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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 20.06.2012

Pagina I

RIFORMA ORDINI

Gli ordini bocciano il dpr SeverinoItalia Oggi 20/06/12 P. 38 Benedetta Pacelli 1

INGEGNERIA

Ingegneria in rossoItalia Oggi 20/06/12 P. 26 Marco Solaia 2

APPALTI PUBBLICI

Opere strategiche, deciderà lo StatoItalia Oggi 20/06/12 P. 22 Antonio Ranalli 3

STUDI DI SETTORE

Correttivo al top per gli ingegneriSole 24 Ore 20/06/12 P. 19 Sergio Pellegrino,Giovanni Valcarenghi

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SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Le Stp allungano il passo. Il decreto sulle società va al Consiglio di statoItalia Oggi 20/06/12 P. 38 5

ANCE

Bozzetti (Ance): così l'edilizia paga la politica depressiva del governoMessaggero 20/06/12 P. 9 6

OPERE PUBBLICHE

Visco: in Italia più spesa ma meno opere dei Paesi UeSole 24 Ore 20/06/12 P. 10 Rossella Bocciarelli 7

APPALTI PUBBLICI

Viminale- Confindustria rating di legalità alle impreseSole 24 Ore 20/06/12 P. 15 Marco Ludovico 8

PIANO CASA

Gara tra Comuni sul Piano casaSole 24 Ore 20/06/12 P. 40 Alessandro Arona 9

DECRETO SVILUPPO

Edilizia, stop all'Iva indetraibileSole 24 Ore 20/06/12 P. 19 Gian Paolo Tosoni 10

Infrastrutture, il governo ci provaItalia Oggi 20/06/12 P. 21 Andrea Mascolini 12

Fare rotta sul Piano cittàItalia Oggi 20/06/12 P. 21 13

Dai project bond 25 mldItalia Oggi 20/06/12 P. 21 14

PONTE SULLO STRETTO

Il ministro Passera «Il ponte sullo Stretto non è una priorità»Stampa 20/06/12 P. 11 15

OPERE PUBBLICHE

Sui lavori pubblici decisione allo StatoSole 24 Ore 20/06/12 P. 40 Giorgio Santilli 16

INFRASTRUTTURE

Infrastrutture: in Italia la grande occasione persaStampa 20/06/12 P. 11 Carlo Bertini 17

PROFESSIONI

Soppressione del Territorio, ordini e collegi si dividonoItalia Oggi 20/06/12 P. 28 Benedetta Pacelli 20

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Pagina II

VITA PROFESSIONALE

«Gli errori vanno condannati, ma sui medici c'è accanimento»Corriere Della Sera 20/06/12 P. 24 21

Quelle pretese spesso eccessive per fare soldiCorriere Della Sera 20/06/12 P. 24 Giuseppe Remuzzi 23

FORMAZIONE

Formazione qualificata per gli ediliItalia Oggi 20/06/12 P. 37 24

MEDIAZIONE

Mediazione a tuttaItalia Oggi 20/06/12 P. 28 Donatella C. Marino 25

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Gli boccianor - i dpr SeverïnoLa riforma il pieno critiche. ® impugnata r

Pagina a curaDI BENEDETTA PACELLI

1 regolamento sulla rifor-ma delle professioni? Undocumento deludente epoco coraggioso che tradi-

sce il vero spirito della ri-forma. Oltretutto ema-nato il 15 giugno dalConsiglio dei mi-nistri (si veda IOdel 1616) senzaalcuna con-certazione. Esenza appel-lo la criticache arrivaunanime

da tuttii rappre-sentanti di ordini e collegiall'indomani dell'approvazio-ne, seppure in via preliminare,del dpr di riforma del sistemaordinistico. Ma, in barba allecritiche, il testo è stato inviatoieri al Consiglio di stato per

il parere di legittimitàper poi approdare sul

tavolo della Cortedei conti. Tuttoper non sforarei tempi stabilitidalla legge de-lega previstiper il 13 ago-sto. E dopoi primi mal

di panciadel Comitato unitario delleprofessioni. E successivamen-te quelli dei periti industrialie geometri, che nel testo at-tendevano il recepimento delprincipio relativo all'accorpa-mento, fioccano le polemiche.«L'aver scelto, come ha fattoil governo, un dpr unico, an-ziché intervenire sui singoli

ordinamenti professionaliinteressati», dice il presi-dente dei dottori commer-cialisti ed esperti contabili

Claudio Siciliotti, «potrebbecreare confusione normativa econtenziosi». E nell'entrare nelmerito dei singoli passaggi, iltirocinio «ora più complicato»,il tutoraggio dei praticanti soloper gli scritti con cinque annidi anzianità, «norma discri-minatoria per i più giovani»,il dito è puntato soprattuttocontro la norma sui proce-dimenti disciplinari che «hatradito l'impostazione dellariforma» senza, invece, aver«avuto il coraggio di introdur-re il membro laico». «Il dpr diriforma non poteva essere peg-gio di così», tuona, invece, ilnumero uno degli agrotecniciRoberto Orlandi, ricordando«la massima collaborazione»offerta dagli ordini per poiarrivare a un testo «portatofuori sacco». Ecco perché, pre-cisa Orlandi, «interverremonelle sedi parlamentari e alConsiglio di stato per chiede-re che vengano eliminate ledisposizioni che eccedono ladelega concessa al governo econfliggono con la precedentelegislazione e quelle anacro-nistiche e dove non venganoapportate le necessarie mo-

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difiche, il provvedimento unavolta pubblicato, sarà impu-gnato innanzi al Tar Lazio».

«Abbiamo lavorato per mesioffrendo tutto il nostro sup-porto al ministero», lamentail presidente degli ingegneriArmando Zambrano, «e orascopriamo non solo che è sta-to un lavoro inutile, perché inostri suggerimenti non sonostati ascoltati ma anche cheil testo è pieno di assurdità».Il riferimento è, per esempio,al tirocinio, «il cui obbligorappresenta una grossa con-traddizione rispetto ai prin-cipi di liberalizzazione», masoprattutto alla normativasul disciplinare che «rasentail ridicolo, alla faccia di quel-

la terzietà tanto sbandierata».Dito puntato anche dall'Unio-ne giovani dottori commercia-listi ed esperti contabili chesottolinea come già «dalla defi-nizione di attività professiona-le e della delimitazione dellastessa dalle attività non rego-lamentate il Legislatore delgoverno di burocrati sfruttatutte le ambiguità possibili».Ecco perché chiude EleonoraDi Vona presidente dell'Unio-ne giovani «speriamo che ilPresidente della RepubblicaGiorgio Napolitano abbia unguizzo di orgoglio e non firmiquesto documento che spinge-rebbe sempre più in un angoloi giovani professionisti e le loro

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aspirazioni di legalità e di li-bertà». A nome degli assistentisociali, aggiunge Edda Samory,presidente nazionale dell'Or-dine «esprimo un profondodisagio per l'assenza di quelconfronto e approfondimentoche il ministro Severino avevaauspicato all'inizio dei lavori, euna crescente preoccupazioneper i contenuti nuovi e diversisul riordino delle professioni.Mi riferisco, in particolar modo,alla nuova definizione di pro-fessione, non più ordinata maregolamentata e alle modifichepreviste dal regolamento perquanto riguarda gli organi di-sciplinari. Auspichiamo inoltreche tali contenuti possano tro-vare uno spazio di ripensamen-to e una maggiore chiarezza ecorrispondenza con le necessitàespresse dall'Ordine».

Riforma ordini Pagina 1

Oice: bilancio seirresLrale n.egal ivo p er bandi e va lore

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Pedemontana salv ifica a maggioDI MARCO SOLAIA

1 bando della PedemontanaLombarda non fa affondarel'ingegneria a maggio. Senza

i . il maxi-bando si conferma iltrend negativo che da gennaiosta registrando il calo della do-manda pubblica del 25% circa,con il 41% la media di ribassi of-ferti in gara. Sonoquesti i datiprincipalidell'Osser-vatorioOice-In-formate1di maggio2012, cheha regi-strato l'au-m e n t o

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del valore grazie al maxi-bandopubblicato della concessiona-ria Pedemontana Lombardaper direzione lavori del trattoDalmine-Como-Varese-Valicodel Gaggiolo, per un valore di55,7 milioni di euro, il 63% de-gli 88,7 milioni di euro messiin gara complessivamente nelmese (368 gare in tutto). Ri-spetto a maggio 2011 il numerodelle gare è sceso del 3,9%, ma il

loro valore cresce del 155,5%.Nonostante il risultato dimaggio, però , il tono difondo del mercato rimanefortemente depresso: sot-traendo il valore del maxi-bando dal totale dei primi

cinque mesi questi, rispettoal 2012, perderebbero il 23,5%.A commentare i dati è Luigi

Iperti, vicepresidente Techint evicepresidente vicario Oice,

che ha assunto le fun-zioni di presidentedopo le dimissionidi Gabriele Gia-cobazzi, nomi-nato assessoreall'urbanisticadel Comune diModena. «Per-

siste», ha affermato Iperti, «laprofonda crisi della domandapubblica di ingegneria e dell'ar-chitettura . In questa situazione,in una fase in cui dauna parte i fondi pub-blici sono molto ridotti edall'altra scarseggianole risorse per incentivialle imprese , parlare dicrescita e di svilupposembra quasi utopia.Per questo va apprezza-to il varo, venerdì scorso,del decreto -legge sullacrescita, unitamente ainiziativa che sempli-fichi e sburocratizzi ilquadro amministrativo e delleregole . Confidiamo anche», hacontinuato , « che possa realiz-zarsi quanto ha annunciato ilministro Corrado Passera sullapossibilità che vengano attivati80 miliardi complessivamenteper lo sviluppo. Ci vorrà tempoper vedere i risultati e intanto lesocietà dovranno puntare all'in-ternazionalizzazione con il so-stegno della nuova Ice . Sono au-mentate le gare miste, +45,9%negli ultimi cinque mesi.

