SENATODELLAècheresti ferma lalinea deldecretone. Pro-pno questo, colleghi della maggioranza, è...

21
SENATO DELLA REPUBBLICA V LEGISLATURA 329a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO SABATO 3 OTTOBRE 1970 (Notturna) ... Presidenza del Vice Presidente GATTO, indi del Presidente FANF ANI INDICE DISEGNI DI LEGGE Seguito della discussione: «Conversione in legge del decreto~legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provvedimenti per il riequilibrio dell'attuale situazione congiunturale con particolare riguardo al~ la finanza pubblica ed alla produzione» (1325) : DI PRISCO . VIGNOLO . Pago 17006 . . . 16999 tI1'OGAA:f1IA DEL SENATO (1150)

Transcript of SENATODELLAècheresti ferma lalinea deldecretone. Pro-pno questo, colleghi della maggioranza, è...

  • SENATO DELLA REPUBBLICAV LEGISLATURA

    329a SEDUTA PUBBLICA

    RESOCONTO STENOGRAFICO

    SABATO 3 OTTOBRE 1970(Notturna)

    ...

    Presidenza del Vice Presidente GATTO,

    indi del Presidente FANF ANI

    INDICE

    DISEGNI DI LEGGE

    Seguito della discussione:

    «Conversione in legge del decreto~legge 27agosto 1970, n. 621, recante provvedimentiper il riequilibrio dell'attuale situazionecongiunturale con particolare riguardo al~la finanza pubblica ed alla produzione»(1325) :

    DI PRISCO .VIGNOLO .

    Pago 17006

    . . . 16999

    tI1'OGAA:f1IA DEL SENATO (1150)

  • Senato della Repubblica ~ 16999 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    Presidenza del Vice Presidente GATTO

    P RES I D E N T E. La seduta è aper-ta (ore 21).

    Si dia ~ettura del processo verbale.

    M A S C I A L E, Segretario, dà letturadel processo verbale della seduta notturnadel giorno precedente.

    P RES I D E N T E . Non essendoviosservazioni, il processo verbale è appro-vato.

    Seguito della discussione del disegno dilegge: {{ Conversione in legge del decreto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recante prov-vedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione congiunturale con particolareriguardo alla finanza pubblica ed alla pro-duzione >} (1325)

    P RES I D E N T E. L'ol1dine del gior-no reca il seguito della discussione del dise-gno di legge: «Conversione in ,legge del de-creto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recanteprovvedimenti per il riequiHbrio dell'attua-le situazione congiunturale COI!1particolareÒguardo alla finanza pubblica ed aHa pro-duzione ».

    È iscrÌitto a parlare il senatore Vignola.Ne ha facoltà.

    V I G N O L O. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, signori del Governo, credo sa-rebbe stata cosa migliore se avessimo avutola possIbilità di sentire illustrate le connes-sioni esistenti tra la questione del riequili-brio, cui il decretone si richiama, e la rela-zione previsionale 1970-71, perchè provvedi-mento per il riequilibrio significa, secondome, che si tratta di mantenere la situazionepresente oggi nel Paese, situazione che è den- ,

    sa di squilibri. Non credo che sia un gioco diparole; significa che il Governo ha la volon-

    tà politica di consolidare l'attuale stato disquilibrio presente in Italia. .

    Squilibri di che cosa e su che cosa? I pro-blemi più grossi sono quelli dell'agricolturae dell'industria, sono quelli del Nord e delSud, quelli che creano le condizioni per lafuga dalle campagne e l'emigrazione dal-l'Italia. Sono gli elementi che regolano lo svi-luppo a poli, sulla base delle decisioni chetendenzialmente vengono prese nelle sedipadronali invece che neUe sedi di program-mazione.

    Vi è poi l'aspetto grave della mancata uti-lizzazione piena delle risorse del Paese. Man-tenere o stabilire un equilibrio in una si-tuazione come questa significa avere la vo-lontà politica di mantenere lo stato di svi-luppo squilibrato, come è avvenuto in questianni.

    A conferma di ciò stamattina il collega An-dò, a nome del Gruppo democristiano, dice-va: se vi sono da apportare modifiche al de-cretone apportiamole pure, quel che contaè che resti ferma la linea del decretone. Pro-pno questo, colleghi della maggioranza, èl'aspetto preoccupante su cui è ferma la no-stra opposizione e il nostro dissenso, perchèse le cose continuano ad andare così vuoIdire che il provvedimento è stato fatto dav-vero per raccogliere un po di miliardi, perincentivare il tipo di investimento industria-le con i soldi dell'utente italiano.

    Credo che ancora una volta sia chiaro al-l'opinione pubblica, alle masse lavoratriciitaliane che la scelta è stata quella di pre-levare daJJe buste paga dei lavoratori, ope-rai, impiegaii e ceto medio, quanto si ritienenecessario per questo parziale tentativo dirilancio dell'economia. Le motivazioni al de-cretone indicavano poi che le cose andavanomale; c'era la necessità di realizzare miliardiper risanare l'economia e vi era la necessitàdi far presto. Il giudizio invece dato in sededi relazione previsiona!e dice che le cose non

  • V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17000 ~

    3 OTTOBRE 1970329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

    vanno male, dato che si prevede un incre~mento del reddito nazionale tra il 6 e il 7per cento. Ed allora io credo che i membridel Governo siano consapevoli di questa con-fusione che si sta creando nel Paese e credoanche che una larga parte dell'opinione pub-blica, letta la relazione (che a noi non è stataancora fornita ma che il giornale « 24 Ore»ha già pubblicato), abbia pensato che proba~bilmente il Parlamento avrebbe sospeso ladiscussione sul decretone perchè le cose inÌ tali a non andavano più male, perchè la re-lazione previsionale prevedeva che si chiudes~se l'anno 1970 e si andasse al 1971 con delleprevisioni di crisi superata o almeno par~zialmente superata. Per questo veramentecon molto rammarico noi abbiamo dovutoconstatare che nessun membro del Governo

    ~ se si esclude un accenno del Ministro del~

    le finanze ~ ha voluto rispondere seriamen~te sulle due tesi che il Parlamento ha avutooccasione di discutere, sulla base della rela~zione del Presidente del Consiglio in fase diinsediamento, di dichiarazioni programmati-che; a fine dibattito il Governo avrebbe do-vuto dare le sue risposte. Io credo che vera-mente questo non sia un metodo corretto,che non vi sia in questo comportamento lavolontà di porre seriamente a confronto leposizioni del Governo e quelle della maggio~ranza con la situaziqne reale del Parlamentoe del Paese, dell'intera collettività nazionalesui problemi che interessano il Paese, la suaeconomia e sui modi per superare le diffi~coltà presenti. Quindi questo atteggiamentonon invoglia a discutere, non invoglia a com-piere un grande sforzo per avviare un con-fronto di idee che consenta di arrivare allesoluzioni più giuste, più corrispondenti agliinteressi delle popolazioni e del Paese, mainvece tende, anche non detto esplicitamen-te, a far credere che in fondo il giudizio lodanno solo il Governo e la maggioranza.

    Io credo che qui ai sia un limite serio nel-l'azione del Governo sia sul piano del metodosia sul piano della correttezza nei rapportieon il Parlamento sia sul piano della possibi~lità di fare immedesimare, invogliare, sforza~re il Parlamento italiano e quindi i cittadiniitaliani a partecipare alle ansie e alle preoc~cupazioni di chi governa, di chi amministra

    e di chi è volto, o dovrebbe esserlo, ad im-pegnarsi a fondo per risolvere i gravi pro~blemi del Paese.

    Da qui naturalmente parte, tanto dal me-todo quanto dalla linea e dalle scelte, la no~stra opposizione ferma e decisa agli orien~tamenti ed agli indirizzi del decretone. Equesto lo facciamo perchè corrisponde allaspinta delle masse popolari; non dei comu-nisti soltanto o degli elettori del PSIUP edella sinistra in genere. Questo è il giudi~zio ~ noi riteniamo ~ largamente diffuso

    tra le masse popolari sul decretone. E, ripe-to, se fosse necessario, la conferma circal',inopportunità di questo indirizzo del decre-tane ci viene dalla relazione sulla situa:?ioneeconomica del Paese e dalle ipotesi previsio-nali. Ma soprattutto quest'inopportunità ma-tura nel nostro giudizio e in quello del1emasse popolari itaLiane che si rendono con-to che le conseguenze del decretone vanno apesare pI'evalentemente su di loro, come scel-ta che il Governo ha fatto e che ha fatto lasua maggioranza (anche se oggi tanti non sisentono più di sostenerlo). Le pressioni fi-scali de} decreto vanno a pesare su quelle fa-miglie che in molte parti d'Italia devono an~

    I

    cara subire [ disagi della disoccupazione;vanno a pesare su coloro che sono privi di

    ! casa e non possono usufruire di servizi; sui

    I

    lavoratori agricoli con basso reddito e abita-.

    zioni inadeguate e malsane, sui baraccati che. ancora esistono in Italia; su coloro che an-I

    cara languono in condizioni precarie negl~

    I

    ospedali inadeguati ed insufficienti con l'as-sistenza delle mutue; sui milioni e milioni di

    I pensionati italiani che ancora vivono con leI 20, 25, 30 mila lire mensili. Ecco, queste so-

    I

    no le categorie dei cittadini italiani che co~minciano a rendersi conto abbastanza chiàra-

    I

    mente del perchè ancora una volta un decre-i

    to che pI'evede il rilancio dell'economia, sia

    I

    pure limitatamente ad alcuni settori, deve es~

    sere finanziato con i loro soldi, con i soldidelle masse popolari, con i soldi dei lavora-tori invece che con i soldi degli evasori fi~scali, di coloro che hanno realizzato lauti pro-

    fitti ,in questi anni, di coloro che hanno spe~culato nell'edilizia e nelle altre forme di ren-

    dita parassitaria.

  • Senato della Repubblica ~ 17001 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    Noi riteniamo che l'Italia abbia fatto undecisivo ed importante passo avanti. Dioeva-ma anche in Commissione che l'Italia del1970 non è più quella di 25 anni fa, l'Italiadella ricostruzione, per intenderci. Oggi ilnostro Paese si colloca tra le principali na-zioni industrializzate del mondo. E non sia-mo noi soltanto a dirIo. Anche voi vi vanta-te di questo in molte occasioni. L'Italia hafatto concreti passi in avanti sul piano tec-nologico, e sul piano dei mercati ha una po-litica di competizione che l'impegna seria-mente. Ma se questo progresso tecnologicoè andato avanti, se sul piano demograficol'Italia è cresciuta, sul piano delle struttureportanti della nostra economia, sul piano so-ciale, l'Italia è cresciuta nella stessa misura?

