Centro Studi C.N.I. 3 marzo 2017 · Italia Oggi 03/03/17 P. 28 Bando Horizon con l'ombrello di...

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Centro Studi C.N.I. 3 marzo 2017

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 3 marzo 2017

Pagina I

SISMA

Sisma, incarichi non cumulabiliItalia Oggi 03/03/17 P. 41 Andrea Mascolini 1

SERVIZI DI INGEGNERIA

Servizi di ingegneria, vietati accordi quadroItalia Oggi 03/03/17 P. 41 2

EDILIZIA SCOLASTICA

Sconti per l'edilizia scolastica in rampa di lancio. Ripartiti i 300 mlnItalia Oggi 03/03/17 P. 38 Matteo Barbero 3

INFRASTRUTTURE

Infrastrutture e know how per ridurre il divario digitaleSole 24 Ore 03/03/17 P. 12 Andrea Biondi 4

CONSIP

Il grande ballo attorno al «bando»Sole 24 Ore 03/03/17 P. 1 Guido Gentili 5

ASSICURAZIONI

Coperture assicurative, si può andare per gradiItalia Oggi 03/03/17 P. 41 7

DDL AUTONOMI

Autonomi, lo «Statuto» acceleraSole 24 Ore 03/03/17 P. 39 Giorgio Pogliotti,Claudio Tucci

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LAVORI PUBBLICI

Appalti, 18 mesi per «salvare» i vecchi progettiSole 24 Ore 03/03/17 P. 38 Mauro Salerno 9

ZONE TERREMOTATE

Zone terremotate: è il caso di interrogarciItalia Oggi 03/03/17 P. 2 Carlo Valentini 10

HORIZON 2020

Bando Horizon con l'ombrello di statoItalia Oggi 03/03/17 P. 28 Cinzia De Stefanis 11

EDIFICI PUBBLICI

Fondo amianto al rush finaleItalia Oggi 03/03/17 P. 40 Massimiliano Finali 12

ENERGIA E AMBIENTE

Il petrolchimicoRepubblica 03/03/17 P. 18 Marco Patucchi 13

ILVA

Pareggio di bilancio in 3 anni «E poi l'Ilva andrà in Borsa»Corriere Della Sera 03/03/17 P. 44 Raffaella Polato 17

Jindal: entro tre anni al break-even 94 uva torneràSole 24 Ore 03/03/17 P. 9 Matteo Meneghello 19

Dossier Taranto: slitta a lunedì il termine ultimo per le offerteSole 24 Ore 03/03/17 P. 9 Domenico Palmiotti 21

INDUSTRIA

Valzer di risorse tra i fondi per l'industria e il digitaleItalia Oggi 03/03/17 P. 35 Cinzia De Stefanis 22

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 3 marzo 2017

Pagina II

INDUSTRIA 4.0

Solo i12% delle imprese è 4.0Sole 24 Ore 03/03/17 P. 12 Katy Mandurino 23

MEDIAZIONE

La mediazione «perde» 12mila domande nel 2016Sole 24 Ore 03/03/17 P. 40 Valentina Maglione,Bianca Lucia Mazzei

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SALINI-IMPREGILO

Salini/Astaldi Contratto da 397 mlnItalia Oggi 03/03/17 P. 27 25

STADIO ROMA

ALL'ULTIMO STADIORepubblica 03/03/17 P. 37 Salvatore Settis 26

I iL11C'I.'Z C ('1 1°E'SZC C'lltt'1 ZZCZC SZLI ClC'Cit'tO lCmy C' IC'1CltLI'(.) agli ZIZtC'1°Ut'ZZtl ZIï,C'Z"ltZ lLl° L tC'1°7°C'1rl()tCltl

Sisma, incarichi non cumulabiliEvitare conflitti dí interesse fra imprese e progettisti

Pagina a curaDI ANDREA MASCOLINI

vitare possibili con-flitti di interesse fradirettore dei lavori eimpresa per gli inter-

venti di ricostruzione dopoterremoto del Centro Italia;mantenere il principio di noncumulabilità di incarichi; ne-gativo il ripristino dell'appaltointegrato anche se per ragionidi urgenza ha una sua logica.Sono questi alcuni dei passaggipiù significativi dell'interventodel 28 febbraio del presidentedell'Autorità nazionale anti-corruzione (Anac), RaffaeleCantone, alla commissioneambiente della camera suldecreto -legge 9 febbraio 2017n. 8 recante «nuovi interventiurgenti in favore delle popola-zioni colpite dagli eventi sismi-ci del 2016 e del 2017».

Cantone ha premessoche gli interventi posti inessere dal decreto sono giusti-ficati «da un lato dalla logicadell'emergenza connessa alsisma e dall'altro dal clamo-

re mediatico, che hanno resonecessario intervenire sulla

disciplina prevista dal codicedegli appalti».

In generale il presidentedell 'Authority ha espressouna valutazione positiva sututti gli aspetti disciplinatidal decreto che, fra le altrecose prevede che il commis-sario straordinario promuovaun piano per dotare, in tem-pi brevi, i comuni interessatidagli eventi sismici di studi dimicrozonazione sismica di li-vello III, sulla base di incarichiconferiti a esperti iscritti o cheabbiano presentato domandadi iscrizione all'elenco specialedei professionisti.

Il decreto prescrive inol-tre che l'affidamento degliincarichi di progettazione,per importi inferiori alle sogliedi rilevanza europea, avvengamediante procedure negoziatecon almeno cinque professioni-sti iscritti nell'elenco speciale.Il testo stabilisce poi che i co-muni e le province interessate,in luogo dei soggetti attuatori,possano predisporre ed invia-re i progetti degli interventi diricostruzione pubblica al com-missario straordinario. Propriosu questo profilo (affidamenti)si è soffermato Cantone evi-denziando l'importanza diprevedere l'individuazione diesperti per le operazioni di con-trollo e di assicurare un mini-mo di rotazione tra questi.

Sulla disposizione checonsente la trattativa pri-vata senza bando (ammessain ragione della sussistenza dicondizioni di estrema urgenza

derivante da eventi impreve-dibili dall ' amministrazioneaggiudicatrice che non con-sente di rispettare i terminiper le procedure aperte o perle procedure ristrette o perle procedure competitive connegoziazione), Cantone notache la disposizione «dovrebbeservire a sbloccare la fase diemergenza anche se non si ècapito perché non sono stateapplicate le deroghe previstedal codice dei contratti».

Rispetto alla costruzionedelle scuole e al ripristinodell 'appalto integrato, ilpresidente Anac ha evidenzia-to che «si ripristina un istitutoche il codice ha fatto bene adescludere; tuttavia la necessitàdell'appalto integrato ha sensoin una logica del tutto eccezio-nale».

Sulla disposizione ine-rente alla non cumulabilitàdegli incarichi e l'incompatibi-lità tra direttore dei lavori e gliincarichi avuti rispetto alla dittaesecutrice negli ultimi tre anni,Cantone ha precisato che l'uni-co controllo possibile nell'attualesistema è quello del direttore deilavori e che va mantenuta l'in-compatibilità anche perché nondeve essere il direttore dei lavoria scegliere l'impresa. Per Can-tone è importante scoraggiarequesti legami anche perché senon c'è legame tra direttore eimprese si può garantire unamaggiore partecipazione alleimprese. Vi è lavoro per moltiprogettisti e imprese, ha conclu-so Cantone, occorre approfittaredell'occasione per far crescere iltessuto imprenditoriale soprat-tutto di quelle zone.

Sisma Pagina 1

Nella nuova bozza del decreto correttivo del codice appalti

Servizi di ingegneria ,vietati accordi quadro

Nel work in progress del decretocorrettivo del codice dei contrattipubblici spunta il divieto di accor-di quadro per servizi di ingegneria

e architettura; un anno di tempo in più permandare in appalto i progetti definitivi appro-vati entro il 19 aprile 2016; sale a 15 il numerodelle imprese da invitare nelle procedure ne-goziate per i lavori. Sono queste alcune dellenovità contenute nel nuovo testo dello schemadi decreto correttivo del decreto 50.

Va però precisato , che la nuova versio-ne non sembra essere del tutto consoli-data, anche se dalla sua lettura ci si può fareuna prima idea dell'orientamento rispetto allenumerosissime proposte di modifica della boz-za avanzate in sede di consultazione pubblica(durata cinque giorni dal venerdì 17 al merco-ledì 22 febbraio). Poco rilievo ha avuto, infatti,l'approvazione dello schema in via prelimina-re avvenuta il 24 febbraio « salvo intese», unaformula che consente ai tecnici di continuarea lavorare, come effettivamente sta avvenendosenza sosta.

Con tutta probabilità di modifiche nearriveranno altre; poi si dovrà vedere cosauscirà dai pareri parlamentari, dal Consigliodi stato e dalla conferenza unificata.

In sede di parlamentare è emerso che irelatori che seguirono la legge delega e ildecreto delegato (Raffaella Mariani e Ste-fano Esposito) hanno già informalmenterappresentato la volontà di emettere unparere congiunto. Nel merito sono state giàavanzate delle forti perplessità su alcunipunti (nel dibattito seguito all'audizione delministro Delrio) che per adesso il testo in

circolazione sembra però confermare.

É il caso della disciplina dell'appaltointegrato per il quale due modifiche sem-bravano essere state aggiunte rispetto allaversione posta in consultazione: l'obbligo dimotivare, nella determina a contrarre, i casidi netta prevalenza tecnologica o innovativa edi estrema urgenza che consentono di affidare ilavori sulla base del progetto definitivo, nonchéla possibilità di mandare in gara i progetti giàapprovati al 19 aprile 2016 fino a un anno dopo(si deve intendere un anno dopo l'approvazionedel decreto correttivo quindi entro, presumibil-mente, fine aprile 2018.

Sempre per l'appalto integrato un'ulterioreapertura viene prevista per le opere di urba-nizzazione a scomputo che potrò essere quindiessere affidate sul progetto definitivo.

Un'altra disposizione introdotta dall'ul-tima versione riguarda la materia deiprezziari: si chiarisce che per definire il costodei materiali da costruzione e degli impiantisi utilizzano i prezziari regionali aggiornatiannualmente con l'accortezza che quelli in vi-gore al 31 dicembre si possono utilizzare perulteriori sei mesi se il progetto posto a base digara è stato approvato entro il 30 giugno.

Ancorché soggetto ad una valutazionepolitica , il nuovo schema prevede inoltrel'inapplicabilità della disciplina degli accordiquadro agli incarichi di ingegneria e architet-tura, strumento che invece nelle direttive nonlimitazioni di sorta. Salirebbe inoltre a 15 il nu-mero delle imprese da invitare nelle procedurenegoziate per l'affidamento di lavori.

