Cinthia BUONOPANE Dirigente tecnico USR Campania · Cinthia BUONOPANE – Dirigente tecnico USR...
Transcript of Cinthia BUONOPANE Dirigente tecnico USR Campania · Cinthia BUONOPANE – Dirigente tecnico USR...
Cinthia BUONOPANE – Dirigente tecnico USR Campania
Controllo, verifica, valutazione: concetti che interessano sempre più la realtà delle Pubbliche Amministrazioni
Controllo: dal francese “contre-role”, originariamente
contro-ruolo per fare la quadratura dei conti, poi
mezzo di verifica della correttezza/conformità
rispetto ad un parametro
Valutazione: dare un valore alla verifica, esprimere
un apprezzamento sugli esiti del controllo
=> Rapporto mezzo / fine
2
CONTROLLO VALUTAZIONE
Normalizza (in funzione di una verità prestabilita)
Crea una gerarchia
Sottrae potere a chi è controllato
Sanziona e/o conserva
Interroga e chiarifica
Produce una comprensione e un cambiamento
Rende dinamica l’azione
Facilita la partecipazione
3
Concetti largamente diffusi nel mondo dell’istruzione sia scolastica che universitaria (“cultura della valutazione” propria dei sistemi formativi)
Attività scolastica: caratterizzata quotidianamente da momenti di controllo e valutazione (il docente programma gli obiettivi didattici, li attua con la lezione, ne controlla l’apprendimento, esprime una valutazione/giudizio)
PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’
DIDATTICHE
VERIFICA E VALUTAZIONE
DEGLI STUDENTI
SVOLGIMENTO LEZIONI
«Circuito» classico
4
Anni 60
Scuola struttura ministeriale dipendente dal Provveditorato agli Studi (“Ministero provinciale”) => gerarchia piramidale, dirigismo
I presidi assicuravano il “presidio” dell’istruzione sul territorio
Studenti/famiglie = ultimo anello della catena, con scarse possibilità di incidere sulla vita scolastica
5
Anni 70
D.P.R. 417/1974 configura il Preside come colui che “adempie, promuove, coordina, assicura, rappresenta, adotta, propone”
D.P.R. 416/1974 istituisce gli Organi Collegiali della scuola, anche se come organismi di partecipazione e non di gestione
Viene richiamata e valorizzata la libertà d’insegnamento dei docenti costituzionalmente garantita (art. 33 Cost.) (“intesa a promuovere attraverso un confronto aperto di posizioni culturali la piena formazione della personalità degli alunni”)
6
Anni ’80:
Lo sviluppo delle imprese sollecita il sistema scolastico a formare futuri lavoratori qualificati, in grado di produrre valore aggiunto in un mercato fortemente dinamico e competitivo
Il sistema politico inizia a richiedere all’apparato burocratico razionalizzazione dei costi e verifica dei risultati
7
Anni ’90:
L. 59/1997 (art. 21) e D.P.R. 275/1999 delineano l’autonomia scolastica => processo di autonomia, decentramento, sussidiarietà delle PP. AA.
Profili dell’autonomia scolastica: didattica, organizzativa, finanziaria, contabile, funzionale, di sperimentazione e ricerca
Scuole come organizzazioni autonome con autonomia sotto il profilo formativo e progettuale, pur nel rispetto dei curricula e degli standard nazionali
8
Anni 2000:
DLgs 150/2009, art. 4 c. 2, lett. f): rendicontazione dei risultati agli organi di indirizzo, ai vertici delle amministrazioni, agli organi esterni, ai cittadini
D.P.R. 80/2013, art. 2 c. 1: ai fini del miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, il S.N.V. valuta l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione
Direttiva n. 11/2014: il Rapporto di autovalutazione consolida l'identità e l'autonomia della scuola, rafforza le relazioni collaborative tra gli operatori e responsabilizza tutta la comunità scolastica nel perseguimento dei migliori risultati.
9
In termini generali l’autonomia estende l’area di responsabilità di ogni istituto scolastico e rende così significativa l’esigenza di accountability.
In particolare, l’autonomia offre l’opportunità/comporta la necessità di:
definire una vision e una mission specifica dell’istituzione scolastica, enucleando il "valore pubblico" che ha l’obiettivo di produrre
connettersi al proprio territorio e al contesto socio-economico di riferimento;
personalizzare il sistema di governance e l’assetto organizzativo
superare un atteggiamento autoreferenziale e stabilire relazioni ricche e continue con gli stakeholder
realizzare, attraverso il feedback, un processo di apprendimento per tutti i soggetti coinvolti.
