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Che cos’è la psicologia dello sviluppo? Studio oggettivo e scientifico del comportamento e dello sviluppo dei bambini. Vs Visione soggettiva o ingenua dello sviluppo del bambino

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Che cos’è la psicologia dello sviluppo?

Studio oggettivo e scientifico del comportamento e dello sviluppo dei bambini.

Vs

Visione soggettiva o ingenua dello sviluppo del bambino

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Conoscenza ingenua o soggettiva

Basata sul buon senso.

Ostacoli:

1.presupposto che il b interpreti e si rappresenti la realtà con gli stessi canoni dell'adulto

2. tentativo di capire il b utilizzando i nostri ricordi

- difficilmente i nostri ricordi datano un periodo precedente al quarto, quinto anno

- sono stati sottoposti ai processi della memoria selettiva che induce solo il ricordo di episodi emotivamente importanti

- sono personali e non generalizzabili

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3. tentativo di comprendere attraverso il resoconto verbale, ponendo al b domande dirette.

-per il b le parole hanno ancora significati diversi da quelli dell'adulto, quindi non è detto che capiscano

realmente ciò che gli chiediamo- tendenza alla compiacenza: l'adulto è per il b il detentore del

sapere

4. tentativo di comprendere attraverso l'osservazione spontanea condotta il modo casuale e non programmato.

- poiché non c'è un piano prestabilito, si osservano i fenomeni più vistosi ma non si pone attenzione a dettagli di

fondamentale importanza- si fanno delle generalizzazioni inappropriate

- tendenza generale a fare delle connessioni causali (se ci si aspetta che il divorzio abbia conseguenze negative sul b, si

vedranno solo quegli aspetti che confermano l'ipotesi)

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Conoscenza scientifica (oggettiva): il Metodo Sperimentale

Il metodo più sicuro per verificare che ci sia una relazione causa-effetto tra due fenomeni è

l'esperimento.

Confronto tra due gruppi: gruppo sperimentale (in cui si introduce una variabile di cui si vogliono

verificare gli effetti ossia una variabile indipendente) gruppo di controllo (in cui questa variabile è

assente).

La modificazione del comportamento che ci si aspetta è detta variabile dipendente.

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Esempio: si vuole verificare se i b esposti ad un litigio tra adulti diventino a loro volta più aggressivi con i coetanei. Nel

gruppo sperimentale, dei b vengono sottoposti ad una simulazione di conflitto tra adulti (var. indipendente) nel

gruppo di controllo i b sono stati sottoposti a due adulti che interagiscono cordialmente.

Il risultato è che i b del primo gruppo mostrano un comportamento più aggressivo (var. dipendente) con i

coetanei dopo l'esposizione al conflitto tra adulti. (video)

Validità interna di un esperimento: si ha quando si può affermare che i cambiamenti riscontrati nei sogg sottoposti all'esperimento dipendono dalle variabili studiate e non da

altre variabili di disturbo sfuggite al controllo.

Validità esterna di un esperimento: si ottiene quando i risultati e le conclusioni sono generalizzabili in contesti naturali.

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L'osservazione

Critiche principale al metodo sperimentale: Nella realtà, un certo risultato non è mai prodotto da uno o più fattori isolati o isolabili, ma deriva sempre da diverse fonti di

influenza in interazione reciproca.Inoltre alcune situazioni non sono riproducibili in

«laboratorio».

Criteri per l'osservazione:

1.stabilire che cosa si vuole osservare – ipotesi di ricerca– sulla quale selezionare ciò che si osserva.

2. stabilire come osservare - ambiente naturale o situazione controllata -

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Osservazione naturalistica: Vantaggi: consente di avere un quadro preciso del

comportamento allo stato naturaleSvantaggi: la possibilità che si manifesti un certo

comportamento non è certa

Osservazione controllata:Definizione: il ricercatore introduce alcune modificazioni, sia per ottenere una situazione più uniforme e omogenea, sia per

favorire la comparsa del comportamento atteso

(es. riconoscimento allo specchio di bamb tra i 9 e i 24 mesi, tramite la macchia rossa sul naso)

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Validità dell'osservazione

Cause di distorsione:

1.l'influenza dell'osservatore sul comportamento osservato – perdita della spontaneità del sogg osservato

Per ovviare a tale inconveniente:

-familiarizzazione con l'osservatore

-osservazione partecipante (l'osservatore entra a far parte del campo di osservazione) (video)

-osservazione dissimulata (specchio unidirezionale, videoregistrazione)

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2. le osservazioni sono filtrate dall'osservatore e dal suo personale punto di vista

bisogno di confermare o falsificare l'ipotesi di partenza,

stanchezza dopo lunghe sessioni di osservazione,

capacità di raggruppare i dati all'interno delle categorie preventivamente riscontrate.

