Centro Studi C.N.I. 8-9 luglio 2018...Corriere Della Sera 08/07/18 P. 16 La diaspora dei ricercatori...
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Centro Studi C.N.I. 8-9 luglio 2018
INDICE RASSEGNA STAMPA
Indice Rassegna Stampa
Centro Studi C.N.I. 8-9 luglio 2018
Pagina I
MERCATO DEL LAVORO
La laurea migliora le chance di lavoro ma l'Italia rimane agli ultimi postiSole 24 Ore 09/07/18 P. 5 Eugenio Bruno 1
REDDITI PROFESSIONISTI
Anche per i professionisti redditi in calo del 15%Repubblica Affari Finanza 09/07/18 P. 3 Adriano Bonafede 3
RICERCA
La diaspora dei ricercatori «Più qualità, meno clientele Noi all'estero per passione»Corriere Della Sera 08/07/18 P. 16 5
SPLIT PAYMENT
SPLIT PAYMENT, COSI' L'ADDIO PER I PROFESSIONISTISole 24 Ore 09/07/18 P. 1 SANTACROCEBENEDETTO
11
ANTITRUST
La concorrenza strumento di pluralismoCorriere Della Sera 09/07/18 P. 28 Gustavo Ghidini 13
ARCHITETTI
INVESTIRESULLECITTÀ PER FAR RIPARTIRE L'ITALIACorriere Della Sera -Corriereconomia
09/07/18 P. 31 Isidoro Trovato 14
SPLIT PAYMENT
SPLIT PAYMENT, SI TORNA INDIETROItalia Oggi Sette 09/07/18 P. 4 BONGI ANDREA 16
ARCHITETTI
Architetti, artisti, psicologi: il bando per le periferieRepubblica Affari Finanza 09/07/18 P. 30 18
AVVOCATI
Una startup che punta sulle mappe mentaliCorriere Della Sera -Corriereconomia
09/07/18 P. 31 Monica Camozzi 19
FINANZIAMENTI ALLE IMPRESE
Tre progetti a confrontoSole 24 Ore 09/07/18 P. 9 20
ICT
L'ASSENZA DI DATI PUO' DIVENTARE OPPORTUNITA'Sole 24 Ore 08/07/18 P. 9 DE BIASE LUCA 21
INNOVAZIONE
Tecnologie, brevetti e servizi: così l'innovazione trova fondiSole 24 Ore 09/07/18 P. 9 Chiara Bussi, FlaviaLandolfi
22
MERCATO DEL LAVORO
Più professionisti in cattedra, il primato del dirittoSole 24 Ore 09/07/18 P. 5 24
DATA PROTECTION OFFICER
Corsa ai responsabili della privacy Metà uffici pubblici sono scopertiSole 24 Ore 09/07/18 P. 4 Antonello Cherchi 25
INDICE RASSEGNA STAMPA
Indice Rassegna Stampa
Centro Studi C.N.I. 8-9 luglio 2018
Pagina II
NOTAI
I notai: "Pil su dell'1,5% se si sblocca la vendita dei beni in donazione"Repubblica Affari Finanza 09/07/18 P. 30 Adriano Bonafede 27
PROFESSIONI
GIURISPRUDENZA DI MERITO DA OGGI DI NUOVO ONLINESole 24 Ore 09/07/18 P. 6 CHERCHIANTONELLO
29
Lo studio mette il turbo digitale 5 regole d'oro per la transizioneSole 24 Ore 09/07/18 P. 6 Enrico Netti 30
I COSTI DELL'UFFICIOSole 24 Ore 09/07/18 P. 6 FORTE NICOLA 33
PER SCADENZE, BONUS E TFR L'ASSISTENTE E' NELLA APPSole 24 Ore 09/07/18 P. 6 RUSCONI GIANNI 36
REDDITOMETRO
Redditometro «out» dal 2016Sole 24 Ore 09/07/18 P. 15 Antonio Brio 37
SPEDIZIONIERI DOGANALI
Spedizionieri doganali, l'export cresce ma i professionisti della logistica calanoRepubblica Affari Finanza 09/07/18 P. 31 Massimiliano DiPace
38
TARIFFE
TARIFFE AUTOSTRADE: UN CONFRONTO EUROPEOCorriere Della Sera -Corriereconomia
09/07/18 P. 29 SCHINTU MASSIMO 40
UNIVERSITÀ
L'università abbraccia l'impresaItalia Oggi Sette 09/07/18 P. 43 Sabrina Iadarola 41
Scotti raddoppia la sua università Anche a Napoli la Link fucina dei 5SRepubblica 09/07/18 P. 17 Conchita Sannino 44
DECRETI
Aiutare gli investimenti contro la precarietàCorriere Della Sera 09/07/18 P. 11 Pasquale Tridico 46
Il nuovo rapporto Anvursull'università
Aumenta tra gli occupati la quota di chi ha un titolo terziario: 57,1% nella fascia 25-29anni e 77,3% in quella 30-34 anni. Nonostante il progresso, restiamo in coda nell'Ocse
La laurea migliora le chance di lavoroma l'Italia rimane agli ultimi posti
Eugenio Bruno
he laurearsi conviene lo ha ricordato direcente Almalaurea. Ma adesso arrivaanche il "bollino"dell'Anvur. Nel
C
rapporto biennale sull'Università e laricerca che l'Agenzia nazionale divalutazione guidata da Paolo Miccoli
presenterà giovedì 12 luglio un intero capitolo èdedicato a misurare, attraverso le più recentistatistiche nazionali e internazionali, leperformance dei laureati italiani sul mercato dellavoro. Da cui emergono luci e ombre.
Partiamo da queste ultime. E dalla classifica Ocsesui tassi di occupazione dei 25-34enni in possesso diun'istruzione terziaria. Ebbene, con il nostro 64,3%totale, a fine 2016 eravamo al 33esimo posto su 33paesi. Distanti oltre venti punti da Francia,Germania, Austria e Regno Unito. Meglio di noifacevano persino Turchia e Grecia. Un quadro che siarricchisce di qualche pennellata di colore se si passaa misurare il rapporto tra l'occupabilità dei laureatinella classe d'età 25-34 anni e il resto dei lorocoetanei. Per l'Italia il risultato è di 1,07.Leggermente al di sotto dell'1,1o di media Ocse, mastavolta al di sopra di austriaci e britannici.
Subito dopo il rapporto dell'Anvur passa adanalizzare i numeri di Eurostat e mette a confronto itassi di occupazione e disoccupazione di due gruppidi giovani: 25-29enni e 3o-34enni. In possesso delsemplice diploma o della laurea. Traendo treconclusioni. La prima è che il trend migliora perentrambe le categorie e per tutti e due i titoli distudio. La seconda è che i laureati lavorano più deidiplomati anche se la forbice si assottiglia. La terza -che sembra anche la più rilevante - dimostra come inostri risultati (57,1% di occupati tra i laureati di 25 e29 anni, 77,3 tra 3o e 34 anni) risultino ancorainferiori, rispettivamente, di 18 e 1o punti rispettoall'Unione europea.
Fin qui il confronto internazionale. Ma ricco dispunti, soprattutto a inizio legislatura, appare ancheil fronte interno. Che continua a esserecaratterizzato da un doppio squilibrio: territoriale edi genere. Nelle regioni meridionali l'inserimentonel mondo del lavoro continua a essere piùdifficoltoso anche per i laureati. Con il titolo di I e IIlivello, il 47,751- lavora a tempo determinato oppurecon contratti di collaborazione o di prestazioned'opera occasionale o con borse di studio/lavoro.Una quota che per le laureate arriva al 52,9 per cento.
L'ultima istantanea dell'Anvur riguarda leperformance occupazionali per tipologia di laurea.Osservando i laureati del 2011 a quattro annididistanza - sottolinea l'Agenzia - si nota chel'inserimento nel mercato del lavoro, dopo ilconseguimento del titolo, è più facile per i gruppiMedico, Scientifico e Ingegneria per le lauree di I(rispettivamente 72,8, 69,9 e 65,8%) e Ingegneria,Chimico-farmaceutico e Medico per quelli di IIlivello (82,7, 81 e 80,4). Percentuali che i ragazzifreschi di maturità dovrebbero tenere a mentequando al ritorno dalle vacanze sceglieranno lafacoltà dei loro sogni.
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II modellotedesco.
In Germania
(nella foto
Angela Merkel)
il tasso di
occupazione
raggiunge
1'81,1% per
i diplomati
e 1'89,3%
per i laureati
Mercato del lavoro Pagina 1
Dalla scuola all'impiego il confronto in Europa
Tassi di occupazione dei laureati per classe di età . Dato 2017, variazione %
55 60
ITALIA SPA
65
77,3Nota: elaborazione su dati Eurostat- Education and training statistical database
IL TEMAIN TRE GRAFICI
I Paesi OcreIl valoredel titolodi studio
Il rapporto tra l'occupabilitàdei laureati 25-34 e il resto
dei loro coetanei. Anno 2016
Francia1,13
Spagna1,11
Germania1,08
Italia1,07
Austria1,06
Regno Unito1,06
Fonte: Ocse
La buona notiziaNonostante abbia tassi dioccupazione inferiori,l'Italia si piazza sopraall'Austria e al Regno Unito
Il confrontoCalanoi disoccupaticon la laurea
Confronto per titolodi studio. In percentuale
12,8
13,7
70
10 0
8 ,
2010 2017
Fonte: (stat
FRA
Il lavoroIn testa restanole laureescientifiche
Tipo di professionesvolta. In %
75
UE27
ELEVATA PROF.SPEC.* TEC.
Scientifico 78,5 17,3
Chimico-,5 9,0
farmaceutico85
62,62,8 22,7
Ingegneria 76,4 19,1
Architettura 76,5 15,7
Agrario 61,3 23,7
Economico-37 8 38 6
statistico, ,
* Dirigenti, imprenditori ecceteraFonte: elab. Anvur su dati (stat
L'inversione di tendenza La fotografiaPerla prima volta nel 2016 Anche trai laureati di Iil tasso di disoccuppazione livello le professioni "alte"dei laureati è inferiore a riguardano soprattutto iquello dei diplomati laureati scientifici
80
GER GBR
85 90
81,6 87 88,9 89,2 89,3
Mercato del lavoro Pagina 2
Anche per i professionistiredditi in calo dei 15%
AVVOCATI, ARCHITETTI,INGEGNERI, BIOLOGI E MOLTEALTRE CATEGORIE HANNOVISTO ASSOTTIGLIARSI IGUADAGNI. UNICHEECCEZIONI: MEDICI,COMMERCIALISTI E NOTAI
Adriano Bonafede
Romanche i professionisti pian-
Agono. Dal 2007 ad oggi iredditi medi di avvocati, archi-tetti, ingegneri, biologi e di tantealtre categorie iscritte a un albohanno fatto un brusco passo in-dietro. A volte anche notevole. Ilreddito medio dichiarato allapropria cassa di previdenza da-gli avvocati è sceso dai 49 milaeuro del 2007 ai 36 mila del2014: mancano i dati del2015-2016 ma il trend è stato lostesso. I geometri sono passatida 22 mila euro del 2007 a 19 mi-la nel 2016. I ragionieri da 56 a50 mila. I biologi da 23 mila a16.500. Gli infermieri da 34 a 32mila, nonostante l'esplosionedella richiesta di questa figuraprofessionale in questi ultimi an-ni. I consulenti del lavoro sonoscesi da 46 mila a 36.500. Archi-tetti e ingegneri che svolgono lalibera professione sono stati fra ipiù colpiti, passando da una me-dia annuale di 32.500 euro a 24mila.
Ma questi sono redditi nomi-nali: «Se si considera l'inflazio-ne - dice Filippo Petroni, docen-te all'Università di Cagliari e ca-po ufficio studi dell'Adepp, l'as-sociazione degli enti di previ-denza privati - la perdita mediaè superiore al 15 per cento». Lvero che per i liberi professioni-sti c'è il dubbio che non tutto ilreddito venga "mostrato" al fi-sco e dunque alla propria cassadi previdenza, ma anche facen-do questa considerazione, i red-diti sono effettivamente scesi.
L la prima volta nel dopoguer-ra che una crisi colpisce in ma-niera così significativa anche ilmondo delle professioni. C'è na-turalmente qualche eccezione:ad esempio i dottori commercia-listi hanno visto crescere i lororedditi da 57 a 61 mila euro. I me-dici (ma si tratta soltanto di quel-li che svolgono la libera profes-sione) sono forse la categoriache ha avuto i maggiori benefici,con un reddito medio passatoda 38 mila a 47.500 euro: la spie-gazione è da trovare nel fattoche i ticket sulle visite sono salititanto da rendere spesso conve-niente per i pazienti rivolgersiprivatamente ai medici. Anche iveterinari - che insieme ai biolo-gi sono un po' la Cenerentola fragli iscritti agli albi, con redditimedi estremamente bassi - han-no guadagnato qualcosa di piùin questi anni, passando da 15mila a 16 mila euro.
Chi non se la passa male dav-
vero sono i notai, che del restosono stati sempre al top tra leprofessioni: la quota di redditodel cosiddetto "repertorio" - eche corrisponde alla quota mas-sima su cui si pagano i contribu-ti - è stato di 150 mila euro, in ri-salita rispetto ai 139 mila del2008 (ma durante il boom delmattone, nel 2006, si era a 177mila euro).
Di fronte a questi dati, si po-trebbe pensare che le casse pro-fessionali abbiano perso contri-buti in questi dieci anni e chequindi abbiano difficoltà a paga-re le relative prestazioni pensio-nistiche. Invece non è così. In-tanto, proprio per le difficoltàvia via incontrate, sono diminui-ti coloro che sono andati in pen-sione. In secondo luogo, moltecasse hanno avviato per tempouna riforma della contribuzio-ne, aumentando le aliquote. Al-cune casse hanno introdotto deiminimi contributivi che hannoobbligato anche i professionistiche dichiarano redditi presso-ché inesistenti a effettuare i ver-samenti. Il complesso di questiinterventi ha prodotto una cre-scita dei contributi. Ad esempio,l'Enpap, la cassa degli psicologi,
ILASCHEDAI
è passata quanto a entrate con-tributive da 8,3 a 20,6 milioni.Come conseguenza, il saldo con-tributi/prestazioni è schizzatoin alto per quasi tutte le catego-rie e nessun ente di previdenzamostra sofferenze da questopunto di vista. L'unica eccezio-ne è l'Inpgi, la cassa dei giornali-sti, che per effetto anche dell'e-pocale crisi della stampa e delconseguente aumento dei pen-sionati, sta fronteggiando deficitcrescenti, arrivati nel 2016 a 136milioni.
Concorre alla generale dimi-nuzione dei redditi la progressi-va femminilizzazione del setto-re. «Le donne che entrano nelmondo dei professionisti - diceil professor Petroni - come intante altre categorie vengono re-tribuite dimeno». La percentua-le di donne è massima fra gli psi-cologi (82 per cento), fra i biolo-gi (70 per cento) e tra gli infer-mieri (69 per cento). Ma anchefra gli avvocati le donne sono or-mai la metà della categoria. L in-vece minima tra i periti indu-striali (2 per cento), i geometri(11 per cento) e i commercialisti(31 per cento).
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Giovani , donne e meridionali i più penalizzati
AndreaMascherin,presidentedei Consiglionazionaleforense
Giovane , di sesso femminile e dei Sud . Se questi treparametri coesistono in un unico professionista unacosa è certa : il suo reddito sarà considerevolmenteinferiore a quello medio e sideralmente lontano daquello "opposto ", il che accade quando si è anziani(oltre i 50 anni ), del Nord e di sesso maschile. Sonole statistiche elaborate dall'Adepp, l'associazionedelle casse professionali , a confermare questi trend.Al Sud il reddito medio è del 40 per cento inferiore aquello del Nord. I trenta -quarantenni guadagnano, inmedia, un terzo dei loro colleghi over 50:16 milaeuro contro 48.500 . Scendendo in maniera piùdettagliata a livello territoriale, è il Trentino AltoAdige che si hanno redditi professionali medi piùelevati . La Lombardia è seconda con il 92% delTrentino. Ultima la Calabria con il 40%. (a.bon.)
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Redditi professionisti Pagina 3
PROFESSIONI DOVE CI SONO PIÙ DONNE...In % sul totale
PSICOLOGI 92
BIOLOGI 70
INFERMIERI 69
AVVOCATI - 49
...E DOVE MENOPERITI IND. 12
GEOMETRI ali.........................................................VETERINARI x 20INGEGNERI........ .-
27 .............
E ARCHITETTI
AlbertoOliveti,presidentedell'Adepp,l'associazionedelle cassedi previdenzaprofessionali
I REDDITI DEI LIBERI PROFESSIONISTIIn migliaia di euro (media)
DOTTORI 61,02COMMERCIALISTI 56,58
50RAGIONIERI
56 52...........................
,............................
47,5MEDICI
37,88...........................
38,44AVVOCATI
49,25...............
24 05ARCHITETTI ,n 2016
E INGEGNERI 33,03 2007
Redditi professionisti Pagina 4
Il sondaggio Parla l 'esercito silenzioso dei nostri emigrati intellettuali :non sono figli di papà , lasciano le regioni più ricche e non inseguono i soldi
La diaspora dei ricercatori«Più qualità., meno clienteleNoi all'estero per passione»
di Federico Fubini
i parla tanto in Italia di
S coloro che arrivano dadimenticarsi gli altri:quelli che vanno. Gliemigrati italiani non
approdano in altri Paesi senzadocumenti e non chiedonoasilo, ma lavoro, e a volte unacarriera agli snodi più avanza-ti dell'economia della cono-scenza. A migliaia fra loro so-no tra i più qualificati e com-petitivi nei maggiori centri diricerca del mondo. A fronte diun flusso di sbarchi dal NordAfrica in Italia di circa 30 milapersone l'anno, gli italiani chelasciano il proprio Paese ognianno sono quasi quattro voltepiù numerosi secondo i datidell'Istat. In realtà, senz'altromolti di più: le statistiche uffi-ciali italiane a volte non li vedono emigrare, perché chiparte spesso non si cancellasubito dal comune originariodi residenza. Sono i rendicon-ti delle autorità di alcuni Paesidi destinazione - Germania,Gran Bretagna, Svizzera o
Spagna - clie rappresentanomeglio ciò che accade, perchégli italiano devono iscriversisubito: i numeri fra doppi equadrupli di quelli registratiin Italia. Questi emigranti po-trebbero essere ogni annoquasi dieci volte più numerosidi coloro che sbarcano, ben-ché la politica - oggi comeieri - si occupi di loro centovolte di meno.
Questa diaspora contem-poranea resta in parte scono-sciuta nelle proprie motiva-zioni. Forse il ceto più ina-scoltato fra i nati in Italia. Perquesto il Corriere ha deciso didare parola a questi connazio-nali, a molti dei più qualificatifra loro. Con l'aiuto delle asso-ciazioni di ricercatori italianiin Gran Bretagna (Aisuk), inNord America (Issnaf), Fran-cia (Récif), Cina (Aaiic), Suda-frica (Nirc e Nirnep), Norvegiae Islanda (Comites Oslo) e diun'ulteriore rete transnazio-nale (Airicerca) che raccoglieadesioni anche in Germania eSvizzera, abbiamo lanciato unsondaggio fra i lavoratori ita-liani della conoscenza nel
mondo. Ne abbiamo raggiun-te molte migliaia, hanno ri-sposto in poco più 750. Abba-stanza per farsi un'idea delleloro età oggi e quando sonopartiti, dei loro percorsi per-sonali e delle loro radici so-ciali e familiari, delle loro ri-flessioni al momento di la-sciare l'Italia, dei pensieri cheli attraversano all'idea di tor-nare e del modo in cui vedonoil loro Paese di origine. Deci-
ne di loro, dopo aver compila-to il sondaggio ci hanno scrit-to lettere sempre intelligenti eprofonde a volte toccanti (leriportiamo su corriere.it, in-sieme ai risultati integrali delsondaggio).
