Cinofili Stanchi - maggio/giugno 2013

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1 il momento in cui decidere di fare entrare nella vostra famiglia un nuovo compagno a 4 zampe, men- tre Debora ha chiesto al noto etologo Roger Abrantes di spiega- re alcune cose sulla genetica dei cani. Da questo numero, inoltre, abbia- mo aperto una rubrica che abbia- mo soprannominato ‘Le interviste di Johnny Bassetto’ in cui periodi- camente intervisteremo amici cinofili più o meno noti. In questo numero apre le ‘danze’ Luca Feli- cian. Ci auguriamo che presto altri amici cinofili vorranno entrare a far parte della nostra famiglia. Noi non siamo un ‘branco’ chiuso. Amiamo socializzare con chiun- que lo voglia. Forse perché que- sto ci insegnano quotidianamente i nostri compagni a 4 zampe. Non ci resta altro che augurarvi una buona lettura. La Redazione Un grazie di cuore a tutti gli amici che seguono ogni nostro numero di CINOFILI STANCHI. Ci da molta soddisfazione il fatto che ci seguiate così numerosi. Probabil- mente perché c’è desiderio in voi nel crescere il vostro bagaglio culturale cinofilo. Il nostro principio di offrire a chiunque lo voglia una corretta informazione basata sul rispetto di un minimo di canoni scientifici e cercando di tenere lontane leggende metropolitane e creden- ze di dubbia provenienza sembra ottenere un certo consenso. E, di questi tempi, il fatto che un magazine online sia distribuito gratuitamente ha una certa rile- vanza. Questo continua a stimolarci ed a farci pensare che quando l’ottobre scorso siamo partiti col primo numero non avevamo tutti i torti. Anzi, probabilmente aveva- mo tutte le ragioni. Un'altra cosa che qui non trove- rete mai è l’insulto nei confronti di chi la pensa diversamente: il nostro ‘business’ (se così si può chiamare) è inculcare nella gente una corretta informazione cinofila che permetta un modo di vivere più equilibrato fra proprietario e cane. In questo nuovo numero iniziano a collaborare con noi l’alle-vatore DAVIDE BRESSI e l’educatrice DEBORA SEGNA, anche loro presi come noi dall’entusiasmo di questa iniziativa: Davide vi consi- glierà nel modo migliore riguardo Lassie è un cane di razza rough collie, protagonista di decine di film, serie televisive, cartoni animati, fumetti e centinaia di romanzi apparsi dal 1938 fino ai giorni nostri. Il breve racconto Lassie ComeHome (Torna a casa Lassie) dell'angloamericano Eric Knight fece la sua prima comparsa il 17 dicembre del 1938, quando fu pubblicato sul Saturday Evening Post: racconta la storia di un fedele cane collie che percorre centinaia di miglia attraversando terreni impervi per tornare a casa del ragazzo suo padrone. La storia fu estesa e due anni dopo ne fu pubblicato il libro dalla John C. Winston Publishing Company. Nel 1942 la casa cinematografica MGM ne acquistò i diritti e nel 1943 uscì il film Lassie Come Home. Da allora non si contano più i film, le serie televisive ed i remake. Tuttora la MGM sta girando i nuovi episodi di una nuova serie tv. Se siete appassionati di film sui cani, non perdetevela. Eccoci di nuovo... SOMMARIO: Cani al cinema 1 La scelta del cuccio- lo 2 Progetto ‘Un cane per amico’ e ‘Fattoria didattica’ 3 C’è Posta per Fido 3 Differenti modalità di Selezione Geneti- ca applicate nel- l’allevamento cani- no 4 Dmitri Belayev e le volpi domestiche 5 Intervista a Roger Abrantes 6/7 Uno sguardo negli occhi 8 Luca Felician: l’uomo dal tocco magico 9/ 10 Il carattere e lavoro nel cane corso 10/ 13 Cani al Cinema: Lassie CINOFILI STANCHI MAGGIO/GIUGNO 2013 VOLUME 2, NUMERO 2 Una giovanissima Liz Taylor al fianco di Lassie

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Il magazine di informazione cinofila in cui si parla di etologia, training, apprendimento, allevamento ed altro.

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il momento in cui decidere di fare entrare nella vostra famiglia un nuovo compagno a 4 zampe, men-tre Debora ha chiesto al noto etologo Roger Abrantes di spiega-re alcune cose sulla genetica dei cani.

Da questo numero, inoltre, abbia-mo aperto una rubrica che abbia-mo soprannominato ‘Le interviste di Johnny Bassetto’ in cui periodi-camente intervisteremo amici cinofili più o meno noti. In questo numero apre le ‘danze’ Luca Feli-cian.

Ci auguriamo che presto altri amici cinofili vorranno entrare a far parte della nostra famiglia. Noi non siamo un ‘branco’ chiuso. Amiamo socializzare con chiun-que lo voglia. Forse perché que-sto ci insegnano quotidianamente i nostri compagni a 4 zampe. Non ci resta altro che augurarvi una buona lettura.

La Redazione

Un grazie di cuore a tutti gli amici che seguono ogni nostro numero di CINOFILI STANCHI. Ci da molta soddisfazione il fatto che ci seguiate così numerosi. Probabil-mente perché c’è desiderio in voi nel crescere il vostro bagaglio culturale cinofilo.

Il nostro principio di offrire a chiunque lo voglia una corretta informazione basata sul rispetto di un minimo di canoni scientifici e cercando di tenere lontane leggende metropolitane e creden-ze di dubbia provenienza sembra ottenere un certo consenso. E, di questi tempi, il fatto che un magazine online sia distribuito gratuitamente ha una certa rile-vanza.

Questo continua a stimolarci ed a farci pensare che quando l’ottobre scorso siamo partiti col primo numero non avevamo tutti i torti. Anzi, probabilmente aveva-mo tutte le ragioni.

Un'altra cosa che qui non trove-rete mai è l’insulto nei confronti di chi la pensa diversamente: il nostro ‘business’ (se così si può chiamare) è inculcare nella gente

una corretta informazione cinofila che permetta un modo di vivere più equilibrato fra proprietario e cane.

In questo nuovo numero iniziano a collaborare con noi l’alle-vatore DAVIDE BRESSI e l’educatrice DEBORA SEGNA, anche loro presi come noi dall’entusiasmo di questa iniziativa: Davide vi consi-glierà nel modo migliore riguardo

Lassie è un cane di razza rough collie, protagonista di decine di film, serie televisive, cartoni animati, fumetti e centinaia di romanzi apparsi dal 1938 fino ai giorni nostri. Il breve racconto Lassie Come‐Home (Torna a casa Lassie) del‐l'angloamericano Eric Knight fe‐ce la sua prima comparsa il 17 dicembre del 1938, quando fu pubblicato sul Saturday Evening Post: racconta la storia di un fedele cane collie che percorre

centinaia di miglia attraversando terreni impervi per tornare a casa del ragazzo suo padrone. La storia fu estesa e due anni dopo ne fu pubblicato il libro dalla John C. Winston Publishing Com‐pany. Nel 1942 la casa cinemato‐grafica MGM ne acquistò i diritti e nel 1943 uscì il film Lassie Come Home. Da allora non si contano più i film, le serie televisive ed i remake. Tuttora la MGM sta girando i nuovi episodi di una nuova serie tv. Se siete appassio‐

nati di film sui cani, non perdete‐vela.

