Cinofili Stanchi - Novembre 2012

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il futuro. Di certo se sarete ancora così numerosi come col primo numero avremo la moti- vazione per proseguire in questa nostra esperienza editoriale. Vi chiediamo soltanto di diffon- dere questo giornale presso i vostri amici cinofili in modo da avere un maggior seguito di utenti che possano usufruire del nostro servizio online. Ribadiamo, ancora una volta che il magazine è scaricabile gratuita- mente e noi non chiediamo altro che un minimo senso di riconoscenza nei confronti di chi cerca di diffondere una corretta cultura cinofila. Altro non ci resta che augurarvi una buona lettura con questo nuovo numero del mese di no- vembre 2012 di CINOFILI STANCHI.. Vogliamo ringraziare tutti colo- ro che grazie alla distribuzione sul social network Facebook hanno letto il nostro primo numero di ‘Cinofili stanchi’ ed hanno compreso le nostre in- tenzioni, nonostante qualcuno abbia paventato secondi fini. Certo, un secondo fine c’è: diffondere una corretta cultura cinofila e BASTA. Il tutto gratui- tamente. Tornando a chi ci ha letto, gra- zie perché siete stati davvero numerosi (ci avete dato 959 Mi piace ed avete scaricato 3292 volte il magazine) e questo ci incoraggia nel proseguire il no- stro obiettivo di diffusione dell’informazione scientifica nel mondo cinofilo italiano. Per tale ragione, dal prossimo numero allargheremo la collaborazione ad altri professionisti che ci forniranno i loro punti di vista su vari argomenti che riguarda- no i nostri amati amici a 4 zam- pe. Di conseguenza aumenteran- no anche le pagine di questo magazine informatico in modo da dare spazio a tutti coloro i quali vorranno fornirci la loro collaborazione. Speriamo, per- ciò, di avere portato una ventata di freschezza ed innovazione e di riuscire a portarla avanti per Per trovare un primo docu- mento storico in cui si parla di cani e selezione dobbiamo risalire al quarto secolo a.C., l’epoca in cui ad Atene nella antica Grecia visse Senofonte, un aristocratico ateniese allievo di Prodico, Isocrate e Socrate; famosa è la sua biografia di Alessandro il Grande e il suo trattato sull’arte equestre. Fra i vari testi scritti ve ne è uno intitolato Il Cinegetico (Κυνηγετικς), in cui egli tratta dell’arte di cacciare con i cani. Espressamente indica alcune tipologie di cani presenti all’epoca nell’antica Grecia, del modo in cui devono es-sere selezionati e come addestrare alla caccia quelli idonei a que- sta attività. Al terzo capitolo scrive di due cani, il Castoriano (in quanto selezionato da Castore) ed il Volpinoide disceso parte dal cane e parte dalla volpe mentre al nono capitolo parla dei cani ‘indiani’ più grandi, veloci e coraggiosi degli altri utilizzati per la caccia al cervo e al decimo accenna alle varietà che servono al cac- ciatore per la caccia al cinghia- le: cani indiani, cretesi, laconia- ni e locresi. Il termine Casto- riano per molti è probabilmen- te riferito ad un cane di taglia media simile al basenji che oggi ritroviamo a Creta (Kρητικός Iχνηλάτης), un cane con una storia di almeno 4.000 anni che può essere l’antenato di altre razze presenti nel Me- diterraneo, come il nostro Cirneco o il cane di Ibiza. Pe- rò, come si è visto Senofonte parla anche di cani cretesi, per cui probabilmente il cane di Cani del Botswana Un grazie a tutti! SOMMARIO: I cani dell’antica Grecia 1 Cani al cinema 2 Intervista a Gessica Degl’Innocenti 3 C’è posta per Fido 4 Protostoria e storia del collare 4 Dizionario dei termini tecnici e scientifici 5 Alle prime luci dell’alba (Remi- nescenze di Pro- tezione Civile) 6 Origini delle raz- ze canine giappo- nesi 7 Eventi cinofili dei Cinofili Stanchi 8 Primati, canidi e co-evoluzione 9 La storia del Rot- tweiler 2 Se n’è andato in punta di zampe 10 Cani ed apprendi- mento sociale 11 I cani dell’antica Grecia (segue a pag. 3) CINOFILI STANCHI 01 NOVEMBRE 2012 VOLUME 1, NUMERO 2 1

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Mensile di informazione cinofila - nov. 2012

Transcript of Cinofili Stanchi - Novembre 2012

  • il futuro. Di certo se sarete ancora cos numerosi come col primo numero avremo la moti-vazione per proseguire in questa nostra esperienza editoriale.

    Vi chiediamo soltanto di diffon-dere questo giornale presso i vostri amici cinofili in modo da avere un maggior seguito di utenti che possano usufruire del nostro servizio online.

    Ribadiamo, ancora una volta che il magazine scaricabile gratuita-mente e noi non chiediamo altro che un minimo senso di riconoscenza nei confronti di chi cerca di diffondere una corretta cultura cinofila.

    Altro non ci resta che augurarvi una buona lettura con questo nuovo numero del mese di no-vembre 2012 di CINOFILI STANCHI..

    Vogliamo ringraziare tutti colo-ro che grazie alla distribuzione sul social network Facebook hanno letto il nostro primo numero di Cinofili stanchi ed hanno compreso le nostre in-tenzioni, nonostante qualcuno abbia paventato secondi fini. Certo, un secondo fine c: diffondere una corretta cultura cinofila e BASTA. Il tutto gratui-tamente.

    Tornando a chi ci ha letto, gra-zie perch siete stati davvero numerosi (ci avete dato 959 Mi piace ed avete scaricato 3292 volte il magazine) e questo ci incoraggia nel proseguire il no-stro obiettivo di diffusione dellinformazione scientifica nel mondo cinofilo italiano. Per tale ragione, dal prossimo numero allargheremo la collaborazione ad altri professionisti che ci

    forniranno i loro punti di vista su vari argomenti che riguarda-no i nostri amati amici a 4 zam-pe. Di conseguenza aumenteran-

    no anche le pagine di questo magazine informatico in modo da dare spazio a tutti coloro i quali vorranno fornirci la loro collaborazione. Speriamo, per-ci, di avere portato una ventata di freschezza ed innovazione e di riuscire a portarla avanti per

    Per trovare un primo docu-mento storico in cui si parla di cani e selezione dobbiamo risalire al quarto secolo a.C., lepoca in cui ad Atene nella antica Grecia visse Senofonte, un aristocratico ateniese allievo di Prodico, Isocrate e Socrate; famosa la sua biografia di Alessandro il Grande e il suo trattato sullarte equestre. Fra i vari testi scritti ve ne uno intitolato Il Cinegetico (), in cui egli tratta dellarte di cacciare con i cani. Espressamente indica alcune

    tipologie di cani presenti allepoca nellantica Grecia, del modo in cui devono es-sere selezionati e come addestrare alla caccia quelli idonei a que-sta attivit. Al terzo capitolo scrive di due cani, il Castoriano (in quanto selezionato da Castore) ed il Volpinoide disceso parte dal cane e parte dalla volpe mentre al nono capitolo parla dei cani indiani pi grandi, veloci e coraggiosi degli altri utilizzati per la caccia al cervo e al decimo accenna alle variet che servono al cac-

    ciatore per la caccia al cinghia-le: cani indiani, cretesi, laconia-ni e locresi. Il termine Casto-riano per molti probabilmen-te riferito ad un cane di taglia media simile al basenji che oggi ritroviamo a Creta (K I), un cane con una storia di almeno 4.000 anni che pu essere lantenato di altre razze presenti nel Me-diterraneo, come il nostro Cirneco o il cane di Ibiza. Pe-r, come si visto Senofonte parla anche di cani cretesi, per cui probabilmente il cane di

