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    CENTRO NEOCATECUMENALE INTERNAZIONALEPORTO SAN GIORGIO

    CONVIVENZA DIINIZIO CORSO1996-1997

    STUDIO DEL PADRE MARIO PEZZI SU"LA CHIESA E I CARISMI"NELL'INSEGNAMENTO DIPAPAGIOVANNI PAOLO II

    tratti dalle registrazionidelle catechesiK iko.C arm en e P . Mario

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    I o A L L . 4 ~Chiesa: popoto di Dio,corpo di Cristo

    e icarismlnell' insegnamento Giovanni Paolo II

    anno 1996~1997, ormai prossirni a! triennio di preparazione if grande Giubileo dellaRedenzlons dell' anne 2000, prendiamo in considerazione alcuni aspetti di grande attualita per ilneocatecumenale in rapporto alia sltuazione della Chiesa, tr a if C oncino V aticano II e iInuevo millennio che si avvicina.

    Santo per tutta la Chiesa. lntatti non a case,~;:;-""-,,,",,==,-,,-,,;;;:.;:;.:c..=~=~~=.t:=.:..:=~.;.;;;;.-==-~=-=c;;::._::::..;::;.:.~=~=' la "Sa cro sa nc tum Conc llium ","lumen Gentium", la Chiesa come sacramento visibile, rtuce delle genti",113Cornunlone, Comunita; la "Dei Verbum", Parola di Dlo : e la "Gaudium

    Ia vissuta della persona, famiglia, della societe, nel lavoro edeltuomo.presents alcuni dei nurnerosi tesf del Magistero del Papa, soprattutto sullaecclesioloqia del Concilio Vaticano II (la Chiesa come popolo di Dio". Corpo di ~ e !~~= nella vita della Chiesa, perche in questo memento, tra iI Concuio Vaticano II e IIGiubileo 2000, tutti i frateHi delle comunita , assierne al catechistl, parroci, ai ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' " ' " ' " ' t " , , . ,

    e giovani, ai semlnartsfi, siamo chiamati a quardars con particolare attenzione alMagistero del Papa, che asslstito dalto Spirito Santo.indica Ie vie della "Nuova

    per rispondere aile sfide del terzo millennio ..L' anna scorso iI Papa, a trent'anni dalla sua chiusura, !' 8 dicembre del 65, ha volute ritanclareII Concilio negli "Angelus" della Dornenlca, per riatfidare nuovamente alia Chiesa la sua

    Rlporto j te sti p iu affini ai due arqomenf di t ratteremo.Riprendere iI Concilio Vaticano II dopo 30 anni:" Trent'anni fa, I' 8 dicernbre 1965, sl concludeva il Concillo Ecumenico Vatlcano II.aveva inaugurate tre anni prima, proprio I'll ottobre, H coraqqio mite, lungimirante eperseverante, del Pontef ice Giovanni XXIII. Lo portarono a c orn pirn en to la grande mente eII grande eucre del Papa Paolo Men fre cl m camm lniam o verso iI O iu bite o d ell'a nn onon possiamo non tornare a tale avvenmento, ens costituisce una pietra miliare, unevento provvidenzia1e nella storia della Chiesa conternporanea (Tertio millennioadveniente, 18).

    al s offlo d elle Spirito Santo, iI C oncillo ha m esso Ie basi di una n ue va p nmav eraChiesa. Esso non ha seqnato una rottura col passato, rna ha saputo valorizzare ildell'intera tradizione ecclesiale per orientate i risposta aile sfide

    Chiesa Corpo di Cristo e earisml 1,

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    u Quest'oggi intendo richiamare ta vostra attenzione sulla Costituzione doqrnanca lumenGentium, che costituiscefa Conessa 11Vaticano II ha volute gettar lues sulla realta della Chiesa: realta mirablle e complessa,

    d i e le me nti u m an i e divini, visibll l e in vis ib ili (c fr. n . 8 ).Grande meri to della Lumen gentium e di aver cl n cor da to con fo rza che, se 5 i vuo l coq li ereadequatamente I'identita della Chiesa, pur senza trascurare gli aspetti ist ituzionan, occorre

    dal suo m is te ro , L a . Ch ie sa . e mistero, perche inne sta ta in e racicata neilavita trin ita ria . G esu , iI Dio ta tto u orn o, e la lu ce c he ris ple nd e sui volto della

    (cfr. n. 1).Questa visions conciliare delia Chiesa, tedele alia Parola di Dio e alia p i l i anticstradizione, e destinata a dare alia cornunita cristiana un nuovo fremito di vitalita, unrinnovato spirito di comunione e dl partecipazlone. La Chiesa del nostro tempo deveassumere sernprs di pili iI volto della famiglia, in nsssuno si senta emarginato 0Cia esige che cresciamo nella docilita alia voce delle Spirito, per t\l6

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    1972, Karol Wojtiia, allora Cardinale di Cracovla , pubblico un libro ~:,:.;::;....::,;::;;~!._:;=W".O " ! ."r.>.e'!:i> Studio sull 'attuazione del Concnio V atic ano 11 ",1nel qua le o ffriva a l suo i fedeli"un vademecum introduce ai relativi documenf del Vaflcano II, ... dal punto di vista deilaattuazlone nella vita e nella fede della Chiesa ... " (Introduzione) Piu tardi, come Papa,

    " Varcando la soqlia della speranza", contessera che quel libro era "un tentative diil debito contratto da oqn i vescovo nel riguardi delle Spirito Santo parteclpandc al"(cap. 24) .Vorrei leggervi alcuni passi di questo libro che facciano presents la visione Chiesa che I'Wojtila attinse dal Concilio e che poi ha sempre portato avanti net suo ministeroapostolico come successors di Pietro.

    visione sulla c h i e s a operata nel Concuio Vancano II, vi rlcordo unfattoci varie volte da Pedro Farnes, il quale dice prima del Concilio la Chiesa eraconcepita in di piramide, con in testa il Papa, pili sotto iVescovl e i f clero, poi i religiosi ealia i fedeli; il Concilio Vaticano II attuato un cambro radicale di vislone, rovescianoo lap ira rn id e in gil.!: ora sopra e 11popo lo d i pili sotto j reliqlosl, poi il C le rc e iVe scov i, q uin di iis i c hiama per questo "Servo de i di Dio".

    Anehe II Conclllo presents cosl la verita sui pOQolo di Dio, ed e su questa dottrina chebisoqna formate una fede rnatura della Chiesa conternporanea. L'essenziale e che tutta larealta del popolo di Dio abbla sempre fa sua sorg~mte e II suo principio in Dio "che rivelase stesso". A nora la fede d ell'u omo e d ell'um an ita , q ua le ris po sta data a Dio con I'intellettoe la vita, c os titu is ce la re alta del popolo d l D io."COSl tutta la Chiesa universale si presents come un popoto adunato nen'unita del Padre,e delle Spirito Santo" (LG. 4). Ripetiamo ancora questa classics citazioneconciliare, attlnta dai Padri e lntrodotta, come chiave di volta, in tutta la costruzione dellaCostituzione Lumen gentium. A questa mistic unione con I'unita della Trinita conisponde,

    r.D"l"llcno s io tic o, I' e u eenz D iD con gil uomini, ~~=~~~~==:..::::.-E~=~=QlI~QQQ1Q (pag.103)

    L'unlta che costituisce questo popolo I unions di uomini radunati in comunita splrituale,rn a iI contenuto e ; 1 principio della camunita di questo po polo sona d iv in i: p rovenqono~~~ fatta da Dio, da!!a reden7iane cornpiuta da Cristo e dana santificazione operata.Spirito: cosi ne parta la 1 Letters di san Pietro, che e stata ripresa dal Concino.(pag.1

    e ss en zla le q ue sta .s otto lin ea tu ra s ulfa o rig in e d iv in a d ella C hie sa , e d l o gn i c orn un ita c rts tla na , p er n onerrore dl considerare la Chiesa in manlera puamente urnana, e percio pnva del dlversirru nis te ri e c aris rn i, p riv a d l trascen den za, com e un a rea lta purarn ente sociotoqlca c ia g es tire s ec on docriterl umanl.)

    "ni'"17"',f\nt~[.::> , verso" " , . . , . " i ' " , , . . . t ' I < l l , , . . . . , , , , , , . . . f , , , , e si completano

    1 II lib ra da l q ua is tram ) i te sti ch e cite ro , e "A lie to nti d el n nn ova rn en to " d i K aro l WO jtyla , L ib re ria E ditrice1981 "Chiesa Corpo di Cristo e carlsmi 3

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    necessaria rsppotio: cne i pesion della Chiesa suu'esempioa; Cristo s f servono loroe sen/ana gJi altri fedeli, e quest! alia foro volta presieno volenieros! te lorann...""_""",,i pastori e maestri. Cosi varieta tutti denno testimonienze della

    mirabife unita cotpo di Cristo: ooicn testess diversita di grazie, ai minis-teri eoperenot raccog/ie in un sclo cctpo i figJi di Dio, deio che "tutie quesie cose opera une medesimo spirito" (I 12,11). 32. (129)comunio quindi, come vincolo proprio della comunita del popolo di nella Chiesa, sl

    in una tale "distinzione" che "include un legame", e d i c on se qu en za , una"testimonianza della mirabile unlta" che nel corpo dl Cristo i pastori e i tedef dannoAncor pill la costituzione gerarchica della Chiesa, di cui parteremo tra poco, presuppone

    tutti i membii del popo/o di Dio. Questa uguaglianza si ha inbase "alia dignita e a ll'az ion e " co mun s a tutti i fedel i nell'edifican:: il c orp o di Cristo". Taledig nita comuns a tutti e s la quella umana, propria di ciascun uomo in quanto persona, siacris tia na ch e p ro vie ne d all'o rd in e della grazia. Ma non e soltanto in questo campo e

    iI V atica no II d lch iara "una vera uquaqhanza" di tutti .i me rnbr i n e ltabensi anche a tito lo del rnrnn"lrn~~~~==~~.~~~==~~~~~-=~~infatti partecipano tutti uqualrnente, tutti nanno Ie lora rispettive possibi t i ta; e i

    positivi detl'azlone un membro talco del popolo dl Dio possonc superare idell'azlcne di un membro della gerarchia 0 delle state religiose. La storla della

    dare sufficienti test imonianze di tale fa tto , a nc he 5e nsssuno potraverificare quale sia la misura dei risultati ottenuti nell' "ediflcare iI corpo dlnella sua re alta so pra nn atu ra le rim an e semp re u n m iste ro .di tutti i membil del popolo di Dio sl identiflca con la fraternitaproclamata da Cristo .Signore. II Vaticano II r tcorda questo inseqnamento nella

    gentium:I leici quindi, come per degnazione aivine henno per fra/ello Cristo, if ouete,essenao Signore di iuiie te case, non e veneto per essere setvito me (cfr.Mt. 28), cost encne henno per fratelli cotoro Che, posti net secro nimstero,insegnando e santificando e reggendo per autorita ai Cristo, pescono fa famig'ja di Dio,

    cne sie tie tutti adempito if nuevo precetto deNa cenu: A ouesio proposito dicemotto bene sant'Agostino: "Se mi etiemsce I'ess-ere per voi, mi console t'essere con voi.

    vot sana vescovo, can voi sana cristieno. QueUo e nome di utticio,'-''-''''''_'>o,.u di qrezie; que/fo e nome di peticoto, quesio di salvezza".(LG.32) (130)

    ~~~~~:!!Y.!!~~I:'~~~L.J:!!~ e piu fondamentale t'ordine delia grazia, che nonl'ordlne deli' autorita su cui si basa l 'ordinamento gerarchico della Chiesa. Oues to o rd in ee anche !!...!.~=~~~~===:..=~~~~=~.:.:=~=:-..::;.;;::'"""'--.:=::..:."-='-""riguardo alia rea Ita della salvezza alia q ua le tu tti sane u qu alm e nte c hiam ati.Ii Concilio Vaticano II ha dedicato molf del suoi sforzi per rendere coscienti ijedeli di quel

    che !a costitulsce per la comunita del popolo di Dio.neocatecumenale posslarno dirci privileqlatidal che unisce tutti i v ed lamo r ea liz za rs i p ro q re ss iv ar ne n tedella con iI 0alia testa: II cammino risulta cosi una vera

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    Occorre forse cercare in questa II punta di appoggio, enzi il tondemeato per la necessitadia/aga elrimemo a e u e Chiesa, rilevata ael Conciio e daJ Paolo V i Riguardo aquesta tema troviarno nella Costi tuz ione Lumen gentium fras! molto eloquent;

    come tutti i fedeli, henna diritto di ticevere sbbonaentemente dai seen pesioti ispiritua/i della Chiesa, soprettutto g/i eiut! della paro/a di Dio e dei secremenu;ees! quind! menitestlno Ie toro necessita e i loro desideri, con quella liberia e

    cbe sl eddice af figJi di Dio e af frotelli in Cristo.scienze e competenze e prestigio di cui qoaono, henno t e tecon,

