Cinecorriere - Festival del Cinema di Roma 2014

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cinema &fiction Anno 66 - numero 7 novembre 2014 - 2,00 Roma 2014 È qui la Festa! Dal 16 al 25 ottobre il grande cinema torna nella Capitale Apertura con Soap Opera Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma TOMAS MILIAN Acting Award al grande Monnezza MARCO RISI Intervista al regista di Tre tocchi MANETTI BROS. Dall’Italia alla Cina ...con furore ALICE NELLA CITTÀ Supereroi e cartoni per Young/Adult

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Speciale di Cinecorriere al Festival del Cinema di Roma

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cinema&fictionAnno 66 - numero 7novembre 2014 - 2,00 €

Roma 2014È qui la Festa!

Dal 16 al 25 ottobre il grande cinema

torna nella Capitale Apertura con Soap Opera

Poste Italiane SpaSpedizione inabbonamento postale 70% DCB Roma

TOMAS MILIANActing Awardal grande Monnezza

MARCO RISIIntervista al regista di Tre tocchi

MANETTI BROS.Dall’Italia alla Cina...con furore

ALICE NELLA CITTÀSupereroi e cartoni per Young/Adult

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ASSOCIAZIONEU N A V I TA

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Rivista illustrata di Cinema e Fictionfondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948

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sommarioUna vera e propria Festa del cinema per

riportare il cinema tra la gente, per faredavvero il cinema per la gente e con la

gente. Festa quindi anziché Festivale per questo Marco Müller, Diret-tore del Festival Internazionale delFilm di Roma, ha voluto renderedavvero popolare tutta la rassegnaromana di quest’anno. Per primacosa, cambiando radicalmente lagiuria: per la prima volta in un gran-de festival sarà la gente, il pubblico,gli spettatori a giudicare i film incompetizione e non una ristretta éli-te di critici e addetti ai lavori. Nongiudizi di maniera, concettuali ma più semplice-mente a “furor di popolo”. Troppo spesso ormaicapita che la gente affolli sale con film che han-

no pochissime stelle (o palle) e che film osanna-ti dalla critica facciano flop al botteghino. Giustoquindi che la critica dica la sua ma giusto anche

cominciare a premiare quei lavoriche piacciono realmente di più al ve-ro giudice del successo di un’operacinematografica, il pubblico. La Fe-sta, alla quale dedichiamo questonumero di Cinecorriere, dà ampiospazio al cinema giovane, al Web,alla Tv, ai progetti coraggiosi, a pro-poste con meno divi e più giovanetalento. Insomma il cinema si ri-prende quella parte importante chene è la componente principale: la ca-

pacità di comunicare direttamente con la gente enon solo con gli addetti ai lavori.

Renato Marengo

Wired Next Cinema al MAXXIIl futuro è già arrivato di Luigi Aversa 18

Roma Web FestI nuovi linguaggi dell’audiovisivo di L.A. 19

Vince TemperaSette note fra circuiti di mille valvole di Luigi Aversa 20

Accademia GriffithSe l’immagine veste il suono di L.A. 21

Non solo RomaCinemaFestGli altri appuntamenti di Rodolfo Masi 22

n.7- nov 2014

Alla Festa del Film di Romai premi li assegna il pubblico

editoriale

8 18

Il Festival di Roma si fa in quattroe ricomincia da nove... di Luigi Aversa 4

Er Monnezza e la Capitale:un amore corrisposto di Alessandro Logli 8

Incontri d’autoreMasterclass aperte a tutti di Rodolfo Masi 9

Marco Risi: Il mestiere più precario?È quello dell’attore di Silvia Gambirasi 10

Manetti Bros.Dall’Italia alla Cina... con furore di Renato Marengo 14

Alice nella cittàDivi, cartoni e supereroi per Young/Adultdi Massimiliano Ferone 16

4

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La primissima edizione del Fe-stival Internazionale delFilm di Roma, datata 2006, si

chiamava Cinema. Festa internazio-nale di Roma e si svolgeva nel mesedi ottobre. La giuria popolare erapresieduta da Ettore Scola el’evento era stato una vera e propriafesta coinvolgendo per dieci giorni“l’intera città, dal centro alle perife-rie: cultura alta e spettacolo popolare,film d’autore e grande pubblico...”scriveva Il Messaggero. Otto anni dopo, l’intenzione è

quella di ritornare alle origini: la ma-nifestazione si svolge dal 16 al 25 ot-

tobre e non più a novembre comenegli ultimi quattro anni; la giuria ètornata nelle mani del pubblico, ren-dendo quindi la kermesse di fattonon competitiva; e lo spirito, almenonelle intenzioni, vuole essere popo-lare, festoso e aperto a tutta la città.«E anche opportunamente schizo-

frenico - ha sottolineato il direttoreMarco Müller, in occasione dellapresentazione alla stampa del-l’evento - la commedia Soap Operaè il film inaugurale e subito dopo c’èuna pellicola tedesca durissima...Collocarsi in un momento dell’annoequidistante dalla fine di Venezia e

Cinema d’oggi, Gala,Mondo genere e

Prospettive Italia sono lequattro linee di programma

attraverso cui si snoda larassegna capitolina. Chetorna alla sua vocazione

popolare

Il Festival di Romasi fa in quattro

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E ricomincia da nove...di Luigi Aversa