    Cani del Botswana

    Un grazie a tutti! S O M M A R I O : I cani dellantica Grecia

    1

    Cani al cinema 2 Intervista a Gessica DeglInnocenti

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    C posta per Fido

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    Protostoria e storia del collare

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    Dizionario dei termini tecnici e scientifici

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    Alle prime luci dellalba (Remi-nescenze di Pro-tezione Civile)

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    Origini delle raz-ze canine giappo-nesi

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    Eventi cinofili dei Cinofili Stanchi

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    Primati, canidi e co-evoluzione

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    La storia del Rot-tweiler

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    Se n andato in punta di zampe

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    Cani ed apprendi-mento sociale

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    I cani dellantica Grecia (segue a pag. 3)

    C I N O F I L I S T A N C H I

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  • P A G I N A 2

    Il suo nome deriva

    dalla citt tedesca di

    Rottweil nel

    Wurtemberg che

    fin dai tempi

    dell'occupazione

    romana ebbe intensi

    traffici commerciali di

    bestiame con il

    cantone di Argovia

    (Svizzera), poich in

    quella citt si svolgeva

    un importante

    mercato del

    bestiame.

    Nilo di Albascura

    Cani al Cinema: Finalmente arriva Kalle

    La storia del Rottweiler Fino ad alcuni anni fa la maggior parte degli studiosi riteneva che tutti i Molossi discendessero dal Mastino del Tibet che ne era considerato il progenitore. Que-sta tesi alla luce dei nuovi ritro-vamenti archeologici e nuove metodologie d'indagine sta per-dendo credito, poich in quella regione non sono stati rinvenuti reperti e immagini che docu-mentino l'esistenza di un cane simile. Dopo questa prefazione, vengo a descrivere un po di storia della razza da me Allevata e precisamente il ROTTWEI-LER. Il suo nome deriva dalla citt tedesca di Rottweil nel Wurtemberg che fin dai tempi dell'occupazione romana ha avuto intensi traffici commercia-li di bestiame con il cantone di Argovia (Svizzera), poich in quella citt si svolgeva un im-portante mercato del bestiame. Per secoli gli allevatori di bestia-me che accompagnavano le mandrie per essere vendute si servirono di cani di grossa mole poderosi e coraggiosi che aiuta-vano i mandriani-mercanti nella guida e nella guardia delle man-drie e, una volta venduti i capi al mercato, proteggevano il ricavo (danaro) nel viaggio di ritorno lungo le strade infestate dai briganti. Tanta era la fiducia che questi mercanti riponevano nei loro cani che usavano legare al loro collo una borsa di pelle contenente il denaro ricavato dalla vendita dei capi di bestia-me al fine di metterlo al sicuro. Quei cani bovari erano discen-denti dei Molossi che i Celti, gli

    Alani, gli Unni ed i Romani introdussero in tutta lEuropa Centrale e che sono i progenito-ri dei cani bovari Svizzeri a loro volta antenati del nostro Rot-tweiler. Il cinologo tedesco Strebel ritiene che la razza di-scenda dal bovaro bavarese a sua volta imparentato con il bullenbeisser, ma di quest'ultimo non v' alcuna traccia o notizia. Odiernamente possibile trova-re punti in comune tra il Rot-tweiler e altre razze Svizzere quali: il Bovaro del Bernese, il Grande Bovaro Svizzero e il Bovaro dell'Appenzell. La co-struzione simile ed anche i colori del mantello si assomiglia-no, se si eccettua il bianco ,che nei bovari svizzeri richiesto mentre nel Rottweiler no (lo era fino a qualche decennio fa, come confermano testi pubbli-cati tra il 1949 e il 1965). Il Rottweiler era conosciuto nel l antichit come "Pa-cker" (morditore), definizione che sottolinea la forza della presa mascellare e con quello di "Metzgerhunde" (cane del ma-cellaio), per indicare il suo im-piego. Il Rottweiler stato an-che utilizzato come cane da traino (vista la sua notevole forza) dei carretti che portavano il latte o altre merci dei venditori ambulanti. Allevata nel Sud della Germania grazie alle sue straor-dinarie doti, la razza giunta intatta fino alla fine del 1800, quando divenne obbligatorio trasportare bestiame non pi sulle strade ma su rotaia. Questo rese inutile il servizio svolto dal

    nostro cane per secoli e port il Rottweiler quasi all'estinzione. Fu solo grazie alle loro doti di guardiani e difensori che permi-se a pochi di loro di essere salva-ti da una fine certa. Alla fine del XIX secolo alcuni cinofili e appassionati iniziarono la sele-zione che ha portato alla razza odierna. Il Rottweiler oggi un cane da guardia, difesa, compa-gnia e per le sue doti viene im-piegato in molteplici attivit sportive (agility, obedience, utilit e difesa) e non (protezione civile, polizia). Non un cane per tutti e deve essere gestito da persone con esperien-ze passate con cani e/o che sappia imporsi (con delle regole) ma senza modi bruschi. Ad oggi il Rottweiler uno tra i cani pi equilibrati del panorama canino. Roberto Mannu - Allevatore Riconosciuto E.N.C.I. - F.C.I. e c o n A f f i s s o D I ALBASCURA - Iscritto al Registro degli Addestratori Cinofili Sezione 1 Cani da Utili-t.

    un giornalista mentre Pia Andresen, la mamma, un agente di polizia che dopo alcune vicissitudini riesce ad inserire Kalle nella sua squa-dra come cane investigatore. Della famiglia fanno parte anche un figlio ed una figlia umani. Fra vicende serie e comiche, il piccolo cane riesce a dare

    Questo intelligente e bravo Parson Russell Terrier la star esclusiva della s e r i e co m ic o /poliziesca che la rete tedesca ZDF manda

    in onda dal lontano 2006. Kalle fa parte di una famiglia un po particolare: infatti Stefan Andresen, il pap

    una zampa alla squadra di cui fa parte nel catturare ladri, assassini ed altri malfattori. Traspare la bravura dello addestratore che ha saputo rendere Kalle un buon cane da scena cinematografica.

    Giovanni Padrone Educatore cinofilo ACCSC

    Kalle, intelligente

    ed acuto investigatore della Polizia

    tedesca

    C I N O F I L I S T A N C H I

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  • I cani dellantica Grecia (dalla prima pagina) P A G I N A 3 V O L U M E 1 , N U M E R O 2

    Castore era un incrocio fra cane cretese ed unaltra razza come altri pensano. Riguardo al cane volpinoide, probabilmente Se-nofonte si riferiva allAlopekis, razza canina di piccola taglia originaria di Tessalonika (Grecia) con aspetto simile alla volpe (come del resto tutti i volpini). Anche questa una razza molto antica, presente da almeno 3.000 anni nel territorio greco. I cani indiani probabilmente erano dei molossi di grande taglia

    di cui parlano altri filosofi e stu-diosi dellAntica Grecia prima e dopo Senofonte. Ad esempio, Ctesia di Cnido, diplomatico e storico contemporaneo di Seno-fonte, descrive questi cani come animali molto grandi che attacca-no i leoni. Probabile che questi cani fossero dei grossi mastini.

