CHI È UNA DONNA? -...

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ATTIVITÀ Dividetevi in gruppi misti e compilate i seguenti cartelloni con: − aggettivi con cui descrivereste le femmine e quelli che usereste per descrivere i maschi Rispondete alle seguenti domande: − Che cosa faccio quando sono triste/arrabbiato? − Quando mi viene da piangere se sono in pubblico o con gli amici mi trattengo o mi lascio andare? − Che cosa voglio fare da grande? A quale università vorrei iscrivermi? − Sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? Non sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? Il SESSO costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e anatomici che producono un binomio maschio / femmina, il GENERE rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo stato di uomo / donna Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti: sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere. Il genere viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a definire le differenze tra uomini e donne. È proprio a livello sociale che è necessario testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale. Il genere è un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi storici, delle culture di appartenenza. Maschilità e femminilità sono quindi concetti relativi. ** Possiamo anche leggere la definizione di donna dal Dizionario della lingua italiana di Sabatini Coletti: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/donna.shtml CHI È UNA DONNA?

Transcript of CHI È UNA DONNA? -...

ATTIVITÀ

Dividetevi in gruppi misti e compilate i seguenti cartelloni con:

− aggettivi con cui descrivereste le femmine e quelli che usereste

per descrivere i maschi

Rispondete alle seguenti domande:

− Che cosa faccio quando sono triste/arrabbiato?

− Quando mi viene da piangere se sono in pubblico o con gli amici

mi trattengo o mi lascio andare?

− Che cosa voglio fare da grande? A quale università vorrei

iscrivermi?

− Sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché? Non

sono contenta/o di essere nata/o femmina/maschio: perché?

Il SESSO costituisce un corredo genetico, un insieme di caratteri biologici, fisici e

anatomici che producono un binomio maschio / femmina,

il GENERE rappresenta una costruzione culturale, la rappresentazione, definizione e

incentivazione di comportamenti che rivestono il corredo biologico e danno vita allo

stato di uomo / donna

Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte ma interdipendenti:

sui caratteri biologici si innesca il processo di produzione delle identità di genere. Il

genere viene creato quotidianamente attraverso una serie di interazioni che tendono a

definire le differenze tra uomini e donne. È proprio a livello sociale che è necessario

testimoniare continuamente la propria appartenenza di genere attraverso il

comportamento, il linguaggio, il ruolo sociale.

Il genere è un carattere appreso e non innato. Maschi e femmine si nasce,

uomini e donne si diventa.

Il rapporto tra sesso e genere varia a seconda delle aree geografiche, dei periodi

storici, delle culture di appartenenza. Maschilità e femminilità sono quindi concetti

relativi.

** Possiamo anche leggere la definizione di donna dal Dizionario della lingua

italiana di Sabatini Coletti:

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/donna.shtml

CHI È UNA DONNA?

Il monachesimo orientale è stato alternativa rispetto al

matrimonio forzato e vedove, sterili, nubili, che anche oggi vivono

ai margini della società da sempre nei monasteri hanno trovato

rifugi.

Per quanto riguarda il Taoismo, le figure femminili sono da

sempre presenti sia dall’inizio. Le pratiche sciamaniche cinesi

dove le donne erano presenti e prevalenti sono probabilmente

confluite nel taoismo. Ciò spiega come le donne siano da sempre

presenti. Figura Regina Madre d’Occidente, Suan Mu descritta

come sciamana e divinità taoista ha lascito molti testi taoisti del

canone.

ATTIVITÀ

In un tantra si legge: “Siano sempre adorate le donne. Le donne

sono il paradiso, le donne sono la verità, le donne sono il supremo

fuoco della trasformazione, le donne sono il Buddha, le donne

sono il Sanga, le donne sono la perfezione della sapienza”.

Prova a cercare sul web preghiere, inni, canti che

parlino di donne e provengano da altre tradizioni

religiose.

Nei primi sermoni di Buddha si racconta che la regina zia del Buddha e

madre adottiva del Buddha, Gotami, manifestato il desiderio di prendere

i voti monastici, voleva vivere come monaco itinerante dell’origine.

Buddha esita; Gotami, comprendendo l’imbarazzo di andare contro

tradizione induista che considerava donna inferiore spiritualmente,

decide con 500 donne di abbandonare la reggia, si rasa, si mette l’abito di

monaco e raggiunge nel bosco Buddha la sua comunità. Un praticante

anziano vede questa massa di donne e perora la loro causa. Convoca

l’assemblea dei praticanti anziani: tutti ritengono prematura l’entrata

delle donne nel sanga perché la cultura del tempo è impreparata. La

donna resta in casa, è un bene di scambio tra clan, e fonte di lavoro.

L’uscita delle donne dalla famiglia è più scandalosa dell’uscita da casta.

In Cina il buddhismo ha avuto uno sviluppo differente: dando più spazio

al laicato, senza uscita dalla famiglia, le donne si sono raccolte in gruppi

solidali, stando in casa e solo occasionalmente andando in piccole

comunità.