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Il metodo longitudinale

Gli stessi sogg vengono seguiti nel corso del loro sviluppo l'analisi protratta nel tempo di un'interazione permette di capirne l'evoluzione, l'influenza delle variabili e il peso di fenomeni all'apparenza insignificanti ma che potrebbero

invece dimostrarsi decisivi

Vantaggi: si ottiene una documentazione precisa e dettagliata

di ciò che si studia

Svantaggi:- tempi lunghi di ricerca

-costi elevati-impegno prolungato dei ricercatori

-Perdita dei soggetti studiati (cambio di residenza, di scuola o perdita della motivazione a partecipare)

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Il metodo trasversale

Confronta, in un unico momento temporale, individui di età diverse

Vantaggi:In un tempo breve si ottengono molte informazioni senza

aspettare che i bamb crescano e si può studiare un arco di sviluppo elevato, aumentando i gruppi di età.

Svantaggi:-Si hanno informazioni sulle diverse età ma non sul processo

di sviluppo da un'età all'altra-si perdono tutte le informazioni sui cambiamenti individuali nel corso del tempo (alla base di tale metodo c'è l'ipotesi che

lo sviluppo sia uguale per tutti)Le differenze individuali vengono etichettate come ritardi o

deviazioni dalla norma

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-i soggetti della ricerca sono disomogenei in partenza (anche se si cerca di omologarli per sex, provenienza socioculturale e intelligenza) perché ognuno di loro ha fatto esperienze diverse

che ne determineranno l'andamento dello sviluppo

- il mutare delle condizioni storiche determina un cambiamento delle condizioni di sviluppo (es. l'incertezza

degli attuali 25enni di lasciare la famiglia e cercare lavoro era inesistente per i 25enni di 25 aa fa!)

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Test di livello mentale (QI) e tecniche proiettive (personalità)

1.test di livello mentaleLa scala d'intelligenza Wechsler per b e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 15

aa costituita da subtest a difficoltà crescente:

Scale verbali (es. cultura generale o ragionamento aritmetico) Scale di performance (es. completamento di figure)

- WPPS dai 4 ai 6 aa- WISC dai 5 ai 15 aa

- WAIS per adulti

2.tecniche proiettiveSi presenta uno stimolo ambiguo a cui dare un significato che deriva dal

proiettare all'esterno contenuti soggettivi delle proprie esperienze, sentimenti, preoccupazioni.

Limite: mancanza di standardizzazione

- macchie di Rorschach : macchie d'inchiostro-TAT (test di appercezione tematica): scene ambigue

-test delle favole della Duss: storie da completare che riguardano fasi evolutive importanti per il b

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Misurazione delle abilità sociali

Competenza sociale: capacità di valutare i comportamenti degli altri, acquisizione di abilità relazionali, capacità di collaborare, di risolvere i

conflitti, di sapersi integrare nel gruppo.

1.le interviste

Scambio verbale tra intervistato e intervistatore.

- interviste aperte: non c'è uno schema di domane-interviste chiuse: domande a scelta multipla o semplici negazioni e

affermazioni-questionari di autovalutazione: auto-monitorare il proprio comportamento

sociale

Vantaggi:Possibilità di avere uno strumento standardizzato

Svantaggi:Falsificabilità di chi risponde

Difficoltà individuali di auto-monitorarsi (risposte non attendibili)

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2.le scale di nomina

Riguardano la possibilità di indagare le relazioni tra pari

-Test Sociometrico di Moreno: si chiede a tutti i componenti di un gruppo con chi si vorrebbe o non vorrebbe condividere un'esperienza.

