Chiusa l’inchiesta sul senzatetto respinto dal centro ... · egiziane - spiega Maria Adele...

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48 . Cronaca di Torino . LA STAMPA SABATO 28 APRILE 2018 T1 CV PR T2 ST XT PI Le associazioni “Devono uscire di casa e capire dove vivono” Sono 366 le donne immigrate che quest’anno seguono i corsi di lingua italiana e cit- tadinanza «Torino la mia cit- tà» dell’associazione Mondi in Città. «Centododici sono egiziane - spiega Maria Adele Valperga Roggero -, il loro numero è molto cresciuto in questi anni. Molte sono poco scolarizzate nel Paese d’ori- gine e sono qui da poco tem- po, ricongiunte dai mariti. Pensano che prima o poi tor- neranno in Egitto e per que- sto non sono molto interessa- te al contesto torinese». L’as- sociazione promuove i corsi da 18 anni. «Cerchiamo di far comprendere l’importanza dell’educazione dei figli. È estremamente importante farlo perché queste donne re- stano molto chiuse nel loro mondo, non hanno stimoli ad uscirne, a capire che si trova- no in una società laica dove tutte le religioni sono rispet- tate e nessuna deve prevale- re, che ci sono regole che vanno oltre gli usi e costumi. Violenze dell’uomo sulla don- na, educazione delle figlie femmine: c’è molto lavoro da fare e procede lentamente». Ancora: «Nei mesi scorsi ab- biamo organizzato incontri su come vivere l’islam in Eu- ropa e abbiamo notato resi- stenza proprio nelle egizia- ne. È stato detto che la cir- concisione femminile non è una prescrizione islamica, che il rispetto della donna è imposto dal Corano...». Le donne hanno anche incon- trato una psicologa di Telefo- no Rosa. «Per ragionare sul- la violenza, su come nell’edu- cazione dei bambini non de- ve essere usata». [M. T. M.] c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Omissione di soccorso. E omissione in atti d’ufficio. Il pm Barbara Badellino ha chiuso con queste ipotesi d’accusa le indagini per la morte di Mohamed Ibrahim Ahmed, 43 anni, originario del Ciad, morto per asside- ramento a seguito di un gra- ve stato di malnutrizione, la notte tra il 21 e il 22 gennaio, in un capannone abbandona- to nel Parco della Pellerina. Sotto inchiesta è finito il re- sponsabile del centro di ac- coglienza della Croce Rossa, a poche centinaia di metri da dove è morto Mohamed. I testimoni La ricostruzione della pro- cura trae molti elementi dalle testimonianze di altri due clochard, che hanno raccontato la loro versione in più occasioni. L’ultima, davanti al giudice per le inda- gini preliminari Edmondo Pio. I due sostengono di aver chiesto aiuto al responsabile del centro di accoglienza. E non solo. Anche davanti al giudice, hanno dichiarato di avergli chiesto di chiamare un’ambulanza per Mohamed. Ma lui non lo ha fatto. Secon- do il pm, quel rifiuto rappre- senta un’omissione di soccor- so. E anche un’omissione in atti d’ufficio, perché commes- sa da un pubblico ufficiale. La difesa L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato in questi giorni. Sulla vicenda, il volontario della Croce Rossa ha sempre preferito evitare di parlare con i giornalisti. E il difensore (avvocato Alessan- dro Mattalìa) a limitato le di- chiarazioni al minimo indi- spensabile: «Non voglio entra- re nel merito delle testimo- nianze, ma il mio cliente ha la- vorato molto come volontario per la Croce Rossa». L’unica certezza è che la sua ricostru- zione è ben diversa da quella dei due clochard. La richiesta d’aiuto c’è stata, è vero. Ma co- me tante altre. E lui era solo in quel centro di accoglienza, non poteva allontanarsi. Per questo, la risposta sareb- be stata di tenore diverso da quella riferita dai due testimo- ni: «Andate a chiedergli se ha bisogno di aiuto e, nel caso, fa- telo venire qui». Ma questo non è avvenuto. E nemmeno, i due hanno chiesto di poter utilizza- re il cellulare del volontari per chiamare aiuto loro stessi. Uno ha preferito andarsene e basta, l’altro ha chiesto ospitalità al centro di accoglienza, dove si è fermato a trascorrere la notte. La procedura Ricevuto l’avviso di conclu- sione delle indagini, il vo- Il capannone La struttura abbandonata dove aveva trovato rifugio il clochard morto di freddo e di malnutrizione CLAUDIO LAUGERI REPORTERS Chiusa l’inchiesta sul senzatetto respinto dal centro della Croce Rossa Clochard morto, doppia accusa per il volontario Omissione di soccorso e in atti d’ufficio. Il pm: il responsabile del centro di accoglienza è un pubblico ufficiale lontario ha venti giorni per chiedere un altro interro- gatorio o sottoporre alla procura altri elementi utili a sostenere la propria in- nocenza. Nell’eventualità di un rinvio a giudizio, le testimonianze dei due clo- chard non dovranno essere ripetute in aula: l’«inciden- te probatorio» davanti al gip consentirà di farle en- trare nel processo. