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ANNO XIX - N° 470 APRILE 2014 MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità Chiesa viva Santa Pasqua 2014

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ANNO XIX - N° 470APRILE 2014

MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: dott. Franco AdessaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

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Chiesa viva

Santa Pasqua 2014

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2 “Chiesa viva” *** Aprile 2014

Pasqua 2014Dopo la settimana di Passione,Col cielo grigio e mesto, quasi in pianto,Ritorna Pasqua di Resurrezione,A cancellare del Venerdì Santo

L’immagine di morte e d’afflizione.La terra, rinnovata, eleva un canto,Un inno lieto di benedizione;E il sol risplende, come per incanto!

Vuoto è il Sepolcro! Esultano le schiereAngeliche e la Chiesa, in tanta gloria!Cristo Risorto spezza le barriere

Della morte, con fulgida vittoria!Le tenebre non hanno più potere,Ché nuova luce illumina la storia!

Prof. Arturo Sardini

Mane nobiscum, Domine!

Resta con noi, Signore! Si fa sera.Tra poco scenderà la notte fonda.L’esercito del male ci circonda,E al Cielo eleveremo una preghiera!

Il Crocefisso avremo per bandiera:Il Crocefisso, che di sangue gronda,Tra il bene e il Male noi farem barriera!

Nel nome di Gesù, Nostro Signore,Vade retro, Lucifero infernale,Omicida, ab initio, e mentitore!

Vade retro, Ribelle primordiale!Vade retro, Serpente tentatore,Che gli avi nostri conducesti al male!

Prof. Arturo Sardini

Gesù risorto appare a Maria Santissima.

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Il libro ci ricorda, inoltre, cheBergoglio fu l’antagonista diRatzinger alle elezioni del 2005

e che era il delfino del card. CarloMaria Martini, il quale era oramaimalato e si era scoperto come esa-geratamente progressista per poterottenere i voti della maggioranzadel Collegio cardinalizio; alloraMartini e Bergoglio decisero difar confluire i voti ottenuti sulcard. Ratzinger (pp. 9-10). Perciò,Bergoglio dottrinalmente è più vici-no all’area del card. Martini che aquella di Joseph Ratzinger. Tuttavia, la sua Tesi di laurea è sta-ta discussa in Germania negli anniOttanta su Romano Guardini“propugnatore del rinnovamentoecclesiastico, che si sarebbe realiz-zato nel Concilio Vaticano II” (p.18). Ora, se Guardini è stato un moder-nizzante, e lo è stato, è stato ancheil caposcuola di Ratzinger, Hans Urs von Balthasar edella Rivista “Communio”, dal 1972 contraltare moder-nista moderato della Rivista “Concilium” (1964), avan-guardia del modernismo radicale (Rahner, Küng, Schillee-beckx), ed ha influito non poco sulla sensibilità estetizzan-te di Benedetto XVI, circa la Messa tradizionale.

Quindi, occorre saper sfumare e farle dovute differenze nella persona-lità di Bergoglio. Amando Guardini, penso, ma nonposso esserne certo, non disprez-zerà, come Montini, la Messa dettadi San Pio V, purché non si obiettitroppo e pubblicamente sulla orto-dossia del Novus Ordo Missae diPaolo VI.Una nota ricorrente nella vita e nelpensiero di Bergoglio è “l’espe-rienza religiosa, l’incontro perso-nale con Cristo” (p. 41 e 77) tantocara al modernismo e a “Comunio-ne e Liberazione”, nata dalla rivi-sta “Communio”, patrocinata daGuardini, de Lubac, Balthasar eRatzinger a partire dal 1972. L’“Esperienza religiosa” vede «ilfatto religioso principalmente comeun fenomeno psicologico indivi-duale, in cui il sentimento, erom-pente dalla subcoscienza, ha il pre-

dominio sulle funzioni dell’intelligenza. Questa esperienzareligiosa avrebbe per oggetto non propriamente un Diopersonalmente distinto dall’uomo e trascendente il mondo,ma il divino, sentito vagamente, come qualcosa che nonsorpassa l’uomo, ma è immanente in esso, verso cui l’ani-ma ha sentimento di amore»3.

PAPA BERGOGL IO PAPA BERGOGL IO – Vita e Pensiero:

la cultura dell’incontro –

“Chiesa viva” *** Aprile 2014 3

di Don Curzio Nitoglia

Il card. Bergoglio e il rabbino Abraham Skorka.

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4 “Chiesa viva” *** Aprile 2014

La “Subcoscienza” è un termine invalso nella finedell’Ottocento, quando Myers (1886) «credette di averscoperto oltre la periferia della coscienza umana un sostra-to oscuro, ma ricco di risorse percettive ed emotive, chechiamò appunto subcoscienza. […] Esiste in noi, un Iocosciente, chiaro, ordinario, che è la nostra personalità co-mune; ma nella profondità dello spirito si nasconde un Iosubcosciente, detto anche subliminale, in cui si elabora-no, a nostra insaputa, intuizioni e sentimenti vaghi, cheman mano si raggruppano, si fon-dono e, all’improvviso, irrompo-no nella zona dell’Io coscientedeterminandone nuove aspirazioni,nuove direttive, una vita nuova.Nell’oscura coscienza subliminalesi elabora specialmente il senti-mento del divino, che è la radicee la fonte della religione. La verareligione non è nei Libri Sacri,non viene dal di fuori ma saledalle profondità della subco-scienza. […] I dogmi non sono ve-rità immutabili, ma espressioniprovvisorie, a carattere pratico-simbolico, dell’esperienza religio-sa»4. Bergoglio non è comunista anchese ha letto molta letteratura delPartito Comunista ed è stato in-fluenzato da essa ed inoltre Leòni-das Barletta, un personaggio rile-vante della cultura marxista, hacontribuito molto alla sua forma-zione politica (p. 45). Ciò che è accaduto a Cuba durantela rivoluzione castrista, alla quale collaborarono anche nu-merosi cattolici, pur se con finalità diverse, è un esempiotipico del risultato a cui porta la collaborazione con icomunisti e dovrebbe farci riflettere. I Comunisti come iModernisti, infatti, non disdegnano la collaborazione deicattolici. Anzi, la sollecitano (v. Antonio Gramsci, ErnestBloch e Palmiro Togliatti), la provocano anche, mettendoin evidenza miseria e ingiustizie che possano suscitarel’indignazione e la reazione degli spiriti retti. E purtrop-po, spesso, ottengono la collaborazione desiderata. Abitua-ti ad agire in buona fede, i cattolici tendono molte volte agiudicare impossibile che, rispetto a considerazioni umani-tarie, qualcuno possa nascondere un fine perverso. Fini-scono, così, per impegnarsi, non per il movimento comu-nista, ma per la lotta a favore degli infelici, degli op-pressi e dei sofferenti. E lavorano uniti, cattolici e co-munisti, i primi certi che gli altri, come loro, desiderinosinceramente curare la società dalle piaghe che la infetta-

no; i secondi, più certi che l’agitazione umanitaria of-frirà loro l’ambiente ideale per l’estensione del loro po-tere. Lavorando assieme finiscono, però, per pensare allostesso modo, ossia i cattolici si lasciano incantare dalla si-rena marxista e perdono la loro identità. Il filosofo tedesco Ernest Bloch (1885-1977) ha studiatomeglio di tutti le modalità per presentare il comunismo inuna salsa che seduce anche i cattolici: farli incontrarenon sul piano della dottrina, ma su quello dell’azione e

dei fatti contingenti (la pace, lafame nel terzo mondo, le ingiusti-zie sociali...). Solo così, si potràconvertire i cristiani al comuni-smo, dapprima pratico e poi ancheteoretico (cfr. E. Bloch, “KarlMarx”, tr. it., Bologna, Il Mulino,1972). Se Marx aveva presentato la reli-gione come “l’oppio dei popoli”,Bloch opera una distinzione tra: a) religione cattiva, che è quellatradizionale, la quale crede in unDio personale e trascendente e pre-dica l’accettazione paziente dellesofferenze, e, b) religione buona, che è quellaprogressista, la quale attende il“messia” su questa terra dopo la ri-voluzione dei poveri contro i ric-chi. I “credenti” progressisti debbonoessere affiancati dal comunismo epoi convertiti, tramite l’azione co-mune (cfr. E. Bloch, “Ateismo nelCristianesimo”, tr. it., Milano, Fel-

trinelli, 1976). Bloch ha gettato un ponte tra Cristiane-simo e comunismo ed ha abbattuto i bastioni che difen-devano il primo dalle insidie del secondo, quindi, il pon-te è stato percorso a senso unico, ossia solo dal Cristiane-simo verso il marxismo pratico. Palmiro Togliatti, il 20 marzo 1963 a Bergamo, ha fattoun discorso in cui, rifacendosi ad Antonio Gramsci, haproposto la de-ideologizzazione, invitando cattolici e co-munisti a non scontrarsi su questioni di dottrina, ma adagire assieme per la pace del mondo, evitando assoluta-mente “sterili diatribe dottrinali” (L. Gruppi, “Antolo-gia del compromesso storico”, Roma, Editori Riuniti,1977, P. Togliatti, “Il destino dell’uomo”, pp. 244 ss.). Ebbene, questo è lo stesso programma proposto daFrancesco I: de-ideologizzare, incontrarsi, costruireponti, abbattere steccati, evitare sterili diatribe dottri-nali, agire assieme e poi pensarla inavvertitamente allastessa maniera.

3 P. PARENTE, Dizionario di Teologia dommatica, voce “Esperienza religio-sa”, Roma, Studium, IV ed., 1957, pp. 144-145. 4 P. PARENTE, Dizionario…, cit., voce “Subcoscienza”, pp. 401-402. Cfr. P.PARENTE, L’Io di Cristo, Brescia, 1951; ove parla anche delle più recenti aber-

razioni dello psicologismo sul terreno cattolico, da p. 311 a p. 460 della 3aed., Rovigo, Istituto Arti Grafiche, 1981. Gli autori criticati sono: Günther eRosmini, K. Rahner, E. Schillebeeckx, B. Schoonenberg, Küng, Teilhard deChardin, Carlo Molari e Jean Galot.

Benedetto XVI col card. Jorge Bergoglio.

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Così il modernismo, apparentemente moderatamenteprogressista, che oramai ha occupato l’apice dell’ambientecattolico ed ecclesiale, chiede ai cattolici fedeli alla Tradi-zione di agire uniti per vincere il materialismo e l’atei-smo. Alcuni cattolici fedeli, in buona fede, si lasciano con-vincere e agendo assieme ai modernisti, realmente pro-gressivi, anche se apparentemente moderati, finisconoper essere mangiati da loro, come “il pesce più piccolo èdivorato da quello più grande”. Poiché l’agitazione filan-tropico-umanitaria, maschera-ta da conservatorismo religio-so, offrirà ai modernisti l’am-biente ideale per l’estensionedel loro potere, mettendo a ta-cere la voce del “grillo parlan-te”, rappresentato dal cattolicofedele. Attenzione! Le insidie della“sètta segreta modernista” (S.Pio X, motu proprio “SacrorumAntistitum”, 1° settembre 1910)sono veramente simili a quelledella “sètta comunista”. Perevitarle, occorre domandare aDio di avere le idee ben chiare ela forza di volontà per non cede-re di fronte al labor certaminise all’horror difficultatis.Infatti, dopo cinquant’anni dilotta contro un nemico abile,scaltro, nascosto e insidioso, sicorre il rischio di lasciarsi anda-re e cedere alla tentazionedell’entrismo: “haec omnia tibidabo, si cadens adoraveris me”. Ab insidiis diaboli, libera nosDomine! Purtroppo, “lo stupidoè il cavallo del diavolo” e ilguaio più grande è quando lo“stupido” si prende per una “volpe” e fa la fine del pollo.Il 1979 (“Concilio alla luce della Tradizione”, che invita aldialogo), il 1984 (“Indulto” doloso), il 2005 (“ermeneuticadella continuità”, che ri-invita al dialogo), il 2007-2011(“motu proprio” che è praticamente ritornato all’“Indultodoloso”) non gli insegnano nulla: egli continua a volerconciliare l’inconciliabile, a stringere la mano tesa. Ora, occorre attendere e vedere quale sarà la mossa diFrancesco I verso il mondo della Tradizione, ma la suapersonalità lascia intravedere che la politica della disten-sione e della mano tesa continuerà.Francesco I non è per la “Teologia della Liberazione”,anche se essa – per lui – non è totalmente condannabile edha dei “lati positivi” (p. 78), quindi è solo “segnalabile” (p.78). Nel pensiero di Francesco I, c’è sempre un “ma” oun “anche se”. Nulla è chiaro, preciso, definito e netto,ma tutto è fluido, confuso, contraddittorio ed in conti-nua evoluzione. Il suo pensiero teologico, sovente, non corrisponde conquello della Chiesa. Infatti, egli parla di “immoralità

della pena di morte” (p. 83) e asserisce che “in pratica” il“Catechismo della Chiesa Cattolica” (CCC) ha dichiaratol’abolizione di essa (ivi). Invece il CCC ha dichiarato che,in sé, la pena di morte non è immorale ma che, de facto oin pratica, occorre abolirla, poiché non più al passo con itempi e la dignità della persona umana. Bergoglio, riguardo a questa distinzione del CCC sulla pe-na di morte, ha esplicitato una parte e negato l’altra, tran-ne un’eccezione significativa per i gerarchi tedeschi del

