CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado...

18
19 CIO’ CHE LA MENTE PENSA Il problema maggiore nelle fasi di sviluppo non è creare il gesto tecnico, la ricaduta al terreno o la tattica, ma bensì accompagnare per mano la mente di un bambino che passa fasi di autentica trasformazione a livello cognitivo, associata alla trasformazione fisica, per poi arrivare all’ età in cui comincia ad avere coscienza di se e di ciò che lo circonda, creando inevitabilmente le paure. Ø Spensieratezza ed egoismo. Ø Coraggio dell'incoscienza. Ø Ipotesi e deduzioni. Ø Coscienza e conoscenza. Ø Paura ed ansia. Quest'ultimo punto va trasformato in : Pensieri positivi Azione. Il primo passo è capire come nascono gli errori. Spesso l’ errore che si commette in campo nasce nel fatidico istante dei 300 millesimi di secondi in cui l’allievo invece di pensare alla corretta esecuzione, nella sua mente "vede" il probabile errore. Facciamo un esempio: Come già detto in altri argomenti, l’uscita da porta è l’elemento che mette alla prova tutte le qualità e le doti di un portiere. Ora, immaginiamo il momento in cui un avversario effettua un cross o lancia da lontano una palla che poi scende a campanile all'ultimo minuto, perché è sotto di un gol; La palla assume una traiettoria che crea ansia e per compiere il tragitto ci impiega un tempo che purtroppo per allievi maggiormente ansiosi, crea troppi pensieri: Ø " ……..speriamo che non mi cada dalle mani…….. ,” Ø “……..speriamo di non andare a vuoto…….”, Ø “…….guarda se non prendo gol proprio ora ……” I pensieri si intrecciano, le paure aumentano e quando arriva la palla, oramai il focus di attivazione è negativo, e puntualmente ciò che la mente pensa, il corpo esegue. Spesso sfocia nella Nikefobia,( vedi carichi ansiogeni ).

Transcript of CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado...

Page 1: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

19

CIO’ CHE LA MENTE PENSA Il problema maggiore nelle fasi di sviluppo non è creare il gesto tecnico, la ricaduta al terreno o la tattica, ma bensì accompagnare per mano la mente di un bambino che passa fasi di autentica trasformazione a livello cognitivo, associata alla trasformazione fisica, per poi arrivare all’ età in cui comincia ad avere coscienza di se e di ciò che lo circonda, creando inevitabilmente le paure. Ø Spensieratezza ed egoismo. Ø Coraggio dell'incoscienza. Ø Ipotesi e deduzioni. Ø Coscienza e conoscenza. Ø Paura ed ansia. Quest'ultimo punto va trasformato in : Pensieri positivi Azione. Il primo passo è capire come nascono gli errori. Spesso l’ errore che si commette in campo nasce nel fatidico istante dei 300 millesimi di secondi in cui l’allievo invece di pensare alla corretta esecuzione, nella sua mente "vede" il probabile errore. Facciamo un esempio: Come già detto in altri argomenti, l’uscita da porta è l’elemento che mette alla prova tutte le qualità e le doti di un portiere. Ora, immaginiamo il momento in cui un avversario effettua un cross o lancia da lontano una palla che poi scende a campanile all'ultimo minuto, perché è sotto di un gol; La palla assume una traiettoria che crea ansia e per compiere il tragitto ci impiega un tempo che purtroppo per allievi maggiormente ansiosi, crea troppi pensieri: Ø " ……..speriamo che non mi cada dalle mani…….. ,” Ø “……..speriamo di non andare a vuoto…….”, Ø “…….guarda se non prendo gol proprio ora ……” I pensieri si intrecciano, le paure aumentano e quando arriva la palla, oramai il focus di attivazione è negativo, e puntualmente ciò che la mente pensa, il corpo esegue. Spesso sfocia nella Nikefobia,( vedi carichi ansiogeni ).

