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1 n°9 - OTTOBRE 2018 E-SKILL: PERCHé SONO IMPORTANTI LE COMPETENZE DIGITALI 2 5 MASHABLE SOCIAL MEDIA DAY, LA COMUNITà DIGITALE SI INCONTRA A MILANO 6 3 “SCOPRI IL TUO TALENTO” DURANTE LA SETTIMANA EUROPEA DELLE COMPETENZE PROFESSIONALI SOSTENIBILITà, LA PAROLA CHIAVE DI FERRARELLE Fare innovazione implica un nuovo approccio mentale che integra idee, competenze e abilità con quelle che arrivano al di fuori dell’organizzazione, in particolare da università, istituti di ricerca, startup, piccole e medie imprese OPEN INNOVATION, LE IMPRESE SI INNOVANO E UTILIZZANO IL SAPERE “DEGLI ALTRI” Le aziende che si distinguono in un merca- to sempre più competitivo sono quelle do- tate di sistemi aperti che consentano loro di adattarsi, innovarsi e crescere. Il confine tra l’impresa e il suo ambiente circostan- te non è più impermeabile. Per innovare servono idee, strumenti, soluzioni, talenti e non tutto può venire dall’interno. Proprio per questo, negli ultimi anni, le imprese stimolate dal processo di globalizzazione, stanno sempre di più puntando su strategie di Open Innovation per ampliare e massi- mizzare l’intensità e la velocità dei flussi di conoscenza fondamentali per affrontare la crescente pressione competitiva. L’innovazione aperta è un nuovo approc- cio strategico e culturale creato dal prof. Henry Chesbrough che - nel saggio “The era of Open Innovation” (2003) - focalizza l’attenzione sulla trasformazione in atto del modello di innovazione tradizionale, che definisce ‘’closed innovation’’, e i nuovi paradigmi che invece spingono verso un’a- pertura nella ricerca di innovazione oltre i confini dell’impresa. I vecchi principi aziendali si basavano esclusivamente su competenze e asset interni all’azienda: “le persone specializ- zate lavorano per noi”, “per creare profitto dalla R&S dobbiamo essere noi a scoprire, sviluppare e approfittare”, “l’azienda che entra con l’innovazione sul mercato per pri- ma, vince”, “se creiamo la maggioranza e le migliori idee, vinceremo”, “controllare la proprietà intellettuale affinché i concorrenti non possano trarre profitto dalle idee”. La ricerca fatta all’interno dei confini dell’im- presa non basta più. Il modello di innova- zione aperto spinge a far leva sul know- how esterno, con l’ambizione di cogliere un ulteriore beneficio: “non tutte le persone specializzate lavorano per noi”, “la R&S esterna può creare valore significativo”, “non dobbiamo creare l’idea per poterne approfittare”, “se facciamo il miglior uso di idee esterne e interne, vinceremo”, “biso- gna approfittare dell’uso che gli altri posso- no fare della nostra proprietà intellettuale e utilizzare la loro se può migliorare il model- lo di business”. Open Innovation è innanzitutto contami- nazione. Le imprese innovative quindi in- tegrano le loro idee, competenze e abilità con quelle che arrivano al di fuori dell’or- ganizzazione - in particolare da università, istituti di ricerca, startup, piccole e medie imprese, associazioni o anche singoli indi- vidui, hackathon, programmatori e consu- lenti - per progredire nelle loro competenze tecnologiche.

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n°9 - OTTOBRE 2018

E-Skill: pErché Sono importanti lE compEtEnzE digitali

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maShablE Social mEdia day, la comunità digitalE Si incontra a milano

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“Scopri il tuo talEnto” durantE la SEttimana EuropEa dEllE compEtEnzE profESSionali

SoStEnibilità, la parola chiaVE di fErrarEllE

fare innovazione implica un nuovo approccio mentale che integra idee, competenze e abilità con quelle che arrivano al di fuori dell’organizzazione, in particolare da università, istituti di ricerca, startup, piccole e medie imprese

opEn innoVation, lE imprESE Si innoVano E utilizzano il SapErE “dEgli altri”

