐07 Operatori CircoStanza: Smilzo, Maggiolina, Geppetto Ragazzi presenti: 5 Attività svolta: Giocoleria Strumenti usati: Palline, diablo, anelli, devilstick, palline 

Relazione di Smilzo

Al  nostro  arrivo  tutti  i  ragazzi  giocavano  col  nuovo  calcio  balilla,  fac‐ciamo in tempo a piazzare il PC e le casse che Geppetto e Smilzo scate‐nano una sfida con la palla di gomma piuma. Si aggiunge dopo poco A. uno dei ragazzi senegalesi così iniziamo a destreggiarci con vari palleg‐gi, cross e calci d'angolo. Il gioco attira anche l'altro ragazzo senegalese così stiamo li a giocare un bel po', ridendo e giocando a calcio in modo parecchio strano. 

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Accendiamo la musica e subito Geppetto inizia a scartare giocatori invi‐sibili col pallone di gomma piuma, Smilzo lo raggiunge subito, si scarta‐no,  tirano  e  palleggiano  finché non  si  unisce  al  gruppo A.,  senegalese, dopo qualche minuto arriva anche l'altro ragazzo senegalese e qui  ini‐ziamo a destreggiarci facendo tiri  in porta, cross, azioni serie e sceme, tiri impossibili e a rallentatore. Intanto gli altri continuano a giocare al calcetto e Maggiolina  fa vedere al PC  il video mostrato alla  festa della scorsa domenica ai ragazzi che vogliono rivederlo. Dopo un po' di gio‐coleria, uno dei ragazzi senegalesi, A., prende il diablo, Smilzo lo segue sia fisicamente che nell'insegnamento, ma basta poco per fargli mollare l'attrezzo. Così con Geppetto proponiamo una supersfida a calcetto, chi vince deciderà  cosa  fare poco dopo. Via! Geppetto  e  Smilzo,  non  si  sa neanche come hanno la meglio sulla nazionale senegalese e vincono la partita così decidiamo di insegnare la tecnica con le palline, uno dei due ragazzi non si stacca e l'altro per qualche minuto scarso ci prova e poi molla. Maggiolina propone una supersfida col pallone di gomma piuma. Prendono parte tutti alla sfida e qualcuno un po' seriamente. Si è visto poco gioco di squadra e si gioca fino allo sfinimento. Durante  il riposo abbiamo la possibilità di chiacchierare con i ragazzi: Yu. ci dice di voler cantare  alla  festa  di Natale, mentre  i  ragazzi  senegalesi  fanno  gruppo fra loro. 

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19 Dicembre 2007 – Gruppo maschile Levante Data: 19‐12‐07 Operatori CircoStanza: Aureola , Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 4 (3 Marocco e 1 Senegal) Età dei ragazzi: 16‐17 Attività svolta: calcio, giocoleria, salto della corda Strumenti usati: rola‐bola, diablo, palline, devilstick, corda, musica, magia 

Relazione di Aureola

Partecipazione  attenta  e  attiva di M.,  il  ragazzo  senegalese  che  solita‐mente  stava  nel  suo  gruppo  e  partecipava  saltuariamente  all’attività. Questa volta è stato attento e sorridente e sinceramente  interessato a tutto ciò che proponevamo. I ragazzi erano solo 4 ma tutti disponibilissimi a fare attività. Abbiamo spaziato dal salto alla corda alla giocoleria, magia e musica.  Il  ragazzo 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

senegalese era ben preso in ogni attività:  interessato al Devilstick, alla magia e sempre sorridente e disponibile. Il ragazzo nuovo, Mo., si è di‐mostrato interessato a tutti i giochi di giocoleria e ha imparato a tirare 

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le tre palline, anche gli altri sono stati partecipi e l’atmosfera è stata ri‐lassata e serena. u. Era un po’ preoccupato per il processo del giorno dopo, ma ha par‐ecipato ed è stato partecipe sempre. Yt 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Relazioni Circostanza, anno 2008 

14 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 14‐01‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 (Cile, Ecuador, Marocco, Italia) Attività svolta: Giocoleria Strumenti usati: palline, rola‐bola, diablo, devilstick e anelli. 

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Relazione di Smilzo

Arriviamo al Ferrante e ci sembra di essere al primo giorno di scuola: oggi è il primo giorno di attività con un nuovo gruppo, il Grecale. Arri‐viamo puntuali alle 14.00, l'agente ci fa entrare nella palestra, chiude la porta  e  va  a  prendere  i  ragazzi.  Nell'attesa  arriva  una  educatrice,  si chiacchiera un po', le chiacchiere proseguono per un bel po', poi passa‐no le ragazze che vanno all'aria e finalmente dopo quaranta minuti dal 

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nostro arrivo ecco i ragazzi. Sono in 9, tutte facce nuove tranne M., vec‐chissima  conoscenza. Dopo  le  classiche presentazioni  apriamo  la  vali‐gia, non c'è tempo per le presentazioni formali: tipo chi siamo, cosa fa‐remo, ecc. si inizia a basta! I ragazzi sono molto distratti dalle ragazze, 

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riescono a vederle mentre sono in giardino per l'ora d'aria e dal pallone da basket che continua a rimbalzare nella palestra.  Qualcuno di loro come D., ecuadoregno, e il ragazzo cileno non si sono staccati dall'attrezzo, il primo col diablo e il secondo con il rola‐bola! Gli altri sbirciano, prendono in mano qualche attrezzo per qualche secon‐do, giochiamo molto con i devilstick che attirano sempre, mentre gli al‐tri stanno li seduti a guardare, ma sono proprio pochi.  

ndere un po' più di confidenza ecco ra. Peccato! 

Poi quando i giovani iniziano a preche arriva l'agente perché è finita l'oCome primo incontro niente male... CircoStanza grecale è appena iniziato! 

14 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 14‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 15.30 / 17.00 Ragazzi presenti: 5 Età dei ragazzi: 14 ‐ 19 Attività svolta: giocoleria con palline , diablo e devilstick + acrobatica Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola, tappetini da acrobatica 

Relazione di Maggiolina

Attraverso  l’acrobatica  siamo  riusciti  a  coinvolgere  Ju.,  ragazzino ma‐rocchino che da quando noi operiamo in IPM è già la terza volta che in‐contriamo qui. Lunedì era praticamente appena entrato per l’ennesima volta  e  seppur  felice nel  vederci  si  è  subito  seduto  in un angolo accu‐sando un forte mal di testa, ci ha detto di essere in crisi di astinenza da “fumo”. Avendo  agganciato  buona  parte  del  gruppo  con  l’acrobatica  abbiamo anche coinvolto Ju. che ormai esperto ed agile acrobata ha abbandonato la sedia e si è messo a tradurre e far vedere ai compagni come eseguire le figure di acrobatica! 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Il Gruppo Libeccio è il gruppo di primo ingresso in cui i ragazzi sostano e n   r o r v i 

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o p r il primo mese di dete zione o pe  pene m lto b e i per po essere inseriti nei vari gruppi. In  questo  gruppo  sono  poche  le  attività  che  i  ragazzi  hanno l’opportunità di fare per cui hanno reagito molto bene alla nostra pro‐posta di allenarsi con la giocoleria e con l’acrobatica. Soprattutto un  ragazzo  rumeno  si  è  allenato per 1 ora  e mezza  senza sosta alle palline ed ai devilstick dicendoci alle fine del laboratorio che finalmente si era potuto sfogare e rilassare un po’! 

21 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 21‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 Età dei ragazzi: dai 16 ai 17 Attività svolta: Giocoleria Strumenti usati: palline, rola‐bola, diablo, devilstick e anelli, monociclo 

Relazione di Aureola

Mezz’ora d’attesa prima di  entrare.  Siamo  in palestra, non mi piace,  è buia dispersiva,  troppo grande. Non si può mettere  la musica e non si può controllare i ragazzi. Ci sono due palloni da basket, pesanti e  i ra‐gazzi  li  lanciano da una parte all’altra e contro  il muro e a me sembra pericoloso.  Se  un pallone  arrivasse  in  faccia  a  qualcuno  farebbe  vera‐mente male. Cerco di  intervenire  e dico  loro di  giocare  col nostro pallone  che  è di spugna, per un po’ lo fanno… Ritroviamo Brillantina, ma  è  di  cattivo umore,  sta  spesso  davanti  alla porta  a  parlare  con  l’agente  e  a  prendere  in  giro  le  ragazze  che  sono nell’ora d’aria. Un ragazzo è molto ben preso con il diablo, Geppetto lo segue nei suoi progressi. Maggiolina  inizia  a  giocare  con  i  devilstick  con un altro  ra‐gazzo. Nel frattempo vedo che al fondo della palestra si stava svolgendo una gara di palline, le nostre palline da giocoleria venivano lanciate da due ragazzi addosso e contro il muro. Arrivo di corsa e faccio in tempo a prendere  una  pallina  distrutta…  Guardo  il  ragazzo  e  gli  dico  che  non servono per essere lanciate in quel modo e che il materiale ha un costo, 

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lui mi guarda serio, poi mi viene vicino all’orecchio e mi dice: “Devi ru‐ 

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bare! Così le cose non ti costano”. Si presenta, è di Napoli, in trasferta aTorino. Mi avvicino al ragazzo cileno, ha la frangia che gli cade sulla faccia a na‐scondere  completamente  gli  occhi  e  parte  del  volto.  E’  in  Italia  da  10 anni, ora parla meglio l’italiano che lo spagnolo. E’ chiuso, un po’ diffi‐dente, ma si apre quando si inizia a fare acrobatica. Con acrobatica tutti vogliono dimostrare di saper fare qualcosa, dai salti mortali a mosse di Capoeira. Qualcuno è veramente bravo. A palla avvelenata giocano quasi tutti. Il gioco di squadra a loro piace e partecipano volentieri. Riflessioni: bisogna chiedere la sala dove lavoravamo col Levante, è più alla luce e meno dispersiva. Ho  trovato  questi  ragazzi  molto  più  agitati  e  indisciplinati  rispetto  a quelli del Levante. Forse perché sono ancora in attesa di giudizio, forse perché sono tanti. 

21 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 21‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto Ore 14.00 – 15.30 RAGAZZI PRESENTI: 7 ATTIVITÀ SVOLTA: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi competitivi/cooperativi  Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Maggiolina

Stanza piccola, chiusa, senso di claustrofobia.  Ritroviamo due ragazzi che sono rientrati ambedue per  la  terza volta, ambedue marocchini. Uno di  loro,  Ju.  è decisamente di  cattivo umore, menta un mal di testa. Gli vado vicino, gli parlo, mi racconta di essere ggito dalla comunità dove stava in “messa alla prova”.  

lafu“Avevo bisogno di sigarette e sono uscito, poi ho pensato di non tornare, sono andato a piedi da Alba a Carmagnola (quasi 30 km), lì c’era la sta-zione, ho preso il treno e sono tornato a Torino. Dopo due mesi mi hanno ripreso in un ristorante, 7 pattuglie dei carabinieri, per un solo ragazzo! Non sono un assassino! Ora sono di nuovo qui, lo so che ho sbagliato. In comunità si stava bene, era una bella comunità. Ma ora sto male, mi

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manca l’Ashish e non mi danno le pillole (per l’astinenza). Sono 16 giorni qui e non ho che sono ancora parlato con l’educatore, mi dicono che è in

ferie…”. Cerco  di  calmarlo, mentre  parla  sembra  rilassarsi, ma  poi  si  siede,  si mette in testa una maglia di un compagno e si mette a parlare in arabo con  un  altro.  Ogni  tanto  si  alza,  va  verso  la  sbarra  e  chiama  l’agente. 

eChi de che gli passino le sigarette. L’agente gli risponde gentilmente, si allontana e dopo un po’ torna con le sue sigarette.  Un ragazzo  italiano, Ed.  inizia a provare a giocolare con  le palline:  “Io sono un assassino”, mi  dice  sorridendo  e  guardando  che  effetto mi  fa questa  dichiarazione.  “Omicidio  preterintenzionale,  legittima  difesa… 

a gamba, ma poi…Lui fratello…” 

ma io non lo volevo uccidere, infatti l’ho colpito allaveva aggredito mia madre, avevo il coltello di mio Un ragazzo rumeno ridendo gli grida: “Assassino!” Temiamo che lui reagisca, invece si mette a ridere. Il ragazzo marocchino Ja. sta imparando bene ad andare sull’uniciclo, si 

 appoggia a Maggiolina e a T.  il rumeno. L’altro marocchino è grande egrosso, giocola già bene, ma non ha costanza, dopo un po’ si stufa.  L’italiano, Ed. continua a giocolare, il rumeno per gioco gli mette la no‐stra bandiera intorno al collo, interveniamo immediatamente. E’ solo un gioco, ma noi ci siamo spaventati. Loro ridono. La  rabbia è un elemento palpabile  tra questi  ragazzi molto più  che  in altri gruppi in quanto essendo appena entrati non hanno ben presente cosa accadrà  loro, per  cui  in alcuni momento occorre avere occhi ben aperti.  L’atmosfera in questa stanza piccola è particolare, tesa o così la perce‐

 pisco. Mi scopro a guardare l’orologio e a sperare che il tempo passi piùin fretta. 

 uscito per un collo‐ giocolare. 

Maggiolina parla con  Ja. Smilzo giocola con Es.  J èquio. T. il rumeno si è agganciato e presto inizierà aSono le 17.05, arriva l’agente e CircoStanza finisce. 

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22 Gennaio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 22‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo Ore 15.30 – 16.30 Ragazze presenti: 10 (9 Rom – 1 italiana) Attività svolta: Laboratorio di Trucco Artistico + allenamento giocoleria Strumenti usati: devilstick, pois, palline, trucchi, musica 

Relazione di Maggiolina

La proposta del  laboratorio di  trucco  finalizzato ad  apprendere  tecni‐che base per effettuare trucchi artistici è stata accolta dalle ragazze con entusiasmo. Dopo avermi osservata nel truccare una delle ragazze con un risultato estetico a loro gradito, si sono sperimentate nel truccarsi a vicenda,  utilizzando  il materiale  in modo molto  accurato,  cosa  che  in passato non era accaduta! Torniamo dalle ragazze dopo lo stop delle vacanze natalizie e dopo aver con fatica trovato un giorno ed orario in cui inserire la loro attività. Purtroppo o per fortuna il laboratorio CircoStanza coincide con il labo‐ratorio  di  acconciature:  questo  ci  permette,  in  un  momento  di  così grande “pienone” della sezione femminile, di avere un numero minore di  ragazze nel  gruppo ovvero 10  invece  che 15, ma allo  stesso  tempo alcune delle ragazze più attive con noi nei mesi passati inserite appunto ad acconciature non hanno reagito bene a questa divisione. Il problema del numero della ragazze non dipende da noi,  in quanto 15 è un buon numero, ma dalla stanza dove facciamo attività che è decisamente pic‐cola per accogliere un gruppo di tali dimensioni più noi.  

28 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 28‐01‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 4 Attività svolta: Giocoleria, acrobatica, foto Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti 

Relazione di Aureola

Positivo:  siamo  tornati nella  “sala  socialità”  che essendo più  luminosa rispetto alla palestra e non avendo i palloni ha in sé meno rischi. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Abbiamo  nuovamente  aspettato  circa mezz’ora  prima  di  entrare,  non capiamo  se  è  casuale  o  se  è  una  prassi:  prima  le  ragazze  escono  per 

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l’aria,  poi  i  ragazzi  del  Levante  vanno  in  palestra  e  poi  scende  il  2° gruppo, il Grecale, appunto… Staremo a vedere le prossime volte. Entrando vediamo un tavolo e due armadietti rotti accatastati contro il muro, questo ci fa pensare che qualcosa è accaduto. Dei 9 ragazzi della scorsa settimana ne entrano solo 4, gli altri ci dicono, sono in isolamento. Un  ragazzo  italiano,  P.  è  contento  di  “ritrovare”  i  clown  ci  spiega  che viene dal Bicocca di Catania e di aver conosciuto lì le nostre colleghe del CircoStanza  Catania,  ci  dice  subito  il  suo  nome  e  ci  prega di  salutarle tanto e di dire loro che lui ora è in punizione per 2 mesi, già scontati, ma che  giovedì  prossimo  rientrerà  a  Catania.  Si  informa  che  giorno  è l’attività a Catania e soddisfatto dice che se rientra al “Bicocca” non se le perderà di certo. “Devo scontare 3 anni e mezzo” mi dice, quasi  fiero: “rapina in banca” aggiunge e Maggiolina ed io ridendo ci “complimentiamo”. Gli altri due sono la “vecchia” conoscenza Brillantina, tunisino che ne ha ancora per diversi mesi, un marocchino e D., provenienza Equador. D. riprende il devilstick che ha iniziato a praticare la scorsa settimana. Discute un po’ con Brillantina per la musica, vuole musica moderna USA oppure  musica  sud‐americana,  mentre  ovviamente  Brillantina  vuole musica araba.  Inizio  il  servizio  fotografico che ha  lo scopo preciso di  far  “smuovere” Brillantina,  il  quale  oggi,  a  differenza  della  scorsa  settimana,  appare molto  allegro.  Vuole  fare  il  “modello” mi  dice,  ma  gli  spiego  che  non siamo un’agenzia fotografica, ma un laboratorio di arti circensi. Così  i‐nizia a giocolare con palline, fa esercizi di acrobatica, giocola con i faz‐

 zoletti. Mi dice che vuole le foto, gli dico che le darò agli educatori e chenon è più possibile fare foto in carcere e darle direttamente a loro. Si è innamorato, di P. una ragazza italiana del gruppo femminile, il Mae‐strale, “Ci scriviamo, sai? L’ho conosciuta alla festa di Natale” mi dice. Amori nati in carcere, mi viene subito da pensare, che futuro avranno? Comunque è meglio che pensi a  lei piuttosto che a  farsi male o al  suo 

ni di carcere, prima in Tuni‐futuro che chissà cosa gli riserverà dopo ansia e ora qui. Il tempo passa velocemente e ci salutiamo. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

“Ricordati  di  salutarmi Maf! Davvero  la  vedi  questa  settimana?  Saluta lei,  le altre e dille di salutarmi tutti i ragazzi del Bicocca di Catania!” ci dice P. uscendo. 

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28 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 28‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 6 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi competitivi/cooperativi  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

 Mentre  aspettiamo  spostiamo  un  tavolo  nel  tentativo  di  ricavare  piùspazio, mettiamo la musica, per creare un ambiente più confortevole. Si sentono grida… Non si capisce mai se sono grida “normali” di qualcu‐no che chiama qualcun altro o litigi… Arrivano i ragazzi, c’è anche J. Che grida, è arrabbiato, ma non entra, ci spiegano che è in isolamento, forse avrebbe voluto fare attività e prote‐sta. Una “vecchia” conoscenza che ci fa piacere riabbracciare (con lui si era creata una relazione affettiva), ma allo stesso tempo ci rende tristi rive‐derlo in carcere, si tratta di Me. anche lui è contento di rivederci, mi di‐ce  che  aveva  incontrato  Smilzo mentre  era  fuori.  Ci  racconta  che  si  è sposato  e  che  sua moglie  aspetta un bambino e  lui  è  felice.  “Facevo  il muratore, zia, mi hanno  incastrato… ero al bar a giocare a bigliardo e sotto il  tavolo c’era  la droga e, dato che ho precedenti, mi hanno arre‐stato, ma sono innocente e uscirò. Ora stanno facendo le  indagini, non so quanto ci metteranno.” Naturalmente  tutto potrebbe essere vero,  come  tutto potrebbe essere inventato. Si piazza sull’Mp3 di Smilzo e decide lui che musica si deve sentire. Sta seduto in un angolo: “Non mi interessa fare niente”, ci dice. Lo  conosciamo,  sappiamo  che  se  decidiamo di  fare  qualcosa  che  a  lui piace, si attiverà. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Gli altri ragazzi sono tutti marocchini, Ju. questa volta non ha mal di te‐

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sta e appare allegro, forse il ritorno di Me. gli ha fatto bene, infatti parla in arabo con lui. L’altro  ragazzo  sorride  e  parla  anche  lui  in  arabo,  tra  le  parole  arabe 

lche ,compare qua  parola italiana “Messa alla prova  comunità, progetto” parlano forse del loro futuro. Proponiamo  il  gioco  dello  “scalpo”,  il  fazzoletto  appoggiato  con  una punta dentro i pantaloni e ognuno cercherà di toglierlo all’altro. Parte‐cipano tutti e ci si diverte, finalmente, si scaricano, si stancano. E’ quello che ci vuole, in questa piccola stanza la tensione si accumula e si sente veramente  tanto  la prigione e  l’essere  chiusi  lì dentro allo  stretto con loro anche per noi è forte. Uno dei ragazzi, è decisamente di cattivo umore, dopo un po’ esce, non capiamo se perché ha avuto a  che dire con Me. o  se per un  colloquio, verso le 17.00 rientra e si siede, “Sono di cattivo umore” mi dice mentre 

 usciamo guarda il naso al collo, lo prende e poi fa un gesto come a dire:“Ma va!... Ho ben altri problemi io…”. Quando sta per  finire  il nostro tempo con  loro, arriva T.  il ragazzo ru‐meno, ha una fasciatura sul braccio e ci annuncia che si è “tagliato”… Prima di uscire dobbiamo aspettare almeno 10 minuti che l’agente arri‐

 vi, nel frattempo Maggiolina si accorge che un ragazzo ha qualcosa neipantaloni, non capiamo se è un bastone che ha preso a noi o altro. Mag. gli va vicino e gli dice di tirare fuori quello che ha preso e di lascia‐lo lì prima che arrivi l’agente e possa passare dei guai. Lui sorride, fa un po’ lo gnorri, Mag. lo guarda decisa. Lui va in un angolo e tira fuori una sbarra di alluminio lunga quanto la sua gamba, forse sradicata in qual‐che infisso. Usciamo pensierosi. 

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29 Gennaio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 29 ‐1‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo Ore 15.15 ‐ 16.30 Ragazzi presenti: 11 Attività svolta: Giochi Competitivi e di gruppo – Giocoleria – Laboratorio di Trucco Artistico  Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, trucco, musica 

Relazione di Maggiolina

Due ragazze appena entrate in IPM sono state inserite dalla agenti nella nostra attività in modo da rendere più delicato l’ingresso e far conosce‐re loro le compagne. Da subito il clima accogliente e gioioso le ha rese ben disposte a partecipare all’attività ed in men che non si dica si sono messe a giocolare ed a farsi truccare, inserendosi nel gruppo con delica‐tezza e spontaneità. Il portare disco‐music e non più musica rumena ci aiuta a mantenere un clima positivo e pieno di energia durante il laboratorio, non si sono in‐fatti più verificate scene di pianto. Maggiolina osserva che le ragazze sono molto attive e positive in questo periodo pur avendo avuto, qualcuna di loro, un esito negativo dal pro‐cesso. Tre ragazze del gruppo sono in isolamento in cella a causa di una piccola rissa e Me., una delle ragazze che più creava subbuglio, è uscita. Tutte le ragazze partecipano alla attività chi giocolando, chi imparando a  fare  trucchi  clown/artistici,  collaborano  tra di  loro ed  il  livello di  e‐nergia è alto. 

4 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 4‐2‐08 Operatori CircoStanza:  Geppetto, Maggiolina Ore 15.30 – 16.30 Ragazze presenti: 7 Attività svolta: allenamento giocoleria Strumenti usati: devilstick, pois, palline, piattini, rola‐bola, musica 

Relazione di Geppetto

Il gruppo delle ragazze è calato, date le scarcerazioni avvenute ad inizio settimana.  Al  nostro  laboratorio  partecipano  7  ragazze  di  cui  2  (rom 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

slave) pur venendo  in attività  rimangono sedute ai margini della  sala, confabulando tra loro e dimostrandosi totalmente disinteressate. Le re‐

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stanti ragazze (rom e sinti rumene) hanno tutte partecipato alle attività sperimentando vari attrezzi. Alcune di loro inizialmente apatiche e calate in un profondo stato di tri‐stezza si sono pian piano avvicinate all’attività uscendo dal laboratorio serene e piene di energia!