Page 2: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

20Tutto questo rientra nella normalità, sono pochi gli allievi capaci di avere nella mente un unico pensiero e per giunta quello esatto in età giovane e con poche esperienze. L'aspetto fondamentale è, come dicevo, accompagnare l’ allievo per mano nel suo percorso affinché pian piano la sua mente si liberi sempre di più da pensieri autolesivi per far spazio a pensieri di azione, quasi a riportare la mente allo stadio del coraggio dettato dall’incoscienza. Un segreto nel riuscire subito in un nuovo esercizio sta nell’immaginare all’istante ciò che un istruttore spiega. "Non importa se si sbaglia purché sia un errore dettato dal coraggio di agire." "Preferisco vedere 100 errori diversi ma non 2 volte lo stesso errore." Tutto questo non avrà' alcun effetto se tra allievo e istruttore non si crea quel feeling/feedback a livello empatico1 dove un istruttore deve credere fermamente in ciò che fa se vuole essere credibile e soprattutto deve saper "vedere" con la mente e "sentire" con lo stomaco. Di contro se l’allievo non ha nella sua testa la fantasia, l’immaginazione e la passione pura, o comunque è disinteressato, non ci sarà nessuna riuscita e non si instaurerà quel connubio tra i due fondamentale per la riuscita. " Ti offro una tavola ricca di roba da mangiare ma sta a te ad avere fame." A tal riguardo arriviamo a toccare l'aspetto del condizionamento mentale e di come un istruttore ha l' obbligo di provare ogni strada, metodo, strategia per poter formare nel suo allievo un vero e proprio vestito mentale, una corteccia celebrale che lo porti a saper affrontare e convivere con la sua responsabilità senza esserne schiacciato e ad un livello di elevata autostima. Un metodo è quello di portare l'allievo a riuscire a fare più cose possibili nelle sedute di allenamento, partendo dal semplice per arrivare al difficile portando così la visione e la conoscenza di sé al punto di ripetersi interiormente " IO RIESCO, QUINDI VALGO ". Un altro metodo meno visivo, ma importantissimo è l'effetto pigmalione, ossia "la profezia che si auto avvera". L’effetto Pigmalione è conosciuto anche come effetto Rosenthal dal nome dello psicologo tedesco che per primo parlò di questo fenomeno. Si tratta di una forma di suggestione psicologica per cui le persone tendono a conformarsi all’immagine che altri individui hanno di loro, sia essa un’immagine positiva che negativa.

Page 3: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

21Per fare un esempio pratico, basta citare l’esperimento condotto dallo stesso Robert Rosenthal2 e dalla sua equipe che sottoposero alcuni bambini di una scuola elementare a un test d’intelligenza. Dopo il test, in modo casuale, vennero selezionati alcuni bambini ai cui insegnanti fu fatto credere che avessero un’intelligenza sopra la media. La suggestione fu tale che, quando l’anno successivo Rosenthal si recò presso la scuola elementare, dovette constatare che, in effetti, il rendimento dei bambini selezionati era molto migliorato e questo solo perché gli insegnanti li avevano influenzati positivamente con il loro atteggiamento, inconsapevoli del fatto che fosse tutto legato alla suggestione. L’effetto Pigmalione può attivarsi in tutti quei casi in cui si sviluppino rapporti sociali. Ogni individuo riesce a essere trattato e considerato così come si aspetta che gli altri lo facciano. Questo metodo va usato con molta attenzione perché essendo attivabile sia in positivo che in negativo, spesso si crea contrasto ( tu credi in un allievo ma l'allenatore no), e potrebbe creare un punto fermo nella crescita dell'allievo con il rischio di abbandono. Oggi è tutto ostacolato dalla tecnologia tipo videogame, pc, tablet e nintendo ecc.….infatti, secondo i ricercatori dell’Università di Ghent in Belgio, giocare spesso può contribuire a modificare la struttura interna del cervello, favorendo un aumento di “materia grigia” in un’area nota come “striato ventrale”, zona in cui risiede il “centro del piacere” e della “ricompensa”. Se infatti, alcuni studiosi americani avevano già indagato sul perché sia così piacevole pigiare tasti e cliccare col mouse, questa nuova sperimentazione ha analizzato il volume e la struttura del cervello di giocatori abituali, effettuando le relative comparazioni con chi invece si dedica molto meno ai “mondi virtuali”. Così, il team di esperti, coordinato dalla dottoressa Simone Kuhn, ha esaminato più di 150 ragazzi 14 enne che impugnavano una consolle di gioco tra le 9 e le 12 ore settimanali, notando che la massa cerebrale dello striato ventrale, era più grande rispetto a quella degli altri giocatori occasionali. A questo proposito, i risultati dello studio,( pubblicati sulla rivista Translational Psychiatry nel 2013 ), sottolineano che “lo striato ventrale assume un ruolo significativo quando ci si sottopone ai videogiochi assiduamente e questo può favorire lo sviluppo di dipendenze comportamentali”. Infatti le differenze nel cervello di un giocatore erano le stesse di quelle presenti nei cervelli di chi era dipendente da droghe, alcol e gioco d’azzardo.