L'analisi delle scelte e dei rifiuti permette di costruire il sociogramma del gruppo che mette in luce la mappa delle relazioni al suo interno.

Vantaggi:Elevata affidabilità e validità

Svantaggi:Non ci dice perché un sogg occupa un certo stato (perché un b è rifiutato)

Per ovviare a questo limite: si applica una seconda tecnica di nomina attraverso la quale si chiede ai b di indicare chi possiede determinate

caratteristiche o esibisce certi comportamenti (es. chi fa il pagliaccio in classe? - chi consola gli altri? - chi collabora di più?)

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La natura dell’infanzia.Che cos’è un bambino?

Prospettiva storica- Il bambino come adulto in miniatura: Medioevo = lavoro minorile

– mortalità infantile.

Solo nel diciassettesimo/diciottesimo secolo c’è un primo cambiamento della concezione dell’infanzia ma con i maschi

- Il bambino come vittima: Medioevo = bambini come proprietà legale del padre – esercizio del potere – punizioni feroci – infanticidio (I bamb buttati nel Tevere) – abusi sessuali (antica Grecia e antica Roma). Nel diciassettesimo diciottesimo sec il duro trattamento riservato ai bamb era giustificato dalla moralità religiosa (il compito dei genitori era quello di tenere a freno il male nell’animo del bambino – peccato originale). «piegare la volontà dei bambini»

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- Il bambino dei giorni nostri: la nozione che la condizione indifesa dei bambini richieda protezione e non sfruttamento si è sviluppata molto lentamente solo negli ultimi 200 anni. I bambini venivano considerati utili nel mondo degli adulti, oggi si ritiene che siano gli adulti ad avere obblighi verso i bambini!

Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia (1989)

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Prospettiva culturale- Le varianti delle pratiche educative nelle diverse culture (cautela

nel presupporre che certe pratiche educative siano universali).

- Gli orientamenti individualistico e collettivo.

Culture individualistiche = indipendenza, autonomia, successo personale (Occidente, Stati Uniti).

Culture collettivistiche = dipendenza reciproca, collaborazione, conformismo sociale, senso di

appartenenza al gruppo (Nazioni Asiatiche e alcune Africane)

Attività svolte nelle:

Scuole materne americane vs scuole materne cinesi

Obiettivi educativi agli antipodi

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Le norme culturali influenzano lo sviluppo della personalità:

Concezione della timidezza in occidente e nell’estremo oriente

Timidezza come disadattamento e sintomo di malessere psicologico e di fragilità (contrastata)

Vs

Timidezza come competenza sociale, riservatezza, capacità di trattenere gli impulsi, miglior adattamento (rinforzata)

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I principali sistemi di credenze degli adulti sui bambini

1) I bambini hanno capacità e abilità innate che si sviluppano col tempo. Fin dalla nascita sono impostati a sviluppare certe caratteristiche, i genitori devono dare loro le opportunità per sviluppare il potenziale innato (parte poco attiva del genitore sullo sviluppo del bambino).

2) Lo sviluppo dipende dal modo in cui viene trattato il bambino (responsabilità totale del genitore). Il bambino come «massa di argilla» modellata dal genitore.

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Creare le relazioniTutte le funzioni psicologiche si sviluppano in un contesto sociale.

La sola base genetica non basta a far emergere le capacità individuali, l’interazione con l’altro è fondamentale e continua per tutta la vita.

- Le relazioni sono una questione a doppio senso :

madre figlio

- Le relazioni non sono isolate dalle altre relazioni ma esiste un’influenza reciproca: il rapporto tra marito e moglie influenza quello tra genitori e figli: la qualità del matrimonio dei genitori è collegata all’adattamento dei figli.

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Si specifica che…

Non è solo la migliore o peggiore qualità del rapporto tra coniugi che incide sull’adattamento dei figli nella società ma, alcune caratteristiche del bambino presenti fin dall’inizio (come per esempio una disabilità) incidono sull’approccio genitoriale proposto, oltre che sulla qualità della relazione coniugale.

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Le famiglie come sistema

- Un sistema è più della somma delle sue parti, non è possibile quindi capirne le caratteristiche analizzando semplicemente i singoli componenti.