    Giovanni Padrone Educatore cinofilo ACCSC

    CANINO STESSO LAVORO O SI OFFRONO SERVIZI DIVERSI? Ogni figura professionale ha le sue metodologie, ma credo che le finalit siano le stesse: aiutare i cani ed i padroni ad instaurare un'amicizia sana e duratura. Ovviamente i servizi offerti possono essere diversi, vista la difformit di professionalit ma credo, e spero, che questo possa esser presto una risorsa e non un limite, un modo per collaborare a stretto contatto per il fine comune. 5) COMPORTAMENTISTA E PSICO-LOGO CANINO SONO SINONIMI O ATTIVITA' LAVORATIVE DIF-FERENTI? Se per comportamentalista si intende il veterinario ovvio che le due figure professionali non possono e non devo-no essere sinonimi! Lo psicologo non ha competenze mediche, "solo" una figura sanitaria; il suo intervento sar mirato alla "coppia" e in particolare alla parte umana, si occuper dei proprietari, ma certo non si interesser del benessere fisico del cane, ma di quello psicologico, passando dall'educazione del proprieta-rio stesso. 6) COME SI RICONOSCE E SI TRO-VA UN BRAVO PSICOLOGO CANI-NO? A parte chiedere agli albi professionali oggi, ci sono molti gruppi di professioni-sti che si occupano di comportamento animale ( cani, cavalli, roditori, ecc.) e di divulgazione. Leggere pubblicazioni del professionista e diffidare di stravaganti "personaggi" quali ad es. i dog-counseling o dog-coach, dove la prepa-razione non proprio limpida. Quando si parla di professioni riconosciute, si deve essere in presenza di tutti i requisiti che lo Stato richiede. 7) COME SI SVOLGONO UN PER-CORSO TERAPEUTICO ED UNA SEDUTA ? Le sedute iniziali solitamente sono due: la prima a casa del cane con la presen-

    za dei membri della famiglia umana, la seconda al campo (meglio se con la presenza dell'educatore cinofilo con il quale si collabora). Questo perch in contesti cos diversi si ha la possibilit di vedere ed osservare molte delle dinami-che tra cane e proprietario. Importantis-simo in questa fase sar il colloquio clinico con i proprietari, dal quale poi si programmer l'intervento, collaborando anche con le altre figure professionali. 8) MOLTO SPESSO LA PRIMA DO-MANDA CHE UN POTENZIALE CLIENTE FA: COSTI, MODALITA' DI PAGAMENTO E DURATA DI UN PERCORSO TERAPEUTICO? Come ogni professione sanitaria, anche la nostra ha un tariffario e le sedute sono ovviamente soggette a fattura esente IVA. Ad oggi gli ordini hanno annullato i tetti minimi e massimi dei costi, quindi tutto calibrato sull'intervento, tenendo conto dei tempi e delle modalit dell'in-tervento stesso. 9) UNO PSICOLOGO CANINO PRINCIPALMENTE LAVORA A DOMICILIO O PRESSO UNA STRUTTURA? FA LEZIONI SINGO-LE E COLLETTIVE? QUANDO E PERCHE'? Come dicevo prima, i primi incontri si fanno a domicilio, poi molto dipende dal problema che viene trattato, solitamente per si cerca di mettere i proprietari in contesti diversi, cos da poterli portare alla scoperta delle risorse a cui possono attingere per far fronte alle richieste del cane. L'approccio sempre questo: guidare gli umani per comprendere l'esigenze canine. 10) QUALI LIBRI CONSIGLI AD UN CINOFILO CHE VUOLE AVVICI-NARSI AL TUO LAVORO? Tutti i libri scritti da psicologi sul com-portamento canino vanno bene; im-portante che sia uno psicologo l'autore proprio perch solo cos si pone l'accen-to sul lavoro che deve fare il proprieta-

    1) CHI E' LO PSICOLOGO CANINO E DI COSA SI OCCUPA? Come dice la dicitura stessa, lo psicologo canino uno psicologo, iscritto all'albo, che ha una formazione nell'ambito della psicologia animale e comparata, ha approfondite nozioni etologiche e si occupa in principal modo della relazione uomo-cane, unendo quindi le competen-ze in psicologia animale con quelle di psicologia umana. gli ambiti d'intervento sono molti, dal sostegno ai proprietari di cane agli interventi di terapie assistite con ausilio di animale, la cos detta Pet-therapy. 2) COME SI DIVENTA PSICOLOGO CANINO? Per diventare psicologo canino innanzi-tutto, si deve completare il quinquennio di psicologia, avendo cura di inserire nel piano di studi materie come: etologia, psicologia animale e comparata, psicolo-gia sperimentale etc.; in seguito, sar indispensabile proseguire con il tirocinio in un ambito adeguato, per poi arrivare all'abilitazione. La teoria importante, ma ovviamente non basta: bisogna frequentare campi d'addestramento, cos come canili rifugio altrettanto impor-tante. 3) LE LEGGI ITALIANE COME RICONOSCONO E TUTELANO TALE FIGURA? le leggi italiane ad oggi tutelano la figura dello psicolgo, ma ancora non c' una legislazione univoca in campo n in campo di pet-therapy n di psicologia animale e comparata, sebbene lo stesso codice deontologico, con l'articolo 10 riporti che "Quando le attivit professio-nali hanno come oggetto il comporta-mento degli animali, lo psicologo s'impe-gna a rispettarne la natura ed a evitare loro sofferenze", dimostrando, evidente-mente, come la figura professionale abbia facolt di occuparsi di animali. 4) ADDESTRATORE/ISTRUTTO-RE/EDUCATORE E PSICOLOGO

    Intervista a Gessica DeglInnocenti

    Cretan hound

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    SEGUE A PAG. 8

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    I cani furono spesso

    rappresentati

    nellantichit con

    collare a fascia e

    guinzaglio. Il collare

    a scorrimento e la

    pettorina, invece,

    sono invenzioni degli

    ultimi 150 anni.

    Protostoria e storia del collare

    C posta per Fido (cinofili [email protected]) Ci scrive la Signora Anna da Torino, la quale la-menta alcuni problemi di gestione del cane. Ho preso alcuni mesi fa un cane al canile. I miei grandi problemi sono che non risponde al richiamo e quando pu scappa, arrampicandosi anche al recinto. Cosa mi potete consigliare? Signora Anna, innanzitut-to bisogna dare la moti-vazione al cane per trova-re interessante rimanere a casa. Ad esempio se il

    Suo cane rimane tutto il giorno in giardino senza avere un minimo di inte-razione con Lei, trover modo di fare cose pi interessanti. Il fatto che lui tenda a scappare mi da questa sensazione. Il cane fondamentalmen-te fugge per tre ragioni: 1 noia: nessuno gli da attenzione e lo stimola a sufficienza; 2 incapacit del pro-prietario a rendersi inte-ressante ed a comu-

    nicare; 3 femmine in calore. In tutti e tre i casi si deve iniziare ad instaurare un chiaro rapporto di comu-nicazione ed interazione, in modo tale da rendere interessante la presenza del partner umano rispet-to a qualsiasi altra distra-zione esterna. Credo pro-prio sia il caso di rivolger-si ad un educatore cinofi-lo.

