La chiesa cattolica e il comunismo

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Collana STORIA DELLA CHIESA IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE Diretta dal prof. Jan Mikrut

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In Europa centro-orientale e in Unione Sovietica, a cura di Jan Mikrut - prefazione del cardinale Miloslav Vlk

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CollanaSTORIA DELLA CHIESA IN EUROPA CENTRO-ORIENTALE

Diretta dal prof. Jan Mikrut

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PIANO DELLA COLLANA

La Chiesa cattolica e il Comunismoin Europa centro-orientale e in Unione Sovietica

La Chiesa cattolica e il Comunismoin Europa centro-orientale attraverso i protagonisti

La Chiesa cattolica in Unione Sovietica

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LA CHIESA CATTOLICAE IL COMUNISMOIN EUROPA CENTRO-ORIENTALEE IN UNIONE SOVIETICA

a cura di Jan Mikrut

prefazione del cardinale Miloslav Vlk

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© Il Segno dei Gabrielli editori, 2016Via Cengia 67 − 37029 San Pietro in Cariano (Verona)Tel. 045 7725543 − fax 045 6858595mail [email protected]

Prima edizione, 2016

ISBN 978-88-6099-293-2

StampaLitografia de “Il Segno dei Gabrielli editori”, 2016

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Indice generale

Prefazione del cardinale Miloslav Vlk 9

Introduzione del curatore 13

EUROPA CENTRO-ORIENTALE

La Chiesa cattolica in Albania. Joseph Ritho Mwaniki 27La Chiesa cattolica in Bulgaria. Antonio Cascone 63

CecoslovacchiaLa Chiesa cattolica in Repubblica Ceca. Jan Mikrut 79La Chiesa romano-cattolica in Slovacchia. Peter Olexák 157La Chiesa greco-cattolica in Slovacchia. Peter Šturák 193

La Chiesa cattolica in Germania dell’Est (DDR). Jan Mikrut 227

JugoslaviaLa Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina. Tomo Vukšić 277La Chiesa cattolica in Croazia. Jure Krišto 327La Chiesa cattolica in Slovenia. Tamara Griesser-Pečar 387

La Chiesa cattolica in Polonia. Albert Warso 411

La Chiesa romano-cattolica in Romania. Imre Tempfli 489La Chiesa greco-cattolica in Romania. Sergiu Soica 537

La Chiesa cattolica in Ungheria. Adam Somorjai 569

LA CHIESA CATTOLICA IN UNIONE SOVIETICA

Paesi BalticiLa Chiesa cattolica in Estonia. Roman Dzwonkowski 599La Chiesa cattolica in Lettonia. Andris Priede 605La Chiesa cattolica in Lituania. Irena Vaišvilaitė 623

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La Chiesa cattolica in Bielorussia. Roman Dzwonkowski 655

La Chiesa cattolica in Moldavia. Petru Ciobanu 671

La Chiesa romano-cattolica in Ucraina. Roman Dzwonkowski 683La Chiesa greco-cattolica in Ucraina. Włodzimierz Osadczy 699

La Chiesa cattolica nelle Repubbliche Asiatiche. Roman Dzwonkowski 715

La Chiesa cattolica nelle Repubbliche del Caucaso. Roman Dzwonkowski 721

La Chiesa cattolica in Kazakhstan. Natalia Rykowska 727

Indice delle abbreviazioni 759

Indice dei collaboratori 763

Indice dei nomi 767

Indice dei luoghi 789

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Miloslav Vlk - Prefazione 9

Miloslav Vlk Prefazione

Ho accolto con piacere la richiesta del professor Jan Mikrut della Pontificia Università Gregoriana a Roma di scrivere una breve introduzione a questo libro, da lui curato, che tratta della complessa e spesso drammatica storia della Chiesa in Europa centro-orientale negli anni dalla fine della seconda guerra mondiale fino al crollo del sistema comunista.

Questo testo non è soltanto un’opera scientifica, scritta da diversi illustri stu-diosi europei, ma è anche un’autorevole conferma della persecuzione cui fu sot-toposta la Chiesa cattolica e dell’eroismo di molti suoi membri. La conferma scaturisce, infatti, dalla concordanza delle fonti documentali, usate a piene mani nella presente opera, e dalle testimonianze di coloro che vissero quel periodo in prima persona.

Come la storia insegna, dopo la dura prova la Chiesa seppe rinascere con rin-novato vigore, seppur segnata da profonde ferite che solo il trascorrere del tem-po e la grazia di Dio potrà nuovamente sanare.

Sono trascorsi ormai più di 25 anni dalla caduta del comunismo in Europa centro-orientale e proprio questa ricorrenza è stata il motivo per la preparazio-ne di questo volume. Gli storici di diversi paesi, governati nel passato da regimi ispirati all’ideologia comunista, hanno voluto offrire ai lettori i risultati delle loro ricerche, per conservare e tramandare la memoria alle future generazioni, dando voce alle vittime e ai numerosi eroi di quel periodo.

Durante la sua storia bimillenaria la Chiesa cattolica fu perseguitata tante vol-te. Gesù disse ai suoi discepoli: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno an-che voi” (Gv. 15,18-20). Fin dai primordi la comunità dei cristiani fu perseguita-ta e quindi chiamata a difendere la sua fede in Cristo, spesso anche a costo della vita. Solo all’inizio del IV secolo, con la legislazione dell’imperatore Costantino, i cristiani ebbero modo di esprimere pienamente il proprio credo.

Anche nel tempo moderno, tuttavia, in una società che riconosce un’estensio-ne quasi illimitata alla libertà e alla dignità della persona, con la legittimazione, almeno formale, dei diritti umani in moltissimi paesi del mondo, ancora per-mangono e anzi si moltiplicano le persecuzioni religiose, che umiliano l’uomo e ne calpestano la dignità.

Nel secolo scorso abbiamo vissuto non solo due guerre crudeli, ma anche due sistemi politici totalitari, così violenti contro la libertà e contro la dignità umana che non trovano pari nel passato: il Nazismo e il Comunismo, dichiaratamente contrari alla religione, fondati sull’odio di classe e, almeno per il primo, anche sull’odio razziale. È chiaro che l’odio non può essere la base per un sistema poli-tico e per una cultura della vita.

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Dopo la prima guerra mondiale e il crollo della Monarchia asburgica nel 1918 nacque la prima Repubblica Cecoslovacca. Si creò un nuovo sistema politico democratico, basato sull’unione politica di due popoli: i Cechi e gli Slovacchi. L’unione politica non venne a significare però unità culturale: le storie dei due popoli erano troppo diverse e neanche significò sviluppare un’unica nazione Ce-coslovacca.

Nel 1945, con la fine della seconda guerra mondiale, iniziò una difficile tappa della storia europea: il comunismo divenne la forma del sistema politico negli stati “liberati” dall’armata rossa e poi diffuso ancora nei paesi vicini. L’élite cultu-rale, soprattutto in Cechia, inizialmente simpatizzò con il nuovo sistema sovie-tico, la cui realtà era poco conosciuta, proprio perché l’esercito sovietico aveva sconfitto il Nazionalsocialismo, riportando la libertà.

In Cecoslovacchia, dopo il colpo di stato del 1948 seguito al mancato tentati-vo di alterare i risultati delle elezioni politiche, i comunisti s’impadronirono del potere, soprattutto grazie al sostegno dell’esercito sovietico.

I sovietici organizzarono poi sui territori da loro controllati delle basi milita-ri, mettendo la popolazione europea sotto la pressione dell’ideologia marxista-leninista. Anche per i comunisti europei si aprì la strada verso il potere, dando vita ad una poderosa battaglia ideologica contro la precedente fallimentare clas-se politica.

La Chiesa cattolica fu uno dei più grandi nemici del sistema materialista, ateo, comunista cecoslovacco, secondo quanto dichiarato dallo stesso partito comuni-sta, essendo storicamente legata alla maggioranza della popolazione nazionale.

Cominciando dal 1948, i comunisti realizzarono un brutale sistema politico-sociale, avviando un periodo di grandi processi contro ogni oppositore, soprat-tutto contro i rappresentanti della Chiesa cattolica, che, per disgrazia dei comu-nisti, aveva uno status giuridico internazionale, con sede in Vaticano. Grazie an-che all’appoggio dei mass media, che diffondevano ad arte le bugie del regime, i comunisti poterono usare ogni mezzo per combattere le istituzioni della Chiesa e i singoli cattolici.

I vescovi che scamparono all’arresto furono isolati e fu impedito loro di gui-dare la diocesi e svolgere il loro ministero pastorale. Poiché la Santa Sede non poteva nominare i nuovi vescovi senza un accordo con il governo, senza fare dunque compromessi inaccettabili per la Chiesa stessa, per la guida delle dio-cesi furono nominati, dall’ufficio comunista “per gli affari ecclesiali”, sacerdoti compromessi o sostenitori del regime. Lo stesso ufficio creò un’organizzazione “per la pace”, formata da sacerdoti sostenitori del nuovo potere politico, che creò non poche difficoltà alla Chiesa cattolica e contribuì alla divisione dei fe-deli e del clero.

Volendo subordinare a sé tutte le attività della Chiesa cattolica, il potere co-munista formulò una legge particolare per “sorvegliarla”. A livello di governo e di altri organi amministrativi c’erano i cosiddetti “segretari ecclesiali”, membri di polizia segreta, che dirigevano e controllavano tutte le attività della Chiesa, alla quale vennero vietate le sue tradizionali attività pastorali, come la formazione

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della gioventù e la pastorale diretta alle famiglie. Ogni sacerdote poteva svolgere il suo ministero sacerdotale in forma pubblica solo in una delle parrocchie in-dicate e solo con uno speciale permesso, “con la licenza” dello stato. Altre forme di attività pastorale erano strettamente proibite. Ma la Chiesa non può vivere soltanto celebrando l’Eucarestia alla domenica, scollata e isolata dai fedeli nella vita quotidiana; avvenne così che alcuni coraggiosi sacerdoti che svolsero questo lavoro clandestinamente, in modo “catacombale”, furono scoperti e severamente puniti, sempre secondo le leggi dello stato.

I conventi religiosi, maschili e femminili, furono soppressi con un’aggressio-ne militare: in una notte dell’aprile del 1950 tutti i conventi maschili furono mi-litarmente occupati dalla polizia e dall’esercito, che deportò tutti i religiosi nei lontani campi di concentramento. Lo stesso avvenne nell’estate del 1950 con i numerosi conventi femminili.

Gli oppositori del regime, veri o presunti, furono arrestati e condannati a gra-vi pene. Presto i comunisti assunsero il pieno potere nei paesi da loro governati, col beneplacito e la protezione dell’Unione Sovietica, con l’annichilimento di ogni forma di libertà e di democrazia. Soprattutto, mai cessò la persecuzione contro l’opposizione “ideologica”, che non condivideva la dottrina del marxismo-lenini-smo, in primis contro i rappresentanti della Chiesa cattolica, che furono additati come alleati dei “capitalisti e imperialisti occidentali” che, dal punto di vista del regime, intendevano distruggere il socialismo, propagandato come “un vero para-diso” per la classe operaia.

Dopo la primavera di Praga, nel 1968, quando alcuni vescovi poterono ritor-nare nelle loro diocesi, si temé che, con nuove persecuzioni del regime, i vescovi sarebbero stati deportati nella profonda Siberia, per distruggere così definitiva-mente la Chiesa cattolica. Alcuni vescovi “clandestini” cominciarono perciò a ordinare nuovi vescovi e sacerdoti senza il permesso del Vaticano, per far fronte alla temuta deportazione, dando vita alla Chiesa “clandestina”, chiamata anche Chiesa “sotterranea”.

Poiché io stesso ho vissuto in prima persona questi avvenimenti, come citta-dino e sacerdote cecoslovacco, ricordo bene come noi siamo stati chiusi nella nostra Repubblica come in un grande carcere, non potendo semplicemente an-dare all’estero, in Occidente. Negli stati cosiddetti socialisti potevamo viaggiare più facilmente. Quello polacco si connotava come il regime comunista più libe-ro, perché la Chiesa cattolica era numerosa e molto forte e i vescovi e i sacerdoti avevano una grande influenza sulla società, così che non si poteva fare una dura oppressione, come invece avveniva da noi. Per questo motivo il nostro regime non vedeva di buon occhio i cattolici che andavano in Polonia, perché temeva-no il “contagio” della libertà polacca. Anche in Germania dell’Est vi era maggio-re libertà, perché durante i primi 10 anni del comunismo esisteva in Berlino la frontiera aperta e i comunisti non poterono porre in essere un’oppressione così dura. Inoltre i credenti più numerosi erano protestanti… Anche in Ungheria il regime non fu così radicale: esistevano, per esempio, le scuole cattoliche e i ve-scovi rimasero nelle loro sedi.

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Il libro rende concreto e dettagliato questo sistema disumano indirizzato con-tro l’uomo, contro la sua dignità, contro la sua libertà. I suoi protagonisti opera-no ancora oggi nella nostra vita politica, il partito comunista fa parte del nostro parlamento. I comunisti non hanno mai chiesto scusa per i crimini che hanno operato.

La storia della Chiesa cattolica dimostra che in ogni persecuzione vi sono per-sonaggi eroici, conosciuti e non, che con il loro coraggio gettano una luce nelle tenebre ed aiutano a guardare con fiducia al futuro.

Spero che questo libro possa dimostrare che il male e l’odio non possono esse-re posti alla base della vita personale e, men che mai, possono costituire le fon-damenta della vita di una società che voglia dirsi umana, ancor prima che civile.

Miloslav card. Vlkarcivescovo emerito di Praga

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Jan Mikrut - Presentazione 13

Jan MikrutLo scontro tra l’ideologia marxista-leninista e la Chiesa cattolica in Europa centro-orientale

Il presente volume è frutto delle ricerche storiche dei professori e studiosi della storia della Chiesa nei paesi europei governati dai politici comunisti sul fondamento dell’ideologia marxista-leninista. Dopo il 1945, il potere comunista cercava con determinazione di ridurre l’influenza della religione nella società, per introdurre la sua atea visione del mondo e realizzare quel concetto di “totai-tarismo” con cui si intende identificare un sistema politico autoritario in cui il ruolo cardine, nello stato, è svolto da un partito unico prevalente. Apparso per la prima volta il 12 maggio 1923 sul quotidiano politico antifascista Il mondo, nell’articolo di Giovanni Amendola titolato “Maggioranza e minoranza”, il ter-mine “totalitarismo” venne assunto sostanzialmente, come proprio, dal potere comunista. A suo avviso, il successo di questo sistema politico sarebbe dipeso dalla interconnessione di tre criteri fondamentali: determinazione delle strut-ture governative, numero dei cattolici presenti e intensità del loro legame con la popolazione. Si trattava degli stessi criteri che avrebbero determinato l’intensità delle persecuzioni nei confronti della religione e specialmente della Chiesa cat-tolica. Le persecuzioni avevano sempre lo stesso fondo ideologico, ma nelle pra-tiche erano differenti nei diversi paesi dell’Europa centro-orientale.

Dopo il 1945 il territorio dell’Europa Centrale entrò nell’orbita della domi-nazione sovietica. Le decisioni, prese durante le Conferenze di Yalta e Potsdam, crearono una nuova divisione di questa parte dell’Europa. La politica sovietica di annessione spezzò l’antica struttura dell’Europa Centrale: la Lituania, la Letto-nia e l’Estonia, nonché i territori orientali della Polonia inglobati all’URSS, per-sero la loro indipendenza; una parte dell’Impero asburgico, la Bucovina e Bes-sarabia, passò sotto l’impero sovietico; fu divisa anche la Germania. Il termine Europa Centrale sparì dalle mappe e dal linguaggio diplomatico e fu sostituito con quello di “Europa centro-orientale”. Per la prima volta sia Praga e Budapest che Lipsia e Berlino vennero a far parte dell’Est. Dal punto di vista geopolitico, dopo il 1945, l’Europa Centrale diventò la parte esterna dell’impero sovietico, contenendo i paesi satelliti dell’URSS: la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria e la Germania Orientale (DDR). Alla “parte interna” dell’URSS furono invece incorporate la Lituania, la Lettonia, l’Estonia, l’Ucraina, la Bielorussia e la Mol-davia. Questa divisione è molto importante riguardo alla politica confessionale, poiché il modo di agire del potere di fronte alle comunità dei credenti era di-verso nella parte interna o in quella esterna dell’impero. Nelle Repubbliche so-vietiche la mancanza di qualsiasi indipendenza politica di queste permetteva ai

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comunisti di applicare soluzioni radicali, rendendo impossibile qualsiasi forma di resistenza.

Infatti, la dimensione della repressione dipendeva dal luogo in cui viveva la comunità cristiana. L’appartenenza alla parte interna dell’impero rendeva im-possibile qualsiasi forma di resistenza e le repressioni erano così violente che lasciavano spazio soltanto a due atteggiamenti: eroica perseveranza e martirio, oppure totale sottomissione o addirittura apostasia. La fede poteva essere con-fessata in modo privato o in clandestinità. Nella parte esterna dell’impero esi-steva, invece, un certo margine spazio per dimostrare la propria indipendenza e anche, talvolta un’efficace resistenza. Il cesaropapismo staliniano presupponeva la superiorità del potere laico su quello ecclesiastico, l’imposizione della visio-ne atea del mondo all’intera popolazione e l’uso strumentale della legge contro la Chiesa. Con forte determinazione quindi si portò avanti il programma della distruzione della religione in Unione Sovietica: qui dopo il 1945 le repressioni, specialmente contro la Chiesa cattolica, furono molto crudeli.

I nuovi paesi annessi al blocco sovietico, finora legati alla cultura occidenta-le, dovettero fare un’inversione di marcia e creare un apparato politico-militare orientato al combattimento dell’influenza religiosa, non solo delle chiese cristia-ne, ma anche, (come ad esempio in Albania) della religione, nonché della tra-dizione musulmana. Questa forma di governo, già ben sperimentata in Unione Sovietica e dopo il 1945 proposta in quasi tutti i paesi del blocco sovietico, ha espresso in Albania, soprattutto nell’ambiente religioso, una forma di particola-re brutalità. La vita religiosa di tutte le comunità religiose, non solo cristiane, fu sottoposta a una dura persecuzione. Il concetto politico di Josef Stalin chiede-va una sottomissione della Chiesa al potere dello stato e utilizzava il potere per obbligare tutti i cittadini all’accettazione del sistema ateo. Questo principio fu perseguito con una particolare crudeltà sui territori dei nuovi stati inseriti nel territorio dell’URSS: Lituania, Lettonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia: la religione fu ancora per un certo periodo tollerata, come un relitto dei tempi vecchi, ma doveva essere eliminata dallo stato moderno e decisamente cancella-ta dalla vita della società.

Un argomento di grande importanza per i comunisti era la liquidazione del-la Chiesa greco-cattolica nell’intera zona sovietica. Per questo compito fu usata consapevolmente una picola parte del clero: quello disposto, dopo le persecu-zioni e le minacce a collaborare con lo stato comunista. Poiché la Chiesa greco-cattolica doveva essere integrata nelle strutture della Chiesa ortodossa, a tal fine i governi comunisti convocarono una serie di pseudosinodi che decretarono tale integrazione. Così, nel 1946 in Ucraina si tenne il sinodo di Leopoli e nel 1949 quello di Mucacevo; in Romania nel 1948 si tenne il sinodo di Cluj e in Cecoslo-vacchia nel 1950, il cosiddetto sinodo di Prešov: la Chiesa ortodossa doveva riu-nire i nuovi popoli nella struttura dello stato sovietico. D’altronde lo stesso com-pito educativo aveva la Chiesa ortodossa nei paesi già dominati dall’ortodossia, come Bulgaria, Romania e Serbia.

La presenza dell’esercito russo non autorizzava di per se ancora i comunisti

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locali ad assumere il potere politico, poiché questi non possedevano ancora un numero alto di consensi che avrebbero permesso loro di vincere legalmente le elezioni e conquistare il potere politico nel paese. La polizia e il potere sovieti-co NKWD lavoravano intensamente a favore dei comunisti e del nuovo sistema dello Stato da loro proposto, creando il terrore e perseguitando tutti i loro avver-sari, non solo politici; ma non potevano, d’altro canto, mostrare palesamente le loro vere aspirazioni. Il confronto aperto con la Chiesa cattolica, per il momento, venne rimandato a tempi futuri.

Ancora differente era la situazione dei paesi che, prima del 1918,avevano fatto parte della Monarchia austro-ungarica, poiché proprio il forte e secolare legame con il potere statale costituiva il dramma della Chiesa in Ungheria e Cecoslovac-chia. L’eredità del sistema giuseppinista, che aveva incluso il cattolicesimo nello spazio dell’ideologia ufficiale dello Stato, ebbe fatali conseguenze nelle condizio-ni dello stato comunista.