Page 4: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

22Una ulteriore ricerca ha evidenziato che gli appassionati di videogiochi violenti, hanno una minore attività del lobo frontale inferiore sinistro e della corteccia cingolata anteriore, due aree del cervello associate all'empatia, al rilevamento di errori e all'elaborazione dei problemi. Gli effetti diminuiscono con l'astinenza dai videogame, ma non scompaiono del tutto. In conclusione si direbbe proprio che abusare di videogiochi ed Internet spenga sensibilmente le capacità di provare emozioni e di partecipare alle emozioni altrui,(empatia), di condividere esperienze reali con amici reali, (diminuita socializzazione), di muoversi e percepire il proprio corpo nello spazio, di apprendere, memorizzare, di fantasticare e di sognare…… ……e sognare è il primo passo verso l’aspetto più bello del ruolo del portiere e cioè il volo perché volare è sognare ad occhi aperti… …Oggi i bambini non sognano più. Si pensi a quanti talenti artistici esistono tipo Stevie Wonder che è cieco e suona il pianoforte e tanti altri strumenti o addirittura a Beethoven che nonostante verso i 30 anni rimase completamente sordo continuò a comporre facendo in modo che guardando le note fosse come se ne udisse il suono. Parlando di personaggi famosi aggiungo alcune frasi che mi hanno fatto riflette. La logica vi porterà da A, a B, l’immaginazione vi porterà dappertutto -Albert Einstein - 1) - L’empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore, significa sentire dentro, ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed animale. Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento. Il concetto può prestarsi al facile riduttivismo “mettersi nei panni dell’altro”, mentre invece significa andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta, inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d'animo di un'altra persona. L'empatia è dunque un processo: essere con l'altro. L’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in sé stesso le esperienze e le percezioni dell'interlocutore. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna (di come l'altro appare all'immaginazione) al come invece si sente interiormente (in quei panni, con quell'esperienza di vita, con quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi). 2) - Robert Rosenthal : Psicologo tedesco ( 2marzo 1933 laureatosi all’università della California nel 1933

Page 5: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

23

VELOCITA’ ED EFFETTO MOVIOLA “Da fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci si possa abituare alla velocità”. -Valentino Rossi- Chi meglio di un pilota di formula 1 o moto GP che compie tutto a 300 km orari, può aiutarci a capire l’importanza del portare le risposte neuronali e motorie ad un livello tale da vedere tutto intorno che si muove lentamente e quindi essere coscienti di avere spazio e tempo per reagire ad una situazione. Per essere più chiaro, descrivo una situazione che sicuramente è capitata a molti : Tenendo un oggetto nelle mani, capita che nel maneggiarlo ci cada ma prontamente siam riusciti a riprenderlo al volo. Il momento che lo vedi in volo hai la percezione che cada al rallentatore e la tua risposta motoria rientra nel tempo prima che arrivi al terreno. In realtà "l' effetto moviola" è la tua percezione dovuta alla tua velocità di reazione, in poche parole sei talmente veloce che tutto intorno a te sembra muoversi lentamente. Per un portiere arrivare a tale condizione mentale e fisica, risulta di estrema importanza. Peter Shilton,( ex portiere della nazionale inglese prendendo parte ai campionati del mondo di Spagna 1982, Messico 1986 e Italia 1990, anche ai campionati d'Europa di Italia 1980 e Germania Ovest 1988),descrisse nel suo libro “the magnificent obsession”,( la magnifica ossessione ),una parata alquanto anomala da una notevole distanza : “ Di solito ci si aspetta che i portieri riescano a parare un tiro da quella distanza, ma quello era un tiro dell’altro mondo ! il problema è stato che il tiro inizialmente mirava alla mia destra ma poi solo in secondo momento ha deviato verso sinistra. Non sono riuscito a raggiungere in tempo la posizione giusta per pararlo con la mano corrispondente, quindi, mentre mi trovavo in volo ho dovuto allungare trasversalmente l’altro braccio in modo da darmi un ulteriore slancio e respingere il pallone con la destra.”