Le aziende che si distinguono in un merca-to sempre più competitivo sono quelle do-tate di sistemi aperti che consentano loro di adattarsi, innovarsi e crescere. Il confine tra l’impresa e il suo ambiente circostan-te non è più impermeabile. Per innovare servono idee, strumenti, soluzioni, talenti e non tutto può venire dall’interno. Proprio per questo, negli ultimi anni, le imprese stimolate dal processo di globalizzazione, stanno sempre di più puntando su strategie di Open Innovation per ampliare e massi-mizzare l’intensità e la velocità dei flussi di conoscenza fondamentali per affrontare la crescente pressione competitiva. L’innovazione aperta è un nuovo approc-cio strategico e culturale creato dal prof. Henry Chesbrough che - nel saggio “The era of Open Innovation” (2003) - focalizza l’attenzione sulla trasformazione in atto del

modello di innovazione tradizionale, che definisce ‘’closed innovation’’, e i nuovi paradigmi che invece spingono verso un’a-pertura nella ricerca di innovazione oltre i confini dell’impresa. I vecchi principi aziendali si basavano esclusivamente su competenze e asset interni all’azienda: “le persone specializ-zate lavorano per noi”, “per creare profitto dalla R&S dobbiamo essere noi a scoprire, sviluppare e approfittare”, “l’azienda che entra con l’innovazione sul mercato per pri-ma, vince”, “se creiamo la maggioranza e le migliori idee, vinceremo”, “controllare la proprietà intellettuale affinché i concorrenti non possano trarre profitto dalle idee”. La ricerca fatta all’interno dei confini dell’im-presa non basta più. Il modello di innova-zione aperto spinge a far leva sul know-how esterno, con l’ambizione di cogliere

un ulteriore beneficio: “non tutte le persone specializzate lavorano per noi”, “la R&S esterna può creare valore significativo”, “non dobbiamo creare l’idea per poterne approfittare”, “se facciamo il miglior uso di idee esterne e interne, vinceremo”, “biso-gna approfittare dell’uso che gli altri posso-no fare della nostra proprietà intellettuale e utilizzare la loro se può migliorare il model-lo di business”. Open Innovation è innanzitutto contami-nazione. Le imprese innovative quindi in-tegrano le loro idee, competenze e abilità con quelle che arrivano al di fuori dell’or-ganizzazione - in particolare da università, istituti di ricerca, startup, piccole e medie imprese, associazioni o anche singoli indi-vidui, hackathon, programmatori e consu-lenti - per progredire nelle loro competenze tecnologiche.

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Parlare di “competenze digitali” non è semplice. Si spazia da quelle più specia-listiche, ad appannaggio dei professionisti del settore informatico, ai rudimenti base utilizzati da tutti coloro che lavorano o semplicemente usano uno smartphone. In questo scenario ampio e articolato, l’Os-servatorio delle competenze digitali ha elaborato il suo ultimo report - frutto dell’a-nalisi effettuata da diverse associazioni di categoria ANIA, ANITEC, ASSINTEL, ASSINTERITALIA - dove ha evidenziato una crescente pervasività del digitale nel-le professioni. In particolare, nei processi di supporto e management e in quelli di

E-Skill: pErché Sono importanti lE compEtEnzE digitali gli ultimi dati dall’osservatorio prospettano un lavoro sempre più smart, collaborativo e interconnesso. l’agid si sta già muovendo in questa direzione con nuove linee guida, come quelle sulle professionalità ict. come non essere impreparati al cambiamento?

le attività dell’agid sono trasversali e vedono insieme protagonisti cittadini, imprese e amministrazioni. un vademecum aggiornato indica le competenze digitali specialistiche che devono essere possedute da chi lavora (o vuole farlo) nel settore ict

Core Business, c’è stato un incremento, dal 2014 al 2017, rispettivamente del 4 e 2 per cento.È, sicuramente, necessario un mix di capacità tarato sul-la base del settore di attività: Applicate e di Gestione (come usare strumenti e software per la gestione sia nei proces-si operativi che decisionali); Tecniche ICT legate a solu-zioni, piattaforme e linguaggi di programmazione; di Base per l’uso quotidiano di stru-menti informatici; di Brokerag-gio Informativo per utilizzare strumenti informatici per la comunicazione aziendale. A queste si aggiungono poi le cosiddette competenze tra-sversali come il problem sol-