L’anno 1948 costituisce un punto di svolta nello sviluppo dei rapporti Chiesa-Stato in Europa: in quell’anno iniziò tra Oriente e Occidente un confronto ideo-logico, tale da provocare un aumento della tensione in tutto il mondo. Il Movi-mento comunista internazionale decise di rompere con la politica di tolleranza verso qualsiasi forma di opposizione politica e di costruire un sistema di totale controllo sulla vita sociale, economica e spirituale delle nazioni: tra le priorità di questo programma situò la lotta contro la Chiesa cattolica. Al Convegno dei partiti comunisti a Szklarska Poręba in Polonia, dal 22 al 27 settembre 1947, il rappresentante russo Ždanov Andriej Aleksándrovič (1896-1948) presentò un piano di eliminazione della Chiesa cattolica in tutti i paesi del blocco sovietico. Il suo progetto si basava sul modello sovietico applicato negli anni venti nell’URSS e consisteva nella distruzione delle gerarchie e poi dei più eminenti tra sacerdoti e laici. Nella prima fase dovevano essere arrestati i vescovi, eliminando così la guida della Chiesa, e si dovevano isolare le persone apprezzate dai credenti. Allo stesso tempo, bisognava creare gruppi dei laici collaborazionisti, fedeli al regime e avversari della gerarchia.

Nei paesi dove i governi avevano collaborato con il Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, come Bulgaria, Croazia, Slovacchia, Ungheria e Ro-mania, le persecuzioni della Chiesa iniziarono subito dopo la fine della guerra, già nel 1945, con la pretesa di combattere un comune nemico ostile all’intero popolo: infatti, la Chiesa cattolica era tra gli avversari e gli oppositori presenti in gran parte dei paesi occupati dall’Unione Sovietica, c’era anche la Chiesa cat-tolica. Qui dobbiamo ricordare la Chiesa cattolica in Croazia, che vide la morte di centinaia di sacerdoti, religiosi e suore. Proprio in Croazia fu organizzato dai comunisti jugoslavi già nel 1946 il primo processo contro l’arcivescovo di Zaga-bria, Alojzije Stepinac (1898-1960) da parte dei comunisti jugoslavi, i quali pro-varono a distaccare la Chiesa croata da Roma per creare una Chiesa nazionale; ma la coraggiosa risposta dei vescovi non lasciò loro alcun dubbio. Il potere, or-ganizzato dal capo del partito comunista, Josip Bros Tito, cercava di combattere la Chiesa cattolica arrestando i sacerdoti e vietando la libertà di culto, e usò lo

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stesso metodo anche per tutti gli altri popoli dello stato jugoslavo, dove la chiesa cattolica era in minoranza. Dopo la seconda guerra mondiale, vescovi, sacerdoti e fedeli subirono una dura repressione: lo Stato ridusse la libertà di culto e proibì ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale. Alla fine della guerra, dopo la fuga di Ante Pavelič e del suo governo, l’arcivescovo Stepinac rimase a Zagabria, al suo posto. Josip Broz Tito cercò di convincerlo a staccarsi da Roma e a fondare una Chiesa indipendente dalla Santa Sede, ma senza successo. Dopo il rifiuto dell’arcivescovo della collaborazione, la persecuzione alle strutture della Chiesa e alla vita di sacerdoti e religiosi fece ancora più dura: nella lettera pastorale dei vescovi cattolici jugoslavi, del 21 settembre 1945, si riferiva che 243 sacerdoti erano stati uccisi, 89 erano scomparsi (allora si sospettava, però, che anch’essi fossero stati uccisi) e che un gruppo di 169 si trovava in prigione. Il potere decise di organizzare un processo farsa contro l’arcivescovo Stepinac, con l’accusa as-surda di aver collaborato con il regime di Ante Pavelič. L’11 ottobre 1946 mons. Stepinac fu condannato a 16 anni di lavori forzati, nel 1951 venne trasferito dalla prigione di Lepoglava al domicilio forzato presso Krasič. Era agli arresti domi-ciliari quando, il 12 gennaio 1953, Pio XII lo nominò cardinale; mori il 10 feb-braio 1960 a Krašić e fu sepolto nella cattedrale di Zagabria. Il 3 ottobre 1998 fu beatificato da papa Giovanni Paolo II a Marija Bistrica.

In Slovenia alla fine della guerra circa 300 sacerdoti e religiosi sloveni furono espulsi dalla patria. Alcuni furono giustiziati senza un processo, altri vennero condannati dai tribunali popolari spesso senza alcun motivo valido, a lunghi anni di prigione. Negli anni 1945-1961 subirono condanne senza alcun proces-so 425 sacerdoti, di cui: 339 avrebbero subito persecuzioni in prigione e 9, dopo i processi-farsa furono condannati a morte. Lo Stato aveva ridotto totalmente la libertà di culto e proibito ogni attività fuori dalla chiesa parrocchiale, né manca-vano occasioni per mettere sotto pressione i ripresentanti della Chiesa, presen-tando il cristianesimo come una religione priva di alcuna conferma scientifica. Nella scuola, l’ideologia atea faceva pressione sugli allievi, convincendoli che l’insegnamento cattolico non poteva competere con l’illuminismo sostenuto dai comunisti e inducendoli a studiare la storia dell’umanità come una lotta contro l’influenza negativa della Chiesa cattolica. La polizia sottoponeva a controllo le attività del vescovo e del clero e la corrispondenza era censurata.

I comunisti fondano l’Associazione Sacerdotale San Cirillo e Metodio (CMD), organizzata poi in tutti i paesi governati dai comunistai, i sacerdoti che collabo-ravano con il governo intendevano meglio controllare il clero tutto, che veniva così distinto in due gruppi: quello patriottico e quello anarchico.

La Chiesa ortodossa in Bulgaria, Romania e Serbia, similmente alla Chiesa cattolica, dovette subire varie persecuzioni e dimostrare la sua disponibilità a trovare un modo adeguato per sostenere il nuovo sistema statale. Tuttavia le persecuzioni contro di essa non furono così massicce, per il fatto che la Chiesa ortodossa non aveva un carattere internazionale come la Chiesa cattolica, la cui “sede centrale” si trovava fuori dai confini nazionali.

L’ateismo, in questo progetto, doveva svolgere due funzioni: essere collante

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ideologico di tutti i partiti comunisti del blocco ed elemento di soggiogamento, di neutra, estranea dominazione, contraria alle tradizioni e specificità nazionali. Così esso diventò la nuova religione comunista e, allo stesso tempo, uno stru-mento di unificazione delle proprie file e di soggiogamento degli esterni. L’unico ostacolo rimaneva la Chiesa cattolica, perciò i comunisti erano pronti ad appli-care tutti i mezzi, compresa la violenta persecuzione, per annientarla.

Più tragica fu la persecuzione della Chiesa verificatasi in Albania, dove il go-verno aveva dichiarato, nella stessa Costituzione, l’ateismo come uno dei fon-damenti dello Stato. Nonostante l’Albania non fosse stata liberata dall’esercito sovietico, i comunisti molto presto sottomisero l’intera nazione al terrore comu-nista. Il regime perseguì l’abolizione di tutto ciò che avesse a che fare con qualsi-asi religione. Tutte le comunità religiose, i cristiani e i musulmani non poterono più dimostrare alcun legame religioso con la loro secolare tradizione. Tutti gli oggetti del culto furono soppressi, distrutti o dedicati ad altro scopo, per l’ utilità culturale ed economica a favore dello Stato. In Albania fu attuato la più feroce persecuzione di tutti i regimi comunisti dell’Europa centro-orientale.

In Bulgaria la maggioranza della popolazione era da secoli legata alla Chiesa ortodossa; i cattolici costituivano solo una piccola minoranza e tra di loro vi era-no diversi stranieri. Vessazioni di vario tipo non mancarono ai sacerdoti: alcuni finirono in prigione, altri sparirono, tutti furono avvolti in una rete stringente di spionaggio. Gli attacchi contro la Chiesa e il papato erano frequenti e le forme d’avversione contro la Chiesa ed i sacerdoti andarono moltiplicandosi. Il 16 lu-glio 1952 fu arrestato il vescovo di Nicopoli, il passionista Eugenio Bossilkov, e il 3 ottobre 1952 fu condannato a morte insieme a 3 sacerdoti religiosi assunzio-nisti: condanne eseguite nel novembre 1952.

Sulla parte orientale della Germania, la DDR, i comunisti tedeschi estesero lo stato ideologico, cercando di diffondere gli ideali sovietici. In tale territorio la maggioranza dei cittadini aderiva alla Chiesa evangelica e la comunità cattolica formava una minoranza in diaspora. Importante, per i comunisti tedeschi, era l’esistenza di un altro stato tedesco, la BRD, nei confronti del quale la DDR cer-cava di non apparire come stato totalitario, anche se i cattolici della DDR non avevano la stessa libertà di culto di quelli della BRD. Una particolare attenzione si prestava all’educazione ideologica della gioventù, anche tramite il program-ma Jugendweihe: cerimonia laica di nomina del “cittadino”, che voleva essere un sostitutivo della Confermazione protestante e della Cresima cattolica. In teoria la cerimonia era libera, in pratica si faceva pressione sui genitori affinché obbli-gassero i loro figli alla partecipazione. Il momento critico fu senza dubbio, nel 1961, la costruzione del muro di Berlino, che, impedendo la possibilità di con-tatto tra DDR e BRD, rese particolarmente difficile la situazione della città. Sol-tanto molti anni più tardi, nel 1989, vi fu un’ampia e risolutiva mobilitazione a questo riguardo. In quell’estate, i cittadini della DDR occuparono in diversi pa-esi le ambasciate della BRD richiedendo il permesso di recarsi in BRD, mentre l’11 settembre un gruppo di cittadini della DDR partì da Budapest per la BRD, attraverso l’Austria. Il punto culminante di questa pacifica rivoluzione avven-

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ne il 9 novembre, quando il muro di Berlino venne finalmente fatto crollare. Nei cambiamenti politici dell’anno 1989 i cristiani svolsero un ruolo importan-te: per la comunità cattolica questo evento costituì una grande sfida. Il vescovo di Magdeburgo, Johannes Braun, in una lettera pastorale, esprimendo critiche nei confronti del regime, invitò i fedeli a prendere parte attiva negli avvenimenti politici, anche con preghiere e discussioni nelle parrocchie. Con coraggio, egli invitò i cattolici a collaborare con i protestanti, per dare un contributo positivo alla discussione sul futuro dello Stato. Il 20 settembre 1990 venne ratificato il Trattato di Unificazione tra la BRD e la DDR e, quindi, decretata l’unificazione della Germania.

Lo stato cecoslovacco si trovava nella zona sovietica, ma la situazione della Chiesa nei primi anni dopo la guerra non era così tragica come altrove. Grazie alla forte posizione del partito Popolare di don Jan Šramek i comunisti non eb-bero molte possibilità di combattere contro la Chiesa. Anche in Vaticano si spe-rava che il potere avrebbe fatto un’eccezione ed avrebbe accettato, almeno per qualche anno, l’attuale situazione politica. A Praga, nello storico Borgo Reale, come prima della guerra, il Presidente dello stato era lo stesso politico, Edvard Beneš (1884-1948) che, perseguendo una politica di amicizia con l’URSS e col-laborando con i comunisti, cercava di fare del suo paese un ponte tra Oriente ed Occidente; il colpo di stato organizzato dai comunisti nel 1948 portò alla fine del suo progetto politico. Edvard Beneš non volle firmare la nuova Costituzione e si dimise dal suo incarico di Presidente il 7 giugno 1948; morì poco tempo dopo, il 3 settembre 1948. Dall’inizio del 1949 in Cechia si fecero attivi i gruppi dei preti progressisti, riuniti attorno a don Josef Plojhar (1902-1981), fondatore del Movimento dei preti per la pace. Senza badare ai numerosi ammonimenti della gerarchia cattolica, i preti collaborazionisti cercavano di impossessarsi degli enti ecclesiastici. In risposta a tali comportamenti, l’arcivescovo Josef Beran condan-nò il movimento e sospese Josef Plojhar. Il governo diede il via alle repressioni, nel giugno del 1949 fu arrestato l’arcivescovo Beran e presto si trovarono in pri-gione quasi tutti i vescovi. Alle sedi vacanti furono eletti Vicari capitolari indica-ti dai governanti e tenuti sotto il loro controllo. Le autorità mandarono ad ogni curia vescovile del paese, dei plenipotenziari speciali, i quali gestivano gli affari ecclesiastici nelle diocesi e controllavano la Chiesa.

Drammatiche erano, in Cecoslovacchia, le condizioni delle congregazioni re-ligiose. Nell’aprile del 1950 furono brutalmente sequestrati dalla polizia segreta e dall’esercito tutti i conventi maschili; nell’agosto, un’operazione simile si realiz-zò nei confronti delle congregazioni femminili. Dopo queste azioni, i religiosi, se fedeli alla vocazione, rimanevano nei campi d’internamento, altrimenti do-vevano tornare alla vita laica. La fase più dura delle repressioni antireligiose finì nell’anno 1952, ma la Chiesa era frantumata e dominata dalla polizia segreta, la quale agiva in collaborazione con i sacerdoti organizzati nelle associazioni go-vernative. Alcuni sacerdoti che non vollero collaborare furono rinchiusi nelle prigioni e, dopo la liberazione, non ricevettero dalle autorità civili il permesso per riprendere l’attività pastorale. Negli anni sessanta fu liberata la maggioranza

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dei vescovi, ma senza possibilità di esercitare il proprio ministero: alcuni di loro furono costretti a lavorare fisicamente come operai nelle fabbriche, altri a vivere da sorvegliati nelle case per anziani.

Sulla situazione in Slovacchia influirono gli anni della seconda guerra mon-diale. I comunisti slovacchi combattevano la Chiesa perché un sacerdote cat-tolico, Josef Tiso, era Presidente della Repubblica Slovacca (1939-1945). Fu so-prattutto questo fatto a causare, dopo la guerra, una violenta reazione contro la Chiesa. Anche se, con l’avvento del comunismo, Josef Tiso fu condannato a morte e impiccato il 18 aprile 1947, per i comunisti, comunque, l’episcopato slovacco costituiva un nemico acerrimo. Nel 1950 furono arrestati i vescovi Ján Vojtaššák (1877-1965) e Michal Buzalka (1885-1961); nel 1954 le autorità in-ternarono il vescovo Eduard Nécsey (1892-1968) di Nitra e il vescovo Róbert Pobožný di Rožňava (1890-1972). Restarono in libertà soltanto i vescovi duttili al governo: Ambròz Lazík e Josef Čarsky.

In tale situazione, la Chiesa greco-cattolica in Slovacchia fu distrutta ed il 28 aprile 1950 i fedeli greco-cattolici furono costretti ad unirsi alla comunità della Chiesa ortodossa. Tuttavia due vescovi, Pavol Gojdič e Vasiľ Hopko, e numerosi sacerdoti e religiosi furono arrestati e condannati al carcere. Gli altri riconobbe-ro soltanto formalmente l’atto di unione alla Chiesa ortodossa. Dopo la prima-vera di Praga nel 1968, la Chiesa greco-cattolica in Cecoslovacchia fu di nuovo riconosciuta dal governo, ma senza ricevere indietro le proprietà legate al culto e poter svolgere liberamente le sue attività.

In Polonia, nel periodo1945-1948 i comunisti non dimostravano apertamen-te le vere intenzioni politiche, ma dopo le prime elezioni politiche avvenute nel 1947, da essi manipolate in modo che l’alleanza dei partiti di sinistra ricevesse ufficialmente l’80,1 % dei voti in parlamento, la situazione della Chiesa peggio-rò. Numerosi sacerdoti furono arrestati e condotti in prigioni e campi di lavo-ro, senza una valida e convincente accusa. La ragione di questo “ritardo” nel-le persecuzioni va ricercata nell’atteggiamento del nuovo Primate di Polonia, l’arcivescovo Stefan Wyszyński, che nel 1948 sostituì il defunto cardinale Au-gust Hlond. Già nel 1949 egli iniziò con il governo delle trattative, concluse il 14 aprile 1950 con un accordo, che, però, le autorità non rispettarono. Diffici-le era la situazione nei territori occidentali e settentrionali dove, a causa dello spostamento delle frontiere, le strutture della Chiesa erano deboli. Le autorità non riconobbero gli Amministratori apostolici nominati nel 1945 per Danzica, Olsztyn, Wrocław, Gorzów Wielkopolski e Opole e questi, dopo il 1951, furono costretti ad abbandonare le loro sedi. Al loro posto furono eletti vicari capitolari graditi al potere politico e da questo controllati. Nel 1951 fu arrestato il vesco-vo Czesław Kaczmarek di Kielce e internato l’arcivescovo Eugeniusz Baziak, ex-metropolita di Leopoli, che dopo il 1945 era stato Amministratore apostolico a Cracovia. Nel novembre 1952 venne espulso dalla sua diocesi il vescovo di Ka-towice, Stanislaw Adamski, insieme ai suoi suffraganei Juliusz Bieniek e Herbert Bednorz. Il conflitto raggiunse il suo apice nel febbraio 1953, quando il Consi-glio di stato emanò il decreto sulle nomine alle cariche ecclesiastiche. Il Primate

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Wyszyński rispose con il suo famoso Non possumus, per il quale fu imprigionato il 26 settembre 1953. Poco dopo, fu arrestato e sottoposto ad atroci torture fisi-che e psichiche il vescovo Antoni Baraniak, suffraganeo di Gniezno. Fino al 1953 in Polonia furono arrestati o dovettero lasciare le loro diocesi 12 vescovi, 4 sa-cerdoti furono condannati dai tribunali e fucilati, 37 sacerdoti uccisi senza una condanna, 260 furono dichiarati come scomparsi, 350 furono spostati in altre parti del paese, 1.000 arrestati, 1.200 dovettero lasciare le parrocchie. I grandi protagonisti della Chiesa in quel periodo furono i cardinali Stefan Wyszyński a Varsavia e il cardinale Karol Józef Wojtyła a Cracovia. L’apparato dello stato, messo in movimento per controllare e frenare le attività della Chiesa, si mostra-va veramente impressionante.

La politica ecclesiastica dei comunisti in Romania fu, sin dall’immediato do-poguerra, molto dura. In prima fila, contro la Chiesa cattolica, si schierarono gli ortodossi, allineati con i sovietici secondo il modello ucraino. L’obiettivo imme-diato della persecuzione divenne, pertanto, la Chiesa greco-cattolica, che in quel periodo contava oltre un milione e mezzo di fedeli. Numerosi vescovi e sacerdoti subirono il carcere e furono poi esiliati. Tra di loro c’erano i vescovi Iuliu Hos-su (1885-1973) e Alexandru Todea (1912-2002). In Transilvania, sul modello sovietico, venne distrutta la Chiesa greco-cattolica. Il primo dicembre 1948, il governo diede inizio alla persecuzione di quanti non accettavano la fusione con gli ortodossi. Quel compromesso con la politica persecutoria dello stato contro i greco-cattolici fu senz’altro uno dei periodi più bui della Chiesa ortodossa ro-mena.

In Ungheria, assunsero il potere politico i comunisti ungheresi, già preparati a Mosca. Nel 1948 fu fatta la separazione fra stato e Chiesa. Il partito desiderava diffondere l’ideologia materialista fra i giovani e la classe operaia. Pio XII no-minò, il 15 settembre 1945, mons. Jòzsef Mindszenty come nuovo arcivescovo di Esztergom. Nelle trattative con i comunisti, Mindszenty si dimostrò fermo nelle sue posizioni, difendendo le prerogative della Chiesa. I comunisti spera-vano di riuscire a farlo spostare dall’Ungheria, con l’aiuto del Vaticano. Poiché questi tentativi fallirono, l’arcivescovo Mindszenty fu arrestato a Esztergom il 26 dicembre 1948 con l’accusa di crimini contro la Repubblica, alto tradimento, spionaggio e traffico di valuta. Dopo un breve processo-farsa davanti al tribuna-le popolare, egli fu condannato all’ergastolo l’8 febbraio 1949. Per quattro anni visse in totale isolamento, dal 1955 fu tenuto agli arresti domiciliari e venne poi liberato nel 1956 durante la rivoluzione, anche se questa fu soffocata nel san-gue, poiché il 4 novembre 1956 le divisioni sovietiche cominciarono l’assedio di Budapest e degli altri luoghi di resistenza. Fu allora che mons. Mindszenty fu costretto a chiedere asilo all’ambasciata americana. Migliaia di persone furono uccise nella battaglia per le strade di Budapest, molte furono arrestate e condan-nate a morte, tante altre emigrarono all’estero. Sotto gli auspici dei sovietici, fu costituito il governo di János Kádár. Il 16 settembre 1964 tra Ungheria e Santa Sede fu stipulato un accordo che non può essere considerato propriamente un successo della diplomazia vaticana. La posizione dei cattolici cambiò poco, an-

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che se alcune diocesi ricevettero i propri vescovi. I comunisti reclamavano la ri-mozione da Budapest del cardinal Mindszenty, a cui solo dopo le trattative tra governo e Vaticano, nel 1971, fu consentito di recarsi a Vienna. Il governo sa-peva che, per gli ungheresi, Jòzsef Mindszenty era il simbolo dell’indipendenza del paese, capace anche di criticare severamente le trattative del governo con la Santa Sede, allora rappresentata da mons. Agostino Casaroli. Per la Santa Sede l’accordo con il regime aveva un certo valore, perché costituiva il primo esempio della pacifica risoluzione, anche se parziale, del conflitto Chiesa-stato nel blocco sovietico.