    Dal punto di vista sociale l'Italia è ancoraad uno dei livelli più bassi non sul pianoeuropeo soltanto ma anche sul piano mon-diale. E questo perchè nessuna delle rifor-me che da un Governo all'altro, da un pro-gramma di Governo all'altro sono state enun-ciate si è realizzata.

    Nel corso degli anni 1968-70 le lotte socia-li nel nostro Paese hanno imposto alcuni ele-menti importanti di scelta e sono state lotteche partite dalle fabbriche, dagli uffici, dagliistituti, dai luoghi di lavoro e di studio, sonoarrivate al vertice dello Stato; hanno impo-sto l'avvio di un discorso più concreto sulproblema delle riforme, cui oggi qualcunoqui si è richiamato per dire che adesso si faqualche riforma e noi comunisti saremmo inimbarazzo. Guardate, colleghi della maggio-ranza, io credo che non saremmo mai tantofelici e forti, tanto poco in imbarazzo comequando ci fosse qualcuno che si decidesse afare davvero le riforme di cui oggi il Paeseha bisogno. Infatti con le lotte del 1968 e del1970, con l'autunno caldo si sono realizzateintese unitarie sul piano sindacale e su quel-lo politico e sociale. Sono state conquistateposizioni più avanzate non solo sul piano sa-lariale ma anche sul piano del potere del sin-dacato e dei lavoratori nel luogo di lavoro. Ein questo quadro si è fatto fare un passoavanti concreto anche al discorso sulle ri-forme che il nostro Paese attende da dieci,quindioi anni. Però che cosa è avvenuto? Cheappena finita l'onda più forte degli scioperi,

    della spinta delle masse popolari il grandepadronato prima ha cercato di frenare laspinta che andava in direzione dell'avanzatasociale e quindi dell'affermazione della de-mocrazia nel nostro Paese, poi ha cercato direcuperare, resistendo all'applicazione deicontratti di lavoro rinnovati nel corso del1969, intensificando i ritmi di lavoro per farpagare e recuperare sul terreno economicoquello che aveva concesso sotto la spintadelle masse lavoratrici con i rinnovi con-trattuali e tentando poi (e questo è ancoradi attualità) il prolungamento degli orari dilavoro e ogni altra forma di pressione eser-citata nei diversi metodi e modi.

    Il Governo con questa presa di posizionedel decretone, invece di tendere a difenderele posizioni conquistate dai lavoratori con leproprie lotte nel corso della battaglia per irinnovi contrattuali, per l'avanzata socialee per le riforme, ha teso a dare un contri-buto alla linea padronale marcando ancorauna volta il fatto che siccome i lavoratoriavevano guadagnato con le loro lotte qual-cosa di più nella busta paga si dovevano tas-sare in misura maggiore con i gravami fisca-li e dovevano essere chiamati a fare isacrifici, dovevano essere chiamati al sens~di responsabilità, all'aumento della produt-tività aziendale, all'incremento della produ-zione a vantaggio della collettività. E quin-di il richiamo viene rivolto a solo una partedella popolazione, ovvero ai lavoratori di-pendenti senza che ancora si sia preso unprovvedimento preciso per quelle categoriedi cittadini italiani che hanno realizzato for-ti guadagni, profitti favolosi e continuano adevadere fisco e contributi.

    Ma quali sono i costi sociali ed umani diquesta politica? Sono quelli del permaneree dell'aggravarsi di certe condizioni nel Pae-se, nei luoghi di lavoro, che preoccupano for-temente i lavoratori italiani, le forze poli-tiche e sociali più avanzate.

    Vi è una categoria di cittadini come quel-la dei lavoratori che paga sul piano delle con-seguenze umane e sociali un carico gravissi-mo. In Italia ~ sono ancora i dati del Mini-stro de! lavoro Donat-Cattin ~ vi è un in-fortunio ogni 20 secondi: nelle fabbriche sicrea un invalido ogni 20 minuti e un morto

  • SenatO' della Repubblica ~ 17002 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (nO'tturna) ASSEMBLEA-REsacaNTa STENaGRAFICa 3 OTTaBRE 1970

    sullavaro ogni 2 ore. L'infortunistica assumeun carattere di drammaticità ma non per fa-talità: lo assume grazie agli incessanti ritmidi lavoro che esistono nelle aziende; gli in-fortuni sono la conseguenza delle pres-sioni esercitate dal padronato nei luoghi dilavoro per rifarsi sul terreno economico edel potere di quanto hanno perduto durantelo scontro sociale degli anni 1968-70.

    In Italia vi sono cittadini in numero sem-pre più ,elevato che, finite le otto ore di la-voro nella azienda, non sono più in grado dientrare nella società con piena lucidità, per-chè sono parzialmente alienati e colpiti danevrosi; adesso si aggiunge anche l'uso deglistimolanti e del dO'ping ai fini della produ-zione, come è accaduto alla Rhodiatoce diPallanza ed alla Zoppas di Conegliano, pernon fare un elenco più lungo.

    Qualcuno potrà chiedersi che cosa c'entriquesto con il decretone: noi riteniamo chequesto si colleghi strettamente con il decre-tane, perchè le condizioni di vita e di lavoronelle fabbriche italiane diventano sopporta-bili e socialmente avanzate, corrispondentiagli anni '70, in rapporto alla politica che sifa, in rapporto alle tendenzé che si sviluppa-no ed alle scelte politiche e sociali che si in-traprendono.

    Infatti, non sOllo sono negative la reazio-ne, le rispaste, al decreto governativo daparte dei comunisti, dei campagni del PSIUPe degli indipendenti di sinistra, ma ho assi-stito in Commissiane ad una reazione piùo meno aperta, più o meno esplicita, pra-ticamente da parte di tutti i Gruppi, controi provvedimenti fiscali, contro il decretone.

    Analaga pasiziane di critica aperta, di pro-paste alternative, di praposte di emendamen-ti, è stata assunta da parte delle forze diGoverno, da espanenti del Partito sacialistaitaliano, da uomini della Demacrazia cristia-na, dalle ACLI e dalle organizzaziani sinda-cali dei lavoratori.

    Credo che se il metOldo demacratico dellapartecipazione e della cansultazione fasseesercitata seriamente dal Gaverna, da colorache hanno studiato e messo in moto il de-creto del 27 agasto, questi uomini davreb-bera riflettere apprafonditamente e davreb-bero ricanascere che aggi gli indirizzi fan-

    damentali del decreta del 27 agosta sona re-spinti non soltanto dalla gran massa deUaapinione pubblica, ma anche dalla maggio-ranza delle fOlrze politiche presenti in Par-lamento.

    Nella stessa Demacrazia cristiana ci sonostate proposte di emendamento su diversipunti del decreto-legge; da parte dei sena-tori socialisti sono state avanzate espli-cite propaste di emendamento (abbiamo sen-tita stamattina il callega Banfi sottolinearela necessità di correttivi); in agni parte delnostro Paese si sono sollevate critiche, pre-se di pasizione, proteste contro gli indirizzidel decreto-legge; quindi il decreto è damodificare nei suoi indirizzi di fondo, nellesue scelte.

    Il Gruppa comunista già in occasiane deldibattito sui bilanci della Stata aveva fattopropaste concrete sugli indirizzi generali del-lo sviluppo econamioo, sulle iniziative dicarattere fiscale da assumere, sul tipo diiniziative da sviluppare per incentivare laproduzione ed elevare il reddito, sulle ini-ziative e la politica da seguire per realizzarela piena occupazione della manodopera esulla palitica da condurre per una più giustaripartiziane del reddito nazianale: abbiamasempre concluso che la strategia delLe rifar-me è l'unica via attraversa la quale si puòrealizzare una trasformaziane demacraticadella nastra società can la partecipazionedelle masse lavaratrici.

    Sul piano specifico delle iniziative in di-reziane del settore del lavaro e del titola IInoi abbiamo indicato già in occasione dei di-battiti sui bilanci, assieme a un diverso in-dirizzo di politica economica per uno spo-stamento della tassazione diretto al fine direalizzare una minore tassa sui salari, sullebuste-paga dei lavoratori e a far pagare dipiù coloro che hanno realizzato i profitti, as-sieme alla selezione dela spesa pubblica, aun diverso indirizzo negli investimenti, alcontrollo sulle evasioni eccetera, alcuni pun-ti che io brevemente voglio riprendere.

    Per aumentare le entrate della Stato rin-tanto bisogna che, alle cose che proponevail collega Soliano stamattina (che sono tut-te vere; e non ci sono solo quelle), se ne ag-giungano, secondo la nostra valutazione, al-

  • Senato della Repubblica ~ 17003 ~ V Legislatura

    329" SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    tre, quelle soprattutto dirette ad elimi~arele evasioni contributive nel campo del lavoro.

    Ci sono ad esempio le evasioni contributivedegli agrad del Centro-Sud, che raggiun-gono i 200-260 miliardi annui.

    Questo è notoriamente risaputo; è risa-puto al Ministero del lavoro, è risaputo allaPrevidenza sociale, è risaputo alla Direzionegenerale de1l'INAIL, è risaputo aLla Dire:zJionegenerale dello SCAD che queste evasioni cisono. Però ]]Iessuno del Tesoro o del Governosi pre0'ccupa di andare a vedere perchè cisono, di andare a vedere quali provvedimen-ti sia necessario adottare perchè anche gliagrari del Centro-Sud (parlo di quelli delCentro-Sud perchè sono prevalentementequelli, ma naturalmente non escludo anchequelli del Nord) paghino i 200-260 miliardiannui di contributi che regolarmente evado-no segnando le giornate lavorative soltantoal 16, 18 per cento di quelle realmente effet-tuate.

    Anche nel settore dell'industria vi è, sep-pure in misura diversa, l'evasione contri-butiva. È bastata ~ mi pare nel c0'rso del1968 ~ un'indagine campione dell'Ispetto-

    rato del lavoro per recuperare nell'arco diun semestre 48-50 miliardi di evasioni con-tributive.