- I sistemi sono composti da sottosistemi in relazione tra loro (sottosistema genitoriale sottosistema dei figli)

- Il cambiamento in un membro della famiglia ha un’influenza su tutti gli altri membri

- I sistemi come le famiglie sono sistemi aperti, ossia inclini a subire l’influenza di eventi esterni (lutti, incidenti, perdita del lavoro di un membro, influenzano tutti gli altri membri)

- le famiglie si riorganizzano trovando nuovi equilibri più adeguati alla fase del ciclo vitale che stanno attraversando

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Non si può parlare più di famiglia ma di famiglie…

Le famiglie monogenitoriali (divorzi, vedovanza): maggior fragilità dei figli (equilibrio emotivo, competenza sociale, immagine di sé, prestazioni scolastiche).

Gli uomini come figure genitoriali principali: il risultato dello sviluppo del bambino non sembra influenzato tanto dal sesso del genitore quanto dal clima emotivo nella relazione (affetto, contenimento)

Idem per le coppie omosessuali.

Nessun risultato conferma il timore che le nuove tecniche riproduttive (fecondazione in vitro, inseminazione artificiale, donazione dell’ovulo) abbiano conseguenze negative per genitori e figli.

Le più recenti ricerche confermano dunque che la struttura della famiglia ha un ruolo secondario rispetto al suo funzionamento.

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Le conseguenze del divorzio sui figli

- I figli dei genitori divorziati sono in media più fragili degli altri

- Spesso da adulti ripetono l’esperienza del divorzio (coazione a ripetere)

- Il conflitto coniugale senza divorzio produce danni maggiori sui figli (spesso, chi a visto violenza attuerà a sua volta violenza)

Al contrario, la morte di un genitore non è predittiva dell’istaurarsi di un disturbo di personalità nei figli in età adulta, il divorzio invece ha conseguenza più negative.

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Lo sviluppo affettivo

Esperimento di Harlow sulle scimmie (video)

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Lo sviluppo affettivo

Bowlby: La teoria dell’attaccamento

L’attaccamento del b alla m ha una base innata, centrata sulla necessità del b di stabilire con questa uno stretto contatto fisico.

Esistono schemi pre-programmati di attaccamento del b alla m (aggrapparsi, piangere, sorridere) e risposte pre-programmate della m verso il b (accorrere con prontezza, decodificare il tipo di pianto, consolare).

I comportamenti di attaccamento si manifestano soprattutto quando l’ambiente è reputato pericoloso (sia per una fonte reale esterna o per l’assenza materna).

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La pericolosità dell’ambiente è percepita quando il b comincia ad esplorarlo e ad elaborare cognitivamente

delle informazioni che provengono da questo.

Per cui, la vicinanza con la m e l’esplorazione dell’ambiente, sono i due poli opposti del processo di

attaccamento.

L’ansia da separazione si verifica quando la m è assente e non può accorrere in suo aiuto, oppure quando la m non

risponde in maniera appropriata

ai richiami del figlio.

La risposta di protezione da parte della m, tranquillizza il b che può tornare ad esplorare. (video)

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Fasi dello sviluppo del legame di attaccamento

1) Da 0 a 2 mesi il preattaccamento:

Il b produce segnali come il pianto o il riso, che non hanno nessuna valenza sociale anche se la m tende a dare un significato a tali segnali.

2) Da 2 a 6-7 mesi:

Il b produce segnali verso persone discriminate, come la m.

Da un punto di vista cognitivo però, il b non distingue ancora le relazioni causa-effetto tra eventi, né ha raggiunto lo stadio di permanenza dell’oggetto (e quindi anche della persona).

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3) Dai 7-8 mesi fino all’inizio del secondo anno:

il contatto preferenziale è con la m che il b insegue a carponi, sperimentando l’ansia da separazione se questa se ne va o se il b si allontana troppo per esplorare l’ambiente.

Emerge la paura dell’estraneo.

È in questa fase che si struttura il vero e proprio legame di attaccamento.

4) Dai 2 anni in poi:

il rapporto tra m e b si trasforma in una relazione reciproca che ha come scopo comune darsi conforto e mantenere la vicinanza. Mentre fino ad allora era la m ad adattarsi alle esigenze del b, ora anche il b si adatta alla m: si mostra disponibile ad aspettare il suo ritorno, accettando di stare un po’ da solo.

