Apologetica - Giuseppe Guarino · nell'istituzione della Cena del Signore, questi "mangiavano" il...

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APOLOGETICA In difesa dell'autorit della Bibbia

Giuseppe Guarino

Copyright 2016 Giuseppe Guarino

All rights reserved.

INDICE

Introduzione 1

1 Monosteismo: evoluzione del pensiero o

Rivelazione?

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2 Vangeli canonici e vangeli apocrifi 25

3 Profezie bibliche: profezie autentiche 45

4 Gli Elohim di Mauro Biglino negli scritti di Paolo? 51

5 Il Vangelo ebraico di Matteo 59

6 Creazione o Evoluzione? 63

7 La perfezione - anche - numerica della Bibbia 67

8 Prova testimoniale 71

9 Scritti cristiani antichi e vangeli apocrifi 75

10 Perch i Vangeli sono stati scritti cos? 83

11 Occhio per occhio 89

12 Il Canone della Sacra Scrittura 95

13 Quando sono stati scritti i Vangeli? 105

14 Perch non capisco la Bibbia? 117

15 La divinit di Ges nella Traduzione del Nuovo

Mondo

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INTRODUZIONE _____________________________________________

Questo libro una raccolta degli studi in difesa dell'autorit della Bibbia che ho pubblicato nel tempo sul mio sito www.studibiblici.eu e www.giuseppeguarino.com.

Credo sia importante sostenere ed affermare l'autorit e l'attendibilit delle Sacre Scritture da i vari attacchi di chi non crede o da eretici. Nei primi secoli della nostra era, quando il cristianesimo muoveva i suoi primi passi, gli apologeti cristiani presero in mano la penna per esporre e motivare la fede cristiana agli occhi del mondo pagano, dove si proponeva in una maniera unica rispetto a tutti gli altri culti e forme di religione del tempo. Per noi forse difficile afferrarlo, ma i cristiani dovettero difendersi dalle pi disparate ed assurde accuse. Vennero accusati di immoralit, perch il loro Ges li aveva invitato ad amarsi. Di cannibalismo, perch nell'istituzione della Cena del Signore, questi "mangiavano" il corpo del loro. Di ateismo perch adoravano un solo Dio e rifiutavano di accettare i dei del pantheon del tempo.

Consiglio vivamente al lettore di recuperare gli scritti di Giustino, Ireneo, Ignazio, i cosiddetti Padri Apostolici, Ippolito e dei tanti altri che hanno dato vita a delle forme talmente elevate di pensiero cristiano, da farmi ritenere le loro

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opere seconde per importanza solo alle Sacre Scritture. Oggi la Chiesa affronta nuove sfide, nuovi quesiti. Questi

miei scritti apologetici si sforzano di rispondere ad alcune di queste domande e di confutare alcune false accuse mosse contro noi cristiani e la nostra prima fonte di Verit, la Bibbia.

Ogni capitolo del libro pu leggersi indipendentemente dagli altri ed esaurisce, sebbene in poco spazio, il tema che tratta.

Spero che il mio contributo sia di benedizione in forma di libro, come per anni ha dimostrato di essere in digitale.

Giuseppe Guarino Catania, Agosto 2016

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MONOTEISMO: Evoluzione di pensiero o Rivelazione?

Non vi stato insegnato che il monoteismo la forma pi

elevata di religione? Ma proprio vero? Uno dei problemi pi grandi che avevo a scuola era la

tendenza di alcuni insegnanti a volere a tutti i costi chiudermi il cervello in paratie stagne. Vi sono degli argomenti, delle materie, che: sono cos e basta; altre che non possono non lasciare spazio a delle considerazioni personali o a delle idee divergenti. Adoro la matematica: a qualsiasi latitudine e persino dappertutto nelluniverso 2+2 dar sempre 4. 44 equivarr sempre a 16. Ma se parliamo di storia, di letteratura, io credo vi sia ampio spazio per discutere e persino dibattere e il torto pi grande che possa farsi ad una materia letteraria sia preferire il piatto nozionismo allo stimolante dialogo. Per questo ho lasciato luniversit.

Nel massimo rispetto per chi non condivide la mia opinione, difendo con convinzione il pensiero che i miei studi religiosi ed anche storici mi hanno portato a sviluppare su un argomento tanto spinoso quanto pu essere quello del monoteismo.

Fra i banchi di scuola ho avuto limpressione che fosse costante lidea che il monoteismo partendo dal presupposto che questo sia la migliore espressione del sentimento religioso

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delluomo sia il prodotto dellevoluzione del pensiero umano. In parole povere: la forma primitiva di religione sarebbe quella politeista, che si pian piano evoluta nel corso della storia nel monoteismo che principalmente rappresentato nelle forme di fede ebraica, cristiana e musulmana le enuncio in ordine di comparizione.

Posso dissentire? Spero mi sia concesso. Il principio evoluzionista della religione non mi mai

stato dimostrato ma semplicemente imposto, quasi fosse un postulato di geometria. Io, invece, ci tengo a spiegare brevemente il motivo delle mie idee in merito a questo spinoso argomento.

La Bibbia come documento storico Innanzi tutto mi scuso subito con il lettore, ma considero

lAntico Testamento una fonte storica di tutto rispetto, attendibile non quanto qualsiasi altra fonte storica, ma di pi. Anche perch sembra che il fatto che la Bibbia non possa o debba essere presa in seria considerazione quale attendibile documento storico un altro postulato dellistruzione scolastica, tradizionale, ortodossa. Da modesto amante della storia quale sono, mi permetto non solo di dissentire ma di non essere minimamente daccordo su questa mancanza di rispetto per quella che mettendo da parte il significato religioso che io stesso comunque gli riconosco la pi antica ed attendibile fonte storica per gran parte degli eventi che hanno interessato lantico medio oriente.

Basiamo la cronologia dellantico Egitto sulle affermazioni di Manetone, sacerdote egizio vissuto nel III secolo a.C. millenni dopo la costruzione delle prime piramidi e la nascita delle dinastie dei faraoni e non si tratta neppure di una lettura diretta, visto che le informazioni che egli fornisce le troviamo riportate in opere scritte secoli dopo, essendo andati perduti i suoi scritti. Se contiamo XXXI dinastie egiziane lo

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dobbiamo a lui. Quanto siano attendibili storici come il caldeo Beroso o il

greco Erodoto non ci in realt dato di saperlo. E, in realt dobbiamo semplicemente fidarci di quanto essi ed altri illustri nomi del passato ci tramandano senza avere, per molte delle cose che dicono, delle concrete dimostrazioni di quanto essi affermano.

Della Tanakh (chiamano cos gli ebrei quello che noi definiamo lAntico Testamento) ci riporta lo storico ebreo Flavio Giuseppe: Noi non abbiamo un numero infinito di libri fra noi, che sono discordi e si contraddicono a vicenda (come i greci) ma solo ventidue libri, che contengono la memoria dei tempi antichi e che sono giustamente ritenuti divini [] e quanto credito noi riconosciamo a questi libri della nostra nazione evidente dal nostro comportamento; perch per le molte et che sono trascorse, nessuno ha mai osato aggiungere o togliere loro alcun che o di modificarli; ma naturale per tutti gli ebrei, immediatamente, allindomani della loro nascita, ritenere che questi libri contengano delle dottrine divine e persistere nelle cose in essi scritte e, qualora sia necessario, morire per preservarli. Contro Apione, Libro I, 8.

Oltre a ci abbiamo la testimonianza di Ges che conferma lautorit delle Scritture ebraiche sia con il suo insegnamento che con la sua personale obbedienza ad esse. Capisco il desiderio di essere animati da spirito scientifico e il fatto che la fede sia vista come una debolezza in campo accademico, ma va anche detto che per giusta coerenza non si pu chiamare Ges Signore e sperare in lui per la salvezza della nostra anima e poi trovare delle motivazioni per quanto dotte e retoricamente valide possano essere per non ritenere del tutto attendibili le sue affermazioni sulla Tanakh.

Se non fosse stato per la Bibbia forse non esisterebbe nemmeno larcheologia, che ha mosso i suoi primi passi come scienza che potesse dimostrare lattendibilit delle narrazioni

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bibliche sullantico oriente. La memoria di Sumeri, Assiri, Babilonesi, il diluvio, e tantissimi altri eventi erano infatti narrati solo nella Bibbia ed a buon conto questa veniva accusata dai colti di tempi passati di essere quasi un libro di belle favole.

Oggi invece, dopo oltre due secoli di scavi archeologici e una seria rivalutazione delle fonti gi disponibili, leggendo i libri di storia trovo dei perfetti paralleli con le narrazioni bibliche.

I figli di genitori stranieri potevano essere affidati volontariamente o in modo meno pacifico al Kep (in genere tradotto con figli reali), in cui ricevevano una formazione identica (studio delle lingue, religione, uso delle armi e cos via) a quella dei figli del sovrano egiziano. Collana: Biblioteca del Sapere, Sophie Desplancques, Lantico Egitto, pag. 23. Ci non forse in perfetta armonia con la narrazione dellEsodo su Mos e la sua istruzione presso il palazzo reale egiziano?

Pi avanti, a pag. 30 dello stesso testo: il termine faraone viene da unespressione egiziana che significa grande casa, e soltanto a partire dal Nuovo Regno design la persona del re. E per questo quindi che, con grande accuratezza storica, nelle prime pagine della Bibbia non troviamo citato il nome di alcun re egizio, definito semplicemente faraone, mentre pi in l questi cominceranno ad essere identificati per nome dalla stessa Scrittura, proprio dai sovrani del Nuovo Regno in avanti.

Potrei continuare, ma metterei a dura prova la pazienza del lettore ed quindi anche nel suo interesse se gli chiedo o (1) di prestare fede a quello che ho detto sullattendibilit della Bibbia, o di (2) procurarsi altrove tutte le certezze in merito a questa questione di cui ha bisogno. Ho scritto sullattendibilit storica di Daniele nel commentario che ho dedicato a questo libro biblico. Anche il libro di Esdra-Neemia stato oggetto di un mio esame storico. Questi studi si trovano sul mio sito e

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sarebbero un buon punto di partenza ma ovviamente sono di parte.

Il Tanakh ebraico il primo vero libro che sostiene il monoteismo come noi lo conosciamo. Esso infatti non caratterizzato soltanto dal culto di un solo Dio (che nel vicino oriente era cosa pi diffusa di quanto non si possa di solito immaginare) ma soprattutto (e questo si che distingue lebraismo) dalla promozione di un culto esclusivista, cio per un Dio che afferma di essere lunico e solo vero Dio, oltre al quale non vi sono altri dei.

Tu non adorerai altro dio, perch il SIGNORE, che si chiama il Geloso, un Dio geloso. (Esodo 34:14)

Il culto ebraico inoltre caratterizzato dallassenza di idoli che rappresentino visibilmente il Dio nazionale e dal rifiuto totale di ogni rappresentazione visibile degli oggetti di culto.