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Servizi di ingegneria Pagina 2

Sconti per l'e,diliZia scolastica in rampa di lancio. Ripartiti 1300 minSconti per l'edilizia scolastica inrampa di lancio. La Conferenza sta-to-città e autonomie locali di ieri hadato il via libera al riparto dei 300milioni di spazi finanziari messi adisposizione dalla legge di bilancioper alleggerire i vincoli di finanzapubblica a favore degli enti localiche devono intervenire sulle scuole.Come prevedibile , le richieste han-no ampiamente superato la disponi-bilità, ma sarà comunque possibilesoddisfare al 100% quelle relativealla fattispecie individuate comeprioritarie dalla legge (interventigià agevolati nel 2016 , interventi dinuova costruzione e altri interventimuniti di progetto esecutivo). Ne-gli altri casi , invece, potrà essereassegnato solo il 17,51% della ri-chiesta.L'art. 1, comma 485 , della legge232/2016 ha stanziato 700 milionidi spazi finanziari per sbloccare gliinvestimenti di comuni, province ecittà metropolitane «sterilizzando-li» dal pareggio di bilancio, di cui300 milioni destinati all'ediliziascolastica.Per questa tranche, entro il termineperentorio del 20 febbra-io sono arrivate comples-sivamente quasi 1.500richieste (di cui strana-mente una cinquantinaa importo zero) per un

iaapuri,u di ulIse 4'15 ILUliuaii.Non tutti, quindi, si vedranno asse-gnato il 100%. L'assegnazione, però,sarà integrale per chi rientra in unadelle tre fattispecie prioritarie. Neldettaglio, 59 milioni verranno as-segnati per il completamento diinterventi finanziati a mutuo chegià hanno beneficiato di sconti sulpareggio 2016,44 milioni per inter-venti di realizzazione di nuovi ples-si e 170 milioni per altri interventimuniti di un progetto esecutivo già

redatto e valida-to.Per le altre spe-se di edilizia sco-lastica, a frontedi interventi

Spazi finanziari richiesti 425.162.155,73 Percentuale diassegnazione

di cui per interventi a mutuo già agevolati 59.057.104 32 100%nel 2016 ,

di cui per interventi di nuova costruzione 44.177.981 76 100%con progetto esecutivo ,

di cui per altri interventi muniti di progetto 170.191.430 00 100%esecutivo

,

Di cui per altre spese 151.735.639,65 17,51%

7225515ammisi a per 7177R 219 zona,residuano spazi per soli 26 milioni,il che porterà a una assegnazionepari al 17,51% delle richieste.A questo punto, per formalizzare ilriparto si attende ancora la distri-buzione dei restanti 400 milioni, cheandranno innanzitutto a favore deicomuni istituiti mediante fusione,di quelli con meno di 1.000 abitantiche abbiano progetti esecutivi, non-ché agli interventi sulle scuole nonsoddisfatti dalla tranche a essi de-dicata e a interventi di mitigazionedel rischio sismico e idrogeologico,sempre con precedenza a favore diquelli già pervenuti alla fase ese-cutiva della progettazione. Anchein tal caso , era possibile richiedere

spazi per altre, gene-riche spese di inve-stimento finanziatemediante avanzo odebito, che tuttaviasaranno agevolatesolo invia residualeTutti gli spazi (siai 300 che i 400 mi-lioni) saranno as-segnati entro ilprossimo 15 marzodalla Ragioneria ge-nerale dello stato.A differenza delloscorso anno, infatti,la normativa 2017non prevede che

il riparto sia effettuato mediantedpcm, per cui il passaggio di ieri inConferenza ha rappresentato unamera informativa.Gli spazi richiesti per investimentifinanziati con avanzo di ammini-strazione possono essere riferitia impegni esigibili nel 2017, non-ché al fondo pluriennale vincolatodi spesa a copertura degli impegniesigibili nei futuri esercizi . Al con-trario, gli spazi richiesti per investi-menti finanziati con operazioni diindebitamento devono riguardaresolo ed esclusivamente investimen-ti con impegni esigibili nel 2017 enon anche fpv di spesa.

Matteo Barbero

Edilizia scolastica Pagina 3

1122 marzo «Fed», iniziativa di Facebook e Giovani di Confindustria

Infrastrutture e know howper ridurre il divario digitaleAndrea Biondi

MILANO

Considerare manifattura edigitaleconomycome due entitàdistinte, che corrono su binariparalleli, è un errore da matitablu, anche se sempre meno fre-quente.Dall'altra parte cresce in-vece progressivamente la consa-pevolezza che il digitale può for-nire opportunità e nuove occa-sioni di business. Solo però perchi ha spirito e competenze alpasso con questa sfida.

È questa la cornice in cui si in-scriveil «Fed» 2017: ilForum del-l'Economia digitale ideato e rea-lizzato da Facebook e GiovaniImprenditori di Confindustria inprogramma al MiCo a Milano il22 marzo. Un'iniziativa che bissaquella dello scorso anno e pensa-ta «come occasione di incontrosulle opportunità e sulle sfidedella svolta digitale» spiegaMar-co Gay, presidente dei GiovaniImprenditori di Confindustriache ieri ha presentato il prossimoFed insieme conil country mana-ger Facebook Italia Luca Colom-bo e con l'assessore comunale diMilano alle Politiche del Lavoro,Attività produttive e Commer-cio, Cristina Tajani. L'idea che sideve aver chiara, aggiunge Gay, èche «si aprono nuovi mercati peril made in Italy, si richiedononuove competenze ai lavoratori,sitrasformanoprodotti eproces-si» con una «economia digitaleche è una sfida per tutti: non ci so-no scorciatoie o alternative».

Ecco, attraverso talk, testimo-nianze divario tipo, tavole roton-de, l'intento del Fed 2017 è quellodi rendere più chiaro possibilequanto lo sviluppo della culturadigitale possa essere di sostegnoalla crescita economica dellegrandi e piccole imprese, peral-tro in unPaese che sconta un gapdi investimenti sul digitale per 25miliardi rispetto alla media Ue.«Questa consapevolezza sta cre-scendo nelle imprese. Alle volteanche per l'esempio che vienedalle realtà più piccole», diceLu-

ca Colombo di Facebook indi-cando esempi come quello di Pe-scaria, fast food di pesce nato inPuglia, ma che ha saputo sfrutta-re la piattaforma social fino a di-ventare un business case di suc-cesso, anche a Milano. «Dopo lapositiva esperienza dello scorsoluglio-ha aggiunto Colombo-laseconda edizione di Fed costitui-sce una nuova occasione di con-divisione delle competenze edelle esperienze di quanti, traaziende, organizzazioni e istitu-zioni, stanno già raccogliendo ri-sultati concreti grazie alla svoltadigitale».

Per alcuni la svolta del restogià c'è. È tuttavia evidente che cisono problemi anche strutturaliche allontanano le aziende italia-

Solo 1144% delle famiglieitaliane ha accesso a retiultraveloci perlaconnessione webcontro una media Ue del71%

Aziende fiducioseLe imprese checommerciano a livellointernazionale - il16%deicasi - hanno una visionepositiva del futuro nel57%dei casi. In generale, lavisione positiva dei prossimisei mesi c'è nel50%delleimprese parte della Surveydi Facebook"Future ofBusiness"

Scarse competenzeSecondo l'Ocse il 50% dellaforza lavoro in Italia ha zerooppure scarse competenzeinformatiche

ne dai migliori benchmark. Adesempio, solo il 44°% delle fami-glie italiane ha accesso a reti ul-traveloci per la connessioneweb, contro una media Ue del 71per cento.

Anche solo questo numero dàcontezzadelritardoinquello chepuò essere unfattore di sviluppoinparticolare perle piccole eme-die imprese le quali, raccoglien-do il 9001° delle aziende e oltre il67% del Pil nazionale, costitui-scono la spina dorsale dell'eco-nomia italiana. Si tratta di impre-se che stando ai numeri dell a Fu-ture of Business Survey di Face-book di gennaio - indaginerealizzata daFacebook con Ocsee Banca Mondiale su 14omila im-prese provenienti da 33 Paesi,delle quali 7-400 in Italia - affron-tano il futuro prossimo con unanon scontata fiducia. Arriva in-fatti al 5001° la percentuale di pic-cole e medie imprese che hannounavisione positiva dei prossimisei mesi, con i137% neutrale e so-lo H 13 °i° negativo. Il dato positivosale poi a157° o quando le impresehanno commercio all'estero.

Evidente in questo caso il col-legamento positivo con le possi-bilità offerte dal digitale. Le qualiperò si scontrano conle difficoltàda scontare anche sul versantecompetenze. È il paradosso deldigitale: ci sarebbero opportuni-tà di lavoro ma in Italia 1122%del-le posizioni di lavoro nel digitaleresta scoperto per assenza dicandidati, mentre gli occupatinel settore dell'Ict rappresenta-no solo i12,5° o del totale. Nel dei-taglio, le imprese conrisorse spe-cializzate nell'Ict sono il 17°1° deltotale (la media Ue è del 20%), afronte di una quota del 12°0 diaziende che si occupa di forma-zione digitale (contro uno stan-dard europeo del 22%). La Peni-sola è fanalino di coda anche peril totale di laureati nella forza dilavoro dell'economia digitale: il33%, quasi la metà di una mediaeuropea del 6o,5 per cento.

91 RIPRO U OZIO NE RISERVATA

Infrastrutture Pagina 4

il grande balloattorno «bando»

di Guido Gentili

evidente che siamo difronte ad un caso diprima grandezza, sia

giudiziario che politico. Per-ché ilballo che si è consuma-to intorno al bando per unappalto da 2,7 miliardi (unagara per le pulizie nellescuole italiane conl'importopiù rilevante mai indetta inEuropa, notano i magistrati)è di quelli che non passanoinosservati.

La Consip è una societàdel Ministero dell'Econo-mia che lavora al servizioesclusivo della PubblicaAmministrazione. Attorno

ad essa si sarebbero scatena-ti appetiti e manovre chechiamano in causa, avario ti-tolo, vecchie conoscenze(l'imprenditore Alfredo Ro-meo e il politico ex strettocollaboratore di GianfrancoFini, Italo Bocchino) e inewcomers, i nuovi venutidell'era renziana.

Nomi di peso (il primo èquello di Tiziano Renzi, pa-dre di Matteo) tutti o quasiappartenenti alla geopoliticatoscana del potere localizza-ta attorno alla figura dell'expremier Renzi.

CONSIP Pagina 5

GuidoGentili

partire daLucaLotti,oggi ministro dello Sportcon le deleghe

strategiche per il Cipe e l'Editoriae da sempre braccio destro diMatteo, e dall'ad di Consip LuigiMarroni, già capo dellaAsl diFirenze quando sindaco eraMatteo Renzi. Ed è proprioMarroni che oggi accusa TizianoRenzi, il politico toscano leaderdiAla, Denis Verdini (iericondannato in primo grado a9anni peril crac del CreditoCooperativo Fiorentino) el'imprenditore Carlo Russo diaver subito pressioni e ricatti.Con TizianoRenzichesmentisce ogni coinvolgimentoe ogni ipotesi di corruzione.

Sul terreno giudiziario,mentre trai soliti"facilitatori" e i nuovi"prototipatori" di bandid'appalto le rivelazioni siaccavallano, si può dire poco.L'inchiesta apparemeticolosa e c'è da augurarsiche accerti le eventualitàresponsabilità nel minoretempo possibile. Fino infondo, senza lasciare dubbi disorta, con l'attenzionemassima anche a ogni singolodettaglio e separando i fattidalle ombre. La posta in gioconon necessita di particolaripresentazioni: èsemplicemente altissima.