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI La procura dei minori “Nessuna discriminazione L’adozione dei bambini è sempre l’ultima soluzione” «U n fenomeno di fa- miglie egiziane o nordafricane particolarmente colpite da provvedimenti di allontana- mento di minori non esiste ed è fuori discussione che si al- lontani un bambino soltanto per un ceffone. Così come non esiste che un minore venga di- chiarato adottabile se prima non si è tentato di tutto per- ché possa restare in famiglia e perché la sua famiglia possa cambiare, migliorare il suo comportamento. È la legge che lo impone. E anche quan- do si apre un procedimento di adottabilità, alla fine sono po- chissimi quelli che si conclu- dono effettivamente con l’adozione». Per la dottoressa Anna Maria Baldelli, procura- tore capo della Procura della Repubblica per i Minorenni, non sono fondate le motiva- zioni che giovedì hanno porta- to in piazza Palazzo di Città centocinquanta egiziani, due terzi dei quali donne. La mani- festazione è stata promossa dalla comunità per solidarietà con una coppia di genitori che rischiano di non rivedere più uno dei figli, dichiarato adot- tabile, e perché sarebbero nu- merosi i casi di allontanamen- to di minori dalle famiglie egi- ziane. Durante il presidio le donne hanno spiegato che non vengono comprese le differen- ze culturali: «Nelle nostre fa- miglie, come accadeva qui tempo fa, si dà uno schiaffo quando un figlio esagera. Ci sono casi in cui tanto è bastato per scatenare un disastro». La replica della dottoressa Baldelli è categorica. «Viene sempre attivato il sostegno alla famiglia, i servizi sociali - spiega - sono sempre incari- cati di aiutarla, anche in pre- senza di un provvedimento penale pendente. Se un bam- bino non torna più a casa è perché evidentemente non ci sono i presupposti, perché ac- cade anche che gli aiuti offerti non vengano accolti. Poi, nei confronti delle differenze cul- turali c’è grande attenzione e da un anno la Procura, il Tribu- nale, gli avvocati, i servizi socia- li e il Centro Frantz Fanon (psi- Anna Maria Baldelli È procuratore capo della Procura della Repubblica per i minorenni REPORTERS coterapia e supporto psicoso- ciale per gli immigrati e i rifu- giati) lavorano sul tema della genitorialità straniera. Ci sa- ranno nuove iniziative per ap- profondire le diversità. Ma an- che per la protezione dei bam- bini, che non possono essere massacrati di botte. In questo caso non si tratta di cultura». Il procuratore ricorda anche che «da anni il Programma Pip- pi, Intervento per la prevenzio- ne dell’istituzionalizzazione si rivolge anche ai bambini stra- nieri». Nessun pregiudizio, in- somma. «Vediamo bambini shakerati, con gravi traumi neu- rologici, bambini con entrambe le gambe rotte. La gente - dice Baldelli - non può immaginare certe situazioni. Quelle mamme in piazza o non hanno avuto figli allontanati oppure esprimono una posizione poco leale perché hanno responsabilità, ma han- no anche avuto la possibilità di cambiare. Magari sono abituate a prendere botte e lo considera- no normale, così come accade per gli interventi sui genitali. Lo ripeto: quando si interviene sui legami è perché davvero non c’è più nulla da tentare». Le donne hanno anche au- spicato che in caso di affida- mento dei figli, si opti per fami- glie della stessa cultura e reli- Ho detto loro di andare a chiedergli se aveva bisogno di aiuto e, nel caso, di farlo venire al centro Volontario Cri gione. «Si può soltanto semina- re sensibilizzazione, le famiglie devono offrirsi, non si fabbrica- no...», riflette il procuratore. Che su un punto concorda con le istanze della piazza: la forma- zione dei nuovi cittadini. Le donne, infatti, hanno chiesto di poter capire meglio le regole vi- genti in Italia in tema di fami- glia, di educazione, suggerendo addirittura campagne tipo Pubblicità Progresso. «La for- mazione è una carenza grave - ammette Anna Maria Baldelli - che riguarda non solo i genitori, ma tutti coloro che vogliono di- ventare cittadini italiani». c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Non c’è nessun caso egiziano: quando si interviene sui legami è perché davvero non c’è più nulla da tentare Anna Maria Baldelli Procura dei minori n L’assessora regio- nale alle Pari Opportu- nità e all’Integrazione, Monica Cerutti incon- trerà le donne egiziane. «Come Regione abbia- mo già progetti che ri- spondono ai bisogni espressi, come cono- scere meglio le norme italiane in materia di educazione, di diritti e doveri, ma un incontro può aiutarci a capire co- me renderli più effica- ci». Monica Cerutti ri- corda il programma Pe- trarca per la forma- zione civico- lingui- stica. « H coin- volto dieci- mila persone, il 57% donne: il servizio di ba- by sitting facilita la loro frequenza. Abbiamo inserito moduli sul les- sico dei servizi sociali, dell’orientamento sco- lastico e di ciò che può essere utile ai genitori, ma può essere utile ap- profondire le necessità per programmare la prossima edizione». La Regione «Incontreremo quelle donne» MARIA TERESA MARTINENGO Colloquio