4 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 04‐2‐08 Nessuna attività. C’è stata una lite e i ragazzi non sono scesi. 

4 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 4‐2‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 8 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi competitivi/cooperativi  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Saliamo le scale provenienti dall’attività con il gruppo Grecale, che non si è potuta svolgere perché i ragazzi non sono scesi a causa di un litigio di cui non sappiamo i particolari. Percorriamo il lungo corridoio, fuori piove, nei muri ci sono infiltrazioni ovunque e le pareti sono scrostate dall’umidità, fa freddo e mi viene i‐stintivo pensare che questo edificio è davvero brutto, speriamo che  la ristrutturazione in programma quest'anno inizi presto! Saliamo le scale, arriviamo al piano dove incontriamo il gruppo Libeccio e la sala dove di solito incontriamo i ragazzi è allagata, quindi l’agente ci apre un’altra sala, anche questa ha diversi punti in cui vi è acqua sul pa‐vimento, ma almeno non è tutta allagata. C’è una porta che conduce ad un bagno, entriamo per cercare una scopa, uno straccio, della carta per asciugare per  terra. La descrizione delle condizioni del bagno  le  trala‐scio. Se non asciughiamo per  terra non possiamo certo  fare attività, si rischia di scivolare e farsi male. Troviamo una scopa e in qualche modo spargiamo l’umidità per tutto il pavimento. 

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Abbiamo portato  l PC e pens amo di far vedere ai ragazzi il  filmato di Natale e alcuni video comici scaricati da Internet. Esco  in  corridoio per  vedere  se  trovo uno  strofinaccio  e  incontro Me. che piange…  “Cominciamo bene!” mi dico. Il tempo di sistemare la musica e il PC e di pulire la stanza e arrivano. Sono tanti, ci sono nuovi  ingressi, un ragazzo senegalese e un ragazzo slavo: “Sono uno zingaro” si presenta. Si siedono tutti, hanno musi lunghi, sono poco propensi a fare attività. Me. arriva, sta fumando: “Sono arrabbiato, non ho voglia di fare niente, la scadenza dei termini è a marzo e io devo rimanere qui per un mese in più.“ 

rimanere, ho la febbre. Oggi E. mi dice: “Fa freddo qui, non ho voglia di non ho voglia di fare nulla”.  B., il ragazzo senegalese si siede e sta zitto. “Non male come inizio!” pensiamo guardandoci negli occhi con Smilzo, Geppetto e Maggiolina. Facciamo partire il filmato, diciamo a Me. di venire a vedere, nel filmato c’è anche lui. Prima dice di no, ma poi arriva, si siede e guarda, comincia 

re vecchi compagni, arrivano an‐a cambiare di umore, sorride a rivedeche gli altri, incuriositi. In qualche modo li abbiamo coinvolti. Finisce il filmato della festa di Natale e non vogliono vedere altro, chie‐dono la musica, e musica sia! Geppetto gioca con il B., gli passa una clava invitandolo a provare, lui la 

 gira, la tira, la prende e poi gliela ridà, facendo capire che non ha vogliadi provare. A me viene un lampo di idea, chiedo a Geppetto di mettere le clave si‐stemate come birilli e propongo ai ragazzi di giocare a boowling. Immediatamente B. arriva a giocare, e pian piano tutti gli altri, ci si di‐verte,  si  usano  gli  strumenti  in  modo  diverso  dalla  giocoleria,  ma l’effetto  è  che  tutti  sono  coinvolti.  Persino E.  gioca  e  cambia d’umore, poi gioca Me. e cambia d’umore… Continuiamo a giocare, mentre Me. e J. mettono la musica. Geppetto ci aiuta  a  sistemare  le  clave  e  creativamente  le  sistema  in modo che  sia sempre più difficile colpirle, B. corre a raccogliere le palline e le distri‐buisce. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

 

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Smilzo  fa  andare  sull’uniciclo  qualcuno,  poi  arriva  l'agente  e  con  ilgruppo che non gioca a boowling parte una gara di calcetto. Me. mette una musica coinvolgente, B.  inizia a ballare mentre giochia‐mo, Me. ride, si volta, lo incita a ballare, si alza, si mette a ballare anche lui,  io ballo con  loro e balla anche  J. B. è bravissimo, decide  i passi e  i 

 movimenti noi  tutti  lo  imitiamo. E’ veramente divertente e  scaricante,tutti ridono, si battono le mani a tempo di musica. L’atmosfera è veramente cambiata, ora non siamo più in un carcere mi‐norile. 

ito: “Ve ne andate?” mi chiede Me. sorridendo… Ci abbrac‐iamo con tutti. 

Il tempo è finciamo e ci bacFuori nevica. 

11 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 11‐2‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 6 (2 ragazzi italiani, 1 ragazzo marocchino e 1 ragazzo zingaro rumeno, 2 ragazzi del Senegal) Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: PC, musica, attrezzi e monociclo, piatti cinesi Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, ecc. 

Relazione di Aureola

Oggi  ci  sono 2  ragazzi  italiani, M.  e  T.  rispettivamente  di  Catania  e  di eno, più altri Napoli. Un ragazzo marocchino e un ragazzo zingaro rum

due ragazzi del Senegal. I ragazzi del Senegal non partecipano, giocano a calcetto. Nasce un problema con la musica, ognuno vuole la sua musica.  Si arrabbiano Z. e M. rumeno e marocchino e il primo tira una sedia, se‐guito  dal  secondo.  E’  solo  un  gesto  provocatorio,  ma  sono  ambedue molto nervosi e preferisco che non ci siano scontri. Così li tranquillizzo. Troviamo a malapena un accordo per mettere una musica italiana, una rumena e una marocchina a turno e anche se protestando… si riesce a tranquillizzarli. 

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Comunque usano gli attrezzi ma il tempo è poco e finisce troppo presto, avrebbero voluto stare insieme a noi ancora. 

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Relazione di Smilzo

Arriviamo quasi puntuali e, come al solito, iniziamo l'attività con quasi 45 minuti di ritardo. Abbiamo poco tempo, così via: PC, musica, attrezzi e monociclo. Arrivano tutti e otto i ragazzi tra i quali T, rumeno e A, ma‐rocchino  spostati  a  questo  gruppo  dal  Libeccio.  Iniziano  a  giocare,  a prendere  in mano qualche attrezzo, qualcuno gioca al  calcetto e qual‐cuno vuole vedere e sentire che musiche abbiamo portato. Nessuno si è impegnato più di  tanto,  hanno  giochicchiato un po',  provato  i  vari  at‐trezzi e quello che ha avuto la meglio è stato il piattino cinese. Ha stimo‐

 lato la creatività e la voglia di mettersi in gioco di tre ragazzi alle presecon una bacchetta di legno e con un piattino di plastica, cinese! La musica è un buon strumento per svariate cose, ma a volte, date le di‐verse nazionalità porta ad innervosirsi, così Z. reagisce un po' male e M. per esagerare la reazione di Z. fa volare una sedia, cercando di spiegare che, per una musica e per spostare delle cose, non ci si deve comportare in quel modo. Purtroppo, ma era inevitabile, la mezzora di attività vola e così andiamo via, salutando tutti e dando appuntamento al prossimo lunedì! 

11 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 11‐02‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola Ore 15.30 – 17.00 Ragazzi presenti: 10 Attività svolta: Giocoleria Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Quando arriviamo S., l’agente ci dice che i ragazzi sono tanti e che è me‐glio non portare troppi attrezzi perché potrebbe essere pericoloso. Così scegliamo dalla valigia solo un paio di diablo, un devilstick e le palline. E’ vero,  i  ragazzi sono tanti, 10 ma oggi sono allegri e più bendisposti rispetto alla volta scorsa. J. Ha appena avuto un colloquio con lo psico‐logo, sembra allegro. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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Ci pentiamo di avere ascoltato l’agente, più attrezzi ci sarebbero serviti.  vedere Guardiamo subito un video, il video di Natale, un ragazzo vuole

le foto e il video di Natale 2006, quando lui era in carcere. Escono, tornano e hanno piacere di “rivedersi” in foto, in video.. Questo mi fa pensare a quanto l’attività fotografica e di ripresa video sia importante per loro. E’ un modo per riconoscersi, per “vedersi”, per es‐sere qualcuno. Ultimamente non sto più portando la macchina fotografica perché non è nel  regolamento,  ma  ci  siamo  ripromessi  di  parlare  col  direttore  per farne  capire  la  funzione  educativa  e  sociale.  Faremo domanda nuova‐mente per riaverla durante gli incontri. Oggi si fanno diverse attività: i ragazzi senegalesi sono 2 oggi, ambedue provano palline e diablo, uno dei due impara subito. Si balla anche oggi. E’  tornato un ragazzo marocchino che balla molto 

i gioca con quasi tut‐bene e Me. lo coinvolge per ballare. Si balla tutti e sti gli attrezzi. L’atmosfera è rilassata e assolutamente tranquilla. I nuovi arrivati provano vari attrezzi, si sperimentano in cadute dal ro‐la‐bola e poi magicamente si  rivedono, più piccoli,  in un paio di video girati al teatro durante una delle feste. Uno  dei  due  ragazzi  senegalesi  che  è  stato  ad  osservare  per  il  primo quarto d’ora d'ora di attività ha iniziato a osservare meglio e a prendere il monociclo, così Smilzo lo affianca nella sua impresa. Dopo una decina di minuti smette, non riusciva e voleva provare altro, così vedendo B., l'altro ragazzo senegalese, alle prese col diablo ha voluto provare anche lui. Finché dopo essere quasi caduto dal rola‐bola, ha preso in mano due palline e con  lo sguardo chiede a Smilzo come funzionassero.  In pochi minuti è riuscito a giocare con tre palline, ma in un modo spettacolare, tecnicamente  pulito.  Ha  imparato  giochi  su  giochi  fino  a  che  non  si  è conclusa l’attività. 

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12 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 12‐02‐08 Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina Ore 15.30 – 16.30 Ragazze presenti: 13 Di cui stranieri: 12 Di cui italiani: 1 Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 Attività svolta: giocoleria e giochi di gruppo Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Oggi quando arriviamo una parte delle ragazze sta seduta accanto alla porta di ingresso. Poi ci ricordiamo di aver detto loro la volta scorsa che chi non voleva fare attività e veniva solo per “piangere con  la musica” poteva  starsene  in  cella.  In  contemporanea,  come  spesso  accade,  c’è 

 qualche colloquio con qualche ragazza mentre l’attività di parrucchieraè nella stanza attigua. Un’agente giovane mai vista prima sta letteralmente di guardia alla por‐ta.  Le altre ragazze che sono entrate invece hanno voglia di ballare, scate‐narsi, giocolare e provare un po’ di tutto. La musica le accompagna an‐che se è quella roba da discoteca moderna che poco ci piace. Eppure in mezzo a tanto rumore c’è sempre tempo per delle parole più carine, per un rispettoso dirsi cose che vengono dal cuore. Poi sulla musica S. fa finta di fare l’uomo seduttore e altre due o tre ra‐gazze fanno le donne che gli cascano ai piedi. Altre due si dedicano al tennis con i flowerstick, invenzione della Mag‐giolina e si divertono un mondo a provare cose nuove poi qualcuna per l’ennesima volta si cimenta con le palline, ma non c’è nulla da fare, dopo pochi minuti e soprattutto se ti avvicini per dare qualche consiglio o la‐vorare insieme. le ragazze smettono e si rifugiano nel gruppo. Pensavo 

mina invece vedo che la stessa cosa fosse un problema di maschio/femaccade con Maggiolina.  Le altre continuano a stare sedute. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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18 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 18‐2‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 14,00 – 15,30 Ragazzi presenti: 7 Attività svolta: giocoleria, equilibrismo Strumenti usati: (diablo, devilstick, palline, rola‐bola, ecc.) 

Relazione di Geppetto

L’attività al Grecale parte con una buona mezza ora di ritardo. Fra spo‐stamenti e varie  incombenze  i  ragazzi non riescono a scendere prima. Arrivano urlando ma  in modo  festoso.  Ci  sono  le  solite  richieste  sulla musica i ragazzi magrebini si accalcano subito intorno al calcetto men‐tre gli altri provano il diablo, le clave, i rola‐bola, con qualche successo anche i devilstick. Un ragazzo resterà tutto il tempo a lavorare sul diablo. Smilzo starà con lui  praticamente  tutto  il  tempo  lavorando  sia  su  qualche  trick  sia  sul passing col diablo. Incuriosisce  ed  attira molto  l’Uniciclo,  anche  se  l’approccio  è  sempre molto snobistico, pensano tutti che sia una sciocchezza da bambini an‐cor di più che la giocoleria. Poi appena salgono sopra l’attrezzo vedono che  non  sta  fermo  sotto  il  sedere  che  si  cade  in  continuazione  che  è complicatissimo starci su e tutta la baldanza scivola via. Qualcuno si in‐caponisce e ci prova per tutto  il  tempo. Altri  invece non resistono che pochi minuti: “non ci riesco “ è il commento più comune. Il concetto di riprovare dopo un  fallimento  è molto difficile  da  far  inculcar  a  questi ragazzi, ma gli attrezzi circensi sono così: non ci sono scorciatoie o faci‐litazioni, ti fanno divertire e magari sentire “speciale” di fronte agli altri ma, richiedono impegno passione e costanza. Quando si provano sono 

d  molti di più gli insuccessi che i successi, ma proprio  a questo si passa.Come nella vita… è importante capire questo. Il  tempo  vola  via  e  quando  l’agente  entra  per  farci  uscire  quasi  ci  di‐spiacere di lasciare i ragazzi. 

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18 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 18‐2‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo Ore 15.30‐17 .00 Ragazzi presenti: 9 Attività svolta: giocoleria Strumenti usati: piattini, kiwido, monocicli, diablo, palline, devilstick, fazzoletti 

Relazione di Smilzo

Eccoci per un nuovo appuntamento col gruppo Libeccio. Parte subito la musica,  qualcuno  balla,  qualcuno  gioca  a  biliardino  e  qualcuno,  nello specifico il nostro amico senegalese prende subito le palline e inizia ad allenarsi. I due ragazzi che in genere guardano oggi decidono di metter‐si  in gioco col rola‐bola, però attenti perché se non si ha il controllo si finisce col sedere per terra! I  ragazzi marocchini non hanno molta voglia di partecipare, c’è un ra‐gazzo nuovo, molto curioso, però per oggi è intenzionato solo a guarda‐re, gli piace guardare mentre si fa giocoleria e si complimenta con noi! C’è  un  po’  di  movimento  al  bagno,  non  sono  bisogni  fisici,  così l’attenzione si concentra sui due e ci accorgiamo della mancanza di una clava! Dopo aver controllato il bagno e la sala assieme ai ragazzi, la cla‐va non si trova!  

aI due ragazzi senegalesi, nel  frattempo, non hanno mai smesso di  lle‐narsi! Ps:  la  clava  è  stata  ritrovata  al  piano  di  sotto,  dimenticata  alla  fine dell’altra ora e mezza di laboratorio! Che sbadati!! 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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19 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 19‐2‐08 Operatori CircoStanza: Smilzo, Maggiolina Ore 15.30 – 16.30 Ragazze presenti: 15 Età: 16‐19 Attività svolta: Laboratorio di Trucco Artistico + allenamento giocoleria Strumenti portati: devilstick, pois, palline, trucchi, musica 

Relazione di Maggiolina

C’è un gruppo di ragazze particolarmente ingestibile in questo periodo. In questo gruppo è forte il senso di sofferenza e il volersi sentire adulte. Molte di loro non si permetto di calare le barriere, non si permettono di lasciarsi  andare  e  si  barricano  dietro  una  serietà  rigida  e  distaccata. Rimanendo fuori dalle attività influenzano in modo negativo le altre ra‐gazze che invece vorrebbero divertirsi e sperimentare la giocoleria e le altre proposte ludiche. 

25 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 25‐02‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola Ore 14.00 – 15.30. Gruppo Grecale Ragazzi presenti: 6 Età dei ragazzi: dai 16 ai 17 Attività svolta: Giocoleria, acrobatica Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti 

Relazione di Aureola

Z. un ragazzo rom‐rumeno, vedendo che la “postazione musica” è stata accaparrata dai magrebini ha chiamato l’agente e ha chiesto di tornare in cella, arrabbiato. Mi sono avvicinata a lui e gli ho detto: “Dai, vieni a fare attività con noi, non c’è solo la musica!”. Lui mi ha risposto di non saper far niente, ma già sorrideva per il mio interessamento.  Ho continuato dicendogli che credevo in lui e che secondo me allo spet‐tacolo avrebbe fatto qualcosa di bello. Lui si è illuminato in volto e men‐tre Geppetto e Smilzo cominciavano ad attrezzarsi per fare acrobatica, lui ha voluto fare tutto! 

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Tuttavia lo vedevo agitato (lo è sempre di suo…) e ho voluto prendermi  

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ancora  di  più  cura  di  lui,  suggerendogli  di  respirare  prima  e  durantel’esecuzione dell’esercizio di acrobatica. La “chiave” per farglielo fare è stata quella di dirgli che il pubblico si sa‐

ava consapevolmente si  

rebbe accorto della sua paura e se invece respirsarebbe calmato e avrebbe reso bene l’esercizio.Lui mi ha ascoltata e l’esecuzione è stata buona. E’ stato così contento che è venuto a darmi un bacio in fronte. Oramai  aveva  preso  fiducia  in  sé  e  ho  potuto  indirizzarlo  insieme  a Smilzo sulle palline, era così carico che nel giro di pochi minuti giocola‐va con tre palline. T. italiano di Napoli, dapprima praticava lo sport di tirare le palline ver‐so un altro ragazzo il quale gliele rilanciava con sempre rinnovato vigo‐re, poi si è seduto in un angolo, mi sono avvicinata e gli ho chiesto come andava, mi ha detto di essere dentro perché finito in una rissa in cui c’è scappato il morto, i suoi sono stati in galera entrambi, ma ora vengono a Torino a trovarlo tutte le settimane. Gli ho chiesto se secondo lui il car‐cere servisse. Ci ha pensato un po’ su e poi mi ha risposto di sì, e lo ha ripetuto  due  volte,  aggiungendo  che  in  carcere  capisci  quello  che  hai fatto. “Io quando penso a a casa, mi metto a letto e mi addormento, così non sto male. Forse mi sposteranno  in Calabria, ma se poi mi condannano definitivamente, voglio tornare qui, perché qui c’’è gente come voi che si interessa a noi”. Dopo questa chiacchierata ha partecipato anche  lui all’attività di acro‐batica. 

cCon Smilzo e Geppetto sono state provate  tutte  le  figure di acrobati a che si porteranno in spettacolo il 15 marzo. Vedendo  che  si  lavorava bene,  anche altri  due  ragazzi  si  sono uniti  al gruppo e si è creato il gruppo “Acrobatica”, direi con un buon risultato! 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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25 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 25‐2‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 8 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’attività  inizia  con  un  ritardo  incredibile,  i  ragazzi  arrivano  dopo mezz’ora. 

   Il ragazzo del Senegal riprende immediatamente le palline e con grandesuccesso. Due  ragazzi  si  stabiliscono  sui  rola‐bola  e  trovano bene  il  loro  equili‐brio. V. parla molto bene l’italiano ma è albanese, ci spiega che è in Italia da quando ha 11 anni e che ora ne ha 19. E’ molto aperto e simpatico, sor‐ride spesso. Me., sempre più magro e depresso entra, guarda un attimo la musica e poi se ne va. Mi spiace vederlo in questo stato. Un ragazzo magrebino si avvicina, si chiama T. anche lui è nuovo, gli di‐co se vuole provare le palline, come tutti mi risponde: “E’ difficile, non sono capace!”, ma ho già avuto un successo con Z. e non demordo, lo in‐coraggio, gli dico che se ho  imparato  io, può  farlo anche  lui e così,  in‐sieme proviamo. Finisce l’incontro e lui sa giocolare!!! Evviva! L’atmosfera è stata tranquilla, serena, tutti i ragazzi hanno fatto attività e con la musica che ci faceva da sfondo abbiamo ottenuto il risultato di creare un “circo‐stanza”. 

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26 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 26‐2‐08 Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola Ore 15.30 – 16.30 Ragazzi presenti: 10 Età delle ragazze: 15‐19 Attività svolta: allenamento giocoleria Strumenti usati: devilstick, pois, palline, nastri, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’attività inizia con molto ritardo, le ragazze arrivano e appaiono (come sempre ultimamente) un po’ scocciate. Cercano subito la musica, l’Mp3 

 si è scaricato e quindi non c’è musica. Sono deluse, una dice: “Allora nonmi interessa niente!” Faccio  loro notare che  l’attività non riguarda  la musica, ma  le arti cir‐censi e noi siamo lì per quello…  Due di loro provano i rola‐bola, sistemiamo sotto un tappetino, il pavi‐mento non è adatto e rischierebbero di farsi male.  Quasi tutte provano dal rola‐bola ai pois ai nastri, alle palline. Ma la co‐stanza è veramente poca. Sembrano aver voglia di provare tutto ma per 

r prende non più di 3 minuti. Geppetto fa battute, sche za con loro, le  in giro e loro stanno al gioco e lo rispettano. Parliamo  dello  spettacolo  del  15  marzo,  ma  non  sembrano  poi  tanto coinvolte. L’attività è durata poco e hanno provato di tutto, forse già so‐lo questo è un successo! 

3 Marzo 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 03‐03‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  

Relazione di Aureola

L’attività è saltata perché nessuno ci ha avvisato che è cambiato il luogo e che si sarebbe svolta al piano del Grecale. Siamo rimasti dalle 14.10 alle 15.10 ad aspettare prima che qualcuno si decidesse a dirci che i ragazzi ci avrebbero aspettato sopra. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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3 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 3‐3‐ 08 Operatori CircoStanza:  Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 8 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Anche questa volta solito ritardo.  Inoltre un ragazzo del Grecale, dove non abbiamo potuto fare attività ci vede e manifesta disappunto per a‐ver perso l’attività. Nel gruppo c’è un nuovo ragazzo, se ne sta in disparte, poi mi si avvici‐na, ha le lacrime agli occhi, mi dice che è da sabato dentro per un reato stupido che ha commesso quando aveva 16 anni che lui ora riga dritto, che sua moglie aspetta un bambino che dovrebbe nascere tra 8‐9 giorni e lui prima era alle Vallette (carcere adulti) e sua moglie non sa che lo hanno portato  al  Ferrante perché  il  reato  lo  aveva  commesso quando aveva 16 anni, lui ora ha 20 anni è regolarmente sposato e vuole parla‐re con un educatore. “Ho paura che succeda qualcosa a mia moglie, vo‐glio  starle  vicino,  voglio  prendere  in  braccio  il  mio  bambino…  voglio parlare con un educatore, almeno per telefonare a mia moglie e avvisar‐la…”. Rimango un po’ scossa e appena arriva l’agente gli facciamo presente il caso. Lui lo tranquillizza e gli dice che ha parlato con l’educatore e che tra poco lo chiameranno.  Al sentire questo si rasserena e si mette a gio‐care a bigliardino con M.  Me. Oggi è più di buon umore, è dimagrito tanto, glielo dico, lui mi dice che  sono  le  preoccupazioni,  che  vuole  uscire  e  che  forse  venerdì  esce per scadenza dei termini. Oggi partecipa un po’ di più, giocola con le palline, gioca, insomma è più socievole. Mi fa piacere, sono affezionata a questo ragazzo. V. il ragazzo albanese è sempre sorridente, oramai è diventato un mago dei Rola‐bola. Gioca insieme ad un altro con Maggiolina con i devilstick. Il ragazzo senegalese, E. invece fa “Passing” con Smilzo, anche lui è mol‐to bravo. 