In questo periodo la donna ha rinnovato il suo ruolo tradizionale di figlia,

moglie e madre ma non ha ancora elaborato nuovi modelli del tutto validi e

sostitutivi. Soprattutto negli ultimi decenni la donna ha trovato uno spazio

maggiore all’interno delle grandi tradizioni religiose che sono contenitori

culturali imprescindibili per la formazione del ruolo femminile.

LA DONNA PER LE RELIGIONI: L’ORIENTE

Il velo nell’Islam rappresenta un modo di esprimere la propriavocazione religiosa attraverso l’abito, dunque non ha la funzionedi segregare o di nascondere, ma di distinguere, fornendo a chi lo indossa una protezione in virtù dell’evidente consacrazione a Diodella propria persona, richiamando credenti o meno a un riguardoe a un controllo per non offendere oltre alla persona anche la sacralità che rappresenta, come dovrebbe essere per ogni religiosoe simbolo religioso di qualsiasi religione si tratti. Nella tradizioneislamica è prescrizione obbligatoria il velarsi nei momenti rituali e quando si accede ai luoghi sacri.

È Allah, Iddio, che nel sacro Corano, esprime un'indicazione per le donne della comunità del Profeta Muhammad: «O Profeta! Di' alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credentiche si ricoprano dei loro mantelli; questo sarà più atto a distinguerle dalle altre, e a che non vengano offese». (sura XXXIII, versetto 59).

ATTIVITÀ

Esistono differenti tipi di velo. Quali?

Hijab, burqa, niqab, chador....

Dal foulard di vari colori e grandezze che copre i capelli e lasciascoperto il volto, al velo che lascia scoperti solo gli occhi, allacopertura totale: cerca sul web diverse immagini attribuendo inomi giusti ai diversi tipi di velo.

Nell’Islam la donna ha pari responsabilità dell’uomo. Le regole generali della

religione islamica sono comuni a uomini e donne essendo indirizzate alla

creatura umana, senza distinzioni.

I genitori hanno il dovere di garantire il diritto allo studio ai figli. Ai tempi del

profeta infatti le donne frequentavano con gli uomini le assemblee nelle quali il

profeta insegnava. Aisha, moglie del profeta Maometto, ha trasmesso circa

1010 detti del profeta.

Le discriminazioni a cui vanno incontro le donne musulmane non derivano

dall’Islam, ma dalle usanze di alcuni dei paesi cosiddetti islamici. Anche nella

vita pubblica le donne hanno da sempre avuto il diritto a svolgere un’attività: ai

tempi del profeta già partecipavano all’elezione del governo.

Secondo il diritto islamico la donna ha il diritto di lasciare al marito il compito di

provvedere economicamente al mantenimento della famiglia; tuttavia questo è

un diritto e non un dovere e le donne musulmane possono contribuire al

sostentamento materiale del nucleo familiare attraverso il lavoro. In generale,

la donna ha l’importantissimo compito di crescere ed educare i figli. L’uomo e

la donna hanno un ruolo complementare. Altre attività che la donna

musulmana non è obbligata a svolgere sono: la leva militare, la difesa della

patria in caso di guerra e la preghiera del venerdì. Queste attività sono

considerate troppo pesanti per la natura della donna e un ostacolo alla ben più

importante attività di educazione delle nuove generazioni.

Anche se il divorzio “è tra le cose permesse quella più detestata da Dio”, la

donna ha il potere di ottenere il divorzio dal marito.

LA DONNA PER LE RELIGIONI: L’ISLAM

Donne nella Bibbia

Nella Bibbia al realizzarsi del piano della salvezza partecipano alcune donne,

diventate famose per il loro ruolo nei testi sacri. Vi sono donne che concepiscono,

anche grazie all’intervento divino, figli che sono destinati a una missione particolare,

come Sara, moglie di Abramo, Rebecca, moglie di Isacco, Rachele, moglie di

Giacobbe, Anna, madre di Samuele, Maria madre di Gesù. Altre donne hanno un

ruolo attivo, da vere protagoniste: è il caso di Debora e Giuditta. Tre libri dell’At

portano il nome di una donna: Ester, Rut e Giuditta.

Dai Vangeli risulta la sequela femminile ed è anche attestata la grande libertà con la

quale Gesù si rapportava con il mondo femminile, anche con quello ritenuto

ufficialmente impuro, dimostrando il suo disinteresse per le regole circa la purità. La

tradizione evangelica, fatta da uomini, non ci ha lasciato molti altri indizi sulle donne

che seguivano Gesù ma le donne seguiranno Gesù sino all’ultimo, non fuggendo come

faranno quasi tutti i discepoli maschi, ma assistendo alla sua sepoltura, per essere poi,

pur non comprendendo, le prime testimoni del Cristo risorto.