-r© Riprodu,ione riservata

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Ingegneria Pagina 2

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O-E--ve-I.oe stra,t-eg-Wí*-e-h-e, decic-tera

Passera : servono tempi certi. Ponte? Non una prioriq,

DI ANTONIO RANALLI

e infrastrutture strategi-che devono essere tuttedi competenza dello Sta-to. Per questo il governo

sta studiando la possibilità diproporre l'inserimento , nell'or-dinamento giuridico, di normedi carattere costituzionale cheattribuiscano alla competenzaesclusiva dello Stato le infra-strutture strategiche di interes-se nazionale e sovranazionale.A renderlo noto è il ministrodello sviluppo economico e delleinfrastrutture e trasporti, Cor-rado Passera, durante un'au-dizione in commissioneambiente della camera.Una questione, quelladi dare tempi e costicerti alle opere che,probabilmente, ha ache fare con il nuovostrumento finanzia-rio per reperire risor-se destinate alla rea-lizzazione delleinfrastrutture: i project bond.le obbligazioni che le società diprogetto e i concessionari pro-tranno emettere per finanziarele loro opere . Linnovazione peril mercato italiano è contenutanel deceto sviluppo approvatovenerdì dal consiglio dei mini-stri. ma perchè i project bondidiventino appetibili sul mercatoè necessario che le infrastrut-ture abbiamo un iter preciso ecerto olte che un costo preder-minato non soggetti a variazio-ni dovute a proteste e ritardiche fanno lievitare i costi.

Il ministro Passera ha ipo-tizzato anche un possibile

inserimento di «norme or-dinarie che proibisca-

no la reformatio inpeius retroattivadel trattamento fi-nanziario e fiscaledegli investimentiinfrastrutturali,consentendo il coor-

dinamento della pro-grammazione in-

frastrutturale strategica statalecon quella europea e che dise-gnino una legge quadro e di go-verno del territorio». Non solo,secondo il ministro si sta veri-ficando la possibilità di intro-durre «senza incidere in modorilevante sul costo e sui tempidi realizzazione delle opere, ildibattito pubblico, preveden-do procedure di consultazionedelle popolazioni locali e delleassociazioni portatrici di inte-ressi diffusi». Le consultazioni,ha spiegato Passera, dovran-no svolgersi «in tempi certi,nell'ambito di una rivisitazionedell'intero processo decisionale

per la realizzazionedelle grandi ope-re. L'obiettivo è ilconsolidamentoe l'assestamen-to nei contrattipubblici, al tempostesso preveden-do le modalità didecisione sulle

opere per

le quali manchi l'intesa tra loStato e le regioni interessate».

Una giornata decisamentemovimentata quella di ieri peril settore infrastrutture. Ad ani-marla è stato ancora il ministroPassera che ha fatto sapere cheil Ponte sullo Stretto «non è unapriorità». «Non c'è una scelta de-finitiva», ha sottolineato, «io nonlo considero tra le infrastrut-ture prioritarie cui dedicarci».Animate le reazioni e c'è chiha anche ricordato che ferma-re la progettazione dell'opera,da parte della società stretto dimessina, ha un costo anche intermini di penali previste dalcontratto. Del resto, la Ue hagià dichiarato mesi addietro perbocca dell'euroccommissario aitrasporti, Kallas, che se l'Italiavuole il Ponte sullo Stretto dovràfinanziarselo da sola. «Passeraogni giorno cambia i numeri suldecreto sviluppo. Gli 85 miliar-di attivabili annunciati venerdìoggi si sono ridotti a 30-40. Lostesso refrain ha utilizzato suifondi per le infrastrutture, pri-ma 20, poi 100 miliardi. Pocomale, anzi male. Malissimo,invece, l'altro annuncio odiernoarrivato dopo 8 mesi di studi e diriflessioni sul Ponte sullo Stretto

che il superministro consideranon essere un'opera prioritaria»ha dichiarato il senatore del Pdl,Altero Matteoli. Per il presiden-te della Commissione parlamen-tare per l'Attuazione del federa-lismo fiscale, Enrico La Loggia«il ministro Passera commetteun grande errore ritenendo nonprioritaria la costruzione delponte sullo Stretto di Messina.In un periodo di forte recessionecome quello che sta vivendo l'Ita-lia, l'unica possibilità di ripresasta proprio nella messa in can-tiere di grandi opere pubblichecapaci di movimentare risorse ecreare posti di lavoro». D'accor-do con Passera sia il presidentedei senatori dell'Udc, GianpieroD'Alia che parla di «buon senso»sia il vicecoordinatore di Fli, Fa-bio Granata secondo il quale «travie del mare e ferrovie internesulla Sicilia bisogna puntare intermini di risorse e di innova-zione, di recupero paesaggisticoe di bonifiche industriali», men-tre Matteo Mauri, responsabileInfrastrutture e trasporti del Pdparla di «anni persi a parlare delPonte» e ricorda che ci sono «cen-tinaia di opere piccole e medieda cantierare subito, opere utili,necessarie e di impatto anticicli-co in questa fase di crisi».

Sulle infrastrutture in Italiaè intervenuto ieri, in occasionedi un convegno alla camera deideputati , il governatore dellaBanca d'Italia, Ignazio Visco.«Le dotazioni infrastrutturaliin Italia sono inferiori a quelledegli altri Paesi europei», hadetto, «anche se negli ultimianni la spesa pubblica in que-sto settore non è stata minoredi quella della media Ue. Le ri-sorse disnnnihili si sono ridotte:

la spesa per investimenti era del2,5% del pil nel 2009, del 2% nel2011 e ci aspettiamo un calo perquest'anno». Visco ha ricordatocome «negli ultimi tre decennila spesa italiana sia stata del2,6% del pil, maggiore che inGermania o nel Regno Unito,mentre negli ultimi dieci anniè stata del 2,3%, rispetto a unamedia Ue del 2,5%». La differen-za è su come vengono utilizzatequeste risorse . «I costi medi direalizzazione in Italia sono piùelevati che altrove» ha aggiuntoil governatore di Bankitalia, ri-cordando l'esempio dell'Alta Ve-locità che nel nostro Paese «hacosti medi tre volte superiori chein Francia o Spagna». Il governa-tore ha poi aggiunto altri «datiche fanno pensare» come il fattoche «in Italia i ritardi per lavorifra il 2000 e il 2006 sono stati inmedia pari all'88% dei tempi pre-visti, contro una media europeadel 26%. Quanto agli aggravi dicosto sono stati del 40%, rispettoa una media europea del 20%».Secondo Visco c'è «un chiaro biso-gno di conti pubblici equilibrati.In presenza di risorse scarse bi-sogna spendere meglio».

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Appalti pubblici Pagina 3

StutA I _ ,rCtl f® Gli effetti dell'intervento anti-crisi sulle professioni

Correttivo al top per gli ingegneriSergio PellegrinoGiovanni Valcarenghi

Le attività professionali com-prese nei 12 studi di settore chesono strutturati su numero e ti-pologia di prestazioni rese siconfrontano con il fenomenodella riduzione delle tariffe pereffetto della crisi. Il fenomeno èstato colto dal decreto de113giu-gno che, nella tabella 1.E, forni-sce la classifica degli sconti sud-divisi per tipologia di attività (siveda la grafica a lato).

Per comprendere il fenomeno,va ricordato che il funzionamen-to degli studi in analisi è fonda-mentalmente basato sull'applica-zione di tariffe fissate a livelloprovinciale per ciascuna tipolo-gia di pratica. L'ammontare dita-li tariffe standard è desumibiledallanota metodologica contenu-ta nel decreto che approvalo stu-dio.Inperiodi di crisi, tale mecca-nismo rischia di segnare il passo,poiché fondato su rilevazionisvolte in annualità in cui non esi-stevano le attuali difficoltà. Eccospiegata la ragione per cui il cor-rettivo congiunturale di settorepropone fattori di riduzione deicompensi determinati con com-plesse metodologie statistiche

(c.d. modelli misti) applicate allabase dati del periodo 2005-2010.La differenziazione tra le varie at-tività può dipendere sia dallamaggiore propensione al ribassodelle tariffe, sia dall'anno diriferi-mento delle tariffe inserite nellostudio applicabile. Si tratta, pre-valentemente, di revisioni del2009, tranne il caso degli ingegne-ri, revisori e periti industriali(2010) e dei notaie geologi (2ou).In ogni caso la riduzione più ele-vata spetta agli ingegneri. Analiz-ziamo il caso di un legale che sioccupi solo di attività di rappre-sentanza, assistenza e difesa din-

nanzi agli organi giurisdizionalidi merito, essendo specializzatoin diritto tributario. Se il luogo disvolgimento dell'attività è lapro-vincia di Brescia, la nota metodo-logica indica una tariffa standarddi 714 euro per ciascuna presta-zione. Ipotizziamo, ancora, chel'avvocato abbia reso e incassatoZoo prestazioni di tale tipo nel2ou. Il conteggio di Gerico, in-fluenzato da poche altre variabili(sempre per comodità diragiona-mento), determina compensi dacongruità pari a 72.u6. Poiché laposizione non è congrua scatta ilcorrettivo congiunturale, nel ca-

Ultimi i geologiLa classifica delle professionimaggiormente "aiutate"da Gerico per effetto dellariduzione delle tariffe standard

.Ingegneria integrataIngegneri ..........................ArchitettiCommercialisti............

.AgrotecniciGeometri.....................Revisori.............................................Periti industriali

............................-.NotaiAgronomi..............................................Avvocati..............................................Geologi

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019.4,-0,0140

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* Riduzione applicata a compensidi congruità risultanti da Gerico

so specifico pari a 793 euro, deri-vante dall'applicazione del coeffi-ciente desumibile dalla tabella ap-plicato all'ammontare delrisulta-to di congruità base. Analoga-mente, potremmo pensare a uningegnere che opera a Milano eha realizzato e incassato, nel 2011,30 incarichi di ingegneria edileperla progettazione di opere pub-bliche; la tariffa prevista a livelloprovinciale è di 1.520 euro. Sem-pre ipotizzando l'assenza di altrevariabili, Gerico propone un com-penso da congruità di44.189 euro(non distante dal prodotto tra1.520 e 30). Incaso dimancato rag-giungimento deltarget,ilcorretti-vo congiunturale viene determi-nato in 2.209 euro, pari al prodot-to tra compenso congruo e coeffi-ciente desumibile dalla tabella.