Eccoci di nuovo... S O M M A R I O :

Cani al cinema 1

La scelta del cuccio-lo

2

Progetto ‘Un cane per amico’ e ‘Fattoria didattica’

3

C’è Posta per Fido 3

Differenti modalità di Selezione Geneti-ca applicate nel-l’allevamento cani-no

4

Dmitri Belayev e le

volpi domestiche 5

Intervista a Roger Abrantes

6/7

Uno sguardo negli occhi

8

Luca Fe l i c i an : l’uomo dal tocco magico

9/ 10

Il carattere e lavoro nel cane corso

10/13

Cani al Cinema: Lassie

C I N O F I L I S T A N C H I

M A G G I O / G I U G N O 2 0 1 3 V O L U M E 2 , N U M E R O 2

Una giovanissima Liz Taylor al fianco di Lassie

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P A G I N A 2

“Oltre alla

bellezza

funzionale è da

considerare

anche l'aspetto

sanitario dei

riproduttori e del

resto della

genealogia”

BALTO magnifico ma-schio del BRS PAS-SION ITALIAN ROT-TWEILER KENNEL

La scelta del cucciolo Prima di entrare nel vivo dell'argomento è bene aprire una parentesi di fondamentale importan-za, che servirà per aiu-tarvi a compiere una scelta oculata. Per i non addetti ai lavo-ri e non solo, è bene co-noscere lo standard uffi-ciale diramato dalla Fe-derazione Cinologica Internazionale, il quale spiega in modo semplice e comprensibile le carat-teristiche principali del Rottweiler, evidenzian-do i difetti ed illustrando la morfologia e il carat-tere della razza. Dopo ciò, è consigliabile sem-pre acquisire ulteriori informazioni leggendo alcuni libri sulla razza, anch'essi di facile com-prensione, reperibili in commercio. Stabilito che cane di raz-za è da considerarsi tale solo se il soggetto è provvisto del pedigree e che vendere un cane senza pedigree è vietato dalla legge italiana, con-cludiamo questa piccola parentesi dicendo che il cane in possesso di pedigree non vi assicura però di avere acquistato o adottato un soggetto in "tipo" e quindi conforme a standard. Consultando il pedigree, conosceremo la genealo-gia del nostro cucciolo (padre, madre, nonni ecc.) avremo dei nomi sui quali poter effettuare delle ricerche. Navigan-do sul web è facile infat-ti reperire informazioni

utili, specie se si tratta di soggetti conosciuti. Tutti i pedigree sono consulta-bili inoltre anche on-line sul sito ENCI, il quale nella sezione "libro ge-nealogico on-line", met-te a disposizione un inte-ro data base presso il quale troverete informa-zioni preziose su ogni cane, come i dati anagra-fici, i risultati radiografi-ci delle anche e dei go-miti, i risultati acquisiti in esposizioni cinofile nazionali ed internazio-nali ecc. Oltre alla bellezza fun-zionale è da considerare anche l'aspetto sanitario dei riproduttori e del resto della genealogia, i quali dovranno essere stati sottoposti al con-trollo ufficiale radiogra-fico per la displasia dell'anca e del gomito presso un medico refe-rente. Chiedete sempre all'allevatore di mostrar-vi i certificati ufficiali dei riproduttori. Tutte queste informazio-ni, nel loro insieme, vi aiuteranno a valutare il cucciolo e ovviamente la serietà dell'allevatore. Inutile dire che chiunque potrà affermare di alle-vare dei buoni soggetti, ma certamente in questo senso, sarà allevatore più attendibile chi avrà ottenuto risultati in e-sposizioni cinofile. Preparare un cane per competizioni sportive ed esposizioni richiede in-vestimenti in termini di tempo e denaro ed è l'u-

nico modo per ottenere un giudizio ufficiale per i propri soggetti che te-stimonino la tipicità o meno di un cane. Purtroppo alcuni riten-gono più opportuno sce-gliere il proprio cucciolo senza prendere in consi-derazione quanto detto sopra e soffermandosi su altri fattori come quelli economici oppure quelli legati alla distanza (acquisto questo cuccio-lo perché il prezzo è molto conveniente e per-ché non devo percorrere molti km per averlo). Altri invece si rivolgono presso negozi d'animali che a volte commerciano cuccioli di provenienza straniera, importanti pro-babilmente illegalmente, spesso in condizioni sa-nitarie precarie, privi di garanzie ecc. Nella speranza che que-sto articolo vi sia stato utile, approfittate di un giorno libero e cogliete l'occasione per visitare di persona alcuni alleva-menti. Il cane è per tutta la vita!

Davide Bressi Allevatore BRS Passion

Italian Rottweiler Kennel (http://www.brspassion.it/)

C I N O F I L I S T A N C H I

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Progetto ‘Un cane per amico’ e ‘Fattoria didattica’

P A G I N A 3 V O L U M E 2 , N U M E R O 2

Il 24 aprile scorso è iniziato un percorso formativo con le scuole elementari del distretto scolastico di Cervia. In colla-borazione fra loro l’agriturismo Palazzo Manzoni di San Zac-caria (RA) e l’Associazione di Cultura Cinofila Sussurra al tuo Cane di Ravenna, nelle persone di Massimo Bottura (titolare dell’agriturismo non-ché apprezzato allevatore di levrieri e giudice ENCI) e Gio-vanni Padrone (Presidente e responsabile tecnico del-l’ACCSC, nonché educatore cinofilo) hanno avviato questo

doppio progetto di istruzione scolastica nel quale vengono spiegate le attività dell’agri-turismo ed avviati i bambini al contatto con gli animali dome-stici. Nella seconda parte dell’incontro (che in totale dura circa tre ore) viene spie-gata la storia della relazione fra cane ed uomo e si insegna ai bambini come approcciarsi correttamente ai cani scono-sciuti per evitare reazioni inde-siderate. In questo modo essi imparano da un lato il perché il rapporto affettivo fra cane e uomo sia così profondo e

dall’altro lato le basi per com-prendere il linguaggio sociale dei cani. Un break fra le due iniziative ha permesso ai bambini ed alle maestre di assaggiare i prodotti tipici dell’agriturismo. Gli incontri previsti sono stati 4: 24 aprile, 3 maggio, 8 mag-gio, 15 maggio. Le maestre ed i bambini sono rimasti tutti estremamente soddisfatti per le informazioni ricevute. Sotto l’articolo, alcune foto de-gli incontri scattate dalla foto-grafa Tania Melnikova (www.taniushkafotografia.com)

cani, non del canile e non ho mai avuto questo problema e non so come risolverlo, cerco di portarla in posti dove ci sono persone e se incontriamo qual-cuno con un cane è più rilassata, ma ha sempre paura dell'umano rispetto a quando è arrivata ad agosto ora è sicuramente un'al-tro cane, ma questa fobia non riesco a fargliela passare. Alla signora abbiamo riferito che la probabile patologia è da

Ci scrive la Signora Lella di Rimini la quale riferisce che “Il mio cane all'inizio aveva paura di tutto, poi piano piano ha cominciato a fidarsi di me. Adesso mi ascolta, l'unica cosa nella quale non riesco a rassicu-rarla è la paura per le persone. Io ho un figlio con 2 bimbi e sinceramente quando mi vengo-no a trovare, mi sento molto stressata, perché lei abbaia ed è molto agitata. Ho avuto altri 2

riferire ad una mancanza di adatta-mento ambientale che protratta nel tempo si è cronicizzata (sos-petta SPS di terzo livello). Le è stato perciò consigliato di effettua-re una visita presso uno specialista delle patologie del comportamen-to il quale potrà, una volta stabilito se il problema è quello indicato o altro analogo, stabilire le iniziative del caso

C’è posta per Fido

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P A G I N A 4

La selezione

consiste nello

scegliere i

riproduttori per

ottenere dei

cuccioli

conformi

all’obiettivo

prestabilito...

Nilo di Albascura

Differenti Modalità di Selezione Genetica

Applicate in Allevamento Canino Numerosi allevatori conservano i loro cuc-cioli più promettenti per migliorare qualita-tivamente il loro alle-vamento, facendo ri-corso a uno o più stal-loni esterni per rinno-vare le "linee di san-gue" delle loro genea-logie.

La Selezione consiste nello scegliere i ripro-duttori per ottenere in un lasso di tempo più o meno lungo dei cuc-cioli conformi all'ob-biettivo prestabilito. Diversi i metodi di selezione che possono permettere all'alleva-tore di raggiungere lo scopo :

SELEZIONE FENO-TIPICA. Questo meto-do ignora volontaria-mente qualsiasi ricerca genealogica, consiste nell'accoppiare due ri-produttori di qualità nella speranza di otte-nere dei cuccioli che somiglino loro. Tecni-ca che può a volte por-tare a risultati inattesi.