La tolleranza alla solitudine è favorita dallo sviluppo cognitivo , in particolare da quello della memoria e del linguaggio.

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Le tipologie dell’attaccamento di Mary Ainsworth

Procedura della Strange Situation - 8 episodi di 3 minuti ognuno

1) Il b e la m vengono introdotti in una stanza di laboratorio con vari giocattoli.

2) Il b ha la possibilità di esplorare l’ambiente e di giocare con la m.

3) Entra un estraneo che siede prima in silenzio, poi parla un minuto con la m e poi coinvolge il b in un gioco.

4) La m esce e il b resta con l’estraneo.

5) La m torna e l’estraneo se ne va senza far rumore.

6) La m lascia il b da solo.

7) Entra l’estraneo e cerca di consolare il b se necessario.

8) La m rientra nella stanza.

(video)

Tipologia di attaccamento: osservazione del comportamento esplorativo e reazioni del b all’assenza/presenza della m e dell’estraneo.

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Legame sicuro

madre

La m rappresenta per il b una “base sicura”, perché responsiva alle sue richieste e supportiva in episodi di stress.

Bambino

Il b si sente libero di esplorare l’ambiente sia in presenza che in assenza della m. in assenza della m il b può dare segni di sconforto e piangere; quando la m rientra il b va a salutarla contento e riprende poi a giocare

Rappresentazione interna della relazione

Modello mentale del sé come persona che si aspetta di essere amata e, contemporaneamente, si aspetta dagli altri aiuto in caso di necessità.

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Legame insicuro di tipo ansioso-ambivalente

madre

Imprevedibile nelle risposte alle richieste del b: molto affettuosa quando il b non lo richiede e molto rifiutante quando invece il b avrebbe bisogno di supporto e contenimento. È la m ad avere bisogno del supporto del b.

Bambino

In presenza della m si mantiene stretto ad essa, in assenza mostra sconforto, piange e non esplora, raramente riesce a giocare da solo.

Rappresentazione interna della relazione

Modello mentale del sé come persona continuamente vulnerabile, che non può contare sull’aiuto dell’altro, perché l’altro è reputato inaffidabile. C’è un continuo bisogno di controllare le persone care, per paura di essere lasciati o traditi.

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Legame insicuro di tipo ansioso-evitante

madre

Rifiuta il contatto fisico anche in situazioni di stress.

Bambino

In presenza o in assenza della m, sembra indifferente e tutto preso dai giochi. Mostra indifferenza alla separazione e alla solitudine.

Rappresentazione interna della relazione

Modello mentale del sé come persona indegna di essere amata, e modello degli altri come persone ostili da cui non si può avere niente.

C’è un controllo altissimo delle emozioni e un fidarsi solo di se stessi senza chiedere mai aiuto.

Si evita ogni legame che potrebbe trasformarsi in un rifiuto.

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Legame di attaccamento Disorganizzato

Madre con gravi disturbi psichiatrici

Bambino

Non possiede un sistema coerente che gli consente di affrontare lo stress. Mostra comportamenti contradditori nei confronti della madre come la ricerca della vicinanza, seguita subito dopo dall’evitamento, che indicano confusione e paura della relazione.

Le ripercussioni nella vita adulta sono ovviamente molto gravi e patologiche.

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Ripercussioni nella vita adulta

Legame sicuro

Persona autonoma, in grado di valutare razionalmente le esperienze del passato. Ritiene che le proprie relazioni di attaccamento siano state fondamentali, ma sostiene che si sente ormai indipendente da loro

Legame insicuro di tipo ansioso-ambivalente

Persona che esprime sempre rabbia per come è stata trattata da piccola, appare ancora molto dipendente dalle figure genitoriali. Non riesce ad avere un’identità separata da quella della famiglia.

Legame insicuro di tipo ansioso-evitante

Persona disinteressata ai legami di affetto, svaluta la relazione con gli altri e si distacca da questi. Nega che i legami di attaccamento abbiano avuto un ruolo importante; si definisce forte, autosufficiente e non influenzabile dalle emozioni.