Non farti scultura, n immagine alcuna delle cose che sono lass nel cielo o quaggi sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire (Esodo 20:4-5)

Ogni persona di media ponderatezza deve riconoscere in questa forma di riverenza per il Signore delluniverso, creatore di ogni cosa, la forma pi nobile di spiritualit raggiunta dalluomo. Ma tornando al nostro discorso iniziale, ci chiediamo: vero che a questa forma di culto vi giunto luomo nella sua ricerca di Dio, maturando il suo sentimento religioso? Se cos fosse davvero accaduto, non ci saremmo aspettati che il monoteismo, come noi lo conosciamo, fosse stato una conquista delle maggiori civilt dellantichit?

Gli antichi egizi Lantico regno egizio fu lautore delle pi grandi piramidi,

monumenti di tremenda, millenaria bellezza. Esse infatti risalgono al terzo millennio a.C. Gli egiziani evidentemente possedevano tecniche di costruzione e conoscenze

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matematiche sufficienti gi allora da poter permettere loro di realizzare opere tanto imponenti.

Il numero di ottobre 2013 della rivista Storica (reperibile mensilmente in edicola) presenta un articolo molto bello sulle conoscenze, le strabilianti conoscenze astronomiche, raggiunte nellantico Egitto gi in tempi remotissimi. Questo articolo ci dice che il calendario civile egizio stato inventato agli inizi del III millennio a.C. e che rimase inalterato per pi di 2500 anni. Ma questo in s poca cosa se non si considera che gli egiziani possedevano sufficienti conoscenze astronomiche da poter calcolare la durata dellanno solare con tale precisione che lo stesso storico Erodoto citato da Storica allinizio dellarticolo non pu non sottolineare il fatto: Secondo me, il loro sistema di computo pi oculato di quello greco, perch [] il loro ciclo delle stagioni viene sempre a cadere nelle stesse date.

La saggezza di quel popolo era tramandata gi dai tempi delle prime piramidi in opere letterarie che esprimevano dignit ed un senso di giustizia degni della civilt pi avanzata. Vi unopera divulgativa davvero molto suggestiva su questargomento. Christian Jacq ne lautore e si intitola I grandi saggi dellantico Egitto, edito in Italia per la collana Oscar Mondadori. Ne consiglio lacquisto per capire di quanta nobilt fosse intrisa la cultura egiziana fin da tempi remotissimi.

Nonostante tanta saggezza e tanta conoscenza, il pensiero religioso egiziano era legato a culti strani, di dei con testa a forma di cane o altri animali e comunque associato a rappresentazioni elementari delle varie divinit adorate. E come se tanta grandezza subisse un crollo quando la conoscenza, la saggezza, levoluzione del pensiero, dovessero essere riferite al culto religioso. E le stesse maestose e grandi piramidi, con le loro stupende decorazioni, forse altro non sono che mi si permetta di parlare con franchezza

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lespressione della stupida convinzione di sovrani megalomani sulle loro intuizioni riguardanti la vita dopo la morte.

E vero vi fu anche la cosiddetta rivoluzione amarniana, limposizione del culto del dio sole da parte del faraone del nuovo regno chiamato Akhenaton, ma si tratt di una breve parentesi nella lunga storia dellEgitto. Non possiamo comunque ritenere allo stesso livello della fede monoteista ebraica ladorazione del Sole, anche se come dio unico. E mia convinzione che questa maldestra forma di culto monoteista sia stata elaborata dal sovrano egiziano allinterno della cultura egiziana grazie allinfluenza avuta dal monoteismo, che era gi una realt ai suoi tempi, ma che non trov unespressione altrettanto nobile quanto quella ebraica perch fondamentalmente associata ad una forma preesistente di culto pagano ed idolatrico. Quindi si tratta non di unadozione del monoteismo, ma piuttosto di una riduzione e rimodulazione secondo gli schemi di culto egiziani; a mio avviso di un impoverimento. Una forma di culto che non convinse nessuno e che non sopravvisse molto al suo promotore Akhenaton. Ho scritto un articolo su questo faraone ma che non si sofferma sul senso della sua religione, piuttosto sullimportanza della corrispondenza del suo regno ritrovata nel sito archeologico di Tel Amarna, lodierno luogo dove un tempo sorgeva la capitale, Akhetaton, che quel faraone fece costruire in onore del suo dio, facendone la capitale del suo regno e la sua dimora; l dove inoltre costru la tomba sua e della sua regina.

I greci Per noi occidentali, in particolare per noi italiani, quello

greco viene considerato la massima espressione del pensiero proveniente dal passato. I greci colonizzarono culturalmente il mondo antico, facendo seguito alla inarrestabile conquista militare di Alessandro Magno. Alessandria dEgitto fu la capitale mondiale della cultura per secoli, con la sua immensa

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biblioteca sponsorizzata dai sovrani tolemaici discendenti di Tolomeo, il generale di Alessandro che si impadron del trono dEgitto. I nomi di Platone, Socrate, Euripide, Pitagora, sono per noi familiari quanto lo sono le idee che questi hanno espresso e tramandato. Fondamentalmente, da allora in avanti, il mondo occidentale ha pensato in maniera greca. Gli stessi romani, che schiacciarono ogni resistenza alla loro avanzata militare, non riuscirono a spodestare il dominio culturale del pensiero greco che invece assimilarono e dal quale furono influenzati. Anche quando i cristiani divennero predominanti in Europa, il pensiero dei greci continu a sedurre, affascinare ed influenzare i pensatori europei per secoli, fino ai giorni nostri.

Sappiamo che il pensiero greco arriv a toccare dei picchi che considerano il monoteismo, sembrano sostenerlo e promuoverlo. E in merito a ci ora voglio dire qualcosa che forse indisporr i molti sostenitori dellellenismo. Sono convinto che la societ greca abbia dei meriti indiscutibili nellavanzamento culturale dellumanit, ma molte delle cose che essa elabor non erano tutte farina del suo sacco. E vero che la matematica greca molto avanzata e madre della matematica moderna, ma mia opinione che questa fosse profondamente indebitata con le conoscenze gi raggiunte dagli egiziani in tempi molto pi remoti. Il teorema di Pitagora esisteva, in forma molto simile nellantico Egitto. Il famoso pi greco essenziale per il calcolo della circonferenza del cerchio era un numero conosciuto ai matematici egiziani, sebbene non in maniera altrettanto precisa. Insomma, mia opinione che lidea che i greci abbiano tirato fuori per primi dal cilindro la loro conoscenza ed il loro pensiero, andrebbe rimossa dallimmaginario meravigliato dello studente medio. Ma una delusione pi grande la da Filone alessandrino, un acuto filosofo ebreo vissuto ad Alessandria dEgitto a cavallo fra il I secolo a.C. ed il I d.C. Egli afferm senza paura che Mos ha

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raggiunto la sommit della filosofia e sostiene con convinzione che la migliore filosofia greca, con le sue speculazioni su Dio e sul suo logos, sia indebitata con la religione ebraica, con i libri di Mos.

Spesso nello studio degli scritti di Giovanni si ha la sensazione che, quando parla di logos di Dio (Giovanni 1:1-18), egli riprenda dei concetti cari alla filosofia greca. . Logos un termine greco tecnico (tradotto di solito Parola o Verbo nelle nostre Bibbie) che racchiude il senso della comunicazione di un Dio trascendente con il mondo materiale che egli ha creato. Ma incidentalmente questo pensiero non esclusivamente greco. Lo si trova latente nello stesso libro della Genesi, come Filone alessandrino puntualizza con grande maestria. E unidea ripresa nella letteratura sapienziale vedi la Sapienza del libro dei Proverbi. Ed presente neiTargumin, le versioni aramaiche dellAntico Testamento, per ricordarci che lidea del tramite visibile di Dio invisibile un concetto proprio della Tanakh e del pensiero ebraico. Se i rabbini si sono ad un certo punto allontanati dalle speculazioni in quella direzione stato perch i cristiani se ne sono appropriati per dimostrare che Ges era il Messia, la Parola di Dio, il Logos, il Verbo, che loro chiamavano Davar in ebraico e Memra in aramaico, fattosi uomo. Il Nuovo Testamento non attinge quindi alla filosofia greca quando dice di Ges che egli il Logos di Dio, bens alla Tanakh ed alle considerazioni del giudaismo sui dati della Rivelazione. Ci perfettamente in accordo con la mentalit religiosa ebraica legata alludire pi che al vedere e non so quanto con quella di fondo del pensiero greco, cos legato alla visibilit delle proprie divinit.

Sebbene cos culturalmente avanzato nei campi della matematica, delle scienze, della filosofia, anche il mondo greco diveniva elementare e ridicolo quando si considera le sue forme di religione. Il politeismo greco immagina delle divinit con tratti umani, in controllo di questa o quella forza della

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natura. Divinit capricciose, viziose, stupide, guidate da istinti bassi ed elementari ed anche piuttosto permalose.

Anche il popolo con la pi elevata forma di pensiero, e con la forma pi evoluta di linguaggio, non riuscito, quindi, ad arrivare ad una di religione che stesse alla pari per dignit con gli altri campi della conoscenza umana che era stato capace di sviluppare.

Il monoteismo ebraico-cristiano Narra il libro biblico degli Atti degli Apostoli, che Paolo, da

ebreo ortodosso quale era, inorrid nel suo ingresso ad Atene, contemplando lidolatria e linconcepibile (per un ebreo) sincretismo politeista che pervadeva lespressione religiosa del mondo greco. Vedi gli Atti degli Apostoli capitolo 17.

Probabilmente fu considerando la sapienza e cultura greca che egli conosceva bene e la sua incapacit ad afferrare lesistenza e la grandezza del vero Dio, che Paolo dichiar apertamente la sua sfiducia nelle capacit intellettuali umane per giungere alla conoscenza del Signore delluniverso.

Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perch la croce di Cristo non sia resa vana. Poich la predicazione della croce pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, la potenza di Dio; infatti sta scritto: Io far perire la sapienza dei saggi e annienter lintelligenza degli intelligenti. Dov il sapiente? Dov lo scriba? Dov il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? Poich il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei scandalo, e per gli stranieri pazzia; ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo,

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potenza di Dio e sapienza di Dio; poich la pazzia di Dio pi saggia degli uomini e la debolezza di Dio pi forte degli uomini. (1 Corinzi 1:17-25)

Il grande paradosso della storia dellumanit che la forma pi evoluta di religione non originata dai popoli pi grandi, ma fra i discendenti di un pastore nomade vissuto poco meno di quattromila anni fa.