SELEZIONE GENETI-CA. Tecnica di selezio-ne che tenta di predire il valore genetico dei ri-produttori utilizzati tra-mite la valutazione dei suoi antenati, discenden-ti e collaterali.

CONSANGUINEITA’ (o ENDOGAMIA). Il principio di questa tecnica è semplice: con-siste nell'accoppiare due soggetti imparentati allo scopo di fissare le loro qualità. Il grado di "consanguineità" è di-rettamente rintracciabile attraverso la lettura del Pedigree. Il coefficiente di parentela: 100% tra fratelli e sorelle, 50% padre-figlia o madre-figlio, 25% tra nonni e nipoti ecc. Bisogna però ricordare che questa tec-nica fissa sia le qualità che i difetti ed è quindi importante" partire con dei riproduttori con ca-r a t t e r i s t i c h e d i "purezza" irreprensibili.

O U T - C R O S S I N G Con questo metodo se-

lettivo, l'allevatore fa ricorso ad un'altra stir-pe (linea di sangue) per le qualità che spe-ra possano migliorare la qualità del lavoro. Da questa tipologia di accoppiamento si a-spetta che combini al meglio le qualità delle due diverse linee e che apporti appunto quel miglioramento spera-to.

ROBERTO MANNU

Allevatore Riconosciu-to E.N.C.I. - F.C.I. e-con Affisso ‘DI AL-BASCURA’ - Iscritto al Registro degli Adde-stratori Cinofili Sezione 1 Cani da Utilità

C I N O F I L I S T A N C H I

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DMITRI BELAYEV E LE VOLPI DOMESTICHE

P A G I N A 5 V O L U M E 2 , N U M E R O 2

Questo i l lustre scienziato dell’Unione Sovietica effettuò con le volpi argentate un noto esperi-mento durante un quarantennio (dagli anni ’50 agli ’80 prima del 2000). Lo scopo originale era quello di capire i meccanismi della ‘domesticazione’, ma in realtà è servito a capire come può essere avvenuta l’evoluzione del cane tramite la selezione artificiale (non essendo mai avvenuta la ‘domesticazione’ del cane secondo i canoni della stessa), mentre sotto un altro punto di vista ha dimo-strato alcuni fattori occorsi a par-tire dal momento in cui i lupi di Lazaret iniziarono a tollerare la presenza dei nostri antenati e si avvicinarono alle discariche per sfruttarne le risorse alimentari. Della possibile domesticazione della volpe si era già a co-noscenza fin dal diciannovesimo secolo. Nel suo libro ‘The book of dogs’ nel 1919 E. H. Baynes scriveva: "…Ho avuto molte vol-pi rosse americane in cattività, e quella che ho allevato da cucciolo è diventata mansueta quasi come un cane. Mi seguiva nelle mie passeggiate ed era pronta a corre-re a casa. Le volpi di questa specie si lamentano, guaiscono e abbaia-no come i cani e, allo stesso mo-do, sorridono e scodinzolano quando provano piacere, seppelli-scono i prodotti alimentari che non possono mangiare al momen-to e girano in cerchio sui loro letti prima di coricarsi. Ma nonostante queste similitudini e nonostante il fatto che esse diventano talvolta amiche dei cani domestici, sembra che esse non siano strettamente legate a qualcuno…" Probabilmente già a conoscenza di queste opinioni, quando arrivò presso l’allevamento di volpi ar-gentate a Novosibirsk (capitale della omonima regione autonoma russa che confina con il Kazaki-stan), Belayev decise di fare un esperimento, anche perché si era accorto che una stretta minoranza di volpi mostrava maggiore tolle-ranza per la presenza di umani ed era meno aggressiva. Egli pensò che questo fosse un carattere ereditario trasmissibile e

perciò, approfittando della sua posizione di sovrintendente dell’allevamento iniziò a separare queste volpi dalle altre per accop-piarle ed allevare la prole. Dopo alcune generazioni egli ottenne degli animali con caratteristiche sia fisiche che comportamentali totalmente diverse dalle altre vol-pi. In effetti, queste volpi mostra-vano cambiamenti di colore del manto con macchie bianche sulla fronte e sul petto (ciò che gli scienziati chiamano ‘macchie da domesticazione’), spesso si tratta-va di animali bicolori, la coda era arricciata e le orecchie pendenti. Con le ultime generazioni le volpi assomigliavano a dei veri e propri cani, soprattutto dal punto di vista comportamentale erano evidenti i segni di un attaccamento nei con-fronti degli umani, in quanto comportamenti caratteristici erano lo scodinzolio della coda e rituali di accoglienza al loro arrivo, erano completamente scomparsi l’istinto di fuga e l’aggressività, anzi le volpi accettavano volentieri il contatto fisico fino a farsi prende-re in braccio. Ricerche successive lo studio di Belayev hanno dimostrato che le volpi selezionate per una maggio-re tolleranza all’uomo trasmette-vano per via genetica generazione dopo generazione queste mutazio-ni comportamentali così come quelle fisiche che avvenivano nel frattempo; ad esempio fu rilevato nei cuccioli di volpe non selezio-nate una riduzione degli atteggia-menti di esplorazione ed un incre-mento delle risposte aggressive nei confronti degli umani intorno ai 45 giorni quando cioè vi è un aumento di glucocorticoidi nel sangue; nei cuccioli di volpe addo-mesticata questi fatti non avven-gono o sono posticipati (i com-portamenti di esplorazione sono prolungati fino al sessantesimo giorno di età, mentre le risposte aggressive e l’aumento di gluco-corticoidi non sono presenti). L’esperimento di Belyaev conti-nua tuttora dopo molti anni dalla sua morte ed un analogo esperi-mento viene seguito dalla dotto-ressa Anna Kukekova presso la

Cornell University negli USA. I suoi studi hanno confermato da un lato l’ipotesi che i primi proto-cani per sfruttare la nicchia ecolo-gica delle discariche umane ridus-sero progressivamente la distanza di fuga fino a tollerare la presenza dell’uomo e, d’altro canto, ha evidenziato i meccanismi dei pri-mi processi selettivi effettuati dai nostri antenati. Cosa ci ha dimostrato questo esperimento? Innanzitutto che il processo di selezione artificiale è molto più rapido di quello natura-le, a dimostrazione di quanto già si supponeva. Inoltre che la sele-zione umana stessa molto proba-bilmente è iniziata selezionando cani che caratterialmente erano più portati alla compagnia dell’uomo. Infine, che il processo selettivo artificiale causò una ridu-zione delle dimensioni dei cani, fino a quel momento paragonabili al coevo lupo europeo. D’altro canto, però, lo stesso processo ci può spiegare perché i lupi di Laza-ret, probabili progenitori della linea evolutiva che portò al cane, avevano essi stessi dimensioni più contenute rispetto ai lupi dell’epoca: adattamento a condi-zioni di vita diverse (passaggio dalla caccia alla nutrizione delle discariche, quindi meno cibo, dimensioni più piccole). Del resto, se guardiamo gli animali pretta-mente spazzini come coyote o sciacalli essi stessi sono molto più piccoli dei lupi.

Dal libro ‘...E il cane decise di incontrare l’uomo’

autore Giovanni Padrone

L’esperimento di Novosibirsk

ha prodotto volpi simili in

tutto e per tutto al cane

Gli esperimen-

ti di Belayev ci

dimostrano

quanto rapido

sia il processo

di selezione

artificiale

rispetto al

naturale

Page 6: Cinofili Stanchi - maggio/giugno 2013

P A G I N A 6

I Fenotipi sono

determinati,

in vari gradi,

dal genotipo e

dalla

interazione

dell’organismo

con l’ambiente.