I genitori vengono o idealizzati o svalutati. La memoria di eventi relativi all’infanzia è molto scarsa.

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I modelli operativi interni non sono affatto immodificabili con le esperienze della vita!

Tuttavia Bowlby riteneva che i primissimi modelli interni che costruiamo, siano tendenzialmente più resistenti,

poiché sono in larga misura inconsci e quindi non prontamente accessibili.

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È possibile posticipare la formazione dell’attaccamento?

Secondo Bowlby: esistono periodi critici secondo i quali questa abilità si atrofizza, egli scrive «Anche le cure amorevoli della mamma sono inutili se intervengono dopo i 2 anni e mezzo del bambino».

Gli studi recenti sui bambini adottati rilevano invece che l’attaccamento si può ricostruire anche dopo i 2-3 anni di età, anche se il mancato attaccamento primario non lascia sicuramente indenni.

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La formazione dell’attaccamento nei bambini maltrattati dai genitori

Il maltrattamento in età precoce porta allo sviluppo di psicopatologie (depressione, disturbi da stress, delinquenza, coazione a ripetere).

L’elemento della paura del genitore, porta a non sviluppare quel senso di sicurezza, quella capacità di modulare le emozioni e quelle abilità sociali indispensabili per l’equilibrio psichico.

Idem quando il bambino è spettatore della violenza tra i genitori.

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La relazione tra pari

La personalità dei genitori determina le tecniche educative che adotteranno con i figli,

tali tecniche influenzeranno i tratti di personalità dei bambini,

che avranno un ruolo nel tipo di relazione che costruiranno con gli altri bambini.

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L’età prescolare

Prima infanzia (0-2aa): consolidamento della relazione con i genitori

Età prescolare (2/3-5aa): allargamento a nuove relazioni.

2 importanti compiti evolutivi:Aumento dell’autonomia e dell’iniziativa.

Tali aspetti presuppongono la capacità di autoregolazione del b.

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Il processo autoregolativo rappresenta un importante sviluppo del processo di autocontrollo.

Autocontrollo: il b ubbidisce al genitore in maniera rigida e stereotipata senza generalizzare le situazioni (es. non toccare la pentola sul fuoco)

Autoregolazione: progressiva costruzione del senso di regolarità, in cui il b, autonomamente, capisce quello che deve fare o non fare.

Tale comprensione avviene attraverso la sperimentazione di routine domestiche le quali, essendo prevedibili, danno un senso di sicurezza e di continuità.

Anche alle scuole materne vengono organizzate molte attività routinarie che danno stabilità e sicurezza al b.

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L’interazione tra pari durante l’età prescolare:

Acquisizione di modalità sociali sempre più centrate sulla cooperazione, maggior aderenza alle regole del gioco.

Il gioco:

1. Permette di esprimere l’aggressività in modo socialmente accettato (la lotta)

2. Permette di esercitarsi nell’eseguire routine che diventano sempre più complesse.

3. Permette di imparare a negoziare con i pari sulle regole stesse da condividere (chi fa la mamma chi il b)

Già a questa età emergono modalità di cooperazione e di competizione tra pari. La collaborazione tra pari favorisce anche lo sviluppo intellettuale (capacità di problem solving).

Allo stesso tempo, si costituiscono i primi e duraturi legami di amicizia.

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Le ricerche evidenziano che…

I bambini con attaccamento insicuro hanno più probabilità di incontrare problemi a formare relazioni con i pari, perché sono meno popolari, hanno meno amici e godono di meno autostima in situazioni di gruppo, rispetto ai soggetti con attaccamento sicuro.

Le tecniche sociometriche hanno permesso di identificare i vari ruoli investiti dai bambini a scuola e quindi presumere anche il tipo di attaccamento.

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Lo sviluppo emotivo

I bambini si avvicinano alle emozioni nel contesto relazionale.

3 apprendimenti fondamentali:

1) La consapevolezza del proprio stato emotivo

2) Controllare e modulare l’espressione delle proprie emozioni (differenze tra società nelle regole concernenti l’espressione della rabbia o delle emozioni positive)

3) Riconoscere correttamente le emozioni nelle altre persone

Competenza emotiva: abilità di maneggiare le proprie emozioni e riconoscere e affrontare le emozioni altrui.