III Reich, processati e condan-nati all’impiccagione a Norim-berga nel 1946: «non sono favo-revole alla pena di morte, maera la legge del momento ed èstata la riparazione che la so-cietà ha preteso» (p. 133). Il suo pensiero è intriso di an-tropocentrismo. Infatti, parla di“trascendenza [dell’uomo,ndr], che guarda a Dio e rendepossibile la trascendenza ver-so gli altri [uomini e creature,ndr]”. Perciò anche l’ateo “puòtrascendere, attraverso gli altri[uomini credenti, ndr], evitandol’isolamento” (p. 109). Invece, la Trascendenza vera èquella di Dio, che sorpassa infi-nitamente ogni creatura, essen-do Egli il Creatore, che fa parte-cipare del suo Essere per essen-za tutte le creature, che sono en-ti per partecipazione; in breve, ilmondo è un ente finito subordi-nato ad una Causa incausata eTrascendente, che trae dal nullal’universo intero (cfr. S. Tom-maso d’Aquino, S. Th., I, q. 2,a. 3). Al contrario, papa Bergo-

glio confonde Trascendenza con immanentismo e soli-darietà tra uomini, il suo “dio” non è l’Atto puro, l’Es-sere stesso sussistente per sua Essenza, ma sembra piut-tosto essere il “Grande Architetto dell’Universo”.Per Francesco I, la mancanza di identità, lungi da essereun difetto, è una ricchezza, perché rende possibile l’in-contro con l’altro, il diverso: essa “non guarda all’indie-tro [Tradizione, ndr], ma si focalizza sul futuro” (ivi). Infine, recentemente, Francesco I ha negato che la molti-plicazione dei pani sia stato un miracolo, asserendo il 17maggio: «In particolare in quello dei pani e dei pesci, iquali non si moltiplicarono […], ma semplicementenon finirono. […]. Quando uno dice “moltiplicare”può confondersi e credere che faccia una magìa»(www.zenit.org). Questo è solo l’inizio del Pontificato di Francesco I. Perportare un giudizio più fondato e sicuro occorre attendere isuoi primi atti ufficiali, ma il giorno si vede dal mattino…

(fine)

Chiesa viva” *** Aprile 2014 5

Francesco I.

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dizione porta al petto. Nientescarpe rosse, benché fosserogià pronte a corredo del ve-stiario papale, niente gioiellie orpelli.

Il giorno dopo l’elezione, inCappella Sistina, altri segniconfermavano che l’appara-to simbolico liturgico stavarapidamente mutando. Acominciare dall’altare mo-bile messo davanti al “Giu-dizio” michelangiolesco perpermettere di celebrarel’Eucarista rivolti verso ilpopolo e non verso Dio.“Almeno sono rimasti i can-

delabri sull’altare”, notava qualcuno sconsolato...Papa Bergoglio, poi, entrava in processione nella Cap-pella con la mitria personale sul capo (quella che era so-lito portare a Buenos Aires) e con una semplice casula.Niente rocchetto di pizzo, nulla che lo distinguesse daisuoi “cari fratelli” cardinali concelebranti. L’unico rife-rimento simbolico a Benedetto XVI era la ferula, il pasto-rale che (a differenza di quello dei vescovi) non si curva. L’omelia, poi, non è stata pronunciata dal trono ligneo,ma dall’ambone. A essere messo in discussione non è tan-to il primato petrino, quanto la sua interpretazione. Fran-cesco parla di se stesso come “Vescovo di Roma” – “lachiesa che presiede nella carità tutte le altre chiese” –apre alla collegialità episcopale, chiama al suo fianco ilvicario Vallini.Che provi insofferenza per i cerimoniali rigidi, Bergo-glio l’aveva già fatto capire la sera dell’elezione, quando

«R oma, 13 marzo2013. Tutto, fi-no alla prima

apparizione di Papa France-sco dalla Loggia delle Bene-dizioni mercoledì sera, avevaseguito fedelmente il copionemeticolosamente preparatodal maestro delle Cerimonieliturgiche, Guido Marini. Idrappi rossi che rivestivanole colonne ai lati della grandevetrata, le tende tirate, le luciaccese sulla piazza gremita.Le campane che, a differenzadell’ultimo Conclave, non sierano fatte attendere e aveva-no immediatamente confer-mato che la fumata era bianca. Anche le modalità dell’annuncio atteso, l’Habemus Pa-pam, erano state riviste. Cancellata l’introduzione poli-glotta che si era sentita nel 2005, ritorno al tradizionale ac-cusativo latino per svelare il nome pontificale sceltodall’eletto. E così, il protodiacono Jean-Louis Tauran, inabito corale scortato da due cerimonieri, declamava:“Franciscum”.Nessun errore ... tutto perfettamente in regola.

Quando però Francesco è apparso ai fedeli, i più atten-ti hanno capito che qualcosa, nella Stanza delle lacri-me, era successo. Lo rivelava lo sguardo cupo di monsi-gnor Marini, fermo un passo dietro il Papa con la stolain mano. Davanti a lui, il vescovo di Roma vestito con lasola talare bianca, senza mozzetta di velluto rosso bor-data d’ermellino, senza croce d’oro, che il Papa per tra-

PAPA BERGOGLIOPAPA BERGOGLIO– Umiltà, oppure... “Obbedienza”? –

del dott. Franco Adessa

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Francesco “Vescovo di Roma”.

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decise di tornare a Santa Marta in pullmino, insieme aisuoi elettori. La macchina ufficiale non sarebbe statausata neppure la mattina seguente, per la visita a SantaMaria Maggiore, quando Francesco preferì sedersi sul se-dile posteriore di una modesta berlina. Uno stile semplicee personale ribadito anche ieri, durante l’udienza ai cardi-nali nella Sala clementina. Oltre al candido bianco dellatalare, Francesco si è concesso solo un’altra nota di colore:un braccialetto giallo che il cardinale sudafricano FoxNapier gli ha donato e che lui, senza esitazione, si è allac-ciato al polso, con l’aiuto di un divertito Georg Gänswein,prefetto della Casa pontificia». (dal “Foglio Quotidiano”16.3.2014, di Matteo Matzuzzi)

«... Come ha detto un sacerdote alla Messa di Pasqua “conpapa Francesco si respira aria nuova”. Ma quest’arianuova in cosa consiste? Essenzialmente nelle sue innovazioni simboliche:

1. Nome totalmente nuovo (Per trovare un papa con unnome nuovo bisogna risalire al 914 con Papa Lando);

2. Croce d’argento (non di ferro) invece che d’oro; 3. Scarpe nere invece che rosse; 4. Talare bianca senza mozzetta, rocchetto e stola;5. Poltrona bianca al posto del trono;6. Ferula di Paolo VI;7. Messe non cantate;8. Predica fatta senza mitria e in piedi;9. Paramenti pauperistici e listati di nero;10. Prediche ripetitive e succinte; 11. Volontà di abitare in Santa Marta e non nel Palazzo

Apostolico12. Volontà di definirsi “Vescovo di Roma” piuttosto

che “Sommo Pontefice”.

L’elenco è provvisorio. Da questo elenco emerge tuttaviauna evidente discontinuità con Papa Benedetto. Disconti-nuità che per molti versi è non solo con Benedetto, macon tutti i papi precedenti. Ci tengo a precisare che que-sta discontinuità è frutto di una chiara, esplicita, deter-minata volontà di Papa Francesco.Certo, si obietterà, lo stile di Papa Francesco è “sobrio”, è“tenero”, è “vicino al popolo”. Personalmente, ritengo sitratti solo di demagogia. Ossia di organizzata e meditatavolontà di dare un segno diverso, di offrire una immaginenuova del Papa e del papato in genere. E per far ciò,Francesco ha il consenso unanime dei media.

Magari parla di misericordia senza parlare di conversio-ne, di pentimento, di timore di Dio, di inferno... Magarisembra aver sposato il motto di Lutero “pecca fortiter sedcrede fortius”, ma, si sa, l’inferno è vuoto e la Chiesa chemostra un Dio irato è solo un vecchio residuo del passatoche non fa più paura. Ma allora perché il Papa cita spes-so Satana? Forse che Satana è una sorta di interiore dé-mone che si installa come schermo fra noi e l’amore diDio? Forse il libero arbitrio è una mera parolina magicapriva di significato?Chissà! Certo deve aver colpito qualcuno il fatto che il Pa-pa abbia baciato i piedi di giovani carcerati, ma non siinginocchi mai dinanzi a Nostro Signore prima dellaComunione e faccia una semplice reverenza al momen-to della consacrazione. Dico deve, perché in realtà auten-tiche voci di velato dissenso nei confronti di Papa France-sco non ce ne sono. E forse per via di una certa prudenzache è opportuna nonché saggia.Ma io oggi preferisco perdere opportunismo e saggezzae affermare che sì, Papa Francesco, non mi ispira au-tenticità. Non vedo nei suoi gesti l’ingenua assenza di pia-

Francesco celebra, nella Cappella Sistina, la sua prima Messa pubblica con l’altare rivolto verso il popolo.

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nificazione che vi vedono gli altri. Non penso che un uo-mo di 76 anni, già Cardinale e arcivescovo, sia così in-genuo e autentico nelle sue manifestazioni. No, credosia tutto costruito e pianificato da anni. E mi diverte an-che un po’ vedere che i commentatori – diventati tutti im-provvisamente bergogliani di ferro – prestano ora attenzio-ne ai “tradizionalisti” contestatori di Papa Francesco, limi-tandosi all’aspetto meramente formale, oserei dire vatican-fashion delle sue innovazioni.No, della moda vaticana non ce ne frega niente. Ci inte-ressa la continuità ... sono i suoi elettori, i vari Sodano,Re, Daneels, Lehmann, Hummes... Tutta gente che hapianificato lo “shock Francesco” per anni.

Lo scrivevo già nel 2009, quando terminavo il mio roman-zo “La Serpe fra gli Ulivi”, e forse è per questo che sonoscettico in merito a Papa Francesco. Oggi, ho ripreso inmano questa mia opera e, alle pagine 278-79, ecco cosaavevo scritto:“Il cardinale con la sua faccia ieratica e severa, sebbene avolte viscida e maliziosamente malvagia era riuscito ad ag-gregare notevoli gruppi di vescovi, sacerdoti ed altri mem-bri del collegio. Il loro scopo eramantenere la Chiesa in una con-dizione di disagio permanente.Indebolire il ruolo del Papa, farperdere credibilità all’ortodossia,diffondere la profonda incoeren-za del cattolicesimo, rispetto allavita privata delle gerarchie. (...)Essi avrebbero organizzatodall’interno del Vaticano unapuntuale e costante opera, volta ascreditare il Papa ortodosso egiusto. A mostrare come le suedecisioni, la sua visione del mon-do, la sua stessa fede, fossero su-perate, vecchie, insostenibili perl’uomo moderno. L’avrebberomesso al centro del discreditomediatico mondiale, creando pol-veroni attorno a piccoli eventi ec-clesiali la cui portata sarebbe sta-ta ingigantita ad hoc. Così prepa-ravano il loro pontificato: quello in cui sarebbe statoeletto il vero Apostata, il vero Antipapa.Costui lo coltivavano blandendolo attentamente. Ne soddi-sfacevano ogni possibile desiderio, ogni ambizione, purchéegli restasse nel silenzio: un cardinale tra i tanti.Al momento opportuno, quando la Chiesa sarebbe sta-ta screditata, maltrattata, umiliata dalle Nazioni e dailoro statisti massoni ed illuminati, quando il Papa santoe retto sarebbe stato cancellato dal cuore dei cristiani,soltanto allora avrebbero attuato il loro piano. Il nuovopapa sarebbe stato latinoamericano”» (Francesco Colafemmina, 9 aprile 2013).