    Giovanni Padrone A.C.C.S.C. Ravenna

    dio Evo a protezione dei cani che dovevano fare la guardia alle greggi ed alle mandrie, mentre la Nobilt inizia a decorare i propri cani con collari fabbricati in me-talli pregiati e pietre preziose. Con il diffondersi della classe media in Europa il cane non pi ad ap-pannaggio di pochi e ritorna il collare in cuoio perch a prezzi pi accessibili. Nel 16.mo secolo nasce il collare con chiusura a lucchetto. Da quellepoca ai giorni nostri poco cambiato se non lintroduzione delle fibre sinteti-che e dei materiali plastici nella produzione dei collari. Noto anche come CHOKE COL-LAR (collare a strangolo) o CHO-KE CHAIN (catena a strangolo) il brevetto del primo SLIP COL-LAR (COLLARE A SCORRI-MENTO) risale al 1890 (Ae. F. Nuttall, US patent n. 426137 del 22 apr. 1890, che aveva gi brevet-tato linvenzione in Inghilterra il 9 maggio 1889), anche se era gi usato da alcuni allevatori inglesi fin dalla met del 19.mo secolo. Ne sono state fatte successiva-mente varie versioni fra cui una con punte interne, ma anche una nel 1995 con il chiaro intento di

    non creare in alcun modo danni fisici al cane (Christopher E. Beauchamp, US patent n. 5.456.213 del 10 ott. 1995: collare a scorrimento interrotto o semi-strangolo). Lintento originale era quello di tenere maggiormente sotto controllo il cane, soprattutto se di grossa taglia. Tuttavia un uso sbagliato poteva provocare grossi danni al cane, fino allasfissia e fu per evitare questo che gi nel 1924 venne brevettata da George Huff la prima pettorina (US patent 1.508.601 del 16 set. 1924) e per-fezionata da George W. Philbrick (US patent n. 1.685.435 del 25 set. 1928). E invece del 1984 (US patent n. 4.483.275 del 20 nov. 1984) il brevetto della prima cavezza per cani con il chiaro intento di inse-gnare al cane la condotta al guin-zaglio (so that the trainer, rather than merely polling against the mass of the animal, can turn its head in the direction to which he wishes the animal to move ossia in modo che l'addestra-tore, invece di limitarsi a porsi davanti al corpo dell'animale, pu girare la sua testa nella direzione verso la quale desidera che l'ani-

    Il collare a fascia il mezzo pi antico che gli esseri umani utiliz-zarono per tenere sotto controllo il cane. Gi nelle antiche pitture rupestri di Bhimbethka (13.000 a.f.) e di Akakus (Libia, 12.000 a.f.) sono raffigurati due cani tenuti al guinzaglio e collare dai rispettivi compagni umani. Pi tardi, in epoca storica troviamo i dipinti dellantico Egitto che ritraevano 6000 anni fa dei levrieri al guinzaglio e collare; inoltre nelle tombe egizie sono stati trovati dei collari in cuoio con raffigurazioni pregiate. Circa un migliaio di anni pi tardi gli assiri raffigurarono dei cani di grossa taglia (probabilmente molossoidi) con collari apparentemente di metallo o comunque di materiale rigido. Anche nelle rappresentazioni artistiche dellantica Grecia e di

    Roma vengono spesso disegnati o scolpiti cani con collare; nellantica Roma si iniziano a fab-bricare collari con bor-chie e punte esterne per proteggere il collo dei cani usati nelle battaglie. I collari armati vengo-no usati anche nel Me-

    Bhimbethka 11.000 a.C.

    C I N O F I L I S T A N C H I

    SEGUE A PAG. 5

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  • P A G I N A 5 V O L U M E 1 , N U M E R O 2

    male vada). IL DIBATTITO SUI DANNI FISICI

    Ad onor del vero bisogna dire che qualsiasi mezzo utilizzato in modo scorretto pu causare forti danni al cane, sia esso un normale collare, un collare a scorrimento, una cavezza o persino una pettorina. Di certo alcuni di questi possono pi facilmente porta-re a questo, ma anche uno strattone ad un normale collare fisso o ad una pet-torina possono provocare se non gli stessi, danni comunque gravi. Mi capitato di vedere un ragazzino usare una pettorina come uno yo-yo su un cane di piccolissima taglia ed ho prov-veduto alla denuncia del genitore per maltrattamento di animale, poich questi anzich intervenire se ne stava a ridere del povero malcapitato cane. Mai denuncia fu pi appropriata visti i danni fisici provocati. Come ribadito pi sopra, io personal-

    mente non ho mai usato collare a scor-rimento n cavezza, perch visti i miei trascorsi sportivi sono dotato di una certa forza e non vorrei causare ai miei cani (e tantomeno a quelli dei miei clienti) inavvertitamente alcunch a causa di un mio movimento inconsulto. Insegno la condotta ai cani innanzitutto senza guinzaglio e poi lo stesso viene introdotto insieme ad un normalissimo collare a fascia. Non uso nemmeno la pettorina, a meno che non mi capiti un c a n e p a r t i c o l a r m e n t e o s t i c o allapprendimento della condotta e allora provvisoriamente unisco linsegnamento ad una pettorina riedu-cativa (fra le svariate centinaia di cani con cui ho lavorato mi capitato una sola volta, ovvero circa l1 x ). La cattiva nomea che viene data al collare a scorrimento perch viene utilizzato in maniera alquanto becera da addestratori poco rispettosi della natura e dellintegrit fisica e psichica del cane (Cesar Millan docet); mi capitato e mi capita tuttora di lavorare sui danni soprattutto psichici fatti da questi addestratori (che non paghi di questo spesso ricorrono anche al collare elet-trico, strumento anti-etico ed incivile). Tuttavia conosco professionisti che usano lo stesso da anni con criterio, non hanno mai abusato dei propri cani e li hanno sempre trattati con il massi-mo rispetto. In pratica, il discorso

    sempre quello che alcune persone usano il cervello e altre nemmeno sanno cosa sia un cervello. Di certo la rosa dei venti presente nella cinofilia italiana con tutte le sue correnti non contribuisce alla chiarezza nei confron-ti delle persone, n tantomeno pro-grammi tv che sanno pi di show che di realt (e spesso mentono spudorata-mente sulla realt). Mi auguro che lo spirito di collabora-zione nato fra alcuni di noi che opera-no in mani er a profes s iona le nelleducazione e nelladdestramento dei cani (anche se le nostre opinioni possono apparire diverse, ci unisce lidea di porre il benessere del cane davanti a tutto) possa dare un contribu-to ed un maggiore impulso alla chiarez-za e che il tempo ci dia ragione accan-tonando chi, per business o per boria, approfitta dellignoranza delle persone per causare disinformazione e soprat-tutto danni gravi ai cani altrui.