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Che cosa sono le emozioniFunzioni cognitive (sistema nervoso centrale)

Emozioni (sistema nervoso autonomo)

Reazione soggettiva ad un evento saliente, caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperienziali e comportamentali (Sroufe 1996)

Evento scatenante: per es. un evento inaspettato crea sorpresa

Componente fisiologica: per es. accelerazione del battito cardiaco

Componente esperienziale: i sentimenti che le situazioni suscitano in noi (i sentimenti indicano l’esperienza privata che ognuno di noi ha nel momento in cui sperimenta un’emozione)

Cambiamento comportamentale manifesto: per es. cambiamenti della voce o gesti particolari (agitare il pugno in segno di rabbia)

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Differenza tra emozioni e sentimentiLe emozioni si riferiscono a reazione soggettiva ad un evento

saliente, caratterizzata da cambiamenti fisiologici, esperienziali e comportamentali

Si considerano invece sentimenti quegli stati d’animo, ossia una condizione cognitivo-affettiva, che durano di più rispetto alle emozioni dato che possono rimanere attivi per un periodo più lungo e che presentano una minore incisività rispetto alle emozioni. I sentimenti si riferiscono all’esperienza privata delle emozioni.

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Le emozioni hanno una base biologica6 emozioni di base (origine innata e universale):

Rabbia

Paura

Sorpresa

Repulsione

Gioia

Tristezza

Valore adattivo delle emozioni: la paura degli estranei preserva il bambino dall’affidarsi a chiunque.

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Evoluzione delle emozioniLo sviluppo emotivo procede parallelamente allo sviluppo cognitivo

A 2-3 anni: - colpa, orgoglio, vergogna e imbarazzo

- alcune emozioni iniziano a mostrarsi contemporaneamente (rabbia e paura)

- anche le rappresentazioni simboliche possono evocare delle emozioni, non solo l’evento reale

(un bambino può provare paura quando ricorda un evento o ascolta una storia)

- il bambino inizia ad imparare a modulare le emozioni non appropriate (per es. non arrabbiarsi quando un altro bambino si aggiudica il primo premio)

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La nascita del linguaggio delle emozioniDalla fine del secondo anno di vita ai 6 anni: la maggior parte

dei bambini usa parole come agitato, sconvolto, infastidito, felice…per esprimere le proprie emozioni e anche per descrivere quelle altrui.

Già a 3 anni i piccoli sanno descrivere ciò che provano gli altri

(esperimento sulla descrizione dei volti ritratti)

Nel periodo prescolare: i bambini sono capaci di ragionare sui motivi per cui le persone provano certe emozioni e di costruire teorie plausibili (è triste perché ha litigato con la mamma) e di individuare dei modi per affrontare le emozioni (sono arrabbiato con te e vado via!).

Dopo aver capito che cosa genera l’emozione, i bambini iniziano a cercare di «manipolare» i sentimenti degli altri (papà se sei arrabbiato lo dico alla mamma!)

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La teoria della menteRicerca sui bambini dai 3 ai 6 anni:

I bambini più piccoli attribuiscono le emozioni a cause esterne (è arrabbiato perché lui gli ha preso in giocattolo)

I bambini più grandi a cause interne (è triste perché le manca la mamma)

Teoria della mente (TOM): è la conoscenza acquisita durante l’infanzia che le altre persone hanno un mondo interiore fatto di pensieri e sentimenti, indipendenti dai propri stati mentali. Tale comprensione si sviluppa durante il periodo prescolare, diventando man mano sempre più complessa.

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Imparare le «regole di espressione»:Norme culturali condivise che regolano la manifestazione delle

emozioni, che comprendono sia il tipo di emozione espressa che le circostanze in cui viene espressa (per es. mostrarsi contento quando si riceve un regalo anche se non piace).

