Cinquefrondi Monumento Ai Caduti Relazione Sul Restauro

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Comune di CinquefrondiComune di CinquefrondiComune di CinquefrondiComune di Cinquefrondi

Relazione Relazione Relazione Relazione Tecnica Tecnica Tecnica Tecnica sul sul sul sul Restauro Restauro Restauro Restauro Conservativo Conservativo Conservativo Conservativo deldeldeldel monumento monumento monumento monumento

aaaaiiii caduti di Piazzacaduti di Piazzacaduti di Piazzacaduti di Piazza della Repubblica del comune di Cinquefrondi.della Repubblica del comune di Cinquefrondi.della Repubblica del comune di Cinquefrondi.della Repubblica del comune di Cinquefrondi.

“D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m. Codice dei Beni culturali e del Paesaggio ed è inoltre soggetto alle disposizioni della L. 7 marzo 2001, n. 78 Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale”

Premessa

Il Monumento ai Caduti della grande guerra, di Piazza della Repubblica del comune di Cinquefrondi, è un bene che riveste caratteri di interesse culturale di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m. Codice dei Beni culturali e del Paesaggio ed è inoltre soggetto alle disposizioni della L. 7 marzo 2001, n. 78 Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale.

La presente per rappresentare brevemente la cronistoria sul ritrovamento dell’aquila, che era posta sul basamento in pietra e cemento, al centro di Piazza della Repubblica che la “mano feroce” di alcuni amministratori dell’epoca dopo averla confinata in una forma di voliera ha fatto si che ella potesse prendere il volo macchiandosi di un vile attentato alla memoria storica dei caduti della grande guerra, facendo così rimuovere il monumento e conseguentemente alla dismissione ha disposto il trasporto del monumento, oramai considerato come materiale di risulta presso una discarica illecita, ignota sino ai nostri gioni .

In seguito su interessamento dell’assessore Angelo Macedonio dopo ricerche assidue, i reperti sono stati segnalati e di conseguenza rinvenuti. Così viene dapprima ritrovata l’aquila, i cui resti giacevano all’interno di un vecchio campanile e in un secondo momento dopo il ritrovamento dell’aquila, sono stati segnalati e rinvenuti alcuni resti della base monumentale presso una fiumara.

Il ritrovamennto di una base

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Si descrive brevemente l’avventura dei reperti notevole da parte di tutta la cittadinanzaAmministratori Comunali, e cito in particolarecaparbietà e con la collaborazione personalmente ed anche a nome dell’Amministrazione per

Particolare di un ala

“Il Volo dell’aquila”

Segue una serie di immagini, notizie varie e curiosiquanto di interesse che, è stato possibile ritrovamento, così come di seguito:

La Memoria dimenticata. Nelle foto d’epoca il Monumento ai Caduti in Piazza della Repubblica

02/11/2011 , Edicola di Pinuccio

anni 20, il monumento è ancora senza aquila, che verrà aggiunta in seguito

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Si descrive brevemente l’avventura dei reperti che a seguito del ritrovo, ha suscitato interessamento notevole da parte di tutta la cittadinanza, che a seguito di un caparbio interessamento

in particolare ancora l’Assessore Angelo Macedonioaborazione attiva di personale comunale, che comunque ringrazio a nome dell’Amministrazione per la collaborazione resa per il ritrovamento.

Particolare di un ala prima dell’intervento di restauro

una serie di immagini, notizie varie e curiosità sul seguito del volo dell’aquila, è stato possibile reperire sul sito web in relazione a notizie storiche e sul

La Memoria dimenticata. Nelle foto d’epoca il Monumento ai Caduti in Piazza della Repubblica

monumento è ancora senza aquila, che verrà aggiunta in seguito

che a seguito del ritrovo, ha suscitato interessamento interessamento da parte degli

Macedonio, che con la sua ringrazio calorosamente

la collaborazione resa per il ritrovamento.

volo dell’aquila, si descrive tutto reperire sul sito web in relazione a notizie storiche e sul