ving, il team working, il pensiero creativo, la gestione del tempo e la comunicazione. Un dato è certo. La preparazione inizia tra i banchi di scuola ma non può fermarsi qui. I processi di aggiornamento e riconversio-ne del personale hanno un ruolo centra-le per le aziende che vogliono rimanere al passo con l’innovazione. La Pubblica Amministrazione non è estranea a queste esigenze, crescendo l’attenzione all’ade-guamento delle competenze tecnologiche e manageriali. I processi di formazione del personale, la diffusione di un’adeguata e-leadership riguardano, indistintamente, pubblico e privato. Per questo, l’Agenzia

per l’Italia Digitale (AgID) promuove la dif-fusione delle competenze digitali non solo nelle aziende o nelle scuole, ma anche nella PA. Come? Lavorando su più fronti. Il primo è la catalogazione delle competen-ze digitali di base, prendendo a riferimento il modello europeo DigComp 2.1. Il secon-do è l’elaborazione del “Dizionario dei pro-fili di competenza per le professioni ICT”, un vademecum aggiornato sulle compe-tenze digitali specialistiche che devono essere possedute da chi lavora (o vuole farlo) nel settore delle tecnologie informa-tiche. L’obiettivo del Dizionario è quello di definire in modo chiaro ventitré profili pro-fessionali normati, i quali sono raggruppati in sei aree: Business Managment, Tech-nical Managment, Design, Development, Service & Operation, Support. Alcuni dei profili hanno una ulteriore specificazione. Sono i professionisti di “terza generazio-ne”, come ad esempio, il Responsabile di sistemi per la gestione della sicurezza del-le informazioni, il Web Project Manager, il Digital Strategic Planner, l’E-Commerce Specialist.In realtà, implicita nel Dizionario, c’è an-che un’ulteriore finalità: la creazione di un lessico comune per semplificare il rappor-to tra PA e fornitori. Il linguaggio è proprio il primo strumento per una reale trasparen-za dell’attività negoziale, permettendo una verifica dei prodotti e dei servizi offerti. Una conferma in più che le attività dell’A-gID sono quanto mai trasversali e com-plementari tra loro e vedono protagonisti cittadini, imprese e Amministrazioni.

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SoStEnibilità, la parola chiaVE di fErrarEllEpontecorvo ricciardi: “l’azienda ha adottato diversi processi industriali e politicheaziendali per la riduzione del proprio impatto ambientale e la gestione responsabile delproprio territorio. il 95,5% dei lavoratori è assunto a tempo indeterminato”

il progetto bottle-to-bottle attuato promuove la cultura del riciclo e della raccolta differenziata; un altro tassello al nostro orgoglioso piano di sostenibilità ambientale, settore in cui crediamo e investiamo

Michele Pontecorvo Ricciardi, Vicepresidente Ferrarelle

Nato nel 2005, con l’acquisizione da parte della famiglia Pontecor-vo dell’Italaquae di Danone, oggi è il quarto gruppo italiano per vo-lume nel mercato delle acque mi-nerali e il marchio, di cui porta il nome è presente in oltre 40 paesi del mondo: stiamo parlando della Ferrarelle Spa, un’eccellenza ita-liana in continua espansione. “In primavera abbiamo ultimato il no-stro nuovo stabilimento casertano a Presenzano – dichiara Michele Pontecorvo Ricciardi, Vicepresi-dente –, con un investimento com-plessivo di circa 30 milioni di euro, avviato nel 2015, a seguito della si-gla del contratto di sviluppo tra la nostra azienda e lnvitalia”. La scel-ta del luogo è ricaduta senza alcun tentennamento sulla Campania: “È la ter-ra in cui la nostra azienda affonda le sue radici – racconta l’imprenditore - inoltre, la vicinanza geografica tra questo nuovo stabilimento e quello di imbottigliamento di Riardo consente una vantaggiosa otti-mizzazione della logistica tra i due siti”.Presenzano darà lavoro a oltre 60 ad-detti, a pieno regime ed è uno stabili-mento assolutamente innovativo per il comparto acqua, dato che l’azienda è la prima del settore a entrare nel trat-tamento degli imballi post consumo.Il progetto bottle-to-bottle attuato pro-muove la cultura del riciclo e della raccol-ta differenziata; un altro tassello al nostro orgoglioso piano di sostenibilità ambien-tale, settore in cui crediamo e investiamo