    =~~=:;;;:.' Se o cco tre si te cc ie oue st o e tt rs ve rs o g/i organ! stabifiti a questa scopoChiesa, e semprecon vetita, 'tonezz e prudenz, con reverenze everso cotoro cne, per,.agione del loro secro utticio, reppresenteno Cristo. LG.37In sequito, la Costituzione ricorda jI dovere dell'obbedienza a do che "i sacri pastolj, qualirappresentantl di Cristo, stabulscono come maestri e rettorl nella Chiesa" (CC 37). Ouesto

    in modo partlcolare delt'esernpio delio stesso Cristo. Si parladl preqare per i superior; nella Chiesa. Leggiamo successivemente:i pastori t iconoscsno e promuoveno fa dignifa e responsabilita laic;j

    Chiesa; sl serveno lIo/entieri del lora consiglio, con t iaucle affldino loroin setvuio del/a Chiesa e tescino toto Iiincoroggino pe rche in tr epr endeno delle enche di propria iniziativa.Consiaenno ettentemente e con petemo ettetto in Cristo te imzietive, tichieste e i

    proposti dei tek. Con riepetto poi nconoscerenno i peston quella giusta liberia,a tutti compete nella citta tetresire. =.....::I.;:=~~=~=~~~=~..:...l!=~tn tin - sf devono etienaere molti vantaggi per la Chiesa: in questa modoe tottiticeto nei teic! if senso della propria responsabilita, n e.e te vo tito /0 stencio etorze piu tecllmente venqono essociete ell'opem del pestoti. (LGa 37)

    Costituzione Gaudiurn et spes formula cosi Ie esigenze del dialogo all'intemo dellaric/1iede cne trmenzltutio neila steese Chiesa promuoviemo te mutua stime,rispetto e concordia, riconoscendo oqni /egittima dlversiie, stabilire un dialogo

    sempre piu ptotondo fro tutti coloro che tormeno doe fro i pestotie a/fri fedeli c ns tiem. S on o piu totti infattf Ie c os e che u nis co no i fedell che que/Ie cheIi dividono; ci sie unita nelte cose neceeserte, liberta nelle case dubbie e in tuttoGS.92quanto mai significativo che i padri conclliari abbiano volute collocare

    ===~=....;=-=-== subito dopo iI capltolo che tratta del popclo di Dlo: con ciohanno inteso puntuahzzare illegame organico di servizio fra entramblOuel di servizio dell'autortta corrisponde alia venta evanqelica che Cristo stessoinsecnatc con la parola e resemplo. Questa verita ha trovato Ia sua espressione nell'

    HH".-nn del Vaticano II. diaXon/a e qui con la KOJrnonuala

    I mezzoGesu Cristo, ponietice sommo. seaenao di Dionon cesse essere presente aei suoi pometia, m in tuoqo

    aelt'eccetso mimstera predica perots di a tutte Ie genti eemminlstn: el credenti i sacrament! del/a fede; mezzo ufficioChiesa Corpo di Cristo e carlsmi 6

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    (e fr . I Cor. 4, 15) nuove membra inco tpo re , con fa rigeneraz ioneso pran natu ra ie , a i su o co tpo ; e in fin e, co n fa loro se pie nze e p rudenza , d ir ig e e o rd in e ilfJUOJUU de l Nuovo Testamento sua peregr inaz ione verso t'e teme beatitud ine .21)

    una Chiesa unlversale esiste in varie Chiese particolari. I vescovi, successori deglitram ite la loro unio ns c on 11succe ssore di Pietro, vescovo di Roma, ssprirnonolnsieme molteplicita e unita, universalita e particolarita In cio si rivela l'essenza di"comunione" Chiesa come cornunita popolo d l Dio sulla terra. II di Dio e laChiesa, e la Chiesa e anche cornunione delle Chiese: c ommun io E cd esiamm , che sicostituisce mediante la "comunione" dei vesccvi-pastcri. Ricordlamo ancora una volta Ie

    prima citate:pu re , n ella c om un io ne e ee le sia stic a, v i s on o le gittim am en te te C hie se p artic oJa ri,co n p ro pr ie treaizioni, timsnendo pe ro in te gro if p rim a to de lla Ceiiedr di_ P ie tr o, fa1 2r es ie de alia c omunio ne u niv ers afe d i ceme . (LG

    == ~-= ~::;...;::;.:.::;;.;...;:;;,.~.,;::;;,::.==, nella sua cost i tuzione gerarchica, esiste e vive in forza"comunione" reciproca di tutti i vescovi nella Chiesa, la quale a sua volta eoaua "cornun ione '' con i! centro cornune, e doe con la ca tted ra dioeatceto te p iL i g r ande ettemione e in q uesto si

    rt"',I'V'O"'nt", vede re un :,]egno dei tempi".E' infatti constatare che, nell'inseqnamento della Chiesa, di tale problematroppo tempo ci si era occupati _g:arsamente. Da cio la necessita di porre rirnedio a questacarenza. Orbene, proprio riquardo al laici nella Chiesa e al loro apostolato aobiamod al C o nc ilio u n ric co in se qn arn en to , di modo che il Vaticano II puo giustamentechlamarsl II Concillo dei laici.Posslamo dire di pill: iI problema dell ' apostolato del laici ha dato occasione ad una Q i Y .ampia e penetrante elaborazione de! tema dell' "apostolato" nella globalita de! maqisteroconclllare: ne e conterma anche il sequente teste:

    b_ 'a po sto ia to de ; la ic i, in fa tti, 51!1~!lli'!!L9i!J~!!l!.~S!m~QEWJ~!!1!JrJ1!lz!,puo mai v en ir meno ne lla C hiesa. La steese Sacra mostrequan ta s pon te ne e ttuttuose tosse ta le a ttiv ita a J p rim ord i d ella C hie sa (c fr . At,. 18, 26;Rm, 16, 16;Fif. 4, 3).!ositi tempi po i non ttchiedono minore zeto ae parte de ; leici, enzi Ie c ir co sie n zenrll&:>rr'110 tic hie ao no e sso iu teme nte ch e if lo r e eposio le to si a piLi intemo e piL i e ete so .

    II docurnen to so tto linea :qu esta m oltep lice e u rge nte n ece ss iis e seqno ~==.:,:::::::__==.!..;::..:..:.:=-:=c.;::.._:~=:::.== iI renee m o gg ! semp re p iL i c on se pe vo ll i le ic i de lla toto responsabi l i ta e

    fi sf imo/a a metiers i a di C ris to e della Chiesa."( 1)

    ',nr;'nlt:h secotere e propr ia e pecu lisre de l tsk i. In fa tti, i mem tm de ll'o rd in e secro,SBlJDEme f a/o ra po ss eno e tte nde re a co se s ec oie ti, e nch e eseratenao una p ro ies sione

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    secotere, tuiievis per ia /OfO speciale vocszione sono destinati principalmente epropria mente a/ s ec ro m im s te ro , menir e I religiosi co! IOfO s te to t es ttmoneno in modosptendido e singo!are che if monao non puo essere trasfigumto e ottetto a senze 10

    beetitudlm.foro vocez ione e proprio del laici cercere if regno di Dio tr ette na o te case temporalie orainenaote secondo Dio. vivono net secoto, doe irnpticeii in tutti e singoli i dover! edel monao e nelle orainetie condizioni della vita fami/fare e sociste,

    esistenze e come lm essu ie : lv i sono de D io c tuem eti a conttiauire, ==~..o:;.:;;:.;;;..;;;.;;;:.;:;.;:_::.::..;;;_-""~.=.,.;;;;_;.....:.::::.::..:.:.::.== alia santificazione del monao mediante t 'eserctzio del proprio utticioe soito te guida dello spirito evangelico, e in quesio modo, a manifesiare Cristo agliptincipelmente con 'fa teetlmoriienze della foro steese vita e fulgore della torofede, def/a foro speranza e cem. A/oro quindi petticoletmeme eoetie di illuminare e

    tuiie cose temporeli, alle,quali sono strettamente legat!, in modo chesempre sieno seconao Cristo, e cresceno e sieno di lode al s 5"I::>r1,on'","",

    ~~~-I:=:::~~~~~==~=-"':""-'===-'""'-=:"-===' spscialmente se si tiene contodell'ampiezza del teste, tuttavla possiamo atfermare che essa esprims d o che ein rnerito a lla vocazione e m iss lone la ic l Chiesa.stessa na tura de lla 'ta ic ita" ind ica un co llepam ento con i! m ondo e percio la vocaz ionesl da queha gera rch ia e de i reHgiosi (a cu i C risto e la Chiesarichiestc un certo distacco dal mondo). Piu ancora: questo legame con if monao.questa secotere' che e propria del teiceto, e la base del suo specltlco apostolato:sono da chiamati a contnbuire ... . La iaicita e quindiservlzlo della santita eo e, dunque, tutt'altro che la neqazione d i essa . la ic ita

    ra dica ta n ell'esse nza ste ssa d ella vocaz io ne cris tian a d el la ic i co stltu isce u na parncotareed espressione del loro specitico apostolato.nella Chiesa divers/ta di mmistero me units di missione.(;i!I.I'.I..;)H.l11 e i foro successoti henno evuio a e Cristo I'ufficio di insegnare, reggere e

    in suo nome e con fa sua autorita.Ma enche i leici, res! l2ar[ecipi del/'uff/cio. sacerdotale, profetico e regale dt ~ per faparte ccmpleteno nella Chiesa e net Mondo la missione di tutio if popolo dl Dio.2)L 'apostolato del laici e quindi {!artecipazione alii! stessa salvifica missione della'J:dl!!5aSi!, e a ouesto epostoteto sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del;betiesimo e della contermetione. (LG33)

    if dalla toto siesse unione con CristoInfatti, insetit! ret corpo misiico di Cristo per mezzo del battesimo, fortificatidello Spirito Santo mezzo della cresim, sono deputati de! Signore siesso all'

    "",n'';'ITrl (AAe

    1 1mlsslone di e i sacramentl,

    slmultanearnents un'altra corrente e quella ';:;::'.;::;.~~!.,,,,,-.="-.,,.~==;;::"_==e ss a, m a rn te sta nd osi n elle d ive rs e vo ca zio ni, na una im portanza capaa le perl'a po sto la to e p er la co stru zlo ne d ella C hie sa :Chiesa Oorpo Cristo e eansml 8

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    " Ina/ire, /0 Spirito Santo - leggiamo nel Capitola sui popolo Dio - non solo per mezzoministeri santifica if popolo di Dio e fa guida e adorna di virtu, ma

    ~~~~LE..~~~..U:!.!.!::!J:d.~~!!~!l1E~~.!a.1.!:!J__ (1 Cor. 11), dispensai fedeJi di ogni ordine qreaie specien, con Ie quali Ii rende adatti e prontiessumersi verie opere e uttici, utili al tinnovemento e alia maggiore espensione della

    secondo quelte parole: ciescuno fa menitesuuion dello Spirito e datarvasrr=ris iomi a comune vantaggio" (1 Cor.questi carismt etreoraine 0 enche piu sempuc! e piu comuni, siccome sonosoprettutto adattat; e utili alfe necessita della Chiesa,

    LG12~~~1~~ll2~~~~A proposito del carismi nella Chiesa antica siamo informati.tra l'altro, dalle lettere di sanPaolo. II Vattcano II rlprende questo insegnamento dell'Apostolo e 10applica vitaodlerna della Chiesa.

    di Dio, tanto la gerarchia quanto i laici partecipano ai doni carismatcl OuestiaUi ad in tra prs nd ere "v an e opere e. uff ici" per 11bene della com un ita um ana ec rts tia n a in s ieme . V iv ific a no ogni a po sto la to , c om pre so q ue llo d ei la ic i:... conttibuisceno "come buom disoeneeton delle diversede (1 Pt. 4, 10) eauicesior di tutto if corpo nella carita (cfr. 4, 16).ticevuto quest! censmi, enche i semotk, sorge per ogni creaente ~=~

    if dovere di esercitarif per if bene degJi e a edificazione della Chiesa, sis nelfaChiesa stesse ne! AA. 3