Ne esce un quadro di orgo-glio personale e nazionale,frustrazione, puntiglio, pas-sione per il lavoro fatto benepiù che semplicemente per lapropria carriera o il denaro
che ne deriva. Un universo diitaliani scettici o critici sullostato e il senso di marcia delloro Paese natale, quasi sem-pre consapevoli del valore dif-ficilmente superabile dei ta-lenti che continua a esprime-re.
Questi italiani ancora oggihanno per quasi due terzi(63%) meno di 4o anni. Ben-ché in nove casi su dieci si sia-no laureati in Italia e in quasi
otto su dieci in Italia abbianoconseguito in Italia anche ilprimo titolo post-laurea, nonhanno aspettato a lungo.«Non ci siamo messi in fila»dice Elena Orlando, un'astro-fisica di Stanford. Si sonomossi presto. Otto su diecistavano già svolgendo attivitàdi ricerca remunerata all'este-ro entro i trent'anni di età.Colpisce come quasi metàdelle risposte al sondaggio
Ricerca Pagina 5
del Corriere sia arrivato da ri-cercatrici, senz'altro una quo-ta più alta rispetto al 30% circadi personale femminile attivoin questo settore in Italia equasi ovunque in Europa. Unadi loro, Paola Malerba del-l'Università di California Irvi-ne, ha esplicitamente indica-to «l'endemico, eterno e deva-stante maschilismo» comeragione per aver rinunciato auna carriera in Italia.
Rivela qualcosa delle frattu-re territoriali del loro Paese diorigine, in base alle nostre75o risposte, l'origine regio-nale di questa diaspora intel-lettuale. Vi risultano decisa-mente sovra-rappresentate,rispetto al peso demograficorelativo sulla popolazione ita-liana, regioni ricche e dinami-che come la Lombardia, il Ve-neto o la vasta conurbazionedi Roma; esprimono invecemeno ricercatori all'estero, inproporzione al loro peso de-mografico nel Paese, alcunedelle regioni più povere di la-voro e sviluppo educativo:Campania, Calabria e Sicilia.
Questi emigrati colti sonospesso figli di una borghesiapiuttosto istruita: quasi unterzo dei loro genitori ha unalaurea, oltre il doppio rispettoalle medie nazionali per le ge-nerazioni nate fra anni '30 egli anni '50. Eppure i loro di-scendenti sono tutto, menoche figli di papà. Gli italianidella diaspora non restanofermi nel solco socio-profes-sionale nel quale hanno avutola ventura di nascere. In novecasi su dieci non svolgonomestieri simili a quelli dellemadri o dei padri. Non usanol'agenda del telefono di questiultimi per portarsi avanti nel-la vita.
Lo si capisce del resto dallemotivazioni che offrono perspiegare la scelta di vita del-l'emigrazione. La voglia di ac-celerare la carriera o di guada-gnare di più non figura fra leprime tre ragioni. Le due indi-cate più spesso, in metà dellerisposte, rivelano molta piùattenzione e ambizione perun'elevata qualità della ricercae dei colleghi: «La qualitàcomplessiva del lavoro eramigliore nel luogo, fuori dal-
l'Italia, che ho scelto» e «Lemie opportunità in Italia era-no limitate da un ambienteinquinato da clientelismo, fa-milismo o corruzione». DiceSilvia Macchione, una 28ennecalabrese dottoranda in neu-roscienze allinserm di Lione:«Nel momento esatto in cuiho messo piede qui dentro hocapito che non me ne sareiandata facilmente. I laborato-ri stranieri sono dei veri mae-stri nel pescare nel nostro ba-cino di conoscenze, le quali- ahimè - andranno a faregrande la ricerca di altri Pae-si». Andrea L'Afflitto, un inge-gnere aerospaziale dell'Uni-versità dell'Oklahoma, pre-mette che deve «tantissimo aimiei insegnanti delle scuoleelementari, medie e superio-ri», ma sottolinea la differen-za: «Qui la competizione è adir poco brutale, ma se si è ingamba si emerge senza tenerconto dell'età e del rango ac-cademico».
Non stupisce dunque chequesti emigranti intellettualinon abbiano molte speranzeo voglia di rientrare, per lestesse ragioni che hanno in-nescato l'uscita dal Paese: dif-fidenza verso il clientelismo,scetticismo all'idea di poterlavorare bene. Dice PrimaveraSpagnolo del National Institu-te of Health di Bethesda(Maryland): «Tornerei? Asso-
lutamente sì. L'Italia regalauna bellezza quasi sfacciata,perché si impone agli occhinonostante i continui sfregi.Del mio Paese mi mancanoanche i diritti acquisiti e ilwelfare, ma ho il terrore cherientrare equivalga a buttarevia tutto ciò che ho acquisi-to». Pochi di loro si fanno illu-sioni sull'idea che esista unasistemazione ideale. L'Afflit-to, dall'Oklahoma, scrive diuna sua precedente esperien-za di lavoro: «Ricordo ancoracon una punta di dolore l'at-teggiamento sostanzialmenterazzista di molte persone inGermania». Aggiunge Ales-sandro Angerilli della LudwigMaximilian Università di Mo-naco: «Il familismo, il cliente-lismo, la corruzione morale ele raccomandazioni esistonoanche in Germania. Però par-larne è un tabù e l'eccesso disoldi nella ricerca rende tuttifelici».
Nessuna amarezza all'este-ro cambia il giudizio di questiricercatori sul loro Paese diorigine, benché tutti sottoli-neino di trovare sempre gliitaliani fra i più bravi in giroper il mondo. Il 47% di lorogiudica «negativa» o «moltonegativa» la situazione del-l'Italia e un altro 40% la trova«mediocre». E tre su quattrofra questi migranti della co-noscenza concludono: l'Italiasta andando «nella direzionesbagliata».
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Francesco Ria, 36 anni
LtJIl nostroPaese nonsta andandoda nessunaparte. InNordCarolinainvece gliospedalihanno giàcompratonuoviapparecchiperché ci siattende unaumento dipopolazione
«In Italia le carriere sono lenteQui vedo 28enni più avanti di me»
Duke University Francesco Ria, 36 anni, fisico medico negli Usa
rancesco Ria, 36 anni , è un fisico medicoF della Duke University e 4 anni fa si è tra-sferito negli Stati Uniti pur avendo un
contratto a tempo indeterminato con unagrande azienda italiana. «Colpisce la lentezzadelle carriere nel nostro Paese», osserva.«Mentre in Italia ero il più giovane , qui ho tro-vato ragazzi di 28 anni notevolmente piùavanti di me». Secondo Ria, «la sensazione dimortificazione che vivono i giovani italiani èunica al mondo e le energie migliori si disper-dono perché l'età migliore per fare ricerca è ai35 anni , dopo il cervello inizia a non funzio-nare più molto bene». Ria ha riflettuto moltoall'ultima domanda del sondaggio, il giudiziosulla direzione dell'Italia. «Ho risposto chenon stiamo andando da nessuna parte -afferma- ed è il contrasto più stridente cheho percepito dall'estero . Qui in Nord Carolinale autorità hanno informato gli ospedali dellazona che prevedono un aumento dipopolazione del 20% nei prossimi tre anni egli ospedali hanno iniziato a acquistare nuoviapparecchi . In Italia invece ogni autunnopiove e ogni autunno contiamo i morti dabombe d'acqua» (ff.). © RIPRODUZIONE RISERVATA
Maria Garraffa, 40 ani
«Tornare sarebbe una sconfittaSpero che i nipoti parlino italiano»
aria Garraffa, 4o anni, è una linguistaesperta di patologie del linguaggio neibambini e negli adulti. Si è formata
Mistupirebberiscontrareun ampiodesideriodi tornarein Italia.Megliostareall'estero emanteneresemprescambitra i millemondiche cidefiniscono
Heriot-Watt University Maria Garraffa, 40 anni, linguista a Edimburgo (Scozia)
alle università di Trento , Milano Bicocca eSiena, ma da otto anni vive all 'estero con ilmarito, anche lui ricercatore italiano, e lefiglie di 13 e 8 anni. Studia e insegna allaHeriot-Watt University di Edimburgo. Dice:«Mi stupirei se dal sondaggio del Corrierevenisse fuori un ampio desiderio di tornare inItalia. Sarebbe una grande sconfitta di cosa ècrescere e trovare nuovi se stessi . Sarebbe untornare indietro sapendo che non puoi farenulla. Meglio stare all'estero e manteneresempre scambi fra i mille mondi che cidefiniscono. Meglio girarlo questo mondo esapere che la casa madre viaggia insieme ate». Da psicologa delle lingue, Maria Garraffasi è chiesto quale sarà quella preferita dellefiglie. «L'unico vero desiderio che ho è che lemie figlie parlino italiano ai loro figli -osserva -. La lingua è portabile, a me il ruolodi renderla attraente per loro. E quindi direndere me attraente per loro. Ecco che allorai legami sono più forti» (ff.).
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Michele Fumagalli, 34 anni
«Cultura aziendale, progetti chiariCosì si catturano i migliori talenti»
Un ateneoitaliano mi
ha propostodi rientrare,offrendo almassimo unposto diprofessoreassociato.Ma io inagostoprendoserviziocomeordinarionel RegnoUnito
Durham University Michele Fumagalli, 34 anni, astrofisico nel Regno Unito
* IA parola.'l
AISUK
Ogni annogli emigratisono 4 voltei profughiin arrivo da noi
È un'associazione cheriunisce accademiciitaliani e altri ricercatoridel Regno Unito nelle areedi Scienze Fisiche, Socialie Scienze della Vita.L'obiettivo è promuoverela collaborazionescientifica tra istituzioniaccademiche italiane ebritanniche e centri diricerca (settore pubblico eprivato). Aisuk offresupporto a laureatie giovani ricercatori
la I.a pcrrolrt/2
AIRICERCA
L'associazione deiricercatori italiani nelmondo è natadall'esigenza di avere unapiattaforma per facilitare icollegamenti tra iricercatori in Italia e quelliall'estero. Un gruppo dinetworking, in qualsiasicampo di ricerca, perstabilire contatti conl'ottica di crearecollaborazioni scientifichee scambiarsi informazionisulle realtà lavorative
M
ichele Fumagalli ha 34 anni, insegna estudia astrofisica alla Durham nelRegno Unito , dove fra gli altri impegni
guida un gruppo di ricerca di sei persone cheha già vinto forti finanziamenti europei ebritannici . «Ho lavorato con studenti di tutto ilmondo e senza difficoltà posso dire che lapreparazione degli studenti di laurea delleuniversità italiane è tra le più alte», premette. Ilsuo curriculum di alto livello gli permette-rebbe di rientrare . «Sono stato contattato daun'università italiana che mi ha proposto unrientro per chiamata diretta» (lo si può usarein pochi casi eccellenti ). «Il problema? -prosegue Fumagalli - Stando alle tabelleministeriali , possono offrire qualcosa come unposto post-dottorato (a tempo, ndr) o al più diprofessore associato . Ma io da agosto prenderòservizio come professore ordinario nel RegnoUnito». Per Fumagalli ciò che funziona neidipartimenti universitari sono «programmiben definiti di ricerca», sostiene e una«cultura aziendale» per la quale «si fanno"ricerche di mercato" e si possono fare offertegenerose per invogliare i migliori talenti» (f.f.).
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I risultatiL'IDENTIKIT (in base alle risposte date)
t Età (anni)
756
Oltre i 70 ---20-301,09% 16,68%n ',61-70- -31-403,39% 46,27%
41-50intervistati 9,77% 22,80%
% di ricercatori perdi provenienza(risposte saltate: 13)
In corsivo la t uosa %delta popolazionedelle singole regionisul totale dellapopolazione italiana
,_ g GLI STUDI
Ha conseguitouna laureaall'estero?
Genere
E-ernmine47,15%
regione 18,846,86 1658 9,69 6,33
0,13 7,23 2,69 0 . 8,10 1,48 2,29 7,360,2 2,56 M. . ì 1. (5 2 x av g wv m
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cr
--, IL LAVORO
Che età aveva quando ha -iiniziato la sua prima attivitàdi ricerca remuneratafuori dall' Italia?(incluse borse di studioper PhD o simili)
meno di _ _,25 anni
25,74%
26-30 53,08%
31-35 17,02%
36-40 i 1 2,82%- ------ ---------
41-50 î 1,21%
più di50 anni
li lavoro menostimolante/avanzatoIn Italia temo clientelismo/
Tornerebbe a lavorare in Italiase si presentasse l'opportunità?
--- -------- ----- -- ----------- -
Si, anche in una posizionemeno prestigiosa/remunerata
Si, ma la mia posizione dev'essere almenoaltrettanto prestigiosa/remunerata
Si, ma solo in una posizione piùprestigi osa / remu nerata
No
Indichi le ragioni che l'hanno indotta a trasferirsi all'estero per lavoro(fino a tre opzioni possibili)
La qualità del lavoro di ricercaera migliore all'estero------------------------------------------------------------------Le mie opportunità in Italiaerano limitate da clientelismo/fa milismol corruzione
Scoprire un ambiente nuovo
La carriera in Italiasi prospettava troppo lenta ffi,
Scetticismo verso Wle prospettive dell'Italia-----------------------------La carriera in Italiasi prospettava poco äremunerativa-----------------------------Ragioni personali(per esempio un partnerall'estero)-----------------------------Altro
in un camposimile al suo?
12,23%Si
r.4 ,n 0 oi sM m m m m r+N -1 Wn, SU
- 91,0 rìNessun Licenza Scuola Laurea Superiorediploma media superiore alla laurea
Diplomi
12,79 7,40 6,86 6,19s 59 2,29 0,94 9,74 0,54 0,81 2,02 2,15 3,10
. 253 14 0,5 0,93217 962 322 668 8 ,30 2,71
i i _ = 2gL
i n b0V
üD
ú
Ha conseguito Si i 24,6% - Ha conseguito S,.,.,un master o diploma un dottorato
all'estero? Noequivalenteall "estero? No
a) f6 O
Q V
2m
48E1 9Rdc,
45,64%
38,26%
31,81%
28,46%
11,28%
5,77%
i Perché tornerebbe solo in una posizionemigliore o non tornerebbe comunque?
9,56%
49,39%
18,44%
30,35%
corporativismo/familismo/corruzioneAltro
u
Le non buone prospettive2Q37%
77%9ww~ 'economiche dell'Italia------------ - - ----- ---------Il contesto socialenon attraente
I suoi genitori Che titolo di studio hanno i suoi genitori?lavorano/ (dati in pio) Padre Madrelavoravano Ln
9,77%
__' I PARERI SULL'ITALIA
Dia un giudiziosulla situazionecomplessivadell'Italia attualmente(dat in %)
Mediocre IEW 39,89
Negativa 90 28,17
Molto 18,87negativa--------------------Accettabile ILI 11,59
Moltopositiva
Positiva e 1,35-------------------
0,13
In prospettivalei giudica che l'Italiavada nella direzione
Giusta2,69%
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La ricerca
• In questesettimane ilCorriere dellaSera halanciatoun'iniziativaper dare laparola ainumerosiricercatoriitaliani che«emigrano»e approdanonei maggiori epiù qualificatilaboratori delmondo
• Il metodousato è statoquello deisondaggiolanciatoappunto tra i«lavoratori»dellaconoscenzaavanzata.tstato chiestol'aiuto alleassociazioni diricercatoriitaliani in GranBretagna(Aisuk), in NordAmerica(Issnaf),
Francia (Récif),Cina (Aaiic),Sudafrica (Nìrce Nirnep),Norvegia eIslanda e di un'ulteriore retetransnazionale(Airicerca) cheraccoglieadesioni anchein Germania eSvizzera
• Al sondaggiohanno rispostocirca 750ricercatori. Unnumerosufficiente perfarsi una primaidea della loroetà (oggi equando sonopartiti), delleloro radicisociali efamiliari e deiloro percorsipersonali.Decine di lorohannomotivato lerisposte conlettere a voltetoccanti (cheriportiamo suCorriere.it)
Tre su quattropensano chel'Italia vadanella direzionesbagliata
ZSu Corriere.itLeggi tutte lerisposte delsondaggio tra iricercatoriitalianiall'estero e lelettere chehanno inviato alCorriere
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Foglio 1 12
NORME & TRIBUTI
LA GUIDA AL DECRETO
Split payment,così l'addioper i professionistiCon il decreto legge dignità, iprofessionisti non sono più ob-bligati - quali fornitori di Pa e so-cietà sottoposte al meccanismodello split payment - ad emetterefatture in regime di scissione deipagamenti. Questa esclusionedallo specifico regime arriva apoco più di un anno dal loro in-gresso (i luglio 2oi7).
Benedetto Santacroce-a pagina is
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Le guide del Sole 24 OreSpeciale decreto dignità / 4
Professionisti e split payment:la ritenuta detta il perimetro
Dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale entra in vigore il nuovo regime per la fatturazione alla Pae la proroga delle scadenze perla trasmissione dei dati relativi alle fatture emesse e ricevute
Imposte indirette . La scissione è esclusa quando scatta la trattenutaRischio rincari se il cliente vuole subito la fattura ma paga in ritardo
Benedetto Santacroce
a emettere fatture in regime di scis-sione dei pagamenti . La loro esclu-sione dal regime arriva dopo poco piùdi un anno dal loro ingresso (i°luglio2oi7) e modifica nuovamente i com-portamenti di gestione dell'Iva relati-va alle specifiche transazioni.
professionisti, dall'entrata in vi-gore del decreto legge dignità,non saranno più obbligati - qualifornitori di pubbliche ammini-strazioni e società sottoposte almeccanismo dello split payment-
Ambito applicativoL'articolo 14 del decreto legge,prevede espressamente: «Le di-sposizioni di cui all'articolo 17-ter,comma i, dei Dpr 633/72, non siapplicano ai compensi per presta-zioni di servizi assoggettati a rite-nute alla fonte a titolo di impostasul reddito». Questa previsioneviene ulteriormente chiarita dallarelazione di accompagnamentodel provvedimento, secondo cuisono esclusi dal regime tutti icompensi che sono assoggettati aritenuta alla fonte a titolo di impo-sta o a titolo di acconto di all'arti-colo 25 del Dpr 600/73.
Dall'insieme di queste disposizio-ni risulta chiaro che l'esclusione dallosplit payment riguarda tutti i profes-sionisti, ma anche le altre forme dicompenso assoggettati a ritenuta (adesempio gli agenti).
Gli effetti operativiPer comprendere bene cosa cambiaper i questi fornitori si consideriche il regime dello split paymentimpone una particolare forma di ri -scossione dell'Iva.
