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Gli Street Artists di Hungry for Art Artisti diversi, caratterizzati da un linguaggio simbolico che non passa inosservato e che si articola in espressioni forti di una poetica personale: gli street artists, protagonisti del progetto Hungry for Art nell’ambito di Taste of Milano 2014, non sono semplici illustratori, ma testimonial della campagna sociale europea Food Right Now. Grazie al curatore Christian Gancitano, che ha unito l’inedito team di artisti, Bros, Cardena, Pao e Tomoko comunicano la necessità di lottare contro la fame nel mondo attraverso un linguaggio universale e simbolico. BROS Il problema della malnutrizione non può essere trascurato, si manifesta in svariate forme e riguarda tutti i Paesi. Viviamo, infatti, nel paradosso che ci porta ad incontrare, nel mondo, bambini obesi e predisposti alle malattie a causa del “junk food” e coetanei che muoiono per assenza di cibo. L’arte ha il DOVERE di essere presente, anche solo per rendere le persone più sensibili . Bros, “al secolo” Daniele Nicolosi, nasce nel 1981 a Milano, dove si forma e studia, ma già nel 1997 i suoi interventi urbani sono presenti in diverse città come Roma, Napoli, Catania, Palermo, Barcellona, Berlino, Bilbao, Londra, Istanbul. Nel 2005, dopo aver allestito l’anno precedente la prima mostra autogestita, collabora con l’Arch. Maurizio Duranti realizzando un’immensa installazione di 3.000 mq sul piazzale principale della Fiera di Verona. Nel 2007 è chiamato a partecipare alla prima grande collettiva del crescente movimento d’arte di strada di Milano, STREET ART SWEET ART, curata da Alessandro Riva, ed espone alla celebre mostra ARTE ITALIANA 1968-2007 a cura di Vittorio Sgarbi a Palazzo Reale.. “BROS 20E20” è il titolo della sua prima personale al Superstudiopiù di Milano nel 2008, dove espone grandi quadri dipinti a smalto e pubblica una monografia.

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Gli Street Artists di Hungry for Art

Artisti diversi, caratterizzati da un linguaggio simbolico che non passa inosservato e che si articola in espressioni forti di una poetica personale: gli street artists, protagonisti del progetto Hungry for Art nell’ambito di Taste of Milano 2014, non sono semplici illustratori, ma testimonial della campagna sociale europea Food Right Now.

Grazie al curatore Christian Gancitano, che ha unito l’inedito team di artisti, Bros, Cardena, Pao e Tomoko comunicano la necessità di lottare contro la fame nel mondo attraverso un linguaggio universale e simbolico.

BROS

Il problema della malnutrizione non può essere trascurato, si manifesta in svariate forme e riguarda tutti i Paesi. Viviamo, infatti, nel paradosso che ci porta ad incontrare, nel mondo, bambini obesi e predisposti alle malattie a causa del “junk food” e coetanei che muoiono per assenza di cibo. L’arte ha il DOVERE di essere presente, anche solo per rendere le persone più sensibili.

Bros, “al secolo” Daniele Nicolosi, nasce nel 1981 a Milano, dove si forma e studia, ma già nel 1997 i suoi interventi urbani sono presenti in diverse città come Roma, Napoli, Catania, Palermo, Barcellona, Berlino, Bilbao, Londra, Istanbul.

Nel 2005, dopo aver allestito l’anno precedente la prima mostra autogestita, collabora con l’Arch. Maurizio Duranti realizzando un’immensa installazione di 3.000 mq sul piazzale principale della Fiera di Verona.

Nel 2007 è chiamato a partecipare alla prima grande collettiva del crescente movimento d’arte di strada di Milano, STREET ART SWEET ART, curata da Alessandro Riva, ed espone alla celebre mostra ARTE ITALIANA 1968-2007 a cura di Vittorio Sgarbi a Palazzo Reale..

“BROS 20E20” è il titolo della sua prima personale al Superstudiopiù di Milano nel 2008, dove espone grandi quadri dipinti a smalto e pubblica una monografia.

Realizza monumentali interventi, tra cui la facciata del Palazzo della Misericordia in Piazza Duomo a Firenze e il loggiato di Palazzetto Cenci a Roma, attirando l’attenzione persino di Mikhail Gorbaciov.

Nel 2010 il Comune di Milano si costituisce parte civile e lo denuncia per una serie di interventi non autorizzati, scatenando un’enorme eco mediatica su televisioni e stampa che arriva fino al New York Times e all’International Herald Tribune.

Da lì a pochi mesi modifica una scultura di Arnaldo Pomodoro in occasione de LA SCULTURA ITALIANA del XXI sec, collettiva curata da Marco Meneguzzo, e successivamente crea un’installazione alla “Moscow Young Biennal”.