    Riscoprendo la vocazione dei laici nella cornunita del popolo di Dlo, il Concilior ivo lt o l 'a tt enztone ai ca ris rn i ine ren f alia lo re vocazione e in qualche modoha rtvendicato iI posto che spetta lore nella vita della Chiesa.Bisoqna tener conto che i carismi dei laici procedono all'unisono can la lora vocazlone.In realta ess! esercitano "aDosto/ato evangefizzando e santificando gfi uonmt, eemmenao e perfezionando con 1 0 spitiio evenqelico t'ordine temporete, in modo cne leforo attivita in auesto ordine costitutsce una chiet testimonianza a Cristo e serve aliasetvezz degli u om in i S ic come e proprio tie lk : s te to del laici cne ess! v iv en o n el s ec oioe in mezzo ag/i affari secoleti, sono chiemeti affinche, ripieni di spitito aistieno, adi te tmento, esercitino net monao if toto epostoteto. AA.2

    Permeare di spinto evanqeltco tutto I' ordine delle cose ternporah, cosl perfezlonandolo,semora costituire I' indole particolare dell' apostolato dei taicl. e appunto muovendoslsu via occorre coqliere quali slano i lora compiti apostouci e formate iI loraatteqqiarnento apostotico:La missione Chiesa non e so/tanto pottere if messaggio di Cristo e fa sua grazia -cosmuisce iI petticaere complto della gerarchia -, me anche enimere e petfezionare

    spinto evangelico. Inrverruarr nelt

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    cv

    L'unita della Chlesa-corpo di Cristo e frutto delle Spirito Santo.Questa azione produce molteplicita e porta all 'urnta: molteplicita d l doni, vocazoru,rninlsteri e unita corpo mlstlco. Poiche questo corpo e anche popolo di Dio,dobbiamo riconoscere che frutto dell'azione dello Spirito Santo e quell'atteggiamento chein oqni membro di popolo contribuisce all' "unione dei membtt', cioe aila

    della comunita della Chiesa attraverso H vincolo delia comun ions sp ir itu a leII Vaticano II inseqna in molti .tesf che "Eucaristia e~ della cosiruzione

    ss Nella trezione del pane eucstistico pettecipendo noi realmente del corpo del Signore,eteveti alia comunione con lui e tre di noi: "Perche un solo pane, un solonoi, qusniunaue molti, pettecipendo not tutti di uno stesso pane" (1

    17). noi tutti diventiimo memoti di quel corpo (efr. I Cor, 12, 27),lndiviauelmenie membti unl deg/i a/trf" 5). 5)

    non e possibile che sl iorm! una comunits cristiens se non evenatr::U"'IIDr/f:j; e came cerdine ceiebrazione sacra Eucar/stia, dal/a quale

    prendet te mosse quelsies! educeztone iendente a formare to spirito6)

    principle "eucaristico" della costruzione della Chiesa come cornunitacontiene in se enche if momenta qererchico. Riunire il popolo di Dio fa parte inteqrante delmissione coloro che hanna ricevuto da Cristo la potesta di celebrate

    della Chiesa come comunita del popolo di Quoad intra cornprendeche, sebbene si differenzino tra lore, tuttavia, in contormita a cio che abblamornesso in rilievo, si compenetrano e sl condizlonano a vicenda Trattandodell'atteggiamento c he riq ua rd a la c os tru zio ne della Chiesa come comunita, alia delII st puc) e si deve pensare 51a tutti imembri s ia ad ognuno in p arfic oiare . E ' q uievidente un' analoqia, la quale 5 i intende se sl riflette sutl'esistenza dell'ordine gerarchicoe dl quello carismanco. Anche se ciascuno di quesf ordlru manitesta una spiccataindiviouahzzazione delle vocazioni e delle attivita nella Chiesa, presuppone percl 'orientamento verso ta comumta: sla I' oratn gerarchica I' insieme dei aon!serve alia comunlta del popa/a di Dio nella Chiesa. II Vaticano II,prendendo atto dei vari doni della Spirito Santo grazie al quall sl costruisce la Chiesa,constata tra ess! "eccelie quello degli apostoli, alia cui autorita 10 stesso Spiritoanche carismatici" (LG 7).Cerchererno quindi dl sequire quest'ordine corrispondente alia divina costltuzioneChiesa e enslizzeremo in ptimo luoqo in che cose consists fa costruzione Chiesacame comunite gerarchica. Cornlnciamo percio dalla dimenslone universale, conIe'

    Chiesa Corpo dl Cristo e carisml 10

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    i vescovi, post! dal/o Spirito Santo, succedono agJi aposto/i come pastorianime e, insieme sommo ponteffce e sotio fa sua euiotite, hanna la missione di

    di Cristo, pestore etemo."In modopetticotere (I vescovitsi dimosttino so/Jeciti al quefle parti del monoo, dove

    di Dio non e encore stata ennuruieie, 0 dove, a motive della scerso numero diseceraoii. j (edeli sono in peric% di af/onianarsi dalla pratica della vita crist/ana, enii dipeaiere / 1 3 stesse tede. Sf adoperino percia i vesco vi, perche da; fedeli sieno con eraoresostenute e promosse opere di evenqelizzezione e di epostoteto. Sf siudino inoitr diprepersre degni seceraot; e ausiliari sia religiosi sie teici.non solo per te missioni, meenche per Ie regioni che nenno scsrsezze di ciero. CD. 6

    Partando dei presbitert, chiamaf ad essere "cooperatori" del VescQvo (LG.28), citando ilnurnero 15della Presbiterorum Ordinis sulla obbedienza al Vescovo, comments :quindi di un'obbedienza che non soppnms in alcun modo ".==~-=-~=-:..;.;;.;;:.,=

    .;:;_:_;;:.=..::...;::::' Anzi stirnola perche proprio sotto questa forma che acquista plene valors ea costruire la Chiesa quale comunita."costruzione non sf terms allivello gerarchico, me dipende in granetteaatememo "comuniterki' del noto che i! Concilio ha elaborate a tendoe percio vorremrno ora traccisrne Ie principall lmee per quanto concerne

    paston, infaft;, senno bemsslrno qusnto comnbuiscono ieici el tuliaSenno non essere stet! istituiti ae Cristo per essumersi de soli tutto iI pesoselvitice della Chiesa verso if mondo, me cbe it toto ecce/so ufficio e dipascere i fedeli e di riconoscere i toto minisieri e censtt, in modo chec on co rd emen te c oope rin o , nella foro misur, 1 3 1 bene comune. LG.30

    II Vaticano II, Concilio del popolo Dio, rnette in luce la rnolteplicita e la differenziazionevocazloni in seno alia Chiesa e indica le vie che conducono ai loro reciproccccmpletarnento netl'ambito della rnisslone che le e affldata. (pag. 343)"La mlssione deJla Chiesa he come scopo te selvezze deg/i uomun che si raggiunge conte teoe in Cristo e te sua qrezie. Percia I'aposto/ato della Chiesa e di tutti i suoi membrie prima di tutio, a menitesiere at monao il messaggio di Cristo con te parola e iietti e a comunicere /1 3 sua grazia. Cia sf etiettu soprettutio con fI ministero della Parclae sacrament! affidato in modo speciele 1 3 1 ctero net quele encne i laid henna fa totoparte motto impottente da compiere per essere encn'ess. coopera tori della vente.Specialmente in questo ordine l'epostoleto dei lek, if ministro pastorale sf compteieno avicende" (.4A. 6)"I teici sono sopretiutio chtemeti a rendere presente operose fa Chiesa in quei luoghi

    quelle circosienze in cui esse non pua aiventere sale della terra se non per mezzoCosi ogni teico ragione deg/i stess! doni ticevuii e testimonio ed insteme vivo

    steese missione della Chiesa. Sia perc/a loro spett oueluncue viaaffinche, secondo te foro torze e necessiie del tempi, attivamente

    comunita della Chiesa del nostro tempo.si sarebbe potuto esprimere con maggior e precisione i diritti ed lnsierne idei laici nella missione della Chiesa. II Vatlcano II ammonisce qui se COS I sl puo

    Chiesa cerpe di Cristo e carisml 11

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    di guardarsi dal "clertcatlsme". Esso puc consistere non soltanto net isacerdof invadano alcuni settori di attivita della Chiesa che oltrepassano Ie lorocompetenze, rna anche nel fatto che vengono attribuif ai clero i comphi che i laid nonvogliono assumers i . Secondo if Conci l io uno de l primi pr inc ip l ce ll 'apos to te to delia Chiesae che i laid s i a ss uma n o tutti i c ompiti c h e c cr ris po ndono alia lo r o vocaz ione nella Chiesae mondo. Cia non vuole siqnificare in nessun modo divisione nella comunlta perche alcontrario la costruisce." (pag. 345)

    presbl ter i dice:"Sapendo discerners quaii spirit; abbiano otiqine da Dio essi devono SCOI2d!J l . consensoteoe i carismi sie umili che eccelsi che sotto mouepnc ! to rme sono concessi si laici,

    devono emmetien! con gioiae tomementcon diligenza. Dei doni di che sf trovenoeboonaentemente ire i teaeti menta spectete etteruione quefli cne spingono non pocbiuna vita spirituale piu e/evata."(pag. 346).

    Tale if senso della costruzione delia comuni ta , tale iI suo significato per la Chiesa. Questacostruzione e effetto del reciproco rapporto del sacerdof e laid." (348)pastorale e una forma di esercizio e ci autorita, ma anche una del tutto specificache cornsponde alta vislone evanqelica dell'uomo e della comuni ta II Conc lhoirnportanza alia e alto sviluppo carismi dei laid, di quei doni dello

    Spirito, di queue capacita le quali tanno 51 vita della societa civile ed ecclesialeassuma un'irnprontaautenticamente crisfiana. Cia e di grande valore l'intera attivitapastorale svolta dai sacerdoti sotto Ia guida Vescovi Nel Decreto suli'Ufficio pastoraleVescov i nella Chiesa leggiamo,"nell'eserdzio di questa attivita pastorale tispettino i compiti spetlanti ai toto diocesan!

    cose df Chiesa, ticonoscendo foro enche if dovere e if dititto di coueborereettivemente elt'editiceztone del corpo rmstico di Cristo".compl to proprio del Vescovo come pastors e capo della Chiesa locale, animare etutta l'attivita pastorale e l'apostolato dei laid". (349)

    Pe rta nto , rite re nd os t n uo va rn en te s ia alia tradizione della comunita nella Chiesa primitiva,nella quale ail' autorita degli apostoli " 1 0 stesso Spirito sottomette anche i carismatlci"(LG7), sia alta ricca esperienza delia Chiesa contemporanea, iI Vaticano II precisa icui debbono partecipare i Iaicl e la gerarchia, tuttis ec on do c omp iti e re sp on sa billta toropropri. Oi fa tto :t leicl possono enche essere chtem et! in divers! modi a collaborare piu immediatamentecon I' epostoteto della gerarchia, a somiglianza di queg/i uomini e donne che aiutavanoI' apostolo Paolo nell' evangelizzazione, teticendo mono per if Signore (cfr. Fif. 4,3;Rm.16,3ss.) LG33 (pag 353)

    Altrove iI Co nc ih o s otto tln ea c he ila ic i h an no iI diritto e II dovere di far uso dei propricarismi nella Chiesa e nel mondo " con la liberta , della Spirito, iI quale 'spira dove vuole'(Gv. 3, e al tempo stesso .' nella comunlone con i fratelli in Cristo, soprattutto con i

    pastori, che hanno ~ ~ = : . : : : : . . . . . : : : ! ! - ; : = ~ ~ = ~ = ~ = - . ; = < ~ ~ : : : : : : . . . : : : . ~ , : : : : . - . : = = = ,eerto per 1 0 Spirito, e( Come vedete f' aflora Arcivescovo diVatlcano ii, che orientera il suo mlnistero come sucessore dlsua sensibilita ad attenzione verso l carismi, ll cui tiorire hannoMi semora motto lmportante sottotlneare questo aspetto, perche forse~~i!Q!.Qga~ consists il.contributo en e il Cammino Neocatecumenale, e nol siamo chlamatl a dare,per if rinnovamento del Concilio aile parrocchie e alla Chiesa di oggl, atfinche possa rispondereaile sflde della nUOV3 evanqelizzazlone del terzo rnillenmo. ) Chiesa Corpo di Cristo e cartsml 12

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    A proposito d et Ca ris rm all' interne della Chiesa, vorrei far presents anzitutto il messaggio che iirivolse al Sirnposio del Vescovi di Europa, nel 1985, nel quale dopo una profondasituazione di secolanzzazione nell' Europa Occidentale, e dl ateismo nell' Europap re con iz za nd o n uo vi e s anti a ra ld i Vangelo per q ue sto n os tro tempo, cheSanto giasta suscitando risposte all'interno della Chiesa, e invita i Pastori adabbandonare schemi atrofizzaf per riconoscere I' azione dello Spirito Santo nella Chiesa dlrealizzare un'effiosce -opera evanqelizzazione dobbiamo ritornare a lspirarcl alprimissimo madelia apostollco. Tale modello, fondants e paradiqmatico, 1 0cenacolo: gli apostoli sono unif e perseveranti con Maria in attesa diil dono delle Spirito.con j'effusione delle Spirito c om ln cia l'o pe ra di e va nq eliz za zio ne . II dono delle Spirito

    e il prime motore, la prima sorgente, ii prime sotfio delrautenttca evanqelizzazlcne.dunque, corninciare l'evanqelizzazione mvocando 1 0 . Spirito e =~~;:;._,_;:::."-'-=(cfr. Gv 3,8). slntomi dl questo softlo delle Spirito sonopresenti in Europa.bisoqnera talora ===_.;;:;;.~::;.:.:.::::._;::::;:.::,:,.;::;::,::=:::.andare la dove inizia la vita, dove vediamo che si producono frutti di vita secondo 1 0