La Memoria dimenticata. Nelle foto d’epoca il Monumento ai Caduti in Piazza della Repubblica

monumento è ancora senza aquila, che verrà aggiunta in seguito

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CINQUEFRONDI – La pietra lanciata da Renato Macedonio ha smosso lo stagno, e della vicenda della scomparsa del Monumento se ne torna a parlare. Anche Vito Barresi, scrittore calabrese, sul suo sito ha dedicato alla vicenda un commento (che si può leggere nel post in evidenza). Mentre si continua ad attendere che sulla sorte del manufatto venga detta una parola chiara da parte delle autorità comunali, l’Edp pubblica alcune foto d’epoca di Piazza della Repubblica. In tutte è ben visibile lo scomparso Monumento.

anni 40, si scorge l'aiuola attorno al monumento

anni 50, l'aiuola si è ridotta

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anni 50 sotto la neve

cartolina anni 60. l'aiuola è scomparsa, e pure gli alberi

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cartolina anni 60

cartolina anni 70

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cartolina anni 70

dal 1980 al 2010. il solo bassorilievo collocato sulla gabbia. l'aquila all'interno. scomparse le lapidi coi nomi dei caduti

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“Stupito e sbigottito per la sorte del Monumento ai Caduti”. Scrive Pino Massara: “Episodio di inaudita gravità che merita di essere approfondito”

17/11/2011 Pino Massara, Edicola di Pinuccio

CINQUEFRONDI – Carissimi amici dell’Edicola di Pinuccio, rimango stupìto e sbigottìto da ciò che leggo in merito al ritrovamento di parte del basamento che costituiva il vecchio monumento ai caduti, se ciò risulta vero, e non ho motivo di dubitare sulla conoscenza del monumento che il mio amico Renato Macedonio ha, il fatto risulta essere di una gravità inaudita che non può passare inosservato e che merita tutti gli opportuni approfondimenti. E’ un’offesa a tutti quei nostri giovani concittadini che con la loro morte hanno contribuito a costruire la libertà di cui noi oggi godiamo e viviamo. Si può non avere rispetto e riconoscenza a chi ha dato la propria vita per gli altri? Si può cancellare la storia di un popolo a colpi di mazza e far sparire in mezzo ai detriti in luoghi impervi e sperduti un momumento che racconta e ricorda il sacrificio di persone care a tanti concittadini? La mia non è nostalgia, è rabbia per la mancanza di amore e rispetto verso la mia e la storia di un paese come il nostro che, anche se piccolo ha sempre contribuito con laborosità ed onestà alla crescita sociale e culturale di intere generazioni. Chi non ha rispetto della propria storia e distrugge quel poco che ne è testimonianza non è un uomo ma un vile. Spero che si riusciranno a trovare tutti gli elementi che lo componevano, e spero che un giorno quel monumento, dove tutti da piccoli almeno una volta ci siamo seduti, possa ritornare imperioso com’era, ad ornare quell’angolo della piazza oggi vuoto, dove nella annuale ricorrenza si ritornerà a ONORARE quei caduti a cui tanto dobbiamo, e possa essere testimonianza per i nostri figli, come lo è stato per noi, per ricordarsi sempre che le guerre portano solo dolore e distruzione. Tanto ho sentito di scrivere. Un caro saluto.

Scritto da redazione online - Sabato 19 Novembre 2011 09:35

Cinquefrondi, ancora al centro delle polemiche il monumento dei caduti

L'architetto Pino Massara, si dice "sbigottito" da quanto sta accadendo CINQUEFRONDI (RC) - Continua il dibattito nella cittadina pianigiana sulla sorte del monumento ai caduti. Dopo la denuncia dell'esperto di storia locale Renato Macedonio, le precisazioni del vice sindaco Maurizio Bellocco ed il ritrovamento di parte del monumento, tutte ampiamente documentate da Approdonews,