Per secoli Israele stato lunico testardo, inamovibile testimone della fede monoteista come la professiamo oggi noi cristiani. Il culto esclusivo dei discendenti di Abrahamo riusc a superare pressoch indenne limpatto con il ricco Egitto dopo che lintera nazione ebraica segu il patriarca Giuseppe in quella terra per sopravvivere alla tragica carestia che si era abbattuta sul mondo di allora. Con la nascita di Mos, secoli dopo, ancora padrone della sua identit nazionale, Israele usc dallEgitto per prendere possesso della terra che Dio aveva promesso al loro patriarca Abrahamo. Durante questo lungo e tormentato viaggio, Mos ricevette da Dio la Torah che consegn al popolo come codice delle leggi da osservare. Per secoli Israele combatt una lotta culturale con i popoli che trov in Palestina e fra i quali si insedi sempre mantenendo, anche se non senza qualche difficolt, la propria identit e lunicit del suo sentimento religioso. La grandezza dei regni di Davide, di Salomone e dei re che li seguiranno facilitarono lidentificazione del popolo di Dio anche come unit nazionale finalmente distinta e definita. Ma il regno di Israele prima, per mano degli assiri e quello di Giuda poi, per mano dei babilonesi, caddero vittima delle deportazioni in massa in altre terre. Neanche la cattivit babilonese, per, riusc a spegnere il fuoco della fede ebraica. Anzi, paradossalmente, come sarebbe accaduto secoli dopo con le persecuzioni della Chiesa, la tragedia nazionale della distruzione del tempio salomonico e della capitale Gerusalemme, stimoler una definizione e distinzione ancora

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pi netta e marcata della religiosit ebraica. I giudei che tornarono in patria e ricostruirono il secondo tempio di Gerusalemme erano pi forti nella loro identit di nazione e nella consapevolezza del loro culto esclusivamente monoteista dei loro antenati deportati in terra straniera. Negli anni a venire lellenizzazione e il pensiero sincretista che promuovevano i greci videro un ostacolo nella fede ebraica, al punto che questa venne apertamente e ferocemente perseguitata. Ma non mor. Anzi. La rivolta ebraica guidata da Giuda Maccabeo contro Antioco IV Epifane riusc a prevalere contro il colosso militare dei Seleucidi ed a mantenere lindipendenza se non politica, almeno culturale di Israele. I romani che vennero dopo tollerarono la religione ebraica; anche loro comunque senza comprenderla o apprezzarla. Tacito non ha parole buone per la fede giudaica che considera opposta a tutte le pratiche religiose diffuse fra i vari popoli. Egli etichetta la religiosit ebraica come senza gusto e malvagia. Definisce la nazione ebraica incline alla superstizione e con un forte sentimento di distinzione dagli altri popoli e un marcato disprezzo, inculcato fino dalla nascita, per le altre divinit.

Con la distruzione di Gerusalemme e la dispersione di Israele in tutto il mondo durata dallinizio del secondo secolo della nostra era fino al 1948, ci si sarebbe aspettato che questo popolo avesse perso identit, tradizioni, lingua e cultura. Cos non avvenuto. E ci, a mio avviso, affinch la testimonianza della fedelt di Dio fosse evidente per ogni uomo che volesse rendersene conto. Gli ebrei hanno mantenuto la loro identit nazionale. Lebraico una lingua ancora viva ed in uso un fenomeno linguistico senza precedenti. Qualora la spianata del tempio lo consentir, gli israeliti hanno gi pronte le singole pietre necessarie per la costruzione del terzo tempio. Ho appreso di recente che alcuni ebrei si sono tramandati e custodiscono la pronuncia originale ed autentica del nome di Dio rivelato a Mos, del cosiddetto Tetragramma che oggi

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nessuno riesce a pronunciare e ci affinch, al momento giusto, esso possa essere utilizzato nel culto del tempio secondo i riti previsti dalla Torah.

LAntico Testamento ci spiega lessenza della nostra fede, come fede Rivelata.

Leggiamo dalla Genesi: Adamo ed Eva udirono la voce di Dio il SIGNORE, il

quale camminava nel giardino sul far della sera; e luomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino. Dio il SIGNORE chiam luomo e gli disse: Dove sei? Egli rispose: Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perch ero nudo, e mi sono nascosto. (Genesi 3:8-10)

Vediamo subito che le conclusioni ebraiche sulla parola intesa come rivelazione di Dio hanno un chiaro senso biblico e non sono delle astrazioni filosofiche, bens delle concrete riflessioni basate sui dati della Rivelazione.

Infatti per spiegare il rapporto fra Dio e la sua creazione, le prime pagine della Genesi, continuano a sottolineare limportanza della parola di Dio.

Il SIGNORE disse a Caino. (Genesi 4:6) e solo la prima di una serie di affermazioni simili. Ad un certo punto Dio rivolge la sua parola ad un uomo per

il quale aveva in serbo un compito davvero speciale. Allora Dio disse a No (Genesi 6:13) Tempo addietro il diluvio biblico era considerato un mito,

una narrazione di fantasia. Le nuove scoperte archeologiche hanno dovuto costringere a rivedere questa concezione. E non solo siamo certi della fondatezza storica di questa catastrofe che colp ad un certo punto la terra, ma anche che vi fu un eroe sopravvissuto, nominato in diverse antiche tradizioni e ricordato dalle memoria di diversi popoli antichi.

Il momento pi importante del monoteismo ebraico-cristiano la chiamata di Abramo. Il SIGNORE disse ad

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Abramo: Va via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo

padre, e va nel paese che io ti mostrer; io far di te una grande nazione, ti benedir e render grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedir quelli che ti benediranno e maledir chi ti maledir, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. Abramo part, come il SIGNORE gli aveva detto (Genesi 12:1-4)

Lunica maniera che trovo per spiegare il paradosso storico che rappresenta il fatto che la forma pi nobile di monoteismo sia cominciata col popolo ebraico e rimasta praticamente sua esclusiva prerogativa fino alla comparsa di Ges ed alluniversalit dellevangelo affidato agli apostoli, accettare il fatto che Dio stesso si sia rivelato alla sua creatura.

Non stato quindi un processo evolutivo del pensiero umano a condurre allintuizione di Dio, bens una Rivelazione diretta e personale di Dio alluomo a farci comprendere chi Egli sia veramente e come rimarginare la ferita aperta col distacco da Lui causato dallallontanamento dei nostri progenitori dallEden.

E proprio perch rimanesse una traccia visibile per chiunque volesse davvero rendersene conto, Dio ha rivelato se stesso al popolo pi piccolo e semplice dellantichit. Non ha scelto filosofi o scienziati, egiziani, assiri, babilonesi o greci ma un popolo seminomade originario della Mesopotamia. Anzi, un uomo e la sua diretta discendenza che Egli stesso gli ha miracolosamente dato.

Dal politeismo al monoteismo o dal monoteismo al

politeismo? Se vero, come universalmente riconosciuto, che il

monoteismo ebraico-cristiano e musulmano quello che maggiore dignit conferisce allessere Supremo creatore delluniverso ma anche alluomo, allora davvero ci sorprende

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che le civilt pi evolute non vi siano giunte e la nazione pi insignificante ne sia stata la promotrice.

Ma se il cammino delluomo visto come evolutivo tanto in campo filosofico quanto in quello religioso, come possiamo spiegare ci?

La mia idea semplice: il cammino naturale della spiritualit delluomo dal monoteismo verso il politeismo e non il contrario. A questa conclusione sono arrivato anche dallosservazione di quanto mi dato di conoscere della storia delluomo dallalba dei tempi ad oggi. Di questo naturale processo porto un esempio a noi molto vicino, sebbene sono conscio che farlo infastidir alcuni fra i miei lettori. Purtroppo tengo pi alla ricerca della Verit che allopinione degli altri uomini.

Quando il cristianesimo mosse i suoi primi passi, si stacc dai confini nazionali e culturali dellebraismo per diffondersi fra le varie nazioni allora esistenti. Mentre lebraismo era una tradizione culturale profonda ed antica, radicata in una nazione interamente devota al suo Dio, il cristianesimo invece si sviluppava in piccoli gruppi allinterno di nazioni dove erano vive tradizioni religiose diverse.

Di solito il paganesimo ed il politeismo dellantichit visto come una forma di culto primitiva di cui lumanit s definitivamente liberata. E vero? Sostengo di no. E osservare quanto accaduto allinterno del cristianesimo negli scorsi mille e cinquecento anni ci aiuter a capire anche cosa intendo dire quando affermo che lo studio dellantichit pu spiegarci come si passati dal monoteismo al politeismo e non il contrario: questa la tendenza naturale delluomo.

Fino al quarto, quinto secolo il cristianesimo mantenne una forma di religiosit sufficientemente aderente agli ideali originari del primo secolo, del periodo apostolico. Nei secoli a venire, per, mentre la Chiesa in occidente cominciava ad assumere i connotati del cattolicesimo come noi oggi lo

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conosciamo, il cristianesimo visibile cominci ad abbandonarsi ad una serie di compromessi con le credenze popolari pagane e post-pagane, che diedero libero sfogo a quel sentimento religioso naturale di cui parlavo prima e che tende ad allontanarsi da una religiosit delludire tipica dellebraismo e del cristianesimo puro a favore di una religiosit del vedere. Divenendo il cristianesimo religione libera, quasi di stato, i vecchi templi pagani divennero chiese e con lo sfarzo e limponenza delle strutture venne persa la semplicit di quei piccoli gruppi che si riunivano clandestinamente ma che erano caratterizzati da un sincero sentimento di adesione al pensiero apostolico. Dai templi pagani ornati di statue di questa o questa divinit, si pass alla venerazione per questo o quel santo patrono, anchesso rappresentato con questa o quella statua o immagine. Alla fine il cattolicesimo regred ad una moderna forma di paganesimo. Anche nelle rappresentazioni di Dio, questi viene dipinto pi con i connotati di Zeus capo degli dei del pantheon greco-romano e divinit suprema; mentre i santi patroni (eco degli antichi numi tutelari dei quali troppo chiaramente presero il posto) equivalgono alle varie divinit pagane preposte a questa o quella specifica cura delle vicende umane: la vista, la salute, la protezione di questa o quella citt, ecc

Capisco che i miei tanti amici cattolici si risentiranno per quello che scrivo, ma chi mi segue sa che mi propongo di scrivere la verit delle cose e farlo, ne sono cosciente, non sempre rende popolari come, voglio che lo si capisca, non nemmeno piacevole fare; ma lo ritengo doveroso. Il percorso del cattolicesimo verso questa rimodulazione del pantheon pagano non una novit, ed inoltre prova a mio avviso di quellallontanamento spontaneo dal monoteismo che latente nella spiritualit delluomo lontano dai dati della Rivelazione biblica.