«“Noi gesuiti non possiamo diventare né monsignori,né vescovi, infatti facciamo voto di rifiutare ogni di-

gnità ecclesiastica. Tanto meno, dunque, era prevedibi-le che un gesuita divenisse papa!” Queste sono le paroledi un altro gesuita, padre Bartolomeo Sorge, già direttoredi Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti.Nel suo primo discorso, Bergoglio nomina più volte iltermine “vescovo” senza mai far riferimento al restodel mondo:“Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere delconclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che imiei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fi-ne del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglien-za. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo:grazie! (...) E adesso, incominciamo questo cammino: Ve-scovo e popolo, Vescovo e popolo. Questo cammino del-la Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella ca-rità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore,di fiducia tra noi. (...) E adesso, vorrei dare la Benedizione,ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il ve-scovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate ilSignore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chie-dendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in si-lenzio questa preghiera di voi su di me. (...)”.

È vero che il papa è sempre statoanche vescovo di Roma, ma il pa-pa è il capo della Chiesa universalee con la frase di Bergoglio: “Miaiuterà il mio cardinale vicarionell’evangelizzazione di questatanto bella città…”, ancora unavolta ci si riferisce ai soli romanirischiando di trascurare la mis-sione universale propria di unpontefice.Ma perché un papa appena elettonon dovrebbe avere l’intenzione digovernare la Chiesa accettando ilSommo Pontificato?Abbiamo parlato diverse volte delrapporto tra Chiesa e Massoneria edei propositi di quest’ultima. È in-teressante ricordare che per laChiesa cattolica ogni autoritàviene dall’alto, da Dio: nellaChiesa (papa), nelle Nazioni (go-

vernanti) e nella famiglia (capofamiglia). La massoneria,chiamata “Controchiesa” dagli stessi massoni, vuole in-vertire ogni concetto cattolico» (Danele Di Luciano, 17marzo 2013).

E perché allora i Cardinali hanno eletto Papa un Cardina-le gesuita che non poteva assumere questo incarico perché“aveva fatto voto di rifiutare ogni dignità ecclesiasti-ca”? E perché questo Cardinale gesuita non ha rifiutato la suaelezione a Papa, lasciando il posto a qualcun altro chel’avrebbe potuta accettare senza vincoli e senza limitarlaalla semplice carica di “Vescovo di Roma”?

(continua)

Francesco durante l’omelia.

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C iò che sta portandol’uomo alla dispera-zione non è tanto la

crisi economica, con la con-seguente impossibilità di co-struire un progetto di vita,quanto l’estrema solitudineinteriore, essendo statocancellato Dio dalla co-scienza collettiva, imbevutadi soggettivismo.La società contemporanea ètravolta da eccessi di ognigenere a tutti i livelli, per cuitruffa e prostituzione sono inuovi valori, a supporto delculto maniacale del dio de-naro.L’uomo ha finito con il per-dere l’equilibrio e se stesso,vagando alla spasmodica ri-cerca del nulla materialista che non lo appaga, ma che lofa sentire libero da qualunque vincolo morale e religioso. Ecco, allora, che si assiste indifferenti alle peggiori atro-cità, mentre ci sentiamo colti, moderni, progressisti, nonpiù schiavi di princípi obsoleti, tipici dei bigotti tradizio-nalisti non al passo con l’era tecnologica.Pensiamo, inoltre, di essere buoni, aperti e democraticinell’accettare aborto, divorzio ed altri abomini, nel fa-vorire l’immigrazione selvaggia nel nostro Paese, pro-mulgando leggi permissive che depenalizzano, nienteme-no, il reato di clandestinità, e nel divenire sudditi abulici

dei negatori di Gesù Cri-sto, ai quali si consente fi-nanche l’ingerenza nellequestioni inerenti alla fedecattolica.In tal modo non solo ci sia-mo consegnati, senza condi-zioni, nelle mani di politici ebanchieri massoni, empi ecorrotti, ma, nel nostro pic-colo, cerchiamo anche d’imi-tarli, perché ormai tutto è le-cito in funzione del potere edel prestigio sociale.Cosicché grande favore in-contrano le istruzioni deigrandi Pastori liberali,ostili alla tradizione dei Pa-dri; sebbene essi ribadiscanocontinuamente che tra questae le innovazioni conciliari

non vi sia difformità, tuttavia inoculano il tossico del revi-sionismo dottrinale, trasformato in dogma e ben accettoalle masse, in quanto mitiga il rigore delle Leggi di Dioe rivela una via più comoda di salvezza.Vige, di conseguenza, un’apostasia delirante che ottene-bra le menti, rendendo impossibili la capacità di giudizio eil discernimento dell’errore e del male generalizzati.All’epoca del diluvio, di Sodoma e Gomorra probabil-mente l’umanità non era così pervertita; infatti, si è portatia credere che essa fosse molto, molto meno intrisa di odio,d’amoralità e di egoismo rispetto a quella dei nostri giorni.

“... Troverò ancorala fede sulla terra?”

della dott.ssa Pia Mancini

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10 “Chiesa viva” *** Aprile 2014

Dobbiamo aspettarci altri castighi dall’Onnipotente, teme-rariamente irriso ed oltraggiato dai superbi del terzo mil-lennio che con le menzogne, la dissolutezza e la cupidigiahanno ucciso l’anelito al trascendente soprattutto nei gio-vani, storditi dal fragore dei loro messaggi edonisti.Non si riesce a scorgere un barlume di luce che faccia pre-sagire l’uscita dal tunnel di laidezza nel quale siamo co-stretti ad arrancare.In questo disordine, ora assurto a normale sistema di vita,la Gerarchia Ecclesiastica, sempre più illuminata, im-pone i suoi diktat relativisti, si astiene dal condannare ilpeccato e continua, imperterrita, il suo dialogo con glieretici e non certo per convertirli, giungendo persino aproporne qualcuno come maestro di teologia.Il giacobinismo vaticano, che mira alla comunione delledifferenze, ritenendo il proselitismo una sciocchezza, sem-bra produrre i risultati auspicati dagli avversari di Roma,della quale sembrano apprezzare l’arrendevolezza e la po-ca coerenza.Parimenti, i numerosi viaggi apostolici dei vari ponteficiconciliari in alcun modo hanno determinato l’avvicina-mento e la conversione dei lontani, anzi, hanno contribui-to a declassare, finalmente, la Chiesa Cattolica ad isti-tuzione prettamente terrena, senza prerogative spiri-tuali, attenta unicamente ai rapporti diplomatici con le al-tre confessioni religiose in nome di una pace universaleche deve prescindere da Cristo Signore.A cosa sono serviti, infatti, se non a questo scopo, l’ab-braccio con Atenagora, le preghiere nella “MeditationRoom”, tempio massonico-politeista dell’ONU, da partedi Paolo VI, e l’incontro interreligioso di Assisi, nel corsonel quale è stato profanato il Tabernacolo, sovrapponen-dovi la statua di Budda? A cosa servono, se non ad affer-mare i princípi egualitaristi, gli imam ammessi a predicaredai pulpiti delle nostre Chiese? A cosa servono, se non a

ridimensionare il primato della Chiesa Cattolica, la ri-cerca di sincretismo, la flessibilità dottrinale, la Comunio-ne sulle mani, la Liturgia, infarcita di giudaismo e pro-testantesimo, della Celebrazione Eucaristica, obbligataquale rito ordinario, in sostituzione della vera S. MessaCattolica divenuta rito straordinario, benché sia stata disci-plinata ex cattedra da S. Pio V che, oltretutto, lanciò l’ana-tema verso quanti avessero osato modificarla?Cosa indica, infine, se non l’esaltazione dell’uomo al po-sto di Dio, il fatto che sia l’uomo Bergoglio e non GesùCristo con i suoi severi moniti ad avere il plauso dellefolle?

Troppi Prelati sembrano aver perso dignità e coraggio di-nanzi all’incalzare delle forze malefiche, inclini, come so-no, a soddisfare le richieste del mondo con una prassi pa-storale che pretende di eliminare ogni conflitto.Essi sono ciechi che guidano altri ciechi: tronfi ed ina-movibili dalla falsa idea di Chiesa defettibile, trascurano ilpericolo per sé e per gli altri reinterpretando la Verità emettendo in discussione i fondamenti della fede cattolica(Battesimo, Peccato Originale, Transustanzazione, neces-sità del Sacerdozio, Giustizia Divina, ecc.).Di sicuro oggi, oltre al narcisismo, l’élite clericale nulla sapiù comunicare al gregge affidatole, ridotto allo sbando,perché non sa più di quale ovile far parte, avendo persoprecisi punti di riferimento.Le anime, dunque, non interessano ai curiali moderni-sti; maggiormente hanno a cuore la diplomazia, la filantro-pia e il politicamente corretto, per altro fatti passare percarità, al fine di ottenere consensi più per se stessi che perla Chiesa voluta da nostro Signore.Chi cammina sull’orlo del baratro deve fare attenzione,perché, se non acuisce la vista, rischia di precipitarvi, an-dando in rovina.

GIOVANNI CALVINOSac Luigi Villa(pp. 35- Euro 5)

Cronologicamente, questa è l’ultima opera di don Luigi Villa.Un giorno, alcuni mesi prima di morire, egli mi chiese: «Cosa ne dice se scrivoun libretto su Calvino?». «Lo scriva, Padre – risposi – perché di Calvino noinon sappiamo quasi niente!».E così don Luigi, dopo alcune settimane, mi consegnò le bozze che poi cor-resse, ma che ruscii a preparare per la stampa, solamente molto tempo dopo.Questo è un libretto diviso in due capitoli, di cui il primo tratta della vita di Gio-vanni Calvino a Ginevra (dove egli organizzò la sua chiesa), a Strasburgo e deisuoi ultimi anni di vita.Il secondo espone la dottrina di Calvino, illustrandone i punti caratteristici eciò che Calvino ha preso e ciò che ha cambiato della dottrina di Martin Lutero.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

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Occh i su l la Po l i t i ca

5. La questione più importante, in realtà riguarda la Teologia speculativa

La conclusione è evidente.

c) Valore e senso di molte parole e di molti fatti dei quali la teolo-gia positiva ci attesta la divina origine, sono state accettate inmolti casi dal consenso dei Padri, in molti altri casi dagli Scolasti-ci. Sul risultato di questo lavoro si è avuto per secoli il consenso deiteologi e pertanto su tale consenso si è riverberato il Magistero al-meno ordinario infallibile della Chiesa. Il fatto di questo comuneconsenso, che equivale ad una indicazione del Magistero, assicu-ra il significato obiettivo e legittimo di molti concetti umani quali:causa, spirito, natura, persona, relazione, obiettività della nostracognizione per sé ecc. Tutti questi concetti sono filosofici, ma so-no anche affermati dalle fonti teologiche certe. Il caso certamente più travagliato e più celebre fu certamente nelIV secolo a proposito del concetto di ousia e omousios.Ora questi concetti convalidati dalle stesse fonti teologiche, si os-servi bene, coincidono coi concetti che noi chiamiamo di “sensocomune”. La chiara posizione della Rivelazione Divina ci impedisce di assu-mere, in Teologia, qualunque atteggiamento relativistico, o, peg-gio, indifferentistico, perché indica chiaramente, convalidandoli,quali siano i concetti ed in quale senso servano legittimamente al-la Parola di Dio. In altri termini, se Dio ha parlato, ha compiuto pertanto in sopran-naturale modo un’azione intellettuale, ci ha perciò stesso impostodi usare della intelligenza a proposito delle verità accettate per fe-de e di usarla, almeno fino ad un certo punto, in un determinatomodo. Cioè ci ha imposta la Teologia speculativa.