Studi di settore Pagina 4

Tl regolamento del rninistE'ro della iustizia tenta di rispc°tta re la tabella , di marcia(jfliffi,e

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a disciplina sulle Societàtra professionisti allun-ga il passo. E potrebbeessere operativa entro

metà luglio. Secondo fonti vici-ne al ministero della giustizia,infatti, il regolamento messoa punto dall'ufficio legislativodi via Arenula, di concerto conquello dello sviluppo economico(in attuazione della legge di sta-bilità 183/11, poi perfezionatada quella sulle liberalizzazioni27/12), è ora sul tavolo del Con-siglio di stato per il parere dilegittimità, la prossima settima-na potrebbe essere inviato allaCorte dei conti per la consuetaregistrazione e poi pubblicato inGazzetta Ufficiale. Pronto all'usodei professionisti quindi primadella pausa estiva. Dunque, lapossibilità di rendere lo studiosocietà prende forma grazie adun regolamento che ha cercatodi chiarire una serie di nodi purlasciandone scoperti altri. Seda una parte, infatti, sono sta-te accolte alcune richieste degliordini rendendo i soci di capita-li (comunque di minoranza) ei professionisti paritetici nellefuture Stp, dall'altra è rimastoancora da definire lo scenariodella contribuzione previden-ziale. Poiché il professionista(ancorché collocato in una Stp)per esercitare deve essere iscrit-to a un ordine regolamentato in

Incompatibilità

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Lla scelta del professionista a cuiassegnare l'incarico spetta al clientealtrimenti , a società comunica lasua scelta al cliente , che resta liberodi valutarla

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automatico dovrebbe continua-re a versare alla propria cassadi previdenza di categoria. Frale norme destinate, comunque,a contraddistinguere il futurodelle Stp ci sono quelle sulle in-compatibilità. Al professionista,ma anche ai soci di capitale (con-trariamente alla prima versionedel regolamento in circolazione),infatti, è vietato partecipare apiù società e tale incompatibi-lità si determina anche nel casodella società multidisciplinare

e si applica per tutta la dura-ta dell'iscrizione della societàall'ordine di appartenenza. Eper i soci di puro capitale? Que-sti soggetti potranno far parte diuna società professionale solo senon hanno riportato condannedefinitive e comunque solo se«siano in possesso dei requisitidi onorabilità previsti per l'iscri-zione all'albo professionale cui lasocietà è iscritta». C'è poi il nododell'iscrizione della Stp. Unodei punti più controversi della

discussione, infatti, è stato finoad ora proprio quello della suaiscrizione, se in sostanza cioèquesta debba essere iscritta inuna sezione speciale dell'alboappositamente dedicata oppu-re no. L'ufficio legislativo di viaArenula sembra orientato a undoppio regime: gli albi professio-nali dovranno prevedere una se-zione ad hoc per le Stp ma ancheche questa dovrà essere iscrittapresso l'albo o il registro dell'or-dine o collegio professionalerelativo all'attività individuatacome prevalente nello statuto onell'atto costitutivo. In base alloschema di regolamento attuati-vo, poi, l'iscrizione della societàsarà obbligatoria anche al Regi-stro delle imprese e ancora nonsaranno solo i soci professionistia rispettare il codice deontolo-gico del proprio ordine di ap-partenenza ma anche le stesseStp. Se la violazione deontolo-gia commessa dal singolo socioprofessionista è ricollegabile adirettive impartite dalla società,la responsabilità disciplinare delsocio concorre con quella dellasocietà.

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Società tra professionisti Pagina 5

Bozzetti (Ance): così l'edilizia pagala politica depressiva del governo

ROMA - «Paghiamo una politicadepressiva, fortemente depressiva,sull'economia e sull'edilizia in parti-colare. Con le famiglie tartassate dal-l'Imu e dalle altre imposte. Alle presecon una durissima e lunga crisi eco-nomica, le incertezze continue del-l'Europa, la mancanza di fiducia e diprospettive». E' amara l'analisi diPaolo Buzzetti, presidente dell'An-ce, che prevede anche momenti piùcritici se il trend non si invertiràrapidamente.

Cosa sta accadendo?«Siamo in una fase di confusionetotale. Direi di depressione, di ansiagenerale. Che parte dalle difficoltàdell'euro e s'incrocia con la necessitàdel governo di drenare risorse. Laflessione del 20% del mercato immo-biliare si deve inquadrare in questocontesto particolare. Del resto non cisono agevolazioni per l'acquisto del-la casa, c'è il problema dei ritardatipagamenti da parte della pubblica

amministrazione che penalizza le im-prese, il carico fiscale è ai massimi».

E non si possono fare previsioni?«Ripeto: siamo a un bivio. Osi riescea vedere una soluzione, ad aiutare lafamiglie o la situazione si può davve-ro avvitare. In questo quadro i decre-ti varati recentemente dal governosono un segnale positivo. Ma forsesono arrivati troppo tardi».

A cosa si riferisce?«Aspettiamo con fiducia che i prov-vedimenti sui pagamenti della pub-blica amministrazione diano gli effet-ti sperati. Così come quelli che riguar-dano i bonus per le ristrutturazione ela neutralità dell'Iva. E poi un ruoloimportante lo devono giocare le ban-che. Gli istituti di credito hanno ilcompito di supportare le famiglie.C'è tanto da fare visto che in Italia500mila famiglie sono alla ricerca diuna casa».

U.Man.

RIPRODUZION E RISERVATA

Ance Pagina 6

li governatore Bankitallia . «La Tav costa tre volte di più che in Francia o Spagna»

Visco: in Italia più spesama meno opere dei Paesi UeRossella BocciarelliROMA

«L'economia va rimessa ingrado di crescere stabilmente atassi sostenuti, va rafforzata lacompetitività delle imprese».Il governatore della Banca d'Ita-lia, Ignazio Visco, è intervenu-to ieri a un convegno organizza-to alla Camera da Italiadecideper sottolineare l'esigenza diga-rantire adeguate infrastruttu-re, materiali e immateriali,all'economia italiana, perchéentrambe sono essenziali peraccrescere il suo potenziale disviluppo. «C'è polemica - haesordito - perché c'è chi sostie-ne che si debba investire in in-frastrutture immateriali: menoburocrazia, più concorrenzanei servizi, più istruzione, unmercato del lavoro più efficien-te, più efficienza del sistemagiudiziario, uso più efficace del-le tecnologie dell'informazio-ne e della comunicazione. So-no tutte riforme essenziali, sul-le quali il paese è impegnato»ha detto il Governatore. «Manon per questo non si deve agi-re per migliorare le infrastruttu-re fisiche» ha aggiunto. Viscoha infatti ricordato che la dota-zione di questo tipo di infra-strutture dell'Italia è inferiore aquella deiprincipali paesi euro-pei, conuno svantaggio quanti-tativo su Germania e RegnoUnito pari al 15 per cento; tra ipaesi europei, il nostro è al pri-mo posto per densità di veicolisulla rete stradale, e i 37 chilo-metridella metropolitana diRo-ma e gli 83 di Milano si confron-tano con i402 chilometri diLon-dra, i 213 di Parigi, i 1445 di Berli-no. «Eppure - ha sottolineato ilGovernatore - negli ultimi tredecenni la spesa pubblica perinvestimenti italiana è stata su-periore a quella media di Fran-cia, Germania e Regno Unito».

Tra il 1980 e il 2010, infatti, laspesa italiana è stata pari al2,6% del Pil, inferiore a quelladellaFrancia (3,10% ma superio-re a Germania (2,2%) e RegnoUnito (1,8%). «Il divario con glialtri paesi -ha aggiunto - non di-pende quindi dallerisorse inve-stite ma dal modo in cui sonousate: ci sono marginimolto ele-vatiper migliorare l'uso delleri-sorse». Visco ha poi affermatoche i costi medi di realizzazio-ne in Italia sono più elevati chealtrove e ha citato l'esempiodell'Alta Velocità che nel no-stro paese «ha costi medi 3 vol-

te superiori che in Francia oSpagna».

Visco ha aggiunto anche altri«dati che fanno pensare» comeil fatto che «in Italia i ritardi perlavori fra il 20oo e il20o6 sonostatiinmediapari all'88per cen-to dei tempi previsti, controuna media europea del 26%.Quanto agli aggravi di costo, so-no stati del 40%, rispetto a unamedia europea del 20%».

La ridotta capacità di realiz-zare opere per infrastruttureinoltre «è particolarmente pre-occupante nell'attuale conte-sto delle risorse disponibili». In-fatti «il risanamento dei contipubblici incide anche sulla spe-sa per investimenti. Dal 2,5%del Pil del 2009 - ha detto Visco- la spesa è scesa al 2,o nel 20n»e «un calo ulteriore è atteso peril 2oi2». Tanto più importante,quindi agire per rimuoverequelli che il Governatore ha de-finitogli «ostacoli nonfinanzia-ri» all'accumulazione di capita-le pubblico. Ostacoli come l'in-certezza del quadro di bilancio,le carenze nei processi di valu-tazione e di selezione delle ope-re, la sovrapposizione dei diver-silivelli di governo, i limiti dellanormativa che regola l'affida-mento deilavorieilmonitorag-gio del loro avanzamento. «Laproduttività del nostro sistemaeconomico, le scelte di localiz-zazione delle imprese, la quali-tà dellavita dei cittadini -ha det-to il governatore - dipendonodalla dotazione infrastruttura-le del paese». E ha concluso:«Abbiamo bisogno di contipubblici equilibrati e ciò impo-ne scelte fondate su un vincolodi bilancio pluriennale. In pre-senza di risorse scarse occorrespendere meglio, non c'è altrasoluzione che innalzare l'effi-cienza della spesa».

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Opere pubbliche Pagina 7

Cì!minaNtà. Anche una «white list» nel protocollo rinnovato ieri

Viminale- Confindustriarating di legalità alle impreseMarco LudovicoROMA.

.r- La scommessa sulla difesadella legalità è una sfida quotidiana: ogni impegno va confer-mato, rilanciato erinnovato. Co-sì hanno detto e fatto ieriil mini-stro-dell'Interno e Confindu-stria. Anna Maria Cancellieri eil delegato del presidente Gior-gio Squinziper lalegalità, Anto-nello Montante, hanno firmatoil nuovo protocollo a distanza didue anni da quello siglato il iomaggio 2010 tra Roberto Maro-ni ed Emma Marcegaglia.

Senzavolare troppo alto, il Vi-minale snocciola i dati sull'at-tuazione della vecchia intesa: indue anni sottolinea «l'ampiaadesione delle imprese» e, inconcreto, la sottoscrizione di 20accordi locali, più altri in corsodi firma. All'inizio di quest'an-no, poi, nasce il Documentò sul-la legalità che, tra l'altro, indicamodalità e contenuti delle ven-dors list (elenchi di fornitori) ela tracciabilità dei flussi finan-ziari. « É scattato un processo avolersi sentire, tutti, dalla partegiusta: quella della legalità» sot-tolinea GiuseppeProcaccini, ca-po di gabinetto.