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dall’inizio di Torino vuol dire speri-mentare uno specifico diverso perRoma, contribuendo al consoli-damento di un differenziato si-stema dei tre festival italiani.“Mostra d’Arte Cinematogra-fica” il primo, con selezionicompetitive di cinemad’autore; priorità ai gio-vani a Torino; a Roma,invece, spazio ancorauna volta ai grandifilm “popolarima singolari” ecentralità delpubblico, che di-viene protagonista as-soluto nel valutare i film,i contenuti del programma». La Selezione Ufficiale del

Festival, la cui madrina èNicoletta Romanoff, que-st’anno si articola in quattrolinee di programma: Ci-nema d’Oggi ospita film diautori vari, sia affermati chegiovani; Gala presenta unaselezione di grandi pellicole

“popolari ma originali” dellanuova stagione; MondoGenere annovera film digenere diverso; Prospet-tive Italia è un focus sullenuove tendenze del ci-nema nostrano, di fin-

zione oppuredocumentario. Ma,come anticipato,sono gli spetta-tori quest’anno iveri protagoni-sti della nonaedizione del Fe-

stival. Tocca aloro, infatti, premiare ifilm di tutte le linee diprogramma. I rico-noscimenti vengonoassegnati sulla basedei giudizi espressidal pubblico al-

l’uscita dalla sala.Una commedia,

quindi, apre la nona edi-zione del Festival Interna-zionale del Film di Roma.

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A fianco: Andiamo aquel paese. Sopra, dasinistra in sensoorario: I milionari, SoapOpera, Buoni a nulla,Dolares de arena,Biagio. Qui sotto:Angeli della rivoluzione.A centro pagina:Nicoletta Romanoff

Pagina accanto, in apertura: Marco Müller. Più sotto,da sinistra: Emir Kusturica ne La foresta di ghiaccio,Richard Gere in Time Out of Mind, 12 Citizens

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Si tratta di Soap Opera di Alessan-dro Genovesi, interpretata fra glialtri da Fabio De Luigi, CristianaCapotondi, Ricky Memphis, ElisaSednaoui, Chiara Francini, Ale eFranz, Diego Abatantuono, e mo-stra le storie, i sentimenti e gli equi-voci che coinvolgono gli inquilini diun condominio nella notte di Capo-danno.Sarà sempre una commedia, An-

diamo a quel paese, scritta, diretta einterpretata da Salvatore Ficarra eValentino Picone, a chiudere la ker-messe. Il nuovo lavoro del duo co-mico palermitano racconta le

divertenti avventure di due disoccu-pati che, tornati al paese natìo imma-ginano una soluzione alquantooriginale per risollevarsi dalla crisi...Entrambi questi titoli fanno parte

della sezione Gala, in cui figuranoaltri tre film italiani: Buoni a nulla diGianni Di Gregorio, che chiude unaideale trilogia iniziata con Pranzo diFerragosto e continuata con Giannie le donne; Giulio Cesare - Compa-gni di scuola, documentario direttoda Antonello Sarno sullo storicoliceo romano; e Tre tocchi di MarcoRisi, di cui parliamo a pagina 10 e 11nell’intervista al regista.

Altre pellicole di richiamo in que-sta sezione sono Gone Girl -L’amore bugiardo di David Finchercon Ben Affleck e Rosamund Pike;#scrivimiancora con le star LilyCollins e Sam Claflin, attesissimedal pubblico giovanile; Still Alicecon Julianne Moore, Kristen Ste-wart e Alec Baldwin; infine, Span-dau Ballet: il film, pellicola-eventoche porterà nella Capitale i divi delpop anni Ottanta.Ai quindici film di Gala rispon-

dono i sedici di Cinema d’Oggi, se-zione che propone altri tre titoliitaliani in concorso: Biagio di Pa-

Qui sopra: #scrivimiancora e Gone Girl. In alto: Escobar.Sotto: gli SpandauBallet e Phoenix

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genere, con Nightcrawler di DanGilroy, interpretato da Jake Gyllen-haal e Rene Russo; StonehearstAsylum di Brad Anderson con unsuper cast composto, fra gli altri, daKate Beckinsale, Jim Sturgess,Ben Kingsley, Michael Caine eBrendan Gleeson; e Tusk di KevinSmith con Justin Long e HaleyJoel Osment. Atteso anche il fran-cese La prochaine fois je viserai lecoeur di Cédric Anger con Guil-laume Canet.Prospettive Italia ha otto film in

prima mondiale, di cui cinque sonodocumentari e tre di finzione. Elisa-betta Sgarbi, Gaetano Di Vaio,Francesco G. Raganato, FilippoVendemmiati e Bartolomeo Pam-paloni hanno scelto la prima strada;Roan Johnson, Lorenzo Sportielloe Leonardo Guerra Seràgnoli laseconda.Fra gli eventi fuori dalle quattro

linee di programma, da non perderel’ultimo film di Philip SeymourHoffman, La spia - A Most WantedMan di Anton Corbijn. nnn

squale Scimeca, La foresta di ghiac-cio di Claudio Noce e I milionari diAlessandro Piva.In questo spazio si segnalano An-

geli della rivoluzione di Aleksej Fe-dorcenko, cineasta russo chericeverà il Marc’Aurelio del futuro;12 Citizens di Xu Ang, originale re-make cinese di La parola ai giuratidi Sidney Lumet; e Time Out ofMind di Oren Moverman con Ri-chard Gere, Kyra Sedgwick eSteve Buscemi.In Mondo genere i film presenti

sono sette. Ci sono soprattutto treamericani, specialisti del cinema di

A fianco: BrendanGleeson inStonehearst Asylum. Sotto: una scena diFino a qui tutto benedi Roan Johnson

Sopra: The Knick con Clive Owen. A destra: Alec Baldwin eJulianne Moore in Still Alice. Qui sotto, da sinistra: Tusk,Nightcrawler con Jake Gyllenhaal, Rinko Kikuchi in Last Summer

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Non premia soltanto le pelli-cole il Festival Internazio-nale del Film di Roma.