Il fornitore, pur emettendo rego-larmente una fattura con indicazio-ne a debito dell'Iva relativa alla ope-razione commerciale conclusa, nonsi vede pagare dal cliente l'imposta,in quanto lo stesso cliente è obbliga-to aversarla direttamente all'Erario.Pertanto il fornitore, pur mante-nendo su di sé il debito d'imposta,non versa l'Iva all'Erario e non rice-ve più sul piano finanziario dalcliente l'importo corrispondente.
Per quanto riguarda la ritenuta,invece, anche in regime di scissionedei pagamenti, il cliente deve ope-rare la ritenuta che versa egual-mente all'Erario.
Con le nuove regole del decreto di-gnità peri professionisti questo mec-canismo viene meno e si torna al regi-me ordinario. Percio:• il professionista continuerà a fat-
1 luglio 17L'entrata in vigoreÈ il momento in cuilo split payment fu estesoai professionisti
turare conl'esposizione dell'Iva a de-bito al cliente;• il professionista provvederà aver-sare la relativa Iva che scaturisce dal-la liquidazione del credito maturatonel periodo sugli acquisti e il debitodeterminatosi perle operazioni atti-ve effettuate;• il cliente da parte sua provvederà apagare al fornitore/professionistal'intero ammontare della fattura(imponibile e Iva) trattenendo l'im-porto della ritenuta alla fonte opera-ta ai fini delle imposte dirette.
Rischio aggravi d'impostaIl ritorno al passato, se da una parte,rigenera sul professionista il flussofinanziario di anticipo dell'Iva da par-te del cliente, può creargli in alcunicasi un aggravio d'imposta.
Si pensi al caso in cui un profes-sionista fatturi nei confronti di unasocietà sottoposta a split payment.Nella situazione di vigenza dell'ob-bligo la fattura emessa non generavamai un versamento Iva diretto, per-ché la stessa veniva versata dal clien-te. Al contrario, in assenza del regi-me, se il cliente prima di pagare pre-tende l'emissione della fattura defi-nitiva e poi paga in ritardo dopo il 16del mese successivo a quello di effet-tuazione dell'operazione (ovverodopo il i6 del trimestre successivo aquello di effettuazione dell'opera-zione), il professionista è obbligatoad anticipare l'imposta.
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Split payment Pagina 11
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Foglio 212
ILLUSTRAZIONE DI STEFANO MARRA
DOMANDE
& RISPOSTE
O Sono un professionista cheeroga servizi a una pubblicaamministrazione: debbocontinuare a operare nelregime dello split payment?
® Dalla data successiva dellapubblicazione dei decretolegge in Gazzetta ufficiale ilregime per i professionistiviene meno: quindi perlefatture emesse da q uella datanon risulta più applicabile.
O Ad aprile loia ho fatturatouna prestazione di serviziquale architetto a unasocietà quotata al Ftse Mib, eprobabilmente entro agostodovrò emettere una nota dicredito . Come devocomportarmi con il venirmeno dell'obbligo dellascissione dei pagamenti?
® Per le note di variazione indiminuzione il contribuentedovrà tener conto del regimedella fattura originaria. Se laquesta era in regime di splitpaymentanche la nota dicredito andrà gestita nellostesso regime. Il fornitore,come chiarito dalle circolari15/E/2oi5 e 27/E/2o17, nonpotrà portare in detrazionel'imposta, ma si dovrà limitaread effettuare un'annotazionenel registro vendite.
e(-)@
O Sono un professionista: agiugno ho emesso unafattura a una societàcontrollata di una Pa, ad ogginon ancora pagata. Cosasuccede se paga dopol'entrata in vigore dellenovità?
® L'operazione rimarràsoggettaal meccanismo dello splitpayment.
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L'ULTIMA RELAZIONE ANTITRUST DI PITRUZZELLA
LA CONCORRENZASTRUMENTO DI PLURALISMO
di Gustavo Ghidini
J1 12 luglio prossimo Gio-vanni Pitruzzella, presi-dente dell'Autorità ga-rante della concorrenza edel mercato, leggerà, alla
presenza del capo dello StatoSergio Mattarella, la sua ulti-ma Relazione al Parlamento.Chiamato a un'altissima fun-zione giurisdizionale euro-pea, nel prossimo mese di ot-tobre il docente costituziona-lista concluderà il ciclo dellasua presidenza.
Normalmente, commenti evalutazioni sull'opera dei pre-sidenti dell'autorità Antitrustvengono riservati a un pubbli-co di specialisti che seguonocon continuità l'evolversi della«giurisprudenza» del vigilan-te nazionale. Nel caso, però, diquesta presidenza (e di pochealtre precedenti) l'attenzioneal «segno» impresso all'attivi-tà dell'Autorità trascende, perrilievo economico-sociale,quei confini specialistici, emerita di essere ricordato siaalle classi dirigenti sia all'opi-nione pubblica.
Cinque direttrici culturali edi policy hanno positivamentecaratterizzato l'«era Pitruzzel-la».
i) L'uso, senza guardare infaccia a nessuno, dei poterisanzionatori dell'Autorità percolpire i comportamenti (e leconseguenti rendite di posi-zione) di operatori economiciforti, e anche fortissimi dalcampo delle telecomunicazio-
ni a quello della farmaceutica,ad esempio i quali inveceche sulla competizione basatasu qualità e innovazione, fac-ciano leva sul rapporto col po-tere pubblico per ottenere pri-vilegi oppure conseguano deisovraprofitti abusando del lo-ro potere di mercato.
2) La riscoperta di filoni diintervento direttamente pro-sociali, legislativamente avva-lorati e tuttavia da tempo «di-menticati», nella prassi di au-torità antitrust, europee enon, in omaggio a diffuse im-postazioni neoliberiste. Pensosoprattutto alla sanzione co-me «abuso» della imposizio-ne di prezzi ingiustificata-mente elevati per i consuma-tori: come quella che nel 2016ha colpito una multinazionale
che, dopo avere acquisito i di-ritti di commercializzazionedi alcuni farmaci «salvavita»dal loro originario titolare,aveva avviato una negoziazio-ne aggressiva con l'Aifa, al finedi ottenere un forte incremen-to del loro prezzo, minaccian-do, ove le sue richieste nonfossero state accolte, di chie-dere una riclassificazione deifarmaci in fascia C, il cheavrebbe escluso primo casoin assoluto per farmaci antitu-morali la loro rimborsabili-là da parte del Servizio sanita-rio nazionale.
3) La sensibilità per la pro-mozione della concorrenzadinamica, ossia della concor-renza in funzione di stimolodell'innovazione. Qui, in par-ticolare, di fronte ai nuovi sce-nari dell'economia dell'era di-gitale, l'Autorità ha mostratoun crescente interesse neiconfronti del radicale cambia-mento che l'evoluzione tecno-logica sta producendo suimercati in termini concorren-ziali, facilitando anche nuoveforme di esclusione. In parti-colare, l'Agcm ha acceso più di
un faro su comportamenti epratiche anche contrattuali diimprese in posizione domi-nante, facilitanti la discrimi-nazione e l'esclusione di nuovientranti: così difendendo leesigenze di un nuovo modellodi sviluppo dell'innovazione,che reclama aperture e fluidi-tà di scambi e connessioni.
4) La consapevolezzamanifestata attraverso unenergico uso dei poteri di se-gnalazione a governo e Parla-mento di necessari interventilegislativi dell'esigenza diintegrare le proprie compe-tenze con una regolazione cherimuova ingiustificate barrie-re e colli di bottiglia nei mer-cati, così soddisfacendo le esi-genze di apertura della sha-ring economy.
5) Ultima, ma certo non perimportanza, una linea di cul-tura giuridica che riassume efonda i tratti distintivi or oraevocati, dell'Antitrust di Pi-truzzella. Una linea squisita-mente europea, scolpita nelTrattato di Roma che vede nel-la missione dell'Antitrustquella della difesa del plurali-
smo economico che conservieffettive e attuali alternative discelta dei consumatori. Unpluralismo che non può esse-re sacrificato sull'altare delpur importante valore della«efficienza» economica, spe-cie se inteso nel corrente sen-so microeconomico, propriodi visioni aziendalistiche. Èquesta una gerarchia di valoriche, dal Trattato di Roma èpassata intatta nell'attualeTrattato sul funzionamentodell'Unione Europea, ispiran-dosi ai principi ordoliberalifermentati in Europa tra ledue guerre e altresì, quasi unsecolo prima, affermati dalpadre dell'antitrust america-no, il senatore Sherman. Prin-cipi dei quali Giovanni Pitruz-zella non a caso costituzio-nalista è sempre stato unaperto assertore. E che in ulti-ma analisi puntano a preveni-re l'altrimenti inevitabileesondazione dell'egemoniaeconomica in egemonia so-ciale e culturale. E politicatout court: come chi ha occhiben vede.
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0
Antitrust Pagina 13
INVESTIRE SULLE CITTAPER FAR RIPARTIRE L ' ITALIA
Gli architetti al governo: l'inclusione sociale passa anche da piani di riqualifica
U
n appello e tante proposte. Masoprattutto la voglia di tornare alcentro del dibattito su sostenibi-
lità e futuro. Il congresso nazionale de-gli architetti, appena chiuso a Roma, hachiesto al governo un cambio di passo:negli investimenti per le infrastrutture,nella pianificazione urbanistica, nellariconversione della città verso modellisostenibili.«Chiediamo con forza al nuovo gover-
no la realizzazione di un Piano d'azionenazionale per le città sostenibili - af-ferma Giuseppe Cappochin, presidentedel Consiglio nazionale degli architettiitaliani - partendo dall'esigenza stra-tegica di costruire sul costruito e di tra-sformare le periferie degradate in pezzidi città policentrica. Un piano accom-pagnato da un programma decennaledi finanziamento strutturale per la pro-gettazione ed attuazione di interventiche, in forma coerente e integrata, sia-no finalizzati ad accrescere la resilienzaurbana e territoriale, a tutelare l'am-biente e il paesaggio, a favorire la coe-sione sociale e a migliorare la qualitàabitativa. Un programma che, anzichédisperdere risorse a pioggia e in millerivoli, le concentri in progetti urbani in-tegrati, esemplari in termini di eccel-lenza ambientale e innovazione, ripro-ducibili in diversi contesti».
di Isidoro Trovatoquella che stiamo vivendo è una nuovastagione che richiede una grande capa-cità di pianificazione, di progettazione,di risposte concrete, di investimentistrutturali e non straordinari elargiti apioggia».Al momento però, in tal senso, dalnuovo governo non arrivano segnali,nemmeno i consueti proclami. «È undato preoccupante - ribadisce il presi-dente degli architetti -. L'assenza diquesti temi dal programma, il Contrat-to di programma, con il quale l'esecuti-vo si è presentato alle Camere. Ciono-nostante dal nuovo governo ci aspettia-mo un ripensamento, una svolta, peraf-frontare al meglio la competizione, inatto da tempo, tra le città europee chesono in grado di offrire alta qualità dellavita e opportunità di lavoro, e di attiraresoprattutto i giovani. A vincere questacompetizione saranno quelle città chesapranno riportare le persone al centrodel progetto di rigenerazione urbana».L'obiettivo centrale del Congresso (peril quale è stato scelto il titolo nazionale«Abitare il Paese. Città e Territori delFuturo Prossimo») è quello di innesca-re e alimentare con un dibattito appro-fondito su architettura, territori e città,attraverso una discussione pubblica.
positivo e consapevole. «In un quadroprolungato di incertezza politica - av-verte Cappochin - la questione urbanarischia di non trovare, ancora una volta,nell'agenda politica nazionale il postoche le spetta. Le scelte politico-strategi-che inerenti l'architettura e il paesaggiointervengono nello sviluppo del Paesein termini di sostenibilità ambientale,economica, sociale, culturale. Ma inter-vengono anche a contrastare modifica-zioni climatiche, a favorire la risoluzio-ne di disagi sociali, a sviluppare econo-mie competitive per un miglioramentogenerale del livello sociale e umano».Ed ecco quindi l'appello finale scaturi-
to dal congresso nazionale. «Alla lucedelle trasformazioni ambientali e so-ciali in atto - ha proseguito - è neces-sario che il nostro Paese si doti final-mente di una legge organica che trattispecificatamente la materia, ricono-scendo l'architettura e il paesaggio co-me patrimonio comune di interessepubblico individuando linee politichedi indirizzo, valorizzazione, promozio-ne, diffusione e miglioramento dell'ar-chitettura e dell'educazione alla culturaarchitettonica, anche prevedendo con-crete azioni di trasformazione dellospazio naturale antropizzato».
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L'Agenda 2030 pone scadenze e pro-gettualità senza i quali il nostro Paeserischia un ulteriore gap rispetto agli al-tri membri dell'Unione europea in ter-mini di sostenibilità. «L'talia - conti-nua Cappochin - ha bisogno di unapolitica pubblica perle città per supera-re l'inadeguatezza della strumentazio-ne urbanistica vigente, il crescente pesodella rendita nell'economia urbana e lapiù grave crisi del dopoguerra del mer-cato immobiliare: ecco perché il gover-no delle città deve diventare oggettoprioritario delle politiche pubbliche edel dibattito politico culturale perché
Gli architetti si propongono come fi-gura professionale in grado di svolgereun'azione propulsiva di crescita per ilPaese. La categoria vuole accendere unfaro su una nuova domanda di architet-tura, intesa come richiesta di cultura,qualità, trasparenza e legalità finalizza-ta ad abitare il Paese in senso ampio,
Architetti Pagina 14
Modalità di esercizio della professioneDistribuzione per titolo e area geografica (2016)
Iscrittisolo
all'Albo
Iscrittiall'Albo
con P. IVA
IscrittiInarcassa
(attivi)PensionatiContribut.
Totaleiscritti
Inarcassa
Architetti 53.283 12.543 84 .067 5.124 89.191
Nord 18.393 4.777 43.338 2.659 45.997
Centro 12.951 2.533 19.281 1 .478 20.759
Sud e isole 21.655 5.219 21.398 985 22.383
Estero 284 14 50 2 52
TOTALE 193.581 33.812 156.285 12.117 168.402
Distribuzione per classi di età (in %)2000 2016
40
35
30
25
20-
15-
10-
- 5-
Fino a 35-45 46-55 156-65 I Over Fino a 135-4535 anni anni anni anni 65 35 anni anniFONTE: Inarcassa
ProposteGiuseppe Cappochin,presidente dei Consiglionazionale degli architettiitaliani
Ingegneri
1146-55 156-65 OverIanni anni 65
L'Ego
Architetti
Architetti Pagina 15
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Pagina 4
Foglio 1 1 2
Daí nuovi termini dello spesometro al redditometro sospeso: le misure fiscali del dl
Split ndietropayment, si torna iCambiano le regole di fatturazione solo per professionisti
Pagina a curaDI ANDREA BONGI
S ospensione del reddi-tometro per i periodid'imposta 2016 e suc-cessivi. Eliminazione
del meccanismo della scissio-ne dei pagamenti (cosiddettosplit payment) per le presta-zioni di servizi soggette a rite-nuta d'acconto. Nuovi terminiper l'invio semestrale dellospesometro e possibilità direcupero dei benefici dell'ipe-rammortamento nell'ipotesidi cessione o delocalizzazio-ne degli investimenti. Sono,in estrema sintesi, le misuredi carattere fiscale contenutenel cosiddetto decreto digni-tà approvato lunedì scorsodall'esecutivo targato Giu-seppe Conte.
In linea generale si trattadi misure destinate ad avereuno scarso impatto, almenonell'immediato, sui contri-buenti italiani.
Split payment. Con lamodifica normativa intro-dotta dal decreto dignità si
eliminano gli effetti del dl50/2017 in materia di scissio-ne dei pagamenti nell'ipotesidi prestazioni assoggettate aritenuta d'acconto. Tutte lefatture che soggiacciono cioèa una trattenuta a titolo di ri-tenuta alla fonte, in generalequelle relative alle prestazio-ni professionali, non sarannopiù oggetto di split paymentcon l'obbligo del committentedi corrispondere l'Iva espostain fattura.
Tale modifica dovrebbe en-trare in vigore con la pubbli-cazione in Gazzetta Ufficialedel decreto con la conseguentemodifica delle regole di fattu-razione di tali prestazioni incorso d'anno. Il condizionale èin questo caso d'obbligo perchéper tale disposizione potreb-bero rivelarsi fatali i lavoridi conversione in aula del de-creto, viste le perplessità sol-levate dalla ragioneria delloStato sulle minori entrateche l'eliminazione dello splitai professionisti comportereb-be (circa 70 min annui).
Recupero iperammorta-menti. Strettamente correla-ta alle disposizioni che intro-
Le misure fiscali
ducono limitazioni ai beneficiper le imprese che delocalizza-no (Si veda altro servizio a pa-gina 2, ndr), il decreto dignitàprevede la possibilità di revo-ca dei benefici fiscali dell'ipe-rammortamento nell'ipotesiin cui l'impresa ceda a titolooneroso o destini all'estero ibeni oggetto dell'investimen-to agevolato.
Allo stesso tempo si dispo-ne che per poter beneficiaredell'iperammortamento (mag-giorazione del 150 o del 40%dell'investimento) è necessa-rio che fin dall'origine i beniagevolabili siano destinati astrutture produttive situatenel territorio dello Stato ita-liano.
La norma stabilisce per-tanto che, con decorrenzadalla data di entrata in vigo-re del decreto dignità, in casodi cessione a titolo oneroso odi delocalizzazione all'esterodei beni per i quali si è fruitodell'agevolazione, l'impresa ètenuta a restituire, attraversouna variazione in aumento delreddito imponibile, i beneficifiscali applicati nei periodi
Possibilità di invio dati dei terzo trimestre 2018 entro il 28febbraio 2019
Spesometro Precisati i termini per invio semestrale: 30 settembre 2018per il primo semestre e 28 febbraio 2019 per il secondosemestre
II decreto ministeriale che fissa gli elementi indicativi di ca-pacità contributiva dovrà essere emesso dopo aver sentito
Redditometro l'Istat e le associazioni dei consumatori.Abrogato il dm 25/09/2015. Accertamenti sospesi dal 2016in avanti in attesa dei nuovo decreto
Split payment
Si ritorna al passato con l'abolizione del meccanismo dellascissione dei pagamenti sui compensi per prestazioni diservizi assoggettati alla ritenuta alla fonte a titolo di impo-sta sul reddito
Si precisa che l'iperammortamento spetta solo a condizioneche i beni agevolabili siano destinati a strutture produttive
Recupero situate in Italia.iperammorta - Se durante il periodo di iperammortamento i beni sono
menti ceduti o destinati a strutture estere si prevede il recuperodei benefici con variazione in aumento della dichiarazionedei redditi
d'imposta precedenti.Restano esclusi da questo
meccanismo di recapture gliinvestimenti sostitutivi effet-tuati dalle imprese ai sensidell'articolo 1, commi 35 e 36,della legge n.205 del 2017.
Spesometro . L;interventodel decreto dignità in materiadi nuovo spesometro si limitainvece a individuare con pre-cisione le date di scadenza deiprossimi invii telematici.
Nello specifico con riferi-mento alle comunicazioni deidati delle fatture relative alterzo trimestre 2018, il comma1 dell'articolo 10 del decretodignità prevede che gli stessipossono essere trasmessi tele-maticamente all'Agenzia del-le entrate entro il 28 febbraio2019, anziché entro il secondomese successivo al trimestre.