Ma il percorso innescato dal-le battaglie storiche di Confin-dustria Sicilia sul codice etico,guidate da Montante e Ivan LoBello, non poteva fermarsi qui.Non è mero formalismo buro-cratico se nel testo del nuovoprotocollo si parla di «rinnovo eintegrazione degli impegni». Cisono, infatti, almeno due frontiaperti direcente nellaguerra al-le infiltrazioni mafiose, sfide tut-te da combattere. L'istituzionedelle white list presso le prefet-ture, cioè l'elenco delle impreseinteressate agli appalti pubbliciche non hanno traccia di contat-ti con la criminalità organizza-ta. E l'applicazione, al più pre-sto, del rating di legalità - idealanciata proprio da Montante -un criterio per definire, incenti-

vare e valorizzare anzitutto sulpiano dell'accesso al credito leimprese che hanno comporta-menti non solo irreprensibilisul piano della legalità, ma an-che virtuosi e imp egnatinei con-fronti della lotta al racket e allealtre pressioni di Cosa Nostra.Del rating, peraltro, si sta discu-tendo proprio nel disegno di leg-ge sulla corruzione ora all'esa-me del Parlamento. Mentre sul-le white list nelle prefetture oc-corre spingere ancora per farledecollare presto. Alla firma delprotocollo l'impegno del Vimi-

FIRMACancellieri: chiave di voltaaffinché il Paese possaalzare la testa. Montante:più imprese sane sul mercatoe meno concorrenza sleale

Le due novitàIl ministro dell'InternoAnna

Maria Cancellieri ei1,delegatodel presidente di Confindustriaper la legalità AntonelloMontante (foto) hannori nnovato ieri il protocollo dilegalità. Nel documento sonostate inserite due novità: lewhite list, elenchi di impresenon soggette a rischio diinquinamento mafioso, eilrating di legalità, unmeccanismo che premia leimprese sane facilitandonel'accesso a[ credito bancario

nale è testimoniato anche dallapresenza di tutti i vertici: oltre-al sottosegretario Carlo De Ste-fano, i prefetti Antonio Manga-nelli (Dipartimento Ps), Ales-sandro Pansa (Affari interni),Angela Pria (Libertà civili), Lu-ciana Lamorgese (Personale) ePaolo Tronca (Vigili del fuoco).

Il delegato del presidente diConfindustria sottolinea che«tanto è stato fatto e tanto c'è dafare. Ma certo più imprese saneci sono, meno concorrenza slea-le rimane in campo. Così si scar-dina quel consorzio illegale fat-to di criminalità organizzata,servizi illeciti alle imprese, as-sunzioni di favore, finanziamen-ti occulti e infiltrazioni malavi-tose nelle aziende».

C'è di più. Nella battaglia perla legalità, Confindustria si met-te in mostra anche nei risultatiraggiunti. «Nelle prossime setti-mane sarà attivata sul sito inter-net di Confmdustria un'apposi-ta area dedicata alla legalità.Contiene anche l'applicativocon cui le associazioni aderentipotranno comunicare inviaelet-,tronica i dati degli operatoricoinvolti nel progetto di legalitàe l'elenco on line delle impreseaderenti e dei rispettivi fornito-ri» annuncia Montante. «L'atti-vazione di questo strumentoconsentirà di dare finalmenteavvio alla fase di adesione delleimprese con modalità elettroni-che - aggiunge - dando concre-tezza ed efficacia anche intermi-ni di impegni al progetto».

Il ministro dell'Interno ap-prezza «il rapporto solido e lacrescita insieme che caratteriz-za il nostro legame con Confin-dustria» ma sottolinea soprat-tutto «la presa di coscienza sul-la legalità che ci chiama tutti: èla chiave di volta - sostiene An-na Maria Cancellieri - per libe-rarci dalle difficoltà, con unaconsapevolezza che ci restitui-sce fiducia e speranza».

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Appalti pubblici Pagina 8

ec ,sv . I progetti saranno scelti con una selezione a evidenza pubblica: in palio 224,milioni

Gara tra Comuni sul Piano casaUn decreto delle infrastrutture definirà una procedura «leggera»

Alessandro AronaROMA.

r. Sarà una procedura ad evi-denza pubblica, una sorta di "ga-ra" fra Comuni, anche se sempli-ficata e veloce, a selezionare iprogetti del "Piano città" a cui as-segnare i224milioni di euro mes-si a disposizione dall'articolo 12del decreto legge sulla crescita(approvato dal Consiglio dei mi-nistri venerdì scorso).

Questo indicazione non com-pare neltesto del DL (iltesto fina-le è in fase di "limatura"), che de-manda al decreto di attuazionedel Ministero delle Infrastruttu-re il solo compito di istituire laCabina di Regia (Ministeri, Anci,Regioni, Cassa Depositi), e di re-golarne le modalità di funziona-mento. Ma lo stesso Ministerodelle Infrastrutture (Mit) confer-ma che per assegnare i finanzia-menti statali, quei 224 milioni ra-strellatidai vecchi programmi in-tegrati dell'articolo i8 legge203/1991 dovrà necessariamenteessere attivata una forma di sele-zione 'trasparente, ad evidenzapubblica, che sarà disciplinataall'interno dello stesso Dm di isti-tuzione della Cabina di regia. Ildecreto sarà emanato probabil-mente prima della stessa conver-sione in legge del Dl Crescita.

In sostanza, dunque, le propo-ste di riqualificazione urbanache nelle scorse settimane sonogià state inviate da alcuni Comu-ni al Ministero (tra queste Roma;,Bari, Napoli), anche grazie al con-tributo dell'Anci (l'associazionedei Comuni), non hanno per orafinessun valore "ufficiale", e an-dranno confermate alla luce del-lanuovaprocedura. Le stesse ca-ratteristiche che dovrebbero ave-re queste "proposte di Contrattidi valorizzazione urbana" sonoper ora indicate in modo abba-stanza generico dal decreto leg-ge: obiettivo di riqualificazionedi aree urbane; obbligo di indica-re contenuti, piano finanziario,

soggetti coinvolti, eventuali pre-mialità, crono-programma. Cir-ca la selezione da parte della Ca-bina di regia si indicano questicriteri: immediata cantierabilità,capacità di coinvolgere investi-mentiprivati e altri finanziamen-tipubblici, riduzione del fenome-no della tensione abitativa, mi-glioramento delle infrastrutture,specie di trasporto urbano.

Molti nodi di fondo, però, so-,no ancora in fase di discussionein sede di Ministero e di Cabinadi regia (che di fatto esiste già, esi riunirà nei prossimi giorni:..........................................................................

GU íl rIe 1,11 -- - '1 21Il Dm definiràanche le caratteristicheche dovranno averei contratti di valorizzazione:obiettivi, soggetti, obblighi

una delle novità nel testo fmaledeiDL è fral'altro lapartecipazio-ne anche di due rappresentantidella Conferenza delle Regioni).Tra questi, ad esempio, quali Co-muni potranno presentare do-manda: tutti? solo quelli capoluo-go di provincia? solo quelli soprauna certa soglia di abitanti? O di-verse categorie dimensionali,con diverse "fette della torta" adisposizione?

E poi: concentrare i pochi fi-nanziamenti su pochi progetti, odiffonderli supiù casi? Nonè sta-to ad esempio ancora deciso sestabilire un tetto massimo di fi-nanziamento per progetto.

Da definire anche un'altraque-stione di fondo della procedura:fare una "garaunica", come sem-pre in passato per Pru, Prusst,Contratti di quartiere, cioè unascadenza unica, una selezione,una graduatoria, oppure invecestabilire che a partire da un mo-mento x la Cabina di regia esami-nerà i progetti, fmanziando viaviaimeritevoli (sullabase deicri-teri da stabilire) fino ad esauri-mento fondi?

Quel che è certo, comunque, èche il vice-Ministro Mario Giac-cia ha fretta di sbloccare questiprogetti, per dare un segnale sulfronte della crescita. Il Ministerodunque sta studiando una formadi "selezione semplificata", ri-spetto ai due-tre anni che in pas-sato occorrevano per tradurre incantieri i bandi del Mit sulla ri-qualificazione urbana. Si punte-rà in particolare a sollecitare lapresentazione di progetti urbanigià in fase avanzata, dove possa-no essere decisivi per una spintaa breve termine sia i fondi statali(per quanto ridotti) sial'intenzio-ne (da dimostrare sul campo) dicoordinare l'azione del pianoscuole, del piano social housingdella Cassa Depositi e Prestiti,dei fondi Coesione per il Sud, edei vari ministeri.

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Piano casa Pagina 9

ecre sviluppo . I contenuti del provvedimento varato venerdì dal Governo e in attesa di pubblicazione in Gazzetta

a, stop all' Iva indetraibilePer le case invendute i costruttori potranno applicare l'imposta sull'affitto

Gian Paolo Tosoni

Le cessioni e le locazioni difabbricati abitativi possono es-sere sempre assoggettate a Ivae quindi si evita lapenalizzazio-ne dell'indetraibilità dell'impo-sta assolta sugli acquisti. Loprevede l'articolo 9 del decre-to legge «Sviluppo», in via dipubblicazione sulla «GazzettaUfficiale», che di fatto riscrivele disposizioni contenutenell'articolo io, commi 8, 8 bise 8 ter del Dpr 633/72.

Locazioni

In primo luogo, relativamentealle locazioni viene confermatoil regime naturale dell'esenzio-ne da Iva sia per i fabbricati abi-tativi sia per quelli strumentali.Tuttavia, in entrambi i casi il lo-catore ha la facoltà di optarenel relativo contratto per l'ap-plicazione dell'imposta. L'op-zione è consentita in ogni casoper i fabbricati .strumentalimentre per quelli abitativi è ri-servata alle imprese di costru-zione o di ripristino. Quindiper le immobiliari di gestioneche hanno acquistato fabbrica-ti abitativi destinati allalocazio-ne o alla vendita, l'eventuale af-fitto è sempre esente da Iva. Lelocazioni di fabbricati strumen-tali possono essere esenti daIva anche se affittati a soggettiprivati oppure a soggettipässi-vi che effettuano operazioniesenti in misura superiore al75% e ciò contrariamente aquanto avveniva in passato.