Durante la manifestazione, TomasMilian, attore di origini cubanedalla doppia cittadinanza, statuni-tense e italiana, riceverà il Mar-c’Aurelio Acting Award. Aconsegnarglielo sarà Sergio Castel-litto, che lo ha voluto nel cast delsuo prossimo film, Nessuno si salvada solo. Non si tratta solo di un pre-mio, forse è più un tributo cheRoma riserva all’attore che ha sa-puto incarnare gli aspetti più popo-lareggianti dell’essere romani. A tal

punto che Milian – impreziositodall’impareggiabile doppiaggio inromanesco di Ferruccio Amendola– è diventato emblema della roma-nità, come Alberto Sordi o CarloVerdone, lui che romano non lo è.Tomas Milian nasce a Cuba, vienenaturalizzato statunitense e prendela cittadinanza italiana solo nel1969. Perché l’Italia diventa la suacasa. Lavora nel cinema d’autoredegli anni ’60 con registi come Lu-chino Visconti e Pier Paolo Paso-lini, per poi ritagliarsi il suo spazioall’interno della florida stagionedegli spaghetti western. Fino ad ar-rivare all’apice, con i polizieschiall’italiana. L’ispettore Nico Giraldi,

alias Er Monnezza, non è solo unpersonaggio entrato nella storia delcinema italiano, è una vera e propriaicona culturale, testimonianza dellaRoma degli anni ‘70. La Cittàeterna, con un popolo da sempre le-gato ai propri simboli e alle proprieorigini, si affeziona subito a Milian,ma la vena artistica poliedrica diquesto attore lo porterà a cimentarsiin generi diversi e a reinserirsi piùvolte nel cinema hollywoodiano. Ilprimo ritorno, nel 1961, avviene surichiesta di Dennis Hopper per re-citare nel suo Fuga da Hollywood,mentre nel 1997 lo troviamo nelcast di Amistad di Steven Spiel-berg. In Italia non torna per ven-t’anni. Cosa rimane oggi del legamesentimentale tra Er Monnezza eRoma? «Roma è la città in cui misento a casa. La città che mi ha ac-colto come un figlio e che mi ha in-segnato la vita. Se c’è un posto dovevoglio trascorrere gli ultimi annidella mia esistenza è Roma che, alcontrario, si legge Amor». Il premioa un amore corrisposto. nnn

Er monnezzae la Capitale

«Roma, al contrario, silegge Amor». A dirlo è

Tomas Milian, attore checon la Città eterna ha un

rapporto intimo e profondo.E Roma ricambia l’affetto

conferendogli ilMarc’Aurelio Acting Award

del Festival del Film

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Un amore corrispostoIn alto: TomasMilian nei panni diMonnezza-NicoGiraldi assieme aRoberta Manfredi.Qui sotto, adestra e vicino altitolo: l’attore diorigine cubana,ma di nazionalitàstatunitense eitaliana, in alcuneimmagini di ieri edi oggi

di Alessandro Logli

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Oltre alle proiezioni dei filmpresenti nelle varie sezioni, ilFestival di Roma è anche oc-

casione di incontro con i grandi ci-neasti del panorama mondiale.Precedenza a una regista e attrice

che nella Capitale ci è nata e ci vive.Parliamo di Asia Argento, protago-nista di una masterclass in occasionedella mostra Asia Argento: la stregarossa e della presentazione dell’omo-nimo volume fotografico.Detto di Milian (v. pag. 8) e Fe-

dorcenko (pag. 7), che incontrerannoentrambi il pubblico romano, riflet-tori puntati anche sul regista, sceneg-

giatore, attore e produttore giappo-nese Takashi Miike, che riceverà ilMaverick Director.Altri incontri speciali saranno, tra

gli altri, quelli con Geraldine Cha-plin, Kevin Costner, Clive Owen,Wim Wenders e Walter Salles.La prima sarà a Roma con Dolares

de arena. L’attore, regista, produttorestatunitense, Oscar per Balla coi lupi,mostrerà le sequenze dei suoi film piùamati e risponderà alle domandedegli appassionati. Owen incontreràil pubblico nell’ambito di una serata-evento in cui sarà proiettata la serieThe Knick di Steven Soderbergh,

di Silvia GambirasiCome ogni anno, tra i momenti più attesi dagli appassionati ci sono le lezioni pubbliche dei cineasti.Un’occasione unica e irripetibile

In apertura: AsiaArgento sul set.Sotto, da sinistra,altri protagonistidegli incontri

e delle masterclass:Kevin Costner, Clive Owen,

Takashi Miike, Brad Anderson,Wim Wensers

Incontrid’autoreMasterclassaperte a tutti

che andrà in onda in esclusiva asso-luta su Sky Atlantic HD in autunno.Wim Wenders, al Festival con Il saledella terra, sarà all’Auditorium perun attesissimo incontro col pubblico.Infine, il regista brasiliano WalterSalles, premiato quest’anno con ilMarc’Aurelio alla Carriera, as-sieme al regista, scrittore, sceneggia-tore e produttore Jia Zhangke,Leone d’Oro a Venezia, sarà protago-nista di un dialogo pubblico in occa-sione della proiezione di JiaZhangke, Un Gars de Fenyang, suodocumentario sulla vita e l’opera delcineasta cinese. nnn

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Calcio e recitazione, ci sonoentrambi, ma soprattutto laseconda, nel nuovo film di

Marco Risi, Tre tocchi, in lizzanella sezione Gala al Festival diRoma 2014. Al centro della pelli-cola, dove il regista si mette in giocoper la prima volta anche come pro-duttore, ci sono le storie incrociatedi sei componenti della squadra difootball degli attori, quella, per ca-pirci, alla quale diede vita negli anniSettanta Pier Paolo Pasolini, teamamatoriale nel quale milita lo stessoRisi: «È vero, gioco e mi alleno conloro - racconta - mi piace far partedi questo gruppo, ha una storia im-portante, qui giocavano NinettoDavoli e Ray Lovelock».