Il secondo comma della stes-sa disposizione normativa in-terviene invece per chiarireche, per coloro che optino perl'invio a cadenza semestrale,i termini sono fissati rispetti-vamente al 30 settembre delmedesimo anno per il primosemestre e al 28 febbraiodell'anno successivo per ilsecondo semestre.
Splitpayment, si torna indietro
Ritaglio stampa ad uso esclusivo dei destinatario, non riproducibile.
Split payment Pagina 16
.aiiav99is Pagina 4
Foglio 2 1 2
Accertamenti sintetici , il 2015 è spartiacque per applicare le novitàCon il decreto dignità un reddi-tometro a doppia velocità. L'in-tervento sull 'articolo 38 del dpr600/73 introduce infatti un veroe proprio «doppio binario » per gliaccertamenti sintetici.Il primo binario è costituitodall 'utilizzo del redditometro pergli accertamenti fino al periodod'imposta in corso al 31 dicembre2015 , per il quale continuerannoad applicarsi , per intero , le dispo-sizioni dell 'articolo 38 del citatodpr 600/73.Il secondo binario è invece costitu-ito dalle annualità successive perle quali invece il decreto dignitàintroduce significative novità.In primo luogo per gli accertamen-ti relativi al periodo d'imposta2016 e successivi , viene previstal'abolizione del decreto ministe-riale del 16 settembre 2015 cheaveva stabilito gli elementi indi-cativi di capacità contributiva ne-cessari per procedere alla verificadei redditi dichiarati.Tale decreto dovrà essere sostitu-ito da altro provvedimento di parirango normativo che dovrà essereperò emanato soltanto dopo aversentito l 'Istat e le associazionimaggiormente rappresentativedei consumatori , per gli aspettiriguardanti la metodica di rico-struzione induttiva del redditocomplessivo in base alla capacitàdi spesa e alla propensione al ri-sparmio dei contribuenti.In attesa del nuovo decreto mini-
steriale gli accertamenti da red-ditometro relativi all'anno 2016 esuccessivi resteranno ovviamentein stand by.Secondo la relazione di accom-pagnamento del decreto dignità,lo scopo di una tale previsione èquello di aggiornare lo strumentodi accertamento del reddito dellepersone fisiche previsto dall'art.38, comma quinto , del dpr 29 set-tembre 1973, n. 600 (cosiddettoredditometro) e riorientarlo mag-giormente in chiave di contrastoall'evasione fiscale derivantedall 'economia non osservata.In attesa del decreto ministerialeche fisserà i nuovi elementi indi-cativi di capacità contributiva ildecreto dignità si preoccupa disalvaguardare gli effetti degli ac-certamenti e dei procedimenti incorso alla data di sua entrata invigore.Nello specifico si prevede infattiche restano salvi gli inviti per for-nire dati e notizie rilevanti ai finidell 'accertamento e gli atti pre-visti dall 'art. 38, comma settimo,del decreto del presidente dellarepubblica 29 settembre 1973, n.600 per gli anni di imposta fino al31 dicembre 2015.A stretto rigore normativo si do-vrebbe dunque ritenere che unavolta entrato in vigore il decretodignità , ovvero dal giorno succes-sivo alla sua pubblicazione in Gaz-zetta Ufficiale, eventuali richiestedi dati e notizie relative al perio-
do d'imposta 2016 o 2017, anchese già notificate al contribuente,dovrebbe essere considerate comenon avvenute e prive di effetto al-cuno.La norma dispone altresì che, inogni caso , non si applica agli attigià notificati e non si fa luogo alrimborso delle somme già paga-te.Difficile capire quale sarà il rea-le impatto sul redditometro dellenuove modalità di determinazionedegli elementi indicativi di capaci-tà contributiva. Sicuramente gra-zie ai dati forniti dall 'istituto na-zionale di statistica e al confrontocon le associazioni dei consumato-ri il ministero dell'economia avràmaggiori informazioni ed elementiutili al fine dell 'individuazione diquelli che sono gli elementi indi-cativi di capacità contributiva piùsensibili.Restano comunque due problemiaperti . Il primo riguarda la tempi-stica con la quale il nuovo decretoverrà emanato . Più tempo passe-rà, più il redditometro resterà instand by, per lo meno per gli anni2016 e successivi.Il secondo problema riguarderà in-vece la possibilità che gli accerta-menti da redditometro relativi alleannualità 2015 e precedenti pos-sano essere comunque influenzatedalle novità contenute nel nuovodecreto ministeriale da emetteresecondo le modalità previste daldecreto dignità.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo dei destinatario, non riproducibile.
Split payment Pagina 17
I I L CAS01
Architetti, artisti, psicologi: il bando per le peiferieA rchitetti, paesaggisti, designer, artisti, regi-
sti, film-maker, fotografi, musicisti, perfor-mer, scrittori, psicologi, sociologi, antropologi: c'ètempo fino al 16 luglio prossimo per registrarsi sulsito http://www.aap.beniculturali.it/creativeli-ving_lab/. Tutti questi soggetti sono i destinatari delprogetto voluto dalla Direzione Generale Arte e Archi-tettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP).Il bando si chiama "Creative living lab. Qualità, creati-vità, condivisione". L'iniziativa è volta alla rigenera-zione urbana condivisa di luoghi periferici, per la rea-
lizzazione di progetti innovativi di qualità in ambitoculturale e creativo, orientati alla rigenerazione e allatrasformazione di spazi interstiziali, aree o edifici ab-bandonati o dismessi e zone di verde non curate. Ilbando è rivolto a soggetti pubblici e privati che opera-no in campo culturale con il coinvolgimento di stake-holder attivi sul territorio e mira alla creazione di azio-ni in partecipazione, perle varie comunità, elaborateappunto grazie all'apporto multidisciplinare dei sog-getti destinatari dell'iniziativa. (a.b.)
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Architetti Pagina 18
Una startupche punta sullemappe mentali
G li avvocati? Proviamo a vederlicome imprenditori. Che seguo-
no non solo i codici, ma un sistemadi tempi e metodi orientato all'effi-cienza (etica e passione dovrebberogià essere contemplati).La piccola grande rivoluzione di una
delle professioni storiche arriva daun gruppo di legali, commercialisti,consulenti del lavoro torinesi, riuni-tisi in forma societaria seguendo ilmodello delle law firm americane.La loro Athena Law è un'azienda apieno titolo, strutturata per diparti-menti, con un potenziale umano edeconomico da sviluppare e un ma-nagement delle risorse umane che
GiovaniStefano Faraoni,fondatore diAthena Law, unostudio innovativocon pianiinternazionalidove lavoranoquindici professionisti
cambia faccia alla professione cosìcome è vista tradizionalmente. An-che perché ad Athena i giovani pro-fessionisti, che ora sono una quindi-cina, hanno seguito la strada traccia-ta da Stefano Faraoni, figlio dell'exquestore di Torino, arrivato all'avvo-catura maturando esperienze in am-bito penale, assicurativo, contrat-tualistico e di diritto dello sport pri-ma di giungere alla conclusione cheil «rapporto umano negli studi legalifosse inesistente» e che «nessunobasava l'attività su un'organizzazio-ne efficiente». L'embrione di Athenanasce lì. Con clienti condivisi nel ri-spetto delle competenze e un siste-ma di apprendimento, di lettura e diarchiviazione delle informazioni cheutilizza le mappe mentali. Così i gio-vani avvocati e commercialisti di To-rino hanno una partnership a Lon-dra e aperto un desk a Dublino. Estanno pensando in grande, ad unnetwork internazionale.
Monica Camozzi
IAV IiSIIRI Sl lIF.CII-I1PER FAR RIPARTIRE L'ITALIA
Avvocati Pagina 19
Tre progetti a confronto
I destinatari
Le attivitàfinanziate
I requisiti
La dote
La tipologia
La domanda
CALABRIA
«Ideazione»
Oltre alle Pmi, anche i liberiprofessionisti
Servizi di supporto perlavalutazione del fabbisogno edei potenziale innovativo:audit tecnologico per identi-ficare e analizzare le esigen-ze di innovazione; deskanalysis per indirizzare ipercorsi di innovazione edeffetturare l'analisi brevet-tuale; scouting di tecnologie,di competenze tecnico-scientifiche e di partnerindustriali
Per i professionisti noncostituiti in società iscritte alRegistro delle impreseoccorre essere titolari dipartita Iva ed essere inregola con i contributi alleCasse di previdenza
La dotazione complessiva avalere su fondi Fesr-Fse2014-2020 è di 5oomila eu ro
Gli aiuti sono concessi aisensi del regolamento Ue1407/2013 «de minimis» ederogati sotto forma di servizi.Per ciascun beneficiario iservizi erogati dovrannocorrispondere a un'agevola-zione massima di 15mila euro
Le domande di accessodevono essere sottoscrittee inviate in formato pdf,allegando un documento divalidità, via Pec a [email protected]. Una voltaricevute verranno sottopo-ste a una verificadi ammissibilità
PIEMONTE
Sostegnoall'innovazione
Il bando è destinato allemicro e Pmi. Possono parte-cipare anche liberi professio-nisti in possesso dei requisiti
Investimenti per l'acquistodi macchinari e attrezzature,acquisto di software stru-mentali, servizi di consulen-za, acquisto di licenze,brevetti, know how stru-mentali al processodi innovazione
Possono partecipare, oltre allemicro, piccole e medie impre-se, studi più strutturati del-l'area tecnica e scientifica eiscritti al Registrodelle impre-se. L'ammontare minimo dii nvestimento è di Somi la euro
La dotazione complessiva èdi 60 milioni di euro attra-verso il Fondo rotativo difinanza agevolata, il cosid-detto Fondo Pmi
L'agevolazione consiste nellaconcessione di un prestito (i nparte con fondi Por Fesr atasso zero e in parte con fondibancari) a copertura del 100%delle spese di investimentoammesse, Ivaesclusa, resti-tuibile in ratetrimestrali
Le domande devono essereinviate via internet com pi lan-do il modulo reperibile sul sitowww.sistemapiemonte.it nellasezione "Attività economico eproduttive". Entro 5 giorni il filedeve essere inviato via Pec [email protected]
VALLE D'AOSTA
«Start the valleyu p>>
Oltre alle nuove impreseinnovative, anche i liberiprofessionisti
Gli aiuti sostengono larealizzazione di un piano disviluppo dell'impresa da unoa due anni e non inferiore a5omila euro. Questo pianodeve rispettare una serie direquisiti e deve avere adoggetto anche l'acquisizionedi consulenze specialistichee almeno uno tra i seguentiinvestimenti: impianti eattrezzature, brevetti elicenze, know-how e cono-scenze tecniche
Iscrizione all'Albo se richiesto,operativitàdanon meno di 6mesi e da non più di 5anni;attività esclusiva o prevalentericerca, sviluppo, produzioneecommercializzazione diprodotti oservizi innovativi
La dotazione complessiva èdi un milione di euroavaleresui fondi Fesr 2014-2020
Contributi afondo perdutofino al 65% delle spese perlarealizzazione dei piano disviluppo con un limite mas-simo di 15omila euro
il bandoèasportelloeiltermi-ne ultimo è il 3ldicembre2020. Le domande vannopresentate online sul sistemainformativo Sispreg 2014,accessibile al l'indirizzowww.regione.vda.it/europa/S I S P R EG 2014/d e fau l t_ i. as px
Finanziamenti alle imprese Pagina 20
ICT Pagina 21
L'evoluzione degli studi . Le Regioni accompagnano il cambiamentoNon solo prestiti, ma anche audit strategico e sostegno a piani di sviluppo
Tecnologie, brevetti e servizi:così l'innovazione trova fondi
Chiara BussiFlavia Landolfi
è chi punta su-gli aiuti perl'acquisto di at-trezzature,sof-tware e assi-stenza tecnolo-
gica. Chi finanzia parte di un pia-no di sviluppo o effettua un vero eproprio check-up a tutto tondodelle potenzialità tecnologiche.Per tutti il filo rosso è il sostegnoall'innovazione. Se è questa lachiave di volta per migliorare ilfatturato e la redditività, da Norda Sud le Regioni si attivano perio-dicamente mettendo in campostrumenti per accompagnare, ol-tre alle Pmi, anche i professionistie gli studi nel salto di qualità.
Il Sole 24 Ore ha selezionato trebandi a sportello aperti in Valled'Aosta, Piemonte e Calabria, cofi-nanziati con i fondi europei 2014-2020 (Fesr o Fse), con finalità e ca-ratteristiche diverse a secondadella Regione.
Con il bando «Ideazione» la Ca-labria offre un sostegno a tre facce.Il professionista o lo studio che su-perano la fase di selezione posso-no infatti ottenere un audit tecno-logico per identificare le opportu-nità di sviluppo tecnologico. Nonsolo. Possono inoltre contare suanalisi di mercato e brevettuali permonitorare tecnologie di partico-lare interesse o su ricerche per in-dividuare possibili partner con cuicondividere un progetto innovati-vo. L'istruttoria si concluderà en-
61,5MILIONI DI EUROÈ il tesorettomesso in campoda Piemonte,Valle d'Aostae Calabriaper il sostegnoall'innovazione
tro 6o giorni dalla data di presen-tazione della domanda.
Una volta superata la verifica diammissibilità con il controllo ditutti i requisiti necessari (si veda lascheda a fianco) i professionisti (ole imprese) saranno contattati dalsoggetto gestore Fincalabra peruna visita presso la loro sede. Aquel punto una commissione pro-cederà alla valutazione delle pro-poste attraverso precisi criteri.
Il punteggio massimo è di loopunti. Saranno ammesse all'ero-gazione dei servizi le domandecon una valutazione uguale o su-periore a 6o. A fare premio saran-no le innovazioni radicali con unalto grado di originalità e com-plessità progettuale, l'impatto sul-le quote di mercato, il coinvolgi-mento di figure qualificate, le ini-ziative che prevedono di ridurre lericadute sull'ambiente.
Studiprofessionali.
I tre bandi sono
«a sportello»:
non c'è limite
per presentare
le domande
e la valutazione
è immediata
MARKA
La Valle d'Aosta finanzia pianidi sviluppo da almeno Somila curoda uno a due anni di carattere tec-nologico e innovativo con contri-buti a fondo perduto fino al 65%delle spese per realizzarli. Posso-no partecipare al bando nuove im-prese innovative, ma anche liberiprofessionisti che devono però ri-spettare una serie di requisiti.
In primo luogo devono essereoperativi da non meno di sei mesie non più di 5 anni e avere comeattività esclusiva o prevalente laricerca, lo sviluppo, la produzio-ne e la commercializzazione diprodotti o servizi innovativi. I co-sti di ricerca e sviluppo devonoinoltre rappresentare almeno illo% del totale di esercizio nei treanni che precedono la concessio-ne dell'aiuto. Nel caso di un'atti-vità appena avviata senza dati fi-nanziari precedenti occorre lacertificazione di un revisore deiconti esterno con almeno 8 annidi esperienza in gestione di startup o 5 in gestione di incubatori oacceleratori di impresa.
Infine il Piemonte: qui si con-cedono prestiti a sostegno di in-vestimenti di almeno Somila curoper l'innovazione, la sostenibilitàambientale, l'efficienza energeti-ca e la sicurezza nei luoghi di la-voro. Accanto alle micro, piccolee medie imprese possono parteci-pare anche gli studi scientifici etecnici più strutturati purché ri-spettino una serie di requisiti, trai quali l'iscrizione al Registro del-le imprese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Innovazione Pagina 22
Tre progetti a confronto
I destinatari
Le attivitàfinanziate
I requisiti
La dote
La tipologia
La domanda
CALABRIA
«Ideazione»
Oltre alle Pmi, anche i liberiprofessionisti
Servizi di supporto perlavalutazione del fabbisogno edel potenziale innovativo:audit tecnologico per identi-ficare e analizzare le esigen-ze di innovazione; deskanalysis per indirizzare ipercorsi di innovazione edeffetturare l'analisi brevet-tuale; scouting di tecnologie,di competenze tecnico-scientifiche e di partnerindustriali
Peri professionisti noncostituiti in società iscritte alRegistro delle impreseoccorre essere titolari dipartita Iva ed essere inregola con i contributi alleCasse di previdenza
La dotazione complessiva avalere su fondi Fesr-Fse2014-2020 è di 5oomila euro
Gli aiuti sono concessi aisensi del regolamento Ue1407/2013 «de minimis» ederogati sotto forma di servizi.Per ciascun beneficiario iservizi erogati dovrannocorrispondere a un'agevola-zione massima di 15milaeuro
Le domande di accessodevono essere sottoscrittee inviate in formato pdf,allegando un documento divalidità, via Pec a [email protected]. Una voltaricevute verranno sottopo-ste a una verificadi ammissibilità
PIEMONTE
Sostegnoall'innovazione
Il bando è destinato allemicro e Pmi. Possono parte-cipare anche liberi professio-nisti in possesso dei requisiti
Investimenti per l'acquistodi macchinari e attrezzature,acquisto di software stru-mentali, servizi di consulen-za, acquisto di licenze,brevetti, know howstru-mentali al processodi innovazione
Possono partecipare, oltre allemicro, piccole e medie impre-se, studi più strutturati del-l'areatecnica e scientifica eiscritti al Registrodelle impre-se. L'ammontare minimo diinvestimento è di 5omilaeuro
La dotazione complessiva èdi 60 milioni di euro attra-verso il Fondo rotativo difinanza agevolata, il cosid-detto Fondo Pmi
L'agevolazione consiste nellaconcessione di un prestito (inparte con fondi Por Fesratasso zero e in parte con fondibancari) a copertu ra del 1oo%delle spese di investimentoammesse, Iva escl usa, resti-tuibile in rate tri mestral i
Le domande devono essereinviate via internetcompilan-do il modulo reperibile sul sitowww.sistemapiemonte.it nellasezione "Attività economico eproduttive". Entro5giorni ilfiledeve essere inviato via Pec [email protected]
VALLE D'AOSTA
«Start the val leyu p>>
Oltre alle nuove impreseinnovative, anche i liberiprofessionisti
Gli aiuti sostengono larealizzazione di un piano disviluppo dell'impresa da unoa due anni e non inferiore a5omila euro. Questo pianodeve rispettare una serie direquisiti e deve avere adoggetto anche l'acquisizionedi consulenze specialistichee almeno uno tra i seguentiinvestimenti: impianti eattrezzature, brevetti elicenze, know-how e cono-scenze tecniche
Iscrizione all'Albose richiesto,operatività da non meno di 6mesi e da non più di 5 anni;attività esclusiva o prevalentericerca, sviluppo, produzione ecommercializzazione diprodotti oservizi innovativi
La dotazione complessiva èdi un milione di euro avaleresui fondi Fesr 2014-2020
Contributi afondo perdutofino al 65% delle spese perlarealizzazione dei piano disviluppo con un limite mas-simo di 15omilaeuro
il bando èasportello e il termi-ne ultimo è il 31 dicembre2020. Le domande vannopresentate online sul sistemainformativo Sispreg 2014,accessibile all'indirizzowww.regione.vda.it/europa/S IS P R EG2o14/defau lt_i.aspx
Innovazione Pagina 23
DOCENTI A TEMPO DEFINITO
Più professionistiin cattedra,il primato del diritto
È ordinario, appartiene all'area delle scienzegiuridiche, insegna procedura civile o dirittoamministrativo: ecco l'identikit del professionistaitaliano che lavora anche all'università. A fornirlo è unaltro capitolo del rapporto biennale Anvur. Stavoltainteramente dedicato al rapporto tra atenei e ordini.