Intervista a Roger Abrantes Qualche anno fa ho avuto il grande onore di cono-scere il famoso etologo Roger Abrantes durante il mio corso di Istruttore Cinofilo e sono rimasta davvero colpita da quest’uomo incredibil-mente preparato e appas-sionato del proprio lavo-ro, una vera fonte di ispi-razione per tutti gli aman-ti degli animali. L’anno scorso l’ho con-tattato per parlargli del sito dedicato al Canadian Inuit Dog (razza nordica che ad oggi rischia ancora l’estinzione), ed ho “osato” chiedergli se a-vesse potuto scrivere un articolo per noi. Non pen-savo che potesse dire di sì, ma lo ha fatto e dopo pochi giorni mi ha inviato questo articolo che è un prezioso contributo per tutti coloro che vogliono saperne di più sul ruolo della genetica e dell’am-biente nello sviluppo di un animale e del suo comportamento. L’artico-lo traccia alcune linee guida molto interessanti anche per gli allevatori. Sono davvero felice di questo articolo, e credo proprio che tutto questo sia anche la dimostrazio-ne che se continui a cre-derci a volte i tuoi sogni possono diventare realtà. Ringrazio di cuore il Prof. Roger Abrantes per il suo contributo e Fabrizio Giammatteo per la tradu-zione in lingua Italiana :)! ——————————

GENI, AMBIENTE E ALLEVAMENTO I geni codificano i tratti che un organismo mostre-

rà, sia fisici che compor-tamentali, ma i geni non sono tutto. Anche l’ambiente di quell’orga-nismo giocherà un ruolo cruciale nel modo in cui i geni si esprimeranno. I geni giocano un ruolo importante nell’aspetto e nel comportamento di un organismo. I Fenotipi (l’apparenza di un orga-nismo) sono determinati, in vari gradi, dal genoti-po (la somma di tutti i geni) e dalla interazione del l ’organismo con l’ambiente. Alcuni tratti sono più modificabili da fattori ambientali, altri meno. Per esempio, men-tre il colore degli occhi è completamente determi-nato dalla codifica geneti-ca, i geni determinano quanto un individuo può crescere in altezza, ma l’alimentazione ed altri fattori esperiti da quell’or-ganismo, determinano il risultato finale. In poche parole: l’ambiente in sé non può creare un tratto genetico, ma solo pochi tratti sono l’esclusivo prodotto della sola codifi-ca genetica. Lo stesso principio si ap-plica al comportamento. Il comportamento è il risultato della codifica genetica e degli effetti dell’am-biente su quel particolare organismo. L’apprendimento è un particolare adattamento all’ambiente che alcune specie mostrano. In piccole popolazioni, come le razze con un li-mitato numero di indivi-dui, il contributo genetico tende ad essere prevalen-

te, perché non c’è abba-stanza varietà. Perciò è molto importante che gli allevatori prestino parti-colare attenzione alle di-scendenze, che tengano registri impeccabili, che testino gli individui e scelgano con cura quale sistema riproduttivo usa-re. Eventuali fallimenti po-trebbero portare a risul-tati altamente indesidera-bili in poche generazioni, con la popolazione media che mostrerà tratti fisici e comportamentali indesi-derati. Alleviamo animali per diversi motivi. Allevare significa combinare il 50% dei geni di un ani-male (un maschio) con il 50% dei geni di un altro animale (unafemmina) e nel vedere cosa succede. Non possiamo mai sce-gliere singoli geni e com-binarli per creare un ani-male perfetto, ma sapere quali tratti sono dominan-ti, quali sono recessivi ed essere in grado di leggere i pedigree ci sarà di aiuto. Gli animali che seleziona-te per l’allevamento oggi avranno impatto sulla popolazione futura (a meno che non userete nessun esemplare della loro prole per gli alleva-menti futuri).Ecco alcune l i n e e g u i d a p e r l’allevamento (ispirato da ‘20 Principles of Bree-ding Better Dogs’ di Ra-ymond H. Oppenheimer). Scegliere con cura i due animali che volete far ac-coppiare. Se avete solo un

Segue a pag. 7

C I N O F I L I S T A N C H I

Roger Abrantes

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P A G I N A 7 V O L U M E 2 , N U M E R O 2

buon animale che non si può riprodurre bene. I migliori sono quelli che sopravvivo-no e che sono in grado di passare i loro geni alle future generazioni.

Quando avete approssimati-vamente l’animale che vole-te, utilizzate l’outcrossing con moderazione. Per ogni caratteristica desiderabile che acquisirete, otterrete anche molti aspetti indeside-rabili che dovrete eliminare nelle generazioni successive.

L’inbreeding è il metodo più veloce per ottenere le caratteristiche desiderabili. Può spingere in avanti tratti nascosti che potrebbero esse-re indesiderati e che volete eliminare. Tuttavia, inbree-ding ripetuti possono aumen-tare le probabilità di una prole affetta da tratti recessi-vi o deleteri.

Una volta che avete ottenuto le caratteristiche che volete, il line-breeding con sporadi-ci outcrossing sembra essere l’approccio più prudente.

L’allevamento non crea niente di nuovo a meno che non incappiate in mutazioni favorevoli (che sono rare). Quello che otterrete è quello che era già lì per iniziare. Poteva essere rimasto nasco-sto per molte generazioni, ma era lì.

I cuccioli di una stessa cuc-ciolata condividono una media del 50% di geni co-muni, ma è solo una media. Ogni elemento ottiene in modo casuale un 50% di geni dal maschio (padre) e il 50% dalla femmina (madre), ma non necessariamente il 50% esatto da entrambi.

I tratti ereditari sono eredi-tati in misura uguale da en-trambi i genitori. Non aspet-tatevi da risolvere tutti i pro-blemi in una generazione.

Se il peggior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del peggior ani-male della vostra prima cuc-ciolata, non state facendo progressi.

Se il miglior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del miglior ani-male della vostra prima cuc-ciolata, non state facendo progressi.

Non scegliete un animale per la riproduzione per la mi-gliore o la peggiore cucciola-ta che ha prodotto. Valutate il valore totale per la ripro-duzione di un animale dalla media del maggior numero di figliolanze possibili.

Tenete a mente che la quali-tà è la combinazione della bontà e della funzionalità. Non è semplicemente la mancanza di tratti indeside-rabili, ma anche la presenza di tratti desiderabili. E’ l’animale nel suo complesso che conta.

Siate oggettivi. Non lasciate che i vostri sentimenti in-fluenzino la scelta del vostro materiale per la riproduzio-ne.

Siate realistici, ma cercate l’eccellenza. Tentate sempre di ottenere il meglio che potete. Ma state attenti: quando alleviamo animali per speciali caratteristiche, stiamo giocando con il fuo-co, cambiando il genoma che la selezione naturale ha crea-to e testato nel corso dei se-coli.

DEBORA SEGNA Educatrice cinofila

Velletri (Roma)

numero limitato di esemplari a vostra disposizione, dovre-te aspettare un’altra genera-zione per avere un qualun-que progresso. Come regola empirica, dovreste aspettarvi che i figli siano migliori dei genitori.

Le previsioni statistiche potrebbero non essere vere nell’ambito di un piccolo numero di animali (come in una cucciolata). La previsioni statistiche sono accurate quando sono appli-cate a popolazioni grandi.

Il pedigree è uno strumento che vi aiuterà ad imparare quali tratti, desiderabili o indesiderabili, è probabile che un animale avrà.

Se avete uno scopo ben de-finito per il vostro pro-gramma di allevamento, cosa che dovreste avere, potreste volere migliorare uno specifico aspetto, ma non d iment ica te che l’animale è un tutt’unico. Per enfatizzare una o due carat-teristiche di un animale po-treste compromettere la bon-tà e la funzionalità dell’in-tero organismo.

Sebbene, in generale, grandi cucciolate siano un indice di buona salute e di buone con-dizioni di allevamento, la quantità non significa qua-lità. La qualità è il prodotto di uno studio attento, della pazienza di aspettare il mo-mento in cui il giusto mate-riale sia disponibile per l’accoppiamento, della valu-tazione di quanto avete già prodotto ,e soprattutto, di avere un programma di alle-vamento che guardi ad alme-no tre generazioni successive a quella che state producen-do oggi.

I difetti ossei sono i più dif-ficili da cambiare.