    (cfr. Rm Oueste sorqenti vitall, jn armonia con L!ratti del primis~imo mode!!2!R;Q!!fW;!2.2, sl trovano general mente la dove Cristo e rarnore per Cristo sono conpiunticon la cosclenza e la vita ecclesiale; fa dove la Chiesa, come Maria, e venerate e accoltacome Madre. L'annuncio di Cristo disqiunto dalla Madre-Ctuesa, 0 peggio contrapposto adessa, non potrebbe essere l 'annuncio del ve rb o ta tto carne, nato calla Vergine econtinuarnents generato dalla Chiesa nel eucre fedeli

    in occasions del Smodo sui Laici il Papa ha espresso nuovamente il suo pensiero fondato suiconcnlo, riquarco al rapporto tra qerarchia e carismi nella Chiesa, in un suo discorso incccaslone del Secondo Colloquio Internazionale del Movimenti Ecciesiali, il2 Marzo 1

    "Carl fratelli nell'Episcopato e voi tutti carl partecipanti 1 3 1 secondo colloqulo internazionaledei movimenti, ta grande fiontura di quesf movimenti - quando dico movlrnenti capiteanchs nuove reaIta e cc te sia ll - e Ie manitestazioni di enerqia e di vitalM ecclesials che licaratterizzano, sono da consfderars l certamente uno del frutti plu belli del vasto eprofondo rinnovamento spirituale prornosso dall'ulhrnoConcilio.

    docurnentl concillari possiamo trovare un chlaro rlferimento al movlmentl eccleslalisoprattutto la dove sl atterrna 1 0 Spirito Santo dispensa tra i fedeli di ogni",,."',",,'0 speclall con le quail Ii rende adatti e pronti ad assumersi varle opere ufflcl utili alrinnovamento e alia maggiore estensione delia Chiesa"

    ( NOll tutto ll discorso rna solo alcuni puntl.)

    "

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    quanto Ie associazloni e imovimenti di fedeH, sono coessenziali e concorrono alia vita, ain nn ov am e nto , a lla s an titica zio ne sia pure in modo dive rse e tale che vi sla UIlO scambio,una co mu nio ne rec lp roca. I p as to ri de lla Chiesa sono gli economi della grazia che salva,purit lca e s an titic a, c us to dis co no il deposito della parola di Dio e nel governare iI popolo dihanno anche Ia responsabilita dl dare il giudizio definltivo sulla autentlcita dei carismi. Ifedeli che 51 trovano netle associazionl e nel movimenti dal canto loro, sotto l'impulso delleSpirito cercano di vivere la parola di Dio nel concreto delle circostanze storiche facendosistsnolo con 1 1 3 lo ro te stirn on ia nz a d i u n s em p re n nn ova to p ro qre sso s piritu ale ....=.;;;;~=--:=== della Chiesa - tra aspetto lstltuzionale e carismatico - nella monepuclta dellesue cornponenti e un valore chs ve eostantemente perseguito perchs sempre quaggiu e inpericolo 13 puo essere ottenuto solo mediante 10 sforzo di tutti, de! ==.:..;_:::~~~==,Onde evitare quella deprecabHe contrapposizione tra carisma e istituzione che e quanto

    deletena sia per l'unita della Chiesa come per Ia credlbihta della sua misslone nelrnondo e per la s ts ss a s alv ez za delle anirne."

    II Papa creo un "Consilium pro Laicis" che potssse apprcrondire, coordinare ee Ie n uo ve re alta e cc le sia h so rte con 11Con cillo vaticano II , e in oc cas ioneci quasi come uno scontro tra chi Ii appoggiava e difendeva e iracome concorrenf e rival; alia Parrocchia.

    Documenti posteriori i! Papa ha continuato e continua mvitare i Confratelli nell't;;;1-J1;;;>I."VI-J.:;:IlU ad accoqtiere e favorire quests nuove reaIta mserendote nella comunione delle

    1!""'f\t~f"n!Q e delle D io cesl. C ito solamente la "Redemptoris Missio" n. 72, 7 D icem bre 1990"R ico rd o, q ua is n ov ita emersa in non poche C hiese ne i tempi recsnt i , ii grande svi luppo"Movimenti ecdesiah", dotat i di dinamlsmo mlsslonario. Quando si inseriscono con

    nella vita delle Chiese local! 13 sono accotti corclalmente da Vescovi 13 sacerdotinelle strutture diocesane 13 parrocchiali, iMovimenti rappresentano un vero dono di Diota n ue va e va ng eliz za zio ne e per I' attivitamissionaria propriamente detta. Raccomandoquindi di diffonderli, e di avvalersene per ridare viqore.sopratrutto tra i giovani, aliae all' evanqel lzzazione, in unavts ioneplurahst ica di a ss oc ia rs i e d i e sp rime rs i"13 "Varcare le sogUe della speranza" afferma:

    A p artire dal Conc lllo no l a s sis fiamo a un r innovamen to prima di tu tto q ua hta tlvo . A nch e secontinuano a scarseqqiare i sacerdof e se le vocazioru sono sempre treppe poche, sidestano e crescono i rnov imenf a carattere religioso. Nascono su uno sfondo un p odalle aotiche assoclazionl cattoliche di protilo piuttosto socia Ie, Ie quali, isptrandosialia dottrina della Chiesa in materia, tendevano alia trasformazione della societa, aliaresti tuzlone della giustizia s oc ia te .A lc un e d i esse entrarono in un dialogo cosl in tense conil marxismo da perdere, in qualche misura la lore identlta cattolica. I nuovi movimemiinvece, sono otiemeti innsruitutto verso if nnnovemento della persona. L' uomo e il pr imedi ogni carnbarnento socia Ie e storico.ma per peter svolqere questo ruolo devestesso rinnovarsi in Cristo, nello Spirito Santo. E' una direzlone che promette molto

    il u Chiesa

    Vorrei quest'ultimo testepronuncietodurante la solenne Veglia di Pentecosts, qualsdi annunclare la missione cittadina, e il pericdo di ........e'n!:l\I!"~.,'if\r'~Chiesa universals al grande Giubileo della Redenzlonenell' anne 2000.

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    Ii P ap a d ic e:"II no stro sq ua rdo qu esta se ra no n pu c no n a lla rqa rs l a ile atte se d ella C hie sa u ni\iera le incarnm lno verso il g rande giub ileo del 2 .000. La C hiesa cerca d i p renders una cosc ienzapili presenza delle Spiri to cne agisce in le i pe r il bene della sua comunione em is sio ne m e dia nte d on i sa cra rn en ta li, g era rch ic i e c arism a tic i. U no d el d on i d ello S pirito atn os tro tempo e cer tamente ta fio ritu ra d ei m ov im en ti e ccle sia li che sin d all'in iz io de lp on tifica to co ntin uo a d indicate c ome mo tiv e di speranza per la C hiesa e per gli uo rn lru

    sono un seqno de lla libe rta d i in CUI 51 l'u nic a C h ie sa e ra pp re se nta nouna novita che a nc ora a tte nd e dt e ss ere a de gu atame nte com gre sa in tutta la suapositiva efficacia per iI regno di Die all'opera ne ll'oggi de lla storia.< -quadro delle celebrazionl d el gran de giu bileo , soprattutto quello dell'anno 1998,in m o do p artico la re a llo S pirito S an to e a lia su a p re se nza sa ntin ca trtce a n'ln te rn o

    de lla com un lta dei d iscepo li d i C ris to - Tertio M illenn io A dvsn ien te ~ con to su lla com unstes fim onlanza e su lla co ltaborezione del m ovim entl. C onfido che ess l in com unione con iin colleoamento con Ie tniziative diocesane, vorranno portare nel eucreia lo ro ricch ezza ca rism atica e percio educativa e missionaria quale OrE!ZIC)Sae p ro po sta d i v ita crls fia na .

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    P ac e a v oilUMe h al m an da ro m e. a nc h'lo m an do1 0 SpiritO . sa nt o. ! ( G v ::0,1122/.vigilia e li P e nt ec os te , l a C h ie sa c he et ro v a raduna ta come gl i Apo$lo l i ne lgl i eventi del t ri du o p a sq ua le . E s-i l S ig n or e erlll tisorta te d era ap -Ma GesiP. in p er so na wm ne inmezzo it of f r i il salute di pace. Mos/ropo i le costato (ratuli. con isegni visi.

    Inti della passione. Sit E proprio Lui , E 1 0 stessoG e : ru . p rim a c ro cil is so e d om r is or te . .1 discepoUgioirorlo a l ved ere il ~ignor~ l Ov ZO .2 0J.. .F i l' l da ll a serl ! de l glOrno dt P as qu a. p er o, G e sul'evemo della Pentecoste: .Come il Padrem e, I1n c:h'io m tlndo vo L R iceveleSamo .siamo qui rhmitip rep ararc i aHa so lem d tad ella d is ee sadello S p irito S an toFI'Il/em II $orelFe della Dioces i e liuna vegiia dl preghiera, ch e r iopasquale, ci siamo qui tiUllin perso lenn it a d e ll ia d is ees< l dello Spiri

    traua dagli Aui ded i Aposloli, ch ea sc o lt es a , r ic o rd a q ua n /o (JC'C I Gerusaiemme me l giomo di Pel'l8ecos/II :/ ' improwiso W:IilO impetuoso, I 'appar i ti o l' le de ll e{il'lgue eli {aoeo, g l . ! Apostoli che, pie ni di SpiritoSi:!mo, eominetano ad aru!WlCiare iI V l IlE Ige io WIIilgue a lo re s cono sc i ut e.Persone elppIlI ftenenKi eI wuie nazioni, II ch

    MSIiIPlO i in gu ll gg i d iv e rs i, I lSC tJ ll ll n( j p 4 rt li al 'e ne ll loro proprie lin gu e g li Apostoli. c h e ra no Gali te i(cfr At t.tl): eu ud ia mo a nm m:ia re nelie 1'I0SIrelinpe te V

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    A L L . 6 - :Estratto dallibro"Partecipazione attiva all' Eucarestia"

    di Mons. Paul Josef CordesPorto San Giorgio 19-22 Settembre 1996

    VI PRESENTIAMO UN ESTRATTO DAL LIBRO SCRITTO DA MONS.CORDES SULL' EUCARESTIA INPICCOLE COMUNrrA, INEL QUALE EGLI INTERROGA IN PROPOSITO "LE DISCIPLINE TEOLOGICREPID DIRETTAMENTE COINVOLTE NELL' AZIOt'l'E ECCLESIALE: DALL' Il.'JTERPRETI.l2IOl'lE DELLASCRITTIJRA, ALLE TESTIMONIANZE DEI PADRI, ALLA TEOLOGIA SISTEMATICA, ALLA LITURGIA EAL DIRITTO CANONICO, FINO ALL' ARCHEOLOGIA; SENZA EVITARE IL CONFRONTO CON TALUNIASSERTI FILOSOFICO-SOCIOLOGICI SULL' UOMO" (PREMESSA PAG. 7).DATO CRE 81 TRATTA DI UN LIBRO DI STUDIO, POTENDO RISULTARE PESANTE LA LETTIJRA PERMOLTI FRATELLI DELLE COMUNITA, IN ACCORDO CON MONS. CORDES, PRESENTEREMO QUI IPUNTI rm SALIENTI E ACCESSIBILI, CHE POSSANO AIUTARE SOPRATTUTTO LE EQUIPES DICATECHISTI NEL DIALOGO CON VESCOVI, PARROCI E PRESBITERI, PER ILLUMINARLI CONARGOlvIENTI DELLA TRADIZIONE E DEL VIGENTE OPJ)mft.MENTO LITURGICO, SUL VA.LORE DELL'EUCARESTIA IN PICCOLE COMUNITA, SEMPRE SOTTOMETTENI)OSI AL FINALE ALLA DECISIONEDEL VESCOVO.

    NELLA PRESENTE ESPOSIZIONE, ANCHE PER MANCANZA DI TEMPO, NON SONO RIPORTATE LENOTE DEL LIBRO; CHI FOSSE P r o INTERESSATO AD APPROFONDIRE QUESTO TEMA costIMPORTANTE PER IL CAMMmO NEOCATECUMENALE, POTRA FARLO ACQUISTANDO IL LIBROSTESSO.