Page 6: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

24Sembra incredibile sentire descrivere con questa lentezza una scena avvenuta con estrema rapidità ma è il giusto esempio del tempo che sembra rallentare nei momenti di chi è abituato alla velocità confermando il lavoro pioneristico del ricercatore nel campo dell’attività neuronale ,Benjamin Libet,(Chicago, 12 aprile 1916 – Davis, 23 luglio 2007 ), il quale affermava : “ la sensazione di rallentamento del tempo è il tentativo del cervello di spiegare ciò che il corpo compie d’istinto per poter offrire all’ego la rassicurante idea di avere tutto sotto controllo.” “ i secondi dei campioni durano di più di quelli della gente normale “ - David Endt ex commissario tecnico dell’Ajax negli anni 70 - Cos'è il Genio? - È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione. Rambaldo Melandri (Gastone Moschin) dal film "Amici miei" di Mario Monicelli

Page 7: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

25

ESPERIENZA PERSONALE Mi capita spesso che un mio allievo mi dica : < Mister in partita ho fatto un intervento proprio come l’esercizio da lei proposto in allenamento. Ma lei è fortunato oppure un veggente ? > Non sono un veggente, ammetto di essere un poco fortunato, ma la verità è che la mente vede solo ciò che vuole.. Non è che prima delle esercitazioni non capitava mai quella palla o quella situazione, ma prima era una situazione invisibile…….ho semplicemente abituato la mente a vedere situazioni ancora ignote e una volta ricreata in allenamento, il momento che si è riproposto in partita la si può riconoscere e opporre una soluzione. Concludo affermando che non credo nei miracoli ! no non parlo di religione ma di quando sento dire: " il portiere ha fatto un miracolo! " Se un mio allievo compie un intervento considerato da altri come tale, non mi meraviglio affatto perché quell'intervento lo avrò visto eseguire almeno cento volte in allenamento, quindi lo applaudo con la consapevolezza di chi sa che tale gesto è nelle sue possibilità e sorrido col ghigno soddisfatto di chi l'ha costruito con pazienza, lavoro duro, sacrificio , volontà e passione infinita. "Le belle parate sono interventi fortemente voluti e costruiti negli allenamenti."

Page 8: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

26

NEUROBIOLOGIA DEL COMPORTAMENTO PREMESSA : tutti i riferimenti scientifici trattati nei capitoli seguenti sono tratti dai seguenti libri : • “l’uomo che credeva di essere morto” di Vilayanur S. Ramachandran. • "Principi di neuroscienze" di Eric R. Kandel. • “Il cervello infinito” di Norman Doidge. Nonché a seguito di seminario sulla “neuroscienza applicata allo sport di alto livello”. Presso – Scuola dello sport CONI Acqua Cetosa Roma in data 28 Marzo 2017. Relatori del corso : Prof. Francesco Russo e Prof.sa Marika Berchicci. In questo capitolo vorrei portare a conoscenza le basi neuro-biologiche dei comportamenti,( atti motori ), cercando di semplificare il più possibile e, senza avere la presunzione di conoscere a fondo un argomento vasto come l’universo dove molti aspetti sono tuttora ancora incompresi. La mia speranza è di rendere in modo semplificato e riassuntivo gli aspetti che portano a compiere gesti dal più semplice al più complesso cercando di logica, di prendere solo ciò che ritengo utile alla causa per rendere un allenatore\insegnante il più consapevole possibile sui cambiamenti che apporterà ai suoi allievi. La capacità dell'uomo di sfruttare a proprio vantaggio ogni possibilità offerta dall'ambiente esterno è di molto superiore a quelli degli altri animali. Ovviamente non è il comportamento che è innato, ciò che è innato è il DNA dove i geni codificano le proteine che sono importanti per lo sviluppo e per la regolazione dei circuiti nervosi che stanno a loro volta, alla base del comportamento. l’ambiente poi comincia ad esercitare la propria influenza fin dalla vita uterina e diventa un fattore di importanza primaria dopo la nascita. la vasta gamma di comportamenti umani dipende da una varietà di sofisticati recettori di senso,( vista, udito, tatto, olfatto, gusto ), connessi ad una struttura di grandi possibilità plastiche come il cervello, in grado di riconoscere e distinguere una gamma pressoché infinita di eventi che hanno luogo nell'ambiente esterno. Ciò che noi chiamiamo "mente" altro non è che una serie di operazioni eseguite dal cervello sfruttando le tre principali funzioni di cui siamo in possesso, ossia quella percettiva,( un ingresso sensitivo ), cognitiva,( un analisi intermedia ), e motoria,( risposta in uscita ), ogni comportamento dunque, rappresenta il risultato di un insieme di più funzioni cerebrali.

