Chi perde o guadagna nell’era digitale.
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Transcript of Chi perde o guadagna nell’era digitale.
Chi perde e chi guadagna nell’era della rete?Il corpo e la rete Strumenti di apprendimento interculturaleIntercultura Firenze 1 marzo 2013Seminario di Giovanni Marconato
La mia prospettiva
una prospettiva non accademica ma di un battitore libero, di un operatore che
frequenta la scuola ed abita la rete uno che partecipa ed osserva la realtà senza
schemi precostituiti o tesi da sostenere osservo, collego, rifletto, formulo ipotesi che
vado a verificare nei fatti la mia ricerca è ricerca empirica, il mio
sguardo è laico
L’ipotesi della convergenza
Il corpo e la rete
La materia e l’immateriale
Il reale e il virtuale
La realtà «aumentata»
Those who do not study history are destined to repeat its mistakes
George Santayana
Le mie conclusioni
È ancora troppo presto per dire cosa l’ «era digitale» realmente significhi
Troppo spesso le analisi hanno la portata di «conclusioni»
Si considerano i «fenomeni digitali» in isolamento dalla vita normale
Un punto di partenzaLa prospettiva storica
Those who do not study history are destined to repeat its mistakes
George Santayana
Due domande per iniziare
Tutta «colpa» della tecnologia?
Danni o cambiamenti?
Qualche passo in dietro
Visioni …. lungimiranti (i proto resistenti)
Socrate Newton Erasmo
GutenbergPer capire tanti fenomeni contemporanei
Una invenzione epocaleDemocratizzazione dell’accesso
alla conoscenzaLa nascita della pubblica opinioneLa rivoluzione franceseLa riforma luterana
Cosa è cambiato? Solo un sistema di stampa? O un sistema di potere? Qualcuno ha guadagnato? Qualcuno ha perso?
Internet, una nuova rivoluzione gutenberghiana?
Chi può guadagnare? Chi può perdere? Chi e perché resiste?
I neo-resistenti 40 insegnanti del network Athena della Fondazione Pubblicità Progresso (o Regresso?)
Hanno rilevato nei loro studenti ……. linguaggio poco strutturato, incapacità di uscire dal seminato (?), tendenza all’apprendimento meccanico pensiero privo di senso critico fatica a stabilire l’ordine di priorità degli
argomenti non colgono l’esistenza di un’architettura e di
una logica dei pensiero hanno tanti elementi di spunto, ma niente che li
metta insieme, nessuna un’ipotesi di lavoro
… il rimedio ….. ….vietare smartphone e iPad in
aula;rivalorizzando l’insegnamento del
latino e del greco e il ruolo della scrittura a mano;
regolamentando l’utilizzo delle nuove tecnologie da riservare a ricerche o sperimentazioni
Scienziati USA (inizio gennaio 2013)( le tecnologie) creano realtà alternative immaginarie e convincenti e noi perdiamo per strada le nostre capacità più avanzate: quelle empatiche e relazionali. Tra i ricercatori è scattato l’allarme
Nuovi spazi di aggregazione o trappole digitali?
Società Italiana di Psicotecnologie e Nuovi Media (2009)
I social networks, blogs ecc sono per loro una sorta di nuovo "muretto digitale", di spazio di possibile incontro e aggregazione?
o anche una discarica paludosa dove evacuare brevi battute e sentimenti supercontratti?
e cosa cercano in rete? amicizia, rapporti ... o solo divertimento e relazioni apparenti, a distanza di sicurezza ed emotività controllata? per non parlare dell'uso continuo degli SMS ... quasi una rete di sostegno e difesa contro la noia, la solitudine, la perdita ...
ma se c'è troppo appoggio, troppa alienante "appartenenza" ad una rete di protezione, come e quando questi giovani trapezisti impareranno a volare verso l'individuazione?
Cercando di capire
Kids' Informal Learning with Digital Media: An Ethnographic Investigation of Innovative Knowledge CulturesUniversity of Southern California and University of California, Berkeley
800 soggetti - 5000 ore di osservazione on-line
• Le tecnologie (…) sono i nuovi attrezzi della cultura giovanile
• Si diventa adulti, si acquista autonomia, si costruisce identità utilizzando nuovi modi per comunicare, per fare amicizia, per giocare e per l’auto-espressione
• Gli adulti ritengono che questo sia uno spreco di tempo mentre i giovani trovano queste attività impegnative ed importanti
800 soggetti - 5000 ore di osservazione on-line
Il mondo digitale sta creando nuove opportunità per misurarsi con le norme sociali, esplorare interessi, sviluppare abilità tecniche, sperimentare nuove forme di auto-espressione
… e consente lo sviluppo di abilità tecniche specialistiche e sociali in uno contesto di apprendimento non-scolastico
Si apprende in libertà ed in autonomia, con motivazione , in modo auto-diretto e guidati dall’interesse, con modalità peer-teaching e peer-feedback
Tutto questo ha anche un impatto benefico sull’autostima
Adolescents and Internet
Social Consequencies of the Internet for Adolescents. A decade of Research http://www.psychologicalscience.org/journals/cd/18_1_inpress/Valkenburg.pdf
The Internet-enhancedself-disclosure hypotesis
Si ha il miglioramento della capacità di stabilire efficaci relazioni sociali la comunicazione on-line stimola il racconto di sé il raccontarsi on-line incrementa la qualità della
relazione la maggior qualità della relazione migliora il
benessere degli adolescenti. Dovuto all’aumento della capacità di auto-
raccontarsi attraverso gli strumenti dell’interazione on-line.