    I La Comunita"Cristo nella {!aroia del fratello"FONDAMENTA DIVINE DELLA COMUNIONE E DELLA COMUNITA.Al tempo stesso pero - e conviene dido - Gesu Cristo e l'unico mediatore intermediario che sia fradi noi u om ini (c f iTm 2,5). Senza Cristo, non sapremmo nulla di Dio, il Padre; non po t remmorivolgerci a n e lo darlo , Senza Cristo, anche il fratello di fede sarebbe p er noi unosconosciuto; non potremmo arrivare a lui. Il nostro io c'impedisce il cammino. "Cristo haaperto la via a Dio e al fratello". Cristo e la nostra pace (cf Ef 2,14). In lui icristiani possonotrovare comunione e unita fra di loro. "Solo in Gesu Cristo siamo una cosa sola, solo per mezzod i siamo uniti gli uni agJ i a l tr i.E infine: voi stessi avete imparato da Dio adamarvi gli uni gli altri ... Ma vi esortiamo, fratelli afarlo ancora di piu" (I Ts 4,9s.). E' Dil) stesso a educard a vivere l'amore fratemo; e noi nonpossiamo altro che ricordarci a vicenda la guida divina, Quando ci accolse in Gesu Cristo e conl'amore di Cristo conquisto il nostro cuore, Dio comincio con noi la sua pedagogia alla vera

    Hu",nBa noi inostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori": ecco come ilstato misericordioso con ecco che al stesso

    1 "Partecipazione attiva all' Eucarestia, la "actuosa partecipatio" nelle piccole comunita",Josef Cordes, Edizioni San Paolo, 1996. (1 sottotitoli maiuscoletto sono stati aggiuntiper facilitare la lettura)

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", di Mons. Paul J.Cordes 1.

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    Anche nel campo della pastorale va configurandosi un .:.:,QQ,m1}l1~.jLll[lli~~~!@;!tQ::':',paralizza I'uomo d'oggi e gl'impedisce di riconoscere alla divinita "un volto e un cuore".C onsegu en tem en te la fed e c orre il p eric olo c he v ad ano " perd uti is uoi s imbo l i, la s ua s en si b il it a, ilsuo potenziale visionario" (p. 199). E' tuttavia un progetto "assurdo", quant'altro mai pernicioso,q uello d i " su rro gare c on c atego ric og gettiv e Je p erson alistic he n elle S A e esp ressa fino ra lanostra fede". Si esige concretezza; la idea giusta non c ancora verita finche non vi sia una personache la viva. - La pastorale non ha diritto di chiamarsi tale se non intende liberare l'uomo dalladuplice sventura deU'an9..!limiae della sol!tld~iu..r;:.

    che

    La Chiesa e capace di opporsi? Riferendo d'un suo colloquio con Rahner il Suenensd ic e f ra I 'altro : " Ch iesi al pad re come.s p iega ss e ilcalc d ella p ie ta mariana nella Chiesa. La suarisposta andrebbe meditata. Troppi cristiani disse, quale che sia l'indirizzo religioso cheseguono - sono inclini a fare d e l cristianesimo un' ideQ1.Qgiil,_!!_t!'A.~.!IaziQrr~. E le astrazioni nonhanno bisogno d'una madre",Piani amumii e l!ro~lliJ!!Q!U~iiconverranno magari a totalitari; nostra Chiesa, percentro, occorre la differenziazione. I rnembri d'una comunita non sono affatto la materia primadun progetto...12astoraleda attuarsi "a tappeto".Chi affastellasse 0 incasellasse in indagini statistiche la storia propria d'ognuno essi 0 la suapersonal ita individuale, coglierebbe hen poco del loro reale "profile di fede''. Ciascuno di essivorrebbe esser considerate, riconosciuto e accettato nella situazione individuale che gli e propria.Que! che puo essere decisive quanto a ~ it numero maggiore possibile dipotenziali acquirenti ~ e un andar fuori strada per la pastorale, dal memento che trascurainevitabilmente la realta personale. Si da il caso che la vita antitetica all'astrazione; si favisibile, infatti, nel destine del singolo, vuol essere colta nell'individuo, ha il suo fascino nellapeculiarita.tpag.Sv-iu)

    LITURGIA.. , II c ris tia no , c erto , p erc orre il suo c ammino d i salv ezz a in sua pe rs onal e r es pons ab i li ta ; e p pu re ,secondo il pensiero cattolico, non 10percorre in individualistica indipendenza dal suo prossimo: ia{ede e ecdesiale, e percio comunitaria. (pag. 42)...nella liturgia ci si incontra con il mistero di Cristo e si costruRsce la Chiesa. Dio si unisce alsingolo fedele nella cerchia dei suoi fratelli e sorelle. Percio quella liturgica " e azione sacra pereccellenza e nessun' altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stessogrado" ( SC . 7 ) (pag 43 )Significato epifanko...Nella liturgia, quindi, egli cerca consapevolrnente 0 inconsapevolmente - l'epifania: ilrisp lend ere d i D io n ella rim em orazio ne Iitu rgic a; il risu on are d ella P aro la etern a n el p arlato e nel

    la presenza delle Spirito Santo nella corporal ita del tangibile.Cio non ha nulla di prodigioso 0miracolistico; avviene nell' abbassarsi di Dio e nell'ordine dena

    presente e fa la sua1,

    eLa forza d' espressione delle parole, dei gesti e delle cose puo dunque accendere la fede, Nonarrivano solo all' intelletto e al sentimento, rna suscitano anche una conoscenza di fede e una

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", di Mons. Paul J. Cordes 2.

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    ris p os ta d e l c u ore . ( p ag .5 3 -5 4)R om anb G uard ini - il cu i contrib uto al rinnov amento litu rg ico e , senza d ub b io, p ressoc heinc ommen su rab ile - c on clu de Ie su e riflession i p arland o d en a su a p artec ip az ione alla litu rg ia d elS ab a to S an to nel duomo di Monreale, nei pressi di Palermo. Lo colpisce la capacita di guardaredimostrata dai componenti dell ' assemblea. Naturalmente questi uomini hanno pure pensato epregato; ma hanno pensato g:uardando e la loro e stata una preghiera nell'atto d i guardare," contem plaz ione" . N el c orso d ella storia, p ur trop p o, q uesta c ap ac ita si e andat a a trof iz zando ;inv ec e d i v ed ere, si e o ss er v at o, c o ns ta ta to , c o ll ez io na to d e l ma te ria le in te ll et tu a le . E ' COS ! c he h aav u to in iz io la d ec ad en za d ella litu rg ia .... Spesso c os ta u no sforzo assai faticoso recuperare capacita perdute. Qu e ste n on cisi ri!!eneranoa forz a d i c onv eg ni e d elib eraz ioni, m a solo c on la p azienza d ell'ag ire. A i p astori d ena C hiesa ecommessa l'incombenzadi accettare itinerari e opportunita che oggi 1 0 Spirito di Dio faem ergere e a dd it a n el la Chiesa.tpag.Sfi)La storia personate d i salvezzaSTERILITA DEI PlAN! PASTORAL! PER UNA FRUTTUOSA PARTECIPAZIONE ALL'EUCARESTIAA i P a sto ri c om p eto no , se nz a d ub b io , il m in iste ro d elia v ig ila nz a e d ella lu ng im iran za a fav ore d elp op ol0 d i DiQ (cf Ez 3,16-21).Essi conoscono p er esperienza quali siano gli ostacoli che si frappongono alla nuovaevangelizzazione e a quella riap p rop riaz ione e a quell'ap p rofond imento d ella fed e ch ec os titu isc on o u n e sig en za p erm an en te : l'o stin ato p erse vera re n el c ons uetu d ina rio e n el ris ap u to ,c he fa cilm en te in du co no a ll'a utos uffic ien za ; le inc om p re nsio ni d eg li es tran ei e ip r eg iu d iz i d e imalinformati, che si sentono allarmati da certe nuove forme d'attivita ecclesiale; un apparatoamministrativo che, facendosi rapidamente ipertrofico, tutto uniforma e non vuol sapeme, didivers ita d 'itin erari; p ian i p as to rali e g ru p pi d i stu d io n ei q ua li s 'ig nora c he la c res cita sp iritu alenon si ottiene a comando e in certi casi esig e tem pi lu ng hi; u n'ing enu a assu nz ione d i m od eH ieconomico-poli t ici di corsa al rialzo.vche misconoscono la forza della testimonianza ai finidell'apostolato e sono attuati con ment al i ta burocratica.A tutte codeste minacce alla vitalizzazione della realta ecclesiale le gerarchie d ena C hiesaop p orranno, c on sp into d i resp onsab ilita, la loro fed e in am D io the a nc he o gg i v uo le rin no va re

    C hiesa th e e sua.IMPORTANZA DELLA MISTAGOGIAE vuol farlo - non p er u ltim o - con una fru ttu osa p artec ip az ione ana celeb razione liturgica. D ifatto, p uo esser .illirnitatam ente ap profond ito il senso d el con-c eleb rare. L a c ap acita c he h al'anim a u mana d i c oinv olg ersi nell'av venim ento litu rg ic o non e certo u n'ab ilita tec nic a, d ap ossedersi a p ieno 0 d a p erd ersi p er inattiv ita; e p iu ttosto qualcosa ch e p uo matu rarecontinuamente e indefinitamente, a misura che ci si avvicina al mistero di fede: ch i partecipac om e s i d ev e a lle a zio ni litu rg ic he, e in g rad o d i c og lie rv i semp re p ill fa cilm en te e copiosamente ir el at iv i c o nt en u ti e l i fed e; nel seg no si av vic inera sem p re p ill alle realta sig nific ate, p urc he 1 0aiu tino le forme p ill ap prop riate e gli ind ic hi il c am mino u na " mistagogia ''. A llora egli saracap ace d i tradu rre realm esis tenz iale imisteri ill C ris to e cc le sia lm e nte e o gg ettiv amente

    S1 specchio storia salvezza. (pag,56)e srzmncantMass imo il Conf es so re . sia su a clnt"'r11rI'J!

    p asto rali g ia cc ian o s ep olti e ig norati ne l p assa to e cc le sia le e c om e la litu rg ia p os sarif erim e nto p e r la s to ria ...

    Estratto "Partecipazione attiva all'Eucarestia", d i M on s. Paul J. Cordes 3 .

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    5 . D i cb e cosa e s im b o lo iI d iv in o b a cio ." II b ac io sp iritu ale, salu tato d a tutti con un 'a cc lamazione , e i t mod ello e l'ad om b ram en to d iquell' unanim ita d i menti e d i voc i e d i quell' immedesimazione tu tti con tu tti in C ede eam ore, ch e si com piranno u n giorno at d isv elarsi d egli ind ic ib ili b eni a v enire, e grazie ailequali id egni d iv en terann o affini al V e rb o, c he e Dio." . .. (pag .59)