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Geppetto si è infortunato, ha uno strappo alla gamba e si vede che sof‐fre. L’attività si svolge con tranquillità e serenità, i ragazzi partecipano tutti alle attività. Verso la fine Maggiolina gioca con un ragazzo: lui prende il citofono e  lei  con una clava gioca a  rispondergli  al  telefono. Partecipo anche io e faccio la mamma, usando la voce da clown. E’ la prima volta che  improvvisiamo una scena da clown! Così mi metto  il naso rosso e faccio la voce da clown e parlo delle mie mucche… mi guardano riden‐do, stupitissimi. Beh,  secondo me  si  potrebbe provare  a  sfruttare di  più  il  circo‐clown con i ragazzi. 

10 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 10‐3‐08 Operatori CircoStanza:  Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 7 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Oggi non abbiamo fatto attività al Grecale, c’era una riunione straordi‐naria indetta dal Dirigente. Arriviamo puntuali all’incontro con il gruppo del Transito, il Libeccio. I ragazzi arrivano. Alcuni prendono subito possesso del bigliardino e ini‐ziano una partita con Geppetto.  Me. Si siede vicino alla musica, è sempre più magro, sempre più triste, sempre più trascurato,  indossa una tuta, una maglia vecchia, ha il cap‐pello  nero  di  lana  calato  sulla  faccia.  Ricordo  il  bel  ragazzo  di quest’estate, florido, sorridente che partecipava all’attività con allegria e ora vedo un  fantasma, un ragazzo depresso e con gli occhi persi nel vuoto. L’agente entra e sta con noi, sta piantonando Me. perché ha tentato di farsi male, ha ingoiato del vetro. Osservo i ragazzi, sono rilassati, con M. si gioca, un po’ va sui rola‐bola, un po’ prova l’uniciclo, un po’ fa finta di farsi male cadendo. E’ un ragaz‐zo sempre sorridente, socievole.  

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Con N. si fa magia, Maggiolina e Smilzo gli insegnano i giochi e lui subito 

 

Ho  un  nodo  in  gola,  vorrei  che  avesse  davvero  capito,  che  non  conti‐nuasse a rovinare la sua vita. Riprendo a scherzare con M. suonano al cancello e faccio finta che sia il telefono, afferro il citofono e dico: “Pronto, dove sei? Torna a casa che è pronto da mangiare”. Lui afferra al volo e mi dice:  “non posso adesso, sto  giocando…”  (stava  giocando  con Oreste,  il mio  galletto di  gomma‐piuma a marionetta)… Io insisto. il gioco è partito e ci stiamo diverten‐do. “Allora a che ora torni?” e lui: “Alle otto, mamma alle 8!” 

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va a far vedere quanto ha imparato all’agente. E’ curioso e gli piace im‐parare giochi nuovi. Il ragazzo marocchino che l’altra volta piangeva, mi saluta e mi dice che il suo bambino è nato e che spera lo portino a vederlo. Il senegalese dopo il calcetto gioca con i cappelli che abbiamo portato, poi con Smilzo fa passing. Ogni tanto do un’occhiata a Me. e mi fa star male vederlo così. Mi avvi‐cino a  lui  e  gli parlo,  gli  chiedo perché  si  sta  trascurando, perché non mangia, gli dico che è troppo magro. Mi risponde che sono i “pensieri”  a farlo star male, che venerdì scorso pensava di uscire per scadenza dei termini e invece gli è stata prolungata la permanenza di un altro mese. “Sono stato in ospedale” mi dice, “in coma…”. Gli chiedo cosa ha fatto e mi dice: “Ho mangiato vetro”.  Rimango muta  per  qualche  secondo  e  poi  decido  di  parlargli,  gli  dico che queste “bravate” non gli faranno bene e che il giudice sapendo que‐ste cose potrebbe non valutare positivamente la sua uscita, gli dico che così dimostra immaturità, che avere una buona condotta aiuta, che ela‐borare i propri errori aiuta, che al contrario lasciarsi andare non serve e non dispone bene nei suoi confronti. Gli chiedo se la sua ragazza lo va a trovare, “Mia moglie” mi corregge… Gli chiedo se si fa trovare così da lei e lui mi dice di no. Gli suggerisco di riprendere a curarsi, di reagire, di fare attività, di non rimanere in un angolo inerte. Gli dico che è importante che lui capisca che se si è trovato nei pasticci è perché ha sottovalutato cosa vuol dire essere stato in carcere. Gli parlo per più di dieci minuti,  lui mi guarda, mi ascolta, vedo un barlume di interesse nel suo volto. Sento che capi‐sce quanto voglio passargli. Gli chiedo di promettermi che si prenderà cura di se stesso. Mi dice di sì. Gli dico che ci tengo a lui. Dopo pochi mi‐

 nuti si alza, va al calcetto, poi prova le palline e vede che si ricorda comesi fa a farle stare su, fa un po’ di passing, Prova il rola‐bola. 

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 la pasta!” e lui: “Noooo, sempre pasta, pasta…” e io: a bistecca con le patatine fritte… dai fai presto!” 

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“Ok allora ti preparo“Ok allora ti faccio lRidiamo di gusto!!! All’uscita l’altro agente che apre la porta ci dice: “ma come mai ridono? Non è che ne hanno combinata qualcuna?”…. 

17 Marzo 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 17‐03‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, musicoterapia, arteterapia Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido 

Relazione di Aureola

Oggi abbiamo portato 4 strumenti musicali: 2 tamburelli piccoli maroc‐chini, 1  tamburello più grande e un bastone della pioggia. Oltre a  tutti gli attrezzi di giocoleria.  I ragazzi questa volta arrivano puntuali, sembrano felici di rivederci, ci abbracciano, ci baciano. N. prende subito in mano gli strumenti musicali che avevamo posato sul tavolo insieme agli attrezzi di giocoleria e inizia a  far ruotare  il  tamburello piccolo che ha due pendagli ai  lati che bat‐tendo  suonano  sul  tamburo,  arriva  un  altro  ragazzo  e  prende  l’altro tamburello e poi B. prende il bastone della pioggia,  lo riconosce, viene dall’Africa, si illumina vedendolo. Iniziano un piccolo  concerto, D.  canta  e balla,  gli  altri  pure,  tutti  sono coinvolti, anche chi gioca a calcetto canta e ride, è un momento molto 

c ’a   ,pia evole ma arriva l gente e ci dice di limitare il rumore  che a quanto pare dà fastidio… A chi? N.  risponde  che  ci  stiamo  divertendo,  che  facciamo  solo  musica, L’agente  risponde  che  se  non  vuole  che  l’attività  finisca  subito  deve suonare più piano. Siamo  in una sala di 3 metri per 4, con 9 ragazzi più noi  tre,  siamo  in 11, la nostra attività è di “Arti circensi”… e necessita spazio... e dobbia‐mo stare pure in silenzio?  

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Ok, facciamo finta di niente e distraiamo i ragazzi. Ho portato una foto di  una  composizione  fatta  con  le mani,  proviamo  tutti  a  rifarla,  ci  vo‐gliono 11 mani… i ragazzi mettono le loro mani, discutono su chi deve stare davanti, chi dietro… e si crea la prima composizione. Poi B. prende alcuni attrezzi e se li posiziona addosso: il piatto cinese in testa e sopra le palline, come fosse un cesto di frutta che le donne del suo paese por‐tano in testa, e parte la composizione della scultura umana fatta di og‐getti di giocoleria. Ognuno di loro mette addosso a B. qualcosa e si crea la prima composizione di scultura umana. Poi è la volta di N, anche lui vuole essere una scultura e così si gioca a creare le sculture più elabora‐

 

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tenuti in equilibrio insieme) che però cadendo fanno rumore… (ahi, ahi, ahi!). Si crea l’ultima scultura e viene fuori un vero capolavoro: clave, palline, cerchi,  fili del diablo e devilstick  sono messi  insieme con una cura  in‐

te,  prima usando  anche  i  corpi  e  gli  attrezzi  di  giocoleria,  poi creandosculture sul tavolo. M. è sorridente, “Guarda”, mi dice, tirandosi su le maniche, “Non mi so‐no più fatto male zia, ora sto meglio. Forse l’avvocato riesce a farmi da‐re gli arresti domiciliari”. Gli  dico  che  sono  felice per  lui  e  che  spero  che  tutto  andrà bene,  non posso fare a meno di aggiungere qualche raccomandazione sullo stare attento a chi frequenta. “Vi vengo a trovare, così continuo ad allenarmi con voi”, mi dice. Lo rassicuro che lo aspetteremo con molta gioia. I  ragazzi  vogliono  provare  di  nuovo  a  fare  la  scultura  di  mani  e  così mentre  ognuno  di  loro  cerca  la  giusta  posizione  li  guardo,  sorridono tutti, sono così allegri oggi! D. vede che ho  il naso rosso al collo, me lo porta sul naso e  io  inizio a parlare con la voce clown, tutti ridono, lui è stupito, mi toglie il naso e… io parlo normalmente, mi rimette il naso e io parlo da clown… inizia la scenetta, N. prende il telefono (una clava) e anche D. e un altro va al ci‐tofono e inizia la telefonata a tre: io parlo sempre da clown e loro rido‐no tanto.. Allora metto il naso a D. e gli dico di parlare e anche lui usa la 

i lo stesso faccio con Y il no da clown. 

voce da clown, gli altri ridono come matti… e ponaso rosso fa il giro di tutti e tutti ridono e parlaMaggioina e Smilzo coinvolgono anche gli altri. Nel  frattempo  E.,  ragazzo  senegalese,  fa  delle  evoluzioni  grandiose  di giocoleria con Smilzo, il quale è veramente ammirato e sorpreso di tan‐ta bravura. Tutti provano i nuovi attrezzi di giocoleria (tre pezzi di legno che vanno 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

credibile  dai  ragazzi  che  cercano di mantenere  le  cose  in  equilibrio  e allo  stesso  tempo  di  creare apposta  difficili  equilibri. M.  introduce  un 

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oggetto  e parte della  scultura  cade, N.  è  afflitto, ma  insieme  la  ricom‐pongono e ... il capolavoro è finito! Guardo e mi commuovo a vedere tanta cura, tanta attenzione, e anche la 

 ricerca  attenta  dell’armonia,  dei  colori.  Se  solo  si  potessero  sfruttaremaggiormente queste qualità! L’agente viene più  tardi oggi, ma  tanto nessuno dei  ragazzi voleva an‐darsene e stavamo tutti veramente bene. 

17 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 17‐3‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 7 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ritroviamo Yu, ci abbraccia, sorride… dice: “mi sono fatto prendere di nuovo, ero andato in Liguria e poi…” Un ragazzo italiano appena arrivato, G. si presenta, sa già giocolare con le palline e durante  l’attività parteciperà a  tutto, provando tutti gli at‐trezzi. Quattro di loro giocano a calcetto e sembrano molto coinvolti, si ascolta musica, si ride. Il neo papà ci racconta di aver visto il suo bambino, lo hanno potato in ospedale a vederlo. “Porta il nome di mio padre” mi dice. E’ molto orgo‐glioso di essere papà. “Mia moglie è bellissima! Ha molto latte e io vor‐rei essere con lei per abbracciarla…” Ride, imbarazzato. Con M. e Smilzo giochiamo a lanciarci i Devilstick dapprima uno, poi tre, lui è coinvolto e piacevolmente attratto dall’attività. 

che con loro leria.  

Anche con loro proviamo a fare una scultura di attrezzi, ansi scherza e si ride, mentre si provano gli strumenti di giocoIl tempo trascorre piacevolmente ed è già ora di andar via. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Quando usciamo troviamo per le scale il comandante che un po’ riden‐mo fatto un po’ di baccano: “I ragazzi 

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do e un po’ serio ci dice che abbiadovete contenerli”… Siamo sicuri che sta scherzando… A noi  sembra  che  in una  stanza piccola come quella,  è già un’impresa fare un’attività  come  la nostra  e  che poi  i  ragazzi debbano pure  stare zitti…  Personalmente  preferisco  che  ci  siano  risate,  musica,  allegria piuttosto che il rumore di quando sbattono sulle sbarre della cella, co‐

ame  durante  l’ultima  riunione  di  Stop  &  Go,  quando  non  si  riusciva nemmeno a parlare d lle grida e dai colpi sulle porte. Il  silenzio durante  il  Laboratorio CircoStanza non  è  auspicabile  a mio parere. 

1 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 1‐4‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina e Geppetto Ore 15,30 – 16,30 Ragazzi presenti: 4 Attività svolta: giochi coi cappelli Strumenti usati: strumenti per giocoleria e cappelli e parrucche più un telo nero 

Relazione di Geppetto

Arriviamo ben in anticipo e le ragazze non sono ancora in arrivo quindi disponiamo il materiale. Abbiamo anche un bel po’ di musica nuova sia 

 D. che Scroata sia pakistana perché sia . ci hanno chiesto un po’ di novi‐tà. 

 Appena arrivano le ragazze si fiondano sull’mp3 e S. fa subito un po’ laprepotente volendo selezionare sempre lei tutta la musica. D. si arrabbia ma dopo poco è lì che prova cappelli e parrucche con rela‐tiva sfilata di moda con collezioni varie. 

vvi‐M. con il suo solito umore altalenante è lì che prova con lei.  Improsano anche qualche battuta.  Con D. si riesce anche a giocolare con qualcosa di passing semplice. Poi però nel momento in cui anche S. sembra iniziare a voler partecipa‐re maggiormente all’attività, ecco che arrivano le agenti per i turni alla biblioteca  e  quindi  ci  ritroviamo  con  le  ragazze  che  vanno  e  vengono 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

con relativo nuovo momento di tensione per la musica sempre fra D. e S. 

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8 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 08‐4‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto Ore 15,30 – 16,30 Ragazzi presenti: 5 Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 Attività svolta: improvvisazione Strumenti usati: giocoleria, teli neri parrucche e cappelli 

Relazione di Geppetto

Anche questa volta prepariamo la sala con gli attrezzi di giocoleria e il materiale clown per travestirsi. Ci sono due nuove ragazze: V. e N., sor‐ridono un po’  incerte con  le altre cerchiamo di spiegare  loro cosa  fac‐ciamo. S. si impossessa dell’mp3 ma questa volta lascia che anche “altra musica” venga suonata. Capiscono subito a cosa serve il telone N. e V. si siedono come spettatri‐ci. Dopo qualche improvvisazione con il solo utilizzo del viso con temi proposti sia da noi che dalle ragazze, D e M si scatenano improvvisando un po’  di  tutto,  intervistando e  facendosi  intervistare  come  ipotetiche dive del cinema o dello spettacolo.  Dopo poco M. vuole fare con D. la poliziotta della scientifica che indaga su un omicidio. Il morto è Geppetto che ridacchiando e russando funge da cadavere al centro della sala. Il linguaggio è “finto” ma molto violen‐to. Alla fine siamo colpevoli tutti e due e veniamo inviati in carcere. Dopo questo dramma tragicomico le ragazze sembrano aver esaurito le energie e si abbandonano all’ascolto della musica. Maggiolina e Geppet‐to  tirano  fuori  i  giochi di magia  e  anche  le  ragazze nuove pur  timida‐mente provano qualche  trucco. Non possiamo certo pretendere molto da  loro. Gli  ultimi momenti  sono dedicati  alla malinconia  per  qualche 

, l ecanzone  triste  che   sfuggita  a la  censura  antidepr ssione  di  Geppetto, sono rimasti nella compilation di musica. Siamo  soddisfatti,  pensiamo  infatti  che  oltre  al  significato  presente nell’improvvisazione che ben ha delineato  il  loro stato d’animo al mo‐mento dell’arresto, D e M potrebbero ben provare qualche gag lavoran‐do dietro il telone nero. Vedremo quello che si può costruire.  

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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14 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 14‐4‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 6 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido 

Relazione di Aureola

Si è creato un clima divertente (questo è poi il nostro scopo). Tutti i ra‐gazzi hanno contribuito a fare qualcosa. Tra gli strumenti il devilstick è 

 stato quello che ha coinvolto maggiormente quelli che non sapevano (opensavano) di non sapere fare nulla. Me. è stato partecipativo e così pure gli altri. L’atmosfera è stata vera‐mente quella di un centro giovanile. 

 di  fare uno spettacolo con li. 

E.,  il  ragazzo senegalese, oramai è  in gradoSmilzo, ha raggiunto livelli di bravura notevo

bito dietro. B. anche lui senegalese, gli sta suN. e M. provano giochi di magia. Il tempo passa veloce e i ragazzi faticano ad andare via, ci stiamo diver‐tendo!  

14 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 14‐4‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina Ore 15.30‐17.00 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Nuovi ingressi al Libeccio: 3 ragazzi.  Tutti partecipi, tutti con volontà di imparare. Smilzo organizza un cer‐chio e insegna a giocolare a tutti, partendo da una pallina fino ad arriva‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

he una gara 

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re a tre. Uno di loro, Fl. sembra già molto portato. Si fa ancdi Calcetto. L’attività si svolge in un’atmosfera di rilassatezza e allegria. L’unico in disparte è T., un ragazzo rom che è rientrato, sembra triste, lo coinvolgo con il devilstick, dapprima mi dice: “Io non sono capace”, poi gli spiego che è facile e può imparare e allora prova e vedendo che rie‐sce si coinvolge e giochiamo per più di mezz’ora. Viene in visita  il comandante e, vedendo T. seduto sul tavolo mente a‐scolta musica, gli spiega che sarebbe più educato sedere sulla poltrona, lui  ubbidisce  subito  e  preoccupato  gli  chiede  se  gli  farà  rapporto  per questo,  il  comandante  sorride  e  gli  dice  di  no.  Lo  vedo  preoccupato quando il comandante va via, quasi con le lacrime agli occhi, e lo rassi‐curo. I ragazzi italiani partecipano all’attività, sono tutti molto allegri e attivi. T.  e N.  si  incontrano e mi  spiegano  che  erano amici prima,  si  siedono accanto e iniziano a chiacchierare.  Tutti  hanno partecipato,  chi  più  chi meno,  l’atmosfera  è  stata  sempre rilassata e allegra. 

15 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 15‐4‐08 Operatori Clown: Maggiolina, Geppetto Ore 15,30 – 16,30 RAGAZZE PRESENTI: 5 rom rumene e slave ATTIVITÀ SVOLTA: improvvisazione con tessuti, giocoleria e magia Strumenti usati: giocoleria, teli colorati 

Relazione di Maggiolina

Ce ne sono due nuove quando le ragazze entrano nella sala dell’attività. S è stata passata ad acconciature ed è in fondo un bene per lei che aveva grosse difficoltà ad accettare  la propria parte  ludica, anche se ad onor del vero sembrava a più riprese voler un po’ cedere rispetto alla sua a‐ria da dura del genere “io non accetto nulla”. M. adora i giochi di magia ed ad ogni nuovo gioco corre fuori a mostrar‐lo alle agenti presenti nel corridoio. E quindi è un andirivieni continuo. Il comportamento di M. è veramente sinusoidale. Si passa da momenti in cui parte alla carica facendo tutto quello che può in attività, mettendo anche  in  campo  una  frenesia  addirittura  esagerata,  a momenti  in  cui 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

sprofonda, magari  con  l’ausilio  della musica,  non  solo  in  una  sorta  di 

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tristezza assoluta in cui sembra non esistere nulla a cui possa porre ri‐medio, ma anche in un rifiuto di relazionarsi con tutti.  Così  anche  con  le  agenti. Anche  a prescindere dai  soggetti  che  stanno “dall’altra parte”, il suo odio e il suo amore non sembrano avere mezze misure. Tuttavia reputiamo positivo che voglia mostrare quello che im‐para. Le nuove non sanno bene come partecipare a questo teatrino che forse le mette un po’ a disagio. Una ragazza soprattutto V. si addossa al muro e  sembra  non  voler  partecipare  a  nulla.  Le  scappa  qualche  sorriso quando D. fa un po’ la buffona e sbaglia volutamente delle cose. Non sa bene neppure lei se accettare gli oggetti e le sollecitazioni che le vengo‐no proposte oppure no. Il problema poi è sempre il solito, magari si par‐te  con  un  attrezzo ma  alla  prima  difficoltà  la  tentazione  di  affermare “non ce faccio, non sono capace” è troppo forte e troppo comoda. Una ragazza però con  il  flowerstick ed altri attrezzi si mette a giocare volentieri. Soprattutto quando si rende conto che non c’è giudizio sulle 

 cose che  fa e che viene accettata per quello che è. Sembra abbastanzasemplice agganciare la relazione on lei, sorride volentieri. Il problema poi alla fine torna ad essere quello della musica. M. una vol‐ta terminata la verve magica si impossessa del lettore mp3 e seleziona una serie di musiche tristi cui si abbandona con indolenza e malinconia. E’ sempre difficile capire quanto sia una sorta di auto induzione alla tri‐stezza o  quanto un  vero pensiero  che  esce da dentro. Allora  l’energia che sembrava altissima fino a pochi minuti prima crolla ai minimi stori‐ci  ed eccole  tutte abbandonate sedute come  fosse  la  fine del mondo e non  ci  si  potesse  fare nulla.  Cerchiamo di metterla  sull’ironia ma non sembrano  comprendere  né  accettare  questo  tipo  di  reazione  al  loro comportamento. 

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21 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 21‐4‐08 Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 8 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido, vestiti e attrezzi clown 

Relazione di Aureola

Il primo ad entrare è stato Me., è venuto a baciarmi e mi ha subito detto: “Fino a poco fa stavo male, ora sto meglio… Ero preoccupato perché sa‐

o  bat  mia moglie non è venuta al colloquio, ma oggi ha  telefonato e hadetto che aveva la febbre.”  Ha  subito  iniziato  a  giocare,  a mettere musica,  ballare  e  interagire  ri‐dendo con tutti. “Guarda zia, mi sono tagliato i capelli!” si è tolto il ber‐retto e mi ha fatto vedere la testa rasata e ha aspettato che arrivassi a dargli una carezza sui capelli. “Il 24 e il 28 ho il processo, speriamo be‐ne!” C’è  un  rientro:  Yu, mi  saluta, mi  chiede degli  altri:  Pepita, Maggiolina, Smilzo, mi dice che ora ha la condanna definitiva, 1 anno e 8 mesi, ma alcuni  li ha già scontati. Paradossalmente sembra contento di  togliersi questo peso. B.  è  diventato  bravissimo,  gioca  con  il  cappello  di manipolazione  con Geppetto  e  riesce  a  fare  evoluzioni  anche  abbastanza  complicate,  lo stesso fa con il devilstick giocando con me. Si vede che cerca la giocole‐ria più “evoluta”. Se ne prenderà cura Smilzo. Oggi abbiamo portato parrucche e cappelli e i ragazzi le provano, se le scambiano,  si  divertono ora  con una parrucca  rosa  fucsia,  ora  con un cappello a forma di elefante o di tigre. Gli agenti portano nel gruppo due ragazzi provenienti dal Libeccio e Me. sembra particolarmente contento di questo arrivo. Oggi non c’è Smilzo ed E. non si esercita con  le palline, preferisce  fare 

 partite di  calcetto.    Invece T prova  il  devilstick  e,  vedendo  che  riesce,sembra soddisfatto. C’è un ragazzo di 15 anni altissimo, senegalese, B.  , Geppetto ed io fac‐ciamo  un  passing  a  4  di  anelli  e  lui  partecipa,  non  sorride molto,  sta 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

sempre seduto anche quando gioca e si vede che ha voglia di imparare o a lui e 

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qualcosa e di essere parte di questa attività che si svolge intornche forse non ha ancora capito. Tutti, chi più chi meno, interagiscono, giocano, si rilassano oggi. Yu. mi chiede se questo è proprio il nostro lavoro, gli rispondo di sì e gli spiego che questo progetto si chiama “CircoStanza” proprio perché vuo‐le  portare  il  “Circo  in  una  stanza”,  che  il  “Circo  sociale”  ha uno  scopo educativo ed è rivolto a giovani come loro, sia in carcere che nelle scuo‐

 che fa molto le o in strada. Lui mi risponde che è un lavoro molto bello ebene a chi lo riceve. Con queste parole terminiamo l’attività al Grecale per oggi. 