Lautore del libro biblico dellEcclesiaste (1:9-10) scrisse con

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ragione: Ci che stato quel che sar; ci che si fatto quel che

si far; non c nulla di nuovo sotto il sole. C forse qualcosa di cui si possa dire: Guarda, questo nuovo? Quella cosa esisteva gi nei secoli che ci hanno preceduto. (Ecclesiaste 1:9-10)

Non dubito della sincerit di molti quando trovata una statua che ricordi questo o quel santo uomo di Dio la adornano, la venerano, la portano in processione, si inginocchiano e pregano davanti ad essa. Per ci non ha nulla di autenticamente ebraico-cristiano: solo un rimasuglio della religiosit pagana della quale il cristianesimo avrebbe dovuto prendere il posto, ma che invece ha finito purtroppo per assimilare.

Seguendo proprio quello che diceva lEcclesiaste, non ci accorgiamo che quanto succede oggi successe anche ai piedi del Sinai?

Il popolo vide che Mos tardava a scendere dal monte; allora si radun intorno ad Aaronne e gli disse: Facci un dio che vada davanti a noi; poich quel Mos, luomo che ci ha fatti uscire dal paese dEgitto, non sappiamo che fine abbia fatto. E Aaronne rispose loro: Staccate gli anelli doro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei vostri figli e delle vostre figlie, e portatemeli. E tutto il popolo si stacc dagli orecchi gli anelli doro e li port ad Aaronne. Egli li prese dalle loro mani e, dopo aver cesellato lo stampo, ne fece un vitello di metallo fuso. E quelli dissero: O Israele, questo il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese dEgitto! Quando Aaronne vide questo, costru un altare davanti al vitello ed esclam: Domani sar festa in onore del SIGNORE! (Esodo32:1-5)

Il vitello rappresentava il tentativo di una rappresentazione visibile di Dio non di un altro dio, ma proprio di Dio. Esso divenne per il popolo il SIGNORE, divenne per loro una maniera di renderlo visibile e tangibile fra di loro. Non stavano

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adorando un altro Dio ma lo stesso Dio nel modo sbagliato. Per questa specifica tendenza, questo bisogno davere delle

rappresentazioni visibili del proprio oggetto di culto e la naturale propensione al politeismo Dio ha comandato espressamente:

Non farti scultura, n immagine alcuna delle cose che sono lass nel cielo o quaggi sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perch io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso. (Esodo 20:4-5)

E ovvio, la retorica si prodiga per cercare di riparare nella teoria al danno ormai fatto. Se non il semplice clero cattolico, i teologi sanno per perfettamente che ladorazione di qualsiasi tipo di statue ed immagini e che qualsiasi forma di culto rivolta ad altri che non siano il solo vero Dio contro la legge di Dio. Ma ci vuole coraggio a confrontarsi col popolo. E pi facile assecondarlo e godersi la posizione di prestigio acquisita, guardandoli dallalto verso il basso, compiacendosi della propria cultura e compatendo la loro ignoranza. Dico troppa verit? Chiedo scusa.

La pratica cattolica di riconoscere le virt di un defunto ed elevarlo ad uno stato di deificazione che viene chiamata santificazione e che autorizza una forma di culto verso quellindividuo non anchessa una pratica nuova o lEcclesiaste avrebbe detto una cosa non vera.

Imhotep visse intorno allanno 2670 a.C. circa alla corte del faraone egiziano Gioser. Un testo egiziano del XIV secolo a.C. rivela che ogni scriba, prima di mettersi al lavoro, compie una sorte di libagione in onore di Imhotep santo patrono dei letterati. Continua la stessa fonte dalla quale sto citando: A partire dalla XXVI dinastia (672-525), numerose statuette di bronzo rappresentano il saggio Imhotep seduto, intento a leggere un papiro srotolato sulle ginocchia. Poco pi in l: Durante la XXVI dinastia, Imhotep fu elevato al rango di un dio oggi diremmo: di un santo venerato in tutto lEgitto.

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Christian Jacq, I grandi saggi dellantico Egitto, pag.10, 11. A pagina 12 dello stesso libro viene aggiunto un altro dettaglio: A partire dalla XIII dinastia, nel XVIII secolo a.C. la tradizione attribu poteri di guarigione. Dal momento che offriva la salute a tutti gli uomini, anche alla gente umile, divenne patrono dei medici.

Anche nellantica tradizione politeistica mediorientale, gli antichi dei altro non erano che eroi del passato che andavano assumendo sempre di pi i contorni di divinit e come tali venivano adorati. Nimrod, Semiramide, Gilgamesh sono fra questi. Io spero che il lettore apprezzi il fatto che evito di appesantire ulteriormente la mia discussione facendo un elenco dettagliato di divinit orientali per dimostrare quanto affermo.

La mia opinione che, come a mio avviso provano i fatti storici, che la tendenza delluomo verso il politeismo, infelice espressione del ricordo del rapporto con il Dio unico cessato per il disinteresse delluomo per ci che Egli avesse da dire. A chi ha porto lorecchio verso di Lui, Dio invece si rivelato ed ha stabilito un patto e fatto delle promesse.

Relazione e non religione La grandezza dellautentico monoteismo ebraico-cristiano

non il fatto semplice, nudo e crudo, di credere nellesistenza di un solo Dio. Gi la Legge mosaica, ed in maniera pi evidente i profeti, hanno evidenziato la natura profondamente spirituale dellebraismo.

Ges per noi cristiani il Maestro che ci spiega il senso delle cose in cui crediamo. I religiosi del suo tempo gli fecero delle domande, come si soliti farle ad un Rabbi, ad un maestro. Magari loro ci misero un pizzico di malizia in pi, perch volevano mettere Ges in difficolt; ma non riuscirono nel loro intento, se non a loro stesso danno.

e uno di loro, dottore della legge, gli domand, per

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metterlo alla prova: Maestro, qual , nella legge, il gran comandamento? Ges gli disse: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, : Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti. (Matteo 22:35-40)

E questo il senso del monoteismo biblico: un corretto rapporto con Dio ed un altrettanto corretto rapporto con il prossimo.

Anche il pi ottuso degli uomini deve riconoscere in questa la pi alta espressione della religiosit delluomo. E luomo intelligente non pu non chiedersi: come mai ci proviene dal figlio di un falegname e non dai pi grandi filosofi e pensatori? La semplice risposta che non ho vergogna a dare che: il figlio del falegname ebreo anche il Figlio di Dio, il Messia, promesso gi dalle prime pagine della Genesi non solo agli ebrei, ma allintera umanit, per ricondurla al Dio dal quale col peccato si allontanata.

Quando Ges insegnava su questo argomento non correggeva la prospettiva dellAntico Testamento, la ribadiva. Gi la grandezza del rapporto Dio uomo compare dalla Genesi, dal modo meraviglioso con cui Dio si relaziona con la sua creatura. Dio cammina nel giardino dellEden. Parla a No. Parla ad Abrahamo. Compare ad Abrahamo come uomo e conversa con lui sul destino di Sodoma e Gomorra. Lotta con Giacobbe. Appare a Mos e parla con lui. E la cosa pi strabiliante che questi uomini con i quali Egli interagisce in modo cos meraviglioso non sono dipinti nella Parola di Dio come esseri perfetti, ma gente comune che diviene speciale per il semplice fatto che pronta ad ascoltare la voce di Dio.

Le stesse persone alle quali Ges affida di diffondere il Vangelo, la buona notizia della comparsa del Figlio di Dio fra gli uomini e della salvezza che ha portato, altro non sono che

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umili pescatori. Ecco che evidente: il monoteismo puro ebraico cristiano

non una conquista del pensiero delluomo, bens levidenza della realt della Rivelazione di Dio alla sua creatura. Quanto ho esposto fin qui lo rende un fatto evidente, dimostrabile e dimostrato. Essere convinti del contrario, a mio avviso, non questione di opinione, piuttosto paura di accettare un fatto tanto incredibile.

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Vangeli canonici e vangeli apocrifi

I Vangeli canonici Con la definizione di Vangeli si indicano delle narrazioni

della vita e degli insegnamenti di Ges. Il termine deriva dal greco e rimanda allidea di un annuncio di qualcosa di positivo, una buona notizia. Nella Bibbia troviamo 4 vangeli, allinizio del Nuovo Testamento. Questi vengono tradizionalmente attribuiti a Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi tre vengono definiti vangeli sinottici per via dellevidente affinit fra i loro contenuti. Matteo e Marco sono scritti anonimi, ma vengono da sempre riferiti a questi due autori; non vi sono prove oggettive a favore o contro questa attribuzione tradizionale. Che Luca, il compagno di viaggio di Paolo sia lautore del terzo vangelo si evince dai collegamenti fra il vangelo di Luca, gli Atti degli Apostoli scritti dallo stesso autore del terzo vangelo e gli scritti di Paolo. Giovanni citato come autore del quarto vangelo dal redattore della versione finale giunta a noi. Queste narrazioni la Chiesa riconobbe come autentiche e come ispirate, aggiungendole allAntico Testamento come Scritture allo stesso livello ispirate come quelle tenute sacre dal popolo ebraico ormai da tempi immemori.

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Accanto a quelli canonici sono arrivati fino ai giorni nostri degli altri vangeli, altre narrazioni che riguardano i detti e i fatti della persona di Ges, i cosiddetti vangeli apocrifi. Questi ultimi stanno godendo in alcuni ambienti di eccessivo credito, ed alcuni li considerano quasi i depositari di verit che il cristianesimo ha da tempo perduto se non addirittura nascosto o volutamente trascurato.

In questo articolo ne voglio discutere in maniera articolata.

I padri della Chiesa Oltre gli scritti cosiddetti canonici del Nuovo Testamento,

la Chiesa ha prodotto altri lavori degni di nota che testimoniano della fede cristiana in maniera semplice ma efficace.

La cosiddetta prima epistola di Clemente, una accorata e bella lettera scritta dalla chiesa di Roma a quella di Corinto sul finire del primo secolo, verso il 95-96 d.C. Quindi addirittura prima della morte dellapostolo Giovanni e forse della composizione dellApocalisse o dello stesso quarto vangelo se diamo per buone le datazioni suggerite di alcuni per questi scritti. Questo scritto contiene libere citazioni di brani del Nuovo Testamento.

Vi sono ancora altri scritti degni di menzione. Lepistola di Diogneto, davvero molto bella e le lettere di Ignazio di Antiochia scritte a delle chiese mentre questo uomo di Dio veniva condotto al martirio. IDidach che, come dice lo stesso titolo che in greco significa insegnamenti, contengono degli insegnamenti cristiani di base.Lepistola di Barnaba, scritta fra il 70 ed il 135 d.C. davvero molto istruttiva. Significativa ed anche di rilevante valore storico lepistola di Policarpo, vescovo di Smirne. Questi scritti che ho citato vengono di solito raccolti sotto il titolo convenzionale di padri apostolici. Ne trovo la lettura interessante ed anche, in un certo senso, importante per lattendibile testimonianza che tramandano

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notizie sulla cristiana delle origini. Nel II secolo la dottrina cristiana e i primi passi della Chiesa

sono testimoniati dagli scritti di diversi apologeti, difensori della fede dagli attacchi ideologici dei pagani, o dalle false accuse rivolte spesso ai cristiani. Non mancano i trattati scritti contro i falsi insegnamenti delle sette eretiche che prolificavano gi nel primo e soprattutto nel secondo secolo.