Due dei personaggi di Tre tocchirivaleggiano per partecipare aun provino, uno torna a Napoliper fare i conti col suo passato,uno scende a compromessi, tuttiviaggiano tra illusione e rasse-gnazione.È vero, ma le delusioni per chi hascelto di fare l’attore sono dietrol’angolo, anzi, non ho difficoltà adire che non esiste mestiere più pre-cario di questo. Certo, nel film c’èun retrogusto amaro anche nei mo-menti leggeri, ma il fatto di giocarea pallone con questi ragazzi, di avervissuto per mesi le loro speranze efrustrazioni mi ha aiutato a capirli dipiù. Comunque due di loro alla fineil provino lo superano.

Al Festival del Film di Roma con Tre tocchi, storia di un gruppo dicalciatori-attori in lizza per un provino, il regista si racconta, dagliesordi, al rapporto con il padre Dino, alla sua passione per il calcio

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di Silvia Gambirasi

Marco Risi Il mestiere più precario?È quello dell’attore

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Sembra che ci tenga molto aquesto film.Tengo a tutte le mie pellicole, maquest’ultima in effetti rappresentaun po’ il “mio canto libero”, saràperché ho contribuito a produrla, ri-nunciando anche al mio cachet.

So che non le piace fare classi-fiche, ma quale tra i suoi titoliha rappresentato "la svolta"?Forse Mery per sempre, e pensareche all’inizio il produttore, ClaudioBonivento, nemmeno mi volevacome regista, aveva pensato ad altricolleghi…

In Mery per sempre c'erano at-tori sconosciuti, una scelta con-fermata in Tre tocchi: è megliogirare con quelli meno famosi? Per certi versi sì, sono più sponta-nei, meno viziati dall’impostazionedell’esperienza o del palcoscenico.Comunque in Tre tocchi ci sonopure interpreti famosi come LucaArgentero, Marco Giallini, Clau-dio Santamaria, anche se fannosolo dei brevi camei. Senza dimen-ticare Paolo Sorrentino, il regista

premio Oscar per il quale i protago-nisti devono sostenere il provino.Nella vicenda, in qualche sequenzaappare lui in persona.

Un papà, il grande Dino, un fra-tello, Claudio e persino uno zio,Nelo, tutti registi: Marco Risi nonpoteva che fare cinema?È probabile, ma non dovete pen-sare che il fatto di essere il figlio diDino Risimi portasse a frequentarei set: papà era guardingo, sospettosoe geloso del suo mondo, ci tenevadistanti dal posto di lavoro. A parteLa marcia su Roma, dove andai cheavevo undici anni, non mi capitavadi seguirlo quai mai dietro la mac-china da presa. La voglia di farefilm è maturata dopo, con un per-corso del tutto indipendente e inte-riore.

Con i film d'esordio “leggeri”Vado a vivere da solo e Colpo difulmine ha dovuto soffocare lasue note malinconiche.Era l’inizio, volevo essere auto-nomo, mettermi alla prova... E co-munque hanno funzionato.

Ma cos’è che la affascina vera-mente della regia?La possibilità di rappresentare larealtà attraverso la finzione, è unacosa che mi ha sempre attratto,anche quando giri dei film cosid-detti realistici ci metti del tuo, comesosteneva Federico Fellini.

E cosa la affascina del calcio?Il gioco in sé, la gara, il campo,non certo il mondo dei calciatori abase di veline e discoteche, quellonon mi dice niente. Però seguo ilcampionato.

C’è una squadra in particolareper la quale tiene?Negli ultimi anni mi sto appassio-nando sempre più alla Roma.

Nel corso della sua carriera cisono stati momenti di pausa, pri-ma del noir del 2013 Cha ChaCha, era stato fermo quattroanni. Ha altro in cantiere? Effettivamente ci sto pensando,ma è ancora troppo presto per par-larne. Quanto al trend “attiva”, spe-riamo che duri, del resto il cinema èla mia passione. nnn

In apertura: MarcoRisi sul set di Tretocchi. Più in basso,da sinistra: AntonioFolletto, VincenzoDe Michele e MatteoBranciamore. Quisopra: PaoloSorrentino. Più inalto, a sinistra:Marco Giallini eLuca Argentero; gliattori-calciatori inposa neglispogliatoi. Qui sotto:De Michele

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UN FILM DI GABRIELE SALVATORES