Nessuno pensi che tutto questo sia intinto di Pelagianesimo. Ba-sterebbe il fatto che la indicazione di quello che si è detto vienedalla stessa Rivelazione e, comunque, dalle debite e solide fontiteologiche, quali sono spiegate nel “De locis Theologicis” e neltrattato teologico “De Deo uno”. Mi pare di sentire qualcuno dire: allora la cognizione filosoficaprecede la cognizione soprannaturale e, in qualche modo, lacondiziona e la causa. Qualcosa avverrebbe fuori dell’ordine so-prannaturale eppure sarebbe ordinato allo scopo soprannaturale:sproporzione mostruosa! Non tema, la grazia sta all’“initium Edei”e ciò significa che, qualunque atto compia un uomo che sia inqualunque modo ordinato al fine soprannaturale, è sempre com-piuto con la grazia attuale, ossia è soprannaturale. Gli atti coi quali l’umano intelletto percorre il cammino previoallo stesso atto di Fede è sempre immerso nella stessa graziaattuale. Del resto, abbiamo dimostrato il valore del senso comuneumano, necessario ad intender la Parola di Dio, con argomentiesclusivamente Teologici.

(continua)

Il ringiovanimentonella Chiesa

del card. Giuseppe Siri19

PASQUA 2014

Mala tèmpora currunt, Cristo mio!L’umano gregge è prossimo al calvario,Condottovi dal crudo mercenario,Che lotta, strenuamente contro Dio,

Mentre la fede langue nell’oblio,E sembra che trionfi l’Avversario,Presente nel terreno itinerario,Sconvolto da violento turbinìo!

Questo, Signore, è il quadro del pianeta,Ormai, sull’orlo della perdizione,Se la cristianità se ne sta quieta,

Di fronte all’infernale operazione,Dei farisei, che battono moneta,Sognando la globàl dominazione!

Prof. Arturo Sardini

INVOCAZIONE E SALUTO

Signore, scuoti Roma, quanto prima,Cui, presto, farò avere la mia rima!Comunque, buona Pasqua e tanti auguri,A te, famiglia, in questi tempi oscuri!

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DOCUMENTA FACTA

Per commemorare l’80° annIversario della presenza catto-lica nel quartiere di Coghlan, in Buenos Aires, il suo Arci-vescovo, card. Jorge Bergoglio, promuove la Messa-tango. L’evento si tenne presso la chiesa parrocchiale diSanta Maria di Los Angeles diretta dai Frati Cappuccinidal 2008.I ballerini Angel Zavalcta e Gracicla Scuri, sono stati in-vitati a ballare il tango di fronte all’altare.Come si può osservare dalle fotografie, la ballerina indos-sava una camicetta particolarmente provocante che le sco-priva una spalla ed una parte considerevole della schiena.Sensuale era anche il modo di abbracciarsi dei due balleri-ni: la guancia della donna a contatto col volto dell’uomo ecol suo braccio completamente attorno al suo collo.Il braccio dell’uomo avvolge il corpo della ballerina spin-gendolo contro il suo.Il card. Bergoglio presiedette all’intero ballo, seduto nelposto d’onore della chiesa (vedi la freccia rossa) e l’interospettacolo del ballo fu ripreso con una video-registrazionedella durata circa mezzora.La fotografia del card. Bergoglio, alla pagina seguente, loritrae durante il suo sermone, tenuto nel corso della stessaMessa-tango. Cosa pensare di questa non isolata abominazione, promos-sa dal card. Jorge Bergoglio in un santuario cattolico? Nonricorda forse il modo di promuovere “tutte le seduzionidell’iniquità?” (2 Tess. 2,10).

IL CARD. JORGE BERGOGLIO PROMUOVE LA MESSA-TANGO

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I Santi condannano i balli e le danze

San Carlo Borromeo dice che il ballo «è un cerchio alcui centro c’è il Diavolo … dal momento che molto ra-ramente o quasi mai si fa un ballo senza peccato».

S. Francesco di Sales, ben noto per la sua bontà e dolcez-za, afferma: «Le circostanze provocate dai balli, sono pro-pizie al male e le anime corrono i maggiori rischi. Balli,danze e simili incontri notturni normalmente attirano i vizie i peccati. Proprio come l’esercizio del ballo apre i poridel corpo, così apre anche i pori del cuore, dove parole dilussuria o adulazione, sussurrate in un orecchio, dispongo-no il cuore alla contaminazione morale».

St. Frances consiglia l’anima fedele “Filotea”: «I medicidicono che persino i migliori funghi non hanno alcun valo-re, io dico la stessa cosa dei balli: persino il migliore nonha alcun valore».

Il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney,condanna con forza la deviazione pericolosa dei balli edelle danze. Egli disse: «Il ballo è il mezzo che il Diavo-lo usa per distruggere l’innocenza di almeno tre quartidella nostra gioventù. Quante ragazze – a causa dei balli– hanno perso la loro reputazione, il loro Paradiso e illoro Dio»!

Sant’Antonio Maria Claret, che dal pulpito e con i suoiscritti lottò duramente per fermare i balli in Spagna, nelsuo libro “Il Cesto di Mosè” ha affermato: «Il Diavolo hainventato i balli per perdere le ragazze, e li ha estesi intutto il mondo, come un vasta rete, al fine di catturare igiovani per prostrarli al suo dominio tirannico».E aggiunge: “La dea Venere era il modello di fascino emadre dei piaceri carnali e, per questo motivo, le ragazzepagane, nel loro fanatismo idolatra, ritenevano che il modomigliore per onorare la dea carnale era quello di offrireprima a lei, all’altare, ogni tipo di frivolezza impura. La verità è che le danze sono di origine pagana – e co-me per quelle praticate anche oggi – solo il Diavolo avreb-be potuto inventarle per la corruzione dei giovani. Nei pri-mi tre secoli della nostra era, l’opposizione della Chiesa a

tutto ciò che proveniva dal paganesimo fu un valido frenoalla diffusione dei balli tra i fedeli. Ma dopo il quarto se-colo, a poco a poco, questi furono introdotti tra i cristianie, immediatamente, l’autorità ecclesiastica li vietò».

Fr. Felix de Sardá y Salvany nella sua grande opera “In-trattenimenti e Morale” scrisse: «Nel suo desiderio di per-dere i giovani, il Diavolo inventò una moltitudine di cappie modi per corromperli: riviste empie, spettacoli teatraliosceni, le emozioni del gioco d’azzardo, la taverna impura,il casinò o il cabaret... Ma non esisteva un luogo per lacorruzione sistematica delle donne.Quello che mancava, dunque, era un mezzo “decente” dicorruzione. Un mezzo di corruzione che avrebbe cancel-lato la modestia dal volto, la riservatezza dallo sguardo ela purezza dal cuore – che sono le qualità femminili piùpreziose, i migliori ornamenti della fanciulla cristiana.Questo doveva essere fatto senza macchiare il buon nomedi chi doveva farsi sedurre, senza disturbare la sua coscien-za dal rimorso, senza mettere in imbarazzo la madre one-sta, ma piuttosto riempirla di compiacimento e di orgogliomaterno. È stato veramente difficile inventare un qualcosache potesse raggiungere tutti questi scopi che, a prima vi-sta, sembravano contradditori. Il Diavolo ne ha trovato uno: la “sala da ballo”.Noi ci chiediamo soltanto: ma era riuscito il Diavolo apensare che, un giorno, per “sala da ballo” si sarebbepotuta utilizzare l’area davanti all’altare di una chiesacattolica?

La decapitazione di San Giovanni Battista.Il risultato della sensualità di una danza.

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IL “CASO MONTESI”

È inquietante ciò che dice la Ber-sone della classe politica francesedel suo tempo: «... quindi, tutti icapi politici della Francia d’unacerta importanza, nessuno esclu-so, sono pervenuti alla loro altaposizione soltanto per mezzodelle Logge; ma le Logge, prima,pretendono da ciascuno di essiquella “prova” degna delle Log-ge». E quella “prova” è che «peressere gradita, una persona devecostituirsi in “stato di delitto”che è quasi uno “stato di grazia”per questa contro-religione».E la Bersone, l’Eletta del Dragone,conosceva bene quella Loggia Su-prema che era frequentata da cen-tinaia e centinaia di persone, inprevalenza politici francesi.Sul ferreo controllo esercitato da-gli Illuminati su qualsiasi Auto-rità politica, inoltre, la Bersonescrive: «Non c’é un principe, nonc’è un uomo di Stato di qualcheimportanza che non abbia vicinoa sè, visibile o invisibile, un “Argo” della Loggia Supre-ma, incaricato di ridurre, vogliano esse o no, tutte que-ste potenze al proprio dovere (cioè al volere della Log-gia)».

Che la promiscuità e la perversione sessuale siano delibera-tamente promosse per consentire agli Illuminati di con-trollare la razza umana, corpo, anima e mente, è provatoanche dal professor Pitrin Sorokin dell’Università di

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Harvard, nel suo libro: “TheAmerican Sex Revolution”.L’Autore afferma che il comporta-mento sessuale perverso ha unruolo essenziale nella modernavita politica degli Stati Uniti eche la corruzione e il ricatto ses-suale sono oggi prevalenti quantola corruzione monetaria. Egli scri-ve: «Persone dal comportamentosessuale infame, o i loro protetti,vengono nominati presso le amba-sciate e in alte posizioni, e le per-sone più dissolute talvolta diventa-no sindaci di metropoli, membridel Governo o Capi politici di Par-titi. Tra i nostri pubblici ufficiali viè una vasta legione di queste per-sone dissolute, sia eterosessualiche omosessuali. La nostra moraleha subìto un tale cambiamento checontinenza, castità, lealtà sonoconsiderate sempre più come co-me delle stravaganze»1.

Identiche considerazioni le trovia-mo anche in Guy Carr, quandoscrive: «Solo un potere preternatu-

rale e satanico poteva consentire agli Illuminati di porre iloro Agentur2 come “Esperti” e “Consiglieri” in posizio-ni chiave, dietro le quinte di TUTTI i Governi politicied ecclesiastici»3.E ancora, dopo aver descritto un caso politico in Canada, ilCarr trae la conclusione con queste parole. «... E questa èla prova che gli Illuminati controllano TUTTI I PAR-TITI AL LORO VERTICE. E un singolo membro diPartito non potrà mai compiere il suo onesto dovere fino a

a cura del dott. F. A.

4040

Wilma Montesi, la giovane donna trovata morta sulla spiaggia a sud di Roma, l’11 aprie 1953.