Page 9: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

27Il continuo flusso di informazioni che deriva da questi recettori, viene organizzato dal cervello in singole percezioni e trasformato quindi in risposte comportamentali coerenti attraverso l'attività delle cellule nervose e delle loro reciproche connessioni. Queste cellule nervose prendono il nome di neuroni e sono composte da un nucleo dal quale prendono origine prolungamenti ramificati simili ad un albero, chiamati dendriti e assone, ( fig. 1 ). Il punto in cui i filamenti dei dendriti terminano con una specie di bottone vicino al corpo cellulare dell'altro neurone, prende il nome di “sinapsi", ( fig. 2 ). Questo meccanismo risulta di importanza fondamentale per una serie di processi come la percezione, il movimento volontario e l'apprendimento. Fig. 1. Fig. 2 La trasmissione sinaptica crea e riceve in media circa 1.000 contatti e dato che il nostro cervello contiene all'incirca 1011 di cellule nervose si va a valutare che nel nostro sistema si possono formare approssimativamente 1014 connessioni.

Page 10: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

28In base alla funzione e alla direzione di propagazione dell'impulso nervoso avremo diversi tipi neuroni, tra i più importanti:

• Sensitivi • Efferente • Di Associazione NEURONI SENSITIVI portano dalla periferia del corpo al sistema nervoso centrale le informazioni necessarie mediante alcune strutture chiamate RECETTORI. Tali recettori li ritroviamo dappertutto e a seconda della loro localizzazione possiamo distingue tra i tanti: - ESTEROCETTORI: sono localizzati sulla superficie del corpo (epidermide, derma, mucose) e raccolgono stimoli che provengono dall'esterno (caldo, freddo). - PROPRIOCETTORI: si trovano a livello dell'apparato locomotore. Percepiscono la variazione di posizione. Esiste anche una sensibilità propriocettiva particolare chiamata CINESTESICA, che avviene grazie all'ORGANO DI SCARPA, un recettore posto nell'orecchio interno, in grado di percepire la posizione della testa e i suoi spostamenti, andando a formare l'apparato vestibolare. NEURONE EFFERENTE Il NEURONE EFFERENTE o MOTONEURONE è quello che esce dal SNC portando la sua informazione alla periferia regolando l'attività dei muscoli scheletrici, dei muscoli lisci e delle ghiandole. Questi neuroni, così come quelli afferenti, a seconda della parte del corpo in cui arrivano si possono distinguere in: - MOTONEURONI SOMATICI: portano lo stimolo ai muscoli scheletrici. - MOTONEURONI VISCERALI: trasportano lo stimolo ai visceri, alla parete dei vasi (vasocostrizione, vasodilatazione) e al territorio da cui arriva la sensibilità viscerale.

Page 11: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

29NEURONI DI ASSOCIAZIONE Conosciuti anche col nome di INTERNEURONI, si trovano all'interno del SNC, nelle zone in cui avvengono le associazioni tra un neurone afferente e uno efferente, analizzano e integrano gli stimoli e li distribuiscono nel contesto dell'SNC anche soggettivandoli. Tutti i neuroni fanno uso soltanto di due meccanismi fondamentali di trasmissione, ossia quella elettrica e quella chimica. Nel primo caso la trasmissione di segnali è praticamente istantanea e non consentono in prima istanza l'invio di messaggi inibitori, ( ON ). Nel secondo caso invece, i segnali fungono da amplificatori che, al contrario, sono più duttili e tendono a produrre comportamenti più complessi. Evocano sia risposta eccitatoria che inibitoria,( ON/OFF ). IMPORTANTE: i dendriti non utilizzati vengono eliminati, subiscono un vero e proprio taglio per poi non rigenerarsi mai più.