21 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 21‐4‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto  Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 9 Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria /clown / magia Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Troviamo  alcuni  nuovi  ingressi:  un  ragazzo  rumeno, Mad.,  un  paio  di ragazzi serbi, e albanesi, un egiziano. Anche loro, come i compagni del 

e t   nGrecal   vengono  attra ti  dalle  parrucche  e  dai cappelli:  li  i dossano, mettono i nasi rossi, giocano coi cappelli. Colgo  l’occasione  per  insegnare  loro  un  paio  di  tecniche  clown:  lo 

tischiaffo e la presa per le orecchie. Stanno al gioco e ci diver amo per un po’ con schiaffi e tirate d’orecchie per finta. Giochiamo con  il devilstick,  alcuni provano  il diablo,  altri  riescono già bene con le palline, ma oggi l’attrazione è la magia, stupisco C., il ragaz‐zo  italiano,  con  il  gioco  “indovina  numero”  e  quando  poi  gli  spiego  il trucco lui si diverte a farlo ai suoi compagni. Quando manca poco alla fine dell’attività ci sediamo intorno alla musica e Mad.,  il ragazzo rumeno ci racconta di avere una figlia di un anno in Romania e ci spiega cosa ha combinato, dice che era uscito dal carcere ed è rientrato. Ha come un’aria soddisfatta delle sue bravate. Gli chiedo se per sua figlia vorrebbe questo che sta facendo lui e mi risponde di no. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

“Che esempio vuoi darle?” gli dico, lui sorride e mi dice che non c’è nes‐sun ragazzo della sua età che non fumi spinelli o che non tiri di coca e si 

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volta  verso Ma.  chiedendogli:  “Tu  non  tiri? Non  fumi”  e M.  lo  spiazza perché gli risponde di no. Poi ci fa vedere un piccolo tatuaggio con dei puntini blu sulla mano e ci spiega che è un  tatuaggio stile  “mafia” per  chi  è  stato  in  carcere, ogni punto vuol dire: “Non vedo, non sento, non parlo”… e lui se lo sta ripro‐ducendo con le bruciature di sigarette sulla mano. “E’ un modo per di‐mostrare di essere forti e di non aver paura delle galera”, mi dice. Lo  guardo,  sorride  e mi  sembra  un  bambino  cresciuto  in  fretta  e  che nessuno ha indirizzato. Mi raccontano che Vic. è stato ucciso con una coltellata al cuore appena uscito dal Ferrante. Mad. chiede se ad ucciderlo è stato un  italiano, gli rispondono di sì e lui fa un apprezzamento razzista sugli italiani. Inter‐vengo dicendogli che ci sono brave persone tra gli italiani e tra i rumeni o marocchini  come  ci  sono  persone  che  si  comportano male.  Lui  am‐mette che è  così e  ricorda  il  rumeno che ha  investito  la  ragazza di 16 anni in macchina uccidendola. Tutti convengono che non è questione di razza, ma di comportamento. Si parla di tagli, si tirano su le maniche e ci fanno vedere che non si sono tagliati. Om. dice: “Però se mi danno una condanno lunga io mi appen‐do”. Colgo l’occasione per spiegare a tutti i danni di un tentato suicidio e di come anche se si salvassero, il tentativo pregiudicherebbe il loro fu‐turo. Mi sembra di riscontrare in alcuni di loro un minimo di coscienza di ciò che hanno fatto, ad esempio C. dice: “Basta coi furti, voglio un lavoro! E’ meglio mangiare un tozzo di pane che marcire in galera”. Poi mi spiega che lui voleva rubare per comprarsi il fumo, l’ashish che, mi dice, costa 100 euro al giorno! Spera che gli diano gli arresti domiciliari e che suo zio lo tenga a casa, perché così può rivedere la sua ragazza. Fl. sta imparando a giocolare bene e mi chiede come fare a frequentare la scuola di circo. Gli spiego che deve prendere la licenza media almeno, un paio di  volte durante  l’attività mi dice  che vuole  studiare  e  che gli piacerebbe imparare bene come Smilzo. Tutti  i  ragazzi  hanno  partecipato  alle  attività,  tutti  hanno  provato  at‐trezzi, parrucche, tecniche. C’è stata una buona interazione tra noi e lo‐ro e tra tutti loro. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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22 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 22‐4‐08 Operatori Clown: Clown Maggiolina, Clown Geppetto, clown Smilzo Ragazze presenti: 4 Attività svolta: improvvisazione con musica e lycra Strumenti usati: giocoleria e magia 

Relazione di Geppetto

C’è  una  ragazza nuova oltre  alle  due  che  la  settimana  scorsa  si  erano presentate al laboratorio. Ci guarda un po’ incredula. M. vuole ascoltare subito  la musica triste della volta precedente, come per voler andare a cercare qualcosa che la possa immalinconire. Accet‐tiamo ma  a  patto  che  dopo  si  faccia  attività.  Ovviamente  la  promessa verrà disattesa ma M. sarà salvata dalle agenti che la porteranno al suo turno in biblioteca.  D. si infila nella lycra dopo aver capito a cosa servono quegli strani sac‐chi.  Si  muove  e  balla  provando  posizioni  varie.  Difficile  è  ballare  sui ritmi frenetici della musica rom e slava ma D. non si scoraggia di certo cercando pose modello mummia o simili. Proviamo qualche presa di balance e di acrobatica, ma come sempre, è soprattutto D. che risponde positivamente alle sollecitazioni. La ragazza nuova che la volta scorsa si è messa a lavorare con volontà, continua anche se tutte devono fare i conti con la presenza di un bel ra‐gazzo,  cioè  Smilzo.  In  fondo  il  “nonno  Geppetto”  è  più  rassicurante  e quindi trovare il “ruolo” di Smilzo è più difficile. Ma una volta chiarito che si sta scherzando e che lui è un clown come gli altri si può proseguire con più tranquillità.  Alla fine Smilzo e Geppetto si improvvisano danzatrici del ventre e cer‐cano di dare il meglio di sé, ma le ragazze ridendo ci  fanno capire che come ballerine siamo un po’ scarse. Così N. diventa la nostra maestra di danza, cerchiamo di seguire i suoi ondeggiamenti ma la difficoltà e i no‐stri  limiti  vengono  fuori  impietosamente.  La  promessa  gioco  è  quella che  lei  diventi  la  nostra  coreografa  insegnante  anche  per  le  prossime volte.  

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28 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 28‐4‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 10 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria –Acrobatica ‐ relazione Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido. 

Relazione di Aureola

Entra Me.  felicissimo e mi dice:  “Zia,  oggi  alle quattro esco!”. Mette  la musica e inizia a ballare e coinvolge gli altri nella sua felicità. “Non tor‐no più, mai più galera!” Mi abbraccia forte, felice. Prego perché sia vero, prego che abbia capito e che davvero la sua esperienza di galera sia ve‐ramente conclusa. C’è un’aria di festa nella stanza e tutti hanno voglia di fare: Si fa acroba‐tica, si giocola, si provano gli attrezzi. Z. si coinvolge subito, con me ini‐zia a provare il Devilstick e in pochi minuti diventa veramente bravo, si lancia in evoluzioni sempre più complicate. F.  è  lanciatissimo:  oramai  sa  fare  quasi  tutto,  giocoleria  e  devilstick, diablo e oggi si cimenta con l’acrobatica, sia lui che Z. provano tutte le figure, anche quelle più difficili. Me. chiede a Smilzo di provare le figure che facevamo l’anno scorso e le prova tutte. Si gioca anche con  il clown: Maggiolina  ,  con uno scopettino da bagno 

areche  abbiamo  portato,  fa  finta  di  intervist   i  ragazzi,  mentre  Smilzo con un diablo fa finta di riprendere l’intervista.  Chiediamo  loro  di  raccontarci  una  loro  avventura  e  Fl.  racconta  di quando è scappato passando la frontiera ed è stato un giorno intero su un albero per non farsi prendere dalle guardie di frontiera (Serba o slo‐vena, non ho capito) che picchiavano i suoi compagni, rompendo loro le braccia e le gambe. “Sono stato furbo io… non mi sono fatto beccare, ho camminato per 4 giorni e 4 notti e poi sono entrato in Italia, avevo 15 anni.” O., albanese, dice che lui ricorda quando faceva il bagno in un lago nelle campagne vicino a casa sua. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

E., senegalese, ha ritrovato Smilzo e iniziano a fare “passing” con le pal‐

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line da giocoleria. Geppetto insegna il diablo a Z. che ormai sembra es‐sere entusiasta di ogni attività. 

utarci e ad ab‐Me. che era uscito per sistemare  le sue cose torna a salbracciarci. Il tempo passa velocemente e l’attività finisce in allegria. 

28 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 28‐4‐08 Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 11 Ragazzi stranieri: (1 Albania), (4 Romania), (2 Marocco), (1 Egitto), (1 Tunisia), (1 Italia), (1 Russia) Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

 figure), e gioco.  Attività completa: devilstick, diablo, acrobatica (alcuneCoinvolgiamo i ragazzi nuovi appena entrati, anche D. Maggiolina inventa il gioco dell’equilibrio e inizia a giocare con Jam.: si mettono  in  testa  una  pallina  e  giocano  a  chi  fa  cadere  la  pallina 

 e poi pian piano anche Co. e dell’altro. Si coinvolge nel gioco anche N.Smilzo e altri. Anche gli altri che guardano si divertono. Si continua a giocare serenamente, ascoltando musica e ballando.  

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12 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 12‐5‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola Ore 14.00 – 15.30 RAGAZZI PRESENTI: 7 ATTIVITÀ SVOLTA: giocoleria varia Strumenti usati: Palline, anelli, kiwido, devilstick 

Relazione di Smilzo

Arriviamo, mettiamo a posto la solita sala ed eccoci lì.. Pronti all’arrivo dei baldi giovani! Arrivano e subito si attaccano al calcetto, oggi si per‐

oinvolgerli con gli attrezzi e cepisce poca energia. Cerchiamo quindi di cla musica. A turno volano palline e anelli… Reagiscono, ma l’energia è parecchio bassa.   

12 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 12‐5‐08 Operatori CircoStanza: (Maggiolina, Geppetto, Smilzo) Ore 15.30 – 17.00 Ragazzi presenti: 6 Attività svolta: giocoleria varia Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Il tempo di far uscire i ragazzi del Grecale, mettere a posto il materiale ed ecco l'altro gruppo! Carichi, sorridenti, pronti a divertirsi. Ovviamen‐te qualcuno si  incolla al calcetto, ma basta poco, ad esempio una sfida contro due operatori a  caso che  i  giovani abbandonano  il  calcetto per sperimentarsi con la giocoleria! La musica influisce sempre tanto e sta‐volta nel gruppo la predominanza è quella rumena. Così eccoli li a can‐tare e qualcuno a ballare! 

eLa giocoleria attira, molti si dil ttano con palline e anelli,  sopratutto  il passing di oggetti. Dopo  poco  un  guasto  tecnico:  una  delle  due  casse/mini  amplificatori viene urtata durante un passing con le palline, cade e si stacca definiti‐vamente il filo (che già era messo male). F. (rumeno) “colpevole/senza colpa” del danno si mette ad aggiustare il tutto. Sembra proprio bravo e 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

si destreggia bene tra fili di rame e un pezzettino di scotch. Così anche 

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N. e Y. (marocchini) si uniscono a F. per mettere a posto tutto. 10 min e la cassa ritorna a suonare, fantastici!  Smilzo  da  un  paio  di  mesi  prende  lezioni  di  rumeno  così  basta  dire qualche parola  che  i  ragazzi  scattano a  parlare  rumeno.  Specialmente Lu. aiuta lo Smilzo a imparare qualche vocabolo in più. In questo grup‐po incontriamo anche S. , italiano, arrivato da poco e dal viso si vede che è ancora spaventato, ma dopo qualche chiacchiera con Maggiolina, ini‐zia ad attivarsi, prende il diablo e ci giochicchia un po'. Peccato che do‐

agente che lo chiama e lo porta via per un po neanche 10 min arrivi un incontro.  Alla prossima “CircoStanza”! 

19 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 19‐5‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 5 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione, video Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido. 

Relazione di Aureola

Oggi i ragazzi sono stati particolarmente tranquilli Abbiamo dimentica‐to le casse della musica, ma non hanno protestato, si sono rassegnati e si sono avvicinati al PC per sentire meglio.  F. è contentissimo di vederci, inizia subito a giocare con le palline, è già bravo e i suoi lanci sono quasi professionali. Smilzo prova a insegnargli figure più difficili però F. vuole vedere subito risultati e se non li vede subito si arrende.  Abbiamo portato  il  PC  con alcuni  video di  artisti Mimi molto bravi,  ci sediamo e li guardiamo commentandoli insieme ai ragazzi. Ridiamo pa‐recchio. Dopo  la visione dei video si chiacchiera, si provano nuovi attrezzi: ab‐biamo portato una maschera comica c e un naso da pinocchio che tutti provano e ridono. 

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Tutti tranne N. il ragazzo egiziano, che come al solito si isola e con gen‐tilezza rifiuta di partecipare a qualunque attività. Quando stava per  terminare  l’attività mi  sono avvicinata a  lui  e gli ho chiesto se stava male, oggi mi sembrava più triste del solito. Stranamen‐te mi ha risposto che sì, stava male, ma non fisicamente, mi ha detto che era preoccupato perché il suo avvocato gli aveva assicurato che stavano preparando  un  progetto  per  lui  per  mandarlo  in  comunità,  mentre l’educatrice, P. gli ha detto che non è vero e che per lui non c’è nessun progetto. “Non so ancora la data del processo”, mi dice, “Non ce la faccio più a stare qui, sono nervoso, e per questo mi taglio”, mi  indica  i  tagli che  ha  sul  braccio.  “Sono  preoccupato”,  continua,  “perché mi  scade  il permesso di soggiorno che dura 60 giorni e ne sono già passati 40 e non so come fare per non farlo scadere”. Gli dico di chiedere all’educatore e mi  risponde  che  lo  ha  fatto, ma  che  non  gli  sono  state  date  risposte. “Dovevo dare gli esami di terza media”, prosegue, “E ora perderò l’anno. Qui mi dicono che non posso dare gli esami. Non so più cosa fare.” Lo tranquillizzo  dicendogli  che  sicuramente  l’educatore  appena  possibile gli darà risposte. Gli spiego anche che non è bene che si faccia male per‐ché per preparare un progetto per lui, è bene che non faccia stupidaggi‐

ovare a prendere a pugni il cuscino… “So‐lui finalmente sorride. 

ni e che se è arrabbiato può prlo il cuscino!” sottolineiamo, e Arriva l’agente e ci salutiamo. 

19 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 19‐5‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto , Maggiolina, Smilzo Ore 15.30‐17.00 Utenti: 6 Ragazzi stranieri: M. (Rom‐rumeno) – P. (Rom‐slavo) – Lu. (Rom Rumeno) – Mad. (rumeno) + un altro di cui non ricordo il nome Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Iniziamo con una partita a Calcetto per scaldarci. Si  iniziano  le  attività  circensi  e Mad.,  un  ragazzo  rumeno,  dichiara  di non essere capace di fare nulla e quindi di non voler provare, ma solle‐citato  da Maggiolina,  inizia  a  familiarizzare  con  li  devilstick  e  impara subito, prosegue con le palline e nel giro di una decina di minuti impara 

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a giocolare con tre palline. Proverà anche il diablo e l’uniciclo. Anche gli altri ragazzi provano gli attrezzi, imparano e giocano.  Nell’ultimo quarto d’ora ascoltiamo i ragazzi che si raccontano. Mad. ci parla di sua moglie che è molto bella, ci dice che ha una bimba di due anni: “Quando esco finisco di studiare e mi metto a posto” ci dice. Sorri‐de, ha un’aria da furbetto., è molto carino e ha sempre un’aria canzona‐toria., ha la faccia e lo sguardo del bravo ragazzo. Ha delle buone poten‐zialità, lo vediamo in attività e si intuisce da come parla, ma sembra vo‐ler dimostrare qualcosa, forse di essere più grande di quello che è. P., un ragazzo rom croato, ci dice che  il nome gli arriva da suo nonno che è morto ammazzato. Dice che tra 5 mesi si deve sposare, che la sua ragazza è una nomade di Roma, l’ha vista, è bella. Il matrimonio costerà tanto, la sala per la festa, almeno 30 mila euro. P. dice: “Mio padre ha un sacco di soldi, ma non vuole che noi facciamo i “figli di papà, quindi ho 

ere. Prima vive‐cercato di procurarmi dei soldi e sono finito qua in carcvo a Valencia, in Spagna, in un accampamento”.  Allora iniziamo a parlare spagnolo e lui è felicissimo. Lu., un altro ragazzo rom rumeno ci conferma che i rom si sposano mol‐to presto, che però le usanze cambiano da una città all’altra e hanno lin‐gue diverse e a volte anche nello stesso campo usano parole diverse per dire la stessa cosa. P. ci dice che una volta sposato andrà a vivere con suo padre, da loro si 

i insieme da generazio‐usa così, le famiglie sono allargate e vivono tuttni. Il tempo anche oggi è terminato e ci salutiamo.  

20 Maggio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 20‐5‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola Ore 15.30 – 16.30 Ragazze presenti: 12 Attività svolta: giocoleria varia Strumenti usati: devilstick, anelli, rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Il Geppetto e lo Smilzo arrivano ai piani alti belli carichi, anzi molto ca‐richi! Geppetto apre la strada verso e Smilzo lo segue a bordo dell'uni‐ciclo! Quasi  in contemporanea arrivano  le  ragazze che appena entrate 

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nella  stanza  si  sistemano  sul  tavolo  vicino  alla  finestra  aspettando  la musica.  Stavolta  lo  Smilzo  specifica  che  non  vogliono  vederle  litigare per  la  musica,  dato  che  l'attività  non  è  “musica  in  stanza”  ma  Circo‐stanza. Così iniziamo, subito un paio di donzelle prendono gli attrezzi i devilstick e gli anelli, mentre qualcuna si sperimenta cercando l'equili‐brio  sul  rola‐bola. Tra passing di  quattro  e  cinque anelli  con  Smilzo  e dei devilstick con Geppetto, il tempo vola via in fretta e alcune di loro si divertono. Alcune, appunto perché come spesso accade,  il  solito grup‐petto di ragazze soprannominate “depressione”, piangono ad ascoltare la solita canzone croata o rumena strappalacrime! 

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26 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 26‐5‐08 Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 (2 Albania, 1 Marocco, 1 Romania, 1 Italia, 1 Egitto + 1 rom) Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione‐video Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido 

Relazione di Aureola

Come sempre F. è entusiasta dell’attività, si presta a provare tutto e og‐gi si cimenta con i rola‐bola oltre ad allenarsi con le palline. Si gioca tut‐ti a Memory e, questa vota partecipa anche Yu.! N., il ragazzo egiziano, continua a stare in un angolo, seduto e triste. Mi dice che non ha saputo ancora nulla della sua situazione e non si riesce a coinvolgerlo a fare qualcosa, si limita a sorridere quando la situazione che creiamo è comica. Geppetto cerca di coinvolgerlo con gli anelli, ma lui continua a dire: “Non sono capace, non lo so fare” e nemmeno si alza, tende a isolarsi dal gruppo. Dato  che  F.  è  molto  partecipe,  pensiamo  di  insegnargli  una  scenetta clown  e  così  insieme  proviamo  la  gag  della  “Mosca”:  lui  è  una mosca noiosa e  io una signora che cerca di  leggere un pace un giornale  in un parco. La mosca continua a ronzarmi intorno e io cerco di ammazzarla. Finalmente  dopo  alcune  peripezie  ci  riesco  e mi  siedo  di  nuovo  sulla panchina a  leggere  il giornale, ma  la mosca, diventa un  fantasma e mi prende il giornale inseguendomi. 

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Ci siamo divertiti un sacco! E anche gli altri a guardarci. A questo punto, il circo‐clown è innescato e iniziamo a insegnare le tec‐niche di  “Chapa‐chapa” e  la Parata Militare. Tutti  stanno collaborando (tranne N.), ma sul più bello arriva l’agente e i ragazzi non vorrebbero andar via… e noi rimaniamo per il prossimo gruppo, il transito. Poco prima di uscire arriva Mad. ha il braccio fasciato e ci spiega che si 

e male.  Ci  dispiace  veramente  tanto  per  questo  ra‐è  fatto  nuovamentgazzo! Bella attività oggi! 

26 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 26‐5‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Maggiolina, Smilzo Ore 15.30‐17.00 ragazzi presenti: 6  Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ritroviamo Yu., di ritorno dall’IPM di Firenze. E’ contento di ritrovarci e partecipa  all’attività  volentieri:  prova  tutti  gli  attrezzi,  poi  si  presta  a provare la tecnica di Mimo (il muro). Maggiolina (Sara) ed io con Y. e M. giochiamo  all’ipnotizzatore:  uno deve  seguire  la mano dell’altro  come se  fosse  ipnotizzato,  in giro per  la stanza.  I due  ragazzi poi provano a giocare tra di loro. Ci si diverte un sacco! Si gioca quindi tutti insieme a “Memory”, Yu. tenta di barare un paio di volte, ma viene rimesso a posto da Maggiolina! Con la parrucca della nonnina io fingo di essere una vecchia signora che 

 a e st u Y e i deve ttraversar  la  rada, i d e ragazzi ( u.   M.) si offrono d accom‐pagnarmi perché non mi faccia male. Nel  frattempo  Yu.  usa  gli  strumenti  di  giocoleria  con  Smilzo. Si conclude con la messa in scena di una intervista: Yu. ed io siamo zia e nipote che fanno parte di un circo (entrambi indossiamo il naso rosso), 

iablo), P. è l’intervistatore e gli ticissima e divertente scenetta. 

M. ha la telecamera finta (fatta con un daltri sono il pubblico. Ne esce una simpaCi siamo divertiti veramente tanto oggi! 

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9 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 09‐06‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 (Albania, Marocco, Romania, Italia, Senegal, Egitto) Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione, video Strumenti usati: abiti clown, parrucche+ Diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido. 

Relazione di Aureola

Grande divertimento circo‐clown oggi! Abbiamo portato nasi rossi, ve‐stiti  clown, parrucche e…  tutti  si  sono vestiti, hanno giocato. Alcuni  si sono fatti truccare (F, Y, M). I ragazzi senegalesi, dapprima seri e distac‐cati  e  poi  anche  loro  a mettere  vestiti  clown  e  già  a  ridere  a  più  non posso. Con F abbiamo provato  la  scenetta del  “Chapa‐chapa”,  la  tecnica dello  “schiaffo”  e  “la  presa  per  le  orecchie”.  Abbiamo  giocato  quasi  tutti  a Memory. Y. ha insegnato il Diablo al ragazzo senegalese, lo ha fatto con impegno e  gli  ha  dimostrato  alcune  figure  difficili  che  aveva  imparato. F.  ha  detto  all’agente:  “Quando  esco,  vado  a  lavorare  da  loro!” O. aveva in mano le carte dei suoi processi, ci ha detto: “Sono 6 proce‐dimenti, non esco più!” Ma l’atmosfera era talmente rilassata e comica che non era triste nemmeno lui. Abbiamo documentato tutto con foto e video, sembrava di essere in un centro giovanile e non dietro le sbarre. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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9 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 9‐6‐08 Operatori CircoStanza:  Aureola, Maggiolina, Smilzo Ore: 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 8 (Marocco, Albania, Egitto, Italia) Età dei ragazzi: 15 ‐ 18 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Entusiasti dall’ora precedente, proponiamo anche ai ragazzi del Libec‐cio  il  lavoro sul Clown e anche  loro si mettono  in gioco e si divertono tantissimo. 

g clown Si vestono da clown, giochiamo… Facciamo un video di una gacon un ragazzo marocchino. 