Sul piano politico èaltrettanto evidente che su unbinario parallelo a quellogiudiziario corre un trenocarico di incognite. La primariguarda Matteo Renzi,impegnato ora nella

riconquista della leadershipdel Pd e della candidatura apremier alle prossimeelezioni. Dovessero essereconfermate le prime ipotesidei magistrati, un'inchiestadel genere, al di là deiproblemi personali efamiliari, potrebbe mettere anudo un profilo del renzismocompletamente diverso daquello promesso dopol'ascesa alla segreteria del Pde la conquista di PalazzoChigi. La nuova "generazioneTelemaco"? La rottamazione,il cambiamento rapido controi conservatorismi di sinistra edestra? Tutto finirebbearenato sulle secche di unaltro pragmatismo, quelloche s'affanna, tra poterivecchi e nuovi ches'incrociano, su un maxibando d'appalto di unagrande società pubblica nataper mettere ordine su unamateria da sempreincandescente e per farrisparmiare, in ultima analisi,lo Stato. La seconda incognitachiama in causa l'EsecutivoGentiloni, di continuitàpolitica con quello Renzi chel'ha preceduto, in unmomento tra i più delicati.Questo sta discutendo conl'Europa -molto oltre lafamosa correzione di bilanciodello 0,2% del Pil- il profilo diuna politica economicariformista che sottragga ilPaese a un destino di bassacrescita e di alto debito. Dipiù. Sono in vista tra pochesettimane le celebrazioninella Capitale per ricordare isessanta anni del Trattato diRoma e per discutere di unanuova Europa possibile. Afine maggio l'Italia ospiterà ilvertice del G7 dopo le scossedi Brexit e di Donald Trumpal timone degli Stati Uniti.

Gli sviluppi del casoConsip sono imprevedibili.Per l'intanto, mentre imagistrati esercitano il loromestiere, l'unica bussola chenon va persa è quella,generale, della governabilità.Se balla anche questa il dannosarebbe comunque enorme.

gguidogentilil

91 E] PRODUZ NE RISERVATA

CONSIP Pagina 6

Coperture assicurative,uo andare raaisi p per gradi

Eillogica la richiesta di produrre in sede di offertail contratto di assicurazione per la responsabilitàcivile professionale con un massimale rapportato alvalore dell'appalto, trattandosi di richiesta da ap-

plicare al solo aggiudicatario. È quanto ha affermato il TarLombardia, Brescia, sezione prima con la sentenza del 27febbraio 2017 n. 282 in merito alla nuova disposizione delcodice dei contratti pubblici in materia polizza di responsa-bilità civile professionale. Si tratta dell'articolo 83, comma4-c del decreto 50/2016 che ha introdotto la possibilità perle stazioni appaltanti di chiedere, a dimostrazione dellacapacità economica e finanziaria negli appalti di servizie forniture, un livello adeguato di copertura assicurativacontro i rischi professionali. Per fare ciò la norma imponeche sia accertata, ancora al momento della presentazionedell'offerta, una condizione che in realtà sarà necessariasolo per lo svolgimento dell'attività, ossia un adempimentoche produrrà effetti solo per l'aggiudicatario.

La sentenza chiarisce che il livello adeguato di co-pertura assicurativa può essere raggiunto anche pergradi, e con una pluralità di strumenti negoziali. Pertanto,si deve escludere che la norma richieda necessariamentel'allegazione di un nuovo contratto di assicurazione, conun massimale già adeguato al valore dell'appalto perché«tra più interpretazioni possibili in base alla lettera dellanorma deve essere preferita quella che impone il costominore per gli operatori economici, evitando la creazionedi ostacoli impropri alla partecipazione».

La produzione di un nuovo contratto di assicurazione vieneritenuta onerosa per i concorrenti, ma soprattutto del tuttosuperflua nel corso della gara. Se quindi vi è la certezza che lacopertura assicurativa richiesta dal bando o dal disciplinaredi gara sarà presente al momento dell'aggiudicazione, e chel'attivazione della suddetta copertura dipende solo dalla vo-lontà dell'aggiudicatario, e non dall'assenso di terzi, l'interessepubblico può dirsi tutelato, e di conseguenza risulta indiffe-rente lo strumento negoziale che ha reso possibile il risultato(nel caso specifico l'incremento del massimale della polizza giàstipulata per la responsabilità civile professionale).

©Riproduzione riservata??;

Assicurazioni Pagina 7

Il Ddl ha ottenuto ieri il via libera dalla commissione Lavoro della Camera: da lunedì testo all'esame dell'aula

Autono o « Statuto» acceleraAccesso agli appalti pubblici, più tutele per maternita, malattia e disoccupazione

Giorgio PogliottiClaudio TucciROMA

I lavoratori autonomi po-tranno partecipare a bandi e ap-palti pubblici ma solo per «laprestazione di servizi» (si evita-no così contrapposizioni con leaziende). Dal i° luglio la Dis-coll,l'indennità di disoccupazioneper i collaboratori, diventeràstrutturale e sarà estesa, per laprimavolta, anche «ad assegnistie dottorandi di ricerca conborsadi studio», a fronte di un incre-mento dell'aliquota contributivapari allo o,51 per cento.

Una delega ad hoc dovrà poiestendere le tutele su maternitàe malattia ai collaboratori dellagestione separata (non pensio-nati e non iscritti ad altre formeprevidenziali), autofinanziatecon un aumento dell'aliquotanon superiore a o,5 punti percen-tuali. Novità anche sulla discipli-na dello smart working, consi-derato come una modalità disvolgimento del lavoro subordi-

nato: si apre alla possibilità di fa-re riferimento ai trattamenti pre-visti dai contratti collettivi (tuttiquelli indicati nell'articolo 51 delDlgs 81/2015, quindi non solo na-zionali, ma anche aziendali).

Con questa manciata di modi-fiche la commissione Lavoro del-la Camera ha approvato il Ddl sullavoro autonomo e agile, atteso inAula lunedì 6 marzo. Il provvedi-mento di 24 articoli complessivi,dueinpiù rispetto altesto iniziale,dovrà poi tornare in seconda let-tura al Senato (ma non dovrebbe-ro esserci ulteriori modifiche).«Si completa un altro passaggioimportante verso ilvia libera defi-nitivo allo Statuto dellavoro auto-nomo - commenta Maurizio Del

Deduzione integraledelle spese di formazione,ruolo su misuraper gli Ordini professionalie regole per lo smart working

Conte, presidente Anpal e autoredel Ddl -. Tutte le forze politichein Parlamento hanno sostenuto iltesto. C'è consapevolezza dellanecessità di estendere tutele e di-ritti a questi lavoratori».

Nel dettaglio, il testo confermaper i professionisti la deduzioneintegrale, entro un tetto annuo diiomila euro, delle spese per ma-ster, corsi di formazione e conve-gni. Si potranno, poi, "scaricare"fiscalmente anche gli oneri soste-nutiper la garanzia contro il man-cato pagamento delle prestazio-ni; e in ogni caso diventano abusi-ve tutte quelle clausole che con-cordano termini "per saldare"superiori a 6o giorni dalla conse-gna della fattura al cliente. I lavo-ratori autonomi sono equiparatialle piccole e medie imprese perpartecipare ai piani operativi re-gionali e nazionali a valere suifondi strutturali europei. Per par-tecipare ai bandi e concorrere al-l'assegnazione di incarichi e ap-palti privati, è consentita la possi-bilità di creare reti di professioni-

sti per partecipare alle reti diimprese, di costituire consorzistabili professionali o associazio-ni temporanee professionali.

Mini rivoluzione anche sulfronte delle tutele lavoristiche:per gliiscritti alla gestione separa-talnps i congediparentali salgonodai a 6mesientroiprimitreannidivita del bambino; durante la ma-ternità si avrà la possibilità di rice-vere l'indennità pur continuandoa lavorare (non scatta l'astensioneobbligatoria). In caso di malattia oinfortunio, su richiesta dell'inte-ressato, si potrà sospendere lapre-stazione (salvo venga meno l'inte-resse del committente). «Ilavora-tori della gestione separata - spie-gaCesare Damiano (Pd) - avrannomigliori trattamenti di maternità eindennità dimalattianell adirezio-ne delle tutele reali universali cre-ate nel secolo scorso per il lavorodipendente». La norma sulla Dis-coli che diventa strutturale dal i°luglio, è preceduta dall'interventooperato dal Milleproroghe che haconfermato fino a fine giugno l'in-dennità di disoccupazione per icollaboratori, finanziandola con19,2mili oni.In caso dimalattia oin-fortunio che impediscono lo svol-gimento dell'attività per oltre 6ogiorni, è sospeso il versamento deicontributi previdenziali e dei pre-mi assicurativi fino a 2 anni.

Altro capitolo, il coinvolgi-mento degli organismi di rap-presentanza: il Governo è dele-gato a individuare gli «atti pub-blici» da devolvere alle profes-sioni ordinistiche, attraverso ilriconoscimento del loro ruolosussidiario (e diterzietà); a sem-plificare gli adempimenti su sa-lute e sicurezza negli studi pro-fessionali quando sono simili al-le abitazioni; a consentire alleCasse di previdenza, anche informa associata, di attivare oltrea prestazioni complementari ditipo previdenziale e socio-sani-tario, altre nuove "prestazionisociali", con particolare atten-zione agli iscritti colpiti da gravipatologie oncologiche.

DDl Autonomi Pagina 8

Le correzioni al nuovo Codice

Appalti, l8 mesiper «salvare»i vecchi progetti

Mauro SalernoROMA

Più tempo per svuotare i cas-setti delle Pa daivecchiprogettidefinitivi messi in fuorigiocodall'entrata in vigore del nuovocodice. È qu e st a l a novità di mag-gior rilievo tra quelle previstedalla nuova bozza del decretocorrettivo dellariformaappaltiche il governo deve licenziareentro il 19 aprile.

Tra aggiustamenti puramen-te formali e cambi dirottapiù so-stanziali il provvedimento natoper correggere in corsa le critici-tà emerse in fase di prima attua-zione cresce di dimensioni men-tre assume un assetto via via piùstabile. La bozza è stata arricchi-ta coni suggerimenti arrivati dalmercatonelle consultazioni e af-fronta le ultime limature invistadelgiro di pareri.Ora siamo arri-vati a n9 articoli che impattanosu un codice che ne conta 220.

Insieme al subappalto, la revi-sione del divieto di appalto inte-grato (possibilità di affidare l'ul-timo miglio della progettazioneall'impresa che esegue i lavori) èuno dei punti chiave del Corret-tivo. L'ultima versione confer-ma alcune "sblindature". Si po-tranno assegnare lavori su pro-getto definitivo (anziché esecu-tivo) per le opere ad alto tasso ditecnologia, per le urgenze, per lemanutenzioni, in nuovi casi dipartenariato pubblico-privato eperleurbanizzazioni.Lanovità èche acquista più spazio la "sana-

toria" concessa alle amministra-zioni spiazzate dall'entrata invi-gore repentina del Dlgs 5o/2016che impone di assegnare i lavorisolo al termine dell'intero svi-luppo del progetto, con l'obietti-vo di concedere meno marginipossibili alla lievitazione deiprezzi acantieri in corso.Per evi-tare la "morte in culla" di decinedi progetti (anche se un numeropreciso non c'è o non è stato co-municato) il governo ha decisodi riaprire i termini chiusi da ungiorno all'altro io mesi fa. Le Pache in questo periodo hanno cu-stodito il proprio progetto defi-nitivo avranno ora i8 mesi ditempo (la bozza precedente sifermava a un anno) per metterloin gara senzabisogno di finirlo. Iltermine partiràdall'entratainvi-gore del Correttivo, dunque lafi-nestra dovrebbe rimanere aper-ta fino a ottobre 2018. Sul subap-palto viene confermato lo spo-stamento del tetto del 3o%. Nonsi calcolerà più sull'intero am-montare del contratto ma solosui lavori prevalenti. Il Corretti-vo non incide però sulla naturadel subappalto. Concedere lapossibilità di assegnare quote dilavori a valle del contratto prin-cipale resta una facoltà delle Pa.Mentre rimane in piedi l'obbligodi escludere il titolare del con-tratto per carenze direquisiti delsubappaltatore.