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interviene Pino Massara, architetto cinquefrondese, dirigente della locale società di pallavolo e impegnato nel sociale. Massara esordisce dicendo: "rimango stupìto da ciò che leggo in merito al ritrovamento di parte del basamento che costituiva il vecchio monumento ai caduti. Il fatto risulta essere di una gravità inaudita che non può passare inosservato e che merita tutti gli opportuni approfondimenti. E' un’offesa - continua l'architetto - a tutti quei nostri giovani concittadini che con la loro morte hanno contribuito a costruire la libertà di cui noi oggi godiamo e viviamo". Massara si pone quindi alcuni interrogativi. "Si può non avere rispetto e riconoscenza - sottolinea - a chi ha dato la propria vita per gli altri? Si può cancellare la storia di un popolo a colpi di mazza e far sparire in mezzo ai detriti in luoghi impervi e sperduti, un momumento che racconta e ricorda il sacrificio di persone care a tanti concittadini?". Il dirigente sportivo si dice poi "arrabbiato per la mancanza di amore e rispetto verso la storia di un paese come il nostro che, anche se piccolo ha sempre contribuito con laborosità ed onestà alla crescita sociale e culturale di intere generazioni". Massara dice in maniera chiara che è "un vile, chi non ha rispetto della propria storia e distrugge quel poco che ne è testimonianza. Spero che un giorno quel monumento possa ritornare imperioso com’era, ad ornare quell’angolo della piazza oggi vuoto, dove nell'annuale ricorrenza si ritornerà a onorare - conclude - quei caduti a cui tanto dobbiamo, e possa essere testimonianza per i nostri figli, come lo è stato per noi, del fatto che le guerre portano solo dolore e distruzione". Noi siamo sempre in attesa di risposte dalle istituzioni preposte ad occuparsi di questo campo.

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Il sopralluogo

Nel corso di un sopralluogo eseguito nel febbraio 2012, congiuntamente ad amministratori locali, si è valutato lo stato conservativo del monumento di proprietà del Comune di Cinquefrondi ed a seguito di quanto si è riscontrato in sito di concerto con l’Assessore Angelo Macedonio, sono state eseguite delle indagini preliminari sull’intervento di restauro conservativo del bene.

Il monumento, nello stato in cui si trova oggi, dopo il differimento avvenuto negli anni 80, sempre all’interno del contesto cittadino, ma in posizione sconosciuta rispetto a quella originaria, ha subito un notevole deterioramento. Quello che noi oggi possiamo ammirare è solo una parte dell’opera originaria, ampiamente descritta in precedenza. Relazione sul restauro Il Monumento ai Caduti della grande guerra, di Piazza della Repubblica del comune di Cinquefrondi, è un bene che riveste caratteri di interesse culturale di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m. Codice dei Beni culturali e del Paesaggio ed è inoltre soggetto alle disposizioni della L. 7 marzo 2001, n. 78 Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale. L’Amministrazione ha affidato l’incarico immediato al sottoscritto arch. Pasquale Bonaccorso, ad eseguire una serie di analisi e prove propedeutiche al progetto per il riposizionamento futuro dei reperti ritrovati e di conseguenza a procedere con urgenza al recupero dell’aquila attraverso un intervento di restauro al fine di poter fare ammirare alla cittadinanza la parte superiore del monumento scomparso. In relazione al restauro ed al definitivo riposizionamento delle basi ritrovate si auspica che in seguito anche le lapidi con i nomi dei caduti vengano ritrovate, si potrà fare un intervento definitivo in ossequio a quanto previsto dalla “L. 7 marzo 2001, n. 78 Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale”. L’intervento di restauro oggetto della presente ha riguardato le analisi chimico-fisiche sul materiale composito per l’individuazione delle sue caratteristiche fisico-mineralogiche, dei metodi di lavorazione e messa in opera degli elementi, oltre allo studio condotto anche con prove di applicazioni e trattamenti eseguiti in sito su alcune basi ritrovate, al fine di individuare le diverse tipologie di degrado e ricercare le metodologie d’intervento più idonee da seguire. Dalle analisi e prove, compiute in sito e in laboratorio, sono stati ricavati tutti quei dati utili alla stesura del progetto finalizzato al restauro conservativo del bene, che di seguito si può condensare sinteticamente . In generale lo stato di degrado complessivo del monumento dipende da una molteplicità di fattori concomitanti tra loro. Ci sono fattori intrinseci legati alla natura del composto cementizio cui sia la sparte monumentale, sia la parte del basamento sono costituiti essenzialmente da materiale a base cementizia con struttura “anima” in ferro. Di conseguenza appare chiaro che le sue caratteristiche, mineralogiche, sedimentologiche, chimiche e fisiche nel tempo sono venuti meno i valori caratteristici del composto cementizio, che ha iniziato ad alterarsi già al momento della sua lavorazione e messa in opera, che dire poi del fatto che il monumento è stato interamente smontato e distrutto. Tutti questi fattori hanno causato microfratture, in parte estese e favorito quindi i diversi fenomeni di degrado. Sommariamente dai dati risultanti dalle analisi chimico-fisiche si sono individuate tre tipologie di degrado, biologico, chimico e fisico. “ Degrado biologico”: tutta la superficie del monumento è colonizzata da agenti biodeteriogeni eterotrofi e anche autotrofi. E’ stata individuata la presenza di composti misti di licheni, funghi e con una massiccia presenza di microrganismi di fotosintesi e cianobatteri.