WWW.ILRAGAZZOINVISIBILE.ITDICEMBRE 2014

NICOLA GIULIANO FRANCESCA CIMA E RAI CINEMA PRESENTANO

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Alla Festa del Cinema di Roma,fra le tante novità che la di-stinguono dagli altri Festival,

c’è un settore, nell’ambito di NewCinema Network, al quale la dire-zione artistica tiene molto, GrandiBellezze, che raccoglie otto progettidi cinema made in Italy. Tra questi,incuriosisce quello dei ManettiBros., reduci dal meritato, quantonon previsto, successo di Song’e Na-pule, che dopo aver raddoppiato “afuror di popolo” le sale di proiezioneha replicato il successo nelle areneestive. I Manetti saranno presenti inquesta sezione con The Bizzare Jour-ney of the Soul Traveler, avventurosavicenda a cavallo tra spy story e arti

marziali, frutto della collaborazionecon il produttore cinese Du Yuling.Abbiamo intervistato i due registi

più punk della scena italiana e ab-biamo chiesto a Marco Manetti.Siete presenti anche voi alla

Festa di Roma con un progetto incollaborazione con un produttorecinese. Ha a che fare col vostrorecente viaggio in Cina e col suc-cesso di Song ‘e Napule?No, non c’entra Song’e Napule,

anche se inaspettatamente il film èstato programmato anche in Cina. Sivede che per qualche misteriosamagia orientale, la Cina sta entrandoprepotentemente nei nostri destini.Siamo stati contattati da ChristianBachini, grande esperto di kung fu earti marziali, che è diventato uno degliattori stranieri più richiesti dal cinemacinese. Grazie alla fama che si è gua-dagnato, è diventato anche produttore.L’idea di fare un film con noi, a Ba-chini era già venuta in occasione di unepisodio della nostra prima serie diColiandro, dove si parlava di arti mar-ziali. Quando siamo stati invitati al

Mentre sono in tv con le nuove puntate di Rex,i fratelli “punk” del cinema nostrano stanno pervolare in Oriente con un nuovo progetto diNew Cinema Network

Manetti Bros.Dall’Italia alla Cina... con furore

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di Renato Marengo

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Festival di Pechino, Christian ci haproposto di fare un film in Cina conDu Yuling. Abbiamo quindi pensato aquesto progetto che è certamente nellenostre corde: avventuroso, un po’ fan-tasy, un po’ nel mondo del kung fu edecco qui l’idea di The Bizzare Journeyof the Soul Traveler, una coprodu-zione italo-cinese. Questa sezionecreata da Marco Müller ci offre l’op-portunità di promuovere progetti “ar-diti” come questo. Il film verrà giratoin parte in Italia ma soprattutto inCina. Grande bellezza italiana, certa-mente, ma a questo punto anche “bel-lezza cinese”.Attualmente siete impegnati nel

poliziesco tv Rex. Come si trovanodue come voi, considerati un po’ iregisti italiani più trasgressivi, alleprese con una serie “classica” Rai?Vi hanno consentito di fare qual-cosa fuori dall’ordinario o vi sietedovuti adattare a un serial che hagià una sua precisa identità?Ci andava semplicemente di farlo,

una scelta in assoluta libertà, se unacosa che ci propongono ci piace, la

facciamo senza problemi. Siamo dueprofessionisti che vivono di cinema,andiamo al di là del nostro gusto per-sonale. Nel rapporto con la Rai cisiamo sempre sentiti liberi di operarealla nostra maniera. La Rai ci lasciacarta bianca. Rex ci piace, noi cisiamo cresciuti con quello spirito.Quando ci hanno proposto la serieabbiamo detto sì in meno di un quartod’ora. Con mio fratello Antonio cisiamo chiesti: “Ma a te sarebbe pia-ciuto fare Rintintin?” Ci siamo natiguardandolo in Tv...Sappiamo che in una delle pros-

sime puntate per un ruolo di unricercato avete chiamato CiccioMerolla, noto rapper percussionistanapoletano che avevate già sceltocome spacciatore cattivissimo inSong ‘e Napule. Gli avete affidatoquesta parte per le canzoni ar-rabbiate, di protesta urbana, cheCiccio canta quando rappa o avetescoperto un nuovo attore?

Ciccio Merolla in Song’e Napuleè stato molto bravo nel suo ruolo, re-citava la parte di uno davvero cattivo

ed è stato particolarmente bravo per-ché lui nella realtà è una persona dol-cissima, un buddista, un musicistaraffinato. È un talento naturale, nonha certo studiato recitazione, ma es-sendo un vero artista, uno che abi-tualmente comunica col pubblico, gliviene quasi naturale di recitare. Contutto il rispetto per tanti bravi attoriche studiano o che vengono dal teatro,io penso che recitare sia un talento na-turale. Ciccio questo talento ce l’ha edè per questo che lo abbiamo chiamatoancora. A parte poi il legame di ami-cizia nato sul set di Song’e Napule,questo film ha anche fatto venire allaluce questo strano trio: noi Manetti,che non sapevamo che il titolo fossegià stato una trasmissione radiofonicadi successo, la tua, con Pergolani, euna canzone, quella di Ciccio, che sulbraccio ha addirittura tatuato proprioSong’e Napule. Questa serie di com-binazioni non può che portare fortunaa tutti noi. Ora ci piacerebbe fare unvideo con un brano di Ciccio, ci pia-cerebbe visualizzare la sua energiamusicale. nnn

Nella paginaaccanto, in apertura: i Manetti Bros. In basso:Francesco Arcanel telefilm Rex.Qui sopra,dall’alto in sensoorario: i Manetti conSerena Rossi eAlessandro Rojain un fuori scenadi Song’e Napule;Ciccio Merolla;Christian Bachini

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Anche Alice nella città, se-zione autonoma e paralleladel Festival di Roma, ha un

suo padrino. Per questa XI edi-zione la scelta è caduta su GiorgioPasotti. L’attore presenterà legiornate di apertura e chiusura delconcorso e incontrerà il pubblico apiù riprese nel corso delle variegiornate della manifestazione.