L'ultima bozza contiene poianche altre novità. Tra questel'addio,pericostruttori, allapos-

sibilità di ottenere l'attestato Soadi qualificazione almercatopub-blico in prestito da un'altra im-presa; l'obbligo, per le Pa, diemettere i certificati di paga-mento entro 45 giorni dal rilas ciodei Sal; l'aumento del numero diimprese da invitare alla proce-dura negoziata senza bando; lapossibilità di ricorrere aigeneralcontractor solo oltre ioo milioni.

Nei prossimi giorni il Corret-tivo è atteso alvalzer dei pareri-Commissioni parlamentari,Consiglio di Stato, Conferenza

Il «Correttivo» deve esserevarato entro il19 aprileora la partita dei parericompresa la tappa,non facile, in Parlamento

unificata -prima di tornare a Pa-lazzo Chigi per l'ok finale. So-prattutto in Parlamento non siannuncia un cammino facile.Stefano Esposito, relatore che hasvolto un ruolo da protagonistanella riforma, si riserva di «stu-diare il testo finale», ma nonmanca di anticipare un giudizio:«Negativo, in base a quello cheho letto in questi giorni». «Suquesta riforma ho messo la fac-cia - attacca il senatore Pd - sequalcuno ha deciso di smantel-larlalo farà senza di me». V alut a-zioni più prudenti arrivano dallaCamera, dove comunque si an-nuncia un esame rigoroso del ri-spetto dei criteri di delega. «Ciconcentreremo sui 5-io puntichiave - spiega la relatrice inpectore RaffaellaMariani (Pd) -:centralità del progetto, subap-palto, lavori in house, qualifica-zione dell e stazioni appaltanti».

Lavori pubblici Pagina 9

Zone terremotate: èil caso di interrogarci

n terremo-to è certa-mente un

DI CARLO VALENTINIcaso e nell'altro al di-sagio delle persone siunisce il costo per la

evento drammaticamen-te straordinario a cui è difficile farfronte con tempestività ed efficacia,senza sbavature. L'emergenza com-porta quasi sempre problemi di varianatura e quindi individuare le falledell'intervento non significa spingeresulla colpevolizzazione ma spronareaffinché in futuro si proceda al meglio.Per esempio sarebbe opportuno farechiarezza sull'agibilità. E vero che leabitazioni a rischio dopo le scosse nelCentro Italia erano 174 mila, quindiun numero rilevantissimo. Ma apparefrancamente deluden-te che vi siano ancoramigliaia di persone chenon sanno se la lorocasa è agibile o meno.Magari potrebbero tor-nare a vivere nelle lorostanze ma non lo possono fare perchénon vi è nessuno che lo certifichi fin-ché non verrà il loro turno, e a sei mesidal sisma quel «loro turno» non è an-cora giunto.

Non sarebbe il caso di appron-tare un piano di mobilitazione e disemplificazione burocratica per la cer-tificazione di agibilità nei casi di cala-mità? Tra l'altro vi è anche da conside-rare il caso di coloro che si vedrannonotificata l'inagïbilità e avranno persomesi preziosi per incominciare ad ap-prontare la ristrutturazione. Nell'un

finanza pubblica, che si accolla (giu-stamente) le spese per l'ospitalità inalbergo o in luoghi pubblici o un'in-dennità per chi preferisce fare da sé (5mila persone sono ancora ospitate ne-gli hotel lungo la riviera adriatica).

Un'altra questione riguarda lecasette di legno, in gran parte non an-cora arrivate. Possibile che sul merca-to mondiale, a cominciare da quellodel Nord Europa, non sia stato possi-bile con una procedura straordinariaapprovvigionarsi di quanto serviva,evitando almeno in parte il rigido

Su che cosa nonsta andando

per non ripeterlo

inverno sotto le ten-de? C'è da auspicareche questa esperienzafaccia aprire un canaledi acquisizione imme-diata in casi straordi-nari laddove le aziende

sono in grado di rispondere immedia-tamente a tale richiesta.

C'è poi la giustificata lamen-tela sulla lentezza della rimozionedelle macerie, che crea difficoltà allaricostruzione e al ritorno a un iniziodi normalità.

Lo sforzo per limitare i disagiè stato notevole, pur tra i limiti diun'ordinaria burocrazia e di una plu-ralità di competenze. Ora non si trat-ta di palleggiare responsabilità ma dirimboccarsi le maniche per correggerequanto non ha funzionato.

Zone Terremotate Pagina 10

Bando Horizon con l ombrello di statoOmbrello dello stato (fondo garanzia delfondo crescita sostenibile ) per l'accessoagevolato alla quota di finanziamento ero-gata in anticipazione per il bando Horizon2020 e il bando grandi progetti di ricerca esviluppo . Le imprese che intendano avvaler-si del predetto strumento sono tenute peròa contribuire con una quota proporzionaleall'anticipazione richiesta per la coperturadel rischio legato alla mancata restituzionedelle somme erogate. Che ammonta al 3,09%dell'anticipo per il bando Horizon 2020 e al2,94% per ii bando grandi progetti di ricercae sviluppo. È con due diversi decreti (l'unorelativo al bando Horizon 2020 e l'altrograndi progetti di ricerca e sviluppo finan-ziato) datati 27 febbraio 2017 (in attesa diessere pubblicati in Gazzetta Ufficiale) cheil Mise stabilisce le due diverse quote perrichiedere anticipazione del finanziamen-to. Entrambe le quote sono commisurateall'anticipazione richiesta del finanziamen-to concesso, e trattenute dal ministero del-lo sviluppo economico in occasione dellarichiesta di anticipazione e non verrannorestituiti qualunque sia l 'esito del progetto.

Ricordiamo che con il decreto direttorialedel 6 agosto 2015 che il MiSe ha istituito lostrumento di garanzia per la copertura delrischio legato alla mancata restituzione del-le somme erogate a titolo di anticipazionenell'ambito del fondo crescita sostenibile.Lo strumento opera tramite un unico fondoper tutti i bandi che utilizzano, per la con-cessione delle anticipazioni, le risorse fina n-ziarie del fondo per la crescita sostenibilee che ne prevedono l'utilizzo, tenuto contodelle risorse finanziarie disponibili. La ga-ranzia copre il 100% dell'importo dell'age-volazione erogata a titolo di anticipazioneall'impresa beneficiaria. La garanzia haeffetto dalla data di erogazione dell'antici-pazione e cessa la sua efficacia alla data dicertificazione , con esito positivo, da partedel soggetto gestore, della compiuta realiz-zazione dello stato di avanzamento corri-spondente all'importo dell'anticipazioneerogata e all'assenza di cause c/o atti idoneia determinare l'assunzione di un provvedi-mento di revoca.

Cinzia De StefanisJ Riproduzione riservata-

Horizon 2020 Pagina 11

I chiarimenti clel rrrinistero dell'ambiente . Fin.cxnziarnerati solo per gli edifici pubblici

Fondo amianto al rush finaleDomande o li e entro il 3013 . Per il 17 ci sono

Pagina a curaDI MASSIMILIANO FINALI

li incarichi di proget-tazione già conferitinon sono ammissibili,ciascun ente può pre-

sentare una sola domanda difinanziamento, la progettazio-ne deve riferirsi ad edifici pub-blici di proprietà e destinatiallo svolgimento dell'attivitàdell'ente. Sono questi alcunidei chiarimenti che il ministe-ro dell'ambiente e della tuteladel territorio e del mare ha for-nito in merito alla procedura diaccesso al finanziamento dellaprogettazione preliminare e de-finitiva di interventi di bonificadi edifici pubblici contaminatida amianto di cui all'art. 56,comma 7, della legge 28 di-cembre 2015, n. 221. Il fondoha una dotazione finanziariadi 5,536 milioni di euro perl'anno 2016 e di 6,018 milionidi euro per ciascuno degli anni2017 e 2018, per uno stanzia-mento complessivo di oltre 17milioni di euro. La proceduradi accesso telematico al fondorimarrà a disposizione sul sitowww.amiantopa.minambien-te.ancitel.it fino al 30 marzo2017.

Accesso consentito allepubbliche amministra-zioni

Possono fare domanda di ac-cesso al Fondo leamministrazionipubbliche con ri-ferimento ad in-terventi relativiad edifici pubblicidi proprietà e de-stinati allo svolgi-mento dell'attivitàdell'ente. Ciascunente può presen-tare una sola do-manda di partecipazione inragione d'anno. La domandapuò essere riferita anche adinterventi in uno o più edificio unità locali. La domanda diammissione al finanziamentopotrà essere riferita ad inter-venti relativi a singoli edifici,all'interno della stessa strut-tura, nonché più unità localiall'interno dello stesso edificio,purché rientranti nei requisi-ti di ammissibilità. Ciascun

intervento riferito al singoloedificio o alla singola unitàlocale sarà autonomamentevalutato ai fini dell'ammissio-ne in graduatoria e, pertanto,la relativa richiesta di finan-ziamento dovrà essere inseri-ta separatamente all'interno

dell'applicativo.

Finanziabili i costi diprogettazione fino a 15mila curo

Il fondo è finalizzato a finan-ziare i costi per la progettazio-ne preliminare e definitivadegli interventi di bonifica me-diante rimozione e smaltimen-to dell'amianto e dei manufattiin cemento-amianto su edifici estrutture pubbliche insistentinel territorio nazionale. Sonofinanziabili i costi di progetta-zione preliminare e definitivadegli interventi fino al limitemassimo di 15 mila euro adomanda per singola pubbli-ca amministrazione, anche seriferita a interventi relativi apiù edifici o unità locali. Perprogettazione preliminare edefinitiva si intendono i livel-li di progettazione inferiori alprogetto esecutivo e comunquefinalizzati e necessari alla re-dazione dello stesso. Il finan-ziamento può coprire integral-mente o parzialmente i costidi progettazione preliminaree definitiva degli interventi.Non sono invece finanziabiligli eventuali costi relativi allaposa in opera del materialesostitutivo.

Priorità a edifici collocatiin aree sensibili

Sono considerati prioritarigli interventi relativi ad edifi-ci pubblici collocati all'interno,nei pressi o comunque entroun raggio non superiore a 100metri da asili, scuole, parchigioco, strutture di accoglienza

socio-assistenziali, ospedali,impianti sportivi, nonché gliinterventi relativi ad edificipubblici per i quali esistonosegnalazioni da parte di enti dicontrollo sanitario e%o di tutelaambientale e/o di altri enti eamministrazioni in merito allapresenza di amianto. Avrannopriorità anche gli interventirelativi ad edifici pubblici peri quali si prevede un progettocantierabile in 12 mesi dall'ero-gazione del contributo, nonchégli interventi relativi ad edificipubblici collocati all'interno diun Sito di interesse nazionalee/o inseriti nella mappaturadell'amianto ai sensi del de-creto ministeriale n.101 del18 marzo 2003.

Domanda telematica en-tro il 30 marzo 2017

Gli enti interessati a ricevereil finanziamento devono regi-strarsi, compilare e presentareil modulo di domanda esclusi-vamente attraverso l'utilizzodell'applicativo disponibile sulportale dedicato raggiungibileall'indirizzo http://www amian-topa. minambiente. ancitel. it.