    Pensiamo quindi un momento assieme,onorevoli colleghi: se noi avessimo raffor-zato dieci anni fa o cinque anni fa o dueanni fa gli organici dell'Ispettorato del la-voro; se li avessimo messi all'altezza dei lorocompiti, se li avessimo messi in condizionedi esercitare un lavoro serio sulle evasi0'nicontributive nelle aziende industriali italia-ne, noi avremmo realizzato 100-150 miliardiall'anno di maggiori entrate contributive, enon avremmo incamerato solo per i bilancidello Stato italiano 100-150 miliardi in più,ma avremmo garantito posizioni assicurativea cittadini italiani ai quali poi lo Stato devecomunque assicurare, attraverso il Ministe-ro degli interni o le prefetture, l'assistenza dicui sono rimasti privi a causa dell'evasionecontributiva dei loro datori di lavoro.

    Queste sono alcune delle realtà esistenti;ne cito solo due perchè sono talmente ma-croscopiche e grossolane che un Governo se-rio le avrebbe già risolte. Invece fino

    adesso nessuno del Governo si è pre0'ccupa-to, nè il Ministero del lavoro nè ti! Governonel suo insieme, nè il Ministero del tesoroo quello delle finanze. Eppure noi ritenia-mo che sarebbe stato estremamente facilefarlo, ancor più che fare la riforma tribu-taria. Occoneva infatti soltanto avere lavolontà politica di studiare il modo per eser-citare maggiori controlli.

    C'è poi il problema della riscossione deicontnbuti previdenziali degli istituti, la cuimancata unificazione è causa di distorsionie spese mastodontiche. Ness"!1no del Gover-no ha mai provato a vedere che cosa lo Sta-to perde e spende in più mantenendo la di-visione degli istituti addetti alla riscossione.Anche qui da due anni si continua a propor-re da parte nostra una modifica; una voltal'anno c'è una riunione al Ministero del la-voro per vedere come si potrebbe impostareil problema, ma poi uno, due o cinque deidiversi istituti presenti cominciano a dimo-strare o a tentare di dimostrare che la cosanon è realizzabile sul piano tecnico. Allora ilGoverno lascia passare un anno dietro l'altroe si continuano a perdere quelle s0'mme che0'gnuno di noi può valutare, anche se cifreappr0'ssimative non sono state ancora fatte.

    C'è poi il provvedimento del 1961 relativoai massimali. Sappiamo che lo spirito dellalegge era quello di risolvere una situazionecontingente; possiamo c0'mprendere che visiano state delle proroghe; è accaduto tantevolte per la Calabria, ad esempio; però sap-piamo che i massimali con l'aliquota al 17,50per cento rappresentavano una misura con-tingente presa dal Governo in quel determi-nato peri0'do. Conosciamo le ingiustizie cheessa crea attualmente anche perchè nel mo-mento in cui la legge è stata emanata vi erauna certa fascia di salari che oggi è sostan-zialmente cambiata grazie alle lotte sociali edai rinnovi contrattuali.

    Desidero fare un esempio, che certo i col-leghi già conoscono. Le aziende piccole e me-die, artigianali e commerciali pagano grossomodo il 17,50 per cento sulla retribuzionee sugli stipendi che danno ai propri dipen-denti. Viceversa le grandi aziende, poichèpagano salari più elevati del plafond fissatodal massimale in 2.500 lire, evadono legal-

  • Senato della Repubblica ~ 17004 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO'

    mente le contribuzioni relative alla sommasuperiore al plafond stabilito. In altre parole,se i dipendenti delle grandi az1ende hannoretribuzione di 5, 6 mila lire al giornO', i con-tributi comunque vengono pagati in ragionedelle 2.500 giornaliere.

    Quindi c'è una netta facilitazione nei con-fronti dei grandi gruppi industriali italianii quali pagano su circa il 50 per cento dellemercedi che corrispondono ai dipendenti,mentre la piccola e media industI11a nel set-tore commerciale ed artigiano paga sull'in-tera somma di quello che corrisponde ai suoidipendenti. Anche questo io penso sia unaingiustizia tanto grossolana e superata neifatti che nessuno più si sente di difendere.La proposta che noi formuliamo è di abolirei massimali; che ognuno paghi sul reale sti-pendio e salario che corrisponde ai suoi di-pendenti: però si riduca l'aliquota dal 17,50per cento al 12,50 per centO'. A conti fattidovrebbe avanzare a vantaggiO' del fondoper gli assegni familiari un centinaio di mi-liardi. Ebbene noi diciamo che se avanza-no x miliardi, came secondo noi avanze-ranno, questi saranno i miliardi neceslsariper poter reallizzare un aumento degli asse-gni familiari il cui ammontare è ormai a li-velli irrisori nel nostro Paese. Basti dire an-che qui che l'incidenza dell'assegno familia-re, che al momento della formulazione dellalegge era del 22 per cento sul salario, oggi èsolo poco più del 7 per cento. Quindi occorreun aggiornamento del valore degli assegni fa-miliari sulla base della realtà di oggi. E allo-ra noi riteniamo che sia opportuno, e perquesto presenteremo un apposito emenda-mento, che si aboliscano i massimali, si rea-lizzi quel senso di giustizia che oggi è possi-bile realizzare, si garantiscano le stesse en-trate e forse qualcosa di più, si adeguino ilivelli degli assegni familiari portandoli senon proprio al rapporto iniziale del 22 percento rispetto al salario almeno ad una per-centuale più equa. Con questa scelta di abo-lizione dei massimali che noi proponiamola Fiat pagherebbe circa 20 miliardi in più.E per questo forse ci sono voci circa alcuniripensamenti nelle posizioni del Ministerodel lavoro e del Governo ,e nelle posizioniassunte inizialmente dal democristiano cal-

    3 OTTOBRE 1970

    lega Pozza, in Commissiane, quando ha pre-sentato l'emendamento per la soppressianedell'articolo 42.

    Ci sarebbero stati quindi alcuni ripensa-menti nel Governo e alcune preoccupazioni;è forse anche da ciò che è partito il Presi-dente del Consiglio quando ha cercato diresistere a tutti gli emendamenti nelle Com-missioni per i pareri. Oggi mi pare però che,sia dal discorso del collega Banfi, sia daquello che ancora il collega Pozzar ha dettoin privato, sia da quello che ha detto il col-lega Buzio stamattina, stia maturando l'opi-niane ohe davvero si può e si deve realiz-zare l'abolizione dei massimali, creandouna candizione di maggiore giustizia, assi-curando le stesse entrate e forse qualche co-sa di più, creando le premesse perchè sipossano aumentare anche gli assegni fami-liari. Io credo veramente che su questo pro-blemail dibattito in Aula sia stato utile evoglio anche credere alla coerenza e all'impe-gno che al momento del voto sugli emenda-menti ogni Gruppo politico vorrà assumeresu questa questione di giustizia.

    Lo so, ripeto, che La Fiat pagherebbe 20miliardi in più, così come i gruppi industria-li sul piano nazionale dovranno pagare 600,700 miliardi in più di contributi. Questo vuoIdire, però, che hanno risparmiati questisoldi nel corso degli ultimi sette anni. Sem-mai, cominciano a pagare in ritardo; men-tre le piiCcole e medie aziende, il settorecommerciale e artigiano, le caaperative chehanno pagato sproparzionatamente prima,ora, attraverso la riduzione dell'aliquota al12,50 per cento come noi proponiamo, do-vranno pagare di meno ed investirre i soldinelle direzioni che i lavoratori chiedono conLe loro lotte.

    È chiaro, questo giudizio impHca una scel-ta politica e si ricol1ega aHa necessità di mo-dificare la linea di indirizzo del decretonedel 27 agosto.

    Ciò significa forse che soltanto questo fi-lane può essere carretto? Secondo me sipossono correggere akuni dei filoni princi-pali: da quello fiscale che è stato indicatostamattina dal collega Soliano a quello cheriguarda il finanziamento del settore sani-tario, a questo della maggiore giustizia so-

  • Senato della Repubblica V Legislatura""'.~...

    ~ 17005 ~

    3 OTTOBRE 1970329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

    ciale da realizzare. Si modificano in questo

    mO'do gli indirizzi del deoretone. Si cambiaqualcasa. Effettivamente questo è quello chenon noi, o meglio, non noi soltanto ma lemasse popolari, i lavoratori italiani, la stra-grande maggioranza dei cittadini vogliono.Cambiando qualcosa negli indirizzi generalidella politica del nostro Paese e in particola-re negli indirizzi di politica economica sicreano maggiori condizioni di credibilità nel-l'opinione pubblica, nei cittadini, nelle mas-se lavoratrici. Altrimenti, tendono a manife-starsi in alcune occasioni posizioni qual un-quistiche di non credenza. Voglio qui ripor-tare una battuta ricorrente nell'opinionepubblica, non a fini propagandistici ma perevidenziare il giudizio dei cittadini su questasituazione. La gente vede che le motivazionidel decretone sono in contraddizione con igiudizi espressi sulla situazione economicanella relazione previsionale e conclude: ilGoverno non ci sa nemmeno dire se l'Italiaè in difficoltà o no, però ci chiede dei soldi.La gente ~ diceva qualcuno che ha parlatoprima di me ~ sa saltanto che quando il Go-verno si rivolge ai lavoratori 10 fa per chie-dere loro dei soldi.

    Ebbene, bisogna che si abbia il coraggiodi aperare una svolta seria, una svolta can-creta negli indirizzi di politica ecanomica.

    Lo so che si spasterebbero oentinaia, mi-gliaia di miliardi. E sappiamo anche quantimiliardi si perdono e si sono perduti nel bi-lancio dello Stato per !'incapacità o la man-canza di volontà politica del Governo di rea-lizzare una politica corrispandente agli in-teressi generali del Paese.. Il collega Soliano stamattina si è riferitoad una parte di questi miliardi. la mi sanoriferito ad un'altra parte relativament,e adaltri settari: due settori che sano impor-tanti.