Inoltre, sarà presente al Festivalanche come protagonista di Miopapà, il film di Giulio Base conDonatella Finocchiaro, FabioTroiano, Ninetto Davoli, Ema-nuela Rossi, Niccolò Calvagna eValerio Base, scritto dagli stessiBase e Pasotti insieme con PaoloLogli, sceneggiatore di innumere-voli produzioni per la tv e il ci-

L’XI edizione dellarassegna presenta 12 filmin concorso e tanti eventi.Tra questi I guardiani dellagalassia e Doraemon 3D

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Alice nella cittàDivi, cartoni e supereroiin passerella per gli Young/Adult

di Massimiliano Ferone

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nema, Alessandro Pondi, collabo-ratore abituale di Logli, MauroGraiani e Riccardo Irrera. Lapellicola aprirà fuori concorso l’XIedizione di Alice nella città il 16ottobre alle ore 17 in sala Sinopoli.

«Siamo molto contenti di averecon noi Giorgio Pasotti in questaedizione, un artista poliedrico econ una spiccata sensibilità ri-volta ai più giovani» hanno dichia-rato Fabia Bettini e GianlucaGiannelli, direttori artistici diAlice nella città.

Sotto la loro supervisione, ilconcorso di quest’anno è denomi-nato Young/Adult ed è compostoda dodici film in anteprima inter-nazionale o europea. Fuori Con-corso, oltre al film di Base,spiccano le presenze di titoli atte-sissimi come i Guardiani della

Galassia, nuova avventura trattadai fumetti della Marvel; l’ultimofilm del visionario Jean-PierreJeunet, Lo straordinario viaggiodi T.S. Spivet 3D; Kahlil Gibran’sthe Prophet, film d’animazione di-retto a più mani; e per i più picciniil film in 3D su Doraemon.

Altro nome importante presentein rassegna è quello di Kevin Co-stner che sarà ad Alice nella cittàper una masterclass, e accompa-gnerà il suo film Black and White,diretto da Mike Binder. Eventispeciali: l’incontro sul libro L’orsoPaddington con l’anteprima mon-diale di dieci minuti del film diPaul King con Nicole Kidman,Peter Capaldi, Sally Hawkins,Julie Walters e Jim Broadbent e,in più, alcune letture tratte dallibro di Michael Bond, inventore

Nella paginaaccanto, inapertura: Mio papà. In basso: Guida tascabileper la felicità e Trash. Qui a fianco: The Road Within.Più a sinistra: Black and White

Qui sopra: Doraemon 3D. Più in alto:Guardiani della galassia

del personaggio.Insomma, si preannuncia un’edi-

zione ricca di pellicole da gustaree di incontri tra il giovane pubblicoe star internazionali. Una delle no-vità di quest’anno, inoltre, sarà cheil pubblico potrà direttamente pro-clamare il suo film favorito in con-corso, senza dover attendere ilgiudizio di una giuria. nnn

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Una delle novità principali diquesta nona edizione del Fe-stival Internazionale del

Film di Roma è costituita da WiredNext Cinema (powered by Mazda),spazio dedicato ai nuovilinguaggi audiovisuali, senza distin-zione di genere, durata e formato. Sitratta della natutrale evoluzione di unpercorso già tracciato nelle prece-denti edizioni della kermesse romanadalla sezione Extra prima e da Cine-MAXXI poi. È sempre la struttura del Museo

nazionale delle Arti del XXI secolo

progettato dall’architetto ZahaHadid a ospitare la ricca settimana(o poco più) di incontri, anteprime eworkshop che caratterizza il pro-gramma della manifestazione, il cuiinizio è previsto il giorno successivoall’inaugurazione delle sezioni com-petitive del Festival, venerdì 17 otto-bre, e la conclusione avverràdomenica 26, ventiquattr’ore dopo lacerimonia di premiazione.Dieci giorni di appuntamenti,

quindi, con tutti i tipi di immagine,suono, forma di espressione e dispettacolo. Dal film documentario Il

sale della terra, in cui Wim Wen-ders racconta l’universo poetico delgrande fotografo Sebastião Sal-gado, con la collaborazione allaregia del figlio di quest’ultimo, Ju-liano Ribeiro, alle nuove web seriescomiche dei The Pills, dei The Jac-kal fino a Il Candidato, con FilippoTimi protagonista; dal cinema speri-mentale brasiliano di Marcelo Ma-sagão, che con Ato, Atalho e Ventoremixa tutto il cinema mondiale inun unico, ininterrotto film, alla stardella rete (e non solo) Maccio Ca-patonda; dalle avventure del blog-

Wired NextCinema al MAXXI

Nello spazio parallelo alFestival di Roma, “il grande

schermo incrocial’innovazione”. Anteprime e

incontri con autori di ieri(Bellocchio, Scola), di oggi(Virzì) e di domani (The Pills,Zoro, Maccio Capatonda)

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di Luigi Aversa

In alto: DiegoBianchi, in arte

Zoro. Qui sotto, dasinistra: MaccioCapatonda, ThePills. Più a destra,nell’altra pagina:Filippo Timi, WimWenders e JulianoRibeiro Salgado.