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48 .Cronaca di Torino .LA STAMPASABATO 28 APRILE 2018

T1 CV PR T2 ST XT PI

Le associazioni“Devono usciredi casa e capiredove vivono”

Sono 366 le donne immigrateche quest’anno seguono icorsi di lingua italiana e cit-tadinanza «Torino la mia cit-tà» dell’associazione Mondiin Città. «Centododici sonoegiziane - spiega Maria AdeleValperga Roggero -, il loronumero è molto cresciuto inquesti anni. Molte sono pocoscolarizzate nel Paese d’ori-gine e sono qui da poco tem-po, ricongiunte dai mariti.Pensano che prima o poi tor-neranno in Egitto e per que-sto non sono molto interessa-te al contesto torinese». L’as-sociazione promuove i corsida 18 anni. «Cerchiamo di farcomprendere l’importanzadell’educazione dei figli. Èestremamente importantefarlo perché queste donne re-stano molto chiuse nel loromondo, non hanno stimoli aduscirne, a capire che si trova-no in una società laica dovetutte le religioni sono rispet-tate e nessuna deve prevale-re, che ci sono regole chevanno oltre gli usi e costumi.Violenze dell’uomo sulla don-na, educazione delle figlie femmine: c’è molto lavoro dafare e procede lentamente».Ancora: «Nei mesi scorsi ab-biamo organizzato incontrisu come vivere l’islam in Eu-ropa e abbiamo notato resi-stenza proprio nelle egizia-ne. È stato detto che la cir-concisione femminile non èuna prescrizione islamica,che il rispetto della donna èimposto dal Corano...». Ledonne hanno anche incon-trato una psicologa di Telefo-no Rosa. «Per ragionare sul-la violenza, su come nell’edu-cazione dei bambini non de-ve essere usata». [M. T. M.]

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Omissione di soccorso. Eomissione in atti d’ufficio. Ilpm Barbara Badellino hachiuso con queste ipotesid’accusa le indagini per lamorte di Mohamed IbrahimAhmed, 43 anni, originariodel Ciad, morto per asside-ramento a seguito di un gra-ve stato di malnutrizione, lanotte tra il 21 e il 22 gennaio,in un capannone abbandona-to nel Parco della Pellerina.Sotto inchiesta è finito il re-sponsabile del centro di ac-coglienza della Croce Rossa,a poche centinaia di metri dadove è morto Mohamed.