    HI V Eucarestia: segno sacramentaleP er Henri de L ub ac e sull 'eucaristia the la c om unita ecc lesiale si form a e c resc e. A ttorno aquesto sacramento ruotano molti dei suoi studi teologici, che avviano a un' approfonditarif le ss io ne s ulla " so rg en te m is tic a d ella C h ie sa ". P e r it t eo logof rancese , i nfat ti , I a eu car is ti a e cioche rende possibile f amita ecclesiale; le gg iam o, a d es em p io , c om e eg li c omm en ta u n tes to d ellaD id ac he (9 ,3 ): " Com e il p ane e ilv lno sono form atid a u na m iriad e d i ch icc hi d i grano e d i g occ esp rem u te d a g ra pp oli d 'u va, c osi q ues ta c om unita (c omm un au te) si fo rm a d all'u nific arsi d i tu ttele p ers on e c he p arte cip an o alla ste ssa e uc aris tia e d iv en tan o p erta nto m em b ra d ell'u nic o corpo d iCristo" (p. 8 0 ). N el c on temp o it nostro au tore non p erd e m ai d i v ista c he e C ris to a c re are q ue stau n it a; I 'e u ca ris tia , in fa tti, e " du lc is esc a u nitatis, Ia d oc e esc a d ell' u nita" p rop rio in grazia d elm istic o in co rp orarsi d el c om un ic an te in C risto (p . 8 0).Q u este p oc he c itaz ioni g iu stific ano la d ec isione d i p rend ere qu esto stu dioso (H enri d e L ub ac )c om e g uid a p er ris olv ere la n os tra p ro blema tic a, Q u a li o rien tam en ti c i o ffre d un qu e, p er d elin ea reQu a l e modo l 'e u ca ris tia p o rt i isuoi frutti d i un it a?P er gh mgere aU ' u nita ac centu a egli forse I'e ss e: re in sieme l oc a lment e d e i p a rt ec ip ant i?Iim an di al m is tero , a lla d im en sio ne m istic a d ell' a vv en im en to e a ll' am ore c om e c au sa e ffic ie nted e ll 'u n io ne , s u sc it an o t ut t'a lt re a tt es e.SIGNIFICATO DEL "CORPO MISTICO" NEI PADRI DELLA CHIESAA na c au sa p rim a d ell'u nita ec clesiale e um ana d e L ub ac h a d ed ic ato la p od erosa ric erc a d el su oC orp us m ystic um . N et lem ma WI2US si intend e la com unita~com unione e col m ysticum siev id enzia la d im ensione p rofond a, c he non e le cito tra sc u ra re n e c on sid era re rid u ttiv am en te . Inq ue st' o pe ra si illu stra , c on u na p rofu sio ne d av v ero s tu p ef ac en te d i d oc um en taz ion e, la d ottrin ad ell' eu carestia d el p rim o sec olo e si d im ostra, c on u n'infinita d i c itazioni, P im pertantlssim aa lte ra zio ne te rm in olo gic a c h e s ep a ra ieologi m ed iev ali d al P ad ri d ella C hiesa. S i d oc um enta,qu ind i, l'im poverimento - grav ido d i conseguenze- ch e net corso d ella storia h a sub itoc om p re ns io ne te olo gic a d ell'e uc are stia . S u tu tto q ue sto c on vie ne c h e c i s of fe rm iamo .PER I PADRI ILTERMINE "CORPO m CRISTO" SI RIFERIV AALLA CHIESA, NON TANTO ALLESPEcm EtJCft..RISTiCHEP er A gostino ( + 430 ) , i t g ra nd e m aestro an ti c o d ell'eu ca ristia, q ue sto sa crame nto e la C h ies aSOIlO orientati v ic end ev olm ente in forza d 'u n v inc olo nec essario. L 'eu caristia sta alia C hiesacom e la cau sa all'effetto, com e il m ezzo al fine; e u nseg no c he rim and a c ontinu am ente aliarea lta. II rap p orto fra idue e COS! s tre tto e l'a cc en to e c alc ato c on tanta forza su lla C hiesa, c henella dottrina eucaristica di questo teologo fa locuzione "corpo di Cristo'; viene applicatadirettamente Chiesa.

    -Insegno - a ~ p iil: ch e come it consenso f cag l i

    ind iv id ui p artec ip anti all'eu caristia - v a intesa c om e P u nific azione d i tutti is in go li in Cristo.Nella loro d in am ic a d i p en sie ro, d un qu e, q uesti au t ori p re nd ono su b ito in c ons id eraz ion e il fru tto

    E stratto da "Partecipaziene attiva all'Eucarestia", d i M ons. P au l J. Cordes 4.

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    d ella c eleb razion e sac ram entale, senza oc cu parsi d ettagliatam ente d elle qu alita teologic a d elm ez zo . E n el c on testo eu caristic o n on d i rad o I'esp ressio ne c ommun io v uo le in ten dere l'u nan im e

    quanti comunicano con Ill. Chiesa, piuttosto che Ill. ricezione del sacramento in! Ju an t! ) t ale ( p ag . 6 2~ 63 ) ).S e d unq u e l 'e u ca ris ti a e un entrare a far p arte del Corp o d i C risto, ecco che allora questo corp oec clesiale resta o vv iame nte rife rito al c orp o sac ram en tale d i C risto . C he p erc , it p ill d elle v o lt e,r es ta innomina to .Pil l che mai estraneo al pensiero den Padri sarebbe il ridurre l'eucaristia al solo incontro delsingolo comunicante c on C ris to . Quanto alla ricezione del cibo eucaristico ~ cioe a quel che edirettamente verificabile - non si perde mai di vista il pill profondosignificato che la fede gliattrib uisc e: la c om unione v ic end ev ole in C risto. " Infatti il C orp o d i C risto , c he e la C hiesa, n one q ualc osa d i d iv erso d a q uesto 'c arn e e sa ng ue' d el m istero '' ( pag .6 4)"In questa mistka azione tutto e mistico"L a m oltitu din e d elle p erso ne, l'imm ag in e d el p an e, la m an du caz io ne, n on so no m ai p erse d i v ista,e tuttavia rimandano sempre a quella realta spirituale che, ritenuta prioritaria, e il Corpo diC risto ; il q uale h a l'asp etto d i q ue sto p an e:n el q uale la c om un ita v ien e adunata: ed e que! COfpO c he C risto p orge c om e fru tto d ella su a m ortee n el la vittoriosa potenza della sua risurrezione.I Padri sintetizzano nell' aggettivo "mistico" l' in d is so lu b il e c oHeg ament o t ra id u e .l 2i an ietrasp aren za d ei seg ni in online al significato.Tn qu attro p ag ine d el su o libro ( 51 ~ 54 ) d e Lubacraccoglie le cinquanta espressioni nelle quali la parola vuole manifestamente sottolineare itdup l ice 0 trip lic e asp etto d i c ui d ic ev am o so pra. ( pag .6 4)Le ric erc h e d el te olo go f ra nc es e h an no io ro in co nt es ta b ili c oro lla ri in s ed e d i p as to ra le lit urg ic a:le im p on go no le c on diz io ni fo nd am en tali p er il m ig lio r esito d ell' az io ne p asto rale . L'a zio ne n onh a a ff at to ilsuo p ieno senso gia nel su o solo decorso esteriore. V uol anch e essere p ercep ita d aisensi dei partecipanti. Cio accresce il valore che di volta in volta spetta alle ~con cu i la liturgia si fa realmente partecipata da quanti prendono parte all'azione. Qualunque cosasi offra all'orecchio e all'occhio, deve essere di p er se "leggibile", E' quindi necessaria che icomponent i di una assemblea liturgica siano messi condizione di decifrare l' "alfabeto"dell 'avvenimento.Con sua precisa e penetrante capacita di osservazione R om an o G u ard in i ha affrontato anchegU iostac oli c he og gi d i fatto si op p ong ono a u na v iv a p artec ip azione all'az ione litu rgic a. A lc uni~ c ome si e gia detto - ha nno ra dic i n ella mu ta ta m en ta l i t a d ell'u omo o diern o. Ma mutato e anche i tmodo esterio re d i c eleb rare il m em oriale d el S ignore, p er u n' ev olu zione ch e non poteva nonin flu ire a nc h e s ulla c om p arte cip az io ne a tt iv a a lla litu rg ia .AgH iniz! i t memor ia le sarebbe stato celebrato dai discepoli raccolti attorno a una t8 .VIOI8. .Q u esto tip o d i c ommensal ita - alm eno second o gli A tti d egli A p osto li (2,46 5 .) - sareb be statopossibile solo c on un numero limitate di commensali. "In questo caso tut t i si trovano a co-operare d ire tt ament e l a sacra a zio ne: s ie do no in siem e a tavola e banchettano" come tes timoniaanche I Lettera ai Corinzi. Ma dopo le comunita si sono accresciute e il maggior numeronnnone 1 0 in forma: essa il su o carattere

    "_"'Ct-U"

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    settori: " ...qui, l'altare con il Iiturgo che vi compie la sacra azione; ia , ii popolo, che erap p resentato d al sacerd ote, m a non sied e p ill d irettam ente a tav ola (p . 57). E cco quind i ch e, c on1 0 sviluppo della comunita, le dimensioni dello spazio liturgico e il pill elevato numero dicon venuti assemblea impediscono che I' anima dell' uomo vibri con I'azione Iiturgica: isensison o m eno v ic ini all'av venim ento, e q uind i m eno in g rad o d i m ed iarne la v erita.Va detto, comunque, che a costituire una aggravio quasi inevitabile per la partecipazionec omunit ari a a lla c ele b ra zio ne s ac rament al e non e solo I' ac cres ciu to n umero della comun it a. Ne lcorso della storia ecclesiale nuovi interrogativi e problemi posti alla teologia eucaristica hannoaumentato il pericolo d'una dissociazione fra svolgimento della liturgia e partecipazione deip re se nt i, Do v remo e nt ra re in merit o a nc h e a que st o a rgomen to , s eg ue nd o 10 studio d i H . de Lubac

    Corpus mysticum.iiQuesti misteri 50no 1 1 1m gia camali, ma spirituali"A san Girolamo (+420) risale I' importante espressione: "In duplice modo sono intesi i t pane diCristo e came: 0 come quella spirituale e divina (caro spiritualis et divina) , della quale eglidice: 'Ia m ia came e vero cib o" e se non n e mange re te ... , o v ve ro come came c ro cefis sa e s an gu e,che versato dana lancia del soldato ... Secondo questa distinzione ... la carne che vedra lasalvezza di Dio dey' essere diversa da quella carne che no n puo ereditare IIRegno di Dio".Qui san Girolamo prende Ie mosse da due modi diversi di considerare la "carne". Nella secondaparte del suo testo - la came che vede la salvezza di Dio, e la came che non puo ereditare ilRegno D io - egli ha in mente non una d up lic ita og gettiv a, b ensi il rapporto d ei m emb ri dellacomunita celebrante con 1 0 stesso Cristo eucaristico; e secondo lui tale rapporto puo essered if fe re nz ia to , e a nz i a nt it et ic o. Nemmeno la misteriosa caro spiritualis et divina vuo l i nt end er e i tmistero eucaristico "in se", doe unicamente il "modo della presenza" 0 l'essere di Cristo nelmysterium. Sta a indicare soprattutto Ia virtu vivificante dell'eucaristia, che investe quanti vipartecipano, una forza the dip ende anche dane condizioni interiori dei fedeli.. ..Dunque Girolamo - e 1 0 stesso p otreb b e d irsi anch e d i Agostino - qui non ha in vista l 'eucaristia

    se stessa e quanta tale; descrive invece I'effetto della celebrazione eucaristica sullacomunita radunata che riceve il Signore; cio di cui si occupano e preoccupano iPadri dellaChiesa, e l'eucaristia quale mezzo di salvezza degli uomini. Per questo viene adoperato un" vo cab o la rio s p iritu alis tic o" , ris co ntrab ile - o ltre c he in Girolamo e Agostino - gia in Ambrogio(+397).Va da se che esso non impone affatto d' ignorare 0 addirittura negare la fede nella presenza realed i Cristo sotto le specie. M a sottolinea che il senso della celebrazione e uc ari st ic a c on si st e n ell'aumento dena conformita dei presenti con Cristo. che si lucra stando fiance a flanco ceifratelli,Anche Giovanni Crisostomo (+407) ebbe a parlare una volta del "sangue spirituale" diCristo; l'espressione e per lui un argomento per evitare qualsiasi concezione magico-materialistica della corporeita delle specie eucaristiche. Gia Paolo aveva qualificato come"spirituali" la manna e l'acqua sgorgata dana roccia nel deserto; entrambe sono infatti prodottespiritualmente e sono efficaci spiritualmente, come I'eucaristia. In esse non operano le forze, , < 1 . " ' ' < ' ' ' ' ' " . ma sr l'onnipotenza di

    eSCjmmo,ola si trova espressa in diversi: in luogo caro

    ~iritualis, essi parlano del corpus mysticum , per porre il centro della loro teologia nelladimensione di grazia dell'azione eucaristica: "L'eucaristia e dunque corpus spirituale, cosi come eEstratto da "Partecipazione atdva all'Eaearestia", di Mons. Paul J. Cordes

    "

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    Nel nostro secolo la sociologia ha pili volte preso in esame ilfenomeno della dissociazio~ ffaademDilnento religioso e COnVL'1taartecjQaziQ.ne.PUGgiovare al proseguimento del nostro studioinserire brevemente qualcuna delle rilevazioni. Ho scelto la voce "ritualismo" per significare lamancanza di 90erenza fra pratica esteriore e interior~ecipazione all'atto di culto ....(75)...generalmente e per natura sua la persona umana e incline all'hu.iifferenza e ana passivitaverso il rito religiose; il presenziare alla Iiturgia non e affatto equiparabile a una partecipazioneinteriore alla medesima.Ja possibile comunicazione del senso liturgia dipende dal linguaggioscelto da chi attende, come pure dalla "leggibi lntfa" dei segni e dal modo di compiere lacelebrazione. Per cio che riguarda le condizioni locali ottiche e acustiche della celebrazione, sidovra tener conto di quanta si e detto, se si vuol evitare il sempre incombente pericolo delritualismo.(78)