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La diffusa colonizzazione di microrganismi ha prodotto principalmente un danno di tipo estetico, causato dall’alterazione cromatica della malta cementizia. I microrganismi, trovandosi in condizioni estreme, hanno prodotto una pigmentazione scura, di colore grigio nero, per proteggersi dalla luce ultravioletta. La loro cospicua crescita sul materiale calcareo, produce inoltre un degrado di tipo fisico, ma quest’ultimo è del tutto irrilevante, poiché interessa solo pochi micron dello strato superficiale. Del composto cementizio, che, essendo molto lacunosa e scabra, il degrado è pressoché impercettibile. L’infestazione di colonie di microrganismi, sebbene interessa tutta la superficie del monumento, essa non risulta diffusa in modo omogeneo. Questi organismi prediligono ambienti umidi e poco soleggiati e substrati cartonatici, il loro insediamento dipende anche dalle caratteristiche del materiale lapideo presente a suo tempo miscelato con la malta, che deve possedere porosità e rugosità, oltre alle condizioni microclimatiche cui è esposta. Il fenomeno di degrado è maggiormente diffuso sulle superfici che sono state poco esposte al sole o perennemente in ombra, ma anche sulle superfici piane (quella d’appoggio dell’ aquila e i gradini rinvenuti) in zone poco ventilate, dove l’acqua piovana che si deposita ristagna per lungo tempo. Anche alcune superfici levigate verticali sono infestate da agenti biologici in determinare aree, laddove le connessure degli elementi in pietra hanno delle stuccature deteriorate o mancanti qui l’acqua percolando, trova delle asperità e avvallamenti dove cui si deposita con più facilità. “Degrado chimico”: diversi sono i processi di natura chimica che agiscono sul degrado del materiale, ma sempre tra loro concomitanti e correlati all’ambiente circostante. Il principale fenomeno di degradochimico è la formazione di concrezioni e croste nere, è un problema ormai caratteristico delle atmosfere inquinate urbane. Il degrado è causato dall’azione di piogge acide cariche d’inquinanti in sospensione o soluzione e che sono particolarmente aggressivi per il carbonato di calcio che si trasforma in materia solubile, bicarbonato di calcio. I Sali soluti per successiva evaporazione, riprecipitano sulla superficie lapidea, e nei punti più riparati, determinano la formazione di croste calcaree di ricristallizzazione che, avendo in molte parti inglobato il particellato atmosferico inquinante, assumono una colorazione nerastra. Gli effetti di questo fenomeno si notano in alcuni punti, in particolare sulle parti superiori dell’aquila e nei masselli ritrovati. Altro tipo di degrado chimico si ipotizza che è quello presente nelle parti basse del monumento, a livello della base. S’ipotizza la presenza, all’interno, di metalli pesanti sotto forma di armature, imperniature o di altre sostanze che, percolando all’esterno attraverso quelle fughe che hanno ormai perduto la loro stuccatura, rilasciano sul composto cementizio degli aloni di colore giallo arancio, delle microfessure e lesioni evidenti . Si è rilevata inoltre anche la presenza di una resina sintetica di difficile interpretazione, miscelata con un prodotto ai silicati, che presumibilmente conferma l’ipotesi della presenza di vecchi trattamenti. “Degrado fisico”: tra le diverse cause di degrado, quelle più rilevanti, sono le alterazioni di tipo fisico del materiale. Un ruolo importante nella manifestazione di questo fenomeno ha la forte escursione termica tra il giorno e la notte, specie in particolari condizioni e stagioni. Le continue dilatazioni del materiale oltre che per effetto dell’escursione termica, sono anche accentuate dal tipo di materiale, formato da diversi minerali con coefficienti di dilatazione differenti tra loro e, in modo particolare se vi è anche la presenza di acqua interstiziale che ha un coefficiente di dilatazione superiore rispetto a quello della pietra. Il continuo movimento ciclico del materiale ha provocato lo scollamento dei suoi granuli, con effetti di fessurazioni, in altri casi di distacco repentino del materiale, in forma di scaglie o di sfarinamento del suo strato superficiale. La parte di monumento più colpita da questi fenomeni di perdita del materiale, si ipotizza potrebbe essere il basamento e, in particolare nei lati che prima della rimozione erano rivolti a nord e ovest, le zone sporgenti, gli spigoli, gli angoli e le parti orizzontali esposte, dove l’acqua si ferma più a lungo oltre che per effetto della risalita capillare.