Fra gli apologeti troviamo Giustino, Ireneo, Tertulliano, Atenagora, Ippolito, Teofilo. Citiamo ancora Cipriano, Novaziano, Clemente, Origene, Girolamo, Agostino e ve ne sarebbero molti altri, a sufficienza da riempire una biblioteca di tutto rispetto.

Questi scrittori vengono chiamati padri della Chiesa e la materia che li studia lapatristica. Nella Chiesa Cattolica sono oggetto di una venerazione a mio avviso eccessiva. Mentre daltro canto, in ambiente protestante non sono spesso tenuti nella giusta considerazione. Sono convinto che una sana via di mezzo sia quella pi giusta da percorrere e leggo questi scritti dando loro limportanza che oggettivamente meritano.

I testi che ho citato sono facilmente rintracciabili. Se si conosce la lingua inglese, si trovano su internetsenza troppa difficolt. In italiano si possono rintracciare in librerie specializzate. Le librerie delle Paoline sono particolarmente fornite.

Detto quanto sopra, ci rendiamo conto come i primi passi del cristianesimo furono accompagnati da un grande fermento culturale ed intellettuale.

Gli eretici, loro idee e i loro sforzi per creare documenti

che le sostenessero Nel leggere lepistola ai Colossesi non ci pu sfuggire il tono

polemico di Paolo verso quelle correnti di pensiero che se gnostiche proprio non erano, certamente preludevano allo gnosticismo che avrebbe caratterizzato il principale movimento

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eretico del secondo secolo. Nellepistola ai Galati i toni dello stesso apostolo sono forti contro chi egli accusa di predicare addirittura un altro Evangelo. Dice poi apertamente di alcuni: Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. (2 Corinzi 11:13)

Giovanni, nella sua prima epistola, chiarisce lautentica fede contro chi sosteneva leradicazionismo,insegnamento secondo il quale nel cristiano il peccato era eradicato, quindi estirpato nel senso che chi si era convertito a Cristo non avrebbe pi peccato. Lapostolo scrive apertamente anche contro i docetisti, cio coloro che non riconoscevano che il Signore si era realmente incarnato, divenendo veramente uomo, e sostenevano che quella di Ges fosse soltanto unapparenza di corporeit.

Sarebbe assurdo non pensare che i falsi apostoli, di cui parla anche il libro biblico dellApocalisse, questi eretici, non abbiano lasciato, cos come gli autori ortodossi, dei loro scritti. Lo stesso Paolo si curava di firmare personalmente le proprie epistole e fa chiaro riferimento a tentativi di plagio.

Marcione, Valentino, Basilide sono solo alcuni dei nomi di questi antichi eretici giunti fino a noi e lo gnosticismo era il modo in cui veniva definita genericamente la loro eresia, assurda per dottrine e prassi, ma allora in grado di minacciare seriamente la Chiesa nascente.

Visto il contesto culturale davvero infuocato in cui muoveva i primi passi il cristianesimo, perch ci stupiamo se vengono scoperti oggi altri scritti, non canonici, ma soprattutto eretici, composti in quel periodo? Molti dei quali la stessa Chiesa primitiva ci ha informato, perch le erano noti. Questi resoconti erano di solito composti sotto falso nome, spacciati per opere apostoliche; ma allora, come lo sono oggi, riconosciuti come dei miseri falsi, furono condannati al silenzio ed alloblio per la totale assenza di alcun vero significato storico e religioso e composti con lunico scopo di

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sostenere lassurdo credo di questa o quella setta.

Molte narrazioni Il proliferare di altri vangeli nellantichit

abbondantemente corroborato da varie fonti. La pi autorevole e significativa lo stesso terzo vangelo.

Luca infatti premette: Poich molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi,

come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono

testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, parso bene

anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa

dallorigine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perch tu

riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate. (Luca 1:1-4)

Eppure nonostante le varie narrazioni esistenti, la Chiesa ha allunanimit confermato: (1) lautenticit, (2) lautorit e (3) lispirazione divina dei solo quattro vangeli detti per questo motivo canonici.

Vi erano altri scritti, pi o meno completi. Forse molte raccolte di detti di Ges. Chiss quanto materiale andato perduto. Se diamo credito alle parole di Luca, vi erano molte narrazioni sulla vita di Ges pi antiche della sua. Si tratta, quindi, di circostanze storico letterarie ben note. Eppure, nonostante ci, periodicamente sembra riscoprirsi questo o quel vangelo ed subito polemica perch come se la Chiesa avesse nascosto per secoli la verit storica su Ges e gli eventi allora accaduti e questa sia stata finalmente rocambolescamente e fortuitamente riportata alla luce in un vangelo ritrovato.

Il Vangelo di Giuda Il ritrovamento e la pubblicazione del famoso Vangelo di

Giuda suscit a suo tempo un certo clamore. Per meglio venire incontro alle necessit commerciali si prefer, a mio avviso,

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non dare troppa importanza al dato oggettivo che lautentico valore di questo scritto sia storico che religioso era ed praticamente nullo. 1) Si trattava infatti di un clamoroso falso. 2) Sosteneva idee assurde. 3) Non ci riferisce alcuna informazione attendibile sulla persona di Ges. Questo era conosciuto nel periodo post-apostolico, insieme ai tanti altri scritti dorigine spuria e faziosi nei contenuti. Considerazioni dello stesso tenore possono riferirsi anche agli altri vangeli non canonici. Questi in realt non meriterebbero nemmeno il titolo di vangelo, ma sono comunque chiamati cos, specificando che sono apocrifi, non appartengono al canone delle Scritture ispirate.

Le dottrine gnostiche erano irrimediabilmente lontane dalla Verit dellEvangelo: erano tanto complesse quanto assurde e non possono in nessun modo rintracciarsi negli scritti ufficiali della Chiesa. Da qui il bisogno di opere spacciate per apostoliche. Ireneo, vescovo di Lione nel secondo secolo, scrisse un trattato monumentale, in cinque libri, contro leresia gnostica. Egli conosceva il Vangelo di Giuda, quindi questultimo deve essere stato composto prima del 170 d.C. Nel paragrafo trentunesimo del libro primo della sua monumentale opera, egli scrive: Essi affermano che Giuda il traditore era perfettamente al corrente di queste cose, e che solo lui, conoscendo la Verit come nessun altro, port a compimento il mistero del Tradimento; per mezzo di lui tutte le cose, terrene e celesti, furono gettate nella confusione. Essi hanno prodotto una storia inventata di questo tipo, che essi chiamano il Vangelo di Giuda.

La Chiesa riconosce i Vangeli canonici I motivi che ci convincono del valore dei vangeli che

troviamo nella Bibbia sono tanti. Nel I secolo non vi era alcuna organizzazione della Chiesa come la conosciamo noi oggi. Vi erano delle comunit indipendenti sparse per il

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mondo. Sebbene intrattenessero rapporti fra di loro (Vedi la lettera di Clemente del I secolo) non vi era nemmeno lombra di una organizzazione paragonabile a quella, ad esempio, della Chiesa Cattolica. Il fatto che tutte le chiese abbiano finito per accettare i quattro vangeli come ispirati ed autorevoli quindi un dato molto significativo. Nessuna autorit centrale pu avere imposto una tale scelta, ma vi deve essere stata la convinzione della loro origine apostolica. Per Luca deve essere stata fondamentale lavere seguito Paolo nei suoi spostamenti. Per Giovanni, come capiamo anche dalla chiusa del suo vangelo, vi deve essere stata una cerchia di fedeli che rendevano personalmente testimonianza al suo ministero. Il vangelo di Marco sembra sia stato sanzionato dalla predicazione di Pietro. Matteo una questione a s, ma non vi sono stati dubbi sulla sua autenticit. Non credo che sia un caso che anche oggi nessuna delle tantissime e variegate realt religiose del cristianesimo sollevi alcun dubbio sullispirazione dei quattro vangeli canonici. Il verdetto della Chiesa primitiva molto importante, perch un fatto che nessuna generazione che segu poteva avere altrettanti validi elementi per giudicare cosa avesse autentica origine apostolica e cosa fosse solo un misero tentativo di imitazione mal riuscito. Ma anche il consenso della Chiesa nei secoli non pu non essere altrettanto rilevante.

I vangeli sono un chiaro prodotto del I secolo e con ogni probabilit sono stati tutti scritti prima della distruzione di Gerusalemme e del tempio per mano dei romani, evento che condusse alla dispersione degli ebrei fino alla costituzione dello stato di Israele nel 1948.

Il Vangelo di Giovanni Sono ormai passati gli anni in cui lentusiasmo forse quasi

il delirio razionalista di alcuni gli faceva sostenere che il vangelo di Giovanni fosse stato scritto nel II secolo. Lipotesi

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poggiava sul fatto che questo vangelo presenterebbe una teologia troppo avanzata per il I secolo e quindi doveva per forza trattarsi di un prodotto della Chiesa organizzata del II secolo spacciato per unopera dellapostolo Giovanni. Una valutazione meno pessimista avrebbe fatto comprendere che Giovanni era il capolavoro letterario e religioso che la Chiesa ha sempre sostenuto che fosse. Alla sua autenticit rendevano testimonianza Papia e Policarpo, che avevano personalmente conosciuto lapostolo Giovanni e Ireneo che aveva conosciuto Policarpo. Va aggiunto che le ambientazioni di questo vangelo, gli eventi che ruotano attorno alla vita del tempio di Gerusalemme ed alle festivit ebraiche, dettagli, i particolari, sono chiaramente opera di un testimone oculare ebreo, qualcuno che ha realmente visto quei luoghi e quegli eventi descritti cos vividamente nel quarto vangelo. I riferimenti alle feste ebraiche e il loro intrecciarsi con il ministero di Ges troppo rispondente per essere opera di un non ebreo. Le ambientazioni sono a favore di una datazione che precede lanno 70 d.C., la distruzione del tempio e della citt.