    I risultati della mabilitazione pO'polare nelnostro Paese, delle lotte delle masse hannofatto fare importanti passi avanti ai lavara-tori sul piano della acquisizjone di un mag-gior potere di cantrattaziane e anche di unmaggior potere palitico. Malgrado i tenta-tivi di primavera calda padronale a cui siriferiva stamattina il collega Banfi (che è esi-stita e che ancora esiste) tuttavia, sotto

    l'urto, la spinta delle masse lavoratrici, èandato avanti il discorso più concreto, piùserio nei oonfronti delle riforme. Quindi nonsiamo affatto in difficoltà, anzi vorremmoche ve ne fossero molte di riforme da discu-tere e allora saremmo a completo nostroagio. Lo sarebbero soprattutto i lavoratori,le classi lavoratrici, purchè ~ intendiamocibene ~ per riforma si intenda cambiare ilvecchio con il nuovo in senso migliore, mo-derno, completo ed efficiente non solo sottoil profilo della efficienza tecnologica ma an-che sotto il profilo dell'avanzata sociale edemocratica del nostro Paese.

    Un altro risultato delle lotte, della spintapO'polare sarà quello di imporre indirizzi di-versi da quelli che sono alla base del decre-tane e di tutto quanto 10 seguirà; non tuttofinisce con il decretone. Se con le spinte econ la lotta delle masse si è riusciti ad im-porre l'apertura del discorso sulla riformanel settore della sanità, della casa, ora sitratta di spingere, di marciare ancora permandare avanti e rendere operativo questodiscorso perchè corrisponda alle esigenzedel Paese in armonia con gli interessi dellacollettività nazionale. Il Parlamento, i sinda-cati, tutti debbono dare il proprio contri-buto.

    Ancara con la lotta e la spinta delle mas-se pO'polari si riuscirà a far pagare coloroche debbano pagare, cioè gli evasori chel'hanno sempre fatta franca con l'aiuto dellasciar correre dei Governi succedutisi finoa oggi. Anche su questo piano sarà decisivala lotta delle masse ad imporre che il rilan-cia dell'economia sia pagato da coloro che daquesto tipo di sviluppo capitalistico ne han-no già tratto beneficio.

    Le proposte che noi facciamo ci sembranorealistiche. Avremmo preferito ~ ripeto ~

    avere la possibilità di canfrontare le propo-ste, le valutazioni, le idee sui diversi pro-blemi; lo aVI1emmo preferito perchè sareb-be stato facilitato il discorso dei parlamen-tari tutti, piuttosto che andare a ricorrereal mezzo della stampa, dei giornali, per poteressere informati sul modo in cui sano an-date le trattative intorno al discorso dellariforma tra Governi e sindacati e sulla rela-zione previsionale. Ma visto che non ci siamo

  • SenatO' de!la Repubblica ~ 17006 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (nO'tturna) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    ancora nè sul piano delle scelte nè sul pianodel metodo, perchè il Governo si è sottrattoa questi suoi doveri specifici, rilanciamo an-cora proposte che vanno in direzione dellarealizzazione di un più equilibrato svi,luppodella nostra società basato sulla utilizzazionepiena di tutte le risorse nazionali.

    Per fare questo Decorre che vi sia un ra-dicale mutamento negli indirizzi di politicaeCDnomica; bisogna che si smuovano gliostacoli che si sono frapposti fino ad oggialle riforme; in Dccasione del centenario del-l'unità d'Italia anche il Presidente della Re-pubblica si è richiamato a ciò nello spiritodella Costituzione che prevede e impegna ilParlamento e il Governo a rimuovere gliostacoli che si frappongono alla piena attua-zione della nDstra CDstituzione. Io credo chese andassimo alla rioerca degli ostacoli da ri-muovere non avremmo da faticare mDltoe l'opinione pubblica ne avrebbe già indi~viduati parecchi: occorre organizzare la lot~ta, unire le forze per vincere le vecchie e lenuove resistenze.

    Il Governo si è messo nella iLlegalità neiconfronti dello spirito della Costituzione ita-liana? Credo di sì. Nei confronti almeno del-l'articolo 3 che prevede un' azione volta asmuovere gli ostacoli, credo che si possadimostrare che nDn vi è stato grande im-pegno nella volontà politica del Governo inquesto senso. Per rimuovere gli ostacoli chesi frappongono ad una politica di serie ri-forme toccherà ancora una vDlta alle sini-stre, alle massle popolari, ai lavoratori e alLeloro organizzazioni sindacali e politiohe con-durre la battaglia a fondo che parta dai luo-ghi di lavoro e che scuota il Paese.

    Non ditemi poi che siamo per l'agitazione,per lo sciopero, per la lotta: queste sono co~se necessarie per abbattere quegli ostacoliche il Governo, ovvero la sua parte più con-servatrice, ha sempre impedito di rimuovere.Se il Parlamento non vi è ancora riuscito per-chè la sua maggioranza non ha avuto la vo-lontà di rimuovere tali ostacoli, occorreràche lo facciano le masse lavoratrici con leproprie lotte, con la propria azione, raffor-zando la loro unità sindacale e politica.

    Mi pare che non sia occasiona1e il fattoche di fronte allo sciopero genemle del 7

    luglio, sia caduto il Governo Rumor: forseperchè era un ostacolo da rimuovere. Se ieril'azione di massa ha spintO' e ha fatto cadereil Governo rimuovendo così uno di quegliostacoli di cui dicevo, oggi di fronte al-l'azione di sciopero, sia pure più limitata,ma molto sentita dalle masse popolari, siè avuto un avvio del discorso su due impor-tanti riforme. Vedremo i risuhati di ciò, sesaremo cDnseguenti nella battaglia da con-durre; e io credo che l'Osaremo, almeno perquanto riguarda la nostra parte, oome lo Sia-l'anno le masse lavoratrici e le organizzazionisindacali che partecipano a queste lotte, per-chè con la lotta, con la battaglia, con lamobilitazione e l'unità delile masse pO'polarisi rimuoveranno gli ostacoli e si realizzeran-no le riforme, dimostrando con ciò che l'Ita-lia è matura per un Governo sensibile alleesigenze delle classi lavoratrici. (Applausidell' estrema sinistra. CO'ngratulaziO'ni).

    P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Di Prisco. Ne ha facoltà.

    D l P R I S C O. Onorevoli colleghi,credo che in questi giorni gli studiosi ~ chenon mancano certo nel nostro Paese ~ diquestioni giuridico~costituziona'li, coloro chesorivono pregevoli articolli su rrivi,ste specia-Hzzate in questa materia e i docenti uni-versitari di diritto costituzionale si dedichi-no a studiare COlme, daHa costituzione dellaRepubblica in poi, dall'Ital,ia post-faJsdsta inpoi, dalla Liberazione del nostro Paese in poi,da parte del GoveJ1no si sia utilizzato lostrumento deI decreto~legge.

    Partendo dai dibattiti sviluppati1si in senoaHa COSltituente, gli studiosi si occupano divedere quali sono gli strumenti ahe una col-'lettività nazionale ~ e quindi anche un Ese-cutivo ~ deve avere a dispOlsizione per af-frontare deteI1minate questioni di ordinepolitico ed economico. Ci si dedica inoltre adesaminare come l'articolo 77 della Costitu-zione è stato utilizzato dall'Esecutivo nel no-stro Paese e come è stato possibile arrivarein certi casi a quella che è, a mio parere, unaaberrazione dello strumento del decreto-leg-ge: la Costituzione ha stabilito che il decre-to-legge può essere usato dall'Esecutivo per

  • V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17007 ~

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    porre in essere interventi immediati, celeriin casi di necessità e di urgenza.

    Uno dei problemi fondamentali che glistudiosi di cui parlavo sopra saranno co~stretti ad affrontare !Sarà quello di vederecome l'Eseoutivo, in uno Stato come H no-Stiro che dovrebbe pOlrre il cittadino aJ cen-tro di tutta l'attività potlitica per renderlopartecipe della vita pubblica e per fare inmodo che egli su di essa possa esercitareun controllo, con il provvedimento in esa~me, con la sua stessa formulazione, abbiafatto cadere neHa più bassa meschinitàquello che era invece uno strumento pienodi valori ideali ,stabirlito dai costituenti af-finohè l'Esecutivo in determinat,e oocasioni,ben delineate, se ne servisse a vantaggiodella coHettività.

    Vi è quindi runa considerazione di carat~tere politico che deve tTovare Ìimpe~nate I

    tutte le forze politiche e quindi tutti i par~titi come !Strumenti deHa coLlettività cheriescono ad esplicare Ila >101'1'0mediazione at-traverso le istituzioni, in questo oaso le isti-tuzioni parlamentari: devono giudicare comearriviamo, in questo 1970, a uno dei livellipiù bassi dell'esercizio demooratico dellastessarappresentatività popalare.

    OnO'revoli cO'lleghi, io non mi meraviglioquindi ~ anche sotto questo aspetto, su que-

    ste questioni dibattute intorno al decreto-ne ed ai provvedimenti adottati ~ nel riscon-trare come aloune formazioni o alcuni grup-pi minoritari o partiti politici siano d'accor-do con noi almeno su un elemento di giudi-zio di carattere politico: cioè che voi dell'Ese-outivo, voi del centro-sinistra continuate adare colpi mortali a queHa che è l'espressio-ne pO'polare scatudta dalla Resils>tenza e chesi è tradotta poi nell'articolazione delle nor-me costituzionali, attraverso un metodo di

    fare politica che sempre pm si verticalizzaverso i centri meridionali che, nel caso dellanO'stra società, sono soltanto centri di po-tere decisionale per gli interessi della con-servazione.

    Badate, onorevoli colleghi dei partiti delcentro-sinistra, che rischiate grosso nell'in-ferire dei coLpi a quella che è 'la vita e lastruttura democratica, a quello che può es-Sere proprio delle istituzioni previste daUaRepubblica così come l'hanno voluta i co-stituenti: qualche cosa che esercitasse lasovranità e la volontà popolare alla quale,badate, noi ~ per riprendere un'affermazio-

    ne fatta a chiusura del suo intervento dalcompagno Li Vigni ~ forse un po' romanti-

    camente crediamo ancora; noi crediamo nel-la nostra funzione di rappresentare nelle isti-tuzioni parlamentari ,le masse popolari.

    Noi veniamo qui perchè ci sentiamo le-gati con loro. Non riteniamo di essere deiparlamentari ohe settimanalmente prendo-no l'aereo o il treno per venire ,qui,mettere la loro firma e fare i loro in-terventi; riteniamo invece di essere por-tatori dei problemi di questo travaglia-to periodo, di avere cioè dentro di noi an-cora questa carica di legame umano con leaspettative e le attese della gente che chie-de, attraverso i loro 'rappresentanti, di ot-tenere qualche cosa e di avere un qualchecosa che possa far incamminare ,sulla via

    I del progresso il nostro Paese. Io credo cheinvece la disinvoltura con la quale il centro-sinistra ha affrontato la stesura del decre-tane ed ha quindi esp'l'esso questa volontàpolitica attraverso le misure in esso conte-nute sia proprio una risposta che ha il ca-rattere ~ anche qui uso un termine forte,ma credo che sia necessario ~ di spregio

    I delle basi elementari della vita democratica.