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Altri distacchi si sono avuti in prossimità delle stuccature, i coefficienti di dilatazione dissimili, di malta e pietra, hanno provocato la fessurazione del materiale favorendo quindi la penetrazione d'acqua all'interno e quindi anche la ripetizione dei fenomeni sopra descritti. Dai dati raccolti e in base alle valutazioni fatte inerenti al tipo di degrado, si sono individuati tutti gli interventi da compiere, anche differenziandoli, da caso a caso, ai fini del restauro del monumento, in un’ottica di conservazione del suo stato attuale e impedire al contempo un repentino deterioramento. L’intervento previsto è di tipo conservativo e comprende una serie di operazioni articolate in diverse fasi di lavoro che posso così descrivere: Preconsolidamento: generalmente questa fase precede le operazioni di pulitura, dove si prevede il fissaggio di piccole fratture, eseguito con iniezioni di silicato d’etile, il riempimento delle tasche e dei rigonfiamenti con microiniezoni localizzate di malta, esente da sali solubili e composta di legante di calce e polvere di pietra. In alcune aree potrebbe essere necessaria anche una velinatura, preventiva, delle parti distaccate o rigonfiate. Nelle superfici disgregate, potrebbe essere necessaria l’imbibizione a pennello di silicato d’etile, l’esecuzione di quest’ultimo intervento è da valutare al momento, direttamente sul posto. È previsto inoltre il fissaggio di scaglie e distacchi di media dimensione per mezzo d’iniezioni di resina epossidica ad elevata flessibilità, tipo EPO 155 di C.T.S. Pulitura: queste operazioni si distinguono poi a loro volta secondo il diverso tipo di degrado. Rimozione dei depositi incoerenti, si tratta di un’asportazione meccanica e a secco, del materiale incoerente come terriccio, polvere, infestanti morti, eseguita con l’ausilio di pennelli, spazzolini, bisturi e spatoline.

Stralcio del monumento colorato di rosso Intervento biocida. Si tratta di un’operazione di devitalizzazione delle colonie di microrganismi presenti sulla statua, da eseguire in più riprese, su tutta la superficie del monumento. L’intervento consiste, in una prima applicazione su tutta la superficie, d’acqua naturale, per mezzo di spruzzini e pennelli in modo da favorire l’attivazione del maggior numero d’infestanti. Trascorse ventiquattro ore da questa applicazione, si passa poi al trattamento della superficie con un prodotto biocida dato a pennello, è consigliato l'utilizzo di Biotin-t o similari, diluito al 3% e per un tempo massimo di 7-10 giorni. Al termine di questo periodo la superficie dovrà essere accuratamente lavata con acqua demineralizzata e con l’ausilio di spazzolini di nylon e spugne. In seguito al trattamento si avrà la rottura delle cellule dei microrganismi che rilasciano sulla base monumentale un pigmento rosso, che dovrà essere gradualmente asportato con ripetuti impacchi assorbenti di silice micronizzata e acqua

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demineralizzata. Questo trattamento va ripetuto per più volte ad intervalli di quindici giorni, fino ad ottenere un risultato di pulitura soddisfacente.

Concrezioni di calcare, resina e pitture

Pulitura da sedimenti e polveri della superficie lapidea eseguita in modo leggero, con applicazione di una soluzione di sali inorganici in sospensione e con interposizione di carta giapponese, per la rimozione di depositi superficiali parzialmente coerenti come fumi, polvere sedimentata residua, sali e depositi di varia natura.