La qualit del greco del IV vangelo manda fuori strada alcuni, facendo supporre che questo sia stato composto dopo lApocalisse. Infatti il vangelo mostra un greco molto migliore e attento dellultimo libro della Bibbia. In questa idea sfugge, per, lovvio. Se limprigionamento a Patmos avvenuto dopo lanno 90, immaginiamo che lapostolo Giovanni che tutta la sua vita stato a contatto con il mondo greco e con quella lingua, abbia aspettato i suoi 90 anni per mettersi a studiare grammatica e scrivere un vangelo migliore dellApocalisse? La realt dei fatti che, come si capisce anche dalla chiusa del vangelo, qualcuno ha assistito lapostolo nella redazione del vangelo; qualcuno che non era presente quando scriveva lApocalisse. Il vangelo poi doveva essere stato frutto di una lunga attenta riflessione e raccolta di idee ed anche di altro materiale scritto, magari dello stesso apostolo. LApocalisse

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invece frutto di una Rivelazione e richiede che questa sia stata scritta in brevissimo tempo e in condizioni meno agevoli. La cosa pi straordinaria sul dibattito riguardante la datazione di Giovanni si interruppe bruscamente con la scoperta del papiro 125. Questo frammento preserva una parte del IV vangelo (in fronte retro) ed stato datato al pi tardi al 125 d.C. Sono comunque dellopinione che la datazione generalmente accettata sia troppo pessimistica, come altri ben pi competenti di me hanno proposto. Basta comunque a confermare con dati oggettivi che Giovanni stato scritto prima dellanno 100 d.C. La Chiesa non stata ingannata da qualche abile falsario e non ha imposto uno scritto pseudonimo per dare fondamento ai propri insegnamenti, come alcuni ipotizzavano. Esattamente il contrario: la Chiesa ha accettato uno scritto autenticamente apostolico, dallinnegabile oggettivo valore intrinseco, sul quale ha basato il proprio insegnamento e sviluppato la propria dottrina. I molti vangeli apocrifi e gnostici che si ispirano a questo capolavoro letterario, sono delle imitazioni davvero di pochissimo valore al suo confronto.

Storicamente il vangelo di Giovanni mantiene il suo status di resoconto di un testimone oculare (come ribadisce lapostolo nella sua epistola) mentre i vangeli gnostici ed apocrifi che ad esso si ispirano, rimangono solo il parto di menti perverse che per il proprio tornaconto aggiustavano la verit storica secondo la loro fantasia mi si scuser se dico pane al pane, vino al vino?

I sinottici Diverse le problematiche dei sinottici. Considerati nel loro

insieme questi mostrano una caratteristica che stata il rebus di studiosi di intere generazioni. Intere porzioni di questi scritti sono praticamente identiche. Il problema sinottico, come viene definito, non di facile risoluzione. Si ipotizzato

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che un vangelo sia servito per la stesura dellaltro; ma a mio avviso inverosimile stante lo stato del testo. E invece pi logico pensare che gli evangelisti abbiano potuto attingere a documenti pi antichi di loro sulla cui autorit i tre erano indipendentemente certi. Luca avr potuto servirsi dei documenti in possesso di Paolo. Sappiamo infatti che lapostolo portava con s diversi scritti. Matteo invece era lui stesso un apostolo. Marco sembra abbia raccolto le memorie di Pietro. Sarebbe ingenuo pensare che non circolassero nella cerchia degli apostoli appunti sui detti o i fatti che riguardavano Ges. Lutilizzo di queste fonti andate perdute marchio di autenticit ed apostolicit dei sinottici. Le differenze fra i vari vangeli motivano il loro esistere nelle nostre Bibbie ed impossibile non ammettere che senza uno dei vangeli la cristianit avrebbe perso qualcosa: il quadro non sarebbe stato completo.

Sono per una datazione dei sinottici antecedente allanno 70. Per tantissimi motivi.

Matteo Non vi sono prove certe sullattribuzione di questo vangelo

allapostolo Levi, detto Matteo. Quindi sarebbe inutile insistere su un tale argomento visto il senso della nostra discussione. La Chiesa primitiva doveva avere la certezza che tale scritto avesse autorit apostolica, vista lunanimit con la quale stato accettato ed il prestigio del quale ha goduto come testo cristiano anche presso la comunit ebraica. Esiste infatti un Matteo ebraico, reperto interessantissimo di un possibile originale del Vangelo trasmesso nella tradizione cristiana solo in greco.

Matteo ha evidenti tracce di un forte sentimento ebraico inconcepibile da parte di un non ebreo. Le genealogie allinizio del suo vangelo vogliono dimostrare che Ges discendente di Davide e di Abraamo. La stessa espressione iniziale Libro

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della genealogia di Ges Cristo, figlio di Davide, figlio di Abrahamo rispecchia la mentalit semitica dove il termine figlio utilizzato nel senso di discendente che non proprio della lingua greca nella quale il vangelo ci giunto ma della mentalit ebraica che deve essere stata dellautore. Continuando ad esaminare cos, rapidamente, la narrazione di questo vangelo salta agli occhi come lautore sia perfettamente a conoscenza delle usanze ebraiche sul fidanzamento e sulle previsioni della Legge mosaica, evidenti nella descrizione dei dettagli della condotta di Giuseppe quando apprende che Maria, sua promessa sposa, incinta. Laffermazione che Ges sarebbe stato chiamato Nazareno (Mt. 2:23) e che ci adempie quanto detto dai profeti poteva essere scritto solo da un ebreo, infatti noi non ebrei ci scervelliamo da oltre duemila anni per capire cosa volesse dire, mentre era chiaro che un ebreo scriveva ad altri ebrei sapendo che essi avrebbero compreso benissimo ci che diceva. Il vangelo di Matteo totalmente intriso di cultura ebraica: citata, richiamata, implicita, salta agli occhi persino nella traduzione. Stando al discorso profetico di Matteo impossibile pensare che questo vangelo sia stato scritto dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C.

Il mio semitismo preferito lo troviamo in Matteo 5:15 che legge: non si accende la lampada, e si mette sotto il moggio (versione di Giovanni Diodati). La frase risente delluso ebraico della congiunzione, assolutamente inesistente in greco. E per questo che le traduzioni pi recenti mettono da parte la traduzione letterale del brano per renderne chiaro il significato inteso dallautore di lingua ebraica: non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente (versione Nuova Riveduta).

Un semitismo culturale molto importante lo troviamo poco dopo, ancora nelle parole di Ges: Voi avete udito che fu detto: Ama il tuo prossimo ed odia il tuo nemico (Matteo 5:43). Questo riferimento ha senso solo per un ebreo che sa che questo era

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linsegnamento degli esseni, setta ebraica non sopravvissuta alla distruzione dello stato ebraico. Fino alla scoperta della biblioteca di Qumran questa affermazione fatta da Ges era per noi un mistero e non sapevamo a chi si indirizzasse la sua aperta polemica.

Potremmo andare avanti per molto, con esempi su esempi, perch fin troppo chiaro che lautore di Matteo potrebbe anche non essere lapostolo citato nel Nuovo Testamento, ma di sicuro un ebreo, un ebreo che poteva attingere alle stesse fonti scritte ed orali a disposizione di Marco e di Luca e quindi ragionevolmente anche di Paolo. Un individuo perfettamente informato, al corrente di dettagli molto specifici sul ministero di Ges. Io mi arrischio a fare unaffermazione davvero audace: viste le circostanze sopra descritte, visto che la tradizione cristiana e persino ebraica (per quanto ne sappiamo) attribuisce allunanimit il primo vangelo a Matteo, ebreo ed apostolo di Ges, io sono convinto che lonere della prova spetta a chi sostiene il contrario.

Carsten Peter Thiede e Matthew DAntona hanno scritto un libro intitolato Testimone oculare di Ges, un testo divulgativo sulla materia dei vangeli che per raggiunge ottimi livelli anche tecnici. Thiede propone la ridatazione del Papiro 64, il papiro Magdalen, a prima dellanno 70 d.C. e scrive lo definisce la prima prova materiale che il Vangelo secondo Matteo un racconto di un testimone oculare, scritto da contemporanei di Cristo, p.15. In realt si tratterebbe solo della conferma di quanto a mio avviso gi storicamente attestato dalla testimonianza della Chiesa e dalle evidenze interne del testo stesso del primo vangelo.

Marco Difficile immaginare uno scritto pi semitico di Marco. La

lingua e cultura ebraica indossano in questo vangelo un leggero soprabito del greco nel quale questo vangelo giunto a noi!

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Leggiamo laffascinante racconto di Jean Carmignac. Per facilitare il confronto fra i nostri Vangeli e i testi ebraici di Qumran, ho provato, semplicemente per mio uso personale, a vedere che cosa avrebbe dato Marco ritradotto nellebraico di Qumran. Pensavo che questa traduzione sarebbe stata molto difficile a causa delle notevoli differenze fra il pensiero semitico e quello greco. Cos fui stupefatto nel constatare che la traduzione era, al contrario, estremamente facile Le enormi difficolt che mi aspettavo erano state gi tutte risolte dal traduttore ebreo-greco, che aveva trasposto parola per parola e aveva conservato in greco lo stesso ordine delle parole voluto dalla grammatica ebraica. La nascita dei vangeli sinottici, pag. 7-8.

Con questi elementi a nostra disposizione impossibile pensare di attribuire anche a Marco una data di composizione che superi il 70 d.C. Si tratta di uno scritto perfettamente in armonia con lo stile letterario della prima met del primo secolo e composto allinterno della cerca ebraica. Lunanime accettazione della Chiesa di questo scritto unita a questo fatto, viste anche le affinit con gli altri vangeli di Luca e Matteo, ci conferma lattendibilit storica della narrazione di Marco: la sua contemporaneit agli eventi che descrive, la sua autorit apostolica.

Il greco del Nuovo Testamento In un certo senso Eusebio vuole giustificare lo stile semplice,

rozzo persino agli occhi del mondo greco, dei vangeli. Questi uomini di Dio veramente pii ed ispirati, gli apostoli del nostro Salvatore, i quali vissero una vita irreprensibile, dotati di ogni virt nelle loro menti, ma semplici nel loro linguaggio, in quanto facevano affidamento alla divina e meravigliosa potenza concessa loro, non sapevano come, n tentarono di abbellire i loro insegnamenti con larte della ricercatezza della composizione, Storia Ecclesiastica, Libro III, Capitolo XXIV

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Il fatto che il greco era una lingua un po come il nostro italiano che diveniva particolarmente sofisticata e ricercata nella forma scritta. Il greco dei classici aveva creato degli schemi molto sofisticati che per erano lontani dal greco Koin che invece era parlato ed utilizzato in forma scritta nelle terre ellenizzate dallimpero fondato da Alessandro Magno. Il greco era certamente conosciuto e parlato anche nella Galilea dove vissero Ges e gli apostoli, come lo linglese oggi. Spero che gli ebrei non parlassero il greco come noi italiani parliamo oggi linglese: i vangeli, cos come gli altri scritti neotestamentari, sembra ci diano prova che essi riuscivano decisamente meglio di noi. Per quanto per potessero avere dimestichezza con quella lingua, essa veniva parlata al di fuori dei suoi confini nazionali, spesso per fini commerciali e difficilmente gli apostoli potevano aver avuto interesse a leggere i classici greci. Molto verosimilmente conoscevano la versione greca dellAntico Testamento che gi allora godeva di prestigio.