costantemente. A Presenzano daremo nuova vita ai contenitori in pet provenien-ti dalla raccolta differenziata e produrre-mo le nostre nuove preforme e quindi le bottiglie, con il 50% di pet riciclato, ali-mentando in questo modo un processo di economia circolare virtuosa. Il proget-to consentirà all’azienda di riciclare oltre 20mila tonnellate di pet all’anno, il dop-pio del fabbisogno aziendale, e in futuro la scaglia di R-Pet a uso non alimentare potrà essere utilizzata in nuove opportu-nità di business. L’azienda ha adottato di-versi processi industriali e politiche azien-dali per la riduzione del proprio impatto ambientale e la gestione responsabile del proprio territorio, tra cui l’installazione di un impianto fotovoltaico che alimenta lo

stabilimento di Riardo, l’avvio al ri-ciclo di più del 90% dei materiali di scarto dei nostri processi produttivi, un sistema di gestione a km zero dei pallet, gestiti e riparati diretta-mente nel nostro sito produttivo e un ampio progetto di valorizzazio-ne del Parco Sorgenti Ferrarelle in-sieme al Fai, Fondo Ambiente Ita-liano.Ferrarelle Spa mostra risultati decisamente positivi nel Bilan-cio Sostenibilità 2017, recente-mente pubblicato. Un valore economico generato nel 2017 pari a 183,5 milioni di euro (+4,3% rispetto al 2016), un valo-re economico distribuito agli sta-keholder pari a 172,1 milioni di eu-ro (+3,7% rispetto al 2016), di cui

23,8 milioni di euro ai dipendenti (+2,7% rispetto al 2016) e 1,4 milioni alla colletti-vità, grazie a donazioni, contributi ad as-sociazioni e attività di sponsorizzazione.Una delle forze dell’impresa risiede si-curamente nell’attenzione al welfare. Sul piano della conciliazione vita lavo-rativa e privata sono stati attivati diver-si strumenti. Da inizio anno è diventato operativo il progetto smart working per le sedi di Riardo e Milano, che consente ai dipendenti aderenti di lavorare da casa un giorno a settimana. Per le lavoratrici che hanno usufruito di congedi parenta-li, l’azienda predispone, in funzione delle mansioni svolte, adeguate iniziative for-mative e di affiancamento, al fine di un più agevole reinserimento nelle ordinarie

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da inizio anno è diventato operativo il progetto smart working per le sedi di riardo e milano, che consente ai dipendenti aderenti di lavorare da casa un giorno a settimana

attività lavorative. Sono attivi poi contratti di lavoro part-time, sia stabili che tempo-ranei, favorendo in particolar modo even-tuali richieste provenienti da dipendenti genitori, fino ai tre anni di vita del figlio. In azienda è poi in vigore una flessibilità oraria, che consente al dipendente di ge-stire, in piena autonomia, l’ingresso e di conseguenza l’uscita dall’azienda, all’in-terno di un determinato range orario gior-naliero.Tutte iniziative positive che si rispecchia-no anche nei dati del Bilancio Sostenibi-lità 2017: il 95,5% dei lavoratori in Fer-rarelle è assunto a tempo indeterminato; sono state erogate 9860 ore di formazio-ne (+59,6% rispetto al 2016) e si registra una frequenza e gravità infortuni prossi-ma allo zero.Oggi il gruppo conta circa 400 dipenden-ti, dislocati tra Milano, sede della dire-zione commerciale e marketing, Riardo, Darfo Boario Terme, Presenzano e Pon-tedera, nel pisano, sede di Amedei, nota azienda italiana di cioccolato d’alta gam-

ma, acquisita un anno fa. E le opportunità lavorative in Ferrarelle SpA sono spesso attive: le offerte di lavoro sono disponibili sulla pagina Linkedin ed è sempre possi-bile inviare il proprio Curriculum Vitae at-traverso l’apposito form sul sito web uffi-ciale dell’azienda, nella sezione specifica “Lavora con noi”.Recentemente Ferrarelle ha dichiarato che la vitalità di un’azienda non si mi-