Lo stato esteriore di strutture metalliche e parti mancanti

Rimozione di depositi cartonatati e concrezioni, si tratta della rimozione delle ricarbonatazioni e delle formazioni ossalatiche, ottenuta mediante trattamento con resine a scambio cationico, che sono stese a pennello sulla superficie interessata dal fenomeno. Il prodotto dovrà essere lasciato seccare e in seguito

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asportato meccanicamente, infine l’area interessata dal trattamento sarà risciacquata con acqua demineralizzata. L’operazione dovrà essere ripetuta più volte, fino ad ottenere un risultato accettabile. Rimozione di croste nere. Le superfici interessate dal fenomeno sono piuttosto ridotte e la pietra, in corrispondenza delle quali sembra essere in buono stato di conservazione. Si prevede uno o più trattamenti con applicazione di resine a scambio anionico, mantenute attive per circa venti minuti, per ogni trattamento. Risciacquo finale con acqua demineralizzata e spazzolino di nylon.

Vecchi interventi manutentivi

Risarcimenti e stuccature. La mancanza o il danneggiamento delle stuccature tra connessure molto ampie di elementi portanti o decorativi, e altri danni simili, hanno portato alla formazione di zone di ruscellamento e favorito così la manifestazione di quei danni ad esso correlati (film biologici, dilavamenti, incrostazioni e così via). Questa fase del restauro è un’operazione molto importante e da non sottovalutare, va eseguita, puntualmente in tutte le sconnessure laddove le stuccature sono mancanti o danneggiate perché eseguite con materiali non appropriati. Per prima cosa è necessaria l’asportazione parziale o totale delle vecchie stuccature eseguite con materiali non idonei per mezzo di scalpelli, martelline e spatole. Si passa poi ad una profonda pulitura delle sconnessure a secco, con raschietti, spatole e aspiratori, in seguito tramite anche lavaggi ripetuti. L’intervento seguente ha funzione di rinsaldare e ristabilire una continuità materiale delle superfici. Iniziando dall'alto verso il basso del monumento, si eseguono poi i riempimenti in profondità delle fessurazioni con malta di calce idraulica naturale a media-alta idraulicità (3.0 o 5.0) e sabbia di fiume lavata. Si passa poi al riempimento delle fessurazioni più lievi, alle stuccature di superficie, come i bordi degli incollaggi effettuati, o delle scaglie fissate, e l’integrazione plastica e cromatica di piccole parti di materiale mancante. Tutte queste stuccature dovranno essere eseguite con malte idonee per colorazione e granulometria, composte di calce naturale a media-alta idraulicità (3.0 o 5.0) e polvere di pietra, in proporzione 1:1,5.

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Il ritrovamento: risultano evidenti le imperniature delle strutture metalliche

Trattamento imperniature metalliche. Le parti strutturali interne al corpo dell’aquila, utilizzate per i dare maggiore tenuta degli elementi incomposti da malte cementizie di rivestimento, alla struttura interna del monumento per effetto della loro ossidazione hanno subito un rigonfiamento che ha provocato la frattura o l’esplosione del materiale e in alcuni punti questi elementi sono affioranti. Questo intervento prevede l’asportazione del tassello di cemento esploso o fratturato, poi il trattamento antiossidante delle imperniature e graffe, la successiva pulitura del materiale delle macchie di ruggine presenti, eseguita con compresse assorbenti a base di sepiolite e infine l’incollaggio del tassello di pietra asportato, con l’uso calibrato di resina epossidica. Trattamento di parti e ricostruzioni. Le parti mancanti saranno ricostruite con la massima precisione scultorea, mantenendo le caratteristiche anatomiche originarie.

Il ritrovamento: risultano evidenti le parti mancanti

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Trattamento protettivo. E’ prevista la protezione finale del monumento già consolidato, che sarà stuccato e tinteggiato con un prodotto idoneo simile a quello ritrovato nelle fessurazioni, che sarà selezionato e testato ad intervento di restauro concluso. Il prodotto dovrà contenere un biocida ad effetto residuale, solubile in solventi organici, la cui durata d’azione se coadiuvata da una periodica manutenzione, potrà protrarsi per diversi anni. Gli interventi sopra elencati riguardano il restauro e la conservazione di superfici decorate di beni architettonici, la cui esecuzione può essere svolta, ai sensi dell’ art. 29, commi 6 e 7, del D.Lgs. n. 42/2004 e s.m. Codice dei beni culturali e del paesaggio, da personale specializzato di comprovata esperienza tecnico-professionale. Arch.Pasquale Bonaccorso

Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Della Provincia di Reggio Calabria - sezione A – settore Architettura

– n° d’ordine 772

Cinquefrondi 20 febbraio 2012