Non perdete tempo con un

L’inbreeding è il

metodo più

veloce per

ottenere le

caratteristiche

desiderabil.

Tuttavia

possono

aumentare le

probabilità di

prole affetta da

tratti recessivi o

deleteri.

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P A G I N A 8

Farsi guardare negli

occhi dal proprio

cane vuole anche

dire che il vostro

cane ha una

estrema fiducia

in voi.

Guardarsi negli occhi è

sinonimo di confidenza

relazionale

Uno sguardo negli occhi Molti cinofili alle prime armi si trovano spesso in difficoltà perché i propri cani non li guardano negli occhi. Questa è una azione che viene richiesta in alcune attività cinofilo-spor-tive come ad esempio Obe-dience o Utilità e difesa. Ma di sicuro non è male neanche nel-la vita quotidiana. Anzi, in que-sto caso è auspicabile. E dun-que, in che modo possiamo attivare questo comportamento nel nostro cane? Esistono, so-stanzialmente due vie: lavorare in condizionamento e lavorare sulla relazione.

CONDI ZI O NAMENT O. Lasciando perdere quella parte del condizionamento che costi-tuisce maltrattamento per il cane (purtroppo questo com-portamento può essere costrui-to anche tramite la 'punizione positiva' ed il 'rinforzo nega-tivo') possiamo sicuramente lavorare sul 'rinforzo positivo' premiando il cane (e non solo attraverso l'uso del cibo) ogni volta che ci guarda negli occhi. Fondamentalmente anche il 'gioco' del nascondere un boc-concino in mano ponendo poi la stessa fra i nostri occhi e quelli del cane (segue le regole del condizionamento. I pro: il cane in cambio di una gratifica-zione impara già dopo due o tre volte che guardarvi negli occhi è un comportamento richiesto. I contro: trattandosi di condizionamento è un ap-prendimento 'meccanico' e non è direttamente connesso con ciò che io ritengo più impor-tante in un rapporto fra cane e proprietario: la relazione affet-tiva. Si tratta, perciò, di un metodo che può avere una relazione 'fredda' fra cane e proprietario. Inoltre, non vi è dal mio punto di vista un con-cepimento del lavoro di tipo

cooperativo e paritario anche se è meglio così che attraverso l'uso di metodi coercitivi.

RELAZIONE. Un cane può iniziare fin da cucciolo a guar-darvi negli occhi se gli permet-tete un rapporto molto confi-denziale. Non è richiesto alcun-ché, il cane in quanto animale sociale si autogratifica attraver-so qualsiasi azione che rinforza il legame sociale. L'affettività che può essere data al proprio cane è dunque la via più auspi-cabile per costruire il legame sociale. Se ci pensate un cane che vi guarda negli occhi in modo alquanto naturale è sicu-ramente un cane che ha una estrema fiducia in voi. Che vi chiamiate 'leader' o 'partner' poco importa. Magari per lui siete il suo 'fratellone' (se uo-mo) o la sua 'sorellona' (se donna) con cui divertirsi ogni volta che è possibi le. Del resto, se guardiamo i com-portamenti sociali dei cugini selvatici del cane, come lupi, licaoni e dholes, i membri della stessa famiglia spesso si guar-dano negli occhi quando fanno 'relazione' sociale. Le dholes indiane, ad esempio, quando sono libere da questioni di procacciamento alimentare passano la maggior parte del tempo a giocare e non lo fanno sicuramente guardando altrove al di là dello sguardo di chi sta di fronte. Stessa cosa si può dire di lupi e licaoni anche se queste due specie più del gioco utilizzano altri comportamenti per rinforzare i legami sociali (come ad esempio il momento del pasto). Se guardiamo i cani che vivono in condizioni di feralità o randagismo possiamo notare che i membri di una stessa famiglia o gruppo sociale usano spesso lo sguardo fra i tanti comportamenti che servo-

no a rinforzare la relazione. E se guardiamo in ambito do-mestico, cani conviventi non hanno sicuramente abitudini diverse, anzi il primo segno di un contatto sociale è proprio incrociare lo sguardo, guardare negli occhi il proprio conviven-te. Dunque, perché non farlo anche noi con il nostro cane? Poi, il passo da quello che si fa nella quotidianità a questioni di ordine 'lavorativo' (come ad esempio preparare il proprio compagno canino ad affrontare delle competizioni di obedien-ce) non richiederà nulla di artificiale né di complicato da attuare; sarà abbastanza facile trasferire qualcosa che è in uso nella propria normale relazione affettiva in ambito diverso. Io ed i miei cani ci guardiamo spesso negli occhi: se uno di loro sta facendo qualcosa e mi guarda in segno di assenso, se ci stiamo coccolando, se stiamo camminando. E se stiamo 'lavorando'. I pro: lavorare su questo comportamento attra-verso la relazione rinforza la relazione stessa. Contro: nessu-no o forse è un approccio che richiede un po' più di tempo se si prende un cane già adulto, ma necessitare di più tempo in questo caso non è negativo. Per concludere, ciò che io dico sempre è abbiate fiducia nelle capacità mentali e, soprattutto, sociali del vostro cane: lui arri-verà sempre prima di voi lad-dove voi vorreste arrivare.

Giovanni Padrone Educatore cinofilo

Autore dei libri ‘Sussurra al tuo cane’ ‘...E il cane decise di

incontrare l’uomo’

C I N O F I L I S T A N C H I

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P A G I N A 9 V O L U M E 2 , N U M E R O 2

Conosco Luca Felician di fama, sia-mo amici su una nota community ed entrambi condividiamo la passione per i cani. Luca si occupa di cani da molto più tempo di me. In lui ho scoperto una persona disponibile e soprattutto competente. Per questo gli ho chiesto se poteva essere ‘oggetto’ di una intervista per il no-stro magazine e lui ha subito accetta-to. L’intervista stessa è, per me, motivo di forte interesse e di condi-visione della filosofia di fondo che accompagna il lavoro di Luca Feli-cian nella attività agonistica e nel recupero comportamentale dei cani problematici. D. Per chi non ti conosce, puoi fare una breve storia del tuo per-corso formativo cinofilo? R. Davvero difficile farla in poche parole, nella mia vita ci sono sempre stati cani, i miei presero una piccola meticetta quando avevo un anno, mio nonno ha sempre avuto pastori tedeschi, e penso di essere stato un "cagnaro" (in senso buono) fin dai primi giorni di vita. A livello cinofilo la mia formazione arriva prima di tutto dalla strada, nel senso che ho avuto la fortuna di vedere e lavorare con moltissimi cani, prima ancora di frequentare la scuola (Pet Format) e dare gli esami da istruttore. Negli anni ho seguito molti seminari, a-scoltato e visto lavorare professioni-sti, ma direi che i migliori insegnanti che ho avuto sono sempre stati i cani. D. In che cosa consiste il tuo metodo di lavoro coi cani? R. Il mio metodo di lavoro consiste nel non avere un metodo. A mio av-viso la cinofilia di questi ultimi anni si è schematizzata in scuole di pen-siero che poco hanno a che fare con i cani e il lavoro che sta dietro a lo-ro. Non può esistere secondo me un metodo, perché ogni cane è una entità con emozioni, sentimenti e comportamenti unici e un buon is-truttore deve avere un ventaglio di soluzioni da poter utilizzare con o-gni cane. Lavoro principalmente con cani con problemi di comportamen-to (oltre a fare Disc Dog e Ri-cerca) e ogni giorno ti trovi a dover affron-tare cose nuove e stimolanti. Sono i cani che ti dicono come lavorare e se