    Presidenza del Presidente FANFANI

    (Segue D I P R I S C O ). La doman-da politica ohe ci sta davanti è questa: comesi è potuto arrivare a ritenere che questasia una applicazione della nOl1ma oostituzio-naIe che prevede ~ ripeto ~ tassativamen-

    te in casi eccezionali il ricorso al decreto-legge; come si è potuto arrivare da parte dìuna formazione governativa allla stesura diiniziative che quasi tutte nulla hanno a chefare con le norme previste dall'articolo costi-

  • Senato della Repubblica ~ 17008 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    tuzionale? Questo è avvenuto ~jo ritengo ~

    peJ:1chè ill compromesso del centro-sinistra è

    nat'0 con l'impegno, che non poteva non esse-re molto preciso, di pagare una cambiale chenon poteva essere pagata se non in manieramolto precisa, pagare una cambiale donat-cattiniana a queLle che sono 'state aLcune po-sizioni espresse nel corso dell'autunno caldo.

    Par,e a me, che ho lUna esperienza di lun-ghi anni di vita sindacale, di aver avvertitoin questi provvedimenti qualche cosa chein sintesi potrebbe essere espresso con lafrase: ve la faremo pagare, rivolta certo aquelli che sono stati i protagonisti principalidella lotta autunna,le e cioè gli apparltenentialla classe operaia, la quale classe nelle lot-te del'l'autunno caLdo era partilta con l'obiet-tivo iniziale dei rinnovi contrattua:li, dei mi-glioramenti salariali e normativi col prop'0si-to, poi, di mantenere queste conquiste. Mavia via che l'opposizione della parte padro-naIe, sorretta da tutta la stampa che è nellemani di quegli stessi padroni, Isi andava svi-luppando, veniva fuori il fatto nuovo (sfuggi-to completamente ai rappresentanti dei pa'r-titi di sinistra e per loro vo'lontà, peIìcl1Jè nonhanno voluto affrontare il problema) per cuila classe operaia, nel giro di pochissimi gior-ni, si è Itrovata ad acquistare ,la coscienzache vi fosse una svolta decisa nella conqui-sta di poteri solo laddove vi era lo scon-tro diretto con il padrone, e che bisognavache tali conquiste fossero garantite e man-tenute per evitare che le tradizionali rhren-dicazioni operaie sparissero davvero.

    E l'aocentuarsi delle lotte, la stessa gran-diosa unità che si è realizzata nel movimen-to operaio durante 'le lotte dell'autunnocaldo ha costituito la sterzata per le massepopolari le quali finalmente si sono trovatedi fronte ad un obiettivo di 'caraHere po-litico che arrkchiva le steSise lotte rivendi-cative.

    Questo aSipetto nuovo che è venuto avan-ti ha fatto capire che proprio dalle organiz-zazioni del lavoro deve partire la lotta con-tro l'autoritarismo, contro la struttura diun sistema sociale bOIìghese che opprimele rivendicazioni deilavor:atori. Questo aspet-to nuovo, onorevoli colleghi, è stato avver-tito dalle forze politiche? Ebbene noi del

    PSIUP, partendo da valutazioni che scaturi-vano proprio da questo grosso avvenimentodell'autunno, abbiamo affrontato il corpoelettorale offrendo proprio questa piatta-forma e questa prospettiva politka di unaalternativa decisa al sistema, nella consi-derazione che nel sistema capitali>stko, al-la base del quale è sempre la legge del pro-fitto, non c'era la possibilità di dare rispo-sta a quella domanda politica nuova cheusciva dane fabbrkhe, non c'era la possi-bilità di una risposta concreta; infatti ave-vamo capito, come PSIUP, che se noi of-frivamo determinate cose soltanto di ca-rattere rparzia:le o di carattere frammentarioil sistema queste cose le avrebbe assorbitenel giro di pochissimo t,empo. Noi abbiamovalorizzato giustamente quella che è statala grOlssa conquista salariale. Ricordiamotutti che 65 lire in più all'ora non è pOlca co-sa. Ripeto, chi come me ha avuto 12 anni diesperienza di dirigenza sindacale sa che 65lire in più all'ora non è poca cosa, però sa an-che che più di questo aveva un grosso va-lore ~a riduzione dell'orario di lavoro.L'obiettivo cioè delle 40 ore per tutti i lavo-r,3Itori portato come prima risposta di ordi-ne politi:co a quella dhe era 1'0J:1ganizzazionedel lavoro voluta, strutturata dall'iniziativadel rpadronato.

    Ebbene, già da quel momento noi cerca-v;amo di far capire che queste conquiste, qlUe-ste vittorie riportate nella vita sOlciale deilavoratori non erano sufficienti se non ve-niva portato avanti un quaLche cos'altroche era ripeto una acquisizione di potereda parte deLle masse lavoratrici là dove viè lo scontro sull'organizzazione del >lavoroper trasferirsi poi nel tessuto sOlciale del-l'intera colJettività. E allora abbiamo postocome PSIUP al corpo elettorale l'esigenzadi un'alternativa al sistema per chiamaretutte le forze popolari a cercare di compren-dere come è ne1la struttura del sistemache occorre partare una lotta continuati-va. Dobbiamo riconoscere e lo abbiamo ri-conosciuto in senso autocritico che fOJ1seabbiamo accelerato i tempi, ma non le que-stioni tant'è vero (e lo riconosciamo) chenel corso della campagna elettorale non ab-biamo avuto il risultato che ci aspettavamo

  • Senato della Repubblica ~ 17009 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    rÌ'spetto a questa ricerca che abbiamo fatto.Onorevoli colleghi, le elezioni sono avvenu~te alcuni mesi fa; ebbene oggi, a distanzadi pochi mesi, abbiamo la presunzione ~ e

    non è per immodestia ~ di ritenere che lasoHdità di quella nostra impostazione, ogginel riscontro che la classe operaia fa con [evostve iniziative, proprio col decretone, siaemersa çhiaramente. E di contro le posizionidei partiti governativi: il PSI per esempionel corso ddla campagna elettorale pose iproblemi collegati alle questioni di riformae pose la questione che anche nell'internodi lUna compagine governativa si potevanoottenere determinate conquiste favorevoliper i lavoratori; e portando come prospeHi-ve immediate alcune realizzazioni da fareha avuto un consenso dalle masse lavoratri-ci, lo riconosciamo. A distanza di tre mesi,quando cioè si è tmttato di una scelta di po-litica economica che doveva consentire unavvio reale e concreto ver,so quegli obietti-vi che il PSI aveva indicato al corpo eletto-rale e per i quali aveva avuto suocesso, eb-bene, nel momento nel quale emergeva loscontro sulla politica economica, il PSI al Go-verno come primo atto ha proposto provve-dimenti di caratltere economico che ricalcanonè più nè meno quelli ohe sono stati sempreprovvedimenti di Governi non di centro-si~nistra, ma di Governi centri:sti. In altre pa-role, la contraddizione propria deNe societàcaphaliste provoca questo fenomeno: nellafase di attesa vi è la possibilità di enuncialredeterminate promesse e determinate pro-spettive; però, nel momento in cui all'inter-no del sistema si ritiene di poter dare urncontributo di progresso, il sistema stesso,a oausa della sua struttura, come urnboomerang si rivolta contro e si debbonocosì accettare determinate indicazioni dipolitica economica le quali servono soltantoa sostenere quella che è la struttura fonda-mentale, cioè la struttura capitalistica equindi la legge del profitto.

    Ebbene, onorevoli colleghi, lo ,stesso di-scorso vale per la Democrazia cristiana. Ionon nego, noi non abbiamo mai negato chela Democrazia cristiana sila un partito lar-gamente popolare; e anche nel corso dellaultima campagna elettorale ha trovato una

    rispondenza presso uno strato popolare dilavoratori proprio perchè ha manirfestato lavolontà di affrontare, in un Paese di teono-logia avanzata come il nostro, in un Paeseindustdalmente progredito cOlme l'Italia,determinati problemi per rompere gli squi-Hbri che si sono creati. Per questo haavUJto dei consensi. Anche H PSU (mi con-senta l'onorevole Schietroma di padarnepel1chè si tratta di un partito al Governo)non c'è dubbio che ha avuto Ull vantaggioelettorale. Ha però rubacchiato i voti in unsettore definito della collettività italiana, nelsettore liberale. Tim l'altro io credo che mol-ti liberali conservatori abbiano fatto questosemplice ragionamento: ma come, ci tro-viamo in una società che, dopo tutto, è unasocietà capitalistica, e il Partito lib,xale cheè il tipico rappresentante della società capi-talistirOa sta all'opposizione? È una contrad-dizione troppo grossa; perciò cel1chiamo unpartito che stia al Governo e iche dica lestesse cose che diciamo noi. E, stando alGoverno, avete avuto un successo elettora-le: non c'è dubbio. (Interruzione del sena-tore Tomassini. Repliche dell'onorevoleSchietroma). Quindi il PSU è fuori discus-sione. Lei sa anche, onorevole Schietroma,che, per quanto riguarda la politica in sen-so generale, quindi interna ed internaziona-le, noi abbiamo classificato il PSU, subitodopo la scissione, il «Partito Stati Uniti)}.Credo che possiamo riconfermare oggi que-sto nostro giudizio.

    P RES I D E N T E Stati uniti nelsenso di considerare «stati» come parti-cipio. (llarità).