sura solo con i dati economici. Proprio così perché è anche determinan-te il suo operato a livello ambientale e sociale. Sin dalla sua fondazione, la no-stra azienda ha voluto imprimere in tutte le sue acque minerali un rinnovato e di-stinguibile segno di qualità 100% italiana, riempiendo ogni singola bottiglia di tan-ti preziosi valori, come unico contributo possibile da poter apportare a un bene, l’acqua, già perfetto di natura. Tra que-sti valori, ci sono la cura e la riconoscen-za per il territorio da cui hanno origine le acque minerali che l’azienda imbottiglia, l’adozione di processi industriali ecoso-stenibili e il dovere e la necessità di re-stituire e creare valore per il territorio e il sistema sociale in cui la nostra realtà affonda le sue radici da sempre. Alla so-stenibilità ambientale, si affianca perciò il nostro grande impegno nella Corporate Social Responsibility, sostenendo nume-rosi progetti in ambito culturale e scien-tifico, al fianco di prestigiosi partner co-me il Fai e Fondazione Telethon, al fine di contribuire alla crescita e all’arricchimen-to del patrimonio intellettuale, sociale ed economico di ciascun luogo e comunità in cui la nostra azienda svolge la propria attività.

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l’iniziativa europea si pone come obiettivo la conoscenza personale dei propri interessi e del proprio talento per poter scegliere la giusta formazione professionale e per poter così avviare una carriera di successo

“Scopri il tuo talEnto” durantE la SEttimana EuropEa dEllE compEtEnzE profESSionaliconvegni, dibattiti, tavole rotonde e workshop con esperti e testimoni per avviare un confronto tra scuola, formazione aziendale, economia e politica. in italia sono previsti 11 eventi

Una settimana all’insegna delle com-petenze professionali e una grande op-portunità per i partecipanti di scoprire il proprio talento. #DiscoverYourTalent e #EUVocationalSkills sono i due slogan della terza edizione dell’iniziativa pro-mossa dalla Commissione UE per stimo-lare i giovani a scoprire, usare e migliora-re il proprio talento e le proprie capacità grazie alla formazione professionale. Du-rante l’evento si vuole potenziare l’attrat-tiva e l’immagine dell’istruzione e della formazione professionale VET (Vocatio-nal Education and Training). Dal 5 al 9 novembre 2018 si svolgeran-no numerose conferenze a Vienna ma gli stakeholder dell’educazione e della formazione possono organizzare diversi eventi – nel periodo che va fino al 31 di-cembre 2018 - a livello locale, regionale o nazionale per rendere tutti partecipi del-le attività che stanno svolgendo, per pro-muovere l’eccellenza VET e per poter ot-

tenere un riconoscimento internazionale. Al momento sono organizzati 266 even-ti in 24 paesi dell’Unione Europea e tutti gli stakeholder di ambito VET si possono registrare. Durante la Settimana a Vien-na un momento molto importante sarà la premiazione dei VET Excellence Awards - per mettere in risalto esempi di eccel-lenza da diffondere in tutti i paesi europei - che si svolgerà durante l’evento di chiu-sura della manifestazione il 9 novembre. I premi sono suddivisi in quattro catego-rie: Companies and Learners, VET Inno-vators, European Funding for Excellence e European Agencies. I vincitori saranno annunciati da Marianne Thyssen mem-bro della Commissione europea respon-sabile per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavorato-ri, comprese le politiche dell’UE. Rendere visibili i più grandi esempi di VET aiuta nel costruire nuove reti, espandere quelle esistenti e creare nuove opportu-