    Giovanni Padrone

    Iniziamo da questo numero un dizionario dei termini tecnici e scientifici che sono frequentemente usati da chi scrive o parla di cinofilia, psicologia canina e gli altri argomenti che ruotano intorno ai nostri amici a 4 zampe. Naturalmente apriamo le danze partendo dalla lettera A. Aggressivit Impulso istintuale ad aggredire animali di altre specie o della propria al fine di attentare alla loro esistenza, per cibarsene nel caso di specie predatorie carnivore, o comunque di provocare loro lesioni o danni diffusi.

    Ansia Condizione mentale cosciente in cui il soggetto mostra atteggia-menti di paura patologica legati a stimoli individuabili. Mancanza di adatta-mento ad una condizione di stress.

    Antropomorfizzare Interpretare secondo i canoni comportamentali u-mani.

    Antropomorfo Con sembianze umane.

    Aplotipo Met genotipo, riferito allinsieme completo dei geni ereditati da un genitore e localizzati in uno solo della coppia di cromosomi. Ogni cellula somatica possiede due aplotipi, uno paterno e uno materno, e l'ere-ditariet degli aplotipi pu essere studiata negli alberi genealogici.

    Apprendimento Processo mentale attraverso il quale si impara qualcosa. Istruirsi.

    Arousal Stato emotivo di eccitazione del soggetto.

    Levriero dellantico Egitto

    Dizionario dei termini tecnici e scientifici usati in cinofilia

    La pettorina

    fu brevettata

    nel 1927 in

    risposta ai

    danni dati

    dallabuso del

    collare a

    scorrimento

    Mosaico romano - 1. sec. dC

    5

    Aggressivit

  • P A G I N A 6

    Laspetto

    positivo

    conoscere gente

    proveniente da

    tutta Italia che

    come te ha la

    passione per il

    cane ed aiutare

    chi si trova in

    difficolt...

    Alle prime luci dellalba (Rimembranze di Protezione Civile) Alle prime luci dellalba iniziano di solito le ricerche dei dispersi. Sono ormai diversi anni che con il mio cane siamo diventati una unit cinofila operativa. Do-po due anni di corso fatto di lunghe passeggiate in mon-tagna e letture di manuali tecnici sulle comunicazioni, cartografia, tecniche di soc-corso ecc. siamo riusciti ad ottenere questo risultato. Laspetto positivo quello di conoscere gente che pro-viene da tutte le parti dItalia e che come te hanno tutti la passione sia per il cane, sia quella di sacrificare parte del proprio tempo per aiutare chi si pu trovare in difficol-t. Infatti gli interventi tipici sono quelli di cercare perso-ne che si perdono in monta-gna o persone che si allonta-nano dalla propria casa. Purtroppo in questo settore la casistica maggiore quel-la di persone che hanno de-ciso di farla finita e si allon-tanano dai loro cari, per cui lo spettacolo che a volte ci si propone davanti non pro-prio idilliaco; conosco anche persone che dopo aver rinve-nuto delle persone decedute hanno deciso di ritirarsi da questa attivit. Ma ci sono anche delle bel-lissime esperienze di vita che ti ripagano di tutte le ore passate a camminare sotto la pioggia o delle poche ore dormite in auto con il termo-metro poco sopra lo zero. Ormai le missioni a cui ho partecipato sono diverse decine, ma quelle che mi sono rimaste in mente sono soprattutto quattro: la prima esperienza, la ricerca di un anziano, quella di un ragaz-zo e quella di una bambina. La prima ricerca risale ap-punto a pochi mesi dal rico-noscimento di operativit, ed era riferita ad una signora di mezza et che si era allonta-nata da casa con il preciso scopo di farla finita. Mi ricordo che preso dallecci-tazione della chiamata mi

    ero scordato met dellattrez-zatura a casa tra cui la petto-rina fluorescente per il cane e tenendo conto che la ricer-ca avvenne di notte con un cane con il manto completa-mente nero (schnauzer gi-gante), ero combattuto tra il sotterrarmi o il comprare un radar. Comunque trovammo degli oggetti appartenenti al-la signora che spostarono le ricerche verso la risoluzione del caso. Da quella volta tengo sempre lo zaino com-pleto di tutta lattrezzatura in fondo al letto. La ricerca dellanziano un bel ricordo in quanto il sud-detto non era per niente il rimbambito come ci ave-vano fatto credere i suoi familiari. Sapeva esattamen-te dove si trovava e dove stava andando. Dopo otto ore che giocava a nascondino con noi si fece trovare e tutto fin in una tavolata offerta da lui. La ricerca di un ragazzo emotivamente stata la pi straziante. Una domenica mattina alle tre siamo stati allertati che un ragazzo non era rientrato a casa ed era stata ritrovata la sua auto vicino ad un dirupo. Con i miei colleghi setacciammo la zona molto impervia e riu-scimmo a trovare il corpo solo verso mezzogiorno. Quello che ancora oggi non riesco a capire perch un ragazzo di 18 anni, con un lavoro, un futuro sportivo, attorniato da tanti amici e con una splendida ragazza, decida di farla finita. Penso che lunica risposta sia la solitudine che si possa pro-vare anche stando in mezzo agli altri, e non mi scorder mai limmagine dellelicotte-ro che porta via la barella con il suo corpo. Lultima esperienza si riferi-sce alla ricerca di una bambi-na. Erano gi quattro giorni che la bambina di pochi anni mancava da casa e per di pi in territorio montano; per non lasciare nulla di intenta-

    to ripassammo per lennesi-ma volta la zona dove gi avevano controllato altre u-nit cinofile. Ma anche que-sta volta niente! Dopo un incontro con i coordinatori decidemmo di effettuare lo ultimo giro nelle zone limi-trofe allabitazione, anche perch ormai le speranze erano ridotte al lumicino. Con il mio cane ebbi lin-carico di battere tutta la zona a monte dellabitazione mentre i miei colleghi batte-vano quella a destra e a sini-stra. Ad un certo punto il mio cane trov un mucchio di pannocchie con in mezzo un panno; subito mi passaro-no nella mente tantissime idee tra cui quella che la bambina potesse essere de-ceduta ed essere l sotto. Dio, ne ho viste tante ma non volevo vedere il corpo di una bambina di tre anni. Fortunatamente dopo aver rovistato un po lavvista-mento risult negativo e cos ripresi la mia ricerca. Dopo dieci minuti arriv una co-municazione radio, il mio collega aveva trovato la bambina viva e vegeta. La collina fu scossa da un urlo liberatorio degli oltre due-cento soccorritori e sembra-va quasi di trovarsi allo sta-dio. Ma la sensazione pi bella fu vedere la lucentezza degli occhi della madre mentre ci ringraziava per avergliela riportata; quello uno sguardo che mi ha ripa-gato per undici anni di sacri-fici e che non scorder mai.