Le pagine racchiudono e riassumonoun'analoga pubblicazione diffusa a dicembredalla stessa Agenzia di valutazionedell'Università e della ricerca. Nel provare acalcolare il peso che i professionisti hanno neiruoli accademici il documento si focalizza suirapporti a tempo definito. Che sono il 6,2% controil 93,8 del tempo pieno. La quota più ampia ditrova tra gli ordinari: il 7,4 cento (in aumentorispetto al 6,3 del 2010) contro il 5,3 degliassociati e il 6,4 dei ricercatori confermati.
Tra gli ambiti disciplinari a farla da padrone sono lescienze giuridiche. Qui più di un ordinario su tre vantaun rapporto a tempo definito. Nettamente distanziatele altre due piazze del podio dove si collocano scienzeeconomiche e statistiche (11,7%) e il gruppo ingegneriacivile e architettura (8,1%). Passando ai singoli settoriconcorsuali si assiste quasi a un monocolore di diritto.Con in testa processuale civile (67,9% degli ordinari atempo definito), seguito da amministrativo,commerciale, privato e processuale penale. Primadisciplina non giuridica economia aziendale, sestacon il 23,6 per cento.
-Eu. B.
Mercato del lavoro Pagina 24
Il big bang europeoper la protezione dei dati
Rush dell'ultima ora per designare la nuova figura del «data protection officer» (Dpo)Passato il d-day del 25 maggio, le adesioni hanno rallentato - Manca ancora il decreto
Corsa ai responsabili della privacyMetà uffici pubblici sono scoperti
Antonello Cherchi
atteggiamento italiano verso la privacyeuropea lo si può forse capiredall'andamento degli iscritti al registrodel responsabile della protezione deidati (Dpo) tenuto dal Garante. Agli inizidi luglio risultavano presenti
nell'archivio circa 35.300 di quei profili, oltre2lmila dei quali hanno inviato la comunicazioneall'Autorità a ridosso del d-day, ovvero quel 25maggio in cui in tutta la Ue sono diventateoperative le nuove regole sulla tutela delleinformazioni personali.
Oltre iimila Dpo si sono iscritti proprio il 25maggio, più di 7mila il giorno prima e 3mila circa il23 maggio. Prima e dopo quelle date l'andamentosubisce oscillazioni minime: poco più di 1.8ooincarichi comunicati al Garante tra il 18 e il 22maggio, quasi 7mila dal 26 maggio alo giugno, perpoi appiattirsi sulle circa 4.600 iscrizioni dal 5giugno agli inizi di luglio, quando si è iniziato aviaggiare a una media di poco più di 170 iscrizioni algiorno.
Si potrebbe pensare che la quiete dopo latempesta sia dovuta al fatto che ormai tutti i Dpo chedovevano registrasi presso il Garante lo hanno fatto.E invece non è così. Degli oltre 35mila «dataprotection officer» - la nuova figura prevista dalregolamento europeo 679 del 2o16 per una piùefficace tutela dei dati - che si sono iscritti nell'elencodell'Authority, circa la metà lavorano nel settoreprivato e gli altri nella pubblica amministrazione.Infatti, le nuove regole prevedono la presenza delDpo - che deve assicurare l'applicazione e il rispettodel regolamento e funzionare da tramite tra ilproprio datore di lavoro e il Garante - sia nell'ambitoaziendale sia in quello pubblico.
Ebbene, l'Autorità aveva stimato che dallapubblica amministrazione dovessero arrivare circa4omila comunicazioni di altrettanti Dpo,considerando che le piccole realtà possono ancheconsorziarsi. Dunque, lo scarto è sensibile:
sarebbero ancora senza data protection officer piùdella metà degli uffici pubblici. Più difficile fare unavalutazione della situazione nel privato, perché lepiccole e medie aziende, così come gli studiprofessionali di limitate dimensioni, non sonosottoposti all'obbligo. Anche se il Garante ha a suotempo affermato che la designazione del Dpo è,inquesti casi, comunque raccomandabile.
Pure di questo scenario darà probabilmenteconto la relazione che Antonello Soro, presidentedell'Autorità per la privacy, presenterà domani alParlamento, soffermandosi sull'attività svolta nel2017, ma non potendo non prendere inconsiderazione la grande novità della tutela dei datiin chiave europea. I125 maggio, come anche ilGarante ha più volte ripetuto, è stato solo un primopasso di un cammino lungo e articolato.L'impressione - almeno quella che si ha leggendo idati sulle iscrizioni del Dpo - è invece di una corsaaffannosa compiuta a ridosso della scadenza, comese tutto si fosse consumato in quei giorni. E questononostante il legislatore europeo avesse dato dueanni per prepararsi.
È anche vero che non tutti i meccanismi sonostati messi a punto per consentire una trasizioneserena. A cominciare, almeno per quanto ciriguarda, dal decreto che avrebbe dovutocoordinare la vecchia normativa nazionale sullaprivacy con quella europea. Il provvedimento haricevuto i pareri (con parecchie osservazioni) diCamera e Senato e ancora deve ritornare a PalazzoChigi per il via libera definitivo.
Un ritardo che si fa sentire anche sulle proceduredi tutela della riservatezza. Dal 25 maggio i ricorsidavanti al Garante non sono più possibili perchéincompatibili con il regolamento Ue. Resta lapossibilità del reclamo, sempre da proporreall'Autorità, o della causa davanti al giudice. Ildecreto atteso potrebbe chiarire meglio anchequesto aspetto, dato che il vecchio Codice dellaprivacy prevedeva tre forme di tutela davantiall'Authority: ricorso, reclamo e segnalazione.
@ RIPRODUZIONE RISERVATA
iyA,Ì
data protection officer Pagina 25
Un annodi ricorsi
I RICORSI PRESENTATI
AL GARANTE DELLA PRIVACY
In numero di unità. Dati 2017
Editori (anche televisivi) 1
Amm. pubb. e concessionari di pubblici servizi 44
Banche e società finanziarie 34
Datori di lavoro pubblici e privati 29
Marketing svolto da imprenditori privati 19
Fornitori telefonici e telematici 16
Strutture sanitarie pubbliche e private 13
Sistemi di informazioni creditizie 7
Compagnie di assicurazione 6
Liberi professionisti 6
Altro 6
Società di informazioni commerciali 5
Associazioni 4
Amministrazioni condominiali 3
Centrale rischi Banca d'Italia e trattamenti 3presso archivio Cai
TOTALE 276
LE DECISIONI PRESE SUI RICORSI
DAL GARANTE DELLA PRIVACY
In numero di unità. Dati 2017
Casi nei quali le richieste del ricorrente sono 47state soddisfatte nel corso del procedimento
Inammissibili 47
Infondati 30
Accolti parzialmente 28
Accolti 24
TOTALE 276
35.300I RESPONSABILI DEI DATISono i «data protection officer»(o Dpo; in italiano: responsabilidella protezione dei datio Rpd) iscritti nella banca dati del
Garante della privacy al 2 luglio
2018.1161,5%, pari a quasi 22mila
soggetti, sono stati iscritti "in zona
Cesarini" tra il 23 e il 25 maggio.
17.000I DPO NELLA PASono i «data protection officer»presenti a inizio luglio nellapubblica amministrazione.Una cifra ben al di sottodi quella prevista: il Garanteha, infatti, stimatoche dalla Pa debbano arrivare
circa 40Mila comunicazioni
* Centrale di allarme interbancaria Fonte: Garante della privacy
data protection officer Pagina 26
I notai: "Pil su dell' 1,5%se si sblocca la venditadei beni h donazione"
PARLA IL PRESIDENTE DELCONSIGLIO DEL NOTARIATO,SALVATORE LOMBARDO: "NEGLIULTIMI ANNI SONO CROLLATELE COMPRAVENDITE DI CASE, EANCORA OGGI NON C'È UNAVERA RIPRESA. PER NOI REDDITIGIÙ DEL 50%. CREATE 100 MILASRLS MA NON SEMPRE LASEMPLIFICAZIONE È IL MOTIVO"
Adriano BonafedeRoma
«C on la grande crisi,eravamo arrivati a
stipulare, cinque anni fa, il50 per cento di atti di com-pravendita di immobili.Nell'ultimo lustro abbiamorecuperato un po', ma me-no di quanto non si pensi. Ecertamente meno di quantonon lascino pensare alcunecifre che circolano sull'au-mento delle transazioni. Pernoi negli ultimi due anni lacrescita è stata in genere del2 per cento ma in alcunaaree d'Italia, soprattutto ilSud, siamo anche a -1/-2».Il presidente del Consigliodel Notariato, SalvatoreLombardo, fa un bilanciodegli ultimi dieci anni,2008-2018, sia per gli italianiche per la stessa categoria.
Sono stati dieci anni digrandi cambiamenti, no?
«Altroché. Gli italiani han-no concluso molti meno affa-ri sulla casa. Di conseguenzaè diminuito anche il numerodelle compravendite. Tutta-via il nostro lavoro non è mol-to diminuito ma sono au-mentate le complicazioni».
Perché?«Prima, in un'economia
che tirava, stipulare gli atti,magari aggiungendovi il mu-tuo, era relativamente sempli-ce. Oggi siamo di fronte a unaserie di controlli aggiuntivi:troviamo un sacco di pignora-menti. Inoltre negli ultimi cin-que anni si sono ristrette lemaglie dell'antiriciclaggio edell'anticorruzione, che ci co-stringono a tenere gli occhi più aperti».
Vuoi dire che quando l'economianon va bene aumentano le transazio-ni sospette?
«Sì, certo, è così. E noi notai siamo inprima fila nella segnalazione alle autori-tà (l'85% delle segnalazioni dei profes-sionisti arriva da notai, ndr).
Come le banche?«Più delle banche se consideriamo
l'efficacia delle nostre segnalazioni. Que-ste ultime inviano le segnalazioni in ba-se a dei precisi algoritmi, ad esempioprelievi frequenti oltre una certa soglia otrasferimenti all'estero o dall'estero. Pernoi la segnalazione avviene quando no-tiamo che qualcosa non va. Lo scarto trasegnalazioni ed effettive anomalie pernoi notai è molto più basso».
In che casi riscontrate anomalie?«Stiamo particolarmente attenti
quando si fanno transazioni dall'estero,che sono aumentate: dobbiamo verifica-re da dove arrivano i soldi».
Le famiglie, con le compravenditeimmobiliari, costituiscono ancor oggiil grosso del vostro lavoro . Ma cosa èsuccesso in questi anni con le società?
«Abbiamo costituito oltre130.000 società a responsabili-tà limitata semplificate (srls)».
Sono tante , quindi questostrumento funziona?
In parte. Forse si dovreb-be capire se siano state fattecon l'intento di semplificareo con altri intenti».
Voi effettuate segnalazioni anchesu queste cose?
«Sì, quando abbiamo dei dubbi».C'è una proposta della Commissio-
ne europea dell'aprile scorso per po-ter stipulare gli atti digitali a distanzasembra senza la presenza del notaio:si tratta di una minaccia per la vostrasopravvivenza?
«Ma no! Qualcuno ha letto male lanorma. Si vuole soltanto rendere possi-bile la stipula a distanza ma il notaio ser-ve ed è previsto: non dimentichiamoche su 22 paesi su 28 dell'Unione euro-pea esiste il sistema del notariato latino.Si figuri, noi siamo contenti, con la no-stra società informatica Notartel, all'a-vanguardia tecnologica siamo già pron-ti. Anzi vorrei far notare che in questa so-
cietà tecnologica, i notai arri-vano prima degli altri. La so-cietà italiana è cambiata e pre-tende maggiore velocità, noipossiamo garantirla».
Avete una società che sioccupa di blockchain: que-sta tecnologia si può già uti-
lizzare?«Le dico subito di no. Siamo al lavoro
con dei prototipi di Notarchain proprioper studiare la blockchain, e riteniamoche alcune cose si possano già fare».
Ad esempio?«Ad esempio un Albo unico dell'iden-
tità elettronica dei professionisti italiani.Ma la blockchain può essere utile ancheper la trasmissione di copie di atti conformula esecutiva alle banche».
Come vede il futuro dei notai?«Vedo un futuro dove la categoria sa-
rà in grado di garantire transazioni piùveloci ma senza mai rinunciare alla si-curezza. E questo è possibile conti-nuando a effettuare investimenti in tec-nologia. E ci sono anche dei riconosci-menti internazionali che stiamo andan-do nella giusta direzione».
Notai Pagina 27
Quali?«Nella classifica "Doing business", in
particolare per il segmento "creare im-prese" e per quello del "registro immobi-liare", l'Italia ha guadagnato negli ultimianni 40 posizioni. Sono venuti da noirappresentanti della Banca Mondialeper vedere come funzionano i nostri si-stemi. E spesso ospitiamo delegazioniinternazionali essendo diventati un pun-to di riferimento mondiale».
Voi lavorate con la pubblica ammi-nistrazione, di cui vedete i molti limiti.Avete delle proposte per semplificarela burocrazia?
«Abbiamo sempre dato la nostra di-sponibilità al ministero della Giusti-zia. Ad esempio abbiamo fatto la pro-posta per sbloccare la vendita di beniprovenienti da donazioni. Come si saoggi molte compravendite sono bloc-cate per la paura che un erede impu-gni l'atto di vendita».
E voi cosa proponete?«Bisognerebbe trasformare la legit-
tima in un diritto di credito, lasciandosalvo l'atto di vendita. Abbiamo calco-lato che sbloccando questi beni il Pilpotrebbe crescere dell'1,5 per cento.Ogni anno, infatti, ci sono ben 139 mi-la donazioni di immobili. Abbiamo an-che altre proposte: ad esempio quelladi creare e gestire un Registro naziona-le dei testamenti biologici, che oggi onon esiste o sono sparsi fra vari regio-ni ed enti. Infine, abbiamo propostodi poterci attivare per creare un Certifi-cato successorio interno che dia cer-tezze su questo tema, dove gli entipubblici non possono darne».
Quanto guadagnate ? E avete persoqualcosa rispetto agli anni d'oro?
«La media nazionale è attorno ai 200mila euro, rispetto al 2006-2007 abbia-mo perso circa il 50 per cento. Inoltre,questa è una media. Il 70 per cento deinotai guadagna tra 60 e 70 mila euro».
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II presidentedei Consigliodei Notariato,SalvatoreLombardo
II modello di notariato italiano , di tipo latino(civil law notaries ), è presente in 87 Paesi delmondo e in 22 su 28 Paesi europei, e copre oltreil 60 per cento della popolazione mondiale.
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NOTAI PER ANZIANITÀ DI SERVIZIO
TOTALEUOMINI
1.728
POSTI DI NOTAIO BANDITI DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA500
350
300 300
230250
200 200 200 200 200
150
'00 '02 '04 '06 '06 '09 '10 '11 '13 '14 '16 '17
ILA SCHEDAI
Ogni tre anni si rinnova il consiglioIl Consiglio Nazionale del Notariato è l'organo di rappresentanzapolitica della categoria. È composto da venti notai,
scelti liberamente - con il solo limite del non superamentodi due mandati consecutivi - da tutti i notai in eserciziocon elezioni che si svolgono ogni tre anni.Con le stesse modalità vengono eletti i tre componentidel Collegio dei Revisori dei Conti . I venti consiglieri elettinominano dopo l'insediamento il presidente , il vice
presidente , il segretario ed il comitato esecutivo.
Notai Pagina 28
D Sole28
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Foglio
IL SERVIZIO
Giurisprudenza di meritoda oggi di nuovo online
Riprende oggi, dopo un o stop di quattro mesi, il serviziodella giurisprudenza di merito raggiungibile attraversoil portale dei servizi telematici del ministero della Giu-stizia. L'accesso all'archivio era stato inibito agli avvoca-ti a partire dal 9 marzo, coinvolgendo dapprima i distret-ti di Corte di appello di Milano e Napoli e poi tutti gli altri.
Le motivazioni, che il ministero aveva affidato a unanota diffusa a inizio marzo, parlavano di inter-venti di manutenzione sui sistemi informatici,finalizzati al loro miglioramento.
Gli avvocati pensavano si sarebbe tratta-to di un blocco di qualche giorno, perché il
ministero aveva fatto sapere che il 12 marzoil servizio sarebbe stato ripristinato a Milano e
Napoli ed entro il 26 del mese nel resto degli ufficigiudiziari. Invece, il fermo è durato bendi più, conprese di posizione da parte degli Ordini forensi, acominciare da quello di Milano (si veda Il Sole 24Ore del 28 maggio).
La situazione ha anche prodotto un ricorso al Tar delLazio da parte di alcuni avvocati, che invano avevanotentato di ottenere dal ministero maggiori informazionisulla data della ripresa del servizio. Ora, invece, è ufficia-le: da oggi si riparte. -Antonello Cherchi
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Professioni Pagina 29
La svolta hi tech. I professionisti «virtuosi» migliorano il fatturato in modo netto rispetto a quelli tradizionaliPiù clienti per consulenti del lavoro (i6o%), avvocati (1o5%), multidisciplinari (73%) e commercialisti (44%)
Lo studio mette il turbo digitale5 regole d'oro per la transizione
Enrico Netti
"I
Esoprattutto questione dimetodo decidere di "ab-bracciare" con convinzionele piattaforme digitali, inve-stire in nuove soluzioni, ri-pensare procedure, prassi e
modalità di lavoro. Se serve, anche "co-piando" in piccolo le esperienze deigrandi studi. E non solo per dire addioai faldoni pieni di carte. Infatti, per tuttii professionisti questo percorso puòaprire le porte a miglioramenti di effi-cienza e produttività, e soprattutto auna crescita di clienti, fatturato e di-mensioni dello studio.
Emerge in modo netto un gap di ri-sultati tra chi ha già iniziato apercor-rere le vie dell'innovazione digitale echi, invece, segue ancora l'imposta-zione tradizionale. Nella definizionedi «studio virtuoso» rientrano leesperienze che - secondo il «Maturity
Tra i primi passil'integrazionecon fornitoridi servizie altri studi
«I piccoli studi possono trovare nel-le piattaforme digitaliunnuovo alleatoper migliorare l'efficienza dei processilavorativi interni, aumentare la pro-duttività e, di conseguenza, iricavi e lamarginalità- sottolinea Elisa Santor-sola, co-direttore dell'OsservatoriodelPolitecnico diMilano-. Devono svilup-pare integrazioni digitali con fornitoridi servizi e altri studi che dispongonodi strutture informatiche collaborati-ve, per minimizzare gli investimenti ininfrastrutture informatiche ed erogarenuovi servizi alla clientela».
Quale strada deve imboccare ilprofessionista che vuole iniziale ilprocesso di upgrade della propria at-tività? Le tappe principali del percorsoevolutivo, suggerite da Claudio Rora-to, direttore dell'Osservatorio del Po-liMi, sono riportate nelle cinque sche-de in questa pagina. Il primo passoprevede un piano strategico per lariorganizzazione in cui devono esserecoinvolti clienti e collaboratori nelladefinizione di quello che sarà il nuovoambiente di lavoro all'insegna dellacollaborazione. Per finire, c'è la for-mulazione dei nuovi servizi che lostudio offrirà ai clienti.