Edifici pubblici Pagina 12

Un progetto contro il declino del polo produttivo dell'Enia Gela. Masulle piattaforme petrolifere e nel gigantescoimpianto c'è preoccupazione per i ritardi e il lavoro

peho1cRaffineria green, la scommessapersalvare l'industria in Sicilia

DAL NOSTRO INVIATO

MARCO PATUCC I

FOTOGRAFIE DI ROBERTO BOCCACCINO

GELA. A guardarle dal pontile della raffineria,un nastro di asfalto puntato per tre chilome-tri verso il largo, le piattaforme petrolifere-le

due più vicine e quella che è appena un rica-mo sull'orizzonte - sembrano isole. Quando,più tardi, le sorvoliamo con l'elicottero si tra-sfigurano in scogli. Minuscoli punti arancionipersi nella tavola blu del mare. Su uno di que-sti scogli di acciaio, tubi e lamiera incontria-mo gli uomini che vivono e lavorano li da unasettimana, verrebbe da dire "a bordo" comefosse una nave. E a cuccette di un traghettosomigliano le stanze con letti a castello e arre-damenti ln formica.

Sono una decina di operai, gli manca un'al-tra settimana per completare il turno di quin-dici giorni del programma di manutenzionestraordinaria della piattaforma Prezioso, ungiacimento Eni scoperto negli anni Ottanta.«Ci siamo sempre sentiti un'isola felice, ades-

so non sappiamo come andrà a finire...», sus-surra Salvatore, supervisore di campo, men-tre scruta la costa lontana dodici chilometri,dove si intravedono le torri e i depositi dellaraffineria di Gela. Il mare è calmo e il sole giàanticipa l'estate: «Ma quando c'è brutto tem-po - racconta Salvatore - l'altra piattaforma,quella più piccola costruita su quattro gam-be, oscilla come un albero. Si chiama Perla,tra un paio di giorni sarò li». Su Prezioso, og-gi, il cuoco Fabio ha preparato un pranzo spe-ciale. Ci sono ospiti e, magari, qualcosa di nuo-vo da raccontarsi la sera quando, finito il lavo-ro, in piattaforma non resta che guardare latelevisione o giocare a carte.

Raccontarsi cosa succede al petrolchimi-co, un pezzo della storia economica italianainventato da Enrico Mattei nel 1960, che sista cercando di far sopravvivere.

Gela è il paradigma del declino industrialedel Paese. Come tutti gli altri poli manifattu-rieri sparsi sul territorio e intorno ai qualihanno prosperato per decenni intere comuni-tà. Siderurgia, alluminio, auto, petrolchimi-

ca. Le quindici aree di crisi complessa (in tut-to, oltre centomila posti di lavoro coinvolti)che il governo, gli enti locali, gli imprenditorie i sindacati tentano di resuscitare inseguen-do un punto d'equilibrio. Strade in ripida sali-ta. Spesso progetti che somigliano ad utopie.Sono l'altra faccia della globalizzazione,dell'innovazione tecnologica, dell'industria4.0, delle liberalizzazioni, delle delocalizza-zioni. Lo sviluppo fisiologico del mercato, si di-ce. Le sue leggi. Che forse immutabili non so-no. Un filo rosso che arriva fino alle protestedei tassisti: perché quello che risparmiamocome consumatori lo perdiamo come lavora-tori. Professioni, specializzazioni, intere cul-ture industriali cancellate. E con loro migliaiadi posti di lavoro, economie territoriali. «Ser-ve la mossa del cavallo - spiegano i tecnici deiministero dello Sviluppo Economico, alle pre-se con le aree di crisi complessa-. Niente reste-rà come prima. Bisogna ristrutturare, ricon-vertire, cambiare produzioni».

Sono tre gli impianti offshore nello spec-chio d'acqua davanti a Gela: un'altra piatta-

Le strutture di estrazione in mare el'impianto di raffinazione untempo erano risorsa economicaessenziale per questo territorio

forma era prevista nel protocollo d'intesa del2014 (2,2 miliardi complessivi di investimen-ti, dei quali 1,8 nell'upstream e il resto nellabonifica della raffineria e nella riconversione"green"), ma l'Eni ha cambiato programmadopo i due anni di ritardo per i ricorsi di alcu-ni Comuni e delle associazioni ambientaliste(nonostante a Gela il referendum di un annofa abbia registrato un plebiscito pro-trivelle).L'impianto di trattamento dei giacimenti agas Argo e Cassiopea si farà a terra, nel peri-metro della raffineria. «Alla fine è meglio così- spiega Luigi Ciarrocchi, responsabile Enidel Programma Gela - ci sarà un impatto am-bientale minore e potremo coinvolgere, perl'indotto, anche le aziende locali che sarebbe-ro state tagliate fuori nella gara europea ob-bligatoria per la costruzione di piattaformeoffshore».

Sono proprio questi ritardi, questi cambi

Energia e ambiente Pagina 13

di programma a preoccupare i sindacati: «IIpolo green promesso da Renzi doveva partirenel primo trimestre del 2017. Adesso si parladella fine dell'anno e non è ben chiaro cosa sa-rà», dice Gaetano Catania, segretario dei chi-mici Cgil, vent'anni di lavoro in fabbrica(«Ho toccato il ferro fino a tre anni fa», affer-ma con un filo di orgoglio operaio). Certo, ri-spetto ad altre realtà italiane, se non altro quiqualcosa si è salvato. Si parla comunque di po-sti di lavoro che continueranno ad esistere.

Proverà a sopravvivere, trasformandosi,la gigantesca raffineria. Se la vedi dall'elicot-tero puoi misurarne la sproporzione rispettoal piccolo centro abitato di Gela. 1 cinque mi-lioni di metri quadrati costellati da gigante-schi serbatoi, da cisterne, da complicatissi-me e silenziose strutture metalliche, sono ingran parte inanimati. Percorrendo i 26 km distrade interne, sembra di essere nella Los An-

geles diBladeRunner. Ma una metropoli sen-za abitanti.Deserta.

A Gela, negli anni Ottanta, quelli dell'api-ce del petrolchimico, lavoravano quasi dieci-mila operai, tra diretti e indotto. Oggi, sonocirca 2400 (1048 diretti e 1395 medi nell'in-dotto). Un crollo letale in una zona con tassodi disoccupazione al 25%. Dell'attuale miglia-io di dipendenti diretti Eni, un nucleo lavore-rà nella bioraffineria mentre una parte è sta-ta travasata nell'upstream o nei lavori di bo-nifica. Quelli rimasti fuori dal progetto, sonostati distribuiti negli stabilimenti del gruppoin giro per l'Italia e per il mondo («C'è statauna riduzione della popolazione dell'8% euna disperazione sociale sempre più diffu-sa», ha scritto a metà febbraio il presidentedella Regione Sicilia, il gelese Rosario Crocet-ta, in una lettera al governo).

Il cuore del progetto è la riconversione del-la raffineria: produrrà biocarburanti trasfor-mando olio di palma, olii esausti alimentari,grassi animali. Si fa leva sulle norme europeeche fissano al 10% entro il 2020 la quota dicontribuzione dei carburanti green nei tra-sporti. I lavori sono iniziati, ma pesala farragi-nosità delle autorizzazioni amministrative.Poi c'è lo sviluppo dei giacimenti a gas Argo e

Cassiopea, con l'impianto di trattamentonon più in mare ma all'interno della raffine-ria. E sempre nel perimetro della raffineria,le enormi aree non più utilizzate dovrebberoattrarre altre attività imprenditoriali, daipannelli fotovoltaici a un hub per il gas natu-rale liquefatto, alla coltivazione dei gamberi.

Dovrebbero, perché al momento non sembrainnescato un vero processo industriale.

Insomma, una scommessa. L'unica possi-bile. Il dubbio è se Gela possa vivere solo digreen, soprattutto guardando all'esperienzadi Marghera dove a tirare è ancorala benzinae non i biocarburanti.

«Siamo preoccupati per la lentezza del pro-getto - dice Catania -. All'estero l'Eni accele-ra molto di più. E poi i numeri dell'indotto so-

no tutti da vedere, non sappiamo quanti sonodavvero collegati al lavoro della raffineria. Cichiediamo se in prospettiva l'intero pianoper Gela sia sostenibile sul mercato. I volumiproduttivi sono in calo: nell'upstream si è pas-sati dai 20mila barili al giorno del 2015, ai13mila attuali».

Il paradigma della crisi di tanti poliindustriali italiani: "Eravamoun'isola felice". L'azienda credenel rilancio: "Il territorio ci segue"

Ciarrocchi, però, non demorde: «Abbiamogià investito 420 milioni di quanto previstodal protocollo. Ce la possiamo fare, il territo-

rio sta rispondendo bene, ci segue», assicurail manager mentre, in un liceo professionaledi Gela, una scuola di frontiera dove il tasso diabbandono supera il 50%, incontra i ragazziche partecipano ai programmi di Eni per l'al-

ternanza scuola-lavoro. «Vedere l'impegno diquesti giovani mi rende orgoglioso». In real-tà, parlando con la gente della Macchitella, ilvecchio quartiere operaio ideato da Mattei adue passi dalle Mura Timoleontee (bellissi-me ma immerse nel degrado), percepisci ilpeso della disillusione: «Ci avevano detto cheil petrolio sarebbe stato la nostra fortuna, in-vece...». Oltre gli alberi del viale, nel buio, sipercepisce la presenza del mare. Laggiù, allargo, si sono accese le lucidi Prezioso.

Energia e ambiente Pagina 14

T TERRA E MAREQui di fianco, la

raffineria di Gelavista dall'alto con,

sullo sfondo, la cittàe la piattaforma

offshore Prezioso,dove gli operai

addetti allamanutenzione

straordinaria vivonoe lavorano in turni di

quindici giorniSotto, a lcu n i degli

oltre cento serbatoidella raffineria che siestende per cinque

milioni di metriquadri

Energia e ambiente Pagina 15

SULLA PIATTAFORMA E NEL QUARTIERE DI MATTEIA sinistra e qui sopra, operai al lavoro sullapiattaforma. Sotto, il busto di Enrico Matteialla Macchitella di Gela, il quartiere operaiocostruito dall'Eni negli anni Sessanta

VITA "A BORDO"II cuoco che cucinai pasti per glio perai della piattaforma Prezioso.In tutto sono tre le strutture offshore costruite sui giacimenti petroliferiscoperti e coltivati dal gruppo Eni a partire dalla fine degli anni Cinquanta. Eraprevista una quarta piattaforma, ma ora si è deciso di costruire l'impianto a terra

GLI INVESTIMENTI IL TERRITORIOQuanto previsto per Il tasso dila bioraffineria e lo disoccupazionesviluppo offshore nell'area di Gela

I VECCHI POSTI DI LAVORO IL GIGANTETra diretto e indotto La raffineria di Gela sinegli anni d'oro del estende per 5 milionipetrolchimicodi Gela di metri quadri

L'OCCUPAZIONEI posti di lavoro attualitra diretti e indottoprevisti dal piano

ep

Energia e ambiente Pagina 16

Pareggio di bilancio in 3 a«E poi l'Uva andrà in Borsa»