. I ragazzi senegalesi giocano, imparano gli attrezzi, socializzanoSi ascolta musica, ma nel frattempo si provano scenette clown. 

re si Si fanno foto, si fanno video si provano gli attrezzi e si impara mentride. Do la macchina fotografica a M. che riprende e si sente importante. C’è un solo momento di  tensione tra un ragazzo rumeno e un ragazzo marocchino che scherzando voleva coinvolgerlo con un po’ troppa foga. 

un at‐Ma l’atmosfera era talmente giocosa che lo screzio è rientrato in timo. Anche qui al Libeccio l’attività è stata interessante e divertente. 

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16 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 16‐6‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione Strumenti portati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola, kiwido 

Relazione di Aureola

L’attività oggi è stata molto divertente. I ragazzi hanno provato le par‐rucche, le maschere e si sono divertiti a farsi fotografare. Yu.  era di cat‐tivo umore, però ha preso  il diablo e si è esercitato per  tutto  il  tempo dell’attività. Om., ragazzo italiano, ha sempre poca voglia di cimentarsi con attrezzi, però sia lui, sia il ragazzo senegalese hanno giocato volen‐tieri a Memory. M. oggi era di ottimo umore e, ha imparato con Smilzo a fare giocoleria e si è divertito a farsi fotografare indossando parrucche varie e occhiali da clown. 

16 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 16‐6‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 8 (Marocco, Romania, Senegal, Ecuador) Attività svolta: Giocoleria / Clown Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ci sono 2 ragazzi nuovi (Al. e F.), entrati da 1 giorno, sono due Rom ru‐meni.  Al.  sa  già  giocolare  e  con  Smilzo  può  migliorare  la  sua  abilità. Chiedo ad ognuno di loro, di scrivermi su un foglio il proprio nome, in modo da organizzare le foto. Anche loro, come il gruppo precedente, si divertono a  provare parrucche,  a  farsi  fotografare. Al.  su un  foglio mi scrive i nomi dei membri della sua famiglia, mi dice che loro sono 6 figli. Noto che scrive bene, con una calligrafia chiara e curata. Mi dice che ha studiato fino alla prima superiore. Mi scrive una dedica  in rumeno sul foglio, che poi mi traduce, dice pressappoco così: “Sono contento di aver 

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tr vato voi qui, siete pe sone buone e si vede che avete a cuore noi. Vi auguro di vivere una vita felice!”. Il  ragazzino  senegalese  è molto  simpatico,  gioca  a  qualunque  cosa  gli 

risate. Yas. si diverte a provare le par‐na.  

proponiamo e scoppia in grandi rucche e a giocare a fare la nonniL’atmosfera è rilassata e serena. 

23 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 23‐6‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 (Albania, Marocco, Romania, Senegal) Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido 

Relazione di Aureola

Caldo notevole oggi. I due Yu. incuranti del caldo, hanno giocato a calcio con  una  piccola  pallina  che  avevamo  portato  con  l’intento  di  fare  un gioco.  Dopo  aver  giocato  un  po’  e  dopo  aver  sudato  fino  a  diventare marci, hanno iniziato a tirarsi la pallina addosso, abbiamo cercato di to‐gliergliela, ma Yu. Continuava, con una faccia da sfida, a riprendersela e a rilanciarla, fino a quando ha fatto sbattere Geppetto e allora si è fer‐mato, chiedendo scusa.  Oggi era difficile  fare attività,  la stanza è piccola e con  tanti  ragazzi  si sudava un sacco. Però non abbiamo desistito e abbiamo giocato a met‐terci cappelli clown e a fare la sfilata di moda, creando il calendario. Fl., un ragazzo albanese, ha giocato come al solito: questo ragazzo è sempre 

 allegro e sempre partecipativo, persino oggi che mi dice di avere un po’di febbre e di non sentirsi bene.  I ragazzi senegalesi sono stati al gioco e sono stati felici di essere foto‐grafati  mentre  provavano  occhiali  giganteschi,  orecchie  grandi,  ciucci 

oenormi.  Abbiamo  giocato  con  la  clava  gigante  e  si  s no  improvvisate scenette alle quali hanno partecipato tutti. Nel  frattempo  i  ragazzi  senegalesi  hanno  ascoltato  la  loro  musica  e hanno provato gli attrezzi.  

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Facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (ma poi arrivano anche gli altri) il  video  e  le  foto  che  Geppetto  ha  portato  dal  suo  viaggio  in  Senegal. Sembrano contenti di rivedere i loro luoghi. 

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23 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 23‐6‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Maggiolina, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 9 (3 Marocco, 3 Rom Romania, 2 Senegal, 1 Equador) Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Grande  servizio  fotografico!  Fa  talmente  caldo  che  ci  si  può muovere appena,  così decidiamo oltre che provare gli  attrezzi, di  fare  foto stile ”Calendario”, così per ogni mese si provano varie parrucche clown e va‐rie pose. Anche qui facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (e anche agli altri che si 

 mostrano interessati) le foto del Senegal che ha fatto Geppetto appenatornato da quel Paese. Mat., ragazzo marocchino appena rientrato in carcere, mostra preoccu‐pato agli altri una convocazione che dichiara che è dentro per spaccio. Nonostante le sue preoccupazioni, riusciamo a coinvolgerlo in qualche foto e a farlo ridere un po’. Anche i ragazzi del Senegal vogliono fare fo‐to e giocare. Al.. si cimenta con nuovi attrezzi, devilstick e diablo, è mol‐to  portato  e  impara  subito  e  sembra molto  fiero  di  questo.  Anche  lui gioca a indossare parrucche e a fare foto. Oggi il clown ha il sopravven‐to e porta con sé la leggerezza del circo. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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30 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 30‐06‐08 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 RAGAZZI PRESENTI: 7 (1 Albania, 4 Marocco, 2 Senegal)  Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 ATTIVITÀ SVOLTA: Giocoleria, Acrobatica, relazione Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido. 

Relazione di Aureola

Aspettiamo  fino  alle  13.35  nel  corridoio,  i  ragazzi  non  arrivavano  e  il cancello è chiuso. I ragazzi alle 13.40 arrivano, accompagnati dall’ agen‐te che però non trova le chiavi del cancello. Aspettiamo altri cinque mi‐nuti circa. Entriamo.  Yu. cammina zoppicante, ha una garza sul piede, gli chiedo cosa ha fat‐to e mi risponde: “a giocare a Calcio”, si va a sedere con un’aria da “la‐sciatemi stare”. Mi avvicino un paio di volte a chiedergli come sta, ma non mi risponde. Gli  altri  ragazzi  sono  provati  dal  caldo,  tutti  non  hanno  voglia  di  fare nulla,  tranne  i  due  ragazzi  senegalesi  che  partecipano  all’attività  an‐dando sui rola‐bola, e facendo passing con i cerchi.  Dopo 10 minuti circa Yuf. e Ya. chiedono di uscire: “Andiamo a pregare” ci dicono ed escono. Yu.  inizia a dare fastidio: chiede la musica araba, che era appena stata cambiata per mettere quella senegalese e, quando gli dico di aspettare mi risponde: “Io spacco tutto oggi!”. Lo guardo negli occhi per capire se scherza e gli rispondo: “Non faresti male alla zia, vero?” Si allontana, ma il  suo sguardo non è per niente conciliante. Da quel momento  inizia a sfidare  tutti,  provocando  con  parole  e  azioni:  tira  i  cerchi  in maniera forte  e  violenta  rischiando  di  far  male  a  qualcuno,  spegne  le  luci,  lo 

 guardo e si arrabbia, prende il calcetto e fa per tiramelo addosso poi losbatte a terra forte due volte.  

n 20 minuti di ri‐Chiama l’agente,  l’agente non arriva… arriverà poi cotardo verso il termine dell’attività. Esce e si porta un cerchio, lo lancia fuori dalle scale… I compagni lo ignorano e si percepisce la loro paura, Fl. che di solito è molto attivo si siede e sta a testa bassa. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Gli unici a restare impassibili sono i ragazzi senegalesi. Quando  arriva  l’agente  lamento  che  pur  avendo  chiamati  nessuno  ha  risposto,  che  sono arrivati 20 minuti dopo,  e  spiego  che a mio parere Yu. va tenuto d’occhio e che in queste condizioni non lo vogliamo in at‐tività perché può essere pericoloso per noi e per i compagni. L’agente mi chiede di scrivere in una relazione quanto gli ho detto e lo faccio. 

30 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 30‐6‐2008 Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Maggiolina, Geppetto Ore 15.30‐17.00 Ragazzi presenti: 12 Età dei ragazzi: 16 ‐ 18 Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown Strumenti portati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’agente che ci porta  i ragazzi ci dice: “Stanno arrivando i  leoni arrab‐biati”. Dopo l’attività in cui Yu. ci ha preoccupati, ci guardiamo e ci prepariamo al peggio, ma come spesso ci è accaduto  in queste  situazioni  il peggio non c’è stato: tutti i ragazzi sono stati fantastici. Due ragazzi hanno im‐parato a giocolare con 3 palline, Al. ha imparato a lanciare e prendere i 

 cerchi, lui che è già bravo con le palline. Abbiamo fatto anche esercizi diacrobatica.  Un ragazzo rom croato, Mi., appena entrato, invece piangeva e dopo po‐chi minuti è arrivato l’agente per chiamarlo a colloquio con lo psicologo e l’educatrice. Sono state eseguite attività con tutti gli attrezzi: dalle palline al diablo, passando per  i  rola‐bola e  i devilstick. Abbiamo persino giocato a Me‐mory. I ragazzi erano tanti, ma tutti partecipativi e nessuno di loro, nemmeno per un momento si è dimostrato arrabbiato o anche solo nervoso. I nuovi si sono infornati su quando viene svolta questa attività e con che cadenza e sembravano dispiaciuti che non ci fosse tutti i giorni. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Smilzo ha parlato in rumeno con Al. che ha avuto una condanna lunga e sul  principio  sembrava  triste  e  demotivato, ma dopo poche  parole  ha mollato la tristezza e si è coinvolto. Al termine dell’attività ha ringrazia‐to Smilzo dicendogli che almeno per un po’ non aveva pensato ai suoi guai e si era divertito. 

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1 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 1‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 15,30 – 16,45 Ragazze presenti: 13 (rom rumene e slave) Attività svolta: giochi e foto. Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola Momento di successo: siamo riusciti a fare la foto ad una ragazza che era stata convinta da un’altra che, essendo brutta, non doveva farla. 

Relazione di Geppetto

Le  ragazze  sono  sempre  tante,  tantissime.  Sfilano,  entrando nella  sala polivalente dove svolgiamo normalmente l’attività sorridendo. Oggi è giorno di foto. Così abbiamo promesso la volta scorsa e così sarà. Ma  prima,  come  facciamo  oramai  spesso,  bisogna  “guadagnarsele”  le 

do che le foto. Così abbiamo previsto una serie di attività e giochi in moragazze si divertano sì ma si mettano anche in gioco. Giocano a Twister, con gli anelli, con le magie, con i devilstick. Intanto Maggiolina  fa  le  foto chiamando ad una ad una  le  ragazze per posare. Smilzo  e  Geppetto  ruotano  fra  le  altre  attività  ma  è  chiaro  che l’attenzione delle ragazze è tutta per la macchina fotografica. 

derle  tBisogna ripren e Maggiolina gius amente fa un discorso chiaro con tutte quante. Grazie  ad  un  prezioso  lavoro  fatto  da  Smilzo  sono  state  eliminate dall’mp3  tutte quelle musiche un po’  tristi  che causavano un generale abbandono  alla  tristezza  ed  alla  malinconia.  Così  le  ragazze  ballano moltissimo lasciandosi un po’ andare. Utilizzano  il vetro del  televisore presente  nella  sala  per  specchiarsi  e  rimirarsi  sia  per  le  foto  che  per 

imirarsi  i  ca‐provare movimenti di danza. Starebbero  lì ore ed ore a rpelli la postura e tutto quanto. Così sull’onda della musica facciamo anche qualche gioco.  

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Alla fine una delle ragazze, Si., cerca di convincere Sa. che è troppo brut‐ta per posare. Sa. Si mette a piangere e va in un angolo. Noi cerchiamo di capire quello che è successo e solo dopo un po’ riusciamo a sapere la 

e m sc

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verità. Parliamo con Sa. Ch  cambia atteggia ento e dopo aver a iuga‐to il viso sorride e si lascia ritrarre. Concludiamo  dunque  con  un  sorriso.  Però  decidiamo  che  con  le  foto momentaneamente è meglio soprassedere. 

1 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante Data: 1‐7‐2008 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto Ore 14,00 – 15,30 Ragazzi presenti: 7 (Marocco, Senegal, Romania, Italia) Attività svolta: equilibrismo e partita calcio. Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Riprendiamo l’attività con il gruppo Levante (ragazzi con sentenza de‐finitiva, fase di orientamento individuale e dimissione) dopo sette mesi. Abbiamo infatti proposto alla Direzione di riprendere il lavoro con i ra‐gazzi  di  questo  gruppo  sia  per  poter  avere  un  iter  completo dall’accoglienza fino all’uscita, sia per poter essere di aiuto alla struttu‐ra nel periodo estivo, considerando che proprio in questi frangenti mol‐te attività cessano.  

 I  ragazzi  che  entrano  li  conosciamo  tutti,  grazie  al  lavoro  fatto  con  igruppi precedenti.  La situazione è comunque un po’ diversa dal solito., infatti, la nostra at‐tività con questo gruppo si svolge durante l’ora d’aria. Prepariamo  il materiale ma molti dei  ragazzi  si precipitano subito  sul pallone e si scatena una bella partita di calcio. 

bra del muro Fuori, insieme all’agente resta solo O., fuma e parla all’omdi cinta. C’è un buon rispetto fra i giocatori e correttezza nel gioco. Mad.  (rumeno)  non  riesce  a  giocare  a  lungo,  ci mostra  i  tagli  sul  suo corpo: una quantità veramente incredibile di tagli autolesionistici, ne ha anche sul ventre. Ecco perché durante la partita si evidenzia che fisica‐mente Mad. non sta bene. Corre male, e nei contrasti si vede benissimo che non ha forza da mettere in gioco. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Gli  altri  ragazzi,  soprattutto  quelli  marocchini,  come  sempre  giocano 

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Rivolta al carcere minorile: alcuni detenuti ieri sera hanno dato fuoco ai materassi È stato un vero e proprio  tentativo di rivolta quello messo  in atto  ieri sera dai detenuti del carcere minorile di Torino «Ferrante Aporti». Lo denunciano  i  sindacati della polizia penitenziaria,  che già nello  scorso aprile  hanno  definito  «esplosiva»  la  situazione  del  carcere.  Dopo l’incendio causato da alcuni detenuti (45 i reclusi al Ferrante Aporti di cui 44 extracomunitari) che hanno dato fuoco ai materassi in un bagno, 

alla loro maniera. Grandi individualità, testa sempre bassa e scarsa col‐laborazione. 

  si  impegna come Il  ragazzo senegalese gioca volentieri,  ride sempre enon mai. 

.  C., italiano,  gioca in porta nella squadra marocchinaAlla fine siamo tutti distrutti dal caldo e dalla fatica. C.  nonostante  la  stanchezza,  si  ostina  a  provare  l’uniciclo  provando  e riprovando promettendoci  e  facendosi promettere  che  lo  riporteremo martedì  prossimo  e  che  lui  si  impegnerà  per  riuscire  ad  imparare  ad andarci. 

2 Luglio 2008 – Agitazione al Ferrante La notte tra il 1° e il 2 luglio nel gruppo Libeccio (Transito) scoppia una rivolta e vengono  incendiati dei materassi. L’intervento pronto e  tem‐pestivo degli  agenti  e del Comandante della Polizia Penitenziaria per‐mette di evitare una tragedia. Come dirà in una riunione il Dirigente, dr. Pappalardo, dato il sovraffol‐lamento e  il caldo eccessivo, si poteva prevedere che succedesse qual‐cosa. I ragazzi erano molto nervosi e la convivenza tra il numero eleva‐to e il caldo si rende veramente difficile. E’ stato  importante che  l’equipe del Ferrante abbia risposto con pron‐tezza e tutti si siano attivati sia per salvare i ragazzi, sia per non inter‐rompere  le attività che,  infatti,  sono state  tutte regolari  sin dal giorno dopo della rivolta. Qui di seguito quanto riportato da un articolo da un articolo apparso su: “La Stampa”: 

2/7/2008 (8:35) – Evacuato il «Ferrante Aporti»

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le celle sono state evacuate e i loro occupanti hanno trascorso la notte 

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nella palestra adibita a dormitorio. Due guardie e una reclusa, che è sta‐ta portata in ospedale, sarebbero rimaste intossicate dal fumo. Il sovraffollamento, aggravato dal caldo di questi giorni, potrebbe esse‐re una delle cause che ha innescato il tentativo di rivolta. Da mesi ormai i sindacati criticano la gestione della struttura e chiedono la rimozione del comandante del reparto e del direttore del dipartimento di giustizia minorile per il Piemonte. Negli ultimi due mesi all’interno del carcere si sono registrate diverse aggressioni  nei  confronti  del  personale  di  polizia  penitenziaria.  E  c’è stato anche un tentativo di suicidio di un detenuto. 

7 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 07‐07‐08 Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Aureola Ore 14 – 16.15 Attività svolta: varia ed eventuale Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, rola‐bola, anelli 

Relazione di (Smilzo)

Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14 precise! Io, lo Smilzo, Geppetto e Aureola. Entriamo e, nel poggiare il materiale, notiamo un po' di movi‐mento e vediamo che in portineria c’è il Comandante della Polizia Peni‐tenziaria che ci dice che per poter iniziare l'attività ci sarà da aspettare, causa spostamenti in corso.  Va bene, aspettare un po' non ci  costa niente.  I movimenti di persone aumentano, passano vari operatori del Ferrante tutti diretti dalla stessa parte: il teatro. Passano agenti, volontari e per concludere il dott. Pap‐palardo.  Aureola va in Direzione e scopre che oggi in sala teatro c’è la Riunione di verifica di fine anno. Riunione? Eravamo stati informati che sarebbe iniziata domani. Così in fretta Aureola ci lascia e si dirige al teatro dov'è in corso la riunione, già iniziata stamane. Io e Geppetto rimaniamo li a chiacchierare e scherzare, due parole con qualche agente di passaggio e poi gentilmente ci avvisano che l'attività col gruppo grecale sarebbe sal‐tata.  

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Così  alle  14.40  usciamo  dall'istituto  per  un  caffè  e  rientriamo  subito  

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dopo per iniziare l'attività col gruppo Libeccio, come ci aveva assicuratol'agente alla portineria. Ore 15.05 rientriamo. All'entrata una bellissima sorpresa: Me., maroc‐chino, nostra vecchia conoscenza, era passato a salutare dopo una con‐vocazione al tribunale dei minori. Me. da qualche mese è libero, dice di essersi sposato, di lavorare e sembra contento! Sono le 15.30 e ancora non si sa ancora se possiamo salire al Libeccio per l'attività programmata. Pochi minuti dopo passa per la seconda vol‐ta il vice‐direttore che ci chiede se siamo li da quando ci ha visti la pri‐ma volta (un’ora e mezzo fa). Sorridiamo… Alle ore 16,15 decidiamo di andare via nonostante in portineria si stes‐

 se benissimo, ci fosse un bel clima… ma il nostro compito all’IPM è unaltro, come ogni lunedì da quasi due anni a questa parte! Ci dispiace per i ragazzi che ci hanno aspettato invano, ma stavolta ab‐biamo atteso anche noi!! 

8 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante Data: 8‐7‐2008 Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto Ore 14,00 – 15,30 Ragazzi presenti: 7 Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 Attività svolta: giocoleria e partita calcio. Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Gruppo  Levante  cambiato  rispetto  ad  un  settimana  fa:  avviamenti  in enti avcomunità, libertà ed altri provvedimenti legati anche ai fatti rec ‐

venuti nella struttura, hanno fatto sì che vi siano ragazzi diversi. Appena arriviamo E. prende subito le palline e vuole provare il passing. Geppetto si mette con  lui sotto  il sole delle quattordici e vanno avanti per più di mezz’ora a  fare giocoleria.  Sappiamo che  la  sua detenzione sarà lunga e viene da pensare guardando il suo viso che sorride mentre riesce a scambiare le tre palline (più tre) con Geppetto. Sarà un sorriso di circostanza? O per lui è un vero piacere fare questa attività? Però la voglia sembra esserci ed anche la voglia di collaborare. 

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Gli altri, mentre qualcuno cerca il pallone, stanno all’ombra sotto gli al‐beri. Si chiacchiera d’altronde questa è l’ora d’aria. Due ragazzi rumeni si isolano un po’ parlottando fra loro e cercando di richiamare Y. verso di loro. Argomento principe del momento ovviamente è ancora la rivol‐ta dei giorni precedenti. Come al solito quando si chiede loro qualcosa 

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direttamente prevale un poco di omertà e certe cose non si dicono per‐ché devono rimanere fra queste mura. Il pallone alla fine fa la sua comparsa e veniamo coinvolti nella imman‐cabile partitella. Molto internazionali le squadre: Romania, Senegal, Marocco contro Ita‐lia Senegal. Per la cronaca stravinceranno i primi per motivi banali qua‐li: corsa, fiato tecnica e tattica…. Sigh! Ovviamente cerchiamo di mante‐nere sempre il massimo di lealtà e correttezza ed il ragazzo marocchino 

 sembra apprezzare e stupirsi di  ciò,  compreso del  fatto che quando sisegna con una bella azione si applaudono gli avversari. L’ora  scivola via  fra una  corsa ed un  tiro.  Si  è  giocato bene  in un am‐biente corretto e leale. I ragazzi ci salutano con calore. Noi siamo sudati ed esausti ed ora ci aspettano le ragazze su all’ultimo piano. 

8 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 8‐7‐08 Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto Ore 15,30 – 16,45 Ragazze presenti: 12 (Rom rumene e slave) Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 Attività svolta: giochi, giochi coi palloncini e giocoleria. Strumenti usati: (diabolo, devilstick, palline, rola‐bola, ecc.) 