Il percorso può consentire allo stu-dio di effettuare un importante saltoqualitativo, i cui effetti si riverberanosoprattutto sul fatturato (si vedano igrafici alato). Il professionistavirtuo-
model» delineato dall'Osservatorioprofessionisti & innovazione digitaledel Politecnico di Milano - sono piùavanti nel percorso di digitalizzazio-ne. Con una gestione delle informa-zioni «data driven». Con un ambientee una infrastruttura di lavoro aperti eadatti allo smartworking. Con un mo-dello di business orientato al mercatoe non più visto solo in funzione di ob-blighi di legge - come, per esempio, lafatturazione elettronica o il processotelematico -, ma capace di offrire, at-traverso questi adempimenti, serviziinnovativi e una gestione dei clientiomnicanale ovvero gestendo il rap-porto sia online che offline e usandoi dati come elemento guida.
so che ha adottato modalità di lavorodigitali vede moltiplicare i ricavi ri-spetto ai colleghi "analogici". Nel caso
di uno studio multidisciplinare ladif-ferenza è di oltre il 200%, mentre peri consulenti del lavoro si arriva al 28oper cento. Le differenze sono menomarcate per avvocati e commerciali-sti, ma confermano che in tutti i casi cisono spazi di miglioramento sia intermini di ricavi che di efficienza.
Questo permette di allargare ilpor-tafoglio dei clienti aziendali. Abenefi-ciarne sono soprattutto i consulentiche segnano un balzo da quasi 7o a177(+16o%), gli studi legali raddoppia-no il portafoglio da43 a 88, i multidi-sciplinari da 91 a 157 (+73%) e i com-mercialisti da 64 a92 (+44%). Ricadutepositive anche sul fronte occupazio-nale: l'organico dello studio, secondol'Osservatorio, si moltiplica c nel caso"peggiore" cresce del So per cento.
«Per migliorare la propriovisibilitàoltre il bacino territoriale - concludeElisa Santorsola - lo studio può poiaderire a marketplace ed erogare ser-vizi di consulenza online singolar-mente o attraverso un network diprofessionisti, riuniti attorno a unacomune piattaforma collaborativa».
enrico,[email protected] RISERVATA
Professioni Pagina 30
II salto di qualità alla prova dei numeri
II divario di performance tra gli studi virtuosi e quelli tradizionali . Dati medi dei campione (2017) e differenza %.Gli studi virtuosi sono i più evoluti nel processo di digitalizzazione, con una infrastruttura e un ambienteaperto e data driven, e favoriscono lo smart working. Hanno avviato un percorso orientato al mercatoe sono in grado di offrire servizi innovativi
Consulenti del lavoro
FATTURATO - in euro
158.553602.500
ORGANICODI STUDIO
310
233%
Commercialisti
FATTURATO - in euro
264.484359.202
36%
ORGANICODI STUDIO
46
50%
oTradizionali
Virtuosi
4Incremento % rispettoagli studi tradizionali
160% 114%
oTradizionali
Virtuosi
4Incremento % rispettoagli studi tradizionali
44% 125%
Multidisciplinari
FATTURATO - in euro
359.9861.112.500
210%
73%
Avvocati
FATTURATO - in euro
299.886375.000
25%
4388
105%
Fonte: Politecnico di Milano. (Indagine su 3.899 studi professionali, di cui 312 considerati virtuosi)
Professioni Pagina 31
.professioni casa - L U N E D 'i
EFASE PRELIMINARE
Coinvolgerenel piano strategico
il team e i clienti
Definire gli obiettiviII progetto deve sintetizzare chi èlo studio oggi e cosa vuole o puòdiventare domani, definendo ilpercorso. In questa fasepreliminare si esaminano i clienti,le risorse a disposizione,l'organizzazione, le competenze, iprocessi lavorativi, le modalità direlazione con l'ecosistema diappartenenza. Il sistemainformativo dello studio devearmonizzarsi al piano predisposto
DOCUMENTI E METADATI
Si deve ragionarein termini
di processi lavorativi
Addio alla cartaLa dematerializzazionedocumentale non basta più,bisogna spingere sulladigitalizzazione di interi processilavorativi. Il punto di approdo ègestire nel tempo sempre menodocumenti cartacei e semprepiù dati elettronici elaborabili. Insintesi: passare da una gestionedi documenti a una gestione dimetadati, ovviamente laddove lecondizioni lo consentono
RELAZIONI DI LAVORO
L'ambientediventa
più collaborativo
Il cloudSi passa da relazione "fisica" a unacollaborativa e digitale. L'ambientedi lavoro e le sue infrastrutturedevono consentire di lavorare inmobilità sia al professionista, sia alcollaboratore dello studio. Il clouddiventa l'elemento tecnologico piùimportante per consentire aiprofessionisti di lavorare in smartworking a tutto tondo.Il cliente può gestire in formacollaborativa i documenti
L"JOMNICANALITA
Scambio di documenticon i clienti
in tempo reale
Vera integrazioneLa relazione deve migrare, inparticolare per alcune attivitàstandardizzate, verso forme dicollaborazione digitale in cuistudio e azienda sono integrati, siscambiano in tempo reale dati edocumenti e condividono anchequote di attività. La gestionedell'«omnicanalità» - intercettarele informazioni da più fonti traloro connesse - è l'ultimo stadionella digitalizzazione
TRAGUARDO FINALE
II dato è al centrodei nuovi modelli
di business
Più serviziLa digitalizzazione serve pertrovare nuovi modelli di business,altrimenti si recupera solo intermini di efficienza. Il digitale portaverso una gestione in cui il dato è alcentro non solo dell'operatività maanche dei servizi. La crescita dellecompetenze all'interno dello studiodeve consentire l'introduzione ditecnologie in grado di lavorare sullagrande massa di dati e di produrrenuovi servizi
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D Sole28
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costi dell'ufficioL'auto-affitto della sedeconviene più dell'acquisto?II fattore chiaveè la deducibilità del canoneSempre più frequenti i casi in cui i professionistinon acquistano l'immobile usato quale sededell'attività, malo affittano da un'immobiliare incui hanno una partecipazione. Il nodo del Fisco.
Nicola Forte
-a pagina 8
Scrivi a:
professioni@i Isole24ore.com
Risparmiare sul costo dei locali. Sempre più spesso i professionisti non acquistano direttamente l'immobile da usare come sedema ricorrono alla locazione da una società in cui hanno quote - I giudici tributari aprono all'agevolazione, negata invece dal Fisco
Canone deducibile se lo studio è in auto-affittoNicola Forte
Sono sempre più fre-quenti i casi in cui i pro-fessionisti non acqui-stano direttamentel'immobile utilizzatoquale sede professio-
nale dell'attività, ma l'operazioneviene effettuata da una società im-mobiliare della quale detengono lequote di partecipazione. La societàacquirente concede successivamen-te in locazione l'immobile al profes-sionista, il quale deduce dal redditoprofessionale i canoni.
L'Agenzia delle entrate ritiene,però, che il costo rappresentato daicanoni di locazione sia indeducibiledal professionista che sostienel'onere. Le contestazioni fiscali sonoessenzialmente fondate su due ar-gomentazioni.
Le obiezioni del FiscoLa prima fa perno sul cosiddettoabuso del diritto. Secondo il Fisconon sussiste né evasione, né elusio-ne. L'acquisto dell'immobile effet-tuato dalla società è vero e legittimo,come pure la stipula del successivocontratto di locazione. Tuttavia, se-condo questa tesi, il professionistaricorrerebbe a tale schema negozia-le (di per sé lecito) al solo fine di otte-nere unvantaggio fiscale illegittimo(il risparmio d'imposta). Ciò anchein ragione del fatto che l'eventualeacquisto dello studio direttamente
da parte del professionista darebbeluogo all'indeducibilità del costo.
La seconda ragione riguarda l'ec-cessiva onerosità delle somme pa-gate. Pertanto, se il canone di loca-zione è superiore a quello di merca-to, l'Agenzia delle entrate ritiene in-deducibile la differenza.
Le decisioni della giurisprudenzapiù recente sono nella maggior partedei casi favorevoli al contribuente.Inoltre il legislatore fiscale è interve-nuto di recente fornendo la defini-zione di abuso del diritto (articoloio-bis della legge 212 del 2000): i ca-noni di locazione finanziaria perl'acquisto dello studio del professio-nista sono deducibili a condizioneche il contratto sia stato stipulato dal1° gennaio 2014 e il costo sia imputa-to per non meno di 12 anni. In ognicaso oggi non è affatto vero che ilprofessionista debba ricorrere allostrumento della società di serviziper considerare il costo deducíbíle.In alternativa, come ricordato, puòricorre alla stipula di un contratto dileasing (si veda il Sole 24 Ore del 18giugno 2018).
L'abuso dei dirittoSecondo quanto affermato dallanuova disposizione (l'articolo lo-biscitato), se il contribuente si avvale discelte cui il sistema accorda un trat-tamento fiscale più favorevole ri-spetto ad altre possibilità, la sceltanon può essere contestata. Si realiz-za l'abuso quando il vantaggio con-seguito è indebito e non è riconduci-
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bile all 'evasione . Invece nell'ipotesidi abuso il vantaggio fiscale deve es-sere illegittimo . Secondo la sentenza12/2/18 della commissione tributa-ria provinciale di Reggio Emilia ri-mane ferma la libertà di scelta delcontribuente tra regimi opzionalidiversi offerti dalla legge per opera-zioni che determinano un diversoonere fiscale . È l'ordinamento checonsente di scegliere e quindi inquesti casi il risparmio è legittimo.
Nello stesso senso si è orientata lasentenza 405/4/18 della commis-sione tributaria regionale del Pie-monte , come pure la Ctp di Alessan-dria con la sentenza 386/1/2016.
In senso favorevole ai contri-buenti si sono espresse anche la Ctrdelle Marche (sentenza 536/6/17) equella del Veneto (sentenza1141/12/16). La commissione del Ve-neto ha valorizzato la mancanza diun indebito vantaggio fiscale inquanto la società aveva effettuatoinvestimenti in diverse iniziativeimmobiliari, oltre alla detenzione elocazione dello studio professiona-le. Inoltre, una valida ragione, è stataindividuata nella volontà di nonesporre il patrimonio immobiliare airischi professionali.
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2014IL CONFINESe il contratto èstato stipulatodopo il 1° gennaio2014, i canoni dilocazionefinanziariafinalizzatiall'acquisto dellostudioprofessionalesono deducibili
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D Sole28
0IS
LA CHECK LIST
Cinque punti chiave cui prestare attenzione in caso di auto-aff itto
1ATTIVITÀ SVOLTA DALLA SOCIETÀSe la società di servizi possiede più immobili, alcuni deiquali concessi in locazione a terzi, ed esercita ulterioriattività rispetto a quella immobiliare, l'Agenzia delleentrate incontrerà maggiori difficoltà nel motivarel'avviso di accertamento riguardante la locazionedell'immobile al professionista titolare dellapartecipazione nella società stessa
2 L'AMMONTARE DEL CANONE DI LOCAZIONESi deve prestare attenzione al fatto che il canone dilocazione non risulti sensibilmente superiore a quello del"mercato". In alcuni casi le contestazioni dell'Agenzia delleentrate riguardano l'eccessiva onerosità del canone dilocazione pagato alla società partecipata dallo stessoprofessionista. Per tale ragione si disconosce la deducibilitàdi una parte dei costo
3 LAItATADELLACOMETTAZIONEELPERIODODIACCERTAME NTOE necessario verificare l'anno oggetto di accertamento. Sel'anno in contestazione è il 2014 0 uno successivo è più faciledifendersi. A partire da tale annualità possono essereconsiderati in deduzione i canoni leasing.Quindi il professionista non deve necessariamente utilizzarele società di servizio per poter accedere alla deducibilitàdel costo
4 LA CONTESTAZIONE DELLA DETRAZIONE DELL'IVASe la contestazione riguarda l'eccessiva onerosità dei canonee dì conseguenza la detrazione dell'Iva da parte delprofessionista, sarà più agevole difendersi. L'iva è un tributocomunitario applicabile sul corrispettivo effettivo. Se ilcanone è più oneroso di quello sul mercato non può esseredisconosciuta la detrazione del tributo
5 LA COMPAGINE SOCIALESe la compagne sociale è rappresentata da più soci sarà piùdifficile per l'Agenzia delle entrate motivare l'avvisodi accertamento sostenendo che la società ha concesso inlocazione l'immobile al professionista al solo fine diconsiderare in deduzione un costo che altrimenti nonavrebbe potuto considerare in deduzione
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IL PRINCIPIO
L'abuso del dirittoNon c'è abuso del diritto se tramitel'operazione il contribuente realizzaun legittimo risparmio di imposta:la possibilità di scegliereliberamente tra diverse soluzioni,anche solo per ragioni fiscali, è unprofilo dell'ordinamento tributario.
II risparmio di impostaAd esso si faceva riferimento giànella relazione diaccompagnamentoall'introduzione dell'articolo 37-bisdel Dpr 600/1973, dove siprecisava che il legittimo risparmiotributario «si verifica quando travari comportamenti posti dalsistema fiscale su un piano di paridignità, il contribuente adottaquello fiscalmente meno oneroso.Non c'è aggiramento fintanto che ilcontribuente si limita a sceglieretra due alternative che in modostrutturale e fisiologicol'ordinamento gli mette adisposizione».
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11SoIe3ZS
AsPagina 6
Foglio 313
Il rischio contenzioso
Il puntocontroversoè l'importo«eccessivo»La società di servizi parte-
cipata dal professionistache concede in locazionea quest'ultimo l'immo-
bile come sede dello studio, de-ve prestare attenzione alla de-terminazione del canone. In al-cuni casi l'Agenzia delle entratecontesta la deducibilità del co-sto e la detrazione dell'Iva.
Il contenzioso nasce quandoil Fisco ritiene che il canone dilocazione addebitato dalla so-cietà al professionista sia con-siderevolmente superiore ri-spetto a quello di "mercato".Secondo questo orientamento,la scelta di avvalersi della so-cietà di servizi, che addebita uncanone di locazione "eccessi-vo," è antieconomica e per taleragione il costo deve essereconsiderato indeducibile.
Secondo numerose pronun-ce della giurisprudenza l'Agen-zia delle entrate può sindacarela congruità dei costi annotatiin contabilità per la determina-zione del reddito d'impresa,qualora il contribuente abbia«adottato un comportamentoche appaia manifestamente edinspiegabilmente antiecono-mico», tale da legittimare lapresunzione, grave, precisa econcordante, ex articolo 39,comma 1, lettera d) del Dpr 6oodel 1973. Il ragionamento è le-gato al principio di economicitàdell'azione imprenditoriale,che dovrebbe ispirare tutti gliatti dell'impresa (Cassazione,sentenza 793/2004,11240/2001e 23635/2008). Non mancano,però, pronunce di segno oppo-sto, che limitano la possibilitàdi sindacare le scelte del contri-buente come ad esempio lasentenza di Cassazione 21405del 2017.
La dottrina disconosce lalegittimità di tali tipologie diaccertamenti sulla base di unaduplice motivazione. In pri-
mis, deve essere consideratoche, come sancito dall'articolo41 della Costituzione, l'inizia-tiva economica privata è libe-ra. Inoltre il contribuente ef-fettua scelte di investimentoche possono inizialmentesembrare anti-economiche,ma che, in prospettiva, si rive-lano invece premianti; comepure può accadere che scelteoggettivamente economiche,si dimostrino errate e condu-cano anche al fallimento.
È necessario poi considerareche la maggior parte delle sen-tenze riguarda le imprese. Lescelte professionali rispondonoa una logica completamente di-versa rispetto a quella seguitadagli imprenditori. Ciò anche inconsiderazione delle diversemodalità di esercizio delle atti-vità e del rapporto con la propriaclientela fondato essenzialmen-te su basi di tipo fiduciario.
La contestazione dell'antie-conomicità non può riguardarel'Iva. Così si è espressa la Cassa-zione con l'ordinanza dell'8maggio 2014, n. 10041. Ciò inquanto tale principio è propriodelle imposte sui redditi e al finedi estenderlo all'Iva è necessarioosservare i principi affermatidalla Corte di giustizia Ue, chenon consentono limitazioni al-l'esercizio della detrazione. Nel-lo stesso senso si è espressa laSuprema corte con la sentenza12502 del 4 giugno 2014, secon-do la quale anche un'ingiustifi-cata sopravvalutazione di un co-sto superiore al "valore norma-le" non può pregiudicare il dirit-to alla detrazione. Ciò in quantol'esercizio di tale diritto rimanevincolato al principio dellaneutralità dell'imposta. In sen-so conforme si è espressa anchela sentenza n. 25999 del lo di-cembre 2014: secondo la Supre-ma corte per disconoscere il di-ritto alla detrazione si deve di-mostrare la non veridicità dellaprestazione e quindi della fat-tura. In senso sostanzialmenteconforme è anche la sentenzadi Cassazione n. 2875 del 3 feb-braio 2017.
-N.F.RIPRODUZIONE RISERVATA
La scelta della location
Negozio con vetrinaper tagliare le speseMadela Canepa
dubbi sulla location sono tanti espesso si sommano alle preoccupa-zioni economiche che sempre ri-guardano l'avvio di un'attività,
qualsiasi essa sia.Nella complessità di un mercato
altamente concorrenziale come quel-lo attuale, anche le regole più sicurepossono essere sovvertite. Male do-mande, per chi non ha alle spalle unmarchio importante e deve scegliereavendo di fronte lavastitàe comples-sitàdiuna metropoli, restano: megliouna zona centrale, medio centrale o,ancora, la periferia? Meglio il classicoe riservato studio a un piano basso oil più prosaico negozio con vetrina? Eche dire del co-working, la nuova for-mula di condivisione degli spazi?
«Stiamo parlando di una categorianon particolarmente predisposta alcambiamento -spiega Silvia Pavone,senior partner di Marketude -. Sepenso ai grandi studi, ad esempio, aMilano non mi risulta che nessuno sisia spostato nel nuovo e prestigiosoquartiere di Porta Nuova, dove molteaziende e banche hanno portato ilorouffici. A Roma molti studi top sono aiParioli, quartiere prestigioso, ma sco-modo dal punto di vista logistico».
Eppure, oggi, la collocazione è unimportante elemento del posiziona-mento marketing dello studio e in talsenso va considerataepianificata. Al-cune risposte arrivano proprio dalmercato e dalle tendenze più recenti.Risposte mosse da due priorità lane-cessità di comunicarsi e quella di ra-zionalizzare i costi fissi.
«Un fenomeno evidente nelle peri-
ferie di città come Milano, Roma oTo-rino - dice Domenico Cito, affiliatoTecnocasa Immobili per l'Impresa -,praticata soprattutto dagli avvocati,ma buona per tutti i professionisti, èla scelta del negozio. Grazie alla vetri-na e all'affaccio su strada garantiscevisibilità e approccio diretto. Aparità
di metratura, costi più che dimezzatirispetto alle dassichelocation in zone
medio centrali». Una strategia sfidan-te quella che suggerisce questa sceltae che però pare non piacere, almenoper ora, in provincia, dove si preferi-sce la riservatezza di uno studio affac-ciato sul cortile o collocato a un primopiano. E chela dice lunga su come an-che gli studi professionali stiano cam-biando il loro approccio a un mercatonel quale, appunto, visibilità, accessi-bilità e comunicativa valgono oro.