Sul territorio dell’Unione Sovietica, il potere politico introdusse, con determi-nazione ancora maggiore, la sua politica anticristiana, già dopo la Rivoluzione del 1917. A quell’epoca, in russia vivevano circa 2 milioni di cattolici con circa 1.000 sacerdoti e 6.400 chiese, 2 seminari ed una facoltà teologica. Perseguita-ti come la minoranza straniera, per la maggior parte i cattolico-romani erano cittadini di origine polacca, da secoli presenti nella parte occidentale vicina ai confini con la Polonia. Nel periodo 1917-1939 i cattolici dovettero subire varie sofferenze sia per motivi politici che religiosi. Anche in questi territori, le perse-cuzioni da parte dei sovietici avvennero in vari modi e, in particolare, oltre alla prigione, la popolazione cattolica fu costretta a sopportare la deportazione in Si-beria e in Kazakhstan, dove fu obbligata a una vita di diaspora tra numerosi altri popoli. Nel 1940 rimanevano sul territorio dell’Unione Sovietica solo 2 chiese ancora aperte, scampate alla distruzione, di proprietà dell’ambasciata francese, e soltanto 2 sacerdoti.

L’inizio della seconda guerra mondiale spostò, per un breve periodo, i confini dello stato sovietico sui territori dei nuovi stati. In URSS furono inglobate le Re-pubbliche baltiche (Estonia, Lettonia, Lituania), la parte orientale della Cecoslo-vacchia (Rutenia subcarpatica) e della Romania (Bessarabia e Bucovina), non-ché i territori orientali della Polonia. Con la fine della guerra, nel 1945, i sovietici rientrarono, ponendo queste nazionalità sotto la consueta pressione e iniziando di nuovo le persecuzioni nei confronti della Chiesa. In questi nuovi stati intro-dotti in Unione Sovietica, la Chiesa cattolica era da secoli molto legata alla storia nazionale. In modo particolare la Lituania, che per secoli aveva vissuto una sto-ria simile a quella polacca, con una forte presenza della religione nella società. Nonostante le persecuzioni, la comunità cattolica poteva, in forma molto ridot-ta, svolgere le sue tradizionali attività. Ma, anche qui, la diffusione dell’ideologia atea diventò un progetto essenziale del potere comunista nella costruzione della nuova società, secondo i principi ideologici.

In Lettonia, come in Estonia, il numero dei cattolici era esiguo e per questo motivo i comunisti poterono più liberalmente agire nelle scuole, nelle universi-tà, negli uffici e realizzare la nuova società ad andamento ateo. Anche i cattolici Lettoni dimostrarono grande coraggio e, nonostante le persecuzioni, insieme con i protestanti diedero una convincente testimonianza della presenza cristia-na. Un centro di vita religiosa si trovava nella capitale, a Riga, dove i comunisti permisero il funzionamento del seminario maggiore, che consentiva la prepara-

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zione dei nuovi sacerdoti per l’Unione Sovietica. Un altro seminario si trovava a Kaunas, dove studiavano i seminaristi per la Chiesa Lituana. Nella campagna, le piccole comunità cattoliche, in diaspora tra le comunità della Chiesa ortodossa e le comunità protestanti, cercarono le possibilità di organizzare almeno alcune tradizionali manifestazioni del culto religioso.

L’Estonia, che ottenne la sua indipendenza nel 1918, apparteneva alla rus-sia zarista. Nel 1924 papa Pio XI creò lì un’Amministrazione apostolica di circa 2.000 fedeli, molti di origine polacca. Il numero dei cattolici crebbe negli anni ’30, a seguito dell’emigrazione dalla Polonia. Nelle parrocchie lavoravano sacer-doti tedeschi (gesuiti e cappuccini) e polacchi e circa 20 suore di 3 congrega-zioni. Nel 1939, nel paese si trovavano 157.000 fedeli ortodossi, 153 luterani, 104.000 battisti e 10.000 cattolici. Nel periodo considerato, i cattolici costituiva-no circa lo 0,4% della popolazione del paese, mentre la maggior parte della so-cietà era indifferente alla religione.

Le Chiesa cattolica di rito latino in Ucraina, dopo il 1945, visse una situazione drammatica. Le decisioni stabilite alla Conferenza di Yalta nel 1945 permisero all’Unione Sovietica di spostare le sue frontiere a ovest, alterando profondamen-te la storica divisione dell’influenza delle forze politiche così come si era deter-minata dopo la prima guerra mondiale. Persero la sovranità politica Stati come Lituania, Lettonia, Estonia ed una grande percentuale dello storico territorio della stato polacco, comprendente una parte di Lituania, Bielorussia e Ucraina, forzatamente aggregato, nel 1945, all’Unione Sovietica. Nella zona della domina-zione sovietica, furono unificati i territori del vecchio impero austro-ungarico: l’Ungheria e la Bucovina, un territorio oggi diviso tra Romania ed Ucraina, che fa parte della storica regione geografica della Moldavia, e la Bessarabia, attual-mente suddivisa tra la Moldavia e l’Ucraina. I paesi membri dell’URSS non ave-vano alcuna possibilità di resistere alla politica dello stato sovietico, e anche i cristiani, come già dicevamo, potevano solamente giungere al martirio, o ad un atto di apostasia.

La Chiesa greco-cattolica più numerosa vive in Ucraina, con circa 7 milioni di credenti, ma comunità minori esistono in Polonia, Romania, Slovacchia, Ser-bia, Ungheria e piccole minoranze anche in altri paesi. Essa fu combattuta sia dai comunisti sia anche dalla Chiesa ortodossa che, dopo la dichiarazione di il-legalità della Chiesa greco-cattolica nel 1945, ricevette, di questa, in affidamento dallo stato, tutte le proprietà materiali, le chiese, le canoniche e le altre strutture ecclesiastiche. A Leopoli, nel 1946 si tenne uno pseudo sinodo per la liquidazio-ne della Chiesa: l’illegalità dell’evento, organizzato dalla polizia segreta insieme con un gruppo del clero pronto a collaborare con lo Stato, era più che evidente. All’apertura del sinodo non partecipò alcuno dei dirigenti della Chiesa; tutto l’e-piscopato greco-cattolico era stato arrestato. L’Arcivescovo Josyp Ivanovyč Slipyj divenne capo della Chiesa il 1° novembre 1944, ma nel 1945 ebbe inizio il suo arresto nella lontanissima Siberia. Il destino di vescovi, sacerdoti e religiosi fu contrassegnato da prigionie, dall’isolamento nei campi di lavoro, lontani dalle loro comunità religiose. Il 9 febbraio 1963 l’arcivescovo Slipyj fu liberato dopo

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18 anni di prigione e, come persona non grata, fu espulso dall’URSS. Giovanni XXIII chiamò mons. Slipyj a Roma per partecipare al Concilio vaticano II. Paolo VI lo nominò cardinale in pectore fin dal 1960. A Roma parlava delle tragiche persecuzioni dei cattolici in Unione Sovietica diventando, così, un personaggio difficile anche per il papato.

Le persecuzioni che la Chiesa subì negli anni 40/50, in Europa dominata dal potere sovietico, distrussero tante delle sue strutture fondamentali, ma non ri-uscirono a sradicare la religione dalla coscienza popolare. Fallì il tentativo di creare un’alleanza atea nel cuore dell’Europa cristiana. Le azioni contro la Chie-sa avevano il carattere di una campagna politica, legata a contingenti problemi interni e l’efficienza di quelle azioni dipendeva dalla determinazione dell’élite comunista nella lotta contro la religione, dalla resistenza sociale e infine dal-la posizione che la Chiesa occupava dentro ciascuna nazione. Dopo il 1956, si formò definitivamente un modello di rapporti Chiesa-stato, un modello totali-tario, tendente verso il pieno controllo della vita ecclesiale. Presupponeva anche l’ateizzazione forzata di larghe fasce sociali e le repressioni contro i dissidenti.

Si possono individuare due modi di agire dei comunisti nei confronti della Chiesa. Il primo si formò negli anni cinquanta e rimase in vigore fino agli anni ottanta in Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria. Consisteva principalmente nel-la liquidazione delle gerarchie, limitazione dei contatti con la Santa Sede, stretta sorveglianza di ogni forma di attività pastorale, divieto di associarsi per i laici. In questa situazione, aumentavano le strutture illegali riunite intorno a vescovi e sa-cerdoti ordinati clandestinamente. L’altro modello, in diverse varianti, lo trovia-mo in Ungheria, Jugoslavia e DDR. Si caratterizzava per una più ampia tolleran-za verso la Chiesa. Le autorità di questi paesi ammettevano l’esistenza della ge-rarchia, delle strutture ecclesiastiche e non impedivano contatti con il Vaticano. Creavano, invece, numerosi ostacoli di carattere amministrativo, specialmente per l’educazione religiosa e l’attività sociale della Chiesa. Il caso della Polonia non rientra in nessuna di queste categorie e le ragioni sono diverse, non ultima il fatto che la fase più dura della persecuzione staliniana in Polonia fu molto breve.

Un grazie del tutto particolare intendo rivolgerlo a Sua Eminenza Reverendis-sima cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga, per aver mostrato in-teresse al tema della nostra pubblicazione e per la prefazione da lui redatta. Per-sonalmente sono molto grato per tutti i suoi suggerimenti, specialmente nell’ul-tima fase della stesura del testo. Il cardinale Miloslav Vlk non è solo un esperto della storia contemporanea in Europa Centro-Orientale, ma è, soprattutto, un testimone oculare della battaglia ideologica svolta dal regime comunista contro la Chiesa cattolica. La sua testimonianza è quella di un sacerdote che, dopo la perdita della licenza statale per l’attività pastorale, lavorò come operaio a Praga. Il 14 febbraio 1990 fu nominato vescovo della diocesi di České Budějovice e solo pochi mesi dopo, il 27 marzo 1991, arcivescovo di Praga e Primate di Boemia, come successore del cardinale František Tomášek. È stato presidente della Con-ferenza Episcopale della Repubblica Ceca dal 1992 al 2000 ed i vescovi europei lo hanno eletto presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa,

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incarico svolto dal 1993 al 2001. Nel Concistoro del 26 novembre 1994 papa Giovanni Paolo II lo elevò al rango di cardinale. Quale Arcivescovo di Praga, ha cercato con determinazione di creare nuove forme di pastorale nella società post-comunista: la Chiesa cattolica doveva nuovamente prendere il contatto con la società, politicamente libera, ma vessata dalle azioni repressive svolte dal go-verno di Praga. L’incarico di Miloslav Vlk a Praga terminò il 13 febbraio 2010, quando papa Benedetto XVI ne accettò le dimissioni per raggiunti limiti d’età e nominò suo successore il padre domenicano Dominik Duka.

Di tutto il cuore, esprimo la mia gratitudine agli autori dei contributi di que-sto libro. Le loro ricerche svolte negli anni, spesso in condizioni molto difficili, in diversi archivi statali ed ecclesiastici, vengono qui presentate come un im-portante contributo per la storia europea dopo il crollo del sistema comunista. Al progetto hanno collaborato più di 50 studiosi, provenienti da diversi paesi, sicché ciascuno può essere considerato non solo autore dell’articolo, ma anche e soprattutto testimone degli eventi che ha raccontato. Trattandosi di storici, il lavoro è basato su una seria ricerca archivistica e documentale. Gli autori sono in gran parte o professori universitari o docenti presso i seminari delle loro dio-cesi. I contributi sono stati scritti nelle diverse lingue degli autori e tradotti in italiano, che da molti anni è diventata la lingua più parlata nella Chiesa, man mano che si è dimenticato il latino. In tal modo, si spera di dare all’opera una più ampia diffusione.

Nei diversi articoli sono presentati molti personaggi che, a ragione della loro fede, vennero perseguitati, imprigionati e uccisi. Molti di loro, grazie alla sensi-bilità e all’attenzione di Giovanni Paolo II, sono stati riconosciuti come martiri dalla Chiesa e per molti altri il cammino verso la beatificazione è ancora in cor-so. Infatti, è grazie all’esperienza vissuta in prima persona dall’uomo e sacerdote Karol Wojtyła, ancor prima di essere papa, figlio della terra polacca, che que-sti martiri dei tempi moderni sono stati conosciuti dal mondo intero, facendo emergere le brutalità del regime comunista. Giovanni Paolo II, un papa polacco, ha avuto personalmente una grande importanza nello storico crollo del comu-nismo. La sua esperienza e sensibilità politica, il grande coraggio e la conoscen-za personale delle debolezze ideologiche ebbero grande successo nelle relazioni con i paesi governati dai governi comunisti.

Vorrei infine ringraziare tutti i collaboratori, gli autori, i traduttori e i revisori dei testi, in particolar modo la Prof.ssa Maria Franca Ventura Croppo, la Prof.ssa Pasqualina Tuscano, Giovanna Brizi, Paolo Zulianello e Giulio Cargnello per le impegnative revisioni linguistiche e i preziosi suggerimenti. Un riconoscimento a parte va a Paweł Wójcik SVD, per l’ultima attenta rilettura delle bozze.

Alcuni testi scritti in lingua originale sono stati tradotti in lingua italiana da Paweł Wójcik SVD, Michał Brywczyński, Paweł Rokicki, Jerim Bogdanić Pi-schedda, Igor Sumic OFM.Conv.: a loro un grande riconoscimento per il pre-zioso lavoro.

Un grazie speciale a don John Alexander Avellaneda Torres, per la prepara-zione del complesso indice onomastico e toponomastico: un lavoro particolar-

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mente importante e difficile in un’opera “multilingue”, nata dalla penna di venti diversi autori.

Il progetto editoriale si compone di altri due volumi, oltre a questo, che ana-lizzano la raffinata e multiforme battaglia dei comunisti contro la religione in ge-nerale e, in modo particolare, contro la Chiesa cattolica in Europa centro-orien-tale e in Unione Sovietica e che vedranno la luce ancora in quest’anno.

In particolare, il secondo volume sarà dedicato alle testimonianze dei cristiani in Europa centro-orientale, mentre il terzo tratterà interamente della storia della Chiesa cattolica sul territorio dell’Unione Sovietica.

Spero che con la nostra pubblicazione potremo ricordare alla società di oggi le brutalità di un regime che solo 25 anni fa dominava una parte dell’Europa e gli esempi luminosi di coloro che a quelle brutalità si sono opposti, spesso a costo della vita, in nome di Cristo.

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Indice dei collaboratori 763

Indice dei collaboratori

Cascone Antonio nato nel 1976 in Italia. Ha conseguito nel 2001 il Baccellie-rato in Teologia presso l’Istituto Teologico Ibleo “S. Giovanni Battista” in Ragu-sa e nel 2014, a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, la licenza in storia della Chiesa. Insegna storia della Chiesa presso l’Istituto Teologico Ibleo “S. Giovanni Battista” in Ragusa e parroco presso la parrocchia S. Giuseppe in Vittoria.

Ciobanu Petru nato nel 1982 in Repubblica Moldava. È sacerdote della dio-cesi di Chisinău. Dopo gli studi di storia presso l’Università di Stato di Molda-via, ha seguito gli studi teologici nell’Istituto Teologico romano-cattolico di Iasi (Romania). Le sue aree di ricerca sono diverse: a partire dallo studio delle ere-sie gnostiche antiche, alla storia del medioevo, alla storia contemporanea della Chiesa cattolica in Romania e in Repubblica Moldava.

Dzwonkowski Roman SAC nato 1930 in Polonia. Ha studiato in Polonia (Lu-blino) e in Francia (Parigi). È professore emerito dell’Università Cattolica di Lu-blino, sociologo e storico ed è autore di pubblicazioni nel campo della storia del-la Chiesa cattolica in Unione Sovietica e nei paesi formati dopo la dissoluzione dell’URSS.

Griesser-Pečar Tamara nata nel 1947 in Slovenia. Ha conseguito i suoi titoli accademici presso il Collegio Americano in Parigi e l’Università di Vienna. Dot-toressa in filosofia, in storia e inglese, è docente presso la Facoltà di Lettere e Fi-losofia in Maribor, ove tiene corsi di storia moderna e contemporanea. È docen-te presso la Facoltà di Studi Sociali Avanzati in Nova Gorica, ove tiene un corso di storia slovena nel ventesimo secolo e vanta la sua partecipazione al program-ma del Centro Studi per la riconciliazione nazionale in Lubiana “La violenza del totalitarismo comunista in Slovenia 1941-1990”.

Krišto Jure nato nel 1943 in Croazia. Ha studiato in Croazia, Canada e negli Stati Uniti. Nel 1978 ha ottenuto il suo primo titolo di dottorato presso l’Univer-sità di Notre Dame. Dopo un decennio di insegnamento, è tornato in Croazia, dove, nel 1993, ha conseguito un dottorato in storia presso l’Università di Zaga-bria. Presso l’Istituto di Storia a Zagabria, si ritirò come professore emerito.

Mikrut Jan nato nel 1960 in Polonia è sacerdote dell’archidiocesi di Vienna (Austria). Ha conseguito i suoi titoli accademici in diverse università europee: Vienna, Cracovia, Roma. Dottore in teologia, in scienze umanistiche e in storia della Chiesa, è professore straordinario presso la Facoltà di Storia e Beni Cultu-rali della Chiesa della PUG, ove tiene diversi corsi inerenti alla storia della Chie-sa e alle materie storico-agiografiche. È professore presso la Facoltà di Teologia

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della stessa università, dove tiene il corso di storia della Chiesa.

Mwaniki Joseph Ritho IMC nato nel 1982 in Kenya. Ha conseguito il baccel-lierato in Teologia presso l’Università Urbaniana e nel 2014, a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, la licenza in Storia della Chiesa. Insegna storia della Chiesa a Nairobi.

Olexák Peter nato nel 1973 in Slovacchia. Ha conseguito i suoi studi accade-mici all’Università Comeniana di Bratislava, nel seminario di Spišské Podhradie e nella Facoltà di Storia della Chiesa della PUG a Roma, dove nel 2004 ha conse-guito il dottorato. Insegna all’Università Cattolica di Ružomberok.

Osadczy Włodzimierz nato nel 1969 a Leopoli. Ha compiuto gli studi storici a Leopoli e il dottorato di ricerca in scienze politiche e relazioni internazionali a Lublino. I temi della sua ricerca sono legati con la storia della Chiesa e con le relazioni polacco-ucraine. Insegna presso la Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Lublino e presso la Scuola Professionale di Stato Superiore a Chełm. È direttore del Centro di Ricerca per l’Est Europa “Centro-Ucrainicum” e co-ordinatore della ricerca sulla storia e la tradizione religiosa nell’archidiocesi di Leopoli.

Priede Andris nato nel 1966 a Riga, in Lettonia. Ha conseguito i suoi titoli presso l’Accademia delle Belle Arti a Riga, nel seminario di Riga e nella Facoltà di Storia della Chiesa della PUG a Roma, dove, nel 2004, ha conseguito il dotto-rato. Professore presso l’Università di Lettonia, l’Istituto di Teologia di Riga, l’I-stituto Superiore delle Scienze Religiose di Riga. È docente presso l’Accademia di Lutero della Chiesa evangelica luterana della Lettonia, dove tiene corsi inerenti alla storia della Chiesa.

Rykowska Natalia nata nel 1974 in Kazakhstan, in una famiglia di polacchi deportati dalla Polonia in Unione Sovietica. La sua famiglia ebbe parte attiva nel risveglio della cultura polacca in Kazakhstan e in russia, tradizionalmente legata con il cattolicesimo. Ella stessa, tornata in Polonia nel 2002, è attiva nei movi-menti dei polacchi rimpatriati in Polonia dall’USSR. Ha studiato scienze sociali e pedagogia; è dottore in scienze sociali. Nelle sue pubblicazioni si occupa dei temi legati con la storia della Chiesa cattolica in Unione Sovietica e nei paesi dell’ex Unione Sovietica durante il comunismo.

Soica Sergiu nato nel 1981 in Romania. Ha conseguito i suoi studi teologi-ci presso la Facoltà di Teologia greco-cattolica, a Oradea e poi un master nella stessa facoltà. Ha continuato con un secondo master: Storia della Chiesa romena unita, all’Università “Babeş-Bolyai”. Ha ottenuto il Dottorato in Storia e ha con-dotto studi post-dottorali all’Università di Timişoara. È ricercatore accreditato presso il Consiglio Nazionale per lo Studio dell’Archivio della Securitate.

Somorjai Adam OSB nato nel 1952 in Ungheria. Ha conseguito i suoi titoli accademici in Budapest e a Roma, in storia, germanistica e teologia morale. Dal 1974 benedettino (arciabbazia di Pannonhalma, Ungheria). Dal 1980 sacerdote,

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Indice dei collaboratori 765

dal 1997 addetto di Segreteria presso la Segreteria di Stato Vaticana; dal 2009 ar-chivista nell’Archivio Storico della Sezione Rapporti con gli stati.

