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CHIMICA GENERALE ED ORGANICA Scienze e Tecnologie Agroalimentari

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CHIMICA GENERALE ED

ORGANICA

Scienze e Tecnologie Agroalimentari

Programma

OSSERVAZIONI E MISURE

LA COMPOSIZIONE DEI CORPI E I COSTITUENTI DELLA

MATERIA

GLI ATOMI E LA TAVOLA PERIODICA

Il LEGAME CHIMICO

GLI STATI DELLA MATERIA

I COMPOSTI E LE REAZIONI

LE SOLUZIONI

TERMODINAMICA

L’EQUILIBRIO CHIMICO

GLI EQUILIBRI IONICI IN SOLUZIONE

ELETTROCHIMICA

CINETICA

ESERCITAZIONI:

Linguaggio chimico

Reazioni chimiche

Relazioni ponderali

Soluzioni

Reazioni acido-

base: equilibri in

fase acquosa, pH di

soluzioni acide e

basche, idrolisi.

Equilibri di composti

poco solubili:

prodotto di solubilità

Reazioni redox

Programma

CHIMICA ORGANICA: I gruppi funzionali e le classi di composti organici. Le reazioni in

chimica organica. Elettrofili, nucleofili e radicali. Definizione acido-base di Lewis.

Idrocarburi saturi: alcani, gruppi alchilici, isomeria strutturale, cicloalcani, cicloesano, isomeria conformazionale, isomeria geometrica cis e trans, ossidazione, alogenazione.

Stereochimica: isomeri, stereoisomeri, enantiomeri, atomi di carbonio chirali, luce polarizzata e polarimetro, convenzione (+)/(-), formule prospettiche, proiezioni di Fisher, convenzione D/L, convenzione R/S, miscele racemiche, diastereoisomeri, composti meso.

Idrocarburi insaturi: alcheni, reattività verso gli elettrofili, isomeria geometrica cis/trans ed E/Z, carbocationi, addizione elettrofila, idrogenazione, ossidazione, polimerizzazione; alchini.

Idrocarburi aromatici: benzene, risonanza, reattività verso gli elettrofili, sostituzione elettrofila aromatica, alogenazione, nitrazione, alchilazione ed acilazione, solfonazione, effetto dei sostituenti, aromatici policiclici, composti etero aromatici.

Programma

CHIMICA ORGANICA: Alogenuri alchilici: reattività verso i nucleofili, sostituzione nucleofila

alchilica, eliminazione ionica. Alcoli: acidità e basicità, reattività verso i nucleofili, sostituzioni

nucleofile, disidratazione. Fenoli: acidità e basicità, reattività verso gli elettrofili, ossidazione. Tioli: acidità, ossidazione. Eteri: scissione. Solfuri: ossidazione.

Aldeidi e chetoni: gruppo carbonilico, reattività verso i nucleofili, addizione nucleofila, ossidazione, riduzione, la tautomeria cheto-enolica, condensazione aldolica.

Acidi carbossilici e derivati: acidi, esteri, ammidi, alogenuri acilici ed anidridi, sostituzione nucleofila acilica, ordine di reattività dei derivati.

Ammine: basicità, reazioni.

ESERCITAZIONI:

Reazioni redox – Reazioni in chimica organica.

TESTI CONSIGLIATI

Chimica Generale

Atkins-Jones

• Principi di Chimica

• ISBN 978-88-08-06139-3

• Zanichelli, Bologna, (2012) € 91,00.

Nobile, Mastrorilli

• La chimica di base

• ISBN 978-8808-08799-7

• Casa Editrice Ambrosiana, (2006) € 56,50.

Masterton & Hurley

• Chimica - Principi e Reazioni

• ISBN 978-88-299-2041-9

• Piccin, Padova, (2007) €39,50.

TESTI CONSIGLIATI

Chimica Organica

Chimica Organica

• Hart, Hadad, Craine, Hart

• Zanichelli, 2012

• ISBN 978-8808193506 € 39,40

Fondamenti di chimica organica

• McMurry, De Maria

• Zanichelli, 2012

• ISBN 978-8808061317

Introduzione alla chimica organica

• Brown, Poon

• Edises, 2011

• ISBN: 978-8879596909

Lezioni e studio quotidiano

Segui le lezioni ascoltando e prendendo appunti

Riguarda i tuoi appunti “a caldo” (il giorno stesso o al massimo il giorno dopo)

Cerca di capire ogni passaggio, e soprattutto il filo logico.