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quando questo CONTROLLO ALVERTICE non sarà spezzato»4.In questo contesto, Guy Carr affrontaanche il “Caso Montesi”, scoppiato aRoma, l’11 aprile del 1953:«Molto tempo prima che il “CasoMontesi” apparisse sui giornali ameri-cani, ricevetti informazioni dall’Italiache una giovane di 21 anni, WilmaMontesi, era morta di esaurimento,dopo essere stata sottoposta a ripetu-ti assalti sessuali. Il Rapporto affer-mava che ella era morta di una overdo-se di droghe che avevano lo scopo disostenerla e poi per rivitalizzarla, e cheella fungeva da “Sacerdotessa” in unaMessa Nera, celebrata nella Tenuta dicaccia di un nobile italiano.Il mio informatore mi riferì che vi era-no coinvolte così tante personalità dialto rango della Chiesa e dello Statoche era quasi impossibile che la ve-rità potesse essere svelata al vastopubblico.Il bel corpo di Wilma Montesi fu trovato, l’11 aprile1953, su una spiaggia a sud di Roma, lambito dalle onde.L’inchiesta terminò celermente col verdetto che Wilma era“annegata accidentalmente”.Il giornalista Silvano Muto, però, ebbe il coraggio di pub-blicare i fatti relativi alla morte della ragazza sulla sua Ri-vista e la storia suscitò nel pubblico un tale scalpore che ilGoverno fu costretto ad aprire un’inchiesta per investigarele circostanze del “caso Montesi”.Ecco, in sintesi, cos’era realmente successo.In Casa Della Torre, una volta la tenuta favorita del ReVittorio Emanuele II, si era tenuta una Messa Nera consuccessiva orgia baccanale. Il giornalista Muto raccolse i fili che gli permisero di sco-prire la vera causa della morte della Montesi nel “St.Hubert Club”. Egli scoprì che attrici inglesi, francesi, ita-liane, americane e donne dell’alta società acconsentironoalla proposta di Ugo Montagna di fungere da “Sacerdo-tesse” alle Messe Nere che venivano celebrate in CasaDella Torre. Seguendo questo filo, con l’aiuto di alcunepersone che erano state coinvolte, Muto venne a cono-scenza di scene di depravazione satanica.Gli investigatori, però, venivano bloccati ad ogni passo dafunzionari della polizia e del Governo (…) fino a quando ilCapo della Polizia di Roma, Francesco Saverio Polito fuarrestato. Egli fu accusato di aver deliberatamente soppres-so prove, ottenute nell’inchiesta precedente. (…)Con l’arresto del Capo della Polizia, Polito, il caso diven-ne pubblico. Gian Pietro Piccioni fu arrestato il 24 set-tembre 1954; egli era impiegato alla RAI e suo padre era ilMinistro degli Esteri italiano, Attilio Piccioni, rappre-sentante alle Nazioni Unite, il quale ebbe il buon gusto didimettersi, quando lo scandalo non poté più rimanere se-greto.Fu arrestato anche Ugo Montagna, che era stato protetto

da Polito, e che si considerava al disopra della Legge. Montagna è il ti-pico Agentur di alto livello degli Illu-minati. (…). Egli divenne prominente nella vita po-litica italiana dopo l’ascesa al poteredi Mussolini. Egli aveva un accessoillimitato a fondi che gli servivanoper comprare ogni uomo, potere oinfluenza. Egli, come i suoi associati,poteva sfidare con impunità la Legge eogni convenzione sociale. Che Monta-gna fosse assegnato dagli Illuminatiper controllare ogni mossa di Mussoli-ni sembra persino ovvio, e tanto stret-to fu il suo controllo su Mussoliniche egli fu capace di intrattenere un af-fare illecito e amoroso con ClarettaPetacci, al tempo in cui ella eral’amante preferita di Mussolini.Montagna era cordiale, sofisticato eaffascinante in un modo satanico. Egliriusciva a influenzare uomini, donnedell’alta società e gli alti livelli della

Chiesa e dello Stato. Egli usava il ricatto per obbligaremolte persone a cedere alla volontà dei suoi padroni, gli Il-luminati.Nel “St. Hubert Club” si bisbigliava che gli Illuminatiavevano deciso che Mussolini aveva esaurito la sua uti-lità per loro (…). È risaputo che Montagna, al soprag-giungere delle Forze Alleate, e in virtù della sua “amici-zia”, organizzò la fuga di Mussolini e della Petacci. (…)Egli, però, segretamente, li tradì, consegnandoli ad un il-luminato del Partito Comunista, che li fece intercettare(...)»5.

Queste poche righe scritte dal Carr – uno dei maggioriesperti mondiali sulla congiura degli Illuminati di Baviera– gettano un raggio di luce su questo scandalo che sembranon aver mai avuto una spiegazione soddisfacente. Quando afferma che la persona chiave di questa “caso”,Ugo Montagna, “è il tipico Agentur di alto livello degliIlluminati”, il Carr ci fornisce la “chiave” per aprire leporte di tutti i “misteri” che circondano questo “caso”.Il coinvolgimento della Casa Reale di Savoia, le messe ne-re, le sacerdotesse, le scene di depravazione satanica e leorge baccanali di questo “caso” fanno sentire tutto il lezzodell’immondezzaio ripugnante della Suprema Loggia de-gli Illuminati di Parigi e della sua opera di corruzione edi ricatto per esercitare il controllo e la direzione sulle Au-torità da sottomettere al suo volere e per imporre il “cor-so degli eventi” prestabilito dai vertici degli Illuminati.

1 G. Carr, “The Red Fog over America”, CPA Book Publisher, USA, p. 238.2 Il termine “Agentur” indica una persona di qualità eccezionali e seleziona-ta, in giovane età, dagli Illuminati, che la indottrinano e addestrano per diveni-re uno dei loro “esperti” e “consiglieri”, che posizionano poi dietro le quintedi ogni Governo e Istituzione che essi desiderano controllare e dirigere.3 Idem, p. 227.4 Idem, p. 229.5 Idem, pp. 234-236.

Il Marchese Ugo Montagna,il burattinaio del “caso Montesi”.

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16 “Chiesa viva” *** Aprile 2014

Carissime Sorelle, Franco e collaboratori di “Chiesa viva”,ho sentito il desiderio di scrivervi per farvi sapere comevanno le cose con la distribuzione delle opere di padre Vil-la. Dal nostro primo lavoro che abbiamo fatto con “Chiesaviva”, nel 2008, e cioè il Numero 413: “La Madonnacondanna la Massoneria!” questo è il resoconto di quan-to abbiamo distribuito finora (il segno + significa “oltre ilnumero indicato”):

• “La Madonna condanna la Massoneria!”: 9.000 +(questo mese ci sarà una terza edizione!);

• “Paolo VI beato?”: 3.000 + (siamo quasi pronti per laterza ristampa!);

• “Chi è Don Luigi Villa?”: 2.000 + (quasi finita la se-conda ristampa);

• “Vaticano II Dietro front!”: 1000 + …• “Karol Wojtyla beato? Mai!”: 1000 + …

• “Un Tempio satanico dedicato a San Padre Pio”: ab-biamo distribuito tutte le copie in inglese che ci aveteinviato! Tra breve faremo una nuova edizione.

L’unica pubblicazione che abbiamo venduto di più è il no-stro opuscolo “Novena in onore di Nostra Signora delBuon Successo”! Ovviamente, è La Madonna che è statala nostra guida e che ci ha aiutato lungo la strada! Siamostati in grado di fare tutto questo, perché tutti i soldi che ri-caviamo dalla vendita dei libri ci permettono di fare le ri-stampe e aumentare la diffusione. Molto spesso, quando Sacerdoti o Religiosi (sorelle, fratel-li) richiedono copie delle opere di Padre Villa diamo loro ilibri gratis, anche se a volte insistono per pagare qualcosa.Ciò che è interessante è che le opere di p. Villa sono incima alla lista dei circoli tradizionalisti. Se ne sta par-lando alle Conferenze tradizionaliste.

Una letteraUna letteradagli amici di “Chiesa viva”dagli amici di “Chiesa viva”

degli Stati Unitidegli Stati Uniti

La famiglia di Daniel e Kathleen Heckenkamp. Da sinistra, in seconda fila: Valentina, Michael, Kathleen, Rachel, Adelle, Joseph, Andres;

da sinistra in prima fila: Danny, Amy, Mariana, Luisa, Laura, Daniel, Quintin.Questa Famiglia, che ha creato l’Apostolato della Madonna del Buon Successo, collabora con “Chiesa viva”, sin dal 2008.

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Tutti questi libri e le pubblicazioni che Padre Villa (e voi)ci avete incaricato di tradurre sono molto pertinenti al tem-po che stiamo vivendo! Padre Villa è tenuto nella piùgrande considerazione. E così, tante persone ci hannoscritto per ringraziarci per aver reso disponibile in linguainglese tutti questi scritti. Ringrazio Dio per averci fattoconoscere Padre Villa, “Chiesa viva” e tutti voi! Questiscritti sono un nutrimento per le nostre anime, in questoclima spirituale arido in cui stiamo vivendo.Voglio che voi sappiate che io continuerò nella mia operadi diffusione di questi scritti, per tutto il tempo che potrò.Il mio cuore è unito ai vostri! La distanza è solo uno sfor-tunato ostacolo fisico permesso da Dio, ma nel regno spiri-tuale, siamo tutti uniti in una cosa sola! Preghiamo per rimanere sempre così ed esserlo ancor dipiù nella vita futura. Per questo scopo, l’aspetto più diffici-le per me è la carenza di una guida spirituale (un direttorespirituale, qui) e quindi, a volte, mi sento sola. Si può credere a ciò che ho appena detto quando ho un

marito amorevole e tutti questi bambini intorno e il telefo-no che squilla sempre?Ma io parlo del regno spirituale dei cuori e delle anime chebattono e pensano nello stesso modo ... Vorrei aver avutoanch’io tutti quegli anni di formazione e di consigli comeavete avuto tutti voi che siete stati benedetti per aver rice-vuto tutto questo! Forse che padre Villa potrà ora risolvereanche questo mio problema?Devo dirvi che i miei figli sono i miei migliori aiutanti econfezionatori, che mi aiutano a preparare tutti i pacchettiche dobbiamo spedire; non avrei mai potuto fare tutto que-sto senza di loro! Le ragazze più grandi sono le mie segre-tarie, che mi sostituiscono quando non riesco a raggiunge-re il telefono.Pregate per tutti noi! Tutti voi siete nel mio cuore e nellemie preghiere ogni giorno, mattina e sera, e durante tutto ilgiorno, perché questo lavoro mi occupa quasi interamente!

Kathleen H. (USA)

Pubblicazioni gia` disponibili in lingua inglese

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IL DEBITO PUBBLICO

Se lo Stato fosse veramente interessa-to ad intervenire nel settore moneta-rio, al fine di invertire la tendenza deldebito pubblico a gonfiarsi e del cir-colante a restringersi, potrebbe opera-re non solo utilizzando gli imponenti“residui passivi”, oppure orientando-si più proficuamente nel terreno delleprivatizzazioni, ma soprattutto pro-grammando la trasformazione inmoneta legale dei titoli del Tesoro (odi una loro quota), posseduti dai ri-sparmiatori privati, al momento dellaloro scadenza. “In altri termini, quote predetermi-nate di titoli in scadenza non saran-no più rimborsati nello stesso tipodi moneta con cui sono stati acqui-stati, bensì diverranno essi stessimoneta”, munita dello stesso illimita-to potere liberatorio che assiste gli al-tri tipi di moneta cartacea esistenti sulmercato, come le banconote dellaBanca d’Italia, gli assegni di contocorrente e gli effetti cambiari com-merciali.Riportando testualmente quanto scrit-to dal Santoro: “La trasformazionedi titoli in moneta base (...) permetteallo Stato di appropriarsi della potestàmonetaria crescendo in prestigio, autorità ed in efficaciadi governo. Inoltre, tale provvedimento andrebbe con-cretamente nella direzione del tanto auspicato e maiseriamente perseguito obiettivo di far svolgere, ai finiproduttivi, il risparmio dei cittadini e delle imprese(per la quota di titoli del Tesoro acquistati dalle imprese)

favorendo, per quanto riguarda questeultime, il cosiddetto autofinanzia-mento ossia il reinvestimento nellastessa impresa della parte non distri-buita degli utili”.

LA TRASFORMAZIONE DEI TITOLI IN MONETA

Raggiungendo il duplice scopo di ri-durre sia il debito pubblico sia l’at-tuale penalizzante rarità monetaria,e senza violare la legislazione o laprassi vigenti, lo Stato, emettendo unapropria moneta, sotto forma di “bi-glietti di stato”, che circoli parallela-mente alle banconote emesse dall’Isti-tuto di Emissione, metterebbe a dispo-sizione della collettività un ulteriorevolume di “unità di misura di valore”da aggiungersi alla massa di monetagià circolante. In questo modo, anchese limitatamente a questa quota di cir-colante rappresentata da moneta stata-le, lo Stato, e per esso il popolo, riac-quisterebbe la propria originaria e fon-damentale sovranità monetaria; e lamoneta diverrebbe veramente pro-prietà del popolo, realizzando, siapure in misura parziale, il principiodella “moneta del popolo”.