Smentita l’ipotesi “riduzionista”
internet motiva i giovani ad intessere relazioni superficiali
a sprecare tempo con sconosciuti
a ridurre le relazioni sociali ed il benessere in quanto adolescenti
Perché utilizzo più generalizzato dell’interazione
on-line maggior accessibilità al pc ed alla rete, migliori performances, tipologia degli ambienti di social
network rende possibile una intensa interazione
tra persone conosciute l’interazione mediata dalle tecnologie è
un’altra risorsa per i giovani per interagire tra di loro
la maggior parte della rete sociale di una persona era ancora off-line
le relazioni off-line erano tenute separate da quelle on-line.
Dall’11% di giovani on-line si è passati, ora all’84%
Se non sono le tecnologie, cosa fa cambiare gli atteggiamenti e le pratiche dei giovani studenti?
Da Francois Dubet
La scuola non è più … La scuola non ha più la funzione di
socializzazione delle nuove generazioni La scuola non ha più la funzione di
controllo sociale La scuola gode sempre meno di
legittimazione culturale e sociale La scuola non è più il solo o principale
luogo dove si apprende, anche da giovani
…e, soprattutto …
La scuola sta dentro la modernizzazione che esalta l’individualismo e utilitarismo
A scuola non entrano studenti, ma giovani (F. Dubet)
A scuola entrano nuovi giovani Si ha la trasformazione delle vecchie regole
scolastiche Il giovane rifiuta le costrizioni scolastiche Ripiega su una cultura giovanile ostile alla
scuola Cultura giovanile come difesa verso le
frustrazioni scolastiche Distanza tra cultura dei giovani e cultura
scolastica Tradizionali modelli pedagogici adatti solo ad
una minoranza
Impegno e motivazione non più dati acquisiti
Per lo studente non più adesione ad un ruolo dato ma costruzione della propria esperienza
Individuo artefice della propria educazione I giovani si danno un “programma”
educativo loro, in alternativa a quello istituzionale
I giovani chiedono + scuola ma - lezioni (R. Drago)
Cosa vogliono gli studenti? non tollerano più lezioni cattedratiche; vogliono essere rispettati, vogliono che si
abbia fiducia in loro; vogliono che si tenga conto delle loro
opinioni e che li si apprezzi; vogliono coltivare le proprie passioni e i
propri interessi; vogliono creare, utilizzando gli strumenti
del loro tempo; (Prensky citato da Bottani)
vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti;
vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell'esecuzione;
vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola;
vogliono cooperare e competere con altri; vogliono che l'educazione sia anche legata
alla realtà. (Prensky citato da Bottani)
Come apprendono i giovani (Università Sud California)
imparano con estremo interesse ed impegno
fanno tutta la fatica che serve per imparare
apprendono in modo auto-diretto apprendono per uno scopo apprendono in connessione con
altri
usano strategie che noi tecnici potremo chiamare di peer-teaching e peer-tutoring
sono orgogliosi di ciò che hanno appresosanno monitorare il proprio
apprendimentosono riconosciuti all'interno della propria
comunità per ciò che sanno.
Quali sono le implicazioni per la scuola e l’educazione interculturale di tutte queste dinamiche?
Temi criticiLa ricerca di significatoLa sfidaLa partecipazioneLa dimensione socialeL’impegno cognitivoLa «knowledge-in-action»
Nel flusso del cambiamento
Resistere, opporsi, serve a qualcosa?
Rallenta il cambiamento? Produce spreco di risorse, di
tempo, di energie, di denaro?
Alcune domande stimolo E’ colpa delle tecnologie? Danno o cambiamento? Come le «tecnologie» possono supportare
nuove forme di didattica e di apprendimento?
Quali sono le responsabilità degli insegnanti? E quali quelle degli studenti? Cosa c’è di «virtuale» nel mondo virtuale? I «nativi digitali» esistono?
Ci si accoda al nuovo per non sentirsi vecchi