Non viene introdotta alcunamodifica in materia di impostadi registro con la conseguenza

che il trattamento è diversoperi fabbricati abitativi da quel-li strumentali. Perle abitazionese il locatore sceglie l'Iva nondeve assolvere l'imposta di re-gistro (che sarebbe del2% in ca-so di locazione. esente), mentreper le locazioni di immobilistrumentali, indipendentemen-te dal regime Iva prescelto,scatta l'imposta di registrodell'e per cento. Quindi le im-prese di costruzione che affit-tano l'invenduto sono avvan-taggiate in quanto la rinunciaalla locazione esente, finora ob-bligatoria, consente di evitarel'indetraibilità dell'Iva assoltasugli acquisti nel periodo in ba-se alla procedura del pro-rata;di conseguenza si evita anchela rettifica della detrazionedell'Iva assolta suibeni ammor-tizzabili in caso di scostamen-to della detrazione stessa in mi-sura superiore alo punti.

Le cessioniLe modifiche al punto 8 bisdell'articolo io confermano inprimo luogo l'applicazionedell'Iva da parte delle impresecostruttrici sui fabbricati abita-tivi ceduti entro cinque annidalla data dell'ultimazione del-la costruzione o dell'interven-to di recupero. Tuttavia le ces-sioni di fabbricati abitativi. ef-fettuati dagli stessi soggettis iè-cessivamente a questo periodoquinquennale possono essereassoggettate aIva mediante op-zione. La riscrittura del punto 8bis abroga anche la modifica in-trodotta dall'articolo 56 del D11/2012 che aveva consentito la

possibilità di separare l'attivitàai sensi dell'articolo 36 del de-creto Iva per le cessioni di fab-bricati esenti da quelle imponi-bili. Le imprese non costruttri-ci non possono mai optare perl'applicazione dell'Iva sullavendita delle abitazioni e inquesto caso si applica comun-que l'esenzione.

Fabbricati strumentaliIl punto 8ter dell'articolo ioconferma l'applicazione del-l'Iva sulla cessione di fabbricatistrumentali da parte delle im-prese costruttrici o di ripristi-no effettuate entro cinque anni(anziché quattro) dall'ultima-zione. Tuttavia come era in pas-sato le cessioni effettuate dopoquesto termine, oppure quelleeffettuate da imprese non co-struttrici, possono essere as-soggettate a Iva mediante op-zionenell'atto divendita. Lano-vità consiste nel fatto che an-che le vendite di fabbricati stru-mentali a soggetti privati oppu-re a soggetti che effettuano ope-razioni esenti in misura supe-riore al 75% possono essere ce-dute in esenzione daIva dalleimprese non costruttrici o daquelle che li hanno costruiti daoltre un quinquennio.

..

Infine viene ampliato il regi-me delreverse-charggánche al-lesabitazioni cedute dahnpresecostruttrici oltre ï quiüquén-nio, cedute in regime di Iva pereffetto di opzione a soggettipas-sivi di imposta; l'inversione con-tabile viene confermata per ifabbricati strumentali.

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Decreto sviluppo Pagina 10

Il percorso

Come si applica l 'Iva sulle costruzioni

• Lavendita dell'areaedificábile'esoggettaadIva21%secedutada un'impresa anche agricola

• Sei[ cedente':è un.privatosono dovute le imposte di registro,ipotecaria écàtastäle complessivamente dell'11%

• Cessione effettuata dalleimprese costruttrici odi ripristino,entro cinque anni dall'ultimazione della costruzione: si applical'Iva (4% prima casa , 10% altre : abitazioni, 21% case di lusso)

• Cessioni effettuate dalleimpresecostruttricioltre ilperiodo dicinqueanni: la cessione è esente da Iva e quindi scatta l'imposta di registroipoteca ria e catastale (10%complessiva mente 3% pri ma casa)

• Queste cessioni sono iri .a ltërnativa soggette a Iva qualoranel relativo atto il cedei teabbia optato perla applicazione dell'Iva

• Se l'acquirente di un'abitazione è un'impresa o professionistae.la cessione è soggetta a Iva si applica l'inversione contabile(reverse -charge)

• Cessione effettuata dalle imprese costruttrici odi ripristino, entrocinque anni dall'ultimazione.della costruzione sono soggette a IvaCome per te abitazioni, se la cessione avviene oltre ft periodo dicinque anni, Poperazione è esentea eccezione della ipotesi in cuinelPatto di vendita il cedente opti per l'applicazione dell'imposta

• Viene eliminato l'obbligo di applicare l'Iva (e quindi la cessionepuò essere esente) per le cessioni di fabbricati strumentali neiconfronti di privati odi soggetti che effettuano operazioni esentiin misura superiore al75°4

esenti e quindi scatta Pi mposta di _registro del2%su l çanone1 (1%peri fabbricati strumenta ti)

--Le locazioni difabbricati abitativi e strumentati sonosoggettea Iva se nel cóntratto dilocazióne i l locatöre ha"ésercitato la relativaopzione (quindi scatta l'esenzioné:dall'imposta di registro,

-che invece rimane per i#abbricati'strumentali)

Decreto sviluppo Pagina 11

1 (òSr't r'l'c) il o izadlZr (! caldc> (le, /i op er°czt,or°r su l decr°eto sz rltz> c>, rria si czttezzcIc>rzo fcztti c zac°r°eti

go-ve-ron-0 r_à* provaBene il ri lancio , ma perp les,sit ° s ul ballet to cifre

Pagina a curaDI ANDREA IVIASCOLINI

1 decreto sviluppo come leva perrinsaldare il rapporto fra governoe operatori del settore che, con iloro primi commenti largamente

positivi, attendono però che le norme

trovino applicazione al più presto. Que-sto potrebbe essere l'effetto del nuovo«ponte» che il governo Monti ha sostan-zialmente gettato con le nuove misureper le infrastrutture, l'edilizia e le cit-tà. Negli ultimi tempi non erano infattimancate le polemiche verso un governoche sembrava non dedicare molta at-

tenzione al settore delle costruzioni,in grave crisi da più di due anni. Nonerano mancate neanche le polemichesulle cifre più o meno virtuali, fra operesbloccate e fondi disponibili per gli in-terventi. Tutto ora potrebbe però cam-biare dopo il brusco e repentino cambiodi rotta, con l'esecutivo che accelera erilancia, facendo chiaramente intende-re di vedere nelle costruzioni una verae propria leva per la crescita e lo svi-luppo dell'economia italiana. Potrebbequindi rinsaldarsi il «matrimonio» fral'esecutivo e operatori del settore ulti-mamente sulla via della crisi dopo laluna di miele.

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Decreto sviluppo Pagina 12

(,costruttori Ance, cooperative e professionisti

Fare rotta stil Fkm o città

Epositivo il giudizio degli operatoridel settore sul decreto-legge svi-luppo varato venerdì dal gover-no, anche se occorre fare presto e

mettersi al lavoro per rendere concrete eeffettive le misura approvate. I costruttoridell'Ance, con il presidente Paolo Buzzet-ti giudicano le misure varate dal governo«importanti segnali decisivi per la ripresaeconomica, che dimostrano una particolareattenzione da parte del governo anche perprogetti di grande portata e avranno effettiimportanti per la crescita e la competitivi-tà del nostro Paese», Bene il giudizio suiproject band per reperire nuove risorseprivate con trat-tamento fiscale divantaggio (12,50%`e defiscalizzazioneparziale degli in-vestimenti in opere

pubbliche.Dopo avere plau-

dito alle norme sul-la riqualificazionedel patrimonioedilizio, ritenute«di grande rilievo»,con l'innalzamen-to degli incentivifiscali dal 36 al 50% sulle ristrutturazioniedilizie e il raddoppio da 48 mila a 96 milaeuro dell'importo degli interventi agevolati,l'Ance ha ritenuto positiva anche la normadi ispirazione europea che innalza dal 50 al60% la quota di lavori che i concessionariautostradali affidatari senza gara delleconcessioni stesse sono tenuti ad affidareall'esterno. Su questa disposizione , l'Aiscat,l'associazione dei concessionari autostra-dali, ha però messo in guardia il governodai rischi di blocco degli investimenti e diaumento del contenzioso.

Molto positive, per i costruttori, anchele norme sull'edilizia privata: «Si è final-mente eliminata una distorsione fiscale,che l'Ance denuncia da tempo, che penaliz-zava fortemente le imprese di costruzione,prevedendo la reintroduzione dell'Iva sullecessioni e locazioni di immobili residenzialicostruiti per la vendita dopo i cinque annidall'ultimazione dei lavori».

Sul Piano città molte le valutazioni po-sitive. Per l'Ance «prende finalmente corpo

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il progetto di lungo termine dell'Associazio-ne per riqualificare le città e migliorare laqualità della vita dei cittadini; importanteè l'istituzione della cabina di regia e l'atten-zione riservata agli interventi di hostingsociale e al miglioramento del patrimonioscolastico». Positivi i commenti anche degliarchitetti del Consiglio nazionale (Cnappc)che, con il vice presidente Rino La Mendo-la, vede la norma come «valido strumentoper avviare un progetto di riqualificazioneurbana sostenibile». Per Luigi Iperti, vice-presidente vicario Oice, «gli interventi suiproject band , sulle gare di progettazione,sugli incentivi per l'edilizia e sullo sblocco

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delle infrastrut-ture energetichein attesa di au-torizzazione. co-stituiscono senzadubbio un passoavanti per iniziarea pensare a un ri-avvio di iniziativenel nostro Paese,unitamente a ogniiniziativa che sem-plifichi e sburo-cratizzi il quadroamministrativo e

delle regole». «Confidiamo, inoltre, «, haaggiunto, «che possa realizzarsi quantoha annunciato il ministro Corrado Passerache ha parlato di complessivi 80 miliardi dirisorse attivate per lo sviluppo». Per CarloZini, presidente di Ancpl-Legacoop «il de-creto va senz 'altro nella direzione giusta»,ha dichiarato, «anche se, pur comprenden-do le esigenze di bilancio, ci dispiace chesia stata limitata l'operatività della normasulla defiscalizzazione delle infrastruttureche ci auguriamo possa essere implemen-tata nella conversione del decreto». PerArmando Zambrano, presidente del Cni,il Consiglio nazionale degli ingegneri, sonopositivi, così come per Rino La Mendoladel Cnappc, «i chiarimenti sul calcolo deicorrispettivi per le gare di progettazione,anche se rimaniamo perplessi sul fatto chesia stato semplicisticamente previsto che inuovi parametri non potranno superare ilivelli delle vecchie tariffe che erano fermeal 2001».