I testimoniLa ricostruzione della pro-cura trae molti elementidalle testimonianze di altridue clochard, che hannoraccontato la loro versionein più occasioni. L’ultima,

davanti al giudice per le inda-gini preliminari EdmondoPio. I due sostengono di averchiesto aiuto al responsabiledel centro di accoglienza. Enon solo. Anche davanti algiudice, hanno dichiarato diavergli chiesto di chiamareun’ambulanza per Mohamed.Ma lui non lo ha fatto. Secon-do il pm, quel rifiuto rappre-senta un’omissione di soccor-so. E anche un’omissione inatti d’ufficio, perché commes-sa da un pubblico ufficiale.

La difesaL’avviso di conclusione delleindagini è stato notificato inquesti giorni. Sulla vicenda, ilvolontario della Croce Rossaha sempre preferito evitare diparlare con i giornalisti. E ildifensore (avvocato Alessan-dro Mattalìa) a limitato le di-chiarazioni al minimo indi-spensabile: «Non voglio entra-re nel merito delle testimo-

nianze, ma il mio cliente ha la-vorato molto come volontarioper la Croce Rossa». L’unica certezza è che la sua ricostru-zione è ben diversa da quelladei due clochard. La richiestad’aiuto c’è stata, è vero. Ma co-me tante altre. E lui era solo inquel centro di accoglienza,non poteva allontanarsi.

Per questo, la risposta sareb-be stata di tenore diverso da quella riferita dai due testimo-ni: «Andate a chiedergli se ha bisogno di aiuto e, nel caso, fa-telo venire qui». Ma questo nonè avvenuto. E nemmeno, i due hanno chiesto di poter utilizza-re il cellulare del volontari per chiamare aiuto loro stessi. Uno ha preferito andarsene e basta, l’altro ha chiesto ospitalità al centro di accoglienza, dove si è fermato a trascorrere la notte.

La proceduraRicevuto l’avviso di conclu-sione delle indagini, il vo-

Il capannoneLa struttura abbandonata dove aveva trovato rifugio il 

clochard morto di freddo e di malnutrizione

CLAUDIO LAUGERI

REPORTERS

Chiusa l’inchiesta sul senzatetto respinto dal centro della Croce Rossa

Clochard morto, doppia accusa per il volontarioOmissione di soccorso e in atti d’ufficio. Il pm: il responsabile del centro di accoglienza è un pubblico ufficiale

lontario ha venti giorni perchiedere un altro interro-gatorio o sottoporre allaprocura altri elementi utilia sostenere la propria in-nocenza. Nell’eventualitàdi un rinvio a giudizio, letestimonianze dei due clo-chard non dovranno essereripetute in aula: l’«inciden-te probatorio» davanti algip consentirà di farle en-trare nel processo.

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

La procura dei minori

“Nessuna discriminazioneL’adozione dei bambiniè sempre l’ultima soluzione”

«Un fenomeno di fa-miglie egiziane on o r d a f r i c a n e

particolarmente colpite daprovvedimenti di allontana-mento di minori non esiste ed è fuori discussione che si al-lontani un bambino soltanto per un ceffone. Così come nonesiste che un minore venga di-chiarato adottabile se prima non si è tentato di tutto per-ché possa restare in famiglia eperché la sua famiglia possacambiare, migliorare il suo comportamento. È la leggeche lo impone. E anche quan-do si apre un procedimento di adottabilità, alla fine sono po-chissimi quelli che si conclu-dono effettivamente conl’adozione». Per la dottoressa Anna Maria Baldelli, procura-tore capo della Procura della Repubblica per i Minorenni, non sono fondate le motiva-zioni che giovedì hanno porta-to in piazza Palazzo di Città centocinquanta egiziani, due terzi dei quali donne. La mani-festazione è stata promossa dalla comunità per solidarietàcon una coppia di genitori che rischiano di non rivedere più uno dei figli, dichiarato adot-tabile, e perché sarebbero nu-merosi i casi di allontanamen-to di minori dalle famiglie egi-ziane. Durante il presidio ledonne hanno spiegato che nonvengono comprese le differen-ze culturali: «Nelle nostre fa-miglie, come accadeva qui tempo fa, si dà uno schiaffoquando un figlio esagera. Ci sono casi in cui tanto è bastatoper scatenare un disastro».