Sempre nellapagina accanto,

da sinistra:Isabella Ferrari,Sabina Guzzanti

Il futuro è già arrivato

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ger Zoro, alias Diego Bianchi, alleprovocazioni comiche di SabinaGuzzanti; dalla sapienza di autoricome Bellocchio, Scola e Virzì allacelebrazione del corpo dell’attorecon Giorgio Pasotti, Roberto Her-litzka, Isabella Ferrari e Ric-cardo Scamarcio. «Wired Next Cinema - per dirla

con Massimo Russo, direttore delmensile che dà il nome alla rassegna- è il luogo in cui il grande schermoincrocia l’innovazione, per capirecome digitale e web hanno cambiatoil racconto per immagini e suoni. In-

Dopo il Festival di Giffoni, la Mostra Interna-zionale d’Arte Cinematografica di Venezia,il RomaFictionFest e soprattutto dopo la

conclusione della sua seconda edizione, che si è te-nuta da venerdì 26 a domenica 28 settembre, ilRoma Web Fest, ideato e diretto da Janet De Nar-dis e Maximiliano Gigliucci (nella foto qui sopra,la prima e l’ultimo da sinistra) fa capolino anche alFestival di Roma. Due gli appuntamenti in pro-gramma: il 20 ottobre nello spazio Rai Movie e il24 ottobre. Venerdì 24 lo spazio del MAXXI occu-pato da Wired Next Cinema sarà interamente de-dicato alle web series, genere che forse, più di ognialtro, rappresenta l’incontro più interessante tra ci-nema e Rete. A seguire ci sarà la selezione e proie-zione degli episodi premiati dal concorsointernazionale del recente Roma Web Fest. Una ma-nifestazione che da un paio di anni si muove in que-sto territorio ancora poco conosciuto, segnalandoautori, produzioni, generi e nuovi linguaggi, e chequest’anno ha registrato un’affluenza di pubblico su-periore alle aspettative, con centinaia di persone chehanno affollato le sale del MAXXI nei tre giornidella rassegna. Un successo che il direttore generaledel Roma Web Fest, Maxi Gigliucci, ha voluto in-dividuare nel «momento di grandi cambiamenti chestiamo vivendo. Il punto di forza sono le storie e nonpiù i rigidi meccanismi di un mercato ormai estinto».

I nuovi linguaggidell’audiovisivo

Roma Web Fest

ternet, la condivisione, il tempo dellaconnessione permanente e dell’atten-zione parziale hanno già trasformatoil modo in cui si fa e si guarda il ci-nema. Non si tratta di tecnologia, madi cultura».Nel corso di Wired Next Cinema

vengono anche attribuiti due premi:uno al miglior video musicale per ilconcorso legato al singolo dei Sub-sonica Lazzaro, l’altro al migliorprodotto presentato per il contestL’invasione degli ultracorti, ovverovideo realizzati sotto i quindici se-condi di durata. nnn

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La grande animazione giappo-nese, che sugli schermi italianisi è affacciata per la prima

volta a fine anni ‘70 con la serie tvAtlas Ufo Robot, continua a fare pro-seliti. Accanto alle tante produzionidi oggi, sono tornati in auge queglianime che avevano fatto breccia nelpubblico giovanile di trent’anni fa.Parliamo di Goldrake, Mazinga, Ca-pitan Harlock, personaggi di nuovoriproposti nelle sale o in dvd. Ancheal Festival di Roma è possibile tro-vare qualche prodotto di quell’epoca.Fra le proiezioni di Wired Next Ci-nema, per esempio, c’è una piccolachicca: Il grande Mazinga controGoldrake. E chi meglio di VinceTempera - autore delle musiche edegli arrangiamenti, con Ares Tavo-lazzi e Luigi Albertelli, della sigla diUfo Robot con cui vinse il Discod’oro per aver superato il milione dicopie vendute - poteva commentarequesto revival di Goldrake & co?Proprio in questi giorni, nelle edicolecircolano i dvd di Ufo Robot. «Dalleinformazioni che ho - spiega Tem-pera - in 19 settimane saranno stam-pati 350.000 pezzi, ma la richiesta ègià per 500.000... I dvd vanno inesaurimento ogni settimana e il nu-mero ha superato anche Ligabue eVasco Rossi. Ai concerti con Guc-cini, quando lui mi presentava, il

A tu per tu con VinceTempera, autore di decine

di colonne sonore e delle sigle dei più popolaricartoon giapponesi. Da Ufo

Robot a Capitan Harlock

Sette notefra circuiti di mille valvole

n.7- nov 201420

di Luigi Aversapubblico chiedeva a gran voce chesuonassi Ufo Robot. Ho fatto 50 can-zoni, ma per quella impazzivano...».È un brano ormai memorabile.Un articolo di anni fa sul Corriere

della Sera raccontava che a Roma450.000 ragazzi che gridavano “Lascuola è da cambiare” usavano UfoRobot come inno durante il corteo.Fece cantare una generazione. Con ledovute differenze, come Blowin’ inthe Wind per un’altra.Ora c’è un ritorno ai personaggidi quel periodo.Lo spazio, i robot componibili

hanno sempre affascinato nella loromeccanica la nostra fantasia.Saranno usate le sue musiche an-che per i film di nuovo in uscita?Quando si cambia formato bisogna

chiedere il diritto di utilizzazione.Me l’hanno chiesto per CapitanHarlock. È stato presentato a Venezia

Qui accanto: VinceTempera oggi. In altoa destra: il musicista,al centro, negli anni

‘70 con i ThePleasure Machine,band da lui formatacon Ellade Bandini,

a sinistra, e AresTavolazzi. In alto asinistra: GiulianoGemma in Sella

d’argento. Più sotto:Jennifer O’Neill in

Sette note in nero. A centro pagina:

Goldrake

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ma mancava la can-zone perché non ave-vano i diritti. Le radioche facevano perpubblicizzare il film?