    D I P R I S C O DUlnque voglio direche, dopo tutti questi impegni presi nel mo-mento in cui, come la nostra Costituzioneprevede, attraverso la convocazione dei co-mizi elettorali, c'è s11ato questo contatto conil co:rpo elettorale in senso generalizzato, viè stata questa presa di posizione interes-sante da parte dei partiti che poi si sonotrovati (soprat1Jutto ~ ripeto

    7'"PS [ e De-

    mocrazia Cristiana) al Governo della cosapubbhca. E nel momento in cui occorrevamuovere con coraggio i primi passi per af-

  • Senato della Repubblica ~ 17010 ~ V Legislatura

    329" SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO

    frontare questa contraddizione esistente nelnostro Paese (per la quale il movimento po-po~are attraverso l'esperienza dell'autunnocaldo porta avanti non solo problemi di ca-rattere rivendicativo ma problemi di potere,il che vuoI dire volontà di partecipazione e dicontrollo) con il decreto-legge invece il Go-verno di centro-sinistra dà una spinta indie-tro a tutto quello che rappresenta una volan-tà~e una ricer:ca di verifica e di dibattito an-che serrato tra le varie forze politiche e siattesta su questa iniziativa di politica econo-mica che caratterizza la scelta fatta.

    Quindi da questo punto di vista ci tro-viamo di fronte a un giudizio che dobbiamodare in senso generale. E1OOO,ho parlatoprima della reazione che vi è st'ata da partedell'opinione pubblica quando è stato pubbli-cato ill decretone. L'opinione pubblica si èfermata ana prima parte del decretone, qruel-

    'la riguardante la benzina, la patente, la oartada bollo e così via. E perchè la reazione quiè stata immediata? Perchè ci si trovava difronte al fatto dell'aumento considerevoledell'aggravio che la gente avrebbe do'VUtosopportare; ed ha avuto moti di protestae di ribellione rispetto a questi prov1vedi-menti di carattere fiscale che pesano sututti. Ma, anche nel silenzio con il qua-le siamo stati circondati dalla stampa, dal-la televisione ~ consentiteci di dire que-sto ~ noi del PSIUP abbiamo avvertitoche questo decreto-legge doveva essere in-vece contrastato soprattuNo per quanta ri-guardava tutta quella che viene chiamata lafilosofia delle scelte di politica econamica;doveva essere contrastato cioè proprio per-chè è la dimostrazione ohi ara chela soeltache viene fatta nel campo della politica eco-nomica da questo Governa di centro-sinistra,non da altri, è una scelta ohe non s'indirizzasoltanto nel senso di assiourare protezionee garanzie alle forze economiche e padro-nali o del monopolio o alle forze finanzia-rie italiane, ma anche nel senso di dare uncolpo alla schiena agli strati popolari çomeper avvertirli che, qualunque cosa si facciain Itarlia, tutti siamo sulla stessa barca. Diqui il pericolo dell'inflazione o della defla-zione; ecco allora la dichiarazione di Pretiche dice che si era raschiato tutto nel barile.

    3 OTTOBRE 1970

    Onorevoli coilleghi, oredo che noi siamotra i primi Paesi (per !'ingegno e la fertilitàd'idee di questa gente che pure è da con-dannare) che hanno dei oontrabbandieriche nascondono la merce non solo nei doppifondi ma anche in molti altri posti. Ebbene,sì, voi avete raschiato il barille della casadove la povera gente tiene le aringhe, ma ilbarile delle casseforti delle casse di rispar-mio o dei grossi padroni l'avete lasciato sta-re in quanto si t1ratta non del barile ma di al-tre strutturle e di altri strumenti. Voglio direche la scelta che avete fatto ha suscitato inun primo tempo ribellione, per l'aumento delprezzo della benzina e delle patenti. Noi delPSIUP abbiamo subito cercato di far capire,agli strati popolari soprattutto, come questanon fosse ohe una delle fasi di una certa po-litica di sviluppo e uno degli effetti dello svi-luppo indiscriminato della motorizzazioneprivata e dell'inerzia assunta dai pubblicipoteri nei confronti del probl1ema dell'incre-mento dei trasporti collettivi.

    Per anni alla televisione, alla radio e suigiornali avete portato avanti il problema del-l'automobile e quello della costruzione del-le autostrade, quasi fossero la soluzione ditutte le questioni do'VUte agli squiHbri traNOl1d e Sud, per anni avete portato avanti ilproblema dei canali navigabili, dimentican-davi e lasciando in stato di abbandono i portidove si doveva intervenire inizialmente. Arri-vate poi con provvedimenti come quello del-la benzina, che sono stati chiariti da noi allemasse popolari protagoniste dell'autunno cal-do, che hanno fatto un salto qualitativo nellariceroa delle cause dello scontro della vitapolitica del Paese. Il ragionamento portatoav;anti da noi del PSIUP ha fatto p:msa e lanostra iniziativa, resa pubblica attraverso ideliberata della direzione appena iUlscito ildeoretone, tesa a contrastare queste sceltenon con un ostruzionismo passivo ma conun'indicazione alternativa di scelte di politi-ca economica, era dovuta proprio alnmpe-gno preso con le mas1se popolari di portareavanti il più possibile la lotta dei lavoratoricontro le scelte di politica economica cheavete fatto.

    Ecco quindi che' in questo quadro vlieneanche a precisarsi uno degli aspetti che mi

  • Senato della Repubblica ~ 17011 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA- RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    pare interessante e che vorrei sottolineare:il contrasto rispetto alle scelte di politicaeconomica cioè non è soltanto nos,tro. Infattiio ho seguito doverosamente, come ognunodi noi, il dibattito che le ACLI hanno fat-to recentemente a Vallombrosa, da cui cre~do dobbiamo tl1arre la conclusione dal pun-to di vista poilitico che ci troviamo di fron-te a dichiarazioni precise di runa sceltadi classe. Le ACLI sono arrivate a questo at-traverso un approfondimento notevole, sottoalcuni aspetti, del significato delle [atte au-tunnali e delle conseguenze che tali lotte han-no avuto come capacità di espressione delmovimento operaio. Ad esempio si è avutoun dibattito sul cosiddetto spontaneismo, suquanto cioè si è verificato nel corso den'au-tunno caldo e 'sUll carattere spontaneo delmovimento dei lavoratori, non come movi-mento dei lavoratori, non 'iCome movimentoanal1chico che partiva dalle fabbri:che, ma co-me necessità di opporsi alla linea poIitka pa-dronale che si era instaurata. Si è capito chequesto spontaneismo non s'iCaturiva solo per-chè se l'era inventato quallOuno del movimen-to studentesco ~ semmai questo ha aocen-1,uato la capacità di diagnosi della realtà diuna azienda ~ ma scaturiva dalla coscienza

    che la resisrtenza, ,l'opposizione deve esseremaggiore lì dove è maggiore l'auto'ritarismopadronale. Il lavoratore, poi, uscendo dallafabbrica, tornando a casa, nel proprio rione,nel proprio paese, capisce che le forze chegovernano la situazione economica del Pae-se sono le stesse forze che comandano al-l'interno della fabbrica, anche se hanno nomidiversi. Aveva allIora ragione il compagnoLi Vigni, quando affel1mava che, nel brevegiro di pochi mesi, quellle forze sono riusci-te a vanificare tutte Ie cOlllquiste di aarat-tere salariale che i lavoratori avevano rag-giunto con le loro lotte. Baco aJllora che Ioscontro nellefabbniche tra lavoratori e pa-droni si incentra sull'onario norrmale di la-voro, contro gli straordinari che vengonorichiesti dalla classe padronale.

    DaLl'autunno caldo gli opemi sono usci-ti avendo aoquistato maggior cosoÌenza e ca-capacità di giudizio nelila ri:cerca di una at-tiva collaborazione tra le forze di Lavoro:con questa aumentata capacità di gi1udizio

    esse si oppongono aUe iniziative che ~l Go-verno ha posto in essere con il decretone.

    Onorevoli colleghi, ,se volessimo giudica-re il comportamento delle masse popolarinei confronti di un determinato avvenimen~io, cadremmo forse tutti in Uln errore di va-lutazione. L'acquisizione di una maggiorecoscienza politica non avviene dall'oggi aldOlmani. Se dovesse essere così, vi diremmochiaro e tondo 'iCheci potremmo prepara1re al-la conquista dei potere! L'acquisizione di unamaggiore cosdenza polittea da parte dellemasse avviene sempre attraveuso le lotte.I lavoratori capiscono che per fare passiinnanzi devono combattere uniti e devonosempre misurare, prima di intraprenderequalsiasi iniziativa, la forza dell'avversadoper poterlo combattere allo ,stesso livello.

    Onorevoli colleghi, io ho una figlia diventi anni che non condivide la mia posizio-ne politica pel1chè mi ritiene troppo tenero,riformista eocetera: aVlrete tutti capito dovemilita mia figlia. Ho fatto un discorso conlei ~ come credo tutti i padri debbano fare

    con i loro figli ~ recentemente, dopo i fattidi Marghera, dopo cioè le ultime lotte delmovimento OIperaio e sindacale alla Snia, allaMontedison: il pomeriggio di quello stessogiorno si era avuta una manifestazione deigiovani del Filo nero, di maoisti e così vialungo la linea ferroviaria da Mestre a Ve-nezia. La domanda che mi ha posto mia figliaè stata questa: mi condanni tu perchè eropresente a quella manifestaziOlne?

    .

    Non si può dare una risposta affermativao negativa, non si può rispondere con un sìo con un no. Ho cercato di spiegaI11e che nonè un problema di « sì » o di « no », ma si trat-ta invece del consenso che una azione puòricevere da coloro che sono protagonisti diuna 'lOltta diretta contro un altro che si [rap-pone alHa libera ricel1ca di essere sfruttatimeno.

    Ora io posso anche personalmente depre-care che il copertone bruciato sia stato but-tato sulla linea fenroviaria, ma questa volon-tà di continuare la lotta perchè è giusta, perottenere un risultato giusto che è quello difrapporsi aill'autoritarismo che nella fabbri-ca impone un qualche cosa che la coscienzaoperaia ha capito che deve essere rovesciato,

  • Senato della Repubblica ~ 17012 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    va aiutata peI1chè si concluda vittoriosa~mente.

    Il giorno dapo

  • Senato della Repubbli..:u ~ 17013 ~

    3 OTTOBRE 1970

    V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

    società moderna viene configurato l'asse~gno familiare, altrimenti non capiremmo ilperchè della battaglia. Debbo ricordare ~ ecredo che tutti i colleghi lo sappiano ~ comegli assegni familiari sorsero in periodo fa~scista, collegati a un problema di caratteredemografico: più figli fai, più premi ti do.Essi allora si chiamavano premi di natalitàe nel 1944 riassunsero sotto il ti tala di a'S~segni familiari.