Possiamo farci una prima idea di numerose di queste donne qui:

http://www.donnecristianenelweb.it/Donne%20della%20Bibbia.htm

Nelle società antiche contemporanee alle origini del cristianesimo la donna era

madre e moglie: donna di casa. Il cristianesimo ha inserito le donne a pieno

titolo nella storia della salvezza, nonostante la cultura patriarcale

dominante. Grazie al cristianesimo, le donne hanno conquistato la loro

indipendenza simbolica. Il cristianesimo ha offerto alle donne la possibilità di

riscattarsi nelle forme di vita religiose e nelle esperienze mistiche. Molte donne

hanno infatti saputo trovare grazie alla via di Cristo, una possibilità di realizzazione

religiosa e spirituale.

Nei Vangeli vi sono dei punti di rottura con la tradizione patriarcale dovuti

all’emancipazione femminile sostenuta da Gesù. Per esempio, nel caso della donna

che da 12 anni soffriva di emorragia uterina, e per questo motivo era considerata

impura ed era emarginata (Mt 9,20-22; Mc 5,25-34). Sfidando il tabù

dell’impurità, Gesù si fa toccare da lei il mantello, sente che le forze gli vengono

meno, ma decide di guarirla. La chiama “figlia” e le dice di andare in pace.

Donne o STREGHE?

Con il termine caccia alle streghe si indica la ricerca e la persecuzione

di donne sospettate di compiere sortilegi, malefici, fatture, legamenti, o

di intrattenere rapporti con forze oscure edinfernali dalle quali ricevere i

poteri per danneggiare l'uomo, specialmente nella virilità, o nello

sciogliere o legare amori.

Le "cacce alle streghe" si concentrarono soprattutto tra la fine del 1400 e

la prima metà del 1600 e conobbero due ondate: una dal 1480 al 1520 e

l'altra dal 1560 al 1650. Le supposte streghe (e a volte anche i loro figli,

soprattutto se femmine), appartenevano per lo più alle classi popolari ed

erano spesso vedove, prostitute, levatrici ed erbarie, capaci di preparare

decotti e infusi a base di piante che spesso sostituivano medicine e

medici, anche a causa di una maggiore economicità del prodotto. Molte

"streghe" vennero torturate e bruciate vive, con le motivazioni ufficiali

più varie, ma spesso in base a delazioni anonime mosse anche da futili

ragioni (perché giovani, perché vecchie, soprattutto perché donne) e in

molti casi, perché sotto tortura, in cambio della riduzione dei tormenti,

facessero il nome di persone possibilmente benestanti, ree di complicità,

in modo da poter istruire il processo successivo, considerato fortemente

remunerativo, dato che il condannato subiva anche la confisca dei beni. I

due ultimi episodi di streghe arse vive avvennero uno nella Svizzera

protestante nel 1782 e l'altro nella Polonia cattolica nel 1793.

Nelle varie regioni d’Italia il sostantivo varia molto a seconda della zona. Possiamoperciò trovare: Masca o Maggia (Piemonte), Stria o Bàsura (Liguria), Borde(Toscana), Strìa, Maggia (Lombardia, Emilia, Trentino, Friuli-Venezia Giulia), Cogas, Stria, Brùscias o Maghiargia (Sardegna), Strìa, Striga, Strigo (Veneto), Janara (Sannio e Irpinia), Mavara (Sicilia), Magara (Calabria e Basilicata), Masciàreo Chivàrze (Taranto e provincia), Macàra (Salento), Stiara (Grecia Salentina), Strollca (Umbria).

ATTIVITÀProva a fare una piccola indagine nel territorio di provenienza della tua famiglia: esiste un modo di nominare le donne ritenute streghe? da che cosa deriva? esistono ancora “le streghe”?

Maria madre di Gesù

Senza dubbio, modello femminile importante nella costruzione del

pensiero cristiano sulla donna è quello di Maria, madre di Gesù di

Nazaret: vergine e sposa di Giuseppe, concepì per opera dello Spirito

Santo.

Il suo titolo più onorifico è Madre di Dio.

Maria è Madre di Dio Immacolata, in quanto concepita senza la macchia

del peccato, Assunta in cielo anche con il corpo, Madre della Chiesa,

Madre di misericordia, rifugio dei peccatori.

In classe guardate il film: “IO SONO CON TE” di Guido Chiesa, 2010

La storia di una ragazza vissuta nella Galilea di duemila anni fa: Maria di Nazareth. Grazie a lei, con la nascita del figlio Gesù, siinaugura un nuovo corso nella storia dell'uomo. Le domandesollevate sono più che mai all'ordine del giorno e riguardano ilnascere, il crescere, l'educare i figli, il ruolo della donna nellasocietà, il senso della parola amore, in una prospettivasquisitamente femminile. Maria è la donna capace di seguire ilproprio istinto, esaltato dalla condizione di madre, in un sanoequilibrio con la razionalità, anche a costo di sottrarsi alla legge e alla società, come farà poi il figlio. In questo, secondo gli autori, sta la sua modernità. Nel proprio percorso, Maria è sostenutadalla presenza discreta di Giuseppe, il patriarca “che si fa da parte” o, come vuole l'etimologia del suo nome, “aggiunge”, rinunciandoal primato maschile.