Page 12: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

30Da questo scambio di segnali elettrici si vengono a creare i cosiddetti "potenziali d'azione" e sono impulsi nervosi rapidi e transitori, con un carattere di tutto-o-nulla, che ricoprono distanze variabili da 0,1 mm a 3 m.t. con una durata di circa 1 ms. in poche parole il nostro pensiero potrebbe percorre i 100 mt. in 1 secondo. È bene sapere che il momento che si pensa di iniziare un'azione motoria, nel nostro cervello l'attività elettrica inizia almeno due secondi prima, per poi aumentare e toccare l'apice qualche m/s prima dell'inizio del movimento, ma è incredibile come studi hanno rivelato che a cinquanta centesimi circa dall'inizio, quello spazio di tempo venga chiamato punto di non ritorno, in quanto è impossibile frenare l'impulso. È capitato a tutti di dire : "oramai non ho fatto in tempo a frenarmi". Quando poi ha inizio il movimento, l'attività elettrica si riduce notevolmente per poi oscillare. I potenziali d'azione prendono origine da una grande varietà di eventi e sono del tutto identici indipendentemente che siano informazioni uditive oppure visive, pertanto l'informazione trasportata da un potenziale d'azione non dipende dalla sua morfologia ma dal cammino che quel segnale percorre nel cervello e da un analisi eseguita in base alla nostra alfabetizzazione acquisita fin dai primi giorni di vita. Le diverse modalità sensoriali vengono analizzate in regioni cerebrali distinte creando mappe ben definite, costituendo così il primo stadio del processo che porta alla creazione di una rappresentazione del mondo in cui viviamo, analogamente le aree preposte al movimento contengono una mappa con connessioni nervose che rappresentano i muscoli e i loro specifici movimenti, contenendo a loro volta almeno due gruppi di mappe neurali, una sensoriale e l'altro per i comandi motori.

Page 13: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

31 Tali connessioni si formano nel corso dello sviluppo e determinano quale sarà il ruolo di ogni cellula nervosa nella manifestazione di un certo comportamento e quindi atto motorio. Talvolta un solo atto motorio richiede l'intervento di numerosi gruppi di neuroni che analizzano lo stesso input prendendo il nome di "analisi in parallelo" creando così la possibilità di aumentare sia la velocità che la precisione delle funzioni del sistema nervoso e ciò sarà dipeso dal numero di esperienze vissute. È chiaro da questi concetti l'importanza che riveste la possibilità di vivere la più vasta gamma di esperienze motorie nel percorso di crescita creando continue acquisizioni e adattamenti, ossia una vera e propria metamorfosi. Quest'ultima aspetto non va confuso con l'aumento della gestualità,( e di conseguenza l'aumento di più distretti muscolari chiamati in causa ), quando si richiede un nuovo atto motorio. Esempio: Si immagini di iniziare a suonare una chitarra e cercando di muovere le dita sui tasti del manico si nota come avvengano anche espressioni facciali di "accompagno", ma poi col tempo e con la ripetizione si arriva a muovere soltanto le dita con evidente calo delle espressioni facciali, arrivando cosi ad un economia gestuale. Nel cervello si accenderanno soltanto aree motorie coinvolte. Questo succede anche per atti motori più complessi e nel caso specifico del portiere, proprio la cessazione dei movimenti in eccesso sarà il segnale dell'avvenuta economia gestuale e quindi della conferma che tale gesto oramai è consolidato. Ma quali sono i fattori che determinano i cambiamenti comportamentali ? Partendo dal principio che anche i gesti più semplici possono andare incontro a modifiche, l'apprendimento determina, più o meno, variazioni di comportamento che possono resistere anche per anni, seguendo una tesi formulata già nel 1948 dallo psicologo polacco Jerzy Konorski,1 il quale afferma che l'applicazione di uno stimolo crea due tipi di modifiche. 1. La prima in virtù della quale la cellula nervosa reagisce allo stimolo afferente creando così una proprietà che deriva da tale stimolo. 2. L'altra in virtù della quale in determinati sistemi neurali si stabiliscono modifiche funzionali in seguito a particolari stimoli o combinazioni.