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Decreto sviluppo Pagina 13

Previsione del viceininislro Mario Giaccia

D • project )and 25 nld°% a norma sui project band ai quali

il decreto -legge varato venerdì ri-serva lo stesso trattamento fiscale

, 1, _, dei titoli di stato, per il vicemini-stro alle infrastrutture , Mario Ciaccia, èl'elemento maggiormente innovativo perrilanciare le infrastrutture . «La norma suquesta agevolazione è basilare», ha soste-nuto, «perché si tratta di rendere operativaun provvedimento assolutamente nuovo,che abbiamo introdotto per primi in Eu-ropa e che consente di creare un modernostrumento all'avanguardia finanziando fi-nalmente la fase critica della costruzionedell'opera, senza gravare sul debito pubbli-co e a un costo minore rispetto ai prestitibancari». Non da poco è l'effetto stimatodal vice ministro : «tenuto conto che il fab-bisogno di infrastrutture è quantificabilein circa 100 miliardi per il triennio 2013-2015 e che circa il 50% di detta sommadovrà essere reperito attraendo il capitaleprivato, un successo dei project bond ita-liani potrebbe concorrere almeno per lametà di questa percentuale , apportandocirca 25 miliardi di euro nel triennio».

Ma altrettanto centrale, per Ciaccia, ap-pare la disposizione sulla detrazione al50% (dall'attuale 36 %) delle spese di ri-strutturazione edilizia con il nuovo limitea 96 mila euro (dagli attuali 48 mila): «Larelazione della Banca d'Italia sul Veneto2012 evidenzia come l'unico sottosettoredelle costruzioni non in recessione siail recupero abitativo , ristrutturazio-ni edilizie che, se incentivate, in-dirizzerebbero maggiori risparmiprivati a sostegno della domandaglobale; con questa misura in-tendiamo favorire interventi diristrutturazione edilizia, con loscopo di incentivare la ripresa delmercato delle costruzioni e abbiamostimato ulteriori investimenti pari acirca 180 milioni di euro per ilsecondo semestre del2012 di vigenzadella proposta edi circa 350 mi-lioni di euro perl'anno 2013».

Per quelche riguar-da l'aumen-

to al 60% della quota di appalti da affi-dare a terzi da parte dei concessionari dilavori pubblici, il viceministro ha soste-nuto che «favorirà una maggiore parteci-pazione degli operatori economici, anchedi medie e piccole dimensioni, nella re-alizzazione degli interventi presenti nelpiano degli investimenti previsti nelleconvenzioni di concessione, con effettoanticongiunturale nel settore». Per quelche riguarda l'Iva sull'invenduto «si ren-deranno disponibili risorse economiche,che attualmente le imprese di costruzio-ne non utilizzano a causa della vigentenormativa; si torna quindi alla cosiddet-ta Iva neutra», ha detto, «con un benefi-cio di circa 840 milioni di euro l'anno».

Centrale, nell'ottica del governo, ancheil Piano nazionale per le città: «Si trat-ta», ha affermato Ciaccia, «di un vero eproprio strumento programmatorio conil crisma della legge, per formalizzare, inmodo coordinato e razionale, nel rispettodelle competenze degli enti territoriali,una iniziativa già avviata dal ministerocon un apposito tavolo di lavoro partitoil 4 maggio, che prevede interventi nellearee urbane, specie in quelle degrada-te, relativi a nuove infrastrutture, allarigenerazione urbana, alla costruzionedi parcheggi, alloggi e scuole. Va sotto-lineato che l'Anci, l'associazione nazio-

nale dei comuni italiani, ci hacomunicato che hanno già

aderito al nostro pianocittà: Bari, Bologna, Ca-serta, Castellamare diStabia, Firenze, Fog-gia, Genova, Napoli,Palermo, Pavia, Peru-gia, Pescara, Piacenza,Riccia, Scafati, Torino,Varese e Verona».- Riproduzione riservata

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Decreto sviluppo Pagina 14

INFRASTRUTTURE

Il ministro Passera«Il ponte sullo Stretto

non è una priorità»

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Il ministro Corrado Passera

Ieri il ministro per lo Svilup-po economico Corrado Passeraè tornato a parlare di infrastrut-ture. «Le priorità devono esserechiare» ha spiegato Passera in-tervenendo a «Radio anch'io».E, al contrario della Salerno-Reggio Calabria, sulla quale ilministro ha detto di esserepronto «a metterci la faccia», ilfatidico Ponte di Messina nonsembra affatto essere nell'agen-da del governo. Sullo Strettouna scelta definitiva ancora nonè stata fatta (e tra le valutazioniin corso c'è anche quella dellepenali che lo Stato sarebbe co-stretto a pagare), ma Passera haribadito di non considerarla«tra le infrastrutture prioritariea cui dedicarsi». Da qui al 2015 ilgoverno intende attivare inve-stimenti infrastrutturali per ol-tre 100 miliardi, ma il Ponte nonè nell'elenco delle grandi opere.

Ponte sullo Stretto Pagina 15

La clausola di sovranità

Sui lavori pubblicidecisione allo StatoGiorgio SantiltiROMA

Luciano Violante, presi-dente di Italiadecide, lapropo-ne da tempo e ora la «clausoladi sovranità» entra nella rifor-ma costituzionale all'esamedel Senato: in base a questanorma di rango maggiore loStato potrà decidere, in casistraordinari, bypassando l'or-dinaria ripartizione di poterifra Stato e Regioni. Varrà an-che per le opere pubbliche esoprattutto per quelle grandiopere considerate di interessastrategico nazionale e concor-date con l'Unione europea.

È stato proprio l'ex presi-dente della Camera a dare noti-zia del lavoro di Palazzo Mada-ma ieri nel corso del semina-rio che Italiadecide ha svoltoalla Camera per presentare ilrapporto «io opere per laripre-sa», realizzato con altre fonda-zioni: Apertacontrada, Astrid,Avventura Urbana, LiberaFondazione e ResPublica.

A confermare che qualcosasi muove effettivamente per lariforma dell'articolo 117 dellaCostituzione sulla ripartizio-ne dei poteri tra Stato e Regio-ni è stato ieri il ministro delloSviluppo economico e delle.In-frastrutture, Corrado Passera.«È allo studio - ha detto il mini-stro a Radio Anch'io - la possi-bilità di proporre l'inserimen-to nell'ordinamento giuridicodi norme di carattere costitu-zionale che attribuiscano allacompetenza esclusiva delloStato le infrastrutture strategi-che di interesse nazionale e so-vranazionale».

Il viceministro Mario Giac-cia ha sottolineato il lavoro diriforma che il Governo sta fa-cendo anche grazie al contri-buto delle proposte delle fon-dazioni politiche. Violante hasintetizzato in cinque punti leprincipali proposte della suafondazione, frutto di un lavo-ro che da mesi va avanti con

Astrid e ResPublica e che hagià notevolmente influenzatoil dibattito pubblico e le nor-me varate: i) a volte non servo-no nuove infrastrutture, mabasta connetterle; occorre fa-vorire la leale collaborazionecon i territori dall'alto verso ilbasso, ma anche dal basso ver-so l'alto; 3) sobrietà degliinter-venti nei costi e nella loro rap-presentazione; 4) semplifica-zione delle procedure perché«finora non ce ne siamo accor-ti», passando da un taglio oriz-zontale a un'analisi verticaledelle procedure; 5) certezzadelle regole per le opere in cor-so, negando la retroattività del-le nuove norme per i contrattioperativi.

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Opere pubbliche Pagina 16

Infrastrutture: in Italiala grande occasione persa

Visco (Bai- citalia): tempi lunghi, costi altissimi, l'Ue viaggia più veloce

CARLO BERTINI> >ì3 %

enza una capacità forte direazione dell'economia re-ale, anche la stabilità fi-nanziaria non si mantie-ne», perché tra queste due

cose «c'è una relazione di simulta-neità». Ignazio Visco, numero unodella Banca d'Italia, inquadra così itermini del problema, inserendolo agiusto titolo nella più ampia cornicedi tenuta del paese, appena prendela parola alla Camera ad un conve-gno su Infrastrutture e competitivi-tà. Dove i padroni di casa della Fon-dazione ItaliaDecide di LucianoViolante sfoderano 370 pagine di re-port su 10 opere strategiche e di an-nosa gestazione, dall'autostrada Li-vorno-Civitavecchia, alla Brescia-Bergamo-Milano, dai rigassificatorioffshore in Toscana e Sicilia, fino al-la Nuova Stazione Tiburtina, chedovrebbe diventare l'hub ferrovia-rio più importante della capitale.Visco non elude «le polemiche deigiornali» su strade e autostrade chenon sarebbero più una priorità perrender moderno un paese: è vero,dice, che c'è bisogno di più concor-renza nei servizi, di un sistema diistruzione migliore e di più rapiderisposte dal sistema giudiziario, manon per questo non bisogna miglio-rare gli interventi per lo sviluppo diinfrastrutture. Perché «l'economiava messa in grado di crescere».

Qualche ora prima, a Radio an-ch'io, il ministro competente Corra-do Passera anticipa l'intenzione delgoverno di introdurre forme di con-sultazione delle popolazioni localisulle grandi opere e norme costitu-zionali che diano allo Stato la com-petenza esclusiva di infrastrutturestrategiche. E' una delle questioni

cruciali che impediscono all'Italia distare al passo con i vicini europeinella realizzazione di infrastruttu-re, ma non la sola.

A mettere il dito nelle diversepiaghe aperte, ci pensa il Governa-tore Visco, che con linguaggio e tonimai spigolosi traccia un quadro im-pietoso di un comparto strutturaleche, pur avendo una spesa «presso-ché in linea con gli altri paesi euro-pei, fa registrare tempi e costi supe-riori nella realizzazione di grandiopere». Come dimostra il fatto chein Italia «l'Alta Velocità ha costi perchilometro tre volte maggiori diquelli in Francia e Spagna». E se laspesa media è più elevata che altro-ve, in parte dipende pure da «motiviorografici e di antropizzazione delterritorio, ma è evidente che non so-no queste le uniche cause. E anche itempi sono più lunghi». Visco cita«dati che fanno pensare», come lacircostanza che dal 2000 al 2006 iritardi per lavori sono stati pari al-l'88%, contro una media europea del26%. Mentre gli aggravi di costi inItalia sono stati del 40% rispetto aduna media del 20% dei nostri part-ner. E che le dotazioni infrastruttu-rali siano inferiori agli altri paesi eu-ropei - in Germania e Inghilterra so-no del 15-20% maggiori che da noi -lo si vede ogni giorno circolandonelle nostre maggiori città: «A Ro-ma abbiamo difficoltà con la metro-politana, con una rete di soli 37 chi-lometri, a Milano sono 83 km, a Lon-dra la rete è di 400 km, a Parigi 200e a Berlino 150 chilometri».