Luca Il marchio di autenticit di Luca evidente dalle sue

peculiarit linguistiche. Lo scritto comincia con una formula scritta in un greco pi sofisticato di quello che abbiamo incontrato nei vangeli di Matteo e Marco, per non parlare di quello di Giovanni. Che sia esistito o meno un Teofilo poco importa, lo stile letterario puramente greco e non ebraico. Eppure nonostante ci Luca ha poi, nel seguito della sua narrazione, pi ebraismi di Matteo e Marco.

Ci implica dei fatti oggettivi. Innanzi tutto lautore del terzo vangelo aveva accesso a

documenti in lingua ebraica ai quali hanno attinto anche gli altri sinottici, ma che forse ha reso in maniera pi letterale. Se ci vero e colleghiamo il libro di Luca a quello degli Atti degli Apostoli Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di

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tutto quello che Ges cominci a fare e a insegnare (Atti 1:1). Se consideriamo che gli Atti degli Apostoli si concludono o meglio non si concludono: la narrazione, infatti, si arresta ed facile dedurre che lautore non avesse pi nulla da narrare al tempo passato. E Paolo rimase due anni interi in una casa da lui presa in affitto, e riceveva tutti quelli che venivano a trovarlo, proclamando il regno di Dio e insegnando le cose relative al Signore Ges Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. (Atti 28:30-31)

Da questa chiusa del libro facile argomentare che la sua composizione deve essere avvenuta dopo due anni della prigionia a Roma dellapostolo, ma prima della sua eventuale liberazione o del suo martirio; viceversa Luca ne avrebbe parlato.

Il consenso della Chiesa sullautorevolezza di questo scritto la troviamo nello stesso Nuovo Testamento. In una epistola di Paolo. In 2 Corinzi 8:18, scrive lapostolo: E noi abbiamo mandato con lui (con Tito) il fratello (Luca) la cui lode per levangelo in tutte le chiese.

Il fratello menzionato da Paolo ed associato a Tito Luca, evidente dalle parti narrare in prima persona nel libro degli Atti. Non possiamo sottovalutare limportanza del fatto che quando Paolo scriveva lepistola ai Corinzi, Luca fosse gi conosciuto in tutte le chiese a motivo del suo Vangelo. E unaffermazione importante ed una testimonianza di non poco conto. In varie versioni bibliche il testo totalmente diverso dalla traduzione (mia) che ho proposto.

Il testo greco originale di questo brano legge: .

La Riveduta Luzzi traduce: E assieme a lui abbiam mandato questo fratello, la cui lode nella predicazione dellEvangelo sparsa per tutte le chiese. Il testo originale, per, non dice

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questo fratello, bens il fratello. La frase nella predicazione, per, non c nelloriginale. La Nuova Riveduta traduce: Insieme a lui abbiamo mandato il fratello il cui servizio nel vangelo apprezzato in tutte le chiese. La parola servizio traduce male la parola che nelloriginale invece lode. La parola apprezzato non nel testo greco.

Il tentativo, lo capisco, quello di dare un significato alla frase di Paolo; ma un significato che non sia quello che semplicemente ha se tradotta letteralmente.

Una traduzione letterale di 2 Corinzi 8:18, e, secondo me, pi corretta, la troviamo nella versione della CEI: Con lui (con Tito) abbiamo inviato pure il fratello (Luca) che ha lode in tutte le Chiese a motivo del vangelo.

Il Vangelo di Luca precede quindi la composizione degli Atti di qualche tempo, sebbene non sappiamo quanto. Di sicuro stato scritto prima che Paolo partisse per il suo terzo viaggio missionario e scrivesse la sua seconda epistola, cio tra il 54 ed il 58 d.C., con sufficiente anticipo perch la sua opera si diffondesse in maniera tanto estesa da motivare laffermazione dellapostolo.

Non solo non convincente una data di composizione per il terzo vangelo posteriore al 70 d.C. ma considerazioni interne al suo testo ed al Nuovo Testamento, alla testimonianza della Chiesa, sono pi che indizi, vere proprie prove di una composizione pi antica.

Assurdit nei contenuti dei vangeli apocrifi Altri scritti gnostici riportati alla luce nel secolo scorso sono

il cosiddetto Vangelo di Tommaso, il Vangelo di Filippo, il Vangelo dei Nazareni, il Vangelo agli Ebrei, il Vangelo di Pietro e diversi altri.

Nonostante lentusiasmo di qualche commentatore di testi apocrifi, che, ovviamente, non pu non tirare lacqua al

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proprio mulino, linteresse storico e religioso di questi scritti legato esclusivamente alla loro antichit. Se non fossero cos antichi, il loro valore intrinseco altro non sono che dei clamorosi falsi non li avrebbe resi pi degni di attenzione di un opuscoletto lasciato sul nostro parabrezza per informarci sul fatto che gli alieni che ci hanno creato hanno anche costruito le piramidi egiziane.

Nonostante la loro antichit, questi documenti non possono intaccare, se non agli occhi dei poco informati, lattendibilit delle narrazioni dei testi canonici su Ges e della dottrina apostolica: sono solo voci dal passato, isolate e discordanti tra loro.

Facciamo un esempio concreto che spieghi la forte ostilit della chiesa primitiva verso le eresie e i testi che le sostenevano e anche il disagio, il visibile fastidio della Chiesa odierna quando vengono gratuitamente anzi, al contrario, proprio e soprattutto per guadagno attaccate le nostre Verit pi care.

Immaginiamo che fra duemila anni degli archeologi rinvengano i libri e le testimonianze sullolocausto e lo ritengano un evento storico sufficientemente attestato. Ma poi, per caso, un archeologo rinviene un altro documento, un singolo documento, che nega la realt storica di quellevento e, in base a quel singolo documento, si sostiene che lolocausto non sia mai avvenuto.

Sulla scorta di poco attendibili documenti sebbene antichi o delle fantasiose teorie di alcuni, non si pu negare lessenza della fede trasmessa dai testimoni oculari di Ges nel Nuovo Testamento!

Ho letto i Vangeli Apocrifi. Li trovo interessanti: attestano le varie eresie dei primi secoli. In particolare quella gnostica, che fioriva in Egitto. E, visto che il clima egiziano, secco e caldo, facilita la conservazione dei manoscritti antichi, alcuni documenti che ne confermano lesistenza sono tornati alla luce.

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Visto che alcuni sostengono che Ges fosse sposato alla Maddalena perch lo attesta un vangelo scritto da un anonimo che si spaccia per lapostolo Filippo (linformazione proviene, quindi, gi da uno scritto che si presenta subito come un falso) non possiamo non dare uno sguardo anche alle incredibili assurdit che troviamo in altri punti di questo stesso racconto chiamarlo vangelo a me sembra davvero troppo. Nel paragrafo 17 di questo scritto leggiamo: Taluni hanno detto che Maria concep dallo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna. Citazione tratta dal Vangelo di Filippo nelledizione contenuta nella raccolta I Vangeli Apocrifi, Einaudi Tascabili, 1990, pag.513. Visto che la parola spirito in ebraico di genere femminile, secondo alcune assurde credenze gnostiche lo Spirito Santo era donna e questo spiega il senso della frase che abbiamo appena letto. Nella stessa opera che ho appena citato, a pagina 521, paragrafo 55, leggiamo un fatto che tanto scalpore ha suscitato: La Sofia, che chiamata sterile, la madre degli angeli. La consorte di (Cristo Maria) Maddalena. (Il Signore amava Maria) pi di tutti i discepoli e la baciava spesso sulla (bocca).

Unassurdit dietro laltra. Che peso possiamo dare ad unaffermazione inserita in un contesto del genere? Anche il bacio in bocca, nellincredibile ricerca di complessit filosofica, non inteso, in questo contesto, come invece potremmo intenderlo noi oggi. Infatti lo stesso scritto, in un altro passo, ci spiega cosa sia veramente questo bacio di cui si parla. (Colui che si nutre) dalla bocca, se di l uscito il Logos, dovr essere nutrito dalla bocca, e diventare perfetto. Perch il perfetto diventa fecondo per mezzo di un bacio, e genera. Per questo motivo anche noi ci baciamo lun laltro, e concepiamo luno dallaltro, per opera della grazia che in noi.

La dottrina gnostica complicatissima. Questi due paragrafi, insieme a quanto detto sul vangelo di Giuda, credo

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ne abbiano dato, seppure in breve, unidea.

Conclusioni I tentativi di discreditare la fede che cos meravigliosamente

ci stata tramandata nelle pagine del Nuovo Testamento non hanno alcun concreto fondamento storico o religioso e la Chiesa deve ribadirlo forte e chiaro. Ma forse, mi permetto di dire, alla fine certe argomentazioni convincono soltanto chi va a caccia di scuse per non credere o per volere credere a modo proprio.

I vangeli canonici sono ancora oggi, insieme agli altri libri raccolti nel Nuovo Testamento, la testimonianza pi attendibile allautentica essenza dei fatti della fede cristiana.

Ho gi citato Eusebio di Cesarea. Egli considera cos la questione sui libri apocrifi: Noi possiamo ben distinguere fra i libri (del Nuovo Testamento) e quelli che gli eretici propongono sotto il nome degli apostoli, come i vangeli di Pietro, Tommaso e Matteo ed altri oltre questi che contengono gli Atti degli Apostoli di Andrea o Giovanni, ed altri ancora, che nessuno nella successione ecclesiastica ha mai citato nei propri scritti: e in verit la loro natura e stile sono molto diversi da quelli degli scritti degli apostoli, i sentimenti e lo scopo di ci che in essi viene proposto devia il pi possibile dalla sana ortodossia e ci prova che sono opere fantasiose di uomini eretici. Quindi tali scritti non sono da annoverarsi nemmeno fra le opere spurie, ma debbono rifiutarsi interamente in quanto opere assurde e malvagie. Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica, Libro III, Capitolo XXV.

Questa era la posizione della Chiesa. Questa anche la posizione della Chiesa di oggi. E un atteggiamento che difende lattendibilit degli elementi della nostra fede contro degli scritti che compaiono solo in ambienti votati a minare le certezze dei credenti a favore delle opinioni di uomini empi, motivati da chiss quali interessi personali.

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Se il nostro interesse storico-scientifico, lo studio di questi antichi scritti ci offre lopportunit di conoscere meglio lambiente culturale in cui mosse i primi passi la fede cristiana. Il valore archeologico di alcuni ritrovamenti difficile da sottostimare e la testimonianza di questi reperti davvero molto affascinante ed importante sotto tanti aspetti. Pensare per di rinvenire negli apocrifi i semi di un cristianesimo autentico andato perduto, non ha nessuna giustificazione storica, letteraria o di qualsiasi altro genere e se ci promosso da alcuni, ci lo dobbiamo, oggi come allora, ai tempi quando gli eretici diedero vita a questi scritti, alla ricerca ad ogni costo di un interesse personale e motivazioni non del tutto intellettualmente e moralmente oneste.