Annota le domande che ti vengono, i punti oscuri.

Non preoccuparti di memorizzare subito: in questo primo lavoro, l’importante è capire.

Aggiungi ai tuoi appunti ogni nota, commento, passaggio che ti serva per essere certo che quando li rileggerai tempo dopo li capirai senza più fatica.

Non perdere tempo a ricopiare gli appunti o sbobinare lezioni registrate: sono cose che certamente non avrai il tempo di fare con costanza per tutto il corso, dunque non provarci nemmeno.

Cerca di rintracciare sul libro di testo il paragrafo coinvolto, e leggilo, a titolo di confronto e integrazione.

Gli appunti

Non si riesce a scrivere tutto ciò che il professore dice o scrive.

Comunque, non scrivere soltanto passaggi in formule che spesso potrai ritrovare nei testi: scrivi frasi in italiano che spieghino cosa si sta facendo, la logica, il filo conduttore del discorso.

Un passaggio perso si recupera sul libro o da un compagno, ma se si perde il motivo per cui una catena di passaggi è stata fatta, serve poco essere andati a lezione.

E se il professore parla per un po’ senza scrivere niente alla lavagna, non significa che stia dicendo cose inutili!

Magari sta spiegando, in modo non tecnico, l’idea di fondo della lezione: ascolta e prendi appunti.

Cose non capite

Quando trovi qualcosa che non capisci in ciò che studi: Riflettici sopra, prova tu a trovare la risposta che non è scritta

nei tuoi appunti. Riparti da prima, da ciò che hai capito, chiediti qual era la logica del discorso. Se non riesci a capire “cosa ha fatto lui”, chiediti “cosa faresti tu”. Se ancora non capisci...

Leggi cosa dice il libro e riflettici. Se ancora non capisci...

Chiedi a un tuo compagno cos’ha capito / scritto lui. Lo studio è un’attività individuale, ma avere qualche compagno di corso con cui confrontarsi regolarmente, cercando di chiarirsi reciprocamente i dubbi, discutere di ciò che si è capito, è prezioso (e divertente). Se ancora non capisci...

Annota nella lista “domande da fare al professore” e quando ne hai un po’, vai al ricevimento studenti e poni tutte le tue domande. E non uscire di lì senza aver capito le risposte!

Esercitazioni ed esercizi

Sulle esercitazioni occorre lavorare esattamente come sulle lezioni: riguardare gli appunti a caldo e capire i passaggi: perché quel passaggio è giusto così, e perché ha seguito proprio quella strada: solo così imparerai a saper scegliere tu la strada.

Affronta nuovi esercizi per conto tuo solo dopo che hai studiato la teoria relativa e hai lavorato sulle esercitazioni come ti ho detto.

Non pensare di poter imparare a far esercizi “a forza di far esercizi”, senza una base teorica ben chiara.

Non accanirti a fare gli esercizi “come hai imparato a scuola”: invece, impara ad apprendere cose nuove, nuovi metodi, nuovi punti di vista; quelli cha hai già ti serviranno comunque.

Bigiare? No grazie

Da quanto detto prima, è ovvio che alle lezioni e alle esercitazioni devi andare sempre.

Mancarne una può essere un incidente occasionale (da recuperare al più presto facendosi passare appunti e informazioni), ma non deve diventare frequente, o peggio, sistematico (“il giovedì salto le esercitazioni così arrivo a casa prima”).

Lo studio per l’esame

Viene anche il momento di memorizzare le cose studiate. Usando il programma d’esame come indice, leggi su appunti e/o

libro di testo, ordinatamente, tutto ciò che riguarda un certo argomento.

Accertati che i dubbi siano già stati risolti, altrimenti risolvili prima di proseguire: non cercare di imparare a memoria una cosa non capita; offenderesti la tua intelligenza.

Fai le tue sintesi, i tuoi schemi (mentali e scritti). Prova a ripetere ad alta voce, in modo sistematico, la materia. Tieni presente che la chimica (soprattutto quella organica) non si

può raccontare a voce senza scrivere: mentre parli, scrivi, come farebbe il professore alla lavagna, formule e passaggi.