Se poi negli ultimi tre decenni laspesa pubblica per investimenti inItalia non è stata inferiore a quelladegli altri paesi, anzi è stata circa la

EQU ILI BR I O«Senza l'economia reale

la stabilità finanziavanon si mantiene»

IL NODO DE L PROBLEMAOltre a motivi orogne

pesa la lentezzanel prendere decisioni

stessa di Francia, Germania e RegnoUnito, il divario con i nostri partnernon dipende dall'entità complessiva,ma «da come si usano le risorse e cisono margini elevati per migliorarnel'utilizzo». Anche se in effetti le risor-se disponibili si sono ridotte: nel 2009la spesa per investimenti era il 2,5%del Pil, nel 2011 è scesa al 2% e ci aspet-tiamo un calo per quest'anno». Unacondizione critica che deriva da unavarietà di norme esistenti da riordina-re, da una carenza di selezione delleopere e che richiederebbe un monito-raggio degli stati di avanzamento deilavori, nonché di una programmazio-ne finanziaria pluriennale. Anche per-ché, dato non di poco conto, «la pro-duttività e la scelta di localizzazionedelle imprese dipende dalle infra-strutture». Insomma, una situazioneproblematica, che - come spiega il vi-ceministro allo Sviluppo Ciaccia -comporterà nel biennio 2013-2015 unfabbisogno quantificabile in 100 mi-liardi di euro per infra strutture, da re-perire per il 50% con capitale privato,la metà dei quali attraverso lo stru-mento dei project bond». Ma risalirela china sarà dura: come si evince daun'elaborazione dell'Ance, dal 2008 al2012 le risorse sul bilancio dello Statoper nuovi investimenti infrastruttu-rali sono diminuite del 43%.

I DOSSIERItalia-decide presenta

un cahier de doléancescon 10 opere in ritardo

Infrastrutture Pagina 17

Il rapporto annuale di ItaliaDeci-de monitora dieci grandi opere au-tostradali, ferroviarie, portuali e direcupero energetico, esaminandonele criticità e le «traversie burocrati-che». Perché, «le cause prevalentidella mancata realizzazione di ope-re indispensabili - fa notare Violante- sono costituite da iter amministra-tivi vessatori, dall'esplosione dei co-sti preventivati e dal policentrismoanarchico del nostro sistema istitu-zionale; che frantuma il potere didecisione e quindi la responsabilitàtra una miriade di soggetti». Mentreil capitale privato «esige certezzadel diritto e stabilità dell'ordina-mento che il nostro sistema oggi nongarantisce».

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Ignazio Visco

Infrastrutture Pagina 18

Le metropolitaneeuropee

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Fonte: "Un piano per le città"a cura di Censis e Ance, aprile 2012

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Infrastrutture Pagina 19

Soppressione del Terrítorio ,ordini e collegi si dividono

Ordini e collegi su posizioni divise per l'annunciata soppres-sione dell'Agenzia del territorio e il relativo passaggio diconsegne a quella delle Entrate . La previsione del futurotraghettamento di funzioni e di attività dell'Agenzia gui-data da Gabriella Alemanno verso l'ente diretto da AttilioBefera contenuta nel decreto sviluppo, approvato lo scorso15 giugno dal consiglio dei ministri incontra , infatti, po-sizioni diversi tra i principali professionisti impeganti inmateria. Perché da una parte l'accorpamento viene vistocome un processo di semplificazione necessaria , dall'al-tra, invece , aleggia il timore che possa venire meno unarealtà determinante per il sistema immobiliare e catastale.«Siamo favorevoli al processo di semplificazione messo inatto dal governo», dice il presidente dei geomteri FaustoSavoldi, «ma nello stesso tempo siamo preoccupati per lasoppressione di un organismo che ha sempre avuto un ruolo,una vocazione e una operatività diversa dall'Agenzia delleentrate. Dal nostro punto di vista temiamo di perdere lafunzione del catasto inventariale , la qualità dei supportitecnici e il fondamentale ruolo civilistico del catasto a fa-vore di un'ottica orientata prevalentemente alla fiscalità».Meno preoccupata la reazione del Consiglio dei notariatoche, comunque, sottolinea «il grande lavoro compiuto inpiena sintonia e collaborazione con l'Agenzia del territorioche ha consentito, attraverso lo sviluppo e il progresso tec-nologico dei registri immobiliari e degli archivi catastali,un notevole impulso alla modernizzazione della pubblicaamministrazione . E a un innalzamento degli standard disicurezza giuridica per i cittadini ai migliori livelli europei».«Qualsiasi processo di accorpamento che va nella direzionedella semplificazione e del risparmio», precisa, invece, ilnumero uno dei periti industriali Giuseppe Jogna, «è unpassaggio che va visto positivamente. É ovvio che questonon dovrà compromettere l'operato dell'Agenzia che meritavivo apprezzamento , anche perché il nostro servizio cata-stale con tutte le sue regole è un modello invidiato da tantipaesi che utilizzano in ambito immobiliare sistemi diversi emeno affidabili». Di altro tono, invece, la reazione del pre-sidente dei periti agrari Lorenzo Benanti preoccupato delfatto che questo accorpamento, «mal celato dietro la parolasemplificazione farà venire meno la terizaetà dell 'Agenziadel territorio e quindi il suo ruolo di ente certificatore».

Benedetta Pacelli©Riproduzione riservata

Professioni Pagina 20

Le lettere dopo l'articolo del «Corriere» sulle «pubblicità terroristiche degli studi legali»

«Gli errori vanno conciama sui medici c'è accani

a 1efl[o»

business ® chi s i11 g i ° 1e11 .® a denunciffe gli ospedaliSul «Corriere della Sera» di domenica, Gian Antonio Stella si è occupatodelle «pubblicità terroristiche» degli studi legali pronti ad accaparrarsipotenziali clienti tra i pazienti degli ospedali: persone che sono statecurate, operate e che potrebbero avere motivo per recriminare contro lastruttura dove sono state accolte. Nell'articolo si tiene fermo un punto:le negligenze e le sciatterie che causano danni ai pazienti vannoperseguite sempre. Quello che però si considera inaccettabile è il

IL PARADOSSOChirurghi ineccepibiliHo letto con molto interesse l'articolo diStella concernente le problematiche legalicui sono sottoposti i medici oggi e condividoe sottoscrivo le sue osservazioni. Noimedici, ma soprattutto noi chirurghi, non cela facciamo più. Siamo schiacciati dalleproblematiche organizzative, difficoltàeconomiche, riduzioni del personale econtinue richieste di risarcimento danni daparte dei pazienti. Verosimilmente la colpaè anche nostra che abbiamo enfatizzato lamodernizzazione della chirurgia cheeffettivamente diventa sempre piùtecnologica, ma non più sicura. L'attochirurgico è l'insieme di numerosi fattoriche dipendono dal chirurgo, dalleattrezzature e dall'organizzazionedell'ospedale ove lavora, dalla patologia datrattare e dal paziente da operare. Ma ilcapro espiatorio è sempre il chirurgo e oggi.si arriva al paradosso di incolparlo anche sela sua condotta è ineccepibile. E vero, cisono errori madornali e quelli vannoperseguiti e condannati (asportare un renesano, amputare la gamba buona, etc.). Maquesti sono casi isolati. Oggi leassicurazioni non vogliono più assicuraregli ospedali e i chirurghi se non a prezziproibitivi, i chirurghi hanno paura dioperare, i giovani non s'iscrivono più allespecialità chirurgiche ed entriamo così inun baratro da cui sarà difficile uscire.

Francesco CorcionePresidente Si.C.E., Società italiana di

chirurgia endoscopica e nuove tecnologie

tentativo di lucrare, fatto in assoluta malafede. Ogni anno, secondoI'Ania, sono 34 mila le denunce per danni subiti dalle strutture sanitarie.Spesso però ci si muove partendo da puri pregiudizi. Come la leggendastatistica secondo la quale ogni giorno morirebbero negli ospedali gopersone a causa degli errori dei medici. E risultato è che le assicurazionisono sempre più restie a fornire polizze (peraltro sempre più care).Ecco alcune lettere ricevute sul tema.

VISTO LEGALENon sono d'accordo

Mi dispiace scriverlo, per la simpatia chenutro nei confronti dell'autore, manell'articolo di domenica 17 giugno inmateria di «malpractice» sanitaria epubblicità «terrorizzanti», Gian AntonioStella ha preso un clamoroso granchio.L'autore definisce infatti «studi legali»,impropriamente tirando in ballo l'Ordineprofessionale forense, le cosiddette«infortunistiche», cui rende un incredibile einaspettato servigio confondendole con iprofessionisti appartenenti all'avvocatura.Queste imprese commerciali nulla hanno ache fare con la professione di avvocato ecostituiscono un'anomalia tutta italiana. InItalia è infatti possibile, depositando unasemplice domanda corredata di pochidocumenti, ottenere l'autorizzazione adaprire una attività di infortunistica e poterquindi, senza l'obbligo di alcunapreparazione giuridica e magari infranchising, trattare stragiudizialmente congli enti assicurativi casi anche delicatissimidi infortunistica stradale e malasanità(ultimamente l'attività si è estesa anche inmateria di infortuni sul lavoro!). Gliavvocati, per cliché definiti casta, ma nellarealtà spesso incapaci di difendere dellesacrosante aree di esclusiva professionale,si battono da anni affinché l'attività delleinfortunistiche sia quantomeno limitata esoggetta a una qualche forma di controllo.L'accaparramento di clientela anche tramitel'uso dii un messaggio pubblicitario-shockaccade proprio perché l'attività delleinfortunistiche non è soggetta ad alcun tipodi esame etico-deontologico.