Relazione di Geppetto

Oggi ci attendevano due prove ardue. La prima:  le  foto. La scorsa settimana avevamo fatto delle foto alle ra‐gazze dicendo che le avremmo stampate e presentate loro. Se le aspet‐tavano. Il problema è anche che il loro comportamento della volta scor‐sa, rivolto quasi esclusivamente a mettersi in posa per prepararsi per le foto ha nuociuto, e non poco, all’attività.  Maggiolina le aveva riprese e solo grazie a questo si erano messe a fare qualcosa. Ora la situazione è che le foto, sia per “dimostrazione” sia per via  dell’assenza  di  Maggiolina  (che  le  aveva materialmente  fatte),  sia 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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perché per consegnarle si voleva farne una presentazione speciale, oggi non le abbiamo.  Quando  lo  diciamo  restano  un  po’  deluse,  qualche mugugno,  qualche capriccio un po’ da bambine viziate poi però si prosegue.  Peccato per lo spazio così minimo: loro sono tante e basta che quattro si mettano ad usare gli attrezzi e lo spazio è completo.  La seconda prova: arriviamo da una partita di calcetto 3 contro 3 a tutto campo con i ragazzi del Levante…. Siamo sudati e puzzolenti…  Per fortuna il caldo quassù, nel “paradiso” delle ragazze del Ferrante, si sente di meno così riusciamo a lavorare con le ragazze abbastanza be‐ne.  Anche  se…  anche  se  oggi  nel  gruppo  delle  ragazze  sembra  la  classica giornata dove la depressione collettiva regna sovrana e questa volta la “nostra” musica non centra nulla, ma si vede che le ragazze hanno deci‐so di rimanere abbandonate alla loro malinconia. Subito ricorriamo a creare l’ “angolo del pianto” chiedendo loro di deci‐dere da che parte stare.  Così la mamma e qualche altra ragazza decidono che un po’ di attività la fanno.  Si  incrociano  così  partite  a Memory  con un paio di  ragazze  insieme a passing a quattro cerchi, due a testa, fra due ragazze. Qualcuna prova i kiwido, altre ballano e, come sempre, si rimirano nel vetro della televi‐sione che fa da specchio. Il nostro tempo finisce e ci congediamo con la promessa della consegna delle foto per la prossima settimana. Uscendo incontriamo il comandan‐te, la direttrice e i più alti graduati fra gli agenti che visitano la struttura insieme ad alcuni personaggi evidentemente altolocati. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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14 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 14‐7‐2008 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Geppetto Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 Attività svolta: giocoleria varia + micromagia + acrobatica Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, rola‐bola  

Relazione di Maggiolina

Già dalla portineria si respira una bella aria, gli agenti presenti ci accol‐gono positivamente e come quasi sempre,  ci  si  scambiano battute e si ride mentre ci controllano il materiale prima di salire in sezione. Anche 

ecale  gli  agenti  sono  sereni  e  composto da 9 ragazzi: 

all’ingresso  della  sezione  del  gruppo  Grscherzano anche con i ragazzi. Il gruppo èAlcuni già li conosciamo e un paio nuovi. C'è chi si dirige subito al calcetto e chi invece si da subito alla giocoleria. Scende anche Yu., che la scorsa volta aveva avuto atteggiamenti molto scontrosi  ed  a  tratti  quasi  violenti,  rendendo  il  clima  del  laboratorio quasi invivibile, tanto che avevamo scritto un rapporto su di lui. Oggi è invece pacato e positivo, sorride ed è accogliente e propositivo. Noi gli diamo  un  rimando  a  riguardo  del  suo  comportamento,  sottolineando 

 come  questo  suo  essere  positivo  rende  il  clima  per  tutti migliore  e  iltempo così anche in carcere può scorrere più serenamente per tutti! Oggi il tempo che scorre è veramente sereno: i ragazzi si mettono dav‐

entusiavero in gioco, con picchi di energia davvero  smanti, passiamo da esercizi di giocoleria a sfide di micro magia e piramidi umane. Il pomeriggio  insieme si  conclude con uno  sfidone  a  “Memory Clown”, nel  mentre  avviene  un  trasferimento  di  gruppo,  Yu.  viene  inserito  al gruppo Levante. Ci saluta e ci abbraccia e poi abbraccia ad uno ad uno tutti i suoi compagni i ragazzi sono molto premurosi e teneri, mi stupi‐sco ed emoziono, tanto che lo stesso agente dice ai ragazzi che mica se ne va, cambia solo di gruppo… I ragazzi scendono per l’ora d’aria, uno di loro ci dice: “Che peccato che non potete venire con noi, nel campo dove andiamo ora ci sarebbe più spazio per fare delle cose insieme!”. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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14 Luglio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 14 ‐07‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Geppetto Ore 15.30‐ 17.00 Ragazzi presenti: 4 Attività svolta: Giocoleria ‐ micromagia Strumenti portati: Palline, devilstick, diablo, anelli, monociclo, piatti cinesi, valigetta delle magie 

Relazione di Maggiolina

L’agente ci avvisa sorridendo che i ragazzi sono solo 4 e che finalmente si riesce a lavorare con maggiore serenità e calma, peccato che per rag‐giungere tale cosa debba essere successo lo spiacevole evento della ri‐volta delle scorse settimane al gruppo libeccio. I ragazzi che arrivano sono tutti nuovi, 2 ragazzi marocchini, 1 italiano, ed 1 senegalese: C., un ragazzo  italiano, Ax, senegalese, Mo e Kam. del Marocco. Non si avvicinano neppure al calcetto, sono da subito interessati ala no‐

 stra attività. Spieghiamo loro che il progetto è di Circo e che se voglionopotranno sperimentare con noi varie discipline artistiche. 

olita musica del Marocco o senegalese proponia‐ da Circo e... Nessuno protesta. 

Invece di mettere la smo di mettere Musica3 …2…1… pronti via! 3 di loro iniziano ad imparare il Diabolo mentre Kam. che dice di avere dolori ad un braccio in men che non si dica se ne dimentica e impara in 10  minuti  a  giocolare  con  le  3  palline!  E'  molto  portato…e  la  prima mezz’ora vola tra una risata e l’altra. E' la prima volta che vediamo un ragazzo che insiste e con costanza va avanti seguendo le istruzioni fino ad imparare. Una volta imparate le palline e alcune posizioni di Diablo è la volta dei Devilstick e tutti vogliono imparare. Siamo  stupiti,  è  una meraviglia,  questa  volta  abbiamo  creato  un  vero laboratorio di circo: il circo in una stanza! Ma il caldo è tanto e l’umidità pure per cui dopo aver fatto un bel po’ di movimento  con  i  ragazzi  passiamo  ad  un’attività  più  rilassata  e  tran‐quilla: la micromagia… 

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Per tutto il resto del tempo facciamo vedere ai ragazzi piccoli trucchi di 

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magia che li lasciano a bocca aperta. Una volta scoperto il trucco ad uno ad uno i ragazzi vogliono provare e si fanno l’un l’altro le magie.  

ucati, simpatici, è veramente un piacere stare e lavo‐Sono tranquilli, edrare con loro! Si ride, si scherza. 

15 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante Data: 15‐7‐2008 Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto Ore 14,00 – 15,30 Ragazzi presenti: 10 Attività svolta: partita calcio. 

Relazione di Geppetto

Arriviamo ed i ragazzi stanno già giocando a pallone in due belle squa‐dre. Notiamo subito che sono miste e ben equilibrate. Magrebini, sene‐galesi  e  rumeni  mischiati.  Beh  almeno  non  è  come  sempre  Maghreb contro tutti. Y. ci accoglie col solito sorriso si impegna al massimo, è an‐che bravo a giocare ed è estremamente corretto. Quello che stupisce di più è il silenzio. Sì gioca quasi completamente in silenzio. Non so se è una regola che si sono dati o che cosa, ma sentire solo  il  rumore  del  pallone  e  dei  piedi  che  si muovono  sul  pavimento rossiccio della palestra fa un certo effetto. M. vuole tutti  i palloni per sé, si  lamenta coi compagni o con chi gioca peggio o se non gli viene servita la palla.  La persona che impressiona di più però è il ragazzo rumeno, Mad. I suoi fenomeni di autolesionismo sono ai massimi livelli. Viene sedato pesan‐temente dal medico e gli agenti cercano di controllarlo a vista 24 ore su 24. Un agente ci confessa che non lo trattano nemmeno più come un de‐

 tenuto: “Mi sembra un fratello”, dice, “Lo portiamo con noi, ma sembramolto assente”.  I cuori di Smilzo e di Geppetto si stringono molto a sentire queste paro‐le. Si viene a sapere che la famiglia di questo ragazzo non è  la classica famiglia  disastrata, ma  i  suoi  genitori  non  si  sono  fatti  vedere mai  in carcere. L’unico che è venuto a trovarlo è qualcuno dell’ambasciata ru‐mena. All’inizio della partita Mad. gioca in porta ma si vede che più pas‐sa il tempo più i suoi riflessi diventano lenti. Ben presto non si capisce 

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se su richiesta dei compagni, viene sostituito in porta. Si siede vicino a  

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Smilzo e all’agente ma sembra non sentire nulla e interagisce poco conquello che gli sta intorno.  Intanto i giocatori sudano con alterne fortune. I ragazzi senegalesi cor‐rono e si dannano per tutto  il campo,  fisicamente sono senza dubbio  i più  forti,  tecnicamente un po’ meno. E’ bello però  in tutto questo  il ri‐spetto che si nota in campo. Se qualcuno reclama un fallo magari la di‐scussione c’è ma si arriva in brevissimo tempo alla soluzione.  La partita finisce ed i giocatori escono sudati ma con un bel sorriso. Ci si saluta un po’ tutti, come sempre, chi in modo più caloroso chi meno. 

15 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 15‐7‐2008 Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto Ore 15,30 – 16,45 Ragazze presenti:12 (Rom rumene e slave) Attività  svolta: giochi, preparazione artistica per foto Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con le ragazze con una promes‐sa: avremmo portato le foto. Le abbiamo ma se le devono “guadagnare”, questa è la regola, con questo gruppo di ragazze il polso deve essere un po’ duro.  Appena arrivati  veniamo accerchiati  (sono 12!)  e  tutte  fanno  la  solita richiesta: “Ma le foto ?”  Come  concordato,  Smilzo dice  che  non  ci  sono  e Geppetto dice  che  ci sono.  A  chi  credere  ?  Allo  Smilzo  serioso  che  un  po’  accigliato  nega l’esistenza stessa delle  foto o al  ridacchiante Geppetto che dice  il  con‐

 trario? Qualcuna si dispera, qualcuna capisce subito il gioco, qualcuna cicasca e si arrabbia. Alla fine montiamo il PC e le casse con la musica e prepariamo il mate‐

  lo  otteniamo  con  la ortate le foto… 

riale  letteralmente  “pressati”.  Chiediamo  spazio  eminacce di strappare le foto… Dunque le abbiamo pAllora sono disposte a tutto per riuscire ad averle. Quindi proponiamo di lavorare con la musica. Ogni due brani potranno cambiare attività. 

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Primo  step:  ballare  liberamente.  Secondo  step:  ballare  usando  un  at‐trezzo di giocoleria o equilibrismo nella maniera che preferiscono. Ter‐zo  step:  usare  un  attrezzo  giocando  con  questo.  Quarto  step:  tenere 

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l’attrezzo in equilibrio, come vogliono, ma in equilibrio. Lavorano prati‐camente tutte!  Solo una ragazza rimane seduta accanto alla finestra, lamenta un dolore alla caviglia. Chiediamo alle altre. Sembra vero. Mah! Ogni  step  vale  un punto per  aggiudicarsi  i  5  punti  che permettono di ottenere le foto bisogna dunque seguire tutti gli step. Alla fine organizziamo una sorta di provino finale il cui premio finale è la foto che dovranno utilizzare per “presentarsi come star dello spetta‐colo”. 

 Ovviamente c’è chi si impegna maggiormente, chi lo fa molto meno. Matutte alla fine vanno via felici sudate e soddisfatte.  Solo una ragazza sembra  infelice perché secondo  lei nelle  foto che ab‐biamo stampato lei si vede brutta. Le facciamo notare che non è accet‐tabile questo tipo di reazione e ignoriamo le sue lamentele. Alla fine ri‐dendo si mette a giocare e partecipa con intensità al “provino” finale. Ci  interrompe  l’agente  che  annuncia  la merenda. Mancano  ancora  tre ragazze per l’esibizione e loro la vogliono fare assolutamente. Non pos‐siamo  esimerci  e  dunque  aggiungiamo  ancora  5  ‐6 minuti  di  attività. Consegniamo le ultime foto e alcune ragazze (fra cui la “capricciosa” di cui sopra) ci aiutano a rimettere a posto gli attrezzi Usciamo dalla se‐zione femminile un po’ più felici di quando siamo entrati. 

21 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 21‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 Attività svolta: giocoleria varia + micromagia  Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, valigetta magia, apparecchiatura per musica 

Relazione di Maggiolina

Il caldo si fa sentire in questo pomeriggio di luglio nella piccola stanza dove facciamo attività con i gruppi maschili.  I ragazzi sono una decina ed  arrivano  puntuali,  ci  salutiamo  come  sempre  in modo  scherzoso  e 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

familiare, ma alcuni dei loro volti non mi convincono molto, percepisco 

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scaldamento e chi dei ragazzi invece con grande maturità, ha cercato di mediare e di calmare le acque nonché di proteggere M. E’ la prima volta che durante la nostra attività accade un fatto del gene‐re,  vi  sono  state  in passato alcune scaramucce  tra  ragazzi ma nulla di 

infatti uno strano clima che noi cerchiamo subito di rendere positivo ed allegro, ma ‐ lo ammetto ‐ con alcune difficoltà. Fa davvero caldo ed alcuni dei ragazzi sono come dire “assonnati”, pigri ed un po’ apparentemente apatici. C’è chi si sperimenta qualche attrezzo, ma si stanca subito e gronda di sudore e chi invece come A. si dedica alla giocoleria completamente as‐sorto per imparare nuove tecniche. C’è chi vuole imparare nuovi trucchi di magia e quindi con grande calma trascorre più di mezz’ora a speri‐mentare con me i trucchi già imparati. C’è chi gioca a carte, chi al calcet‐to,  chi a  lanciare  le palline da giocoleria, non con  le mani  come si do‐vrebbe ma con  i piedi… Chiediamo per  favore di  interrompere questo gioco o perlomeno di modificarlo, in modo da non danneggiare il mate‐riale o fare male a qualche compagno.  Dopo qualche calcio provocatorio alle palline i due ragazzi capiscono il perché della richiesta ed iniziano ad utilizzare il materiale in modo più idoneo, ma in alcuni di loro rimane un atteggiamento leggermente pro‐vocatorio nei  confronti non  tanto nostri ma di alcuni dei  ragazzi  rom. Nel passaggio tra un attrezzo e l’altro, una canzone e l’altra due ragazzi sembrano innervosirsi ma subito il nostro repentino intervento fa sfu‐mare  il  nervosismo  e  tutto procede, ma  sul  finire  dell’attività, mentre attendiamo  l’arrivo  dell’agente  per  accompagnare  i  ragazzi  in  cortile per l’ora d’aria, d’improvviso uno dei ragazzi aggredisce il rom M. cer‐cando di prenderlo a pugni, poi gli tira una pallina, ha un atteggiamento 

 aggressivo con lui, il perché ci è oscuro. Il ragazzo dell’Equador si mettein mezzo e cerca di separarli. Data  la situazione surriscaldata Aureola si precipita alla sbarra e chia‐ma  l’agente,  Smilzo  cerca  di  “contenere”  il  ragazzo  aggressivo  ed  io, Maggiolina, porto al sicuro nel bagno M. che con le lacrime agli occhi e il cuore in gola, piange. Cerco di calmarlo, gli faccio bagnare il volto e gli stringo  le mani rassicurandolo,  lui  ripete che non stava  facendo nulla, che lui non vuole avere problemi e mi dice che il vero problema sono le sigarette che pretendono che lui gliele compri, ma lui non può. Nella sala l’agente è arrivato e subito comprende l’accaduto, parla con i ragazzi, ma  soprattutto  comprende  bene  chi  è  responsabile  del  surri‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

più. Risulta evidente che  in carcere si creano delle gerarchie e ragazzi che vogliono sottomettere altri considerati da loro più piccoli e deboli, so che tali dinamiche sono “fisiologiche” in una struttura come il carce‐re, ma credo che vi siano alcune variabili che influiscano notevolmente 

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in negativo sul clima: lo spazio davvero molto limitato nel quale faccia‐mo attività, il numero elevato dei ragazzi, il caldo. Vero è che sul caldo e sul numero dei ragazzi non abbiamo potere deci‐sionale, ma come già ribadito in più di un’occasione, crediamo che in un locale  di  più  ampio  respiro,  soprattutto  nei mesi  estivi,  le  attività  po‐trebbero svolgersi in un clima più sereno e disteso. 

21 Luglio 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 21‐07‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo Ore 15.30, 17.00  Ragazzi presenti: 3 Attività  svolta: Giocoleria ‐ micromagia Strumenti portati: Palline, devilstick, diablo, anelli, monociclo, piatti cinesi, valigetta delle magie 

Relazione di Maggiolina

Uno ad uno è oggi il rapporto tra ragazzi e noi. Infatti  nel  gruppo  transito  sono presenti  solamente  tre  ragazzi,  di  cui due li abbiamo già conosciuti lo scorso lunedì. Abbiamo soprannominato il gruppo transito Libeccio di questo periodo come  il  “Gruppo  degli  Angioletti”,  essendo  pochi  ,  tendenzialmente tranquilli e molto predisposti al nostro tipo di attività. Diamo inizio al laboratorio con una prima lezione di giocoleria base con le 3 palline e i ragazzi in cerchio con noi: c’è chi dice che non ce la farà mai, che è difficile,ma poi pian piano impara. L’importante è non arren‐dersi e non solo nella giocoleria! questo vuole essere il nostro messag‐gio! C, ragazzo italiano si appassiona alle palline e davvero comico è  il suo volto mentre  cerca  di  fare  i  tre  passaggi:  linguetta  fuori  dalle  labbra, grande concentrazione ed un sorriso enorme ogni volta che riesce a su‐perare i 6 passaggi. Il  ragazzo  senegalese  si  dedica al Diabolo  e non  lo molla per  circa 30 minuti! 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

R. ragazzo croato cerca di capire quale attrezzo può riuscire ad impara‐re ma poi ci chiede di poter far le magie, i ragazzi gli hanno raccontato 

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dello scorso lunedì in cui abbiamo imparato un buon numero di trucchi di micromagia. C.  e  il  ragazzo senegalese,  conoscendo oramai  i  trucchi,  si divertono a farli a R. che rimane di stucco ma poi fa lo spaccone dicendo di aver ca‐pito il trucco, pur non essendo vero… le risate scoppiano! Il tempo è volato e C. e R. quando ci vedono ritirare il materiale esordi‐

le 5! Non ce ne siamo accorti… quando scono in un “Ma come sono già tornate?” “A lunedì prossimo ragazzi!” 

22 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante Data: 22‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 Attività svolta: giocoleria Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Ore 14.00,  i ragazzi iniziano la loro ora e mezza d’aria. Noi stiamo con loro e portiamo sempre gli attrezzi di giocoleria ed equilibrismo, pos‐sono scegliere che fare e noi non “imponiamo” nessuna attività partico‐lare. Così qualcuno sceglie di stare fuori all’aria aperta a passeggiare o fumare e qualcuno nella grande palestra ombreggiata. Dopo pochi mi‐nuti ci ritroviamo tutti fuori. Due ragazzi passeggiano, uno chiacchiera con l’agente i restanti chiacchierano con noi. Poco dopo accendiamo la musica. Maggiolina e Aureola stanno sedute per terra in cerchio con 5 ragazzi:  chiacchierano, giocano con  la magia.  Io mi  ritrovo seduto con O.,  albanese  e  un’agente.  Si  chiacchiera  del  più  e  del  meno:  tatuaggi, caccia,  film  fino  a  raccontarci  le barzellette.  Il  clima è davvero buono, sarà anche la giornata solare e un bel venticello che allieta l’ora d’aria. Le magie  e  le musiche proseguono. Mi  ritrovo  con un  ragazzo maroc‐chino  a  tirare  due  calci  al  pallone  prima  fuori,  poi  dentro  la  palestra, calcio dopo calcio, si scambia pure qualche battuta scherzosa. Felici di sapere che Mad., rumeno, sia tornato in Romania, sinceramente speriamo tutti che la sua situazione si assesti definitivamente. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il  tempo a  disposizione  è  terminato,  così  assieme  ai  ragazzi  torniamo indietro attraverso la palestra, gli ultimi saluti, ultime battute. 

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22 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 22‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo Ore 15.30 – 17.00 Ragazze presenti: 14 (Rom rumene e slave) Attività svolta: giocoleria Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, bandiere, magie 

Relazione di Smilzo

Eccoci nella sala funzionale, sembra più spaziosa, ma di poco solo per‐ché hanno spostato il tavolo da ping pong. Appena entrati ecco arrivare le ragazze, alcune sono abbastanza cariche di energia, altre, come al so‐lito,  si  siedono  vicino  alla  finestra  in  fase  di  depressione.  Dopo  aver piazzato la musica, si discute un po’ sulle foto consegnate la volta scor‐sa, dato che a qualcuna di loro non erano piaciute. Così, dopo aver mes‐so in chiaro tutto, cominciamo. Molte ballano a ritmo di musica da sole o mentre giocano con i kiwido o bandiere, qualcuna chiacchiera con me e Maggiolina e qualcuna si concentra sulla magia tanto da uscire dalla sala  più  volte  per  sperimentare  i  giochi  imparati,  “sfruttando”  le  due agenti come pubblico. Risultato? Parecchie risate.  L’ora di attività scivola via tra balli, passing con gli anelli e risate. Spe‐riamo di risentire la stessa carica martedì prossimo. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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28 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 28‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 9 Attività svolta: giocoleria varia + micromagia  Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, valigetta magia,  

Relazione di Maggiolina

In seguito agli screzi ed alle tensioni della settimana passata nel gruppo Grecale alcuni ragazzi sono stati spostati in altri gruppi, da ciò ne è de‐rivato un clima immediatamente più disteso e sereno che vede il grup‐petto dei ragazzi marocchini meno “forte “ e dominante rispetto a pri‐ma sul gruppo dei ragazzi Rom e rumeni. M. ragazzo che  la scorsa settimana era stato preso di mira e quasi ag‐gredito, oggi sembra un’altra persona: è sereno, gioca e pratica la gioco‐leria, parla, sorride… sembra essere uscito da quello stato di chiusura e paura che lo hanno contraddistinto sin dal suo ingresso, ammette però lui stesso che piange molto. I ragazzi si cimentano in vari esercizi di giocoleria ma il caldo ad ogni minimo movimento ci fa sudare e stancare… ma non importa, si conti‐nua e in questo modo energie positive e negative trovano sfogo. Vincente  l’idea di  portare  le  racchette da Ping Pong  e  di  utilizzarle  in modo creativo e comico, infatti i ragazzi non sanno giocarci e quindi ne 

 sono scaturite una serie di partite clown in cui i ragazzi si sono sfidati asuon di risate. Sul finire dell’attività i ragazzi sono davvero stanchi ed accaldati ed al‐lora  ci  ritroviamo  in  cerchio  a  raccontarci  di  noi,  Smilzo  racconta  che andrà a registrare una trasmissione  in Rai  (La botola – Rai 1) ed  i  ra‐gazzi  si  emozionano  e  promettono  di  volerlo  vedere!  Poi  ci  chiedono dove andremo  in  ferie… e  sono dispiaciuti  che non  faremo attività  in‐sieme per 3  settimane.. ma essendo  tutti  con pene da  scontare  relati‐vamente lunghe, ci ritroveremo a settembre. Parlo molto con uno dei  ragazzi marocchini, ha abitato per 6 anni nel mio quartiere, San Salvario, mi racconta tutto quello che combinava e di come quando è stato arrestato il suo stato psicofisico era alterato dalle pasticche e dall’alcool, per cui non si è reso conto di nulla: i primi giorni 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

in cella in totale isolamento,  la prima udienza dinanzi al giudice era in totale stato di confusione a causa della droga assunta nelle ore prece‐denti. Faccio fatica ad immaginarmelo in questo stato di annullamento cerebrale,  lo osservo ora, divertito come un bambino dinanzi a piccoli giochi di magia, con il desiderio di impararne sempre di nuovi, mi dice: ”Io da grande potrò fare il mago?”… 

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29 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante Data: 29‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola Ore 14.00 – 15.30 Ragazzi presenti: 7 Attività svolta: giocoleria, magia, musica, carte Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, rola‐bola 

Relazione di Aureola

E’  l’ultimo incontro prima della pausa estiva di agosto. I ragazzi si sie‐dono sulla panca, Maggiolina ed io per terra. Oggi è la vota di Yu. di es‐

ertiamo a. 

sere protagonista: ci insegna un sacco di giochi di carte e ci diva giocare. Noi insegniamo loro invece il gioco della Scopa e Briscol

  Fa parecchio caldo e fare attività fuori non è proprio possibile.Alcuni ragazzi rimangono in palestra a sfogarsi con il pallone. L’atmosfera è serena, rilassata e i ragazzi sono molto tranquilli. Alcuni di loro pare andranno in comunità, altri li ritroveremo tra 3 settimane quando riprenderemo l’attività. Li avvisiamo di guardare la TV, prossimamente, perché Smilzo registra oggi la trasmissione “La botola”. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

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29 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale Data: 29‐7‐08 Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola Ore 15.30 – 17 Ragazze presenti: 10 (Rom rumene e slave) Attività svolta: trucco, danza, foto, anelli, kiwido Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, bandiere, magie 

Relazione di Aureola

Da parecchio  tempo non andavo più dalle  ragazze, quindi  con piacere mi appresto con Maggiolina a fare attività con loro. Sono 10, mi  accolgono  con  simpatia,  si  presentano quasi  tutte.  La più cordiale  è  la  “mamma”.  Fa  effetto  vedere  in  carcere  una mamma  con una bambina. La bambina è meravigliosa, in mezzo a tutto quel vociare, 

l   n  alla musica, a la mamma che ora la pre de e ora la mette nella carrozzi‐na, la bimba è sempre sorridente e tranquilla. Mettiamo  la  musica,  sistemiamo  gli  attrezzi.  Una  prende  i  kiwido, un’altra le palline, tre si siedono vicino alla musica. Quando tiro fuori la macchina  fotografica  si  illuminano,  tutte  vogliono  una  foto.  Ma  spie‐ghiamo loro che faremo una foto ma solo in attività. Noto che ci tengono molto ad apparire “belle” e chissà perché si aspettano che la macchina fotografica le “abbellisca”. Quindi quando nel display vedono la loro fo‐to difficilmente si piacciono. Vogliono fare un reportage e sono poco in‐teressate a fare attività circense. Comunque scatto diverse foto, ma non sono mai sazie…  La mamma è molto tranquilla, si fa fare diverse foto, anche con  la bambina, ma una non va bene perché è di profilo,  l’altra non  va bene perché  le  si  vedono  le  orecchie  che,  per qualche motivo, non le piacciono… Ma finalmente riusciamo a fare un paio di foto che le piacciono.   Un’altra ragazza fa i capricci e mette il muso perché non le faccio l’ennesima foto. Maggiolina  sistema  i  trucchi  e  anche  in  questo  caso  si  illuminano… Tranne un paio i  loro che accettano di avere disegnata una farfalla sul viso, le altre vogliono tatuaggi sulla mano. La mamma mi chiede di farle il tatuaggio arabo sulla mano. Persino la più restia, la più “musona” vuo‐le farsi tatuare. Così, tra un trucco, una foto e un po’ di passing con gli anelli termina l’attività. 