Tutto questo, inoltre, costituirebbe il solo mezzo di di-fesa per il popolo, se dovesse avverarsi la previsioneche, prima o poi, potrebbero sopraggiungere tempi diemergenza, come effetto di quella globalizzazione cherappresenta un fenomeno dai molteplici aspetti: uno diquesti è l’attuale eccessiva espansione di liquidità che

Moneta del popoloMoneta del popolo

TASSE ZERO!TASSE ZERO!a cura del dott. Franco Adessa

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«Nel 1815, dopo aver finanziato la battaglia diWaterloo contro Napoleone, Nathan Rothschildricavò enormi fortune, alla Borsa di Londra, peraver saputo in anticipo i risultati della battaglia cheavrebbe potuto segnare per sempre i destini econo-mici della sua famiglia. Per gratitudine e per ripa-razione dei danni di guerra, Nathan Rothschildconcesse un prestito di 18 milioni di sterlineall’Inghilterra e 5 milioni di sterline alla Prussia.Inoltre quando nel 1836 morì, Nathan Rothschildaveva completato il suo controllo sulla Bancad’Inghilterra e sul Debito Pubblico inglese che,dopo il salasso del 1815, aveva raggiunto l’astro-nomica cifra di 885 milioni di sterline».

Nathan Rothschild.

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ni prodotti, ed a quelli del “terzo mondo” addiritturadi sfamarsi.Questa enorme contraddizione, ingiusta ed immorale,impone una urgente riforma dell’attuale sistema moneta-rio e creditizio, e conforta che l’esigenza di una taleriforma sia sostenuta da diverse parti dello stesso mondofinanziario, cui ha fatto eco anche l’economista italianoPaolo Savona, il quale, in una intervista sul quotidiano“Il Tempo” del 17 marzo 1997, non ha esitato a lanciareun inquietante allarme contro la speculazione finanziariainternazionale: “Siamo seduti su una polveriera e fin-giamo di non accorgerci; o si decide di recuperare lasovranità attraverso il controllo della creazione mone-taria internazionale, oppure rischiamo che esploda”;la soluzione “è tecnicamente possibile”, ma “occorrela volontà politica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, sembra porsi addirittura ilGovernatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, ilquale, dando atto che il sistema finanziario e monetariomondiale “ancora non è sotto controllo, nonostante i ripe-tuti e tentati sforzi”, e che necessita “un’àncora conl’economia reale”, perché invece l’universo della finanzamarcia “con una sua autonomia”, auspica che i paesi pove-ri non diventino più poveri e che non si ripetano disastri fi-nanziari come quello che colpì il Messico nel 1995.Un attacco alla Banca Centrale Europea è stato portatoanche da Franco Modigliani, premio Nobel per l’Econo-mia, quando ha dichiarato: “Non è tollerabile che unabanca Centrale, isolata, che non ha nessuna responsa-bilità né l’obbligo di spiegare quello che fa, possa con-tinuare a creare disoccupazione, mentre i governistanno zitti”; “il vero limite della BCE (Banca Cen-trale Europea) è quello di non capire qual è il proble-ma dell’Europa: dovrebbero lasciare andare l’infla-zione, che non c’è e non conta, e concentrarsi, invece,su come dare forza agli investimenti”; ma per fare que-sto è necessario che “l’autorità eletta abbia un’influen-za decisiva sulla politica della Banca Centrale”.Ed è contro i moderni e ben più pericolosi speculatoridella finanza internazionale, liberi di agire soltanto per illoro tornaconto, in un mercato globalizzato e connotatodal più selvaggio liberismo, che lo Stato dovrebbe attuareun intervento (...), per contrastare la speculazione inter-nazionale, con la programmazione di un piano diretto afar fronte a tutte le evenienze possibili: sia ad una infla-zione, sia ad una ancora più accentuata rarefazione dellamoneta; evenienze, queste, che dipendono solamente dauna scelta arbitraria, operata dalle centrali finanziarie enon controllabili dalle singole autorità nazionali. Contro,quindi, il pericolo che la moneta circolante perda ognivalore (in caso di inflazione) o che non possa essere spe-sa (in caso di scarsità artificiale), deve essere garantitoad ogni cittadino un “potere di acquisto” attraversouno strumento di scambio diverso dalle banconoteemesse dalla Banca Centrale (nazionale o europea), va-le a dire attraverso una moneta emessa dallo Stato invirtù di una sovranità cui ha sempre diritto e che, an-zi, costituisce il suo connotato essenziale.

non trova alcuna corrispondenza reale con la produ-zione e con i consumi. Una liquidità, beninteso, del tuttofittizia e virtuale, che ha determinato una altrettanto fitti-zia e virtuale moltiplicazione della moneta. Cosicché, og-gi, si assiste ad una evidente contraddizione tra una fi-nanza globalizzata ed incontrollata, che, pur basatasul nulla, è capace di spostare, con la semplice pres-sione di un tasto, enormi capitali da un punto all’altrodel globo e di provocare disastrose crisi economiche,dove e quando la speculazione internazionale vuole, eduna economia reale (quella che interessa la gente) sta-gnante per rarità di moneta, che non consente agli uo-mini del mondo “occidentale” il consumo di tutti i be-

I principali artefici della Federal Reserve Bank furono: i banchieri diWall Street J.P. Morgan, Jacob Schiff e Paul Warburg, TeddyRoosevelt e il Colonnello Mandel House, che da dietro le quinte, di-resse i presidenti W. Wilson e F.D. Roosevelt, e le cui potenti relazio-ni coi banchieri internazionali si spiegavano col fatto che egli era fi-glio di Jeroboam Rothschild (alias Mandel House), il capo della Ca-sa parigina dei Rothschild.Il 23 dicembre 1913, nel periodo delle vacanze natalizie, approfittan-do dell’assenza dei congressisiti contrari, la Legge sulla banca cen-trale fu approvata sotto il nome di “Federal Reserve Act of 1913”, efu firmata dal presidente W. Wilson. La delusione sulla vera attività efinalità della Federal Reserve è messa in luce dalle statistiche: nel pri-mo quarantennio di attività della Federal Reserve, ben 14.000 bancheamericane fallirono e milioni e milioni di risparmiatori videro svanire iloro sudati risparmi». Nel descrivere l’operato della Federal Reserve,il congressista Louis T. McFadden, il 10 giugno del 1932, davanti alCongresso disse: «Signor Presidente, noi abbiamo in questo Paeseuna delle più corrotte istituzioni che il mondo abbia mai conosciu-to. Mi riferisco alla “Federal Reserve Board” e alla “Federal Re-serve Bank” che hanno sottratto al Governo e alla popolazione degliStati Uniti somme di denaro sufficienti a ripagare più volte il debitonazionale. Questa malvagia istituzione ha impoverito e mandato inrovina il popolo degli Stati Uniti; è andata lei stessa in bancarotta,trascinandovi insieme il Governo». Ma vi era dell’altro ancor più gra-ve su questa istituzione: «i controllori della Federal Reserve System,in collaborazione con i banchieri affiliati europei, posero i loro uomini,in America e in Europa, in posizioni dalle quali riuscirono a provoca-re e dirigere la Prima Guerra Mondiale».

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Il riconoscimento della “proprietà popolare della mo-neta”, secondo i principi enunciati da Auriti, quindi, co-stituisce un doveroso adempimento del dettato costitu-zionale.

MONETA DEL POPOLO:L’ESPERIMENTO DI “GUARDIAGRELE”

Della “moneta del popolo” si è fatto (ed è ancora in cor-so) un esperimento scientifico in una cittadina abruzzese,Guardiagrele, ad opera dell’infaticabile professor Auriti,il quale, verso la fine del luglio 2000, nella sua qualità difondatore e segretario del SAUS (Sindacato anti-usura), hamesso in circolazione i SIMEC (simboli econometrici divalore indotto), di esclusiva proprietà del portatore (comeè esplicitamente stampato sui biglietti). Scopo di questoesperimento della teoria del “valore indotto” (che Auritipropugna da trentacinque anni) è quello di verificare “incorpore vili” che i cittadini possono, per convenzione,creare il valore della moneta locale senza alcun inter-vento né dello Stato né del sistema bancario; l’obiettivoultimo è quello di sostituire alla sovranità illegittimadella Banca d’Italia la proprietà della moneta, qualeprerogativa dello Stato, a favore dei singoli cittadini.A mio avviso, rappresenterebbe già un successo enorme,che apporrebbe un punto fermo in materia monetaria, l’ac-certamento sul piano pratico e fattuale del principio che il“valore” è dato alla moneta solo da chi l’accetta sullabase di una “convenzione”, non importa se solo implici-ta. E almeno, sotto questo profilo, sembra che la dimostra-zione tentata da Auriti stia conseguendo un ampio succes-so, se è vero che, come riporta la stampa locale, “l’opera-zione economica ha rivitalizzato il commercio, prima

LA MONETA DEL POPOLO È PREVISTA DALLA COSTITUZIONE

L’articolo 42, secondo comma della vigente Costituzio-ne repubblicana, nel riconoscere e garantire la proprietàprivata, assicura la funzione sociale della “moneta delpopolo” e il suo accesso a tutti i cittadini.Ciò che viene riconosciuta e garantita è la proprietà diogni bene, sia immobile che mobile, e quindi non può nonritenersi inclusa, nella norma costituzionale, anche la pro-prietà degli strumenti o mezzi di produzione. Inoltre, unainterpretazione di quella norma, che voglia essere nonsolo completa, ma soprattutto efficace ed utile, non puòprescindere dal prendere in considerazione i princìpi fon-damentali del diritto sociale. Vale a dire di quella partedell’ordinamento giuridico che ravvisa nella norma loscopo di fornire non solo una tutela giuridica ma anche, esoprattutto, il contenuto economico del diritto.Fino ad ora, tutte le scuole politiche si sono limitate aproporre come contenuto economico del diritto socia-le soltanto beni reali, dando luogo così non solo ad unadivisione del corpo sociale tra una destra ed una sini-stra economica, ma anche, su un piano più concreto, oad una pianificazione dei consumi, come conseguenzadella pianificazione della produzione, oppure alla realiz-zazione di un malsano clientelismo politico che pretendedi spacciare, sotto una parvenza di diritto sociale, quellache è soltanto elemosina di Stato.Ecco dunque perché, nella previsione della norma costi-tuzionale in esame, deve essere ricompresa, tra i beni allacui proprietà è assicurato l’accesso di tutti i cittadini, an-che la moneta all’atto della sua emissione, nel sensoche invece di essere loro “addebitata” (come avvieneattualmente), essa sia loro “accreditata”, cosicché siapossibile dare ad ogni cittadino, invece dei beni reali, ildenaro per comprarli a titolo di “reddito di cittadinan-za”.In ciò consiste il principio, sotto il profilo meramente giu-ridico, della “proprietà popolare della moneta”, comeconseguenza di quella geniale intuizione del professoreGiacinto Auriti sulla teoria del “valore indotto”, che hadimostrato come la moneta sia una fattispecie giuridica,perché, come ogni unità di misura, è causata dalla “con-venzione”: la moneta è, sì, “misura del valore” (come ilmetro è misura della lunghezza), ma è anche “valore dellamisura” (come non lo è il metro) che è appunto il “valoreindotto”, cioè il suo “potere d’acquisto”.Il “valore indotto” è un puro valore giuridico – affermaAuriti – e la moneta, quindi, come “contenitore del va-lore della misura deve considerarsi un bene reale og-getto di scambio”. “Nella moneta – ha scritto il giuristaabruzzese – si verifica un fenomeno analogo a quellodell’induzione fisica. Come nella dinamo l’energia mec-canica causa energia elettrica, così, nella moneta, la con-venzione causa il valore indotto del simbolo. Pertanto,la moneta è un bene collettivo, in quanto creato dallaconvenzione sociale, ma di proprietà privata individualeperché attribuita al portatore del simbolo, in virtù dell’in-duzione giuridica”.

Uno dei più importanti Istituti di credito di Wall Street fu la Kuhn-Loeb diAbraham Kuhn e Solomon Loeb, tra loro imparentati. «Jacob Schiff, paga-ta la sua quota con l’oro dei Rothschild, entrò nella Kuhn-Loeb, sposò lafiglia di Solomon Loeb e, dal 1883, iniziò a finanziare il movimento terrori-sta in Russia e continuò a finaziarlo fino alla Rivoluzione Bolscevica del1917». Nel 1894, Jacob Schiff era secondo solo a J.P. Morgan. Alla Kuhn-Loeb si unì anche la famiglia Warburg, anch’essa legata ai Rotschild.Nel 1895, Felix Warburg sposò la figlia di Schiff, mentre Paul Warburgsposò la figlia di secondo letto di Solomon Loeb. Paul Warburg divenne poiil presidente della Federal Reserve Bank.