Usavano la sigla.Stessa cosa per l’Ape Maia, uscitoda poco nelle sale?Per l’Ape Maia c’erano due sigle:

la prima cantata da Katia Svizzero,per la seconda stagione scrissi unacosa alla Queen. Si facevano due, tresigle per lo stesso cartone.Alla Festa di Roma, ci sono ancheretrospettive sull’horror italianoanni ‘60. Al Trevi ce n’è una suFulci con cui lei ha lavorato.Con lui ho fatto, tra gli altri, Sette

note in nero, motivo ripreso anche daTarantino per il suo Kill Bill vol.1.Ho rivisto il western Sella d’ar-gento di Fulci con la colonna sua,di Bixio e Frizzi, come in Settenote... Il motivo non riuscivo atogliermelo dalla testa...Gli americani lo conoscono ilmeccanismo e fanno delle co-lonne sonore pazzesche. Da noimanca quel tema musicale cheprolunga la vita di una pelli-cola. Pensi a Bud Spencer eTerence Hill: le musiche deifratelli De Angelis rende-vano simpatico il film. E ilnostro Febbre da cavallo(Bixio-Frizzi-Tempera,ndr)? Non è stato dameno. nnn

21

Aall’Accademia di Cinema e Tv Griffith c’èuna importante novità. Da quest’anno prendeil via un nuovo Corso di Musica da Film e

Sonorizzazione Video tenuto dal direttore di Cine-corriere Renato Marengo, e da Vincenzo Rama-glia (sopra), direttore della scuola. È proprioMarengo a introdurre il corso, che vedrà la parteci-pazione come ospiti, tra gli altri, di Franco Bixio (inbasso a sinistra) e Marco Testoni (a destra): «Il rap-porto tra suoni e immagini è oggi mutato rispetto allacomparsa delle prime musiche composte e utilizzateper i primi film negli anni ’20 del secolo scorso. Cioccuperemo delle colonne sonore dalla loro nascita,dal cinema muto accompagnato dal piano o da unaformazione musicale dal vivo in sala, alle prime co-lonne sonore Usa e a quelle italiane. Le canzoni nelcinema italiano, agli albori del nostro cinema, eranola fonte principale di ispirazione dei primi film. E poivennero il cinema drammatico, le commedie e le co-miche, dove la musica iniziò ad avere un ruolo sem-pre più importante. Oggi una musica, oltre asottolineare azioni, sentimenti, luci e colori può ad-dirittura essere essa stessa ispiratrice di storie, sog-getti, sottolineare scene con lunghe riprese mute,sostituire addirittura dialoghi. Possiamo affermareche è stato raggiunto un punto di interscambio sem-pre più paritetico tra immagini e suoni. Un’immaginepuò vestire un suono così come un suono può vita-

lizzare e caratterizzare un’immagine».

Se l’immagineveste il suono

Accademia Griffith

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La stagione dei festival in questoscorcio d’autunno non si chiudesolo con Roma. Proprio in

coincidenza degli ultimi giorni dellakermesse capitolina, si segnalano unpaio di rassegne degne di nota.Sempre nella Capitale, dal 24 al 26

ottobre, la Casa del Cinema ospita lasettima edizione della Festa del ci-nema bulgaro, una finestra sulle mi-gliori nuove produzioni di unacinematografia con la quale l’Italia

da anni ha intessuto uno straordina-rio dialogo. Fra i titoli in programma:Rapsodia bulgara di Ivan Nicev,candidato dalla Bulgaria per la sele-zione come migliore film straniero aiprossimi Oscar; Alienazione diMilko Lazarov, che ha vinto il pre-mio di miglior regista della Federa-zione dei Critici Europei e dei PaesiMediterranei a Venezia; e a chiusuradella manifestazione Living Legends,che vede la partecipazione anche diMichele Placido, pellicola premiataal Manhattan Film Fest.Quasi in contemporanea, dal 23 al

27 ottobre, torna il Reggio Film Fe-stival, rassegna internazionale dedi-cata al mondo del cortometraggiogiunta quest’anno alla tredicesimaedizione. In programma una sele-zione dei migliori corti, fra gli oltre1.200 pervenuti da tutto il mondo.Ma non solo: documentari, wor-kshop, incursioni nelle altre arti.Denota un’attenzione particolare al

dialogo fra le arti l’evento di giovedì23 ottobre che vedrà ospite il celebre

coreografo Jiri Kylian nei panni diregista. Saranno presentati Car-Men(2006) e Between Entrance and Exit(2013), ma soprattutto la prima mon-diale del suo recentissimo Schwar-zfahrer.Altro prestigioso ospite di questa

edizione è Simone Massi, noto arti-sta di corti di animazione.Fra gli altri appuntamenti del fe-

stival sarà anche proposta una per-sonale della sceneggiatrice eregista Beryl Richards, vincitricedel premio laicità 2014 con il cortoRecession. nnn

A fine ottobre, la Capitale e Reggio ospitano duemanifestazioni singolari.Nella prima, dal 24 al 26,va in scena la Festa del

cinema bulgaro; in Emilia,dal 23 al 27, invece, spazio

ai cortometraggi con il Reggio Film Festival

n. 7 - nov 201422

Gli altri appuntamenti

Accanto al titolo:una scena

di BulgarianRhapsody. In alto:

Jiri Kylian. A centropagina: il film

del coreografo,Schwarzfahrer.

Qui sotto: un’altraimmagine del

Reggio Film Festival

di Rodolfo MasiNon solo RomaCinemaFest

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Affissioni ed Eventinelle Scuole Superiori

e nelle Università

Il Networkche non c’era

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