Page 14: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

32Esempio: Se si consegna ad un bambino una palla esso avrà come primo impulso di afferrarla anche in modo goffo ma purché la trattenga a sé. Con il crescere questo suo modo di afferrare muterà modificando tale schema motorio e rendendolo migliore creando cosi una proprietà che deriva dall’oggetto e dal suo movimento. Se in seguito il bambino decide di fare il portiere di calcio inizierà un percorso formativo dove il tempo e le esercitazioni lo porteranno ad acquisire nuovi schemi motori per poter afferrare la palla stabilendo cosi quelle modifiche funzionali anche in situazioni di stress sia fisico che mentale, arrivando ad afferrare la palla, in stacco, e addirittura in fase di volo orizzontale. Queste combinazioni creano modifiche a breve e lungo termine in base dunque alla propria alfabetizzazione di esperienze creando così risposte comportamentali diverse conferendo a ciascuno di noi una propria e singolare individualità, confermando la teoria sulla plasticità neurale già avanzata ad inizio secolo da Santiago Ramon Y Cajal 2. 1) - Fisiologo polacco (1903 - 1973). Laureatosi alla facoltà di medicina dell'università di Varsavia nel 1929. Nel 1934 fondò un laboratorio di fisiologia del cervello fornendo contributi sperimentali considerati classici sui meccanismi di formazione dei riflessi condizionati, sulla memoria e sulle funzioni dei lobi frontali. 2) - Santiago Ramon y Cajal, - Istologo spagnolo (1852 -1934). Divise con C. Golgi il premio Nobel per la medicina e la fisiologia,( 1906 ). Si dedicò allo studio della struttura fine del sistema nervoso, che investigò sia con metodi istologici originali, sia modificando tecniche già note (impregnazione argentica ideata da Golgi). Ha inoltre enunciato la teoria del neurone, secondo la quale il tessuto nervoso è costituito da distinte unità morfologiche (i neuroni, appunto) in contatto tra loro ma non in continuità.

Page 15: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

33

ESEMPI DI COMPORTAMENTO L' EQUILIBRIO ( Circuito di servocontrollo ) Un aspetto ricorrente in ogni individuo risulta essere l’equilibrio, legato ad ogni azione motoria statica o dinamica che sia, ma come funziona l’equilibrio a livello neurale ? Per capire il suo funzionamento a livello cerebrale bisogna inizialmente chiarire alcuni aspetti. Il lobo parietale : è localizzato nella parte superiore del cervello e contiene l’area somatosensoriale primaria a cui afferiscono gli stimoli tattili, dolorifici, pressori e termici. La parte sinistra è dominante e controlla: la comprensione del linguaggio parlato e scritto, la memoria delle parole e le capacità matematiche. Il lobo parietale destro controlla le attività visuo-spaziali, ovvero attività non verbali come la ricostruzione di un’immagine visiva, la capacità di orientarla nello spazio e di farla ruotare, la percezione della traiettoria di un oggetto in movimento e la posizione delle varie parti del corpo. Il cervelletto controlla l’esatta coordinazione dei movimenti ed è preposto anche all’equilibrio dell’andatura e della postura oltre all’apprendimento ed altre funzioni emotive. Nella parte superiore del Lobo Frontale, si trova la corteccia motoria, adibita ad innescare i movimenti volontari.

Page 16: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

34Quando la corteccia motoria invia un segnale ai muscoli attraverso il midollo spinale, una copia viene inviata anche al cervelletto, come una sorta di e-mail in copia conoscenza. Il cervelletto riceve feedback sensoriali anche dai muscoli, cute, occhi , sistema vestibolare e dai recettori delle articolazioni in tutto il corpo. In questo modo è in grado di rilevare eventuali discrepanze tra l’azione progettata e l’azione reale e, Se rileva discrepanza, introduce adeguate correzioni nel segnale motorio in uscita e cosi via. Questa sorte di meccanismo in tempo reale è chiamato “ circuito di servocontrollo” ed è grazie a questo che siamo in grado di maneggiare un bicchiere pieno d’acqua senza versarne una goccia o rovesciarlo, rimanere fermi su una gamba, ecc.