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Profezie bibliche: profezie autentiche

I pazzi si sono impadroniti del manicomio fu detto quando venne fondata la United Artists. Qualcosa di simile si potrebbe dire per certe aree di studi biblici. Gli increduli una volta stavano al di fuori della Chiesa e attaccavano la Verit apertamente, oggi invece stanno allinterno della Chiesa (visibile) e mascherano lincredulit da spirito scientifico e ricerca obiettiva. Un tempo erano coloro che stavano al di fuori della Chiesa che non credevano nellispirazione delle Sacre Scritture, oggi chi si fregia di titoli accademici la denigra di fatto con lo scarso rispetto che mostra per i suoi contenuti.

La datazione dei Vangeli un particolare importante. Prima di intraprenderne uno studio serio, bisogna averne una qualche idea. Vi un nutrito coro di studiosi che non ritiene possibile che i Vangeli siano stati composti prima del 70 d.C., anno in cui i romani entrarono a Gerusalemme e la distrussero evento ricordato a Roma dal famoso Arco di Tito.

Uno tra i principali motivi contro una datazione antecedente il 70 d.C. la profezia che fa Ges nei vangeli circa la distruzione di Gerusalemme. Infatti, per alcuni impossibile che Ges abbia predetto il futuro. Quindi i vangeli, secondo loro, sarebbero stati scritti dopo che il tempio

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stato distrutto e gli evangelisti metterebbero in bocca a Ges questa profezia per dare credito alla sua persona ed agli stessi vangeli.

Certe teorie mirano a distruggere la credibilit delle Sacre Scritture. Lo facessero con cognizione di causa ma nemmeno quello. E alla luce di una conoscenza maggiore e di un esame anche soltanto un po pi attento delle evidenze storiche e bibliche, le false accuse si sciolgono come neve al sole.

Vediamo cosa dice Ges circa la caduta di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli

che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli,

come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete

voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata [deserta]. (Matteo 23:37-38)

Mentre Ges usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli

rispose loro: Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verit: Non sar

lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata. (Matteo 24:1-2) Facciamo una semplice considerazione: se non si pu

prevedere il futuro, se non esistono e quindi nemmeno nella Bibbia possono esistere autentiche profezie, la Bibbia qui racconta delle fandonie belle e buone, le parole messe in bocca a Ges sono false. Ma se riusciamo a dimostrare che la Bibbia inequivocabilmente ha profetizzato anche una sola volta, allora potenzialmente possibile che ci accada.

Vi una profezia biblica che io ritengo indiscutibile, inattaccabile, vera ed avveratasi al di l di ogni possibile tentativo di produrre una qualche prova contraria: la distruzione del tempio e della citt di Gerusalemme prevista dal libro del profeta Daniele.

Al tramonto del settimo secolo a.C. un ragazzino venne deportato alla corte del re babilonese Nabucodonosor. Si chiamava Daniele. Quando egli fu pi in l negli anni fu

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depositario di un messaggio profetico importantissimo. 9:24 Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la

tua santa citt, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al

peccato, per espiare liniquit, per far venire una giustizia eterna, per

sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo. 9:25 Sappi

perci e intendi che da quando uscito lordine di restaurare e

ricostruire Gerusalemme fino al Messia, il principe, vi saranno sette

settimane e altre sessantadue settimane; essa sar nuovamente

ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi. 9:26 Dopo le

sessantadue settimane il Messia sar messo a morte e nessuno

sar per lui. E il popolo di un capo che verr distrugger la

citt e il santuario; la sua fine verr con uninondazione, e fino al

termine della guerra sono decretate devastazioni. 9:27 Egli stipuler

pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della

settimana far cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle

abominazioni verr un devastatore, finch la totale distruzione, che

decretata, sar riversata sul devastatore. (Daniele 9:24-27) Questa profezia venne data a Daniele nel VI secolo a.C. in

un momento in cui la citt di Gerusalemme era in rovine, cos come il suo tempio ed il popolo era stato deportato in massa in Babilonia. La traduzione settanta settimane un po infelice. Forse settanta settenari avrebbe reso pi lidea, sebbene possa essere meno letterale. Questa espressione comunque tipicamente ebraica e corrisponde inequivocabilmente a 490 anni.

Lordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fu emesso dal re persiano Artaserse. Lanno era il 445 a.C. Non intendo mettermi qui a fare conti matematici, perch lo scopo di questa mia discussione diverso. Diciamo che la profezia ci annuncia che da un certo editto che autorizzava la ricostruzione di Gerusalemme fino alla comparsa del Messia, trascorreranno un certo numero di anni. Ci importa qualcosa di inequivocabile qui, non discussioni complesse che ci facciano perdere il punto pi importante di questa rivelazione

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divina. La profezia ci rivela tre dettagli fondamentali che provano

che Ges di Nazaret era il Messia promesso. 1. Il Messia appare dopo un lungo periodo seguente la

ricostruzione di Gerusalemme avvenuta sotto il patrocinio dei persiani.

2. Il Messia viene messo a morte. 3. La citt ed il tempio vengono distrutti.

Si tratta di una serie di eventi che si sono perfettamente avverati nel periodo previsto dalla profezia, nella persona di Ges di Nazaret. Il tempio e la citt di Gerusalemme sono stati distrutti insieme non uno o laltro, ma insieme nel 70 d.C., a meno di una generazione (40 anni) dalla morte del Messia.

Questa profezia si esattamente avverata e non potr avverarsi per nessun altro individuo che non sia Ges di Nazaret.

Insieme a questa tantissime altri brani della Sacra Scrittura hanno anticipato la persona del Cristo e la sua missione, la sua morte, la sua resurrezione, il suo ritorno. Allo stesso modo in cui si sono gi avverate queste profezie, si avvereranno le molte nella Bibbia che riguardano ancora il futuro, il glorioso ritorno del Signore Ges e lavvento del regno di Dio su questa terra. Erano questultimi i temi della domanda posta dai discepoli a Ges ed a questa domanda che il Signore risponde in Matteo 24 e seguenti. Spesso le critiche mosse contro la Bibbia vengono da chi nemmeno riesce a comprenderne correttamente il testo, ma ne odia il contenuto a priori.

Matteo cos come tutti gli altri Vangeli, forse tranne Giovanni, sono stati scritti prima della caduta di Gerusalemme. La profezia di Matteo 24 e seguenti non si riferisce alla caduta della citt bens agli eventi che avranno luogo immediatamente prima il ritorno di Ges: lintera impalcatura della profezia post-eventum crolla!

Al contrario la Parola di Dio ha previsto in dettaglio larrivo

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del Messia, la sua reiezione, la sua morte e la seguente distruzione di citt e tempio. I vangeli sono resoconti autentici, di testimoni oculari o di chi ha diligentemente raccolto i resoconti di testimoni oculari. La Bibbia la Parola di Dio. Se confutiamo questi fatti, meglio che ci assicuriamo di farlo correttamente, perch forse la posta in gioco pi importante di una semplice convinzione intellettuale: il nostro destino eterno.

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4 ___________________________________________ Gli Elohim di Mauro Biglino negli scritti di Paolo?

Da tempo mi viene chiesto di dire qualcosa sulle idee che con particolare successo sta diffondendo il dott. Mauro Biglino.

Confesso che a me non va di fare contestazione diretta e non capisco lo scandalo di molti credenti. Ma, allo stesso tempo, comprendo che chi difende la fede ma non approfondisce, non cresce, non studia, poi si trova a pagare lo scotto ed essere confuso da chi tira fuori dal cilindro un po di greco ed ebraico.

Innanzi tutto ogni catena ha i suoi anelli deboli. Chi ha studiato la Bibbia, come chiaro che ha fatto questo studioso, sa dove andare a colpire. Non va di certo ad intaccare gli anelli pi forti, ma usa i pi deboli per tentare di spezzare la catena.

Veniamo quindi ad una discussione in concreto, visto che da qualche parte devo cominciare.

Ho aperto youtube e mi sono imbattuto in una sua conferenza che ha avuto luogo a Savona il 28 Marzo 2015. Per chi volesse vedere il video, disponibile su youtube.

Egli qui afferma, proprio allinizio del video, che Paolo dice che vi sono molti (in greco) Theoi, quindi di. Siamo in 1 Corinzi 8. Mette quindi in relazione la parola greca Theoi con quella ebraicaElohim, dicendo che la seconda una traduzione

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della prima. Ed ecco che Paolo direbbe che vi sono molti di, molti Elohim, che altri non sarebbero se non i componenti delle gerarchie aliene immaginate da Biglino dietro le parole dellAntico Testamento.

La sua premessa davvero precisa: Paolo che dice questa cosa e non lui e siamo noi credenti a dare autorit alle parole dellapostolo. Quindi lautorit dietro le sue idee (di Biglino) sarebbe quella dellapostolo Paolo stesso.

Poi lo studioso continua citando Ebrei 13:2. Egli sostiene che l Paolo stia parlando di angeli e che questi siano un gruppo con un particolare grado allinterno dellordine gerarchico degliElohim, preposti a far eseguire o ad eseguire loro stessi gli ordini degli Elohim. Gli angeli sono talmente simili a noi che qualcuno pu averli ospitati in casa senza saperlo.

Fin qui quello che sostiene Biglino. Ora vediamo invece cosa dice realmente la Bibbia.

Leggiamo per esteso 1 Corinzi 8 e vediamo che succede. Ora, riguardo alle cose sacrificate agli idoli, noi sappiamo che

tutti abbiamo conoscenza; la conoscenza gonfia, ma lamore edifica.

Ora, se uno pensa di sapere qualche cosa, non sa ancora nulla di

come egli dovrebbe sapere. Ma se uno ama Dio, egli da lui

conosciuto. Perci quanto al mangiare le cose sacrificate agli idoli, noi

sappiamo che lidolo non nulla nel mondo, e che non vi alcun altro

Dio, se non uno solo, E infatti, anche se vi sono i cosiddetti di sia in

cielo che in terra (come vi sono molti di e molti signori), per noi c

un solo Dio, il Padre dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo

Signore, Ges Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi

esistiamo per mezzo di lui.(1 Corinzi 8:1-6 Nuova Diodati) Dal contesto nel quale Paolo fa laffermazione estrapolata

dallo studioso, comprendiamo il suo chiaro intento. 1. Stabilire che coloro che alcuni sostengono essere di, tali non sono. 2. Noi cristiani adoriamo e serviamo un solo Dio. E mi chiedo subito come si fa a vedere delle affermazioni politeiste

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in un brano cos chiaramente contro il politeismo? Erano gli gnostici che immaginavano successive emanazioni

di divinit inferiori, provenienti da un essere supremo, con diverse gerarchie celesti. Paolo contest apertamente questa concezione.

Egli (Ges) limmagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; poich in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli

e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati,

potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di

lui. (Colossesi 1:15-16) Paolo doveva esprimersi in questo modo per spiazzare in un

colpo solo gli attacchi, se non addirittura le contaminazioni di pensiero gnostico-pagano, ai quali erano espo