Francesco Magniavv.francescomagni©libero.it

POLIZZ 2 t _11'Professione a rischio

La «caccia al medico» è oggi organizzatascientificamente da spregiudicati studilegali che, in numero superiore a quello diqualunque paese europeo, sono alla ricercadi clienti non di rado animati dacomportamenti opportunistici, comericonosciuto recentemente dalla stessaCassazione, e favoriti dal costo zero, infelicedisposizione delle lenzuolate di Bersani. Ecosì si confondono volutamenteresponsabilità del professionista e delle

Vita professionale Pagina 21

strutture, prevalenti nell'8o% dei casi,colpe, sciatterie, negligenze e veri erroriumani. Il tutto finirà con il danneggiarecerto i medici, esposti in prima linea dalpunto di vista umano, professionale epatrimoniale, ma anche il sistemasanitario, costretto a pagare polizze semprepiù onerose e meno garantiste, e alla fine glistessi pazienti che avranno a disposizionemeno professionisti e meno bravi. Lapubblici.ta aggressiva che oggi invadestrade, stampa e tv, ricorda quella checircolava negli Usa negli anni go («se tuofiglio va male a scuola forse è colpadell'ostetrico») e finirà con il produrre glistessi effetti, a cominciare dalla fuga diprofessionisti alla ricerca di sedi con polizzemeno care. Oggi territori americani vastiquanto la Lombardia, per l'assistenza alparto possono contare su una sola ostetrica.Sono necessarie soluzioni legislative, che daanni andiamo invano chiedendo a ministri eParlamento, a cominciare dall'introduzionedel sistema «nofault», diffuso in Francia eScandinavia, che, improntato all'indennizzoe non al risarcimento, non esigel'individuazione del «colpevole», all'utilizzodi tabelle, come quelle dell'Inail, per ilrisarcimento giudiziario, a un diversoinquadramento del reato colposo in sanità,in virtù del valore sociale di tale attività.Senza dimenticare di richiamare all'eticadella responsabilità una stampa che, non dirado, alimenta una gogna mediatica chetrasforma un indagato in imputato econdannato, prima e al di fuori delle sedideputate.

Dott . Costantino TroiseSegretario nazionale Anaao Assomed

GLI ODONTOIATRINuove «strategie»Condivido pienamente, come medicoodontoiatra, il contenuto dell'articolo.Vorrei altresì segnalare la violazione delladeontologia praticata da certi medici legali,con studio dentistico proprio. Costoro, inoccasione di visite casuali, criticanopesantemente il lavoro dei precedenticolleghi e si offrono di svolgeregratuitamente le perizie da inoltrare allecompagnie di assicurazione in cambio dipoter rifare il lavoro o personalmente, ofacendolo svolgere da prestatori d'operaaccreditati presso il loro studio.

Dr. Federico Lenchi

L'ANALIS ITroppi dottori

L'Italia è il Paese europeo che ha sia ilmaggior numero di avvocati (ma sonomeno) e medici di tutta Europa. Anche leanalisi di Genovese «... tra quelli ove siregistra il più alto numero di medicisoggetti a procedimenti per colpaprofessionale, nonché la nazione europeacon il più alto numero di sanitarisottoposti» va letta tenendo conto che i 340mila medici italiani sono all'origine dell'altonumero di den u nce e sono incomprensibilisoprattutto per le spese che la collettività hasostenuto per laurearli: quanto agliavvocati la questione si liquida presto con ildato che in tutta la Francia opera lo stessonumero di avvocati che è attivo nella solaRoma. Adesso, poi, che vogliono tagliare gliorganici della P.A. qualcuno benincomincerà a chiedersi come i meno dotatiprofessionalmente, nonostante l'iscrizioneall'albo, possano sopravvivere fisicamente eprofessionalmente se non creandocontenzioso laddove non ce ne sono ipresupposti.

Giuseppe GarbantiMestre

Vita professionale Pagina 22

QUELLE PRETESE

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PER FARE SOLDIdi GIUSEPPE REMUZZI

ettiamo subito in chiaro che quasinessun medico per quanto bravo famai abbastanza per gli ammalati che

gli sono affidati. Lo si è detto e scritto in piùdi un'occasione (una per tante: «TedSteinman, il medico che tutti vorremmoavere» Corriere, 2 novembre 2008). «Quelmedico ai suoi ammalati dà il numero dicellulare, possono chiamarlo sempre».Quanti di noi sono così? Proprio così pochi,ma ci dovremmo arrivare tutti prima o poi.Ammesso che a complicare il rapporto fraammalati e medici non ci si mettano gliavvocati. Sempre più spesso chi si ricoveranegli ospedali, se le cose non sono andatecome voleva lui, dopo passa dall'avvocato.«Che senso ha affiggere sui muri manifesticon la scritta: sei proprio sicuro che tiabbiano curato bene?» ha scritto GianAntonio Stella. Negli Stati Uniti è anchepeggio, avvocati senza scrupoli checonsigliano a chi è stato dimesso da unospedale di fare denuncia per cercare diavere un risarcimento, sempre e comunque.Alla fine chi ci va di mezzo sono gliammalati: in California neurochirurghedisposti a operare in emergenza non se netrovano quasi più. Cosa fare? Qualche tempofa Chris Hawk, un chirurgo della SouthCarolina, ha presentato all'Associazione deimedici americani una mozione perché imedici degli ospedali decidessero tuttiinsieme di non curare più questi avvocati, iloro familiari e le loro segretarie. E in Italia?La crisi economica sta portando da noi ilpeggio del sistema americano, ci sono pochisoldi adesso, allora perché non ce li andiamoa prendere in ospedale? In fondo gli ospedali

sono assicurati, un avvocato compiacente sitrova sempre. E allora succede che dopo averfatto tutto il possibile e l'impossibile percurare un signore di 92 anni con «trecentomalattie» (è un'espressione colorita, l'hosentita da un infermiere, rende l'idea) ti troviuna lettera dell'avvocato che vuol sapereperché non è stato fatto questo e quest'altro.L'ospedale deve rispondere entro pochigiorni e pagare per il fantomatico «sinistro»se no si va dal giudice. Questi avvocati hannopochissima dimestichezza con la complessitàdei problemi medici, e le lettere di solitosono fatte male con errori grossolani epretese che sfiorano il ridicolo. L'ospedalecontesta come può o sceglie di pagare perevitare grane peggiori. E così i parenti degliammalati si convincono sempre di più che adenunciare gli ospedali comunque ci siguadagna. E sbagliato. E venuto il momentodi dire chiaro e tondo che un conto sono glierrori medici che vanno certamenteperseguiti, un altro è il tentativo di ottenererisarcimenti per casi di ammalati curatibenissimo che comunque sono andati male.Di certe malattie si muore ancora oggi, perquanto i medici si possano prodigare. Parenti(e avvocati) vogliono approfittarne? Lofacciano, ma devono sapere che i medicisono stanchi e d'ora in poi si organizzerannoper difendere il loro operato, quando è statoimpeccabile, s'intende. Insomma perché unmedico deve perdere tempo e serenità per farfronte ad accuse infondate? Avete idea dicosa vuol dire farsi operare da un chirurgoche non è sereno?

O RIPRODUZIONE RISERVA?A

Vita professionale Pagina 23

Un accordo internazionaleper migliorare la qualifica-zione professionale dei la-voratori edili e promuoverel'equità, l'integrazione socia-le e la sicurezza sul lavorodi operai e tecnici nei paesidel Vecchio continente. E ilrisultato raggiunto con laCarta di Lecce, il documentofirmato il 16 giugno nella cit-tà pugliese nella giornata dichiusura del nono meeting diReforme, l'organizzazione cheriunisce i principali enti bi-laterali di formazione in edi-lizia dei nove paesi europeiattualmente aderenti (Italia,Francia, Spagna, Portogallo,Germania, Belgio, Finlandia,Svezia e Svizzera).Tra gli obiettivi che gli entibilaterali europei (Formedilper l'Italia) si sono posti lapromozione dell'attrattivitàdelle professioni del settoreedile, il consolidamento di ini-ziative educative e formativeche mirano non solo alla qua-lifica professionale ma ancheall'equità, all'integrazionesociale e alla partecipazioneattiva dei cittadini, l'inclusio-ne dello sviluppo sostenibilenell'ambito dei percorsi IFP,la promozione di norme chetutelino la salute e la sicurez-za nel settore edile a tutti ilivelli d'istruzione.

Formazione Pagina 24

Il tribunale di Ìérmini Iínerese l>acchettc

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l convenuto

Sanzionato chi" non va all'incontroDI DONATELLA c. TVLARINO

rimo intervento concre-to della magistraturasulla mancata parte-cipazione al tentativo

obbligatorio di mediazione: iltribunale di Termini Imeresesanziona il convenuto che,ritenendo inutiletentare una me-diazione con la con-troparte, rifiuta dipresentarsi all'in-contro causandol'esito negativo delrelativo tentativo.Questa la brevissi-ma vicenda: la par-te convenuta, invi-

modificato in agosto), che pre-vede una specifica sanzione:la condanna (al versamentoall'Erario di un importo corri-spondente al contributo unifi-cato) del convenuto che non hapartecipato alla mediazione«senza giustificato motivo» equesto a prescindere dall'esi-

to del giudizio. Eradel resto attesal'interpretazionedel concetto di«giustificato mo-tivo» legittimantela non-partecipa-zione alla media-zione. Ed è conun provvedimentopioniere sul punto

Si tratta diuno dei primi

interventiSull'appli-

cazione deldlgs 28

tata a mediare, aveva inviatocomunicazione all'organismodi conciliazione dichiarando,testualmente, «di non voleraccettare il tentativo di me-diazione per l'impossibilità diuna rinuncia, anche parziale,alle contrapposte ragioni delleparti in ragione della acclara-ta e atavica litigiosità tra lesuddette». Il giudice istrutto-re applica quindi l'art. 8, co.5 del dlgs 28/2010 (come poi

che il giudice istruttore del tri-bunale toscano, con ordinanzadello scorso 9 maggio, ha for-nito le prime chiavi di lettura:in negativo, però, esaminandodue situazioni. In primo luogo,il fatto che il tentativo sia av-viato mentre il giudizio è giàin corso non lo rende inutile enon genera un giustificato mo-tivo di rifiuto, visto che l'art.5 prevede proprio che il ten-tativo possa essere espletato

anche «successivamente allaproposizione della controver-sia». Ed è inoltre escluso chepossa legittimare il rifiutoa mediare anche « la perma-nenza di una situazione dilitigiosità tra le parti», spiegal'ordinanza , visto che propriosulla litigiosità è intervenutaquesta normativa : «Una com-posizione della lite basata sucategorie concettuali del tut-to differenti rispetto a quelleinvocate in giudizio, che pre-scindono dalla attribuzione ditorti e di ragioni, mirando alperseguimento di un armonicocontemperamento dei contrap-posti interessi delle parti».Quanto al momento dell'irro-gazione della sanzione , questopuò essere anche antecedenterispetto alla definizione delgiudizio : la sanzione va infat-ti obbligatoriamente irrogataprima e indipendentementedall'esito del procedimento,conclude il provvedimento,«non dovendosi ritenere ne-cessariamente subordinataalla decisione del merito dellacontroversia».

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Mediazione Pagina 25