Šturák Peter nato nel 1964 in Slovacchia. Ha conseguito il dottorato in scien-ze storiche presso l’Università Giovanni Paolo II a Cracovia. La sua crescita pe-dagogico-scientifica è culminata con la nomina a professore universitario in Te-ologia cattolica. Nella sua attività scientifica, oltre che nell’antichità cristiana, si specializza nella storia della Chiesa del XX° secolo in Europa centrale. È mem-bro di vari consigli e società scientifici. Attualmente è decano della Facoltà gre-co-cattolica di teologia dell’Università di Prešov.

Tempfli Imre nato nel 1954 in Romania. Ha conseguito i suoi titoli accademi-ci in diverse università europee: Alba Julia, Budapest, Roma. Dottore in teologia e licenziato in storia della Chiesa, adesso è parroco della Missione Ungherese nella diocesi di Rottenburg-Stuttgart (Germania).

Vaišvilaitė Irena nata nel 1954 in Lituania. Ha conseguito i suoi titoli accade-mici presso l’Università statale di Lomonosov a Mosca e la Pontificia Universi-tà Gregoriana (Facoltà di Storia della Chiesa). Insegna all’Università di Vilnius. Dal 2012 è l’Ambasciatore della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede.

Vlk cardinal Miloslav nato nel 1932 in Repubblica Ceca. Dopo la maturità lice-ale non gli fu possibile iniziare gli studi teologici e lavorò come operaio in fabbri-ca. Dopo il servizio militare, si laureò nel 1960 presso l’Università Carlo di Praga e divenne direttore dell’archivio a České Budějovice. Nel 1964 finalmente poteva entrare nel seminario a Litoměřice e venne ordinato sacerdote all’età di 36 anni. Svolse l’attività di segretario di mons. Josef Hlouch, vescovo di České Budějovice. Dal 1971 ha svolto il ministero da parroco. Nel 1978 gli fu ritirata l’autorizzazione per il lavoro pastorale. Si trasferì a Praga, dove continuò a vivere il suo sacerdozio clandestinamente, lavorando come lavavetri per più di otto anni; poi fu archivista, sempre a Praga. Dall’1 gennaio 1989 gli fu nuovamente concesso di esercitare il ministero sacerdotale. Nel 1989 venne nominato vescovo di České Budějovice, nel 1991 Arcivescovo di Praga e Primate di Boemia. Eletto, nel 1993, presidente della CERC e presidente del CCEE, il 26 novembre 1994 venne nominato cardinale. Fu membro della Congregazione per le Chiese Orientali, del Pontificio Consiglio del-le Comunicazioni, del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il 13 feb-braio 2010, papa Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Praga per raggiunti limiti d’età.

Vukšić Tomo nato nel 1954 in Bosnia ed Erzegovina. Dopo gli studi nel semi-nario a Sarajevo, nel 1980 fu ordinato sacerdote della diocesi di Mostar-Duvno. Ha svolto diversi compiti: viceparroco, giornalista, vicario giudiziale, vicario ge-nerale, preside dell’Istituto Teologico di Mostar, direttore dell’agenzia di stampa della CEBE, educatore dei seminaristi, professore alla Facoltà Teologica di Sara-jevo, Zagabria, Mostar e Dubrovnik. Ha studiato diritto canonico all’Università Urbaniana e teologia e patrologia all’Istituto Orientale, a Roma, conseguendo il titolo di dottore in teologia ecumenica. La sua bibliografia riguarda diversi temi:

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766 Indice dei collaboratori

ecumenismo, patrologia, storia, diritto canonico, temi sociali. Dal 2011 è vesco-vo militare in Bosnia ed Erzegovina. Attualmente è vicepresidente della CEBH e membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.

Warso Albert nato nel 1973 in Polonia. Ordinato sacerdote nel 1998 nella diocesi di Radom. Ha conseguito i suoi titoli accademici presso l’Università Cat-tolica di Lublino: il dottorato di ricerca in scienze umanistiche e la specializza-zione in archivistica. Negli anni 2005-2008 è stato docente di storia della Chiesa nella Facoltà Teologica dell’Università del Card. Stefan Wyszyński a Varsavia presso l’Istituto Teologico a Radom. Dal 2008 presta il suo servizio nella Con-gregazione per la Dottrina della Fede a Roma.

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Indice dei nomi 767

Indice dei nomi

Ács István, 585Ádám Antal, 585 Adam Stephan, 260Adamczuk Lucjan, 413-414, 416, 424Adamkovič Anton, 217Adamski Stanisław, 19, 432Adenauer Konrad, 252Adolph Walter, 260Adriányi Gabriel, 86, 110, 270, 502, 529,

575Aftenie Vasile, 535Agadjanian Alexander, 64Aglonietis Anton, 675, 680Akmadža Miroslav, 306, 328, 332, 344,

347, 349-350, 352, 354-355, 357, 359, 366, 369, 377

Alamir Fouzieh Melanie, 144Alaupović Marko, 307Alessio I, 198-199, 642Alia Ramiz, 52, 54-56Aliulis Vaclovas, 625, 652Allen George, 353Amato Angelo, 304Ambrasas Kazimieras, 645Anastasoff Christ, 63Ancāns Izidors, 620 Anders Władysław, 716, 718András Emmerich, 570-571, 580, 585,

589, 593-594Antonija Fabjan, 304, 325Apor Guglielmo, 577, 584Apostol Gheorghe, 565Apšinīks Pīteris, 610Apšs Klemenss, 620 Aptacy Janusz, 443Aretz Jürgen, 270Argay György, 512Armogathe Jean-Robert, 64Aschoff Hans Georg, 235Ashta Rrock, 59Aufderbeck Hugo, 104-105, 107, 256, 259,

268, 272August Julius, 262-263, 265, 267Augustin Francisc, 529-530, 532-533

Axworthy Mark, 537Avellaneda Torres John Alexander 24

Babiuch Jolanta, 128Babjak Ján, 212, 214-215, 216-217, 219-

220, 224-225Babrauskas Bolesław, 742Bachmeier Gaspar, 508Baconschi Teodor, 534Badalik Bertalan, 585Badurina Srećko, 384Baier Hannelore, 490Bajsić Vjekoslav, 364Bakalscki Forunato, 72Bakarić Vladimir, 333, 342, 344Baković Anto, 280, 329Bakšiće Stjepan, 342Bakšys Povilas, 647Bakula Ante, 293-294

Bălan Ioan, 493, 503, 544, 554, 560Baláž Rudolf, 148Baldinetti Anna, 64Balgian Vasgen, 512Balík Stanislav, 81, 87, 89-92, 95, 98-100,

102, 104-105, 108, 110, 112, 116, 127, 133, 135, 137-138

Bálint Lajos, 532-533Balogh Margit, 570, 578, 592Balthasar Stephan, 237Baltić Viktor, 297Baltzer Eduard Wilhelm, 241Banja Bernadeta, 303-304, 325Bank Jan, 395Baqli Aleks, 56Baraniak Antoni, 20, 430Baranyai Jusztin, 586Barberini Giovanni, 64, 103, 128-129,

131-132, 134-135, 159-160, 186, 188, 252, 256, 528-529, 531

Barciovski Edmund, 508Bárd János, 585Bardecki Andrzej, 255

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768 Indice dei nomi

Bardhi Frang, 32Barišić Jakov, 292Barišić Krešimir, 291Barišić Stjepan, 297Barnovský Michal, 88, 117, 165, 168-170,

173, 175-176, 183, 202-203, 218-220Barót Mihály, 495Barron J. Bernard, 503Barták Stanislav, 115Bartko Marek, 88, 157Bartoszewski Gabriel, 443, 454Barzda Wincenty, 741Batelja Juraj, 351Bauquet Nicolas, 590Bautz Friedrich Wilhelm, 241Baziak Eugeniusz, 19, 419-421, 433, 684-

685, 688Bazydło Janusz, 455-456Bebler Aleš, 355Bednorz Herbert, 19, 432Bedrna Karel, 203Beke Margit, 497, 569, 592Békés Gerardo J., 580Bele Ioan, 553Beliauskienė Jadvyga, 649Belinić Marko, 331Belon Gellért, 585Benda Václav, 135Bendel Rainer, 86Benedetto XV, 269Benedetto XVI, 24, 61, 141, 153-154, 273,

319-320, 324, 765Benedik Metod, 395-396Beneš Edvard, 18, 84-86, 96, 157, 163-164Bengsch Alfred, 104, 251, 254, 256-257,

259, 264-267, 271-272Benigar Aleksa, 332, 344, 349-351Bensch Teodor, 423Beran Josef, 18, 87-88, 90, 92, 95-98, 100-

101, 128-130, 154, 167Beresztóczy Miklós, 587Bergendi János, 585Berger Antal, 585Berinde Ştefan Daniel, 553Berisha Sali, 56, 58Berkes Zervác, 586Berljak Matija, 378Berman Jakub, 411Berton Stanislav F., 84Besier Horst Gerhard, 230Bettina Enzo, 127

Bezina Petar, 329Białkowski Michal, 437Bićanić Rudolf, 282Bień Aleksander, 739Bien Peter, 270Bieniek Juliusz, 19, 432Biernacki Witold, 79Bierut Bolesław, 248, 250-251, 255, 418,

420-421, 423, 430-434, 440, 444, 446, 455, 481-482, 704, 728, 742

Bigazzi Francesco, 256Bilandžić Dušan, 328, 371, 382, 384Bilas Ivan, 631, 647Bingen Dieter, 252Bischof Franz Xaver, 247Blachnicki Franciszek, 464, 465Blaha Jan, 120-121Blanc André, 86Blažević Jakov, 308, 349, 379, 385-386Blažević Velimir, 308, 349, 379, 385-386Blesík Jan, 115Bleske Johannes, 422Boban Ljubo, 342Bober Sabina, 414-415, 421-423, 438, 455,

486-487Bociurkiw Bohdan Rostyslav, 705-707Bodnăraş Emil, 562Boffito Carlo, 127Boga Alajos, 508, 516Bogdánffy Szilárd, 495, 503, 517Bogdanowicz Stanisław, 423, 426, 461Bogićević Vojislav, 285Boháč Zdenek, 81, 83, 117Bohumil Jiří Frei, 89Bojahi Gonxhe, 53Bojanc Krizina, 303-304, 325Bojaxhi Gonxhe, 53Bojc Akvina, 398Bolczyk Henryk, 465Boleslao I, 83Boll Friedhelm, 249Bolonek Janusz, 533Bongiorno Arrigo, 127Bönisch Georg, 549Boras Aleksandar, 294Borbándi Gyula, 571Borić Nikola, 342Borisevičius Vincentas, 629, 632Borisov Aleksej, 341Boruta Jonas, 645Borysowicz Antoni, 692

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Indice dei nomi 769

Boryszewski Paweł, 120Borza Peter, 195, 209, 217Bošnjak Branko, 366Bossilkov Eugenio, 17, 64, 72-73Bota Ioan, 540Boudre Alain, 100-101, 106, 140, 142, 145 Bozgan Ovidiu, 509-510, 525, 529-531,

533, 561, 564Božič Janko, 397Božičević Srećko, 335Bozsik Pál, 586Bracke Maud, 127Brahm Heinz, 89Brandmüller Walter, 179, 275Brandt Willy, 252-253Braun Johannes, 18, 83, 230-231, 233, 237,

256, 259, 268, 274-275, 722Brenner Imre, 586Brenner János, 585Bresik Ioan, 679Brežnev Leonid, 485, 622, 685Briševac Danijel, 297Brizgys Vincentas, 625-627Brizi Giovanna, 25Brodkorb Clemens, 275Broglio Francesco Margiotta, 256Brückner József, 585Brummer Arnd, 230Brunello Aristide, 32-33, 37, 39, 41, 44,

46, 63, 66, 68, 73, 85, 88-89, 95-96, 109, 599, 601

Brunet Ferenc, 585Brystygierowa Julia, 426, 428-429, 451,

452Brywczyński Michał, 24, 713Buchstab Günter, 253Buchta Roman, 465Bucur Ioan-Marius, 500, 566-567Buczek Marian, 697, 711Budi Pietro, 32Budka Nikita, 707-708Budzyński Stefan, 470Bujňák Juraj, 210-211, 217Bujňák Teodor, 217Bukovsky John, 81, 103-104, 110, 120-

121, 132, 183, 530-533Bukowiński Władysław, 719, 730-732,

735-736, 738-740, 745, 749Bukraba Kazimierz, 420Bukvić Danilo, 294Bulang Heinrich, 270

Bulányi György, 589Bulínová Marie, 114Buljan Slavica, 303Bulut Veljko, 295Bunić Šagi, 362, 364-366, 377Bunić Tomislav Šagi, 365Burgués José, 582Buryła Wacław, 741Burzio Giuseppe, 160Bús János, 586Butkevičs Jānis, 621Buzalka Michal, 19, 160, 171, 177, 179,

181, 202-203, 205Buzek Jerzy, 483Buzuku Giovanni, 32

Caccamo Francesco, 188Cagna Mario, 367, 369Callisto III, 30Caprioli Adriano, 572, 600Caratan Alojzija, 285Cárcel Ortíz Vicente, 230, 258, 533Carević Josip Marija, 347Cargnello Giulio, 24Carlo VI, 575, 577Carol II, 546Carosio Maria, 64Casaroli Agostino, 21-22, 64-65, 75, 112-

113, 121-122, 127-131, 135-136, 183-184, 187, 253-254, 256-257, 357-358, 364, 366, 411, 475, 477, 481-482, 485, 528-529, 532, 566, 593, 712

Cascone Antonio, 7, 63-78, 763Cassulo Andrea, 499Cassuti Antonio, 127Castriota Giorgio, 30-31Cataluccio Francesco M., 127Causero Diego, 153, 155Cavalli Fiorello, 63-64, 67, 85, 158, 168,

363Cearnău Iosif, 556Ceauşescu Nicolae, 526-527, 529-530,

560-562, 566-567Cemović Marko, 282Cerchez Ada, 550Cērciņš Adalberts, 621Cerkovnik Franc, 397Cerny-Werner Roland, 128, 257Ceynowa Tadeusz, 421Chaline Olivier 79Chalupecký Ivan, 81, 181

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770 Indice dei nomi

Charouz Jindrich Zdenek, 102, 116Cheli Giovanni, 529Chinezu Tit Liviu, 550-551Chira Alexander, 708, 719, 739, 749Chiulov Damiano, 72Chodanionek Bronisław, 675, 678-680Chomicki Antoni, 692, 695Chomyšyn Hryhoryj, 702, 704, 707-708Choromański Zygmunt, 427-428, 444,

458, 463, 472Churchill Winston, 157Cieński Jan, 420, 684, 686Cieplak Jan, 728Ciesielczyk Marek, 695Ciesielski Stanisław, 413, 740Ciobanu Petru, 8, 671-682, 763Ciriaci Pietro, 95Cirkle Vojtěch, 124, 140Cisar Alexandru Theodor, 494, 503, 515-

516Clemente XI, 31Clemente XIII, 575Clodfelter Michael, 537Çoba Ernest Maria, 45, 49, 54Colan Nicolae, 539Colasuonno Francesco, 132, 144, 477,

744-745Constantinescu Emil, 534-535Coppa Giovanni, 145, 155Coranič Jaroslav, 194, 195, 200, 218, 706Cortesi Filippo, 480Coșa Anton, 671, 674, 679Cosma Ioan, 556Courtois Stéphane, 504, 601Čretnik Ignacij, 409Csizmadia Andor, 576, 594Csorba László, 596Cvijanović Joso, 340Cvitković Ivan, 280Cvrljesi Vjekoslav, 367Cyril Vasil, 209Cywiński Bohdan, 119, 445, 470, 475, 575Czapik Gyula, 592Czaplicki Bronisław, 601, 724Czarny Szymon, 733

Čalfa Marián, 143Čarneckyj Mykola, 707-708Čarsky Josef, 19, 494Čekada Smiljan, 305, 307-308Čekovská Eva, 222-223

Čelik Dragutin, 307Čelik Pavle, 390Češíková Remigie Anna, 117České Budějovice, 23, 80, 95, 100-101,

111, 130, 139-141, 765Čorniak Ivan, 709Čota Marijan Čolina, 296 Čule Petar, 288, 305, 307-308, 314Čulinović Ferdo, 282Ćurčić Antun, 297Čužāns Stanislavs, 620

D’Errico Alessandro, 319-320Dąbrowski Bronisław Wacław, 249, 254-

255, 418, 437, 439, 441-442, 448, 472-473, 477, 484-486

Dąbrowski Jerzy 667Dąbrowski Stanisław, 249, 437Dachsel Joachim 79Dachsel Joachim, 79Dähn Horst, 230, 234Dajani Daniele, 41Damiš Ivan, 344Dancák František, 209-211, 224-225Danila Simon, 512Danilecka Lilla, 730, 742, 745, 748, 754Danilo Bukvić, 294Dărăban Teodor, 556, 559-560Dartel Geert van, 283Darzycki Wojciech, 692Daske Ulrich, 82Dászkál István, 533Davídek Felix, 120-124 De Leonardis Massimo, 97De Liva Ottavio, 174Debreczeni Félix, 585Dechet Ján, 173Dechterev Alexej, 197Dedijer Vladimir, 280Del Rio Domenico, 128Deletant Dennis, 493, 551-552Delgado Mariano 79Dema Pjeter, 45Dembowski Bronisław, 443Demel Zdeněk, 89Demurow Stefan, 722Denejko Nykanor, 709Derewenda Robert, 465Derksen Johannes, 238Deschner Günther, 85Despinescu Anton, 520

Page 33: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 771

Dias Ivan, 58-59Dimitrijević Mita, 282Diordita Alessandro, 674Dirks Walter, 249Disujenov Almaz, 754Dizdar Hamid, 288Dlabal Karel, 104Dmyterko Sofron, 709Doboş Danut, 524, 528Dobszay János, 589Đodan Šime, 282Dogaru Dumitru, 529, 531, 562Dohle Horst, 230Dolinar France M., 388, 390, 393, 395Domański Tomasz, 432Dominiczak Henryk, 445, 460, 463-464Domokos Pál Péter, 489, 527Döpfner Julius, 237, 262-264Dornik Ljuba, 390, 401Drăgan Iosif Constantin, 558Draganović Krunoslav, 283-289, 295, 299Dragar Milanka, 395Dragičević Pavo, 301Dragomir Ion, 560Drašković Vuk, 280Dravecky Jozef, 88Drda Miloš, 79Drozdek Leo, 100Držečnik Maksimilijan, 388-389, 394,

395, 400, 402-403Drzepecki Bronisław, 730, 732-733, 735-

736Dubarlé Dominique, 365Dubček Alexander, 126-127, 143-144,

185, 187-189, 222Dubovský Peter, 119, 121, 178Duchniewski Jerzy, 255Duda Bonaventura, 360Dudek Antoni, 414, 417-418, 427-487Dujlović Ante, 297Dujmušić Dragan, 297-298Duka Dominik, 24, 118-119, 137Duļbinskis Kazimirs, 620-621 Dumblauskas Albinas, 719, 739-740Dumitrescu Petrişor Ionel, 492Dunskis Aloizs, 620Dupp Bálint, 585Dupuy Bernard, 120Durcovici Anton, 494, 503, 507Ďurica Milan Stanislav, 160, 182-183Dus Jan, 135

Dvořák Václav, 107Džambo Jozo, 308Dzenis Leons, 617-618Dziobek-Romański Jacek, 457, 459Dziurok Adam, 425-426, 433, 457, 460Dzwonkowski Roman, 7-8, 599-604, 655-

670, 683,-698, 705-706, 711-712, 715-729, 732, 734-735, 744-745, 763

Eberhardt Piotr, 655, 684-685, 687Eisner Dagmar 80Elmer István, 581-582, 586, 589Eltschkner Antonín, 95, 118 Emeršič Jurij Pavel, 408Encausse Hélène Carrère, 601Ender Erwin Josef, 155 Endrey Mihály, 585Enrico I, 83Eördögh István, 594Erhard Ludwig, 252Erlikman Vadim, 490, 537

Faber Richard, 271Fabjan Antonija, 304Faggioli Massimo, 254Falk Tadeusz, 139,-141, 461-462Falk Walter, 144Farkasfalvy Dénes, 582Farský Karel, 82Farszky Szalvator, 585Faulnebach Bernd, 81, 164Fausti Giovanni, 41Fazekaš Ján, 217Fedor Michal, 199, 218Fëdorov Leonid, 700-701Fedoryk Josafat, 709Feil Ernst, 230Fejérdy Andreas, 64, 576, 593-594Feješ Ján, 203Fejto Francois, 86Feldman Matthew, 492Feranec Jozef, 189, 225-226Ferenc Mitja, 335Ferenc Petrányi, 585 Fiala Petr, 120, 123-124Fierlinger Zdeněk, 85Filipič Hanzi, 408Findysz Władysław, 454Fishta Antonin, 45, 54Fitych Tadeusz, 139-141, 461-462Floridi Alessio, 641