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25 Agosto 2008 – Gruppo maschile Libeccio Data: 25‐08‐08 Luogo dove si è svolta l’attività: IPM  Ferrante Aporti – Sala socialità Orario di inizio: 15.50 Ora di fine attività: 17.10 N° utenti: 6 (2 Rom Romania – 1 Senegal – 3 Marocco) Età dei ragazzi: dai 13 ai 18 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto Attività svolta: Giocoleria, musica Strumenti portati: Palline, devilsticks, diablo, anelli, biciclo, cappelli, parrucche 

Relazione di Aureola

Anche per questa attività gli agenti non erano stati avvisati che avrem‐mo ripreso, così anche qui aspettiamo circa 20 minuti che arrivino i ra‐gazzi. Brutta sorpresa! Oggi, è rientrato per la terza volta Me. Incredibilmente cresciuto  in altezza, magro come un palo, barba  lunga. Ci saluta con  il solito affetto e immediatamente mi dice: “zia, io non ho fatto niente, mi hanno incastrato, uno che era davanti a me ha buttato la droga mentre scappava e hanno preso me, io lavoravo, stavo bene…” Lo guardo poco convinta e lui insiste. Si interessa come sempre alla musica, la monopo‐lizza  e  cerca  canzoni  arabe.  Ci  sono due nuovi  ingressi,  uno è  entrato un’ora fa: si tratta di due ragazzi rom rumeni: Mi. e Da. Il primo comin‐cia subito a provare gli attrezzi. Non ha una atteggiamento granché so‐cievole, ma si  impegna a provare  il devil e ad uno ad uno prova tutto. L’altro,  il  più piccolo, mi dice di  avere 13  anni,  rimane  seduto  tutto  il tempo e non si interessa a nulla. Succede spesso con chi è appena entra‐to. Me. mi dice che sta male, ha una malattia e ha bisogno di essere cu‐rato.  Un  po’  balla,  un  po’  lancia  provocazioni  al  ragazzo  rumeno  più grande, un po’ prende le palline, un po’ vuol fare foto anche lui. L’altro ragazzo marocchino, Yu. si appassiona ai devilstick, è socievole e simpa‐tico. Vuole che gli  faccia alcune  foto (anche  lui con  il cappello da poli‐ziotto) e si assicura che gliele porterò.  Inizio a  fare alcune foto solo ai loro occhi e catturo i loro sguardi, sono soddisfatti e mi chiedono di ve‐dere come sono venute. Il ragazzo senegalese sembra molto tranquillo, non si  lascia coinvolgere, però dopo qualche minuto prova il diabolo e anche lui il biciclo. Me. legge la poesia di Bruno Tognolini sulla diversità che abbiamo appeso al muro che ha una foto di due mani che tengono le 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

clave e si ricorda quando l’abbiamo fatta, e decidiamo di farne un’altra, così tutte le mani si uniscono in una foto e ancora una volta almeno per una foto, creiamo un simbolo di unione. 

Tu non sei come me: tu sei diverso Ma non sentirti perso Anch'io sono diverso, siamo in due Se metto le mie mani con le tue Certe cose so fare io, ed altre tu E messi insieme sappiamo far di più Tu non sei come me: son fortunato Davvero ti son grato Perché non siamo uguali: Vuol dire che tutt'e due siamo speciali (Bruno Tognolini)

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25 Agosto 2008 – Gruppo maschile Grecale Data: 25 agosto 2008 Orario di arrivo: 14.00 Inizio attività: 14.20 Fine attività: 15.35 N° utenti: 7 2 rom Romania – 1 Equador – 1 Italia – 3 Marocco  Età dei ragazzi: 16 – 17 Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto Attività programmata: attrezzi (Rolabola, devilstick, diablo, contact, ciclo, palline) Attività svolta: giocoleria varia + musica Strumenti portati: Rolabola, devilstick, diablo, contact, ciclo, palline, parrucche, cappelli 

Relazione di Aureola

Oggi  siamo solo  in due, Geppetto ed  io. Ci  avvisano che  il numero dei ragazzi è diminuito, 14 ragazzi e 12 ragazze. Saliamo al secondo piano, in sala socialità e gli agenti ci dicono che non sapevano che avremmo ripreso oggi  le attività. Comunque si consulta‐no,  l’agente del piano  chiama  il piano  superiore dove  stanno  i  ragazzi 

gazzi e un televi‐del Grecale, sentiamo provenire da sopra le voci dei rasore acceso. 

he i ragazzi stanno arrivando. L’agente torna e ci dice cSono passati 20 minuti. Arrivano e sono 7: Al. (Rom rumeno) felice di rivederci, Mi. (Rom croa‐to), sorridente, An.  (Equador) che ci bacia con affetto e poi  J., M. e Ar. del Marocco. Inizia il rituale della musica, i ragazzi accettano di alternare musica del Marocco e musica rumena. Al. mi dice subito che il fatto che noi abbia‐mo la musica gli piace tantissimo. Abbiamo  portato  parrucche  e  cappelli  e  i  ragazzi  iniziano  a  provarli, tutti si vogliono fare una foto con il cappello da “poliziotto”! Mi sembra interessante che tra tanti cappelli abbiano scelto proprio quello. Si met‐tono in posa seri, uno addirittura fa il saluto militare. Il primo a provare il cappello è Mirko che mi chiede di fargli rivedere la foto fatta, almeno 6 volte durante l’attività. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Al. riprende a giocolare con le palline e ci fa vedere quanto è diventato 

 

J. mi ha detto che non sa scrivere, ma ha voluto donarci un disegno. Al. ha voluto fare lui le foto, anche in questo devo dire che è molto bra‐vo, sa cercare le giuste inquadrature e la giusta luce. 

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bravo, dev’essersi allenato con la frutta, perché fa diverse evoluzioni e passaggi che denotano allenamento. Geppetto gli fa vedere come si usa una pallina da contact e lui in un mi‐nuto esegue i movimenti, poco dopo proverà il pedalò e quindi gli anel‐li: ogni attrezzo che prende in mano è in grado di maneggiarlo con una grande abilità. Dietro le grate ci sono due agenti che osservano i ragazzi. Mi avvicino a loro e  faccio notare  loro  la bravura di Al.,  concordano con me e sorri‐dendo aggiungono che è stato bravo anche manualmente ad aprire un bel po’ di appartamenti non suoi… Chiedo agli agenti se dopo la nostra attività i ragazzi sono più tranquilli e mi dicono di sì, che si rilassano a fare attività con noi. Si  parla dei  ragazzi  e  delle  difficoltà  che  si  trovano  ad  affrontare  loro come agenti con i ragazzi e mi dicono che le difficoltà maggiori le hanno con i ragazzi dell’area del Magreb, sia perché di solito sono i più nume‐rosi  e  fanno  gruppo,  sia  perché  sono  quelli  che  si  lamentano di  più  o piantano più grane. Tutti i ragazzi provano il nuovo attrezzo il “pedalò”, si tratta di due pe‐dali  piatti  che  vanno avanti  come  su una bicicletta,  non  è  facile  rima‐nervi in equilibrio, perché per non cadere occorre dosarne la velocità e nello stesso tempo restare dritti. E’ un buon esercizio di equilibrio. Mi. che  le volte scorse era stato  in un angolo e non aveva partecipato, rimanendo  seduto  a  piagnucolare  tutto  il  tempo,  questa  volta  è  stato 

 molto  attivo  e  presente  e  ha  provato  tutti  gli  attrezzi  conl’insegnamento di Geppetto. Dei due ragazzi nuovi solo M. ha partecipato con molto interesse, pro‐vando sia il pedalò, sia il diabolo. L’altro, Ar., ha preferito giocare a cal‐cetto con J., ma l’ultimo quarto d’ora sono arrivati tutti e due, prima di tutto hanno voluto la foto di rito con il cappello da poliziotto e poi han‐no iniziato a giocare con gli attrezzi. 

a ò  

An. ha giocol to, ha provato il pedal e poi, su mia richiesta, ci ha scritto una lettera. L’ha scritta in spagnolo e la traduco qui a seguito.

o,  e, Anche Al.  ci  ha  scritto una  lettera,  ha preferito  scriverla  in  italiananche se con molti errori, è facilmente comprensibile. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Allego qui di seguito le lettere e il disegno. L’atmosfera è stata sempre molto rilassata e allegra. 

Traduzione lettera di An.

Ciao, spero che stiano molto bene tutti quelli che fanno questa attività e vi sono grato con tutto il cuore per tutti i grandi momenti che ho passato con tutti voi. Il lavoro che fate è molto importante non solo per me, credo che diversi sono contenti di passare con voi momenti speciali. Spero, quando uscirò di potervi incontrare però fuori da questo posto. Non dimentico mai le persone che mi aiutano e voi siete come la mia seconda famiglia. Io spero un giorno di aiutare le persone come voi lo fate, continuate così. Vi auguro di tutto cuore molta felicità da parte di un ragazzo che vi ringrazia perché nei momenti di difficoltà lo avete aiutato mol-to. Gra

irma 

zie

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Attività Settembre‐Dicembre 2008 

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Attività Settembre‐Dicembre 2008 

A settembre 2008 abbiamo iniziato il terzo anno di attività all’IPM Fer‐rante  Aporti.  Sono  cambiate  alcune  cose  nell’organizzazione dell’Istituto, ma per quanto riguarda i ragazzi notiamo che le presenze straniere  sono  sempre  rilevanti,  anche  se  in  questi  ultimi mesi  alcuni ragazzi italiani sono entrati e rimasti parecchi mesi. 

Sarà che ci sentiamo più sicuri del gradimento della nostra attività, sarà che il “passavoce” in carcere funziona, ma non abbiamo avuto più alcuna difficoltà a  interagire con i ragazzi e a creare con alcuni di  loro un rapporto di  fiducia  reciproca e  sul quale abbiamo potuto costruire anche un percorso pedagogico e artistico. 

Difficoltà maggiori abbiamo trovato negli ultimi mesi  invece con  le ragazze che rimangono in struttura per parecchi mesi e, ultimamente, le ragazze rom presenti hanno dimostrato parecchia chiusura verso le at‐tività  in  genere  e  –  tranne  che  per  la musica  –  risulta  difficile  creare un’interazione  proficua  dal  punto  di  vista  educativo  e  artistico.  Natu‐ralmente anche in questo caso ci sono state eccezioni e con un paio di ragazze si è riuscito ad ottenere risultati artistici e di relazione discreti. 

Lo spettacolo eseguito dai ragazzi (e da una ragazza) durante la fe‐sta di Natale del 18 dicembre ha avuto risultati molto buoni. 

Inseriamo qui di seguito  la relazione della  festa di Natale e conclu‐diamo  con  la nostra  relazione  intermedia  (settembre‐dicembre 2008) del progetto Circostanza. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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18 Dicembre 2008 – Festa di Natale Ora di arrivo: 14.00 Ora di inizio attività: 16.00 Ora di fine attività: 21.00 Operatori: clown Maggiolina), clown  Smilzo, clown Geppetto, clown Aureola Ospiti tirocinanti: clown Farfuglia Volontari Clown: Clown Furia, clown Frucci, clown Pestifera N° ragazzi: Tutti i ragazzi e le ragazze ristretti (40) Luogo: Teatro  Strumenti circensi: palline, cerchi, diablo, devilsticks, rola bola, kiwido,  Attrezzature: casse  e lettore mp3, tappetini per l'acrobatica, telone rosso Attività svolta: messa in scena dello spettacolo. Risultato educativo: i ragazzi sono stati tutti tranquilli, in silenzio, attenti allo spettacolo anche quando non erano in scena loro e sono usciti poco per fumare. Grande soddisfazione da parte dei ragazzi per la riuscita dello spettacolo. Risultato artistico: buona esecuzione dei numeri sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista tecnico. 

Relazione di Smilzo

Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14, oggi siamo più del solito, ci sono  anche i volontari clown Furia, Frucci e Pestifera. Entriamo tutti insieme

col materiale da utilizzare per lo spettacolo con i ragazzi.  Ci sistemiamo nel teatro, ci vestiamo, trucchiamo e prepariamo i mate‐riali da giocoleria per i numeri dei ragazzi. Siamo pronti, aspettiamo il loro arrivo.  Verso le 16 ecco arrivare prima le ragazze, poi i tre gruppi dei ragazzi che si sistemano nella fila di sedie affianco alle ragazze. Il tutto ha ini‐zio: Pasquale – dell’ente di  formazione ForCoop – presenta  la  scaletta del pomeriggio e la direttrice apre l’evento augurando a tutti buone fe‐ste e ringraziando tutti gli operatori e gli agenti per aver reso possibili tutte le attività all'interno del penitenziario. Al  calare  delle  luci  si  accende  il  proiettore  ed  ecco  il  video del  primo “TG Ferrante” realizzato dai ragazzi del gruppo Grecale. Così vediamo i ragazzi ristretti impegnati seriamente e con convinzione in un'altra at‐tività:  alle  prese  con  telecamere,  riprese,  interviste,  collegamenti,  un vero e proprio TG! 

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Attività Settembre‐Dicembre 2008 

Poi è la volta dell'AICS e di alcuni ragazzi del gruppo Levante che hanno 

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scritto delle poesie e che le hanno messe in scena. La profondità dei te‐sti, l'impegno e il loro modo di metterle in scena, ci hanno commosso. Vediamo un altro video, quello della premiazione di S., una ragazza rom ormai uscita dal penitenziario  e degli  operatori  che  l’hanno accompa‐gnata  in  Campidoglio  a  Roma,  per  ritirare  il  “Premio  Internazionale Sciacca” per le opere artistiche prodotte da minori ristretti. La statuetta vincitrice  del  premio  raffigura  la  Rom‐maternità.  Si  prosegue  con  la consegna dell'attestato di superamento dell'esame di Arte bianca per A., rumeno ed E. italo/turco. Ed  ora  tocca  a  noi.  Una  volta  sistemato  il  telone  da  circo  e  il  tavolo, Geppetto inizia a presentare il “TG Clown Ferrante”, con tanto di televi‐sore alle spalle, composto da una cornice con dentro Pestifera, Furia e Frucci.  Mentre  Geppetto  racconta  di  questa  strana  epidemia  che  sta sconvolgendo il mondo, Smilzo, Maggiolina e Aureola ci affianchiamo ai ragazzi  che  dovranno  esibirsi. Maggiolina  scopre  che M., marocchino, non vuole più esibirsi e io scopro che M., rumeno, non è intenzionato a esibirsi  per  il  collegamento  dalla  Romania  perché  si  vergogna  parec‐chio. Il TG edizione speciale parla di una strana epidemia che pare diffonder‐si  in varie  località del mondo,  l’epidemia di  “circhite” ovvero pare che alcuni ragazzi all’improvviso inizino a praticare arti circensi senza fer‐marsi, presi dal virus imparano sempre più tecniche e la cosa più pre‐occupante è che il virus si sta diffondendo a macchia d’olio. Lo  spettacolo  inizia  col primo collegamento da Casablanca: Y.  sale  sul palco accompagnato da Maggiolina, un po'  imbarazzato inizia la sua e‐sibizione col devilstick, poi nel momento di assolo improvvisa una dan‐za magrebina e inizia a saltellare e ballare a ritmo di musica marocchi‐na e – tra gli applausi ‐ scende dal palco. I collegamenti proseguono in‐tervallati  da notizie  strampalate  di  Farfuglia  che  vengono mimate  dai tre  clown dietro  il  televisore.  Ed  ecco  il  collegamento dalla  Sardegna: Smilzo si ritrova al fondo del teatro, dalla parte del pubblico a spiegare in diretta televisiva il contagio di questa malattia rarissima, la “circhite”, pare che il primo focolaio sia nato proprio in Sardegna tra nuraghi e pe‐core. Smilzo accompagna un “contagiato” di origine sarda, M., sul palco. M. lungo il tragitto è agitato, chiede a Smilzo cosa deve fare sembra an‐dare in panico, ma, una volta sul palco lui e i kiwido danzano a tempo di musica  e  catturano  attenzione  e  grandi  applausi  del  pubblico.  Ottima anche l’esibizione tecnica. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La  redazione guidata da Geppetto apre  il  collegamento per  la Tunisia, dove  pare  vi  siano  dei  contagiati  ma  Maggiolina,  l’inviata  speciale  in Tunisia  rimanda  indietro  il  collegamento  dato  che  il  contagiato  non vuole salire sul palco, così la linea ritorna a Smilzo ormai arrivato nella fredda Romania.  In Romania avrebbero dovuto esserci due contagiati, ma uno viene preso da panico e così sale sul palco solo A.  il quale  im‐provvisa  imitando una belva  feroce e  sale  sul palco per presentare  fi‐nalmente il numero tanto provato in questi ultimi mesi. Si tratta di un numero con notevoli difficoltà tecniche, è un gran bel numero davvero 

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di buon livello ed eseguito con maestria, ottima la presenza scenica di A. e la sua disinvoltura: scherza e sembra davvero a suo agio.  Si ritorna  in Italia, precisamente a Catania ed ecco Aureola con E. e A. contagiati anch’essi dalla “circhite” che salgono sul palco e si esibiscono cantando una famosa canzone di Francesco Benigno: “Dimenticare” che coinvolge anche i ragazzi seduti in platea che cantano tutti.  È poi la volta di E. che si esibisce con alcuni difficili passi di breakdance al suono di Funfky Regetton dei 50th Cents. Geppetto annuncia che un po' tutto il Ferrante‐Aporti è stato contagiato così ecco salire sul palco sei ragazzi che eseguono la piramide finale che chiude il nostro telegiornale, ma attenzione manca ancora un servizio e sale sul palco D., una ragazza rom‐rumena che si esibisce con Geppetto in un simpatico numero di “lancio degli anelli” ad occhi chiusi.  Il nostro TG Clown Ferrante termina con la consegna da parte di Aureo‐  on la di alcuni attestati di partecipazione c rendimento buono e ottimo 

durante la nostra attività degli ultimi quattro mesi. Il  numero  di  chiusura  dello  Spettacolo Natale  Ferrante  è  affidato  alla coppia di circensi “I Nani Rossi” che presentano il loro show di acroba‐tica e giocoleria coinvolgendo sul finale un agente e il dj come porteur delle colonne a due di acrobatica. La festa prosegue con musica e danze. Alcuni dei ragazzi si scatenano a ballare con volontarie e operatrici mentre altri invece salgono sul palco a giocolare con Geppetto e Smilzo.  La  serata  si  conclude  con  la  cena  nella  palestra  adibita  a  ristorante  e con la consegna dei regali di Natale ai ragazzi e alle ragazze. 

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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

Associazione: VIP ITALIA & VIP APS Periodo di intervento: da fine agosto 2008 a dicembre 2008 Area di intervento circostanza : Carcere minorile IPM Ferrante Aporti ‐ Torino Ente Partner: IPM Ferrante Aporti – Via Berruti e Ferrero, 3 ‐ Torino N° Operatori qualificati: 1 educatore, 1 consulente artistico, 1 operatore circense, 1 supervisore‐coordinatore N° Volontari: 1 tirocinante Responsabile e supervisore del progetto Circostanza‐Carcere: Maria Luisa Mirabella 

Breve descrizione dell’attività svolta:

L’attività che si è svolta con i ragazzi e le ragazze del carcere è stata an‐che  in questi quettro mesi soggetta al  “momento” e all’umore degli u‐tenti. Abbiamo svolto insegnamento di attrezzi circensi, con prevalenza palline, devilstick, rolabola e di acrobatica. Con alcuni ragazzi si è anche svolta un’attività  clownesca e  canora nonché di danza  (break dance o danza acrobatica). 

L’attività svolta in questi quattro mesi ha visto l’applicazione diretta di quanto imparato durante lo spettacolo di Natale, al quale hanno par‐tec zipato buona parte dei raga zi con grande soddisfazione e con buon risultato anche tecnico‐artistico. 

Con  le  ragazze  l’attività  è  stata meno  fluida  e meno  partecipativa, soprattutto con alcune di esse che si sono rifiutate di prendere parte a qualsiasi  attività  proposta,  tranne  ascoltare  musica  e  (qualche  volta) ballare. 

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VIP

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 ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Con alcuni ragazzi si sono raggiunti ottimi livelli sia di partecipazio‐ne,  di apprendimento tecnico in particolare di: anelli, palline, devil‐sia stick, kiwido. 

 N° ragazzi/e che hanno partecipato all’attività (in totale): 40, per la maggioranza marocchini e rom, 6 italiani. Età: tra i 15 e i18 anni N° incontri effettuati in totale: 68 (dall’ultima settimana di Agosto a Dicembre) 

Programma didattico-artistico svolto: ‐ oleria: palline, anelli, diablo, 

dalò; insegnamento arti circensi/gioc

do, rola‐bola, pe‐

devilstick, kiwi

‐ insegnamento acrobatica base; canto e danza; 

‐ preparazione spettacolo di Natale. 

Attrezzi/materiale che è stato utilizzato: ‐ ine, anelli, kiwido, bandiere, piatti cinesi, rola‐devilstick, pall

‐ bola, pedalò, uniciclo; cassa musica; 

‐  musiche delle nazioni dei ragazzi (Marocco, Croazia, Albania,Italia, Romania, America Latina, Rap); 

‐ gioco Memory (insieme di carte con coppie di figure uguali). 