La replica della dottoressaBaldelli è categorica. «Vienesempre attivato il sostegno alla famiglia, i servizi sociali -spiega - sono sempre incari-cati di aiutarla, anche in pre-senza di un provvedimento penale pendente. Se un bam-bino non torna più a casa è perché evidentemente non cisono i presupposti, perché ac-cade anche che gli aiuti offertinon vengano accolti. Poi, nei

confronti delle differenze cul-turali c’è grande attenzione eda un anno la Procura, il Tribu-nale, gli avvocati, i servizi socia-li e il Centro Frantz Fanon (psi-

Anna MariaBaldelli

È procuratore capo della 

Procura della Repubblica 

peri minorenni

REPORTERS

coterapia e supporto psicoso-ciale per gli immigrati e i rifu-giati) lavorano sul tema della genitorialità straniera. Ci sa-ranno nuove iniziative per ap-profondire le diversità. Ma an-che per la protezione dei bam-bini, che non possono essere massacrati di botte. In questo caso non si tratta di cultura».

Il procuratore ricorda ancheche «da anni il Programma Pip-pi, Intervento per la prevenzio-ne dell’istituzionalizzazione si rivolge anche ai bambini stra-nieri». Nessun pregiudizio, in-somma. «Vediamo bambinishakerati, con gravi traumi neu-rologici, bambini con entrambe

le gambe rotte. La gente - dice Baldelli - non può immaginare certe situazioni. Quelle mammein piazza o non hanno avuto figliallontanati oppure esprimono una posizione poco leale perché hanno responsabilità, ma han-no anche avuto la possibilità di cambiare. Magari sono abituatea prendere botte e lo considera-no normale, così come accade per gli interventi sui genitali. Loripeto: quando si interviene sui legami è perché davvero non c’èpiù nulla da tentare».

Le donne hanno anche au-spicato che in caso di affida-mento dei figli, si opti per fami-glie della stessa cultura e reli-

Ho detto loro di andare a chiedergli se aveva bisogno di aiuto e, nel caso,di farlo venire al centro

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gione. «Si può soltanto semina-re sensibilizzazione, le famiglie devono offrirsi, non si fabbrica-no...», riflette il procuratore. Che su un punto concorda con le istanze della piazza: la forma-zione dei nuovi cittadini. Le donne, infatti, hanno chiesto di poter capire meglio le regole vi-genti in Italia in tema di fami-glia, di educazione, suggerendo addirittura campagne tipo Pubblicità Progresso. «La for-mazione è una carenza grave - ammette Anna Maria Baldelli - che riguarda non solo i genitori,ma tutti coloro che vogliono di-ventare cittadini italiani».

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Non c’è nessun caso egiziano: quando si interviene sui legamiè perché davvero non c’è più nulla da tentare

Anna Maria BaldelliProcura dei minori

nL’assessora  regio­nale alle Pari Opportu­nità e all’Integrazione,Monica  Cerutti  incon­trerà le donne egiziane.«Come Regione abbia­mo già progetti che ri­spondono  ai  bisogniespressi,  come  cono­scere meglio le norme italiane  in  materia  dieducazione, di diritti e doveri, ma un incontro può aiutarci a capire co­me renderli più effica­ci». Monica Cerutti  ri­corda il programma Pe­t rarca per  la forma­z i o n e civico­lingui­s t i c a . « H a c o i n ­v o l t o d i e c i ­mila  persone,  il  57%donne: il servizio di ba­by sitting facilita la loro frequenza.  Abbiamo inserito moduli sul les­sico dei servizi sociali, dell’orientamento sco­lastico e di ciò che può essere utile ai genitori, ma può essere utile ap­profondire le necessità per  programmare  la prossima edizione». 

La Regione«Incontreremoquelle donne»

MARIA TERESA MARTINENGO

Colloquio