    Dopo la liberazione il problema degli as~segni familiari si configurò per un certo pe-riodo di tempo come un soccorso alla fa~miglia, dato lo stato di disoccupazione: nonavendo la possibilità di darti altJ1O, ti dò gliassegni familiari. Poi le lotte dei lavoratori,delle organizzazioni sindacali nel nostro Pae~se portarono allo svilluppo della concezioneper cui l'assegno familiare doveva esserecollegato ai problemi della famiglia che ave~va ora esigenze diverse. Alcuni dicevano chesi trattava di una integrazione del salario.

    Contemporaneamente anche in campo in~ternazionale si è svolta una ricerca e in senoall' organizzazione internazionale del lavorodi Ginevra la questione venne affrontata manon risolta perchè tuttora, come ho detto,non esiste una definizione pacifica di asse.gno familiare. Cercherò comunque di dare il

    mio modesto contributo.

    In una società come la nostra, sviluppatama afflitta da grossi squilibri tra Nord eSud, tra zone depresse e zone sviluppate,

    l'assegno familiare ha su di sè tutte le CO[l~figurazioni che è venuto via via assumendo

    nel corso delle sue vicende. A Milano eviden~temente l'assegno familiare è per il lavora-tore qualche cosa che gli serve ai fini di unaggiOI'l1amento o magari per risolvere il pro~blema dei trasporti, qualche cosa, dato ancheìl liveLlo salariale, Idhe 'Va al di là diquello che è un comp'letamento di ca~

    rattere salariale; nel Sud è un completamen~to salariale per i braccianti o per i disoccu~pati. Comunque, se vogliamo far fare agli as~segni familiari un passo avanti come im~pegno della collettività, a1lora dobbiamo an~

    che renderei conto che quello che è acca~duto dal 1961 ad oggi è una aberrazione. Il

    testo unico degli assegni familiari mi parevenga fuori nel 1965~66. Ne'l 1961 il ministroSullo avanza questa nuo'Va proposta perquanto riguanda l'ammontare degli assegnifamiliari e per quanbo riguaI1da il problemadei contributi degli assegni familiari. Si dicecon questa legge che l'assegno familiare è unacomponente che va al lavoratore e alloratutta la collettività che lavora deve parte-cipare a questo criterio di carattere mutua-listico per cui il contributo viene prugato an~che per i,llavoratore scapolo. Così, per esem~pio, anche per il mio collega Masciale, quan-do era impiegato di banca, veniva pagatoil contributo, pur Ise rimane un impenitentescapolo; questo è il sistema della m.utualitàesistente nel nostro Paese. E allora si disse:per affrontare questo problema si stabilisce

    l'ammontare di un contributo sul salarioche viene percepito dai lavOlratori. E natural~mente viene fissato il 17,50 per cento perle categorie dell'industria, de'l commercio edeill'agricoltura; il 18 per cento per i ser~vizi tributari appaltati e per le banche. Co~munque la norma diceva: tu datare ,di la~voro dai il tuo salario, set,timanale, quindi~cimule, mensile; su questo salario oltre gli

    altri contributi versi anche il 17,50 percento per questa mutualità degli assegni fa~miliari. Senonchè le pressioni dei grossigruppi evidentemente si fecero se[1tire ed il

    Governo di allora rurrivò con questa scopertadei massimali; cioè tu mi versi il contributonon sull'intero salario che dai al lavoratore

    ma sulla fascia di 2.500 lire (la legge stabi-.lisce che non si può andare al di sotto delle

    500 tlire: quindi c'è anche un minimale). Que~sto 17,50 per cento sulle 2.500 li're me lo versifino al 1964. Faccio una deroga a quella cheè la legge, per cui ti dico che per quattroanni tu datore di lavoro mi versi soltantoil 17,50 per cento sulle 2.500 lire; quello chedai in più al lavoratore non viene copertodal contributo degli assegni frumÌJliari. Ora,onorevoli colleghi, 2.500 lire del 1961, dob~biamo riconosoerlo, era un salario che co-priva aHara circa 1'80 per cento della retribu-

    zione globale; quindi potevamo dire che lafascia di esenzione dei salari maggiori era

  • Senato della Repubblica ~ 17014 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    intorno al 20 per cento. Venne la secondaproroga perchè naturalmente gli industrialisi abituarono bene in questa direzione, ven-ne una terza, una quarta, una quinta, Ulliasesta e ora una settima; con l'articQllo 22si chiede che venga prorogato di un altroanno il massimalle cioè queSito 17,50 per cen-to sulle 2.500 lire. Ma onorevoli colleghi, nel1961 la fascia esente era del 20 per cento,mentre oggi è del 52 per cento. In Ita-lia trQlviamo moltissimi dati ma trova-re poi quant'è l'ammontare del montesalari dei lavQlratori dipendenti non è facile;per fortuna mi pare che la previdenza so-ciale deve fare adesso il preventivo. Comun-que, nel preventivo sono previsti 815 mi-liandi da versare per quanto riguarda i con-tributi sui massimali. Si prevedono semprei cQlntributi sul'la fascia di 2.500 lire.

    Di fronte a questo fatto, la previden-za sociale ha scritto nel suo libro preventi-vo ohe, in base agli elementi disponibili (iomi auguro ohe almeno abbia gli elementi di-sponibili, penchè se non li ha la previdenzasociale che deve fare il preventivo, non sochi li possa avere), il mQlnte retribuzioni per

    l'anno 1970 è stato valutato in 10.694 mi-lial'di. Ora, onorevoli colleghi, se a questacifra di 10.694 miliardi noi dovessimo appli-care il 17,50 per cento, QItterremmo un totale

    .molto elevato. Ecco perchè noi riteniamo ~

    e lo devo ripetere ~ che gli 815 miHardi

    previsti dal bilancio ddla previdenza socialeper il 1970 corrispondono ad un ammon-

    tare di retribuzione glO'baLe di 4.800 miliardi.

    Passiamo a considerare i 10.694 miliardi:abbiamo più deHa metà delle retribuzioniesentate. Devo anche ricordare agli onorevo'licolleghi che c'è una fascia, sia pur pvocola,

    che riguarda i benefici per i dipendenti delleaziende artigiane che hanno, come sapete, unmaslsimale inferiore previsto attraverso ilmeocanismo della legge. Noi diciamo che seè un problema di mutualità, la mutualità de.ve essere generale per tutti. E diciamo al-tresì che gli industriali del nO'stro Paesesono 10 anni che hanno goduto delle proro-ghe; quindi sapevano che, in regime di pro-

    roga, da un momento all'altro ,si può arri-

    vare alla fine delle proroghe e alla appli-oazione ddla legge.

    È certo che ,si tratta delle aziende piùforti! Ha ragione il senatore Vignola! C'è laFiat, ma non sO'lo, c'è anche la Pirelli, c'è

    l'ENI e tutte le grosse aziende a partecipa-zione statale che assieme, soltanto queste,raggiungono siouramente quasi i quattroquinti dei 400 miliardi in più che si dovreb-bero avere secondo la nostra prO'posta. In-fatti, che COisa proponiamo noi? Noi dicia-mo che intantO', prOiprio per una ragioneCOincreta di partecipazione, di mutualità, ilcontributo deve andare su tutto il salario.E abbiamO' prOiposto, cOlme già avevamo fat-to quattro anni fa, che la percentuale siadel 12,50 per oento. Spiego perchè del 12,50per cento, su tutto il monte salari. Tenendoconto della piccola fascia di benefici per lepiccole aziende artigiane, commevciali ecce-tera, l'introito da parte delta cassa unica de-gli assegni familiari si dovrebbe aggirare sui1.350 miliardi annui. Si può sbagliare di po-co. Onorevoli colleghi, 1.350 mi'liardi annuiservono per affrontare definitivamente ilproblema degli assegni familiari nel nQlstroPaese. Perchè dpeto questo? Il beneficio dioui godono le aziende artigiane vogliamo chesia 'mantenuto pevchè voi sapete che l'azien-da artigiana ha molta manodopera: direianche che obiettivamente si può porre daora questo come problema da affrontarsind prossimo £uturo, dopo però che isi è pre-

    sa la decisiO'ne di cO'nsiderare tutto il mOintesalari e con questa peroentuale. DOipO che sisarà presa questa decisiO'ne, ripeto, si potràanche cominciare a cOinsiderare il rapportotra

  • Senato della Repubblica ~ 17015 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    Però la base fondamentale di partenza,secondo il nostro parere, deve essere oggiil monte salari completo, secondo la per~centuale di cui prima ho parlato. Il conto sifa presto: 1.350 miliardi. Oggi se ne ricav;a~no 815. Tra l'altro, onorevOlle Presidente, soche ella di queste questioni è stato un at~tento osservatOlre quando, con una intuizionedi cui le do volentieri atto (e con me i mieicolleghi) ravvisò la necessità di un intelrven~to da parte della collettivi,tà e deJ'lo Statoper la costruzione di case escogitando allorail sistema den'INA~Casa. Allora lei intluÌ lanecessità di una partecipazione collettiva,cioè di tutti, e rapportata a tutto, senza esen~zioni e senza massimali.

    P RES I D E N T E. Senatore Di Prisco,la ringrazio ed interrompendola sOllo per unminuto intendo dirle che tutta questa visio~ne risale a uno scrittore del Trecento il qualeper la prima volta ideò gli assegni familiariimmaginandoli come un contributo della so~cietà al padre che ricostituiva il capitaleumano. Quindi questa è la giustificazione piùprofonda delle sue consideliazioni.

    T O M ASS I N I. Questo avveniva nelTrecento, ma nel 1970 cosa avviene?

    P RES I D E N T E. Credo che nel 1961il ministro Sullo fece uno sforzo per arriva~re all'80 per cento.

    D I P R I S C O. A proposito di questimiliardi, dunque, anche in Commissionecon il collega Li Vigni e con gli altri colleghi,con i quali abbiamo pI1eparato questo prov~vedimento, abbiamo pensato che, proprioperchè c'è un criterio di mutua:li:tà, questa de~ve essere vista non soltanto come erogazionead un certo titolo ma come intervento dicarattere generale. Per questo pensavamoche una parte di questi assegni familiari po~tesse essere erogata anche per la costituzionedel fondo sanitario. È una concezione nuo~va: la mutualità deve essere vista in questosenso più generale. In seguito, riflettendoin questi giorni, siamo giunti alla determi~nazione che proponiamo nel nostro emenda~mento, cioè che gli assegni familiari per i

    lavoratori dipendenti dell'industria, dell'agri~coltura e del commercio vengano parificatia quelli dei dipendenti delle banche e deiservizi tributari appaltati. Però per farequesto è necessario che i soldi restino allaoassa unica degli assegni familiari. Per que~sto abbiamo presentlato lil nostro emenda~mento in modo che le 6 mila 500 lire oggipreviste per il coniuge e per gli ascendentidei dipendenti delle aziende bancarie e tri~butarie appaltate vadano anche ai dipenden~ti dell'industria, del commercio e dell'agri~coltura che inveoe hanno assegni familiaririspetivamente di lire 5.600, 4.200 e 3.500;c'è quindi una grossa differenza rispetto aglial tri.