10
L’accountability è il risultato dell’interazione tra strumento e processo, finalizzati alle esigenze informative degli stakeholder e al governo delle relazioni con quest’ultimi, evidenziando con trasparenza le responsabilità. Naturalmente per potere rendere conto occorre rendersi conto, ed è proprio la consapevolezza il valore aggiunto della rendicontazione sociale
Il processo di rendicontazione sociale come metodo prende in considerazione anche l’etica
Il bilancio sociale rappresenta uno strumento, un report attraverso il quale si rendiconta, si racconta la propria organizzazione
11
Accountability
Chi è responsabile?
A chi rendere conto?
Quali sono le conseguenze
della responsabilità?
Di cosa si è responsabili?
12
13
- alutazione e iglioramento
insieme con
- utonomia e esponsabilità
RESPONSABILITÀ SOCIALE
ilancio sociale endicontazione
14
autonomia come condizione
operativa capace di qualificare i
percorsi formativi
esigenza di avviare un servizio
permanente di valutazione del
sistema
Non c’è vera autonomia senza responsabilità e non c’è
responsabilità senza valutazione
Dalla valutazione a senso unico alla valutazione «partecipata»
esplicitazione e condivisione degli scopi dell’autovalutazione/valutazione esterna
messa a disposizione di dati e informazioni rilevati da fonti diverse
comunicazione, socializzazione e condivisione degli esiti dell’autovalutazione/valutazione esterna
messa in comune delle condizioni finalizzate ad un impiego reale degli esiti della valutazione
15
Non solo fotografia degli
esiti, ma leva per individuare
prospettive di sviluppo
16
Il rigore e la fatica dell’analisi di informazioni con un potente risvolto “emotivo”
La necessità di condividere la riflessione e le scelte nella comunità
La carica energetica dei punti interrogativi laddove c’erano tanti punti … fermi
La difficoltà di proiettare il lavoro sulla linea del tempo
Il coraggio di evidenziare i propri punti di debolezza
I dubbi sulle priorità più cogenti
17
…..della Scuola …del NEV
Situazioni specifiche Conflitti risolti e latenti Relazioni Riconoscimenti Aspettative Sogni Desideri Prospettive Voglia di cambiamento
Storie professionali diverse
Scarsa abitudine al lavoro comune
Difficoltà di triangolazione efficace
Problema della «gerarchia» percepita
Impegno diversificato «Peso» delle procedure
18
Scuole che hanno effettuato un’analisi approfondita a seguito della lettura dei dati e del loro confronto con valori di riferimento – Un esempio:
La scuola si è autoattribuita il livello 5 in quanto riesce a garantire il successo scolastico per una buona percentuale di studenti. Nella secondaria di I grado, in particolare, le percentuali di ammissione alla classe successiva si mantengono inferiori ai riferimenti provinciali, ma risultano superiori ai valori regionali e nazionali. La distribuzione degli studenti diplomati presenta una maggiore concentrazione nelle fasce di voto dal 7 all’8, mentre le percentuali degli studenti diplomati con voti dall’8 al 10 sono superiori a tutti i riferimenti. Nessuno studente abbandona gli studi in tutti gli ordini di scuola. In alcune classi si registrano flussi di trasferimenti in uscita superiori ai riferimenti a causa delle caratteristiche dell’utenza costituita in parte da immigrati temporanei con permanenza sul territorio limitata nel tempo.
19
Scuole che hanno svolto un’analisi in grado di evidenziare punti di forza e di debolezza, ma effettuata in forma autoreferenziale, basandosi prevalentemente sulla propria percezione della qualità delle azioni svolte – Un esempio:
La Scuola si è attribuito il livello 5 ma non vi sono evidenze al riguardo. Tra i punti di forza si fa riferimento a criteri comuni per l'attribuzione del voto di comportamento e a questionari appositamente predisposti, in realtà non esistenti. In ogni caso non vengono segnalate situazioni di bullismo o comportamenti problematici in nessun ordine di scuola. La scuola non ha definito indicatori per quest’area, per cui la valutazione è stata effettuata dalla lettura del RAV, del POF 14/15 e PTOF 16/19. Nel POF e PTOF la scuola dichiara di tenere conto delle competenze chiave europee nell’elaborazione del curricolo d’istituto che invece non è stato ancora predisposto (è stato solo costituito un apposito gruppo di lavoro che però non è ancora operativo)
20
Utilità Scopo
Chance per rianalizzare in forma sintetica la scuola ed i suoi tratti di specificità
Presenza di un «esterno» per la rilettura ragionata dei dati
Confronto dialogato sui disallineamenti tra autovalutazione e valutazione esterna
Rafforzare l’idea di supporto alla scuola
Consolidare il principio per cui il SNV fornisce un maggiore valore al lavoro svolto
Aiutare a chiarire i possibili e realistici obiettivi di miglioramento
21
Albert Einstein
Grazie per l’attenzione!