Nell'ottica del mercato globale eiper competitivo è il professionista acercare il cliente e a facilitare il con-tatto (soprattutto con quelli stranierio meno avveduti) e non viceversa.«Basti pensare - aggiunge Cito - che,considerando i soli avvocati, a Mila-no sono attivi un professionista ogni500 abitanti...».
E se la collocazione nonpuò esula-re dagli ambiti elettivi della categoriacui si appartiene, la condivisione deglispazi con altri professionisti è la viapraticata. «La razionalizzazione deicosti fissi oggi è una priorità assolutaper tutti, a maggior ragione per chinon ha le spalle larghe - continua Cito-. Con uno sviluppo del lavoro che puòanche essere discontinuo, la condivi-sione è diventata un must».
Quanto al coworking, Silvia Pavo-ne, consiglia ai professionisti debut-tanti di prenderlo in considerazionequando offre anche spazi a usoesclusivo: «Oltre al vantaggio dellacondivisione delle spese, offrono lapossibilità di scambio e dinetworking». Perché anche la sceltadella location, per chi debutta, devecontenere elementi di innovazione,tracce della voglia di scommettere.«Laproattività, caratteristica che miaspetterei da un giovane professio-nista - conclude l'esperta di Marke-tude -, si ritrova anche nella scelta dicollocarsi in ambiti in fase diriquali-ficazione ed emergenti come, a Mila-no, NoLo o l'Ortica, a Roma il Pignetoo Testaccio. E nella stessa ottica,punterei su una sede moderna conbuone infrastrutture tecniche».
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PANORAMA
LA START UP
Per scadenze, bonus e Tfrl'assistente è nella app
Un supporto digitale innovativo con una doppiavalenza:semplificare la vita fiscale dei contribuenti, aiutandoli acapire come sfruttare al meglio le agevolazioni, e suppor-tare il lavoro degli intermediari nella gestione dei propriclienti. Costituita a Milano a fine 2016 e con due primarifamilyoffice italiani fra i suoi investitori, Ibc (acronimo diInformatic business consulting) è la startup che ha datovita a EasyTax Assistant.
È un'applicazione, accessibile viaweb o tramite omoni-ma app mobile, che fornisce assistenza fiscale su sca-
denze, conteggio di sgravi e detrazioni, calcolo bu-sta paga, Tfr, monitoraggio delle spese, digitaliz-zazione e archiviazione di fatture e ricevute fiscali.La soluzione funziona quindi sia da guida digitale
didasca lica per i contribuenti e come strumento disupporto degli studi professionali, offrendo ai primi
il vantaggio di poter conoscere in anticipo il beneficio fi-scale associato a ogni spesa e ai secondi la possibilità dieliminare obblighi onerosi e poco redditizi, come per esem-piolaverifica ela conservazione sostitutivadei documentifiscali cartacei dei propri clienti. In fase betal'app EasyTaxAssistant ha registrato oltre 2omila download ed è oggidisponibile in tre diverse versioni, una gratuita di base(Starter)e due in abbonamento apagamento (Silvere Gold)con costi che partono rispettivamente da 9,99 euro e 59,99euro l'anno.
www.easytaxassistant, it-Gianni Rusconi
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ACCERTAMENTO
Redditometro «out» dal 2016
Congelato il Dm Mefi6 settembre 2015 in attesadella nuova versione
Antonio brio
La determinazione sintetica del red-dito complessivo del contribuente(cosiddetto redditometro), fondatasul contenuto induttivo di elementiindicativi di capacità contributiva vie-ne di fatto sospesadal2o16in poi finoa quando non verrà emanato un nuo-vo provvedimento secondo le nuoveregole previste dal decreto dignità.
Sotto ilprofilo squisitamente ope-rativo le nuove disposizioni non com-portano alcun cambiamento concretoin quanto , ormai da qualche anno, difatto questi controlli non risultano piùsvolti dall'agenzia delle Entrate.
In base all 'articolo 38 del Dpr600/73 l'amministrazione , può, tral'altro, determinare sinteticamente ilreddito compie ssivo del contribuentesullabase delle spese di qualsiasi ge-nere sostenute nel corso del periodo
d'imposta, salvala prova che il relati-vo finanziamento sia avvenuto conredditi diversi da quelli posseduti nel-lo stesso anno, o con redditi esenti osoggetti a ritenuta alla fonte a titolo diimposta o legalmente esclusi dallaformazione della base imponibile.
La determinazione sintetica puòpoi basarsi sul contenuto induttivo dielementi indicativi di capacità contri-butiva da individuarsi mediantel'analisi di campioni significativi dicontribuenti, differenziati anche infunzione del nucleo familiare e del-l'area territoriale di appartenenza.
Tale individuazione avviene condecreto del Mef con periodicitàbien-nale. L'ultimo decreto è del 16 settem-bre 2015 e riguardava gli anni di impo-sta a decorrere dal 2011.
Orale nuove norme prevedono chedetto provvedimento sia emanato dalMef dopo aver sentito l'Istat e le asso-ciazioni maggiormente rappresenta-tive dei consumatori per gli aspetti ri-guardanti la metodica di ricostruzio-ne induttiva del reddito complessivoin base alla capacità di spesa ed allapropensione al risparmio dei contri-
buenti. Nelle more, il provvedimentodel Mef del 16 settembre 2015, attual-mente in vigore, non ha p iù effetto p eri controlli ancora da eseguire sull'an-no 2o16e successivi. Sono validi even-tuali inviti notificati ai contribuentiper fornire dati e notizie rilevanti aifini dell'accertamento peri periodi fi-no al 31 dicembre 2015.
Le nuove disposizioni non si appli-cano agli atti già notificati e comun-que non si può far luogo al rimborsodelle somme già pagate.
In buona sostanza al momentovengono "sospesi" i controlli da red-ditometro sulla base degli elementiinduttivi, che, per laverità, negli ulti-mi anni non risultano essere stati co-munque effettuati. Resta invece im-mutata la possibilità per gli uffici disvolgere accertamenti sintetici sullabase delle spese sostenute dal contri-buente in un determinato periodo diimposta ove risultino superiori ri-spetto al reddito dichiarato. Anche talicontrolli per la verità, negli ultimi an -ni, risulta siano stati pressoché ab-bandonati dagli uffici.
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Redditometro Pagina 37
Spedizionieri doganali, l'export crescema i professionisti della logistica calano
SONO OLTRE 200MILA LE IMPRESEITALIANE CHE ESPORTANO. EHANNO SEMPRE PIÙ BISOGNODI SPECIALISTI DI DAZI ETRASPORTI, CHE PERÒ SUBISCONOLA PERDITA DELL'ESCLUSIVASANCITA DALLA UE E LACONCORRENZA DEI GRANDI GRUPPIMONDIALI COME DHL, FEDEX, UPS
Massimiliano Di Pace
RomaG li annunci protezionistici, an-che se non ancora attuati, crea-
no un clima di incertezza, che riduce inve-stimenti e scambi - riconosce Licia Mat-tioli, vicepresidente di Confindustria condelega all'internazionalizzazione - con ef-fetti negativi sul comparto logistico italia-no». In questo contesto negativo, il ruolodegli spedizionieri doganali potrebbe as-sumere maggiore importanza, visto che iventi del protezionismo complicano ilpassaggio doganale delle merci delle ol-tre 200mila imprese italiane che esporta-no.
Ne è convinto Giovanni de Mari, presi-dente del consiglio nazionale degli spedi-zionieri doganali (Cnsd): «Anche se è diffi-cile prevedere l'effetto del protezionismosulla nostra professione, è possibile chela riduzione della quantità di lavoro, do-vuta alla diminuzione degli scambi, siapiù che compensata dall'incremento del-la qualità delle prestazioni professionali,per effetto della maggiore complessitàdei passaggi doganali e dell'impostazio-ne della logistica».
Lo conferma Antonino Laspina, diret-tore del Coordinamento Marketing dell'I-ce: «L'annuncio di nuovi dazi da una par-te, l'apertura di nuovi mercati, come quel-lo canadese e coreano, dall'altra, rendo-no sempre più necessario per le Piniesportatrici il continuo aggiornamentosulle norme doganali, e questa esigenzapuò essere soddisfatta solo da figure pro-fessionali, come gli spedizionieri dogana-li».
Eppure gli spedizionieri doganali sonouna figura via via più rara, essendo passa-ti in Italia da 2mila nel 2012 a 1.800 nel2017. «Questo trend di riduzione si spiegasia per la maggiore complessità dell'attivi-tà professionale - ammette de Mari - siaper la perdita dell'esclusiva della rappre-sentanza doganale diretta, ora aperta atutti, come previsto dal codice doganaleUe del 2016, oltre che per la presenza sem-pre più massiccia delle società mondialidi logistica, come Dhl, Fedex, Ups. Inoltreè una professione poco conosciuta, percui è difficile attrarre giovani».
Che il lavoro degli spedizionieri doga-nali sia impegnativo è fuor di dubbio: ol-tre ad effettuare gli adempimenti dogana-li per l'importazione e l'esportazione del-
le merci in Italia, fra i quali vi sono a voltecontrolli complessi, come quelli sanitari,devono poter gestire la logistica interna-zionale dei prodotti esportati, e curare ildisbrigo delle formalità doganali nel pae-se di destinazione dell'export italiano,con il supporto di un custom agentlocale,da rintracciare magari attraverso l'asso-ciazione internazionale Ifcba (Internatio-nal Federation of Customs Brokers Asso-ciation).
La scelta del percorso e delle modalitàdi trasporto che oggi devono fare le mercicosti tuisce una decisione sempre più stra-tegica per le imprese, sottolinea Mattioli:«Il costo dei trasporti è spesso alto, soprat-tutto nel segmento italiano, a causa di in-frastrutture non adeguate, in particolaresul piano della velocità, senza contareche mentre le dogane italiane tutelano ilMade in Italy, bloccando i prodotti falsi,altre dogane non sempre svolgono il me-desimo ruolo di filtro, e questo va conside-rato». Sul punto è d'accordo Laspina, cheaggiunge: «L'evoluzione continua delleopportunità logistiche andrebbe monito-rata dagli esportatori, evitando di rimane-re ancorati a soluzioni non più valide, inquanto tale scelta può determinare il suc-cesso o meno di un'operazione di vendi-ta all'estero, e un supporto professionalein quest'ambito dovrebbe essere seria-mente valutato».
Gli spedizionieri doganali svolgono laloro attività secondo diverse formule:«Oggi due terzi degli iscritti all'albo opera-no come libero professionista - continuade Mari - sia individualmente, sia in for-ma associata, come nei Cad, che sono icentri di assistenza doganali, mentre laparte rimanente lavora in qualità di di-pendente nelle aziende industriali e logi-stiche".
Ma come scegliere tra i diversi spedi-zionieri doganali? «Come per tutti i forni-tori di servizi professionali - spiega Laspi-na - occorre considerare sia gli aspettieconomici della prestazione, sia la specia-lizzazione geografica, ossia dei paesi didestinazione delle merci, sia quella mer-ceologica». «II problema però - segnalaMattioli - è che l'elevata specializzazionerichiesta per trasportare merci di diversanatura in tanti paesi porta ad una sorta dioligopolio degli operatori, che per mer-ceologie e destinazioni specifiche diven-tano insostituibili».
Ma come affrontare il nuovo scenariodel protezionismo? «Una risposta adegua-ta potrebbe essere la presenza contestua-le in più mercati - chiosa laVicepresiden-te di Confindustria - che consente di ri-durre i rischi, ma per riuscirci occorreuna crescita dimensionale dell'impresa,che può essere realizzata o attraverso la le-va finanziaria, magari passando per laquotazione in borsa, o mediante processiaggregativi, come le reti di imprese».
[LA SCHEDAI
Un esame per l'iscrizione all'albo
dopo diciotto mesi di praticantato
Per diventare spedizioniere doganale occorreessere iscritti nell'albo , istituito nel 1960, ilcui accesso è subordinato al superamento diun esame di Stato, indetto dall 'Agenzia delleDogane, su richiesta del Consiglio nazionaledegli spedizionieri doganali . Infatti è l'Agenziadelle Dogane , superato l'esame , a rilasciareuna patente che consente di operare con tuttele dogane italiane , che è il presupposto perl'iscrizione nell'albo . L'esame di Stato vieneindetto annualmente per i laureati, e una voltaogni 3 anni per i diplomati . Tutti devono aversvolto un tirocinio di 18 mesi presso unospedizioniere . L'esame consiste in una provapratica sugli adempimenti doganali per ilaureati in discipline economiche , mentre pergli altri vi è anche una prova scritta e unaorale , basate su diritto tributario,merceologia , accordi doganali . (m.d.p.)
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DONNESono tuttora unaminoranza lerappresentanti delgentil sesso nellacategoria: gli uominisono al momento1.594
Spedizionieri doganali Pagina 38
ISCRITTI ALBOSono gli spedizionieridoganali iscritti nel2017 all'alboprofessionale. Dal 2 2,
-- —quando era 4,il loro numero è incostante diminuzäne
2
SPEDIZIONIERI DOGANALI , GLI ISCRITTI ALL'ALBODati aggiornati al 31 ottobre 2017
1.955 1.937
fomo: CRSo
1.8891.845
'12 '13 ' 14 '15 '16 '17
Giovanni DeMari (1),presidenteConsiglionazionalespedizionieridoganali eLicia Mattioli(2), vicepresidenteConfindustria
Spedizionieri doganali Pagina 39
del CORRIERE DELLA SERA
Tariffe autostrade :un confronto europeo
Caro direttore,in riferimento all'articolo pubblicato
su L'Economia del 2 luglio, dal titolo«Siamo i signori delle autostrade(anche perle tariffe)» che fornisce unquadro interessante del settore delleinfrastrutture, riteniamo necessariofare chiarezza su alcuni punti chenon rispecchiano la realtà dei fatti enon rendono giustizia al ruolo e aglisforzi del comparto delle autostradein concessione nel nostro Paese.In particolare, appare non vera l'af-
fermazione secondo cui le tariffe dipedaggio delle autostrade italianesarebbero le più alte d'Europa. La re-altà - desumibile da pubblicazioniufficiali e pubbliche - è esattamentecontraria. L'Italia ha le tariffe più bas-se d'Europa: in realtà un'autovetturapaga in Italia pedaggi che sono, inmedia, circa un terzo meno che inSpagna, meno della metà del RegnoUnito, minori che in Francia. Un mez-
zo pesante paga in media in Italia cir-ca due terzi meno che in Austria, po-co più della metà che in Francia, metàche nel Regno Unito, decisamentemeno che in Spagna e Portogallo.Questi dati sono facilmente verifica-
bili attraverso i siti web delle conces-sionarie autostradali. A riprova diciò, è interessante ad esempio il con-fronto tra le tariffe di alcuni tratti au-tostradali italiani e francesi di lun-ghezza paragonabile, indicato nellatabella.Ovviamente però, essendo ogni con-
cessione regolamentata singolar-mente, ci possono essere casi margi-nali di concessionarie con tariffe sen-sibilmente più alte o più basse dellamedia, (è immaginabile che l'autoredell'articolo avesse a portata di manoqualche riferimento specifico di que-sto tipo), in funzione essenzialmentedel costo dell'investimento in rap-porto al traffico. Costo che dipende
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anche dalle caratteristiche dell'infra-struttura, tipicamente più alto in areemontuose.Merita di essere precisato, infine,
anche il tema della decisione dellaCommissione europea del 27 aprile2018, con cui l'Ue ha approvato unpiano di investimenti di 8,5 miliardidi euro in cambio di un moderato al-lungamento delle concessioni auto-stradali. «E una soluzione che per-metterà di effettuare investimenti es-senziali nelle autostrade italiane, li-mitando nel contempo l'impattosugli utenti ed evitando una sovra-compensazione delle imprese chegestiscono le autostrade» ha dichia-rato il commissario Vestager, nono-stante il fatto che le strutture che vigi-lano sulla concorrenza in Europa sia-no normalmente non condiscenden-ti con molte azioni o inazioni deigoverni italiani.
Massimo SchintuDirettore generale Aiscat
Noi e gli altriA confronto le tariffe autostradali in Europa per percorsi simili, Prezzi in euro
s F
Paese Percorso KmTariffa Tariffa camionauto 5 assi
Italia Al: Roma (Ponzano Romano) - Firenze Sud 215 15,8 38,2
Francia Clermont-Ferrand - Periguex 216 20,6 66,2Italia Al: Napoli Nord Barriera-Firenze Sud 439 33,6 81,4
Francia Bordeaux - Perpignan 439 38,2 114,3
Italia Al: Roma -- Milano 563 41,9 101,4
Francia Parigi - Bordeaux 569 55,6 169,0
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Tariffe Pagina 40
Nell'Osservatorio Cui i numeri (bassi) delle iniziative e le proposte per migliorarle
L'università abbraccia l'impresaDottorati industriali e apprendistato per creare lavoro
Pagina a curaDI SABRINA IADAROLA
Dottorati industriali,apprendistato di altaformazione e ricer-ca, percorsi profes-
sionalizzanti: è l'universitàche cambia e che si rinnovaavvicinandosi alle imprese.Dal Report 2017 dell'Osser-vatorio università-impresedella Fondazione Crui per leuniversità italiane (osserva-torio nato per promuovere ildialogo fra atenei e tessutoproduttivo e i meccanismiper la cooperazione fra ilmondo del lavoro, la ricercae i giovani), sembra che qual-cosa nel rapporto universitàimprese stia cambiando (inpositivo). Nel tentativo di su-perare, da un lato, l'incapa-cità del mondo della ricercadel nostro paese di attrarrele aziende, dall'altro la diffi-coltà di allineare i percorsidi formazione accademica almondo del lavoro. Certo, sitratta di dati incoraggiantima non esaltanti.
Prendiamo ad esempio idottorati industriali, con-siderati tra i dottorati piùinnovativi, terreno privile-giato per interdisciplinaritàed intersettorialità. Questaparticolare tipologia di dot-torato si rivolge sia a dipen-denti di impresa che voglio-no conseguire il titolo senzavariare il proprio status diimpiego, sia a giovani laure-ati assunti con contratti dialto apprendistato e quindiorientati verso una carrie-ra nell'impresa. Il dottoratoindustriale supera l'origina-le concezione del dottoratocome primo passo della car-riera accademica, configu-randosi al contrario come ilterzo tempo della formazio-ne (dopo laurea triennale emagistrale). La prima bellanotizia è che quindi abbrac-cia in sostanza un approccioalla formazione di tipo lear-ning by doing (imparare fa-cendo), che vede più soggettie istituzioni coinvolte, dovele imprese e le universitàdevono camminare assieme,
mano nella mano, verso laloro terza missione, pronteper le necessità del futuro, diun'Industria 4.0 in continuaevoluzione. La seconda bellanovità è che, se da un lato in-telligenza artificiale, energiapulita, digitalizzazione spin-ta e personalizzazione delleproduzioni sono alcune delletessere più importanti delparadigma della quarta rivo-luzione industriale, dall'altroqueste sono anche l'elementocaratterizzante di molti dot-torati industriali. Il governo,tra l'altro, ha predispostomisure specifiche e fondidedicati per una formazio-ne a forte caratterizzazioneindustriale (finalizzata an-che ai dottorati industriali)nell'ambito della Strategianazionale di specializzazioneintelligente 2014-2020 e delpiano Industria 4.0 (PianoCalenda).