Dai 6 ai 10 anni queste regole vengono pienamente acquisite

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Attaccamento ed emozioniIl modo in cui i genitori reagiscono alla manifestazione delle

emozioni dei bambini è decisivo per il loro sviluppo:

Madri sensibili e responsive bambini in grado di regolare adeguatamente

le emozioni

Madri insensibili o incoerenti bambini incapaci di esprimere correttamente

e adeguatamente le emozioni

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Bambini con attaccamento sicuro: hanno imparato che se manifestano le emozioni le madri rispondono adeguatamente incoraggiando e non inibendo tali manifestazioni (sia di emozioni positive che negative)

Bambini con attaccamento evitante: hanno raccolto svariati rifiuti delle loro manifestazioni emotive, in particolare delle emozioni negative verso le quali le madri sono meno reattive. Di conseguenza tali bambini nascondono la sofferenza per paura del rifiuto o del rimprovero. Idem per quelle positive a cui molto spesso non c’è risposta da parte della madre.

Bambini con attaccamento ansioso ambivalente: hanno raccolto manifestazioni incoerenti e incostanti quando esprimevano le loro emozioni. Di conseguenza sviluppano reazioni emotive esagerate soprattutto per il dolore e la rabbia, nel tentativo disperato di attirare l’attenzione.

(esperimento sullo still face)

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La competenza emotiva1) La consapevolezza del proprio stato emotivo

2) La capacità di riconoscere le emozioni altrui

3) La capacità di usare il vocabolario delle emozioni

4) Empatia

5) La capacità di comprendere che lo stato emotivo interiore non corrisponde necessariamente a quello manifestato esteriormente sia in se stessi che negli altri

6) La capacità di affrontare in modo adattivo le emozioni negative e angoscianti

7) La consapevolezza che le relazioni sono fondate sulla capacità di esprimere reciprocamente le emozioni

8) La capacità di controllare adeguatamente le varie emozioni.

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La competenza emotiva è strettamente associata alla competenza sociale:

1) Maggiore competenza nel controllo delle emozioni (pianto, calma), miglior rapporto con i pari

2) Miglior capacità di segnalare come ci si sente, miglior rapporto con i pari

3) Maggior precisione nell’identificare le proprie e altrui emozioni migliori rapporti con i pari

4) Maggior capacità di gestire e affrontare la rabbia in maniera costruttiva, migliori rapporti con i pari

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Il trasferimento della capacità di controllare le proprie emozioni dal caregiver al bambino è un processo che dura tutta l’infanzia e non giunge mai a conclusione: anche da adulti ci capita di non saper modulare le nostre emozioni soprattutto nei momenti di crisi.

Con lo sviluppo, il bambino acquisisce sempre più strategie per modulare e controllare le proprie emozioni, maggiori strategie vengono acquisite migliore capacità di adattamento avrà il bambino:

1) La prima infanzia (0-1 anno): suzione del pollice per autoconsolarsi; chiudere gli occhi o le orecchie quando il bambino è sottoposto a stimoli troppo forti, che producono un’eccitazione eccessiva.

2) La fase dei primi passi (1-3 anni): sfuggire (fisicamente) dagli stimoli non graditi e cercare attivamente la vicinanza fisica per ottenere consolazione.

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3) Il periodo prescolare (3-5 anni): i bambini sono ora in grado di parlare di emozioni e condividerle con altri e di pensare le emozioni per riflettere sugli eventi. Aumenta la loro capacità di mimare le emozioni nel gioco insieme all’abilità di mascherarle o minimizzarle.

4) La tarda infanzia (dai 5 anni): lo sviluppo cognitivo permette ai bambini di riflettere sulle emozioni e di domandarsi come possono affrontare al meglio situazioni che provocano loro emozioni varie, come rabbia, paura, vergogna. Sono anche in grado di mettere in atto strategie per alleviare le emozioni negative di altri come per es. la rabbia o la tristezza di un compagno.

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Perché i bambini hanno diverse competenze emotive?

1) Influenze biologiche e genetiche (es bambini con sindrome di Down o Autistici)

2) Influenze interpersonali (il tipo di sostegno ricevuto dai genitori: famiglie maltrattanti; famiglie tormentate dai conflitti tra coniugi; famiglie con genitori che soffrono di disturbi psichiatrici o depressione grave)

3) Influenze ecologiche (ossia l’ambiente più esteso in cui si cresce: povertà estrema; precarie condizioni di salute dei genitori; genitori troppo stressati dal lavoro)