Page 17: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

35IL RIFLESSO PATELLARE Il riflesso patellare è un esempio di meccanismo riflesso Monosinaptico ed è un comportamento semplice controllato attraverso connessioni dirette che si stabiliscono fra neuroni sensitivi e motoneuroni. La percussione con un martello da riflessi, stira il tendine del quadricipite femorale, che è un muscolo estensore della gamba, il quale stira a sua volta il muscolo facendo così in modo che i neuroni afferenti (sensitivi) inviano al sistema nervoso centrale informazioni relative alla modificazione della sua lunghezza. Nel midollo spinale i neuroni sensitivi attivano direttamente i motoneuroni dei muscoli estensori che fanno contrarre il muscolo che è stato stirato e, inoltre, inibiscono indirettamente i motoneuroni dei muscoli flessori antagonisti,( bicipite femorale ),che altrimenti contraendosi, andrebbero a evitare il movimento dell'arto. Queste due azioni insieme determinano la comparsa del comportamento riflesso.

Page 18: CIO’ CHE LA MENTE PENSA - Apport …€œDa fuori la velocità mi fa paura, per questo non vado mai a vedere le gare. Da dentro sembra tutto più lento. E’ incredibile come ci

36COMPORTAMENTO DEL PORTIERE SU TIRO Riassumendo, prendiamo ad esempio un gesto, o comportamento motorio, come la parata di un portiere di calcio portando a conoscenza le basi nervose dei processi cognitivi nel momento in cui il pallone è in movimento verso la porta e il portiere deve "leggere" la situazione per poi eseguire la risposta. : PRIMA FASE -Utilizza la corteccia visiva per identificare il pallone e per valutarne le dimensioni, direzione e velocità. -La corteccia premotoria sviluppa un programma motorio che gli permetterà di andare incontro al pallone e di afferrarlo o respingerlo. -L'amigdala regola la frequenza cardiaca e respiratoria ed altri meccanismi Omeostatici per permettere un'adeguata espressione del comportamento, in più attiva anche l'ipotalamo che fornisce al giocatore la motivazione per eseguire un con gesto motorio. SECONDA FASE. Per eseguire un buon gesto motorio il portiere deve utilizzare tutte le informazioni nervose precedentemente descritte in aggiunta ad altri arrivando cosi al momento in cui si attivano i nuclei della base che sono implicati nel processo di avvio degli schemi motori e forse anche nel richiamare schemi motori precedentemente vissute ed ha presi per poter afferrare o colpire il pallone. Di seguito la corteccia motoria invia i segnali al midollo spinale per attivare e inibire i muscoli del corpo per eseguire la risposta motoria. Il cervelletto regola in maniera fine i movimenti sulla base delle informazioni che riceve dai recettori periferici. La corteccia parietale posteriore fornisce informazioni sulla collocazione del suo corpo nello spazio tridimensionale. Alcuni nuclei del tronco dell'encefalo sono implicati nella regolazione della frequenza cardiaca, per il respiro e lo stato di vigilanza. L'ippocampo è implicato nel processo di registrazione in memoria di tutti i particolari cosicché il giocatore può successivamente "vantarsi" di averlo eseguito. Tutto questo evidenzia come la concezione del senso comune, secondo la quale solo una piccola parte del cervello in un dato istante viene implicata, è evidentemente errata e pone come obbiettivo primario la costruzione nei giovani portieri di esperienze che permettono lo sviluppo di tutti processi cognitivi, psicologici e motori a 360 gradi, ottenendolo soltanto con un continuo e intenso lavoro. Un qualsiasi gesto motorio di un portiere di calcio, che possa sembra facile, ci vogliono anni per poterlo imparare, fortificare, affinare, economizzare e renderlo potente e veloce con in seguito tutti i processi biologici sulla forza che ne conseguono. -Tratto e riletto in chiave portiere di calcio da : Il comportamento del tennista, dal libro "Principi di Neuroscienze pag. 316. capitolo - l'organizzazione anatomica del sistema nervoso centrale.