Veniamo ora alla notizia(quasi) cattiva. Sono in cre-scita ma ancora troppo pocodiffusi tra le Universitàaderenti Crui. Le analisi deidati Miur relativi al XXXIciclo indicano che i corsi didottorato in convenzione conle imprese sono 35 sui 915corsi attivati, distribuiti in15 atenei; i corsi di dottora-to in cui è attivo almeno uncurriculum in collaborazionecon imprese sono 68 (per untotale di 139 curricula su1.370 censiti); i posti riser-vati a dipendenti delle azien-de sono 62, cui si affiancano21 contratti di apprendistatoper la frequenza di un corsodi dottorato. Dati che trovanoriscontro anche nel VII rap-porto Adi: i dottorati indu-striali rappresentano di fattosolo l'1,63% dei dottorati at-tivati in Italia. Alcuni di essisono considerate vere e pro-prie buone prassi: universitàdegli studi di Genova (I Poliregionali e i cluster nazionalicome volano per il dottora-to industriale); Politecnicadelle Marche, università di
Camerino, università di Ma-cerata, università di Urbinorete Eureka; Best-PracticeTim nella collaborazioneuniversità-impresa; Unindu-stria Reggio Emilia, sostegnoa dottorato in collaborazionecon le aziende. Inoltre, se ildottorato di tipo executive èuno strumento tutto somma-to ben recepito dall'impresa,non lo è altrettanto il dotto-rato in alto apprendistato. Equalche criticità resta ancheper il dottorato in convenzio-ne con l'Impresa, per il qualeesiste una certa conflittualitàtra interventi, anche econo-mici, di incentivazione. Per-ché in un panorama domina-to dalle pini, l'investimentoin una borsa di dottoratorappresenta per l'impresa unonere difficile da sostenere inmancanza di specifici soste-gni in termini di contributio defiscalizzazioni. Entram-be le misure sono spesso di-sponibili e dettagliate nelleleggi finanziarie vigenti, mararamente strutturali e sta-bili nel tempo. Altro aspettoche andrebbe risolto è quel-lo di una normativa che nelimita l'implementazionecon difficoltà per l'attiva-zione e l'accreditamento, esoprattutto la valutazionedel dottorato stesso da par-te di docenti universitarie dipendenti di industria(per i secondi la produzionescientifica è spesso limitatae unicamente consistente inbrevetti). Manca in sostanzaquella progettualità comuneche dovrebbe essere proprioil punto di partenza.
Altro capitolo, l'appren-distato di alta formazionee ricerca. Tale tipologia dicontratto, introdotta nel no-stro ordinamento dal dlgs. n.276 del 2003, ha conosciutonegli anni immediatamentesuccessivi numerosi inter-venti di riforma fino all'ap-
provazione del Testo unicodell'apprendistato (dlgs n.167 del 2011), che sembravapotesse costituire un puntodi arrivo del processo di ela-borazione della normativa; inrealtà anche tale disciplina èstata più volte riscritta finoagli ultimi interventi varaticon la legge 16 maggio 2014,n. 78 e il dlgs 15 giugno2015, n. 81 (attuativo dellalegge delega n. 183 del 2014,il Jobs act). Interventi legi-slativi che non hanno com-portato uno stravolgimentodell'impianto normativo ouna rivisitazione sostanzia-le della disciplina, ma unasemplificazione «allo scopo dirafforzare le opportunità diingresso nel mondo del lavo-ro da parte di coloro che sonoin cerca di occupazione, non-ché di riordinare i contrattidi lavoro vigenti per renderlimaggiormente coerenti con leattuali esigenze del contestooccupazionale e produttivo».Dunque, strumento privile-giato di intervento a favoredell'occupazione giovanile, in
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quanto in grado di rafforza-re lo spessore conoscitivo eprofessionale dei giovani e laloro spendibilità nel mondodel lavoro, idoneo a fornirealle imprese una risposta allaloro esigenza di competenzead elevato livello di specia-lizzazione. Ma lo strumentonegoziale ancora oggi non èentrato pienamente a regime,anzi i contratti tendono a di-minuire negli anni. Vengonoattivati principalmente per ilconseguimento dei master di1° livello, basso è il numerodi contratti per il consegui-mento della laurea trienna-le e magistrale, pressochénullo nel caso delle laureea ciclo unico. Le esperienzeregistrate dagli atenei sonoper lo più pionieristiche e ilcoinvolgimento delle impreseè spesso collegato a progettispecifici.
Attraverso un'indagi-ne condotta lo scorso annopresso le università associa-te Crui, il gruppo di lavorosull'apprendistato dell'Os-servatorio università-im-prese ha riscontrato difficol-tà di carattere burocratico eamministrativo (il 78% delleUniversità ha evidenziatocriticità nell'attivazione deicontratti di apprendistato),a cui si aggiungono quelledi natura gestionale e rela-zionale nell'attuazione deicontratti, e infine criticitàlegate alla implementazionedella normativa. Iter proce-durale troppo lungo, pianidi studio rigidi, difficoltà nelriconoscimento dei crediti,numero eccessivo di sogget-ti istituzionali coinvolti, maanche scarsità dei contributiregionali, timore da parte deidocenti che l'aspetto profes-sionalizzante prevalga suquello formativo, anche se ilpiano individuale è condivi-so tra azienda e università,e difficoltà di promozione/diffusione per una adeguatainformazione alle aziende esoggetti interessati. Tutteproblematiche che richiedo-no la necessità di trovareuno strumento ulteriore perfavorire la collaborazione tra
tutti i soggetti coinvolti e loscambio di buone prassi alfine di sviluppare un dialo-go funzionale e strutturale.Quello che secondo l'Osser-vatorio potrebbe risolversicon un network per la pro-mozione dell'apprendistatodi alta formazione e ricercache metta in rete tutti gliinterlocutori interessati: leuniversità, le imprese, maanche gli attori istituzionali(ministero dell'università edella ricerca, ministero dellavoro, regioni) e le parti so-ciali (associazioni di catego-ria e associazioni sindacali).
C'è infine il discorso «per-corsi professionalizzanti»,sul quale negli ultimi annisi è acceso un vivo dibatti-to a proposito del disalline-amento tra la domanda dicompetenze tecnico profes-sionali e la corrispondenteofferta da parte del sistemauniversitario, nonché sullanecessità o sull'opportunitàdi agire concretamente alfine di ridurre questo diva-rio. In tal senso, sembra uti-le che, alla stregua dei corsiavviati dagli Istituti tecnicisuperiori (Its), i percorsi pro-fessionalizzanti di istruzioneterziaria possano concorrerea preparare gli studenti adun rapido ingresso nel mon-do del lavoro e a creare figureprofessionali con competenzecoerenti ai bisogni emergentinel sistema produttivo. Tut-to ciò ha portato a riconsi-derare la progettazione o larimodulazione dell'offertaformativa universitaria e,dopo una lunga riflessione alivello nazionale, a procede-re all'emanazione del decretoministeriale n. 987 del 2016,che introduce per la primavolta in Italia la possibilitàper gli atenei di istituire eattivare corsi di studio di Ilivello (lauree) sperimentalia carattere professionaliz-zante.
Una nota ministeriale delgennaio 2017 e successiva-mente il dm n. 60 del feb-braio 2017 sono intervenuti afrenare e posticipare la par-tenza dei corsi sperimentalia orientamento professionaleall'anno accademico 2018/19.I nuovi corsi di laurea profes-sionalizzanti inizieranno con ilnuovo anno accademico in au-tunno e saranno principalmen-te rivolti alle professioni ordini-stiche, escludendo le possibilitàderivanti da una più ampiacollaborazione con il mondodelle Imprese. E sebbene siaprevisto che il titolo di studiorilasciato possa avere valore aifini dell'iscrizione all'albo pro-fessionale, ad oggi questi nuovicorsi di laurea attivati restanoin attesa di una modifica nor-mativa che introduca nuoveclassi di laurea abilitanti.
© Riproduzione riservata-
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I dottorati in Italia
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Fonte: VII rapporto Adi su "Dottorato e post-doc"
Università Pagina 43
II caso
CONCHITASANNINO, ROMA
Avevano un "sogno". E lo stannorealizzando: contenziosi, ombre eintrighi da Russiagate a parte. Pri-ma la consacrazione come fucinaromana di esponenti di governoCinque Stelle. Ora, un'altra tappadi espansione: verso sud. Appena ilneo ministro all'Istruzione, il leghi-sta Marco Bussetti darà l'ultimo okcon proprio decreto, per la LinkCampus University fondata da Vin-cenzo Scotti, forse il più camaleon-tico tra i big della fu Dc (sette voltedeputato e ministro), si prepara ilbattesimo come base radicata a Na-poli, dove finora la Lcu aveva pian-tato solo aule e uffici con vista ma-re, sistemati in un angolo dell'exgloriosa area dell'Olivetti, sulla co-sta di Pozzuoli.
È già pronto il nuovo corso dilaurea, Scienze della Difesa e dellaSicurezza, che strizza l'occhio tan-to ai saperi innovativi quanto agliamici 007 - in veste di docenti e an-che di riservati (maturi) studenti.Ultimata la pianta organica e didat-tica: alcuni chiedono di avere ac-cesso (anche per allungare curricu-lum sbilenchi), altri vengono pre-miati per la vicinanza al progetto:volti vecchi e nuovi, di navigata bu-rocrazia o di fresca vernice an-ti-establishement, per costruire il"raddoppio" di Link.
La creatura dell'ex dcattende solo il decretodel ministro Bussettiper aprire a Pozzuoliil nuovo corso
Scotti raddoppiala sua universitàAnche a Napolila Link fucina dei 5SDi che cosa stiamo parlando PLa Link Campus University, l'ateneo privato vicino al M5S e da cuiprovengono la ministra e il sottosegretario alla Difesa, festeggia con unnuovo corso ed una sede "decentrata" a Napoli i primi 20 anni di attività.II suo dominus, l'ex dc Vincenzo Scotti, più volte ministro esottosegretario nella Prima e Seconda Repubblica, ha sempre coltivatorapporti con Intelligence e ambienti della Sicurezza. Sullo sfondo, ilmistero di Jospeh Mifsud, loro docente, protagonista dei Russiagate.
«Noi vicini alle nuove frontieredella politica? Ma i fatti non si pos-sono smentire, noi siamo nati conquesto sogno: unire i saperi, chia-mando a collaborare professionistied esperti di materia diverse ma apartire dalle sicurezza», concede-va Scotti, solo pochi giorni fa all'e-vento cui era atteso anche DavideCasaleggio, a Casale di San Pio, Ro-ma. In prima fila due parlamentarigrillini, Massimo D'Alema, un po-ker d'assi di generali e alti dirigentidei Servizi. Assenti per motivi di op-portunità la ex prof ElisabettaTrenta, ora ministra della Difesa, eil suo sottosegretario M5S AngeloTofalo, già allievo del Campus epoi docente "straordinario" di Dirit-to penale.
Il rilancio napoletano era nell'a-ria: e significa, come ti raccontanoai vertici, «sviluppo sul territorio, aPozzuoli vorremmo prendere tuttal'area da 10mila metri quadri e far-ne un incubatore di imprese». Die-ci milioni di fatturato, 220 dipen-denti (tra docenti e amministrati-vi), 2800 iscritti le cui rette vannodai 3 ai 10mila curo, la Link parte-nopea replicherà al sud il modelloanglosassone che ha scelto fin dal-la istituzione: ramo accademico aScotti e ai suoi fedelissimi, stacca-to da quello della gestione, di cui sioccupano la presidente della socie-tà Global, Vanna Fadini, e il diretto-re generale Pasquale Russo. Tecni-
camente, sarà la prima "sede de-centrata", e si aggiunge ai 7 ateneinapoletani. È già arrivato l'ok delcomitato campano dei rettori - do-ve siede ovviamente anche il verti-ce della Federico II, Gaetano Mafre-di - e i sí del Cun, il Consiglio Nazio-nale, e dell'Anvur, l'Agenzia nazio-nale di valutazione del sistema uni-versitario. «Il ministro prende attodi tutto - dice Scotti - E abbiamochiesto alla Federico II e a Beneven-to di collaborare a questo corso».Sebbene il rettore Manfredi chiari-sca a Repubblica: «In verità non so-no previste collaborazioni». E men-tre a Roma il Campus di Scotti acca-rezza i nuovi poteri, al sud è fataleriallacciare rapporti con (ciò che re-sta di) destra e sinistra: da un latol'ex generale Francesco Bianco(centrodestra), dall'altra l'ex sotto-segretario Gennaro Migliore (Pd).Poi ci sono divise di ogni colore egrado tra i frequentatori del Cam-pus. E tra gli 007 napoletani più invista, un docente è fratello di Gen-
naro Capoluongo, già brillante in-vestigatore Criminapol, poi diretto-re dello Scip (Servizio perla coope-razione internazionale di poliziadella Criminalpol), mentre tra gliispiratori delle nuove materie com-paiono il vicedirettore generaleVincenzo Esposito e l'esperto di cy-bersicurezza Pierluigi Paganini.
Quando arriverà la firma del mi-nistro? «Veramente, la stiamoaspettando, si parte a ottobre»,confessa con un po' d'impazienzaGirolamo Boffa, altra figura chiave.È lui il dominus della sede napole-tana, ed è il figlio di Aldo, l'ex asses-sore scudocrociato che per una vi-ta è stato l'ombra di Vincenzo Scot-ti; anche nella tempesta di Tangen-topoli che avvolse entrambi e dacui, il più volte ministro uscì assol-to e Boffa anche, con qualche reatoprescritto. Frammenti di stagionisepolte. Ora la Link si prepara aspegnere le prime 20 candeline sulsuo "sogno": guardare al Mediterra-neo, passando per Roma.
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Scotti e Di MaioL'ex ministro DcVincenzo Scotti è ilfondatore della LinkCampus University.Nella foto, assiemea Luigi Di Maio
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O L'INTERVENTO
AIUTARE GLI INVESTIMENTI CONTRO LA PRECARIETÀdi Pasquale Tridico*
Dopo il Jobs Act molti hanno capito che lenorme non creano occupazione, ma posso-no aumentare o diminuire i diritti. La digni-tà del lavoro è legata al diritto, mentre la do-manda di lavoro dipende dalla domanda ag-gregata e dagli investimenti. In questo sce-nario si muove il Decreto Dignità. L'obiettivodel Decreto Dignità è duplice: 1) aggredire laprecarietà; 2) innescare dei meccanismi diincentivi che favoriscono lavoro qualificato,stabile e investimenti da parte delle impresein capitale umano, che si sviluppa duranterelazioni di lungo termine.
Rispetto al primo punto, si cerca evidente-mente di modificare la composizione del-l'occupazione che negli ultimi anni è statafortemente sbilanciata nei flussi a favore del-l'occupazione a termine e precaria. Vi è statoun abuso del contratto a termine, che ha unaintrinseca precarietà, dovuta al fatto chemette una scadenza al lavoratore e lo rendericattabile. L'Inps documenta che nel 2017, 4contratti su 5 sono stati a termine, e molti diquesti sono durati pochi mesi. L'Istat ci dice,nell'ultimo trimestre, che il lavoro a tempoindeterminato è addirittura diminuito e chel'aumento dell'occupazione è trainata solodall'aumento dei contratti a termine. Questotipo di occupazione non solo genera proble-mi sociali legati alla natura della precarietà,ma ha anche un impatto negativo sull'econo-mia, e qui veniamo al secondo punto: il lavo-ro a termine incentiva investimenti e strate-gie da parte delle imprese cosiddette labourintensive, che non si affidano alla innovazio-ne e al progresso tecnico, e che quindi gene-rano pochi guadagni di produttività. Sononumerose le ricerche recenti di economistiitaliani ed europei (Sylos Labini, Dosi, Pian-ta, Roventini, Mazzucato, Kleinknecht, Naa-stepad) che dimostrano come una eccessivaflessibilità del lavoro e la diffusione di con-tratti temporanei, portano minori vantaggidi produttività del lavoro, e un più lento pro-gresso tecnologico. Questo per un dupliceordine di motivi: gli investimenti capital in-tensive sono disincentivati e i lavoratori conun alto turn over sono scoraggiati dal pro-fondere maggiore impegno nel proprio lavo-ro, sapendo che il rapporto presto si inter-romperà. Cose che gli economisti conosco-no bene.
Inoltre, con il Decreto Dignità l'Italia simette in linea con le direttive europee(1999/70; 2017/0355). In Europa il contrattoa termine dura massimo 24 mesi, in Italia ilDecreto Dignità lo porta da 36 a 24. In Euro-pa il numero di rinnovi in media è di 3, inItalia il Decreto Dignità lo porta da 5 a 4. In
Europa la «causale» per il contratto a termi-ne esiste quasi dappertutto. In Francia esisteun termine di 18 mesi e l'obbligo di «causa-le». In Spagna si fissano tre condizioni preci-se per il contratto a tempo determinato. InGermania esiste un modello di «causale» at-tenuata, simile a quello introdotto con il De-creto Dignità. Nelle direttive dell'Ue il lavoroa termine viene scoraggiato, e viene in gene-rale ammesso un contratto a termine liberosolo per i primi 6 mesi, considerati comeuna prova (come dice la sentenza della Cortedi Giustizia dell'Ue, C-98/og). Il Decreto Di-gnità permette il primo contratto libero,senza «causale», fino a 12 mesi. In Europa,almeno in quella dalle performance miglio-ri, prevale un modello di flexicurity; con ilDecreto Dignità l'Italia si avvicina al modellodiflexicurity.
E sempre possibile migliorare gli inter-venti legislativi, in Parlamento, senza cam-biare l'impianto. Ad esempio, si potrebbe in-serire una clausola di trasformazione auto-matica del contratto a termine verso il con-tratto a tempo indeterminato, con unincentivo per le imprese, e il ministro Di Ma-io sembra avere la giusta sensibilità per dia-logare con le imprese e accogliere istanze diquesto tipo.
Tuttavia, non sembra esserci nessuna ra-gione teorica ed empirica fondata, in econo-mia, che giustifichi affermazioni del tipo«vincoli al contratto temporaneo scoraggia-no gli investimenti», oppure come è statoscritto, «l'impresa X si troverà a non poterrinnovare oltre 200 lavoratori assunti in pri-mo contratto in modo "acausale", dovendoadesso fare il rinnovo con "causale"». Questeaffermazioni sono prive di fondamento per-ché sono altre, secondo la ricerca scientifica,le determinanti degli investimenti, e noncerto il tipo di contratto. Inoltre se un'impre-sa multinazionale, con oltre 200 lavoratori atermine, non può rinnovare con una causaletanti lavoratori a termine, potrebbe farlo concontratto a tempo indeterminato, che sareb-be anche più vantaggioso perché economi-camente più conveniente. Se non lo facesse,sarebbe perché priva di domanda adeguata,ma certo non perché il contratto a terminecausa vincoli tali da provocare il «licenzia-mento» di 200 persone. Come si titolava sulSole 24 Ore in occasione del dibattito che hapreceduto la liberalizzazione nel 2014 delcontratto a termine in Italia: «in Germania,Francia e Spagna esistono più vincoli per ilcontratto a termine che in Italia». Adesso,con il Decreto Dignità si può cambiare dire-zione.
*Professore di Economia del Lavoro, Uni-versità di Roma Tre, e consulente del mini-stro Di Maio al ministero del Lavoro
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