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sopito, del paese”, “come se avessimo messo del sanguein un corpo dissanguato”, ha affermato Auriti, cui di cer-to non è ignoto il messaggio cristiano, contenuto nella en-ciclica “Quadragesimo anno”.In realtà, non può dubitarsi che l’iniziativa del giuristaabruzzese costituisce un importante riscontro scientifi-co di sociologia giuridica ed economica senza preceden-ti in Italia, soprattutto perché proviene da un’associazioneprivata (SAUS) e non da un ente dotato di potere pubblico,come potrebbe essere, se non lo Stato, il Comune. Deveanche aggiungersi che l’esperimento di Auriti ha sollecita-to l’attenzione non solo delle forze politiche italiane, oltreche della stampa nazionale, ma anche di numerosi organidi informazione stranieri, a dimostrazione dell’interessedestato dalla nuova rivoluzionaria formula monetaria, chesoddisfa il bisogno di usare la moneta come strumentodi diritto sociale. In ogni caso, non può non destare sorpresa, oltre che, natu-ralmente, soddisfazione, il fatto che l’esperimento mone-tario di Guardiagrele sia riuscito ad imporsi all’attenzio-ne nazionale ed internazionale nonostante che sia ancoralimitato ad una collettività tutto sommato molto ristretta.Questa, peraltro, ha fornito la prova come il popolo ab-bia la forza di creare, per proprio conto, valori conven-zionali di moneta locale, pur senza invadere le compe-tenze della Banca Centrale, e nel rispetto della circola-zione della banconota legale.Per quanto riguarda le modalità con le quali si articoleràl’esperimento di Guardiagrele, lo stesso Auriti ha posto inevidenza come il progetto debba essere realizzato in duefasi: – la prima, che si può denominare dell’“avviamento”,serve perché il SIMEC possa conseguire “quel valore in-dotto che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto diproprietà del portatore”, e che lo distinguerà dalla mo-

neta corrente non più soltanto formalmente, ma anche so-stanzialmente;– la seconda fase dovrebbe consentire ai Comuni di “be-neficiare del servizio econometrico predisposto dal SAUS(Sindacato anti-usura), mediante un Assessorato per ilReddito di Cittadinanza, che avrebbe il compito di pro-muovere, anche culturalmente, l’iniziativa, controllarla eattuare la distribuzione dei SIMEC tra i cittadini”.

Unica critica, apparentemente seria, che, in teoria, puòmuoversi contro l’esperimento di Guardiagrele, riguarda ilproblema della “riserva”: potrebbe infatti sostenersi cheil SIMEC può venire accettato dai cittadini, per essere spe-so nei negozi convenzionati (cioè aderenti all’iniziativa),in quanto esso è garantito dalla Lira, vale a dire dalle som-me di moneta corrente che il cittadino deposita per averein cambio la moneta locale; con la conseguenza che ver-rebbe a crearsi una ben singolare situazione che vede, dauna parte, la banconota della Banca d’Italia, la quale, puravendo l’apparenza di una cambiale, e cioè di un titolo dicredito, non è tuttavia pagabile per difetto di riserva; edall’altra parte, il SIMEC, il quale, pur avendo l’apparenzadi un biglietto di proprietà del portatore, è tuttaviaconvertibile nelle lire che ne costituiscono la “riserva”.La critica è suggestiva, ma infondata.Se si ponesse, infatti, la dovuta attenzione alla storia dellamoneta, cosi come si è dipanata nel corso dei secoli, si av-vertirebbe subito che, in definitiva, il SIMEC, così come èstato concepito dal suo ideatore, ha iniziato a percorrerequella storia dalla sua fase iniziale, quando tutte le banco-note erano convertibili in oro, dapprima in misura inte-grale e, poi, in misura percentuale; e che, ad un certomomento, quelle banconote continuarono ad essere accet-tate e, quindi, a circolare nonostante la soppressione del-la convertibilità. Tutto ciò, proprio per effetto di quel“valore indotto”, intuito e scoperto da Auriti, che haconsentito alla moneta legale, sebbene a corso forzoso,di mantenere il proprio potere d’acquisto. Riguardo poi alla rilevata contrapposizione tra la bancono-ta della Banca d’Italia ed il SIMEC, non può minimamentedubitarsi che, nel raffronto, è la prima che fa una ben mi-sera figura, perché, proprio a causa della sua apparenzadi falsa cambiale, la Banca Centrale (come è stato giàdimostrato) esercita la tirannia dell’usura, che dà in-gresso anche a quella politico-sociale.D’altra parte, della propria attuale riserva (in Lire) il SI-MEC potrebbe fare a meno se, invece che da una associa-zione privata, fosse posta in circolazione, come “redditodi cittadinanza”, da un ente pubblico, come potrebbe es-sere il Comune o, ancora meglio, lo Stato, in modo che al-la sicurezza, offerta da una riserva, si sostituisse quella of-ferta dal potere dell’autorità.

***

Ma si troverà mai un “cameriere” (cioè l’attuale politi-co) che si ribelli al suo “Padrone” (cioè il potere tiranni-co delle Banche Centrali)?

(fine)

Il prof. Giacinto Auriti inventore del “valore indotto” della moneta e artefice dell’esperimento di Guardiagrele, con l’uso della moneta del popolo.

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del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

Conoscere la Massoneria

L’INIZIAZIONE

Ogni grado ha la sua cerimonia di iniziazione piena di sim-bolismo. Ci limitiamo a descrivere quella del grado di Ap-prendista, cioè il primo grado, che rappresenta la “portad’ingresso” della Massoneria.«L’aspirante – recita il rituale – è presentato in Loggia inuno stato né vestito, né svestito, perché i nostri costumi nontollerano le condizioni di completa nudità. Egli viene spo-gliato di tutti i metalli, monete o gioielli, gli vengono benda-ti gli occhi e poi viene condotto nel Gabinetto di riflessio-ne, una specie di “tomba” in cui vi è un teschio con altre os-sa umane e iscrizioni scolpite sui muri. La sepoltura delCandidato in questa “tomba”, è chiamata a “Prova dellaTerra”. Egli rimane solo per alcuni minuti e poi, improvvi-samente, gli viene tolta la benda perché possa leggere leiscrizioni sui muri: «Se tu sei capace di ingannare, trema,noi sonderemo le profondità del tuo cuore; se la tua ani-ma ha paura, non andare oltre. Se gradisci le onorificen-ze umane, vattene; qui esse sono sconosciute. Noi possia-mo domandarti il più grande sacrificio: PERFINO LATUA VITA; sei pronto?».Improvvisamente, il Candidato deve fare il suo Testamentoe rispondere, per iscritto, alle seguenti domande: «Quali so-no i doveri dell’Uomo verso Dio? Quali sono i doveridell’Uomo verso i suoi eguali? Quali sono i suoi doveriverso se stesso?». «Questo – dice Ragoon – è il modo dimettere alla prova il Candidato che cerca l’ammissione».Il “Fratello terribile” o “Istruttore” prende il Testamento e lerisposte e le porta al Maestro della Loggia. Il Candidato èsempre ammesso indipendentemente dalle risposte date.Il “Fratello terribile” torna dal Candidato, lo benda e lo con-duce, con una corda al collo, alla porta della Loggia. L’aspi-rante cerca di entrare tre volte; una voce dall’interno chiede:«Chi è l’audace che cerca di entrare nel tempio?». Il “Fra-tello terribile” risponde: «L’uomo che ha appena bussato èun esterno che desidera vedere la luce e viene a chiederlaalla nostra rispettabile Loggia».La porta viene aperta e il Candidato è introdotto nella Log-gia, parata di blu; il “Fratello terribile” lo conduce tra duecolonne che sostengono l’edificio e che si chiamano Jakin eBoaz, come i due portali del Tempio di Salomone. Qui, ilCandidato viene sottoposto alla “Prova dell’Aria”, alla“Prova dell’Acqua” e alla “Prova del Fuoco”.Con macchine particolari, viene imitato il rumore della ca-duta della grandine, il fischio del vento e il rombo del tuo-no: questa è la “Prova dell’Aria”.

La mano sinistra del Candidato viene, poi, immersa in unvaso pieno d’acqua: questa è la “Prova dell’Aria”. La mano è poi avvolta in “fiamme purificatrici”, soffiandovisopra polvere di licopodio che viene fatta ardere: questa è la“Prova del Fuoco”.Sempre con i suoi occhi bendati, il Candidato viene fattoruotare su se stesso cinque o sei volte; egli beve una miscelaamara; attraversa diverse assi che scivolano sotto i suoi pie-di e sale i gradini di una “scala senza fine”.Si finge di aprire le sue vene per assicurargli la sua adesionealla Massoneria, perché gli viene detto «la società alla qua-le tu hai desiderato di essere ammesso potrebbe forse do-mandare che tu versi, per lei, fino alla tua ultima gocciadi sangue».Egli viene poi informato che gli stanno marchiando sul cor-po il “Sigillo massonico” con un ferro rovente (in realtà,una candela appena spenta o un oggetto riscaldato.Infine, essi gli fanno giurare di non rivelare mai segreti,segni, strette di mano, dottrine o abitudini della Masso-neria.La benda gli viene tolta ed egli vede di fronte a sè un “fra-tello” armato di spada che gliela punta sul petto. «Fratellomio – dice il Maestro Venerabile – non temere le spade chesono puntate contro di te. Esse minacciano solo gli spergiu-ri. Se tu rimani fedele alla Massoneria quelle spade si volge-ranno per difenderti. Se, al contrario, tu diverrai un tradi-tore, NESSUN LUOGO SULLA TERRA TI OFFRIRÀRIFUGIO DA QUESTE ARMI VENDICATRICI».Il neofita riceve la parola d’ordine “Tubalcain”, che signifi-ca “metallo o regno minerale”, perché questo nipote diCaino, secondo le Sacre Scritture, “lavorava con i metalli”.Il neofita è avvolto con un manto di pelo bianco e gli vienedato un paio di guanti femminili che egli deve offrire ad unoche egli tiene nella massima stima.L’iniziazione è terminata e il Candidato è diventato un Ap-prendista.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago, Cile (1939-1958).

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LE FORZE OCCULTE DELLA SOVVERSIONECurzio Nitoglia

Il libro tratta dei quattro Agenti capi-tali della sovversione: Giudaismo,Massoneria, Bolscevismo e Libe-ralismo millenaristi, al fine di sma-scherare le trame di questi operatoridel caos che, fin dagli albori dellastoria, non hanno mai smesso di in-fettare l’umanità facendo leva sul di-sordine che l’uomo sperimenta in sèdietro la spinta delle tre Concupi-scenze: orgoglio, avarizia e lussuria.Gli attuali eredi della Sovversione –come ultima eco di un tentativo se-colare, ora al suo massimo grado diespressione – tramite le guerre diconquista mediorientali, l’imbarbari-mento dei costumi e, da ultimo, il di-sordine finanziario di cui i popoli oc-cidentali sono caduti vittima, sonoormai in grado di “sovvertire” la per-cezione degli accadimenti alterandole coscienze. Oggi, ci troviamo nell’ultima fasedella sovversione, il Mondialismo,che a partire dall’11 settembre del2001, cerca di impadronirsi delmondo intero per edificare un unicoTempio ed una sola Repubblicauniversale sotto il giogo di Israele edell’America, i due Stati dominatidai principali agenti del caos: ilGiudaismo e la Massoneria. L’uomo ha gli strumenti utili per ten-tare una “Restaurazione”, che si-gnifica cercare di ripristinare l’ordineturbato nella famiglia e nella Societàcivile, la quale dovrebbe aiutarci adessere liberi ed intelligenti, nonschiavi dei nostri istinti più bassi.Inoltre, grazie alla vera Economia, laquale dirige con prudenza il focolaredomestico di ogni Paese al suo fineprossimo, l’uomo può e deve libe-rarsi del “mercato” per poter tornaread essere “animale razionale” checonosce ed ama, e “animale socia-le” che dona, riceve e ricambia.