11

J' ,l'indiano che vuole il side 'co: la nostra porta per l'Europa

di Raffaella Potato

DALLA NOSTRA INVIATA

MUMBAi A un certo punto la garasi è trasformata in guerra e laguerra si è fatta in fretta pesan-te. Qualcuno, ai vertici di JindalSouth West Steel, la mette così:se il gruppo indiano in corsaper l'Ilva viene sempre piùspesso dipinto come «troppopiccolo, debole in tecnologia,inesperto fuori dai confini na-zionali» dai competitor di Ar-celorMittal il numero unodell'acciaio mondiale, a suavolta controllato da un indiano,almeno d'origine: il potentissi-mo Lakshmi Mittal è perché«semplicemente non voglionoun concorrente in Europa».Sajjan Jindal, che di Jsw Steel èil leader e che annuncial'uva la vuole portare in Borsa,la polemica invece la schiva.Con cura. Abilmente. La parti-ta, alla vigilia della presenta-zione delle offerte (slittata a lu-nedì 6 marzo), preferisce gio-carla su un altro piano. Arcelor-Mittal e il suo partner italiano

in Am Investco, il gruppo Mar-cegaglia (2oi), non li nominaproprio. Sceglie di stare suiprogetti industriali, finanziari,sociali e ambientali della cor-data di cui è a capo con il 3,5% eche sulla «missione Ilva» haaggregato soci di peso: in Ac-cialtalia ci sono Cassa depositie prestiti (27,5%), la Delfin diLeonardo Del Vecchio (stessaquota), il siderurgico GiovanniArvedi (1o%). E sceglie, prima diparlare, di far vedere diretta-mente alla stampa italiana checosa fa, e come lo fa, la maxi-fabbrica che verrà presa a mo-dello se sarà lui a vincereper il rilancio dell'impianto diTaranto in un contesto di svi-luppo ecocompatibile. Vija-yanagar Steel City, la città del-l'acciaio a un'ora e mezza di vo-lo da Mumbai, trent'anni fa erauna delle aree più povere del-l'India, territorio quasi deserti-co senza acqua né elettricità.Oggi è un parco quasi svizzeroda 1,6 milioni di alberi (piantatida Jsw), al cui centro sorge sì il

più grande complesso indu-striale del subcontinente, madi quelli che potrebbero esserepromossi dagli ambientalisti.Pur con una produzione «spor-ca» come è inevitabilmentequella dell'acciaio.

Questione di tecnologia. AVijayanagar hanno trovato ilmodo, per dire, di «catturare»

il più possibile le polveri sottilidel carbone e di riutilizzarle nelciclo energetico-produttivo. Edè anche così che il gruppo si èconquistato il decimo postonella World Class dei più effi-cienti produttori siderurgici.Non è un dettaglio, per Taran-to. Nonostante tutto quello cheha attraversato, l'Ilva per Jindal

resta «una delle migliori socie-tà del settore». Jsw Steel ci pun-ta, chiaramente, «perché pernoi può essere un'ottima portaper entrare in Europa». E evi-dente che non lo sarebbe, se ipresupposti per il rilancio nonci fossero. Per Mumbai ci sonoinvece al punto da pensare a unfuturo in Borsa. La road mapdel risanamento prevede il ri-torno al pareggio in tre anni.Dopodiché, i partner finanziarilascerebbero e «la nostra vo-lontà è quotare l'Ilva a PiazzaAffari». Nel frattempo, «con ilmanagement italiano, estre-mamente competente», an-dranno mantenute le primepromesse. Far ripartire l'alto-forno 5, chiudendo gli altri«perché troppo piccoli». Avvia-re le nuove produzioni conl'obiettivo di «creare una fab-brica green che sia un modelloper l'Europa». Portare la pro-duzione dagli attuali 6 milionidi tonnellate ai lo del target fi-nale, «e questo rilancerà l'oc-cupazione» dopo i tagli iniziali.Fare qualcosa per Taranto e ilterritorio, «perché questa è lanostra filosofia». Si era parlatodi un ospedale pediatrico. Jin-dal vuole sempre se vincerà

sentire prima la città. «Ve-dremo insieme di cosa c'è biso-gno». Poi scherza (non trop-po): «Magari anche di un JswTaranto Football Club?».

ILVA Pagina 17

Le due cordate che vo,21iono l'Ilva

,4cciaftatia Am Investco

JindalArvedi South West ArcelorLlittal

10% 35% 80%

I numeri dei grupposiderurgico italiano

Dipendenti 11. uu----- -------- ------ -In cassa integrazione

-3.300

Produzione2016

c}i torrrretta , c}i ac

Delfin Cassa Ebitdadi Leonardo depositi 2016Del Vecchio e prestiti 1 larce a lia

27,5% 27,5% 20%

Chiê

Sajjan Jindal(foto) è ilnumero unodi Jindal SouthWest, grupposiderurgicoindiano chepunta, incordata conCdp, Delfine Arvedi, all'Ilva

Jindal SWha prodotto12,5 milionidi tonnellated'acciaionel 2015e 18 milioninel 2016

7 mil :

zentimesri

ILVA Pagina 18

Nei programmi del gruppo indiano la quotazione in Borsa di Accialtalia

Jíndá. ent.To Ce anílí'

uva tornerà al, breakevenNella prima fase «riduzione dei livelli occupazionali»

Matteo Meneghello

BELLARY(INDIA). Dalnostroinviato

Pronti a investire sull'afo 5 co-me perno di unpiano da io milionidi tonnellate che contempli flessi-bilità e attenzione all'ambiente.

Jindal sottili west, il gruppo in-diano leader diAccialtalia (incor-data anche Cdp, Delfin e Arvedi)in gara per Ilva, marca le distanzeda ArcelorMittal, pronta a suavolta, in jv con Marcegaglia, a de-positare lunedì (la scadenza è sta-ta posposta di tre giorni) un'offer-ta vincolante, intenzionata a nonsup erare un output di 6 milioni (aiquali aggiungere 2 milioni dibramme da laminare) e senzal'apporto dell'Afo5, a oggi fermo.

Jsw punta su 6 milioni da ciclointegrale (riducendo del 20% neltempo l'utilizzo di carbone, iniet-tando gas nell'altoforno) e su 4 daforno elettrico con carica dipreri-dotto: i nuovi forni saranno prontiin tre annie per questo ilchairmanSajjan Jindal riconosce che nel-l'immediato «ci sarà una riduzio-ne» dei livelli occupazionali. Inquesto arco ditempo Ilvaraggiun-gerà il breakeven, mentre Accial-talia, nel frattempo, sarà destinataalla quotazione in Borsa, aprendo-si a nuovi investitori.

Jindal intende sfruttare le tec-nologie innovative sviluppate eapplicate a Bellary, un sito per di-mensioni non troppo diverso daIlva, a un migliaio di chilometri daMumbai, con una capacità pro-duttiva da 12 milioni di tonnellatealimentata da 4 altoforni, 2 fornielettrici e 2 corex. Potrebbero es-sere replicati a Taranto, in parti-colare, l'utilizzo di preridotto(Bellary ne impiega 1,5 milioni ditonnellate) oltre a una particolaretecnica di pellettizzazione dellepolveri di minerale emesse daglialtoforni, sviluppatainquestiannidai tecnici indiani.

«Oggi sono disponibili tecno-logie - spiega Sajjan Jindal -, chepossono mitigare gran parte del-l'impatto ambientale di un'accia-ieria.Accialtalia può raggiungerei primi risultati già nell'arco di unbiennio, con un approccio moltosimile a quello con cui Jindal sta

gestendo il ciclo integrale di Bel-lary», anche se «il primo progettoresta coprire i parchi minerari»,ribadisce l'imprenditore, che nonsembra impressionato dalle criti-citàlegate alrientro dalla Svizzeradei fondi sequestrati alla famigliaRiva, giudicati cruciali per con-durre in porto il percorso di am-bientalizzazione («non avrà im-patto sul progresso dillva»).

A Bellary, in 20 anni, Jindal hatrasformato un'area deserta, re-frattaria a ogni tentativo di inse-

iIn vista dell'offerta vincolanteil manager spiega le strategie:flessibilità produttiva grazieanche all'uso dell'altoforno 5e all'impiego del preridotto

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A Bellary, mille chilometrida Mumbai uno stabilimentosimile a quello di Tarantoche impiega una tecnica dipellettizzazione delle polveri

Il punto di pareggioo breakevenpoint (abbreviato in bep) è un valoreche indica la quantità, espressa i nvolumi di produzione o di fatturato,di prodotto venduto necessaria percoprirei costi precedentementesostenuti, al fi ne di chiuderei lperiodo di riferimento senza profittiné perdite. Tra i costi sostenuti, siinclude anche la remunerazione delcapitale investito. Il break evenindica quindi il punto nel quale sigenera una situazione di equilibrioeconomico, nel quale l'impresa nonrealizza né utili né perdite.

diamento industriale, in una fab-brica integrata, moderna e verde,che ha saputo trasformare alcunilimitiiniziali,legati alla disponibi-lità di materie prime, in virtù .«Niente va buttato - spiegano itecnici del sito -, tutto può esseresfruttato per migliorare l'efficien-za.Ilvaha sue esigenze specifiche,diverse da quelle di Bellary, masiamo pronti a replicare il nostromodello in Puglia».

L'area ospita interi villaggi(itmila le famiglie che vivonoqui), scuole, campi sportivi, unospedale. Nel quartier generale,ribattezzato glass house,ilmana-gement mostra di avere le ideechiare sulle scelte da fare a Ta-ranto. «Abbiamo una storia diturnaround di successo ben defi-nita - spiegano -. Da Siscol aIspat,fino a WespunMaxsteel,lenostre acquisizioni hanno sem-pre seguitolo stesso schema, conun mix di strategie di ristruttura-zioni di breve, medio e lungo pe-riodo. Anche perIlva sitratterà difare lo stesso».

Il gruppo indiano intendescommettere sulle potenzialitàofferte dal porto sul Mediterra-neo e sugli spazi che si possonoaprire nel mercato europeo, cherappresenta per Jsw un terrenonon nuovo ma largamente ine-splorato (a oggi l'88% della pro-duzione, attesa a 15,7 milioni ditonnellate, è destinata al merca-to indiano).

Jsw intende produrre nell'im-mediato 6 milioni rispettando leattuali soglie Aia, revampandoAfo5, considerato strategico perlasua efficienza, che sarà mantenu-to in marcia insieme all'afo4, edeliminando gradualmente gli altridue forni. L'output aggiuntivo,che dovrebbe garantire in futuropiena occupazione, sarà prodottoda forni elettrici, caricati "a caldo"con il preridotto: la scommessa diJsw è produrre il Dri in loco. Laflessibilità del mix impiantistico,nella strategia di rilancio a breve-medio-lungo periodo, sarà fonda-mentale.

I programmi di sviluppo delgruppo indiano (partecipato al

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15%io dalla giapponese Jfe) preve-dono al momento diraggiungerei40milioniditonnellatedicapacitàproduttiva solo da crescita inter-na, grazie ai tre impianti indiani(tre, compreso quello di Bellary)ai quali presto si aggiungerà unnuovo ciclo integrale. L'annoscorso i ricavi sono stati pari a 8,6miliardi (6,8 dall'acciaio) per unebitda di 1,7 miliardi («sostenibilerispetto al debito» dichiara il ma-nagement), nonostante le pres-sioni della sovracapacità cinesenell'ultimo anno abbiano creatoqualche difficoltà.

«Ribadiamo la nostra strategiadi localizzazione sul mercato in-diano, che al momento dà le mi-gliori opportunità per la crescitanel settore siderurgico- spieganoi manager della società, che si oc-cupa anche di cemento, energia einfrastrutture -. L'obiettivo è cre-scere dimensionalmente, ma so-prattutto garantire qualità. A li-vello globale, d'altra parte, non cisono molte opportunità comequella di Ilva».