stai lavorando bene. L'importante è saperli osservare. D. Molti non sanno che da anni lavori con un cane cieco. Breve-mente, potresti dire ai lettori di Cinofili Stanchi in che modo è cambiato il tuo approccio adde-strativo? R. Blues ha notevolmente cambiato il mio modo di approcciarmi ai cani e mi ha aiutato molto a capire quan-to diamo per scontate certe cose. Riuscire ad ottenere i risultati straor-dinari che ho ottenuto con lui non è stato semplice, ho dovuto rimettermi in gioco e scardinare alcuni dogmi che mi ero fatto. Ho lavorato molto col tatto (senso che ora utilizzo mol-tissimo quando lavoro coi cani), cosa che prima praticamente non conside-ravo o addirittura facevo, ma sba-gliando. Lavorare con i cani ciechi non è semplice, non mi reputo un esperto, ma ho fatto un po' di espe-rienza e devo dire che la sensibilità che devi avere con loro per insegnar-gli ad essere indipendenti serve tan-tissimo poi quando ti interfacci con cani vedenti, diventa tutto molto più semplice ed istintivo. D. In genere a che età un cane p u ò i n i z i a r e a d e s s e r e addestrato/istruito seguendo il tuo metodo di lavoro? Con quali metodiche prosegui il lavoro du-rante la crescita da cucciolo ad adulto? Il mio "metodo" si basa molto su un principio fondamentale: far fare al cane il cane.. sembra una banalità ma ad oggi vedo tantissimi cani frustrati e, permettetemi il francesismo, con le palle piene di seduti, terra, resta e via discorrendo.. non sto dicendo che siano sbagliati, ma sto dicendo che io comincio da ben altre cose. Inizio dalle esperienze che faccio fare ad un cane, comincio dalla liber-tà, dal gioco, dalla relazione con me (o col proprietario), se parlo di un cucciolo aspetto prima di impostare qualsiasi comando, obbedienza o costrizione (per me il guinzaglio è una costrizione). Il cane deve avere piacere a fare le cose con me e devo rendergli interessante quello che gli propongo e, all'inizio, gli propongo semplicemente la conoscenza del mondo, insieme. Per tutto il resto ci

sono gli altri anni. Però quegli anni saranno divertenti se impostati bene all'inizio. D. Puoi spiegarci come si svolgo-no le prove di disc dog durante una competizione? R. Il DiscDog si divide in due disci-pline il Freestyle e il Distance. Il Freestyle (fatto con 5 o più dischi - fino a 10 - a seconda le regolamen-to), il più conosciuto e spettacolare, è una sequenza di tricks, evoluzioni, lanci a tempo di musica (per un totale di 90/120 secondi a seconda dei regolamenti). Creo, in sostanza, una coreografia con il mio cane lanciando dischi e presentando tricks. Il Distance, fatto con un disco solo è una disciplina per cui, in un minuto, devi ottenere più punti pos-sibile lanciando il disco in campo gara segnato (in genere da 0 a 50mt) e diviso in zone. più lontana è la zona più alto è il punteggio. E’ una disciplina di precisione e coordinazione con il cane. un buon binomio riesce a fare anche 5 lanci in un minuto in quinta e ultima zona. D. Cosa pensi dell'impiego degli sport cinofili e/o delle altre attivi-tà in ambito di recupero compor-tamentale dei cani? R. Penso sia una cosa da prendere seriamente in considerazione. perso-nalmente lo faccio spessissimo con il discdog (tanto che nel corso istrutto-ri da me tenuto, ho previsto un mo-dulo specifico dell'utilizzo del Di-scDog nel recupero comportamenta-le). Ci sono molte attività che aiuta-no i cani, e lo si fa con il gioco, con la positività e l'allegria. Questo mon-do a volte è troppo serio e spesso sdrammatizzare con un'attività ludica è buona cosa. Se poi riusciamo ad avere le competenze e l'abilità di utilizzare queste attività per aiutare cani con problemi, beh penso non ci sia cosa migliore. Ovvio che poi tutto dipende da che tipo di proble-ma ha il cane, ma alla fine, se comin-ciassimo a metterci un pochino di più ad osservarli troveremmo straor-dinarie attività per aiutarli! D. Cosa consiglieresti a chi adot-ta un cane cieco? Quali possono essere i margini di miglioramento e cosa bisogna evitare?

Oggi vi presentiamo

Luca Felician,

istruttore cinofilo,

atleta di disc dog

insieme ai suoi cani.

La sua particolare

abilità: interagire e

lavorare con un

cane cieco attraverso

il tatto

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Luca Felician: l’uomo dal tocco magico

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P A G I N A 1 0

Luca Felician & Friend

Il carattere e lavoro nel cane corso Il carattere e lavoro nel cane corso Il carattere e lavoro nel cane corso

Luca Felician: l’uomo dal tocco magico R. A chi adotta un cane cieco prima di tutto dico GRANDE!!! Scherzi a parte, non è semplice, ma avrete delle emozioni infini-te e delle soddisfazioni enormi. I margini di miglioramento sono pressoché infiniti. Blues, il mio diversamente vedente, gioca a discdog, con la palla, insegue lepri e cani, va in giro senza guinzaglio, se lo vedete in giro (sembra una battuta!) non direste che è cieco totale! Cosa bisogna evitare? una cosa su tutte: mettere il cane sotto una campana di vetro! proteg-gerlo da tutto e tutti! Non sto dicendo che dovete metterlo in pericolo, ma sicuramente voro consiste nel non avere un me-

todo. A mio avviso la cinofilia di questi ultimi anni si è sche-matizzata in scuole di pensiero che poco hanno a che fare con il cani e il lavoro che sta dietro a loro. Non può esistere secon-do me un metodo perchè ogni cane è un'entità, con emozioni, sentimenti e comportamenti unici e un buon istruttore deve avere un ventaglio di soluzioni da poter utilizzare con il cane. Lavoro principalmente con fargli fare delle esperienze (possibilmente guidate da voi!) fategli tirare una capocciata alla sedia, altrimenti non imparerà mai a gestire lo spazio! fategli fare gli incontri con gli altri cani, altrimenti non imparerà

mai a relazionarsi correttamen-te! non commiseratelo.. i cani tra di loro non lo fanno.. chi siamo noi per doverlo fare? Trattali come cani e vi daranno tutto. Io ogni tanto lo prendo anche in giro e gli dico "occhio a dove vai!" E una cosa su tutte: divertitevi con i vostri cani!!!

Tempra: media Docilità: alta Socialità: alta Possessività: medio - bassa Aggressività: non troppo elevan-te Combattività: non troppo elevate SOGGETTO DA LAVORO O PER FINI DA GUARDIA E DA DIFESA: Temperamento: Vivace Tempra: medio - dura Docilità: corretta Socialità: buona Possessività: alta Aggressività: alta Combattività: alta Vigilanza: altissima Curiosità: elevata I tests caratteriali sono stati di-verse volte trattati da autori meritevoli in cinofilia come Al-quati e Scanziani ,che hanno avuto il merito d’ aggiornare e modernizzare gli studi dei co-niugi Menzel. Nel campo dell’ etologia e della psicologia cani-na i passi avanti ci sono stati e non sarebbe certo una cattiva idea quella di utilizzarli per incominciare a trovare nuove

applicazioni che possano mi-gliorare dal punto di vista zoo-tecnico gli aspetti caratteriali dei soggetti. Negli Stati Uniti come anche in Cecoslovacchia (anni 60) hanno incominciato ad occuparsi di tests caratteriali per la valutazione del quoziente intellettivo (Q.I.) del cane adul-to , portando numerose infor-mazioni per quanto riguarda i tipi d’intelligenza (addestrativa,

comunicativa, sociale,ecc.), aiu-tando cosi molti allevatori a selezionare meglio le proprie linee di sangue e gli addestratori ad approcciarsi in modo più scientifico con ogni singolo individuo. I tests caratteriali non devono esser visti solo come spunto di selezione , ma anche come un modo scientifi-co e tecnico per aiutare i pro-prietari di cani a tracciare trami-te i tests una “mappa psicologi-ca” del loro soggetto permet-tendo loro di valutare le poten-zialità del soggetto per poter correggere e/o potenziare le sue doti caratteriali, permetten-do cosi d’ avere un sano rap-porto uomo/animale. La Socie-

di Marcello Messina - I tests caratteriali dedicati ai cani non sono una materia così recente, come si potrebbe far credere. Già nel 1935 i coniugi Menzel presentarono al Congresso Cino-logico Mondiale di Francoforte una loro proposta di test caratte-riale da applicare ai cani basando-si su loro studi in psicologia canina. Dopo qualche anno si iniziò a valutare le diverse com-ponenti caratteriali dei cani ( impulsi, docilità, mordacità, tempra,etc) e in base ai risultati dei test si incominciò a disegnare una mappa caratteriale per ogni singolo utilizzo del cane. Ad esempio:

SOGGETTO PER COMPA-GNIA: Temperamento: Vivace ma non troppo Tempra: media Docilità: altissima Socialità: altissima Possessività: media-bassa Aggressività: medio - basse Combattività: medio - basse SOGGETTO DA ESPOSIZIO-NE: Temperamento: Vivace

Danila All. Scudo

di Talos

C I N O F I L I S T A N C H I

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Consiglio Direttivo del 4.8.2010 su parere conforme della Commissione Tecnica Centrale del 30.9.2009 in vigore dal 15 ottobre 2010. Art. 1 - PRINCIPI E FINALITÀ Il CAE-1 è un test di controllo

dell’affidabilità e dell’equilibrio psi-chico dei cani nonché della capacità di controllo da parte del conduttore. Le condizioni di vita del cane sono estremamente cambiate con il feno-meno dell’urbanizzazione. In parti-colare i cani si trovano a confrontar-si con numerosi stimoli ambientali nelle città e lo spazio per soddisfare liberamente le loro necessità di movimento è sempre più limitato. Se da un lato bisogna soddisfare le necessità dei cani offrendo loro condizioni di vita appropriate alla loro natura, dall’altro lato l’ambiente urbano richiede un corrispondente impegno da parte dei proprietari responsabili della loro convivenza con gli esseri umani. L’ENCI, anche attraverso i Gruppi Cinofili e le Associazioni Specializzate riconosciute, promuove percorsi formativi per proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione al fine di svolgere un importante compito sociale di supporto ai proprietari dei cani e di garanzia per i tutti i cittadini. Il CAE-1 è un test che mira a certifi-care un cane socialmente affidabile e senza problematiche di comporta-mento prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana. A tal fine più persone possono sostenere il test del CAE-1 con lo stesso cane, in quanto un sog-getto può avere comportamenti diver-si a seconda del conduttore. Art. 2 - NORME GENERALI Il presente regolamento stabilisce le

norme che disciplinano il test CAE-1. Gli esercizi per la verifica del

CAE-1 dovranno essere effettuati in un ambiente sufficientemente ampio (es. parco, campo sportivo, piazza), anche nell’ambito di altre manifesta-zioni autorizzate dall’ENCI. La verifica dell’idoneità del luogo è affidata agli esperti giudici ENCI in base alle previsioni di cui all’articolo 4. La richiesta di effettuazione del

CAE-1 deve pervenire all’ENCI

almeno tre mesi prima della data di svolgimento. L’ENCI può autoriz-zare il test senza vincoli di distanze minime chilometriche e concomi-tanze con altre manifestazioni EN-CI, provvedendo a comunicare al comitato organizzatore la concessio-

ne del CAE-1. Al superamento del test, da parte del binomio cane-conduttore, è previsto il rilascio di un tesserino di riconoscimento (patentino) riferito ad ogni binomio. Poiché un cane può partecipare a più test con differenti conduttori, lo stesso soggetto può avere più paten-tini che ne riconoscano la conduzio-ne certificata. La quota di iscrizione

dei binomi al CAE-1 è determinata dall’ENCI con delibera del Consi-glio Direttivo. Art. 3 – ISCRIZIONE L’iscrizione è l’atto scritto necessario per ammettere un cane a partecipare al test. Nessun cane può essere am-messo se non possiede il microchip identificativo e se sprovvisto della dichiarazione di avvenuta iscrizione all’anagrafe canina. Deve essere in regola con le normative sanitarie ed avere un’età minima di 15 mesi. Pos-sono partecipare al test anche cani non iscritti al Libro genealogico del cane di razza. La scheda di iscrizio-

ne di un binomio al CAE-1 deve pervenire al comitato organizzatore entro i termini da questo prefissati e deve contenere necessariamente i seguenti dati: 1. nome del cane 2. numero microchip identificativo; 3. data di nascita del cane 4. razza, per i cani iscritti al Libro genealogico; 5. sesso; 6. nome del conduttore; 7. nome del proprietario; 8. codice fiscale del conduttore; 9. indirizzo del conduttore; 10. e-mail del conduttore; 11. indirizzo del proprietario; 12. e-mail del proprietario; 13. firme del conduttore e del proprie-tario che ne autorizza la conduzione. Il comitato organizzatore dovrà predi-sporre il catalogo dei binomi parteci-panti, con le informazioni di cui so-pra. Sono esclusi dal CAE-1 i cani af-

tà Amatori Cane Corso (unica socie-tà specializzata riconosciuta dall’ ENCI) ha dimostrato sempre una spiccata sensibilità riguardo alla valutazione caratteriale dei sogget-ti ,adottando come mezzo di valuta-zione inizialmente il CAL1 e succes-sivamente ed attualmente il CAL2. COS’E’ IL CAL 2 Il Cal 2 ( CERTIFICATO DI ATTI-TUDINE AL LAVORO N° 2) ha la funzione di testare la domesticità, la socievolezza la sensibilità nervosa, la tempra del cane e l’ istinto predato-rio. E’ una prova fondamentale per verificare le doti naturali del cane senza che venga fatta una vera e propria preparazione agonistica come richiesto per altre prove di lavoro (vedi ipo,sch). Il CAL 2 è quindi un test per la valutare delle qualità genetiche del cane ,pertanto è di fondamentale importanza che i riproduttori superino questa prova al fine di verificarne le loro doti caratteriali,per poter permettere d’ inserire in riproduzione soggetti non solo belli e sani ma anche caratterial-mente validi. L’ ENCI (Ente Nazio-nale della Cinofilia Italiana) ha deli-berato l’ 01.07. 2006. l’ obbligo del CAL2 per l’omologazione del titolo di Campione Italiano di Bellezza e di Campione Sociale. IL CANE CORSO OGGI Tutti gli amanti della razza, devono considerare che oggi il cane non vive più nelle masserie ma in società , pertanto dobbiamo incominciare a selezionare non solo cani con doti caratteriali da difesa ma anche con spiccate doti d’ affidabilità ed equili-brio nel contesto sociale in cui ci troviamo. Per tanto l’ ENCI ha studiato CAE -1, test che mira a certificare un cane socialmente affi-dabile e senza problematiche di comportamento prendendo in con-

siderazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana. REGOLAMENTO CAE-1 CAE-1 Test di Controllo dell’Affidabilità e dell’Equilibrio Psichico per Cani e Padroni Buoni Cittadini approvato dal

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Expo Nazionale C.A.C.

di Ostiglia (MN)