Page 34: La chiesa cattolica e il comunismo

772 Indice dei nomi

Foa Lisa, 127Fodor József, 517Fraknói Villa, 596Francesco (papa), 27, 61, 117, 268Franco Gjini, 34Frank Hans, 411Frank Olga, 411, 413, 740, 742Frashëri Midhat, 34, 43Freesz József, 586Frenţiu Valeriu Traian, 493, 538, 544, 550,

566Freusberg Joseph, 268, 270Friebel Thomas, 232Friedenthal Richard, 79Friemel Franz Georg, 230Frings Josef, 248Friszke Andrzej, 441, 484-487Fritz Michal, 219, 223Fritzsch Karl, 413Fritzsch Karl, 413

Gabański Stanisław, 425, 462Gabrāns Jānis, 619Gabrič Aleš, 395, 406Gabris Aloizs, 620 Gábriš Július, 108, 189, 225Gaczyński Ignat, 665Gadzāns Pēteris, 620 Gaida Pranas, 629Gailevičs Jāzeps, 620Galić Križan, 297Galić Tomislav, 297Gallagher Charles R., 346, 353, 356Galloni Francesco, 68, 72Galter Alberto, 86, 502, 504, 511, 513, 627Gansrigler Franz, 120-122, 124Garaudy Roger, 366Gardin Giacomo, 38Garić Josip, 307Gáspár Gusztáv, 586Gasparre Thaci, 33-34Gatz Erwin, 81, 230, 235-236, 253, 258,

260-263, 266, 268-270, 272, 275Gawlina Józef, 416, 716, 718Gędłek Łukasz, 724Geiger Vladimir, 332, 339-340Gencel Pál, 585Georgescu Tehoari, 548, 550, 565Gergely Jenő, 578, 586, 595Gerhard Albert, 249Gerinczy László Pál, 517

Geršković Leon, 328Gheorghe Andrei Naghi şi, 556Gheorghiu-Dej Gheorghe, 493, 499-502,

509, 534, 540, 547-549Gherghel Petru, 532-533, 671Ghergu Mariana, 551Gherman Pierre, 515Gierek Edward, 476-477, 482, 484-486Gigiov Pavel, 73Gilbert Martin, 537Giorgizab Stefano, 723Giovanni Paolo I, 131, 273, 418Giovanni Paolo II, 16-17, 24-25, 28-29,

52-52, 57-61, 73, 76, 99, 104, 113-114, 124-125, 131-133, 136, 139-141, 143-146, 148, 151-155, 191, 193, 196, 200, 214, 268, 273, 275-276, 319-320, 375-376, 380-381, 384-385, 434-435, 441, 443, 448-449, 474, 477, 479, 482-487, 533-534, 536-537, 567-568, 596-597, 602-603, 652-653, 655-656, 665, 667-668, 695-697, 708-709, 711-713, 726-727, 736-737, 739, 741-742, 744, 747-748, 753-756, 765

Giovanni XXIII, 23, 68, 74-75, 128, 139, 186, 231, 251, 256, 264-265, 359-360, 363, 395, 438, 481, 528, 566, 593-594, 684, 708

Giunipero Elisa, 64Giurescu Constantin, 492-493, 498, 500Giurescu Dinu, 492-493, 498, 500Giuseppe II, 80, 575Gjini Francesco, 34, 39-40Glavaš Radoslav, 340Glemp Józef, 420, 443, 472-474, 480, 746Glinka Luigi, 699Gnidovec Karel, 391, 397Gojdič Pavol, 19, 125, 160, 177, 179-182,

185, 193, 195-211, 214, 218, 223-224, 226

Gojnarić Mirko, 282Golan Galia, 127Goldhagen Daniel Jonah, 549Goldstein Slavko, 339Gołębiowski Piotr, 420, 459Golob Janvit, 335Goluža Božo, 280, 284, 329Gomułka Władysław, 426, 428, 435, 459,

485Gönner Johannes, 229, 235Góralski Wojciech, 477, 480, 482-483

Page 35: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 773

Gorbaciov Michail, 273, 381, 596, 657, 668, 675, 696, 711, 712, 744

Gospodnetić Juraj, 291Gottwald Klement, 86, 92, 198Götz Roland, 263Goubran Alfred 79Grabowski Waldemar, 412Graham Stephen, 282Grajewski Andrzej, 250, 433, 476-477, 482Graubner Jan, 102, 137, 153Grčić Marko, 334Grebenarević Bonaventura, 297Greco Simone, 197, 534-535, 538, 545-

546, 548, 550, 556, 560-562, 582, 631Grgec Radovan, 364Griesser-Pečar Tamara, 7, 328, 387-410, 763Grimm Karlo, 342Gromyko Andrej, 641, 665Gross Josef, 82Grösz Giuseppe, 575, 584, 592Grotewohl Otto, 239, 262-263Grott Bogumił, 703Groza Petru, 492, 496, 498-499, 505, 507,

517, 538-539, 542-544Gruber Erentraud, 81Gruczyński Krzysztof, 472Grünwald Leopold, 84Gruša Jiří, 144Grygorcewicz Zbigniew, 727, 747Gryz Ryszard, 414, 417-418, 427-470,

472-473, 476, 479-482, 486-487Grzybowski Antoni, 661Gsovski Vladimir, 92Gsowski Viktor, 89Guberina Ivo, 340Gudziak Borys, 708Gujic Eugen (Ante), 292 Gulbinowicz Henryk, 440Guldescu Stanko, 330Gulyás Károly, 585Gumnicka Maria Magdalena, 729, 749Gumpenberg Karl, 618Gumppenberg Thomas, 742Gura Nicoleta Ionescu, 501György Fodor, 512, 517-518, 533, 535,

584, 589, 593Gyula Kiszely, 585

Hacker Jens, 252Haefs Hanswilhelm, 127Haese Ute, 230

Hain Radan, 80Hàjek Jirì, 127Hajnal Zénó, 585Halík Tomáš, 107, 145, 150, 152-153, 155Haľko Jozef, 186Hallier Hans-Joachim, 128, 256Hampl Václav, 154Hamvas Endre, 585, 592-593Hannig Ernst, 238Hanuš Jiří, 81, 87, 89-92, 95, 98-100, 102-

104, 106, 108, 110, 112, 116, 123-124, 127, 133, 135, 137-139

Hartlelt Franz, 257Hartmann Jan, 99Hartz Franz, 422Harza Lajos, 586Hasmandová Vojtěcha, 117-118Haug Antal, 585Hausberger Karl, 260Hauser Uwe 79Havasy Gyula, 584-585, 587Havel Václav, 107, 142-145, 148-149, 155Hehl Ulrich von, 239Heise Joahim, 230, 245Hejdanek Ladislav, 135Hejzlar Zdeněk, 126-127Hel Ivan, 712Helan Pavel, 188Helbach Ulrich, 268Helbling Hano, 256Heller Edith, 249Hellonowa Halina, 733Hengsbach Franz, 270Hennesey John, 256Herbst Karel, 142Herineanu Teofil, 540Heydrich Reinhard, 84-85, 102Hilaire Yves-Marie, 64Hirka Ján, 138, 214-215, 224-226Hirniak Josyf, 709Hirţea Iuliu, 560Hitler Adolf, 35, 84-85, 157, 227, 259, 334,

356, 413-414, 577, 672, 703Hlad Albert, 118Hlad Ladislav, 118Hladká Jana, 105Hlebowicz Adam, 658, 689, 694, 728, 740,

746Hlihor Constantin, 497Hlinka Andrej, 159, 161-162, 169, 185,

189, 222-223

Page 36: La chiesa cattolica e il comunismo

774 Indice dei nomi

Hlinka Anton, 168Hlinka Pavol Mária, 159, 168-169, 185, 189,

222-223Hlond August, 19, 416-418, 420-424, 428,

430, 444, 451, 468, 472Hlouch Josef, 92, 95, 100-101, 104, 126, 130,

140, 765Hnilica Ján, 120Hnilica Pavol Mária, 119, 178Hodža Milan, 83Hoensch Jörg K., 126Hoffmann Alfred, 271Holková Marie, 117Höllen Martin, 229-230, 263Holzbrecher Sebastian, 231, 247Hölzlwimmer Laura, 81, 86, 89, 95Honecker Erich, 267, 274Hopfner Johannes, 89Hopko Vasiľ, 19, 125, 177, 182, 186, 193,

195, 197, 200, 203, 205-206, 209-211, 214-216, 218, 224-226

Hoppe Tadeusz, 680, 693-694Hörner Petra 80Horthy Miklós, 569, 576Horvat Joža, 279, 331Horvat Vladimir, 339, 348Horváth Pál, 586Horváth Sebestyén, 586Hossu Iuliu, 20, 503, 507, 535, 539-541, 544-

545, 554, 560, 562, 567Hosszú László, 529, 532Hosu Ioan, 20, 554,556 Hotz Robert, 175Hourka Miroslav, 97Howaniec Henryk, 747Hoxha Enver, 28, 34-37, 39, 42, 47, 49-53, 56Hrabovec Emilia, 84, 88, 95, 97, 118, 122,

128, 131Hromádka Josef, 138Hrskanović Marko, 286Hrůza Karel, 103, 126-127, 132Hubert Ferenc, 585Hummel Karl Joseph, 128, 186, 249, 256, 585Hummel Kornél, 585Hummer Franz, 107, 120, 518Hurley Joseph Patrick, 346-348, 353-354,

356-357Hus Jan, 79, 83, 97, 146, 153Husák Gustáv, 127, 143, 157-158, 160, 162-

164, 173, 197, 202, 204Hüttl Josef, 84

Huyn Pavel, 82Huzar Lubomyr, 699

Iacobec Victor, 532Ijjas Giuseppe, 592Illing Susann, 241Imperatori Mario, 41Injac Branko, 280Iuga Emil, 538, 539Ivančić Gaudencije, 300Ivanišević Jula, 304, 325Ivbulis Stanislavs, 620 Iwanow Mikołaj, 662, 687Iwaszkiw Irena, 684, 686

Jacewicz Wiktor, 413Jacques Edwin E., 32, 34-35, 38-42, 45, 47-

48, 50, 56Jakab Antal, 519-520, 523, 531-532Jakab Benjamin, 586Jakeš Miloš, 143Jakubčin Pavol, 88, 174Jałbrzykowski Romuald, 420, 625, 629-

631Jamnik Karel, 389Jančar Drago, 395, 408Janicki Andrzej, 724Janišová Milena, 114Janko Anto, 84, 347, 397Jankovskis Vladislavs, 621János Scheffler, 522Jarc Alfonz, 397Jareb Jere, 334Jarmusik Edmund S, 655, 664Jaruzelski Wojciech, 441-442, 448Jaškovičs Jānis, 620 Jávor Egon, 582Javorová Ludmila, 121-124Jaworski Marian, 697Jeličić Anto, 308Jerič Ivan, 388, 393Jerković Radovan, 329Jermacāns Miķelis, 620Jermalavičius Juozas, 646Jeż Ignacy, 418Jodovalkis Aleksandrs, 620 Jolić Robert, 296Jonjić Tomislav, 331Jonkon Kamen Vicev, 73 Jonová Jitka, 82, 99, 101, 130, 156Jop Franciszek, 418, 433

Page 37: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 775

Joppen Rudolf, 261Jörgens Apollinaris, 238Jošar Ludvik, 409Josef Braito Silvestr Maria, 115 Jović Ivo, 319Jozinović Marko, 307Jubani Simon, 55Judák Viliam, 222-223Juhņēvičs Antons, 619Jung Ruth, 265-266Jurčak Martin, 397Jurčević Josip, 328-329, 336Jurković Ivan, 339Jurković Julijan, 292

Kaczmarek Czesław, 19, 413, 432-435, 451-453

Kádár János, 20, 588, 592, 596Kadlec Jaroslav, 81-82Kadlecová Erika, 126-127Kądziela Paweł, 468Kahlesz Miklós, 585 Kahn Alexander, 717Kaip Vilmos, 585Kajdy Ferenc, 585Kajpr Adolf, 115Kąkol Kazimierz, 485Kalata Dominik, 119, 178Kaleta Janusz, 742, 747, 749Kalivoda Robert 79Kaller Maximilian, 422Kalous Jan, 164Kamiński Łukasz, 249Kania Stanisław, 484Kapacis Stanislavs, 610Kaplan Karel, 85, 89, 98, 110, 114-115,

180, 187, 194Kapor Čedo, 294Karasińska Izabela, 748Karaśkiewicz Katarzyna, 253Karaula Marijan, 280, 286, 292-293, 297,

306, 329Karin Karlo, 285, 370Karny Miroslav, 84Karolewicz Grażyna, 419Károlyi Bernát, 586Karosas Justinas, 625Karp Jürgen Hans, 231Kašpar Karel, 84Kasper Walter, 701Kaszuba Serafin Alojzy, 686, 733, 735-740

Kaurinović Josip, 297Kavka František 79Kawa Stanisław, 718Keane John, 144Kelemen Crisostomo, 581Kelemen Papp, 586Kenyeres Lajos, 585Kerčmar Vili, 410Kerdík Milan, 572Kerkai Eugenio, 570Kernweiss Konrad, 529, 532Kezić Ines, 285Kidrič Boris, 393Kiernicki Władysław Rafał, 686, 693, 710-

711Kiesinger Kurt Georg, 252 Kindziuk Milena, 443, 454Kisberk Imre, 585Kiselevskis Kārlis, 620 Kiškis Stasys, 637Kiss Szaléz, 585Kissi Kristofor, 43Kitchener Horatio Herbert, 337Kjuder Albin, 389Klančar Leopold, 397Klaus Václav, 153-155Kļaviņš Miķelis, 620 Klein Tivadar, 585Kleineidam Erich, 237Klepacz Michał, 434, 444, 472Klinger William, 329Kliszko Zenon, 435Kluczyński Wincenty, 700Kmeťko Karol, 160Knapp József, 585 Knauf Wolfgang, 230, 246, 260-263, 266Kneža Jofef, 217Kňežová Anna, 216Kočegarova Julia, 754-755Koch Hans-Gerhard, 230, 236, 271Kočiš Ján Eugen, 214-215Kohl Helmut, 252-253, 274-275Köhler Michael, 716-717, 740Kokars Jānis, 620 Kokinčák Ján, 195Kola Pietro, 47, 48Kolanović Nada Kisić, 340Kolar Petr, 125Kolarek Nikola, 342Kolarić Juraj, 283Kolarov Esteri Vassil, 68-69

Page 38: La chiesa cattolica e il comunismo

776 Indice dei nomi

Kolbe Massimiliano, 482Kolda Vlastimil, 101Koliqi Mikel, 60Köllmann Wolfgang, 228Kolouch František, 101Komarica Franjo, 307Kombetar Balli, 39Kominek Bolesław, 248, 250-251, 418,

421, 423, 440Kondrusiewicz Tadeusz, 620, 668, 724König Franz, 104, 136, 368, 381, 481, 593Konkol Grzegorz, 690, 733Konobeev Vasilij D., 63Konobnessi Damian, 49Konopka Hanna, 448-450, 469Kopač Janez, 406Köpeczi Béla, 493Kopeiks Eduards, 620Kopiec Jan, 421, 426-427Kopping Gáspár, 585Koprivňáková Jana, 194Koprowski Marek, 732-734Kordač František, 82Kordić Lucijan, 290, 295, 298Kordík Josef, 134Korec Ján Chryzostom, 108, 119, 122, 174,

178, 185, 189, 193, 222Korejs Jaromír, 103Kormos Ottó, 585Kornaszewski Józef, 724Kornath József, 585Körösztös Krizosztom, 585Korte Karl-Rudolf, 253Kosatík František, 102Koška Jozo Tomašević, 288Kostelnyk Havryil, 705Kösters Christoph, 235, 261, 265-266Kostov Traicio, 65Košút Ján, 159Kötő József, 511Kotsylovskyi Josafat, 702, 706, 708Koukl Josef, 133, 138, 156Koura Petr, 81, 103Kovačić Alfonza, 285Kovács Antal, 585Kovács Benno, 586Kovács Ferenc, 586Kovács Imre, 586Kovács Ristóf, 585 Köves István, 585Kowalczyk Jozef, 419, 421, 476, 483

Kowalczyk Krzysztof, 421Kowalik Szczepan, 459Kowalów Witold Józef, 749Kowalski Kazimierz Józef, 432 Kozak Petro, 709Kozieł Danuta, 432Kozlovskis Leonards, 616Kozłowski Leon, 423Kozma György, 593Koźmiński Honorat, 666, 695Kožul Stjepan, 329, 336, 347, 351-353,

357, 377Krahel Tadeusz, 658Krajewski Francisc, 679Krajňák Michal, 169Kramare Stjepan, 340Kramberger Franc, 389Kramer John M., 256Kratochvil Josef, 105Kraus Tadeusz, 601-602Kräuter Sebastian, 533Krajewski Franciszek, 679Krawczyk Tadeusz, 249Krętosz Józef, 417Kretschmer Ernst, 84Krikščiūnas Romualdas, 641Krišto Jure, 7, 327-386, 763Kriszten Rafael, 586Krivaitis Česlovas, 646-647Križaj Peter, 397Křížková Marie Báčová, 103Kročil Vlastimil, 142Krucina Jan, 254, 421Krumpan Michael, 602Krupavičius Mykolas, 624Krusciov Nikita, 446, 657, 674Krzywicki Michał, 420Krzyżanowska Sylwia, 461Krzyżowski Tomasz, 724Kubasik Adam, 703-704Kuberska Maria, 733-736Kuberski Jerzy, 483Kučera Jiří, 103Kuchař Leo, 120Kucharski Wojciech, 248, 250, 255Kučinskis Stanislavs, 607, 615Kuczyński Józef, 730, 732-736, 740, 744Kuharić Franjo, 368-373, 376, 378-380,

383, 385Kukta Juozapas, 625Kukułka Krzysztof, 719

Page 39: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 777

Kulier Eulalija, 304Kulińska Lucyna, 703Kulundžić Zvonimir, 282Kumor Bolesław, 255, 411-412, 414-416,

419-420, 423-424, 427-429, 431, 443, 446, 451, 453, 456-457, 459, 465, 468, 471, 728

Kunzmann Fridrich, 89Kupčevski Serafim, 340Kuraitis Pranas, 633Kurčaba Filimon, 712Kurlandzki Stanisław, 730, 742, 745, 748,

754Kurojedov Vladimir, 662, 667Kusin Vladimir V., 126Kustić Živko, 360, 362-363, 377-378Kuta Cecylia, 465Kwaśniewski Aleksander, 483

L’atyševskyj Ivan, 707Labukas Matulaitis, 640-641, 646-647Lach Josip, 342, 353Ļachs Antons, 619Lacko Michal, 197-198, 209, 219Lajoš Zorislav, 360Lakota Hryhoryj, 706-708Lambert Malcolm D. 80Landersdorfer Anton, 262-263, 265Langa Tertulian, 562Lange Gerhard, 229Lapkovskis Longins, 620Laskay Antal, 585Laskowski Sławomir, 664Lasota Marek, 433, 484László Leslie, 517, 529, 532, 570, 575, 581,

585-586, 588-589, 592Lata Jan, 89Latyševskyj Ivan, 708Laurynenka Katsiaryna, 665Lavopa Marco, 128Lazík Ambròz, 19, 130, 165, 170-171,

177, 182-183, 186-187, 222, 223Lazurca Marius Gabriel, 534Leanza Giuseppe, 155, 319Lebeda Jan, 132, 138Lebiediev Viktor, 431Lebiediev Andrej, 664Lecce Francesco Maria, 32 Lecomte Bernard, 665Legge Petrus, 71-72, 149, 238, 269, 312,

319, 320, 384, 391-392, 394, 399, 405, 497, 544

Legieć Andrzej, 728-729, 749Leiche Werner, 274Leidenix Berchmana, 304Lejner Andrzej, 737, 743-744, 746, 752Lejner Anna, 743, 746Lek Dukagini III, 30Lékai László, 575, 589Lemberk Zdislava, 151Lemparty Antoni, 464Lénárd Károly, 586Lénárd Ödön, 586Lenga Jan Paweł, 729, 742-749, 755-756Lenič Stanislav, 400Lenin Vladimir, 37, 327-328, 664, 722Lenzion Cazimir, 679Leoncini Francesco, 126-127Lepp František, 169Leppin Volker 79Lesiński Andrzej, 427, 460-461Leskošek Franc, 391Leskovec Vlatka, 330Letz Róbert, 88, 158, 161-162Levillain Philippe, 186Libor Jan, 81, 89Lida Pawel, 662Liekis Algimantas, 640Lill Rudolf, 128, 256Lindenberger János, 495Liška Antonín, 132, 141Liška Jan, 138Liška Ondřej, 106-107, 113, 119-121, 124,