A Taranto Jsw potrà contareanche sul know how di Arvedi,partner industriale in Accialtalia.«E tecnologicamente avanzato econosce il contesto itali ano - spie-ga Jindal -, ci aspettiamo un sup-porto tecnico soprattutto sullaparte relativa all'acciaieria elettri-ca. Insieme siamo un ottimo te-am». In Puglia gli indiani int endo-no mantenere in toto il manage-ment italiano e hanno fiducianellacompetenza della forza lavoro.L'interesse di Jsw (attiva anchecon diversi progetti sociali gestitidall a Fondazione, con l'intento direplicare anche in questo ambitoil modello a Taranto) è fare mar-ciare Ilva «apiena capacità».

Solo ArcelorMittal - affermaParth Jindal, figlio del chairmanSajjan e consigliere di ammini-strazione -,non vuole questapro-spettive e fa di tutto per impedireche anche gli altri abbiano l'op-portunità di rilanciarla. Ci voglio-no dipingere come piccoli e mar-ginali: dimostreremo cosa sare-mo ingrado difare».

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Acciaioindiano. Il sitoproduttivodel gruppoJindala Bellary,a circaun migliaiodi chilometrida Mumbay.Molto simileall'Ilva diTaranto, adottaperò tecnologieinnovative

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Alle due cordate in lizza concessi due giorni in piu

Dossier Taranto: slitta . a lunedìïl termine ultimo per le offerte

Domenico Palmiotti

TARANTO

Slitta da oggi a lunedì prossi-mo alle 14il termine entro il qualele due cordate industriali in garaper l'acquisizione dell'Ilva (AmInvestco Italy con leader ArcelorMittal e Accialtalia con Jindal)dovranno depositare le loro of-ferte. Si tratta della proroga di unfine settimana chiesta dagli stessiinvestitori e accordata dai com-missarillva dopo quell agiàinter-venuta l'8 febbraio, data entro laquale erano attese le offerte. I po-chi giorni di rinvio non spostanoperò nulla sul piano dei tempiperchè l'apertura delle buste perl'Ilva, che andranno depositatepresso lo studio del notaio Mar-chetti a Milano, avverrà egual-mente lunedì: lo stesso giorno incui sarebbe avvenuta qualorafossero state depositate oggi.

Dopo la chiusura dell'accordosulla cassa integrazione straordi-naria, che da oggi coinvolge 3.300

addetti (la media sarà di 2.500),quello delle offerte è un altro pas-saggio cruciale dellavicendaIlva.Che si verifica in un momento incui, a margine delproces s o «Am-biente Svenduto» in corso inCorte d'Assise a Taranto, una se-rie di associazioni ambientalistee circa 50o cittadini, tutti ammes-si come parti civili, hanno chiestoallo stesso collegiolarevoca dellafacoltà d'uso degli impianti del-l'area a caldo del siderurgico con-cessa dalla magistratura all'Ilvadopo la legge 231 del 2012. Parchiminerali, altiforni e acciaierie fu-rono infatti sequestrati senza fa-coltà d'uso a luglio 2012. Larichie-sta di revoca è motivata dal fattoche l'Ilva non avrebbe applicatole prescrizioni dell'Aia.

Circa l'offerta attesa lunedì, lecordate dovranno indicare il pia-

Le buste saranno apertecome già previsto il6 marzo:verso metà aprile è attesal'aggiudicazione in baseanche al piano industriale

no ambientale, adeguato con leprescrizioni dettate dal ministe-ro dell'Ambiente, il piano indu-striale e la somma da versare perl'affitto dell'azienda e il successi-vo acquisto.Nei3o giorni succes-sivi al 6 marzo, le offerte sarannovalutate e l'advisor finanziariodell'amministrazione straordi-naria (Leonardo&Co.) esprime-rà il proprio giudizio sulla con-gruità delle offerte e sulla sosteni-bilità dei piani industriali anchenella prospettiva di medio lungotermine. Questa fase si chiuderàpresumibilmente a metà aprile,quindi ci sarà l'aggiudicazione auna delle due cordate.Lavincitri-ce avrà 30 giorni per presentaredomanda di approvazione delproprio piano ambientale che av-verrà con un Dpcm tra giugno asettembre;dopodichè partirà iltrasferimento degli asset al sog-getto che ha acquisito l'Ilva.

Ieri, infine, sui temi Ilva il viceministro del Mise, Teresa Bella-nova, ha avuto un confronto a Ta-ranto con i vari sindacati me-talmeccanici. C'era anche l'expremier Matteo Renzi.

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ILVA Pagina 21

rValzer di risorse tra i fondiper l'industria e il digitale

Lo sviluppo economico ridistribuisce le risorse del bando«agenda digitale» e «industria sostenibile». Incrementandol'intervento «industria sostenibile» di 75 milioni di curoper il programma fondo rotativo per il sostegno alle im-prese egli investimenti in ricerca (c.d. Fri) e di 15 milionidi euro per il programma del fondo crescita sostenibile.Riducendo al contrario le risorse per il bando agenda di-gitale dei medesimi importi. E con il decreto 24 gennaio2017 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1' marzo2017 n. 50) che il ministero dello sviluppo economico haeffettuato una riprogrammazione delle risorse finanziariedestinate agli interventi in favore di grandi progetti diricerca e sviluppo a valere sulle risorse del fondo rotativoper il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca.Le agevolazioni del bando «industria sostenibile» sonodestinate a promuovere progetti di ricerca e sviluppo dirilevanti dimensioni, che perseguono un obiettivo di ere-scita sostenibile, per promuovere un'economia efficientesotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva,e che si avvalgano dell'impiego di specifiche tecnologieabilitanti fondamentali. Ricordiamo che dal 26 novembre2016 è possibile presentare le domande di accesso alleagevolazioni del bando industria sostenibile. La domanda,pena l'invalidità e l'irricevibilità, deve essere redatta epresentata in via esclusivamente telematica al ministerodello sviluppo economico. Alla domanda di agevolazionideve essere allegata un'attestazione del merito di credi-to rilasciata da una delle banche finanziatrici, a sceltadell'impresa, che abbia aderito alle convenzioni stipulatein relazione all'intervento industria sostenibile, i cui elen-chi sono pubblicati nel sito internet di cassa depositi eprestiti. I finanziamenti agevolati possono avere valorecompreso tra il 50 e il 70% delle spese ammissibili, coeren-temente con quanto risulta dall'attestazione del merito dicredito della banca finanziatrice presentata unitamentealla domanda di agevolazioni.

Cinzia De Stefan

Industria Pagina 22

, Il parco macchine utensili ha raggiunto una anzianità di 13 anni - Investimenti da rilanciare

Solo i12% delle imprese è 4.0Ucimu: 1 piano e governo occasione l er l l e per crescere

Katy Mandurino

VICENZA

La Iemca produce caricatori abarre, cioé macchine che alimen-tano in maniera automatica i torni.Nel 2013 ha messo in produzioneun modello di caricatore superve-loce e interconnesso ingrado di au-mentare la produttività del torniofino al 15%io, una macchina che puòessere telecontrollata da remoto esegnalare iguastialla centrale ope-rativa con una e-mail, in modo chesi possa intervenire subito elimi-nando itempi improduttivi.

Industria4.o èprodurre- opoterusufruire-, anche, di questo tipo diinnovazione: esperienze di auto-mazione, manutenzione preditti-va, raccolta di smart data. Processiavanzati che sono già presenti innumeroseaziendeitaliane,manonnella maggioranza. Lo s abene Uci-mu, l'associazione che raccoglie i

ILsuper-ammortamentoL'aliquota totale dopo lamaggio razione del 40% decisadal pianodelgoverno Industria4.0

L'iper-ammortamentoL'aliquota totale dopo lamaggiorazionedel150%introdotta dal piano perdiffondere la rivoluzione digitaletra le imprese

IlleasingL'aumento ne12016, rispetto al2015, dei clienti che hannorichiesto un leasingfinanziario-su cui può essereapplicato l'iper-ammortamento - con opzionefinale di riscattodel bene

costruttori italiani di macchineutensili, che ha portato il caso dell aIemca come esempio, ieri a Vicen-za, nel primo appuntamento sulterritorio - dopo l'incontro di Mila-no - del road show che ha comeobiettivo far capire agli imprendi-tori italiani l'enorme opportunitàcherappresentailpiano del Gover-nolndustria4.o. «E l'occasione perfare un vero salto di qualità per lenostre imprese, migliorandone lacompetitività-ha detto ilpresiden-te di Ucimu Massimo Carboniero-. Le aziende non sono sole, da noiunsupporto reale di conoscenza».

Nell'incontro, declinato soprat-tutto sulla spiegazione pragmaticadi che cosa significa super-am-mortamento (la maggiorazionedel 40%i" sull'ammortamento an-nuo, che porta l'aliquota al i4o%,indirizzato al rinnovo del parcomacchine) e iper-ammortamento(la maggiorazione del 15o% sul-l'ammortamento annuo, che portal'aliquota al 25o0io, destinato piùspecificatamente alla trasforma-zione tecnologica e digitale del-

l'impresa), si è insistito molto sulconcetto di necessità di virarever-so il 4.0: secondo uno studio Uci-mu de12oi5 il parco macchine delleimprese italiane negli ultimi diecianni ha raggiunto una "anzianità"mediadi13 anni,datopeggioratori-spetto al decennio precedente(quand'era dico anni) eilpiù eleva-to degliultimi4o anni. Significa chele imprese dal 20o8 ad oggi hannosmesso di investire inmacchinari eattrezzature; solo i12%io di esse è di-gitalizzato inottica4.0.« aculturadi questi anni è incentrata sulla pa-ura - ha aggiunto Giulio Pedrollo,vice presidente di Confindustriacon delega alla politica industriale-. L'Europa cresce in media del 2°trainata daFranciae Germania,noisiamo fermi allo o,2% e abbiamo unPil che rispetto al 2007 è sotto del7%io. Gli imprenditori devono ritro-vare il coraggio di investire. Glistrumenti di lndustria4.o voglionostanare la resistenza ad investire; lagenialitàeillavoro durononbasta-no più per restare competitivi».

Gli imprenditori presenti nell a

erano più di 400, compresi colorocollegati dalle sedi di Confindu-tria Padova e Treviso e chi ha scel-to di seguire lo streaming. «Que-sto interesse testimonia che ilNordest resta un bacino impor-tante quando si parla di trasfor-mazioni - ha detto il presidentedell aterritoriale Luciano Vescovi-. In Veneto in particolare, abbia-mo vissuto un moneto di stallo,con la crisi generale e con quellabancaria, ma siamo come le molle,dopo la compressione ricomin-ciamo a saltare». Alcuni datiposi-tivi fanno ben sperare: il 2016 si èchiuso con un +i6%io di operazionidi leasing finanziario destinate alfinanziamento di macchinari e idati a febbraio 2017 parlano di unaumento dello%. Cosìcomenonèda sottovalutare la possibilità dicumulo nell'utilizzo degli stru-menti: oltre agli ammortamenti,anche la nuova S abatini Ter, il cre-dito d'imposta, il fondo di garan-zia perle Pmi, tra gli altri.