11 aprile 2011

Marcello Messina

con Kurt

fetti da malattie della pelle e da ogni altra malattia contagiosa, le femmine chiaramente in lattazio-ne. Possono partecipare le fem-mine in calore, ma devono esse-re poste, nell’ordine di parten-za, alla fine dell’esame. Tutti i binomi dovranno effettuare il test completo in un solo gior-no. Art. 4 – ESAMINATORI Il CAE-1 è giudicato dagli esperti giudici ENCI di prove di utilità e difesa, agility, mondioring, prote-zione civile e obedience. E’ com-pito del comitato organizzatore comunicare all’ENCI la proposta di giuria, che provvederà alla ratifica. Ogni esperto giudice può valutare al massimo 40 binomi nel corso di una giornata. Qualo-ra il numero di binomi iscritti fosse superiore, il comitato orga-nizzatore dovrà richiedere all’ENCI l’autorizzazione per un numero sufficiente di giudi-ci. La valutazione espressa dall’esperto giudice per il rila-scio o meno del patentino è insindacabile. Il binomio potrà ripresentarsi a sostenere il test. Art. 5 - DESCRIZIONE DEL TEST (fase preliminare di indif-ferenza). Il cane deve essere presentato dal conduttore muni-to di collare e guinzaglio che non possano procurare alcuna soffe-renza all’animale. L’esperto giudi-ce deve verificare l’effettiva corri-spondenza del binomio, prima dell’inizio del test. I cani, dunque, devono essere sottoposti ad un primo controllo base di indiffe-renza da effettuarsi attraverso il semplice controllo del microchip identificativo inocu-lato con quello riportato nel catalogo. Il controllo di indiffe-renza (un cane non può essere eccessivamente timoroso o aggressivo) continua comunque durante tutta la durata del test e può determinare l’esclusione dallo stesso. Anche i cani che hanno superato il primo con-trollo base di indifferenza (lettura codice microchip) ma che dimostrano difetti compor-tamentali durante il test devono

essere immediatamente esclusi dall’esperto giudice e non supe-reranno il test. Art. 6 - ESERCIZI Esercizio n. 1 Su indicazione dell’esperto giudi-ce il conduttore impartisce un comando di arresto al cane, trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri. Si allontana di alcuni passi. Su indicazione dell’esperto giudice passano nei pressi del cane alcuni operatori (non più di due per volta) a di-verse andature: camminando tranquillamente e con una camminata spedita. Valutazioni. Il soggetto deve rimanere approssimativamente nell’area indicata dal conduttore anche in presenza degli stimoli. E’ consentito al conduttore im-partire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo nell’area prefissata. Non può superare la prova il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagi-sce con eccessivo timore o ag-gressività al passaggio degli ope-ratori. Esercizio n. 2 Il soggetto è trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un operatore in bicicletta passa nel campo visi-vo del cane. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestar-lo se tende ad inseguire la bici-cletta. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con ecces-sivo timore o aggressività al passaggio della bicicletta. Esercizio n. 3 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un cane di sesso opposto a quello testato viene immesso nell’area di test, tenu-to al guinzaglio da un operato-re. Valutazioni. E’ consentito al

conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestar-lo se tende ad avvicinare l’altro cane. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con ecces-sivo timore o aggressività alla presenza dell’altro cane. Esercizio n. 4 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore spinge un passeggino nel campo visivo del cane. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestar-lo se tende ad avvicinarsi al pas-seggino. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con ec-cessivo timore o aggressività al passaggio del passeggino. Esercizio n. 5 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore corre (jogger) nel campo visivo del cane passando-gli vicino. Valutazioni. E’ consentito al conduttore impartire ordini sia verbali che gestuali al cane per mantenerlo vicino o per arrestar-lo se tende ad inseguire l’operatore. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio dell’operatore. Esercizio n. 6 Terminati gli esercizi, il condut-tore con il cane di fronte all’esperto giudice, dovrà dimo-strare di essere in grado di mani-polare ed accudire il cane (ispezionare le zampe ed i testi-coli, mostrarne la dentatura, spazzolarlo o rimuovere corpi estranei). Valutazioni. Il soggetto dovrà rimanere tranquillo durante la manipolazione. del conduttore. È

Emma All. Scudo

di Talos

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cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività all’arrivo od al saluto dell’operatore. Esercizio n. 10 Un operatore si avvicina con fare inoffensivo al binomio con un om-brello chiuso, picchiettandolo sul terreno. Giunto vicino al binomio apre l’ombrello con naturalezza e poi si allontana. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimane-re tranquillo, o facilmente controllabi-le, all’arrivo dell’operatore ed all’apertura dell’ombrello. E’ consenti-to al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività. Superamento del test Per ogni esercizio possono essere assegnati fino a 10 punti per un totale di 100. Il punteggio minimo per il superamento del CAE-1 è di almeno il 50% in ciascuno esercizio ed il 70% del totale dei punti disponibili. In ogni caso l’esperto giudice dovrà interrom-pere il test se il cane si dimostra peri-coloso o fuori controllo. (Fonte del Regolamento: www.enci.it) COMMENTO RIGUARDO IL CAE-1 Sono pienamente convinto che l’ obiettivo sia un primo passo verso la rivalutazione del rapporto tra l’uomo e il cane nella società moderna. Il CAE-1, è un test che inizierà a mette-re dei freni a sedicenti brevetti privati organizzati da singoli individui e da associazioni non riconosciute dal Ministero che vedono nel brevetto solo uno scopo di lucro e non tanto una promozione del concetto di pro-prietà responsabile. Solo i proprietari che si dimostrano in grado di gestire correttamente il loro cane nelle più svariate situazioni quotidiane e solo i cani affidabili e realmente ben edu-cati otterranno il brevetto ,sperando cosi di incominciare a non vedere più sia in expo,che per strada cani non gestibili e proprietari totalmente incapaci di saper gestire il proprio animale. Credo che sia realmente il

primo test caratteriale dell’ E.N.C.I.

che valuta il binomio Uomo-Cane nel contesto sociale, ovvero la capa-cità del proprietario di relazionarsi in maniera corretta con il proprio fedele compagno, dimostrando di saperlo gestire, nei diversi momenti della giornata. Iniziando a valorizza-re ed a dare un importanza anche zootecnica alla relazione con il no-stro amico, sperando d’ iniziare ad avere anche un accreditamento della figura del cane agli occhi della socie-tà moderna.

RINGRAZIAMENTI Io credo che sia di fondamentale importanza ringraziare il Club di Raz-za che sta dimostrando vivo interesse nei confronti del Cane Corso. Vorrei anche ringraziare il Sig.Danilo Giorgio che già nel 1998 facendo un punto sulla razza, ci consigliò lavorare su precisi “binari tecnici” per la sele-zione della razza (salute—carattere -morfologia) ,proponendo il controllo dei riproduttori anche da un punto di vista caratteriale. Infine vorrei ringraziare: Dott. F. Bruno, Sig.V. Indiveri, Dott. P. Breder, Sig. G. Sereni, Sig. S. Gandolfi, i fratelli Malavasi, Prof. M. Agio-lillo, ed i giudici Morsiani, Van-doni, Perricone (spero di non aver dimenticato nessuno) per aver lavorato in modo laborioso verso il recuperato di una delle razze più amate sia in Italia che all’ estero. Grazie a loro possia-mo vantarci d’ avere fra le no-stre razze autoctone uno dei molossoidi più versatili,che non mancherà occasione parlarvene in un mio prossimo articolo su canicorsomagazine e qui su Ci-nofili Stanchi.

MARCELLO MESSINA Allevatore ‘Scudo di Talos’

Boxer e Cani Corso

consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tran-quillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rima-nere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività alle manipolazioni. Esercizio n. 7 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, più operatori (2-4) incrociano il binomio da direzioni diverse. Almeno un operatore deve sfiorare il cane in maniera casuale, ed almeno una delle persone deve avere un abbigliamento inusuale (cappello a larghe tese, mantello, ecc.). Valutazioni. Il soggetto dovrà rimane-re tranquillo, o facilmente controllabi-le, al passaggio degli operatori o di eventuali altri passanti. E’ consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rimanere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o aggressività al passaggio degli estranei. Esercizio n. 8 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, un operatore che si era precedentemente posizionato su una panchina, o analogo sedile, lungo il tragitto con un giornale aperto, chiude rumorosamente il giornale, si alza e procede a passo veloce in dire-zione del binomio, incrociandolo perpendicolarmente. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimane-re tranquillo, o facilmente controllabi-le, al passaggio dell’operatore. E’ consentito al conduttore impartire ordini al cane per mantenerlo tran-quillo. Non può superare il test il soggetto che non è in grado di rima-nere sotto controllo del conduttore o reagisce con eccessivo timore o

aggressività al passaggio dell’ope-ratore. Esercizio n. 9 Un operatore, su indicazioni dell’esperto giudice, si avvicina fron-talmente al binomio, rivolge alcune parole al cane e stende il braccio per stringere la mano al conduttore. Valutazioni. Il soggetto dovrà rimane-re tranquillo, o facilmente controllabi-le, all’arrivo dell’operatore. E’ consen-tito al conduttore impartire ordini al

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