    Gianluca Gherghi e Scuzz

    C I N O F I L I S T A N C H I

    6

    Gianluca e Scuzz allopera fra le macerie

  • 7

    Origine delle razze giapponesi P A G I N A 7 V O L U M E 1 , N U M E R O 1

    La migrazione canina ha ac-compagnato quella umana per migliaia di anni. La ricerca sulla composizione genetica delle popolazioni canine ci racconta dei lignaggi del cane, le rotte migratorie e ci mostra anche uno sguardo sugli stili di vita delle persone che hanno vissu-to con i cani. Maggiori sono le differenze nella composizione genetica di una popolazione di cani rispetto ad unaltra, la pri-ma delle quali pu essere as-sunta per essersi differenziata. Negli ultimi anni, gli studi dei rapporti tra le popolazioni di cani in Giappone ed Asia o-rientale hanno condotto al rilevamento della frequenza dei geni atti al controllo dei poli-morfismi nelle proteine del sangue [vedi tabella qui di se-guito]. I gruppi di ricerca pro-venienti dalle Universit di Gifue Azabu hanno preso campioni di sangue di cani indigeni in Giappone e dei cani in vari paesi dell'Est Asia come Taiwan, Corea, Mongolia, e Indonesia, nonch di cani eu-ropei per un totale di oltre cin-quemilacani in tutto. I risultati pubblicati nel 1991 e 1996 dal professor Yuichi Tanabe dell'Universit di Gifu ed i suoi collaboratori hanno dimostrato che la composizione genetica delle razze giapponesi e occi-dentali differiscono. Essi han-no dimostrato che le razze giapponesi potrebbero essere divise in diversi gruppi. Questi gruppi sono i seguenti: 1Gruppo "A" che compren-de i cani nativi di Hokkaido, Ryukyu, dell'isola meridionale di Iriomote ed i cani nativi dell'isola meridionale di Yaku-shima. 2Gruppo "B" che compren-de il Shiba San'in, i cani nativi

    di Tsushima, il Jindo, i cani di Chejyudo (Corea) ed i cani nativi dellisola di Sakhalin. 3Gruppo "C" che compren-de l'Akita, il Kai, il Shiba (ad eccezione del San'in Shiba), il Kishu, il Mikawa, il Shikoku, e il Satsuma. I risultati di cui sopra hanno permesso di tracciare le origini dei cani giapponesi e la storia del loro sviluppo. Nel periodo Jomon i primi cani entrarono nell'arcipelago giapponese me-ridionale attraverso le isole Ryukyu. Questi cani poi si dif-fusero in tutto il Giappone. Quindi, durante i periodi Yayoi e Kofun, altri cani furono por-tati attraverso la via della peni-sola coreana, e si verificarono incroci con i cani primitivi lo-cali. I cani che ne derivarono si pu presumere che furono gl antenati della maggior parte deile odierne razze giapponesi. Tuttavia, le isole Hokkaido e Ryukyu (in particolare la pi meridionale delle due isole), sono aree remoteseparate dalle altre parti del Paese da ampie distese di mare e non si veri-ficata quasi nessuna ibridazione con i cani arrivati pi tardi. Cos i progenitori del cani indi-geni attuali in queste isole han-no mantenuto la composizione genetica del cane intatta. Tutta-via, anche se la genetica deicani di Hokkaido e Ryukyu sono molto simili, le razze possiedo-no alcune caratteristiche che sono molto distinte. Questo suggerisce la possibilit che un gruppo di cani che originaria-mente avevano un pool genico comune entrarono nell'arcipe-lago giapponese attraverso vie diverse, a nord e a sud, e che dal nord, un altro molto diver-so gruppo di cani arriv pi tardi e contribu a diversi insie-mi di di geni.

    Nel 1999, i ricercatori guidati dal professor Naotaka Ishiguro della Obihiro University of Agriculture e Veterinary Medi-cine hanno analizzato le se-quenze di base del DNA mito-condriale presente nelle ossa dei cane antichi portati alla luce da una serie di siti archeologici dei periodi Yayoi e Jomon. I risultati hanno mostrato che un tipo di DNA si svolto in co-mune da Hokkaido al Giappo-ne orientale, e un altro tipo era comune ai cani dal Giappone orientale, del Giappone centra-le e del Giappone occidentale. Nel 2001, i ricercatori guidati dal professor J.H. Ah della Kyungpook National Universi-tye il professor Yuichi Tanabe della Gifu University hanno condotto una analisi compara-tiva del DNA micro satellitare tra i cani giapponesi, i cani coreani indigeni, cani indigeni cinesi e cani eschimesi. I risul-tati da questo studio hanno dimostrato che il tipo di DNA dei cani giapponesi pi com-plesso di quella degli indigeni coreani. Ci che questo studio mette in chiaro che il percor-so attraverso il quale arrivaro-no in Giappone gli antenati delle razze giapponesi odierne fu molto tortuoso ed incorpo-r numerosi sentieri pi picco-li.

    Yuchi Tanabe Porfessore emerito

    Gifu UniversityTokio

    Ricostruzione del cane Jomon, antena-to dello shiba inu (circa 9.000 anni fa)

    La ricerca sulla

    composizione

    genetica delle

    popolazioni

    canine ci racconta

    dei lignaggi del

    cane, le rotte

    migratorie e ci

    mostra anche uno

    sguardo sugli stili

    di vita delle

    persone che

    hanno vissuto

    con i cani.

  • P A G I N A 8

    Eventi cinofili dei Cinofili Stanchi

    Intervista a Gessica DeglInnocenti (da pag. 3) rio. uno tra tutti a mio avviso da citare "Come pensa il tuo cane" di Alexandra Horowitz. 11) CHE CONSIGLI DARESTI AD UN CINOFILO CHE VUO-LE AVVICINARSI AL TUO LAVORO? Prima di tutto iscriversi all'universi-t, potr cos mettere le basi teori-che del suo futuro lavoro. La cosa importante che fa di uno psicologo un buono psicologo, anche la forma mentis: la capacit di metter-si nei panni dell'altro, il non giudi-zio, il distacco terapeutico, cose per cui ci vuole una certa predisposi-zione naturale ma che il corso di studi aiuta a sviluppare. Alla fine di questa intervista vi spieghiamo chi la dottoressa Gessica DeglInnocenti. Cresciuta

    con lamore per la natura e gli animali, fin da piccola ha condiviso la sua vita con i cani, imparando a comprenderne il linguaggio ed il comportamento in modo del tutto spontaneo e naturale. La laurea in psicologia le ha per-messo di approfondire con le competenze necessarie le dinami-che dinterazione tra padroni e cani. Oggi collabora con varie Universit italiane, dove porta avanti ricerche scientifiche nel campo dellattaccamento uomo-animale da compagnia. A Firenze, dove vive e lavora sostenuta dallAccademia Cinofila Fiorentina, porta avanti corsi di educazione cinofila per cani e padroni. Lesperienza con la quale sostiene i proprietari nelle scelte, la dolcezza e la sensibilit con le quali si avvici-na al cane, non nascono solo dal

    profondo studio dellanimo umano e canino, ma sono soprattutto il frutto della sua esperienza trenten-nale di vita condivisa con i cani. http://www.psicologiacanina.it/index.html

    Marcello Messina A.S.D. Animal Wellness

    Seregno (Mn)

    C I N O F I L I S T A N C H I

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    Gessica DeglInnocenti con uno dei suoi pargoli canini