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L'accordo si raggiunge in un caso su dieci

La mediazione «perde»12mila domande nel 2016Valentina MaglioneBianca Lucia Mazzei

La mediazione rallenta ilritmo. Le procedure avviate loscorso anno sono infatti state183.977, circa 12mila in meno (il6,2%io) delle 196.247 iscritte nelcorso del 2015. Sono calate, so-prattutto, le mediazioni previ-ste dallalegge (decretolegislati-vo 28/2010) come condizioni diprocedibilità giudiziale, che so-no passate dalle 151.469 del 2015alle 138.127 del 2016. In lieve mi-glioramento l'esito delle proce-dure: nel 2016 il tasso di succes-so è stato dell'11,2%, contro i io,1del 2015. Numeri ancora moltobassi che scontano il fatto che inpiù della metà dei casi (il 50,4%io)una delle parti non partecipa ne-anche al primo incontro illu-strativoin cuiviene spiegato co-me funziona l'iter.

Se invece si considera chipar-tecipa quanto meno a questoprimo step la percentuale disuccesso sale al 23,9% nel 2o16(al22,5%i" ne12o15). Numeri anco-ra più alti se si va oltre e si avviadavvero la procedura di media-zione:gli esiti positivi salgono al43,6 per cento. E questa la foto-grafia scattata dai dati del mini-stero della Giustizia aggiornatial 31 dicembre 2016.

Unbilancio che arriva propriomentre la mediazione e, in gene-rale, le procedure di Adr (alter-native dispute resolution) sono alcentro di interventi legislativi. Lariforma della responsabilità sani-

taria, approvata martedì scorsodalla Camera, introduce, comealternativa all'obbligo di tentarela mediazione prima di andare ingiudizio per il risarcimento perun errore medico, lapossibilitàditentare la conciliazione di fronteaun consulente tecnico.E alcunedelle proposte per allargarel'am-bito d'azione di arbitrato e me-diazione (in termini di materie e,per la mediazione , anche di tem-po, dato che il periodo sperimen-tale dell'obbligatorietà termina a

Alcune delle propostecontenute nella relazionedella commissione Alpadovrebbero entrarenel Ddlsulla giustizia civile

settembre ), contenute nella rela-zione presentata dalla commis-sione presiedute da Guido Alpa,dovrebbero essere inserite comeemendamenti nel disegno di leg-ge delega di riforma del processocivile, all'esame della commis-sione Giustizia del Senato.

Ma perché le domande di me-diazione sono in calo? La dimi-nuzione delle procedure previ-ste come condizione diprocedi-bilità della domanda giudizialenon pare correlata a una ridu-zione del contenzioso civile. In-fatti, se è vero che negli ultimianni i nuovi procedimenti av-

viati in tribunale sono diminuitiin modo costante, tra il 2015 e il2016 c'è stata un'inversione ditendenza e il numero delle nuo-ve cause è risalito.

Le ragioni del calo delle do-mande di mediazione si posso-no cercare nei numeri "spac-chettati" per materia. Il calo piùconsistente riguarda i contrattibancari: in questa materia leistanze di mediazione sono di-minuite dalle46.o94 de12o15 alle37.749 dell'anno scorso. La ridu-zione potrebbe essere provoca-ta dalla scelta di affidarsi all'Abf,l'arbitro bancario e finanziario,sistema di risoluzione delle con-troversie specializzato che, co-me la mediazione , permette diassolvere la condizione di pro-cedibilità giudiziale.

Scendono inoltre le domandedi mediazione inmateria diloca-zione, passate dalle 23.492 del2015 alle 21.397 dell'anno scorso.

In futuro, peraltro, potrebberocalare anche le mediazioni inma-teria di risarcimento danni da re-sponsabilitàmedica, ora chela ri-forma della responsabilità sani-taria ha previsto la conciliazionedi fronte al consulente tecnico.

Al di là dei progetti di rifor-ma, la vera spinta per far de-collare i numeri della media-zione dovrebbe venire dalleprocedure volontarie, chehanno tassi di successo moltopiù elevati della media: una suquattro va a buon fine.

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Mediazione Pagina 24

AV NAPOLI

SalinilAstaidiContrattoda 397 min

Ë stato aggiudicato al con-sorzio Salini Impregilo-Astal-di il contratto per la proget-tazione e realizzazione deltratto Napoli-Cancello dellalinea ferroviaria ad alta ve-locità e capacità Napoli-Bari,per un valore di 397 milioni dieuro. Il progetto, commissio-nato da Italferr e da comple-tarsi entro il 2022, interessail primo tratto della direttriceNapoli-Bari e risulta strate-gico nel riassetto complessivodell'intera linea ferroviaria.

L'opera, nella tratta com-presa tra Napoli e Cancel-lo, consentirà di portare ibinari della linea a serviziodella nuova stazione di Na-poli-Afragola, che in futurodiventerà la stazione perl'interscambio passeggeritra i servizi regionali e Av,incrementando l'accessibilitàcomplessiva al trasporto fer-roviario nel nodo napoletano.E inoltre prevista la realizza-zione della nuova stazione diAcerra e di due fermate per iservizi metropolitani, Casal-nuovo e Centro commerciale.Il tracciato si articolerà percirca 15,5 chilometri.

Le opere saranno realizza-te da Salini Impregilo (capo-gruppo mandataria, al 60%) inconsorzio con Astaldi (40%).

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Salini-Impregilo Pagina 25

-YAT ESE S

N QUESTO "paese senza", lo storytelling è ormai un instru-mentum regni. C'è un problema? Basta dire che si è tro-vata la soluzione (senza dire quale) e tutti si placano.Quando arriva il momento della verità la soluzione, quel-

la vera, non interessa più a nessuno. Abbiamo visto governiannunciare, dopo un Consiglio dei ministri, interventi che sal-vano la scuola, esaltano la cultura; per poi scoprire che il testoera ancora tutto da scrivere. Vediamo ora il Comune di Romaadeguarsi al costume, e fare altrettanto con la vicenda sta-dio. La discussione, anche dentro un M5S sempre più diviso(ma sempre più forte grazie alle debolezze altrui), riguarda-va l'enormità dell'operazione edilizia, in cui lo stadio è unapiccola parte rispetto a un milione di metri cubi di costruito,un Business Park con tre grattacieli firmati dall'archistar diturno (altezza 220 metri). Dopo il consueto zig-zag di dichia-razioni, ecco il miracolo: dimezzate le cubature (ma dove?),decapitati i grattacieli (ma di quanto?), ridotte le opere pub-bliche (e il verde?). La descrizione cambia a seconda di chi neparla: l'importante è dire che c'è l'accordo fra Roma (intesacome città) e la Roma (intesa come società calcistica). L'im-portante è che il M5S dia un messaggio rassicurante: anche anoi piace l'urbanistica contrattata, state sereni, Non siamopoi così radicali, non temiamo di varcare "la linea d'ombradel cemento" (Tomaso Montanari, Repubblica, 14 febbraio).

E naturalmente ora tutti vogliono lo stadio. I progetti in li-sta d'attesa includono la Lazio (che in nome della par condi-cio rivendica il diritto di devastare un altro pezzo di campa-gna romana), Firenze, Milano, Bologna, Napoli, Palermo. Maperché quest'alluvione di stadi? L'ultimo governo Berlusconilanciò un disegno di legge che considerava «urgente e indiffe-ribile» costruire per ogni dove nuovi stadi. Ma quel testo eraun cavallo di Troia, autorizzando intorno agli stadi la costru-zione di zone residenziali e servizi, insomma vere e proprienew town. Il tutto in barba alla tutela del paesaggio: per velo-cizzare «le necessarie varianti urbanistiche e commerciali»le garanzie di legge venivano annullate mediante il teatrinodi una conferenza dei servizi e la «dichiarazione di pubblicautilità e indifferibilità e urgenza delle opere». Quella normanon fu mai approvata come legge autonoma, ma venne river-sata con un colpo di mano dal governo Letta nel comma 304della legge di stabilità 2014: è su questa base che le procedu-re per lo stadio furono avviate, e la giunta Marino le dichiaròdi pubblica utilità e urgenza.

La ratio della norma è chiara: lo sport come scusa per rilan-ciare la cementificazione dei paesaggio. Main termini di lega-lità? La decisione sul progetto spetta a una conferenza dei ser-vizi prevista per oggi, ma l'unico parere scritto formulato dalComune è quello, negativo, dell'ex-assessore Paolo Berdini,secondo cui «il luogo presenta caratteri di fragilità idrogeolo-gica che sconsigliano l'edificazione, che comporterebbe unnotevole consumo di suolo e renderebbe impermeabile lame-

tà circa dell'area». Inoltre, la delibera della giunta Marino fufattasul vecchio progetto, e una dichiarazione di pubblica uti-lità non può darsi senza il nuovo progetto. Non ci sono nem-meno valutazioni che lo riguardino; ma i documenti ufficialisul primo progetto restano validi, perché interessano valori arischio anche con cubatura ridotta.

In un parere pro ventate Ferdinando Imposimato rilevache, mentre secondo la legge «lo stadio non può prevedere al-tri interventi salvo quelli strettamente funzionali alla fruibili-tà dell'impianto», le costruzioni previste «non sono in alcunmodo finalizzate allo stadio, ma hanno il solo scopo di procu-rare guadagni a vantaggio dei proponente e soci, secondo lastrategia di ( ... ) insinuare l'edilizia residenziale speculativa,di volumetria esorbitante quella dell'impianto». Insomma,scrive Imposimato, «si parla di uffici direzionali, ma tale Busi-ness Park serve a mascherare un'operazione di mega specu-lazione edilizia»; il progetto è dunque contrario all'utilità so-ciale, viola gli articoli 9, 32, 41 e 42 della Costituzione, e la de-libera che ne dichiara l'interesse pubblico è da ritenersi nul-la. Altri dati di fatto sono richiamati nel parere unanime deiComitati tecnico-scientifici per l'archeologia, il paesaggio, lebelle arti e l'architettura: quell'ansa dei Tevere mantiene uncarattere rurale, con tre casali agricoli, un ponte romano, lostorico castello della Magliana, e il vincolo paesaggistico inuna fascia di 150 metri dai fiume. L' area è di interesse archeo-logico, e nessuna indagine di archeologia preventiva vi è sta-ta effettuata. Infine, la Soprintendenza di Stato ha vietato ladistruzione anche parziale dell'ippodromo di Tor di Valle,«opera di grande innovazione costruttiva degli architetti La-fuente e Rebecchini» (1960), e la Direzione Generale del Mi-nistero ha rilevato che «l'intervento è previsto in un ambitodella piana fluviale del Tevere sostanzialmente integro e dinotevole qualità paesaggistica» e il progetto comporta «inter-ferenza con le visuali da e verso il centro storico, tutelato qua-le sito Unesco». Con tali valutazioni, come è mai possibile de-cidere senza un nuovo articolato progetto che consenta di ri-vederle? Come farà a esprimersi il "responsabile unico delprocedimento" nella conferenza dei servizi (a quel che pare,il funzionario di Palazzo Chigi Carlo Notarmuzi)?

Quale che sia la cubatura prevista, questo è in primo luogoun problema di legalità, anzi di legalità costituzionale. Que-sto progetto non è una risposta alla crisi economica né allamacelleria sociale che ne consegue, e nemmeno al degradodi quell'area, ma la prosecuzione di pessime abitudini. E infat-ti non propone di costruire impianti sportivi o uffici riscattan-do le periferie più cadenti o recuperando edilizia di pregio (co-me lo Stadio Flaminio o l'edificio Inps a Piazza Marconi), mapunta su un'area a verde agricolo con vincoli paesaggistici earcheologici. La vicenda Stadio è una cartina di tornasole:non lo storytelling ma la verità dei fatti mostrerà chi sta dallaparte della legalità, e chi alla Costituzione preferisce la specu-lazione.

3 RICftO[JULONE NIíHNAT

Stadio Roma Pagina 26