nità di carriera grazie alle competenze professionali in costante aggiornamento. La “Settimana europea della competen-ze professionali” si pone come obiettivo la conoscenza personale dei propri inte-ressi e del proprio talento per poter sce-gliere la giusta formazione professionale e per poter così avviare una carriera di successo. Al momento in Italia sono previsti 11 eventi tra cui un Seminario di supporto alla gestione dei Progetti di mobilità fi-nanziati nel 2018 che si terrà a Roma il 15 ottobre 2018 e sempre nella capita-le, il 22 ottobre, si svolgerà un Seminario di supporto alla gestione dei Partenaria-ti strategici finanziati nell’anno in corso. A Como - dal 24 al 28 ottobre 2018 - la 27esima conferenza EfVET “Ripensare l’IFP per l’eccellenza inclusiva!”. Il Salone Orientamenti - che avrà luogo a Genova dal 13 al 15 novembre 2018 - de-dicato all’orientamento, alla formazione e al lavoro. Job&Orienta - dal 29 novembre all’1 dicembre 2018 a Verona – nel corso del quale si svolgeranno convegni, dibat-titi, tavole rotonde e workshop con esper-ti e testimoni per avviare un confronto tra scuola, formazione aziendale, economia e politica.Una vera e propria sfida è restare sempre aggiornati sui cambiamenti nell’istruzione e nella formazione per poter aiutare e condividere con i giovani alcune compe-tenze come le abilità imprenditoriali, digi-tali e il pensiero creativo che sono solo alcune delle qualità richieste nel mondo del lavoro di oggi e del futuro.

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Nel 2017 ha coinvolto 1.170 partecipanti ed è stato l’evento di settore più twittato con 15 milioni di impression totali. Anche quest’anno, il Mashable Social Media Day Italy (#SMDAYIT) + Digital Innovation Days (#DIDAYS) promettono di replicare il successo in termini di partecipazione.Si svolgerà, infatti, a Milano - dal 18 al 20 ottobre 2018 – l’edi-zione italiana della manifestazione che accoglierà professionisti italiani e internazionali, semplici curiosi ed esperti di digitale, in-novazione e web marketing: tre giorni per fare il punto sui prota-gonisti e sui progressi della rivoluzione digitale e per ascoltare le testimonianze di relatori provenienti da realtà del calibro di Go-ogle, Microsoft, Deutsche Bank, Costa Crociere, Sony Playsta-tion, Perfetti Van Melle, Banca Mediolanum, L’Oreal, Foodora, Groupon, Caffeina, Ovilgy & Mather e molte altre ancora.Per la quinta volta sarà lo IULM Open Space (in Via Carlo Bo, 7) a ospitare – in contemporanea in tre diverse sale dedicate – speech frontali, fireside chat, workshop e panel discussion durante i quali imprese, agenzie di comunicazione, imprendito-ri, startup e freelance potranno approfondire tematiche relative al digital marketing, al social media marketing, all’innovazione, all’imprenditoria e ai nuovi trend tecnologici.Le giornate di formazione del Mashable Social Media Day sono rivolte a diversi target di utenti: rappresentanti di aziende e star-tup che avranno l’occasione di conoscere le nuove tendenze del digitale e assimilare competenze spendibili per la competitività della propria impresa; freelance e lavoratori dipendenti che vo-

gliono aggiornarsi al fine di migliorare le proprie strategie e fare rete con altri professionisti di settore; direttori marketing o ammi-nistratori delegati che acquisiranno nuove abilità da trasmettere in azienda per migliorare il business; studenti, blogger o semplici appassionati di web che potranno calarsi in un contesto stimo-lante e altamente formativo.I topic su cui si incentreranno i tantissimi momenti di incontro pre-visti dal programma saranno: brand journalism, video content, sharing economy, fintech, ecommerce, blockchain, intelligenza artificiale, influencer marketing e nuovi modelli di business e, ov-viamente, strategie di social media marketing applicate ai settori più vari quali tourism and travel, fashion, food, technology, be-auty, lifestyle. Questi ed altri temi verranno articolati in tre macro aree tematiche: Social Media Marketing; Digital Transformation e Digital strategy; Innovazione e Nuove Tecnologie.La crescente attrattiva generata da questo popolare evento tec-nologico deriva anche dalla credibilità e dalla portata innovativa – in termini di linguaggio, contenuti e capillarità – raggiunta da Mashable in tutto il mondo, con oltre 30 milioni di pagine visua-lizzate al mese.

i topic su cui si incentreranno i momenti di incontro saranno: brand journalism, video content, sharing economy, fintech, ecommerce, blockchain, intelligenza artificiale, influencer marketing e nuovi modelli di business

maShablE Social mEdia day, la comunità digitalE Si incontra a milanoSi svolgerà dal 18 al 20 ottobre 2018 l’edizione italiana della manifestazione che accoglierà professionisti italiani e internazionali, semplici curiosi ed esperti di digitale, innovazione e web marketing

colophonRedazione Cliclavoro

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