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

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Gent.mo ing. Adessa,nel ringraziarLa per il numero di “ChiesaViva 463” di Settembre 2013 da Ella in-viatomi in PDF, Le scrivo anche in riferi-mento a quanto accaduto nella CappellaPaolina del Vaticano il 29/06/1963: èsemplicemente terrificante e sconvolgen-te! Infatti non ero ancora a conoscenza diquesto fatto di cui Ella fa cenno nel nu-mero nuovo 463 della Vostra rivista lad-dove si fa riferimento al n.° 451 del men-sile fondato dal compianto don Luigi Villa.Sono andato, a quel punto, ad eseguire ildownload del suddetto numero 451 di“Chiesa viva” e quando ho letto del sa-crilegio perpetrato dalle gerarchie vati-cane del tempo un senso di smarri-mento mi ha preso. Si figuri che evitavodi leggere le invocazioni al Maligno fatteda quegli scellerati perché avevo la sen-sazione che leggendole è come se lo in-vocassi. Addirittura mi sono armato dellacorona del Santo Rosario e, laddove era-no riportate le invocazioni, mi facevo ilsegno della croce.Io già mi ero abbastanza documentato suPaolo VI, grazie ai vari numeri del vostromensile, e quindi ormai non avevo piùdubbi. Ma che si potesse addirittura ar-rivare a tale livello di empietà, nonavrei mai immaginato. Il cuore del Cat-tolicesimo, lo stesso Corpus Christiprofanati a quel modo ed offerti all’in-fernale nemico!!!Il Signore e la Madonna ci protegganosempre e proteggano la Chiesa anche dacerti uomini di chiesa.Se qualcuno dei fedeli può avere ancoradubbi su chi fosse in realtà il “Papa” Pao-lo VI, penso che leggendo già soltanto ilnumero in cui si parla di quanto accadu-to, contemporaneamente negli U.S.A. edin Vaticano il 29/06/1963, si possa am-piamente ricredere.A presto. E grazie ancora.

Filadelfio

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Caro Franco,ma quanta confusione, anche per unoche magari ha qualche base per capire larealtà oggi anche è smarrito.Sto vedendo un mix allucinante dovepersone portano come ideali cose in-compatibili, cioè idee che messe insiemesono contraddittorie o non sono vere!Un grande esempio è Grillo! Vedi il videodel 1998! Incredibile! Ma questo qua an-che vuole la decrescita che a sua volutaè voluta anche dal sistema che lui stesodenuncia! Per non parlare di Casaleggioche già soltanto guardando i video (gaiae prometeus) del suo sito, non ti fa capi-re nulla su cosa hanno in testa questi in-sieme. Credo sia un nuovo sistemamolto intelligente del potere perconfondere la folla, perché alla finecomplottisti, massoni, indignati, falliti,sognatori, pacifisti, black block, no tav,verdi, industriali, comunisti, destra, ecc.tutti sono accontentati nel loro discorso!Una vera opera maestra della comunica-zione.Ormai non so da dove allacciare cavi suquesto mondo terreno.Nessuno porta la logica dell’amore delPadre, nessuno proclama il Vangelo,nessuno vuole ristabilire la Verità. Per noiCattolici dovrebbe essere chiaro e sem-plice capire cosa abbiamo di fronte a noi,ma molte volte uno è incredulo che pos-sa esistere tanta devastazione morale.Però, la Croce di Gesù dovrebbe servirecome base per capire che nulla è più de-vastante moralmente di quell’azione ecomunque è successo! Quindi, purtrop-po abbiamo un chiaro messaggio sullaspietatezza del mondo e nulla ci devesorprendere perché il Padre ha già misu-rato la malvagità terrena.Alla fine, non sta scritto da nessuna par-te che, così dal nulla, un uomo porterà lasalvezza e la pace, sarebbe buttare partedelle Sacre Scritture alla spazzatura.Dopo questa riflessione notturna ti salutocordialmente.

F.F.

Lettere alla Direzione

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Page 24: Chiesa viva mensile.pdf · mune (cfr. E. Bloch, “Ateismo nel Cristianesimo”, tr. it., Milano, Fel-trinelli, 1976). Bloch ha gettato un ponte tra Cristiane-simo e comunismo ed

2 Papa Bergoglio – Vita e Pensiero: la cultura dell’incontro – (2)di Don Curzio Nitoglia

5 Papa Bergoglio – Umiltà, oppure... “Obbedienza”? (2)di F. Adessa

9 «...Troverò ancora la fede sullaterra?”di Pia Mancini

11 Occhi sulla politica

12 Documenta Facta

14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (40)a cura di F. A.

16 Una lettera dagli amici di “Chiesa viva” degli Stati Unitidi Kathleen Eckenkamp

18 Moneta del popolo TASSE ZERO! (4)da un libro del dott. Bruno Tarquinia cura di F. Adessa

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

APRILE 2014

SOMMARIO N. 470

PASQUA 2014

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno A

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla V Domenica dopo Pasqua alla Festa della Santissima Trinità)

Lenin non riuscì sul momento a impedire laformazione della “Scuola di Capri”, ma riu-scì a dividerla al suo interno con una spacca-tura profonda tra docenti e frequentatori, tra iquali si formò subito il gruppo dei “leninisti”.Qualche tempo dopo, in contrapposizione aquesta “Scuola di Capri”, Lenin, a Parigi,sotto il suo diretto controllo, aprì la “Scuolabolscevica” che avrebbe insegnato e stabilitola vera fede marxista. Per questo scopo, Zino-viev prese in affitto un’officina abbandonata,subito ristrutturata e organizzata come sededella Scuola, mentre Inessa Armand orga-nizzò la residenza dei frequentatori, che ven-ne dotata di mensa, biblioteca e di un apparta-mento per Lenin.Questa Scuola pose fine di fatto al tentativo“eretico” di quella di Capri, nonché a quellopiù insidioso e meno noto della “Scuola diBologna”, costituita direttamente dal Partitosocialdemocratico, sotto il controllo di Luna-ciarskij e di Trotskij.Alla fine del 1909, si può facilmente consta-tare, che in tutto l’affare delle scuole eretichee con la costituzione contemporanea e rapi-dissima della ufficiale “Scuola bolscevica”di Parigi, come Lenin avesse ripreso la com-pleta e indiscussa autorità al vertice del Parti-to bolscevico, dopo il lungo periodo di emar-ginazione e di violente contestazioni interne,derivanti dal fallimento e dal suo comporta-mento, nelle insurrezioni dell’autunno 1905.Non si era verificato soltanto un cambiamen-to nello stile di vita di Lenin, da rivoluziona-rio povero e dimesso straccione, frequentato-re delle assemblee operaie delle periferie di S.Pietroburgo, in un ricco aristocratico fuoriu-scito oppositore del regime zarista, romanticoteorico della vera interpretazione del pensieromarxista, che viveva nell’agiatezza secondoabitudini e usi ottocenteschi. Se la colma cas-sa del partito (a seguito dei costanti proventidelle attività banditesche in Russia) potevagiustificare il cambiamento della vita materia-le di Lenin e del suo stretto seguito, non al-trettanto può dirsi del recupero di autoritàquasi repentino, di Bogdanov (e non di Le-nin) avvenuto dopo il Congresso di Londradel 1907, dove Bogdanov aveva riportato unsuccesso personale, senza che si fosse verifi-cato alcun fatto nuovo giustificativo.Recenti ricerche e ricostruzioni, effettuate inRussia, rivelano l’avvicinamento e l’arruola-mento di Lenin in alcune società segrete, i co-siddetti ”poteri forti”. Infatti:– prima di partire per rientrare in Russia epartecipare e dirigere i moti rivoluzionari del1905, a Parigi, Lenin visitò il quartier genera-le del Grande Oriente di Francia, firmandoil libro dei visitatori1.– Lenin era massone del 31° grado delRSAA2; inoltre, insieme a Radek, Zinovieve Sverdlov erano anche membri dell’AltaMassoneria Ebraica del B’nai B’rith3.Infine, interviene l’attività di Alexander Par-vus (Israel Lazarevich Gelfand)4 eccezionalee poco conosciuto multiforme personaggio,che avrà sempre maggiore influenza nell’af-fermazione e nel successo di Lenin e del Par-tito bolscevico.Nel giugno 1910, Lenin tornò a Capri perun breve soggiorno, accompagnato dal com-

pagno “Soso”, il leggendario rivoluzionariocaucasico, uomo dall’aspetto severo e dallosguardo freddo e impenetrabile che, nel 1912,si farà chiamare Stalin. Stalin era il capo mi-litare della frazione bolscevica capace di fareliminare fisicamente, se necessario, chiun-que e ovunque!.. Nello stesso periodo, erapresente a Capri, ospite dei Krupp, il Gene-rale Paul von Hindenburg, già esponente dispicco dello Stato Maggiore tedesco.Le attività turistiche e ricreative della brevevacanza caprese, nascosero i veri scopi delviaggio:– Lenin incontrò segretamente Hinden-burg, il quale si convinse che, la personalitàdel capo rivoluzionario assicurava certezza ecapacità nella guida della Rivoluzione in Rus-sia, secondo le indicazioni di Alexander Par-vus.– Il compagno “Soso” (Stalin), con le buonemaniere, fece capire a Gorkij che la “Scuola”doveva esistere come Scuola unica a Parigi,in ottemperanza alla decisione del Centro bol-scevico.A Capri, Stalin provò un’amara delusione.Per la prima e anche per l’ultima volta, il co-raggioso combattente caucasico, venne a con-tatto con quel mondo di intellettuali fuoriusci-ti, che erano considerati, da lui e dai suoicompagni di lotta in patria e nelle deportazio-ni siberiane, come i custodi delle più pure enobili tradizioni rivoluzionarie ed una guidache indicava la via della lotta in patria.Invece, Stalin scoprì che la vita dei fuoriu-sciti si svolgeva intorno a cose da nulla, silimitava a continue lotte intestine controgli altri rivoluzionari che per loro, nell’esi-lio, erano considerati, allo stesso tempo, co-me amici e nemici. Egli vide il pettegolezzo,le calunnie infami, la malvagità e l’intolleran-za che prosperava in quel mondo del fuoriu-scitismo di Capri. E in quanto a cognizioniteorico-pratiche nella preparazione rivoluzio-naria, comprese che la “Scuola di Capri”non aveva nulla da insegnargli!5

1 Vistor Kuznetsov, “The secret of the OctoberCoup”, St. Petersburg 2001.2 Membro della Loggia francese “Art et Travail”.(Cfr. Oleg Platonov, “Russia’s of Thorns: The Se-cret History of Freeemasonry 1731-1996”, Vol. 2°,Mosca 2000).

a cura del Gen. Enrico Borgenni

Conoscere il Comunismo3 Victor Ostretsov, “Freemasonry, Culture ad Rus-sin History”, Mosca 1999.4 Russo ebreo cresciuto a Odessa, emigrato e poilaureato a Basilea in Svizzera, Alexander Parvussi trasferisce poi in Germania, si iscrive al Partitosocial democratico tedesco; nel 1900, incontra Le-nin a Monaco, ammirando le sue opere teoriche ediviene suo collaboratore nella redazione del gior-nale “L’iskra”, e organizzatore della stampa e delladiffusione. Parvus si arricchisce con il commerciointernazionale di cereali e di armi (Krupp,Wickers); diviene consigliere economico finan-zionrio del movimento dei “Giovani Turchi”,strettamente legato ai tre pascià: Enver, Talat e Ge-mal. Ben introdotto negli ambienti della diploma-zia, dell’amministrazione civile e militare tedesca,egli sosteneva che il potere zarista poteva essereabbattuto solo mediante una rivoluzione armata. In tale prospettiva, avvia i primi contatti delloStato Maggiore tedesco con Lenin che si mate-rializzeranno con finanziamenti, fino all’operazio-ne di rientro in Russia, nel 1917, di Lenin e accoli-ti (da lui ideata) con il famoso treno con vagoni“piombati”. Per approfondimenti: Valerio Riva,“Oro da Mosca”, Le Scie Mondadori, 1999, pp. 86e seguenti.5 Essad Bey, “Stalin”, Treves, 1932.

(continua)

Vladimir Uljanov (Lenin).

24 “Chiesa viva” *** Aprile 2014

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