Obiettiv giunti: i educativi e

risultati che sono stati rag‐ nto dei ragazzi; attenzione e coinvolgime

‐ educazione; rispetto degli operatori; 

‐ stimolazione di un protagonismo “sano”; ‐ un ragazzo pare voglia proseguire l’attività con noi come misu‐

ra alternativa (art.21). 

Obiettivi artistici e risultati ottenuti: ‐ 2 ragazzi hanno imparato ad usare attrezzi circensi con risulta‐

to ottimo; ‐ 10 ragazzi hanno imparato a usare almeno un attrezzo circense 

con buoni risultati; 

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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

‐ 10 ragazzi sono stati in grado di stare in scena davanti ad un pubblico ed esibirsi con ottimi risultati. 

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Difficoltà incontrate:

Difficoltà di coinvolgimento con alcune delle ragazze che si sono rifiuta‐te di partecipare a qualunque attività proposta, tranne ascoltare musica e a volte danzare. 

Con i ragazzi del gruppo Levante fare attività nell’ora d’aria ha pena‐lizzato  con  alcuni  il  rapporto  e  inoltre  il  luogo  (in  cui  pure  giocano  a pal  lone)  non  ha  facilitato  l’attività.  Nell’ultimo  incontro  Geppetto  hapreso in faccia una pallonata e si sono rotti i suoi occhiali. 

Gli incontri “Stop&Go” di informazione e coordinamento con gli ope‐ratori della struttura non sono stati utili o perché mancava l’educatore a conoscenza della situazione o perché si è riscontrata disorganizzazio‐ne. 

Obiettivi per i prossimi mesi: ‐ t‐trovare il modo di coinvolgere maggiormente le ragazze con a

tività che le spingano a partecipare; ‐ dare ai ragazzi che più si sono applicati con ottimi risultati, la 

possibilità di continuare il percorso; ‐ preparare un numero circense “finito” con i ragazzi più volen‐

terosi e più attivi; ‐ cuni dei introdurre maggiormente la parte clown almeno con al

ragazzi; ‐ migliorare l’interazione con gli operatori del Ferrante. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Piccola galleria fotografica 

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Piccola galleria fotografica 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Piccola galleria fotografica 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

La bibliografia è  tratta dal sito  internet www.forumsolidarieta.it, dove viene  presentata  come  segue:  «realizzata  in  occasione  della  pubblica‐zione  del  volume  "Percorsi  tra  carcere  e  territorio"  realizzata  a  cura dell'associazione A.li (Associazione Accoglienza per le Libertà) in colla‐borazione con Forum Solidarietà. 

Libri e riviste

AA.VV., Rapporto degli ispettori europei sullo stato delle carceri in Italia, S o, 1995. ellerio Editore, Palerm

AA.VV., In carcere ma liberi!, Grafite, 1997. 

AA.VV., Scrittori dal carcere. Antologie PEN di testimonianze edite e inedite, Feltrinelli, Milano, 1997. 

ALBINATI Edoa ondadori, Milardo, Maggio selvaggio, M no, 1999. 

AMATO Nicolò, Diritto, delitto, carcere, Giuffré, 1998. 

Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Il carcere trasparente, Castelvecchi, 2001. 

Associazione ANTIGONE, a cura di Faccioli F., Valeria G., Sarzotti C., L'Aids nel carcere e nella società: le strategie comunicative per la prevenzione, Carrocci, Roma, 2001. 

Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Palma M., La bilancia e la misura, Franco Angeli, Milano, 2001. 

Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Rapporto sulle carceri italiane, Carrocci, Roma, 2002. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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ATZEI Paola (a cura di), Giustizia senza vendetta, la scommessa della mediazione, Conferenza Nazionale del Volontariato, 2000 

BENNETT Ronan, La seconda prigione. "Uscire dal carcere non è che l'inizio. Evadere dal proprio passato, questa è la vera sfida", Gambaretti, 1994. 

BERNAT DE CELIS Jacqueline, HULSMAN Louk, Pene perdute. Il sistema penale messo in discussione, Edizioni Colibrì, Paderno Dugnano (Mi), 2001. 

BERZANO Luigi, Aree di devianza. Dallo sfruttamento all'esclusione: i nuovi rischi del vagabondaggio, del carcere, del non lavoro, del d . isagio mentale, Il Segnalibro, 1992

BIONDI Gianni, Lo sviluppo del bambino in carcere, Franco Angeli, Milano 1994. 

BOMPRESSI Ovidio, GRACCI Athe, Fili blu. Lettere dal carcere, Il Grappolo, Salerno, 1998. 

BOSCO Teresio, Mele marce? Droga, alcool, carcere, aids, stranieri, Elledici, 1993. 

CACCAVALE Ernesto, TARADASH Marco, Le voci di "Dentro". Lettere dalle carceri italiane, Di Salvo, 1998. 

CADONI Margherita, Diversa. I cinquant'anni di carcere di Margherita Cadoni, GET, 1997. 

CALEMME M. Pia, Crimine e carcere. Luoghi e percorsi nell'immaginario giovanile, Seam, 1996. 

CAVALLO Melita, Ragazzi di strada. Voci e testimonianze dal carcere minorile, Paravia/Scriptorium, 1999; (a cura di), Punire perché. L'esperienza punitiva in famiglia, a scuola, in istituto, in tribunale, in carcere: profili giuridici e psicologici, Franco Angeli, Milano, 1993. 

CELLENATANI Olga, PIROMALLI Salvatore (a cura di), Tra carcere e territorio. Il lavoro dell'assistente sociale nella giustizia, Franco Angeli, Milano, 1996. 

CHRISTIE Nils, Abolire le pene? Il paradosso del sistema penale, Introduzione di Massimo Pavarini, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1985. 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

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CICCOTTI Raffaele, PITTAU Franco, Il lavoro in carcere. Aspetti giuridici e operativi, Franco Angeli, Milano, 1987. 

COLBERT Giulia, Con gli occhi del cuore. Memorie sulle carceri, appunti di viaggio e racconti, San Paolo edizioni, 1996. 

COLLENEA ISERNIA Gino, Carcere ViVo. 10 anni di esperienze, Club di Autori Indipendenti, 1999. 

CONOSCENTI Domenico, Qui nessuno dice niente. Un anno di scuola tra i carcerati, Marietti, Genova. 

COPPOLA Celso, Volontariato e giustizia, Roma, Fondazione italiana per il volontariato, 1996. 

DAMOLI Elvio, LOVATI Antonio, Carcere e società. Oltre la pena, Piemme, 1994. 

DE CATALDO Giancarlo, Minima criminalia. Storie di carcerati e carcerieri, Manifestolibri, Roma, 1992. 

DE LEO, PATRIZI, La spiegazione del crimine, Il Mulino, Bologna, 1992. 

DELLA TORRE Gabriele, RUMI Mario (a cura di), L'eco del silenzio. Piccole storie nate tra le mura di un carcere, EGA, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1997. 

FAVRETTO A. Rosa, SARZOTTI Claudio, Le carceri dell'Aids. Indagine su tre realtà italiane, L'Harmattan Italia, 1999. 

FOUCAULT Michel, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino, 1976. 

FRISANCO Renato (a cura di), Indagine nazionale sulle organizzazioni di volontariato nell'ambito della giustizia, Fondazione italiana per il volontariato, 2001 

GALLO Ermanno, Ruggiero Vincenzo, Il carcere immateriale. La detenzione come fabbrica di handicap, Sonda, Torino, 1999. 

GARLAND David, Pena e società moderna. Uno studio di teoria sociale, Il Saggiatore, Milano, 1999. 

GIANNONI Maria Teresa (a cura di), La scena rinchiusa. Quattro anni di attività teatrale dentro il carcere di Volterra, Treccedizioni, Piombino, 1992. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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GOFFMAN Erving, Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione naudi, Torino 1968.  e della violenza, Ei

GONIN Daniel, Il corpo incarcerato, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1994. 

GOZZINI Mario, Carcere perché, carcere come. Italia 1975-1987, Cultura della Pace, 1988; La giustizia in galera?, Editori Riuniti, Roma, 1997. 

GREVI V. (a cura di), L'ordinamento penitenziario tra riforme ed emergenza, Cedam, Padova, 1994. 

LODATO Saverio, Vademecum per l'aspirante detenuto, Garzanti, Milano, 1993. 

LOSTI A., Cosa ci faccio qui dentro. Itinerario nel carcere minorile Ferrante Aporti, Omegna. 

MAGLIONA Bruno, SARZOTTI Claudio, La Prigione malata. Letture in tema di Aids, car armattan Italia, 1996. cere e salute, L'H

MAGNINI GUIDO, Carcere e libertà, Battei, Parma, 1988. 

MARGARA A. Le modifiche della legge penitenziaria: una scommessa per il carcere, una commessa contro il carcere, in Questione Giustizia, 2, 1986. 

MAROTTA Gemma, Donne, a, 1990. criminalità e carcere, Eurom

MARRA Francesco, Carceri. Da San Pietro all'Ucciardone, Laruffa, 1993. 

MARTELLI ALESSANDRO (a cura di), Il lavoro oltre il carcere, Franco Angeli, Milano, 1996. 

MATHIENSEN Thomas, Perché il carcere?, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1996. 

MELOSSI Dario, PAVARINI Massimo, Carcere e fabbrica. Alle origini del sistema penitenzia  rio, Il Mulino, Bologna, 1977.

MICHELUCCI Giovanni, Un fossile chiamato carcere, EDK, 1993. 

MILONE Massimo, Carcere e pena. Riconciliazione: l'utopia possibile, La Città del Sole, 1997. 

MOSCONI Giuseppe, Dentro e oltre il carcere, CLEUP, 1993. 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

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MOSCONI Giuseppe (a cura di), Dentro il carcere, oltre la pena, CEDAM, Padova, 1998. 

OCCHIOGROSSO Franco (a cura di), Ragazzi della mafia. Storie di criminalità e contesti minorili, voci dal carcere, le reazioni e i sentimenti, i ruoli e Angeli, Milano, 1993.  le proposte, Franco 

PANIZZA Francesco, Pensieri dal carcere, Italia Letteraria, 1988. 

PANIZZARI Giorgio, Libero per interposto ergastolo. Carcere minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale: nelle gabbie della Repubblica, Kaos. 

PASSERELLI Della, SPINELLI Antonio (a cura di), Gli stranieri in carcere, Dossier '94, Sinnos, Roma, 1994. 

PEPA Luciana, La nostra Bastiglia, Ediz. Gruppo Abele, Torino, 1999: Ventiquattr'ore d'aria: ricerca sulle attività di formazione e di animazione nelle istituzioni carcerarie della regione Emilia Romagna, Bologna, IRPA, 1987. 

Quaderni di ANTIGONE, Limiti alla costrizione: diritti umani e privazione della libertà personale. Meccanismi di tutela e prevenzione, 2000. 

Quaderni di ANTIGONE (a cura di Cogliano A.), Diritti in carcere: il difensore civico nella tutela dei detenuti, 2002 

SALA Carolina, Pandajmos (galera). Esperienze ed emozioni di un'educatrice in un carcere minorile, Nuovi Autori. 

SALIERNO Giulio, Fuori margine. Testimonianze di ladri, prostitute, rapinatori, camo 1. rristi, Einaudi, Torino, 200

SANTORO Emilio, Carcere e società liberale, Giappichelli, Milano, 1997. 

SANTORO Emilio, ZOLO Danilo (a cura di), L'altro diritto. Emarginazione, devianza, carcere, Carrocci, Roma, 1997. 

SERRA Carlo (a cura di), Istituzione e comunicazione. Segni e simboli della rappresentazione sociale del carcere, Seam, Roma, 1998. 

SERRA Carlo, Istituzione e violenza: esperienze di psicologi e criminologi nelle carceri, Edizioni Psicologia, Roma, 1998. 

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SEVIERI Paolo, Duecentotrentuno giorni. Un diario dal carcere. Un percorso di liberazione, Frontiera. 

VELLA Nanni, Il volontariato nelle carceri: la storia del Seac, Roma, Fondazione italiana per il volontariato, 2000. 

WILLIAMS, MC SHANE, Devianza e criminalità, Il Mulino, Bologna, 2002 

ZAPPA Giancarlo, Carcere, ente locale, opinione pubblica, CLUEB. 

Siti internet

Associazioni, enti e istituzioni che si occupano delle problematiche pe‐nitenziarie 

ACT Associazione di volontariato Carcere e Territorio di Brescia ha lo scopo di promuovere, sostenere e gestire attività di sensibilizzazione dell'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia penale e delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col territorio in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi. Http://digilander.iol.it/carcere/index.htm 

Agesol Agenzia di solidarietà per il lavoro, fondata da varie realtà istituzionali e del terzo settore della Lombardia, promuove vari interventi sul tema del lavoro, offrendo un ponte tra i detenuti motivati ad iniziare un percorso professionale e le imprese e cooperative sociali interessate ad assumerli. http://www.agesol.it 

Antigone E' un'associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale", a cui aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale. Attraverso articoli, libri ed iniziative, si pone l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia penale e delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col territorio, in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi. http://www.associazioneantigone.it 

Associazione A Buon Diritto Nata nel 2001 allo scopo di promuovere presso l'opinione pubblica 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

  289

questioni di grande rilievo relative all'esercizio di diritti riconosciuti e delle libertà, al fine di perseguire effetti sul piano degli orientamenti collettivi e su quello della normativa. http://www.abuondiritto.it 

Associazione Culturale Papillon Rebibbia Nasce nel 2001 come sviluppo dell’Attività svolta da un gruppo di detenuti di Rebibbia. Il sito contiene notizie di cronaca, approfondimenti e documenta la produzione culturale sul carcere e dal carcere. http://www.papillonrebibbia.org 

AVoC Associazione Volontari del Carcere Nel sito si trovano statuto e sintesi delle attività dell'Associazione, modulistica e rassegna stampa di interesse per quanti operano come volontari nell'amb to del carcere. ihttp://www.smart.it/Marcello/AVoC.htm 

Carcere e società Il sito contiene informazioni, documenti e link http://www.carcereesocieta.it 

Centro di documentazione Due Palazzi Pagine di cultura ed informazione dalla Casa di Reclusione di Padova e dall'Istituto di Pena Femminile della Giudecca. All'interno del sito è proposta una documentazione molto ampia su temi sociali e culturali riguardanti la vita dei detenuti nelle carceri. http://www.ristretti.it 

CittadinoLex Sito ricco di articoli ed aggiornamenti curato da giuristi e magistrati. http://www.cittadinolex.kataweb.it 

Compagnia della Fortezza Dai primi anni '80, promuove un'esperienza di laboratorio teatrale con detenuti reclusi nel carcere di Volterra. http://www.compagniadellafortezza.org 

Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia La Conferenza è nata con lo scopo di rappresentare enti, associazioni e gruppi impegnati quotidianamente in esperienze di volontariato nell'ambito della giustizia in generale e più compiutamente nell'ambito degli Istituti Penitenziari, per affrontare ogni tematica che abbia a 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

 290 

vedere con la realtà della reclusione e dell'esclusione sociale. http://volontariatogiustizia.it 

Cooperativa Granserraglio Promuove varie attività ed interventi in favore di detenuti, a livello sociale e culturale. Offre a detenuti che frequentano corsi di formazione professionale all'interno del carcere, una struttura lavorativa esterna. http://www.granserraglio.it 

Fuoriluogo Sito dell'Associazione Fuoriluogo, propone materiali di attualità ed approfondimenti culturali sui temi del carcere, della giustizia, delle droghe, delle dipendenze. http://fuoriluogo.it 

Gruppo Abele Realizzato a supporto dell'attività del gruppo, finalizzata a informare e promuovere interventi rispetto a specifiche problematiche di tossicodipendemza, aids e lotta alla mafia. http://www.gruppoabele.it http://www.gruppoabele.org/Index.aspx?idmenu=931  

Il Due Net magazine di San Vittore, creato e gestito in collaborazione con i detenuti di questa realtà penitenziaria. Propone approfondimenti rispetto al mondo del carcere, alla normativa, all'attualità degli eventi e spazi di confronto culturale, ospitando le voci di quanti vivono o hanno vissuto in carcere. http://www.ildue.it 

Il Granello di Senape Associazione veneziana e padovana di volontariato penitenziario; ha l'obiettivo di facilitare, con varie iniziative sociali e culturali, il reinserimento di ex detenuti. http://www.provincia.venezia.it/senape 

International Centre for Prison Studies (ICPS) Le pagine dell'ICPS (King's College, Londra) ospitano fra l'altro numerosi link a siti di tutto il mondo relativi ad organizzazioni, istituzionali e volontarie, operanti nel campo penale, nonché a guide, statistiche e altre informazioni sulla giustizia penale. http://www.klc.ac.uk/depsta/rel/icps/home.html 

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Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

291 

L'Altro Diritto Centro di documentazione sul carcere, devianza e marginalità, svolge attività di riflessione teorica e di ricerca sociologica sui temi dell'emarginazione sociale, della devianza, delle istituzioni penali, del carcere. Propone una specifica sezione di consulenza sulle problematiche legali relative alla detenzione. http://dex.tsd.unifi.it/l'alt odiritto r

Ministero della Giustizia Sito istituzionale, con un settore specificamente dedicato al pianeta carcere ed alle misure alternative alla detenzione con statistiche, indirizzari, raccolta normativa etc. http://www.giustizia.it 

Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa Il sito propone materiali, documenti, studi, ricerche e pubblicazioni sui temi della malattia mentale, del crimine e della psichiatria penitenziaria.  http://www.opgaversa.it 

Papillon Associazione Culturale Realizzato da detenuti all'interno del Carcere di Rebibbia, propone documenti e riflessioni sulla condizione di vita dei detenuti reclusi nelle carceri italiane; promuove un'azione di informazione e anche di sensibilizzazione sui temi della giustizia, del carcere, della pena. http://www.papillonrebibbia.org 

Punto informazione Lavoro Detenuti Il sostegno degli operatori PILD consiste nell'indirizzare i detenuti all'interno del mercato del lavoro e della formazione professionale, per prepararli ad affrontare il mondo del lavoro attraverso percorsi graduali come tirocini formativi o inserimenti socio‐terapeutici. http://www.cgil.it/firenze/Pild 

Ristretti Orizzonti Pagine di cultura e informazione della casa di reclusione Due Palazzi di Padova e dell’Istituto di Pena femminile di Giudecca. http://www.ristretti.it 

Sesta Opera San Fedele Associazione per l'assistenza morale e materiale alle persone detenute. Centro d'ascolto per i familiari di detenuti o ex detenuti. Centro di informazione per volontari carcerari. Centro studi problemi del carcere. http://www.gesuiti.it/sestaopera/home.htm 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Trasgressione Gruppo costituito all'interno del penitenziario di San Vittore tra studenti universitari della facoltà di psicologia, consulenti psicologi operanti all'interno del carcere e detenuti. Promuove un progetto di riflessione e confronto culturale sui temi della trasgressione, della sfida, del male, della creatività. http://www.trasgressione.net 

Riferimenti normativi

I principali provvedimenti  legislativi riguardanti  l'organizzazione delle carceri e la condizione dei detenuti. 

Legge 26 luglio 1975, n. 354: Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. 

Legge 24 novembre 1981, n. 689: Modifiche al sistema penale 

Legge 10 ottobre 1986, n. 663: Modifiche alla legge sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. 

Legge n. 217/1990: Patrocini li. o a spese dello Stato nei giudizi pena

Legge 27 marzo 1998, n. 165: Modifiche all'art. 656 del codice di procedura penale ed alla legge 26 luglio 1975 n. 354, e successive modificazioni. 

Legge 12 luglio 1999, n. 231: Disposizioni in materia di esecuzione della pena, di misure di sicurezza e misure cautelari nei confronti dei soggetti affetti da Aids conclamata o da grave deficienza immunitaria o da altra malattia particolarmente grave. 

Legge 22 giugno 2000, n. 193: Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti. 

Decreto Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230: Regolamento dell'ordinamento penitenziario. 

Legge 8 marzo 2001, n. 40: Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori. 

Decreto 25 febbraio 2002, n. 87: Regolamento recante sgravi fiscali alle imprese che assumono lavoratori detenuti. 

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Bi

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bliografia, sitografia e altri riferimenti 

Legge 19 dicembre 2002, n. 277: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di liberazione anticipata. 

Legge 23 dicembre 2002, n. 279: Modifica degli articoli 4‐bis e 41 bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di trattamento penitenziario. 

 

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Indice dei contenuti 

295 

La Pedagogia del circo.................................................................................46La giocoleria.....................................................................................................49L’acrobatica a terra.......................................................................................53

Indice dei contenuti 

Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo..............................................III

L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo ........................................... V

Glossario ..................................................................................................................IX

Il c arcere minorile e le strutture collegate .................................................1 Il carcere e le altre strutture di recupero per i minori ....................1

L’I stituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" ..............................5

Storia dell’IPM "Ferrante Aporti"..............................................................6Cronologia de "La Generala"........................................................................6

Il metodo preventivo di Don Bosco..........................................................7

Or ganizzazione dell’IPM Ferrante Aporti ...................................................9

I gruppi del Ferrante.......................................................................................9

Cambiamenti all’IPM Ferrante Aporti  nel 2009 .............................10

Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12

Le attività rivolte ai ragazzi ristretti .....................................................12

Intervista a Rocco Tralli (comandante) ....................................................15

Intervista a Giovanni Lapi (educatore) .....................................................23

Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop).................................................39

Il c irco sociale.......................................................................................................43

Storia del circo e della giocoleria ...........................................................43

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VI

 296 

P ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il clown...............................................................................................................56 Il mimo ...............................................................................................................58

Viv iamoInPositivo e VIP Italia ONLUS.......................................................63

ViviamoInPositivo.........................................................................................63

Valori e principi guida di VIP ViviamoInPositivo............................64La Federazione VIP Italia ONLUS ...........................................................65

Dal Clown sociale al Circo sociale: CircoStanza ...............................66

Il p rogetto CircoStanza.....................................................................................69

Obiettivi generali del progetto “CircoStanza”...................................69

Metodologia di intervento di CircoStanza..........................................70

Alcuni strumenti usati in CircoStanza..................................................71Anno 2005 ‐ I primi passi di CircoStanza ...........................................72

2007‐2008 – Ampliamento di CircoStanza in Italia .......................72

Cir coStanza incontra il Ferrante Aporti....................................................73

Obiettivi specifici del progetto CircoStanza‐IPM ............................73

L’equipe CircoStanza “Carcere minorile” a Torino.........................73

La formazione degli operatori CircoStanza‐Ferrante ...................74

Protocollo d’intesa tra Vip Italia e CGM Torino ...............................75

Le riunioni Stop & go ...................................................................................78

I rapporti interpersonali tra noi e il Ferrante...................................78

CircoStanza IPM  Ferrante Aporti e le risorse impiegate ............802006 ‐ CircoStanza entra all’IPM Ferrante Aporti di Torino......83

2008, al Ferrante anche con i volontari...............................................84

Verifica fine anno 2007....................................................................................87

Relazione di supervisione 2007‐2008.......................................................89

Le  relazioni degli operatori, anno 2006....................................................99Premessa ...........................................................................................................99

Ottobre 2006 – CircoStanza al Ferrante Aporti ............................ 100

Re lazioni Circostanza, anno 2007 ............................................................ 111 Relazioni anno 2008 ................................................................................. 195

Attività Settembre‐Dicembre 2008 ......................................................... 271

Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008.................................... 275

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Indice dei contenut

  297

Piccola galleria fotografica........................................................................... 278

Bib liografia, sitografia e altri riferimenti .............................................. 283Libri e riviste ................................................................................................ 283 Siti internet ................................................................................................... 288 Riferimenti normativi............................................................................... 292 

 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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   Federazione VIP Italia ONLUS   

 ViviamoInPositivo eAssociazione di Promozione Sociale Via Cristalliera, 25 – 10139 Torino el. 0117499917 

wnterapia.it TE‐mail: circostanza@clo 

o.org Siti ViviamoInPositivo:  

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