Tra gli eventi più originali, Bros è conosciuto per l’happening milanese “SQUARAUS Colore dal Corpo” e CHARACTERS a cura di Fabrizio Pizzuto, il secondo capitolo della performance realizzata a Roma.

Nel 2012 collabora al padiglione Italia alla 55esima Biennale di Venezia per dare vita a un’opera site-specific all’interno del museo romano MACRO, mentre nel 2013, a Milano, trasforma gli alloggi per operai in un surreale PADIGLIONE NATURA.

FELIPE CARDENA

Per “Hungry for Art” ho scelto di rappresentare Krishna “ladro di burro”, affiancato da decine di cibi e da prodotti di vario genere e origine. Alla “saggezza” arcaica del burro viene così sostituita la complessità e la molteplicità dell’offerta culinaria contemporanea, in cui tutto è mescolato: cibi di diversi Paesi, di diverse stagioni, cibi naturali e artificiali, cibi in scatola e biologici. Il messaggio è che nel cibo, come nell’arte e in ogni altra forma di cultura, la complessità e la multiculturalità rappresentano sempre una risorsa e un valore aggiunto.

Felipe Cardeña, nato a Balaguer (Spagna) nel 1979, è un ex mimo di strada e ha vissuto come artista “sans papier” in molti Paesi europei ed extraeuropei, rappresentando, come performer urbano, scene tratte dall’iconografia classica e rinascimentale per i turisti e i passanti.

Dal 2007 ha dato il via al progetto “Power Flower”, con grandi – a volte anche monumentali - composizioni coloratissime e strabordanti di collages dall’effetto eccentrico ed esagerato, di gusto neo-pop e a base soprattutto floreale, che toccano i temi del sacro, delle diverse identità culturali, della contaminazione tra natura umana e forme naturali.

Ha esposto a Milano, Roma, New York, Londra, Rio de Janeiro, L’Havana e in moltissime altre città del mondo. Artista “apolide” per eccellenza, nel 2011 e 2013 è stato invitato a esporre alla 54esima e 55esima Biennale di Venezia.

Nel 2012 ha partecipato alla grande collettiva curata da Gillo Dorfles “Il kitsch oggi”, a Milano, in cui è stato ripercorso il tema del kitsch e delle sue rielaborazioni e interpretazioni nelle opere di grandi artisti storici e contemporanei. Sempre nel 2012, ha realizzato la mostra personale curata da Philippe Daverio “Poesie della fine del mondo”, in due tappe, a Roma e a Milano, sul

tema della religione e dell’iconografia sacra legata ai più svariati ambiti religiosi, e sulla globalizzazione culturale.

Felipe Cardeña da sempre lavora su temi sociali interpretandoli artisticamente con stile leggero. Il progetto “Power Flower”, che racchiude l’intera sua poetica recente, è un inno alla pace e alla felicità universale.

Attualmente partecipa al progetto sociale “Deu Na Telha”, promosso dal Ministero della cultura brasiliano nella favela Morro do Alemão, a Rio de Janeiro, dove ha realizzato sui tetti delle case un grande murale, promuovendo l’arte tra i giovani delle comunità locali.

Per il progetto “Hungry for Art”, Felipe ha deciso di inserire sul suo classico sfondo floreale la figura dell’iconografia induista, Baby Krishna, che secondo la tradizione, da piccolo, essendo goloso di burro, era solito rubare dappertutto. Secondo le interpretazioni più diffuse, il burro simboleggia la saggezza e dunque il furto di burro diviene una metafora di ricerca della saggezza, ovunque essa si trovi.

PAO

La società contemporanea globale soffre di squilibri impressionanti, inaccettabili per qualsiasi cultura che si definisca tale. Non è più possibile continuare a consumare risorse, sfruttando la natura e gli altri esseri umani, spensierati e inconsapevoli, come si è fatto finora. È necessario lavorare per riportare l’equilibrio sia tra gli esseri umani sia nel rapporto tra uomo e pianeta terra. Compito dell’artista è, mostrando la bellezza, portare l’attenzione sui problemi in modo da scuotere le coscienze e spingere le persone a modificare i propri atteggiamenti e comportamenti. Proprio in questo senso, la mia partecipazione al progetto “Hungry for Art” con il Cesvi è una bellissima occasione di collaborazione tra arte e impegno civile.

Dichiarazione raccolta in occasione della realizzazione dell’opera “POP” 2014 sul Ponte di via Lagrange, Naviglio Pavese, Milano.

Nato nel 1977 a Milano, dove vive e lavora, Pao si forma in teatro come macchinista, fonico e tecnico di palcoscenico con la compagnia di Franca Rame e Dario Fo.