Il libro di testo talvolta può essere sintetico, sottointendere brevi argomentazioni, che però tu devi avere chiare. Ricorda che “sul libro è scritto così” non è mai una giustificazione al non aver capito qualcosa. Se ti prepari all’esame per tempo, non sarà mai troppo tardi per domandare ciò che non hai capito.

Responsabilità personale e

gioco di squadra

La responsabilità del tuo studio è solo tua. Se tu non capisci, “ma tanto non capisce nessuno”, non consolarti:

il tuo esame lo dovrai passare tu. Può sembrare cinico dirlo, ma sappi che una fetta non indifferente

di coloro che si immatricolano, per i motivi più diversi non arriverà mai alla laurea. Se non vuoi essere tra questi, datti da fare.

Questo non significa pensare solo per sé, anzi: è molto meglio non fare l’università da solo. Cerca di avere un gruppo di amici tra cui ci possa essere confronto e aiuto reciproco, fino alla solidarietà spicciola del passarti gli appunti da fotocopiare, un giorno che hai perso il treno e la lezione.

Cercare questi rapporti significa dare del tempo allo stare in università, anche oltre lo stretto necessario.

A 20 anni ci sono cose più importanti della pastasciutta della mamma.

Quanti corsi!

E’ difficile seguire bene tutti i corsi contemporaneamente. Presto ti verrà la tentazione di concentrarti su qualcuno e mollare gli altri.

“Mollare un corso”, però, può far perdere molto tempo, in seguito, nel dare quell’esame. Inoltre, significa rinunciare a imparare qualcosa dal docente che, si spera, dovrebbe essere un po’ più comunicativo di un pezzo di carta stampata. Quindi, cerca di resistere il più a lungo possibile seguendo tutti i corsi; inevitabilmente, dopo un po’ ne privilegerai qualcuno e terrai un contatto più tenue con altri, ma cerca di capire sempre qualcosa anche del corso che segui peggio.

Approfitta dei momenti in cui in un corso si cambia argomento per rimetterti a seguirlo bene da lì (quando potrai, recupererai quel che hai indietro).

Ma io ho fatto male il liceo...

Forse sai di avere delle lacune nella tua preparazione scolastica. Ognuno ha i suoi punti deboli che conosce meglio di chiunque altro.

Se sei consapevole di non aver mai capito i logaritmi, non aspettare di averne assolutamente bisogno per ristudiarli.

Appena cominci l’università, fai conto di dedicare da subito un po’ di tempo a un ripasso ragionato dei prerequisiti. Più passa il tempo, più sarà difficile trovare il tempo per farlo.

E quando nei corsi farai fatica a capire qualche concetto nuovo, non dare sempre la colpa alla scuola che hai fatto! Sappi che il 90% del programma del corso è “roba nuova” per tutti i tuoi compagni, e l’università esiste perché voi possiate capire e imparare queste cose.

Esigi da te stesso la comprensione di ciò che studi, e lavora con metodo per ottenerla.

Domandare

Impara a fare domande. Togliti subito il complesso del “non voglio fare una domanda

stupida”: se hai una domanda, l’unica cosa stupida è non farla. C’è la domanda spicciola, a caldo, fatta al professore durante la

lezione, alzando la mano. E c’è la domanda meditata, a freddo, fatta al professore in un ricevimento studenti o a una lezione successiva.

La domanda ti serve se prima di porla “hai fatto di tutto” per risponderci tu. Se non hai fatto la fatica di provare a capire tu, la risposta ti servirà poco.

Mentre rifletti su una domanda che farai, cerca di allargare l’orizzonte: qual è, al fondo, la cosa che non ti è chiara, al di là del passaggio spicciolo? Se chiedi spiegazioni su un passaggio, dalla risposta non imparerai niente più che un passaggio, ma se chiedi spiegazioni su un concetto, dalla risposta imparerai qualcosa di più.

Non allargare il discorso fino ad essere terribilmente vago: se chiedi “non ho capito bene come si calcolano gli integrali”, cosa può fare lui? Rispiegarti in 10 minuti quello che in aula ha spiegato in 10 ore?