127, 132, 135, 138, 141Lītaunieks Stefans, 609Liva Ottavio de, 95Lízna František, 135Ljavinec Ivan, 124-125, 214-215Ljubo Lucić, 293Loch Theo, 254Lochman Jan M., 89Lombardi Lapo, 159, 491, 528, 579Lompe Alfred, 425Longo Luigi, 127Lorenz Klaus, 261, 600Lorković Mladen, 334Lorman Jaroslav, 154Loth Wilfried, 253Lubačivskyj Ivan, 713Luca Vasile, 549-550Ludvík František, 89, 99, 187

Page 40: La chiesa cattolica e il comunismo

778 Indice dei nomi

Ludwig Günter, 84Luka Pavlović, 288Lukač Symeon, 708Lukács Pelbárt, 586Luthar Adam, 409Luxmoore Jonathan, 128Łazar Stanisław, 657Łuczak Czesław, 413Łukomski Stanisław, 472Łysakowski Piotr, 255

Macek Josef, 79, 103, 138Maček Gregor, 405Maček Vladko, 350Macharski Franciszek, 472Machilek Franz, 80Machovec Milan, 80Machula Jan, 128Maculewicz Jerzy, 719Madajczyk Piotr, 250Mádr Oto, 120-123, 135, 137-138Maga Ján, 189Magocsi Paul Robert, 699Mähler Ulrich, 81, 164Majdowski Andrzej, 718, 728Majić Andrija, 308Majić Željko, 308Majstorović Miroslav Filipović, 340 Maksimov Germogen, 340, 347Malý Augustin, 100Malý Václav, 99, 135, 142 Mały Leon, 686, 724Małynicz-Malicki Mieczysław, 666Mandzák Atanáz Daniel, 115Maniu Iuliu, 489, 553Mańko Bogdan, 724Mannelli Soveria, 126Mao Tse Tung, 46 Marciniak Krzysztof, 747Marcone Ramiro Giuseppe, 344, 347Marecki Józef, 415, 425-430, 432, 454, 461Marek Pavel, 103, 213Marević Jozo, 335Maria Teresa d’Asburgo, 575Marijan Davor, 385Marina Justinian, 512, 539, 549Markijan Władyka, 710Marko Nedić, 292Marmaggi Francesco, 95Marozzo della Rocca Roberto, 127Marples David, 744

Marszałkowski Tomasz, 447, 448Marták Pavol, 216 Marticsevics Pál, 585Martini Carlo Maria, 141 Márton Áron, 493-494, 503-504, 507-510,

517, 519-523, 531-533Martyniak Jan, 424Marx Karl, 36-37Marycz Győrő, 586März Christian, 270Masaryk Tomáš Garrigue, 80, 83, 102Maser Peter, 233Mastiliak Ján, 115Masucci Giuseppe, 332Mataušić Juraj Mirko, 365Materski Edward, 418, 449, 684Materski Wojciech, 412-413, 418, 449,

683-684Matković Blanka, 339Matocha Josef Karel, 98, 101-102, 118,

120, 139Matoušek Kajetán, 118, 126, 141Matulionis Pranciškus, 629, 632, 636-637,

640, 645-646Matulionis Teofilis, 629, 637Maurer Ioan Gheorghe, 529, 562Maury Buendía Miguel, 534, 747Maželis Petras, 633, 636, 638Mazowiecki Tadeusz, 142, 255, 480Mazur Franciszek, 444, 458Mazurek Adam, 419Mazzoli Giuseppe, 68Medek Václav, 81, 84Meisner Joachim, 107, 267-268Melderis Alfons, 619Melloni Alberto, 128, 187, 254, 256Melmuková-Šašecí Eva, 80Melnyk Mychajlo, 706Meloni Alberto, 135Mendriks Jānis, 620 Mengis Franz, 740Mergel Leon, 618Mesároš Anton, 193, 201, 219Meszlényi Zoltán, 577, 584Micara Clemente, 95Micewski Andrzej, 444-447, 470Michele I, 498-499Mickevičs Bernards, 621, 695, 711Miernik Grzegorz, 457Mihai I, 492, 498Mihály Werner, 585

Page 41: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 779

Mihevc Andrej, 335Mikes György, 584Mikhalik Larysa, 655Miklenić Ivan, 336, 337, 363Miklós Imre, 595Mikola Milko, 406Mikołajczyk Magdalena, 249Mikołajczyk Marian, 468Mikrut Jan, 3, 5, 7, 9, 13-26, 64, 79-156,

227-276, 328, 395-396, 569, 763-764Miksa Pál, 585Mikulášek František, 115Milanović Božo, 352, 355, 360Milas Regina, 304Miletić Ivan, 297Milik Karol, 418, 423Milivončić Ivica, 280Miłkowski Stanisław, 661Miller Tilly, 126Milošević Slobodan, 382Mindszenty Jòzsef, 20-21, 69, 166, 529, 569-

570, 573, 575-579, 584, 592-593, 597Mioč Borivoj, 297Mirek Agata, 451-452Mitzscherlich Birgit, 238Mjeda Lazare, 34Mlýnář Zdeněk, 127Močnik Franc, 389Modelski Ryszard, 736-737Moghioros Alexandru, 548Moll Helmut, 85Molnar Amedeo, 79Montalvo Gabriele, 482Montini Giovanni Battista, 360, 570Morača Milutin, 366Moravetz Gyula, 585 Morawski Andrzej, 724Morel Julius, 570Mossing Henryk, 686Mrihini Dimitrije, 340 Mrkoci Vladimir, 339Mróz Maciej, 700Muench Aloysius Joseph, 239 Muftić Ismet, 340Müller Friedrich, 512Müller Gerhard Ludwig, 251Müller Torsten W., 235-236Müller Wolfgang, 237Müller-Mészáros István, 585Munarini Giuseppe, 551Murawski Ryszard, 438

Mureşan Lucian, 562Muś Teresa, 438Musiał Filip, 426, 428, 433, 452, 484Mussolini Benito, 34, 672 Mužić Ivan, 282Mwaniki Joseph Ritho 7, 27-62, 764Mysiakowska Jolanta, 443Myszor Jerzy, 416, 432, 434, 454, 457, 472

Nadrah Ignacij, 388, 393Nagy Imre, 588Nagy Tohotom, 510, 570, 588Naletilić Stjepan, 295Napolitano Matteo Luigi, 595Nasi Teodor, 30Navarro Valls Joaquin, 124 Navrátil Augustin, 135, 137Nazarbaev Nursultan, 753, 757Nazor Vladimir, 331Ndreca Ardian, 30-32Nécsey Eduard, 19, 130, 160, 177, 183,

186, 187, 222Neglie Pietro, 86Nejedlý Zdeněk, 109Němcová Dana, 135Nèmec Ludvick, 89Nenciu Gheorghe, 530Nepomuk Klein Norbert Johann, 82Nestor Waldemar Maximilian, 290, 305Neumann Teresa 206Nevistić Franjo, 304, 330Nevistić Jozefa, 304Nicola II, 700Nicolescu Alexandru, 538Niedzielak Stefan, 443Niehuss Merith, 230Niemiec Jan, 697Nigris Leon Battista, 33-34, 39Nikić Andrija, 280, 288, 296-298, 301Nikolić Vinko, 290, 330Nitvjagi Veino, 602Noli Fan, 30, 31, 34, 36Noli Theofan Stilian, 30-31, 34, 36Novak Kurt, 237Novak Viktor, 279, 331Novosad Jaroslav, 103Novotný Antonín, 126, 222Novotny József, 585Nowak Jan, 730-732, 734, 738Nowakowski Krzysztof, 701Nowicki Edmund, 418, 423

Page 42: La chiesa cattolica e il comunismo

780 Indice dei nomi

Nuschke Otto, 239Nusser Ursula, 261O’Hara Gerald Patrick, 499-500, 504-505,

508, 514, 517-518, 533, 549, 564O’Mahony Anthony, 128O’Rourke Edward Alexander, 599Ochab Edward, 444, 476Ochał Adam, 725Oddi Silvio, 354, 355Okońska Maria, 470Oleś Marian, 747Olexák Peter, 7, 157-192, 764Oliva Eduard, 103Olszański Jan, 693, 697Olszowski Stefan, 476, 482Olszowski Wojciech, 684Omrčanin Ivo, 290, 298Ondrušek František, 207Oprescu Adrian, 552Orbán József Gyula, 590Orlovac Anto, 280, 291, 297, 299Orszulik Alojzy, 480Osadczy Włodzimierz, 8, 699-714, 764Ossipova Irina, 633Otčenášek Karel, 118, 120, 130, 137-140,

211Oteţea Andrei, 499-500Overath Joseph, 270Overmans Rüdiger, 228

Pacelli Eugenio, 95, 570Pacha Ágoston, 494, 503, 517Pacini Gianlorenzo, 127Paczkowski Andrzej, 413Padewski Stanisław, 697Pakocs Károly, 495-496, 508, 523, 529Palac Natalija Branka, 285, 303Palach Jan, 126Paleczek Rudolf, 84Palmieri Cristoforo, 61Palouš Radim, 135Paltarokas Kazimieras, 625, 632-633, 636-

637, 638, 649Paolo VI, 23, 57, 74-76, 97-99, 103, 105,

121, 129-131, 187, 190, 200, 224, 249, 251, 254-255, 257-258, 266, 273, 360, 367, 370, 373, 418, 438, 475, 477, 481-482, 485, 509, 528, 530, 531-532, 535, 561, 567, 641, 647, 667, 674, 695, 710

Papée Kazimierz, 422, 480, 482Papp Ervin, 585

Parhon Constantin Ion, 507Parijs Michel, 64Paskai László, 575, 592Paškevičs Vitolds, 610Pastors Alfons, 616, 617, 620Pásztor Ferenc, 495Pásztor Ján, 189, 225Paterejko Jurij, 740Pauker Ana, 544, 548-549Paukštys Jonas, 740Pavelić Ante, 16, 334, 341, 350Pavičić Darko, 378Pavlinić Vladimir, 360, 362Pavlišić Josip, 384Pavloskis Tartu Janis, 602, 620Pawłowicz Zygmunt, 485-486Pawłowski Andrzej, 740Pecican Petru, 553Pejanović Đorđe, 287Pekár Atanáz, 201, 209-210Pelikán Jiří, 127Pelšs Stanislavs, 620 Pelwećkyj Antonij, 706Pentjušs Viktors, 620 Percă Aurel, 671Perez Cuellar Javier, 55Perhan Ivan, 397Perić Ratko, 280, 288, 294-296, 308, 329,

335, 370Peřih Leopold, 205Périsset Jean-Claude, 534-535Perna Valerio, 606-607Pešek Ján, 88, 117, 132, 165, 168-170, 173,

175-176, 183-184, 202-203, 218-220Peta Tomasz, 747, 748, 756Petcu Adrian Nicolae, 500Pétery József, 585Petešić Ćiril, 280Petráček Tomáš, 91, 124Petričević Jure, 283, 367Petro Marek, 215, 705, 708-709Petrović Leon, 300Pettinaroli Laura, 64Petuško Stanislavs, 620 Pfister Peter, 244Piątkowski Wacław, 662Pícha Mořic, 139Pichler Alfred, 307Piebalgs Alberts, 617Pietrzak Jerzy, 417, 430Pilić Stipo, 339

Page 43: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 781

Pillinger Renate, 63Piluś Jerzy, 726Pilvousek Josef, 229-237, 240-241, 243,

247, 253, 255, 258-262, 264, 266, 267, 269,-272, 276

Pintíř Adolf, 142Pio XI, 22, 27, 83, 98, 259, 549, 599, 624Pio XII, 16, 20, 64, 73, 87, 93, 98, 101-102,

104, 128, 244, 251, 256, 259, 260-263, 270, 346, 355, 356, 394, 417, 431, 434, 470, 517, 528, 549, 557, 565, 631, 633, 636, 644, 647, 684

Piontek Ferdinand, 239, 253, 422Piontek Paweł, 461Pischedda Jerim Bogdanić, 24, 386Pitassio Armando, 64Plachý Jiří, 103Plaianu Clemente, 540, 562, 564, 567Plank Ferenc, 585Plasger Georg, 91Plato Alexander, 253Plečnik Jože, 405Pleşca Petru, 532Plesz József, 508Plojhar Josef, 18, 86-87, 110-111Ploscaru Ioan, 538, 551, 558-566Plucha Adolf, 89Pobožný Róbert, 19, 101, 130, 171, 177-

178, 183, 187, 189, 214-215, 222Podar Adrian, 551Podhájecký Mirón, 195Podlevskis Jānis, 620 Poelchau Harald, 606Pogačnik Jožef, 388, 393Poggi Luigi, 113, 132, 475-477, 530-533,

593Polc Jaroslav, 96Pop Josif, 523Pop Nicolae, 491, 498, 502, 512-513, 523,

538Popadić Branko, 300Popiełuszko Jerzy, 442-443, 454Popov Nebojša, 383Popp Filip, 340Posád Pavel, 142Pospielovsky Dimitri V., 64Potáš Marián, 201, 205, 209Povilonis Liudvikas, 641Pranaitis Justin Bonaventura, 718Prauser Steffen, 84Prcela John, 330

Prečan Leopold, 84Prennushi Nicola Vincenzo, 33-34, 39-40Preuß Elisabeth, 235, 238Preysing Konrad von, 237-239, 258-261,

264-265, 267, 422Pribićević Svetozar, 282Priede Andris, 7, 605-622, 764Próchniak Leszek, 434Proffitlich Edward, 599Prohászka Ottokár, 570Prokopiev Vladimir, 740Prunduş Silvestru Augustin, 540, 545, 562,

564, 567Prustov Roberto, 72Pruszyński Ksawery, 481Pryszlak Stefan, 740Przeciszewski Marcin, 683Przybysz Milena, 434Puchowski Georg, 261Pučnik Jože, 402Pudāns Andrejs, 620Pudāns Jezups, 610Pūdnīks Konstantīns, 620Puiu Visarion, 546Pujats Jānis, 620 Puljić Vinko, 307Puljić Želimir, 384Pumberger Josef, 125Pupin Piotr, 662Purwiński Jan, 697Pustejovsky Otfrid, 89Putica Vide, 296, 305Pytlowany Piotr, 741

Raabe Thomas, 230, 238, 241, 243Rabas Josef, 89, 137Račan Ivica, 384Radelić Zdenko, 328, 364, 371Radić Radmila, 348, 351, 358-359Radwan Marian, 655, 659Radwański Piotr, 740Raffay Ernő, 510Ragauskas Juozas, 639Rahner Karl, 271, 365-366Raina Peter, 249, 254, 417-418, 422, 433-

434, 437-441, 443-444, 446, 448-449, 452, 458, 470-473, 475, 477, 480-486

Rajk László, 588Rákosi Mattia, 577Ramet Sabrina Petra, 381Rance Dider, 59, 64, 119, 134

Page 44: La chiesa cattolica e il comunismo

782 Indice dei nomi

Ranković Aleksander, 402 Raspor Eleuterija (Marija), 397 Rastawicka Anna, 470Rath Ilja, 174Raţiu Iuliu, 553Ravančić Martina Grahek, 330, 335Razmuss Jāzeps, 619Reagan Ronald, 381, 384 Rebek Ľubomir, 126Rebić Adalbert, 364Rebichini Andrea, 88, 91, 105, 135, 157Rees Arfon, 84Regina Sara, 140Rehar Marija Čipić, 395Reinelt Joachim Friedrich, 273Reinys Mečislovas, 624-625, 629, 631-

632, 636Reiss Karl, 84Rejchrt Miloš, 135Rendić Smiljana, 360, 362Renik Krzysztof, 686, 710, 713, 718-719,

731, 740, 742Renöckl Helmut, 147Reynys Mieczysław, 426Ribičič Mitja, 407Richter Clemens, 236, 238Rieder Heinz, 80Rigotti Gianpaolo, 64Risse Günter, 261Ritter Saverio, 83, 87, 95-96, 102Rittig Svetozar, 342, 343-344, 348-349Robu Ioan, 524, 533Rodák Michal, 196-197Rogowska Barbara, 249, 437Rojkovič Mikuláš, 217Rojkovič Teodor, 217Rokicki Paweł, 24Romić Ante, 294-296Romsich ignác, 491Romža Teodoro, 705-706, 708, 739Roncalli Angelo Giuseppe, 68, 74Roosevelt Franklin Delano, 157Ropers Cornelia, 238Roščić Nikola Mate, 361Rosen Moses, 512Rösener Erwin, 399Roske Octavian, 544Rospond Stanisław, 433Roth Johann, 722Rotta Angelo, 595Rotten Mihály, 585

Rožman Gregorij, 387-388, 393, 395-396, 398-399

Rrok Mirdita, 59Rudnicka Anna, 731, 734, 737-739, 751Rudnicki Jan, 675Rudzītis Pēteris, 619Rügert Walter, 79Rulli Giovanni, 159, 182, 190Rupić Mate, 338Ruppert István, 585Rusa Romulus, 490Rusecki Marian, 419Russnák Mikuláš, 195Rusu Alexandru, 493, 503, 538, 540, 544,

554, 560Ruszała Lucjan, 601Rut Stanisław, 602Rut Tadeusz, 601Rutkowski Piotr, 437Ryba Hugó, 585Rykowska Natalia, 8, 727-758, 764

Sabadoš Michal, 195Sabol Sebastian, 199Sabov Kostiantyn, 709Sabryha Mychajlo, 709Sadunaite Nijole, 646Saganova Nelea, 671, 672, 674-677, 678Saje Franček, 406Sakač Josip, 369Salač Josip, 355Salače Ivan, 353Salacz Gábor, 494, 495, 594Salajan Dumitru, 553Samic Igor 24, 410Sándor Stefano, 585Saparišvili Konstantin, 723Sapieha Adam Stefan, 428, 448, 472-473,

484, 730Sarapi Antonio, 39Sarkander Jan, 151Savelli Viljem, 397Schäfer Bernd, 230, 256Schaffran Gerhard, 104, 247, 272-273Scheffler János, 494-495, 503, 507, 516-

517, 524, 528Scherer Lőrinc, 586Schinzel Josef, 84Schmidt Georg 79Schneider André, 240Schnurr Joseph, 721

Page 45: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 783

Schonfeld Roland, 64Schriffert Béla, 495, 508Schuller Mária, 517Schumacher Rolf, 271, 585Scisckov Giosafat, 73Seewis Salis Franjo, 332-333, 342, 352Segedi Joakim, 225, 226Seibt Ferdinand 80Seigewasser Hans, 245Seimanis Julians, 620 Selec Mijo, 342Semedij Ivan, 709Senko Eugeniusz, 32, 40-41, 46, 49, 56Senwajtis Józef, 728Seregély István, 592Sergiu Soica, 537-568, 764Shantoja Lazzaro, 39Shehu Mehmet, 36, 44, 52Shlaku Bernardin, 34, 39, 40, 41, 44, 45Shlaku Giovanni, 39Shlaku Gjon, 41Shvoy Lajos, 585Siemaszko Zbigniew S., 716Sierov Ivan, 426Sigismondi Costantino, 354, 576Sigismondi Pietro, 354Sigmirean Cornel, 542Silvestrini Achille, 113, 134, 475Silvestro II, 576Simić Sima, 279, 280Simmel Oskar, 256Simoni Zef, 33, 38, 40, 42, 44, 46-47, 49,

56, 59Sipos Ferenc, 490, 494-495Skarżyński Aleksander, 476, 482Skender Ivan, 305Skoupý Karel, 92, 95, 100, 104-105, 126Skrbenský von Hříště Léon, 82 Skromani Antons, 619Skrzeszewski Stanisław, 448Skubiszewski Krzysztof, 483Skvireckas Juozapas, 625Sládek Karel, 81Sladkevičius Vincentas, 637, 742Slánský Rudolf, 90Sleźniuk Ivan, 708, 709Slipyj Josyp Ivanovyč, 22-23, 705, 707-

711, 738Slišković Viktor, 293 Śliwiok Józef, 417Slobodan Nešović, 280

Slomšek Anton Martin, 395Sloskans Boleslavs, 610, 618Śnieżyński Jan, 723Snježana Vasilj, 284Sobiło Jan, 697Sochoń Jan, 443Sodano Angelo, 483, 595Soica Sergiu, 7, 556, 560, 764Sokol Jan, 135, 137Solzhenycin Aleksandr, 642Somorjai Adam, 7, 569, 570-598, 765Sosnkowski Kazimierz, 602Soubigou Alain, 80Soukup Pavel 79Spehnjak Katarina, 328, 331-332, 367Spellman Francis, 354Spicer Kevin Paul, 260Spinka Matthew 79Spiridion Mifka, 340Splett Karl Maria, 422, 426 Spring Hartmut, 126, 240, 242-243Springovičs Antonijs, 614, 616Spülbeck Otto, 269-272Spyri Johanna, 406Srebrnič Josip, 389Stack Gabriel, 582Stalin Josef, 14, 42, 55, 86, 128, 157, 163

198, 231, 327-328, 331, 353, 356, 391, 411, 444-455, 467, 491, 509, 512, 549, 559, 565, 577, 620-621, 635, 644, 658, 663, 672, 674, 685, 687, 689, 705, 708, 730