Studia e lavora presso i laboratori del Teatro alla Scala di Milano e nel 2000 realizza i suoi primi interventi di Street Art. Nascono così i coloratissimi pinguini sui paracarri in cemento, le lattine di Pao Cola e zuppa Campbell’s sui bagni pubblici, smile e palle da biliardo, delfini e squali, pellicani, margherite e tanto altro.

Nel 2005 fonda Paopao Studio, come naturale conseguenza della sua attività artistica e, dopo l’incontro con la graphic designer Laura Pasquazzo, lo studio si sviluppa ulteriormente

operando in differenti campi: grafica, web design, allestimenti e decorazioni, merchandising, produzione e promozione di oggetti. Pao avvia cosìnumerose collaborazioni con aziende tra cui Motta, Gatorade, Galatine, Seven, Harley Davidson, Accenture Unicef.

Nel 2007, dopo la mostra “Street Art Sweet Art”, allestita al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano – Pao inizia a lavorare su tela e supporti tridimensionali di vetroresina, sviluppando nuove strade attraverso sperimentazioni sui materiali, ricerche prospettiche, distorsioni visive e utilizzo di geometrie curve.

Pao cerca di superare la bidimensionalità della tela e, in parallelo, la tridimensionalità del nostro mondo. La crescente attenzione verso il suo lavoro, le cui caratteristiche distintive rimangono costanti, lo porta ad esporre in spazi pubblici, musei e gallerie private, in Italia e all’estero. Ha esposto i suoi lavori in varie rassegne d’arte, tra cui il Padiglione d’arte contemporanea di Milano, la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia.

TOMOKO NAGAO

In Occasione di “Hungry for Art”, come nello stile che caratterizza la mia produzione artistica, voglio comunicare in un modo che sia “contemporaneo” e impattante perché, se comunichi in altro modo, i giovani non si interessano e non recepiscono il messaggio. Per questo non sono d’accordo con dimostrazioni “vecchio stile”. Unire l’arte contemporanea al messaggio sociale è l’attualità.

La mia opera comunica qualcosa di semplice e di immediata comprensione, per dare a tutti l’opportunità di pensare alla nostra società contemporanea e ai problemi che ne derivano. La mia arte parla della società contemporanea usando la logica delle belle arti. Essa marchia le icone dell’arte classica (come Vlazquez, Botticelli, Tiziano, Latour, Leonardo da Vinci…) e il mondo prima del capitalismo con i simboli del capitalismo globale nella società contemporanea del consumo di massa, come Coca-Cola, McDonald’s, Hello Kitty, Google, Nutella, Cup Noodle, Baci Perugina, Kikkoman soy sauce. Questo è un linguaggio internazionale che tutti possono capire e che chiunque può riconoscere, ovunque nel mondo. Sono interessata a quello che possiamo vedere e dire incrociando le icone dell’arte classica e i simboli del capitalismo, immagini comprensibili da tutti.

Nata in Giappone, a Nagoya, nel 1975, Tomoko Nagao si è formata nelle principali scuole d’arte della sua città, seguendo l’esempio superflat, nota corrente postmodernista di Nara Yoshitomo, poi al Chelsea College for art di Londra. Ha esposto nelle principali città del Giappone, dove ha conseguito il primo premio Canon (giuria Nobuyoshi Araki), e presso festival, gallerie ed eventi in diverse città europee.

Da segnalare in particolare le mostre a Palazzo Reale e alla Triennale di Milano, il Fringe Festival di Edimburgo e la SANRIO for Smiles Exhibition a Milano e a Barcellona. Aderisce al nuovo movimento artistico neopop POPUPREVOLUTION.

Le opere di Tomoko Nagao (digital e vectorial art, pitture olio su tela, video, fashionart) reinterpretano e rendono cool (“kawaii”) i grandi capolavori dell’arte classica europea e internazionale e i soggetti delle Icone e dei Brand presenti nell’immaginario collettivo. I suoi lavori sono un’allegoria dell’epoca della globalizzazione, raccontata con i suoi simboli e i suoi prodotti, in stile “superflat”.

Un altro aspetto importante del POP giapponese secondo Tomoko è l’attenzione all’ambiente, soprattutto dopo la catastrofe del terremoto e dello Tsunami che si è abbattuto sul Giappone nel 2011 scatenando la catastrofe nucleare di Fukushima. Sullo sfondo, una critica sottile e ironica, mai diretta e aggressiva, alla società del consumo di massa di prodotti “junk” e energia “sporca”.

Ufficio Stampa - The Round Table/DAG Communication per CESVI - FOOD RIGHT NOW

Barbara Orrico +39 02.89054165 – Beatrice Gollini +39 [email protected][email protected]