    II centrale dena fede e dell 'adorazione di Dio e anzitutto, e nel sensa pill profondo, ilcentro spirituale persona umana (cf. Me 12,30) .....Quando li:Lllilrte interiore e guella esterior~ della vita di fede Rdi~~~ial)_Q,allora non e solo inpericolo la fruttuosa celebrazione dell'eucaristia per il singolo cristiano che vi compartecipi. Nesubiscono pregiudizio anche l'immagine e l'idea di cernunita e di Chiesa. Si scioglie il legamevitale che unisce Ia Chiesa quale realta sociale al Corpo di Cristo; e additare la via d'una dottrinaeucaristica unilaterale e , palesemente, additare una via sbagliata; una via che conduce a unanueva, ecclesiologia."La Chiesa e ilCorpo di Cristo, che ha la sua vita dall'uno Spirito scriveva Ugo di San Vittore(+ 1141). "La santa Chiesa, ossia la comunita dei credenti, e detta Corpo di Cristo per via delle

    Cristo che essa ha ricevuto".I.a convinzione teoiogica, che iPadri della Chiesa e iteologi del primo medioevo nutrono inproposito, e percio Ia seguente: "L' eucarestia fa la Chiesa". Fa di questa qualcosa di reale,dotato di interiorita. Grazie alla sua segreta virtu, le membra del corpo sono definitivamente unitetra di loro, quanto diventano membra di Cristo in senso piu vero, e la oro reciproca unione vapari passo con il loro fare tutt' uno con I' unico Capo" (pag. 80)!V Iseri I 2c rkoli d e l nat ur al ismo"(CONSEGUENZE DI IMPOVERIMENTO SULLA ECCLESIOLOGIA NEL MEDIOEVO)La storia della teologia medievale attinente al sacramento dell' altare e occupata soprattutto dallapolemica contra Berengario. Gli avversari di costui riuscirono bensi a salvare la verita dellapresenza reale di Cristo nel pane eucaristico, ma questo .non evito che l'offensiva berengar ianaimm is er is se d ep l ore v olment e l a c omp r en si on e dell' eu caristia, p regmd ic an do a tu tti iivelli dellavita ecclesiale fede ne l legame piu intimo tra eucaristia II; Chiesa ......da una part~ c'e il corpo reale di Cristo, che isensi percepiscono nella specie del pane;daU'altra, e ovvio che non viene negate il corpo spirituale, per quanto esso non sia una realmmateriale 0 una esistenza misurabile, Qui c Cri sto come realta personale, che si trova con la sua

    Sacramento; la inv ece - in certo modo separata Signore - e la Chiesa,51 I' uno

    e eisimboli. La teologia agostiniana sapeva leggere i"segni'' e interpretare lecapacita ora si atrofizza. Per fare un esempio, in sede teologia trinitaria non si

    Ie vestigia della Monotriade nel creato; non ci si serve d' immagini per accostarsi

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", diMons. Paul J. Cordes 8.

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    al mistero. Anche nel trattare dei sacramenti i t centro di gravita subisce uno spostamento:acquisisce autorita e prestigio un pensiero d i tipo empirico-fisico.Ci s' interessa prevalentemente dell' "efficacia" del sacramento e passa m sottordine it"significato" dell' azione sacramentale; il parabolico ha ormai il sapore di marginale, diartificioso, Qu a lo ra , p o niamo , s i c it i la s im il it ud in e agostiniana d ei c h ic c hi di grano, non si fa p iuuna p arola su l c ib o eucaristico c he ren de p ossib ile l'u nita della Ch ie sa ! A l lo ra non r imane a lt roche l'appello morale all' unita, cioe un imperativo pratico, affidato agli sforzi umani. "Il vincoloessenziale, the associava strettamente il culto eucaristico aU'lmitii della Chiesa, escomparso II .Gliautori d i P erp etu ite, ch e nel secolo X IX fecero per rag io ni ap o lo get ic h e u n c omp en dio dellateologia patristica, vanno annoverati fra i pionieri che hanno avviato per la nostra epoca unanuova riflessione, e quindi una ripresa di coscienza,L'incontro con gli esordidel cristianesimo diede loro un' ottica nuova: cento passi di opere dei

    "contengono 1 0 s tes so insegnamento, vale a dire che il corp o d i Cristo ric ev ut o d ai fe de li,produce fra questi un tipo di unita che e non puramente morale, rna fisico ed esistenziale, essiformano un solo e unico corpo, per avere uno stesso vincolo individuale: i t corpo di Cristo".

    presenza di Cristo nel pane eucaristico e reale, e pertanto produce la comunione fra quanti10 ricevono. Ecco quindi che nell'insegnamento dei Padri il legame di causalita e garanziareciproche fra idue misteri - queUo dell'eucaristia e quello dena Chiesa - non diminuiscem inim am ente la fed e nella p resenza reale d i Cristo; la loro fid uc ia n ei frutti h a inv ec e comecondizione necessaria la fe de questa presenza.

    arcane scaturigini della Chiesa e della sua unita risiedono nel corpo eucaristico di Cristo.Quotidianamente Chiesa ed euearistia 5 1 producono a vicenda; e a vicenda altresi siincrementano e s i a pp ro fondi scono . Insos ti tu ib i le e pero 1 0 sguardo d i f ed e riv o lt o all' evento dellasanta Cena.Hide Lubac conclude it suo libro con una pagina oltremodo illuminante per la nostraproblematica. Guardando al presente della teologia e della sensibilita liturgica, egli scongiura ilettori suoi contemporanei di vedere nel sacrificio di Cristo i"tre corpi" (triplicitas, sed unita,come dice E rigero d i Lob bes+ 1 00 7): il Cristo dena storia, che si dona su lla C ro ce, ris org e easc end e al Padre; n Cristo e uc arist ic o rea lm en te p res en te n el pane e nel v ino; il corpo d i Cristoradunato in comunita ecclesiale. "Cia sembra tanto piu urgente in quanto, se il lettore neprescindesse, la forza dell' ispirazione comunitaria - che oggi penetra ovunque nella Chiesa, esoprattutto nella liturgia -comporterebbe seri pericoli, Potrebbe spesso e volentieri scadere innaturalismo". Nessuno potra certo accusare f autore di Catholicisme (Paris 1938) di scarsas en sib ilita p er la d im en sion e s oc iale della Chiesa, della cui riscoperta e stato un precu r sore . Tantomag gio r c on sid eraz io ne, d un qu e, m erit a il suo monito,H. de Lubac teme che oggi l'interesse ecclesiale ruoti troppo attorno " al fatto umano del nostroadunarci per celeb rare in comune imisteri" e che la gente d i Chiesa si lasci incantare "dalprodurre collettivamente 1 0 spirito comunitario tramite l' allenamento delle proprie capacita"(p . 320) .Di per se tutto questo non potra mai produrre l' unita delle membra del corpo. Strati piuprofondi den' uomo eden' umanita sono da chiamare in causa: Punita serge e cresce

    accetranone di quella santitii che Dio ci tiene disponibile nella. sua vita trinitaria.

    studio dena teologia eucaristica medievale ha Messa luce una cognizione di gran rilievo perquestione concernente l'instaurarsi dell'unita fra icredenti: mentre per iPadri e teologi del

    Estratto da "Partecipaziene attiva all'Eucarestia", di Mons. Paul J. Cordes 9.

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    p rim o secolo la c om unione fra ibattezzati e c reata e in crem en tata g raz ie allo stretto v in co lo c hesussiste Ira il corpo sacramentale e quello ecclesiale d i C risto, in seguito le controversie sullap re se nz a re ale n el p a . I 1 C eu caristic o c om in cian o a m ettere in omb ra, la v erita d i q ue! v in co lo .L 'agg ettiv o " mistic o" , c he fin o allo ra era state sald am ente an corato a q uella v erita, non allu dep iu a gli e ff et ti d ella c ele b ra zio ne e uc aris tic a s ulla c omu nit a lit urg ic a, rn a in d eb o lis ce q ue lla s te ss averita di fede.L o si toglie p ertanto al corp o sacrarnentale p er assegnarlo al solo ecelesiale. P asso d op a p assofin isc e c on l'estin gu ersi la c ap ac ita d i g uard are a en tram b i ic orp i c on u n s olo .s gu ard o.C on l'ev o m od ern o e il su o m od o d 'in ten dere la rea lta, s 'in ten sific an o o vv iam en te g li effetti d un asim ile rid uzione teologica: la facolta d i p ercep ire il m etaem pirico offu sc a fa c osc ienza d ellad imens ione m i st ic a d e ll 'e si st en za . I I p r ima te , 1 0 detiene ii t an gib iie . No n e'e d a stu pirsi c he, p erqu anto rigu ard a la litu rgia, il-c eleb rante si p reoc cu pi sop rattu tto d el c om pim ento esteriere d elrito. L a sua s olle cit ud in e s ta r ie l c erc ar s em p re q ua lc os a d i nuovo. che t eng a d e st a l'attenzione deipresenti perche' non dilaghi Ia noia."Ac tuo sa pa rt ic ipa ti o. " e intesa c om e uno stare inin terrettam eate occup ati, P rend e p ied e unasorta d i m ec canic ism o. L e p au se so no c au sa d 'im b arazzo 0 le si sente com e corp i estranei. L ad im en sio ne m istic a d ella c eleb raz io ne, c he si sv ela an a p erso na m ed itativ a, d iv en ta in ac ce ssib ile,e nel c orso d ella fu nzio ne litu rg ic a no n si ap re alc un a p orta alla c ontem plazione. N on a c aso tantip astori in cum d 'anim e Iam entano un tale stato d i cose, insistend o sun' urgeeza d i p rom uov ereu n'in te rio riz za zio ne d ella lit urg ia ,A ch i prenda parte all'evento liturgico limitandosi all' apparenza e al ruolo b en difficilmente lasacra azione giungera fino all'anima. Se il "gioco-rappresentazione" Iiturgica non 1 0 cattura,gioc a soltanto a fare il litu rgista . fac end o c orrettam ente litu rgia, rn a q uesta no n puo avvincerlo,p oich e' egli l'h a rid otta a solo "gioco" . L a p regh iera liturgic a e c erto c omu nita ria , rn a d ev esse rerealm ente p regh iera, c ioe colloquio con D io, e non solo un p roferire p arole riv olte ad altri 0p ronu nc iate assiem e ad altri. "C io v uol d ire ch e nell'am b ito d ella p artec ip azione litu rg ica - laqu ale n el su o senso p iu p ro fond o, d ov reb b e essere parttcipatio Dei, ossia u n av er p arte in D io , eq uin di n ella v ita , n ella lib e rt a -a ss olu tame nte p rio rit aria e I'in terio riz zaz io ne. E c io v uo l d ire, asua v olta, ch e Ia p artec ip azione non d ev e esaurirsi nel m om ento d ella litu rgia in atto; v uol d ireche Ia fitu rgia non p ub esser calata add osso alia gente com e qualcosa d i esteriore, com e unohappening qualunque, rn a ric h ie de in iz ia zio ne . e du ca zio ne . a pp re nd is ta to "La fede nella stratificata verita dell'eucaristia e una teologia ad essa coerente passano per lastrettoia del medioevo, quando i t mistero dena Cena v ie ne in ca te na to alia presenza reale, E ' c ert oda dep lorare che p er v ia d i questa evoluz ione si p erda d i v ista due ii sen se d en a c eleb ru io neeu caristic a h a it su o c uh nine nell'u nita d el c orp e ec clesiale d i C risto .M a c od esta rid uz io ne teo lo gic a n on e n ulla in c on fro nto alla c ed ta the l1 fop on e d i c anc ellare B eceB eb razioni eucaristiche in p iccoli 2rup p i a favore den'unica messa d omenicale inp arro cc hia: la f iss az io ne d i u n c rite rio so cio lo gic o-n umeric o d ev e a umen tare iru tt i s pi rit ua li ; s isentenzia lap id ariam ente ch e la com unita d i fed e si fonda e si ed ific a con H met te re insierne, ne lmeuesnn Juogo, tutti imembri della parrocchia.

    se ne unerroneo. indubbiamente vero che iresponsatnn

    come quella di cui sopra non ignorerebbero Ia dimensione spirituale insita ne ll a p rob lema ti c a thee Ioro compito affrontare. Di fatto, pero, essa non comp are in nessun lora documento 0trattazione - q ue! che e p eg gio - in flu en za la lo ro a rg omen ta zio ne .

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", di Mons. P au l J. Cordes

    ,0

    10.