Stanaszek Bogdan, 428, 459-460Stanelytė Gema, 646Stăniloae Dumitru, 545-546Staniszewski Stanisław, 482Stankevičius Juozas, 627, 633, 639, 640,

643, 644, 650Starič Jerca Vodušek, 327Stark Tamás, 492, 537, 571Staugaitis Justinas, 624-625Stefaniak Janusz, 454, 466-467Stehle Hansjakob, 90, 128, 130, 159, 246,

254, 256, 259, 366, 368, 502-503, 518, 531

Stehlik Antonin, 97, 110, 112Steigerwald Ádám, 585 Stella Alexander, 347, 350Stelmachowski Andrzej, 478-480Stemberk Josef, 85Stengel Friedemann, 237

Page 46: La chiesa cattolica e il comunismo

784 Indice dei nomi

Stępień Stanisław, 701, 708Stepinac Alojzije, 15, 16, 280, 309, 331-

333, 341-358, 363, 366, 369, 379-380, 383, 394-395

Steponavičius Julijonas, 636-638, 640, 647, 649

Sterneczky Árpád, 586Sterniuk Volodymyr, 709Stevo Ivan Krajačić, 344 Ştirban Codruţa Maria, 543, 560-561Ştirban Marcel, 543Stöhr Martin 80Stoian Stanciu, 496, 505, 507-508, 544Stojan Antonín Cyril, 82, 98, 131Stokłosa Katarzyna, 271Strauchold Grzegorz, 250Strehle Stephen, 64Streikus Arūnas, 651Streniuk Volodymyr, 709Stres Anton, 396Streuer József, 586Stříbrný Jan, 89Stříbrný Jiří, 81, 116Stričko Pāvils, 620 Stroba Jerzy, 418Strods Kazimirs, 610Strods Pēteris, 613-614, 616Stroński Henryk, 687Stropnický Martin, 155Strossmayer Josip Juraj, 343-344Strübind Andrea 79Strupulis Antons, 608Stumpf Mátyás, 586Suchocka Hanna, 483Suchowolec Stanisław, 443Suciu Ioan, 493, 503, 540-541, 544, 550Sudar Pero, 286Suveică Svetlana, 671-672, 675, 678Svarinskas Alfonsas, 643Svoboda Bohumil, 96, 99, 139Svoboda Ludvik, 98, 104, 135, 137, 187Świdnicki Józef, 718-719Szaban Józef, 740Szablewski Kazimierz, 476Szabó Dénes, 585Szabó Ferenc, 581, 585, 595Szabó Imre, 585Szabó László, 585Szalay Alajos, 585Szalay Jeromos, 499, 512, 585Szarek Jarosław, 484

Szarota Tomasz, 412, 683-684Szczepaniak Jan, 484Szczęsny Andrzej, 727, 730, 735, 739-740,

748, 754-757Szczurek Nicolae, 673, 678-679Székely Gabriel, 193, 201, 219, 493, 517,

521, 569Székely Pál, 517, 521Szekeres Mária, 586Szél Kálmán, 586Szelążek Adolf, 421, 684, 688, 730Szeptycki Andrej, 738Szerednyey János, 586 Szetelnicki Wacław, 684Sztaub Aleksander, 740Szymański Józef, 689, 690-692Szyszkiewicz Antoni, 716

Šeptyckyj Andrej, 699-700, 702-703, 707-708

Šarić Ivan, 305, 307Šarić Tatjana, 331Šebek Jaroslav, 188Šeper Franjo, 353, 355-357, 359-360, 362,

364-365, 368-369, 377-378Šeper Tomislav, 362Šegvić Kerubin, 332, 340Šeškevičius Antanas, 740Šik Ota, 126, 127Šilhan František, 115Šilih Niko, 401Silevičs Jānis, 620 Škarvada Jaroslav, 142Šimulčík Ján, 114, 120, 189, 192Šipovac Neđo, 280Škrábik Andrej, 172Škvorc Mijo, 369Šmahel František, 80Šmálik Štefan, 202, 205, 222Šmíd Marek, 95Špiljak Mika, 368Špirko Jozef, 81, 203Šrajerová Eva, 100Šramek Jan, 18Štagars Ludvigs, 619Štajduhar Meri, 382Štambuk Zdenko, 279, 331Štěpánově Horním, 120Štir Ivan, 330Štitić Lina, 288Šturák Peter, 7, 193-226, 765

Page 47: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 785

Šturm Lovro, 335, 390Šuštar Alojzij, 388, 393Šutić Flavija, 285Šutovič Viktor, 666

Tabare Sigismunds, 610-611Tabódy István, 586Tàborsky Edward, 126Tajovský Vít Bohumil, 15 Takács Ferenc, 585 Talan Franjo, 353, 355Tamarut Antun, 384Tamkevičius Sigitas, 643, 649, 652Tănase Stelian, 499Tarbunas Adolfs, 617Tardini Domenico, 417, 422, 445, 481Tatranský Vincent, 199Tauran Jean-Louis, 534Tavano Luigi, 395Tavelić Nikola, 370Tempfli Imre, 7, 489-536, 765Terc Abram, 642Terela Josyf, 711Terenkevičs Viktors, 620Teresa di Calcutta, 53, 56, 59, 720Terlecki Ryszard, 433Tesař Petr, 114Thaci Gaspar, 34, 38-40Thienel Benitia, 304Thorak Thomas, 261Tibor Pethő, 515Tietze Wolf, 83Tigrid Pavel, 126-127Tímár Ágnes, 582Timka Ivan, 340Tirpák Pavol, 213Tischner Wolfgang, 261Tiso Josef, 19, 87, 159, 162, 203-204Titman Antonin, 100Tito Josip Broz, 15-16, 31, 43, 49, 54, 279-

280, 327-329, 331, 339, 342-344, 348-349, 353-356, 369, 370-371, 374-375, 382, 385-386, 393, 577

Tiut Vasile, 553Tkalec Lojza, 337Tobias Robert, 79, 86Toborek Tomasz, 434Todea Alexandru, 20, 560, 562, 564-565Tojčić Nikola, 291, 297Tokarczuk Ignacy, 438Tolstoy Nikolai, 334

Tomanić Milorad, 381, 383Tomas Ilija, 294, 295Tomášek František, 23, 98-99, 101, 107,

113, 118, 120, 122, 127-128, 129-131, 135-138, 140-145, 152, 154-155, 191

Tomažič Ivan Jožef, 387-389, 393, 396Tomeš Josef, 99, 103, 138, 139Tomka Ferenc, 594Tomko Jozef, 133, 191, 214, 757Tomo Vukšić, 284, 319, 765Tondra František, 191 Tontsch Günther H., 492, 498Tonzar David, 82Topić Franjo, 286Toptani Ahmed, 30Tornyos Gergely, 586Tornyos Kálmán, 586Toroš Mihael, 389, 392 Touška František, 87Treadgold Donald, 381Trei Johannes, 748Tria Massimo, 188Trochta Štěpán, 87, 95, 102-104, 107, 118,

126, 130-131, 138, 156, 165Tröger Karl-Wolfgang, 82Tröger Sigrid, 82Trogrlić Stipan, 352, 355Trojanovskis Stanislavs, 617-618Trops Henriks, 616-617, 621Troshani Nikollë, 45, 54Trukšāns Jāzeps, 620Truman Harry S., 353Tuđman Franjo, 282, 338, 383, 385Tumans Antons, 620 Turčinović Josip, 364, 365, 377Turda Marius, 492Turks Aleksandrs, 608, 619Tuscano Pasqualina, 24-25Twardowski Bolesław, 420, 704

Udvarhelyi Nándor, 509Ujčić Josip, 357Ulbricht Walter, 254, 267Ullmann Klemens, 239Ulmanis Kārlis, 605, 611Ulysses Alexis, 641Unterreiner Károly, 585 Urbšs Antonijs, 613

Vaccaro Luciano, 80-81, 572, 600Váchová Jana, 115

Page 48: La chiesa cattolica e il comunismo

786 Indice dei nomi

Vacková Ružena, 135Vaikulis Stanislavs, 612, 620Vaišvilaitė Irena, 7, 623-654, 765Vaivods Julians, 602, 613, 617, 620-622,

641, 685, 694, 723Vaivods Pēteris, 620 Valente Massimiliano, 88, 174Vaļpitrs Broņislavs, 620Valtere Veronika, 608Vaňák František, 133, 138-139, 148Vardidze Emmanuel, 722-723Varga András, 585Varga Eva Maria, 556, 571, 582, 585Varga Gabriella, 523, 528Varga Iosif, 556Varga Lajos, 585 Vasa Pashko, 28, 50Vásárhelyi János, 512Vasile Cristian, 535, 540, 548-550, 555,

561-568Vasilichi Gheorghe, 506Vaško Václav, 85, 95-96, 98-103, 105-106,

108, 111, 115, 117-118, 120, 214Vasylyk Pavlo, 712Veinert Péter, 585 Velyčkovskyj Vasyl, 709Ventura Croppo Maria Franca, 24Verhun Petro, 705, 708Verolino Gennaro, 167, 595Veselý Antonín, 112Vezér Ferenc, 585Vidović Mile, 329, 351Vik Ladislav, 107Vincetić Luka, 383Virág István, 585 Vishinskij Andrej Januar’evič, 492Vitainis Kazimirs, 620Vitale Ottavio, 61Vitković Stanislav, 378Vizulis Ādams, 619Vlček Vojtěch, 114, 116Vlk Miloslav, 5, 7, 9-12, 23-24, 100-101,

106-107, 113, 124, 140,-142, 145, 148, 153, 765

Vnuk František, 88, 120, 168, 171, 173, 183Vodičková Stanislava, 96-98, 100Vodušek Starič Jerca, 328Voitiņš Jānis, 620Vojnović Branislava, 344Vojtaššák Ján, 19, 158, 160, 165, 169-172,

177, 179-182, 186, 202-203, 205

Vokić Ante, 334Volaj Giorgio, 34, 40Volcic Demetrio, 127Vološin Augustin, 704Vööbus Arthur, 603Voroncov Vieniamin Aleksandrovič, 198Voronovskyj Julian, 709Vorošilov Kliment Efremovič, 663Vovk Anton, 388-389, 393-396, 400, 402-

403Vračić Berislava, 285Vrana Josef, 112-113, 130-133, 208, 232,Vrhnjak Alojzij, 403Vucins Pēteris, 620Vujnović Marijan, 297Vukšić Tomo, 7, 277-326, 765-766Vymětal František, 133

Wagnerovà Alena, 84Walczykiewicz Stefan, 730Walewander Edward, 601, 723, 726, 728,

729, 753Wanags Władysław, 693-694Wanke Joachim, 274, 276Warachim Hieronim, 735, 736, 738Warso Albert, 7, 411-488, 766Wasilewska Wanda, 425Wasilewski Tadeusz, 63Waśkowska Anna, 736, 737, 738, 746, 752Wéber Péter, 585Weger Tobias 79Weigel Georg, 104Weilemann Peter, 252Weinhold Georg, 259, 268Weiss Martin, 101Weiss Rikard, 101, 297-298Wende Jahre, 85Werling Heinrich, 601Werner Roland Cerny, 128Weskamm Wilhelm, 260-262, 265, 267,

270Wesołowski Józef, 747Wielikosielec Kazimierz, 662Wienken Heinrich, 269-270Wietrzak Zdzisław, 76 Wijlens Myriam, 247Wiktor Piczukow, 664Wilanowski Cyprian, 438Wilhelm Franz Johannes, 261Willebrands Johannes, 712Willmann Adam, 475

Page 49: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei nomi 787

Winkler Gerhard, 64Winnicki Zdzisław J., 663Winstone Martin, 703Winter Miriam Therese, 122Wodarczyk Adam, 465Wójcik Paweł, 24-25, 420, 459, 471, 487,

603, 669, 698, 713, 720, 726, 757Wojtyła Karol (Giovanni Paolo II), 20, 24,

99, 104, 107, 131, 250, 256, 268, 375, 377, 419, 440, 465, 472, 484-485, 487, 667, 695

Wołczański Józef, 685Wolski Władysław, 428, 444Wróbel Janusz, 434Wronka Andrzej, 423Wysocki Wiesław Jan, 442, 462, 468Wyszyński Stefan, 19-20, 104, 248-249,

254-255, 420, 424, 426, 430, 432, 434-435, 437, 439-440, 444-447, 455-457, 460, 469, 470-473, 476, 477, 481-482, 484-485, 576, 684-685, 766

Zundo Vladislavs, 621Zvejsalnieks Boleslavs, 620Zvěřina Josef, 135, 146Zvonimir Šagi, 378Zych Sylwester, 443

Žáček Pavel, 81, 164Žanić Pavao, 304, 307Žaniće Pavao, 379Žantovský Michael, 144Ždanov Andriej Aleksándrovič, 15 Živković Andrija, 342Žoldasbiekov Marzatai, 754Župančič Oton, 406

Żarecki Aleksy, 738Żaroń Piotr, 715, 716Żaryn Jan, 249, 255, 417-418, 421-422,

430, 444, 446, 451, 454-456, 469-470, 472-473, 474-475, 478, 480, 482

Żurek Jacek, 415-416, 426, 455-456, 463, 466, 480-481, 724

Page 50: La chiesa cattolica e il comunismo

788 Indice dei nomi

Page 51: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei luoghi 789

Indice dei luoghi

Abranovce, 214, 219Abrene, 619Adrianopoli, 30, 599Aglona, 606-607, 609-612, 617-620, 622Aiud, 552Akhaltsikhe, 724Aktiubinsk, 742Alba Julia, 493-494, 502-503, 506-508,

510, 513, 516-523, 530, 532-533, 765Albanopoli, 29Ambeļi, 618Ampezzo, 33Aqtöbe, 742Arad, 552 Argirocastro 32Astana, 717, 737, 741, 747-748, 753, 755-

757Asūne, 619Atašiene, 612, 619Augstkalne, 618Auschwitz, 250, 412-413

Báč, 209, 212Bačka, 335Bački Jarak, 340Baku, 293, 721, 723-726Balta Brăilei, 552Bălti, 672-673, 676, 679-680Baltinava, 610, 617Banato, 335, 500, 553, 562-563Banja Luka, 277, 280, 284-287, 289-291,

297-299, 303-305, 307-309, 319, 335-336

Banská Bystrica, 170, 172, 189, 226Baranja, 281, 339Bari, 52, 57-58, 127Barkava, 610, 617-619Bartoszyce, 461-462Barysaū, 663-664Bassa, 423, 461, 485Batumi, 721, 725Bauska, 618Bautzen, 238, 269-270, 272-273Begunje, 398

Belgrado, 256, 282, 309-311, 316, 342, 346-348, 353-357, 359, 364, 366-367, 369, 389, 392, 395-396, 405-406, 536

Beli Izvor, 77Belušské, 212Berat, 32, 35-36, 43Berdyčiv, 689Berlino, 11, 13, 17-18, 30, 104, 143, 227,

229-230, 236-238, 241, 244-245, 247, 251-254, 256-270, 273-274, 315, 384, 416, 418, 422-423, 705, 759

Bernau, 266Bērzgale, 619Bērži, 617Białystok, 416, 419-420, 448, 631, 658Bielsk Podlaski, 420Bikova, 619Biržai, 630Bisanzio, 29Biškek, 715-717Bjelovar, 303, 338Blaj, 503, 538, 539, 541-542, 565Boghiş, 555Bohusodov, 116Bokša, 216Bologna, 64, 79, 81, 103, 122, 128, 159,

183, 186, 236, 252, 254, 256, 309, 528, 551, 575

Bonn, 89, 127, 138, 228, 230, 249, 252, 254, 256

Borshchiv, 710Borzeşti, 552Bosanska Gradiška, 304Bosanski Petrovac, 290, 305Boston, 30Botoşani, 552Bradlo, 222Brailiv, 689Brandeburgo, 257Bratislava, 87-88, 105-107, 112, 115, 117,

120, 126, 143, 158-161, 163-165, 171, 174, 176, 178, 180-184, 186, 189, 191, 195, 200, 202-205, 209, 219, 222, 226, 764

Page 52: La chiesa cattolica e il comunismo

790 Indice dei luoghi

Břeclav, 138Brescia, 33Breslavia (Breslau), 248, 253, 255, 258,

267, 272Brest, 657, 661, 683, 704, 706, 711Breznička, 216Brezno, 215Brno, 81-83, 85, 89, 95-96, 98-99, 101,

103-106, 111, 114-117, 120-124, 138, 140, 142, 148, 154, 156, 180, 187, 194, 207

Broumov, 116Brusyliv, 689Bruxelles, 36, 89, 316-317Brzeg, 461Bucarest, 491-492, 494, 496, 498-499, 502-

503, 505, 508, 512-513, 515, 517, 519-520, 523-524, 529-534, 539-540, 549, 564-568, 671

Budapest, 13, 17, 20-21, 69, 88, 159, 195, 274, 491, 493, 496-497, 509, 515, 523, 566, 570-573, 576, 578-582, 585, 589-596, 671, 739, 765

Bugojno, 297Bukhara, 719Bukmuiža, 618Bukovník, 140Burgas, 63, 67Burgenland, 572Butrinto, 29Capodistria, 388-389, 396Caransebeş, 552Cecenia, 721, 724Celje, 338, 388, 396-398, 404, 406, 410Cerkno, 399Cernăuti, 679Cesis, 618Charkiv, 135, 412Chełm, 425, 699, 764Chirchiq, 718Chisinău, 671-673, 675, 677-680, 763Chmelnyckyj, 689 Chrlice, 120-121Cluj (Napoca), 14, 493, 503, 515, 518-519,

539-542, 544-545, 552, 556, 560, 562, 565-567

Colonia (Köln), 230-231, 236, 244, 248, 252-253, 256, 260, 267-268, 270, 492, 497, 504, 592,

Costantinopoli, 68, 535Costanza, 79, 83, 146, 575

Cracovia (Kraków), 19-20, 76, 98-99, 104, 107, 131, 250, 268, 375, 377, 411, 414-415, 419, 425-428, 431, 433, 447, 452, 454, 457, 460, 463, 465-466, 472-473, 477, 484-485, 567, 655, 685, 687, 703-704, 708, 718, 724, 730-733, 735-736, 740, 763, 765

Croia, 30Csanád, 494, 572, 575, 585-586, 592Curtea de Argeş, 554Curzon, 414Częstochowa, 438, 442-443, 468-469, 470-

473, 486, 590, 596

Čachrov, 140Čakovec, 338Čapljina, 294-295, 304Černeča Gora, 195České Budějovice, 23, 80, 83, 95, 100-101,

111, 130, 139-142, 147, 765České Kamenice, 217České Meziříčí, 139Český Těšín, 112Čirč, 226 Dachau, 95-96, 102-103, 269Daksa, 298Dallas, 582Danzica (Gdańsk), 19, 227, 415-416, 418,

422-423, 426, 461, 486, 599Daugavpils, 605, 609, 610-611, 612, 617,

619Davče, 387Dayton, 318 Debrecen, 495, 573, 581, 589, 596Delibašino Selo, 290Derazhnia, 692Derventa, 292Dhrimades, 32Dmyterko, 709, 712Dnipropetrovs’k, 688Dolac, 293Dresda (Dresden), 104, 187, 238, 257, 259,

269-274Drinovci, 294Drohiczyn, 416, 420Drohobyč, 706, 711Drvar, 290-291, 305Dryssa, 664Dublino, 354Dubrovnik, 277, 298, 316, 347, 384, 766

Page 53: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei luoghi 791

Duchnov, 211Durazzo, 29,-34, 39-41, 45, 54, 59, 61Dyjákovice, 104Dziaržynsk, 663-664

Eger, 572-573, 585-586, 592Eisleben, 232Elbasani, 29, 32, 39Elizavetpol, 721Enzerdorf, 304Érd, 582-583Erevan, 756Erfurt, 104-105, 107, 232, 237-238, 253,

255-259, 262, 265, 268, 270, 272, 274, 276

Esztergom, 20, 570, 572-573, 577, 581, 584-586, 592, 596

Făgăraş, 493Feldioara, 490Ferdreng, 398Fergana, 718-719Fieri, 32Firenze, 86, 127, 188Fiume, 281, 352, 360, 389, 396Foča, 292Fojnica, 292, 304Fort Lauderdale, 31Friburgo, 295Frunze, 715-717Fulda, 236, 244, 258, 263, 268

Gakovo, 340Gdynia, 486Gherla, 493, 542, 552, 560Ginevra, 52, 134, 255, 381, 554Gjirokastra, 36, 43, 50Glodeni, 672, 677Gniezno, 20, 416, 418, 730Golo Brdo, 292Goražde, 303-304Gorenjska, 387Gori, 127, 280, 721, 725Gorizia, 389, 395-396Görlitz, 238-240, 247, 253, 255-256, 272Gornje Hrasno, 293-294Gorodok, 689, 694, 697, 742Gorzów, 19, 255, 418, 423, 459, 466 Gradačac, 292Graz, 277, 298, 387, 507Gross Strehlitz, 290