  • Primati, canidi e co-evoluzione P A G I N A 9 V O L U M E 1 , N U M E R O 1

    Spinto dalla curiosit e dalla sete di sapere, soprattutto dopo aver visto alcuni video in cui i bab-buini africani convivono pacifi-camente con i cani selvatici fino ad adottarne i cuccioli (non parlo di cani pariah, ma proprio di quei 'terribili' cani ferali che as-salgono l'uomo nel continente africano), sto facendo uno studio alla ricerca di possibili ritrova-menti che danno il sentore di una certa interconnessione fra i no-stri antenati e gli antenati del nostro migliore amico. Ebbene, gi conoscevo il ritrova-mento in Chad di Sahelanthro-pus tchadensis insieme a Vulpes riffautae datato a circa 6 milioni di anni fa, come conoscevo i ritrovamenti di Boxgrove (Kent 400.000 anni fa) dove Homo hidelbergensis fu ritrovato in compagnia di numerosi lupi e Zhoukoudjian (vicino a Pechino, 300.000 anni fa) con Homo peki-nensis in compagnia di lupi prei-storici. In particolare questi due ritrovamenti dimostrano che le varie sottospecie (o razze) di Homo erectus (entrambe lo so-no) ad un certo punto della loro evoluzione trovarono una certa affinit con i lupi coevi dei terri-tori in cui essi si erano stabiliti nel passato. Questa tradizione venne mante-nuta successivamente anche da Homo neanderthalis. Ne abbia-mo prova nella grotta di Lazaret (Francia, vicino a Nizza, circa 130.000/140.000 anni fa) in cui sono stati ritrovati vari scheletri di questa specie di Homo insie-me a numerosi scheletri di lupo preistorico con la straordinaria caratteristica di avere strutture e crani pi leggeri dei lupi selvati-

    ci loro contemporanei, il che stareb-be a testimoniare non tanto la dome-sticazione degli stessi, quanto un processo di adattamento ad un nuovo regime alimentare (quello da spazzi-ni delle discariche umane) gi avvia-to da qualche tempo. La mia curiosit mi ha spinto a cer-care fra gli innumerevoli studi scien-tifici in mio possesso (oltre 2.000) per verificare se fra altri nostri ante-nati fosse avvenuta una qualche sorta di connessione con i Canidae. In tal modo ho scoperto un'altro interes-sante ritrovamento che porta ancora a pensare ad una convivenza fra gli antenati delluomo ed i canidi. Nel 2006 i paleoantropologi che lavorano in Etiopia hanno trovato i resti ben conservati di un giovane Australopi-thecus afarensis che stato sopran-nominato "figlio di Lucy", perch la sua datazione corrisponde a 3,4 mi-lioni di anni, pi o meno la stessa epoca a cui risale 'Lucy', la femmina di australopiteco pi antica. Molti altri animali fossili sono stati trovati lungo le rive dellAwash, un fiume locale; in particolare i paleontologi hanno descritto una specie preceden-temente sconosciuta di canide che avrebbe vissuto accanto agli austra-lopitechi. Il nuovo canide, un antenato del 'cane procione' (Nyctereutes lockwo-odi), rappresentato da un cranio completo ed altri frammenti ossei. Per quanto attualmente noto, si trattava di un canide di piccola taglia - circa delle dimensioni di uno scia-callo - ma l'unica specie di canide ad essere stato trovato nel sito. Nyctereutes lockwoodi non era un predatore all'apice, ma potrebbe es-sere stato uno spazzino o un opportu-nista ecologico, consumando una variet di cibi piuttosto che concen-trarsi esclusivamente sulla carne.

    Tuttavia, le abitudini e le relazioni di questo canide sono difficili da stabi-lire con certezza. Nonostante la loro ipotesi che Nyctereutes lockwoodi potrebbe essere stato un carnivoro generalista, gli studiosi riconoscono che non si sa abbastanza sulla paleo-ecologia del sito per dirlo con certez-za. Inoltre, essi sono sicuri che que-sto canide appartiene a un nuovo genere.

    Giovanni Padrone

    9

    Lantenato di Nyctereu-tes lockwoodi (cane pro-cione) e, pi sotto, due

    rappresentanti di questa specie vivente diffusa in

    tutta lEurasia

  • P A G I N A 1 0

    Rufus di Gianluca Gherghi Dagli amici di Cinofili Stanchi le nostre pi

    sentite condoglianze

    Se n andato in punta di zampe Lunedi alle 18.25 Rufus ha cessato la sua permanenza su questa terra, portato via da un male che non gli ha lasciato scam-po. Il tutto successo in poche ore, fino all ora di pranzo la sua vita trascorsa normalmente con la solita routine gior-naliera. Verso l una ha incominciato a respirare di pancia e la cosa mi ha inso-spettito, siamo partiti velocemente e dopo mezzora la diagnosi: la milza do-veva essere asportata. Purtroppo duran-te l operazione i veterinari si sono ac-corti che quello cha aveva distrutto la milza aveva gi intaccato parecchi organi interni e mi hanno chiesto come proce-dere. Le alternative erano risvegliarlo e avere una speranza di vita al massimo di un paio di giorni o dargli una lieta fine. Questa la cronaca degli avvenimenti e la parte facile da scrivere di questo arti-colo; ora inizia la parte pi dura: descri-vere le sensazioni provate. Se ripercorro la sua vita o la decisione presa non posso rammaricarmi di niente perch ha vissuto una vita piena, in salu-te e spensierata fino all ultimo momento. Sin da quando l ho scelto, a circa un mese e mezzo, ho sempre saputo che sarebbe morto attorno ai 7/8 anni, una sensazione che ho sempre avuto e non ho mai saputo spiegare. Rufus, pur es-sendo di razza pura, aveva un carattere speciale, era un mix fra la fierezza e la individualit dello Schnauzer gigante e la giocosit e la contentezza di essere vivi tipiche del flat coated retriever. Questo carattere gli permetteva di essere un ottimo aiutante nelle mia varie attivit cinofile come pet therapy, cane tutor, adulto moderatore nelle classi di socia-lizzazione, tanto che si era conquistato l`appellativo di "Lo Sceriffo". Anche nel-la vita di tutti i giorni era un cane che si faceva notare; diverse volte mi e capita-to che la gente parcheggiasse l auto per venirlo a conoscere e non era per la sua imponenza: aveva un modo di fare che ti coinvolgeva con la sua tranquilla simpa-

    tia. Una cosa che mi ha colpito sono i mes-saggi arrivati dopo la sua scomparsa, non erano le classiche frasi di quando muore il cane dellIstruttore, ma descrivevano il malessere delle persone perch LUI non cera pi. La sensazione pi straziante, oltre a pensare a cosa avremmo potuto fare nei prossimi due/tre anni, quella del vuoto. Tornare a casa e vederlo affacciar-si dal balcone, aprire la porta di casa e aspettarsi di vedere il suo naso dallo spi-raglio, la sua coperta sul divano, oppure guardare nello specchietto retrovisore e vederlo anche sapendo che non possibi-le. Rufus era pi rumoroso quando stava in silenzio di quando abbaiava, era il mio cane "spalla" o meglio era il mio cane "arteria" perch mi portava la linfa vitale della sua voglia di vivere, era il mio com-pare. Se n andato in punta di zampe, incuriosito dai veterinari che si affannava-no intorno a lui, si girato per guardarmi per lultima volta e poi, con la tranquillit che lo ha sempre distinto, si incammina-to verso il suo destino.