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    N essuno si sognera d 'eccep ire nel caso ch e in una p arrocch ia un b el giorno si rid uca l'ab itualenu mero d elle m esse d om enic ali; p uo anc he d arsi c he ip reti s ian o o b erati d alle tro p pe litu rg ie d acelebrare. Ma se, p er affrontare le difficolta emergenti, i pastori responsabili guardanoattentamente alla prima teologia cristiana dell'eucaristia e alla possibile crescita spiritualerisultante da una p in profonda partecipazione liturgica, non potranno eerto cominciaresem p lic em en te d al nu mero d elle m esse, rna d ov ranno p iu tto sto enu cleare (T ited np astorali" efa re s ce lt e d iffe re nz ia te . E fa Messa in p icc ole c om am ita sara u na via ass ai id on ea p er g iu ng erea penetrare p in profondamente iIsenso deU'avvenimento l iturgico.fin dei conti, l'ideale, secondo cu i tutti iparrocchiani dovrebbero riunirsi in un s olo lu og o

    p er l a ce leb raz ione domenica le de ll 'eu car is ti a, s l s co ntra q uas i d ov un qu e c on rag io ni p ratic he chen e d ec re ta no il fa llim en to elopalesano p er u n m etod o c he trasc ura la v astita d i tante p arro cc hiem od erne e del co rr is p on den te n ume ro di ab itanti. E ' su ffic iente la c am pionatu ra d i poch i esempip e r re nd ers i c on to d ella s itu az io ne . E c c o in fa tti l'a ttu ale a ss ett o d emogra fic o d 'a lc un e p a rro cc h iedi quattro metropoli europee:RomaS.Giovanni BoscoS.Maria dena SperanzaMilanoS S. N ab o re e FeliceS S. N ereo e A c hilleoParigiS .P ierre d e M ont R ou geS .Lamber t de Vaug i ra rdMadridP u eb lo Colmen ar ViejoS . V i ce nt e F erre r

    65 000 abitanti50 000 abi tant i24300 abitanti21 300 abitanti51 200 abitanti51 700 abi tant i32000 abitanti19 000 abitanti

    Le c if re s urrip o rta te ra p p re se nt an o, c erto , c as i limite; rna la p arrocch ia in cu i la dom enica sias uf fic ie nt e u n ' u n ic a c ele b ra zione e uc aris tic a e anch essa u n caso limite, e p e r d i p ill u n'e cc ez io nee st remamen t e r ar a.R agione e senso della parrocchia(PARROCCIDA E CELEBRAZmNE DELL' EUCARESTIA IN PICCOLE COMUN1TA)Sarebbe giustificato sottovalatare la celebrazione eucaristica in piccole comumita, se per ip artec ip anti fosse d 'im ped im ento a una p ill efficace iniziaziene a fare la v olonta d i D io, N onsolo ifru tti sp iritu ali arrecati d allesante m esse celeb rate in qu esta form a co ntrad dic ono taleipotesi, rna anche considerazioni teologico-pastorali fanno sperare che queste eelebrazienieucaristich e p rod ucano un v ero increm ento d i santita. E d e questa santita c h e c re a I'unita deic red enti, a iiv eU o sia d i p arrocch ia, sia d i Chiesa un iv e rs ale , Ne lle c ele b ra zion i e uc ari st ic h e inp ic c ole c omu nita la g ra zia dell ' unita si comunica a ll a Ch i esa.

    trova una it nuevo1983, presenta una c onc ez ione della Parrocchia da c ui s i ric av an o ! 2lc ru :~ ~ !l!

    Estratt a l i "Parteeipazione attiva aH'Eucarestia", d i Mons. Paul J. Cordes 11.

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    Fino al 1 983 il modo d 'intendere la realta p arrocch iale era dominate da un clemente d icar~ttere territoriaie, il c os id d et to " p rin cip io p arro cc hiale" . N el q ua le c on flu iv an o tre d isp o zio ninormative: in nsi go, i t decreto d el C on dHo d iT re ntq , secondo cu i o gn i d io ce si d ey ' e ss ereinteramente rip It a in circosc riz ioni p arrocc hiali; in sec ond o Iu og o, l'ob b lig o, im posto a c iascu nparroco d i farsi responsabile nei confronti di tutti i suoi parrocchiani; in terzo luogo, las ub o rd in az io ne d 'o gn i s in go lo c ris tia no a lp a rro co d el s uo lu og o d i re sid en za 0d i sogg io rno .M a gia in un articolo d egli anni C inquanta Karl R ah ner au sp icav a c he q uesto p rinc ip ia fosse.i! !lli" orh id ito in f av ore del p rinc ip io d egli stati p rofessionali (ad es. p arroc ch ie 0 cappelleun iv e rs it ar ie , c omun it a d i m il it ar i) 0 q ue ll o d e i " g nu :m ilib e ri" ( ad e s. c omuni ta I aic al i) .Fa allusione, p er qu esta suggerimento, alla storia d ella C h ie sa , accennando fra l'altro aileo sc illa zio ni a vu te si in p as sa to tra il p rin cip io p arro cc h ia le e q ue llo d ella p a sto ra le s tra ord in aria .A dduce in proposito le esenzioni conventuali e il "lento mutamento e declino dell'obbligo",im p osto a ogni c attolic o, " della m essa d om enic ale parrocchiale" 0 d eli' ob b ligo d i ricev ere ilsacramento della penitenza dal propr io parroco. Sarebbero p oi da prendere in considerazionean ch e la sto ria del d iritt o d i p red ic az io ne d ei sa cerd ot i non a pp arte nen ti a una p a rr oc c hia (memb rid ei terz ' o rd in i 0 d eg li o rd in i m en dic an ti) e la c on tro vers ia m ed iev ale fra c lero d io ces an o e c leroregolare circa i t d iritt o d ei f un erali. S on o in olt re a tt in en ti in p ro po s ito l 'esperienza delle cappellep riv ate e d elle c hies e n on p arro cc hiali, la fo rte ten den za d elle ab b az ie a in co rp orarsi d elle c hies e,1 0 sviluppo delle confraternite, le missioni popolari, le corporazioni come sedi di pastoralep ro fes sio nale ex trap arro cc hiale, fin o a g iu ng ere alI" ap p og gio , d ato d alla g erarc hian el sec olos c ors o a lla p a st or ale a ss oc ia tiv a .C om unqu e, u na storia d ella p asto rale d i m ostrereb b e " ch e it p rincip io p arroc ch iale non e malstato unico e assoluto nella Chiesa, e che invece q ues ta, c on quel sano istinto vitale che tienelo nt an i d a o gn i c ie co at tac came nto a i p rin cip i, p ro te gg e e fa vo ris ce la mo lt ep lic e v arie ta d ella v itaa nc h e in amb ito p as to rale "C erto , o ra c om e p rim a, la p arro cc hia e u na " un ita d i v ita so cio cu ltu rale" ( F. K lo sterm an n). M asolo di rado l'attivita parrocchiale ha la stessa es ten sio ne d el territorio appartenente aliap a rro cc hia . D i q ue sta e vo lu zio ne s oc io lo gic a t en go no larg amen te c on to le d is p os iz io ni d el n uo voCod ic e d i D i ritto Canonico.II Concilio V aticano II offre p och e m a a ss ai not ev o li d is pos iz ioni c irc a la re alt a p a rro c ch ia le .In b ase ad esse, v anno consid erate p orzioni d el p op olo d i D ie, non solo la d iocesi, rna anch e laparrocchia e tutte Ie a lt re comunit a in cui eserciti il s u o min is te ro un p r es b it er o.( LG 28; PO 6).Le parrocchie , qu ind i, so no " da c on sid erarsi an zitu tto q uali c omun it a d i c re d en ti, e n on s olo c om estrutture d i c ara tte re g iu rid ic o-p a sto ra le " ( p . 9 6) . I I C on cilio d a in oltre ris alto all'im p o rta nz a d ell'unico presbiterio (LG 28; PO 7 e CO l l), formato dal vescovo e dai suoi preti, Anche ilp re sb it erio h a i t su o p recip uo fond am ento in u n criterio d i natu ra non giu rid ic a m a c arism atic o-s ac ramen ta le : q u ell o d el la communio . E cco quind i ch e it s ec ondo p r in c ip i o e cc le sio logic o d e llaparrocchia e una r ea lt a t eo logic a in cu i sono compresi if vescovo, if p arroco e tutti iparrocehiani

    42).

    H terzo discende sacramento battesimo, in del quale tutti imembrid el c orp o ec clesiale d etengono la m ission e d ella C hiesa. E sem p io m anifesto d i tale ap ostolatou niv ersale (AA 1 0 ), la p arro cc hia e u n s og ge tto u nita rio d ella m is sio ne d ella C h ie sa n el mond o.

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", di Mons. P au l J.Cordes 12 .

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    Da q ue sti tre p rin cip i c on se gu on o tre d ementi c os titu tiv i d en a p a rro cc h ia :la comunione tra i fedeli; il regime presbiterale e, p er su o tramite,I ' ap p artenenz a ana C hiesa loc ale, c he a su a v olta e s ub o rd in ata a l m in is te ro d e l v es co v o;la p artec ip az io ne c omun itaria a lla m issio ne dena Ch ie sa .S ullo s fo nd o d ella c onf ig ura zio ne d ata alla p arro cc h ia d al v ec ch io C od ic e d i D iritto C ano nic o d el17 , r is a lt a la n uo va c on cez io ne d ella p arro cc hia, d esum ib ile d ai d oc um enti d el V a tic an o H .

    parrocchia e c ommu nita s C h ris tif id elium . A q u es ta d e fin iz io ne e coerente, it can. 5 1 6 p ar. 2d el nu ov o C od ice; infatti " la p arrocc hia e solo una - anch e se la p riv ileg iata - d elle p ossib ilifo rm e org an iz zativ e d ella p asto ra le d io ce sa na" . A n da nd o a nc ora o ltre , il c an. 5 1 8 c hia risc ec h e d iregola l'organizzazione p astorale d ' u na diocesi si serv e d el principio territoriale; ma cio nontoglie che possano o ffrire u n legittimo orientamento anche criteri legati a realta personali (rito,l ingua, naz iona lit a d ei f ed eli, omog eneit a 0 a ff in it a s oc io logi ca , ovvero s emp li cemen te l' esigenzadena salus ammarumy.

    II vincolo del presbitero col vescovo e col presbiterio mantiene la parrocchia nella communitasChristifidelium. L a p arroc ch ia ap p are q uale c onc reta is titu zionaliz zazione d ella c om unione d ifede. Essa viene fondata dall' annuncio della Parola di Dio e dalla celebrazione comunitariad ell'eu caristia, c he il p arroc o p resied e c om e p astore in rap presentanza d el v esc ov o.In questa determinazione, b en ribadita dal Vaticano Il, viene avvalorata e concretizzata ladimensione comunitaria, mentre e drasticamente ridimensionato l' e lem en to te rr ito ria le , L aparrocchia, dunque,e primo luogo non una 'circoscrizione 0un 'distretto', bensi la detentriced ' una m issione" : un dato d i fatto, qu esto, ch e trov a conferm a anch e nella storia della C hiesaprimit iva. V a sottolineato sop rattu tto ch e, al centro d ella d eterm inaz ione, e l 'assembleaeu caristic a ad ap parire com e la fonte v era e p rop ria d ella com unione p arrocc hiale. E ' in essa,infatti, c he la p arroc ch ia h a la su a sc atu rigine, m a non ne c onseg ue c he, c om e p arte d 'u na C hiesalo cale , d eb b a n ec ess ariamen te es se re o rg aniz za ta in m od o g erarc h ic o into rn o a l s uo p arro co . " E 'vera piuttosto che il s uo p ro prio pastore e il parroco, in q uan ta sotto l' autorita del vescovodiocesano (sub auctoritate Episcopi dioecesani: can. 515 , par. l e can. 5 19 , p ar.Z ) p resied el'assemblea eucaristica". E' illeg am e c ol v esc ov o a c on se ntirg li la p re sid en za d ella c ele b raz io nee uc aris tic a e a re nd e rlo a ltr es i s os titu ib ile in q u es ta f un zio ne .

    3 .S o1 0 la Chiesa loc ale - doe la d io ce si - e d i d iritto d iv ino. E ssa non si c om pone d i parrocchie,anche se in queste ha le forme precipue, giuridicamente strutturate e durature d elle su e variecomunita eu caristich e. L a p arrocch ia non costitu isce nemmeno uno stato ecclesiologicoi nd is p ensab il e e insopp r im ib i le .Infatti la genuina natura della vera Ch iesa (SC 2: genuinam verae Ecclesiae naturamt daRiberaespressione !Lqualsiasi comunita eucaristica the sia presieduta, a nome del vescovo,da un presbitero, membro del presbiterio diocesano.

    p arro cc hia , q uin di, no n e n ien te d i p ill d 'u na p ossib ile fo rm a g iu rid ic a d elle d iv erse c om u nitadi costituzionale, essa si

    Estratto da "Partecipazione attiva all'Eucarestia", di Mons. Paul J. Cordes 1 3 .

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    Parrocchia ed eucaristia in piccole cemunits hanno un solo e medesimn fine; vanno dunqueritenute. non alternative 0 contraddittorie, bensi necessariamente correlate e callegate I'unaaU'altra. In una visuale teologica, il voler sacrificare le euca