Grude, 304Gumjera, 297Gurk, 387Guzar, 716Győr, 572-573, 577, 581, 586, 596-597

Hajdúdorog, 572Heiligenstadt, 235, 268Helsinki, 75, 134-135, 255-256, 476Hinn, 599Hlohovec, 209, 212, 217Hojnice, 116Horním Štěpánově, 120Hradec Králové, 80, 111, 118, 120, 130,

137-139, 147-148, 151Hrodna, 655, 659-660, 666, 668Hronský Beňadik, 212Hrušaūka, 664Hudajama, 335Humac, 295-296Hutovo, 296Huysburg bei Hal-, 262

Iaşi, 493-494, 503-504, 506-508, 516, 520-523, 530, 532-533, 549, 565, 568, 671

Ibrik-Tepe, 30Ilūkste, 610, 616-617, 619Innsbruck, 119, 270Izvolta, 617, 619

Jajce, 291Jalalabad, 716-717Jalta, 227, 706Jasenovac, 280, 336, 338-339, 381, 396Jaunorne, 617Javorná, 140Jazovka, 335Jezero, 296Johovac, 292

Kadaň, 100Kaišiadorys, 624-625, 629, 632-633, 636-

637, 640, 647Kaliningrad, 423Kalocsa, 575, 584-586, 592Kalojanovo, 77Kalupe, 610, 612, 619-620Kamjanec Podilskyj, 684, 687-689, 694-697Kamyšenka, 717Kaposvár, 572Karaganda, 716-717, 730-732, 735, 738-

Page 54: La chiesa cattolica e il comunismo

792 Indice dei luoghi

740, 745, 747-748, 756Karlovac, 338Karvinia, 215Kašiadorys, 629Kastrati, 47-49Katowice, 19, 416-417, 426, 432-433, 435,

457, 461, 465, 724, 732Katyń, 412Kaunai, 617-618Kaunas, 22, 615, 618, 624-625, 627, 630-

633, 637, 639-641, 643, 648, 651, 662, 740-741

Kaunata, 610-619Kecskemét, 573, 581Kharkiv, 688Kielce, 19, 432-433, 449, 457Kiev, 667, 684, 687-688, 691-692, 696, 699,

703, 706Kirov, 600Kiviõli, 599Kladruby, 138Klagenfurt, 144, 334, 387-388, 395-396, 408Klaipėda, 624, 630, 636, 638, 641Klatovy, 140Klepci, 294-295Klokočov, 226Knićanin, 340Knin, 290, 382Kobeřice, 123, 124Kočevski Rog, 335, 408Koclířov u Svitav, 100Kołobrzeg 255, 418Komańcza, 434Kombuļi, 619Kongora, 293, 295-296Königsberg, 415Konnesreuth 206Korce, 28-29, 36, 43, 49Korcia, 32Koruška, 340Košice, 176, 182, 184, 193, 199, 211, 213,

215-221, 223-224, 494Kosovo, 28, 30, 290, 317, 382Koszalin, 255, 418-419Králíky, 116Kranj, 338Krašić, 16, 355-357, 394Kraslava, 609-611, 618-619Krasnogorka, 610Krasnojarsk, 740Kremenec, 696

Križevci, 287, 347Krndija, 340Kroměříž, 101, 137Kruševlje, 340Kuldiga, 608Kulsary, 748Kupres, 296Kurčaba, 712Kurmene, 617Kuropaty, 663Kurzeme, 606, 608Kutaisi, 721, 725

Laško, 335Latgale, 606, 608, 612-613, 618Lavant, 387-388, 396-397Lažiště, 140Lebedo, 566Lenič, 400Leningrado, 63, 613, 621Leopoldov, 108, 115, 184-185, 195-196,

205-210, 224Leopoli (Lwów, Lviv), 14, 19, 22, 416, 419-

421, 454, 542, 600, 679, 683-686, 693, 695-697, 699-713, 724, 735, 738, 764

Lepoglava, 16, 338, 351, 394Levoča, 161, 225Ležáky (Miřetice), 85Lidice, 85Liepāja, 608, 613, 616, 620-622Lika, 338Linz, 84, 397Lipníik u Třebíče, 100Lipsia (Leipzig), 13, 81, 91, 120, 164, 229,

237-238, 240, 244, 247, 257, 263, 270-271, 274

Lipůvka u Tišnova, 104Lise, 295Litoměřice, 80, 82, 102-103, 105-107, 113,

130, 133, 138-142, 147, 156, 176, 765Līvāni, 610, 612Livno, 290, 297Ljubinje, 294Ljubunčić, 290, 297Ljubuša, 296Londra, 30, 170, 355, 389, 427, 481, 629,

716Los Angeles, 582Louvain, 64Lubaczów, 416, 420Lubiana, 387-389, 392-393, 396-402, 404-

Page 55: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei luoghi 793

405, 409-410, 761, 763Lublino (Lublin), 119, 255, 411, 415-416,

419, 424-425, 430, 438, 442, 444-445, 450, 452, 454-455, 457-459, 462, 464-465, 468, 470, 477, 601, 619, 658, 664, 667, 685, 687, 688-689, 692, 699-700, 705, 710, 718, 722-723, 727-729, 764, 766

Lugoj, 538, 542, 550, 552, 558, 565Lugoş, 493, 503, 507Lushnja, 32Ľutina, 226Lybava na Morave, 215

Łódź, 434, 458, 472, 658, 736Łomża, 416, 655Łuck, 421, 683, 684, 687-688, 692, 696-

697, 710, 730

Maceljska Gora, 335Madrid, 154, 330, 332Magdeburg, 18, 240, 253, 255-256, 258-

261, 269, 272, 274, 276Majdanek, 412Malo Lipje, 304, Malý Horeš 158Manchester, 582Manglisi, 721Maramureş, 493, 503, 538, 542Mariampol, 420Maribor, 335, 338, 387-388, 390, 393, 396,

398, 400, 402, 404-405, 409, 761, 763Marija Bistrica, 16, 373, 381Marijampolė, 629Mauthausen, 102-103Mecklenburg, 257Međimurje, 281Međugorje, 297Medvode, 398Meiningen, 253, 255, 257-259, 268Meißen, 238, 253, 256, 258-259, 267, 269-

270, 272-273Metković, 329, 335Mežvidi, 610Miadzviedzičy, 660, 662Michalovce, 195-196, 206Miednoje, 412Milano, 64, 80-81, 86, 97, 104, 126-127,

140-141, 475, 533, 572, 600, 607, 627, 633, 641-642

Minsk, 659, 662-665, 668

Mirogoj, 335, 337Mírov, 108, 209Miskolc, 572Močenk, 212Mohács, 591Mohylev (Mahilëū), 599, 663, 665, 666,

668, 700,717, 728Molin, 340Montpellier, 36Mosca, 20, 43, 65, 67, 111-112, 157-158,

187-188, 194, 198-200, 252-253, 415, 425, 431, 434, 443, 498, 535, 542, 545, 554, 559, 568, 571, 573, 577, 591, 596, 599, 611, 613-617, 622, 632-633, 636, 641-642, 661-662, 664-665, 667, 672, 676, 678, 691, 693, 697, 700, 706, 709, 712, 722, 724-725, 737, 743-744, 747, 750, 765

Mostar, 277, 280, 284-285, 288-289, 293-296, 299-301, 303-305, 307-309, 313, 329, 379, 765-766

Mostar-Trebinje, 277, 303Mozdok, 721Mucacevo, 14Mukačeve, 697, 704-706, 709, 712-713,

739Mukačevo, 195, 197Mukařov, 97München (Monaco) 79-81, 83-85, 89, 126,

144, 230-231, 234, 244, 263-265, 270, 290, 298, 365, 494-495, 502, 504, 518, 600, 622

Münster, 231, 235, 238, 240, 253, 260,

Nagļi, 609Nairobi 764Napoli, 29Narva, 599Neuzelle, 237, 239, 265, 268, 272New York, 89, 92, 122, 127-128, 354, 571,

753Nicopoli, 17, 63, 71-73, 76Nīdermuiža, 610Niš, 292Nitra, 19, 88, 101, 119, 130, 170, 172, 174,

176, 189, 222Norimberga (Nürnberg), 227, 507, Nova Gorica, 405, 763Nováky, 159, 212Novi Marof, 335Novi Sad, 585

Page 56: La chiesa cattolica e il comunismo

794 Indice dei luoghi

Novo Mesto, 388Novosibirsk, 619, 718Nyíregyháza, 572-573

Obořiště, 107Odar, 377Odessa, 664, 680, 688, 694, 696, 724Olomouc, 80-82, 84-85, 98-102, 105, 109,

111-114, 118, 120, 129, 131, 133, 138-139, 142, 148, 151-152, 156, 167, 416, 422

Oľšavica, 219Opole, 19, 255-256, 418, 421, 423, 461,

684Oradea, 493-495, 500-501, 503, 506-508,

520, 523, 529-530, 532-533, 538-540, 542, 556, 559-560, 562-563, 565, 572, 764

Ordžonikidze, 721Orhei, 672, 675Orlová, 215Oroshi, 32, 34, 40, 59Osek, 116, 200, 211, 216, 223Osijek, 338-339Osnabrück, 258Osveja, 611Otočac, 338Ozolmuiža, 619

Paběnice, 97, 100Paderborn, 81, 85, 95, 99, 128, 186, 230,

235, 237-239, 252, 256, 258, 260-261, 265, 266, 270, 502

Padova, 88, 157Panevėžys, 624-625, 632-633, 636-638,

640-641, 647Parigi, 30, 318, 389, 409, 417, 491-492,

494-495, 510, 569, 576-577, 581, 590, 595, 662, 730, 763

Pärnu, 599Passau, 84Pechino, 47Pećine, 292Pécs, 572, 585-586, 596Pelseri, 599Perdubice, 215Petrograd, 290Pezinok, 212Piedruja, 610, 618-619Pielišča, 661Pilda, 619

Pilsen, 96, 107Pinsk, 416, 420, 655, 659-660, 662, 666,

668Pişcolt, 559, 556Pisino, 354Pitín, 101Pjatigorsk, 721-722, 724Plehan, 292Pleternica, 304Plovdiv, 63, 67, 72-73, 77Podbrezova, 215Podhum, 297Podilskyj, 684, 687-689, 694-697Podkrkonoše, 215Podolia, 689-690, 696, 710Podolinec, 175, 212, 216-217Pola-Parenzo, 389Posušje, 293Potsdam, 13, 85, 144, 415, 418, 498, 632Poždišovce, 214Požega, 304, 338Poznań, 413, 416417, 419, 422, 426, 430,

447, 472, 483, 509, 703, 735Praga (Praha), 11-13, 18-19, 23-24, 79-90,

94-101, 103, 105-107, 109-113, 115-116, 118-119, 122, 124-132, 135-136, 138-148, 150-155, 160, 162-163, 165-168, 170, 174, 179-180, 182-183, 187-188, 190-192, 198-201, 209-210, 213-215, 220-223, 254, 405, 416, 422, 531, 566, 573, 709, 765

Prapratnica, 296Prenj, 296, 305Prešov, 14, 114-115, 120, 125, 138, 159,

175, 189, 193-201, 203, 205, 207-215, 217, 218, 220, 224-226, 706, 709, 765

Prijedor, 297Prnjavor, 297Prokhladnoje, 724Proskurov, 689Prozor, 293Prudnik Śląski, 434Przemyśl, 414, 416, 424, 453, 683, 701-

702, 706-708Ptujska Gora, 407Pulati, 32, 34, 40, 45, 61Pult, 32, 59Puša, 610, 617Pušmucova, 619Pustina, 611

Page 57: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei luoghi 795

Qurgonteppa, 719

Râbnita, 672-673, 677Radom, 255, 418, 442, 445, 447, 449, 459,

473, 766Radvanov, 97, 103Ragusa, 763Raipole, 619Rajhenburg, 398Rakvere, 599, 602Rama, 292-293, 646Rama-Šćit, 292-293Rascov, 672-673, 677, 680Ravašnica, 296Ravno, 294, 296Regensburg, 64, 84, 244, 260, 263Rēzekne, 609-610, 617, 619Riga, 21, 426, 599, 602, 605-619, 621, 641,

662, 679, 685, 691, 694, 723, 725, 742, 764

Rikova, 619Rilić, 296Rimini, 30Rodna, 513Roma, 9, 15-16, 23, 31-32, 38-39, 44-45,

58-59, 63-65, 72-73, 81, 85, 90, 93, 96, 98, 100-101, 109, 113, 119, 122, 126-133, 138-139, 142, 144-145, 150, 155, 158-159, 174-175, 179, 184, 186-187, 190, 193, 195-196, 198-200, 207, 247-249, 251, 256, 268, 272, 275, 286, 288, 289, 294, 296, 309-310, 343, 348, 356, 358, 365-368, 371, 374-375, 395-396, 417, 422, 434, 457-458, 471, 475-476, 481-482, 484, 491, 499, 502, 508, 510, 517-519, 521-522, 530-533, 535-536, 538, 542, 544, 546, 550, 552, 558-561, 565, 568, 572, 575-577, 579, 584, 589, 593-594, 595, 599, 614, 619, 625, 629, 633, 640-641, 644, 652, 667, 684, 700, 706, 708, 710-713, 730, 745, 754, 761, 763-766

Rostovo, 292Roželov, 97Rozentova, 616, 619Rožňava, 19, 130, 171, 177-178, 183, 214-

215Rrëshen, 61Rtyna, 215Rúbani, 212Rubiaževičy, 662

Ruševo, 304Ruské Pekľany, 195Russe, 67, 73Ružbachy, 197Růžodol, 97, 100Ruzyn, 202, 207, 209, 215Rýmařov, 133, 139Rychwałd, 434

Salasai, 617Samarcanda, 716, 718-719San Francisco, 582San Pietroburgo, 599, 610-612, 617, 619,

700San Pölten, 84Sandomierz, 418, 420, 428, 433, 437, 459-

461Sanski Most, 292São Paulo, 582Sapë, 32Sappa, 32, 34, 40, 59, 61Sarajevo, 277, 280, 283-287, 289, 292-294,

297, 299, 303-309, 313-314, 319, 324, 329, 385, 765

Saratov, 701-721Satu Mare, 490, 494-496, 503, 507-508,

517, 520, 522, 524, 527, 529-530, 532-533, 543, 552, 572, 574

Sauerwetz, 304Sázavu, 215Schmochtitz, 270Schwerin, 255-256, 258-259Scutari, 28-29, 31-35, 37-42, 45, 49-50, 55-

56, 58-61Seckau, 387-388Sečovce, 218Sekirovo, 77Šent Vid, 338Shahrisabz, 716Shiroka, 34Shkodra, 42Sighet, 490, 504, 550-552, 554, 566Şimleu, 555Sjetlina, 304Skopjie, 53Sládečkovce, 212Slatiny, 212Slavonski Brod, 306, 339Slovenska Bistrica, 335Slovenská Ľupča, 169Slovinky, 219

Page 58: La chiesa cattolica e il comunismo

796 Indice dei luoghi

Smiltene, 616, 618Sofia, 49, 63, 67-69, 71-73, 77Solin, 373-375Solovki, 722-723Sopron, 569Soroca, 672-673, 676, 679Spalato, 281, 291, 300Spiš, 169, 171-172, 177, 189, 191, 202Spišská Kapitula, 171, 191Spišská Stará Ves, 169Spišské Podhradie, 170-171, 764Spišský Štiavnik, 158Split, 282, 285, 291-292, 300-301, 329,

335, 351Springovičs, 613-614, 616-617Sprukti, 609, 616Srijemska Mitrovica, 340Stalingrado, 414Staniątki, 452Stanisławów, 701-702, 704-709Staro Petrovo Selo, 304Stettino (Szczecin), 255, 418, 454, 461,

486-487Stoccolma, 431, 449, 515Stoczek Warmiński, 434Stolac, 293, 296, 305Stratinska, 297Stropkov, 175, 195, 216Struga, 689Stuthoff, 612Subotica, 575, 585Sukhumi, 721Sulín, 219Sutjeska, 292Svatý Hostýn, 139Sveciloviczi, 610Sverdlovsk, 617Svir, 660Szeged, 489, 572-573, 575, 586, 589Székesfehérvár, 570, 572, 585-586Szklarska Poręba, 15Szombately, 387Szombathely, 388, 572, 584, 586, 596

Šibenik, 291, 335, 384Široki Brijeg, 285, 288, 295, 300-301Šķilbēni, 619Škofja Loka, 338, 398, 405Šmarjeta, 303

Talas, 715, 717

Tallinn, 599-602Tamize, 721Tartu, 599-600, 602Tashkent, 715, 717-719Tauragė, 630Tbilisi, 721-725Teheran, 157, 227, 414Telšiai, 624-625, 629, 631-633, 636-638,

640-642, 645, 647Teplice, 211Theresienstadt, 102-103Tighina, 672-673, 676, 679Tihaljina, 304Timişoara, 494, 503, 508, 517, 520, 529,

530, 532-533, 538, 548, 552-553, 555, 560, 563-564, 764

Timişu de Sus, 513Tirana, 29, 30, 32-33, 35-36, 39, 41, 43-44,

49-50, 55-56, 59, 61Tiraspol, 716, 721Tolmin, 400Tomislavgrad, 293, 295-296Topola, 304Torino, 64, 75, 79, 127, 183, 357, 411, 528Travnik, 285-286, 292-294, 299Trebimlja, 294Trebinje, 277, 284, 288, 293, 297, 305Trebišov, 195, 218Trenčín, 212Trnava, 66, 101, 108, 120, 130, 170-171,

173, 177, 189-191, 207-208, 219, 222-223, 368, 573

Tselinograd, 737

Udine, 33, 396, 606Uherský Brod, 101Uman, 689Uranus, 552Urgench, 719Uzda, 663Užhorod, 125, 199, 704, 713, 739

Vác, 585-586Valdice, 115, 181, 205, 209, 210, 215Valdicích u Jičína, 108Valga, 599, 602Valmiera, 618Valona, 28-30Valpovo, 339-340Vanagi, 619Varakļāni, 612, 619

Page 59: La chiesa cattolica e il comunismo

Indice dei luoghi 797

Vārkava, 619Varna, 63, 67, 73, 76Varsavia (Warszawa), 20, 88, 100, 120,

127, 134, 187, 224, 249, 252-253, 273-274, 412-413, 416-419, 425, 427, 431, 435, 442, 255, 417-419, 426, 430, 432, 434, 437-438, 441-449, 451-456, 462, 470, 473-477, 480-485, 487, 655, 659, 663-667, 684, 686-689, 701, 703, 710, 715, 718, 728, 730, 733, 766

Vasylyk, 712Vecsloboda, 618Venezia, 29, 127, 389Vernár, 216Veszprém, 572, 575, 585-586Vicebsk, 663-665, 668Vienna (Wien), 21, 53, 63-64, 79-81, 84,

104, 125, 127, 134, 136, 214, 229, 256, 328, 368, 381, 395-396, 405, 481, 518, 569, 570-572, 575, 589, 593, 611-612, 763

Viļaka, 610, 618-619Viļāni, 619-620, 622Vilkaviškis, 624-625, 629, 631, 633, 640-

642Vilnius (Wilno), 416, 419-420, 426, 602,

611, 623-625, 628-633, 636-640, 645, 647, 650-651, 653, 655, 658, 660, 666, 724, 765

Vinnycja, 689, 690-691Višķi, 609, 618-619Visoko, 285, 292-293, 308Vladikavkaz, 721Vlahovići, 294Vlora, 32Volinia, 686, 692, 735Vorkuta, 337, 619-620, 733Vukovar, 316, 386Vukovsko, 296

Washington, 31, 178, 184, 381Wierzbica, 459Wittenberg, 232Wrocław, 19, 63, 248-250, 254-255, 416,

418-419, 421-423, 437-438, 440, 461, 468, 663, 687, 725, 738, 740, 744

Würzburg, 64, 227-228, 231, 236, 240, 247, 258, 261-263, 271

Yalta, 13, 22, 414-415, 421, 425, 434, 445, 485, 491, 498, 601, 632, 655, 683

Yangiyol, 716, 718York, 89, 490, 622

Zagabria (Zagreb), 15-16, 63, 67, 72, 168, 279-280, 282-283, 285, 288, 291-293, 296, 303-306, 308, 328-333, 335-342, 344-345, 347-352, 352-356, 357, 359-361, 363-364, 366-371-373, 375-382, 394-385, 396, 760, 763,766

Zagrebačka Gora, 335Zaqatala, 721Zara, 281Zasavje, 387

Želeća, 298Železný Brod, 130Želiv, 108, 116, 139Želivi, 98Žepče, 298Zielona Góra 255Žihobce, 140Žilina, 183Žmerinka, 684Zoločiv, 684, 686Zrenjanin, 383, 575, 585Zürich 80, 90, 502, 127-128, 246, 502, 504, Žumberak, 335Žytomyr, 687-689, 696-697, 730

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798 Indice dei luoghi

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Indice dei luoghi 799

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