    Ritenamo pel1ciò che si debba camminaresu quesTIa strada. Ho sentito dire (e vedre~mo se corrisponderà al vero) che duranteil dibattito avvenuto in Commissione l'ono~revole ministro Donat~Cattin definì mistifi~cante l'emendamento presentato dai gruppidi maggioranza. In questo comprendo il mi~nistro Donat.Cattin. Ho avuto molte voltedelle discussioni peI1Chè un Ministro dellavo~ro plrendeva delle decisioni decantaDJdole co~me una grossa svolta, come nel caso del col~locamento o di alcune norme dello statutodei Lavoratori. Io già fin da aMara pensavo dicontrastare aloune sue interpretazioni e mipare ohe le cose diano ragione a me.

    Lasciando da parte questo, ritengo mi-stificante quell'emendamento, perchè nonaffronta questi problemi che vanno affron~tati ora e non rinviati. Ho sentito poi inqueste ultime ore che si vorrebbe presen~tare un emendamento per il quale la fasciadel massimale viene portata a 4 mila liregiornaliere con 1'11,50 per cento per ga~rantire 850 milial1di. Credo che poi non sisia pensato neppure a parificare la gestio~ne degli assegni familiari.

    Perciò invito i colleghi della maggioranzache preparano questo emendamento, datoche il bilancio di previsione dell'INPS ha undeficit di 120 miliardi, a presentare un emen~damento che parifichi la gestione delle en~trate e delle uscite.

    Qui inveoe si ricalca una strada che biso~gna decisamente cambiare proprio perchèaltrimenti non si farebbe che confermare

  • Senato della Repubblica ~ 17016 ~ V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA-RESO'CO'NTO' STENOGRAFICO' 3 OTTOBRE 1970

    quanto dicevamo all'inizio, ovvero la vo[on-tà di mettere in questo decretone anche que-sta norma che insieme al,le a'ltre serve soloa soddisfare gli interessi della parte padro-naIe e conservatrice.

    Onorevoli colleghi, vi dirò subito che ab-biamo presentato un emendamento perchèil 10 gennaio 1971 siano raddoppiati gli as-segni familiari per i coltivatori diretti, per-chè, 'se non ci poniamo un problema di que-sta natura e non si antidperà un po', rispettoai tempi previ,sti dalla legge n. 153, questo in-tervento, si aggraverà la fuga dal1lecampagneda parte dei giovani, soprattutto nelle zonecollinari e montane, come sta avvenendoin quesiti ultimi tempi. Questi giovani fuggo-no in modo impressionante oltre che perconsideraziO'ni di vario genere, anche perchènon vedono una prospettiva, sia pure gra-duale, che possa soddisfare le loro aspetta-tive.

    È pur vero che in alcune aziende di colti-vatori diretti si è fermata la fuga, soprattut-to nel Veneto, con la nascita del fenomenodell'operaio contadino, co.me risulta ancheda uno studio del professar Medici. Vi so-no infatti vaste zone in cui gli operai con-tadini cominciano ad aumentare dando vitacosì alla figura del lavorato.re che la serato.rna a casa nella famiglia contadina, ma chemensilmente o settimanalmente porta unsalario, dei soldi in casa, anche se poi lamoglie deve lavorare a dO'micHio sottopo-nendosi a quello sfruttamento che cono-sciamo..

    Se andiamo però al di fuori di queste zo-ne, in co.llina o in montagna, vediamo che lasituaziO'ne diventa più grave. PeJ:1Ciò,se nO'nsi fa nulla per poter sia pure gradualmentedimostrare che vi è un certo impegno per ri-sO'lvere i pro.blemi di carattere sociale, fare-mo SO'lodeUe bolle di sapO'ne.

    Ecco peI1chè noi :tra J'altro intendiamo pro-spettare anche questo problema che è moltoimportante e che può dimostrare cOlmeivi siauna volontà politica di aff.rontare una que-stione di questa natura.

    No.n ho voluto trattare volutamente ~ e

    nO'n em neanche mio compito ~ dopo l'in-troduzione fatta dal nostro compagno LiVigni un problema del genere.

    Io che nO'n sono solito fare elogi in que-sto campo, debbo però dare atto al compa-gno Li Vigni che ha saputo interpretare lospirito di tutto il Gruppo nell'affrontare que-sti problemi. Avendo egli trattato questionidi carattere eco.nomico e fisca:le, mi eso.neradal ripetere le aJ1gomentazioni portate dalui per quel che riguarda la politica del de-creto circa le entrate fiscali e le proposteche il PSIUP ha avanzato per quanto co.ncer-ne una linea alternativa a quella proposta dalGoverno.

    Io mi so.no soffermato volutJamente sul ti-tolo secondo del decreto-legge che riguar-da il mondo del lavoro, i lavoratO'ri e ho cer-cato di spiegare perchè i lavoratori si O'ppon-gono decisamente a queste scelte di caratterepolitico-economico.

    CO'noludo il mio intervento ripetendo quel-lo che ho avuto modo di dire all'inizio. Sitratta di un provvedimento ~ adottato attra-

    verso }a forma del deoreto-legge da parte delGoverno, da parte dei partiti di centro-sini-stra ~ che è una sfida ai protagonisti dellelotte operaie e alla parte più sana della so-cietà italiana. Il deoreto-legge presenta unaspetto volutamente punitivo: è stato presoproprio nel momento in cui vi doveva esserel'esaltazione delle cO'nquiste operaie e sidoveva determinare la rottura di determina-ti schemi e strutture; doveva essere !'iniziodella rottura di un diaframma che esiste frazone privHegiate e zO'ne sottO'sviluppate. Do-veva determinare la rottura del divario traNord e Sud.

    Inveoe, vi è stata quasi la vO'lontà di

    nO'n far nulla per quanto riguarda le grandiaspettative delle masse meridionali, queHemasse meridiO'nali che portano o.ssigeno al-

    l'economia borghese attraverso le rimess,edegli emigrati. Voi salvate questo tipo di

    eoonomia del nostro Paese attraverso le ri-messe degli emigrati e attraverso gli introitiderivanti dal turismo!

    Ebbene, non fate niente per le zone più po-vere del nostro Paese, che pro.prio per que-sto esplodono clamorosamente: si veda peresempio cosa è avvenuto a Reggia Calabriae la situazione di quella città che il sena-tore Pellicanò ci ha ben illustrato.

  • Senato della Repubblica ~ 17017 ~. V Legislatura

    329a SEDUTA (notturna) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 3 OTTOBRE 1970

    Quello che notiamo è la rivolta di quellezone verso uno Stato borbonico, verso unoStato che, in momenti di consultazione elet~torale, offre determinate prospettive di pro~gresso, mentre nei suoi atti concret,i non faaltro che porre in esseJ:1e azioni punithl1e,non curandosi delle attese delle masse popo~lari. Ecco aHora che il nostro intendimentoè quello di contrastarvi, di contrastare voirappresentanti di questo sistema capitalisti~co basato sullo sfruttamento dell'uomo, e dicontrastarvi in modo assoluto.

    Abbiamo aVluto un momento non di scorag-giamento, ma non molto felice ~ come ca~

    pita a tutti quando Ie case non vanna comesi era sperato ~ in seguito ai risultati deI!eelezioni. Eppure, abbiamo ripreso forza e voiproprio d avete dato forza mostrandoiCÌ lecontmddizioni deUa società carpitalista: sia~ma sicuri ancora una volta di avere com-piuto nel 1964 una scelta di classe, di aver~la compiuta in condizioni difficili, di averlacOiillipiuta però sicuramente animati da ungrosso spirito di legame con le masse popo-lari e con le attese delle masse popolari,e convinti della necessità di partecipare amalotta poli6ca con loro verificando giorno pergiorno insieme detenminate scelte, assogget-

    tandoci a una crit:iJca di quelle che pO$sonoessere le nostre posizioni sbagliate, criticaohe parta però da chi è pro1Jagonista delmovimento. Siamo sicuri all'cara oggi co~

    me PSIUP di contare un qualche cosa eancora più di contare domani, sempre alservizio delle grandi attese delle masse po-polari, di tutti coloro che vivendo del loro

    lavoro hanno la grande aspirazione di co-snruire una società di uomini liberi e uguali.(V ivi applausi dall' estrema sinistra. Congra~

    tulazioni).

    P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione aHa prossima seduta.

    Ordine del giornoper le sedute di domenica 4 ottobre 1970

    P RES I D E N T E. Il Senato tornerà ariunirsi domani, 4 ottobre. in tre sedute pub-bliche, la prima alle ore 9,30, la seconda alleore 16 e la terza alle ore 21, con il seguenteordine del giorno:

    L Segui to deHa discussione dei disegni dilegge:

    1. Conversione in legge del decreto~leg~ge 27 agosto 1970, n. 621, recante prov-vedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione congiunturale con particolarerigua,rdo alla finanza pubblica ed alla pro~duzione (1325).

    2. Deputati FORTUNA ed altri. ~ Di~sdplina dei casi di scioglimento del ma~tr,imonio(973) (Approvato dalla Cameradei deputati).

    3. Delega legis,lativa al Governo dellaRepubblica per l'emanazione del nuovocodice di procedura penale (676) (Appro-vato dalla Camera dei deputati).

    II. Seguito della discussione del progetto dinuovo Regolamento del Senato (Docu-mento II n. 4).

    III. Discussione del disegno di legge:

    TERRACIN1. ~ Del giuramento fisca-le di verità (524) (Iscritto all'ordine delgiorno dell'Assemblea ai sensi dell'arti-colo 32 del Regolamento).

    La seduta è tolta (ore 23,15).

    Dott. ALBERTO ALBERTI

    Direttore generale dell 'Ufficio dei resoconti parlamentar!