    Gianluca Gherghi

    C I N O F I L I S T A N C H I

    10

  • Cani ed apprendimento socialedi Giovanni Padrone P A G I N A 1 1

    I miei quattro cani in questo momento poltriscono sul divano letto e al Sole che emette i suoi raggi di calore attra-verso la grande porta finestra a lato della sala/cucina. Mia moglie lavora a un servizio fotografico al pc ed io, finito il mio secondo libro (online a novembre 2012), sto cercando di portare avanti il mio terzo libro sui cani. Mi alzo colto dalla sete, bevo un bicchiere d'acqua e poi mi avvicino ai miei due whippet, madre e figlio, che sono sopra le coperte (Gosha e Taniusha, english toy terrier e zwergpinscher, salda coppia di cagnetti affettuosi, dor-mono SOTTO le coperte). Dorys, la madre, intuendo il mio avvicinamento, si mette immediatamente a pancia in su offrendomi petto e ventre da accarezzare e facendo un'altra cosa: mi sorride!!!! Si tratta proprio di questo comportamento, non del normale digrignare i denti che i cani di solito utilizzano come minaccia verso qualcosa o qualcuno che non gradiscono. L'espressione facciale divertita, non minacciosa. Poi c' tutta la gestualit del corpo che conferma il fatto che Dorys in quel preciso istante mi sta veramente sorridendo. Ma come nato tutto questo? Per quale ragione i cani a volte sembrano sorridere? Fra cani che non si conoscono o non sono in confidenza fra loro un atteggiamento che non viene utilizzato, al pari del guardarsi dritti negli occhi, poich possono essere male interpretati: normalmente corrispondono a due segnali di minaccia. Invece, a casa mia, il sorriso ed il guardarsi dritti negli occhi diventato un comportamento consolida-to fra i miei cani e nei confronti degli umani che completano il nucleo sociale misto, cio io e mia moglie Tania. Mentre il guardarsi negli occhi un comportamento che io ho insegnato per via degli esercizi di base e che i miei cani hanno riadattato all'interno delle proprie relazioni intraspecifiche, il sorriso un atteggiamento acquisito per imitazione dal comportamento umano: in questo caso penso abbia influito molto il genere di relazione che tutti ab-biamo instaurato basato sulla reciproca cooperazione, la fiducia e l'affettivit che hanno permesso di raggiungere un feeling particolarmente profondo. La prima che ha attuato questo atteggiamento (il sorriso) stata Taniusha che un giorno, circa un paio di anni fa ha iniziato a mostrare i denti di fronte ad un mio comportamento particolarmente gradito: grattini dietro le orecchie. L'espressione era evidente: occhi divertiti, espressione da cagna 'poco seria' (direi molto sul comico) ed uno sma-gliante sorriso!!!!! Incredibile. Dopo due anni anche gli altri, compresa Dorys l'ultima entrata quasi due anni fa, uti-lizzano il sorriso quando gradiscono molto qualcosa (come un premio extra) e questo succede spesso anche fra loro, non solo nei momenti di gioco. Abbiamo in questo caso un esempio di apprendimento sociale interspecifico nel quale i cani imparano un comporta-mento dall'uomo per imitazione. E' una capacit nota gi da diversi anni e studiata in particolare dall'equipe del dr. Miklosi in Ungheria. L'apprendimento sociale noto fin dalla antichit e ne parla alcuni secoli prima di Cristo il filo-sofo greco Aristotele. L'argomento riceve un forte impulso all'epoca in cui Charles Darwin elabor la propria Teo-ria evoluzionistica delle specie, in quanto egli riteneva che questa capacit dimostrasse che le capacit mentali u-mane si fossero evolute da 'livelli di coscienza pi bassi' nell'albero genealogico delle specie. In contrasto a questa ipotesi l'altro evoluzionista R. Wallace, sosteneva che questa ipotesi non fosse pos-sibile poich avrebbe portato a conseguenze soprannaturali. Evidentemente a quei tempi il pensiero religioso in cui noi umani risultavamo essere una specie 'eletta' e l'unica dotata di anima faceva ancora il suo buon gioco. Nella storia della ricerca successiva a questo contrasto, risult lampante che Darwin aveva ragione, fin dallo studio dei macachi di Koshima che impararono da un'unica scimmia a lavare le patate che mangiavano nell'acqua salata e calda di quel lago. Fin qui abbiamo scritto dell'apprendimento sociale intraspecifico, cio interno ad una specie. Ben pi difficile trovare una specie in grado di imitare i comportamenti di un'altra specie e sono davvero poche: alcune scimmie evolute, a quanto pare alcune specie di pappagalli e il nostro ben amato Fido. Ma, dell'apprendimento sociale interspecifico mi riservo di scrivere in un prossimo articolo. Per ora sappiate che se il vostro cane vi mostra i denti facendo quella ben determinata espressione da sciocco probabilmente vi sta sorridendo.

    11

    V O L U M E 1 , N U M E R O 2

  • Visti i risultati del primo numero, ci auspichiamo una ulteriore con-ferma dei nostri buoni propositi con il numero 2 di CINOFILI STANCHI. Questo al fine di favo-rire una diffusione maggiore dei concetti che sono alla base di una informazione cinofila corretta, esente da leggende metropolitane e basata sulla ricerca scientifica. Ci auguriamo, inoltre, di aumenta-re il numero di articolisti che vor-ranno far parte dei nostri collabo-ratori e portare il loro contributo allinformazione cinofila cui tutti possono attingere. Immaginiamo per il nostro magazine un grande futuro che ne faccia parte attiva fra tutti i mezzi di diffusione della cinofilia, con limportante distinguo di cercare sempre di fornire GRATUITA-MENTE informazioni di qualit.

    La Redazione

    I nostri educatori e cinofili professionisti sono presenti ad Ovada (AL), Mantova, Ravenna e Ancona.

    CONTATTI:

    Piemonte cell. 347-5760185

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    Cinofili Stanchi nasce dallidea di quattro ci-nofili di professione (Marcello Messina, Rober-to Mannu, Gianluca Gherghi e Giovanni Pa-drone) che hanno unito le proprie menti ed esperienze per creare un punto di riferimento per chi vive col proprio cane e necessita di corrette informazioni per migliorare il pro-prio regime di vita. Cinofili stanchi, perch stanchi della totale disinformazione che regna nella cinofilia no-strana, stanchi di chi fa marketing sulla igno-ranza delle persone., stanchi delle leggende metropolitane che sembrano governare le menti di chi dovrebbe diffondere una corretta cultura cinofila e non lo fa. Chiunque desideri contribuire col proprio sapere sar ben accetto dopo aver aderito al nostro codice etico che pone avanti a tutto il benessere psicofisico del cane.

    I FONDATORI

    Un periodico mensile edito dai Nome societ (http://www.facebook.com/#!/groups/355069987910666/)

    Un grande futuro per il nostro magazine

    CINOFILI STANCHI

    Noi siamo i nostri cani

    12

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